VITA DIOCESANA Costruire la città di Dio e la città ... ottobre.pdf · continuare il grande...

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N. 37 • 29 ottobre 2017 • 1,00 Anno LXX • Poste Italiane S.p.A. • Spediz. in abbon. postale • D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, Aut.  014/CBPA-SUD/NA • Direzione e Redazione Largo Donnaregina, 22 • 80138 Napoli Rosanna Borzillo Antonio Botta Angelo Cirasa Carlo Costalli Antonio Colasanto Oreste D’Amore Vincenzo De Gregorio Doriano Vincenzo De Luca Nicola Di Santo Virgilio Frascino Luigi Grima Rosaria La Greca Francesco Manca Vittorio Missori Mariangela Tassielli Gianpiero Tavolaro Luigi Toscano Elena Scarici Gli interventi A Montesanto, l’affidamento alla Madonna di Fatima 2 Inizia la formazione dell’Ufficio Famiglia e Vita 5 29 ottobre, festa di San Gaetano Errico 10 Canapa in Terra di Lavoro: un progetto per i giovani 12 Verso una Sanità che persegua il bene comune 13 Erri De Luca interviene all’incontro dell’Ucai 15 Parte il restauro della Basilica di Capodimonte 11 CITTÀ Al via la campagna di prevenzione della Lega tumori 13 CITTÀ Sesta edizione del Premio promosso dal Movimento Cristiano Lavoratori 4 VITA DIOCESANA La 48ª Settimana Sociale dei Cattolici Italiani 8 e 9 SPECIALE Costruire la città di Dio e la città degli uomini @ Crescenzio Card. Sepe Cattolici sempre, chiamati cioè da Cristo che si è fatto uomo, a responsabilizzarci di quello che è il bene di tutti, il bene di ciascun cittadino, perché non si può dire di essere bravi cattolici senza essere onesti cittadini: se non sei un buon cittadino non sei neanche un buon cattolico, perché il Signore è venuto a salvarci corpo ed anima. a pagina 3

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N. 37 • 29 ottobre 2017 • € 1,00

Anno LXX • Poste Italiane S.p.A. • Spediz. in abbon. postale • D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, Aut.  014/CBPA-SUD/NA • Direzione e Redazione Largo Donnaregina, 22 • 80138 Napoli

Rosanna Borzillo • Antonio BottaAngelo Cirasa • Carlo Costalli

Antonio Colasanto • Oreste D’Amore Vincenzo De Gregorio • Doriano Vincenzo De Luca

Nicola Di Santo • Virgilio Frascino Luigi Grima • Rosaria La Greca

Francesco Manca • Vittorio Missori Mariangela Tassielli • Gianpiero Tavolaro

Luigi Toscano • Elena Scarici

Gli interventiA Montesanto, l’affidamento alla Madonna di Fatima 2

Inizia la formazione dell’Ufficio Famiglia e Vita 5

29 ottobre, festa di San Gaetano Errico 10

Canapa in Terra di Lavoro: un progetto per i giovani 12

Verso una Sanità che persegua il bene comune 13

Erri De Luca interviene all’incontro dell’Ucai 15

Parte il restauro

della Basilica di Capodimonte

11

CITTÀ

Al via la campagnadi prevenzione

della Lega tumori

13

CITTÀ

Sesta edizione del Premio promosso dal Movimento

Cristiano Lavoratori

4

VITA DIOCESANA

La 48ª Settimana Sociale dei

Cattolici Italiani

8 e 9

SPECIALE

Costruire la città di Dioe la città degli uomini@ Crescenzio Card. Sepe

Cattolici sempre, chiamati cioè da Cristo che si è fatto uomo, a responsabilizzarcidi quello che è il bene di tutti, il bene di ciascun cittadino, perché non si può dire diessere bravi cattolici senza essere onesti cittadini: se non sei un buon cittadino nonsei neanche un buon cattolico, perché il Signore è venuto a salvarci corpo ed anima.

a pagina 3

Vita Diocesana Nuova Stagione2 • 29 ottobre 2017

Chiesa del Gesù NuovoTerzo mercoledì del mese,

incontro mensile di preghie-

ra dei malati con San

Giuseppe Moscati. Il prossi-

mo appuntamento è per mer-

coledì 15 novembre, a partire

dalle ore 16. Alle ore 17, cele-

brazione della Santa Messa. I

padri sono disponibili ad ac-

cogliere i fedeli che desidera-

no ricevere il sacramento del-

la Penitenza.

Associazione Figli in Cielo

Le famiglie aderenti

all’Associazione “Figli in

Cielo” si incontrano, il terzo

sabato del mese, presso la

Basilica dell’Incoronata a

Capodimonte. Prossimo

appuntamento, sabato 18

novembre, alle ore 17. L’in-

contro sarà guidato da

mons. Nicola Longobardo.

Pontificia FacoltàTeologica dell’ItaliaMeridionale – SezioneSan Luigi

La Pontificia Facoltà Teo-

logica dell’Italia Meridiona-

le, Sezione San Luigi, orga-

nizza un ciclo di lezioni sul

tema: I flussi migratori di

ieri e di oggi: problema o

risorsa? Il corso si svolge

tutti i giovedì, fino al 18 gen-

naio 2018, presso la Sezione

San Luigi della Pontificia

Facoltà Teologica dell’Italia

Meridionale, in viale sant’I-

gnazio di Loyola 51, dalle

ore 18 alle 19.40. Per l’iscri-

zione o per informazioni

varie rivolgersi a: segrete-

[email protected]

Apostolato della Preghiera Rete Mondiale di Preghiera del Papa

Martedì 12 dicembre,

Ritiro di Avvento, presso la

Basilica del Buon Consiglio

a Capodimonte. Relatore,

don Lello Ponticelli. Ore

15.30, accoglienza. Ore 16,

Conferenza sul tema: “I sen-

timenti del Cuore di Cristo”.

Seguirà un momento di

riflessione personale e con-

divisione. Alle ore 18 la reci-

ta del Santo Rosario. Con-

clusione alle ore 18.30 con la

Concelebrazione Eucaristi-

ca.

A tutti i sacerdoti dei Decanati VIII, IX, X, XI, XII e XIII della Diocesi

Giornata del SeminarioDomenica 12 novembre 2017

Carissimi Sacerdoti, nel discorso rivolto ai partecipanti alConvegno di pastorale vocazionale dello scorso anno, PapaFrancesco ha ricordato come i Pastori della Chiesa siano i principaliresponsabili delle vocazioni cristiane e sacerdotali dicendo loro:«Questo compito non si può relegare a un ufficio burocratico. Anchevoi avete vissuto un incontro che ha cambiato la vostra vita, quandoun altro prete – il parroco, il confessore, il direttore spirituale – vi hafatto sperimentare la bellezza dell’amore di Dio. E cosi anche voi,uscendo, ascoltando i giovani – ci vuole pazienza! – potete aiutarli adiscernere i movimenti del loro cuore e a orientare i loro passi».

Accogliendo questo invito e facendo nostre le istanze del prossi-mo Sinodo dei Vescovi, “I Giovani, la fede e il discernimento voca-zionale”, è nostro comune impegno far sentire il sostegno e la curaai giovani che cercano di dare un senso alla loro vita.

In modo particolare, quali sacerdoti, siamo chiamati ad offriretale vicinanza ai giovani seminaristi, che si stanno formando al fu-turo ministero nel nostro Seminario.

Per questo motivo siamo invitati a pregare per loro, senza farmancar anche il nostro supporto economico, per sostenere le mol-teplici attività e iniziative formative che la comunità propone.

Per tali finalità, nei Decanati VIII, IX, X, XI, XII e XIII della no-stra Diocesi, celebreremo quest’anno la Giornata del Seminario do-menica 12 novembre 2017.

Invito tutte le Parrocchie, le Rettorie e le Chiese aperte al culto ditali Decanati a dare degno rilievo e importanza all’iniziativa in tutte

le azioni liturgiche che vi saranno celebrate.Certo della sensibilità Vostra e delle Vostre comunità, Vi ringra-

zio tutti anticipatamente e su ognuno invoco la benedizione delSignore.

Napoli, 4 ottobre 2017Festa di San Francesco d’Assisi

@ Crescenzio Card. SepeArcivescovo Metropolita di Napoli

APPUNTAMENTI

Le comunità parrocchiali di Santa Maria di Montesanto, Santa Maria Ogni Bene ai Sette Dolori e San Liborio alla Carità

si affidano alla Madonna di Fatima

«Maria evangelizzi il nostro territorio»

di Rosanna Borzillo

Il territorio di Montesanto si affida allaMadonna di Fatima perché ne ravvivi la fe-de, lo sostenga nella speranza, lo animi nellacarità. Sabato 14 ottobre, in occasione dellachiusura del centenario delle apparizionidella Madonna a Fatima, una lunga proces-sione, ha attraversato le strade diMontesanto raggiungendo i QuartieriSpagnoli, guidata dal parroco don MicheleMadonna.

In processione, con le fiaccole accese, ol-tre duemila persone e le comunità di SantaMaria di Montesanto, Santa Maria Ogni be-ne ai Sette dolori e San Liborio alla Carità.In tanti si affacciavano per recitare ilRosario e pregare la Madonna pellegrina.Dai balconi del dedalo di viuzze che rag-giungono i Quartieri si sentivano invocazio-ni, raccomandazioni, auspici alla Mammadi tutte le mamme.

«È stato un momento di preghiera moltoforte – spiega il parroco delle tre comunità,don Michele – abbiamo portato in proces-sione la statua della Madonna di Fatima af-finché illumini le nostre strade e, portandole fiaccole accese, abbiamo voluto simboli-camente illuminare e confortare i più picco-li, i più poveri, gli esclusi, i sofferenti, glismarriti. Tutti coloro che credono di nonavere più speranza».

Montesanto e i Quartieri Spagnoli hannochiesto a Maria di «evangelizzare le nostrestrade, nella certezza – aggiunge donMichele – che nessuna madre dimentica ilproprio figlio».

E l’impegno delle tre comunità prosegue:ogni lunedì per le tre parrocchie – «ma perchiunque lo desideri – chiarisce donMichele – parte la scuola di evangelizzazio-ne: un percorso di conoscenza della fede inDio: aperto a tutti e per tutti».

L’appuntamento è alle 20.30 nella parroc-chia di Montesanto: un incontro che permet-te di «avere una relazione forte con Dio».

Ogni sabato alle 21, poi, ci sarà un’ora diadorazione eucaristica presso la parrocchiadi San Liborio alla Carità.

Intanto, a Montesanto, don Michele nonsi ferma. Martedì scorso la sua evangelizza-zione è proseguita con un’idea particolare:un messaggio alla comunità, nel quale ha in-vitato a pregare per quattro persone «che sisono perse». Alle 23, in parrocchia. Tutti so-no accorsi per pregare per i fratelli smarriti.«È stato bello sperimentare e verificare chein tantissimi, nonostante l’ora, si siano reca-ti in chiesa per sostenere con la preghiera chi

si è perso; ma soprattutto – commenta il par-roco – che tanti si siano messi in discussione.Ognuno ha cercato in se stesso lo sbagliocommesso ed è venuto per chiedere scusa ericominciare, consapevole che Dio è semprepronto ad aprirci le braccia e ad abbracciar-ci».

In programma, altri flash mob di evange-lizzazione: a novembre e, poi, per le vacanzedi Natale. «Ci sono ancora tanti lontani daDio, tanti a cui possiamo portare la Parola,tanti soli e sfiduciati – dice don Michele –non ci possiamo fermare».

Primo Piano DiocesiNuova Stagione 29 ottobre 2017 • 3

Un libroper rivivernei ricordiSe sono “capitato” io acelebrare il cinquantesimodella consacrazioneparrocchiale tocca a merivivere e far rivivere nellamemoria, per quanto mi èpossibile, tutti i protagonistidella piccola grande storia diquesti cinquanta anni. E piùche far rivivere nella memoria,fame un “memoriale”. Oggi, mentre ricordiamo ilgiorno in cui la nostra chiesa,costruita di fresco fuconsacrata per noi, vogliamoringraziare il Signore perquesto dono e rivivere quelgiorno e tutti i cinquanta anniche sono seguiti, come se fosseoggi, certi che l’oggi di Dio nontramonta mai. Il grande mosaico chepresenzia nella nostra chiesa èfatto di innumerevoli tasselli,ciascuno posto al punto che gliè proprio, ciascuno confunzione unica e insostituibile.E così man mano che la storiasi snodava davanti a me, hoinserito tutti i tasselli, alcunial centro per comporrel’immagine centrale, altriintorno, altri ancora piùdistanti. Ho cercato di nontralasciarne alcuno per nonlasciare anche un vuoto nelmosaico. Mi son riferito alpassato, che non devemancare, mi son riferito alpresente, che non deve veniremeno. E sia per il passato cheper il presente i nomi sonoimportanti, forse quelli di ieripiù che quelli di oggi. Perchéquelli di ieri sono già fissatinella storia, quelli di oggi lastanno costruendo. Ciò che hopotuto trovare ho trovato, ciòche ho potuto raccogliere horaccolto, ciò che ho potutodescrivere ho descritto, nellasperanza di poter presentare edesporre un mosaicopossibilmente completo earmonioso di questi cinquantaanni della storia della nostraparrocchia. Sarà la base percontinuare il grande mosaico-arazzo della nostra vita difamiglia pallottina chemettiamo nelle mani di Dio.Voglia Egli guidare econtinuare a proteggere l’operadelle nostre mani.

Vittorio MissoriParroco

Cinquant’anni di missioneA 50 anni dalla nascita della parrocchia di San Vincenzo Pallotti a

Napoli, il Cardinale Crescenzio Sepe ha voluto rendere omaggio alla co-munità parrocchiale e al suo parroco, don Vittorio Missori, presiedendola celebrazione eucaristica di sabato 21 ottobre nella chiesa situata alconfine dei quartieri Vomero e Posillipo.

