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REMOVER 2008-2020
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5 Ville San Pietro- Borgomaro (IM)
5.1 Dati generali
L’attività di monitoraggio del sistema franoso, localizzato in un’area dove affiora il Flysch di
Sanremo (Fig.1), è in essere dal 2009 sugli inclinometri I2, I3, I4 (I5 e I1 non risultano più leggibili)
e sui piezometri P1, P2, P3 (nel dicembre 2017 P3 è stato attrezzato con una sonda freatimetrica
automatica).
Nel periodo novembre-dicembre del 2018 nell’ambito del progetto transfrontaliero “AD
VITAM” sono stati eseguiti dall’impresa M3D Costruzioni s.r.l. nuovi sondaggi con installazione di
n.2 inclinometri (codificati rispettivamente S7I e S8I) e di n.2 piezometri (codificati rispettivamente
S7P e S8P) e dal dicembre 2018 è iniziato il monitoraggio inclinometrico e piezometrico,
quest’ultimo mediante sonde automatiche.
La frana di dimensioni maggiori, ha probabilmente rimodellato una frana più antica,
verosimilmente uno scivolamento, che ha coinvolto masse rocciose distaccatesi nella parte alta del
versante dove la giacitura degli strati può essere stata causa predisponente al collasso. I corpi di
frana di tipologia complessa sommano caratteristiche tipiche dello scorrimento e del colamento; di
un certo rilievo è la riattivazione dell’antico corpo di frana che sta interessando la parte centrale
dell’abitato con effetti immediati sugli edifici (“Atlante dei Centri Abitati Instabili della Liguria” – CNR
– Prov. IM, 2007)
Le installazioni presenti ricadono all’interno di un esteso corpo di frana di tipo
“scivolamento/scorrimento” esteso per l’intero l’abitato di Ville San Pietro (Fig.2) che comprende
anche due corpi minori. Il sistema franoso è così stato censito nell’Inventario dei fenomeni franosi
(Progetto IFFI) come segue:
inclinometri : I3 e I4, I1 ex
Tipo Scivolamento rotazionale/traslativo
Stato Quiescente generico
Identificativo 0080005704
Area [mq] 189427
Inclinometri: I2, S7I
Tipo Sprofondamento
Stato Attivo/riattivato/sosp
Identificativo 0080005705
Area [mq] 48575
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Inclinometri: I5 ex
Tipo Scivolamento rotazionale/traslativo
Stato Attivo/riattivato/sospeso
Identificativo 0080005703
Area [mq] 54280
Inclinometri: S8I
Tipo Scivolamento rotazionale/traslativo
Stato Relitto
Identificativo 0080005701
Area [mq] 289613
Di seguito si riassume l’attività di monitoraggio del 2020.
Data Attività Strumentazione Sistema di misura
01/10/2020 lettura di esercizio sulle guide
A1/A3
Inclinometro I3,I4,I2,S7I e S8I
Piezometri P3, S7P, S8P
Sonda servoaccelerometrica biax.
S060314
Tab. 1 - Misure effettuate nel 2020 nel sito di Ville San Pietro
Fig. 1 - Stralcio Carta Geologica Regionale (CARG) sc.1:25.000
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Fig. 2 - Posizione degli inclinometri I1, I2, I3, I4, I5, S7I e S8I e piezometri P1, P2, P3, P5, S7P e S8P all’interno del
corpo di frana
5.2 Analisi dei dati inclinometrici
Inclinometro I1 (20 m) – zona mediana della frana e immediato valle dell’abitato (cimitero)
In data 22/11/2018 si è constatato, mediante video-ispezione, che l’inclinometro non è
utilizzabile per uno schiacciamento tra -8 m e -11 m e per la presenza di gradini non superabili a -
10,40 m e -10,55 m (Fig.5). Dall’elaborazione integrale si è registrato un valore totale di
spostamento pari a 90 mm in direzione N-NE, coerentemente con l'orientazione del versante.
