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REMOVER 2008-2020 69 5 Ville San Pietro- Borgomaro (IM) 5.1 Dati generali L’attività di monitoraggio del sistema franoso, localizzato in un’area dove affiora il Flysch di Sanremo (Fig.1), è in essere dal 2009 sugli inclinometri I2, I3, I4 (I5 e I1 non risultano più leggibili) e sui piezometri P1, P2, P3 (nel dicembre 2017 P3 è stato attrezzato con una sonda freatimetrica automatica). Nel periodo novembre-dicembre del 2018 nell’ambito del progetto transfrontaliero “AD VITAMsono stati eseguiti dall’impresa M3D Costruzioni s.r.l. nuovi sondaggi con installazione di n.2 inclinometri (codificati rispettivamente S7I e S8I) e di n.2 piezometri (codificati rispettivamente S7P e S8P) e dal dicembre 2018 è iniziato il monitoraggio inclinometrico e piezometrico, quest’ultimo mediante sonde automatiche. La frana di dimensioni maggiori, ha probabilmente rimodellato una frana più antica, verosimilmente uno scivolamento, che ha coinvolto masse rocciose distaccatesi nella parte alta del versante dove la giacitura degli strati può essere stata causa predisponente al collasso. I corpi di frana di tipologia complessa sommano caratteristiche tipiche dello scorrimento e del colamento; di un certo rilievo è la riattivazione dell’antico corpo di frana che sta interessando la parte centrale dell’abitato con effetti immediati sugli edifici (“Atlante dei Centri Abitati Instabili della Liguria” – CNR Prov. IM, 2007) Le installazioni presenti ricadono all’interno di un esteso corpo di frana di tipo “scivolamento/scorrimento” esteso per l’intero l’abitato di Ville San Pietro (Fig.2) che comprende anche due corpi minori. Il sistema franoso è così stato censito nell’ Inventario dei fenomeni franosi (Progetto IFFI) come segue: inclinometri : I3 e I4, I1 ex Tipo Scivolamento rotazionale/traslativo Stato Quiescente generico Identificativo 0080005704 Area [mq] 189427 Inclinometri: I2, S7I Tipo Sprofondamento Stato Attivo/riattivato/sosp Identificativo 0080005705 Area [mq] 48575

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5 Ville San Pietro- Borgomaro (IM)

5.1 Dati generali

L’attività di monitoraggio del sistema franoso, localizzato in un’area dove affiora il Flysch di

Sanremo (Fig.1), è in essere dal 2009 sugli inclinometri I2, I3, I4 (I5 e I1 non risultano più leggibili)

e sui piezometri P1, P2, P3 (nel dicembre 2017 P3 è stato attrezzato con una sonda freatimetrica

automatica).

Nel periodo novembre-dicembre del 2018 nell’ambito del progetto transfrontaliero “AD

VITAM” sono stati eseguiti dall’impresa M3D Costruzioni s.r.l. nuovi sondaggi con installazione di

n.2 inclinometri (codificati rispettivamente S7I e S8I) e di n.2 piezometri (codificati rispettivamente

S7P e S8P) e dal dicembre 2018 è iniziato il monitoraggio inclinometrico e piezometrico,

quest’ultimo mediante sonde automatiche.

La frana di dimensioni maggiori, ha probabilmente rimodellato una frana più antica,

verosimilmente uno scivolamento, che ha coinvolto masse rocciose distaccatesi nella parte alta del

versante dove la giacitura degli strati può essere stata causa predisponente al collasso. I corpi di

frana di tipologia complessa sommano caratteristiche tipiche dello scorrimento e del colamento; di

un certo rilievo è la riattivazione dell’antico corpo di frana che sta interessando la parte centrale

dell’abitato con effetti immediati sugli edifici (“Atlante dei Centri Abitati Instabili della Liguria” – CNR

– Prov. IM, 2007)

Le installazioni presenti ricadono all’interno di un esteso corpo di frana di tipo