Erano presenti all’evento tanti sacerdoti, provenienti dal IVDecanato, il decano, don Carlo Ballicu, e i confratelli della congregazio-ne e della società dell’apostolato cattolico, provenienti dal centro-sudItalia, accompagnati da un sacerdote delegato dal Padre Provinciale.

È stato un pomeriggio di festa e di preghiera, alla presenza di tuttala comunità e in particolare di tanti bambini, che partecipano ai nume-rosi gruppi parrocchiali, dai ministranti al coro, dai gruppi di iniziazio-ne cristiana all’oratorio.

In prima fila anche i bambini dell’associazione sportiva Pallottini,guidata da Sandro Del Pesce, che da anni, attraverso lo sport, educa i ra-gazzi alla condivisione, all’amicizia, al rispetto, formando giovani cri-stiani e futuri cittadini.

“Ravvivare la fede, riaccendere la carità”, è questo il motto scelto dalparroco don Missori, riprendendo gli insegnamenti di San VincenzoPallotti, per celebrare questo evento e ripartire, con nuovo e rinnovatoentusiasmo, nell’opera di evangelizzazione e nella progettazione dellavita pastorale. Don Missori, per l’occasione, dopo un lungo lavoro di stu-dio e ricerca, ha pubblicato un libro di 150 pagine, donato ai fedeli e alleautorità presenti, che ripercorre questo mezzo secolo di vita parrocchia-le.

Da 70 anni i Pallottini sono a Napoli, la loro chiesa è divenuta comeuna casa nel quartiere, “la città di Dio e la città dell’uomo si unisconocreando un’unica sinergia”. Lo ha ricordato anche il Cardinale Sepe:“Chi è un buon cristiano deve essere anche un buon cittadino, voi rima-nete discepoli di Dio fuori e dentro la chiesa, nelle vostre famiglie.Testimoniate il vostro essere cristiani, siate costruttori della città del cie-lo e della città terrena”.

Sepe ha sottolineato l’orgoglio di una parrocchia unita, “che fa squa-dra non solo in campo e nell’oratorio, ma nella vita di ogni giorno”, e haricordato le tante opere di carità realizzate dalla parrocchia, sotto la gui-da di don Missori, “un romano divenuto ormai napoletano”.

Una targa è stata benedetta da Sepe per questa ricorrenza, che saràinstallata all’interno della parrocchia, che ricorda l’impegno degli ope-ratori pastorali e dei parroci che si sono succeduti in questi 50 anni.Presente in chiesa, con la propria famiglia, il vice-sindaco di NapoliRaffaele Del Giudice, una bella testimonianza della sinergia tra Chiesae istituzioni, sottolineata dal saluto affettuoso con il CardinaleArcivescovo.

Al termine della celebrazione, i fuochi d’artificio hanno salutato l’u-scita dei ministri e dei fedeli dalla chiesa, a sottolineare la gioia di unacomunità che fa festa ogni giorno e vede oggi riconosciuto il suo impe-gno, che porta frutti davvero straordinari.

Oreste D’Amore

Parrocchia di San Vincenzo Pallotti, il Cardinale Crescenzio Sepe celebra nel cinquantesimo della fondazione

Costruire la città di Dio e la città degli uomini

@ Crescenzio Card. Sepe *

Oggi Giubileo per questa comunità!Cinquant’anni è una data tipicamente giubila-re, per fare memoria, come diceva il parrocodon Vittorio, di questo evento che ha segnatonon solo la vita di questa parrocchia e di questoquartiere, ma della nostra città di Napoli e del-la nostra Diocesi, arricchendola di quella spi-ritualità del fondatore, San Vincenzo Pallotti,che, attraverso l’opera dei suoi figli, continuaad essere maestro di vita spirituale.

Saluto e ringrazio per la partecipazione, irappresentanti del Superiore Generale dellaProvincia italiana dei pallottini e tutti i sacer-doti, compreso il nostro Decano, di questa por-zione di Diocesi.

È questo un segno di comunione perché ilsacerdote, la parrocchia, il Vescovo, il Papa,non vivono come chiusi in un mondo a partema sono realtà che, rappresentando Cristo, siaprono a tutti. Un particolare ringraziamento,con espressioni di felicitazione e di ammira-zione, va’ al caro don Vittorio. È un romanoche si è fatto napoletano, e si è fatto anche be-ne, perché al di là degli stornelli romani cheogni tanto ci regala, per il resto è tutto napole-tano. A lui sono molto grato, prima per la suatestimonianza sacerdotale, poi per il suo impe-gno parrocchiale e, infine, anche per il contri-buto che a livello decanale e diocesano offreper la crescita della nostra Chiesa. Mi sonocongratulato con lui per il libro che ha scrittorealizzato in maniera bella, spontanea, traspa-rente e semplice per descrivere la Chiesa comeun mosaico: ognuno portando qualcosa di sépuò raffigurarsi nell’immagine splendida diSan Vincenzo Pallotti.

E naturalmente, caro don Vittorio, non fi-nisce qui, perché dobbiamo continuare a lavo-rare, fino a quando Dio lo vorrà, perché la par-rocchia è una casa, come è stata definita, inmezzo alle tante case di questo quartiere.Nacque quando i Pallottini erano già presentia Napoli -, ricordiamo, infatti, i settanta annidi presenza, venuti per accogliere quelli cheprendevano la nave per andare in missione.L’idea di una Chiesa bella e grande si è poi svi-luppata piano piano, a partire dalla piccolanella cappella iniziale fino alla necessità di co-

struire una vera e propria chiesa che fosse ac-cogliente per tutti coloro che volevano incon-trare il Signore, e vivere la fede.

La storia sacra s’innerva sempre anche nel-la storia civile della nostra gente. E questo è an-che il senso del Vangelo che abbiamo ascoltato:due storie, la storia e la città di Dio, la storia ela città degli uomini, differenti ma mai con-trapposte, ma in opposizione. E qui consenti-temi di salutare il nostro vicesindaco che rap-presenta la città degli uomini, ma è pure citta-dino della città di Dio, perché è un bravo catto-lico.

Qual è, dunque, il senso della presenza diuna parrocchia in un territorio, qual è il sensodella convivenza degli uomini? Voi siete sicu-ramente bravi cattolici, già per il fatto di esserequi, avete voluto fare un gesto di fede, ma rima-nete cattolici, cristiani, discepoli di Cristo den-tro e fuori la chiesa, dentro la chiesa ma soprat-tutto nelle vostre famiglie, nei vostri palazzi,nel quartiere, nelle strade, nella città.

Cattolici sempre, chiamati cioè da Cristoche si è fatto uomo, a responsabilizzarci diquello che è il bene di tutti, il bene di ciascuncittadino, perché non si può dire di essere bravicattolici senza essere onesti cittadini: se nonsei un buon cittadino non sei neanche un buon

cattolico, perché il Signore è venuto a salvarcicorpo ed anima. Don Vittorio fa tutte questebelle opere di carità, come la mensa, perchévuole trasformare la fede che noi possediamoin opere che rappresentino la presenza viva diCristo, che vive nella carità, in mezzo a noi.

È un modo di vivere la nostra fede attraver-so la testimonianza cristiana che noi diamo. Ilparroco, la parrocchia sono l’incarnazione del-la carità, dell’amore che Dio ha per ciascuno dinoi. Questa è casa di Dio ma è anche casa vo-stra: qui ognuno che viene a parlare con ilSignore, si sente a suo agio; ma questa fede cheimmagazzinate la dovete portare fuori, sietecostruttori della città del cielo, ma siete anchecostruttori della città dell’uomo, come ci inse-gna il grande Sant’Agostino

Ringrazio don Vittorio, i suoi predecessori,ma anche la Congregazione per la disponibi-lità che mostrano nel mettere a disposizione ipadri che qui hanno evangelizzato con il lorocarisma tipicamente apostolico e catechizzatoquesto nostro quartiere. Grazie a tutti voi, gra-zie a tutti coloro che collaborano per renderesempre più bella, dinamica e generosa questaparrocchia di San Vincenzo Pallotti. Viva iPallottini e ‘a Madonna v’accumpagne!

* Arcivescovo Metropolita di Napoli

Vita Diocesana Nuova Stagione4 • 29 ottobre 2017

Sesta edizione Premio Sepe promosso dal Movimento Cristiano Lavoratori a Mario Orfeo, Paola Grimaldi e Made in Sud

Il lavoro, priorità tra le prioritàIl saluto del Rettore Manfredi. Dibattito, moderato da Massimo Milone, con l’Arcivescovo,

Costalli, Cutolo, Buonavita, Cantone, Baretta, Lucibello e Manzo. Menzioni speciali per i Magistrati Federico Cafiero de Raho e Ugo Ricciardi

di Angelo Cirasa

Giovani e lavoro, corruzione e missionedelle classi dirigenti. Sono stati questi i te-mi affrontati nel corso del dibattito che hapreceduto la consegna dei riconoscimentidella VI edizione del premio Sepe, promos-so dal Movimento cristiano lavoratori,quest'anno assegnati al direttore generaledella Rai Mario Orfeo, a Nando Mormonee Fatima Trotta di Made in Sud e alla ma-nager Paola Grimaldi.

«Anche quest'anno Mcl ha voluto orga-nizzare il Premio Cardinale Sepe, che pre-mia personalità della città che si siano di-stinte nei rispettivi campi», spiega il presi-dente provinciale di Mcl Michele Cutoloche ha sottolineato «il messaggio forte cheproviene da questa città unica e piena dienergia che merita attenzione essendo lacapitale del Mezzogiorno, anche sul pianodella cultura dell'essere propositivi e posi-tivi». Ma subito si è entrati nel vivo del di-battito con il j’accuse del presidente dell'au-torità nazionale anticorruzione RaffaeleCantone: «ll problema della corruzione vaaffrontato dal punto di vista culturale, è unmale pericoloso.

C’è ancora la resistenza di un pezzo di po-litica, che non crede che la legalità sia unostrumento di sviluppo, e anche di parte dellaburocrazia. Diventa fondamentale quindi ilruolo delle agenzie educative, prime fra tuttela Chiesa, affinché sensibilizzi la società acomprendere che quella per sconfiggere lacorruzione è una battaglia fondamentale acui tutti dobbiamo dare il nostro contributo».

Magistrati protagonisti durante il con-

vegno con una menzione speciale, oltre chea Cantone, anche al procuratore dellaRepubblica di Reggio Calabria FedericoCafiero de Raho e a Ugo Ricciardi per la sualotta all'abusivismo.

«Un premio che dedico alla misericor-dia di Dio visto che lo scorso anno, quandodovevo ritirare questo premio, mi avevanodato soltanto 48 ore di vita. Un riconosci-mento, dunque, per me particolarmentesentito», ha commentato Ricciardi com-muovendo la sala affollatissima anche datanti artisti vicini alla manifestazione. E traquesti anche Lino d’Angiò, premiato an-ch’egli, che non ha voluto far mancare unasua imitazione dell’arcivescovo.

Il cardinale Crescenzio Sepe si è poisoffermato sull'importanza del lavoro, te-ma della giornata. «È una priorità tra lepriorità. Tutti devono prendere coscienza

del dramma che affligge i nostri giovani edella necessità di ritrovare la via del lavoroper evitare una deriva morale. La societàcivile e quella politica hanno una missionefondamentale: promuovere il lavoro e lalegalità. Proprio alla corruzione dediche-remo la lectio magistralis per l'aperturadell'anno accademico della Pontificia fa-coltà teologica dell'Italia meridionale», haannunciato l’arcivescovo metropolita.

Numerosi gli interventi durante il con-vegno dedicato appunto a pensioni, disabi-lità e corruzione nel mondo del lavoro, trai quali quello della neosegretaria di CislCampania Doriana Buonavita, alla sua pri-ma uscita pubblica dopo l'elezione, il sot-tosegretario Pier Paolo Baretta, il direttoregenerale Inail Giuseppe Lucibello, il presi-dente Bcc Amedeo Manzo, moderati dal di-rettore di Rai Vaticano Massimo

Milone. Ha concluso il presidente naziona-le di Mcl Carlo Costalli. «Il nostro mercatodel lavoro è ancora caratterizzato da unbasso tasso di inclusione, da inaccettabilisquilibri territoriali e da una vasta presen-za di lavoro sommerso», ha dichiaratoCostalli che ha proseguito: «Il lavoro neroe il lavoro illegale sono una drammaticapiaga sociale: ciononostante esempi di ca-poralato brutale ne abbiamo avuti moltis-simi nella nostra Italia.

Purtroppo, spesso, è anche una rispostaalla mancanza di lavoro: di ‘buon lavoro’.Ma affinché il termine ‘legalità’ non riman-ga soltanto retorica occorre contrastarecon tutti i mezzi necessari la criminalità or-ganizzata e la corruzione e, oltre ad esse, letante situazioni di lavoro nero che moltospesso diventano nuove forme di schia-vitù».