Dall’elaborazione locale si può osservare come la deformazione lungo il piano di taglio principale,
localizzato tra -10 e -11 m, abbia evidenziato valori di 50 mm (Figg. 3 e 4). Considerando il tempo
intercorso dal 2009 ad oggi si può sintetizzare il comportamento della frana in una sequenza di
stasi e riattivazioni, queste ultime registrate nei periodi dicembre 2010-maggio 2011, settembre
2012-luglio 2013, novembre 2013-luglio 2014 (la maggiore deformazione) e in ultimo un debole
incremento nel 2015 per arrivare al 2018 con un periodo di circa 3 anni di quiescenza ed una
ripresa finale tale da deformare in modo definitivo la tubazione.
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Fig. 3 - Grafici relativi all’elaborazione differenziale integrale (risultante degli spostamenti) e all’elaborazione
differenziale locale (spostamenti locali) dell’inclinometro I1.
Fig. 4 -Grafico relativo all’elaborazione differenziale integrale
(diagramma polare della deviazione) dell’inclinometro I1
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Fig. 5 - Deformazioni in I1: gradini a -10.40 m e -10.55 m
Inclinometro I2 (20 m) – zona mediana della frana e centro abitato
La verifica dei dataset nell’anno 2020 attraverso i “checksum” e la “deviazione standard”
non ha evidenziato anomalie strumentali nei cicli di letture effettuate. Dall’elaborazione integrale si
registra un incremento del movimento rispetto al 2019 (12 mm) con uno spostamento totale di 100
mm in direzione N-NE, coerentemente con l'orientazione del versante. Il piano di taglio risulta
localizzato alla profondità compresa tra -13 e -11 m senza evidenza di altri livelli di deformazione: i
valori dello spostamento sono confermati dall'elaborazione differenziale locale che rileva il picco di
deformazione di quasi 50 mm a circa 12 m (Figg. 6 e 7).
Considerando il tempo intercorso dal 2009 ad oggi si può sintetizzare il comportamento
della frana in una sequenza di stasi e riattivazioni, queste ultime registrate nei periodi dicembre
2010-maggio 2011, settembre 2012-luglio 2013, novembre 2013-luglio 2014, nell’aprile 2018 e
nell’ottobre 2020.
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Fig. 6 Grafici relativi all’elaborazione differenziale integrale (risultante degli spostamenti) e all’elaborazione differenziale
locale (spostamenti locali) dell’inclinometro I2.
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Fig. 7 - Grafico relativo all’elaborazione differenziale integrale (diagramma polare della deviazione) dell’inclinometro I2
Inclinometro I3 (23.5 m) – zona mediana della frana e centro abitato
La verifica dei dataset nell’anno 2020 attraverso i “checksum” e la “deviazione standard”
non ha evidenziato anomalie strumentali nei cicli di letture effettuate. Dall’elaborazione integrale si
registra un incremento dei movimenti rispetto al 2019 (8 mm), confermando un valore totale di 94
mm in direzione N, coerentemente con l'orientazione del versante. L’unico piano di taglio
individuato risulta localizzato tra -17 m e -19 m di profondità. I valori dello spostamento sono
confermati dall'elaborazione differenziale locale che registra il picco di deformazione a circa 18 m
(Figg. 8 e 9).
Considerando il tempo intercorso dal 2009 ad oggi si può sintetizzare il comportamento
della frana in una sequenza di stasi e riattivazioni, queste ultime registrate nei periodi dicembre
2010-maggio 2011, settembre 2012-luglio 2013, novembre2013-luglio 2014, gennaio 2019 e
ottobre 2020. Le letture effettuate nel 2020 hanno confermato le difficoltà riscontrate nella discesa
della sonda pilota a -18 m.
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Fig. 8 - Grafici relativi all’elaborazione differenziale integrale (risultante degli spostamenti) e all’elaborazione differenziale
locale (spostamenti locali) dell’inclinometro I3.