“scivolamento/scorrimento” esteso per l’intero l’abitato di Ville San Pietro (Fig.2) che comprende

anche due corpi minori. Il sistema franoso è così stato censito nell’Inventario dei fenomeni franosi

(Progetto IFFI) come segue:

inclinometri : I3 e I4, I1 ex

Tipo Scivolamento rotazionale/traslativo

Stato Quiescente generico

Identificativo 0080005704

Area [mq] 189427

Inclinometri: I2, S7I

Tipo Sprofondamento

Stato Attivo/riattivato/sosp

Identificativo 0080005705

Area [mq] 48575

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Inclinometri: I5 ex

Tipo Scivolamento rotazionale/traslativo

Stato Attivo/riattivato/sospeso

Identificativo 0080005703

Area [mq] 54280

Inclinometri: S8I

Tipo Scivolamento rotazionale/traslativo

Stato Relitto

Identificativo 0080005701

Area [mq] 289613

Di seguito si riassume l’attività di monitoraggio del 2020.

Data Attività Strumentazione Sistema di misura

01/10/2020 lettura di esercizio sulle guide

A1/A3

Inclinometro I3,I4,I2,S7I e S8I

Piezometri P3, S7P, S8P

Sonda servoaccelerometrica biax.

S060314

Tab. 1 - Misure effettuate nel 2020 nel sito di Ville San Pietro

Fig. 1 - Stralcio Carta Geologica Regionale (CARG) sc.1:25.000

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Fig. 2 - Posizione degli inclinometri I1, I2, I3, I4, I5, S7I e S8I e piezometri P1, P2, P3, P5, S7P e S8P all’interno del

corpo di frana

5.2 Analisi dei dati inclinometrici

Inclinometro I1 (20 m) – zona mediana della frana e immediato valle dell’abitato (cimitero)

In data 22/11/2018 si è constatato, mediante video-ispezione, che l’inclinometro non è

utilizzabile per uno schiacciamento tra -8 m e -11 m e per la presenza di gradini non superabili a -

10,40 m e -10,55 m (Fig.5). Dall’elaborazione integrale si è registrato un valore totale di

spostamento pari a 90 mm in direzione N-NE, coerentemente con l'orientazione del versante.

Dall’elaborazione locale si può osservare come la deformazione lungo il piano di taglio principale,

localizzato tra -10 e -11 m, abbia evidenziato valori di 50 mm (Figg. 3 e 4). Considerando il tempo

intercorso dal 2009 ad oggi si può sintetizzare il comportamento della frana in una sequenza di

stasi e riattivazioni, queste ultime registrate nei periodi dicembre 2010-maggio 2011, settembre

2012-luglio 2013, novembre 2013-luglio 2014 (la maggiore deformazione) e in ultimo un debole

incremento nel 2015 per arrivare al 2018 con un periodo di circa 3 anni di quiescenza ed una

ripresa finale tale da deformare in modo definitivo la tubazione.

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Fig. 3 - Grafici relativi all’elaborazione differenziale integrale (risultante degli spostamenti) e all’elaborazione

differenziale locale (spostamenti locali) dell’inclinometro I1.

Fig. 4 -Grafico relativo all’elaborazione differenziale integrale

(diagramma polare della deviazione) dell’inclinometro I1

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Fig. 5 - Deformazioni in I1: gradini a -10.40 m e -10.55 m

Inclinometro I2 (20 m) – zona mediana della frana e centro abitato

La verifica dei dataset nell’anno 2020 attraverso i “checksum” e la “deviazione standard”

non ha evidenziato anomalie strumentali nei cicli di letture effettuate. Dall’elaborazione integrale si

registra un incremento del movimento rispetto al 2019 (12 mm) con uno spostamento totale di 100

mm in direzione N-NE, coerentemente con l'orientazione del versante. Il piano di taglio risulta

localizzato alla profondità compresa tra -13 e -11 m senza evidenza di altri livelli di deformazione: i

valori dello spostamento sono confermati dall'elaborazione differenziale locale che rileva il picco di

deformazione di quasi 50 mm a circa 12 m (Figg. 6 e 7).

