VITA DIOCESANA Ci confermerà nella fede!...2019/03/30  · nella fede! Ai fedeli e agli uomini e...

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N. 41 • 30 novembre 2014 • 1,00 Anno LXVIII • Poste Italiane S.p.A. • Spediz. in abbon. postale • D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, Aut.  014/CBPA-SUD/NA • Direzione e Redazione Largo Donnaregina, 22 • 80138 Napoli Ci confermerà nella fede! Ai fedeli e agli uomini e alle donne di buona volontà della diocesi di Napoli: pace e grazia dal Signore datore di ogni bene. Il giorno della solennità di San Gennaro, nostro Patrono, ho avuto la gioia di an- nunciare che, sabato 21 marzo 2015, Papa Francesco visiterà la nostra santa Chiesa. Crescenzo Card. Sepe a pagina 3 A ferragosto Messa per i turisti 10 A ferragosto Messa per i turisti 10dsds A ferragosto Messa per i turisti 10 A ferragosto Messa per i turisti 10 SPECIALE In Seminario il saluto di Mons. Antonio Serra 5 VITA DIOCESANA Domenica 23 novembre a Roma la Canonizzazione di padre Ludovico da Casoria il “Gigante della Carità” 8 e 9 A ferragosto Messa per i turisti 10 A ferragosto Messa per i turisti 10dsds A ferragosto Messa per i turisti 10 A ferragosto Messa per i turisti 10 Al Suor Orsola tre progetti per l’infanzia 15 CULTURA Giusepee Buono Immacolata Capasso Raffaele Ciccone Vincenzo Cozzolino Antonio D’Alesio Maurizio De Cesare Antonietta de Candia Pasquale Di Petta Oreste D’Amore Alfonso D’Errico Angela Fabozzi Pasquale Incoronato Pasquale Longhi Enzo Mangia Benedetto Mongiello Lorenzo Montecalvo Luigi Maria Mormone Luigi Ortaglio Daniele Piccolo Mario Rega Antonio Salamandra Elena Scarici Michele Maria Serrapica Mariangela Tassielli Gli interventi La convocazione del Rinnovamento nello Spirito 2 L’Arcivescovo celebra la “Virgo fidelis” 4 Un ricordo di suor Gemma Imperatore 10 Da Napoli le voci contro il crimine 11 Gli operatori di pastorale familiare a convegno 12 Il Vescovo Angerami a Boscotrecase 14

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  • N. 41 • 30 novembre 2014 • € 1,00

    Anno LXVIII • Poste Italiane S.p.A. • Spediz. in abbon. postale • D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, Aut.  014/CBPA-SUD/NA • Direzione e Redazione Largo Donnaregina, 22 • 80138 Napoli

    Ci confermerànella fede!

    Ai fedeli e agli uomini e alle donne di buona volontà della diocesi di Napoli: pacee grazia dal Signore datore di ogni bene. Il giorno della solennità di San Gennaro, nostro Patrono, ho avuto la gioia di an-

    nunciare che, sabato 21 marzo 2015, Papa Francesco visiterà la nostra santaChiesa.

    Crescenzo Card. Sepe

    a pagina 3

    A ferragostoMessa

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    SPECIALE

    In Seminarioil saluto

    di Mons. Antonio Serra

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    VITA DIOCESANA

    Domenica 23 novembrea Roma la Canonizzazione

    di padre Ludovicoda Casoria

    il “Gigante della Carità”

    8 e 9

    A ferragostoMessa

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    Al Suor Orsolatre progetti

    per l’infanzia

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    CULTURA

    Giusepee Buono • Immacolata CapassoRaffaele Ciccone • Vincenzo Cozzolino • Antonio D’Alesio

    Maurizio De Cesare • Antonietta de CandiaPasquale Di Petta • Oreste D’Amore • Alfonso D’Errico

    Angela Fabozzi • Pasquale Incoronato • Pasquale LonghiEnzo Mangia • Benedetto Mongiello • Lorenzo MontecalvoLuigi Maria Mormone • Luigi Ortaglio • Daniele Piccolo

    Mario Rega • Antonio Salamandra • Elena ScariciMichele Maria Serrapica • Mariangela Tassielli

    Gli interventiLa convocazione del Rinnovamento nello Spirito 2

    L’Arcivescovo celebra la “Virgo fidelis” 4

    Un ricordo di suor Gemma Imperatore 10

    Da Napoli le voci contro il crimine 11

    Gli operatori di pastorale familiare a convegno 12

    Il Vescovo Angerami a Boscotrecase 14

  • Vita Diocesana Nuova Stagione2 • 30 novembre 2014

    Festa diSan NicolaLa parrocchia di San Nicola allaCarità dei Pii Operai CatechistiRurali (Missionari Ardorini)celebrerà sabato 6 dicembre lafesta del suo Patrono, SanNicola, protettore dei bambini. La chiesa inaugurerà una nuovailluminazione nelle variecappelle che permetterà diammirare, in un rinnovatosplendore, le tante opere d’artedi pittori come il Solimene, il DeMatteis, il De Mura, che ci sono.Le celebrazioni prevedono untriduo in onore di San Nicola damercoledì 3 a sabato 6 dicembre,con il Santo Rosario, litanie edepisodi della vita del Santo, alleore 9.30 e alle 18.30, e la SantaMessa alle 10 e alle 19.Il giorno della festa, Sante Messealle ore 10 e 11.30. Alle ore18.30 Santa Messa Solenne,presieduta da S.E. Mons.Salvatore Angerami, VescovoAusiliare di Napoli, conl’amministrazione della Cresimaa quindici giovani. Al termine diogni celebrazione vi sarà ilbacio della reliquia del Santo edistribuita anche “la Manna diSan Nicola”, che in origine eraun liquido che trasuda dalleossa del Santo a Bari e che ora,come acqua trasparente, vienedistribuito come momento dipreghiera e aiuto spirituale perravvivare la fede e consolare inmodo particolare gli ammalati.

    Mario Rega p.o.c.r.

    * * *Nostra Signora di Lourdes

    Le Reliquie di San Pio a CapodichinoDal 5 al 7 dicembre

    La comunità parrocchiale diNostra Signora di Lourdes, in viaCalata Capodichino 112,organizza l’arrivo delle reliquie diSan Pio da Pietrelcina, da venerdì5 a domenica 7 dicembre.Venerdì 5, alle ore 16.30, arrivodella reliquia in via A. Sogliano,portata da padre Paolino Cilenti,Cappuccino, confratello di padrePio, proveniente da SanGiovanni Rotondo. Seguirà laprocessione fino alla parrocchia.Alle ore 18.30, SolenneCelebrazione Eucaristica. Sabato6, alle ore 9, recita del SantoRosario. Ore 9.30, Santa Messa.Ore 10, visita delle scolaresche egiovani. Ore 17, visita deibambini del quartiere di CalataCapodichino. Ore 18, SolenneCelebrazione Eucaristica. Ore 21,Veglia di preghiera, fino alle 24.Domenica 7, oltre alle consueteMesse festive, alle ore 18, recitadel Santo Rosario. Ore 18.30,Santa Messa cui seguirà laconsegna di riconoscimenti eattestati di merito per quanti siprodigano per il bene sociale espirituale della comunità. Altermine, saluti finali e partenzadella reliquia.

    Rinnovamento nello Spirito Santo: sedicesima convocazione dei Gruppi e Comunità della Diocesi di Napoli

    Missionari nel quotidianodi Antonio D’Alesio

    Domenica 16 novembre, a Napoli, presso il“Teatro Palapartenope” di Fuorigrotta, si è te-nuta la 16a Convocazione dei gruppi e delle co-munità del Rinnovamento nello Spirito Santodella diocesi di Napoli. Monito di questa gioio-sa giornata di grazia è stato il punto 273dell’Esortazione Apostolica, Evangelii gau-dium, di Papa Francesco: «Io sono una missio-ne su questa terra, e per questo mi trovo in que-sto mondo», accompagnato dalla scia raggian-te delle parole di Matteo: «Questo vangelo delRegno sarà annunciato in tutto il mondo, per-ché ne sia data testimonianza a tutti i popoli»(Mt 24,14). La necessità di «essere marcati afuoco» da tale “dovere”, il bisogno di portarenel mondo la luce della fede, la carità, l’amoree la prossimità al Popolo di Dio e alle sue esi-genze: sono questi i punti cardini sui cui si è in-centrata l’intera convocazione, che, dal suocanto, è stata presieduta dal Comitato diocesa-no di Napoli, da tre membri del ComitatoRegionale della Campania, e dall’esclusivapartecipazione di Luciana Leone,Responsabile Produzione Editoriale Rns –nonché sposa del Presidente, SalvatoreMartinez –, il quale ha espresso la sua gratitu-dine a Dio e porto i saluti mediante una missi-va, in cui ha fatto appello all’urgenza evange-lizzatrice con le seguenti parole: «QuestaConvocazione guarda con deciso slancio allaNuova Evangelizzazione. Ma, per evangelizzare,bisogna essere docili allo Spirito Santo, perché èlui che ci fa unità. Siate sottomessi al Paraclito».

    La preghiera comunitaria carismatica si èinneggiata con una processione iniziale costi-tuita da chierichetti portanti un grande map-pamondo – sul quale è stata fissata la colomba,simbolo dello Spirito Santo – e sette ampollecon olii colorati diversi, espressione dei settedoni della Terza Persona della Trinità; il “capo-fila”, invece, è stato rappresentato dalla crocee dal Vangelo. Tutti gli astanti sono stati inon-dati e permeati dall’ingente fiume di graziascaturita dagli inni di lode e ringraziamento aDio, culminati con la catechesi di Luciana

    Leone: «L’evangelizzazione è tripartita – ha evi-denziato Luciana Leone - c’è l’evangelizzazione;la Nuova Evangelizzazione; la testimonianzacon la vita. Ciò malgrado, le tre tipologie sonooriginate da Dio, giacché l’evangelizzazione èuna vocazione, che hanno tutti, a motivo dellanostra partecipazione alla vita della Chiesa e inforza alla figliolanza di Dio cui costituiamo».

    A margine di una breve pausa e alcune testi-monianze, S. E. Mons. Gennaro Acampa hapresieduto la Santa Messa, imperniata, quasifosse per un preciso progetto provvidenziale,sulla Parabola dei talenti (Mt 25,14-30).«Questa Parabola è piena di significato – haesordito monsignor Acampa – e tutta la forza diquesto racconto è incentrata sull’esperienza delterzo servo, che prende il talento e lo sotterra. Dios’innervosisce, perché? Perché il servo non haavuto la capacità di rischiare, di mettersi allaprova». Il monito della Parabola, l’uscita mis-sionaria: «I talenti, grandi grazie celestiali, lidobbiamo far proliferare, fruttificare; soltanto inquesto modo – ha ammonito Acampa – ci sen-tiamo figli amati di Dio. Come San Paolo, do-vremmo poter dire: “Non sono più io che vivo,

    ma Cristo vive in me” (Gal 2,20). Dunque, que-sta grazia la dovete comunicare alle altre comu-nità, senza avere manie di protagonismo. Diamosempre il meglio di noi stessi, giacché “il Signoreverrà come un ladro di notte” (1Ts 5,2)». A con-clusione della Celebrazione Eucaristica, sonostati letti i saluti di Sua EccellenzaReverendissima, Card. Crescenzio Sepe, «im-possibilitato a prendere parte allaConvocazione, per motivi pastorali». Anch’egliha auspicato che «la Convocazione risvegli intutti l’anelito missionario».

    Centrale per la comprensione alla chiama-ta evangelica e missionaria è stata la sessionepomeridiana, iniziata con la “Lode corale” econclusasi con uno sketch organizzato dai gio-vani del Rinnovamento della Diocesi di Napoli,dal titolo Io sono una missione.

    Dapprima una scena recitata, poi una dan-za sulle note de Il canto del tuo popolo.Successivamente, Luciana Leone ha guidatol’adorazione eucaristica, basata, nel suo con-giunto, sulla conversione del cuore, sulla gua-rigione fisica, spirituale e affettiva degli astan-ti e non.