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Fig. 9 - Grafico relativo all’elaborazione differenziale integrale (diagramma polare della deviazione) dell’inclinometro I3
Inclinometro I4 (25 m) – zona mediana della frana e centro abitato
La verifica dei dataset nell’anno 2020 attraverso i “checksum” e la “deviazione standard”
non ha evidenziato anomalie strumentali nei cicli di letture effettuate. Dall’elaborazione integrale si
rileva un incremento rispetto al 2019. Lo spostamento globale si attesta a circa 110 mm in
direzione N-NE coerentemente con l'orientazione del versante. L’unico piano di taglio risulta
localizzato tra -21 m e -23 m di profondità. I valori dello spostamento sono confermati
dall'elaborazione differenziale locale che rileva il picco di deformazione a circa 22.5 m (Figg.10 e
11). Considerando il tempo intercorso dal 2009 ad oggi si può sintetizzare il comportamento della
frana in una sequenza di stasi e riattivazioni, queste ultime registrate nei periodi dicembre 2010-
maggio 2011, settembre 2012-luglio 2013, novembre 2013-luglio 2014, novembre 2018 e ottobre
2020.
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Fig.10 - Grafici relativi all’elaborazione differenziale integrale (risultante degli spostamenti) e all’elaborazione
differenziale locale (spostamenti locali) dell’inclinometro I4.
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Fig. 11 - Grafico relativo all’elaborazione differenziale integrale (diagramma polare della deviazione) dell’inclinometro I4
Inclinometro I5 (13.5 m) – zona mediana della frana e immediata periferia del centro abitato
Nel corso del 2013 si è verificata la rottura della tubazione con l’impossibilità ad acquisire i
dati della deformazione e mediante telecamera da foro si è ripreso il punto dello schiacciamento
con un evidente scalino il 22/07/2014 (Fig.12). Dall’elaborazione integrale si è rilevato uno
spostamento globale di circa 27 mm in direzione N-NE coerentemente con l'orientazione del
versante in tre anni di tempo.
Il piano di taglio principale risulta localizzato a 10 m e non sono presenti altri livelli di
deformazione. I valori dello spostamento sono confermati dall'elaborazione differenziale locale
che rileva un picco di 20 mm di deformazione a circa 10 m (Figg. 13 e 14). Nel corso del 2012 si
sono verificati deboli incrementi a seguito dell’accelerazione registrata nell’inverno 2011.
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Fig. 12 - Ispezione televisiva: si può osservare la forte deformazione dell’inclinometro I5 che alla profondità di 10m non
consente più il passaggio della sonda inclinometrica
Fig. 13 - Grafici relativi all’elaborazione differenziale integrale (risultante degli spostamenti) e all’elaborazione
differenziale locale (spostamenti locali) dell’inclinometro I5.
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Fig. 14 -Grafico relativo all’elaborazione differenziale integrale (diagramma polare della deviazione) dell’inclinometro I5
Inclinometro S7I (29 m) – zona mediana della frana e immediata periferia del centro abitato
In data 18/12/2018 è stata effettuata la lettura di zero dell’inclinometro; nel corso del 2020
la verifica dei dataset attraverso i “checksum” e la “deviazione standard” non ha evidenziato
anomalie strumentali nei cicli di letture effettuate. L’elaborazione differenziale integrale ha rilevato,
con la lettura dell’autunno 2020, la presenza del piano di taglio alla profondità di 12 m (fascia di
dislocazione 11-13 m) con uno spostamento di 10 mm in direzione N-NE. I valori dello
spostamento sono confermati dall'elaborazione differenziale locale che rileva il picco alla
profondità sopra indicata (Figg. 15 e 16).
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Fig. 15 - Grafici relativi all’elaborazione differenziale integrale (risultante degli spostamenti) e all’elaborazione
differenziale locale (spostamenti locali) dell’inclinometro S7I.
Fig. 16 - Grafico relativo all’elaborazione differenziale integrale
(diagramma polare della deviazione) dell’inclinometro S7I
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Inclinometro S8I (29 m) – zona mediana della frana e immediata periferia del centro abitato
In data 18/12/2018 è stata effettuata la lettura di zero dell’inclinometro; nel corso del 2019
la verifica dei dataset attraverso i “checksum” e la “deviazione standard” non ha evidenziato
anomalie strumentali nei cicli di letture effettuate. L’elaborazione differenziale integrale ha
evidenziato uno spostamento globale di circa 7 mm, all’interno dell’incertezza strumentale. I valori
dello spostamento sono confermati dall'elaborazione differenziale locale che non rileva particolari
anomalie, valori contenuti nel rumore di fondo (Figg. 17 e 18).