Vita DiocesanaNuova Stagione 29 ottobre 2017 • 5

Istituto Piccole Ancelle di Cristo Re

Lectura patrumneapolitanaPrenderà il via il prossimo 18novembre l’edizione 2017-2018della Lectura PatrumNeapolitana, a cura di AntonioVincenzo Nazzaro e suorAntonietta Tuccillo e organizzatapresso l’Istituto delle PiccoleAncelle di Cristo Re. Sei gli appuntamenti previsti,nel solco tracciato dalCofondatore, padre GiacintoRuggiero ofm, per promuovere ediffondere lo studio e laconoscenza dei Padri dellaChiesa. La voce dei Padri è lavoce di una tradizione viva cheha guidato e animato ilcammino della civiltà romano-germanica, prima e di quellaeuropea, dopo. Questo ilcalendario degli incontri che siterranno presso l’Aula Magnadella Casa del Volto Santo, invia Ponti Rossi 54, Napoli.Sabato 18 novembre, alle ore 17,S. E. Mons. Enrico dal Covolo,Rettore Magnifico dellaPontificia UniversitàLateranense, tratterà il tema: “IlLazzaro di Pirandello e i Padridella Chiesa”. Sabato 20gennaio, alle ore 17, RenatoUglione, Presidente del CentroEuropeo di Studi Umanistici“Erasmo da Rotterdam” diTorino, leggerà: Tertulliano, “Leuniche nozze”, a cura di RenatoUglione. Corona PatrumErasmiana. Series Patristica 2.Torino, Edizioni Loescher, 2017.Sabato 24 febbraio, alle ore 17,Marcello Marin, Direttore delDipartimento di StudiUmanistici dell’Università diFoggia, leggerà: Agostino, “Lagrazia e il libero arbitrio”, a curadi Giuseppe Balido, Napoli,Editrice Domenicana Italiana,2016. Sabato 17 marzo, alle ore17, Luigi Franco Pizzolato,professore emeritodell’Università Cattolica diMilano, leggerà: Massimo ilConfessore, “Mistagogia”, a curadi Rosa Maria Parrinello,Letture cristiane del primomillennio, Edizioni Paoline,2016. Sabato 21 aprile, alle ore17, Roberto Palla, professoreordinario di Letteraturacristiana antica dell’Universitàdi Macerata, leggerà: GregorioNazianzeno, “Tra autobiografia eteologia” (Carme II, 1, 68.Carme II, 1, 30) a cura diAntonella Conte, Poeti cristiani,9, Pisa, Edizioni Ets, 2017.Sabato 19 maggio, alle ore 17,Manlio Simonetti, professoreemerito dell’Università “LaSapienza” di Roma e socionazionale dell’Accademia deiLincei, leggerà: Origene, “Omeliea Ezechiele”, a cura di AntonioGrappone e Federica Bucchi,Opera omnia di Origene, 8,Edizioni Citta Nuova, 2016.È prevista l’attribuzione dicrediti per gli studenti dellaPontificia Facoltà Teologicadell’Italia Meridionale e per idottorandi dell’Università diNapoli “Federico II” cheparteciperanno alle Lecturae.

Accogliere i pellegrini: l’esperienzaterritoriale delle famiglie

Primo incontro di formazione a cura dell’Ufficio Famiglia e Vita della Diocesi per tradurre la Lettera Pastorale del Cardinale Sepe sulla quarta opera di misericordia nella vita pastorale delle nostre comunità parrocchiali

Giovedì 19 ottobre nella Sala Multimedialedella Curia si è svolto il primo incontro di for-mazione per gli operatori di pastorale familia-re proposto dall’Ufficio Famiglia e Vita delladiocesi di Napoli.

Il titolo “Accogliere i pellegrini: l’esperien-za territoriale delle famiglie accoglienti” espri-meva l’obiettivo di tradurre la LetteraPastorale del Cardinale Sepe sulla quarta ope-ra di misericordia nella vita pastorale delle no-stre comunità parrocchiali e nelle famiglie.Dopo la preghiera iniziale e una breve introdu-zione, curate dei responsabili dell’Ufficio,prendeva la parola il relatore, GiancamilloTrani, vice direttore della Caritas diocesana,ricco dell’esperienza “professionale” maturatasul campo.

Trani ha sottolineato la meravigliosa sinto-nia tra il Cardinale Sepe e Papa Francesco,frutto evidente dell’azione della Spirito Santo,in quanto la Lettera Pastorale del Vescovo diNapoli sembrava un vero preludio alla “IGiornata Mondiale dei Poveri” che sarà cele-brata il 19 novembre prossimo, dal tema “Nonamiamo a parole ma con i fatti”.

Poi ha evidenziato le vecchie e nuove acce-zioni in cui si declina “l’esser pellegrini”: dal-l’antica definizione di essere “viandante” aquella di essere “escluso” dalla società. Dal ri-spetto che anticamente si attribuiva all’”ospi-te” al rifiuto di chi oggi appare “diverso”: i“senza fissa dimora”, i “nuovi poveri” generatidall’ultima devastante crisi economica (che haparticolarmente falcidiato il nostro meridio-ne), i “sieropositivi”, gli “ex detenuti”, gli affettidalle dipendenze più svariate (ludopatia, tos-sicodipendenza, alcolismo), fino ai cosiddetti“migranti”, distinti tra “economici” e “richie-denti asilo”, ma uniti nel desiderio di una vitache offra speranza di pace e di benessere per sée per le loro famiglie.

Il relatore ricordava anche la toccante espe-rienza di accoglienza dei migranti, arrivati inmassa al porto di Napoli, su una nave in cuierano assiepati all’inverosimile, superando lastessa capacità di carico. Di fronte a questaemergenza globale l’Europa dell’accoglienzasta scivolando verso l’Europa dei “muri”, a par-tire dal cosiddetto gruppo di Visegràd(Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia eUngheria) che di fronte alle quote di migrantiassegnate dall’Unione Europea si sono com-pattati nella negazione dell’accoglienza eri-gendo muri e fili spinati.

Tra gli “espulsi dalla società” non ci sonosolo i migranti, ma anche i “vicini della portaaccanto”, quanti abitano nel nostro stesso con-dominio, e le cui drammatiche vicissitudini sisvolgono spesso nella solitudine e nell’indiffe-renza. Occorre uscire dalla trappola del pre-giudizio e dei luoghi comuni in cui vengonoclassificate le persone ancor prima di averleveramente incontrate. Per superare questiproblemi si dovrebbe promuovere una vera re-ciproca conoscenza, evitare la ghettizzazione,adoperarsi per “accogliere” sempre chi per noi

è “straniero”. «Adoperiamoci per divenire “fa-miglie accoglienti, famiglie solidali”, faccia-moci “moltiplicatori di solidarietà”: ecco l’invi-to dei nostri Pastori», ha concluso Trani.

Giovanni Scalamogna, operatore della“Pastorale Carceraria” e diacono permanente,ha raccontato la propria esperienza pastoraleaccanto ai carcerati e alle loro famiglie.«L’errore di una persona si riflette su tutti gli al-tri componenti della famiglia, generandone l’e-sclusione sociale e rendendo molto difficile ilreinserimento nella società dell’ex detenuto,una volta scontata la pena. Esiste però l’espe-rienza positiva delle misure alternative al car-cere, in cui si riscopre il senso della legalità e

che facilitano il reinserimento nella società.Anche le parrocchie dovrebbero essere più sen-sibili all’accoglienza delle famiglie affette datali ferite».

Altri sottolineavano la positività dell’affidofamiliare, e la bellezza di accogliere ragazzi eragazze senza alcuna distinzione di razza e direligione ed estendendo l’accoglienza anche al-le loro famiglie.

L’auspicio comune è stato quello di iniziareun percorso che veda la Caritas Diocesana e laPastorale Familiare collaborare sempre di piùa favore dell’accoglienza delle famiglie biso-gnose e ferite.

Équipe Ufficio Famiglia e Vita

Attualità Ecclesiale Nuova Stagione6 • 29 ottobre 2017

Cresime inCattedraleLe prossime domeniche in cui verrà conferito il Sacramento dellaConfermazione

12 novembre26 novembre10 dicembre31 dicembre

* * *

ChiusuraUfficidi Curia

Si rende noto che gli uffici

della Curia Arcivescovile di

Napoli, in largo Donnaregina,

saranno chiusi al pubblico gio-

vedì 2 e venerdì 3 novembre.

* * *

GuidaLiturgicoPastorale2017-2018È in vendita, presso le seguenti

librerie cattoliche, la Guida

Liturgico-Pastorale 2017-2018.

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La catechesi settimanale di Papa Francesco

La speranza cristiana di Antonio Colasanto

Oggi vorrei mettere a confronto, ha an-nunciato Papa Francesco dando inizio al-la catechesi del mercoledì,la speranza cri-stiana con la realtà della morte, una realtàche la nostra civiltà moderna tende sem-pre più a cancellare.

Così, quando la morte arriva, per chi cista vicino o per noi stessi, ci troviamo im-preparati, privi anche di un “alfabeto”adatto per abbozzare parole di senso in-torno al suo mistero, che comunque rima-ne. Ci fa scoprire che i nostri atti di orgo-glio, di ira e di odio erano vanità: pura va-nità.

Ci accorgiamo con rammarico, ha ag-giunto il Papa, di non aver amato abba-stanza e di non aver cercato ciò che era es-senziale. E, al contrario, vediamo quelloche di veramente buono abbiamo semina-to: gli affetti per i quali ci siamo sacrificati,e che ora ci tengono la mano.

Gesù ha illuminato il mistero della no-stra morte. La speranza cristiana attinge

da questo atteggiamento che Gesù assumecontro la morte umana: se essa è presentenella creazione, essa è però uno sfregioche deturpa il disegno di amore di Dio, e ilSalvatore vuole guarircene.

Altrove i vangeli raccontano di un pa-dre che ha la figlia molto malata, e si rivol-ge con fede a Gesù perché la salvi (cfr. Mc5, 21-24. 35-43).

E non c’è figura più commovente diquella di un padre o di una madre con unfiglio malato. A un certo punto arriva qual-cuno dalla casa di Giairo e gli dice che labambina è morta, e non c’è più bisogno didisturbare il Maestro.

Gesù sa che quell’uomo è tentato di rea-gire con rabbia e disperazione, perché èmorta la bambina, e gli raccomanda di cu-stodire la piccola fiamma che è accesa nelsuo cuore: la fede.

E poi, arrivati a casa, risveglierà labambina dalla morte e la restituirà viva aisuoi cari.

Gesù ci mette su questo “crinale” dellafede. A Marta che piange per la scomparsadel fratello Lazzaro oppone la luce di undogma: «Io sono la risurrezione e la vita».È quello che Gesù ripete ad ognuno di noi,ogni volta che la morte viene a strappare iltessuto della vita e degli affetti. Dice Gesù:«Io non sono la morte, io sono la risurrezio-ne e la vita, credi tu questo?».

Gesù ci prenderà per mano, come preseper mano la figlia di Giairo, e ripeterà an-cora una volta: «Talità kum», «Fanciulla,alzati!» (Mc 5, 41).

Ognuno di noi pensi alla propria morte,e si immagini quel momento che avverrà,quando Gesù ci prenderà per mano e cidirà: «Vieni, vieni con me, alzati».

Lì finirà la speranza e sarà la realtà, larealtà della vita.

Pensate bene: Gesù stesso verrà daognuno di noi e ci prenderà per mano, conla sua tenerezza, la sua mitezza, il suoamore.

No alla violenza nel nome di DioUna visita essenziale fu quella del Pontefice al Cairo, lo

scorso mese di aprile riassunta con speranza nel motto “Papadi pace nell’Egitto di pace”. Solo poche ore, ma che lasciaronoun’indicazione forte e univoca in tre ambiti. In quello politico,per contrastare le guerre e il terrorismo che da troppo tempodevastano quest’area del mondo. Nella ricerca ostinata deldialogo con l’Islam, contro la strumentalizzazione della reli-gione ripetendo il no alla violenza. E infine nel cammino ecu-menico, che avanza anche nella realtà tragica e dolorosa dellapersecuzione e del martirio di tanti cristiani uccisi senza di-stinzioni confessionali dal fanatismo dei fondamentalisti.

Sullo sfondo sta il rinnovamento sempre necessario allaChiesa e che negli ultimi decenni si è ispirato al ConcilioVaticano II. E non a caso due importanti testi conciliari sonostati citati in un discorso di Papa Francesco, più volte applau-dito come nel corso dell’incontro con il presidente egiziano AlSisi.

Settanta anni fa l’Egitto fu uno dei primi Paesi arabi a sta-bilire relazioni diplomatiche con la Santa Sede. Fra difficoltàe durezze quotidiane, la nazione egiziana ha un ruolo insosti-tuibile di fronte alla crescita della violenza, causata, come hadenunciato Papa Francesco, dal desiderio ottuso di potere,dal commercio di armi, dai gravi problemi sociali e dall’estre-mismo religioso che utilizza il santo nome di Dio per compie-re inauditi massacri e ingiustizie. Inoltre il Pontefice ha ricor-

dato la presenza nel paese di milioni di rifugiati, soprattuttoda Sudan, Eritrea, Siria e Iraq. Rifugiati e profughi che sonoalla ricerca disperata di salvezza e vengono invece sfruttati,vilipesi e mandati a morire da trafficanti senza scrupoli.

«La storia – ha ammonito il Papa – non perdona quanti pro-clamano la giustizia e praticano l’ingiustizia. Per questo abbia-mo il dovere di smascherare i venditori di illusioni circa l’aldilà,che predicano l’odio per rubare ai semplici la loro vita presentee il loro diritto di vivere con dignità, trasformandoli in legna daardere, e l’obbligo di smontare le idee omicide e le ideologie estre-miste, affermando l’incompatibilità tra la vera fede e la violen-za».

Denuncia che Papa Francesco aveva anticipato chiedendoai musulmani di schierarsi con i cristiani e gli altri credenti inun fronte comune che porti alla luce i tentativi di giustificareogni forma di odio in nome della religione. Perché «solo la pa-ce è santa e nessuna violenza può essere perpetrata in nome diDio, in quanto profanerebbe il suo nome».

Per questo motivo «siamo chiamati a smascherare la violen-za che si traveste di presunta sacralità – ha scandito ancora ilPapa rivolgendosi direttamente ai partecipanti alla conferen-za ed esortandoli a difendere – la sacralità di ogni vita umanacontro qualsiasi forma di violenza fisica, sociale, educativa opsicologica».

Virgilio Frascino

IN RICORDOÈ tornato

alla Casa del Padre

Don Antonio CarboneVice parroco presso

Immacolata e Sant’Anna al Vasto

Direzione, Redazione e Amministrazione di “Nuova Stagione”partecipano al dolore

della famiglia.

San Gerardo di PotenzaVescovo – 30 ottobre

Gerardo, Vescovo del dodicesimo secolo, è il patrono della cittàe dell’Arcidiocesi di Potenza. Nato a Piacenza in una famiglia di no-bili origini, si diresse verso l’Italia Meridionale probabilmente conl’intenzione di imbarcarsi insieme ai crociati verso i Luoghi Santi.Giunto però a Potenza iniziò a dedicarsi all’apostolato.