Considerando il tempo intercorso dal 2009 ad oggi si può sintetizzare il comportamento

della frana in una sequenza di stasi e riattivazioni, queste ultime registrate nei periodi dicembre

2010-maggio 2011, settembre 2012-luglio 2013, novembre 2013-luglio 2014, nell’aprile 2018 e

nell’ottobre 2020.

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Fig. 6 Grafici relativi all’elaborazione differenziale integrale (risultante degli spostamenti) e all’elaborazione differenziale

locale (spostamenti locali) dell’inclinometro I2.

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Fig. 7 - Grafico relativo all’elaborazione differenziale integrale (diagramma polare della deviazione) dell’inclinometro I2

Inclinometro I3 (23.5 m) – zona mediana della frana e centro abitato

La verifica dei dataset nell’anno 2020 attraverso i “checksum” e la “deviazione standard”

non ha evidenziato anomalie strumentali nei cicli di letture effettuate. Dall’elaborazione integrale si

registra un incremento dei movimenti rispetto al 2019 (8 mm), confermando un valore totale di 94

mm in direzione N, coerentemente con l'orientazione del versante. L’unico piano di taglio

individuato risulta localizzato tra -17 m e -19 m di profondità. I valori dello spostamento sono

confermati dall'elaborazione differenziale locale che registra il picco di deformazione a circa 18 m

(Figg. 8 e 9).

Considerando il tempo intercorso dal 2009 ad oggi si può sintetizzare il comportamento

della frana in una sequenza di stasi e riattivazioni, queste ultime registrate nei periodi dicembre

2010-maggio 2011, settembre 2012-luglio 2013, novembre2013-luglio 2014, gennaio 2019 e

ottobre 2020. Le letture effettuate nel 2020 hanno confermato le difficoltà riscontrate nella discesa

della sonda pilota a -18 m.

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Fig. 8 - Grafici relativi all’elaborazione differenziale integrale (risultante degli spostamenti) e all’elaborazione differenziale

locale (spostamenti locali) dell’inclinometro I3.

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Fig. 9 - Grafico relativo all’elaborazione differenziale integrale (diagramma polare della deviazione) dell’inclinometro I3

Inclinometro I4 (25 m) – zona mediana della frana e centro abitato

La verifica dei dataset nell’anno 2020 attraverso i “checksum” e la “deviazione standard”

non ha evidenziato anomalie strumentali nei cicli di letture effettuate. Dall’elaborazione integrale si

rileva un incremento rispetto al 2019. Lo spostamento globale si attesta a circa 110 mm in

direzione N-NE coerentemente con l'orientazione del versante. L’unico piano di taglio risulta

localizzato tra -21 m e -23 m di profondità. I valori dello spostamento sono confermati

dall'elaborazione differenziale locale che rileva il picco di deformazione a circa 22.5 m (Figg.10 e

11). Considerando il tempo intercorso dal 2009 ad oggi si può sintetizzare il comportamento della

frana in una sequenza di stasi e riattivazioni, queste ultime registrate nei periodi dicembre 2010-

maggio 2011, settembre 2012-luglio 2013, novembre 2013-luglio 2014, novembre 2018 e ottobre

2020.

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Fig.10 - Grafici relativi all’elaborazione differenziale integrale (risultante degli spostamenti) e all’elaborazione

differenziale locale (spostamenti locali) dell’inclinometro I4.

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Fig. 11 - Grafico relativo all’elaborazione differenziale integrale (diagramma polare della deviazione) dell’inclinometro I4

Inclinometro I5 (13.5 m) – zona mediana della frana e immediata periferia del centro abitato

Nel corso del 2013 si è verificata la rottura della tubazione con l’impossibilità ad acquisire i

dati della deformazione e mediante telecamera da foro si è ripreso il punto dello schiacciamento

con un evidente scalino il 22/07/2014 (Fig.12). Dall’elaborazione integrale si è rilevato uno

spostamento globale di circa 27 mm in direzione N-NE coerentemente con l'orientazione del

versante in tre anni di tempo.