Fig. 17 - Grafici relativi all’elaborazione differenziale integrale (risultante degli spostamenti) e all’elaborazione
differenziale locale (spostamenti locali) dell’inclinometro S8I
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Fig. 18 - Grafico relativo all’elaborazione differenziale integrale (diagramma polare della deviazione) dell’inclinometro S8I
5.3 Conclusioni
I movimenti che coinvolgono l’abitato di Ville San Pietro sono caratterizzati da deformazioni
localizzate a profondità variabili, intorno a 10-12 m per la zona di valle (I2, I1 e I5), mentre per gli
inclinometri topograficamente più elevati (I3 e I4),sono a profondità superiori (18 m per I3 e 23 m
per I4). La direzione del movimento risulta complessivamente orientata nei quadranti NE in modo
coerente con l'inclinazione del versante e le deformazioni principali, localizzate a profondità
variabili in funzione della morfologia del versante, possono presumibilmente corrispondere ad
un'unica superficie di scorrimento (Figg. 19 e 20).
In una prima fase, dal 2009 al 2012, si è evidenziata una leggera diversificazione nella
velocità del fenomeno: infatti nella zona centrale del Paese si sono registrati sostanzialmente gli
stessi valori di spostamento, mentre nella zona periferica più ad est si sono rilevati valori più alti.
Questo aspetto sembrava confermare la presenza di corpi morfologici indipendenti che si
spostano con differenti cinematismi. In particolare l’inclinometro I5, ubicato tra due caseggiati in cui
sono particolarmente evidenti fessurazioni dalla base fino al tetto così come molti altri edifici, ha
mostrato una superficie di taglio intorno a 10 m, profondità alla quale è stata registrata una
costante presenza di circolazione idrica sotterranea. Nel 2013 si è verificata la rottura
dell’inclinometro con spostamenti totali superiori a 27 mm nel periodo 2009-2013.
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Fig. 19 -Direzione di movimento dell’area in frana nell’abitato di Ville San Pietro
Fig.20 - DTM dell’orografia dell’area circostante con particolare riferimento all’area a monte: il sito ove è posizionata la
strumentazione è caratterizzato da una minore pendenza rispetto al crinale e da un elevato contrasto di quota con l’asta torrentizia a valle.
La prima importante fase di riattivazione si sviluppa nell’inverno-primavera 2011, preceduta
e seguita da fasi di debole attività e/o stasi. La fase successiva ha determinato importanti
deformazioni e può essere divisa in due periodi intervallati da una breve stasi: il periodo settembre
2012-luglio 2013 e novembre 2013-luglio 2014. Il monitoraggio inclinometrico ha rilevato
incrementi elevati nello spostamento negli inclinometri, con valori massimi di 33 mm in 8 mesi,
spostamenti globali compresi tra 64 mm e 75 mm nel periodo 2009-2014 e
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sviluppo di deformazioni a profondità comprese tra 10-12 m nella zona di valle e 18-22 m nella
zona di monte. L’attività della frana viene registrata in tutti gli inclinometri e il cinematismo sembra
essere rilevato in tutti gli inclinometri nello stesso modo, così come le fasi di quiescenza o debole
attività, che perdurano dal luglio 2014.
La media della velocità tende nuovamente a diminuire nel 2015-2017 con una fase di
quiescenza (10-12 mm/anno – Figg. 21 e 22). Durante il 2018 le letture hanno registrato un nuovo
aumento dei movimenti, facendo presagire una ripresa dell’attività della frana. Nel 2019 le velocità
sembrano assestarsi o appena superiori ai valori acquisiti nel 2018, determinando una debole
attività. Le ultime letture del 2020 hanno evidenziato una decisa ripresa dell’attività con una
pendenza della curva che torna a essere importante e complessivamente i valori globali di
spostamento si attestano su 100-110 mm.
Quindi la velocità media, fino al 2012 pari a circa 4-7 mm/anno, nel 2013-14 a 15 mm/anno
in tutte le aree del versante, nel lungo periodo di quiescenza/debole attività intorno a 4mm/anno e
nell’ultima riattivazione pari a 10-15 mm/anno, può essere valutata in 10 mm/anno confermando lo
stato di “riattivazione” dello scorrimento.