E il suo impegno gli attirò a tal punto l’ammirazione della genteche, quando morì il Vescovo, il clero e il popolo lo scelsero come suc-cessore. Ordinato Vescovo ad Acerenza, resse la Chiesa di Potenzaper otto anni. Anche da vescovo «era di tanta sobrietà – scrive il bio-grafo e successore Manfredi – da sembrare un monaco». Morì nel1119. Trascorso un solo anno Papa Callisto II lo proclamò Santo afuror di popolo.

Beato Cristoforo di RomagnaSacerdote – 31 ottobre

Cristoforo, inizialmente sacerdote diocesano, esercitava il mini-stero di parroco, forse presso Cesena in Romagna, anche se il suoculto presso tale città potrebbe risalire solo al diciottesimo secolo.All’età di circa quaranta anni lasciò tutto per farsi seguace di SanFrancesco d’Assisi ed entrare nel nascente Ordine dei Frati Minori.Svolse il suo apostolato tra i lebbrosi e si distinse per l’austerità dellasua vita.

Venne poi inviato a predicare in Francia contro gli albigesi.Fondò inoltre vari conventi francescani, il primo dei quali fu quellodi Chaors nella Guyenne, regione della Francia meridionale. Ebbedunque il grande merito di riuscire a diffondere nelle Gallie il fran-cescanesimo.

Morì infine nel 1272, forse addirittura centenario. Le sue reliquieandarono perse nel 1580, quando gli ugonotti incendiarono il mo-nastero di Cahors. Quanto al suo titolo di Beato, i bollandisti riten-nero non duraturo il culto tributatogli, ma finalmente nel 1902 fuavviato un processo che portò tre anni dopo all’approvazione uffi-ciale della venerazione nei suoi confronti.

San VittorinoVescovo e martire – 2 novembre

San Vittorino fu vescovo nell’Alta Pannonia, odierna Slovenia. Lepoche notizie tramandate sul suo conto si devono ai riferimenti nelleopere di San Girolamo. Da questi emerge che Vittorino divenne ve-scovo di Pettau e scrisse commentari relativi all’Antico e NuovoTestamento.

Girolamo giudicò molto positivamente l’operato del santo vesco-vo. Vittorino pare essere morto martire della fede durante la violentapersecuzione scoppiata al termine del regno dell’imperatoreDiocleziano, verso l’anno 303. Il suo culto sopravvisse ai travagli chenel corso dei secoli colpirono la zona dove esercitò il suo ministeroe, per un certo periodo, venne erroneamente indicato come primovescovo di Poitiers.

Pastorale e DomenicaNuova Stagione 29 ottobre 2017 • 7

Questionedi amoreSe oggi qualcuno chiedesse:«Qual è il grandecomandamento? Cosa glirisponderemmo?Gesù non aveva dubbi.Potremmo ripete le sue parole,ma facendolo potremmo ancherischiare di perderci in generichee astratte affermazioni. Dopo dilui tutto è diverso. E limitarsi aripetere versetti non fa altro chegenerare una sorta di auto goal,un pericoloso effetto boomerangche prima o poi ci travolgerà. Ilcuore della fede è uno: amare, efarlo come lui ha fatto. Ilcomandamento è uno, ed ènuovo e antico: amare. Antico;perché da sempre Dio lo chiestoai suoi figli: amare lui, amare sestessi, amare il prossimo, amarelo straniero, amare gli orfani e levedove (proprio come la Paroladella trentesima domenica delTempo Ordinario ci ricorda). Main Gesù è nuovo; perché in luiper la prima volta abbiamo vistol’amore di Dio farsi carne;salvare la «carne», riscattarla,sollevarla, redimerla.Diciamocelo a chiare lettere:questo comandamento ci divide.Divide le scelte di ogni cristiano.C’è chi in questo momentostorico continua a ignorare leistanze e le conseguenze diquell’amore a cui siamochiamati. L’amore, vissuto comeGesù lo ha vissuto e proposto, èradicale e universale. La nostraproposta spesso e volentieri nonlo è. Accogliere lo straniero,difendere il debole, proteggerel’apolide, perdonare il criminale:oggi è qualcosa diinammissibile… soprattutto aldire di certe correnti, sedicenticristiane. Eppure chi segue unDio che si è fatto uomo, che hainvocato il perdono per i suoiaccusatori e omicidi, che ha«perso tempo» con pubblicani eprostitute, che ha salvato anchenoi peccatori, non può nonamare.E allora o la fede è questione diamore o non è fede: è pura esemplice convenienza. Dureràfinché conviene… finché ci saràda qualche parte un paradiso daguadagnare.

La preghieraAmare, altro non serve.Amare è gesti.Amare è scelte.Amare è inventare il bene.Amare è costruirlo con pazienza.Amare è scegliere l’altro.Amare è metterlo al primo posto.Amare è fare ciò che Dio farebbein ogni istante, per chiunque.Amen.

Preghiere dei fedeli per ibambini, scritte ispirandosi alVangelo ogni domenica, verran-no messe a disposizione sul mioblog www.cantalavita.com. Po -tranno essere usate anche comepreghiera di intercessione du -rante l’incontro di catechesi set-timanale.

Mariangela Tassielli

29 ottobre. Trentesima Domenica del Tempo Ordinario

Il grande e primo comandamentoEf 22, 20-26; Sal 17; 1 Ts 1, 5c-10; Mt 22, 34-40

SANTI, BEATI E TESTIMONIRECENSIONI

Sinfonie di umanità Ciò che fratel Michael Davide propone è un intenso cammino spi-

rituale da vivere, per diventare capaci di scrivere sinfonie di uma-nità. Con maestria, costruisce il percorso come fosse una parabolamusicale. La sfida è chiara: lavorare su stessi per aprirsi al grido diumanità che si innalza da tanti fratelli e sorelle e dallo stesso Spiritoe per divenire capaci di scelte quotidiane che siano pienamenteumane. «Non basta – suggerisce l’autore – essere nati nel genere uma-no per essere capaci di umanità. Umani si diventa, ma non lo saremomai troppo». L’autore focalizza cinque ambiti specifici, i cinque righidel pentagramma: la coscienza, l’ascolto, la libertà, la gentilezza, ildiscernimento, perché questi saranno poi il fondamento su cui po-tranno essere scritte e vissute, in modo personale e situato, le notedi umanità, quegli atteggiamenti cioè da vivere come la fede, la spe-ranza, la carità, la prudenza, la giustizia, la mite fortezza, la tempe-ranza, con coraggio e umiltà.Michael Davide Semeraro. Sinfonie di umanità Edizioni Paoline – 2017 Pagine 150 – euro 15,00

Scopriamo l’anno liturgicoCi sono tanti modi per aiutare i bambini al catechismo, a scoprire

cos’è un Anno Liturgico, quali sono le sue caratteristiche, i colorispecifici. Questo sussidio lo fa attraverso il gioco dell’oca, fornendoun tabellone e una serie di pedine da ritagliare. I giocatori, bambini,ragazzi e catechisti, potranno, casella dopo casella, giocare da soli ein squadra, rispondendo a una serie di domande e cimentandosi inalcune prove per scoprire, passo dopo passo, tutto l’anno liturgico ele sue caratteristiche, i sacramenti e tutto ciò che, come cristiani, ce-lebriamo nell’anno liturgico. I destinatari privilegiati sono i bambinidella fascia dell’iniziazione cristiana, dai 7 anni in su. Ma attorno aun gioco da tavolo amano radunarsi, tutti piccoli e grandi, ragazzi,famiglie e catechisti.Anna Maria Pizzutelli – Paolo Della PerutaGiocando scopriamo l’anno liturgico. Sussidio per la catechesi Edizioni Paoline – 2017 Pagine 8 – euro 4,50

Nel presepe di sugheroIl libro presenta le diverse figure del presepio mettendone in eviden-za il valore simbolico e l’atteggiamento nei confronti di Gesù, concui siamo invitati a confrontarci. Offre quindi indicazioni per rea-lizzare le statuine con tappi di sughero o con altra tecnica semplicee materiale “povero”.Maria Grazia Ciravegna – Francesco CraveroNel presepe di sughero: Dio tra noi. Le statuine del presepe presentate ai piccoli e ai grandiEdizioni Elledici – 2017 Pagine 96 – euro 9,90

L’amore non rappresenta per la Scritturauna tra le tante chiavi di lettura che la rive-lazione offre all’uomo per decodificare sestesso e Dio: l’amore è senza dubbio il cuorestesso di tutto il messaggio biblico, da cui«dipendono tutta la Legge e i Profeti». Se, in-fatti, «Dio è amore» (1Gv 4, 8), allora anchel’uomo, creato a immagine e somiglianza diDio (cfr. Gen 1, 26-27), porta in sé i segni diquell’amore vivendo il quale realizza in pie-nezza ciò che è per sua natura.

Facendo dell’amore «il grande e primocomandamento», come suggerisce ilVangelo di questa domenica, Gesù non in-tende spogliare l’amore della sua compo-nente pulsionale e passionale: vuole, al con-trario, affermare l’impossibilità per l’uomodi essere davvero se stesso al di fuori di unorizzonte nel quale lascarsi amare e amare;al tempo stesso, poi, egli intende portare ilsuo interlocutore, in questo caso un dottoredella Legge e, quindi, chiunque cerchi nellaLegge una via di verità e di unificazione disé, a comprendere che neppure la Legge sicolloca al di fuori di questo orizzonte, alquale, invece, risulta assolutamente indi-spensabile, perché l’amore non venga ba-nalmente e superficialmente identificatocome possibilità di un accesso incondizio-nato all’altro e di una sua presa senza limiti.

Il limite imposto dalla Legge, dunque,

“serve” all’amore perché questo sappia ef-fettivamente riconoscere che esiste un altroe sappia relazionarsi con lui; al tempo stes-so, però, l’amore “serve” alla Legge perché èin esso che si esprime il più profondo dei de-sideri dell’uomo: quello di essere ri-cono-sciuto e di essere amato.

Il comandamento grande ha una duplicedeclinazione in relazione ai destinataridell’amore: esso, infatti, è al tempo stessoamore di Dio e amore del prossimo. Su que-sto i Vangeli sono concordi, sia pure secon-do sfumature differenti che riflettono unadiversa meditazione sul tema da parte dellecomunità all’interno delle quali sono statiredatti: riprendendo Marco, anche Matteoparla di due comandamenti, ma specificache di essi il secondo è simile al primo; perLuca si tratta, invece, di un unico comanda-mento; la tradizione giovannea, che pure in-siste sul “mandatum novum”, arriva ad af-fermare che «chi non ama il proprio fratelloche vede, non può amare Dio che non vede»(1Gv 4, 21).

Ciò che lega i due amori, dunque, è nonsolo la radice (si ama perché Qualcuno ci haamati per primo: cfr. 1Gv 4, 19), ma anche ilfatto che l’amore per il prossimo è rivelativodell’amore che si dice di nutrire per Dio.

Il criterio ultimo che dice la verità di que-sto amore risiede nella capacità di amare

come se stessi: da un lato, quindi, solo chi èin grado di amare l’altro come se stesso ri-conosce veramente l’altro come un altro dasé, un altro “io” da amare e rispettare; dal-l’altro, solo amando l’altro come se stessi, siriconosce la propria esistenza come relazio-nale e si assume la verità per la quale solo vi-vendo in relazione l’uomo può giungere alcompimento della propria natura umana epuò dire di vivere davvero.

Nessuna contrapposizione, allora, traamore di Dio e amore del prossimo, ma nep-pure tra amore del prossimo e amore di sé:l’amore di cui parla il vangelo è esperienzadi profonda unificazione, attraverso cui vie-ne sanata la frammentazione introdotta tral’io, Dio e l’altro dalla caduta dell’uomo edella donna nel giardino dell’in-principio. Adare valore all’amore, dunque, non è il suooggetto: non importa verso chi tenda l’amo-re perché esso sia vero.

A inverare l’amore è la sua capacità dinon escludere nessuno dal proprio raggio diazione, esattamente come fa il Dio rivelato-ci in Gesù, un Dio che è disposto a cercarefin negli inferi il suo interlocutore per con-sentirgli, attraverso l’amore, di vivere anco-ra.

Gianpiero TavolaroMonaco di Ruviano

Speciale Nuova Stagione8 • 29 ottobre 2017

I temi trattidall’«Instrumentumlaboris» della Settimana di Cagliari

Quattroproposteal Paese(dvdl) Quattro “proposteconcrete” da “affidare al Paese”,tramite la presenza delPresidente del Consiglio, PaoloGentiloni. A farle al Governosarà il mondo cattolico, a partiredagli impegni che la Chiesaitaliana si assume in primapersona. Lo ha spiegato SergioGatti, vicepresidente delComitato scientifico eorganizzatore delle SettimaneSociali, parlando della 48ªedizione dell’evento ecclesiale, inprogramma a Cagliari dal 26 al29 ottobre, e i cui lavoripotranno essere seguitiinteramente in streaming,tramite i due siti:www.chiesacattolica.it ewww.settimanesociali.it, senzacontare il dialogo con chi èesterno via “social”.«Si tratta di quattro proposte suquattro temi molto precisi, mache potranno essere arricchite eprobabilmente anche ampliatedal dibattito, che sonofondamentali per la crescitaeconomica, sociale e culturaledel nostro Paese, che potrannogarantire un futuro nuovo ainostri giovani», ha spiegatoGatti: niente di giàpreconfezionato, dunque, ma“un cantiere aperto”, come haprecisato mons. Filippo Santoro,arcivescovo di Taranto epresidente del Comitato. I temidelle quattro proposte concrete,ha spiegato Gatti, sono trattedall’Instrumentum laboris dellaSettimana di Cagliari, eriguarderanno quattro ambiti: laformazione; il nuovo lavoro, conriferimento alla cosiddetta “gigeconomy” e al pericolo delcaporalato digitale, processi che“vanno governati, non subiti”; inuovi modelli di vita, con lanecessità di “suddividere ilnostro tempo liquido,riconoscendo la distinzione tralavoro tradizionale e lavoro dicura”; l’Europa, “come nostracasa comune, unica modalitàcon cui possiamo realmenteaffrontare le sfide di un mondosempre più globalizzato”.Tra i temi sotto la lented’ingrandimento, ha annunciatomons. Fabiano Longoni,direttore dell’Ufficio Cei per iproblemi sociali e il lavoro,anche l’alternanza scuola-lavoro, «tema su cui oggi sidibatte molto e per affrontare ilquale bisogna proseguire sullaformazione duale, che inGermania ha già fruttato unariduzione consistente delladisoccupazione giovanile».