Il piano di taglio principale risulta localizzato a 10 m e non sono presenti altri livelli di

deformazione. I valori dello spostamento sono confermati dall'elaborazione differenziale locale

che rileva un picco di 20 mm di deformazione a circa 10 m (Figg. 13 e 14). Nel corso del 2012 si

sono verificati deboli incrementi a seguito dell’accelerazione registrata nell’inverno 2011.

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Fig. 12 - Ispezione televisiva: si può osservare la forte deformazione dell’inclinometro I5 che alla profondità di 10m non

consente più il passaggio della sonda inclinometrica

Fig. 13 - Grafici relativi all’elaborazione differenziale integrale (risultante degli spostamenti) e all’elaborazione

differenziale locale (spostamenti locali) dell’inclinometro I5.

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Fig. 14 -Grafico relativo all’elaborazione differenziale integrale (diagramma polare della deviazione) dell’inclinometro I5

Inclinometro S7I (29 m) – zona mediana della frana e immediata periferia del centro abitato

In data 18/12/2018 è stata effettuata la lettura di zero dell’inclinometro; nel corso del 2020

la verifica dei dataset attraverso i “checksum” e la “deviazione standard” non ha evidenziato

anomalie strumentali nei cicli di letture effettuate. L’elaborazione differenziale integrale ha rilevato,

con la lettura dell’autunno 2020, la presenza del piano di taglio alla profondità di 12 m (fascia di

dislocazione 11-13 m) con uno spostamento di 10 mm in direzione N-NE. I valori dello

spostamento sono confermati dall'elaborazione differenziale locale che rileva il picco alla

profondità sopra indicata (Figg. 15 e 16).

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Fig. 15 - Grafici relativi all’elaborazione differenziale integrale (risultante degli spostamenti) e all’elaborazione

differenziale locale (spostamenti locali) dell’inclinometro S7I.

Fig. 16 - Grafico relativo all’elaborazione differenziale integrale

(diagramma polare della deviazione) dell’inclinometro S7I

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Inclinometro S8I (29 m) – zona mediana della frana e immediata periferia del centro abitato

In data 18/12/2018 è stata effettuata la lettura di zero dell’inclinometro; nel corso del 2019

la verifica dei dataset attraverso i “checksum” e la “deviazione standard” non ha evidenziato

anomalie strumentali nei cicli di letture effettuate. L’elaborazione differenziale integrale ha

evidenziato uno spostamento globale di circa 7 mm, all’interno dell’incertezza strumentale. I valori

dello spostamento sono confermati dall'elaborazione differenziale locale che non rileva particolari

anomalie, valori contenuti nel rumore di fondo (Figg. 17 e 18).

Fig. 17 - Grafici relativi all’elaborazione differenziale integrale (risultante degli spostamenti) e all’elaborazione

differenziale locale (spostamenti locali) dell’inclinometro S8I

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Fig. 18 - Grafico relativo all’elaborazione differenziale integrale (diagramma polare della deviazione) dell’inclinometro S8I

5.3 Conclusioni

I movimenti che coinvolgono l’abitato di Ville San Pietro sono caratterizzati da deformazioni

localizzate a profondità variabili, intorno a 10-12 m per la zona di valle (I2, I1 e I5), mentre per gli

inclinometri topograficamente più elevati (I3 e I4),sono a profondità superiori (18 m per I3 e 23 m

per I4). La direzione del movimento risulta complessivamente orientata nei quadranti NE in modo

coerente con l'inclinazione del versante e le deformazioni principali, localizzate a profondità

variabili in funzione della morfologia del versante, possono presumibilmente corrispondere ad

un'unica superficie di scorrimento (Figg. 19 e 20).

In una prima fase, dal 2009 al 2012, si è evidenziata una leggera diversificazione nella

velocità del fenomeno: infatti nella zona centrale del Paese si sono registrati sostanzialmente gli

stessi valori di spostamento, mentre nella zona periferica più ad est si sono rilevati valori più alti.

