Vita della alle Chiampo · EDITORIALE È NATALE N el bel racconto autobiografico “Il sergente...

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BOLLETTINO PARROCCHIALE DI CHIAMPO ANNO LIX N. 5 - NATALE 2017 NATALE2017 VITA della VALLE C hiampo del

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BOLLETTINO PARROCCHIALE DI CHIAMPO ANNO LIX N. 5 - NATALE 2017

NATALE2017

Vita della Valle Chiampodel

EDITORIALE

È NATALE

Nel bel racconto autobiografico “Il sergente nella neve”, dove l’auto-

re, Mario Rigoni Stern, narra la sua espe-rienza durante la ritirata dal fronte russo nel 1943, c’è una pagina in cui si parla del Natale: “Venne anche il giorno di Natale. Sa-pevo che era Natale… perché dall’Italia avevo ricevuto tante cartoline con alberi e bambini. Una ragazza mi aveva mandato una cartolina in rilievo con il presepio, e la inchiodai sui pali di sostegno del bunker. Sapevamo che era Natale… Nella notte ero andato per tut-ti i posti di vedetta del caposaldo e ogni vol-

don Vittorio

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ta che trovavo fatto il cambio dicevo: Buon Natale! Anche ai camminamenti dicevo: Buon Natale, anche alla neve, alla sabbia, al ghiaccio del fiume, anche al fumo che usciva dalle nostre tane, anche ai russi, a Mussoli-

ni, a Stalin…”.Cosa poteva signi-ficare quel “Buon Natale” detto a tutti, anche alle cose, anche a Mussolini e a Stalin, se non l’aspirazione profonda del cuore

che avvenga l’impossibile e il mondo cam-bi? Ma il Natale è proprio questo: il divino presente nella carne dell’uomo, la potenza di Dio incarnata nella estrema fragilità di

un bambino, per cui la gloria di Dio risplende sulla terra degli uomi-ni e l’impossibile diventa possibile. “Il Verbo si è fatto carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi vedem-mo la sua gloria” (Gv 1,14).Ma quello che è ancora più grande è che tale splendo-re rifulge in colo-

“CHE COSA SIGNIFICAQUEL ‘BUON NATALE’ DETTO A TUTTI…

SE NON L’ASPIRAZIONE PROFONDA DEL CUORE: CHE L’IMPOSSIBILE

DIVENTI POSSIBILEE IL MONDO CAMBI?”

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ro che accolgono il Bambino che è nato. “Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo rice-vuto grazia su grazia” (Gv 1,16). “La luce risplende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta” (Gv 1,5). Le fitte tenebre che oscurano il cuore dell’uomo si ritrag-gono là dove la luce di Cristo è accolta. L’impossibile che diventa possibile non è la guarigione da una malattia o una di-sgrazia evitata o una cosa finalmente pos-seduta: è l’uomo che diventa figlio di Dio. E’ questa la dignità eccelsa che il Figlio di Dio ci ha trasmesso abitando la nostra carne. E se l’uomo è figlio, tutto cambia

anche nel rapporto tra gli uomini. Scrive Vittorio Messori: “Fino a quando Dio era uno spirito creatore che viveva immutabile e inaccessibile negli spazi infiniti, era troppo facile sputare sull’uomo. L’uomo era tutt’al più la creatura di Dio, non era il figlio, non si identificava certo con Lui. Se Dio era l’es-sere perfettissimo, nulla poteva impedire di calpestare quell’essere imperfettissimo che è l’uomo. Ma se Dio si è fatto carne, se Dio è nato ed è stato bambino, se ha giocato tra la polvere delle strade, allora l’uomo non può più essere schiaffeggiato senza che si schiaffeggi Dio stesso”. Non solo. L’uomo,

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divenuto figlio di Dio, è fatto anche capace di compiere le opere di Dio, perché “ge-nerato da Dio” (Gv 1,13). In fondo, i santi hanno fatto “cose impossibili”, per-ché hanno credu-to nella potenza della misericordia di Dio riversata in loro. Attraverso le loro opere di carità, spesso eroica, la santità di Dio, manifesta-tasi nella carne di Gesù di Nazareth, torna a farsi visibile, toccabile, udibile. “Ho visto Dio in un uomo” diceva un contadino fran-cese dopo aver incontrato il santo Curato d’Ars. Tanta povera gente, accarezzata da Madre Te-resa di Calcutta, ha avver-tito attraverso quella mano rugosa la dolcezza della carezza di Dio. Ricordo come, incontrando Giovanni Paolo II oggi santo, milioni di persone hanno percepito la presenza misteriosa di Dio in quel cor-po dapprima robusto, poi debole, malato e curvo, e in quella voce forte e poi incerta e muta. Giovinezza e vecchiaia, salute e malattia non contavano più: contava il Dio che in quella carne si manifestava e che quella carne rivelava. La morte era già vin-ta: il giorno della sua morte noi abbiamo visto la gloria di Dio.L’avvenimento cristiano (il Dio che si fa uomo) oggi accade nella Chiesa. E’ lei la

carne di Cristo, in cui splende il mistero di Dio. “Nella realtà visibile (della Chiesa) è presente e operante una realtà spirituale, divina, che si scorge unicamente con gli oc-chi della fede” (Compendio del Catechi-

smo della Chiesa Cattolica). Come è velleitaria e ipocri-ta la pretesa di una Chiesa solo spiri-tuale, quasi celestia-le, che non si immi-schia nelle vicende

umane e si limita a proclamare belle paro-le che piacciono a tutti e che non toccano la vita di nessuno! Sappiamo che l’amore di Dio, manifestatosi in Cristo Gesù, rag-giunge ogni uomo, credente o non creden-

te, e diventa salvezza per chiunque cerca la verità con cuore sincero. Ma è necessario che oggi l’incar-nazione avvenga in un cor-po e tale corpo è la Chiesa.

Di qui l’umile vanto di essere noi, indegni e peccatori, gli strumenti del farsi carne oggi del Figlio di Dio. Diceva un antico monaco dell’Oriente: “Oggi Cristo è sulla terra, siatene fieri”. Il cristiano scorge que-sta novità assoluta: c’è Dio sulla terra. E gli uomini possono vederlo, toccarlo, sentirlo nella realtà visibile della Chiesa. Per quanto possa valere la parola di un po-vero prete, mi piace proclamare che sono fiero di essere cristiano, fiero di appartene-re a Cristo e alla Chiesa.

“SE DIO SI È FATTO CARNE,SE DIO È NATO ED È STATO BAMBINO,

SE HA GIOCATO TRA LA POLVERE DELLE STRADE,

ALLORA L’UOMO NON PUÒ ESSERE SCHIAFFEGGIATO

SENZA CHE SI SCHIAFFEGGI DIO STESSO”.

NELLA REALTÀ VISIBILEDELLA CHIESA

È PRESENTE E OPERANTELO STESSO SIGNORE

55INVERNO

Vedo su Internet che l’inverno ha due date d’inizio: quella astro-

nomica che comincia il 21 dicembre e quella mete-orologica, che inizia il 1° dicembre. Scrivo questi pensieri mentre non sono ancora cominciati né l’uno né l’al-tro inverno, ma ne ho alle spalle 72, anche se i primissimi non me li ricordo. Conservo discreta memoria del-le stagioni a partire dai 5-6 anni. Allora l’inverno non mi dispiace-va. Faceva più freddo di adesso, ma a quell’età non si sente né il caldo né il freddo. C’era tanta voglia che nevicasse, per giocare, fare pupazzi, tirare palle di neve e, più grandicelli, an-

dare con la slitta nelle colline del paese. E nevicava! Eccome se nevicava! Sentivo i gran-di che parlavano di disa-gi. Ma quali disagi! La neve era così bella! Con gli anni lo stupore per la neve ha lasciato il posto, anche in me, alla

sensazione di disagio: le strade, il ghiac-cio, il freddo… Ho capito che il tempo della poesia stava passando. Peccato!

Adesso qui a Chiampo penso alla gente che abi-ta nelle contrade più alte con strade che salgono (e scendono) a picco, pen-

so ai loro disagi e mi auguro che la neve cada abbondante (ce n’è bisogno), ma

don Vittorio

INVERNO: NEVE, FREDDO…POESIA E SOGNONEI BAMBINI…

PREOCCUPAZIONEPER I DISAGINEI GRANDI

IL DONO DELL’INVERNO:IL NATALE.

IL BUIO È INIZIO DI LUCEE LA MORTE È GIÀ VITA

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più in su, in montagna.Quanto al freddo, ci difendiamo bene: abbiamo tutti delle case riscaldate, ma non posso dimenticare quegli apparta-menti (pochi a dire il vero), che lo scor-so anno, passando per la benedizione, ho trovato al freddo: le famiglie si scu-savano con la comprensibile e innocente bugia della caldaia che non funzionava, ma capivo che la ragione era un’altra. E come non pensare a quei fratelli nostri che vivono sulle strade delle città e che hanno per materasso un cartone! So che la Caritas e la bontà di tante persone corrono in loro soccorso con coperte e vestiti pesanti, e offrendo un riparo per la notte (che non sempre è comunque accettato).L’inverno ci fa uno splendido regalo: il Natale. La festa è collocata al 25 dicem-bre, proprio all’inizio dell’inverno, che

però è anche il tempo in cui, dapprima lentamente poi in modo più spedito, le giornate cominciano ad allungarsi. L’in-verno avvia la sua fine proprio quando comincia.Ma è così anche la vita. L’annuncio cri-stiano è chiaro: la morte è nascita. Non si tratta di poesia. E’ la realtà che la fede ci dona. Nelle icone orientali la culla che accoglie il Bambino Gesù ha la forma di una bara, e il Cristo inchiodato sulla cro-ce è già glorioso. Nel Bollettino scorso scrivevo che l’au-tunno, con il progressivo ridursi della luce del giorno, mi parla del tramonto della vita: c’è ancora luce, ma essa va ri-ducendosi fino a spegnersi del tutto nel buio della morte. Ma nello stesso istante i miei occhi si riapriranno al giorno sen-za tramonto. Chiedo al Signore la gra-zia di vivere questo tempo mantenendo accesa la lampada di una fede operosa, coltivando nel cuore la grande speranza della vita eterna.

GIORNATA PER LA VITADomenica 4 febbraio si celebra la 40^ Giornata per la Vita. La vita va vissuta, accolta, amata, sofferta (se necessario). La vita inizia quando madre natura la fa iniziare e non quando lo decidiamo noi o lo decido-no le leggi, e termina quando si conclude il suo corso naturale, senza accanimenti e senza anticipazioni provocate dall’uomo. Sono afferma-zioni di buon senso. Ma il buon senso si è fatto raro. L’arduo compito degli uomini e delle donne di buona volontà è quello di mantenere vivo il senso della realtà, stando di fronte ad essa, rispettandola, considerandola un dono: se è accolta come un dono, la vita diventa effettivamente un dono per tutti. La Giornata per la Vita ci ripropone ogni anno questa semplice verità, di cui abbiamo estremo bisogno per non scendere (come sta avvenendo) lungo i facili e ingannevoli sentieri della morte.

CONFESSIONIMartedì 12 dicembre ore 20.30: Confessioni 1^ e 2^ media e genitori

Mercoledì 13 dicembre ore 20.30:Confessione dei giovanissimi del Vicariato

Mercoledì 20 dicembre ore 20.30: Confessioni giovani e adulti

Nei giorni di venerdì 22 e sabato 23 di-cembre i sacerdoti saranno disponibili per le Confessioni al mattino dalle ore 9.00 alle 11.30 e al pomeriggio-sera dalle ore 15.00 alle 19.00 Domenica 24 dicembre i sacerdoti con-fesseranno prima e dopo le Ss. Messe del mattino e al pomeriggio-sera dalle 15.00 alle 19.00

SS. MESSE E CELEBRAZIONIGiovedì 14 dicembre ore 20 (Pieve): Festa di Natale della scuola materna “G. Zanella”.Sabato 16 dicembre ore 19.30: S. Messa di Natale per i giovani e arrivo della Luce di BetlemmeDomenica 17 dicembre nelle Ss. Messe delle ore 9.30 e delle 11.00 vengono be-nedetti i “Bambin Gesù”Sabato 23 dicembre ore 20.30 (Mistrori-ghi): Concerto di Natale “La valle Canta Betlemme”Domenica 24 dicembre ore 21.00:Veglia di Natale ore 22.00: S. Messa della notte di Natale (Non c’è la S. Messa del pomeriggio alle 15.30)

Lunedì 25 dicembre: NATALE DI NOSTRO SIGNOREGESU’ CRISTOSs. Messe ore 7.30 - 9.30 - 9.30 (Mistrori-ghi) - 11.00 - 15.30Martedì 26 dicembre:S. Stefano – Ci sarà una sola S. Messa alle ore 9.30Sabato 30 dicembre ore 16.00 S. Messa nella chiesetta dei Portinari dedicata alla S. FamigliaDomenica 31 dicembre:Festa della S. Famiglia. Alle ore 18.30: S. Messa di ringraziamento per l’anno tra-scorso. (Non c’è la S. Messa delle 15.30)Lunedì 1° gennaio 2018:Santa Maria Madre di Dio – 51^ Giorna-ta mondiale della PaceSs. Messe ore 9.30 – 9.30 (Mistrorighi) – 11.00 - 15.30 (Non c’è la S. Messa delle 7.30) Venerdì 5 gennaio ore 18.00: S. Messa ai CischiOre 19.30: S. Messa pre-festivaOre 20.00: S. Messa ai MistrorighiSabato 6 gennaio: Epifania di Nostro Signore Gesù CristoSs: Messe ore 7.30 - 9.30 (con la benedizio-ne dei bambini) - 9.30 (Mistrorighi) - 11.00 (con la benedizione dei bambini) - 15.30 Domenica 7 gennaio: Festa del Battesimo di Gesù

VITA DELLA PARROCCHIA

CELEBRAZIONI NATALIZIE

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Parrocchia S.M. Assunta e S. Martino - Chiampo

Iscrizioni in canonica 13 gennaio dalle 09.30 alle 11.30

Incontri 25 gennaio - 8 febbraio - 22 febbraio ore 20.30

Messa di presentazione 11 febbraio ore 11.00

Battesimi 24 febbraio ore 17.00 - 25 febbraio 15.30

Messa di Rngraziamento 11 marzo ore 11.00

Iscrizioni in canonica 3 marzo dalle 09.30 alle 11.30

Incontri 15 marzo - 5 aprile - 19 aprile ore 20.30

Messa di presentazione 08 aprile ore 11.00

Battesimi 28 aprile ore 17.00 - 29 aprile ore 11.00

Messa di Ringraziamento 13 maggio ore 11.00

Iscrizioni in canonica 5 maggio dalle 09.30 alle 11.30

Incontri 17 maggio - 31 maggio - 14 giugno ore 20.30

Messa di Presentazione 10 giugno ore 11.00

Battesimi 23 giugno ore 17.00 - 24 giugno ore 09.30

Messa di Ringraziamento 8 luglio ore 11.00

Iscrizioni in canonica 15 settembre dalle 09.30 alle 11.30

Incontri 20 settembre - 4 ottobre - 18 ottobre 20.30

Messa di Presentazione 14 ottobre ore 11.00

Battesimi 27 ottobre ore 17.00 - 28 ottobre ore 15:30

Messa di Ringraziamento 11 novembre ore 11.00

Iscrizioni in canonica 3 novembre dalle 09.30 alle 11.30

Incontri 8 novembre - 22 nov - 6 dicembre ore 20.30

Messa di Presentazione 2 dicembre ore 11.00

Battesimi 15 dicembre ore 17.00 - 16 dicembre ore 15.30

Messa di Ringraziamento 13 gennaio 2019 ore 11.00

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Parrocchia S. M. Assunta e S. Martino – Chiampo

CAMMINO DI FEDE

PER FIDANZATI 2018 “Costruire insieme con amore”

Mercoledì 21/02/18 Accoglienza e presentazione del Cammino Mercoledì 28/02/18 "Vorrei dirti che ...”:

Dialogo e comunicazione nella coppia Mercoledì 07/03/18 Il fidanzamento come esperienza umana e di fede Domenica 11/03/18 Sposarsi in chiesa: perché?

