Vocabolario del dialetto Casalese

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Dopo “Proverbi e modi di dire” ci sembra normale stilare un Vocabolario del dialetto di Casale di Carinola: quello originale però, non la parlata adattata al presente e corrotta con desinenze moderne che ne snaturano in maniera sostanziale l’antico dettato. Contrariamente al nome non vuole essere nulla di pretenzioso e, ancor meno, di definitivo, anzi sicuramente ci saranno molte lacune e carenze, rimediabili con la collaborazione dei lettori che invitiamo caldamente a inviare suggerimenti, opinioni, integrazioni e tutto ciò che può contribuire a migliorare il lavoro.

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DA UN’IDEA DI

Novelio SANTORO

A CURA DI

Nicola AURILIO - Giuseppe NAPOLETANO - Novelio SANTORO

HANNO COLLABORATO:

Antonio ANDOLFI

Leontina CANALE

Natalina DI PRISCO

Carmine DORSANEO

Michele LEPORE

Antonello MAINA

Gabriella PIETROLUONGO

Valeria SPAZIANO

e…

[IL POPOLO CASALESE]

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Vocabolario del dialetto di Casale di Carinola

Dopo “Proverbi e modi di dire” ci sembra normale stilare un Vocabolario del dialetto di Casale di

Carinola: quello originale però, non la parlata adattata al presente e corrotta con desinenze

moderne che ne snaturano in maniera sostanziale l’antico dettato. Contrariamente al nome non

vuole essere nulla di pretenzioso e, ancor meno, di definitivo, anzi sicuramente ci saranno molte

lacune e carenze, rimediabili con la collaborazione dei lettori che invitiamo caldamente a inviare

suggerimenti, opinioni, integrazioni e tutto ciò che può contribuire a migliorare il lavoro.

Questo Vocabolario, che sarebbe più indicato definire “Mini”, nasce dall’amara constatazione

che degli oltre 6.000 idiomi parlati in tutto il pianeta, secondo filologi e studiosi del ramo, la

maggior parte scomparirà entro la fine di questo secolo. Ora, fatta salva l’esigenza di considerare la

lingua nazionale (nel nostro caso l’Italiano) come il vero e proprio elemento unificatore di ogni

Nazione o entità politico-culturale, ci pare giusto fare qualcosa per assicurare una sopravvivenza,

fosse anche solo cartacea, del nostro lessico. Sappiamo bene che molti vocaboli sono destinati a

scomparire nel corso del tempo, cosa che avviene in qualsiasi contesto linguistico che si può vedere

come un magma in continua trasformazione, ma proprio per questo motivo vogliamo riporre in un

ideale cassetto quei termini che hanno costituito il linguaggio dei nostri padri. Li vogliamo

conservare come qualcosa che appartiene alla nostra realtà e che ci è cara.

Sia ben inteso: questa non è un’apologia dell’uso del dialetto casalese o, peggio ancora,

un’istigazione alla rinuncia alla Lingua nazionale che, proprio per ciò che si è detto poc’anzi, aiuta

l’inserimento nella società e facilita l’interazione con gli altri, ma è un giusto e doveroso omaggio

alla cultura dei nostri antenati, sicuri che ogni tipo di conoscenza del passato aiuta la comprensione

del futuro.

Con la pubblicazione di questo mini-vocabolario, continua quindi il nostro impegno per la

conservazione del dialetto: aiutateci scrivendoci e segnalandoci ogni parola che ci sarà sfuggita di

cui si sarà erroneamente indicato il significato.

N. B. - I verbi sono sempre indicati omettendo la parte finale "re" della desinenza, come

normalmente avviene nella nostra parlata, e in quasi tutti i dialetti meridionali. Gli accenti invece

sono riportati dove effettivamente cadono. Ad esempio. friggere, in casalese "frie(re) è così

indicato: "frìe"; "abbarà(re) - in lingua nazionale badare - con l'accento sulla sillaba finale e senza

l'ultima parte della desinenza.

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ABBREVIAZIONI

agg. = aggettivo

avv. = avverbio

art. = articolo, articolato

cong. = congiunzione

es. = esempio

esort. = esortazione, esortativo

est. = estensivamente

f. = femminile

fig. = figurato

fras. = fraseologico

m. = maschile

on. = onomatopeico, voce onomatopeica

p. pass, = participio passato

pl. = plurale

prep. = preposizione

pron. = pronome

rifl. = verbo riflessivo

scherz. = scherzoso, scherzosamente

s. f. = sostantivo di genere femminile

sing. = singolare

s. m. = sostantivo di genere maschile

spec. = specialmente

v. = verbo, voce verbale

volg. = volgare

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Ai buoni seminatori

del passato e…

del presente

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abbacellì v. ~ dormicchiare di un sonno leggero e breve o a più riprese. abballà v. ~ ballare, praticare una danza. abbarà v. ~ badare, sorvegliare specialmente i bambini, stare attenti. àbbità v. ~ abitare. abbìtà v. ~ avvitare. abbruscà v. ~ tostare il pane, abbrustolire. abbuglià v. ~ coprire con ripari per proteggere o celare. abbunatu agg. ~ 1. bonaccione, di indole talmente semplice da diventare ingenuo e vittima di chi ne approfitta. 2. fras. - «a l’abbunata» si riferisce al tipico modo di comportarsi dell’ingenuo. abbuotu s. m. ~ ricetta per preparare le interiora dell’agnello. abburà v. ~ bruciacchiare una stoffa col ferro da stiro. abbussà v. ~ 1. mettere le botti a mollo perché si ingrossino e colmino eventuali fessure. 2. saziare completamente. abbuttà v. ~ gonfiare, di aria o cibo, saziare. abbuzzagnitu agg. ~ grasso in modo innaturale, magari a causa di una patologia. accapezzà v. ~ congiungere due parti spesso con un nodo, collegare. accattà v. ~ comprare, acquistare. acchiappariegliu s. m. ~ cappero conservato sotto sale. acciaruolu s. m. ~ 1. acciarino, nelle vecchie armi da fuoco. 2. arnese d’acciaio, di forma cilindrica o lievemente conica, per affilare ferri da taglio, detto anche acciarino. accire v. ~ ammazzare, assassinare: accisone s. m. ~ tipo pericoloso dal quale è meglio stare alla larga. àcciu s. m. ~ sedano. accuncià v. ~ aggiustare, mettere a posto. accussì avv. ~ così, in tal modo. acquarìa s. f. ~ acquazzone, temporale violento. acquaru s. m. ~ brina notturna che si deposita sulla vegetazione sotto forma di goccioline. acu s. m. ~ ago. addurà v. ~ 1. emanare profumo. 2. annusare. affunnà v. ~ andare a fondo, annegare. àfricu s. m. ~ 1. orlo di un indumento. 2. parte anatomica indicante la regione superiore delle natiche (simile a cutulurciu). aglinaru s. m. ~ pollaio rustico. agliuommeru s. m. ~ gomitolo di lana o altro. aitanella s. f.. ~ varietà tipica di oliva della zona, ottima per olio e conservazione. aizà v. ~ alzare, mettere diritto

allaccià v. ~ tagliuzzare finemente soprattutto il lardo. allaccialardu s. m. ~ tagliere di legno. alleggerì v. ~ 1. alleggerire, sgravare di pesi. 2. digerire il cibo. allignà v. ~ assomigliare, avere caratteristiche simili. allorgiu agg. ~ equivale a “simpatica canaglia”. alluccà v. ~ gridare, per il terrore o l’ira. allumàta s. f. ~ luminaria , immancabile nelle feste di paese. allumàtu agg. ~ stralunato, magari per una sbornia. ammaccà v. ~ argomentare in modo approssimativo e poco esauriente. ammarenna s. f. ~ merenda, spuntino. ammarìegliu s. m. ~ gamberetto di fosso. ammarìnatu agg. ~ in salamoia: es. pesce ammarinatu. ammarità v. ~ dare, prendere un consorte. ammazzarditu agg ~ cotto, ma non lievitato in modo giusto. ammenutà v. ~ sminuzzare, fare a pezzettini, soprattutto la carne di maiale (vedi frìculi). ammerecà v. ~ medicare una ferita o simili. ammìria s. f. ~ invidia, gelosia e ammirazione verso altri più fortunati. ammiscà v. ~ amalgamare sostanze diverse. ammunciegliu s. m. ~ girello, pregiato taglio di carne bovina. ammunnà v. ~ sbucciare, in particolare la frutta. ammunnariegliu s. m. ~ pertica usata per la pulizia del forno a legna, con una specie di scopino all’estremità di foglie di sambuco. ammussà v. ~ mettere il muso, assumere un’aria corrucciata e scontenta. annascònne v. ~ celare alla vista, occultare. annascunnarella s. f. ~ il gioco del nascondino. ancappà v. ~ carpire con le mani, prendere. ancìnu s. m. ~ uncino usato per raggiungere i rami più alti e per sospendere ad essiccare alcuni salumi. anèpeta s. f. ~ nepitella, varietà di menta selvatica. angiuligliu s. m. ~ vimine, ramo flessibile di alcune specie di salici usato per intrecciare furnigli. annettà v. ~ 1. mescere, versare, generalmente bevanda alcolica 2. pulire. annuricu s. m. ~ nodo, anche in senso figurato.

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annussà v. ~ mettere carne addosso, irrobustire. annuzzulì v. ~ fare bozzi o grumi, addosso o in una pasta. apparà v. ~ addobbare, oppure sistemare alla meglio una faccenda. appariglià v. ~ mettere insieme, unire a coppie. appeccicu s. m. ~ zuffa, litigio. appernicarese v. rifl. ~ arrampicarsi, inerpicarsi. appezzutì v. ~ fare una punta, per es. a una matita. appiccià v. ~ bruciare, dare fuoco: es. appicciatu, bruciato, incendiato. appicciariegliu s. m. ~ fiammifero, zolfanello; fig. - persona litigiosa, che subito monta sulle furie. appiccicà v. ~ litigare, anche venendo alla mani. appìennulu s. m. ~ 1. grappolo d’uva. 2. riunire i pomodori in un grappolo per conservarli freschi. appìettimu s. m. ~ dolore dato da affanno, angoscia. appilà v. ~ tappare, otturare. appilagliu s. m. ~ tappo di sughero o altri materiali. appizzà v. ~ sopportare, fare buon viso a cattivo gioco. araustu s. m. ~ vigneto, campo coltivato a viti. ardìta s. f. ~ la parte più fine della crusca. aretàle s. m. ~ ditale. arìenulu s. m. ~ origano, si usa per insaporire varie vivande. arraccumannà v. ~ raccomandare. arracquà v. ~ innaffiare, irrigare. arraggiarese v. rifl. ~ indica un desiderio represso, dalla fame alla sete, o a cose più materiali. arrangiarese v. rifl. ~ cercare di cavarsela con l’inventiva, anche improvvisando. arrapà v. ~ eccitare sessualmente. arrauglià v. ~ arrotolare alla meno peggio. arrèanatu agg. ~ ricetta casalese per cucinare alici con aceto e origano (arienulu). arrecettà v. ~ mettere in ordine da qualche parte, ma in special modo “rifare la cucina”. arrecrià (o addecrià) v. ~ rallegrare, dare gioia, divertire. arretu avv. ~ dietro, nella parte posteriore. arreuotu s. m. ~ disordine, soqquadro, caos. arreutà v. ~ creare confusione nelle cose o negli animi. arriffà v. ~ organizzare una lotteria paesana, magari per finanziare una festa.