Una riflessione del Presidente nazionale del Movimento Cristiano

Quale futuro p disabilità e legalità n

di Carlo C

Gli ultimi dati statistici affermano chel’Italia è in ripresa. Tuttavia non siamo dicerto ancora fuori dal guado. La lunga crisieconomica e i decenni di mancata crescitahanno gravato, e gravano ancora pesante-mente, sulle famiglie, sui lavoratori e suigiovani. La quota degli italiani a rischio po-vertà e l’alto tasso di disoccupazione non la-sciano spazio a dubbi in merito.

Sebbene i dati Istat abbiano stimato unacrescita percentuale degli occupati, è veroanche che il tasso di disoccupazione giova-nile aumenta ancora e la situazione si fa piùcritica al Sud. Ed anche laddove si registraun aumento dell’occupazione, si tratta so-prattutto di contratti a termine. Inoltre, laripresa tocca solo alcune regioni e alcunisettori e si giova in larga parte delle misuredella Bce che non saranno eterne. I segnalidi una vera ripartenza, che pure vi sono seb-bene ancora molto timidi, costituisconoun’opportunità che tuttavia, se non vienecolta, implementata e sostenuta nel modocorretto, rischia di essere solo un fuoco dipaglia.

C’è bisogno di politiche che sappianocreare il vero sviluppo, di proposte forti ela-borate con la collaborazione di tutte le forzevive del Paese. Sono necessarie riformestrutturali vere, una politica industrialecredibile, si deve intervenire sull’accesso alcredito, ridurre il cuneo fiscale, pagare i de-biti pregressi delle P.A. alle imprese. Troppospesso, nelle strategie per contrastare la di-soccupazione giovanile, si dimentica che senon si rafforzano le imprese non si creano

posti di lavoro.Il nostro mercato del lavoro è ancora ca-

ratterizzato da un basso tasso di inclusione,da inaccettabili squilibri territoriali e dauna vasta presenza di lavoro sommerso. Lalegalità nel lavoro è una questione essenzia-le per uno sviluppo armonico della societàe per creare coesione sociale. Il lavoro neroe il lavoro illegale sono una drammaticapiaga sociale e di esempi di “caporalato”brutale ne abbiamo avuti moltissimi nellanostra Italia.

Purtroppo, spesso, è anche una rispostaalla mancanza di lavoro: di “buon lavoro”.Ma affinché il termine “legalità” non riman-ga soltanto retorica occorre contrastarecon tutti i mezzi necessari la criminalità or-ganizzata e la corruzione e, oltre ad esse, letante situazioni di lavoro nero che moltospesso diventano nuove forme di schiavitù.Occorre dimostrare con i fatti che l’illega-lità non è l’unica occasione per trovare unsostentamento per se stessi e per la propriafamiglia. Si tratta, ancor prima che di unaquestione economica, di promuovere la di-gnità della persona: una dignità che nonpuò essere barattata, né messa da parte, mache va promossa concretamente.

Se la mancanza di lavoro rimane uno deiproblemi più seri in Italia, l’altra vera emer-genza sono le famiglie, che fin qui hannofatto da ammortizzatore sociale sorreggen-do il Paese nei momenti di crisi, e che oggisempre più numerose si trovano al di sottodella soglia di povertà. Le politiche familia-ri sono del tutto insufficienti e inadatte a

Il Convegno di febbraio su Chiesa, giovani e lavoro nel Sud, promosso dal Cardinale Crescenzio Sepe con i Vescovi delle Regioni Meridionali

«Testimonianza di viva prossimità»Conoscere la realtà per cambiarla, sen-

za sterili piagnistei. Per smettere di ruba-re il futuro ai giovani. Con questo impe-gno le Chiese del Mezzogiorno si diederoappuntamento a Napoli, l’8 e 9 febbraio,su invito del Cardinale Crescenzo Sepe,per una riflessione su “Chiesa e lavoro.

Quale futuro per i giovani nel Sud?”,tappa importante verso la Settimana so-ciale dei cattolici italiani, che ha a temaproprio “Il lavoro che vogliamo”. Vescovi,sacerdoti e laici – tanti i giovani – si inter-rogarono sul futuro del Sud e delle nuovegenerazioni, troppo spesso costrette aemigrare per trovare un lavoro quanto-meno decente.

Una prossimità – quella tra Chiesa epolitica – chiamata ad andare oltre l’e-nunciazione di principi per un impegnofattivo, «nel rispetto di ogni identità macon il solo scopo di fare il bene della co-munità», come ricorda l’Arcivescovo diNapoli, Crescenzio Sepe.

Di fronte al dramma del lavoro chemanca e dei giovani del Sud la Chiesa nonvuole che si alzi bandiera bianca: dopo illamento, è l’ora dell’impegno.

Insieme, partendo da quelle “buonepratiche” che già ci sono e che fanno sì chela speranza di un riscatto non sia illusio-ne, ma realtà incarnata in uomini e donnedel Sud.

La comunità ecclesiale non poteva resta-re indifferente di fronte a tale dramma né po-teva rassegnarsi a considerare i propri giova-ni una generazione perduta. L’iniziativa havisto la partecipazione di tutte le Chiese delSud, delle istituzioni pubbliche e della co-munità civile.

È stata una testimonianza viva di prossi-mità a quanti oggi vivono questo grave disa-gio e un’occasione concreta per intraprende-re nuovi percorsi di avviamento al lavoro».

Doriano Vincenzo De Luca

Questo impegno è ricordato con forza an-che nella Lettera pastorale «Accogliere i pel-legrini», laddove il cardinale scrive: «la no-stra Diocesi – con le Regioni Ecclesiastichedell’intero Mezzogiorno d’Italia – si è impe-gnata quest’anno nel promuovere un grandeConvegno sul lavoro, evento di notevole spes-sore umano e culturale, dedicato alla disoc-cupazione, che costituisce una grave urgen-za per tantissimi giovani, destinati a restaresenza lavoro, senza futuro, se non si intervie-ne.

sollevare il peso schiacciante che le famiglieda anni sono costrette sopportare: dalle poli-tiche fiscali al welfare, dall’assistenza allepersone disabili al lavoro giovanile che man-ca, alle politiche scolastiche troppo spessoinefficienti.

Tutti elementi che finiscono con il pesaresulle spalle delle famiglie che, di fatto, sup-

SpecialeNuova Stagione 29 ottobre 2017 • 9

Definito il programmadell’appuntamentodi Cagliari

Il lavorochevogliamo(dvdl) Saranno quattro giorni

intensi quelli in programma al

Centro dei congressi di Cagliari,

dal 26 al 29 ottobre, in

occasione della 48ª Settimana

sociale dei cattolici italiani sul

tema “Il lavoro che vogliamo.

Libero, creativo, partecipativo,

solidale”. Tre gli obiettivi

principali che si prefigge il

Comitato scientifico ed

organizzatore dell’evento:

denunciare le situazioni di

sfruttamento, illegalità,

insicurezza, disoccupazione; far

conoscere le buone pratiche;

costruire alcune proposte da

presentare sul piano

istituzionale.

Previsti, tra i tanti, gli interventi

del Cardinale Gualtiero Bassetti,

Presidente della Conferenza

Episcopale Italiana, del

Cardinale Peter Kodwo Appiah

Turkson, Prefetto del Dicastero

per il Servizio dello sviluppo

umano integrale, e di Giuliano

Poletti, Ministro del Lavoro e

delle politiche sociali.

Nella mattina conclusiva di

domenica 29 sono in

programma la celebrazione

eucaristica presieduta da mons.

Nunzio Galantino, Segretario

generale della Cei, l’intervento

del Presidente del Consiglio dei

ministri, Paolo Gentiloni, e le

conclusione di mons. Filippo

Santoro, presidente del Comitato

organizzatore della 48ª

Settimana sociale.

Nel corso delle giornate ci sarà

spazio per le testimonianze di

lavoratori e per diversi momenti

di confronto a cui prenderanno

parte esponenti del mondo

dell’associazionismo cattolico,

docenti universitari e

imprenditori. Invitati Roberto

Rossini (Acli), Giorgio Vittadini

(Fondazione per la

sussidiarietà), Alberto De Toni

(rettore Università di Udine),

Claudia Fiaschi

(Confcooperative), il ministro

Claudio De Vincenti, Giovanni

Brugnoli (Confindustria),

Roberto Moncalvo (Coldiretti),

Carlo Costalli (Mcl), Annamaria

Furlan (Cisl), Tiziano Treu

(Cnel). A Luigino Bruni e

Rosanna Virgili saranno affidate

le due riflessioni bibliche,

mentre Leonardo Becchetti

interverrà a partire

dall’esperienza di “Cercatori di

LavOro”.

o Lavoratori verso la 48ª Settimana Sociale dei Cattolici Italiani.

per pensione, nel mondo del lavoro

Costalli *

Un altro problema da affrontare con ur-genza è la costante diminuzione delle nasci-te: in base agli ultimi dati Istat abbiamo rag-giunto il minimo storico.

La questione della denatalità associataal basso tasso di occupazione femminile,colloca il nostro Paese agli ultimi posti inEuropa. Per un paradosso, solo apparente,il tasso di natalità è più elevato nei Paesi eu-ropei con un alto livello di occupazionefemminile. Le coppie, in realtà, non genera-no i figli che invece desidererebbero.Indice, questo, di difficoltà economichedelle famiglie e di profonda incertezza e ti-mori per il futuro.

Non dando risposte alle potenzialità oc-cupazionali delle donne si riduce la crescitadella popolazione e la crescita in quanto ta-le, peggiorando strutturalmente il già fragi-le equilibrio dell’economia e la sostenibilitàfinanziaria del welfare. Pertanto, per con-trastare e invertire questa dinamica negati-va sono essenziali serie ed efficaci politicheper la conciliazione tra famiglia e lavoro.Occorrono servizi per le madri e per le fami-glie, più che “bonus una tantum”. Non solo,per le donne, credo sia anche da rivederel’età pensionabile: portarla a 67 anni, la piùalta in Europa, è veramente eccessivo. Vapoi anche considerato l’impatto della de-mografia sul sistema previdenziale, la cuisostenibilità sarebbe a rischio venendo me-no l’equilibrio generazionale su cui si fon-da.

In questo quadro tendenziale le politi-che migratorie spesso sono decisive. La

grancassa populista non tiene affatto contodel reale impatto sul sistema previdenziale,sul welfare e sul sistema Paese nel suo com-plesso, e dell’invecchiamento della nostrapopolazione non compensata da una pro-porzionale regolare migrazione. Si contanoogni giorno quanti immigrati sbarcano sul-le coste, ma non si dice quanti contribuisco-no con il loro lavoro alle casse Inps e al no-stro Pil.

Sicuramente l’immigrazione va gover-nata: continua purtroppo a mancare una vi-sione strategica, capace di leggere nell’im-migrazione regolare un’opportunità anchedi rilancio economico del Paese e di soste-nibilità del welfare attraverso una pro-grammazione di lungo periodo. Manca lavisione di un patto solidale che, al di là delladistinzione fra richiedenti asilo e migrantieconomici, definisca, con lealtà e traspa-renza, i reciproci doveri di accoglienza, so-lidarietà e formazione linguistica, cultura-le, professionale, nella prospettiva dell’inte-grazione, da un lato, e rispetto delle leggi edelle istituzioni del Paese che riceve, dall’al-tro, unitamente alla disponibilità a contri-buire con il lavoro al benessere della comu-nità che accoglie.

Credo sia venuto il momento di smetteredi scaricare tutto quanto non va, i nostri fal-limenti, su Bruxelles e di inseguire i populi-smi, per essere propugnatori di una nuovaforte iniziativa che faccia riferimento al po-polarismo europeo.

* Presidente Nazionale MovimentoCristiano Lavoratori

«Abbiamo fatto rete con Libera, con ilComitato don Peppe Diana, con la diocesi diAversa e con quelle agenzie territoriali cheper noi sono fondamentali per aiutare e svi-luppare processi di rete».

Parte da qui Giuseppe Pagano, vicepresi-dente di Nco, per parlare di questa realtà delmondo cooperativo che ha avuto le sue ori-gini ad Aversa con un progetto sperimentalesulla riabilitazione psichiatrica di personeche si trovano da anni in situazioni o mani-comiali o di cliniche o di comunità.

In cogestione tra Asl, Comuni, famiglie eorganizzazioni del Terzo settore, «il pro-gramma - spiega - prevede la possibilità diavere una casa, attività di relazioni» oltre alfatto che «i ragazzi diventino soci delle coo-perative sociali e siano coinvolti in un per-corso di formazione al lavoro».

Così sono nate diverse iniziative, a co-minciare dal primo ristorante-pizzeria so-ciale a San Cipriano d’Aversa: «Aperto nel2007 - racconta - è diventato “Nco - NuovaCucina Organizzata” dove si vendono e sitrasformano prodotti provenienti da terreniconfiscati alla criminalità organizzata o dacircuiti del commercio equo e delle organiz-zazioni territoriali». «Nel 2011 - prosegue -abbiamo implementato il consorzio “Nco -

Le “buone pratiche”: l’esperienza di “Nco - Nuova Cucina Organizzata”

Leggere e trasformare il territorio

Nuova Cucina Organizzata” con organiz-zazioni sociali che oggi si occupano diun’intera rete di attività e di filiere».

