Vittorio Messori - Ipotesi su Gesù (recensione)

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Vittorio Messori - Ipotesi su Gesù (recensione)

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IPOTESI su GESÙ’Davanti al misterioso Gesù dei vangeli, le ipotesi (cioè le possibilità di spiegarlo) sembrano infinite. In realtà le soluzioni possibili sono tre:-l’interpretazione critica;-l’interpretazione mitica;-l’interpretazione della fede.La prima afferma che Gesù è un uomo progressivamente divinizzato dai suoi discepoli.La seconda sostiene che l’uomo Gesù non esistette mai, ma che un mito antichissimo fu applicato a questo personaggio inventato per dare un nome ed un luogo a tale leggenda.La terza, infine, afferma che Gesù esistette davvero, camminò per le strade della Palestina, si proclamò Figlio di Dio, fu ucciso e risorse.

IPOTESI CRITICA

All’origine della fede cristiana secondo tale ipotesi c’è un uomo eccezionale, ma per nulla divino: forse un predicatore vagante, un esaltato che si disse Messia atteso dagli Ebrei.I suoi discepoli, affascinati da qualche capacità straordinaria di quel maestro sino al punto da non rassegnarsi alla sua scomparsa, lo proclamarono risorto. Gesù quindi non è che un uomo progressivamente divinizzato. Se i vangeli raccontano, ad esempio, che Gesù moltiplicò pani e pesci si deve intendere che erano stati portati in precedenza o che erano stati nascosti per tirarli fuori al momento opportuno. Chi sostiene in vario modo questa ipotesi (dal romano Celso, ai francesi Voltaire, Renan, Loisy, Guignebert ) deve risolvere però grossi problemi man mano che il piccone dell’archeologo racconta, senza possibilità d’invenzioni, la storia della Palestina antica e di tutti i suoi particolari.

PUNTI DEBOLI dell’IPOTESI CRITICA

a) Come mai fra tanti “aspiranti messia” lui solo fa carriera?Questo profeta Gesù al massimo aveva suscitato una curiosità, venata di simpatia, fra i proletari della Galilea. Fu uno dei molti pretendenti al titolo messianico che Israele vedeva di tanto in tanto spuntare fra le sue file. Il suo fallimento è stato totale. Si è dunque ingannato. La logica richiederebbe che il suo nome e la sua opera cadessero nell’oblio, al pari di tanti altri che in Israele avevano creduto di essere qualcuno.I discepoli di Gesù per divinizzarlo dovevano superare una serie di delusioni: la morte in croce ignominiosa, la delusione per il suo ritorno nella gloria che non si verificava, un’idea di Messia che scandalizzava la gente. Eppure lo hanno fatto, perchè?Sarebbe stato più logico che la fede si coagulasse attorno a qualche altro pretendente al titolo, come Bar Kokheba, per esempio.Aveva radunato in sé tutte le speranze messianiche d’Israele. Akiba, il più grande tra i rabbini riconobbe pubblicamente in lui il Messia . Era riuscito a cacciare i Romani da Gerusalemme nel 132 d.C. e questo fatto fu celebrato con l’emissione di monete del regno atteso così a lungo . Quando Roma passò al contrattacco, la lotta divampò terribile, ma la resistenza degli Ebrei, certi di combattere sotto le insegne del Messia, fu tale da stupire il mondo. Quando l’incredibile resistenza terminò, la fede in Bar Kokheba non sopravvisse a quello scacco glorioso, viste le numerose perdite dell’esercito romano.Gesù, messia sconfessato, sopravvive invece allo scacco vergognoso della morte in croce, il supplizio degli schiavi.Come mai da questo indistinto e sfuocato predicatore vagante nasce nel giro di una sola generazione il cristianesimo?

b) Un ebreo divinizzato da ebrei : impossibileIn molte zone dell’impero deificare una creatura particolare poteva essere cosa semplice. Ma per un popolo ciò era del tutto impossibile: presso i giudei.Essi adoravano Jahvè, l’unico Dio, il Dio trascendente, l’indicibile, di cui non si tracciava la figura e non si pronunciava nemmeno il nome. Associare a Jahvè un uomo, chiunque fosse, era il massimo sacrilegio. Gli abitanti della Giudea onoravano l’imperatore, ma erano disposti a farsi lapidare piuttosto di confessare che l’imperatore era un dio. Si sarebbero fatti lapidare, del resto, anche se fossero stati obbligati a dirlo di Mosè.

c) Caduta e ripresa: un altro mistero

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Come mai i discepoli di Gesù arrivano a sfidare le autorità ebraiche e romane, superando anche l’abbattimento in cui erano caduti dopo la scandalosa morte in croce del loro leader ?Se non si ammette l’evento della resurrezione diventa difficile spiegarlo.