arrizzà v. ~ 1. organizzare qualche cosa 2. assume anche un significato malizioso. arruncinà v. ~ avvoltolare lasciando delle grinze. arrunzà v. ~ fare le cose senza la necessaria attenzione. arruscà v. ~ strinare a fuoco vivo. arrustu s. m. ~ 1. modo di cucinare la carne sulla brace. 2. pezzo di maiale (costola) regalato a conoscenti. arruzzenitu agg. ~ arrugginito, anche nelle giunture, artritico. artèteca s. f. ~ irrefrenabile voglia di muoversi, tipica di certi discoli. a ru prep. art. m. s. ~ allo. àrulu s. m. ~ genere di piante della famiglia delle betulacee (Alnus), alberello basso da cui si ricavano le vince. arùlu s. m. ~ orzaiolo. assacquatora (o assacquaturu) s. f. ~ canaletto scavato nei campi per convogliare o far defluire l’acqua piovana. assettà v. ~ sedersi, mettersi comodi. assettatùru s. m. ~ sedile rudimentale. àstricu s. m. ~ copertura in cemento del pavimento. attaccà v. ~ legare con spago o corde. attunnu avv. ~ del tutto, completamente. attuornu avv. ~ disporsi intorno, porsi nei pressi. aucerta s. f. ~ lucertola, ramarro. auciatu s. m. ~ taralli di farina di frumento, con vino bianco e altri ingredienti. aulècena s. f. ~ tipo di prugne tondeggianti, dolcissime. aulivastu s. m. ~ molto simile all’ulivo, viene coltivato per le sue bacche nere, sia per trarne olio che per conservarle. aurèlla s. f. ~ budella, intestino. aurìva s. f. ~ oliva. aurìzzia s. f. ~ liquirizia. ausciarella s. f. ~ piccolo strumento usato da contadini e arrotini per affilare la lama degli attrezzi da taglio. autale s. m. ~ altare. avantà v. ~ lodare, spesso in modo eccessivo; magari la propria merce per venderla. avascià v. ~ abbassare, collocare giù. azzennariegliu s. m. ~ occhiolino, cenno d’intesa. azzeppà v. ~ 1. aggiungere del liquido. 2. inframmezzare un cuneo. azzillà v. ~ scagliare via, passare con un lancia qualcosa ad altra persona. azzinnu s. m. ~ piccolo richiamo a mano per tordi, consistente in un ramo tagliato in forma cilindrica e scavato al centro in modo che

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l’attrito con l’altro componente (il bossolo di una pallottola) provochi un suono stridente simile allo zirlo del tordo.

azzuppà v. ~ inzuppare, intingere; fig. godere a rigirare il coltello nella piaga.

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babbiante agg. ~ persona, specialmente donna, che si comporta in modo riprovevole. bafèra s. f. ~ impicciona, girellona. ballaturu s. m. ~ pianerottolo tra due scale. barattelle s. f. ~ cose minute, specialmente utensili, stoviglie e altro pertinenti la cucina. battacione s. m. ~ 1. gioco consistente nel difendere il possesso di una sorta di palla formata da stracci oppure nel colpire qualcuno con questa palla. 2. agg. - epiteto per persona grossa e sciocca. bau bau on. ~ il verso del cane e anche il cane stesso, nel linguaggio fanciullesco.

beccheriegliu s. m. ~ 1. piccolo bicchiere. 2. tappo a corona 3. usato al plurale indica un gioco consistente nello spingere, a rotazione tra i partecipanti, tappi di bottiglia con le dita. becchieru s. m. ~ bicchiere. begliu agg. ~ bello, di piacevole aspetto. bibbigasse s. m. ~ fornello da cucina. bibbirò s. m. ~ biberon. buatta s. f. ~ barattolo, recipiente di latta. buccacciu s.m. ~ vaso di vetro per alimenti o per fiori. buottu s. m. ~ 1. grande rumore, specialmente di petardi. 2. rovinosa caduta. burriegliu agg. ~ gonfio di grasso, flaccido.

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ca cong. ~ che. cacaminorciu agg. ~ persona seccante, buona solo a dare fastidio. cacanizzula s. f. ~ indica cosa piccola, o persona di piccola statura. cacasiccu agg. ~ tirchio, che concede stentatamente qualcosa. caccafandu s. m. ~ 1. frutto il cui guscio risulta vuoto 2. est. uomo sterile, vano. caccavella s. f. ~ contenitore di metallo, spesso malridotto, per cuocere cibi. càccitu s. m. ~ pollone, rametto nuovo. cacciuttu s. m. ~ cagnolino. caccosa pron. ~ qualcosa. cafisa s. f. ~ vaso di terracotta usato come contenitore per le olive. cagnà v. ~ cambiare cose, indumenti o comportamenti. cainàtu s. m. ~ cognato, marito di una sorella. caìola s. f. ~ gabbia per pennuti. calàmitu s. m. ~ ripetizione ossessiva di discorso o richiesta. calascione s. m. ~ 1. tipica pizza imbottita con verdura, come scarola o broccoli 2. (scherz.) epiteto per una ragazza scarsamente avvenente. calemià v. ~ ansimare dopo uno sforzo. calimma s. f. ~ 1. calura che butta giù, afa 2. detto di persona con poca forza fisica. calipsu s. m. ~ l’eucalipto. cama s. f. ~ pula, impurità del grano, che viene usata per ricoprire i metali, perché la sua proprietà resinosa la rende abbastanza isolante. càmpeca s. f. ~ specie di bruco, voracissima. cannaòla s. f. ~ voglia che tormenta i bramosi di qualche cosa. cannaricciu s. m. ~ regione della gola affilata per eccessiva magrezza, cannaruozzu s. m. ~ tratto del tubo digerente compreso tra la faringe e lo stomaco, grosso modo indica la gola. cannela s. f. ~ cero per illuminazione e candela d'accensione dei veicoli. canniegliu s. m. ~ stinco di persona, spesso notato perché scarno. cannuttera s. f. ~ grondaia. cannuttu s. m. ~ becco dove sgorga un getto di liquido. cantariegliu s. m. ~ invaso realizzato in muratura per lavare panni o altro. canteru s. m. ~ 1. antico lavatoio in pietra 2. vaso per contenere escrementi. 3. agg. epiteto che compara una persona al maleodorante vaso. cantesilena (o cantasilena) s. f. ~ cantilena. cantone s. m. ~ siepe che divide settori dei campi agricoli.

cantuozzu s. m. ~ porzione tagliata da un lato del pezzo di pane, spesso si bagna nell’acqua e si condisce con pomodoro. canzaniegliu agg. ~ tipo litigioso che vuol sempre aver ragione. capellaru s. m. ~ antica figura di commerciante che andava in giro a raccogliere capelli, dando in cambio qualche spicciolo. càpitu s. m. ~ tralcio, ramo della vite. caputà v. ~ ribaltare, rivoltare. capumazzu s. m. ~ tratto dell’intestino, parte terminale del retto. caputrunzulu s. m. ~ capitombolo, ma anche capriola. capuzzià v.~ dondolare la testa per il sonno, essere sul punto di addormentarsi. capuzziegliu agg. ~ gradasso, che cerca di farsi valere con prepotenza. caracuzzu s. m.~ fico molto maturo che si pone ad essiccare. carcioffula s. f. ~ parte commestibile del carciofo. carì v. ~ cadere, finire a terra. carocchia s. f. ~ colpo dato in testa con le nocche della mano, a volte anche per scherzo. carrecariegliu s. m. ~ 1. misura di polvere da sparo usata dai cacciatori per caricare cartucce. 2. quantità di vino che si manda giù. carrià v. ~ trasportare, convogliare altrove. carruocciulu s. m. ~ mezzo di trasporto molto malandato, catorcio. cartiegliu s. m. ~ nell’espressione «farese ru cartiegliu», vale passare a miglior vita. carusiegliu s. m. ~ salvadanaio. carusu s. m. ~ rasatura totale dei capelli, veniva praticata per liberare i bambini dai pidocchi. cascaturu s. m. ~ setaccio a maglie larghe. cascetta s. f. ~ 1. cassetta per merci. 2. lattina di birra. cassella s. f. ~ uno dei due lati della stuoia con tasche, la varda, che si poneva sul dorso degli asini cassicciu s. m. ~ scheletro, ma si usa soprattutto per indicare un tipo molto magro. casu s. m. ~ formaggio. casulià v. ~ perdere tempo di casa in casa. casuriavulu s. m. ~ inferno, luogo o situazione terribile. catalettu s. m. ~ individuo particolarmente emaciato, spesso molto malato. catella s. f. ~ secchio, usato nel passato per raccogliere i rifiuti che oggi defluiscono nelle fogne, ma anche le deiezioni umane. catu s. m. ~ secchio.

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caucinale s. m. ~ impasto fatto dal muratore, formato di cemento, calce, ecc. caulu s. m. ~ genericamente ogni tipo di cavolo. caurarella s. f. ~ recipiente usato dai muratori per il trasporto della calce. cauraru s. m. ~ calderone, grosso recipiente per lo più di rame, in cui si fa bollire acqua, cibo o altro. cauriegliu s. m. ~ pane abbrustolito imzuppato nell’olio appena uscito dal frantoio o nel liquido di cottura dei sanguinacci. cauru s. m. ~ caldo, afa opprimente. cauzà v. ~ calzare, fornire di scarpe e calze. cauzetta s. f. ~ calza, soprattutto da donna. cavagliu s. m. ~ cavallo. cazziata s. f. ~ rimprovero deciso. cazzittu agg. ~ generalmente definisce un bambino piccolo in rapporto all’età. cca avv. ~ qua. cciocciu s. m. ~ cane, di solito non ancora adulto. cciù avv. ~ più. cécene s. m. ~ contenitore di terracotta per liquidi simile al pirettu, e con esso il più piccolo ceceniegliu (vedi). ceceniegliu s. m. ~ piccolo contenitore per liquidi di terracotta. cechià v. ~ avere gli occhi appesantiti, dormire. cegnararu s. m. ~ panno per contenere e filtrare la cenere usata per il bucato. cemmenieru s. m. ~ comignolo e anche focolaio. centra s. f. ~ cresta, escrescenza carnosa della testa del gallo. centrella s. f. ~ chiodino con grossa testa, serviva a proteggere le suole delle scarpe contadine. cereviegliu s. m. ~ cervello. cerogginu (o ceroggenu) s. m. ~ candela di piccole dimensioni. cerqua s. f. ~ quercia. cestriegliu s. m. ~ contenitore con manico per frutti (vedi panaru). cestunia s. f. ~ 1. ragazza dalla faccia tosta, 2. scherz. indica l’organo genitale femminile. cetrangulu s. f. ~ frutto del cedro dal gusto amarognolo. checcheleché s. m. ~ 1. galla, escrescenza che si forma sulle querce. 2. agg. uomo di scarso spessore, chi è poco affidabile. chiappu s. m. ~ bottone metallico, le cui parti opposte si inseriscono una nell’altra. chicchiriniegliu s. m. ~ pollo di piccola taglia, le cui femmine sono molte adatte alla cova.

chichiricotta s. f. ~ gioco e passatempo una volta tipico dei nostri luoghi, consisteva, dopo aver formato le squadre, nello scavalcarsi con un salto. chigliu pron. ~ quello, lui. chiocheru agg. ~ sciocco, fesso. chissatu pron. ~ quest’altro. chissu pron. ~ questo. ciàccera s. f. ~ chiacchiera, pettegolezzo. ciaccia s. f. ~ carne (spec. nel rivolgersi a bambini). ciacciarone s. m. ~ chiacchierone, perditempo. ciacianissu agg. ~ che ama perdere tempo a parlare. ciaciegliu agg. ~ uomo di molte chiacchiere ma inconcludente. ciagne v. ~ piangere. ciamà v. ~ chiamare. ciammuorulu s. m. ~ cimurro, raffreddore detto in modo scherzoso. ciampa s. f. ~ pianta e impronta del piede. ciampià v. ~ calpestare, mettere sotto i piedi qualcuno o qualcosa. cianci s. m. ~ coccole, moine. ciancìà v. ~ adulare, fare carezze, vezzeggiare. ciancìusu agg. ~ bramoso di essere coccolato, blandito. cianghieru s. m. ~ macellaio con o senza bottega. ciarella s. f. ~ scintilla di un fuoco. ciarià v. ~ vezzeggiare, stare a sentire qualcuno. cicciu s. m. ~ chicco, seme. ciavi s. f. ~ chiave. ciavi de rota s. f. ~ girabacchino, usato per avvitare o svitare viti o dadi di bulloni, costituito da un tondino d’acciaio piegato a gomito e munito di un’impugnatura girevole, mediante il quale s’imprime la rotazione all’utensile. cicciuettula s. f. ~ 1. civetta 2. agg. persona iettatrice 3. agg. ragazza vezzosa. ciccone s. m. ~ maiale, detto in modo quasi affettuoso. cicculattera s. f. ~ cuccuma, bricco in metallo per preparare il caffé. ciceru s. m. ~ cece: es. ciceri ‘mpasturati tipica ricetta locale e dei dintorni consistente in ceci cucinati insieme a pasta fatta in casa, la pettula. cicula s. f. ~ residuo di grasso del maiale cotto per estrarne la sugna. ciencu s. m. ~ porzione di qualcosa tagliata in modo grossolano. cierevu (f. cereva) agg. ~ acerbo.