La fede cristiana e il Sacramento del matrimonio Mercoledì 21/03/18 Amarsi come Dio ama Mercoledì 28/03/18 Aspetti legali nel matrimonio Venerdì 06/04/18 “Che siano una cosa sola”: Significato della sessualità

sessualità Mercoledì 11/04/18 Incontriamo i genitori Mercoledì 18/04/18 L'apertura alla vita Sabato 21/04/18 Da figli a genitori: la grande sfida del dono della vita Mercoledì 02/05/18 Procreazione cosciente e responsabile Giovedì 10/05/18 "Io accolgo te ...”: Le parole del matrimonio Sabato 12/05/18 Conclusione del Cammino. Santa Messa e cena

Iscrizioni presso la Canonica nei seguenti giorni: Venerdì 9 febbraio 2018 dalle ore 20.30 alle 21.30 Sabato 10 febbraio 2018 dalle ore 15.00 alle 17.00 Informazioni: mail [email protected]

tel. 0444.624624 (Oriana e Piero)

Gli incontri si svolgono nei locali della Parrocchia di Chiampo dalle ore 20.30 alle 22.30. Iscrizione: Euro 25,00 a coppia. Avviso per le coppie che si sposano a Chiampo nel 2018

Vi aspettiamo Giovedì 18 gennaio 2018 ore 20.30 per un incontro e Domenica 21 gennaio 2018 ore 11.00 per la S. Messa di Presentazione alla Comunità.

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SUOR ANNA TIBALDO: SÌ PER SEMPRE!

Una preghiera ardente si è levata nella chiesa di Chiampo dome-

nica 22 ottobre, nella celebrazione euca-ristica parrocchiale delle ore 11.00, per sr. Anna Tibaldo. Quella preghiera, che ha accompagnato da sempre e sempre più intensamente la vita di Anna, si è fatta preghiera di popolo ad invocare lo Spi-rito Santo su di lei, in pienezza, proprio nella celebrazione della Giornata Missio-naria Mondiale.Eravamo davvero in tanti: famiglie con bambini piccoli e grandi, giovani dei gruppi delle varie tappe giovanissimi con i loro animatori, i ragazzi e le ragazze del catechismo che Anna ha incontrato nella settimana della comunità dedicata pro-

prio alle vocazioni di speciale consa-crazione, le sorelle orsoline arrivate da varie parti d’Italia, i genitori, il fratello e la cognata con i simpatici nipotini, la bella famiglia che si è stretta attorno ad Anna in preghie-ra: e i tanti amici e

amiche che hanno accompagnato per un tempo lungo o breve il percorso della vita di Anna che è sfociato nel suo sì per sem-pre a Dio. È come se si fosse resa visibile la forza della pienezza dello Spirito, quella che anima la vita a grandi speranze e raduna i credenti a celebrare il grazie a Dio per la sua presenza in mezzo al suo popolo. Di tutta questa forza dello Spirito sr. Anna ha assimilato la serenità: sorridente, sere-na, emozionata e tranquilla, ha donato a Dio la sua esistenza di giovane donna che nello svolgersi dei giorni ha accolto la sua proposta di amore “per sempre” e l’ha resa vita donata nel servizio ai fratelli e alle sorelle di questa storia di oggi.Un grande segno, per la chiesa e per il

Sr. Federica CacciavillaniSuore Orsoline scm

“In quest’ora eleviamo a te, Padre, la nostra ardente preghiera:effondi la pienezza dello Spirito Santo su questa tua figlia Anna, degnati di accettarne l’offerta e di consacrarla al tuo amore in Cristo, con vincolo perfetto”.

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mondo: lo ha ricordato con simpatia don Vittorio Montagna, il parroco di Chiam-po che ha presieduto la celebrazione eu-caristica:“Dio ci ha creati a sua immagine, e come credenti ne siamo consapevoli e lo ringra-ziamo. Ma nella velocità delle nostre vite quotidiane, prese dai tanti impegni e da corse frenetiche, a volte ci dimentichiamo di questa nostra origine. Davanti a noi ab-biamo sr. Anna che ce lo ricorda: lei, come tutte le persone consacrate a Dio nella vita religiosa. Loro sono lì a testimoniare il pri-mato di Dio nella nostra vita”.Un primato che parte da Dio: “per amore di Giacobbe, mio servo, e d’Israele, mio eletto, io ti ho chiamato per nome, ti ho dato un titolo” (Isaia 45,4) e “sappiamo bene, fratelli amati da Dio, che siete stati scelti da lui” (Tessalonicesi 1,4). La Paro-la di Dio di questa domenica sembra stata scelta per dire come l’iniziativa della chia-

mata sia proprio di Dio. Il compito dei credenti è di rispon-dere: riconoscendo la sua voce tra le tan-te parole del mon-do, aderendo alla proposta di Dio che rende “pronti all’a-zione”, come dice ancora Isaia nella prima lettura. E quel

“rendete a Cesare quel che è di Cesare, a Dio quel che è di Dio” del vangelo di Matteo di oggi viene letto da don Vitto-rio come l’invito di Gesù a dare priorità a Dio nella vita di sequela all’unico Mae-stro e Signore!Rispondere, vivere, agire: con dolcezza, serenità, creando attorno a sé benevo-lenza. È ciò che sr. Anna testimonia con le sue caratteristiche personali messe a servizio del Regno di Dio in questa vita così particolare che è la vita religiosa. Che sembra un percorso un po’ strano, forse anacronistico per alcuni: ma che è perce-pito e intuito nello Spirito come percorso di felicità, di vita realizzata nella sequela di intimità con il Cristo povero, servo, obbediente al progetto di amore del Pa-dre.Una scelta di vita che oggi sr. Anna fa propria per sempre: porterà come segno l’anello nuziale, quella fede su cui è in-

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cisa la croce, sapendo di essere sposa di Cristo nella chiesa sposa, accolta “defini-tivamente nella nostra Famiglia – come dice la superiora generale sr. Maria Luisa Bertuzzo nell’accogliere la professione perpetua di sr. Anna - affinché da questo momento tu abbia tutto in comune con noi: il patrimonio spirituale e la missione, i mezzi per attuarla e la vita fraterna”.La gioia del dono totale di sé traspare dalla serena felicità del volto di sr. Anna, che canta con il coro il suo Magnificat al Signore che rende feconde le esistenze di chi accoglie il suo Spirito, consapevoli che Lui è sempre vicino alle nostre vite, in qualunque momento e situazione.“Come Tu mi vuoi io sarò,dove Tu mi vuoi io andrò.Questa vita io voglio donarla a Teper dar gloria al Tuo nome mio re”.

Sono parole intense del canto che espri-mono la disponibilità e la passione per la missione nel mondo “in mezzo al popo-lo di Dio, perché come Maria, madre di Cristo, ogni donna sappia accogliere nel suo cuore il mistero della Parola e serva nell’ordine dell’amore al progetto di co-munione fra gli uomini”.Il grazie di sr. Anna diventa anche il gra-zie di tutti noi che, attraverso le parole commosse di don Vittorio, insieme lodia-mo Dio per la bellezza e concretezza del suo amore che si esprime nella gioia dei volti luminosi di vita!

Ma …come raggiungere Dio? Una strada è certamente quella del cielo! Ed allora, fuori dalla chiesa vengono ri-lasciati in volo dei bellissimi palloncini bianchi, custoditi nel segreto del vicino oratorio, che si elevano oltre le nuvole a dire gioia, festa, amore, semplicità.

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Buona vita “per sempre” con il Dio di Gesù Cristo, sr. Anna!Accompagnata da tutte le persone che hai incontrato e che hai amato, che ti hanno incontrata e ti hanno amata, come testi-monia il bel video con decine di saluti e auguri arrivati da tante parti del mondo. Chissà quante ne incontrerai e amerai an-cora sulle strade che il Signore traccerà con te, per il bene di questa nostra uma-nità: tutte, sotto la benedizione del Dio di vita che ci invita con madre Giovan-na ad “abbracciare il mondo con cuore grande”!

VISITA AGLI AMMALATINel corrente mese di dicembre i sacerdoti passeranno a visitare le persone ammalate per la Confessione e la Comunione o anche per una semplice visita. Chiediamo ai fa-migliari e ai vicini di casa di farci avviso se c’è qualche persona ammalata che desidera incontrare un sacerdote.

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5a STAFFETTADELL’AMICIZIA

Luigi Berti

Nel suo significato etimologico, la staffetta è il messaggero, colui

che tiene in collegamento e in contatto entità lontane tra di loro. Ed è soprattut-to questo che noi dell’Atletica Valchiam-po vogliamo essere con le nostre staffette dell’Amicizia: speciali occasioni di incon-tro, di condivisione, di conoscenza. Dopo l’ultima staffetta dell’aprile 2013 che ha sancito il gemellaggio con S. Lucia di Pia-ve, paese natale del Beato Fra’ Claudio, l’Atletica Valchiampo si è ritrovata più unita che mai e, in un clima di festa e di grande entusiasmo, ha organizzato sabato 7 ottobre la 5a Staffetta dell’Amicizia, ma-nifestazione podistica a tappe nell’ambito delle iniziative per commemorare i 150 anni di presenza dei frati a Chiampo.Come riportano fedelmente i testi storici, nella primavera del 1867, quattro religiosi di origine veronese, espulsi dal convento

di S. Lucia di Vicenza in seguito alla legge di soppressione emanata dal neocostituito Regno d’Italia, si rifugiarono a Chiampo dopo aver chiesto ospitalità ad altri comu-ni limitrofi. L’arciprete di allora don Ora-zio Faggian e il Sindaco Antonio Fracasso offrirono loro senza indugi una casetta presso l’antica Chiesa di S. Maria Assun-ta, detta comunemente “la Madonna della Pieve” e così iniziò la bella avventura dei frati a Chiampo.La staffetta è partita alle ore 7.00 proprio dal Convento di S. Lucia a Vicenza e ha toccato in nove frazioni di circa 10 km. ciascuna i principali luoghi di culto fran-cescano del vicentino e precisamente il convento di S. Pancrazio a Barbarano, il convento di S. Daniele a Lonigo, nonché la casa natale di S. Bertilla a Brendola per concludersi davanti alla statua della Ma-donna al convento serafico francescano della Pieve di Chiampo. E’ stata un’espe-rienza indimenticabile, di aggregazione sociale che ha coinvolto un centinaio di persone fra podisti (una cinquantina) e accompagnatori. Durante la prima tappa nel centro storico di Vicenza, è stata emo-zionante e commovente la breve sosta sul-la scalinata che conduce a Monte Berico dove abbiamo pregato e ricordato il nostro compianto atleta Gino Rosin, scomparso prematuramente nel 2004 esattamente in quel luogo. Erano presenti la vedova Pul-cheria e i figli Rita e Martino, da sempre anche loro nella nostra squadra di atleti.

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5a STAFFETTADELL’AMICIZIA Il meteo ci ha dato una mano in questo

nostro impegno, grazie a un gradito clima quasi estivo che ci ha accompagnato per tutto il percorso. Durante le varie tappe siamo sempre stati incoraggiati e incitati dai cittadini che abbiamo incontrato, an-che quando alcuni frazionisti per troppo impeto hanno sbagliato percorso, allun-gandolo e mettendo in apprensione gli organizzatori. Alla fine una bella risata e pacche sulle spalle hanno risolto ogni pro-blema. Un gradito ringraziamento ai frati del convento di S. Daniele a Lonigo che ci hanno messo a disposizione un ampio e fornito salone per il pranzo, preparato con tanta cura dai cuochi Piero e Silvano con le loro zelanti collaboratrici. Molto affolla-ta l’ultima tappa da Montorso a Chiampo, tutto sulla pista ciclabile, che ha visto rag-gruppati tutti i partecipanti che correndo a parata e sempre scortati dai fedelissimi ciclisti apripista Gianni, Elio, Francesco e Piero (che hanno pedalato per oltre 100 km!), hanno attraversato la piazza prin-cipale di Chiampo con in testa il sindaco

Matteo Macilotti, il padre Guardiano del-la Pieve Giuseppe Bonato ed il vice-parro-co don Carlo Sandonà (tutti appassionati sportivi della corsa) e sono arrivati alla Pieve di Chiampo, un po’ affaticati per il gran caldo ma tutti supercontenti per la bella riuscita della manifestazione. Dopo una salutare e ritemprante doccia, ci siamo ritrovati alla S. Messa prefestiva della Pie-ve dove abbiamo portato all’altare i nostri doni in ricordo di questa iniziativa e per ringraziare i frati delle tante opere buone compiute in questi 150 anni a Chiampo. E per finire, un plauso particolare va tri-butato a Dario Pieropan, Gianni Santolin e Francesco Celsan che sono stati i veri promotori di questo graditissimo evento. All’arrivo molti ci chiedevano quando ci sarà la prossima staffetta. E allora … ar-rivederci alla 6a edizione della staffetta dell’Amicizia, a cui stiamo già pensando.