IPOTESI MITICAAll’origine del cristianesimo, secondo tale ipotesi, non ci sono avvenimenti reali, non c’è un uomo, ma una leggenda, un mito.Comunità di ferventi hanno rivestito con questo complesso di leggende le spalle di un certo Gesù, che potrebbe essere stato addirittura inventato per dare un nome, un luogo alla vicenda.Gli elementi del mito, elaborati, hanno dato il vangelo. Gesù sarebbe quindi un insieme di leggende progressivamente trasformate nella storia di un uomo. E’ questa l’ipotesi sostenuta dall’insegnamento marxista.

PUNTI DEBOLI DELL’IPOTESI MITICA

a) La necessità, per creare un mito, di tempi lunghi Per far indossare a Gesù i panni del mito dell’essere divino che si sacrifica per l’umanità,ci sarebbe stato bisogno di una lunga serie di generazioni, invece, prima che fosse passata anche una sola generazione, nel vangelo di Marco, si attribuiscono a Gesù i poteri che sono di Dio solo (es. rimettere i peccati e disporre a piacimento del sabato).

b) L’incredibile precisione di tanti particolari nella vicenda di GesùEssa, secondo i mitologi, dovrebbe essere stata inventata da gente fervente in angoli remoti dell’impero romano, molti anni dopo la distruzione d’Israele..Si rivela invece piena di particolari veri che solo testimoni diretti e contemporanei potevano conoscere (es. il complicato gioco di rapporti e di competenze tra il procuratore Ponzio Pilato ed il sinedrio).L’archeologia, grazie alle continue scoperte, non fa che confermare la verità dei particolari.Matteo, ad esempio, ci comunica che Ponzio Pilato aveva con sé la moglie.Particolare contestatissimo dai mitologi. Sino a quando si è scoperto che, poco prima dei tempi di Gesù, Roma aveva autorizzato i suoi rappresentanti a portare con sé la famiglia nelle province, mentre precedentemente lo vietava. Sempre Matteo riporta al cap.22:“Essi gli presentarono un denaro. Disse loro:”Di chi è questa immagine nell’iscrizione?” Gli risposero :”Di Cesare”.Accusa dei mitologi: l’episodio è fantastico. In Israele, dove la pena di morte tutelava il divieto di rappresentare la figura umana, non potevano circolare monete con l’immagine dell’imperatore.Anche qui, puntuale la conferma della storia: la Palestina occupata poteva battere solo monete di rame. Quelle di metallo nobile, come appunto il “denaro” di Matteo venivano direttamente dalle zecche di Roma.

IPOTESI DI FEDE

Secondo tale ipotesi i vangeli sono storia predicata nel senso che ciò che ci è stato tramandato della vita, morte, risurrezione di Gesù fu organizzato dai discepoli secondo le necessità della predicazione.Il loro intento non era quello di redigere una biografia, nel senso moderno del termine, ma di proclamare un messaggio di salvezza, l’intento cioè di trasformare gli ascoltatori non in storici, ma piuttosto in credenti.

PUNTI DEBOLI DELL’IPOTESI DI FEDE

a) Non mancano neanche qui i problemi, come la discordanza tra i vangeli.Voltaire, razionalista anticristiano, aveva notato che i testi di Matteo e di Luca riportano la genealogia di Gesù , ma mentre il primo enumera solo 42 antenati, il secondo arriva a 56 e, per giunta, i nomi delle due liste non sempre coincidono.Come si fa ad attribuire un minimo d’attendibilità storica a dei testi che sin dall’inizio si presentano così?Volterire è stato indulgente a cogliere in fallo i vangeli solo sulle genealogie. Esistono altri esempi di discordanze: ad es. il caso del cartello che Pilato avrebbe fatto inchiodare sulla croce con il motivo della condanna. Tutti e quattro gli evangelisti ne parlano, ma ogni versione è diversa, anche se per piccoli

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particolari. Oppure quando s’introduce il discorso delle beatitudini, Matteo riporta: ”Vedute le folle, Gesù salì sulla montagna.”Luca invece: ”Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante.”Si potrebbe continuare con molti altri esempi di discordanze, di cui i credenti, prima di Volteire, si erano accorti e per le quali spesso avevano avvertito disagio. Qualcuno, come Marcione, nella chiesa primitiva, aveva proposto di sceglierne uno soltanto.La chiesa preferì lo scisma, piuttosto che accettare.Perchè verso il II° sec.quando la tradizione su Gesù stava ancora consolidandosi definitivamente, quelle discordanze non furono appianate? C’era ancora la possibilità di farlo. La chiesa disapprova severamente chi manifesta la tentazione di mettere d’accordo i quattro testi pur sapendo di compromettere la stessa azione missionaria.Questa difesa su una linea che sembra assurda è plausibile se si ammette tale ipotesi: la comunità primitiva era obbligata ad accettare quei quattro testi e quelli soltanto anche se imbarazzanti o scomodi.Tale obbligo poteva nascere solo dalla convinzione motivata che in quei testi erano conservati i ricordi dei testimoni più attendibili.Ricordi talvolta contrastanti, persino confusi in molti punti, ma , fra tutti, i più attendibili, quelli che si avvicinavano ai fatti con maggiore approssimazione. E quelle testimonianze erano evidentemente considerate intoccabili.