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VIGILANZA 1 Settimana di Avvento La vigilanza è una tensione. Il vigilante, chi è in attesa, è proteso verso l'amato che è sul punto di venire. È proteso verso la luce che, attraverso le volute delle nebbie, è sul punto di sorgere. La vigilanza è un'azione. Il vigilante, chi è in attesa, toglie gli ostacoli perché l'amato possa venire, toglie gli schermi di oscurità che si oppongono al sorgere del giorno, elimina tutto ciò che impedisce all'amore di darsi, scuote la fede perché si apra all'inatteso! E dove trovare la forza della vigilanza se non nel Vangelo di Cristo? Creatore degli astri, Verbo eterno del Padre, la Chiesa a te consacra, il suo canto di lode. Cielo e terra si prostrano dinanzi a te, Signore; tutte le creature adorano il tuo nome Per redimere il mondo travolto dal peccato, nascesti dalla Vergine, solisti sulla croce. Nell'avvento glorioso, alla fine dei tempi, ci salvi del nemico la tua misericordia. ( Avvento: Vespri ) Marana tha, vieni Signor Gesù!

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VIGILANZA 1 Settimana di Avvento

La vigilanza è una tensione. Il vigilante, chi è in attesa, è proteso verso l'amato

che è sul punto di venire. È proteso verso la luce che, attraverso le volute delle nebbie, è sul punto di sorgere. La vigilanza è un'azione. Il vigilante, chi è in

attesa, toglie gli ostacoli perché l'amato possa venire, toglie gli schermi di oscurità che si oppongono al sorgere del giorno, elimina tutto ciò che impedisce all'amore di darsi, scuote la fede perché si apra all'inatteso! E dove trovare la

forza della vigilanza se non nel Vangelo di Cristo?

Creatore degli astri,

Verbo eterno del Padre,

la Chiesa a te consacra,

il suo canto di lode.

Cielo e terra si prostrano

dinanzi a te, Signore;

tutte le creature

adorano il tuo nome

Per redimere il mondo

travolto dal peccato,

nascesti dalla Vergine,

solisti sulla croce.

Nell'avvento glorioso,

alla fine dei tempi,

ci salvi del nemico

la tua misericordia. ( Avvento: Vespri )

Marana tha, vieni Signor Gesù!

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Il Signore viene! 1° Domenica di avvento

Anno A

Inizia il nuovo anno della Chiesa con l'Avvento che ci porta il suo messaggio di speranza: “ Il Signore è venuto a Natale,

verrà alla fine dei tempi e viene sempre a noi nel presente” con il suo invito ad una vigilante attesa. “siate pronti, perché nell’ora che

non immaginate, il Figlio dell’uomo verrà”

LETTURA (leggere con intelligenza e comprendere con sapienza)

PRIMA LETTURA ISAIA 2, 1-5

Isaia vede i popoli della terra camminare verso un unico centro. Un giorno si troveranno

tutti uniti nella pace infinita del Regno del Signore.

Messaggio che Isaìa, figlio di Amoz, ricevette in visione su Giuda e su Gerusalemme. Alla fine dei giorni, il monte del tempio del Signore sarà saldo sulla cima dei monti e s’innalzerà sopra i colli, e ad esso affluiranno tutte le genti. Verranno molti popoli e diranno: «Venite, saliamo sul monte del Signore, al tempio del Dio di Giacobbe, perché ci insegni le sue vie e possiamo camminare per i suoi sentieri». Poiché da Sion uscirà la legge e da Gerusalemme la parola del Signore. Egli sarà giudice fra le genti e arbitro fra molti popoli. Spezzeranno le loro spade e ne faranno aratri, delle loro lance faranno falci; una nazione non alzerà più la spada contro un’altra nazione, non impareranno più l’arte della guerra. Casa di Giacobbe, venite, camminiamo nella luce del Signore. SALMO RESPONSORIALE SALMO 121

L’umanità è in cammino incontro al Signore, verso la nuova Gerusalemme, in cui domina

sicurezza, bene e pace senza fine.

Rit. Andiamo con gioia incontro al Signore Quale gioia, quando mi dissero: «Andremo alla casa del Signore!». Già sono fermi i nostri piedi alle tue porte, Gerusalemme!