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BATTESIMI

Sabato 28 ottobre: celebrazione del Battesimo di 8 bambini

Domenica 29 ottobre: celebrazione del Battesimo di 8 bambini

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LA PROCESSIONE

In parrocchia vi sono diverse processio-ni (la domenica delle Palme, il giovedì

del Corpus Domini, la domenica del Rosa-rio…), ma LA PROCESSIONE maiuscola è quella del terzo lunedì di ottobre alla Ma-donna delle Grazie. Me l’avevano detto pri-ma che venissi a Chiampo: ci credevo, ma volevo vedere. E ho visto: qualche migliaio di persone che pregano e camminano, tra una folla di lumini sui davanzali delle case o lungo il tragitto. Quest’anno mi è balzata alla memoria una pagina di Guareschi nella sua “Saga di don Camillo e Peppone”. Rac-conta del “ritorno” del Crocifisso alla chie-sa parrocchiale dove abitava da secoli, e da dove era stato sfrattato, perché “bisognava cambiare, aggiornarsi”, secondo il verbo del sostituto di don Camillo. Ecco il testo: “Era una dolce mattina d’autunno e l’aria e i campi erano tutta polvere d’oro. Durante la notte, una squadra di volontari aveva ricollocato l’altare là dove era stato per secoli e ora la gente del Comune – tutti, vec-chi, giovani, donne e uomini nessuno escluso – attendeva distesa in due interminabili file ai margini della strada…

Uscì dal cancello la banda e la voce degli ot-toni riempì i campi dorati. Dietro la banda, un miliardo di bambini, dietro ai bambini, don Camillo che reggeva il grande Cristo Crocifisso e avanzava con passo lento e si-curo. Dietro, il gonfalone del Comune e poi Peppone col sottopancia tricolore, seguito da tutta l’amministrazione comunale. Via via che il corteo avanzava, la gente ai lati della strada si accodava. Il grande crocifisso di legno era pesante e la cinghia della tasca di cuoio, che reggeva il piede della croce, segava le spalle a don Camillo. E la strada era lunga. ‘Signore’ sussurrò don Camillo a un certo punto ‘prima che mi spacchi il cuore vorrei arrivare in chiesa e rivederVi là, sull’altare’. ‘Ci arriveremo, don Camillo, ci arriveremo’ rispose il Cristo che ora pareva più bello. E arrivarono. I vecchi parroci, anche quelli col cuore tene-ro, hanno le ossa dure e per questo la Chiesa di Cristo che grava principalmente sulle loro spalle resiste a tutte le bufere.

don Vittorio

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AMICI DI GESÙ A SERVIZIO DELL’ALTARE

Sabato 4 novembre la parrocchia di Chiampo ha ospitato la 17ª

edizione della Giornata vicariale del mi-nistrante, dove sono stati invitati tutti i ragazzi impegnati nel servizio all’altare del vicariato della Val del Chiampo.È sempre un appuntamento molto atteso e significativo perché si dà la possibilità a tutti questi ragazzi, che solitamente vi-vono il loro servizio nelle proprie comu-nità cristiane, di ritrovarsi con altri amici delle parrocchie limitrofe, che condivi-dono lo stesso impegno.Gli ingredienti di questa proposta sono due: innanzitutto si vive una simpatica attività-gioco e si conclude poi con l’Eu-carestia in chiesa assieme alla comunità.Gioia, condivisione, allegria, divertimen-to… hanno accompagnato il tempo del gioco con i ragazzi che hanno scoperto il significato di alcuni oggetti liturgici che

usano durante il loro servizio, si sono cimentati su alcune domande di cultura generale (Asterix, geografia, matema-tica, Cristoforo Colombo…) e hanno conosciuto alcuni se-minaristi, che attraverso dei video-testimonianza, si sono raccontati presentando alcune attività vocazionali del Semi-nario.

La Santa Messa condivisa insieme ha mostrato come tutti questi ministranti, per il loro servizio speciale che curano, crescono in una relazione preziosa di amicizia con Gesù.Accompagniamoli con la nostra preghie-ra e simpatia, affinché in loro si conservi sempre questo desiderio di conoscere e servire Gesù.

Gli educatori del Seminario

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IL CORO SAN MARTINOIN VISITA A DON BERNARDO

Mirco Vicentin

Sabato 4 novembre il coro San Mar-tino si è recato a Costabissara, da

don Bernardo, per animare la Santa Mes-sa delle 18:30.Per noi è stato un momento particolar-mente sentito e importante, ormai in pro-gramma da diverso tempo.Era infatti doverosa, da parte nostra, una visita “di gruppo”, per ringraziare il no-stro ex parroco del suo prezioso servizio svolto a Chiampo negli scorsi anni.Ricordiamo bene il suo grande coraggio, quando, intuendo che il coro iniziava a dare segni di difficoltà, decise di scio-glierlo e di ricostituirlo a tutti gli effetti, cercando di creare una realtà che oltre al

canto trovasse nello spirito di condivisio-ne il suo punto cardine.La sua fiducia e la sua immancabile sti-ma nei confronti del coro ci sono state di grande forza, tant’è che ci permettono tutt’oggi di vivere un’esperienza unica e straordinaria, alla quale invitiamo chiun-que sentisse il desiderio di unirsi a noi per poter condividerla insieme.Al termine della messa, tutti abbiamo ce-nato a casa di don Bernardo con una pa-stasciutta e alcuni affettati, accompagna-ti da una ricca degustazione di vini, dei quali il nostro caro “don” nutre ancora una grande passione.

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IO ACCOLGO TE…Anna Maria Disconzi

Io accolgo te. In queste tre parole molto semplici è racchiusa la ricetta

di una buona vita matrimoniale.È la formula con cui un uomo e una don-na si fanno una eterna promessa il giorno del loro matrimonio. Davanti a Dio e alla comunità si accolgono l’un l’altro senza riserve.Come ha ribadito il nostro parroco du-rante l’ incontro di giovedì 14 novembre, l’accoglienza in tutte le sue forme è il ful-cro che permette di accettarsi, compren-dersi, perdonarsi, amarsi, crescere insie-me in tutte le fasi della vita.Domenica 19 novembre alle 11.00 è stata celebrata la S. Messa, presieduta da don Vittorio, per le coppie che festeggiavano i 25, i 50 e altri particolari anniversari di matrimonio. Dopo l’omelia è stato rinno-vato e pronunciato con forza il sì. All’of-

fertorio, doni significativi: il pane e il vino e oggetti di vita quotidiana e cristiana.Lo scambio della pace è stato un momen-to di commozione.Alla fine le foto di rito e più tardi pres-so la sala feste i nostri bravi alpini han-no preparato un pranzo delizioso servito dalle signore alpine.Gli animatori delle coppie, Paola e Gian-franco, Marilena e Mario, per favorire la convivialità si sono prodigati in vari modi per fotografare, intervistare, divertire. Alla fine è stata consegnata una bombo-niera a ricordo.Si spera che anche il prossimo anno le coppie sentano il desiderio e la gioia di unirsi per festeggiare con semplicità il loro anniversario.Saranno benvenute e…accolte.

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CRESIMA 2017:25 NOVEMBRE

Primo gruppo ore 15.30

Secondo gruppo ore 18.00

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CONSULTORIO FAMILIAREA CHIAMPO

C’è un’emergenza, che è come un grido: la vita di coppia è in grave

difficoltà; gli argini della legge sono sal-tati, quelli della tradizione cristiana sem-brano avere poca incidenza nel rapporto di coppia, che sta diventando sempre più liquido e instabile. Ne soffrono, in diver-sa misura, i coniugi, ne soffrono i figli e ne soffre la società. Come parrocchia non potevamo restare indifferenti. E così ab-biamo preso contatto con il Consultorio familiare “Rezzara” di Vicenza, che si è reso disponibile a offrire un servizio di aiuto alle coppie istituendo qui a Chiam-po un apposito sportello. Chi può rivolgersi allo sportello? Chi ha difficoltà a vivere un rapporto sereno con l’altro (-a) o con i figli. Il consulente, in-dividuate le difficoltà, aiuta la persona a considerare i vari aspetti del problema e a trovare dentro di sé le energie e i mezzi per risolvere le difficoltà. Non si offrono soluzioni già belle e pronte, ma si cerca

di mettere in moto il soggetto, attivan-do le risorse che certamente ci sono. Il consultorio è per statuto di “ispirazione cristiana”. Non è un limite, ma un valore aggiunto.Come accedere al Consultorio? Occorre prendere un appuntamento, per telefono (0444.323317) o per email ([email protected]), presso la sede del Rez-zara a Vicenza. Gli incontri si terranno presso la Biblioteca Comunale (piano ter-ra) di Chiampo il venerdì dalle ore 17.00 alle 19.00 a partire da venerdì 12 gennaio. Ringraziamo il Comune per la disponibi-lità nel mettere a disposizione il locale. La consulenza è gratuita.

don Vittorio

IL BAR DEL CAMPO SPORTIVOMi viene chiesto ogni tanto se e quando riaprirà il bar del campo sportivo parrocchia-le. A dire il vero non sono mancate persone che si sono fatte avanti con proposte di affitto. Nulla da dire su di loro. Poiché tuttavia la parrocchia non ha lo scopo di rica-vare un utile, ma quello di svolgere un servizio, ho deciso di andare io in cerca di chi, sulla base della mia personale conoscenza, può svolgere un compito che non sia solo quello della vendita di bevande, ma di un’attenzione educativa nei confronti di quanti utilizzano il campo, nel rispetto del vicinato e in piena collaborazione con le società sportive e la parrocchia. Finora ho chiesto a un paio di persone: una ha grosse difficol-tà, l’altra ha lasciato la porta aperta. Se anche in questo caso non ci fosse una risposta positiva, cercherò ancora. Senza fretta, dato che il bar non è una priorità pastorale.

don Vittorio

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Rossi Giovanna

PRETI E GIOVANI: INCONTRIAMOCI!Nel calendario parrocchiale abbiamo scritto che il 2018 è l’anno dedicato dalla Chiesa ai giovani. Ci saranno eventi che riguardano la Chiesa universale (il Sinodo dei vesco-vi) e la nostra Chiesa diocesana (veglie di preghiera, raduno sul Monte Summano…). Alcune iniziative si svolgeranno anche qui a Chiampo: ne daremo notizia nel foglietto parrocchiale e nel Bollettino.Ma c’è una cosa che assolutamente desideriamo: incontrare i giovani. Sì, noi preti vogliamo incontrare i giovani. Quali giovani? Tutti quelli che lo desiderano, sia singo-larmente che in gruppo; e magari anche quelli non proprio desiderosi di incontrarci, se ci viene data una qualche possibilità. L’età? Diciamo dai 18 ai 30 anni. Dove? Là dove i giovani si ritrovano: nei bar, nei gruppi sportivi, nelle associazioni, nei gruppi spontanei… Per fare che cosa? Semplicemente per conoscerci, guardandoci negli oc-chi. Argomenti? Tutti e nessuno in particolare.Aspettiamo un input, che può venire da un giovane, da un gruppo, da un barista, da un allenatore, da un genitore, da un insegnante, da un animatore… Ecco i numeri dei nostri cellulari: 329.0883316 (don Carlo) – 348.7267244 (don Vittorio).

don Vittorio

Il bambino è stato battezzato. I geni-tori hanno partecipato agli incontri di

preparazione, hanno vissuto commossi il Rito del Battesimo, c’è stata anche la Mes-sa di ringraziamento. E adesso? Pausa fino a quando il piccolo andrà a catechismo? Eh no! C’è una necessaria educazione re-ligiosa in famiglia. E c’è una proposta da parte della parrocchia: tre momenti di in-contro nelle seguenti domeniche con alcu-ni semplici temi: - 21 gennaio: Noi genitori educatori alla fede - Testimonianze- 18 febbraio: In preghiera a piccoli passi- 18 marzo: Un bambino che cresce, seme che dà frutto.Programma: ore 15.30 S. Messa (si arrivi per tempo e si occupino i primi banchi) – Me-renda e caffè – Incontro per i genitori e atti-

IL BATTESIMO:E DOPO?

vità con i bambini – Ore 17.30 Conclusione.Sono invitati tutti genitori di bambini da 0 a 3 anni. In seguito proporremo degli incon-tri con i genitori di bambini da 4 a 6 anni. Vi aspettiamo numerosi.Per informazioni:Mario e Marilena (335.8154919), Piero e Giovanna (338.8769428), Marzio e Annamaria (377.1303902).

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BENEDIZIONE DELLE FAMIGLIEdon Vittorio

Martedì 2 gennaio tornerò per la seconda volta a girare per le

case, le fabbriche, i negozi… Vengo per incontrare la gente, là dove vive e lavora. Qualcuno potrebbe dire che la casa è già stata benedetta. La benedizione dei muri non è la cosa più importante. Il mio de-siderio è di incontrare voi, le vostre fami-glie, così come sono, piene di vita e piene di problemi, e spesso abitate dalla soffe-renza. Insieme poi ci rivolgiamo a Dio, per una preghiera, chiedendo il suo ne-cessario aiuto per vivere cristianamente ogni tempo della vita e, se possibile, con un po’ di serenità. L’anno che si sta concludendo mi ha visto entrare per la visita-benedizione in qua-si 4.000 ambienti (3.944 per l’esattezza): case, fabbriche, negozi, stalle, qualche bar o studio. Nel nuovo anno spero di incontrare anche qualche famiglia di cri-

stiani ortodossi ed evangelici e condivide-re un momento di preghiera. L’incontro con la gente è una medicina. Ogni giorno faccio fatica a partire, ma torno alla sera stanco e contento. Il percorso è lo stesso dell’anno 2017: in inverno e primavera percorro le vie del-la Chiampo pianeggiante, riservando la parte collinare all’estate e all’autunno. Inizierò da via S. Martino, Morareto, Ri-ghetto… per proseguire nella zona del Centro. Ogni settimana il foglietto par-rocchiale riporterà le vie in cui spero di passare. Ricordo che gli avvisi possono essere letti anche nel sito internet della parrocchia.Non occorre aspettare in casa che arri-vi il parroco. Gli imprevisti sono ormai l’unica cosa certa. Ognuno poi ha i suoi impegni. Se non vi trovo ripasserò e, se non mi vedete, una telefonata in canonica

(0444.623012) o al mio cel-lulare (348.7267244) è più che gradita. L’eventuale of-ferta (del tutto facoltativa) andrà alla parrocchia, per risanare il debito, conclude-re di pagare i lavori dell’im-pianto elettrico della chiesa, affrontare i prossimi neces-sari interventi, e provvedere all’ordinaria amministrazio-ne della vita parrocchiale. Un grazie a tutti per l’acco-glienza.

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C’E’ UN FUTURO BUONOPER LA NOSTRA PARROCCHIA?

don VittorioGiovedì 26 ottobre c’è stata l’As-semblea parrocchiale, che ha vi-

sto la partecipazione di circa 120 persone. Un buon numero. Me ne aspettavo molte di meno. Il tema riguardava il presente e il futuro prossimo della nostra parrocchia, ma an-che della stessa Chiesa e della fede cristiana. Già ho scritto (V. Bollet-tino della scorsa estate) che la necessità sta impo-nendo dei rapidi cambia-menti nella vita delle parrocchie: dimi-nuiscono i preti, diminuiscono i cristiani praticanti, aumenta l’indifferenza reli-giosa, la gente vive un po’ qua e un po’ là, la parrocchia è sem-pre meno centrale nel-la vita di un paese… E poi ci sono realtà meno quantificabili ma ugual-mente reali: senso di sfi-ducia, percezione di un futuro incerto, la fede che si fa liquida o che vaporizza, famiglie problematiche o inesistenti, educazione religiosa carente. A questo punto uno potrebbe dire: con queste premesse non ci resta che battere in ritirata e poi chiudere tutto. NO! Ed è un “No” convinto. Non si tratta solo di “resistere”, ma di affrontare il cambia-mento con la certezza che “le forze degli inferi non prevarranno contro di essa (la Chiesa)” e che ieri come oggi la vittoria

che vince il mondo è la fede: non lo dico io, l’ha detto Nostro Signore Gesù Cri-sto. “Le difficoltà e i problemi – non si stanca di ripetere papa Francesco – sono

opportunità per crescere”.C’è una domanda che ognuno è chiamato a por-si: Che cosa mi sta a cuo-re? Che cosa rimane saldo in me, perché lo ritengo un bene così prezioso sen-za il quale la mia vita non

ha senso?Gesù è il nome che amiamo, con la sua croce che salva tutte le croci e con la sua risurrezione che ci porta al cuore di Dio.

Con il Signore Gesù vivremo i cambiamenti

DIMINUISCONO I PRETI,LA PRATICA RELIGIOSA

È IN DECLINO…C’È SFIDUCIA,

C’È PESSIMISMO…COSA FACCIAMO?