Fig. 21 -Velocità delle deformazioni nel periodo di monitoraggio 2009-2020. Linea di tendenza I4.
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
110
120
130
Periodo di monitoraggio
Velocità deformazioni Ville S.Pietro
I5
I1
I2
I3
I4
S7I
S8I
Lineare(I4)
Sp
osta
me
nto
in te
sta
tu
bo
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Fig. 22– Sezione dell’area
in frana che insiste
sull’abitato di Ville San
Pietro. In Giallo una
ipotetica superficie di
scorrimento profonda che
prende in considerazione
la grande paleofrana.
Nel dicembre 2018, nell’ambito del progetto AD VITAM, sono stati realizzati 4 sondaggi a
distruzione di nucleo per l’installazione di 2 piezometri (S7P e S8P) spinti fino alla profondità 15 m
e 2 inclinometri spinti fino alla profondità di 30 m (S7I e S8I). Dall’analisi dei cuttings è stata
ricostruita una stratigrafia così composta: fino a 0.50 m terreno vegetale, da 0.50 a 10-18 m è
presente una coltre detritica franosa, seguita dal substrato roccioso calcareo fino ad una profondità
di 30 m (Fig.23).
Fig. 23 - Stratigrafia ricostruita dai cuttings per i sondaggi S7I e S8I.
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Per quanto riguarda l’idrogeologia i valori misurati indicano un livello superficiale inferiore a
4-5 m, un livello intermedio intorno a 8 m e un livello più profondo a 14 m, valori indicativi in
funzione della topografia. Trattandosi di una coltre franosa sovrapposta a un basamento stratificato
con frequenti cambi litologici, è logico pensare che le differenze più sostanziali del livello
freatimetrico siano dovute a una falda di versante nell’accumulo franoso e ad una circolazione in
roccia più profonda (Fig.24).
Fig. 24 – Soggiacenza della falda nel periodo 2009-2020.
Nei primi sei mesi del 2018 è stato possibile osservare il comportamento della falda in
funzione delle piogge avendo installato una sonda freatimetrica fissa nel piezometro P3. La figura
seguente mette in evidenza il rapporto tra il livello di falda e le precipitazioni. La falda risponde
maggiormente ad episodi di pioggia prolungati piuttosto che a precipitazioni intense e concentrate.
In particolare si può osservare come il livello risale in pochi giorni mentre impiega più di una
decina di giorni a raggiungere nuovamente il livello iniziale (picco asimmetrico). L’ampiezza
dell’oscillazione è stata stimata in circa 8 metri (Fig. 25).
-15
-10
-5
0
So
gg
iace
nza
(m
)
Tempo
Piezometrie- Ville S.Pietro
P1
P3
P2
P5a
P5c
S7P
S8P
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89
Fig. 25 – Variazione della soggiacenza della falda misurata nel 2018-2020 (piezometro P3) a confronto con le
precipitazioni orarie giornaliere.
Nel mese di gennaio 2019 sono state installate nei piezometri S7P e S8P due sonde
freatimetriche automatiche che hanno rilevato un’evidente differenza di soggiacenza, peraltro già
indicata nella fig.24 relativa alle letture manuali. Nello specifico nel corso dell’anno il livello di falda
rilevato in superficie (S7P), non mostra elevate oscillazioni mantenendo un trend compreso circa in
2 m con una ricarica veloce di pochi giorni in seguito a eventi meteo di una certa rilevanza ed un
drenaggio abbastanza rapido di alcuni giorni (Fig.26). Nel contempo la zona di valle (S8P),
maggiormente periferica, delinea un comportamento in cui la falda tende a stabilizzarsi a
profondità maggiori con oscillazioni maggiori (circa 3 m), evidenziando una maggiore reattività agli
stessi eventi meteo: tale situazione sarebbe imputabile ad un deflusso volumetricamente
importante che giunge verso valle dai vari settori della frana, in grado far risalire la falda verso la
superficie. Il drenaggio avviene con una velocità inferiore (stabilizzazione e discesa del livello in
decine di giorni fino a un mese di tempo) rispetto alla ricarica, che può determinare una risalita
della falda di circa 2 m in pochi giorni (Fig.27).