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cierri s. m. ~ capelli arruffati, si usa quasi esclusivamente al plurale. ciezu s. m. ~ frutto e albero del gelso. cifulià v. ~ fischiettare distrattamente. cillica s. f. ~ chierica di appartenenti al clero. cinu (f.: céna) agg. ~ pieno, ben colmo. ciociu s. m. ~ calzatura aperta (simile allo scarfinu). Ciommu s. m. ~ nome di battesimo, vale Girolamo. ciummu s. m. ~ piombo. ciuncu agg. ~ zoppo, impedito nei movimenti. ciuvetiegliu s. m. ~ chiodino, fungo basidiomicete (Armillariella mellea). còccia s. f. ~ parte superiore della testa. cóccia s. f. ~ pezzo di pane simile al filone. còcheru s. m. ~ ciambella di pane, con un vuoto al centro. coccula s. f. ~ scorza consistente, conchiglia (vedi: scucculià). cóla s. f. ~ coda, appendice. colazinzula s. f. ~ cinciallegra. copie s. m. ~ compiti di scuola da svolgere a casa. corzu s. m. ~ 1. mastino corso 2. est. è attribuito a ogni un cane di grossa taglia. cotta s. m. ~ porzione di cibo da cuocere, bastante per un pasto. craone s. m. ~ carbone, residuo ancora arroventato di un fuoco. craunella s. f. ~ carbone minuto conservato spento per utilizzi successivi. crapariegliu s. m. ~ pastorello di capre. craparu s. m. ~ allevatore, conduttore di capre. crasta s. f. ~ pezzo, coccio di terracotta. crastà v. ~ evirare, soprattutto riferito ad animali d’allevamento per ottenerne un ingrassamento più cospicuo. crastecariegliu s. m. ~ varietà di falco, non meglio identificato, di piccole dimensioni. crastula s. f. ~ pezzo di specchio rotto, o coccio di terracotta e simili. craungiulu (o craunciulu) s. m. ~ grosso foruncolo. crereca avv. ~ forse. crianza s. f. ~ la buona educazione, compitezza. crignola s. f. ~ 1. specie di cocomero dalla forma oblunga. 2. agg. epiteto per persona dalla grossa testa. criscitu s. m. ~ lievito ricavato da pasta acida, conservata per fare il nuovo pane. crisommula s. f. ~ albicocca. cristigliu s. m. ~ piccola quantità di un qualcosa di indefinito (per lo più al pl.: es. «ce ne vonnu de sti cristigli»).

cruccante s. m. ~ dolce ottenuto da un impasto di zucchero fuso e nocciole. cruoccu s. m. ~ uncino usato per agganciare il maiale da macellare. cucciara s. f. ~ cazzuola del muratore. cucciardu (o cucciarda) s. m. ~ allodola. cucciulone s. m. ~ 1. grossa testa, magari rasata. 2. agg. caparbio, testa dura. cuchemella s. f. ~ conca, stoviglia di piccole dimensioni. cucuzzata s. f. ~ colpo dato per errore con la testa contro qualcosa. cuffià v. ~ fare il verso a qualcuno, imitarlo con smorfie. culata s. f. ~ bucato fatto con la liscivia (vedi luscìa) bollente versata nel tinacciu dove sono i panni da lavare. cullà v. ~ inghiottire, deglutire. culunnetta s. f. ~ comodino che affianca il letto. cuncanicciu s. m. ~ cattivo odore di stoviglie sporche. cunnulià v. ~ 1. dondolare il neonato nello culla. 2. accarezzare un progetto. cuntrufu s. m. ~ 1. vaso grezzo di scarso valore 2. agg. persona sformata dal grasso. cunzuprinu agg. ~ cugino di secondo grado. cuocciu s. m. ~ 1. estremità tondeggiante di grosso salume, come la mortadella. 2. pesce spinoso indispensabile per una buona zuppa. cuofinu s. m. ~ grosso contenitore in vimini per biancheria e altro. cuonzulu s. m. ~ rifocillare i familiari del morto con lauti pranzi, portati a domicilio da altri parenti o amici, si tratta di un’usanza quasi completamente scomparsa. cuoppulu s. m. ~ 1. berretto, cappello 2. cono di carta per mettervi cibi generalmente secchi. cùpeta s. f. ~ dolce natalizio, spesso consistente in un pezzo di torrone comprato sfuso dal turrunaru ambulante. cupiegliu s. m. ~ tegola dalla forma arcuata, estremamente semplice. cupierciu s. m. ~ coperchio. cuppinu s. m. ~ mestolo. cupu s. m. ~ il favo delle api contenente miele. curcà v. ~ mettere a letto, distendere. currea s. f. ~ cinghia, generalmente di cuoio. curtiegliu s. m. ~ coltello di qualsiasi uso. curtigliu s. m. ~ cortile, spazio interno a una abitazione. cusì v. ~ cucire, a mano a o macchina. cuta s. m. ~ cinghia di cuoio usata dai barbieri per affilare i rasoi. cutrazzu s. m. ~ coperta pesante con imbottitura.

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cutturu s. m. ~ recipiente per conservare alimenti, specialmente la salsiccia coperta di sugna.

cutulurciu s. m. ~ la metà più bassa della schiena.

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de prep. ~ di.

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èreva s. f. ~ erba in generale, senza distinzione di specie.

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facchittò s. m. ~ factotum, servitore. famma s. f. ~ appetito, fame. fasore (pl. fasuri) s. m. ~ fagiolo, molto usato nella cucina locale: es. fasuriegli gentili: varietà di piccoli fagioli, di vari colori, quasi introvabili ai nostri giorni. fauci s. f. ~ falce maggiore dalla ampia lama. fauzu agg. ~ 1. contraffatto, adulterato 2. infido e traditore. felinia s. f. ~ fuliggine che si deposita per la combustione. fella s. f. ~ striscia, fetta di cosa da mangiare: es. fella de pane. fernì v. ~ concludere, terminare. fetienti s. m. ~ erbaccia (non meglio identificata) dall’odore nauseabondo. fetula s. f. ~ peto, emissione più o meno rumorosa di gas intestinali. fetulara s. f. ~ cimice verde che emana un umore maleodorante. ffiuccagliu s. m. ~ orecchino, un tempo solo da donna. ficaruolu s. m. ~ beccafico. ficoccia s. f. ~ bolla tumescente dell’epidermide provocata da eccessivo sfregamento. ficurìnia s. f. ~ pianta e frutto spinoso del fico d’india. filosciu s. m. ~ frittatina leggera, molto simile all’omelette. fore avv. ~ fuori. frabbòlle v. ~ ribollire del mosto nel tino. fracchittò s. m. ~ elegantone, con un ché di eccessivo. fraccomodo agg. ~ definisce un tipo indolente, amante della bella vita. fracitone agg. ~ di salute cagionevole, è sempre pieno di acciacchi. fraffariegliu s. m. ~ 1. di piccola statura, esile 2. est. ragazzo agile e magro. fraffu s. m. ~ muco nasale, la cui quantità aumenta con il raffreddore. fragnone s. m. ~ frosone, piccolo uccello passeraceo della famiglia fringillidi (Coccothraustes coccothraustes). frate s. m. ~ fratello, persona molto amica. fraula s. f. ~ 1. fragola 2. uva nera aromatica e dolce 3. agg. cosa minuta ma squisita. fravaglia s. f. ~ pesciolini di piccola taglia, da cucinare fritti. fraveca s. f. ~ complesso delle attività che si riferiscono alla costruzione di case d’ogni genere.

fravecà v. ~ costruire, edificare. fravecatore s. m. ~ muratore, lavoratore nell’edilizia. frècceca s. f. ~ vivacità tipica di certi bambini, irrefrenabile voglia di muoversi. frecone s. m. ~ lunga asta di legno, usata per rimuovere le braci nel forno. friariegliu s. m. ~ broccolo di rapa, spesso fritto insieme alla sauciccia. frìculi s. m. ~ pezzetti di carne di maiale, mangiati in padella o usati per confezionare salumi. frìe v. ~ friggere, cuocere nella sartania. friffulià v. ~ prendere furtivamente, rubacchiare. frillincò s. m. ~ addobbo, oggettino carino ma inutile. fruccata s. f. ~ forcone usato per raccogliere fieno e altro. frùffula s. f. ~ particella minuta di qualche cosa, briciola. frummella s. f. ~ bottone per vesti femminili e biancheria. frùscula s. f. ~ persona di condotta poco affidabile. frusculella s. f. ~ bestiola graziosa di piccola taglia. fucaracciu s. m. ~ falò rituale acceso nelle piazze nella notte di Natale. fuìnula s. f. ~ 1. faina 2. (fig.) persona agile e sfuggente fummechià v. ~ cacciare fuori fumo per evaporazione di umido oppure per ira accumulata. fungigliu s. m. ~ fringuello, piccolo uccello passeraceo della famiglia fringillidi (Fringilla coelebs). funnu s. m. ~ parte inferiore (di botte o di bicchiere) 2. agg. profondo. furbicià v. ~ spettegolare. sparlare. furcina s. f. ~ pertica adoperata per sostenere rami troppo carichi di frutti. furnacella s. f. ~ contenitore metallico ripieno di brace per la cottura dei cibi. furnigliu s. m. ~ ampio contenitore di vimini intrecciati. fusciegliu s. m. ~ paniere rustico, di vinci intrecciati. futtisteriu s. m. ~ orgia, ammucchiata sessuale.

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gazzirru s. m. ~ ramo di acacia spinosa. giarra s. f. ~ contenitore da tavolo in vetro o in terracotta per acqua o vino. giarramuca s. f. ~ lumaca, chiocciola. gliaglina s. f. ~ gallina, nel passato si lessava per rifocillare le partorienti. glianna s. f. ~ ghianda, usata per sfamare i maiali.

gliupu s. m. ~ 1. lupo 2. est. uomo di appetito esagerato. gnarauottu (o gnarattuolu) s. m. ~ 1. rospo (o piccolo rospo) 2. scherz. epiteto indirizzato a persona di aspetto tutt’altro che piacevole. gnuru agg. ~ nudo, completamente svestito.

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i’ v. ~ andare, partire. iastemà v. ~ bestemmiare, maledire, augurare del male. ianara s. f. ~ strega che, nella superstizione popolare, era – e, in misura minore, ancora è - una donna del posto dedita a fare del male al prossimo. ieffula s. f. ~ colpo pesante ricevuto, danno. iencu s. m. ~ giovenco, vitello di una certa possanza. ieneru s. m. ~ genero, marito di una propria figlia.

iettà v. ~ buttare, scagliare via, gettare. iettatu agg. ~ fannullone senza decoro, uomo di poco conto. ilena agg. ~ una tipica varietà di ciliegia del carinolese. iocula s. f. ~ il segno che rimaneva sulla spalla dove veniva praticata la vaccinazione. ionta s. m. ~ aggiunta, specialmente di stoffa. issu pron. ~ egli, lui. iulu s. m. ~ giogo per i buoi adibiti all’aratura. iuppica s. f. ~ 1. upupa 2. scherz. ragazza spigliata ma di modi bruschi.