CHE COSA MI STA A CUORE?CHE COSA RIMANE SALDO IN ME?PER CHE COSA SONO DISPOSTO

A DARE LA VITA?

senza soccombere ad essi: Crux stat dum volvitur orbis” (la croce sta salda mentre il mondo gira). Papa Francesco, parlando di punti fermi, ha utilizzato una simpatica immagine tratta dal mondo della sport: “Quando parlo di punti fermi, l’immagi-ne che ho presente è quella del giocatore di basket o pallacanestro, che inchioda il piede come ‘perno’ a terra e compie movi-menti per proteggere la palla, o per trovare uno spazio per passarla, o per prendere la rincorsa e andare a canestro”. Oltre che rimanere aggrappati a ciò che deve restare saldo, c’è bisogno di im-parare a vedere in ogni realtà (anche in quella negativa) una possibilità di cresci-ta nella fede, perché in tutte le situazioni c’è una grazia che il Signore ci consegna. Di fronte all’abbandono di tanti suoi di-scepoli, Gesù non ha supplicato gli apo-stoli perché restassero, ma li ha provoca-ti dicendo loro: “Volete andarvene anche voi?” (Gv 6,67). I dodici non se ne sono andati e hanno certamente avuto una più chiara e forte ragione per restare. Non dimentichiamo: se dieci giusti avrebbero potuto salvare la città di Sodoma, un pu-gno di credenti salverà le nostre parroc-chie. Le risorse non mancano.La prima risorsa sono io: io che leggo queste righe, io che mi interrogo, io che posso commentare con altri questo te-sto, chiedendo se lo hanno letto e cosa ne pensano, io che saluto quelli che in-

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contro, io che cerco di imparare i nomi di quanti abitano nel mio condominio e nelle vicinanze, io che alla sera nella mia preghiera porto al Signore le persone incontrate durante il giorno, io che non indugio al lamento ma ho pensieri e pa-role di speranza, io che porto nelle case il foglietto settimanale della parrocchia o il Bollettino, io che testimonio la bellezza della fede cristiana…Un’altra risorsa sono gli altri: i fami-gliari, i parenti, gli amici, i vicini di casa, quelli che incontro per strada o al mercato o nel lavoro o a scuola… Acco-gliendoli nel cuore, con un volto aperto, creo un clima buono attorno a me; posso offrire e chiedere collaborazione, aiuto, disponibilità in qualche iniziativa. C’è un problema? Mi guardo attorno: c’è sempre chi è disposto a dare una mano. Ho un’idea buona che vorrei realizzare? Parlo, chiedo, finché non trovo qualcu-no che condivida la stessa mia passione e poi insieme ci si mette all’opera. “Bus-sate e vi sarà aperto…”. Si tratta di fare “rete”, di fare “Chiesa” con le persone che mi è dato di incontrare, stimolando e accogliendo il dono di ciascuno. “Io sto a casa mia e non mi curo degli affari degli altri”: ecco, questo non va; non si tratta di mettere il naso della vita altrui, ma di avere a cuore il bene del prossimo e della comunità. Un pugno di lievito – immagi-ne evangelica – fa fermentare una grande massa di pasta.E c’è la Chiesa, la comunità cristiana, quella della mia parrocchia, dell’Associa-

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zione o Movimento di cui faccio parte, gente simpatica o antipatica, peccato-ri come me, ma figli di Dio, con i preti che ci sono, anch’essi con il loro pregi e difetti; la Chiesa diocesana con il vesco-vo e la Chiesa sparsa nel mondo con il nostro Papa; la Chiesa reale, non quella ide-ale: è questa la Chiesa nella quale vive e opera il Signore, in essa trovo salvezza; da essa non mi staccherò mai.E c’è infine la grande ri-sorsa: Il Cielo, il Cielo di Dio: a Dio ci rivolgiamo con la nostra fiduciosa preghiera, nella certezza che il Signore l’ascolta e, nei modi e nei tempi che Lui conosce, la esaudisce. Non senza di me. La preghiera cristiana non è un atto magico. Dio agisce con me. Ha bi-

LE RISORSE…IO SONO UNA RISORSA…

GLI ALTRI E LA CHIESASONO UNA RISORSA…E C’È IL CIELO DI DIO,LA GRANDE RISORSA

sogno del mio sguardo che sappia rico-noscere la sua presenza e ha bisogno del mio cuore, della mia intelligenza e delle

mie mani, perché, come dice una bella preghie-ra, “Dio non ha mani, ha soltanto le mie mani…”.

Venendo alla nostra parrocchia, quali cam-biamenti sono prevedi-bili, che cosa ci è richie-

sto, cosa va lasciato, cosa va conservato e cosa accresciuto? Questo sarà argomen-to di un successivo numero. Ma gradirei sentire anche i pareri dei miei “quattro” lettori.

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ASSOCIAZIONI

ACCENDI L’A. C.

L’inizio di un anno associativo è anche il momento per fare il pun-

to sulla situazione delle adesioni, non come un qualcosa di burocratico, ma come termometro della qualità di vita dell’Associazione stessa. Quest’anno, nella campagna per le ade-sioni, l’Azione Cattolica di Chiampo ha ripescato un vecchio slogan: “Accendi l’A. C.”, per richiamare l’impegno ad attingere luce dal Vangelo e a portarla nel mondo. Lo strumento proposto è semplice e necessario: il gruppo, quale luogo di condivisione, di amicizia e di stimolo a una vita buona, più conforme al Vangelo.E così, iniziando l’anno associativo, ci siamo proposti due impegni: una verifi-ca della nostra adesione (atto formale o scelta di uno stile di vita?); e l’orienta-mento a costruire un’A. C. non “esclu-

siva” ma “inclusiva”, con un’attenzione a tutta la realtà della parrocchia e non solo. A Chiampo l’A. C. ha una storia ricca di bene e ancor oggi essa è ben presente tra gli adulti e giovani adulti, tra i giovani e i giovanissimi e con i ragazzi.

Simone Negro

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A.C. ADULTI: GIORNATA DI SPIRITUALITÀ

L’obiettivo è far sì che la vita associativa e il servizio di animazione diventino il luogo d’incontro con il Signore, dentro un’autentica esperienza di Chiesa. A tale scopo durante l’estate abbiamo lavorato nel “costruire” una cappella all’interno della Casa della Dottrina, per ritrovarci in essa all’inizio dei nostri incontri e nu-trirci della Parola di Dio nella preghiera. E’ stata per noi motivo di grande soddi-sfazione la visita del nostro Vescovo che la sera di martedì 17 ottobre ha benedet-to la cappella. Sta a noi ora “abitarla” nell’ascolto del Signore.

L ’8 settembre (ormai è una con-suetudine) noi adulti di Azione

Cattolica e Gruppo Vedove, in compa-gnia di don Silvano, abbiamo trascorso una mattinata a Villa S. Carlo di Co-stabissara, per nutrire il nostro spirito nell’ascolto della Parola di Dio, nell’a-dorazione e nella celebrazione del Sa-cramento del Perdono. La mattinata si è conclusa con la S. Messa.Dopo il pranzo e una breve passeggia-ta nel meraviglioso parco, ci siamo tra-sferite al Santuario della Madonna dei Miracoli di Lonigo, dove don Silvano

Rachele Bauce

Recentemente abbiamo voluto anche arredare, rinnovandola, la “Sala don Bosco”, nello stesso stabile e intitolarla a un autentico testimone della nostra terra, Girolamo (Momi) Bevilacqua, a cui tutti dobbiamo molto per la passione con cui ha vissuto la sua fede cristiana, sostanziandola in una carità operosa. Grazie, Momi. Parlando di te ai nostri ragazzi sarà come averti ancora con noi.Affidiamo il nostro “Accendere l’A. C.” alle cure amorevoli di Maria, perché ci possa indicare con amore di madre la strada che porta a suo Figlio Gesù.

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è stato parroco per 17 anni. Una guida competente e paziente ci ha illustrato la chiesa e raccontato la sua storia. Nella cappella è conservata l’Immagine ori-ginale della Madonna: seppur sbiadita dal tempo, essa lascia intuire come la Vergine si sia protetta dalla violenza di un criminale. Si racconta che un malvi-vente avesse compiuto un omicidio e si fosse fermato con il complice a divider-si la refurtiva proprio nei pressi del Ca-pitello. Qui, infastidito dallo sguardo di Maria, si girò di scatto colpendola, con il coltello ancora sporco di sangue,

Il Gruppo Adulti A.C. di Chiampo (qui ritratto con il Vescovo Beniamino), che nel luglio scorso ha partecipato al camposcuola a Tonezza, vivendo una settimana intensa, ricca di incontri e di condivisione fraterna

all’occhio sinistro e al petto, da dove uscirono alcune gocce di sangue. La Madonna per proteggersi alzò la mano verso le ferite dove era stata colpita. Da quel momento l’immagine di Maria non era più con le mani giunte in preghiera ma bensì con una mano sul petto e una sull’occhio.Conclusa la visita del Santuario siamo passate al museo degli ex-voto, dove sono raccolte le tavolette donate dai fedeli alla Vergine per una grazia rice-vuta.E’ stata una bella esperienza; un grazie di cuore a don Silvano per la sua dispo-nibilità nell’averci accompagnato.

MOVIMENTI E GRUPPI31

LA COMUNITÀ ABRAMO NELLA NOTTE DELLA MOVIDA TORINESE

La piazza di San Salvario in centro a Torino il sabato sera si riempie di

migliaia di giovani che vengono da tutta la città e dai paesi limitrofi per passare una serata in compagnia e divertimento, che spesso però sfocia in eccesso e sballo.La Comunità Abramo, in collaborazione con i salesiani della Chiesa di San Salvario, spinta dalla chiamata di Papa Francesco ad essere “Chiesa in uscita”, da un anno si mette in ascolto di questi “giovani della movida” e propone loro di vivere la notte in un modo diverso. L’invito viene rivol-to a tutti coloro che passano per la piazza tra le 22.00 e l’una, offrendo la possibilità di entrare in chiesa per fermarsi a pregare davanti a Gesù Eucarestia, presentando a Lui le proprie richieste, anche scritte, e per confessarsi o semplicemente essere ascoltati. Solo l’incontro con Cristo vivo, infatti, può cambiare la vita, rendendo più

autentiche le relazioni, facendo nascere la fraternità e la solidarietà fra le persone e donando una gioia profonda e unica. La serata di evangelizzazione di strada vie-ne animata anche da danze, mimi e musica, creando soprattutto occasioni di dialogo e di incontro per condividere esperienze di vita e di fede, in particolare con i più lon-tani e delusi, così come ci ha invitati a fare l’Arcivescovo di Torino Cesare Nosiglia. Questo apparentemente semplice invi-to sta portando grandi frutti tra i giovani della movida torinese, tanto che, anche su richiesta di alcuni di loro, inizierà in questi mesi un percorso di formazione mensile di approfondimento della Parola di Dio.Davvero possiamo dire: “Le grazie del Si-gnore non sono finite, non sono esaurite le sue misericordie. Si rinnovano ogni matti-na, grande è la sua fedeltà” (Lamentazioni 3, 22-23).

Il Consiglio Direttivo della Comunità Abramo

La passeggiata missionaria, chiama-ta “A spasso per il mondo”, nata

per sensibilizzare i cittadini sul tema della missione, aveva quest’anno un argomen-to particolare. Ogni tappa infatti, oltre che dai consueti giochi e attività, era ac-compagnata da un pezzetto di filastrocca scritta appositamente da una nostra cara amica. La storia è quella di un bambino africano, arrivato in Italia perché la sua famiglia era alla ricerca di una vita più di-gnitosa. In Italia il bambino inizia a guar-darsi intorno e scopre che molti dei suoi amici e compagni provengono da Paesi lontani proprio come lui. Ognuno di loro, pur conservando i ricordi della pro-pria cultura, inizia a prendere abitudini italiane, e così capita che Deepa (India) preferisca la pasta, Alida (Sud America) adori gli gnocchi e che entrambe abbiano imparato il dialetto del posto. Infine però c’è anche Antonella, bambina italiana che ha imparato ad apprezzare le altre cultu-re cucinando cous-cous, kebab e riso ba-smati.Quello dell’integrazione è un tema molto attuale, basta andare un giorno all’uscita di scuola delle nostre elementari per ve-dere bambini di tanti colori salutarsi o giocare insieme.Alla fine del percorso quest’anno c’è stata anche la possibilità di mangiare una pa-stasciutta e con soddisfazione possiamo dire che la sala che avevamo preparato era piena. Un grazie agli alpini che han-

no preparato la pasta e agli altri gruppi e persone che ci hanno aiutato a rendere bella e simpatica questa marcia dedicata alle famiglie.Termino con l’ultima strofa della fila-strocca con l’augurio che la pace sia il vero obiettivo di tutte le Nazioni per il prossimo anno:

“Ognuno ha ricevuto e ognuno ha dato,ma niente della nostra cultura è stato di-menticato,il tutto si è un po’ mescolato.Abbiamo cambiato un po’ visione, e ciò che qualcuno chiama contaminazione,noi la sentiamo come arricchente trasfor-mazione”.

Missione Insieme e Solidarietà Umana

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UN’OCCASIONEIN CINQUE LUNGHI PASSI

ESPERIENZE E TESTIMONIANZE33

MISSIONEBOLIVIA

Carissimi, il mio saluto dall’altra parte del mondo, dalla Bolivia, e

precisamente da un paesino dell’interno che risponde al nome di Pasorapa. Sono qui, come volontaria dell’Operazione Mato Grosso, già da alcuni mesi. Cosa dirvi? Sta concludendosi l’inverno, sta-gione in cui si muore dal caldo… Vedre-mo cosa ci riserverà la primavera. Tanti cactus (alti 6-7 metri) e tanta polvere, ma la gente è fantastica e mi ha accolto a cuo-re aperto, anche se sono una “gringa”. Ogni giorno scopro tratti di una cultura ben diversa dalla nostra… Tutto è molto più lento. Il ritmo è dettato dal tempo e dal lavoro della terra. Considero un bel regalo poter vivere sei mesi così, in mez-zo a gente che non ha quello che ho io: un piatto pronto, una casa accogliente, la possibilità di studiare e di viaggiare.La mia giornata inizia alle sei con un mo-mento di preghiera insieme con i ragazzi del corso di falegnameria, poi corro alla Scuola materna e passo la mattinata con i bambini che arrivano assonnati, spetti-nati, con il viso non lavato, con gli abitini bucati… Si comincia con il segno della croce e, subito dopo, la colazione. Mi prendo cura di 7 bambini di due anni, che mi fanno sorridere con le loro inge-

nuità, ma anche mi danno un bel filo da torcere dato che devo insegnare loro il ri-spetto di alcune regole elementari, che in casa non imparano. E’ però molto bello vedere come ti cercano, ti danno la mani-na, ti chiamano, magari per ricevere una coccola: sono piccole cose che riempiono il cuore.Al pomeriggio mi reco nella casa dove sono ospitate alcune ragazze (una venti-na) dai 14 ai 18 anni, seguite da due edu-catrici. Al mattino vanno a scuola, mentre al pomeriggio fanno i compiti, giocano, lavano a mano i vestiti, tagliano legna, ri-camano e preparano la cena. Negli ultimi anni qui in Bolivia, grazie all’Operazione Mato Grosso e ad altri enti di promozione sociale, sono stati isti-tuiti asili e internati che danno la possibi-

Manuela Zordan

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UN INTERCLUB… SPECIALE!