100
300
500
700
900
1100
1300
1500
1700
19000
10
20
30
40
50
60
So
gg
iace
nza
(cm
)
Pre
cip
ita
zio
nio
rari
e g
iorn
alie
re (
mm
)
Data
Pluviometrie orarie- falda piezometro P3
Pluviometrie
falda P3
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Fig. 26 – Variazione della soggiacenza della falda (piezometro S7P) a confronto con le precipitazioni orarie giornaliere
Fig. 27 – Variazione della soggiacenza della falda (piezometro S8P) a confronto con le precipitazioni orarie
giornaliere.
900
1000
1100
1200
1300
1400
1500
16000
10
20
30
40
50
60
70
Soggia
cenza (
cm
)
Pre
cip
itazio
ni ora
rie
gio
rnalie
re (
mm
)
Periodo di monitoraggio
Dati orari pluviometrie- falda (piezometro S8P)
pluviometrie
falda S8P
0
80
160
240
320
400
4800
10
20
30
40
50
60
Soggia
cenza (
cm
)
Pre
cip
itazio
ni ora
rie
gio
rnalie
re (
mm
)
Periodo di monitoraggio
Dati orari pluviometrie- falda (piezometro S7P)
pluviometrie
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Il rapporto tra eventi meteorici e movimenti del versante dal 2009 al 2015 sono descritti nei
grafici seguenti (Figg.28, 29, 30 e 31):
- anni 2009 e 2010: piogge distribuite come intensità e durata nel periodo autunnale con
cumulate mensili di 300 mm e una risposta bassa dell’attività del versante;
- anni 2011 e 2012: l’attività della frana in riattivazione risulta ancora debole (eccezione per
la zona periferica) ma comunque soggetta ad apporti meteorici significativi con una
distribuzione delle piogge nei mesi autunnali;
- anni 2013 e 2014: il fenomeno gravitativo appare in uno stato di decisa riattivazione con la
più grande accelerazione, intervallata da una breve stasi estiva 2013, in concomitanza con
un inverno-primavera piovosi (cumulata mensile di marzo 383 mm ed eventi intensi pari a
203 mm) e soprattutto con i mesi di dicembre 2013 e gennaio 2014 rispettivamente aventi
cumulate mensili di 456 mm (449 mm/6 gg) e di 575 (394 mm/7 gg). La zona periferica
sembra rispondere alle piogge invernali con una rottura definitiva dell’inclinometro I5. Per la
restante parte del 2014 non si registrano eventi meteorici rilevanti con la diminuzione
dell’attività della frana che entra in una fase di decelerazione, anche considerando
l’anomalia del mese di novembre 2014 con 682 mm di pioggia (222 mm/3 gg);
- anno 2015: la cumulata di novembre 2014 non ha avuto grandi conseguenze sul piano
degli spostamenti nel corso del 2015, anno relativamente scarso di precipitazioni, e gli
spostamenti rilevati vanno nella direzione di una decelerazione fino alla quiescenza del
fenomeno gravitativo;
- anni 2016-2017: gli anni risultano relativamente poveri di precipitazioni, eccezione fatta per
gli eventi estremi del mese di novembre 2016, che ha fatto rilevare 329 mm di pioggia in
alcuni giorni (147 mm in unica giornata nell’evento del 24/11/2016). Tale fatto non sembra
però aver avuto conseguenze dirette sul cinematismo della frana. Da rilevare il giorno 11
dicembre 2017 con 185 mm di pioggia, evento da verificare relativamente alle deformazioni
con le prossime letture;
- anno 2018: l’anno 2018 è stato un anno decisamente più piovoso rispetto al 2017 (1373
mm a fronte dei precedenti 669 mm), con tre eventi classificati estremi (di particolare
rilevanza quello di fine ottobre 2018);
- anno 2019: eccezione fatta per l’autunno in cui si evidenzia la cumulata mensile di
novembre con 450 mm di pioggia, non si riscontrano particolari anomalie, cui si associano
scarsi incrementi nella deformazione;
- anno 2020: non si riscontrano particolari eventi meteo e la riattivazione registrata in ottobre
potrebbe essere collegata ai mesi di novembre e dicembre 2019, nei quali si sono rilevate
cumulate importanti pari a 743mm.
