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Villa Conti Giusti delle Stelle Questa è casa mia. E' un po' grandina ma è comunque casa. Ci sono cresciuta, e ora la sento vibrare intorno a me, anche quando non mi avvolge e protegge con i suoi muri possenti e le sue linee leggere. Secondo gli storici Ca' Vendri è nata tra il 1560 e il 1580, per volere del Conte Giusto Giusti delle Stelle. Egli faceva parte di quel ramo della famiglia Giusti che sin dalla metà del '400 aveva acquisito per via matrimoniale dei possedimenti in valle, e che aveva fatto costruire una casa dominicale nel villaggio di Santa Maria in Valpantena, nei pressi di Verona. Nel 1598 i documenti parlano di un “palazo brusado”, e delle scorribande di tale Ottavio Giusti (un cugino?), già bandito dalla Serenissima, e ora colpevole di un attacco ai beni del nostro Giusto. Le beghe di famiglia cominciano dunque presto... e ancora nel 1675 le cronache riportano le bravate di tal conte Provolo Giusti ai danni di una nobile fanciulla della valle, la bella Angelina Lonardi, promessa sposa al marchese Lionello Sagramoso (con regolare rapimento, in pieno stile Promessi Sposi). A seguito dei misfatti di Provolo il governo di Venezia ordina la distruzione del palazzo quattrocentesco costruito nel villaggio, e Ca' Vendri resta così l'unica proprietà dei Giusti delle Stelle. Quando ero piccola (e non sono Matusalemme) mi ricordo il senso di disagio col quale la gente del paese parlava dei Giusti “ingiusti” (e della tragica fine della loro dimora) e dei Giusti “giusti”, quelli della villa. Davvero variegate le vicende umane che si sono consumate introno a questi muri, e dei quali Ca' Vendri è stato muta testimone. L'area dove sorge la villa è pregna di storia mistica, dal tempietto a Venere (mai trovato, ma del quale resta traccia nella tradizione orale), al Pantheon romano del IV secolo, quasi nascosto sotto alla chiesa del paese, solo apparentemente ignorato, in quanto da quel luogo di culto prende il nome la valle del pantheon, la Valpantena. Dopo la festa di Lughnasad 2010 , che si è svolta a Ca' Vendri portando un'ondata di gratitudine e riconoscimento, ho sentito con chiarezza che Giusto Giusti ha voluto questa casa con un preciso intento evolutivo, proprio come una cattedrale, ma più avvolgente, più vicina all'essere umano, in pieno spirito e tempo umanistico. Oggi credo che ogni casa possa assumere questo ruolo e diventare un'estensione della nostra consapevolezza, una base sicura dalla quale operare e manifestare nella gioia e nella luce, per l'evoluzione. La facciata della villa, avendo le proporzioni di mezzo quadrato, si iscrive perfettamente nel quadrato magico del SATOR, come in questo piccolo studio svolto da un amico.

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Villa Conti Giusti delle Stelle

Questa è casa mia. E' un po' grandina ma è comunque casa. Ci sono cresciuta, e ora la sento vibrare intorno a me, anche quando non mi avvolge e protegge con i suoi muri possenti e le sue linee leggere.

Secondo gli storici Ca' Vendri è nata tra il 1560 e il 1580, per volere del Conte Giusto Giusti delle Stelle. Egli faceva parte di quel ramo della famiglia Giusti che sin dalla metà del '400 aveva acquisito per via matrimoniale dei possedimenti in valle, e che aveva fatto costruire una casa dominicale nel villaggio di Santa Maria in Valpantena, nei pressi di Verona. Nel 1598 i documenti parlano di un “palazo brusado”, e delle scorribande di tale Ottavio Giusti (un cugino?), già bandito dalla Serenissima, e ora colpevole di un attacco ai beni del nostro Giusto. Le beghe di famiglia cominciano dunque presto... e ancora nel 1675 le cronache riportano le bravate di tal conte Provolo Giusti ai danni di una nobile fanciulla della valle, la bella Angelina Lonardi, promessa sposa al marchese Lionello Sagramoso (con regolare rapimento, in pieno stile Promessi Sposi). A seguito dei misfatti di Provolo il governo di Venezia ordina la distruzione del palazzo quattrocentesco costruito nel villaggio, e Ca' Vendri resta così l'unica proprietà dei Giusti delle Stelle. Quando ero piccola (e non sono Matusalemme) mi ricordo il senso di disagio col quale la gente del paese parlava dei Giusti “ingiusti” (e della tragica fine della loro dimora) e dei Giusti “giusti”, quelli della villa. Davvero variegate le vicende umane che si sono consumate introno a questi muri, e dei quali Ca' Vendri è stato muta testimone.