Questo aspetto sembrava confermare la presenza di corpi morfologici indipendenti che si

spostano con differenti cinematismi. In particolare l’inclinometro I5, ubicato tra due caseggiati in cui

sono particolarmente evidenti fessurazioni dalla base fino al tetto così come molti altri edifici, ha

mostrato una superficie di taglio intorno a 10 m, profondità alla quale è stata registrata una

costante presenza di circolazione idrica sotterranea. Nel 2013 si è verificata la rottura

dell’inclinometro con spostamenti totali superiori a 27 mm nel periodo 2009-2013.

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Fig. 19 -Direzione di movimento dell’area in frana nell’abitato di Ville San Pietro

Fig.20 - DTM dell’orografia dell’area circostante con particolare riferimento all’area a monte: il sito ove è posizionata la

strumentazione è caratterizzato da una minore pendenza rispetto al crinale e da un elevato contrasto di quota con l’asta torrentizia a valle.

La prima importante fase di riattivazione si sviluppa nell’inverno-primavera 2011, preceduta

e seguita da fasi di debole attività e/o stasi. La fase successiva ha determinato importanti

deformazioni e può essere divisa in due periodi intervallati da una breve stasi: il periodo settembre

2012-luglio 2013 e novembre 2013-luglio 2014. Il monitoraggio inclinometrico ha rilevato

incrementi elevati nello spostamento negli inclinometri, con valori massimi di 33 mm in 8 mesi,

spostamenti globali compresi tra 64 mm e 75 mm nel periodo 2009-2014 e

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sviluppo di deformazioni a profondità comprese tra 10-12 m nella zona di valle e 18-22 m nella

zona di monte. L’attività della frana viene registrata in tutti gli inclinometri e il cinematismo sembra

essere rilevato in tutti gli inclinometri nello stesso modo, così come le fasi di quiescenza o debole

attività, che perdurano dal luglio 2014.

La media della velocità tende nuovamente a diminuire nel 2015-2017 con una fase di

quiescenza (10-12 mm/anno – Figg. 21 e 22). Durante il 2018 le letture hanno registrato un nuovo

aumento dei movimenti, facendo presagire una ripresa dell’attività della frana. Nel 2019 le velocità

sembrano assestarsi o appena superiori ai valori acquisiti nel 2018, determinando una debole

attività. Le ultime letture del 2020 hanno evidenziato una decisa ripresa dell’attività con una

pendenza della curva che torna a essere importante e complessivamente i valori globali di

spostamento si attestano su 100-110 mm.

Quindi la velocità media, fino al 2012 pari a circa 4-7 mm/anno, nel 2013-14 a 15 mm/anno

in tutte le aree del versante, nel lungo periodo di quiescenza/debole attività intorno a 4mm/anno e

nell’ultima riattivazione pari a 10-15 mm/anno, può essere valutata in 10 mm/anno confermando lo

stato di “riattivazione” dello scorrimento.

Fig. 21 -Velocità delle deformazioni nel periodo di monitoraggio 2009-2020. Linea di tendenza I4.

0

10

20

30

40

50

60

70

80

90

100

110

120

130

Periodo di monitoraggio

Velocità deformazioni Ville S.Pietro

I5

I1

I2

I3

I4

S7I

S8I

Lineare(I4)

Sp

osta

me

nto

in te

sta

tu

bo

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Fig. 22– Sezione dell’area

in frana che insiste

sull’abitato di Ville San

Pietro. In Giallo una

ipotetica superficie di

scorrimento profonda che

prende in considerazione

la grande paleofrana.

Nel dicembre 2018, nell’ambito del progetto AD VITAM, sono stati realizzati 4 sondaggi a

distruzione di nucleo per l’installazione di 2 piezometri (S7P e S8P) spinti fino alla profondità 15 m

e 2 inclinometri spinti fino alla profondità di 30 m (S7I e S8I). Dall’analisi dei cuttings è stata

ricostruita una stratigrafia così composta: fino a 0.50 m terreno vegetale, da 0.50 a 10-18 m è

presente una coltre detritica franosa, seguita dal substrato roccioso calcareo fino ad una profondità

di 30 m (Fig.23).