È là che salgono le tribù, le tribù del Signore, secondo la legge d’Israele, per lodare il nome del Signore. Là sono posti i troni del giudizio, i troni della casa di Davide.

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Chiedete pace per Gerusalemme: vivano sicuri quelli che ti amano; sia pace nelle tue mura, sicurezza nei tuoi palazzi.

Per i miei fratelli e i miei amici io dirò: «Su di te sia pace!». Per la casa del Signore nostro Dio, chiederò per te il bene.

SECONDA LETTURA ROMANI 13, 11-14 Paolo, scrivendo ai cristiani di Roma, dà l’allarme: “ Non è più tempo di dormire o di

starsene in ozio, perché il giorno del Signore sta alle porte”.

Fratelli, questo voi farete, consapevoli del momento: è ormai tempo di svegliarvi dal sonno, perché adesso la nostra salvezza è più vicina di quando diventammo credenti. La notte è avanzata, il giorno è vicino. Perciò gettiamo via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce. Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno: non in mezzo a orge e ubriachezze, non fra lussurie e impurità, non in litigi e gelosie. Rivestitevi invece del Signore Gesù Cristo.

VANGELO MATTEO 24, 37-44

Il Signore verrà all’improvviso, quando meno ce lo aspettiamo. Nessuno sa quando;

occorre vegliare, occhi e cuore rivolti a Lui.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti: così sarà anche la venuta del Figlio dell’uomo. Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato. Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l’altra lasciata. Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».

MEDITAZIONE ( = meditare con attenzione e ascoltare con amore)

DIO ATTENDE

I popoli che salgono al monte del Signore e che esultano finalmente davanti a Gerusalemme (Salmo responsoriale ) esprimono il trasalimento di Dio, che vede raccolte attorno a sé

tutte le genti, nello stadio finale del Regno. Attese irresistibili di comunione. Solidarietà con l’uomo. Bisogno di comunicargli la propria vita. Disponibilità a un perdono senza calcoli. Quanti sono i sentimenti di Dio, così come ci viene dato di coglierli nella filigrana delle letture bibliche. Di qui anche l'avvio all'impegno. Che cosa fare per non deludere le attese del Signore? Quali sono le “opere delle tenebre”, che bisogna gettare e quali le “ armi della luce”, che bisogna rivestire? ( Antonio Bello )

VIGILANZA

Chi spera è essenzialmente uno che aspetta: e cioè, se spera nella venuta del Signore deve

aspettarla. Questo chiama in causa una fondamentale esigenza evangelica, quella della vigilanza. Essa si impone per il carattere assolutamente imprevedibile dell'ultimo ritorno, che sarà quello decisivo. Questo nel Vangelo è paragonato a quello di un ladro, o di un padrone che rientra nella notte senza preavviso. Bisogna stare all’erta. La vigilanza è un atteggiamento di attenzione impegnata, che si concretizza in una triplice consegna: vegliate,

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pregate, siate sobri. Il Signore ci vuole anzitutto desti e alacri. Il sonno è caratteristico

della notte. Il cristiano è un figlio della luce: non può dormire come gli altri, svigorire cioè il fervore degli inizi ( 1 Tess 5, 1-7 ) . La sua preghiera è come una lampada accesa: fede e amore che non illanguidiscono. Si stacca poi da tutti gli "eccessi" notturni, cioè dai piaceri e dai beni terrestri ( Lc 21, 34 ). Tutta la vita è posta sotto il segno dell’attesa: è messa in tensione, protesa sempre verso il meglio, verso un mondo che sta maturando e un giorno

sboccerà. Non si installa perciò in questo mondo. E neppure riesce ad accontentarsi della salvezza ancora incompleta ( "siamo stati salvati nella speranza" : Rm 8, 24 ) che già gli è offerta da Dio. La accoglie con riconoscenza, ma solo come una “caparra”, un germe che è orientato verso la pienezza del futuro. ( Mariano Magrassi )