L'area dove sorge la villa è pregna di storia mistica, dal tempietto a Venere (mai trovato, ma del quale resta traccia nella tradizione orale), al Pantheon romano del IV secolo, quasi nascosto sotto alla chiesa del paese, solo apparentemente ignorato, in quanto da quel luogo di culto prende il nome la valle del pantheon, la Valpantena.

Dopo la festa di Lughnasad 2010, che si è svolta a Ca' Vendri portando un'ondata di gratitudine e riconoscimento, ho sentito con chiarezza che Giusto Giusti ha voluto questa casa con un preciso intento evolutivo, proprio come una cattedrale, ma più avvolgente, più vicina all'essere umano, in pieno spirito e tempo umanistico. Oggi credo che ogni casa possa assumere questo ruolo e diventare un'estensione della nostra consapevolezza, una base sicura dalla quale operare e manifestare nella gioia e nella luce, per l'evoluzione.

La facciata della villa, avendo le proporzioni di mezzo quadrato, si iscrive perfettamente nel quadrato magico del SATOR, come in questo piccolo studio svolto da un amico.

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Anche la pianta della villa è quadrata, dunque torna la possibilità di iscrivervi sia il Sator, sia l'uomo vitruviano. Si possono così localizzare i punti energetici e le loro caratteristiche, basandosi sulla mappa dei chakra o, spingendosi nel mistero, sui punti nodali del Sator.

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Da una mappa dell'epoca, tra le varie copie originali conservate da Ca' Vendri, appare poi evidente che la villa si inserisce e si integra al parco, con le immediate adiacenze, raccolte da una cinta muraria: il portico, la torre, l'Horto. Anche qui è interessante sovrapporre la figura umana alla pianta.

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Durante la festa di Lughnasad abbiamo meditato nel chakra del cuore, che corrisponde al pratino di forma quadrata, antistante la villa. Da qui abbiamo onorato le quattro direzioni.In quei giorni la villa e il parco hanno vibrato con una moltitudine di suoni: i gong nella mansarda, i corrispondenza dell'hara, flauti, didgeridoo, tamburi e altri strumenti ancestrali. Sempre durante la festa è stato fatto un semplice ed efficace intervento di pulizia energetica con il Vortex della P.M.T., un encoder di grandi dimensioni programmato da Joel Ducatillon per l'armonizzazione dei luoghi. In particolare è stato sbloccato il primo chakra della villa, situato in corrispondenza della facciata nord, verso il viale. Qui in origine era l'Horto, simbolo di fertilità e di riproduzione. Nei primi del Settecento tuttavia, sono stati aggiunti al parco dei manufatti che, pur impreziosendolo, ne hanno alterato l'equilibrio. In particolare è stata costruita una fontana dove un tempo era l'Horto e tracciata una linea perpendicolare all'asse primario nord-sud, che porta alla chiesetta, passando per il teatrino a colonnato. Questo intervento ha in qualche modo tagliato il flusso vitale del primo chakra: la fontana, come una grande pietra caduta nel letto di un torrente, ha diramato la corrente sui due lati della villa, che è rimasta così per secoli in qualche modo inattiva. Le acque in parte si sono fermate nel getto della fontana, creando una zona umida e stagnante.

Grazie alla P.M.T. il flusso originario è stato ripristinato. Ora l'energia della terra inonda la villa, traendo la propria origine e il proprio slancio dal viale dei cipressi (l'albero che nella tradizione celtica rappresenta la fede e la connessione tra terra e cielo), impostato per contare 54 piante per lato, per un totale di 108 sentinelle che tracciano l'asse nord/sud.

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Ora ci sarebbe da approfondire il discorso sulle acque. Basandosi sulle mappe originarie e sui documenti, risulta esserci da parte dei Conti Giusti la proprietà dell'Acqua del Pantheon e sulle mappe sono ben descritti i corsi che potrebbero essere ripristinanti.

E ancora di festa si parla ai piedi della statua del Bacco, Dionisos per i greci, divinità dispensatrice dei frutti della terra.

Infine due parole sulla chiesetta che sorge al limite est del parco, proprio lungo il muro di cinta, e con accesso anche dalla strada comunale. Qui ho ricevuto il sacramento della comunione e del matrimonio. La volta stellata è stata aggiunta nel Settecento con un'iconografia solo apparentemente poco comune, in quanto spesso ritrovata nei primi luoghi di culto cristiani, nelle cripte delle catacombe. Inoltre il nome della famiglia ben si sposa ad un cielo stellato, con vari angioletti che fanno capolino. Solo di recente, grazie ad un'amica, ho notato che sul fregio centrale sono ripetute per due volte le lettere VCG. Il mio stupore si può capire solo sapendo che da vari anni mi sto dedicando alla rete del Vivere con Gioia , che tra di noi, per abbreviare, chiamiamo vcg. Ma in questo contesto credo si riferisca alla Villa Conti Giusti.

Serena, ottobre 2010