    Raccolta dei cartoni al Rione SanitàGrazie ad un accordo tra Comieco, parrocchia dei Miracoli,

    Comune, Asia, e Ambiente Solidaledi Elena Scarici

    Il consorzio Comieco rilancia, nel Rione Sanità, il mestiere dei car-tonai, grazie alla collaborazione della parrocchia di Santa Maria deiMiracoli, del Comune di Napoli, di Asia e della cooperativa AmbienteSolidale. Dal 1 dicembre i ragazzi della parrocchia si impegneranno araccogliere i cartoni del quartiere e a sensibilizzare la gente. A loro si af-fiancheranno cinque operatori, attualmente disoccupati, che sarannoassunti dalla cooperativa Ambiente Solidale.

    Ideata e lanciata da due economisti napoletani, Paolo Caputo eRoberto Celentano, l’iniziativa, sostenuta anche da padre Alex Zanotellie dalla Rete Sanità, si inserisce in un percorso che punta ad incremen-tare la raccolta di cartone prodotto dai commercianti, a sviluppare unamaggiore attenzione all’ambiente e alla creazione di imprenditorialitàlocale. Questa raccolta “speciale” infatti, si aggiunge al servizio effet-tuato già da Asia e sarà affidata alla cooperativa Ambiente Solidale cheprovvederà al prelievo di carta e cartone anche nelle zone diCapodimonte, corso Amedeo di Savoia, viale Colli Aminei, piazzaCavour, Materdei e Stella. Il protocollo d’intesa è stato firmato proprioin parrocchia da tutti i soggetti interessati ed è quindi partito con unaspeciale benedizione.

    «Il progetto per il Rione Sanità oltre a promuovere una corretta rac-colta differenziata nel quartiere ed a rappresentare un percorso di sen-sibilizzazione ad un maggior rispetto per l’ambiente ed il bene comu-ne, è anche una concreta opportunità di impiego per i giovani della zo-na, coinvolti dalla parrocchia di Don Valentino nella raccolta del carto-ne, un po’ come facevano i veri cartonai», ha dichiarato TommasoSodano, vice sindaco del Comune. Mentre per don Valentino, «si trattadi una grande opportunità per la rivalutazione del commercio nel no-stro quartiere, una bella iniziativa che coinvolge i ragazzi del rione elancia loro un forte messaggio sociale».

    Il progetto, sperimentale, se produrrà buoni risultati, potrà essereesteso anche ad altre zone della città.

    «Abbiamo sperimentato questa interessante iniziativa perché, no-nostante la Campania nel 2013 sia stata la regione del Sud ad aver rac-colto più carta e cartone, a Napoli oggi si registra ancora un pro capitedi 38,96 kg/ab che dimostra quanto ancora ci sia da fare. Ci aspettiamo

    che il dato di raccolta possa solo migliorare», ha dichiarato CarloMontalbetti, direttore generale di Comieco.

    E tenendo presente che in città la Comieco raccoglie già 15mila chi-li di cartone all’anno, se ci fosse una puntuale rete di raccolta, si potreb-be addirittura raddoppiare, vista l’enorme quantità di cartoni abbando-nati in strada.

    Insomma l’idea vincente è che con la raccolta dei cartoni non si fa sol-tanto bene all’ambiente, ma come spesso accade in questi casi, si incen-tiva anche l’economia il che potrebbe dare ai cinque operatori coinvoltila possibilità di avviare una piccola attività, come i cartonai di una vol-ta, ma con un occhio rivolto all’impresa.

  • Primo Piano DiocesiNuova Stagione 30 novembre 2014 • 3

    Messaggio dell’Avvento in attesa della visita di Papa Francesco

    Ci confermerà nella fede! @ Crescenzio Card. Sepe*

    Ai fedeli e agli uomini e alle donne dibuona volontà della diocesi di Napoli:pace e grazia dal Signore datore di ognibene.

    Il giorno della solennità di SanGennaro, nostro Patrono, ho avuto lagioia di annunciare che, sabato 21 mar-zo 2015, Papa Francesco visiterà la no-stra santa Chiesa.

    L’abbraccio e la presenza del SantoPadre in mezzo a noi sarà segno di amo-re e di attenzione verso tutti, in partico-lare per quanti spendono le proprieenergie per il bene della nostra gente.

    Papa Francesco, come buon samari-tano, incontrerà le periferie esistenziali,i poveri, gli ammalati e i carcerati, percogliere le sofferenze e le speranze cheattraversano le nostre Città.

    Farà sua la fame di lavoro gridata daidisoccupati, raccoglierà le istanze dirinnovamento e di crescita umana e so-ciale del mondo della cultura e gioiràcon i nostri giovani in attesa di una nuo-va primavera.

    Toccherà con mano le contraddizio-

    ni presenti nella nostra realtà, dove con-vivono miseria e benessere, arretratez-za e sviluppo, egoismo e generosità, fe-de viva e varie forme di indifferenza re-ligiosa.

    Il Papa verrà a difendere le ragionidei poveri, denunciando, con coraggio,le responsabilità di tutti coloro che sonocausa di situazioni di sofferenza e di in-giustizia a danno dei propri fratelli.

    Incontrerà anche i sacerdoti, i diaco-ni, le religiose, i seminaristi e gli opera-tori pastorali che, ogni giorno, spendo-no la loro vita nel servizio dell’evangeliz-zazione e nelle innumerevoli espressio-ni della carità!

    La parola del Papa conforterà la no-stra azione, sosterrà le nostre iniziative,accompagnerà e incoraggerà le nostrescelte pastorali.

    Egli, che “presiede alla carità”, ciconfermerà nella fede!

    La visita di Papa Francesco impegnatutti noi ad un’azione pastorale e spiri-tuale capace di produrre frutti abbon-danti, come solco tracciato dallo Spirito

    Santo che guida e sostiene sempre laChiesa.

    Questo incontro non riguarderà sol-tanto la Comunità ecclesiale, ma anchela Comunità civile, dove tante personedi buona volontà sono impegnate quoti-dianamente per costruire una societàsempre più giusta e solidale.

    In questo tempo di Avvento, cheinaugura il nuovo anno liturgico – vitadella Chiesa – la Comunità napoletanainizierà il suo cammino di preparazioneper accogliere il Successore di Pietro.

    L’Avvento, infatti, è stagione di atte-sa, di speranza e di intensa gioia. IlSignore viene a salvare l’uomo: Lui stes-so si fa uomo nel grembo della VergineMaria.

    Il Signore Gesù che viene «ad abitarein mezzo a noi» (Gv 1, 14), renderà doci-le il nostro cuore per l’ascolto dellaParola di Dio, e a gesti concreti di carità.

    Nella notte di Natale, come i pastori,andremo a contemplare «il Bambinonato per noi», in quella povera capannadi Betlemme, la casa del pane.

    Il segno del Bambino «avvolto in fa-sce e deposto in una mangiatoia, perchéper loro non c’era posto nell’albergo» (Lc2, 7), ci aiuterà a diventare pane per ifratelli, in una tensione crescente di so-lidarietà e di accoglienza.

    Nella recente Lettera Pastorale hoscritto che: «se vogliamo dar da mangia-re a chi è affamato, dobbiamo ascoltareGesù che ci invita a confidare che i nostripochi pani e pesci, le nostre scarse risor-se possono mettere in moto un miracolo-so processo di condivisione» (Lettera pa-storale “Dar da mangiare agli affamati”,pag. 19).

    Questo grande dono che il Signore facon la sua venuta, incoraggia la nostraComunità ecclesiale e civile ad un impe-gno più deciso e responsabile.

    Nell’augurare a tutti un gioiosoNatale e un fecondo anno nuovo, invo-co sul vostro impegno, sulle vostre atte-se e sulle vostre famiglie la benedizionedel Signore.

    ‘A Madonna v’accumpagne.*Arcivescovo Metropolita di Napoli

    Caritas: itinerario per l’AvventoAnche quest’anno la Caritas Italiana propone un itinera-

    rio per vivere il tempo di Avvento e del Natale 2014 imparan-do a sperimentare la carità in famiglia, “luogo” fondamen-tale da dove partire per creare la cultura della solidarietà edella condivisione.

    Il titolo dell’itinerario è: “A Nazaret… Gesù cresceva e sifortificava” (Lc 2, 40).

    L’abituale kit comprende:Opuscolo per le famiglie. Un itinerario di formazione per

    la famiglia sul senso cristiano della povertà e della condivi-sione, in ascolto dei molteplici richiami offerti da PapaFrancesco ed arricchito di numerosi riferimenti alCatechismo della Chiesa Cattolica.

    Libro per bambini: “Una sola famiglia umana, cibo pertutti” per i bambini che aspettano il Natale. Cinque raccon-ti situati nei diversi continenti attingono alla saggezza deipopoli, legando cibo e senso della condivisione come chia-ve della vera felicità per gli uomini. Un sussidio la cui vali-dità va oltre il tempo natalizio.

    Poster, scaricabile dal sito www.caritasitaliana.it la cuiimmagine fa riflettere sul tema della povertà e della condi-

    visione. Salvadanaio in cartoncino componibile, per espri-mere una solidarietà concreta. La raccolta dei fondi vienedestinata a sostenere la campagna “Una sola famiglia uma-na, cibo per tutti”

    I suddetti sussidi sono reperibili o presso la Casa Editrice“Città Nuova” oppure nelle librerie cattoliche: tutte le rela-tive informazioni sono disponibili sul sito www.caritasita-liana.it

    Inoltre, il presidente della Caritas Diocesana di Napoli, ilCardinale Crescenzio Sepe, per dare un senso ancora piùforte alla testimonianza del Vangelo nel periodo Avvento-Natale, ci invita a promuovere raccolte da destinare alle tan-te “opere segno” della Chiesa di Napoli.

    Per ulteriori informazioni sui vari servizi potete contat-tare Sergio Alfieri, cassiere della Caritas Diocesana al nu-mero 081.55.74.263.

    Inoltre, venerdì 12 dicembre, dalle ore 9 alle ore 12.30, èin programma il ritiro spirituale di Avvento nella nuova se-de della Caritas Diocesana, in via Pietro Trinchera 7.

    Vincenzo CozzolinoDirettore Caritas Diocesana

  • Vita Diocesana Nuova Stagione4 • 30 novembre 2014

    Unioni Cattoliche Operaie

    Il Presepenella pietàpopolareLe Unioni Cattoliche Operaiehanno indetto, per la festività delSanto Natale 2014, iltradizionale concorso di presepicon mostra che si terrà nellasede del Centro diocesano,presso la chiesa del Rosariello,in piazza Cavour 124.L’iniziativa, sotto il patrociniodel Cardinale Crescenzio Sepe,verrà inaugurata sabato 13dicembre, alle ore 17.30, da S. E.Mons. Gennaro Acampa,Vescovo Ausiliare di Napoli.La mostra terminerà domenica11 gennaio, alle ore 17.30, allapresenza di mons. SalvatoreEsposito, Vicario Episcopale perla Liturgia, con la consegna didiplomi e medaglie a tutte leassociazioni partecipanti e lapremiazione dei primi trepresepi, esaminati da unaapposita commissione di esperti.Il presepe dovrà avere unadimensione massima di duemetri per un metro. Le iscrizionivanno fatte pervenire, entro il 27novembre, alla segreteria delCentro diocesano delle UnioniCattoliche Operaie, il martedì eil giovedì, dalle ore 16 alle 19.30.Il presepe dovrà essereconsegnato entro martedì 9dicembre.

    Pasquale OlivieroPresidente Diocesano

    Domenico FellecaAssistente Diocesano

    Il Cardinale Sepe ha celebrato la “Virgo Fidelis”, Patrona dei Carabinieri

    «Fedeli alla vostra missionesull’esempio di Maria»

    di Luigi Maria Mormone

    «Viviamo sempre con gioia questo mo-mento spirituale per ricordare la “VirgoFidelis”.

    Credo sia un bene ispirarci ai valori diquella Madre, la quale segue il figlio che vanelle città a predicare il suo credo», cosìl’Arcivescovo di Napoli Crescenzio Sepe hacelebrato, all’interno della Basilica di SantaChiara, la “Virgo Fidelis”, santa Patronadell’Arma dei Carabinieri.