lità a ragazzi e ragazze di villaggi lontani di frequentare una scuola e avere una prospettiva nella vita che non sia quella di sopravvivere lavorando la terra. Per noi è fondamentale anche l’opera educativa, dal momento che le famiglie, oberate dal duro lavoro e dal carico di numerosi fi-gli, non riescono a trasmettere quei valori che danno dignità alla vita. Sia le scuole che l’oratorio domenicale hanno un’im-pronta salesiana, con precise regole, tante attività, giochi e preghiera.Ogni settimana vado poi a visitare gli am-malati, insieme con una suora. Confesso che torno a casa con un grosso peso nel cuore vedendo in quali condizioni vive questa povera gente. C’è la signora Ja-cinta, che piange perché piena di male e sempre sola, tutto il giorno seduta su un letto in una casa puzzolente. Le portiamo la comunione ogni giovedì e le facciamo un po’ di compagnia. C’è la signora Emi-lia, 40 anni, obbligata a letto con un tu-more, priva di ogni sensibilità nel braccio sinistro che è gonfio fino al collo; lavora-va nell’asilo come cuoca fino a un anno e mezzo fa, poi è iniziato questo calvario, che la sta portando alla morte tra dolori lancinanti. A volte mi viene da piangere pensando che non si può far niente. Ci rivolgiamo a Dio e ci affidiamo a Lui.Un caro saluto a tutti. Ho ricordi molto belli della mia parrocchia: i campi a Cam-pofontana, il Grest, l’Acr…

Venerdì 20 ottobre nel salone parrocchiale si è svolto l’ inter-

club dell’ ACAT Valchiampo, durante il quale, oltre alle premiazioni per gli anni di sobrietà dei nostri amici, è avvenuta la premiazione dei ragazzi che hanno partecipato con i loro disegni al concor-so “liberi di scegliere” e che sono stati utilizzati per stampare il calendario 2018 della nostra ACAT. I partecipanti alla serata sono stati molto numerosi (circa 200) e la presenza della nostra Presidente Regionale Annarosa Pettenò ci ha riempito di gioia e soddi-sfazione.Negli interventi è stato ricordato, a due anni dalla scomparsa, il nostro amico e fondatore GIROLAMO BEVILAC-QUA (per tutti noi MOMI) che sempre diceva che, un po’ alla volta, vista l’età, pian piano avrebbe lasciato le varie asso-ciazioni di volontariato di cui era parte attiva, ma l’ACAT Valchiampo sarebbe stata l’ultima di queste. La serata, prima del tradizionale rinfre-sco, è stata allietata da un breve spetta-colo messo in scena da membri dei due club di Chiampo (635 “Vita Nuova” e 751 “Rinascita”) usando un testo di Ales-sandro Sbarbada, La storia di Alvino, ri-veduto e adattato per l’occasione dalle servitrici insegnanti Savina Roccabianca

Valentina Carpanese

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e Valentina Carpanese, incontrando un gran successo e una sincera ilarità visto che la scenetta era improntata su uno stile comico con finale di speranza per chi vuol intraprendere la metodologia

Hudolin entrando a far parte di un club.Un ringraziamento va a tutti coloro che hanno aiutato nell’organizzazione e a tutti quelli che hanno partecipato all’ evento.

Domenica 29 ottobre: festa dell’AIDO

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CRONACA DI UN EVENTO

IL MEMORABILE RADUNO TRIVENETO DEGLI ALPINI

Il Raduno Triveneto degli Alpini è sto-ria. Una pagina memorabile scritta

sugli annali di questo nostro paese, che ancora conosce la voglia di fare le cose per bene.

Gli Alpini, l’Amministrazione comunale, la gente, hanno certamente saputo essere all’altezza della situazione. Di più: hanno saputo insegnare come si mette in piedi, si organizza, si svolge una manifestazione con 20mila alpini e 15 mila simpatizzanti accorsi in questo lembo di valle, pur chiu-sa e stretta. Tutto è andato per il meglio, lasciando a chi profetava sicuri affanni, soltanto l’incombenza di raccogliere i frantumi del proprio vaticinio, vinto da meraviglia. Chi ha buona memoria ricor-

derà il riuscitissimo mondiale trial dell’an-no precedente, prova inconfutabile della tempra chiampese.La tre giorni degli Alpini è cresciuta gior-no dopo giorno senza clamori, da virgul-

to a quercia, lavorando con sacrificio e impegno, dedizione e tanto tem-po dedicato. Testa bassa e pedalare, come si dice. Innumerevoli gli sforzi del gruppo di Chiampo capi-tanato da Valerio Ceretta, insieme all’Amministrazio-ne comunale, sindaco Mat-teo Macilotti in testa, che per mesi hanno lavorato alacremente per raggiun-gere il risultato eccellente

che tutti abbiamo veduto. A distanza di qualche tempo, ancora è doverosa la rico-noscenza ad un gruppo di lavoro che non ha conosciuto sosta. Non si dimentichino a questo proposito le schiere di persone che tanto hanno fatto a vario titolo: as-sociazioni, comitati, cittadini che hanno dato la propria disponibilità per dare una mano in qualsiasi modo, con lo scopo di contribuire a rendere questo evento spe-ciale. S’è visto nell’occasione, un paese unito, orgoglioso e fiero, partecipe. Vivo.

Matteo Pieropan

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Pian piano sono sbocciati tricolori, coc-carde, addobbi. Alle finestre delle case, sui portoni, sui ponti e sugli edifici. Un tripudio di tricolori che ha dato soddisfa-zione a noi stessi prima di stupire gli altri da fuori vallata. Ognuno ha contribuito a suo modo, tutti con lo stesso ideale. Dalla signora ultranovantenne che ha affisso la bandiera sul poggiolo, fino al gruppo di volontari che ha eseguito lo straordinario cappello sopra la colonna corinzia. Ma anche la bella scultura che davanti alla sede alpini riprendeva il logo del raduno triveneto, o i blocchi di marmo pitturati a tema. Non si faranno qui i nomi di tanti protagonisti, per non arrischiare torti a chicchessia, ma questa gente è impressa nel cuore di tutti.

Quanto allo svolgimento dei fatti, ecco una breve, non esaustiva, cronaca.

VENERDI’ 15 SETTEMBREE’ significativo che l’alzabandiera d’inizio della tre giorni abbia avuto come prota-goniste le nuove generazioni. Per volere del Gruppo Alpini e dell’Amministrazio-ne comunale, infatti, le scuole del paese sono state invitate alla cerimonia, a partire dalle 11, dell’alzabandiera e della depo-sizione di una corona d’alloro al monu-mento ai Caduti. Erano presenti le scuole elementari, le scuole medie, la Scuola di formazione professionale. Un momento molto toccante, in cui i piccoli e i ragazzi

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hanno avuto modo di capire cosa il pae-se si apprestava a vivere in quei giorni, e soprattutto di toccare con mano i valori alpini: la solidarietà, il senso del dovere, l’impegno, l’essere attivi all’interno della propria comunità, la fede, l’attaccamento alla Nazione.In serata, si è svolto invece lo spettacolo di apertura del Raduno Triveneto, a cura de “I Musicanti di Vicolo Zanella”. L’en-semble ha proposto lo spettacolo “E tu Austria”, ripercorrendo, a cent’anni di distanza, le vicende della Grande Guerra, attraverso i canti originali, le immagini, la narrazione, in un percorso emozionante e coinvolgente. Gremito l’auditorium co-munale, con i primi Alpini giunti da varie sezioni, in vista della tre giorni.

SABATO 16 SETTEMBRE La giornata si è aperta con la cerimonia di consegna in cui l’Amministrazione co-

munale ha conferito la cittadinanza ono-raria all’Associazione nazionale alpini. “La nostra città ha una vocazione forte-mente alpina, dove le penne nere offrono un servizio indispensabile, sempre pre-senti quando il nostro territorio mostra le sue vulnerabilità – ha spiegato il sindaco Matteo Macilotti motivando l’iniziati-va”. Unanime il consiglio comunale, con i capigruppo che hanno espresso parole di elogio e di riconoscenza nei confron-ti delle penne nere. Alla cerimonia sono intervenuti il presidente della sezione di Vicenza Luciano Cherobin, e il presiden-te nazionale dell’Ana, Sebastiano Favero, che ha sottolineato, vedendo l’incredibile movimento attorno al Raduno Triveneto di Chiampo, quanto gli Alpini siano nel cuore della gente. Il prefetto di Vicenza Umberto Guidato ha voluto essere pre-sente per manifestare la sua vicinanza agli Alpini e per sottolineare la competenza e la capacità di Chiampo nell’organizzare l’evento.

La giornata è pro-seguita allo stadio comunale dove c’è stato lo spettacolare lancio di una deci-na di paracadutisti alpini. Poi davanti al monumento ai Caduti è giunto il labaro nazionale dell’Ana, con 216 medaglie d’oro. Me-daglie che ricordano i teatri del sacrificio

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degli Alpini, dal Pasubio al Carso, all’Or-tigara, definita il calvario degli Alpini. Ma anche le campagne di Grecia-Albania, di Russia, d’Africa. Molte anche le medaglie sgorgate dalla solidarietà. Una per tutte, il Vajont. Suggestiva la messa celebrata nel-la nostra parrocchiale con la presenza dei vessilli delle sezioni. In serata alla Margraf si è svolto il concerto della fanfara dei congedati della Tridentina e del coro dei congedati della Cadore.Una riga si spenderà per ricordare il gene-rale clima di festa e l’accoglienza benevola in paese. Chiampo è stato elettrizzato dal Raduno Triveneto, e gli Alpini sono sta-ti benvoluti con larghe manifestazioni di fraterna socialità. Non sono mancati in serata capannelli spontanei di penne nere a cantare, suonare, con bande improvvi-sate davanti e dentro i bar, in ogni angolo, nelle zone di pernottamento, anche nel-le contrade e nelle case. Per una volta la gente ha lasciato in tasca i pensieri della quotidianità, liberandosi in un ideale ge-nuino abbraccio, passando, per così dire, da internet al cabernet.

DOMENICA 17 SETTEMBREIl giorno della sfilata, il giorno della sto-ria. La mattinata è iniziata un po’ in salita. La stretta arteria viaria della Valchiampo ha faticato a far fronte alle decine e de-cine di pullman in arrivo. Si pensi che in un’ora sono giunti a Chiampo 220 corriere. Inevitabili le code, fino ad Ar-zignano. Insieme ai volontari erano pre-senti gli efficienti agenti di polizia locale che hanno lavorato instancabilmente per

snellire il traffico e riportare la situazione alla normalità, sfruttando la provinciale a due corsie in sola andata. Superato que-sto iniziale intoppo, che ha portato una mezz’ora di ritardo, l’ammassamento in via Zaupa e la partenza da largo Mazzoc-co si sono svolte come da programma. Da qui è partita la sfilata, partendo dal laba-ro nazionale, e via via i labari, gonfaloni e vessilli. Poi, le sezioni del Triveneto, con i gruppi dal Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia e Veneto. Per la sezione di Vicenza hanno sfilato i 135 gruppi e i suoi 1500 Alpini, tra cui i nostri del Gruppo di Chiampo. Ventimila le penne nere in totale che hanno sfilato nel centro citta-dino, in una giornata con il cielo all’inizio un po’ titubante, ma che poi si è aperto in un limpido azzurro. Toccanti gli striscio-ni passati davanti alla tribuna d’onore in piazza Zanella, ricordando i caduti sui vari fronti, i monumenti ossari della provincia di Vicenza, le brigate e le sezioni stori-che. E poi nomi capaci di commuovere, ogni volta, anche i più avvezzi ai raduni e alle adunate: Grappa, Ortigara, Piave e Vittorio Veneto, Nikolajevka e Don, per citarne alcuni. Profondi anche gli slogan scelti dagli alpini: “Ricordare, capire, per un futuro di pace”, “Julia, religione della nostra gente”, “Il Piave ci difese, ora ci unisce”. Immancabili poi i muli, portati da Treviso, da Longare, e dal leggendario reparto salmerie di Vittorio Veneto. Molte

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anche le bande e fanfare da ogni regione, tra cui la bellissima fanfara storica della sezione di Vicenza. Da ricordare anche il passaggio degli alpini paracadutisti, al grido del celebre “Mai strac!”. Il nostro sindaco Matteo Macilotti non ha saputo sottrarsi al richiamo di un vècio alpino, in

sfilata sulla carrozzina. Il primo cittadino è sceso velocemente dagli spalti per strin-gergli la mano e ringraziarlo per la tenace presenza. La sfilata, in una parola, è stata una grande festa, un condensato di alle-gria e senso di appartenenza, gioia e com-mozione. A sigillare l’evento, l’ammaina bandiera, e il passaggio della stecca, ovviamente rea-lizzata in marmo, a Vittorio Veneto, dove sarà il raduno triveneto dal 15 al 17 giugno 2018. “Con la nostra semplicità abbiamo

cercato di aprire il nostro cuore e fare del nostro meglio per accogliervi - ha detto il sindaco Matteo Macilotti agli alpini. Ogni famiglia di Chiampo annovera una penna nera. Per noi organizzare questa manifestazione significava dire loro grazie perché credono in questa Nazione, che non mollano mai e guardano avanti con speranza alle nuove generazioni”. Dopo il rompete le righe, ancora festa insieme alla

gente, che questi Alpini, fin da subito, li ha applauditi, benvoluti. Amati.

IL RADUNO IN NUMERIUn esercito di volontari ha fatto del Ra-duno Triveneto un evento unico di orga-nizzazione impeccabile. Per gli stand sono stati coinvolti 15 tra comitati e associa-zioni. Hanno lavorato Carpenea, Zonati, Pregiana, Filanda, Biasini, Pieve, Cischi, Campanile, Colle Campagnola, Vignaga, Mistrorighi, “El vajo”, genitori scuole Za-

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nella, Melotto e Faedo, l’U.s. Chiampo e altri 90 cittadini, per un totale di 330 per-sone. Al servizio parcheggio tre comitati, di cui uno di Nogarole e uno di San Pie-tro Mussolino. Per la raccolta rifiuti, assi-stenza camper, vendita magliette e gadget, movieri altre 56 persone. La Protezione civile ha mobilitato 140 uomini per viabi-lità, parcheggi, servizio trasmissioni radio e comunicazioni, antincendio, e Centro Operativo Comunale. Il servizio sanitario contava 50 tra medici e infermieri in col-laborazione con il Suem di Arzignano; 6 ambulanze, un punto medico avanzato, 5 squadre a piedi. In forze anche la polizia intercomunale “Vicenza Ovest”, presente con 28 agenti che hanno presidiato i punti più importanti del percorso viabilistico e

che hanno agevolato l’arrivo dei pullman. Questi ultimi erano ben 220 parcheggiati in via delle Stangà e zona Arso. I Vigili del fuoco con due unità avanzate di spegni-mento incendi e squadre a piedi. Decine gli agenti di polizia di stato, guardia di fi-nanza, carabinieri.L’enorme cappello d’alpino posizionato sulla colonna è stato realizzato in ferro e resina, con un peso complessivo di circa 3 quintali. Il cappello era lungo 2,60 metri, largo 1,75 e alto 1,70 con la penna di 2 metri. La piastra di ancoraggio pesava 84 kilogrammi.