Fig. 23 - Stratigrafia ricostruita dai cuttings per i sondaggi S7I e S8I.

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Per quanto riguarda l’idrogeologia i valori misurati indicano un livello superficiale inferiore a

4-5 m, un livello intermedio intorno a 8 m e un livello più profondo a 14 m, valori indicativi in

funzione della topografia. Trattandosi di una coltre franosa sovrapposta a un basamento stratificato

con frequenti cambi litologici, è logico pensare che le differenze più sostanziali del livello

freatimetrico siano dovute a una falda di versante nell’accumulo franoso e ad una circolazione in

roccia più profonda (Fig.24).

Fig. 24 – Soggiacenza della falda nel periodo 2009-2020.

Nei primi sei mesi del 2018 è stato possibile osservare il comportamento della falda in

funzione delle piogge avendo installato una sonda freatimetrica fissa nel piezometro P3. La figura

seguente mette in evidenza il rapporto tra il livello di falda e le precipitazioni. La falda risponde

maggiormente ad episodi di pioggia prolungati piuttosto che a precipitazioni intense e concentrate.

In particolare si può osservare come il livello risale in pochi giorni mentre impiega più di una

decina di giorni a raggiungere nuovamente il livello iniziale (picco asimmetrico). L’ampiezza

dell’oscillazione è stata stimata in circa 8 metri (Fig. 25).

-15

-10

-5

0

So

gg

iace

nza

(m

)

Tempo

Piezometrie- Ville S.Pietro

P1

P3

P2

P5a

P5c

S7P

S8P

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REMOVER 2008-2020

89

Fig. 25 – Variazione della soggiacenza della falda misurata nel 2018-2020 (piezometro P3) a confronto con le

precipitazioni orarie giornaliere.

Nel mese di gennaio 2019 sono state installate nei piezometri S7P e S8P due sonde

freatimetriche automatiche che hanno rilevato un’evidente differenza di soggiacenza, peraltro già

indicata nella fig.24 relativa alle letture manuali. Nello specifico nel corso dell’anno il livello di falda

rilevato in superficie (S7P), non mostra elevate oscillazioni mantenendo un trend compreso circa in

2 m con una ricarica veloce di pochi giorni in seguito a eventi meteo di una certa rilevanza ed un

drenaggio abbastanza rapido di alcuni giorni (Fig.26). Nel contempo la zona di valle (S8P),

maggiormente periferica, delinea un comportamento in cui la falda tende a stabilizzarsi a

profondità maggiori con oscillazioni maggiori (circa 3 m), evidenziando una maggiore reattività agli

stessi eventi meteo: tale situazione sarebbe imputabile ad un deflusso volumetricamente

importante che giunge verso valle dai vari settori della frana, in grado far risalire la falda verso la

superficie. Il drenaggio avviene con una velocità inferiore (stabilizzazione e discesa del livello in

decine di giorni fino a un mese di tempo) rispetto alla ricarica, che può determinare una risalita

della falda di circa 2 m in pochi giorni (Fig.27).

100

300

500

700

900

1100

1300

1500

1700

19000

10

20

30

40

50

60

So

gg

iace

nza

(cm

)

Pre

cip

ita

zio

nio

rari

e g

iorn

alie

re (

mm

)

Data

Pluviometrie orarie- falda piezometro P3

Pluviometrie

falda P3

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REMOVER 2008-2020

90

Fig. 26 – Variazione della soggiacenza della falda (piezometro S7P) a confronto con le precipitazioni orarie giornaliere

Fig. 27 – Variazione della soggiacenza della falda (piezometro S8P) a confronto con le precipitazioni orarie

giornaliere.