Dal centro di trasformazione a Maianodi Sessa Aurunca alla fattoria di “Un Fioreper la vita” ad Aversa, dai vigneti e cantinadella cooperativa Eureka su terreni primaa Casal di Principe e poi a Santa Maria LaFossa al catering del ristorante-pizzeriache si trova oggi a Casal di Principe, in unbene confiscato alla criminalità organizza-

ta. Una rete che si è ampliata negli anni:«All’inizio eravamo una ventina di soci, orai soci delle cooperative del consorzio sonocirca 200».

In espansione anche le attività del con-sorzio Nco: dalla trasformazione e com-mercializzazione dell’olio alla spumantiz-zazione del vino con metodo Charmat maanche il bed&breakfast a Maiano con la no-vità dell’apertura di un ristorante.

Doriano Vincenzo De Luca

pliscono alle lacune di uno Stato da decennidistratto.

In questa settimana si terrà la 48a

Settimana Sociale dei Cattolici Italiani: unappuntamento importantissimo che costi-tuirà una grande possibilità di testare i biso-gni reali del Paese e per intercettare proposteinteressanti.

Vita Diocesana Nuova Stagione10 • 29 ottobre 2017

Opera PellegrinaggiArcidiocesi di Napoli

A Lourdes perl’ImmacolataL’Opera PellegrinaggiArcidiocesi di Napolipropone un pellegrinaggio aLourdes, in coincidenza conil ponte dell’Immacolata, damercoledì 6 a sabato 9dicembre.Volo di linea Alitaliadall’aeroporto di RomaFiumicino fino a Tolosa esuccessivo trasferimento inbus a Lourdes. Sistemazionein albergo a tre stelle.La quota di partecipazione èfissata a 560 euro ed ècomprensiva di tasseaeroportuali e quota diiscrizione.Possibilità di trasferimentoin bus verso l’aeroporto diRoma Fiumicino.Per ulteriori informazioni:081.55.74.256 –333.581.75.25 –333.581.75.12.

29 ottobre: festa liturgica di San Gaetano Errico

«Vi chiudo nei Sacri Cuori»

NuovaStagioneSETTIMANALE DIOCESANO DI NAPOLI

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e di formazione cristianaReg. Tribunale di Napoli N. 1115 del 16.11.57 e del 22.10.68

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Papa Francesco si è schierato, senza indu-gio e con tutta la sua forza morale, in difesa diquelli che stanno lasciando tutto per scapparedalla guerra e dalla fame e cercano altrove ca-sa, lavoro e una maggiore umana dignità. Lagrande apertura del Pontefice si scontra con lachiusura di tanti che in Italia, in Europa e nelmondo, spaventati da un flusso epocale di uo-mini, donne e bambini, vogliono chiudere lefrontiere e alzare muri, negando accoglienza erifugio, nel tentativo di difendersi. Sta passan-do l’immagine di un’umanità senza cuore, de-cisa a separare, selezionare, discriminare edescludere.

In questo scenario celebriamo la festa diSan Gaetano Errico che, invece, fece del “cuo-re” il centro della sua vita sacerdotale e missio-naria. Senza esagerare il nostro Santo fu verouomo dell’accoglienza. Da lui ogni bisognosomorale o materiale trovava assistenza, com-prensione e aiuto. Egli aveva capito che una vi-ta senza cuore potesse diventare arida, sterilee disumana, per cui impegnò se stesso a uma-nizzare al massimo i rapporti con la gente e trala gente.

La celebrazione della sua memoria, nellapresente situazione, risuona come un forte in-vito a ritornare al cuore, intenso, di là dal sen-timento, come solidarietà, condivisione, vici-nanza, partecipazione, dono disinteressato,inclusione. In una parola, accoglienza. La suatestimonianza di vita racconta come egli abbiaformato il suo cuore alla docilità frequentandola scuola dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria.Chiuso tra Loro, si era lasciato formare e ac-cendere del loro stesso Amore.

Stando in contemplazione ai piedi dellaCroce, aveva imparato a farsi prossimo dei fra-telli. Meditando il mistero dell’Incarnazione,aveva capito che, per includere, bisogna farespazio a chi viene; per condividere con luiquello che si ha basta rinunciare al proprio su-perfluo. Ascoltando le parole di Gesù dalla cro-ce: «Donna, ecco tuo figlio» e guardando Mariaai piedi della croce, egli si era reso conto cheper una vera accoglienza ci vuole una buonaconoscenza dell’altro. I due Cuori con un solobattito, un solo sentimento, un solo scopo: sal-vare l’uomo, senza chiedere connotati e prove-nienza, perché tutto già è scritto nell’essere uo-mo, erano il modello al quale il nostro santoispirava la sua vita e che oggi propone a noi.

I Cuori di Gesù e di Maria, entrambi trapas-sati dalla spada, non solo sono la testimonian-za di una porta sempre aperta per accoglieretutti, ma anche l’indicazione che, per capirechi bussa alla nostra porta, bisogna immedesi-marsi nella sua sofferenza. C’è il pericolo di as-sistere allo spettacolo di un’umanità senzacuore, per cui è impellente accogliere l’invitoche san Gaetano Errico rivolge ai suoi figli spi-rituali, consacrati e laici, a ritornare al cuore,sposando la via umana dell’inclusione, non perscelta politica, ma di cuore, che non guarda acosa l’altro porta o dà, ma al suo essere uomo.Per essere come i Sacri Cuori, trapassati dallaspada per la sofferenza e il dolore di tanti uo-mini, offesi nella loro dignità, non è possibileseguire la via del diritto, ma quella del cuore,sperando che ancora sia capace di piangerecon chi piange e ridere con chi ride.

La spada che trapassa i Sacri Cuori di Gesùe di Maria è l’amore, per cui la ferita è perenne.Chi legge la vita di Gaetano Errico nota comeegli sia costantemente impegnato a risollevaree risolvere i problemi di quelli che ricorrono alui. Credo che la nostra umanità per chiamarsitale abbia bisogno di più cuore e meno leggi. Ilcuore di san Gaetano, che ha dentro i SacriCuori di Gesù e di Maria, è sempre aperto, at-tento, tenero, misericordioso, disponibile, af-fabile, comprensivo, includente. Si raccontadei ricchi decaduti che si vergognavano dimangiare alla mensa dei poveri, presentati atutti come suoi vecchi amici e benefattori, peraiutarli a superare il naturale rossore. SanGaetano è veramente il prete di tutti, perchénel cuore ha Gesù e Maria, che sono aperti pertutti.

Egli termina sempre le sue lettere, scriven-do: «Vi chiudo nei Sacri Cuori».Non è una for-malità, ma un augurio sentito, perché è con-vinto che lì ognuno possa imparare ad amareil proprio fratello e a partecipare della loro

stessa passione per l’uomo; lì ognuno possasciogliere il gelo che lo allontana da tutti; lì ilcuore di pietra possa diventare di carne; quelloindifferente, sensibile; il duro, tenero; il drasti-co, misericordioso, lì possa imparare ad ama-re. In tempo di globalizzazione, oltre a parlaredei singoli, parliamo dell’intera umanità.

Se vogliamo darle un cuore vero, umano ecristiano, dobbiamo chiuderla nei Sacri Cuoridi Gesù e di Maria, perché a contatto con loro

perda la rigidità dei confini e degli interessi diparte e diventi sensibile e attenta ai problemi ditutti, specialmente degli ultimi, la cui voce nonsempre ha un megafono giusto per farsi senti-re. Forse la via del cuore potrebbe essere quellagiusta per allontanare il pericolo del terrori-smo, della ribellione e della guerra e consentir-ci di guardare avanti con speranza. «Vi chiudonei Sacri Cuori di Gesù e di Maria».

Luigi Toscano, m.ss.cc.

CittàNuova Stagione 29 ottobre 2017 • 11

A Capodimonte, parte il restauro della Basilica del Buon Consiglio

Fondazione Grimaldi e fondi della Chiesa per la facciata del Tempio

Con un intervento economico di 440mila euro da parte della FondazioneGrimaldi, parte il restauro della Basili-ca del Buon Consiglio a Capodimonte.La cifra servirà ad intrvenire sulla fac-ciata nord della chiesa, mentre lecoperture e il restauro della cupola cheimpegneranno altri 250.000 eurosaranno a carico della Diocesi con unparziale sostegno dei fondi otto permille. Per restaurare tutta la chiesa civogliono oltre due milioni di euro.

L’iniziativa è stata presentata ierimattina. La Diocesi è fortementeimpegnata nelle attività di restauro deiBeniculturali – ha spiegato CarmineGravino, capo dell’Ufficio tecnico dellaCurioa – ogni anno realizziamo alme-no tre interventi di resuaro, quest’an-no ne abbiamo fatti 4.

All’evento hanno partecipato il Car-dinale Crescenzio Sepe, l’ingegnereCarmine Gravino e l’architetto Gio-vanni De Pasquale, direttore dei lavo-ri, Enzo Piscopo, direttore ufficiostampa della Curia ed il direttore dellaFondazione Grimaldi e dirigente delGruppo armatoriale, Luca Marciani.

C’è un filo conduttore che lega laBasilica alla famiglia Grimaldi. Come èstato raccontato, a Maria di Gesù Lan-di, che fortemente volle la realizzazione

della Chiesa nel 1920, fu vicina AmeliaGrimaldi Lauro, sorella del Comandan-te Achille Lauro e madre di Guido Gri-maldi, fondatore della compagnianapoletana. Una targa in marmo nellaBasilica ne ricorda quel sodalizio.

L’intervento sulla facciata principa-le, che sarà avviato a gennaio 2018 e siconcluderà in due anni, sarà di tipoconservativo e molto complesso a cau-sa della costruzione in calcestruzzoarmato, una delle prime realizzazionidi questo tipo in città.

«La Fondazione Grimaldi -ha spie-gato Marciani – a dieci anni dalla suanascita ha già partecipato ad un centi-naio di progetti per un valore di cin-que milioni di euro». «Quello odiernoè solo il primo importante interventosulla Basilica.

La Diocesi si farà carico – haaggiunto il Cardinale Sepe - di lavorisuccessivi per 250 mila euro per lacopertura della facciata ed il restaurodella Cupola, ma per l’intervento defi-nitivo su tutto il complesso bisognaarrivare alla cifra di due milioni dieuro». «La Diocesi – ha confermatoPiscopo – partecipa ad almeno tre pro-getti di restauro all’anno. Quest’annone ha fatti quattro».

Elena Scarici

Città Nuova Stagione12 • 29 ottobre 2017

Un progetto per l’occupazione giovanile. L’intervento del Cardinale Sepe

Canapa in Terra di LavoroÈstato presentato, presso il MuseoDiocesano Donnaregina, il proget-to “Canapa in Terra di Lavoro”.

L’iniziativa, attraverso l’offerta di percorsiformativi, lavorativi, culturali ed etici a be-neficio dei giovani e degli extracomunita-ri, si prefigge l’obiettivo di favorire l’occu-pazione, l’inclusione sociale e la dignitàdei lavoratori.

Si tratta di un progetto di cosiddetta“agricoltura sociale” che prevede, attraver-so l’accesso a fondi etici, l’utilizzo dei ter-reni delle Diocesi e di quelli confiscati allamafia per la coltivazione della canapa in-dustriale.

Un progetto sostenuto in pieno dalCardinale Crescenzio Sepe che ha dichia-rato tutto il suo appoggio per contribuire asanare la piaga della mancanza di lavorotra i giovani, dichiarandosi disponibile acontribuire al progetto verificando la di-sponibilità di altri terreni per la coltivazio-ne della canapa da affidare al Comitato.

L’Arcivescovo ha poi conferito il premioper la legalità a Giovanni Allucci, managerdi “Agrorinasce”, baluardo per il riutilizzo afini sociali dei beni confiscati alla camorra.

Don Emilio Nappa, direttore del -l’Istituto di Scienze Religiose “San Paolo”di Aversa e moderatore dell’evento, ha poipassato la parola a Maria RosariaRomano, ricercatrice presso la RegioneCampania, che ha illustrato una ricostru-zione storica della cultura della canapanelle nostre terre.

Grande attenzione è stata poi posta cir-ca l’uso farmacologico dei principi attividella canapa per la cura delle malattie neu-rodegenerative come il morbo diParkinson, l’Helzeimer, per alleviare il do-

lore provocato dal cancro e per il contrastodegli effetti collaterali della chemiotera-pia.

Interessanti gli interventi di ClaudioBuccelli, Presidente del CentroInteruniversitario di ricerca bioetica dellaUniversità Federico II di Napoli, che ha af-frontato il delicato tema delle cure nel finevita, e di Amnon Carmi, PresidenteMondiale della Cattedra di Bioeticadell’Unesco, che ha fornito utili spunti diriflessione per le scolaresche e per gli adulti

presenti in platea in merito al significatodell’etica in rapporto alla vita dell’uomo.

Ha chiuso gli interventi Luigi Benigno,presidente del comitato promotore, riepi-logando ed esponendo i principi ispiratorie le finalità del progetto, teso a fornire uncontributo alla salvaguardia dell’ambien-te, alla creazione di opportunità lavorativee alla ricerca scientifica, chiarendo altresì,che, data la natura sociale del progetto, siaccederà solo a fondi etici non speculativi.

L’evento si è concluso con la premiazio-

ne degli studenti dell’Itis di Aversa e delConvitto di Napoli per aver realizzato deilavori sul tema dell’uguaglianza, della giu-stizia e dell’equità al centro della“Bioethics Day 2017” di Napoli.

Un premio è stato conferito anche a donEmilio Nappa da parte di MiroslavaVasinova, Presidente della CattedraItaliana di Bioetica dell’Unesco per “l’im-pegno profuso nel progetto con un’altissi-ma valenza etica”.