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Sabato 23 settembre: inaugurazione e benedizione del monumento della FIDAS

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FOTO DAL MONDO

Iniziamo una nuova rubrica: “Foto dal mondo”. Abbiamo chiesto a Marcello

Selmo, appassionato di fotografia, di poter pubblicare alcuni suoi “scatti”, realizzati nei vari Paesi del mondo che ha visitato. Marcello è nato ad Arzignano e vive a Chiampo. Ha conseguito la qualifica pro-fessionale frequentando l’Istituto Superio-re di Fotografia e Arti Visive di Padova. Oltre a documentare la vita dei popoli del mondo, ha realizzato reportages fotografici in diverse città italiane, esponendo i suoi lavori in alcune mostre organizzate da Co-muni o da enti culturali.

Le foto qui riprodot-te ci mostrano alcuni bambini della Scuola Primaria di Ziniaré, nei pressi di Ouaga-dougou, capitale del Burkina Faso. Il Paese, privo di risorse natu-rali, è molto povero e ancora oggi molti bambini non vanno a scuola, mentre quelli che ci vanno ricevono un’istruzione qualitati-vamente povera.

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INNO ALLA NATURA

foto di Antonio Scavazza

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LE NOSTRE SCUOLE

Federica e insegnantiIl Nido Integrato e la scuola dell’In-fanzia “G. Zanella” di Chiampo

hanno scelto di dedicare la programma-zione annuale 2017/18 alla figura di San Francesco, per condividere con le fami-glie e la comunità di Chiampo un evento storico importante per la nostra vallata: la ricorrenza dei 150 anni di presenza dei Frati Francescani a Chiampo. E’ una scelta che riflette l’orientamen-to cristiano di questa scuola che offre un servizio educativo rivolto ai bambini della prima infanzia, dalla più tenera età di Nido fino al loro ingresso alla scuola Primaria. La scuola si colloca all’interno del nuovo “Sistema integrato 0-6 anni”, come in-dicato dalla legge della “Buona scuola”, per rispondere al meglio alle esigenze delle famiglie, assicurare pari opportu-nità ai bambini di questa prima fascia di età e dare maggiore attenzione alle loro fasi di sviluppo, nell’intento di garantire la continuità dei servizi educativi e ac-compagnare il bambino in tutto il suo percorso di crescita. Nella società attuale la nostra scuola si propone di offrire un ambiente ricco di relazioni positive, attraverso le qua-li il bambino matura nella conoscenza

Scuola dell’Infanziae Nido integrato “G. ZANELLA” “In cammino con San Francesco!”

e nella stima di sé e della realtà che lo circonda. Un ambiente che, dal punto di vista affettivo, cognitivo, formativo, so-ciale, cerca di rispondere a tutti i bisogni di crescita dando significato ad azioni e comportamenti.

In questa prospettiva, “In cammino con San Francesco” sarà il filo conduttore dei progetti didattici, una scelta condivisa tra le educatrici del nido e le insegnanti della scuola dell’infanzia, per dare l’op-portunità ai bambini di conoscere e ap-profondire i temi riguardanti la carità, l’umiltà, il rispetto, la cura degli altri e del creato. San Francesco, per la sua gioia di vivere in armonia con Dio, con sé stesso, con le persone, gli animali e la natura, si collo-ca perfettamente nella programmazione

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Durante l’anno scolastico la progetta-zione sarà arricchita da varie iniziative e momenti particolari, tra questi ci sarà la prossima Festa di Natale che celebrere-mo giovedì 14 dicembre alla Pieve nella chiesa dedicata al Beato Claudio. Anche i bambini del Nido vivranno un momen-to di festa cristiana con le famiglie ma

negli ambienti scolastici. Fare festa in-sieme, esprime per tuti noi la voglia di stare insieme, di pregare, di scambiarci gli auguri, di condividere ciò che ab-biamo scoperto, ciò che ci ha caratte-rizzato... un momento di Fede, e per i bambini di vera magia! Una Notte Santa proprio come quella in cui San France-sco ha inventato il Presepe! E proprio nella chiesa dedicata ad un frate speciale come lui!Il Progetto Natale di quest’anno, pro-prio perché il Presepe è stato inventato da San Francesco nel lontano 1223 a Greccio, si arricchisce di un valore ag-

giunto: anche noi infatti contagiati come San Francesco da una febbre d’amore vogliamo particolarmente curare il pre-sepe che faremo a scuola, rappresen-tandolo a modo nostro con l’utilizzo di materiale povero. Tutto il progetto sarà incentrato su questa Notte Speciale: la Notte in cui è nato Gesù e che San Fran-

offrendo l’opportunità al bambino di:- sviluppare un positivo senso di sé e speri-mentare relazioni positive con gli altri, per cominciare a manifestare la propria inte-riorità, l’immaginazione e le emozioni;- conoscere linguaggi simbolici e figu-rativi, caratteristici delle tradizioni dei cristiani e dell’Ordine dei Frati France-scani, come segni, feste, preghiere, canti, gestualità, spazi, arte;- vivere occasioni per conoscere la cul-tura Francescana e la risonanza che essa ha avuto nel nostro paese, valorizzando la dimensione comunitaria, il senso di appartenenza a un gruppo, a una scuola.

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cesco ha voluto così fortemente rappre-sentare. Tramite conversazioni, l’ascolto dell’altro, la riflessione personale, giochi e attività conosceremo così la Sacra Fa-miglia scoprendo Gesù piccolo come noi, la Madonna e San Giuseppe… una famiglia come la nostra, solo un pochino più speciale! La motivazione principale è quella di cogliere soprattutto il valore cristiano del Natale, riflettendo sui valori e sui simboli correlati, coinvolgendo le fami-glie. Da qui partirà il nostro cammino cattolico fatto di cose semplici, di doni piccoli, di voglia di ascoltarci, di con-

dividere, di conoscere, di scoprire, di fare e di attendere. Creare un percorso a tappe serve a noi e ai bambini per re-cuperare una ritualità che nella società odierna consumistica e convulsa è anda-ta perdendosi; aiutiamo i piccoli a non consumare tutto in fretta e facciamo loro il regalo più bello… il desiderio di de-siderare che comporta “l’attesa”, il lato più interessante di ogni traguardo!

Per chi desidera contattarci: tel 0444.422455 dalle ore 9.00 alle ore 13.00www.ipabchiampo.it

- Sabato 6 gennaio nelle Ss. Messe delle 9.30 e 11.00: Benedizione dei bambini- Dal 18 al 25 gennaio: Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani- Domenica 4 febbraio: Giornata per la Vita- Domenica 11 febbraio: Giornata del Malato

- Mercoledì 14 febbraio: Le Ceneri – Inizio della Quaresima- Mercoledì 21 febbraio: Inizio “Cammino di Fede” per fidanzati- Sabato 2 marzo: Veglia per e con i giovani- Domenica 18 marzo: PRIMA CONFESSIONE- Domenica 6 e domenica 13 maggio: PRIMA COMUNIONE

ALCUNE DATE

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La scorsa estate sei allievi del setto-re meccanico hanno avuto la pos-

sibilità di svolgere uno stage formativo all’estero, promosso dalla Fondazione Centro Produttività Veneto, che gestisce la Scuola di Formazione Professiona-le di Chiampo. I ragazzi più meritevoli del terzo anno hanno trascorso un pe-riodo di quattro settimane a Plymouth, in Inghilterra. Durante questo tempo, hanno avuto la possibilità di svolgere un’esperienza di lavoro e rafforzare la propria competenza linguistica. In una splendida cittadina affacciata sul mare hanno potuto toccare con mano la real-tà del luogo dal punto di vista storico, culturale e sociale, oltre che svolgere un’attività lavorativa all’interno delle re-altà produttive del territorio. Con loro, un docente della Scuola “Fontana”, che ha fatto da tutor. Una esperienza alta-mente formativa, toccando con mano la realtà del mondo meccanico all’este-ro, ma anche vivendo giornate di svago e divertimento. Durante la permanenza all’estero, con costo interamente a cari-co della scuola, i giovani hanno vissuto all’interno di famiglie ospitanti, previste dal progetto, intessendo rapporti sociali e migliorando il proprio inglese.

SCUOLA D’ARTEE MESTIERI “FONTANA”

Nell’estate prossima l’esperienza si ripe-terà con altri 15 ragazzi che soggiorne-ranno in Inghilterra o Germania. Sono in programma anche dei soggiorni lin-guistici a Malta. SETTIMANA DELLA MODA A MILANO In occasione della Settimana della Moda Donna di Milano, alcune allieve della Scuola Veneta di Pelletteria, all’interno

del CFP (Centro di Formazione Pro-fessionale), sono state protagoniste di un’iniziativa promossa da Zanellato, vicentino, tra i leader del settore con le sue creazioni. Negli spazi dei Chiostri della Basilica di San Simpliciano in Bre-ra, l’Atelier sartoriale ha proposto una live performance con le icone “Postina”, “Nina Zanellato” e “Duo”, all’interno di cinque maxi cubi colorati. La nuova ge-

GIOVANI MECCANICI ALL’ESTERO

Matteo Pieropan

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nerazione di Maestri Artigiani Zanellato, rappresentata da ragazze e ragazzi del CFP di Chiampo, ha realizzato le borse in diretta davanti a centinaia di persone incuriosite e addetti ai lavori. I prodot-ti, consegnati direttamente alle modelle, erano poi proposti in sfilata, il tutto in presa diretta. La collaborazione con Za-nellato della Scuola Veneta di Pelletteria “Fontana” è nata grazie ad un accordo in cui i giovani hanno svolto un percorso di formazione continua tra scuola e la-voro accompagnati dai maestri artigiani di Zanellato.

UNA DELEGAZIONE DI RUSSIUna delegazione moscovita è stata ospi-tata per una giornata lo scorso mese di ottobre dal Centro di Formazione Pro-fessionale. Protagonisti, una dozzina di visitatori che hanno aderito ad uno stage internazionale. Tra essi, insegnanti della facoltà di design e tecnologia dell’Uni-versità di Mosca, studenti universitari, e tecnici appartenenti al mondo dell’im-prenditoria di settore.Alla Scuola Veneta di Pelletteria, la de-legazione russa ha ricevuto informazioni sulla storia della concia in Valle e sul di-stretto della pelle. Gli allievi hanno pro-posto una sfilata di borse prodotte da loro. Infine la visita ai laboratori, centro pulsante della scuola che vanta collabo-razioni di prestigio, la più recente con Zanellato. “Una grande soddisfazione vedere una realtà del genere, così attiva, così viva, piena di giovani– ha commen-

tato la prof.ssa Irina Ledeneva, docen-te dell’università di Mosca”. “In questa scuola è possibile incontrare la passione per un’arte antica che guarda al futuro grazie alla presenza dei giovani e della loro creatività” – ha dichiarato il prof. Igor Ivanovic dello stesso ateneo.

LE 52 GALLERIE NEL CENTENARIO

Altra esperienza mozzafiato, è stata l’u-scita-escursione alle 52 gallerie del Pasu-bio in occasione dei 100 anni dalla loro realizzazione. Alcune classi del Centro di Formazione Professionale, accompa-gnati dagli insegnanti, hanno vissuto in ottobre una giornata speciale, percor-rendo la celebre strada delle gallerie sul Pasubio. Dopo un’adeguata formazione e approfondimento in classe sull’opera dal punto di vista ingegneristico, e del

contesto storico in cui nacque, è stata svolta l’uscita in loco con i ragazzi. Ar-mati di scarponi, zaino, lampade, gli al-lievi si sono incamminati in direzione del rifugio Papa. Per alcuni, che erano poco abituati alla montagna e che lassù non erano mai stati, è stata una giornata di grandi emozioni e di autentico stupore, giornata baciata dal sole e da temperatu-re particolarmente miti. Dopo il rancio, la discesa per la strada degli eroi. A fine giornata la stanchezza era sul volto di tutti, ma grande la soddisfazione di ave-re condiviso fatica, risate, divertimento e bellezza della natura.

GLI OMAGGI PER IL RADUNO DEGLI ALPINIIl mondo della pelle e del marmo è stato rappresentato anche nel Raduno Trive-neto degli Alpini grazie ad un’iniziativa della Scuola di formazione Professiona-le. Dalla Scuola Veneta di Pelletteria è nata una borsa, esemplare unico, realiz-

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zata appositamente per il Raduno 2017. Si tratta di un manufatto realizzato a mano dagli allievi coordinati dai loro insegnanti, utilizzando pelli diverse per riprodurre il tricolore, e con la stampa su pelle del logo della manifestazione. Il prodotto è stato consegnato al pre-sidente nazionale dell’Ana, Sebastiano Favero. Anche gli omaggi alle autorità sono frutto della nostra Scuola. Alle au-torità sono state donate alcune formelle in marmo nate dalla creatività del corso per marmisti, con 15 corsisti adulti, con la sinergia di Graziano Boschetto.

UNA SFILATA DI MODANell’ambito della festa delle castagne a San Giovanni Ilarione, gli allievi della Scuola Veneta di Pelletteria, all’interno del Cfp, hanno organizzato una sfilata di prodotti di pelletteria sulla gradina-ta della chiesa parrocchiale. Nutrito il pubblico presente in piazza per seguire l’evento. Gli allievi del corso di pellette-ria hanno sfilato con i prodotti nati dal-la loro creatività. I manufatti portati in passerella sono tutti esemplari unici re-alizzati a mano dai ragazzi stessi, seguiti dagli insegnanti di laboratorio. Opere di grande valore sia artistico che artigiana-le, che assumono ancor più importanza se si pensa che sono create da giovani tra i 14 e i 18 anni. Nuovi giovani talenti, pellettieri in erba, che portano avanti un mestiere d’arte che ancora pochi maestri custodiscono.

LAVORI: AGGIORNAMENTI51

Sono in fase con-clusiva i lavo-

ri di adeguamento dell’impianto elet-trico della chiesa parrocchiale. Nella serata di S. Marti-no sono state accese per la prima volta le luce della navata e del presbiterio ed i presenti hanno potu-to osservare l’effetto dei nuovi corpi illu-minanti a led. Man-cano alcuni piccoli interventi in sacre-stia e nella cappella laterale che verranno ultimati entro il mese di novembre. Il costo finale dell’opera la-vori con IVA e spese tecniche si aggira in-torno ai 100.000,00 (centomila) euro. A fine novembre erano stati pagati 55.000,00 euro.

IMPIANTO ELETTRICODELLA CHIESA PARROCCHIALE

Arch. Stefano Battaglia

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Il progetto per il restauro conservativo della pala della Madonna di Francesco Vigna è stato approvato dalla Commis-sione Beni Culturali della Diocesi di Vi-cenza ed è stato inviato, per il parere di competenza, alla Soprintendenza di Ve-rona. Costo complessivo dell’intervento – restauro, IVA, spese tecniche 10.000,00 (diecimila/00) euro.

RESTAURO CHIESETTA DI S. BIAGIOContinua l’attività di acquisizione delle informazioni per la redazione del pro-getto di restauro della chiesetta di San Biagio. E’ stato ispezionato il sottotetto della navata della chiesetta. Nelle prossi-me settimane continueranno i rilievi e le indagini sui materiali necessarie per poi sviluppare il progetto.

CHIESETTA DI S. DANIELE:CONSOLIDAMENTO MURO DI SOSTEGNODopo la pulizia del muro di contenimento è emerso che la struttura, costituita da conci in pietra montati a secco, è crollata in più punti e richiede un intervento urgente di consoli-damento. Essendo l’area di difficile accesso si stanno valutando, anche con i proprietari del terreno confinante, con quali mezzi in-tervenire e quale tecnologia adottare.