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lampià v. ~ 1. mandare lampi, lampeggiare 2. aprire e chiudere velocemente gli occhi. làpeta s. f. ~ chicco di grandine di dimensione rilevante. lardià v. ~ insaporire l’arrosto con sgocciolio di lardo fuso. lassà v. ~ lasciare in generale, abbandonare una persona. lattariegliu s. m. ~ ghiandola buona da mangiare, specialmente quella degli agnelli. lauru s. m. ~ rigogolo, uccello passeriforme della famiglia oriolidi (Oriolus oriolus). lazzerià v. ~ ferire estesamente con graffi e contusioni. leccaressa s. f. ~ 1. gola del maiale. leccarissu agg. (f. leccaressa) ~ ghiottone smodato, buongustaio leccressia s. f. ~ tutto ciò che è buono da mangiare, leccornia. lenguata s. f. ~ piccola striscia di terreno, spazio angusto.

letranga s. f. ~ striscia di qualche cosa, specialmente di carne, brandello di qualità scadente. leviezzu s. m. ~ pettirosso. liazza s. f. ~ strisciolina di stoffa. liscebbussu s. m. ~ 1. espressione del tressette 2. fig. sonora paliata llochi avv. ~ là, in quel preciso posto. loccu agg. ~ persona che si lascia facilmente abbindolare. luocu s. m. ~ luogo, zona. logna s. f. ~ filetto magro del maiale, consumato come salume. lu art. m. ~ il (vedi ru). luccica luccica s. f. ~ lucciola, insetto che un tempo ingentiliva le sere estive. lummarda s. f. ~ varietà di cavolo usata quasi esclusivamente per l’alimentazione animale. lurdica s. f. ~ la comune ortica. luscìa s. f. ~ liscivia: si ricavava dalla cenere.

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maccarone s. m. ~ oltre al normale e scontato, significato di formato di pasta, indica una persona sciocca, stupida. maccaturu s. m. ~ fazzoletto da tasca. macenariegliu s. m. ~ 1. utensile per macinare l’orzo per il caffè 2. scherz. stomaco capace di digerire ogni cosa. magliuolu s. m. ~ giovane barbatella da trapiantare. malevizzella s. f. ~ varietà tipica di oliva della zona, indicata per i pasti. malevizzu s. m. ~ tordo bottaccio, passeriforme della famiglia dei turdidi (Turdus philomelus). malucciaru agg. ~ menagramo, iettatore. mamella s. f. ~ mamma, anche di elezione. mammana s. f. ~ ostetrica, levatrice. mandrinu (o mandrile) s. m. ~ porcile, recinto per animali. manella s. f. ~ pezzetto di pane pasquale, a forma di mano con un uovo sopra, preparato per i bambini di casa. manna’ v. ~ inviare, persone o cose, fornire. mantesinu s. m. ~ 1. grembiule da cucina 2. camice per scolaretti di una volta. marianatu s. m. ~ albero e frutto del melograno. marunnaru s. m. ~ colui il quale è sempre presente in qualsiasi occasione religiosa, spesso in buona fede, ma comunque induce a pensare all’ostentazione e a un malcelato desiderio di mettersi in mostra. marruca s. f. ~ piccola lumaca. mascatura s. f. ~ toppa, parte della serratura. mascella s. f. ~ tavoletta di legno usata dai muratori come spessore. mastamucciu s. m. ~ uomo vestito in modo ridicolo; epiteto spesso rivolto scherzosamente ai bambini. mast’a ssuocciu s. m. ~ uomo deciso, capace di risolvere controversie facendosi valere, anche con metodi non del tutto ortodossi. masusciu s. m. ~ forse il frutto, di origine cambogiana, detto durian. matrella s. f. ~ cassa rettangolare di legno adoperata per impastare il pane. matrone s. m. ~ madia per conservare pane e altre cibarie. Ora è praticamente scomparso dalle nostre cucine. matuntu agg. ~ malaticcio, pieno di perenni acciacchi. maurzu agg. ~ tipo senza grazia, né fisica e neppure di comportamento. mazzacane s. m. ~ pietra, calcinaccio per riempire interstizi in muratura.

mazz’e pieuzu s. m. ~ gioco consistente nel battere con un bastone un piccolo pezzo di legno appuntito alle due estremità per colpirlo di nuovo, una volta in aria, e farlo arrivare il più lontano e precisamente possibile. mazzamauriegliu s. m. ~ 1. fantasma, si cita ai bambini per intimorirli. 2. agg. epiteto rivolto a persone dall’aspetto strano mazzimammera s. f. ~ interiora, il complesso delle budella. mazzu s. m. ~ sedere: es. «te nu mazzu!» è fortunatissimo. mazzuoccu (o mazzuccu) s. m. ~ grosso martello, spesso di legno. mazzuocculu s. m. ~ infiorescenza che dà luogo al broccolo. ‘mbarazzu s. m. ~ affaticamento dello stomaco per indigestione. ‘mbattarella s. f. ~ gioco fanciullesco dei tempi andati. ‘mbimbalò s. m. ~ 1. qualsiasi oggetto che dondola 2. fig. tipo che si lascia comandare. ‘mbruglià v. ~ agire in modo truffaldino, specialmente nel gioco delle carte. 'mbruscinà v. ~ imbrattare, lordare. ‘mburazio avv. ~ per esempio, ma oggi è del tutto in disuso. ‘mbuttinà v. ~ 1. farcire un arrosto con uova e altro. 2. istigare, mettere zizzania, instillare dubbi. meccia s. f. ~ punta per il trapano. mecce s. m. volg. ~ definisce l’organo genitale maschile. mena esort. ~ invito a lasciar perdere, a non interessarsi di qualcosa. menà v. ~ lanciare qualcosa a qualcuno, o buttarla via. ménarese v. rifl. ~ gettarsi spontaneamente. menì v. ~ venire, arrivare in un dato luogo. mentone s. m. ~ grosso mucchio di cose, catasta. mesale s. m. ~ tovaglia che si dispone a tavola per il pranzo. metale s. m. ~ cumulo, mucchio di paglia dal quale attingere per pavimentare le stalle. mète v. ~ mietere. meuza s. f. ~ milza. miatantu agg. ~ rafforzativo di tanto. mierulu s. m. ~ uccello dal piumaggio scuro, comune in Italia, della famiglia Turdidae (Turdus merula). migliacciu s. m. ~ pizza rustica a base di farina di mais. milu s. m. ~ albero e frutto del melo.

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miùlu s. m. ~ 1. cuneo di legno. 2. agg. testa dura. mmazzicuottu agg. ~ cotto male, in particolare del pane poco lievitato. mmenula s. f. ~ frutto e albero del mandorlo. mmenuzzaglia s. f. ~ 1. insieme di pasta di vari tipi 2. accozzaglia di cose varie di piccolo formato. mommocciu s. m. ~ 1. fantasma 2. est. figura evocata nei racconti per i bambini. mosca de ciucciu s. f. ~ tafano che con le sue punture causa piaghe agli animali. ‘mpalummitu agg. ~ giunto a una maturazione ancora incompleta. ‘mpanecata s. f. ~ minestra povera composta di fagioli, verdura e tozzetti di pane riscaldati insieme. ‘mpannì v. ~ formare un velo (pannu) su una superficie con il calore del respiro. ‘mpènne v. ~ 1. impiccare. 2. lasciare a bocca asciutta un giocatore di patrone e sotta evitando di dargli da bere. ‘mpepatiegliu s. m. ~ dolce natalizio, più morbido del susamiegliu. ‘mpercucata s. f. ~ leccornia simile alla sangrìa composta di pezzi di pesche immersi nel vino rosso. ‘mpiccicone s. m. ~ imbroglione, giocatore che cerca di raggirare la vittima. ‘mpicciu s. m. ~ ostacolo, impedimento, grana. ‘mpicciusu agg. ~ 1. brontolone 2. pignolo, meticoloso. ‘mpigna s. f. ~ faccia tosta, cipiglio. ‘mpisu agg. ~ escluso dalle bevute durante giochi di carte all’osteria. ‘mpiu ‘mpiu s. m. ~ sul punto di morire, o in una situazione di estremo pericolo. ‘mpreculitu avv. ~ grigiore del cielo al tramonto in cui la luce del giorno diminuisce.

‘mprenà v. ~ ingravidare una donna, spesso senza reale volontà che ciò avvenga. ‘mpuostu s. m. ~ appostamento, del cacciatore o di chi spera di vedere qualcuno. ‘mpupazzà v. ~ ornare qualcosa, magari per venderla al disopra del reale valore. ‘mpuragnì v. ~ l’infettarsi di una ferita ove si genera del pus: es. ru panaricciu.. ‘mpusematu s. m. ~ chi essendo elegante assume un atteggiamento anche altero. mucechià v. ~ spiluccare, mangiare a bocconcini, un po’ per volta. muntanu s. m. ~ frantoio per olive o grani. murinu s. m. ~ mulino. murrecena s. f. ~ mucchio di pietre formatosi in seguito al dissodamento del terreno. murtale s. m. ~ recipiente di metallo, pietra dura, marmo, legno, vetro, porcellana, usato in cucina, in farmacia, nel quale si tritano, mediante un pestello, ingredienti o sostanze che si vogliono ridurre in polvere o in poltiglia. murtaruolu s. m. ~ varietà non troppo pregiata di insalata. murzigliu (o muzzicu) s. m. ~ boccone di alimento, specialmente di pane. muscarella agg. ~ una varietà di uva. muscariegliu agg. ~ una varietà di ciliegio dai frutti dolci. muscellone s. m. ~ mosca di grossa taglia, molto fastidiosa. mussu s. m. ~ muso, specialmente bovino o di maiale, venduto lesso durante fiere e feste. mustaccera s. f. ~ mostacciolo, tipico dolce natalizio. mutu s. m. ~ imbuto, di varie dimensioni. muzzecà v. ~ mordere, infiggere i denti, tipico del cane e di un qualsiasi altro animale. muzzicu s. m. ~ il morso di un animale o la puntura di un insetto.

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‘na art. f. ~ una. ‘ncacaglià v. ~ farfugliare a causa di balbuzie. ‘ncannà v. ~ disporre supporti di canne o altri arbusti vicino agli steli, specialmente dei fagioli, perché ne ricavino un supporto stabile che li aiuti nella crescita. ‘ncannaccà v. ~ adornare, in modo abbastanza eccessivo, di ninnoli. ‘ncasà v. ~ introdurre in un recipiente pigiando ben bene. 'ncarnevalito agg. ~ imbrattato, sudicio, specialmente in volto. ‘nceragnatu agg. ~ dal colorito corporeo di un pallore malaticcio. 'nceratina s. f. ~ incerata, talora usata come tovaglia per la tavola. ‘ncignà v. ~ usare per la prima volta un oggetto nuovo. ‘ncimaturu s. m. ~ aggiunta posticcia di rami sulle cime degli alberi più alti preparata dai cacciatori per la migrazione stagionale dei tordi a mo’ di richiamo naturale. ‘nciuccà v. ~ 1. mettere in testa qualche idea, fissarsi. ‘nciummà v. ~ ubriacare sé o altri in modo piuttosto pesante. ‘nciuvà v. ~ inchiodare, battere col martello. ‘ncolla s. f. ~ dolce di farina e pezzi di frutta cotto nell’olio bollente. ‘ncollapella agg. ~ epiteto scherzoso rivolto dai casalesi ai carinolesi. ‘ncoppa avv. ~ su, sopra. ‘ncoppa a ru cerasiegliu fras. ~ in una condizione di imminente pericolo, in punto di morte. ‘ncufenaturu s. m. scherz. ~ sedere grosso e vistoso. ‘nculla’ v. ~ unire due parti con del mastice. ‘ncuntentì v. ~ rendere allegri, divertire gratificando. 'ncunucciu s. m. ~ mazza di tamburo, fungo della famiglia agaricaceae (Macrolepiota procera) ‘ncurdà v. ~ riempire di botte, picchiare. ‘ncurniciatu agg. ~ posto in cornice ma, soprattutto, reso cornuto. ‘ndrànghete vc. onomat. ~ imitazione del rumore di una caduta. ‘ndreccuossu agg. ~ chi è sempre in mezzo recando disturbo. ‘ndrengulià v. ~ scuotere, far traballare. ‘ndunderi s. m. (usato al plurale) ~ brontolii, mugugni. neglia s. f. ~ nebbia, caligine. nenna s. f. ~ bambina, ragazza molto giovane.