    La celebrazione si è svolta lo scorso 21novembre, data fissata nel 1949 da Papa PioXII nel giorno in cui cade la Presentazionedella Beata Vergine Maria e la ricorrenzadella battaglia di Culqualber. Tantissime leautorità civili e militari presenti: dalGovernatore della Regione Campania,Stefano Caldoro, al Prefetto di Napoli,Francesco Musolino, fino a MaurizioMaddaloni, presidente della Camera diCommercio di Napoli, oltre ovviamente atantissimi Carabinieri.

    Il Cardinale ha ricordato i valori tanto ca-ri a Maria, che corrispondono pienamente aquelli dell’Arma: «Maria – ha aggiuntol’Arcivescovo - ci rivela la propria grandezzaaccettando la relazione d’amore creatore-creatura, compiendo dunque la volontà diDio e restando sempre fedele alla sua missio-ne. Del resto, Sant’Agostino dice che la gran-dezza della Madonna non sta nell’essereMadre di Gesù ma nell’esserne rimasta anchediscepola».

    Papa Pio XII ha eletto nel 1949 la “VirgoFidelis” a protezione dei Carabinieri, il cuimotto è non a caso “nei secoli fedele”. «Siateanche voi desiderosi di seguire fino in fondola vostra missione – ha detto l’Arcivescovo -proprio come Maria.

    Questa missione vi rende rappresentantidell’esigenza di metterci a disposizione deglialtri, di chi chiede protezione, sicurezza, giu-stizia e solidarietà.

    Voi, come Gesù, siete al fianco della gente.Ma anche tutti noi dobbiamo essere coscien-ti di quella missione e stare vicino agli altri inqualunque circostanza, cosicché possiamocrescere come individui. Dio non abbandonamai gli uomini nei momenti di difficoltà e lanostra fedeltà al dovere è fedeltà al nostro

    Festività di San Giuseppe Moscati nella chiesa del Gesù Nuovo con S.E. Mons. Gennaro Acampa

    Moscati: un modello per tutti noidi Immacolata Capasso

    «Sono molto contento di essere qui per il primo anno, impegnato in prima per-sona nell’organizzazione di una festività molto importante quale è quella di SanGiuseppe Moscati», così, in una chiesa gremita all’inverosimile, ha esordito il pa-dre superiore Vincenzo Sibilio, nuovo parroco della chiesa del Gesù Nuovo, all’i-nizio della Celebrazione Eucaristica presieduta dal Nuovo Vescovo Ausiliare del-la Diocesi di Napoli, Mons. Gennaro Acampa.

    Oltre ad un folto numero di fedeli, provenienti da varie città italiane, nonostan-te le avversità climatiche, erano presenti varie associazioni di volontariato,l’Amami (Associazione Mariana Assistenza Malati d’Italia), l’Amci (AssociazioneMedici Cattolici), l’Arciconfraternita dei Pellegrini, i Cavalieri di Malta, i Volontaridella Croce Rossa, i Cavalieri del Santo Sepolcro e l’Unitalsi che, sotto la mirabileguida della Capo-dama Tina Paolucci, ha curato il servizio d’ordine e di accoglien-za. «In San Giuseppe Moscati c’è stata una meravigliosa fusione di Scienza e Fede.Egli sacrificò molte cose per dedicarsi agli altri, rinunciò ad occupare dei ruoli acca-demici di rilievo perché non voleva lasciare il suo ospedale, gli Incurabili, dove c’era-no i suoi ammalati, pur non tralasciando mai l’insegnamento nei confronti degli stu-denti della Facoltà di Medicina, cui insegnava di curare lo spirito oltre che il corpo»,ha detto il Vescovo durante l’omelia.

    Ed ancora l’alto Presule ha continuato «Moscati fu un bambino e poi un adultopio, perché aveva una famiglia molto religiosa; come è scaturito dal ConcilioVaticano II, la famiglia deve essere una piccola chiesa domestica. Tante cose, oggi,non vanno perché la famiglia, il più delle volte, ha perso il ruolo educativo ed ai gio-vani non vengono più insegnati i valori».

    Moscati, invece, dedicò molto tempo ai suoi studenti con molti dei quali man-tenne, per lunghi anni, una corrispondenza affettiva, intellettuale e spirituale.L’insegnamento fu uno dei principali scopi della vita di Moscati che aveva la pas-sione di trasmettere agli altri, nel modo più completo possibile, tutte le nozioniche erano frutto della sua scienza e della sua esperienza. E folta era la schiera distudenti che chiedeva di seguire le lezioni del prof. Moscati nella terza sala uomi-ni, già circondato da numerosi assistenti volontari medici che gli erano fedelissi-mi e che alla fine del servizio accompagnavano il Maestro fino al portone di casain via Cisterna dell’Olio.

    Per Moscati, istruire i giovani è un dovere di coscienza! Infatti in una lettera alProf. Pentimalli il Medico Santo, a tal proposito, così scriveva «Ho pensato che fos-se debito di coscienza istruire i giovani, aborrendo dall’andazzo di tenere misterioso

    gelosamente il frutto della propria esperienza ma rivelarlo a loro, affinché, dispersi poi per l’Italia,portassero veramente un sollievo ai sofferenti per la gloria della nostra Università e del nostropaese». Infine, il Vescovo Acampa così ha concluso la sua omelia: «Moscati è un modello ac-cessibile perché ha condotto una vita normale, non ha avuto manifestazioni mistiche come al-tri santi, quindi deve e può essere un modello per tutti. Noi dobbiamo essere quel libro che ogginon viene più letto. Stasera dobbiamo tutti uscire dalla chiesa contenti di fare, ciascuno, un pas-so in avanti sulle orme di san Giuseppe Moscati, di essere migliori sul suo esempio».

    San Giuseppe Moscati, medico primario ospedaliero, insigne ricercatore, docente univer-sitario di fisiologia umana e di chimica fisiologica, visse i suoi molteplici compiti con gran-dissimo impegno e serietà. Quindi il Moscati costituisce un esempio non solo da ammirarema da imitare soprattutto da parte di tutte quelle persone che sono impegnate nel mondo sa-nitario, medici, infermieri e volontari.

    prossimo e alla nostra società. Siate semprepronti –ha concluso- a dare la vita per il benedegli altri».

    Dopo la celebrazione è stato ricordato il“73° Anniversario della Battaglia diCulqualber”, in cui, nella “Sella diCulqualber” (Africa orientale), un interoBattaglione di Carabinieri si sacrificò perimpedire l’avanzata nemica. A parlare diqueste gesta eroiche, non prima di aver rin-graziato l’Arcivescovo di Napoli per aver ce-lebrato la messa, è stato il Generale di Corpod’Armata Franco Mottola, ComandanteInterregionale Carabinieri “Ogaden”:«Voglio ringraziare il Cardinale Sepe -ha det-to Mottola- per la grande solidarietà mostra-ta verso l’Arma dei Carabinieri.

    La sua presenza è servita a rendere ancorapiù solenne questa cerimonia cui tutti noi te-niamo moltissimo. Nell’agosto del 1941 fu in-viato in Africa un battaglione di 3000 elemen-ti a difesa del territorio italiano attaccato dal-l’esercito britannico.

    I Carabinieri vissero in condizioni am-bientali difficilissime, con pochissima acquae pochissimo cibo, sacrificandosi, dopo unastrenua difesa di oltre tre mesi, il 21 novem-bre».

    La celebrazione si è conclusa con il ricor-do della “Giornata dell’Orfano”, per cui ilCardinale Sepe e il Generale Mottola hannopremiato Mariarosaria D’Auria e SaraAgorini, orfane di Carabinieri residenti inProvincia di Napoli assistite dall’OperaNazionale di Assistenza per gli Orfani deiMilitari dell’Arma dei Carabinieri(Onaomac), particolarmente distintesi ne-gli studi (la prima si è laureata in lingue e laseconda ha ottenuto la licenza media).

    Foto: Maurizio De Cesare

  • Vita DiocesanaNuova Stagione 30 novembre 2014 • 5

    Unioni CattolicheOperaie

    Sabato 29 novembre, alle ore17.30, nella Chiesa del Rosa -riello, sede del Centro Diocesanodelle Unioni Cattoliche Operaie,in piazza Cavour 124, si terrà iltradizionale Ritiro di Avvento.

    Tema di riflessione: Le UnioniCattoliche Operaie, insieme alVescovo Crescenzio, aspettandoil Papa”. Guiderà la preghiera e lacatechesi don Ciro Noviel.

    Apostolato del MareCorso di formazione per vo-

    lontari, organizzato dall’associa-zione “Stella Maris” di Napoli edall’Apostolato del Mare dellaDiocesi di Napoli. L’iniziativa,denominata “Un mare di volon-tari per presenze invisibili”, pre-vede una serie di incontri che sisvolgeranno nella Sala Multi -mediale della Guardia Costiera,in piazzale Pisacane, internoporto, ogni venerdì dalle ore15.30 alle 17.

    Prossimo appuntamento, ve-nerdì 5 dicembre sul tema:“L’accoglienza del marittimo.Visite a bordo. Preparazione erealizzazione”. Don Natale Iocu -lano, Direttore Ufficio Cei Apo -stolato del Mare.

    Associazione Figli in Cielo

    Le famiglie aderenti all’Asso -ciazione “Figli in Cielo” si incon-trano, ogni terzo sabato del me-se, presso la Basilica dell’In -coronata a Capodimonte. Pros -simo appuntamento, sabato 13dicembre, alle ore 17. L’incontrosarà guidato da mons. NicolaLongobardo.

    Missionari CombonianiIniziativa dei “Giovani Im -

    pegno Missionario” per un cam-mino di formazione e spiritua-lità missionaria, aperto a tutti igiovani che vogliono spalancaregli orizzonti e dare concretezzaalla loro fede tentando di incar-narla nella loro vita. Gli incontrisi tengono nella Basilica San -tissima Annunziata, presso l’O -ratorio parrocchiale “San GiudaTaddeo”, in via Annunziata 37,Napoli. Prossimo appuntamen-to, domenica 14 dicembre,“Insieme si può sognare” (Mc 3,20-21; 31-35);

    La giornata inizia alle ore9.30 e finisce con la Celebrazioneeucaristica alle ore 18. Portare laBibbia, un quaderno per gli ap-punti e qualcosa da mangiare dacondividere all’ora di pranzo.Per ulteriori informazioni:Padre Alex Zanotelli ([email protected]). Per contatti:Felicetta Parisi (333.376.71.43)oppure suor Daniela Serafin([email protected] -347.19.88.202).

    Chiesa del Gesù NuovoTerzo mercoledì del mese, in-

    contro mensile di preghiera deimalati con San GiuseppeMoscati. Il prossimo appunta-mento è per mercoledì 17 dicem-bre, a partire dalle ore 16. Alleore 17, celebrazione della SantaMessa. I padri sono disponibiliad accogliere i fedeli che deside-rano ricevere il sacramento dellaPenitenza.

    APPUNTAMENTI

    Il Cardinale Sepe in Seminario per il saluto a Mons. Antonio Serra

    Il sentimento che ci unisce è la gratitudine

    Sono state “gratitudine e gratuità” le due parole chiave che han-no dato il senso e guidato la celebrazione dello scorso 21 novem-bre, presieduta dal Cardinale Crescenzio Sepe, presso il Seminario“Ascalesi”. Si è trattato di un momento opportuno per ringraziareMons. Antonio Serra e la sua èquipe formativa per aver svolto ilMinistero di Rettore negli ultimi sette anni.

    «Il sentimento che ci unisce è la gratitudine», con queste paroleS. E. Mons. Salvatore Angerami, nuovo Rettore e Vescovo ausilia-re di Napoli, ha accolto la visita dell’Arcivescovo. Gratitudine a Dioprimariamente che sempre si prende cura di coloro che chiama alsacerdozio e la gratitudine a don Antonio per aver svolto il delica-to ministero con intelligenza e totale dedizione.

    Parole di ringraziamento sono andate anche a don EnricoAssini che ha guidato i seminaristi del Seminario Minore e a donDomenico Vitiello che ha accompagnato i seminaristi del terzo equarto anno del Seminario Maggiore: sono stati dei collaboratoriattenti che hanno svolto il loro servizio con dedizione ed umiltà.