Nicola Di Santo

Soluzione? Cibo a domicilioNove per cento in meno di spesacomplessiva per chi ordina a do-micilio a Napoli rispetto alla me-

dia nazionale, secondo “Just Eat Italia”,leader nel mercato dei servizi per ordinarepranzo e cena a domicilio, presente inItalia dal 2011. Un’indagine per capire co-me variano nelle città italiane i prezzi dialcuni tra i cibi più diffusi a domicilio e laspesa economica dei consumatori italia-ni. Dallo studio emerge che nella classificadelle città dove ordinare a domicilio costadi meno, Napoli è al secondo posto dopoBari, su un campione di quattrodici cittàanalizzate da nord a sud.

Il report analizza le differenze di prez-zo di tre tra i piatti più ordinati a domicilioe ritenuti uguali, selezionati tra le cucinepreferite: pizza margherita, per il cibo ita-liano, il cheese burger, all’americana e l’u-ramaki per la cucina giapponese. La no-stra penisola è infatti disposta a spendereper ricevere le cucine preferite comoda-mente a casa propria, soprattutto per al-cuni piatti intramontabili e reperibili intutte le città. Ma quanto costa oggi ordina-re a domicilio alcuni tra i piatti più famo-si? Giapponese e hamburger risultano lepiù care, con una media di spesa per unaporzione di uramaki california di 7,00 eu-ro e di 6.75 euro per un cheese burger damangiare a casa. La pizza invece è semprela più accessibile, con una media naziona-le di 5,00 euro per una margherita a domi-cilio.

Entrando nel merito dei tre piatti ana-lizzati da “Just Eat Economic Index”,emerge che Napoli è la città in cui convie-ne di più ordinare una pizza a domiciliocon una spesa media di 4,50 euro ovverosette per cento in meno rispetto alla medianazionale e un cheese burger con 6 euro dispesa per il famoso panino, per un quattroper cento in meno rispetto al prezzo me-dio nazionale. Allineato al livello naziona-le anche il costo medio di una porzione diuramaki california pari a 7.00 euro, inquesto caso in media nazionale.

L’indice dei prezzi mostra complessi-vamente un decremento generale pari alnove per cento per i napoletani che ordi-nano a domicilio rispetto alla media na-zionale, una tendenza che conferma diffe-renze nel costo della vita per le diverse zo-ne d’Italia legate a disparità locali come

benessere e stile di vita, contesto sociale estruttura economica. Se guardiamo la spe-sa di questi tre piatti nelle altre città sco-priamo che a Napoli conviene ordinare dipiù cucina americana rispetto a Firenze,con un risparmio del 16 per cento sul costoper un cheeseburger, pizza margherita ri-spetto a Trieste spendendo il 19 per centoin meno e infine una porzione di uramakicalifornia con un costo inferiore del 16 percento rispetto a un ordine fatto a Milano.

Quindi un gruppo di dieci amici che fe-steggiano un compleanno con un’allegrapizzata comodamente a casa a Napolispende solo 45 euro totali mentre con lastessa cifra a Trieste festeggiano tre perso-ne in meno. Oppure se con circa 18 eurouna famiglia di tre persone può trascorre-re una serata davanti al televisore gustan-do hamburger per tutti, a Firenze lo puòfare a mala pena una coppia.

I prezzi analizzati dal “Just Eat

Economic Index” si riflettono, però, anchesulla spesa generale per città nelle cucinepreferite, evidenziando che nei primi seimesi dell’anno pizza, hamburger e sushirisultano le tre cucine più ordinate. I napo-letani in particolare hanno speso media-mente, nello stesso periodo, di più nellacucina giapponese, seguita al secondo po-sto dalla cucina americana con hambur-ger e cheese burger e al terzo posto dallapizza.

CittàNuova Stagione 29 ottobre 2017 • 13

Frati DomenicaniConvento San Domenico MaggioreSocietà InternazionaleTommaso D’Aquino

Studi suSanTommasod’AquinoIntroduzione allo studio delpensiero di San TommasoD’Aquino. Programma 2017-2018: Biografia e formazioneintellettuale. Le opere e ilmetodo. Le principali tesifilosofiche. Le lezioni si svolgerannopresso l’aula San Tommaso,in vico San DomenicoMaggiore 18, Napoli, sempredi lunedì, alle ore 15.30.Prossimi incontri: 20novembre, 11 dicembre, 15gennaio.

* * *

Seminario permanente distudio dei testi di SanTommaso D’Aquino.Programma 2017-2018.Summa Theologiae. Temiproposti: Cause ed effettidella fede. Il donodell’intelletto e della scienza.Il problema dell’incredulità.L’eresia e l’apostasia. Ilsignificato della bestemmia.L’accecamento intellettuale.La speranza. Il dono deltimore.Le lezioni si svolgerannopresso l’aula San Tommaso,in vico San DomenicoMaggiore 18, Napoli, sempredi lunedì, alle ore 16.30.Prossimi incontri: 20novembre, 11 dicembre, 15gennaio, 12 febbraio, 5marzo, 16 aprile, 7 maggio. La frequenza è libera. Èpossibile rilasciare attestatodi frequenza. Per ulterioriinformazioni: [email protected]

Tavola rotonda sui temi legati a responsabilità dei medici e ruolo dello sport, patrocinata dalla Banca di Credito Cooperativo di Napoli

Verso una Sanità che persegua il bene comuneResponsabilità medica e il ruolo indispen-

sabile dello sport per la salute sono gli argo-menti al centro della tavola rotonda tenutasi loscorso 21 ottobre a Napoli presso la Villa DoriaD’Angri in via Petrarca.

Patrocinato dalla BCC (Banca di CreditoCooperativo di Napoli), il convegno “Per unaSanità responsabile e sicura: i determinanti disalute”mette al centro della discussione la leg-ge 24/2017, la così detta legge Gelli-Bianco,che da un lato alleggerisce le responsabilitàpersonali degli esercenti le professioni sanita-rie in caso di danno causato per colpa e non perdolo, e dall’altro snellisce le pratiche della co-siddetta medicina difensiva, causa primariadelle lunghe liste di attesa cui sono costretti icittadini che necessitano di cure, nonché adabbattere notevolmente il numero di procedi-menti pendenti a carico di medici che oggi sicalcola in circa 300.000.

Ad aprire l’intensa mattinata di discussioneè l’Arcivescovo di Napoli, CardinaleCrescenzio Sepe che auspica in una «Sanità in-tesa come bene comune, focalizzata sui diritti edoveri dell’ammalato e non sugli interessi diun’azienda, una Sanità che operi in sinergia conaltri segmenti sociali come lo sport, importanteveicolo di salute e benessere». Un plauso da par-te del porporato va poi alla BCC, «banca parti-colarmente sensibile a questi temi e sempre at-tenta al benessere del nostro territorio.

Raffaele Del Giudice, vicesindaco di Napoli

parla di circolarità dei saperi, perché una cittàche funziona è fatta di cultura e di attenzioneall’ambiente, alla salute ai trasporti e allosport. Napoli, dice, è una città atta a discutereanche di tematiche di portata internazionale.E conclude ricordando i percorsi di trekkingurbano attivi al centro storico, mirati a genera-re benessere nei cittadini. Ma a fare maggioreluce sulla legge è proprio l’onorevole FedericoGelli che ne passa al setaccio i punti fondamen-tali, i motivi che hanno spinto il governo ademanarla e i fini da raggiungere.

«Una legge quadro - dice Gelli - che diventauna scommessa di civiltà finalizzata a migliora-re la qualità di vita dei professionisti del settoresanitario e la sicurezza dei cittadini.Rispondendo infatti alle esigenze della sicurezzanelle cure, fa sì che la sicurezza diventi un ele-mento costitutivo nella salute».

Il primo grande passo in avanti rispetto alpassato è rappresentato dall’obbligatorietàdella copertura assicurativa per tutte le strut-ture sanitarie pubbliche e private che si pongo-no così in condizione di tutelare l’operato deipropri dipendenti prevenendo il rischio. Inquesto modo si deflaziona il contenzioso chead oggi si traduce in un carico economico perlo stato di circa 13 miliardi di euro.

«Altro dato importante è l’introduzione dellatabella unica del rischio identica per tutte le re-gioni italiane, che rappresenta - dice Gelli - lostrumento per una gestione più oculata del ri-

schio». Esorta inoltre le 21 regioni d’Italia alsuperamento della cartella clinica cartacea infavore di quella digitale che può essere trasfe-rita in tempi brevissimi da una struttura sani-taria all’altra, laddove, come spesso accade, vene sia la necessità.

Conclude infine parlando dei due decreti at-tuativi: l’accreditamento delle società scientifi-che che si faranno carico di elaborare le lineeguida cui gli esercenti le professioni sanitariesi devono attenere nell’esecuzione delle presta-zioni sanitarie, e l’istituzione di un fondo di so-lidarietà per i cittadini non risarciti del dannosubìto, grazie alla coalizione di vari istituti as-sicurativi. Infine l’intervento del Presidentedella Regione Campania, Vincenzo De Lucache esordisce dicendo: «chiarite finalmente leresponsabilità mediche» e definisce la leggeGelli «come una norma di civiltà, di rasserena-mento e di esempio».

Poi in merito alla situazione della Sanità inCampania ha riassunto così: un lavoro immen-so mirato al risanamento delle casse della sa-nità. Lavoro da cui discende l’approvazione,durante lo scorso giugno, dei conti consuntividi tutte le ASL campane; l’accreditamento dimolte cliniche private; progetti in corso pressole direzioni generali delle aziende sanitarie fi-nalizzati alla diminuzione delle liste di attesa;l’apertura entro il prossimo dicembredell’Ospedale del Mare.

Rosaria La Greca

Fiocchi rosa e oltre cinquecento palloncini contro il cancroal seno. È l’iniziativa napoletana per invitare le giovani donnealla prevenzione, nei venticinque anni della Lega italiana perla lotta contro i tumori, che si è svolta sabato 28 ottobre,all’Arenile di Bagnoli.

Solo una delle tante iniziative annunciate, nel corso dellaconferenza stampa al Museo diocesano di Napoli, lunedì 23 ot-tobre, moderata da Roberto Aiello, e alla quale erano presentiAdolfo Gallipoli D’Errico (Presidente della Lilt diNapoli), Angela Cortese (in rappresentanza della RegioneCampania), Maria Pia Condurro (direttore della Consulta lai-cale dell’Arcidiocesi di Napoli), Irene Ferrara (Dj residentdell’Arenile di Bagnoli) e, la testimonial del l’ini zia -tiva, Veronica Maya (attrice e conduttrice televisiva).

«Torniamo a rilanciare la cultura della prevenzione – haspiegato Gallipoli D’Errico – sulla prima patologia oncologicanelle donne perché la prevenzione non sia vissuta, soprattuttonelle giovanissime cui è rivolta la nostra campagna, come unmomento di ansia ma un normale stile di vita. Lo facciamo inuna realtà complessa visto che una recente ricerca ha rilevatocome, sebbene le campagne di sensibilizzazione stiano dandoi loro frutti, mentre al nord si sottopongono allo screeningmammografico l’87% delle donne, al sud questa media scendeal 40%. Un gap da colmare assolutamente».

Controlli clinici e diagnostici di prevenzione senologica pertutto il mese di novembre nei sette ambulatori presenti in pro-vincia di Napoli, incontri nelle parrocchie e nelle scuole, ap-puntamenti radiotelevisivi di divulgazione medico-scientifica:queste le tante iniziative promosse per la campagna “in rosa”dalla Lilt. Sabato scorso, in particolare, un invito a chi era indiscoteca «alla prevenzione - spiega Gallipoli D’Errico – e al-l’autoesame mensile del seno a partire dai 16-18 anni».

La prevenzione deve partire, infatti, da ragazze mentre «at-torno ai 25-30 anni - prosegue il presidente - si suggerisce unavisita senologica annuale con esame ecografico e più adeguaticontrolli clinico-strumentali dai 40 anni». Una diagnosi preco-ce di cancro al seno comporterebbe, infatti, una guaribilita� su-periore al 95% dei casi.

Da qui l’idea di dedicare serate- come quella dell’Arenile diBagnoli – alle giovani donne - per lanciare un messaggio a so-stegno della cultura della prevenzione agli oltre 1500 giovaniche frequentano abitualmente la discoteca. «Un messaggio im-

Al via a Napoli la campagna di prevenzione “Nastro rosa 2017”: ecco le iniziative

Palloncini rosa per la Lega tumoridi Rosanna Borzillo

portante, questo della Lilt - ha sottolineato la dj Ferrara - chemolto volentieri abbiamo voluto destinare ai nostri ragazzi chespesso trascurano un aspetto importante della loro vita: il pren-dersi davvero cura di se stessi».

Dello stesso avviso Angela Cortese, dirigente della RegioneCampania, già consigliera provinciale e regionale attivameneimpegnata per promuovere iniziative in rosa che ha annunciatoper il mese di novembre una analoga campagna di prevenzioneoncologica promossa dalla Regione Campania.

E proprio in termini di sensibilizzazione che è nata l’idea diuno stretto raccordo della Lilt con la Consulta Laicaledell’Arcidiocesi napoletana per lanciare attraverso le parrocchiepartenopee, grazie all’impegno della Condurro, specifiche ini-ziative di comunicazione e informazione sulle opportunità deicontrolli clinici gratuiti presso gli ambulatori dell’ente di volon-tariato oncologico.

Testimonial d’eccezione della campagna Veronica Maya. È leiche offrirà il suo volto per invitare le donne e le madri a non tra-scurarsi «perché la prevenzione è il regalo più bello che si possafare alla propria famiglia».