‘nfònne v. ~ bagnare, immergere in acqua. ‘nfucà v. ~ arroventare, rendere più vivo il fuoco nel camino. ‘nfummechi’ v. ~ affumicare, in particolare alcuni salumi per conservarli. ‘nfunfunià v. ~ borbottare magari insinuando dei sospetti su terze persone. ‘nfusu agg. ~ bagnato, per la pioggia o altro. ‘nganna avv. ~ nella gola. ‘ngarrà v. ~ fare una cosa in modo giusto, senza errori. ‘ngella s. f. ~ recipiente ansato per raccogliere acqua alla fonte. ‘ngiafrechià v. ~ causare grinze a una stoffa stropicciandola. ‘ngiarmà v. ~ 1. aggiustare alla meno peggio. 2. curare un male con un sortilegio benigno. 'ngiavecatu agg. ~ sporco in tutta la persona, infangato. 'ngifratu (o ‘ngrifatu) agg. ~ arrabbiato, immusonito. ‘ngrognà v. ~ incarognirsi. ‘ngrugnà v. ~ scuotere i fagioli nel pignatu perché cuociano uniformemente. ‘nguaccià v. ~ imbrattare, lordare, anche scarabocchiare. ‘nguillo s. m. ~ escrescenza delle patate e anche pollone di qualsiasi vegetale. niccia s. f. ~ nicchia, generalmente riservato a santi. ninnu s. m. ~ ragazzo all’inizio dell’adolescenza. niru s. m. e agg. ~ 1. nido. 2. nero, scuro. nìzzula s. f. ~ specie di ghiro. ’nnanzi avv. ~ davanti. nnocca s. f. ~ il fiocco di nastro, generalmente posto tra i capelli. nnoglia s. f. ~ salume ricavato da cotiche di maiale e carne di seconda scelta, cotechino. nonnoccia s. f. ~ pisolino, sonnellino (spec. nel rivolgersi a bambini). nore s. f. ~ nuora, moglie di un figlio. ‘nserrià v. ~ infuriarsi. imbufalirsi. ‘nta avv. ~ dentro. ‘ntaccatu agg. ~ balbuziente, che parla con difficoltà. 'ntalià v. ~ perder tempo, girare a vuoto. 'ntentitu agg. ~ sporco, specialmente riferito a una pentola o a recipienti in genere. ‘ntertienu s. m. ~ divertimento generico, basta che sia in grado di tener buoni i bambini. ‘ntorzapecora agg. ~ fastidiosamente presuntuoso, spocchioso. ‘ntesechitu agg. ~ irrigidito per il freddo, infreddolito.

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‘ntreglià v. ~ includere, mettere dentro in modo poco sorvegliato. ‘ntroitu s. f. ~ ingresso, atrio. ‘ntruglià v. ~ rendere torbido un liquido. ‘nturzatu agg. ~ riempito di qualche cosa, gonfio di cibo. ‘ntussecà v. ~ avvelenare con discorsi offensivi. ‘nu art. m. ~ uno. nulu agg. ~ nuvoloso, plumbeo, come il cielo che minaccia pioggia. ‘nzaccà v. ~ raccogliere. ‘nzallanitu agg. ~ rimbecillito, afflitto da demenza. Si usa in modo scherzoso. ‘nzeccà v. ~ accostare, mettere vicino. ‘nzellà v. ~ il non pagare i debiti: es. ru ‘nzellatu è colui che non riesce a riscuotere i crediti. 'nzengà v. ~ indicare con un cenno o con un dito qualcuno.

‘nzerrà v. ~ chiudere un uscio o una via. 'nzerta s. f. ~ serto, ghirlanda, corona: specialmente d’aglio, di cipolle, di pomodori. ‘nzertà v. ~ innestare una varietà di frutto su una piantina selvatica. ‘nziertu s. m. ~ gemma che si innesta su un ramo giovane. 'nzincu agg. ~ posto su un bordo, in bilico. ‘nzippà v. ~ introdurre in qualcosa quasi a forza. 'nzengà v. ~ indicare con un cenno. ‘nzerrià v. ~ rendere furiosi, mandare fuori dai gangheri. ‘nzinu avv. ~ fino a tale punto, fin là. ‘nzuccà v. ~ rendere appiccicoso bagnando con liquido zuccherino. ‘nzogna s. f. ~ sugna ricavata dal grasso del maiale. ‘nzurfaturu s. m. ~ soffietto, mantice per spargere zolfo contro i parassiti delle piante.

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ócca s. f. ~ chioccia, gallina nel periodo in cui cova le uova o quando ha i pulcini. òcca s. f. ~ bocca anatomica e anche apertura di qualcosa. occia s. f. ~ malessere improvviso, indisposizione non meglio definita. óce s. f. ~ voce: es. ra na oce cioè chiamare. ógna s. f. ~ unghia, umana o animale. ògne v. ~ picchiare, malmenare. oie s. m. ~ bue.

ólepa s. f. ~ volpe, temuta per le razzie nei pollai. ongula s. f. ~ baccello contenente semi, come fave, piselli, fagioli, ecc. ove s. f. ~ 1. gruppo di funghi del tipo ovolo (Amanita cesarea). 2. uova in genere. otta v. ~ ingurgitare, ingollare: es. se ru otta nganna. ozza s. f. ~ gozzo patologico delle persone; gozzo animale.

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pacca s. f. ~ l’esatta metà di un frutto e di varie altre cose. paccheru s. m. ~ schiaffo, colpo dato col palmo della mano. pagliaricciu s. m. ~ giaciglio estremamente misero, fatta di paglia. pagliettessa s. f. ~ donna che ama mettersi in mostra e impicciarsi degli affari altrui. palìata s. f. ~ scarica di botte, sculacciata violenta. palittò s. m. ~ paltò, cappotto. palomma s. f. ~ un modo in disuso di indicare la farfalla. pampanella s. f. ~ pesce piatto, simile alla sogliola ma di qualità inferiore. panaricciu s. m. ~ patereccio (pop. giradito). un’antica credenza popolare ne attribuiva le cause ad una prolungata quanto indebita osservazione di un arcobaleno, mentre invece solitamente è provocato dai comuni piogeni (stafilococchi e streptococchi). panaru s. m. ~ contenitore con manico per frutti (vedi cestriegliu e fusciegliu). pan’asciuttu s. m. ~ fetta di pane senza alcun tipo di companatico, cibo poverissimo. panniciegliu s. m. ~ lembo di grasso. pannu s. m. ~ velo, drappo. panzimbò agg. ~ bellimbusto che è più fumo che sostanza. papaccella s. f. ~ varietà di peperoni di piccola taglia vengono conservati sott’aceto. papagnulu s. m. ~ 1. papavero selvatico. 2. schiaffo, colpo violento. papaulu s. m. ~ peperoncino piccante usato per insaporire vivande. paposcia s. f. ~ ernia inquinale con fuoriuscita di parti anatomiche. pappacone s. f. ~ tipo di prugna oblunga, molto zuccherina. pàppiciu s. m. ~ tonchio, baco che si nutre di derrate alimentari, ad es. i fagioli. paracillicu s. m. ~ 1. discorso, sermone ecclesiastico 2. scherz. paternale. paratella s. f. ~ infiorescenza del sambuco. paravespula s. f. ~ pianta che offre dei frutti invernali che si conservano appesi, somiglia alla sorba. parià v. ~ distendersi, magari bighellonando, andando in giro. pariatura s. f. ~ l’insieme delle budelle animali utilizzate per qualche scopo. parrigliu s. m.. ~ 1. capinera (Sylvia atricapilla). 2. manovale giovanissimo, apprendista.

pate s. m. ~ il genitore, padre. patrone e sotta s. m. ~ gioco di carte dove sono in palio vino o birra. Il patrone offre da bere a qualche giocatore dopo aver ottenuto l’autorizzazione del sotto. Per i romani è la passatella. pascone s. m. ~ distesa di erba adatta alla pastorizia. patinu s. m. ~ padrino di battesimo o cresima. passeri agg. ~ epiteto scherzoso attribuito ai casalesi. pàstinu s. m. ~ pescheto, campo di un genere di frutta. pàtula s. f. ~ 1. foglia spinosa dei fichi d’india. 2. scapola. pazzià v. ~ giocare, scherzare. pazziariegliu s. m. ~ giocattolino divertente ma di poco valore. pelea s. f. ~ scusa, pretesto. pelemone s. m. ~ polmone. pella s. f. ~ sbornia piuttosto consistente, (vedi turdea). pellià v. ~ volg. avere un rapporto sessuale. pèmmece s. m. ~ brontolone, persona che monta facilmente su tutte le furie. pepetià v. ~ ripetere noiosamente un argomento. percoca s. f. ~ pesca: es. p. spaccarella varietà molto apprezzata. père s. m. ~ piede, soprattutto umano. perecinu s. m. ~ gambo di frutto, stelo. pereta s. f. ~ 1. flatulenza (vedi fetula) 2. scherz. epiteto affibbiato a una ragazza antipatica. perriotta s. f. ~ lotta scherzosa tra ragazzi. pertuagliu s. m. ~ albero e frutto dell’arancio. pertùsu s. m. ~ foro, buco, anche in senso anatomico. perucciu s. m. ~ pidocchio. petariegliu agg. ~ detto di chi è insistente nelle proprie richieste. pètena s. f. ~ 1. impermeabilizzazione di un vaso tramite apposita vernice. 2. colorito della pelle. pe tramente avv. ~ nel frattempo, intanto. pettenessa s. f. ~ 1. fermaglio per capelli femminili. 2. parte bassa del pube. pettùla s. f. ~ 1. pasta, spesso all’uovo, fatta in casa. 2. lembo di indumento fuori posto. pettuligliu agg. ~ tipo servile e invadente. pettulone s. m. ~ 1. veste ingombrante. 2. abito talare. pezzentella agg. ~ gustosa varietà di piccoli fichi.