SPADE E FALCI

Bisogna dire, senza frasi smorzate, che pace, giustizia e salvaguardia del creato sono il compito primordiale della comunità cristiana. Che attingere a piene mani alla riserva utopica del Vangelo è l'unico realismo che oggi ci venga consentito. Che osare la pace per fede, sfidando il buon senso della carne e del sangue, è la prova del nove sul credito che dobbiamo esprimere a favore della parola del Signore. Che la non violenza attiva deve

divenire criterio irrinunciabile che regola tutti i rapporti personali e comunitari. La prima lettura non tollera interpretazioni di comodo. Se noi cristiani permetteremo l'ingrandirsi degli arsenali delle spade e delle lance a danno dei depositi dei vomeri e delle falci, non risponderemo alle attese di Dio. ( Antonio Bello )

TENEBRE E LUCE Per Paolo tutta la storia è divisa in una lunga notte e in un lungo giorno. La prima è l’era degli uomini senza la luce di Cristo e quindi nell’errore e nel peccato. Il giorno è quello

dell’umanità illuminata da Cristo e quindi nella verità e nella santità. La notte purtroppo non è finita, perché vi sono ancora uomini che rifiutano Cristo e il suo messaggio. I cristiani sono stati introdotti dal Battesimo nel giorno che avanza verso la pienezza finale della parusia. Ora devono stare attenti a non farsi ingoiare dalla notte tenebrosa e tempestosa del male, e devono rendere personale il giorno. S. Paolo dice come: camminando nella santità, rivestendosi di Cristo, ripudiando il mondo di quelle sregolatezze che attirarono sui coetanei di Noè il diluvio. (Vincenzo Raffa )

PREGHIERA (pregare la parola )

O Dio, Padre misericordioso, che per riunire i popoli nel tuo Regno hai inviato il tuo Figlio unigenito, maestro di verità e fonte di riconciliazione, risveglia in noi uno spirito vigilante, perché camminiamo sulle tue vie di libertà e di amore fino a contemplarti nell'eterna gloria. (Colletta 1 Avvento A )

Tu vieni oggi, Signore, come sei venuto, e vieni domani, come ai tempi di Noè, come ai tempi che verranno, noi viviamo del tempo del Cristo che viene. Come ai tempi di Noè noi non ci accorgiamo di nulla, travolti come siamo dalle cose effimere. C’è buio in noi e attorno a noi, c’è un correre frenetico, un affanno senza sosta, un fuggire nel senso opposto da te. Non siamo capaci di fermare la nostra pazza corsa, o Cristo che vieni, cuore del

mondo, nostra sosta e riposo . ( Suore carmelitane scalze )

CONTEMPLAZIONE (silenziosa accoglienza della parola di Dio)

AZIONE ( assunzione di impegni concreti)

Il Signore attende l’uomo per salvarlo. Attendiamo la sua venuta con vigilanza e

speranza.

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1° Domenica di Avvento

Anno A Vangelo

Matteo 24, 37Matteo 24, 37Matteo 24, 37Matteo 24, 37----44444444

Vegliare per non essere sorpresi 37 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. 38 Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, 39 e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti: così sarà anche la venuta del Figlio dell’uomo. 40 Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato. 41 Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l’altra lasciata. 42 Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. 43 Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. 44 Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo». ( Bibbia Cei : versione 2008 )

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Come fu ai giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell`uomo. Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e marito, fino a quando Noè entrò nell`arca, e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e inghiottì tutti, così sarà anche alla venuta del Figlio dell`uomo. Allora due uomini saranno nel campo: uno sarà preso e l`altro lasciato. Due donne macineranno alla mola: una sarà presa e l`altra lasciata. Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Questo considerate: se il padrone di casa sapesse in quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi state pronti, perché nell`ora che non immaginate, il Figlio dell`uomo verrà”. ( Bibbia Cei : versione 1974 )

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LETTURA ( = leggere con intelligenza e comprendere con sapienza)