RESTAURO PALA MADONNA DELLE GRAZIE

TRADIZIONI E MEMORIE53

Girando qua e là per curiosare nella contrada Pagani, m’im-

batto a chiacchierare del più e del meno con la signora Dina Pagani, personaggio illustre del luogo e persona dall’aspetto molto giovanile. Tra le tante cose chie-do informazioni sugli abitanti di quella

contrada situata in mezzo al verde sme-raldo di un’immensa distesa di pascoli, i cui abitanti, non curanti del tempo, ore e stagioni, cercano di costruirsi un futuro migliore, una casa, una famiglia.Molto cordialmente mi fa accomodare in cucina e tra tante cose sistemate in perfetto ordine, con mio grande stu-pore, osservo, incastonata sulla parete di sinistra, una formella (cm. 40x40) in pietra morta locale del XVII secolo, raffigurante la Madonna Addolorata o Madonna della Pietà e sopra, sul lato si-nistro, riproducente tre croci del Monte

Il sole a Campofontana non tramonta mai

Calvario e sul lato a destra, in basso, l’or-to degli ulivi.La signora inizia raccontandomi dell’O-STARIA DEL CAN, un locale pubblico dove contrabbandieri e filibustieri, ap-profittando del buio pesto della notte entrarono e non trovando nulla da man-giare uccisero il cane del padrone dell’o-steria.Racconta poi la storia del pozzo delle ANGUANE, un sito dove la gente attin-geva acqua per il bestiame e luogo dove le anime inquiete e vagabonde si raduna-vano e si lamentavano tutta la notte con tristi canti e sbattendo secchi di rame e catene una contro l’altra provocando ru-mori infernali incutendo brividi di paura tra la gente specialmente tra i bambini.Parla delle ROGAZIONI, queste anti-che usanze, che si svolgevano per la du-rata di tre giorni tra i campi, contrade, chiesette e capitelli disseminati lungo i sentieri delle varie contrade, pregando e invocando i Santi protettori per un rac-colto estivo migliore, mentre in grandi ceste di vimini venivano poste offerte in natura che in seguito il parroco distribu-iva ai più indigenti.Ricorda le GRANDI FESTE di San Giorgio protettore della contrada e pa-trono della chiesa, di San Rocco, il cui

Damiano Grandotto

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culto è legato alla peste, dei Santi Pie-tro e Paolo, quando la sera prima veniva inserito in una bottiglia l’albume di un uovo e al mattino, con trepidante attesa, si poteva ammirare la barca di San Pie-tro formata dall’albero e dalla vela, un vero splendore, uno scenario da favola. E ancora la festa della buona Befana che portava sulla schiena miseri doni, consi-stenti in quattro fichi, tre arachidi, due noccioline, un mandarino e nient’altro. Questa povera vecchietta, tanto genero-sa, il giorno seguente veniva in pubblica piazza bruciata per far allontanare dal-la contrada le malefiche strìe (streghe). La ricorrenza di San Biagio, quando da bambina si recava in chiesa con caramel-le e candele per essere benedette contro il mal di gola. I GRANDI FILÒ nelle stalle, dove la gente si riuniva raccontan-do storie del passato, avvenimenti tristi e buoni, chiacchiere fantasiose sulla gente, pettegolezzi e rinsaldando così l’amici-zia. Le uova colorate, che i giovani offri-vano alle loro fidanzate. Le grandi pu-lizie della casa, la lucidatura dei secchi e mestoli di rame con sabbione, farina gialla e aceto. L’uso della cenere per fare il bucato. Il campanaro che il venerdì santo chiudeva la porta del campanile, faceva un lungo giro per le contrade suo-nando uno strumento fatto di legno (ra-cola) che emetteva un caratteristico suo-no stridulo, che sostituiva le campane e

invitava la gente a recarsi in chiesa per la messa. Le famose focacce cotte sotto la cenere, cose del passato e dimenticate. Novembre, dopo il ritorno a casa dal ci-mitero, grande abbuffata di patate ame-ricane e castagne e un bicchiere di vino in allegria. Il compenso che veniva dato al campanaro per suonare la campana fino a mezzanotte e rinsaldare il ricordo dei poveri morti. Il Natale, con il ceppo di legno ardente sul grande focolare per riscaldare Gesù Bambino nato al fred-do in una stalla tra il bue e l’asinello. La notte di San Silvestro, quando la gente formava grandi falò con legna di abete raccolta nei dintorni e gettava per aria i tizzoni accesi per far dimenticare le di-sgrazie avute durante l’anno e invocare da Dio giorni migliori.Dopo il racconto la signora Dina non sa trattenere una lacrima di nostalgia.

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60 ANNIDI MATRIMONIO

Era l’anno 1956. Una fredda sera di ottobre qualcuno bussò alla

nostra porta. Ci siamo guardati l’un l’al-tro, aspettando che, dopo l’avanti della mamma, chi aveva bussato entrasse. La nostra famiglia era numerosa e quindi gli occhi puntati verso la porta erano tanti. Chi entrò ci lasciò sorpresi. Era un gio-vane che conoscevamo di vista. Dopo aver salutato gentilmente, disse senza preamboli: “Sono Pio Dalla Tomba e sono venuto per incontrare i genitori e la famiglia di Maria, perché ho intenzio-ni serie, io la voglio sposare”. La mam-ma ammutolì, mio padre mandò a letto me e le altre due sorelle più piccole, e quello che si dissero non lo abbiamo mai saputo. Pio continuò a frequentare la nostra famiglia, mia sorella con la mam-ma cominciò a fare acquisti e ci spiega-rono che erano cose per la dote. Sotto sotto però la mamma soffriva, sarebbe rimasta sola con otto figli da accudire. A quei tempi non c’era ancora la corrente elettrica e vi lascio immaginare quanto avrebbe dovuto lavorare. Comunque i giorni passavano come prima, in fondo eravamo una famiglia unita e serena, e poi era una bella cosa avere un matrimo-nio in famiglia. Già la gente cominciava a chiedere alla mamma: “Chi sposa tua figlia?”. La mamma rispondeva: “Sposa un bravo ragazzo, lavora i suoi campi,

frequenta la parrocchia, insegna cate-chismo ed è iscritto all’Azione Cattoli-ca… Che cosa voglio di più?”. E ancora: “Abita a Chiampo” e, guardando lon-tano, aggiungeva: “Al di là del fiume e quindi ci vedremo spesso”.Maria e Pio si sposarono il 23 novembre del 1957.Siamo partiti dalla contrada Panzale tut-ti a piedi. Mia sorella era bellissima, non portava il vestito bianco, perché c’erano

Lovato Luigina

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pochi soldi e spenderli per un vestito, che si sarebbe portato una sola volta, erano soldi sprecati.Pio, con il seguito dei genitori, dei pa-renti e degli amici (anche loro a piedi) arrivò da via Pregiana alla parrocchia.La celebrazione fu semplice ed emozio-nante. Andammo poi tutti a casa di Pio e fu una grande festa; in quel tempo si faceva tutto in casa, perché c’erano case grandi ed era bello festeggiare con canti e balli senza disturbare nessuno.Anno dopo anno sono nati sei bellissimi figli. Maria e Pio li hanno cresciuti nel migliore dei modi, accettando la vita con i suoi alti e bassi e senza mai perdersi d’animo.Pio ha continuato a lavorare con pas-sione nei campi, Maria lavorava in casa, amava cucire e ricamare e trovava anche il tempo per fare la catechista ai Portina-ri. A noi fratelli arrivava per Natale un dono costruito con le sue mani.Ancora oggi lei continua a ricamare, al-

ternando lavoro e preghiera. Nel mese di maggio le persone del quartiere si ritro-vano davanti al capitello con il suo bel mosaico raffigurante la Madonna, per recitare il S. Rosario; ed è bello vedere i bambini fare a gara per intonare le Ave Maria. Pio continua a portare alle fami-glie della zona il Bollettino della parroc-chia e così scambia qualche parola con le persone.Il 23 Novembre di quest’anno abbiamo voluto festeggiare i sessant’anni del loro matrimonio, con l’augurio di tanta sere-nità e amore.

PER IL PROSSIMO NUMERO DEL BOLLETTINO

Il prossimo numero di “Vita della Valle del Chiampo” uscirà ai primi di marzo. Chie-diamo a tutte le realtà che hanno un bilancio economico (Centro Anziani, Ritrovo giovanile, S. Vincenzo, Solidarietà umana, Centro aiuto alla vita, Comitato Campo-fontana, Comitati delle varie chiesette…) di inviare in parrocchia, entro domenica 11 febbraio, il resoconto economico dell’anno 2017. Vogliamo rendere pubblici tutti i passaggi di danaro che avvengono in parrocchia e nei gruppi che fanno ad essa riferi-mento. E’ opportuno che i gruppi caritativi non si limitino a redigere il bilancio, ma presentino anche il numero delle persone assistite e le modalità di assistenza.

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RIFLESSIONI

IL GIUDIZIO

Su suggerimento di alcune persone pubblico sul Bollettino parrocchiale

l’omelia pronunciata al Cimitero il 1° no-vembre di quest’anno. Può essere un aiuto a riflettere su una realtà decisiva che rara-mente consideriamo.

In questo tradizionale appuntamento al Cimitero noi vogliamo fissare la nostra attenzione sulle cose ultime o definitive, le uniche cose realmente serie della vita, quelle che fissano la nostra sorte per sempre. Un tempo le chiamavamo “I Novissimi”, che vuol dire appunto “realtà ultime” e che costitu-iscono il nocciolo del-la fede cristiana. S. Paolo ci ricorda che “se noi credessimo in Cristo solo per questa via, saremmo i più miserabili tra tutti gli uomini”. Il Cristianesimo non va ridotto a buona educazione, a impegno per la giu-stizia e la pace, a promozione umana, a parola di consolazione, a serenità interio-re. E’ anche questo, ma come conseguen-za di una verità più radicale: il Signore Gesù ha vinto il peccato e la morte, ci fa partecipi della sua vittoria e ci chiede di collaborare con Lui nel renderla presente nel mondo; ma qui la vittoria sarà sem-

pre imperfetta, esposta all’inquinamento del male; solo nell’eternità essa potrà ri-splendere in tutta pienezza. Già fin d’ora tuttavia noi affermiamo che è il Signore Gesù la nostra pace, la nostra vita, e lo è anche quando i nostri occhi sono gonfi di lacrime e la vita appare pesante e inso-stenibile. Tutti noi abbiamo conosciuto o conosciamo persone per le quali vivere è una tortura continua. A costoro la fede non assicura sconti alla sofferenza, ma

garantisce, secondo le parole dell’apo-stolo Paolo, che “le sofferenze del tempo presente non sono pa-ragonabili alla gloria futura che Dio prepa-ra, oltre la morte, per

i suoi eletti”. Lo scorso anno abbiamo considerato la morte, realtà tragica, ineludibile e talvol-ta imprevedibile. La morte è sempre ac-covacciata alla nostra porta e in qualsiasi momento può dirci: è l’ora. Della morte noi portiamo i segni: la nostra limitatez-za, le sofferenze, le malattie, le fragilità, i peccati. Parlando della morte e sbircian-do oltre la morte stessa, abbiamo detto che al di là di quella soglia o non c’è nulla o c’è l’eternità. Le altre risposte sono in-consistenti. Alla prospettiva del nulla si

IL CRISTIANESIMO NON VA RIDOTTOA BUONA EDUCAZIONE,

A IMPEGNO PER LA GIUSTIZIA,A PAROLA DI CONSOLAZIONE…IL CRISTIANESIMO È ANNUNCIO

DI SALVEZZA ETERNA

don Vittorio

ribella tutto il nostro essere, l’intelligenza e soprattutto il cuo-re. Senza l’aldilà an-che l’aldiquà diventa assurdo, perché qui i conti non tornano e perché una vita che viene dal nulla e tor-na al nulla è priva di senso. Pertanto o mi rassegno all’assurdo a mi apro al mistero.Oggi la nostra medi-tazione si soffermerà sul GIUDIZIO.Una certa forma di giudizio già avviene ancor prima della morte. Gli interroga-tivi supremi, per chi è cosciente dell’avvi-cinarsi della morte, non sono più rinvia-bili. Approssimandosi l’istante definitivo, le maschere si scolla-no dal volto, le pose cadono, ci viene tolto lo spartito da cantare e il testo da recitare nel gran teatro del mondo. Lealtà si im-pone. Non ci è più permesso di inganna-re o ingannarci con false speranze. Che Dio ci aiuti, perché si tratta di affrontare

un passaggio che non ha né prove né ri-petizioni.Alla morte ci si avvicina con il santo ti-more di Dio. Non si va verso la morte a

passo di danza. Si va verso il giudizio. Non possiamo sognare una misericordia che si esprima al modo di un’amnistia de-responsabilizzante. Timore di Dio vuol

dire: rispetto, amore, umiltà, verità di noi stessi, del nostro essere creature e figli. Di Dio non c’è da aver paura. E’ della no-

“DI DIO NON C’È DA AVER PAURA.E’ DELLA NOSTRA LIBERTÀ

CHE DOBBIAMO AVER PAURA…IL PARADISO NON È UN OSPIZIO

PER PERSONE INCAPACIDI INTENDERE E VOLERE”

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stra libertà che dobbiamo aver paura: noi possiamo accogliere il dono di Dio, acco-glierlo solo in parte o rifiutarlo del tutto. La salvezza viene da Dio, è dono suo. La dannazione viene solo da noi. Diceva un autore cristiano: “Il Dio che ci ha creato senza di noi non ci salva senza di noi”. Dio ci tratta da persone responsabili. Il para-diso non è un ospizio per persone incapaci di intendere e volere o un parco giochi per eterni bambini.Il giudizio di Dio è essere nella piena ve-rità davanti a Lui, è luce che illumina ogni ombra del nostro spirito. Non c’è più inganno, furbizia, mezze verità, ma tutto è chiaro davanti a Lui e chiaro alla nostra coscienza. Quan-te volte abbiamo scelto di imbrogliare noi stessi! Il giudizio è assenza di ogni imbro-glio, anche di quello mascherato di verità.Tale giudizio, che è pieno al momento della morte, getta la sua luce anche in questa vita. E così, chi vive sotto il giudi-zio di Dio sa pesare le cose che valgono e lasciare al vento le cose che passano. Ci si ritrova in cuore una pace che non si la-scia turbare se non da ciò che allontana dal Signore. Ci si sente liberi, liberi dalle cose, liberi dal giudizio degli uomini, li-beri da tante paure. Il pensiero dell’aldilà non distoglie affatto dalle responsabilità nell’aldiquà. Basta dare uno sguardo alla storia: i tempi in cui era forte il senso della vita eterna hanno visto sorgere tan-

tissime opere di carità. I tempi che con-siderano questa vita come l’unica vita, generano egoismo; ed è naturale che sia così, perché se c’è solo questa vita allora

vale la pena di appro-fittarne.La Parola di Dio e l’insegnamento della Chiesa aggiungono alla parola “giudizio” due aggettivi: “giusto e misericordioso”. La

giustizia del giudizio viene dalla luce di Dio che toglie da noi ogni ombra di ambi-guità e ci restituisce alla nostra verità; ma quella luce sgorga dal cuore di Dio, ric-co in misericordia, un cuore che ha tan-to amato gli uomini da dare il Figlio suo per noi, perché in Lui avessimo salvezza. Ci avviciniamo pertanto a quel momento decisivo con il santo timore di Dio e insie-me con tanta fiducia. Il nostro giudice è anche il nostro avvocato. Così da sempre la Chiesa lo invoca. E per essere pronti a quell’incontro, viviamo fin d’ora sotto il giudizio di Dio, lasciandoci scrutare dal-la sua Parola, che, quale spada a doppio taglio, penetra fino all’intimo dell’uomo e scruta i pensieri e i sentimenti del cuo-re. “Non v’è creatura – dice la Lettera agli Ebrei – che possa nascondersi davanti a Lui, ma tutto è nudo e scoperto agli occhi suoi e a Lui noi dobbiamo rendere conto”.