    Dopo la celebrazione, il Seminario tutto ha reso grazie, con unmomento di agape fraterna, dove si è potuto continuare a testimo-niare, insieme, il senso comunionale dell’appartenenza a Cristo.Attraverso le parole lette dal cerimoniere Salvatore Melluso, tuttii seminaristi hanno potuto esprimere la propria gratitudine a donAntonio: «Vivendo l’esperienza del lebbroso guarito da Gesù, siamotornati indietro con la mente e con il cuore per ricordare e affidaretutto il tratto di strada percorso insieme, al Signore. Ogni grazie por-ta in sé il significato di Eucarestia ed è proprio quello che fa il lebbro-so del Vangelo: un vero e proprio movimento interiore e profondo, “faEucarestia” ».

    Grazie allora a don Antonio Serra per la sua paternità sinceraed autentica, affettuosa ed incarnata di cui sempre ci continua afar dono. La sua persona, insieme agli animatori che lo hanno af-fiancato, hanno fatto in modo che il Seminario non solo fosse unacasa di formazione, ma una Comunità che vive all’insegna dell’ac-coglienza fraterna e di relazioni belle, complesse e significative, fa-cendo di don Antonio, oltre che un Rettore, un padre per tutti e ditutti, un Pastore instancabile e attento ai segni dei tempi.

    Il nostro augurio e gratitudine lo esprimiamo attraverso le pa-role di don Salvatore: «Auguri, sostenuti dalla preghiera, per il nuo-vo ministero di Pastore della parrocchia Santa Maria Apparente, af-finché tu possa continuare l’infinito amore di Dio come hai fatto tranoi».

    Sicuri che, prima con don Antonio e adesso con don Salvatore,il Signore, continui a farci intendere che la gratuità, come lo stes-so progetto educativo del Seminario lo ricorda, è espressione di undono ricevuto, quello di un ministero, vissuto altrettanto come do-no da fare agli altri, fuori da ogni logica di tornaconto personale.

    [email protected]

    Il 17 novembre, presso la chiesa di SantaMonica, la concelebrazione presieduta

    dall’abate di Cava de’ Tirreni, Dom MichelePetruzzelli, in occasione della Solennità

    di Santa Geltrude

    Uniti a Cristodi Elena Scarici

    Grande partecipazione di fedeli per la Solennità di SantaGeltrude, nella chiesa di Santa Monica delle SuoreBenedettine di Santa Geltrude, lo scorso 17 novembre. Tuttala giornata è stata dedicata alla memoria della grande Santa,originaria di Helfta, che ha dato esempio di cultura, fede e ca-rità. Il momento più solenne è stato il pomeriggio con la cele-brazione presieduta dall’Abate di Cava de’ Tirreni, DomMichele Petruzzelli, Con lui hanno concelebrato il parroco diSan Giuseppe dei Vecchi e Immacolata di Lourdes, donPasquale Rea e don Antonio Luiso, assistente spirituale delgruppo degli Oblati Benedettini del Monastero. Presenti, tragli altri, la Superiora Generale della Congregazione, suorMaria Concetta Volpe e la superiora della Casa di SalvatorRosa, Suor Elisabetta Pardi. Nell’omelia l’Abate ha ricordato:«La liturgia che abbiamo ascoltato ci aiuta a conoscere la vi-ta dei Santi, in particolare l’esempio di Santa Geltrude è rivol-to a noi, ci suggerisce come vivere da cristiani e da consacra-ti. Santa Geltrude – ha proseguito - è l’esempio dell’unione spi-rituale con Gesù. A 25 anni si convertì radicalmente all’amo-re di Cristo. I suoi scritti sono traboccanti di spirito. Geltrudeè stata catturata dall’amore di Dio, la sua esistenza è scuola divita cristiana ci dice che noi apparteniamo a Cristo, in quantotali dobbiamo essere testimoni dell’amore, portatori di lucenel mondo».

    L’Abate benedettino nella sua riflessione si è soffermatomolto sul concetto di amore, unico vero faro della nostra vitae segno di appartenenza a Dio.

    «L’amore è solo di Dio – ha sottolineato - noi non possiamoamare Dio come lui ci ama, senza contraccambio, in manieragratuita, ma Dio non pretende questo da noi, ciò che invece siaspetta è che noi ci abbandoniamo completamente a lui e nondubitiamo di questo amore. La nostra risposta, dunque, è pro-prio in questo abbandono anche quando è difficile, nella sof-ferenza, l’amore verso i propri fratelli è il segno della nostraappartenenza a Dio».

    «Infine - ha ricordato - la nostra difficoltà sta proprio nel-l’amore. I Santi hanno amato senza remore. Per questo, sull’e-sempio di Santa Geltrude, la nostra vita da consacrati e da bat-tezzati, deve essere affezione verso Cristo, si tratta di amaretutti con la stessa forza ed intensità. Impariamo da Cristo adamare». Al termine della celebrazione un bel momento di fe-sta ha dato alla giornata un bel tocco di gioia e di convivialità.

    Inserito in ogni percorso di crescita vocazionale, incoraggia atteg-giamenti ispirati al Vangelo, così da rendere più credibile e incisi-va la sequela apostolica, aiutandoci a vivere il mistero cristiano co-me logica di vita.

    Daniele PiccoloSeminarista al terzo anno di formazione

  • Vita Diocesana Nuova Stagione6 • 30 novembre 2014

    Lo splendore dell’amore veroApprofondimenti a margine del Sinodo dei Vescovi a cura dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani di Napoli

    di Luigi Ortaglio ofm

    Sabato 15 novembre, presso le SuoreCrocifisse Adoratrici di Gesù Sacra -mentato, a S. Gregorio Armeno nel cuo-re del centro storico di Napoli si è svolta,a cura della sezione di Napolidell’Unione Giuristi Cattolici Italiani(UGCI), una mattinata di “approfondi-menti colloquiali” sul recente Sinodostraordinario sulla famiglia. Il tema del-l’incontro è stato “Lo splendore dell’a-more vero: l’ermeneutica del Papa”; l’ini-ziativa si inscrive in quel percorso di rin-novato impegno e presenza sul territorioche il gruppo di Napoli dell’UnioneGiuristi Cattolici Italiani ha di recenteintrapreso.

    È indubbia l’attualità dell’esigenza di“informazione” e di “formazione” circa igrandi temi che oggi si dibattono nellacomunità civile e in quella ecclesiale. IGiuristi Cattolici desiderano non farmancare il loro contributo alla diffusio-ne della cultura cristiana in un contestosocio-culturale che tende, di contro, alaicizzarsi sempre più.

    Il tema della famiglia, a cui si collegaquello dell’amore con tutte le sue impli-canze (matrimonio, procreazione, affet-tività, sessualità) non potrà mai ritener-si archiviato perché è un istituto fonda-mentale, di diritto naturale, sia per la co-munità civile che per quella ecclesiale edè esposto a continue pressioni ideologi-che. Non a caso l’attuale Pontefice ha in-detto su questo tema la celebrazione diun sinodo dei vescovi straordinario inpreparazione di quello ordinario che siterrà il prossimo anno, nonostante la ce-lebrazione del precedente sul medesimotema nel 1980. I lavori della mattinata so-no stati introdotti da Oreste Ciampa, pre-sidente Ugci di Napoli, e padre LuigiOrtaglio ofm; sono quindi seguiti i dueinterventi del prof. Luigi Notaro, docen-te di Diritto ecclesiastico e di AntonioPalma, docente di Diritto Romano, ri-spettivamente sui seguenti temi:“Dottrina e pastorale: polarità concilia-bili?” e “Libertà della persona, situazio-ne concreta e risposte pastorali”.

    Da più parti oggi si parla realistica-mente di uno “scisma” in atto nellaChiesa tra la dottrina e la vita, tra i prin-cipi e la prassi. Si tratta di due polaritàinconciliabili oppure no? Questo inter-rogativo appartiene a tutto il Popolo diDio, sia ai ministri sacri che ai laici. LuigiNotaro a tale riguardo ha sottolineato ilrapporto che sussiste tra dottrina e pa-storale senza però che ogni novità pasto-rale comporti necessariamente un cam-biamento nella dottrina. Come insegna ilVaticano II, va instaurato un nuovo rap-porto tra la Chiesa e la società civile: es-sa si apre al dialogo con il mondo moder-no per entrare in sintonia con esso e ri-svegliare la vocazione al bene e all’amo-re verso il prossimo. Così come aiutaquesto sforzo di incontro tra le due pola-rità il nuovo modo di intendere il dirittocanonico, che, per una nuova imposta-zione di ricerca va visto come “diritto ec-clesiale”. I valori contenuti in detto dirit-to aiutano ad individuare i punti di in-contro in un ordine superiore e terzo;pertanto vi è una possibilità di conciliaredottrina e pastorale e di creare una op-portuna relazione tra la società civile e laregolamentazione religiosa di matrimo-nio e famiglia.

    Il successivo intervento di AntonioPalma ha presentato, invece, un tentati-vo di incontro e di sintesi tra la libertàdella persona, concepita come immagi-ne di Dio, le situazioni concrete dei cre-denti spesso segnate dall’umana fragi-

    lità, la parola della Chiesa, che deve co-niugare verità e misericordia e nel con-tempo tradursi in prassi pastorale. Il re-latore, partendo dal disagio del credentecontemporaneo di accettare una precet-tistica che entri nella sfera più intima, hacolto l’intuizione dell’attuale Ponteficedi spostare l’accento sulla pastorale piut-tosto che sulla dottrina per sanare la dif-ficoltà di adeguamento che sussiste tra ledue.

    La comunità ecclesiale deve saperreagire ad una tentazione e ad un rischio:la prima è costituita dal pensiero post-moderno, che propugna alla decostru-zione di tutti i sistemi di valori con la sus-seguente scissione, in ambito ecclesiale,tra la legge morale e la condotta indivi-duale; il secondo è rappresentato dagliinevitabili riflessi della prassi pastoralesul dato dottrinale.

    Il cambiamento e la sua faticaL’«Evangelii gaudium» fa esplicito ri-

    ferimento al cambiamento, sollecitandoa «porre in atto i mezzi necessari peravanzare nel cammino di una conversio-ne pastorale e missionaria, che non puòlasciare le cose come stanno» (25) per da-re risposta a un mondo in rapido muta-mento. Mutamento come condizione na-turale delle società umane, che si mani-festa in tempi e modi differenti, trasfor-mazioni più o meno rapide di valori, co-stumi, norme e credenze.

    Rispondere opportunamente al cam-biamento nel corso della vita costituiscela grande sfida per l’individuo e per igruppi. Esso a ciascuno costa fatica.Intervengono allora meccanismi di dife-sa che conducono a negarne o accrescer-ne la rilevanza. Spesso viene negato per ilrifiuto del nuovo, il cui disagio può espri-mersi con una gamma ampia di sintomi.Rifiuto del nuovo spesso responsabiledella perdita di opportunità per condi-zioni migliori di vita (affetti, lavoro…).Altre volte un’incontrollata insoddisfa-zione del presente porta a fughe in avan-ti, a progetti avventati, senza sufficientevalutazione critica.

    Chi vive in contesti idonei alla cresci-ta e alla maturazione, anche per la pre-senza di figure con funzioni di guida e so-stegno, è in grado di elaborare modalitàper far fronte serenamente al cambia-mento. Può contare su esperienze e vis-suti che orientano e sostengono i passag-gi evolutivi e gli eventi più o meno impe-gnativi della vita. Al cambiamento cia-scuno deve preparasi e preparare le nuo-ve generazioni nella consapevolezza cheesso è connaturato alla natura umana ene rappresenta la carica vitale.

    In particolare alcuni gruppi sociali -come nel nostro Meridione -, per un in-sieme di fattori, hanno presentato e pre-sentano tuttora particolari resistenze alcambiamento, con insofferenza a cono-scere e sperimentare altre realtà con cuimisurarsi significativamente. E tali con-dizioni hanno determinato nel tempo edeterminano ancora vissuti e comporta-menti autoreferenziali, poveri di espe-rienze significative, da cui originano di-pendenza e al contempo aggressività condifficoltà ad accettare le regole e quindi araggiungere autonomia e maturità com-piute per poter crescere, maturare e vive-re nel rispetto della vocazione umana piùintima.