900

1000

1100

1200

1300

1400

1500

16000

10

20

30

40

50

60

70

Soggia

cenza (

cm

)

Pre

cip

itazio

ni ora

rie

gio

rnalie

re (

mm

)

Periodo di monitoraggio

Dati orari pluviometrie- falda (piezometro S8P)

pluviometrie

falda S8P

0

80

160

240

320

400

4800

10

20

30

40

50

60

Soggia

cenza (

cm

)

Pre

cip

itazio

ni ora

rie

gio

rnalie

re (

mm

)

Periodo di monitoraggio

Dati orari pluviometrie- falda (piezometro S7P)

pluviometrie

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REMOVER 2008-2020

91

Il rapporto tra eventi meteorici e movimenti del versante dal 2009 al 2015 sono descritti nei

grafici seguenti (Figg.28, 29, 30 e 31):

- anni 2009 e 2010: piogge distribuite come intensità e durata nel periodo autunnale con

cumulate mensili di 300 mm e una risposta bassa dell’attività del versante;

- anni 2011 e 2012: l’attività della frana in riattivazione risulta ancora debole (eccezione per

la zona periferica) ma comunque soggetta ad apporti meteorici significativi con una

distribuzione delle piogge nei mesi autunnali;

- anni 2013 e 2014: il fenomeno gravitativo appare in uno stato di decisa riattivazione con la

più grande accelerazione, intervallata da una breve stasi estiva 2013, in concomitanza con

un inverno-primavera piovosi (cumulata mensile di marzo 383 mm ed eventi intensi pari a

203 mm) e soprattutto con i mesi di dicembre 2013 e gennaio 2014 rispettivamente aventi

cumulate mensili di 456 mm (449 mm/6 gg) e di 575 (394 mm/7 gg). La zona periferica

sembra rispondere alle piogge invernali con una rottura definitiva dell’inclinometro I5. Per la

restante parte del 2014 non si registrano eventi meteorici rilevanti con la diminuzione

dell’attività della frana che entra in una fase di decelerazione, anche considerando

l’anomalia del mese di novembre 2014 con 682 mm di pioggia (222 mm/3 gg);

- anno 2015: la cumulata di novembre 2014 non ha avuto grandi conseguenze sul piano

degli spostamenti nel corso del 2015, anno relativamente scarso di precipitazioni, e gli

spostamenti rilevati vanno nella direzione di una decelerazione fino alla quiescenza del

fenomeno gravitativo;

- anni 2016-2017: gli anni risultano relativamente poveri di precipitazioni, eccezione fatta per

gli eventi estremi del mese di novembre 2016, che ha fatto rilevare 329 mm di pioggia in

alcuni giorni (147 mm in unica giornata nell’evento del 24/11/2016). Tale fatto non sembra

però aver avuto conseguenze dirette sul cinematismo della frana. Da rilevare il giorno 11

dicembre 2017 con 185 mm di pioggia, evento da verificare relativamente alle deformazioni

con le prossime letture;

- anno 2018: l’anno 2018 è stato un anno decisamente più piovoso rispetto al 2017 (1373

mm a fronte dei precedenti 669 mm), con tre eventi classificati estremi (di particolare

rilevanza quello di fine ottobre 2018);

- anno 2019: eccezione fatta per l’autunno in cui si evidenzia la cumulata mensile di

novembre con 450 mm di pioggia, non si riscontrano particolari anomalie, cui si associano

scarsi incrementi nella deformazione;

- anno 2020: non si riscontrano particolari eventi meteo e la riattivazione registrata in ottobre

potrebbe essere collegata ai mesi di novembre e dicembre 2019, nei quali si sono rilevate

cumulate importanti pari a 743mm.