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pezzuculu s. m. ~ attrezzo consistente in un bastone puntuto, per praticare fori in terra onde piantare piccole pianticelle. pezzutella agg. ~ varietà pregiata di nocciola, dalla forma allungata. picciu s. m. ~ capriccio a volte accompagnato da pianti e lamenti. picuozzu agg. ~ beghino, baciapile. piecuru 1. montone, maschio della pecora 2. agg. tipo scontroso, poco incline alla socialità. piernu s. m. ~ perno e, in senso figurato, scocciatore tenace e assillante: es. Piernu de carrozza. piezzu de pane s. m. ~ definisce un tipo buono, senza malignità. piglià v. ~ l’attecchire di rami trapiantati. piglianculu s. m. ~ tipo furbo capace di riuscire con l’astuzia a concretizzare le sue mire. pigna s. f. ~ pane pasquale arricchito da uova, si scambia con famiglie amiche. pignàtu s. m. ~ vaso in terracotta usato per cuocere alimenti vicino alla brace. pintu s. m. ~ tacchino domestico. pinulu s. m. ~ 1. pillola, pastiglia. 2. piolo della scala. pipizzella s. f. ~ contenitore per olio da tavola. pirettu s. m. ~ contenitore non grande per il vino, fiasco. piripissu s. m. ~ berretto tondo, di colore scuro, con un fiocchetto al centro. piritrunzulu s. m. ~ bambino piccolo ma vivace. pirocca s. f. ~ robusto bastone rudimentale munito di grossa testa pisaturu s. m. ~ pestello che si usava per polverizzare il sale grosso. pìsceru s. m. ~ getto di liquido. pisciaturu s. m. ~ il pitale che in tempi più o meno remoti era ospitato presso il letto, in mancanza di bagno. pìuzu agg. ~ orbo, con un occhio mancante o ferito. pizza onta s. f. ~ focaccia casereccia impastata con sugna e pezzetti di salsiccia. pizzìpaperu s. m. ~ brocca da tavola per il vino o l’acqua. pizzu s. m. ~ becco, rostro di pennuti. poce s. m. ~ pulce e individuo mi statura minuta.

ppoppete s. m. ~ lieve rialzo del terreno. prepitula s. f. ~ pipita, malattia degli uccelli (nota specialmente nei polli): consiste in una simil-membrana che compare soprattutto per effetto di disseccamento quando l’animale respira a becco aperto. presuttu s. m. ~ prosciutto, coscia di maiale. pressa s. f. ~ fretta, urgenza di agire. pretusinu s. m. ~ prezzemolo, ottima la varietà nana che si coltivava nel passato. preula s. f. ~ pergola, tettoia di viti appositamente orientate. priatoriu s. m. ~ purgatorio. priessulu s. m. ~ tronchetto di legno adibito a sedile prieulu s. m. ~ pulpito, altare. pruceri s. m. (usato al pl.) ~ atteggiamento, modo di fare, comportamento. puca (o puchella) s. f. ~ rametto con gemma che si innesta. pullastiegliu s. m. ~ pollo giovane. pullastu s. m. ~ pollo. pullecanu agg. ~ di taglia maggiore di altre della sua specie: es. fagiolo p., più grande degli altri. puncercariegliu s. m. ~ erba che si attacca con le sue infiorescenze a chi vi passa accanto. I giovani un tempo li gettavano addosso alle ragazze. puosto s. m. ~ 1. cespo di vigna. 2. agg. tramontato, scomparso temporaneamente alla vista. puparuolu s. m. ~ peperone da cucinare. pupata s. f. ~ bambolina che, nel passato veniva realizzata con stracci e altro. puppula s. f. ~ 1. upupa. 2. ciuffo sporgente di capelli, sulla fronte. purciacca s. f. ~ 1. erba grassa (Portulaca oleracea). 2. agg. rivolto come epiteto verso una donna grassa e bassa. pustecchieru agg. ~ menzognero, bugiardo. puteca s. m. ~ negozio per la vendita di merce, laboratorio artigianale. puzu s. m. ~ parte terminale inferiore del braccio, polso. puzzu cupu s. m. ~ tipo poco socievole, con un ché di sinistro.

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quartarone s. m. ~ recipiente per il liquido contenente la quarta parte di un barile, quindi circa 11 litri. quagliu s. m. ~ 1. callo causato da eccessiva fatica, nella prima fase si forma una bolla

contenente liquido. 2. caglio per la coagulazione del formaggio. quernà v. ~ dar da mangiare agli animali. quicchera s. f. ~ malumore che si genera in animi particolarmente suscettibili. Capriccio.

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ra art. f. ~ la. rà v. ~ dare. ramegna s. m. ~ gramigna, pianta infestante dannosa per le colture. ranale s. m. ~ granaio, soffitta, solaio. rancitu agg. ~ andato a male, nell’espressione ve’ de rancidu. rangecà (o rancicà) v. ~ graffiare, ferire leggermente. raniaturu s. m. ~ matterello usato spesso per allargare la pettula. rannu s. m. ~ danno, inconveniente. ranoncia s. f. ~ ranocchia, quasi scomparse –anche queste- nelle nostre zone. ranu s. m. ~ il grano, nel passato molto coltivato nelle campagne casalesi. ranula s. f. ~ tipo di chiusura di porte consistente in una barretta girevole di legno che volta di traverso rende praticamente inaccessibile l’uscio ai male intenzionati. ranulu s. m. ~ chicco di grandine. ranunciari agg. ~ epiteto scherzoso rivolto ai nocelletesi. rapesta s. f. ~ rapa selvatica. raputa s. f. ~ l’aprire, lo spalancare rariata s. f. ~ scalinata, gradinata. rarica s. f. ~ radice vegetale, ma anche di organi, per es. i denti raru (o rarigliu) s. m. ~ gradino. rasola s. f. ~ raschietto per pulire la madia dopo aver impastato il pane. rastiegliu s. m. ~ attrezzo agricolo per raccogliere fieno e simili. Rastrello. rasulu s. m. ~ rasoio da barba. ratiglia s. f. ~ graticola per arrosti, da non confondere con il barbecue. rattacasa s. f. ~ grattugia a mano per il formaggio. rattarella s. f. ~ un tipo di raschietto, simile alla rasola. rauriniu s. m. ~ granturco, molto usato per alimentare polli.

recupitu s. m. ~ persona non considerata finché non se ne ha bisogno, posta di riserva. regna s. f. ~ fascio di spighe di grano raccolto e da accatastare. rente s. m. (pl. rienti) ~ dente. rentu avv. ~ dentro, all’interno. renucciu s. m. ~ ginocchio. resca s. f. ~ lisca e figuratamene persona molto magra. riaulu s. m. ~ 1. diavolo, demone. 2. agg. persona di cui non ci si fida, anzi che si teme. riggiola s. f. ~ mattonella, piastrella. rigliu s. m. ~ grillo, anche bambino che si muove di continuo. rine s. f. ~ le reni delle persone. rinforzu s. m. ~ piatto di contorno o antipasto a base di peperoni sottaceto. riscignuolu s. m. ~ 1 . usignolo (scherz.) bambino poco piacente, rachitico. ritu, s. m. ~ dito di mano o piede, al plurale si usa il femminile rete. rittu, s. m. ~ detto, motto, modo di dire. riunu s. m. ~ 1. periodo di digiuno, anche per espiazione religiosa. 2. agg. digiuno, sia di cibo che altre cose. roce agg. ~ zuccherino, gradevole al palato. rociula s. f. ~ carrucola per pozzi e per issare merci fino ai solai. roppu avv. e prep. ~ dopo. róta s. f. ~ dote di sposa, il complesso dei suoi beni. ru art. m. ~ il (vedi lu). rugnulià v. ~ piagnucolare, lamentarsi sommessamente. ruglià v. ~ rotolare, girare su sé stessi. ruossu s. m. ~ la persona adulta 2. agg. grande. ruotu s. m. ~ ampia teglia per cuocere dolci e vivande, si inforna. rusecà v. ~ rosicchiare, rodere a poco a poco. rusiegliu s. m. ~ rosa canina, molto presenti nelle siepi.

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saccone s. m. ~ federa che conteneva le spreglie, materasso poverissimo. saglì v. ~ recarsi sopra, fare le scale. saglioccula s. f. ~ chicco di grandine di grosse dimensioni. salaturu s. m. ~ cassa di legno per salare la carne da conservare. salementa s. f. ~ residuo della potatura della vite, frasche minute. sammùciu s. m. ~ sambuco, alberello delle caprifoliacee (Sambucus nigra), con un caratteristico fiore bianco detto paratella. sangiuanni s. m. ~ modo familiare di definire il compare d’anello. sanguanatu s. m. ~ 1. sanguinaccio. 2. agg. persona ingenua. sanguetta s. f. ~ sanguisuga, un tempo adoperata per curare vari malanni, non sempre a proposito. Sant’Janni s. m. ~ la zona sud di Casale che, nel tempo. congiungendosi con la parte alta (Vignali) ha dato luogo al paese attuale (Casale di Carinola). santu Suleviestu s. m. ~ cantata popolare eseguita di casa in casa il 31 dicembre: all’allegro gruppo vengono offerti dolcetti e cibarie, non manca certo un buon bicchiere di vino. sanzanu s. m. ~ persona che esplica attività di mediazione nella stipulazione di un contratto, sia occasionalmente, sia con carattere di professione. saòne agg. ~ capace di mangiare di tutto, che non si riempie mai; deriva dal fiume Savone che nasce sui monti di Roccamonfina e un tempo aveva una portata assai superiore alla odierna. saraca (o saraga) s. f. ~ 1. aringa salata, cibo accessibile ai poveri del passato. 2. agg. persona eccessivamente magra. sarracone s. m. ~ l’intero fusto della pianta del sarmentosa lupino. sarrìcciu s. m. ~ falcetto per tagliare erba e spini. sartània s. f. ~ tegame per friggere. sartania’ v. ~ andare sempre in giro (vedi verlenghera). sassa s. f. ~ raccoglitore in metallo per granaglie, ulive, ecc. sauciccia s. f. ~ salsiccia, salume molto popolare nel territorio. sàuta s. f. ~ salita, strada erta. sauciccione agg. ~ tipo grande e grosso ma non molto furbo, sbacà (o sbacantà) v. ~ svuotare.

sbendato agg. ~ avventato, reso imprudente dalla fretta. sbizziecu agg. ~ che mangia poco o di gusti difficili. sbudarese v. rifl. ~ slogarsi, magari per un movimento brusco. sbudatura s. f. ~ slogatura. scaccialepre s. m. ~ verdura selvatica per gustose insalate contadine. scafarella s. f. ~ una specie di scodella. scagnà v. ~ 1. scambiare , barattare. 2. sbiadire, perdere il colore. scalardu s. m. ~ scala, un tempo solo di legno, per raccogliere frutta. scalefaliettu s. m. ~ scaldino da letto, riempito di brace ardente. scannatora s. f. ~ la parte della gola del maiale (leccaressa) dove viene colpito dal coltello detto scannaturu, si cucina immediatamente per la colazione dei macellai. scannaturu s. m. ~ coltello del macellaio. scapece s. f. ~ ricetta per cucinare la zucca in umido, si aggiunge aceto, menta, papaulu, ecc. . scapizzu s. m. ~ breve sonnellino. scarda s. f. ~ 1. scheggia di legno. 2. agg. uomo furbo e malfidato. scarfinu s. m. ~ calzatura aperta (vedi ciociu). scarrupa’ v. ~ demolire un fabbricato. scarrupu s. m. ~ luogo assai fatiscente, rudere. scartellatu agg. ~ gobbo. scassambrellu agg. ~ seccatore, impiastro. scaurà v. ~ cuocere in acqua bollente. scazzuoppulu s. m. ~ ragazzino, fanciullo non ancora maturo. scella s. f. ~ 1. ala di pennuto. 2. una metà di baccalà essiccato. scetà v. ~ svegliare, destare. scetavaiasse s. f. ~ strumento usato in special modo per cantare “Santu Suleviestu”. schierone (o scherone, o sghirone) s. m. ~ tordo sassello, passeriforme simile al tordo bottaccio (Turdus iliacus). schifissu agg. ~ schifiltoso, schizzinoso. sciàcquitu agg. ~ guasto, andato a male come un uovo troppo vecchio. sciammereca s. f. ~ 1. vestimento abbondante e cadente 2. volg. amplesso, rapporto sessuale. sciampecà v. ~ perdere l’equilibri, scivolare. sciaraballu s. m. ~ carretto tirato per lo più da un asino. sciarrapà v. ~ sfrondare una siepe, eliminare la vegetazione superflua. sciccà v. ~ togliere estraendo; levare qualcosa ad altri con una mossa repentina.