    I Vescovi italiani hanno bene espresso

    tali condizioni nel documento Per un Paesesolidale, dove riprendono questi concetti eindividuano la responsabilità d’ una in-compiuta modernizzazione proprio nel ri-fiuto del cambiamento (fatalismo, svilup-po bloccato, fragilità del tessuto sociale eculturale, mancato protagonismo...), e sol-lecitano a «ripensare al Sud con amore».

    Il cambiamento rappresenta un temaricorrente da sempre in più ambiti. Tra tut-ti si ricordano la parabola evangelica delvino nuovo e degli otri vecchi e, recente-mente, la metafora dello specchietto retro-visore di McLuhan.

    L’«Evangelii gaudium» sollecita l’impe-

    gno per il cambiamento in più punti. Valgaper tutti questo splendido testo che chiudeun importante paragrafo intitolato Un im-prorogabile rinnovamento ecclesiale (EG27-33): «La pastorale in chiave missiona-ria esige di abbandonare il comodo crite-rio pastorale del “si è fatto sempre così”.Invito tutti ad essere au daci e creativi inquesto compito di ripensare gli obiettivi, lestrutture, lo stile e i metodi evangeliz zato-ri delle proprie comunità» (EG 33).

    Informazioni od altro all’indirizzo diposta elettronica: [email protected]

    A cura dell’Associazione ItalianaPscicologi e Psichiatri Cattolici

    “Evangelii gaudium”. Riflessioni

  • Sant’Eligio Vescovo – 1 dicembre

    Nacque presso Limoges, in Francia, intorno al 590. Una leggenda racconta che gli si presentò ildiavolo vestito da donna: e lui, Eligio, rapido lo agguantò per il naso con le tenaglie. Questa colori-ta leggenda è raffigurata in due cattedrali francesi (Angers e Le Mans) e nel duomo di Milano, conla vetrata di Niccolò da Varallo, dono degli orefici milanesi nel Quattrocento.

    L’Eligio storico, figlio di gente modesta, deve aver ricevuto tuttavia un’istruzione, perché venneassunto come apprendista dall’orefice lionese Abbone, che dirige pure la zecca reale.

    Sotto Clotario, Eligio va a dirigere la zecca di Marsiglia e intanto continua a fare l’orefice. Colnuovo re Dagoberto I viene chiamato a corte e cambia mestiere: il sovrano ne fa un suo ambascia-tore, per missioni di fiducia. Altri incarichi se li prende da solo: per esempio, riscattare a sue spese iprigionieri di guerra, fondare monasteri maschili e femminili.

    Morto il re, sceglie la vita religiosa, e il 13 maggio 641 viene consacrato vescovo di Noyon-Tournaidove si impegna nella campagna di evangelizzazione nel Nord della Gallia, nelle regioni della Mosae della Scelda, nelle terre dei Frisoni. Muore nel 660.

    Santa Viviana Martire – 2 dicembre

    A questa Santa, Papa Simplicio, nel V secolo, dedicò una chiesa sull’Esquilino. Eppure il culto diViviana (o Bibiana) è stato assai vivace, forse anche grazie al suo nome che, nell’etimologia popola-re, è legato al verbo vivere, e quindi sinonimo di vitalità, vivacità, e augurio di spirituale sopravvi-venza.

    La santa sarebbe una delle vittime della persecuzione anticristiana dell’imperatore Giulianol’Apostata, un devoto pagano che ostacolò la fede cristiana nonostante la libertà di culto proclama-ta grazie a Costantino nel 313. Secondo questa Passio, priva di valore storico, il governatore Apronioavrebbe mandato a morte i coniugi Fausto e Dafrosa, per impadronirsi dei loro beni. Poi volle co-stringere all’apostasia le loro figlie: Demetria e Bibiana.

    La prima sarebbe morta sotto tortura, mentre Bibiana, salda nella propria fede, dopo aver subi-to ogni tipo di angheria fu legata alla colonna e flagellata a morte. La chiesa sull’Esquilino sorgereb-be sulla tomba della martire.

    San Giovanni Calabria Sacerdote – 4 dicembre

    È il 1900. In una nebbiosa sera di novembre, Giovanni Calabria, giovane studente veronese di teo-logia, scorge un mucchietto di stracci in un anfratto del portone: è un piccolo zingarello costretto aelemosinare e portare ogni giorno una certa somma per sfuggire a botte e soprusi; non sapendo do-ve altro rifugiarsi, cerca - come può - di difendersi dal freddo. È un disperato come tanti, uno di quel-li per cui non esiste la parola futuro.

    Giovanni lo porta nella sua casa e lo affida alla madre, abituata a condividere la generosità del fi-glio.

    Quella notte non riesce però a prendere sonno, e gli nasce l’idea di pregare, ma soprattutto di lot-tare per opporsi a ingiustizie come questa.

    Lo farà per oltre 50 anni, promuovendo tramite la fondazione dell’Opera Don Calabria, attivitàdi assistenza presenti in ben 12 nazioni e 4 continenti. Nato l’8 ottobre 1873 e ordinato sacerdote nel1901, Giovanni Calabria morirà il 4 dicembre 1954.

    Pastorale e DomenicaNuova Stagione 30 novembre 2014 • 7

    Accorgercidi Te…«Se tu, Signore, squarciassi icieli e scendessi...». È una sortadi invocazione che dal profetaIsaia attraversa i secoli, cheinstancabilmente unisce il cieloe la terra, che si muove dalcuore dei deboli e, con la solaforza della fede, arriva a Dio.Tutto questo, però, per quantoumanamente intenso eimmenso, lascia l’amaro inbocca, perché PER noi, con lanascita di Gesù di Nazaret, ilcielo è stato già squarciato eogni distanza già colmata. Lanostra preghiera allora non puòcontinuare a essere richiesta diciò che abbiamo già ottenuto,sarebbe assurdo… e noi nonabbiamo bisogno di svegliareDio, lui è già sveglio... dasempre! In Gesù, nella suanascita, nella sua inspiegabileincarnazione, si è fatto vicino,tanto vicino a noi, da diventareuno di noi.Che fare allora? Svegliarci!Aprire gli occhi, spalancarli suDio, accorgerci della suadiscreta presenza, sempredecisamente all’opera.Questo sia il nostro avvento,perché ciò che ci stiamopreparando a celebrare non siasolo un ricordo, ma l’attualità diun evento che può ancoracambiarci.

    Una preghiera da condividereSvegliaci, Signore,dal torpore accomodante checi impedisce di accorgercidella tua presenza,del tuo instancabile agirenella nostra vitae nella vita del mondo.Svegliaci e aiutaci a scoprirela delicatezza dei tuoi gestie la tua voglia di salvezza.Sei vicino, Signore,più di quanto immaginiamo;molto più di quanto riusciamoa esserlo per noi stessie per i nostri fratelli.Ma occorrono occhiche guardino,cuore che scruti,orecchi che ascoltino euna vita libera dalle milleforme di miopia e pregiudizio.Attenderti, Signore Gesù,ci aiuti a capire e viverequesta sconvolgente verità.Amen

    Un sms da inoltrare Attendere ossia accorgerci di

    Dio, della sua delicata presenzanella nostra vita, scoprirlo an-dando oltre e dentro ogni appa-renza. Questo sia il nostro avven-to!

    Mariangela Tassielli, fsp

    Su www.cantalavita.com imma-gini e preghiera da scaricare econdividere sui social.

    30 novembre. Prima Domenica di Avvento

    Perché si veglia?Is 63, 16-1.19; Sal 79; 1 Cor 1, 3-9; Mc 13, 33-37

    SANTI, BEATI E TESTIMONIRECENSIONI

    La formazionedei catechisti

    Giunge alla terza edizione, rive-duta e aggiornata, questa “scuola percatechisti”. Si tratta di un completo“corso di base” per la formazionepersonale e di gruppo dei catechisti.Il volume contiene anche schede perla formazione personale e di gruppononché indicazioni per laboratoricatechistici.Centro Evangelizzazione e CatechesiScuola per catechistiEdizioni Elledici – 2014 Pagine 350 – euro 29,00

    Un calendarioper l’Avvento

    Il Natale è spesso un’occasionepropizia per riunire la famiglia attor-no a momenti nei quali la fede cri-stiana viene riscoperta insieme agliaffetti e alle tradizioni portatrici dicalore umano e partecipazione. E il“Calendario di Avvento” è uno stru-mento utilissimo, in questo senso,per impreziosire l’attesa insieme aipiccoli.

    Ecco allora la nuova propostaPaoline: un simpatico “Calendario diAvvento” a una tavola di cartoncinocorredata di venticinque finestrelleapribili, dietro alle quali i più piccolitroveranno una frase riferita alla vi-ta di Gesù e il suggerimento di un im-pegno per prepararsi al Natale comefesta e come celebrazione di un im-portante momento della fede cristia-na.Un calendario per l’Avvento Edizioni Paoline – 2014 euro 4,50

    Si veglia per diversi motivi. Quali po-trebbero essere?

    Si veglia per passare la notte in diver-timenti. Gran parte della nostra gio-ventù vive di notte soprattutto nei finesettimana e nelle discoteche. Spesso ri-tornano a casa quando il sole è già sortodietro il Vesuvio. Purtroppo non tuttitornano a casa, perché accade che qual-cuno, sotto l’effetto di alcol e di droga,venga coinvolto mortalmente in qualcheincidente stradale.

    Si veglia perché si lavora nelle fabbri-che. “Bisogna produrre” è il grido dellemultinazionali assetate di denaro. Cosìmolti uomini e donne sono costretti adabbandonare il focolare proprio nel tem-po in cui i membri della famiglia dovreb-bero gustare l’amore e l’unità tra di loro.

    Si veglia perché il cuore è spezzato daldolore e dalla sofferenza. Spesso è un do-lore che non viene alleviato da una pre-senza amica e quindi si tramuta in rab-bia e in grida di disperazione.

    Si veglia, strano a dirsi ma capita, perpaura di morire. In questo tipo di vegliala persona trascorre la notte passando dauna lettura all’altra, da un programma

    televisivo all’altro. Si veglia nell’attesa disapere l’esito di una diagnosi sul propriostato di salute o di quello di una personacara.

    Si veglia per fame. Quando lo stoma-co è vuoto difficilmente si prende sonno.Ma si veglia anche per aver mangiatotroppo…

    Si veglia per non essere sorpresi dauna scossa di terremoto o dalla venuta diqualche ladro.

    Si veglia per tanti motivi. Ma il cristia-no adulto nella fede veglia per pregare.La Chiesa primitiva si alzava di notte perpregare. Era obbediente all’esortazionedi Gesù: «Vegliate, dunque!».Oggi, in al-cuni monasteri ci si alza per vegliare epregare. Nel cammino neocatecumena-le, durante l’avvento, i membri delle co-munità più anziane si alzano di notte perpregare. La preghiera notturna rende icristiani consapevoli che Gesù, Giudicedella storia, verrà a giudicare i vivi e imorti. E che verrà quando meno te l’a-spetti: «Vegliate: non sapete quando il pa-drone di casa ritornerà», ci ricorda Gesù.

    Per questo motivo non possiamo vive-re da imprudenti. Sapendo che Gesù può

    venire all’improvviso, il cristiano si im-pegna a vivere in ogni istante della gior-nata nella grazia di Cristo, nell’amore delPadre e nella comunione dello SpiritoSanto. Sapendo che sarà giudicato, il cri-stiano non vuole che Gesù lo trovi «comecosa impura, come un panno immondo eavvizzito come foglie», ma piuttosto«santo e immacolato».

    Che questo tempo di Avvento ci sveglidal nostro sonno spirituale e ci renda vi-vi nell’amore! Un giorno fu chiesto a unuomo di Dio: «Se il Signore dovesse veni-re in quest’ora, cosa faresti?». Ed egli ri-spose: «Continuerei a zappare la terra».Essendo un uomo pio, faceva tutto conamore e alla presenza di Do.

    Se oggi, ascoltando la Parola di Dio, tivedessi sporco e sudicio, non indurire ilcuore, ma convertiti e credi al Vangelo!Non procrastinare stoltamente la tuaconversione, ma di’ a te stesso: «Oggi mivoglio convertire!».Metti subito in prati-ca il tuo proposito, perché il giorno dellavenuta del Signore sarà terribile perquelli che si fanno trovare senza fede,speranza e, soprattutto, senza carità.