Provincia Nuova Stagione14 • 29 ottobre 2017

A Casoria, la Veglia missionaria presieduta dal Vescovo ausiliare mons. Lucio Lemmo

«Siamo tutti missionari»di Antonio Botta

Nell’ambito della Giornata Missio-naria Mondiale, l’Ufficio MissionarioDiocesano ha promosso Giovedì, 19ottobre, presso la basilica di San Mau-ro Abate in Casoria, il primo eventoreligioso comunitario “Veglia Missio-naria”, a cui hanno partecipato gli Isti-tuti Religiosi e Comunità parrocchialidel territorio casoriano. Patrocinatadal Comune di Casoria, la Veglia è sta-ta presieduta da S. E. Mons. LucioLemmo, Vescovo Ausiliare della Dio-cesi di Napoli. Dopo la celebrazionedella Santa Messa, officiata dal parro-co don Mauro Zurro, è stato recitato ilSanto Rosario missionario animatodalle suore dei quattro istituti religiosifondati da S. Ludovico da Casoria, S.Giulia Salzano, S. Maria CristinaBrando e dalla beata M. L. Velotti, perchiedere la materna protezione dellaVergine Maria, “Madre dell’evangelizza-zione per avere accolto Gesù nel suogrembo”, in questo inquietante perio-do storico caratterizzato da paure epreoccupazioni per le minacce dellaguerra nucleare, del terrorismo, deicambiamenti climatici e della crescen-te esclusione sociale dei ceti menoabbienti, che incombono sui cinqueContinenti.

Successivamente, è iniziata laVeglia, durante la quale si è riflettuto emeditato in un silenzio orante, inter-vallato dai canti del “celestiale” corodelle suore sacramentine di Maria Cri-stina Brando e da spunti di riflessioneofferti dal Vescovo, sul tema del mes-saggio della Gmm : “La Messe è abbon-

dante, ma sono pochi gli operai. Pregatedunque il Signore della messe, perchémandi gli operai alla sua messe.” E’un’espressione di Gesù, dalla fortevalenza missionaria, che leggiamo neiVangeli di Luca e di Matteo, perfetta-mente coerente con quanto affermaPapa Francesco nell’Esortazione Apo-stolica “Evangelii Gaudium” sull’an-nuncio e la testimonianza del Vangelonel mondo attuale:”Ogni cristiano eogni comunità discernerà quale sia ilcammino che il Signore chiede, peròtutti siamo invitati ad accettare questachiamata: uscire dalla propria comodità

e avere il coraggio di raggiungere tutte leperiferie che hanno bisogno della lucedel Vangelo». Pertanto, nei numerosifedeli presenti alla veglia è maturata laconsapevolezza che il Vangelo rappre-senta il rimedio per eccellenza controogni genere di recessione spirituale emateriale. Va incrementato, quindi,l’impegno missionario di ogni cristia-no, consacrato e laico, in quanto colsacramento del Battesimo, come haposto in evidenza il Vescovo, ciascunoha ricevuto il mandato di annunciare,con la testimonianza della vita, con lapreghiera, con l’apertura accogliente

del cuore e la comunione dei beni labella notizia del Dio di Gesù Cristo cheama fino a donare la vita per la salvez-za di tutti.

Incisiva è stata anche la testimo-nianza di un missionario comboniano,il quale svolge il servizio di promuove-re il dialogo tra cristiani e musulmani,aiutando a scoprire e ad apprezzare lericchezze di ambedue le religioni, sti-molando il comune impegno a favoredella pace e del rispetto della dignità diogni persona. La veglia si è conclusacon la benedizione solenne impartitada S. E.. Lucio Lemmo.

Festival della Cultura Europea 2017

“Prometeo” promuove la cultura Ha preso il via la quindicesima edizione del Festival della cultura europea promosso

dall’associazione culturale Prometeo che ha attivato una serie di iniziative per coinvol-gere i cittadini sui temi afferenti la promozione della cultura e per anticipare il tema chel’Unione Europea, nell’ambito delle celebrazioni istituzionali a cadenza annuale, ha di-chiarato per il 2018. In occasione del Festival, dall’Ungheria è arrivata una delegazionedi studenti e docenti del Liceo “Ferenc Rakoczi II Gimnazium” di Budapest per lo scam-bio culturale, promosso dall’associazione Prometeo, con il Liceo “Giorgio de Chirico” diTorre Annunziata. Nove giorni di iniziative che hanno coinvolto gli studenti dei due Liceiper diffondere, la cultura in senso lato e, come ha espresso nel suo messaggio il CardinaleCrescenzio Sepe, «bisogna contribuire con queste iniziative, a favorire soprattutto tra i gio-vani, la cultura dell’integrazione europea».

Il Festival ha ricevuto il patrocinio della Rappresentanza in Italia della CommissioneEuropea; del Dipartimento per le Politiche Europee della Presidenza del Consiglio deiMinistri; del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo; del Ministerodell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca – Ufficio Scolastico Regionale per laCampania – Direzione Generale; dell’Arcidiocesi di Napoli; dell’Ordine dei Giornalistidella Campania; dell’Ucsi Campania; dell’Ucid Campania; dell’Age - Sezione d’Italiadell’Aje (Association des Journalistes Europèens); della Fondazione di Studi ToniolianiCampania; della Fondazione Ente Ville Vesuviane; dei Consolati onorari in Napoli dellaLituania e dell’Ungheria; dei Comuni di Boscotrecase, Ercolano, Napoli, Pimonte, SanVitaliano; Torre Annunziata, Torre del Greco e Trecase. Durante il Festival le realtà as-sociative come la “Pro Loco”; la “Lega Navale italiana”; il Gruppo Archeologico Torrese“Col. G. Novi”; il Gruppo Archeologico Vesuviano; “Arcobaleno”, “Università Verde”,“Wesuvio” di Torre del Greco; le associazioni “Esseoesse” e Archeoclub d’Italia “MarioProsperi” di Torre Annunziata; la Pro Loco di San Vitaliano; la Pro Loco di Pimonte e ilCai - sezione di Castellammare di Stabia; a Napoli la cooperativa Sociale “La Paranza”si sono attivate promuovendo convegni, iniziative, mostre e visite guidate incentrati sultema della Cultura del bene comune, sulla pace e sull’integrazione dei popoli e sulla pro-mozione del patrimonio culturale del nostro territorio.

Tra le iniziative promosse durante il Festival, da segnalare il convegno “2018, anno eu-ropeo del patrimonio culturale” tenutosi sabato 21 ottobre a Napoli nelle sale dell’Ipogeodella Basilica “Incoronata Madre del Buon Consiglio” Capodimonte. Negli interventi diMons. Nicola Longobardo, rettore della Basilica Incoronata Madre del Buon Consiglio eAlessandra Manca, esperta in Conservazione dei Beni culturali, si è sottolineata la neces-sità di dover tutelare il patrimonio culturale inteso come espressioni di creatività in sensolato per lasciarlo come memoria storica, fonte della propria identità, alle future genera-zioni. L’arte, in particolare, ha affermato Felicio Izzo, preside del Liceo Artistico “Giorgio

de Chirico” di Torre Annunziata e direttore artistico della collettiva d’Arte Pensare euro-peo “Fregi di perenne arenaria. Glass Steel or Steel Glass?” inaugurata per l’occasione,unisce i popoli e le culture diverse.

A Boscotrecase, dal 25 al 27 ottobre, si è tenuta la mostra “Terre vesuviane”, curatadal direttore artistico Neotto. Al convegno “La storia immaginata. Elogio del corto.Presentazione di CortoDino, festival internazionale del cortometraggio – settima edizio-ne” quest’ultimo a cura dell’associazione culturale “Esseoesse” di Torre Annunziata chesi è tenuto lunedì 23 ottobre a Torre Annunziata nell’Auditorium del Liceo Artistico “DeChirico”, è stata evidenziata l’importanza di promuovere nei giovani la cultura di esserecittadino europeo. In particolare, nel suo intervento Luca Paoletti, del Dipartimento perle Politiche europee, Presidenza del Consiglio dei Ministri, ricordando che quest’annoricorrono i sessanta della firma dei Trattati di Roma e il trentesimo anniversario del pro-gramma Erasmus, ha sottolineato che il Dipartimento per le Politiche europee per ricor-dare, soprattutto alle giovani generazioni, l’importanza del processo d’integrazione eu-ropea, ha promosso eventi in tutta Italia con mostre fotografiche e documentali itine-ranti. Ben vengono inoltre, ha affermato il rappresentante del Dipartimento, iniziativecome il Festival della cultura europea, promosso dall’associazione Prometeo e giunto al-la sua quindicesima edizione, che vede il coinvolgimento di Istituzioni pubbliche, sco-lastiche e realtà associative.

Francesco Manca

CulturaNuova Stagione 29 ottobre 2017 • 15

Al Museo Diocesano Erri De Luca per il primoincontro dell’Unione Cattolica Artisti Italiani

La forza delle paroleIl Cardinale Crescenzio Sepe, rinnovando un suo auspicio

formulato già in altre occasioni, propone lo scrittore napoletano al Premio Nobel per la Letteratura.

Alla proposta dell’Arcivescovo si è associato l’Assessorealla Cultura del Comune di Napoli, Nino Daniele,

“convinti di interpretare la riconoscenza della maggioranza dei napoletani per il lungimirante gesto

di grande apertura e visione culturale”

Nel Complesso Monumentale Donnaregina Erri De Luca e il Cardinale Crescenzio Sepesono stati i protagonisti del primo appuntamento di “InterArtes 2017”, dialoghi tra le arti,incontri con personalità della cultura e delle arti. L’Unione Cattolica Artisti Italiani ricomin-cia il suo cammino da questi dialoghi, inserendosi nel panorama culturale della nostra città.

La forza delle parole, delle idee, dei punti di vista di Erri De Luca hanno mantenuto sem-pre alta l’attenzione dei presenti. Dopo una breve presentazione del progetto “InterArtes”da parte del presidente Luigi Grima, Erri De Luca ha subito conquistato il pubblico con ilsuo modo particolare di raccontare, di vedere, di sentire la vita. Il Cardinale Sepe, suo gran-de lettore, ha condiviso e arricchito la posizione laica di De Luca, sottolineando il grandesenso di umanità che accompagna il percorso di vita dello scrittore.

Questi incontri vogliono costituire un momento culturale, di scambio, incontro e cono-scenza. La rilevanza dei protagonisti di questi incontri, la bellezza del luogo dove si svolge-ranno, l’energia che ne scaturirà faranno in modo che la sezione Ucai di Napoli ritorni a ri-splendere come un tempo, con vitalità dirompente, spirito moderno, animo rinnovato.

Tra i nomi più belli ed amati della cultura e dell’arte saranno presenti ai prossimi incontricon la città: 28 ottobre: Massimo Pica Ciamarra, architetto, esperto del riuso, specializzatonella rilettura degli spazi urbani.16 novembre: Mimmo Jodice, fotografo, artista, lettore del-la realtà, occhio privilegiato di Napoli. 25 novembre: Sebastiano Maffettone, filosofo, ap-passionato esperto di estetica contemporanea. 30 novembre: Maurizio De Giovanni, scrit-tore, giornalista, conoscitore di Napoli e della sua storia.

Con le nostre mani, i nostri cuori, le nostre anime questo gruppo di artisti vuole provarea fare qualcosa di importante. Come un chirurgo che materialmente, fisicamente salva lavita di un paziente, noi vogliamo idealmente, spiritualmente, salvare la vita di chi ha bisognodi essere condotto “altrove”, in un luogo dove possa trovare un po’ di pace, un po’ di quiete,un po’ di tregua.

Un libro, un’opera d’arte, una melodia, una coreografia può concorrere alla realizzazio-ne di uno stato di benessere che allevia le sofferenze, allenta le tensioni, trasporta in una vitaaltra dove la fatica del quotidiano può trovare una consolazione. Un viaggio temporaneo inuna dimensione possibile, in una possibilità insolita, in una realtà immaginabile, una stradanon percorsa ma percorribile. Ci piace pensare che un artista, forse, può curare le ferite, puòsalvare la vita.

«Questo mondo nel quale viviamo – diceva Papa Paolo VI nel messaggio agli artisti inchiusura del Concilio Vaticano II – ha bisogno di bellezza per non sprofondare nella dispera-zione. La bellezza, come la verità, è ciò che infonde gioia al cuore degli uomini. E questo graziealle vostre mani».

Le nostre mani, appunto. Noi vogliamo contribuire alla crescita culturale ed artistica diquesta città. Siamo artisti che vivono a Napoli, che non sono andati via e che sperano ancorain una Napoli migliore. Certo con un quadro, con una poesia, con una melodia non possia-mo risolvere le problematiche profonde che ci accompagnano da decenni. Però come dicePaolo VI la bellezza può aiutare a non sprofondare nella disperazione. Noi vogliamo con-tribuire a non sprofondare nella disperazione. Realizzando bellezza, nella consapevolezzache il bello sia collegato al buono, come per i greci: il bello ed il buono era un tutt’uno. Nonci poteva essere bello senza buono e viceversa. Ed allora, se vedendo il bello si può infondereanche il buono e se il buono deve necessariamente accompagnare il bello, noi artistidell’Ucai mettiamo a disposizione le nostre mani: costruiamo, realizziamo, forgiamo, pla-smiamo, scriviamo, danziamo il bello, nella speranza di dare un seppur piccolo contributoalla costante rinascita di questa città.

Luigi Grima Presidente Ucai Napoli e vice Presidente Nazionale

Mons. Vincenzo De GregorioAssistente Ecclesiastico

I prossimi incontri– Giovedi 16 novembre, ore 18, Mimmo Jodice -

“Ma cosa stavo pensando prima di perdermi a guardare?”.Don Adolfo Russo, Vicario episcopale per la Cultura

– Venerdi 24 novembre ore 18, Sebastiano Maffettone “Estetica contemporana” Luigi Caramiello, docente Sociologia dell’Arte e della Letteratura

– Giovedi 30 novembre ore 18, Maurizio De Giovanni “Il realismo magico della mia Napoli”Nino Daniele, Assessore Cultura e Turismo Comune Napoli

Nuova Stagione16 • 29 ottobre 2017

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tagioneAnno LXXI • Numero 37 • 29 ottobre 2017

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ma 1, DCB Napoli

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