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sciccacentrella s. f. ~ rafforzativo di sbornia, poderosa ubriacatura. 2. scherz. esperienza paurosa scampata a fatica. scimmiraglia s. f. ~ monile di nessun valore, medaglia. scintu agg. ~ disceso, andato di sotto. sciocca s. f. ~ vestimento largo in modo spropositato. scioccamosca s. m. ~ esile asta con un nappo di striscioline di stoffa sulla punta che, ondeggiando, scacciano le mosche. sciore s. m. ~ 1 fiore. 2. complimento rivolto a ragazza veramente bella e giovane. sciuccà v. ~ allontanare animali con gesti o grida animali molesti. sciuccagliu s. m. ~ orecchino. sciulià v. ~ scivolare su qualcosa di sdrucciolevole. sciuliu s. m. ~ località ipotetica, come nell’espressione «a ru ponte de ru sciuliu» per indicare un posto introvabile. sciumientu s. m. ~ suffumigio per curare raffreddori e problemi respiratori. sciunnu s. m. ~ appetito insaziabile, voracità. scolla s. f. ~ benda per impacchi medicamentosi. scoppula s. f. ~ un brutto colpo che danneggia, perdita dalla quale non è facile riaversi. screffiglione s. m. ~ pipistrello, un tempo frequente nelle serate estive. scuccià v. ~ annoiare, dare seccature. scucculià v. ~ liberare da una scorza dura i semi che essa contiene. scugnà v. ~ battere i cereali secchi in modo da liberare i semi dai baccelli. scuncecà v. ~ disturbare, dare fastidio. scunnuttatu agg. ~ privo di educazione, volgare. scunuccià v. ~ cadere per il venir meno delle ginocchia. scuornu s. m. ~ vergogna, disdoro. scupparella s. f. ~ piccolissima porzione di polvere pirica che produce un minimo botto divertendo i bambini. scuppetta s. f. ~ fucile di piccolo calibro, usato per cacciare uccellini (spesso di frodo). scuppulià v. ~ punire a suon di schiaffi leggeri. scurtiegliu s. m. ~ strato di grasso che circoda la bistecca. scurzinu s. m. ~ schiaffo improvviso e violento. scutulià v. ~ scrollarsi qualcosa di dosso. sdreuzu agg. ~ strambo, bizzarro nei comportamenti. seccia s. f. ~ 1. seppia. 2. agg. un tipo lugubre, noioso, e anche menagramo.

seggia s. f. ~ sedia. séleva s. f. ~ selva, boschetto, specialmente di giovani castagni. semenzella s. f. ~ chiodo piccolissimo. sènula s. f. ~ semola per alimenti. seppappiciu s. m. ~ caduta ridicola, senza grosse conseguenze. seppegna (o seppegnata) s. f. ~ riparo esterno alla casa, tettoia. seppuorticu s. m. ~ porticato rustico e in cattive condizioni. serena s. f. ~ umidità notturna, brina sottile, meno intensa dell’acquaru seroccia s. f. ~ cinghia, correggia di cuoio. serògne v. ~ aggiungere del liquido, specialmente vino, a un recipiente per compensarne la naturale evaporazione. setiglia s. f. ~ spiffero, soffio di vento, corrente d’aria che penetra da un’apertura stretta: es. trase na setiglia arriva uno spiffero. sfrattataula s. m. ~ vassoio ripieno di cose, di cibarie per esempio. sfessatu agg. ~ non molto fortunato, ma spesso per sua incapacità. sfresà v. ~ ledere con un taglio, slabbrare. sfristula s. f. ~ colpo che lascia il segno, anche in modo solo morale. sguarratu agg. ~ allargato, aperto del tutto. sgubbittu agg. ~ gobbo, detto in senso quasi tenero. sgubellatu agg. ~ ingobbito. sguillu s. m. ~ ramo nuovo e rigoglioso, pollone. sguizzù avv. ~ di sbieco. sgummà v. ~ ferire con conseguenza di sanguinamento. siestu s. m. ~ erba infestante, simile alla gramigna. sigliu s. m. ~ porcino, fungo della famiglia poliporacee (Boletus edulis). sinale s. m. ~ grembiule da donna. singu s. m. ~ segno, linea; ru singu: gioco consistente nel lanciare il più vicino possibile a una linea tracciata sul terreno l’oggetto in palio, come una biglia o una moneta. sinicola s. f. ~ basilico, si usa anche per aromatizzare la conserva di pomodoro fatta in casa. smiccià v. ~ scorgere, vedere in una massa confusa. soccia s. f. ~ lingua di terreno ricavata con terrazzamento. soliciu s. m. ~ albero e frutto del corbezzolo. sore s. f. ~ sorella in senso parentale. sore sore sòreva s. f. ~ frutto del sorbo. sòsse v. ~ aiutare ad alzare, sollevare una persona dal letto.

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sott’a mussu fras. ~ detto bisbigliando, quasi furtivamente. spaccacascette agg. ~ epiteto scherzoso rivolto ai casanovesi. spaccapiattu s. m. ~ ciclamino selvatico. spaccatone s. m. ~ blocco di tufo quadrato adatto a costruire muri. spagnagnuru agg. ~ nudo, privo del tutto o parzialmente di abiti. spanzanarese v. rifl. ~ giacere a pancia in su, mettersi estremamente comodi. sparagnu s. m. ~ risparmio, economia. sparicera s. f. ~ pianta i cui germogli danno gli asparagi selvatici. spàriciu s. m. ~ asparago spasa s. f. ~ presentazione di cibi e varie su un vassoio o altro. spassà v. ~ divertire, dare spasso. spassatu agg. ~ andato oltre la giusta maturazione, anche invecchiato. spasu agg. ~ disteso in modo che sia ben visibile. specciu s. m. ~ specchio. spentone agg. ~ fannullone, bighellone. sperlunca s. f. ~ vassoio di forma oblunga per cibi (pesce, antipasti, ecc.). spicà v. ~ germogliare, maturare il frutto della spiga. spiccià v. ~ 1. sbrogliare un intrigo 2. servire la clientela. spicciu agg. ~ libero, senza impegni, disponibile. spieziu s. m. ~ pepe usato su alcune pietanze. spignà v. ~ togliere oggetti dal monte dei pegni, riscattare. spilacitu agg. ~ tipo allampanato e magro. spingulià v. ~ aprire baccelli per prelevarne i semi. spinguliariegli s. m. ~ fagioli freschi, venduti ancora nella ongula da cucinare subito. spippià v. ~ fumare continuamente, pipa o sigarette. spizzulià v. ~ mangiare assaggiando varie cose ma senza ingozzarsi. spogna s. f. ~ pannocchia di granturco. sporta s. f. ~ stuoia di strama posta sulla groppa dell’asino. spreglia s. f. ~ 1. (al pl.) foglie della pannocchia del granturco una volta usate come imbottitura di materassi. 2. pelle del serpente. 3. fig. modo d’essere. atteggiamento: es. «ha cagnato spreglia». spruòcculu s. m. ~ stecco, rametto con foglie. spugnà v. ~ bagnare abbondantemente qualcosa, a volte per ammorbidire. spullecà v. ~ mangiare senza lasciare residui, in particolare la carne con l’osso.

spullecariegli s. m. ~ fagioli freschi venduti ancora nel baccello, di pronto utilizzo. spusella s. f. ~ granturco bianco, abbrustolito per fare il pop-corn. Il nome deriva dalla sua bianchezza che richiama l’abito della sposa. squizzià v. ~ piovigginare. stanteru s. m. ~ stipite. staru s. f. ~ staio. contenitore per liquidi (olio, vino) e unità di misura di capacità. stiennipettula s. m. ~ altro nome del matterello, un tempo molto usato. stipà v. ~ conservare, mettere da parte. stozzeru s. m. ~ tutolo del granturco. stracquà v. ~ rendere o diventare stanchi, affaticare. strama s. f. ~ strato di paglia che si dispone sul pavimento di una stalla. stranghellatu agg. ~ dall’andatura faticosa per zoppìa o colpi ricevuti. strattu s. m. ~ conserva di pomodoro, fatta in casa, conservata in bottiglia. Spesso le famiglie ne preparano centinaia. strègne v. ~ stringere, serrare con vigore. strepete s. m. ~ palo, elemento centrale intono al quale si ammucchiano i covoni per formare il metale. streppicciu s. m. ~ peduncolo di frutto, raspo di uva: es. streppicciu de pummarola. streppone s. m. ~ fusto di piccole piante, può comprendere anche parte della radice. strippà v. ~ ferire con un colpo di arma da taglia. strizzicu s. f. ~ continuo sgocciolare: es. ru strizzicu fissu la goccia incessante. strubbarese v. rifl. ~ provare un senso di nausea per una certa cosa, dovuto a estrema sazietà. strugliu s. m. ~ infiorescenza (probabilmente della saggina) raccolta e usata dai ragazzi per farne torce con le quali accompagnavano la processione del Venerdì Santo. strummulu s. m. ~ minuscola trottola di legno che avvolta in uno spago e lanciata opportunamente è capace di girare a lungo. Dilettava i ragazzi di un tempo. struncatora s. f. ~ legna minuta, poco più che una frasca. struncone s. m. ~ attrezzo da taglio simile alla sega. struppà v. ~ svellere con una certa decisione qualcosa. stuà v. ~ asciugare con un panno. stuoccu s. m. ~ pezzo, molto apprezzato quello della nostra sauciccia. stuppacciu s. m. ~ tappo ottenuto appallottolando cose morbide, come la stoffa. stutà v. ~ spegnere cosa che arde.

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subbissà v. ~ sprofondare. Usato perlopiù come scherzosa maledizione. suggia s. f. ~ subbia, arnese del calzolaio per forare cuoio. sularu s. m. ~ distesa di qualcosa, per es. sularu de mele. sulletrone s. m. ~ caduta che desta ilarità, ruzzolone. suocciu agg. ~ grasso ma non molle. suorevu s. m. ~ albero del sorbo. surà v. ~ sudare.

stuppula agg. ~ detto di ragazza minuta e mingherlina che sa il fatto suo e si fa valere. surdellinu s. m. ~ schiaffetto, scappellotto. susamiegliu s. m. ~ dolce natalizio più duro dello ‘mpepatiegliu. suscià v. ~ soffiare per spegnere o raffreddare. susciegliu s. m. ~ zuppa di cipolle insaporite da alici. sussingordiu s. m. ~ sculacciata non lieve, sonora lezione.

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tabbacchera s. f. ~ 1. custodia per tabacco. 2. scherz. per definire l’organo genitale femminile. tacca e ciuovi fras. ~ ridurre qualcuno o qualcosa ai minimi termini, anche solo con illazioni. taccarella s. f. ~ tavoletta di legno 2. fig. (al pl.) cibo talmente duro da essere assimilato al legno. taccherià v. ~ ridurre a brandelli un grosso pezzo di carne. taccheriarese v. rifl. ~ litigare con qualcuno. tacchettu s. m. ~ tondino di cartone usato dai cacciatori per sigillare la cartuccia. tàcculi s. m. ~ gli zoccoli del porco, unica parte che non veniva utilizzata. tacculigliu s. m. ~ legno piatto, più o meno rettangolare, di piccole dimensioni. tafanariu s. m. ~ modo scherzoso per definire un sedere piuttosto abbondante. tannu s. m. ~ germoglio commestibile della zucca. tarantella s. f. ~ oltre al noto ballo si riferisce a un’argomentazione ricorrente e noiosa. tartanella s. f. ~ triglia di pochi giorni, ottima fritta. tasciutu s. m. ~ l’animale chiamato tasso, un tempo piuttosto frequente in zona. tatà (o tata) s. m. ~ appellativo rivolto al padre, genitore diretto. tatone s. m. ~ nonno. taula s. f. ~ asse e, soprattutto, tavola dove si desina, desco. tautu s. m. ~ bara, cassa da morto. tègne v. ~ tingere, specialmente di nero o di sporco telecarella s. f. ~ solletico. telechià (o tellechià) v. ~ battito anomalo del cuore: tachicardia o bradicardia. testa s. f. ~ vaso per fiori. tianu s. m. ~ recipiente più grande della pentola, di terracotta. tibbotte s. m. ~ fucile, arma da fuoco. tiestu s. m. ~ coperchio di terracotta, per pentola. tinacciu s. m. ~ grosso recipiente cilindrico usato per il bucato, ma anche nella vendemmia. tiniegliu s. m. ~ tinello. tiraturu s. m. ~ cassetto di un qualsiasi mobile. titigliu s. m. ~ giovane pollo, poco più grande del pulcino e, quindi, modo per chiamarlo. torta s. f. ~ intreccio di strama usato dai contadini per legare i tralci delle viti. Una varietà più consistente è il vinciu.