    Lorenzo Montecalvo sdv

  • Speciale Nuova Stagione8 • 30 novembre 2014

    Un ambulatorio di medicina solidale Vedere da vicino le sofferenze,condividere le attese e le angoscedei nostri fratelli menofortunati, toccare con il cuore ele mani le mille sofferenze di chinon ha se non quello che glioffriamo, deve fare crescere innoi il bisogno di amare e didonare, avendo come fulgidoesempio San Ludovico,originario proprio di Casoria.Bisogna che ogni uomo, ed ilmedico in particolare, trovi nellasofferenza il senso del propriocammino di maturazioneumana e professionale.Oggi più che mai le difficoltàeconomiche fanno ingigantire larichiesta di prestazioni sanitariegratuite. La disoccupazione, lasottoccupazione, con tutte leconseguenze che comportano,creano una domanda semprecrescente di aiuto per una granparte della popolazione.“Tutte le volte in cui non èpossibile curare è semprepossibile prendersi cura”: siaquesto il nostro motto ed ilnostro impegno che ci renderàogni giorno più forti e più unitinell’amore. Tutto questo in coincidenza conla canonizzazione di SanLudovico da Casoria, che haspeso la sua vita per aiutare ipoveri, i sofferenti e quantiavessero bisogno, ci ha spinti adare inizio ad un progettoambizioso: la creazione di unambulatorio polispecialistico dimedicina solidale intitolato aSan Ludovico da Casoria daeffettuarsi in idonei locali messia disposizione dall’Istituto delleSuore Bigie presso l’Oasi.Il tutto in spirito dicollaborazione con il comitatod’onore del Comune. Si tratta diun programma ambizioso, ma cicrediamo ed andremo avanti.San Ludovico ci guiderà e ciaiuterà. Abbiamo, però, bisognodi aiuto, di collaborazione e diimpegno da parte di personalemedico, infermieristico evolontario che voglia dedicareun po’ del suo tempo a dare unamano a chi vive nel bisogno.C’è, inoltre bisogno disuppellettili per arredare lastruttura e di un minimo diattrezzatura, confidiamo,pertanto, nell’aiuto delleistituzioni, ma, e soprattutto, diprivati, che sentano il desideriodi collaborare per chi è piùsfortunato.Ci è parso, questo, il modomigliore per scongiurare ilpericolo di vanificare, passata laprossima canonizzazione, tuttoil messaggio ricevuto.Tutto il resto è, e sarà, solofrutto di impegno e di amore inmemoria del grande Santo deipoveri e degli emarginati.Aspettiamo di essere contattatida medici, infermieri, farmacistie quanti vogliano collaborare.Grazie ad ognuno di voi diquanto farà.Per comunicare la propriaadesione è possibile rivolgersi a:Pasquale Longhi; Padre AlbertoRusso 081.758.74.17 –338.69.15.221 - [email protected] [email protected]

    Pasquale Longhi

    Domenica 23 novembre a Roma la Canonizzazione del Beato, fondatore delle Suore Francescane Elisabettine Bigie. In piazza San Pietro oltre diecimila fedeli, provenienti dalla diocesi di Napoli, accompagnati dal Cardinale Crescenzio Sepe

    San Ludovico, il gigante della caritàIl Messaggio dell’Arcivescovo

    Eleviamo un inno di lode al Signore che ha per-messo a Papa Francesco di innalzare agli onoridegli altari il beato Padre Ludovico da Casoria,dell’Ordine Francescano dei Frati Minori, sacer-dote della Chiesa di Napoli, fondatore delle SuoreFrancescane Elisabettine Bigie.

    Dobbiamo rendere gloria a Dio, gridando lanostra gioia, l’esultanza e la riconoscenza per que-sto evento che esalta e consacra, nella santità, lafedeltà a Cristo di un suo servitore e testimone.

    Ancora una volta abbiamo la conferma che lasantità è possibile e non è soltanto di uomini elet-ti, ma anche e soprattutto delle persone semplici,di quelle che sanno mettere da parte il proprio io,il proprio interesse e le proprie ambizioni, facen-do esclusivamente la volontà di Dio, ponendosi al-la sequela del Maestro, ascoltando la sua Parola,osservando i suoi insegnamenti, amando il pros-simo come se stesso.

    Tutti siamo chiamati alla santità, indipenden-temente dal casato, dal luogo di provenienza, dalceto sociale, dalla consistenza patrimoniale dellafamiglia di appartenenza. Santi sono coloro che sielevano al di sopra delle miserie terrene, si lascia-no guidare dalla luce che viene dall’alto, si immer-gono nella vita per andare oltre la vita, vivono pie-namente la loro natura umana. Sono persone chenascono per non morire, come è stato opportuna-mente detto, e riescono ad entrare nella storia at-traverso il proprio vissuto nella quotidianità.

    Santo non è colui che sfugge alle debolezze ter-rene, alle angustie della vita, alle sofferenze chenascono dalla fragilità umana, ma è chi le sa af-frontare con serenità, facendosi carico della pro-pria croce e anzi condividendo la croce degli altrifratelli, dei più deboli e degli emarginati, perchériesce a comprendere che soltanto attraverso lacroce si arriva alla luce del Risorto.

    Tutto in nome dell’amore, che rende forti, ren-de potenti, rende santi. Chi ama diventa santo, di-ceva Madre Teresa di Calcutta. Del resto, l’amore

    non è banale esternazione di sentimenti, ma è al-truismo, servizio, solidarietà, apertura all’altro; èfarsi prossimo; è gratuità; è immedesimarsi nei bi-sogni del vicino. Senza alcun tornaconto materia-le, senza pretese o aspettative, senza vanagloria.

    Nel nostro Padre Ludovico trovano sintesi tut-ti questi presupposti della santità. Nasce da unafamiglia modesta e in un paesino agricolo,Casoria, che poi assume le dimensioni tipiche diuna città e, proprio per il carisma e la forza spiri-tuale del semplice fraticello, diventa patria di san-ti e di luminose figure della Chiesa cattolica. Perle deboli condizioni economiche della sua fami-glia, vive anni difficili facendo anche l’apprendi-sta artigiano, ma riesce ugualmente a studiare,alimentando la sua vocazione alla vita religiosa eil suo impegno sacerdotale, con la mente rivolta algrande Francesco di Assisi.

    Compie studi seri e severi di filosofia e di ma-tematica che insegna per lunghi anni, ma senzaesaltarsi, ed operando sempre con dedizione as-soluta per il bene degli altri.

    Sommo interprete e testimone dei comanda-menti dell’amore, ha amato Dio e il prossimo contutto il suo cuore. Per Padre Ludovico evangeliz-zare è un atto di amore e di fede, che realizza por-tando la Parola di conversione non disgiunta dal-l’attenzione e dalla cura per il fratello povero o ma-lato. La sua è un’opera di salvezza integrata del-l’uomo, che guarda all’anima e al corpo.

    Questo suo essere ed agire lo ha reso un gigan-te della carità, che non ha predicata soltanto mal’ha testimoniata, praticata e vissuta in misura“sfrenata”, senza risparmiarsi e soprattutto senzamai tradire la sua umiltà.

    Ha rivolto le sue premure, umane e cristiane,innanzitutto ai poveri e agli infermi, ai sacerdoti ereligiosi malati, agli accattoncelli, quelli che oggidefiniamo minori a rischio ossia gli scugnizzi, i ra-gazzi di strada, ai sordomuti e ai ciechi, ai vecchipescatori. A tutti si è dedicato con amore e dedi-

    Un amore immenso verso DioNella Basilica di Santa Chiara la veglia di preghiera

    La Chiesa di Napoli ha aperto le celebra-zioni in onore di San Ludovico venerdì 21 no-vembre nella chiesa di Santa Chiara con unincontro di preghiera e una liturgia dellaParola, guidata da padre Agostino Esposito,ministro provinciale dei Frati Minori diNapoli e Caserta.

    Si è trattato di un momento di spiritua-lità, ma anche di festa in onore del Santo, lecui sacre spoglie sono state accolte nella ba-silica, dove sono rimaste per tutta la settima-na, per poi essere portate in processione finoal Duomo, per le celebrazioni ufficiali in pre-senza del Cardinale Crescenzio Sepe.

    A Santa Chiara erano presenti tantissimilaici e religiosi, provenienti da tutto il mon-do. Ludovico fu il fondatore infattidell’Ordine dei Frati Bigi e delle SuoreElisabettine, giunti per l’occasionedall’Italia, dalla Florida, da Panama edall’India, per pregare insieme ed unirsi at-torno alla figura del santo mistico.

    Presente in basilica anche l’Arcivescovoemerito di Panama Josè Dimas CedenoDelgado, padre Salvatore Farì, Vicario epi-scopale per la Vita consacrata e il sindaco diCasoria, Vincenzo Canfora, con la giunta co-munale.

    Nella celebrazione si sono ricordate leduecento opere di carità realizzate daLudovico nel corso della sua vita: case per an-ziani, orfani, sordomuti e ciechi, ospizi per ipoveri, infermerie e piccoli ospedali, scuoledi formazione, mense, dormitori, cappelle echiese.

    Diede anche un contributo importantissi-

    mo al rilancio del Terz’Ordine francescano, for-mando e assistendo gruppi in Italia e all’estero.Furono «opere concrete di carità, di una caritàsfrenata, un mare senza confine», secondo le pa-role di padre Agostino Esposito.

    Sono stati letti inoltre passi tratti dalla vita edal testamento di fra’ Ludovico, per far com-prendere a tutti la sua vita straordinaria, mossada un amore immenso verso Dio, che non puòprescindere dall’amore per il prossimo.

    La sua storia, tra i bambini di strada, i pove-ri, gli stranieri, è stata anche illustrata attraver-

    so i canti, le musiche e i testi di alcuni brani trat-ti dal musical “Scugnizzi”.

    «O amare o morire d’amore», così usava dire ilfrate di Casoria, innamorato dei poveri. Un mes-saggio ancora attuale, che papa Francesco con-tinua a diffondere: liberarsi dalla mondanità,uscire da se stessi, fuggire da un’esistenza me-diocre e andare verso le periferie esistenziali,«senza lasciarsi scoraggiare dai propri limiti, per-ché l’amore di Dio può tutto e la fede può compie-re in noi miracoli».

    Oreste D’Amore

  • SpecialeNuova Stagione 30 novembre 2014 • 9

    Domenica 23 novembre a Roma la Canonizzazione del Beato, fondatore delle Suore Francescane Elisabettine Bigie. In piazza San Pietro oltre diecimila fedeli, provenienti dalla diocesi di Napoli, accompagnati dal Cardinale Crescenzio Sepe

    San Ludovico, il gigante della caritàIl Messaggio dell’Arcivescovo

    A Casoria la Messa

    di ringraziamento

    Giovedì 4 dicembre a Casoria, al-le ore 17.30, si terrà la messa di rin-graziamento, presso la Basilica diSan Mauro a Casoria, presiedutadal vescovo ausiliare S. E. monsi-gnor Salvatore Angerami.

    zione assoluta, preoccupandosi di dare loro assi-stenza, alloggio, vitto e soprattutto istruzione eformazione cristiana.

    Padre Ludovico ha svolto il suo ministero sa-cerdotale sempre con spirito missionario, cate-chizzando con la carità, la strada maestra che por-ta a Cristo. Con questa ottica ha realizzato oltreduecento opere, a Napoli ma anche in Assisi e al-tre località italiane, che servivano ad accogliere,ad assistere e ad accompagnare nella crescita enella quotidianità persone e giovani lasciati soli.E’ stato l’uomo del fare, agendo con determinazio-ne e concretezza per aiutare gli altri, per soddisfa-re le esigenze vitali dei miseri, per salvare spiri-tualmente e materialmente i più esposti ai perico-li e ai mali della vita.

    Ha fatto in modo che tanti avessero un tetto,trovassero cura e assistenza, venissero addestratiai mestieri artigianali, fossero formati cristiana-mente e diventassero essi stessi missionari diCristo, come fece con i moretti e le morette, cheaccolse nelle Case della Sanità e di Capodimonte,sostenendone la formazione e inviandoli poi nelSudan, dove lui stesso si era recato su incarico delVaticano, e in altri Paesi del Continente nero chepure aveva visitati, per evangelizzare gli indigeni,profeticamente convinto che “l’Africa convertiràl’Africa”.