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Il versante in frana Ville San Pietro sembra mostrare un cinematismo abbastanza reattivo
alle condizioni meteo e pertanto l’innesco per questo tipo di fenomeno franoso sembra possa
essere condizionato dalle piogge unitamente alle caratteristiche predisponenti tipiche di una
paleofrana. L’influenza degli eventi meteorici estremi sembra produrre effetti diretto sulla frana,
anche se non mancano le eccezioni come nel caso delle cumulate del novembre 2014 e novembre
2016, con eventi estremi cui non sono collegati spostamenti rilevanti. I periodi di stasi
generalmente seguono intervalli di tempo modesti dal punto di vista precipitativo. Il rapporto eventi
meteo/ deformazioni non sempre però segue una logica: si osserva infatti nel periodo dal 2015 al
2019 una quiescenza prolungata non collegata ad eventi meteo anche di una certa entità, che
normalmente producono effetti sulla frana.
Fig. 28 – Andamento pluviometrico mensile, eventi estremi (stazione BMARO) e letture inclinometriche I5 – periodo
2009-2013
0
5
10
15
20
25
30
0
50
100
150
200
250
300
350
400
450
500
gen-09 mag-09 set-09 gen-10 mag-10 set-10 gen-11 mag-11 set-11 gen-12 mag-12 set-12 gen-13 mag-13 set-13
Sposta
mento
cum
ula
to (
mm
)
Pre
cip
itazio
ni cum
ula
te (
mm
)
Data
Pluviometrie (cumulate mensili e eventi estremi 1/5gg)- deformazioni nel tempo - I5
Precipitazioni
eventi estremi
I5
REMOVER 2008-2020
93
Fig. 29 – Andamento pluviometrico mensile, eventi estremi (stazione BMARO) e letture inclinometriche I1 – periodo
2009-2018
Fig. 30 – Andamento pluviometrico mensile, eventi estremi (stazione BMARO) e letture inclinometriche I3 – periodo
2009-2020
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
0
100
200
300
400
500
600
700
800
Sposta
mento
cum
ula
to (
mm
)
Pre
cip
itazio
ni cum
ula
te (
mm
)
Data
Pluviometrie (cumulate mensili e eventi estremi 1/5gg)- deformazioni nel tempo - I1
Precipitazioni
eventi estremi
I1
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
0
100
200
300
400
500
600
700
800
Sposta
mento
cum
ula
to (
mm
)
Pre
cip
itazio
ni cum
ula
te (
mm
)
Periodo di monitoraggio
Pluviometrie (cumulate mensili e eventi estremi 1/5gg)- deformazioni nel tempo - I3
Precipitazioni
eventi estremi
I3
REMOVER 2008-2020
94
Fig. 31 – Andamento pluviometrico mensile, eventi estremi (stazione BMARO) e letture inclinometriche I4 – periodo
2009-2020
I dati interferometrici (desunti dal sito Ambiente in Liguria della Regione Liguria)
evidenziano nel periodo 1993-2000 (dati ERS) e nel periodo 2003-2009 (RADARSAT) uno
spostamento limitato del centro abitato mentre la zona periferica ad est rileva una velocità più
elevata (circa 5mm/anno) in linea di massima in accordo come ordine di grandezza con i dati
inclinometrici. Si rileva che nel periodo 2004-2010 (dati ENVISAT) compaiono valori elevati pari a 7
mm/anno in varie parti del centro abitato compatibili anch’essi con i dati inclinometrici, che però a
partire dal 2012 assumono valori di velocità in media più elevati (Figg.32,33,34)
Fig. 32 – Interferometria del centro abitato nel periodo 1993-2000
0
20
40
60
80
100
120
0
100
200
300
400
500
600
700
800
Sposta
mento
cum
ula
to (
mm
)
Pre
cip
itazio
ni cum
ula
te (
mm
)
Periodo di monitoraggio
Pluviometrie (cumulate mensili e eventi estremi 1/5gg)- deformazioni nel tempo - I4
Precipitazioni
eventi estremi
I4
REMOVER 2008-2020
95
Fig. 33 – Interferometria del centro abitato nel periodo 2004-2009
Fig. 34 – Interferometria del centro abitato nel periodo 2004-2009.