tòrtinu s. m. ~ il pane a forma di ciambella, in tempi recenti si usa al posto di cocheru. toteru s. m. ~ definisce l’organo genitale maschile. tracchiulella s. f. ~ costina, punta della costola; molto apprezzate quelle di maiale. trainu s. m. ~ sorta di carro agricolo per trasportare merce. trasì v. ~ entrare, passare all’interno. trau de sapone s. m. ~ albero della cuccagna, ormai raramente si allestisce durante le feste. trellenga s. f. ~ brandello lungo e sottile, vedi letranga. trèmente v. ~ guardare. treppete s. m. ~ treppiède. Serve a sospendere sul fuoco, a una certa distanza dalla brace, la pentola o il paiolo. tricà v. ~ tardare, andare a rilento. trincia s. f. ~ coltello da cucina. triobbulu s m. ~ veicolo ridicolo e malandato, catorcio. trippatuostu agg. ~ tipo piuttosto impettito che risulta ridicolo e antipatico. trònula s. f. ~ tuono. tròtula s. f. ~ muso lungo, malumore destato da qualcuno. trugliu agg. ~ 1. torbido per presenza di feccia o altri residui 2. riferito anche a chi ha ingurgitato tanto di quel vino da non riconoscerne più la qualità. truocciu s. m. ~ grosso rotolo di fieno. truttula s. f. ~ tortora, varietà di colomba (Streptopelia turtur). tufa s. f. ~ strumento che emette un suono forte, potente, simile al corno. tummulu s. m. ~ recipiente usato per pesare il grano: ne contiene 44 chili. tunninula s. f. ~ tellina, si consuma in zuppe e per sugo da accompagnare agli spaghetti. tuoccu s. m. ~ 1. tirare a sorte tramite una specie di morra. 2. porzione di tronco d’albero toccu s. m. ~ 1. accesso o colpo apoplettico da emorragia cerebrale: es. «nun more de tuoccu e more de tacca» evita un pericolo e incappa in un altro. tuppessa agg. ~ donna che ha modi indisponenti, buona solo a impicciarsi. tuppissu s. m. ~ acconciatura per capelli. tuppu s. m. ~ capelli raccolti in un crocchio sulla nuca, prima era frequentissimo vederne. turaglie s. f. ~ colline, tipiche quelle delle pendici dei monti Aurunci. turdea s. f. ~ 1. ubriacatura; stadio di una sbronza: gli altri sono pella e pell’a strascinu

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2. cesena, uccello della famiglia dei turdidi (Turdus pilaris) turrrunaru s. m. ~ 1. venditore ambulante di torrone. turzu s. m. ~ 1. gambo di ortaggio. 2. agg. babbione, sciocco tuteru s. m. ~ 1. getto di liquido. 2. collo di un recipiente, specialmente bottiglie. tutumagliu s. f. ~ 1. erba primaverile (non meglio identificata). 2. agg. tipo grosso e imbranato.

tuzzabancone s. m. ~ scherzo che si usava fare a bambini. Si dava loro qualche soldo invitandoli ad andare in un negozio a comprare un po’ di tuzzabancone; il negoziante istruito della cosa li picchiava leggermente con la testa sul banco di vendita. tuzzulià v. ~ bussare a un uscio. tuzzuliaturu s. m. ~ batacchio di un portone.

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uanti s. m. ~ dolci fritti, simili alle chiacchiere toscane. uaragnu s. m. ~ il guadagno, il ricavato da una vendita. ucchella s. f. ~ ulcerazione dovuta a infezione degli angoli della bocca. uccularu s. m. ~ parte della gola del maiale, salata e stagionata, guanciale. ucculella s. f. ~ asola di piccola dimensione. ulìu s. m. ~ voglia imperiosa, capriccio, smania. uliusu agg. ~ desideroso, bramoso. ullito agg. ~ bollito, cotto nell’acqua. unnella s. f. ~ gonna femminile. uocci s. m. ~ gli occhi. uogliu s. m. ~ olio, in tempi moderni più usato dello strutto, per condire.

uorgiu s. m. ~ orzo, veniva tostato per farne un surrogato del caffè uossu s. m. ~ osso e nocciolo. Si raccoglievano quelli di percoca spaccarella, pagando qualche soldino ai bambini, poi venivano impiegate nei vivai. uozzu s. m. ~ gozzo e anche sporgenza cutaneo più o meno soda. urzignu agg. ~ detto di persona dai modi bruschi. utà v. ~ 1. girare, magari il cibo in un tegame. 2. votare, recarsi alle urne. uttà v. ~ spingere per far cadere, ma anche per aiutare. utu s. m. ~ 1. il voto come atto del votare 2. giuramento, impegno solenne.

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vaccarella s. f. ~ razza comprata dal pescivendolo. vacile s. m. ~ bacile, si usava per lavarsi quando le case erano sprovviste di bagno. vagliola s. f. ~ ragazza giovane, appellativo rivolto a donna più giovane di chi la chiama. vaiassa s. f. ~ donna appariscente spesso di facili costumi, formosa, volgare. vàllera s. f. ~ nome volgare per ernia. Genericamente grosso fastidio. vallessa s. f. ~ castagna lessata senza la buccia esterna. vanariegliu s. m. ~ setaccio a maglie piuttosto strette. varda s. f. ~ stuoia con grosse tasche laterali, posta sul dorso degli asini, utilizzata per trasportare oggetti. vardà v. ~ vedere, osservare. vàreva (o vavera) s. f. ~ la parte del volto che comprende il mento varra s. f. ~ grosso bastone di legno utile a sprangare porte. varrile s. m. ~ barile; unità di misura di capacità equivalente a circa 44 litri. varu s. m. ~ incrocio di strade, spesso tra sentieri di campagna. vascese agg. ~ nativo dell’hinterland napoletano migrato nelle nostre zone. I vascesi hanno rivoluzionato i metodi tradizionali della nostra agricoltura rendendola più produttiva. vascone s. m. ~ ampio sedile posto presso il focolare. vattarella s. f. ~ tachicardia, condizione di ansia acuta. vatte ‘mpiettu fras. ~ gesto di chi frequenta in modo soverchio la chiesa, più per atteggiamento perbenista che per reale contrizione. vàtte v. ~ battere, picchiare. vattià v. ~ battezzare. vattisimu s. m. ~ 1. rito con cui una persona, mediante abluzione e l’osservanza della forma prescritta, entra a far parte della Chiesa 2. scherz. rivolto a persona neghittosa ed incapace di osare indica l’unzione primigenia e il timore di farla scomparire attraverso gesti insoliti, e rari proprio perché ritenuti rischiosi: es. «c’ai paura che se leva ru vattisimu?». vaviarese v. rifl. ~ inumidirsi il mento di bava, fenomeno frequente nei neonati. vavusu agg. ~ bavoso. vecce s. m. ~ ariete, maschio non castrato di ovini. vegnegna s. f. ~ vendemmia in tutte le sue operazioni.

velancia s. f. ~ bilancia di casa, ma soprattutto di chi venditore ambulante. vènce v. ~ riempire, colmare. venciutu agg. ~ ricolmo, di cose o di grasso. verdeglia s. f. ~ colpo violento e rumoroso, che può far male. verè v. ~ guardare, scorgere. verevone s. m. ~ grossa pozza d’acqua, quasi uno stagno. verlenghera s. f. ~ generalmente donna che sta sempre in giro, fannullona. vesaccia s. f. ~ sacco per stipare cose da portare in giro. vette s. m. ~ bastoncino, rametto, fuscello. vevigliu s. m. ~ attrezzo usato per battere il grano, e formato da due aste di legno, il manfanile e la vetta, unite da una correggia di cuoio (seroccia). viat’ agg. ~ beato. viticaggiu s. m. ~ trancio nuovo della vite, secco diventa salementa. viaggiu agg. ~ grosso botto, percossa: es. un cazzotto portato con violenza. viecciu agg. ~ di età avanzata, più che anziano. vincia s. f. ~ sottile rametto usato per giocare, ma anche per infliggere punizioni corporali. vinciariegliu s. m. ~ imbuto piccolo ma con parte terminale abbastanza ampia, per riempire le budelle di frìculi e realizzare la salsiccia. vìrivu s. m. ~ vedovo (f. vèreva). vizzuogu s. m. ~ bigotto, spesso in buona fede, ma comunque induce a pensare all’ostentazione e a un malcelato desiderio di mettersi in mostra, e anche con una sfumatura di misoginia. voia s. f. ~ pozzanghera fangosa. vraciera s. f. ~ braciere, serviva a riscaldare le stanze lontane dal focolare. vrenna s. f. ~ crusca che si ricava setacciando la farina. vricciu s. m. ~ sassolino, i ragazzini ne facevano oggetto di giochi quando non vi erano altri trastulli. vritu s. m. ~ vetro. vrocca s. f. ~ forchetta, posata. vròla s. f. ~ brodaglia per maiali ricavata dalla lavatura delle stoviglie, ovviamente senza usare detersivi. vróla s. f. ~ caldarrosta. vulè v. ~ volere, ambire, desiderare. vrularu s. m. ~ padella bucherellata in cui cuocere le caldarroste.

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zampanu s. m. ~ maschio della zanzara. zampittu s. m. ~ piccolo insetto simile a una zanzara. zànchenu s. m. ~ fusto secco del lupino, si usava per accendere il fuoco. zannià v. ~ stringere tra i denti senza veramente mordere, magari per giocare. zappella (o zappelluccia) s. f. ~ piccola zappa. zappiegliu s. m. ~ individuo inesperto in una data disciplina, e riottoso ad apprenderla. zazzarusu agg. ~ sciatto, imbrodolato. zeccatula s. f. ~ gioco consistente nell’accostare a un sassolino (vricciu) che funge da pallino una serie di pezzi di mattonella (scarde de riggiola). zeffunnà v. ~ sprofondare qualche cosa in un abisso con furia. zella s. f. ~ ciocca ribelle di capelli; ciocca rimasta per errore dal barbiere. zerre s. m. ~ contenitore di stagno per l’olio, equivalente a uno o due stai, variabile da regione a regione (ma è sostanzialmente equivalente a zerretiegliu) zeza (o zezetta) s. f. ~ mento (vedi vareva). zi’ maria s. f. ~ grosso budello del maiale usato per fare un unico, consistente sanguinaccio. ziarella s. f. ~ striscia di stoffa o di carta. zinziniegliu s. m. ~ piccola cosa; in anatomia e un minuscolo legame tra organi, per es. il velopendulo della lingua. zippu s. m. ~ bastoncino appuntito usato come tappo. zizza de vacca s. f. ~ una pregiata varietà di uva bianca dagli acini molto lunghi, tanto da sembrare i capezzoli del petto delle mucche. zizzu s. m. fig. ~ indica una fonte di sostentamento che giova a qualcuno.

zònchenu s. m. ~ parte interrata di uno stelo non troppo consistente. zòza s. f. ~ bevanda dal gusto decisamente cattivo. zóza s. f. ~ lavaggio, ripetuto varie, delle budella da impiegare per contenere salumi. zucà v. ~ succhiare, allattare; azione parassitaria di chi depaupera altri per il proprio tornaconto. zucamèle s. m. ~ piccolo arbusto i cui fiorellini contengono una goccia di miele che i bambini succhiavano. zuffrecà v. ~ strofinare energicamente, anche per detergere. zuffrecaturu s. m. ~ straccio bagnato per strofinare pentole. zuffrittu s. m. ~ coratella, soprattutto del maiale, tritata in piccoli pezzi e cotta con spezie. Un piatto appetitoso anche se molto calorico. zumpà v. ~ saltare, fare un balzo. zumpariegliu s. m. ~ vermetto che si forma nel formaggio molto stagionato, per esempio ru casu de marzu, tipico latticino della località di Fontanelle, a pochi chilometri da Casale. zuppechià v. ~ procedere con andatura claudicante. zurbetta s. f. ~ 1. antico gelato di ghiaccio e sciroppi 2. est. un miscuglio di cose varie, spesso male amalgamate. zuzzu agg. ~ sporco, anche moralmente. zzilla zzilla mariola s. f. ~ cetonia dorata, insetto dei coleotteri di color verde brillante. I ragazzini un tempo la catturavano e, legandola a un filo sottile, la lanciavano in aria per divertirsi con il suo volo. zzozza s. f. ~ cibo scadente, intruglio disgustoso.

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