    Un pozzo inesauribile di carità, un gigante del-l’amore per i più deboli e fragili, sempre operandocon profonda umiltà. Il che gli ha permesso di en-trare nei salotti buoni di Napoli e non solo, accol-to con grande rispetto e attenzione da nobili, prin-cipi e regnanti, i quali, sedotti dal fraticello, mo-desto nel portamento ma grande per lo spessoremorale, umano, francescano e sacerdotale, si so-no lasciati convincere e coinvolgere nelle attivitàumanitarie e caritatevoli poste in essere dal “SanFrancesco del XIX secolo”, come è stato giusta-mente definito Padre Ludovico.

    Nulla gli riusciva impossibile, perché la sua

    forza è stata sempre la fede, la sua arma vincentela preghiera, il suo segreto l’amore al Cuore diGesù, per cui non si è mai fermato davanti agliostacoli e alle difficoltà perché unico suo scopo èstato quello di farsi cireneo in nome di Cristo cro-cifisso e risorto, a gloria di Dio.

    E’ questo il grande messaggio che ci viene daPadre Ludovico, un messaggio di amore e di soli-darietà umana, un messaggio di impegno cristia-no, un grande esempio di evangelizzazione attra-verso l’insegnamento, vissuto e concreto, dell’a-more di Cristo, per abbattere le barriere dell’orgo-glio e dell’egoismo, sanare gli squilibri sociali e ledisuguaglianze, combattere le ingiustizie, resti-tuire dignità di persona a chi viene emarginato.

    Quanta attualità nel carisma di PadreLudovico, un francescano che ha illuminato laChiesa napoletana dell’Ottocento, un Santo deinostri giorni, di questi giorni bui e tristi attraver-sati da una grave crisi economica e caratterizzatida una povertà crescente che acuisce ulterior-mente le disparità sociali.

    Padre Ludovico ci protegga e ci guidi, renden-doci forti nella fede e capaci di amare Dio e il pros-simo come lui ha saputo fare, perché anche noipossiamo essere testimoni e portatori - nel cuoredei nostri fratelli maggiormente angustiati - dellagioia di quella speranza salvifica che ci viene daCristo, maestro e salvatore.

    Voi, Suore Elisabettine Bigie, figlie spiritualidel nostro grande Santo, Voi, Frati Minori, suoiconfratelli, e Voi dell’Ordine FrancescanoSecolare, siate degni eredi e custodi dei suoi inse-gnamenti e del suo esempio, dando continuità evigore al suo messaggio di giustizia e alle sue ope-re.

    Preghiamo tutti Padre Ludovico perché ci as-sista nelle pene quotidiane e interceda per noipresso il Signore, Dio della vita.

    @ Crescenzio Card. SepeArcivescovo Metropolita di Napoli

    Il lungo cammino che ha portato il beato Ludovico da Casoria aglionori degli altari è terminato il 23 novembre 2014 con la sua canonizza-zione in piazza San Pietro a Roma.

    Casoria, ormai in fermento da alcuni mesi, per questo meravigliosoed indimenticabile evento, ha partecipato con la presenza di numerosis-simi cittadini e di religiosi.

    Non solo da Casoria, ma da molti paesi della Campania, dell’Italia edi alcune parti del mondo in cui hanno operato qusti nuovi Santi sonovenuti a Roma fedeli, religiosi, autorità civili, militari ed ecclesiasticheper essere presenti in piazza San Pietro nel momento della santificazio-ne dei loro eroi della fede e della carità.

    Fin dalle sei del mattino, schiere di pellegrini hanno incominciato asistemarsi nei pressi della Basilica. Alle ore dieci piazza San Pietro scop-piava di gente. Le guardie hanno incontrato difficoltà a contenere l’on-da di folla che premeva fino a sfondare le transenne.

    Dal sagrato della Basilica si è potuto ammirare lo sventolio di bandie-re, striscioni scritti in varie lingue, persone in costume dei loro paesi, chedavano luogo ad una pittoresca coreografia.

    In tribuna d’onore erano presenti alte personalità religiose, politiche,civili e militari convenute per onorare i nuovi Santi. I suoni incessantidelle campane della Basilica, i canti religiosi e le preghiere si sono fusiin una commovente armonia.

    L’arrivo di Papa Francesco è stato accolto con una esplosione di gioiaed un calorosissimo applauso che dalla piazza e dalle tribune sono sali-ti fino al cielo. Poi è incominciata la celebrazione del rito religioso pre-sieduto dal Santo Padre.

    Sono stati letti i profili dei nuovi Santi. Nell’omelia, Papa Francescoha detto: «Ho la gioia di elevare agli onori degli altari sei nuovi Santi, di cuiquattro italiani e due indiani».

    Poi di ognuno ha illustrato con parole pregnanti la profonda spiritua-lità e l’opera compiuta. Del nostro San Ludovico ha detto: «Sorprendenteè quanto Iddio ha compiuto attraverso il beato Ludovico. Grande è stata lasua dedizione a Dio ed ai fratelli. La sua predilezione per i piccoli e per i po-veri è stata illimitata. Nella sua vita si è dedicato completamente al servi-zio degli ultimi. Iscrivo il suo nome nell’albo dei Santi e, come tale, sia in-

    L’entusiasmo e l’abbraccio della piazza. Le parole di Papa Francesco

    Apostolo del tempo moderno

    vocato da tutti i cristiani». Ha proseguito: «Questi nuovi Santi ci incorag-giano a perseverare nella fede e a non perdere mai la fiducia in Dio, che tut-to opera. Chiamati ad essere gli apostoli dei tempi moderni, possano i cre-denti ispirarsi ad essi per infondere in tante creature la carità immensa diCristo».

    La cerimonia molto toccante ha avuto termine verso le ore tredici conla benedizione dei fedeli urbi et orbi.

    Una nuova perla luminosa di ardente fede si è aggiunta alla corona deisanti della Campania. A Casoria il numero è salito a due, essendo madreGiulia Salzano già Santa.

    Nel corso del prossimo anno sarà proclamata Santa anche la beataMaria Cristina Brando, fondatrice dell’ordine delle “SuoreSacramentine”, e decretata Venerabile la serva di Dio, Maria LuigiaVelotti, fondatrice dell’ordine delle “Suore Francescane Adoratrici dellaSanta Croce”.

    Pasquale Di Petta

  • Vita Diocesana Nuova Stagione10 • 30 novembre 2014

    Ufficio PastoraleGiovanile

    Fame diautenticitàSecondo appuntamento della scuola di preghiera in Seminario

    «Essere autentici significa essereoriginali ed unici»: ecco leparole con le quali don PasqualeIncoronato, direttore dellaPastorale Giovanile, ha dato ilvia al secondo incontro dellaScuola di Preghiera inSeminario che ha avuto, cometema centrale, l’Autenticità. La scuola di preghiera ha vistoriuniti più di seicento giovaniche, riempendo ogni angolo dellacappella grande del SeminarioMaggiore, hanno pregato,cantato e adorato insiemeriflettendo sulla fame diAutenticità, che può esseresaziata con un Pane diOriginalità. Tra canti perfettamente eseguiti edonati dai seminaristi e le paroledi don Pasquale, è statopossibile liberare la mente,aprire il cuore alla Parola di Dioe ascoltare il vero Maestro,Cristo pane di libertà. Il brano scelto per lameditazione è stato quello dellacacciata dal Tempio deivenditori e dei cambiavalute. Trei verbi per iniziare una vitaautentica e libera: scacciare,buttare, rovesciare.L’uomo è veramente autenticoquando è libero da se stesso equando lotta per il benecomune, la verità e la giustizia.Niente può impedire, nemmenole proprie fragilità e i proprilimiti, nella costruzione di unaidentità autentica. Un uomo vale, non se nonsbaglia mai, ma se riconosce ilproprio errore e ricomincia.Liberi dal proprio peccato, senzapaura delle fragilità per una vitacristiana autentica. Interessante e utile è stato ancheil richiamo ad un libro di VitoMancuso, “La vita autentica”,alla sua lettura e al suoapprofondimento. La lettura diun brano di Eduardo de Filippo,“È cosa ‘e niente”, ha conclusola riflessione di don Pasquale,seguita da silenzio e preghierespontanee dei giovani inAdorazione. Ricevuta la benedizione, è stataconsegnata ai presenti la celebrepreghiera “Farsi Pane” di R.Prieto, con l’auspicio diconsegnarla nelle proprie realtà.Il canto finale, quindi, comecolonna sonora di festa,abbracci, sorrisi tra i tantipresenti che, pur provenendo darealtà e luoghi diversi dellanostra Diocesi, testimonianosempre di essere un cuore solo eun’anima sola.

    Pasquale Incoronato e l’Ufficio

    di Pastorale Giovanile

    Una voce autorevole e profetica Un ricordo di Madre Gemma Imperatore recentemente tornata alla Casa del Padre

    di Alfonso D’Errico

    Madre Gemma Imperatore ha guar-dato con occhi pasquali pieni di bontàe di carità il nostro mondo, la nostrastoria personale e sociale, la Chiesa, lasua famiglia religiosa.

    Quale era il nutrimento che alimen-tava il travolgente entusiasmo e il ser-vizio della cara Madre Gemma?L’Eucaristia, presenza reale del Cristorisorto nella nostra storia, era la linfavitale della sua vita di religiosa.

    Era Gesù eucaristico che le dava ilcoraggio e la forza soprannaturale pernon abbattersi. Erano il pane e il vinoconsacrato il vero cibo e la vera bevan-da del suo dinamismo di consacrata.

    Madre Gemma era nata aFrattamaggiore, in provincia diNapoli, il 13 gennaio del 1927, in unafamiglia di sani principi religiosi. IlBattesimo nel bel San Sossio fu per leila sorgente di una vita cristiana pienae dinamica. Nel 1933, alla tenerissimaetà di sei anni, ricevette Gesù Ostia nelSantissimo Redentore, educata dalparroco don Gennaro Pezzullo, un sa-cerdote sempre a servizio del popolo diDio, incentivando sia la vita della pre-ghiera personale sia la vita sacramen-tale.

    Da piccola si fece catechista inse-gnando le preghiere alle sue coetanee.Affascinata dalle suore di Casoria chevenivano nel suo paese nel 1946 chiededi entrare nel loro istituto.

    Nel 1955 consacra tutta la sua vita aGesù-Ostia. Mossa da una straordina-ria sollecitudine apostolica la Madrediede vita in comunità a iniziative con-crete e durature per consolidare la fe-de nel cuore delle nuove generazioni edei ceti più deboli, bisognosi di istru-zione e di educazione cristiana.

    L’Eucaristia: Centro del suo servizio

    In tutta la sua esistenza di consacra-ta Madre Gemma ha costantemente esempre più gravitato attornoall’Eucaristia. L’Eucaristia, in modosempre più evidente, è divenuta la fon-te e il modello della sua esperienza. Diquesta, vorremmo sottolineare la cen-tralità di Gesù Cristo: una centralitàdel Risorto che si traduce nel suo amo-re al Padre e ai fratelli.

    Madre Gemma costituisce un vero eproprio richiamo a dare realmenteall’Eucaristia – nella scia della suaMadre fondatrice la Beata MariaCristina – la centralità nella Chiesa enella vita delle religiose e dei laici.

    Diceva Madre Gemma che questacentralità è il bisogno più urgente perla Chiesa. Lo trasmetteva anche ai suoi

    re la presenza reale di Gesù nel taber-nacolo e stare più volentieri e fruttuo-samente in dialogo con GesùEucaristico vero tesoro della Chiesa enostra consolazione già qui in terra.

    Divenne Superiora Generale nel1960. Spinta da eroica dedizione all’a-postolato con operosità instancabile siportò in Brasile, nelle Filippine ed inIndonesia aiutando le sue figlie conuna visione illuminata di come ilVangelo e la vita consacrata deve esse-re presentata ai popoli, nel più profon-do rispetto delle loro culture.