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REMOVER 2008-2020

92

Il versante in frana Ville San Pietro sembra mostrare un cinematismo abbastanza reattivo

alle condizioni meteo e pertanto l’innesco per questo tipo di fenomeno franoso sembra possa

essere condizionato dalle piogge unitamente alle caratteristiche predisponenti tipiche di una

paleofrana. L’influenza degli eventi meteorici estremi sembra produrre effetti diretto sulla frana,

anche se non mancano le eccezioni come nel caso delle cumulate del novembre 2014 e novembre

2016, con eventi estremi cui non sono collegati spostamenti rilevanti. I periodi di stasi

generalmente seguono intervalli di tempo modesti dal punto di vista precipitativo. Il rapporto eventi

meteo/ deformazioni non sempre però segue una logica: si osserva infatti nel periodo dal 2015 al

2019 una quiescenza prolungata non collegata ad eventi meteo anche di una certa entità, che

normalmente producono effetti sulla frana.

Fig. 28 – Andamento pluviometrico mensile, eventi estremi (stazione BMARO) e letture inclinometriche I5 – periodo

2009-2013

0

5

10

15

20

25

30

0

50

100

150

200

250

300

350

400

450

500

gen-09 mag-09 set-09 gen-10 mag-10 set-10 gen-11 mag-11 set-11 gen-12 mag-12 set-12 gen-13 mag-13 set-13

Sposta

mento

cum

ula

to (

mm

)

Pre

cip

itazio

ni cum

ula

te (

mm

)

Data

Pluviometrie (cumulate mensili e eventi estremi 1/5gg)- deformazioni nel tempo - I5

Precipitazioni

eventi estremi

I5

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REMOVER 2008-2020

93

Fig. 29 – Andamento pluviometrico mensile, eventi estremi (stazione BMARO) e letture inclinometriche I1 – periodo

2009-2018

Fig. 30 – Andamento pluviometrico mensile, eventi estremi (stazione BMARO) e letture inclinometriche I3 – periodo

2009-2020

0

10

20

30

40

50

60

70

80

90

100

0

100

200

300

400

500

600

700

800

Sposta

mento

cum

ula

to (

mm

)

Pre

cip

itazio

ni cum

ula

te (

mm

)

Data

Pluviometrie (cumulate mensili e eventi estremi 1/5gg)- deformazioni nel tempo - I1

Precipitazioni

eventi estremi

I1

0

10

20

30

40

50

60

70

80

90

100

0

100

200

300

400

500

600

700

800

Sposta

mento

cum

ula

to (

mm

)

Pre

cip

itazio

ni cum

ula

te (

mm

)

Periodo di monitoraggio

Pluviometrie (cumulate mensili e eventi estremi 1/5gg)- deformazioni nel tempo - I3

Precipitazioni

eventi estremi

I3

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REMOVER 2008-2020

94

Fig. 31 – Andamento pluviometrico mensile, eventi estremi (stazione BMARO) e letture inclinometriche I4 – periodo

2009-2020

I dati interferometrici (desunti dal sito Ambiente in Liguria della Regione Liguria)

evidenziano nel periodo 1993-2000 (dati ERS) e nel periodo 2003-2009 (RADARSAT) uno

spostamento limitato del centro abitato mentre la zona periferica ad est rileva una velocità più

elevata (circa 5mm/anno) in linea di massima in accordo come ordine di grandezza con i dati

inclinometrici. Si rileva che nel periodo 2004-2010 (dati ENVISAT) compaiono valori elevati pari a 7

mm/anno in varie parti del centro abitato compatibili anch’essi con i dati inclinometrici, che però a

partire dal 2012 assumono valori di velocità in media più elevati (Figg.32,33,34)

Fig. 32 – Interferometria del centro abitato nel periodo 1993-2000

0

20

40

60

80

100

120

0

100

200

300

400

500

600

700

800

Sposta

mento

cum

ula

to (

mm

)

Pre

cip

itazio

ni cum

ula

te (

mm

)

Periodo di monitoraggio

Pluviometrie (cumulate mensili e eventi estremi 1/5gg)- deformazioni nel tempo - I4

Precipitazioni

eventi estremi

I4

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REMOVER 2008-2020

95

Fig. 33 – Interferometria del centro abitato nel periodo 2004-2009

Fig. 34 – Interferometria del centro abitato nel periodo 2004-2009.