DIO È GIUSTO E MISERICORDIOSO…A LUI CI PRESENTIAMO

CON IL SANTO TIMOR DI DIOE CON TANTA FIDUCIA…

IL NOSTRO GIUDICEÈ ANCHE IL NOSTRO AVVOCATO

LETTERE IN REDAZIONE60

Ciao a tutti! Siamo Agata e Lorenzo e vi vo-gliamo raccontare della nostra famiglia. La nostra mamma si chiama Romina e il papà Gianluigi. La mattina prima di andare a scuo-la recitiamo le preghiere con il papà, la mam-ma le dice preparando la colazione e ordinan-do la cucina. Diciamo il Padre Nostro, l’Ave Maria e l’Angelo di Dio. E’ quasi sempre il papà che ci accompagna a scuola, la mamma solo qualche volta. A pranzo rimaniamo con i nonni. Il pomeriggio per prima cosa facciamo i compiti e io, Lorenzo, vado a giocare a calcio due volte la settimana e negli altri pomeriggi gioco con il cugino Marco. Io, Agata, vado a karatè due volte la settimana e poi gioco con Letizia, mia cugina.Nel periodo invernale, la sera, prima di dor-mire e dopo aver recitato le preghiere con l’aggiunta dell’Atto di dolore, il papà ci legge spesso un pezzetto della storia di Gesù o di qualche favola, ad esempio quella del Prin-cipe felice o del Gigante egoista di Oscar Wilde, o di Pinocchio o Le avventure di Tom Sawier... Il sabato sera o la domenica matti-na andiamo a Messa tutti assieme. Durante la settimana andiamo a Catechismo volentieri. Io, Agata, frequento la 5° e ho già fatto la pri-ma Confessione e la prima Comunione. Sono felice, perché durante la Messa posso andare a ricevere Gesù. Poi vado a confessarmi ogni due o tre mesi.. Io, Lorenzo, frequento la 2° elementare, non ho ancora fatto la prima Confessione, aspetto quando sarò in terza. Giochiamo assieme volentieri anche se a vol-

ECCO LA NOSTRA FAMIGLIA te bisticciamo. Ci piace fare gli esperimenti di chimica che troviamo nei libri di scienze.I nostri genitori ci raccomandano di essere gentili con tutti, non gettare le carte per terra e di rispettare l’ambiente. Siamo una famiglia

felice e ci vogliamo bene!

Agata e Lorenzo

LA SETTIMANADELLA COMUNITA’Caro Direttore, dopo la duplice esperienza alle “Grazie” e alla “Settimana della Comu-nità” sul tema “Che cosa cercate? “(Gv.1,38), condivido quello che rimane nel cuore di co-loro che hanno preso parte agli incontri. Le testimonianza di Anna T. e Franca V. sono state seguite con affetto. Esse hanno eviden-ziato la loro scelta nelle due forme della Pro-fessione religiosa e dell'Ordo Consecrationis Virginum. L’appartenenza a Cristo in loro si è concretizzata attraverso i Voti Perpetui di castità, povertà e obbedienza nelle mani della Madre Generale per Anna e con il Proposi-tum di perfetta castità alla sequela di Cristo nelle mani del Vescovo per Franca. Signifi-cativi i racconti delle vocazioni dei Diaconi Graziano C. e Francesco M. con la moglie Maria Grazia. Entrambi hanno raccontato il loro servizio, svolto con gratuità, nella Chiesa e nei confronti di chi è solo.Il nostro Vescovo Beniamino si è rivelato una “bella novità”! Abituati a sentirlo come il “pastore” che insegna, lo abbiamo riscoperto nella semplicità del suo racconto vocazionale. Ci ha parlato con la familiarità del padre che si rivolge ai figli.

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propria vita sono il frutto di un lungo e lento percorso fatto di incontri, di esperienze, di ribellioni. Ogni testimonianza è stata diversa ma speciale: la tenacia con cui Suor Piercarla ha portato avanti la sua scelta le ha permesso di superare molti ostacoli e sacrifici, rinun-ciando tra l’altro alla sua passione per il cal-cio… Niente l’ha fermata, nemmeno l’iniziale opposizione del papà.La scelta di don Carlo è stata molto difficile perché nata in un momento della vita in cui un uomo sembra aver raggiunto i suoi obiet-tivi: una laurea in giurisprudenza, una carriera splendida avviata ma nonostante tutto il Signo-re ha soffiato, mettendolo in crisi, e così “ha deciso e ha scelto” con forza e determinazione.La scelta della vita religiosa di suor Silvia, che, dopo un lungo e difficile percorso fatto di negazioni e ribellioni, ha accolto con gioia ed entusiasmo la chiamata del Signore, forse perché effettivamente c’era un desiderio per-sonale e inconscio di uscire da quel tunnel in cui si era perduta.Mi ha particolarmente colpito anche l’atteg-giamento di insofferenza che ha avuto per anni don Vittorio nei confronti della Chiesa, perché anch’io ho vissuto per molto tempo questo sentimento, ma con l’aiuto della pre-ghiera ho potuto superarlo maturando una disponibilità accogliente.Devo solo ringraziare tutte queste persone perché hanno rafforzato la mia povera fede e so che se avessi bisogno potrò contare sul loro

aiuto e la loro preghiera.

Giuliana Piazza Zordan

E’ stata poi la volta del nostri amati sacerdoti don Vittorio e don Carlo che non potevano essere da meno! Ci hanno commosso per l’au-tentica umanità trasmessa e per la capacità di entrare in dialogo con i cuori e con la vita. Gli Istituti presenti nella nostra Parrocchia: francescani della Pieve (Frati minori e suore Alcantarine) e suore Apostole del Sacri Cuo-re della Parrocchia hanno chiuso in bellezza. Alle informazioni storiche della loro presenza tra noi hanno aggiunto con giovialità le loro “chiamate” alla vita che mostra il primato di Cristo in ogni azione. Abbiamo vissuto un “tempo di Grazia” che ci ha coinvolti re-galandoci una consapevolezza più profonda del nostro essere cristiani. Il Sacerdozio e la Vita Consacrata sono un dono prezioso e in-dispensabile che ci richiama costantemente il primato di Dio.Grazie per questa illuminante e molto ap-

prezzata esperienza!

Franca

LE TESTIMONIANZE DEI NOSTRI PRETI E DELLE RELIGIOSEDurante la settimana della Comunità, dedi-cata alle vocazioni, ho avuto l’opportunità di ascoltare alcune testimonianze di fede dei sacerdoti e delle religiose della Parrocchia e devo dire che ne sono rimasta particolarmen-te colpita; mi hanno profondamente arricchi-ta soprattutto nella mia umanità.Le motivazioni che portano una persona a fare delle scelte così radicali e decisive nella

UNA BELLA SETTIMANA

Ciao a tutti. Sono Raffaella e desidero raccon-tare la bella esperienza vissuta nella chiesetta della Madonna delle Grazie nella settimana precedente la Festa.Lunedì 8 ottobre abbiamo ascoltato com-mossi la testimonianza di suor Anna Tibaldo, la nostra compaesana che in modo sempli-ce ha parlato della sua vocazione religiosa e della ormai imminente professione perpetua nell’Istituto delle Suore Orsoline. Suor Anna in effetti avrebbe detto il suo sì definitivo la domenica 22 ottobre.Martedì 10 è stata la volta di Franca Valli-sari, consacrata nell’Ordo Virginum, un Or-dine antico, che era scomparso e che è stato recentemente reintrodotto nella Chiesa gra-zie al Concilio Vaticano II. Franca collabora in parrocchia nell’ambito della catechesi e nell’animazione della chiesetta delle Grazie; è ministro della comunione, visita gli ammalati e porta loro l’Eucaristia.Mercoledì 11 il diacono Graziano Culpo, dell’Istituto san Gaetano di Vicenza, ha rac-contato la sua storia: per molti anni è stato in missione in Brasile e ora opera nel Centro di Formazione Professionale san Gaetano. Il suo servizio è quello di stare vicino ai giovani, dimostrando che qualcuno vuole loro bene, anche con un semplice sorriso, un saluto, una parola, un incoraggiamento, “perché – diceva – i giovani sono il nostro futuro”. Graziano è anche impegnato nella Pastorale giovanile della Diocesi.

Giovedì 12 ha visto la presenza del diacono Francesco e della sposa Maria Grazia di Lu-siana. Hanno tre figli, ora grandi e impegna-ti nel mondo del lavoro e nel sociale. Fran-cesco è stato sindaco del suo paese per ben vent’anni e preside della locale scuola media per trent’anni. La moglie Maria Grazia, leg-gendo un giorno il quotidiano cattolico Av-venire ha notato un articolo di un diacono e lo ha fatto presente al marito. Da lì è iniziata la nuova avventura, che ha portato Francesco all’ordinazione diaconale. Attualmente egli presta servizio all’Istituto di Scienze Religiose di Padova e di Vicenza, segue la catechesi in parrocchia, dove praticamente sostituisce il parroco, perché anziano e ammalato.Tutte queste testimonianze, pur diverse, rac-contano la bellezza del dono della vita al Si-gnore nel servire la Chiesa. Quanto ho ascol-tato mi ha fatto riflettere sulla mia vocazione di moglie e mamma di tre figli. Anch’io sono chiamata a testimoniare l’amore di Dio, nella

famiglia anzitutto, e nel mio ambiente di vita.

Raffaella Baldisserotto

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UN GRAZIE DAL CARCERE

“Visitare i carcerati” è un’opera di miseri-cordia, e noi di Solidarietà Umana e Caritas ci siamo prefissi di visitarli con i nostri doni. Siamo in contatto con suor Ancilla Turcato, che presta servizio nel carcere di Rebibbia, e a lei inviamo vestiario, saponette, dentifricio, fazzoletti di carta, penne, cioccolatini… Per Natale prepariamo un pacco speciale con in-dumenti intimi nuovi, asciugamani, calze…

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LA "PEREGRINATIO MARIAE"

Ci siamo ritrovati veramente in molti merco-ledì 29 novembre nella chiesetta della Ma-donna delle Grazie a Chiampo, per un pome-riggio di preghiera davanti all'immagine della Madonna di Fatima, giunta in "Pellegrinag-gio" in mezzo a noi, grazie al progetto pro-mosso dal Centro Volontari del Sofferenza di Vicenza.Nell'anno in cui si celebra il centenario delle apparizioni della Vergine a Fatima e il settan-tesimo della fondazione del Centro Volontari della Sofferenza è stato promossa questa "Pe-regrinatio Mariae". A Chiampo l'associazione dei Fanti si è fatta carico di pubblicizzare l'i-niziativa e organizzare l'incontro di preghiera.È stato bello vedere la devozione con cui i fedeli hanno accolto la statua della Vergine portata in processione dai Fanti e la grande partecipazione alla preghiera del Rosario. La fede non è scomparsa dal cuore della gente.

Desideriamo ringraziare quanti ci portano questi preziosi doni, che poi spediamo a suor Ancilla. Ma il “grazie” più bello arriva pro-prio dai nostri fratelli carcerati. Ecco qualche stralcio di lettere che ci sono pervenute:• “Grazie… E’ difficile immaginare per chi è fuori da queste mura la piccola gran-de gioia che prova, chi non ha nulla, nell’in-dossare qualcosa di decente, senza buchi o segni di continui rammendi…”.• “Faccio parte del gruppo che fre-quenta la comunità cattolica del penitenziario e abbiamo l’assistenza spirituale di sacerdoti e volontari, ma la più attesa è la nostra cara suor Ancilla, che tutti i mercoledì e sabato viene ad ascoltarci e a condividere con noi interi pomeriggi; con noi lei ha ormai un rappor-to ‘materno’. Qui ci sono persone che hanno sbagliato e stanno pagando, altre che subisco-no pene più grandi del dovuto perché non potevano pagarsi un buon avvocato, e forse anche chi non sarebbe dovuto entrare… Sia-mo comunque una comunità, che tutti i gior-ni si confronta con la sofferenza, la tristezza e con quel muro che ci separa dalla società civile. Non pochi hanno fatto un percorso spirituale che li ha portati a ritrovare la fede, altri sono in ricerca. Vogliamo ringraziarvi dei pacchi che ci avete mandato: per coloro che non hanno nulla, anche una maglietta, una saponetta o una lametta da barba fanno la differenza…”.• “Grazie ai bellissimi asciugamani di spugna che ci avete fatto pervenire attraverso la cara e infaticabile suor Ancilla, abbiamo finalmente mandato in pensione i nostri vec-chi asciugamani, ridotti ormai a veri e propri

stracci… Un caloroso abbraccio, con tanta gratitudine…”.• E per finire, due righe da parte di suor Ancilla: “Grazie di cuore per tutto quel-lo che mi avete mandato. Non avevo più nulla di biancheria per i ragazzi reclusi. Grazie di tutto il vostro affetto e della preghiera per noi; noi ci ricordiamo di voi. Che il Dio di pace e di amore ci colmi della sua santa gra-zia. Con affetto, un abbraccio…”.

Gruppo Solidarietà Umana e Caritas

ORARI SS. MESSE

IN PARROCCHIA:Giorni ferialiore 8.30 e 19.30Giorni pre-festiviore 19.30Domenica e Festeore 7.30 - 9.30 - 9.30 (Mistrorighi) - 11.00- 15.30

ALLA PIEVE:Giorni feriali ore 7.00 – 9.00 – 16.30Giorni pre-festivi ore 18.00Domenica e Feste ore 7.00 - 8.30 - 10.00 - 11.30 - 16.30 - 18.00

PER IL PROSSIMO NUMERO DI “VITA DELLA VALLE DEL CHIAMPO”

Articoli e foto per il numero di Natale vanno inviati tramite e-mail o consegnati in ca-nonica entro la domenica 11 febbraio 2018. Gli articoli, con tanto di firma, vanno inviati con le seguenti modalità: file word, carattere Times New Roman 12, interlinea singola, paragrafo giustificato, con foto a parte (non nel corpo del testo). Quanti consegnano foto si assumono la responsabilità di avere il consenso da parte delle persone che appaiono nelle foto. La pubblicazione del materiale viene decisa dal Direttore responsabile, che si riserva anche la facoltà di apportare correzioni o riduzioni.

Via S. Martino 39 - 36072 CHIAMPO VI Tel. 0444.623012E-mail: [email protected] web: parrocchiadichiampo.wordpress.comDirettore responsabile: Montagna don VittorioStampa: Tipografia Danzo, Via Monte Ortigara 83, 36073 Cornedo (VI)

Pubblicazione trimestraleAutorizzazione del Tribunale di Vicenza n° 1258 del 05-08-2011Proprietà: Parrocchia di S. Maria Assunta e S. Martino

Vita della Valle del Chiampo