    Tutto anteposto per il Regno Si può affermare che in Madre

    Gemma Imperatore pulsa il cuore diuna apostola pura e coerente, che havibrato per amore divino e sopranna-turale, che ha anteposto ogni cosa al-l’annuncio del Regno di Dio e che hamesso tutta se stessa al servizio dell’a-zione purificante e santificante delloSpirito nella Chiesa e nella sua congre-gazione.

    La pedagogia spirituale di MadreImperatore possa essere di indiscutibi-le ispirazione e fascino per la nuovaevangelizzazione e rivestire della vestedella misericordia senza confine, perconfidare nella Provvidenza divinache, come nutre gli uccelli del cielo, amaggior ragione ha cura dei suoi figliqui sulla terra.

    Madre Gemma esortava le sue figliead uscire dalla mediocrità per ritorna-re ai piedi di Gesù Ostia, al Vangelo ealla sua parola di vita e di verità e cosìil vivere in comunità sarà unaPentecoste di rinnovamento spiritua-le.

    alunni. Don Franco Benedetto Rapullino,parroco di San Giuseppe a Chiaia, alunnodi Madre Gemma dichiara che ha gustatola bellezza dell’Eucaristia e la centralitàdel Risorto che si traduce nell’amore alPadre e ai fratelli da Madre Gemma.

    Al termine degli Esercizi Spirituali del1990 ricordava alle sue dilette figlie un “ri-schio” che minaccia la vita delleComunità e personale di ogni consacrata:la dimenticanza di Gesù Cristo presentenel Tabernacolo.

    «Si considera la Chiesa – affermavaMadre Gemma – in funzione soltanto delsuo ruolo storico e sociale, come portatricedi valori, realizzatrice di servizi, garante diun ordine, serbatoio di energie utili alla tra-sformazione della società». «La Chiesa ètutto questo perché nel suo grembo – conti-nuava Madre Gemma – porta Cristo: l’uni-co che può realizzare ogni autentica attesaumana».

    Ripristinò l’Adorazione riparatricequotidiana al termine di ogni giorno perconsolare il Signore e ottenere vocazionisacerdotali e religiose. Madre Gemmacreò una espressione che racchiudeva inmodo esemplare quale deve essere il ruo-lo giusto di una consacrata.

    La Carità sono Io Madre Gemma, nella conclusione del

    Centenario della Fondazione dell’Istituto,fa dire al Signore: «La carità sono Io».Ciòsignifica che il Vangelo della carità è GesùCristo, che deve rimanere la sorgente, ilmodello, il sostegno, l’orizzonte mai rag-giunto dal nostro impegno per renderepresente il suo amore nella vita quotidia-na di ogni religiosa, di ogni cristiano.Volle istituire l’Associazione LaicaleAdoratrici e Adoratori del SantissimoSacramento per aiutare il laicato a gusta-

    Incontri Biblici Itinerari d’incontri 2014-2015, organizzati dalla Libreria

    Paoline ai Colli Aminei. Tema di riflessione di quest’anno: “Il tuovolto, Signore, io cerco. Personaggi del Vangelo di Giovanni”.

    Questi i temi dei prossimi incontri, tenuti da padre FabrizioCristarella Orestano. Mercoledì 28 gennaio: “Il cieco nato”.Mercoledì 25 febbraio: “Maria di Magdala”.Mercoledì 4 marzo: “Tommaso”.Tutti gli incontri, si terranno alle ore 18, presso la Libreria Paoline,in viale Colli Aminei 32. Per ulteriori informazioni: 081.741.31.55

    [email protected]

    IN RICORDODirezione, Redazione

    ed Amministrazione

    di “Nuova Stagione”

    si uniscono al dolore

    dell’avvocato

    Rosa Lo Giudiceper la scomparsa

    dell’amatissimo padre

    Vincenzo

    IN RICORDOÈ tornato alla Casa

    del Padre

    Mons.Cristoforo Lucarella

    già parroco di San Giovanni Battista

    Direzione, Redazione ed Amministrazione di “Nuova Stagione” si uniscono al dolore

    della famiglia

  • CittàNuova Stagione 30 novembre 2014 • 11

    Se fosse davveroNataleAll’Acacia i ragazzidell’Opera Don Guanella

    È andato in scena il 21novembre al teatro Acacia, lospettacolo promosso dall’operadon Guanella dal titolo “Se fossedavvero Natale”. Sul palco ibambini ed i ragazzi di Miano,Scampia e Secondigliano che sisono esibiti con un musical cheoffre allo spettatore un sorriso eduna occasione per riflettere sulvero senso del Natale, oramaiperso in un consumismosfrenato. I partecipanti piùpiccoli frequentano la scuolamaterna e sono stati preparatidai loro educatori, guidati dadon Enzo Bugea Nobile,superiore e direttore dell’operadon Guanella. Il ricavato dellaserata è stato completamentedevoluto in beneficenza per larealizzazione di due progetti. Ilprimo dal titolo “Insieme si può”riguarderà la formazione dilaboratori perl’accompagnamento nellosviluppo del talento artistico esportivo, per ragazzi dai 6 ai 16anni. Questo progetto avrà unadurata di due anni e saràguidato da un’èquipe di seieducatori professionali, dallunedì al venerdì dalle 15 alle 19. Le attività offriranno ai ragazzila possibilità di usufruire dispazi adeguati e attrezzati per lasocializzazione con coetanei econ gli adulti di riferimento,avvalendosi di attività ludico-sportive e percorsi più specificisu orientamento eapprofondimento di abilità giàacquisite. Il secondo progetto,invece, è relativo all’apertura diuna nuova sezione della scuolamaterna, dal titolo “I piccolisono il nostro futuro”. Questasezione sarà disponibile a 25bambini dai 3 ai 5 anni, dallunedì al venerdì dalle ore 15 alle19. Presenti in sala, oltre aigenitori ed amici dei bambiniche si sono esibiti, anche ilPrefetto di Napoli, FrancescoMusolino ed il presidente delTribunale di SorveglianzaCarmine Antonio Esposito. DonEnzo Bugea, visibilmenteemozionato, ha ribaditol’importanzadell’accompagnamento ai piùpiccoli attraverso una attenzioneche si può realizzare con losport, il teatro, l’informatica. Lospettacolo è stato fortementevoluto dalla famiglia Naldi comesegno di speranza per il futurodei più giovani.

    Antonio Salamandra

    A Palazzo San Giacomo, l’iniziativa “Voci contro il crimine”

    Uniti si vince

    Giovedì 20 novembre, a Palazzo SanGiacomo, si è tenuta la presentazione delrapporto conclusivo di “Voci contro il cri-mine”, iniziativa nata con l’obiettivo di da-re spazio alle vittime del crimine racco-gliendo le loro storie e contribuendo, così,alla comprensione e alla lotta del fenome-no criminale, che l’Istituto Interregionaledelle Nazioni Unite per la Ricerca sulCrimine e la Giustizia ha sviluppato incooperazione con il Comune di Napoli econ la partecipazione de Il Mattino,Fanpage e molte altre associazioni del ca-poluogo campano.

    Così il sindaco Luigi de Magistris:«Non me ne vogliano i rappresentanti del-le Forze dell’Ordine, ma le prime armi perla lotta contro il crimine sono la scuola ela cultura». Jonathan Lucas, Direttoredell’Unicri, salutando e ringraziando tuttii presenti, ha ribadito come il progetto ve-da nelle vittime il punto di partenza per ilcambiamento. «Le vittime sono conforta-te quando la comunità reagisce alla vio-lenza – ha aggiunto - e le loro testimonian-ze segnano il percorso che dobbiamo se-guire per risolvere questa grave e annosa

    problematica». Prima di entrare nel vivodella presentazione, Imma Villa, attriceteatrale napoletana, ha letto la testimo-nianza di una vittima da cui è stato trattouno dei pensieri cardine dell’intero rap-porto: «Bisogna agire su due fronti ovveroeducare al rispetto delle regole e delle isti-tuzioni e rendere queste ultime credibilioffrendo alternative concrete ai ragazziche crescono in quartieri a rischio».

    «Quello che vogliamo presentarvi ogginon è un progetto, ma una sinergia», s’in-troduce così Alessandra Clemente, asses-sore ai Giovani del Comune di Napoli, vit-tima a sua volta, che prosegue, «abbiamodeciso di unire le forze e condividere leenergie poiché è insieme che siamo davve-ro forti».

    L’assessore Clemente ha spiegato qualesia il vero valore della voce delle vittime inun contesto dove il silenzio fa più pauradel rumore degli spari. «Per rompere que-sto silenzio ed eliminare la solitudine c’èbisogno di un testimone, qualcuno chesappia ascoltare e col quale si possa for-mare un legame empatico».

    Don Tonino Palmese, in rappresentan-

    za del Cardinale Crescenzio Sepe ha rac-contato di una sua recente esperienza nelcarcere femminile di Rebibbia dove hacompreso che «quando i detenuti si con-frontano col tema delle vittime innocenti,scoprono un dato trasparente ovvero chele mafie uccidono la normalità.

    Per questo motivo sono felice quandovedo che le famiglie di tante vittime riesco-no a unirsi per formare comunità capacidi rispondere a questa rimozione coatta dinormalità e facendo sì che essa possa tor-nare a fare parte delle loro vite».

    L’incontro è proseguito con numerosiinterventi, tra cui quello di PatriziaPalumbo dell’associazione Dream Team –Donne in Rete e del Procuratore aggiuntopresso la Procura della Repubblica diNapoli Fausto Zuccarelli, per, poi, conclu-dersi con un video prodotto dai giovanistudenti dell’IPIA di Miano che fanno par-te del Gruppo Dignità e Bellezza, un video-clip musicale dove, a ritmo di hip-hop,danno il loro contributo a questa lotta sen-za quartiere in favore e in difesa delle vit-time innocenti.

    Michele Maria Serrapica

    Il programma del Meic per il nuovo annoIllustrato ai Camaldoli dal presidente Lucio Fino

    di Enzo Mangia

    Il Meic (Movimento ecclesiale di impegno culturale) si presentamolto attivo anche a Napoli, come del resto risulta nelle altre regio-ni. Prova ne è l’assemblea nazionale di Fiuggi alla quale hanno par-tecipato oltre duecento delegati, provenienti dai diversi gruppi del-la penisola.

    Il presidente del Gruppo-Napoli, Lucio Fino, in un incontro traiscritti e simpatizzanti svoltosi domenica scorsa all’eremo deiCamaldoli, cui ha partecipato anche Francesco Paolo Casavola el’assistente del Meic don Antonio Terracciano, ha illustrato il pro-gramma per il nuovo anno, che qui sintetizziamo.

    Per ogni mese ci saranno tre incontri: il primo sempre di lunedìore 19, gli iscritti (in gran parte docenti universitari) saranno impe-gnati in Laboratorio, nella sede del Movimento in via Arco Mirelli,Istituto “Figlie della Carità”, per elaborare tracce e proposte che pos-sano aiutarci a capire “i segni dei tempi” e ad accoglierne positiva-mente le sfide. Seguirà un simposio ai Camaldoli, sempre di dome-nica, col quale si intende offrire uno spazio di dialogo e di incontro,in un luogo di bellezza e di pace, a quanti desiderano cercare colMeic sentieri di un testimonianza evangelica oggi. Nel terzo ed ul-timo incontro mensile si baderà alla Formazione, si leggerà ilVangelo di Marco, per riflettere, per trovarvi luce e speranza per larealizzazione del programma dell’anno. Sono previsti tre Ritiri spi-rituali: domenica 14 dicembre ai Camaldoli, sabato 14 e domenica15 marzo al Alberi (presso Sorrento), il terzo è fissato per domenica7 giugno all’Eremo dei Camaldoli.

    Il presidente Fino, ricollegandosi all’esortazione apostolica

    “Evangelii Gaudium” di Papa Francesco, ha posto per tutti alcunedomande: Il Vangelo può ancora affascinare gli uomini oggi?Possiamo ancora sentirne la bellezza nella nostra vita? Quali valori delVangelo siamo chiamati a vivere oggi? Come dovrebbe essere oggi unaChiesa del Vangelo?

    L’oratore ha osservato che «con la progressiva secolarizzazionedella società e della cultura, Dio, gradualmente, è stato escluso dai no-stri orizzonti, e l’uomo si è chiuso nell