La pericope evangelica della prima di Avvento A è desunta dall’ultimo dei

cinque grandi discorsi di Matteo: discorso sulla fine (capitoli 24-25 ), che è un’esortazione ai discepoli a rimanere fedeli nella prova, di fronte alla catastrofe e alla sofferenza. I fedeli troveranno il coraggio di perseverare guardando al ritorno

del loro Signore e al perfezionamento della salvezza; l’accenno al giudizio sottolinea la serietà e la responsabilità della vita umana. Il brano si trova all’inizio di una sezione esortativa che va fino a 25, 30 ed è un invito alla vigilanza (42 ), ad essere preparati (44 ), e a vivere come servi fedeli e operosi (45-47 ). I versetti 37-41 si trovano in forma diversa anche in Luca 17, 26-35. QUANTO POI AL GIORNO E ALL’ORA (36 ) Il versetto 36, che non fa parte della nostra pericope, dice : “Quanto a

quel giorno e quell’ora, però, nessuno lo sa, neanche gli angeli e neppure il Figlio, ma

solo il Padre”, e sottolinea l’assoluta imprevedibilità del giorno ultimo e asserisce che nessuno lo conosce all’infuori di Dio. L’inciso: “ neppure il Figlio”, mancante in Luca, è certamente autentico; secondo alcuni significa che Gesù, come uomo, conosceva tutto ciò che interessava la sua missione, ma poteva ignorare certi punti

del piano divino. Di esso Agostino dà invece la seguente spiegazione: “Asserì di non

conoscere quel giorno, perché non rientrava nella sua qualità di Maestro farlo

conoscere a noi”.

COME FU… COSI’ SARA’ (37) Questa espressione ci introduce nel clima escatologico futuro. Esso (così

sarà ) affonda le radici nel passato (come fu ) e fa riferimento al presente, nel quale sono richiesti gesti e segni di carità. AI GIORNI DI NOE’ (37 ) L’esempio del diluvio che si abbatte sugli uomini, impreparati per non aver creduto alla predicazione di Noè, mette in risalto la necessità di credere e di

prepararsi al grande evento, in modo che risulti non di sciagura, ma di salvezza. NON SI ACCORSERO DI NULLA (39 ) L’elemento comune nella parusia e nel diluvio è la subitaneità. Bisogna mettere l’uomo in guardia da una falsa sicurezza, perché egli si culla facilmente, quando cade vittima di un materialismo egoista. ALLORA DUE UOMINI (40 )

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La divisione operata dal giudizio è illustrata con due esempi: uno per l’uomo e l’altro per la donna. Esteriormente non si nota nessuna differenza; ambedue gli uomini lavorano nel campo, ambedue le donne macinano alla mola. Improvvisamente essi vengono separati, un uomo e una donna “sono presi” , ossia “sono portati vicini a Dio”, rapiti sulle nubi del cielo, l’altro uomo e l’altra donna “sono lasciati”, cioè sono destinati al mondo inferiore, nell’interno della terra. I

primi sono salvi, gli altri sono persi. L’essere presi o lasciati indica nello stesso tempo l’intervento di Dio e la responsabilità umana. Siamo noi che ci mettiamo da

una parte o dall’altra e questo accade per la nostra accoglienza o il nostro rifiuto di Dio e di Gesù nella nostra vita e nella storia dell’umanità. VEGLIATE DUNQUE ( 42 ) L’incertezza circa il momento del ritorno di Cristo esige vigilanza. Di fronte ad un evento futuro di carattere decisivo per il destino dell’uomo, ma avvolto nell’assoluta imprevedibilità ( non sapete in quale giorno ) non si può vivere il presente nella spensieratezza e nell’incoscienza. L’invito alla vigilanza include anche quello di “camminare”, di andare verso “Colui che viene”, in vista di un incontro reciproco, nel quale la sorpresa sarà accompagnata dalla gioia. SE IL PADRONE DI CASA ( 43 ) L’immagine del ladro, con cui è presentata la venuta del Signore, ricorre anche altrove nella Bibbia ( 1Ts 5, 2-4; 2Pt 2, 10 ). Il ladro non manda certo a dire quando verrà a rubare; ma se il padrone sapesse dell’arrivo del ladro starebbe all’erta e non si lascerebbe scassinare la casa (il termine greco diosussein significa scavare

attraverso, fare un buco nei muri di fango ).

SIATE PRONTI (44 ) Il motivo della vigilanza si tramuta in quello della preparazione. Così il

cristiano deve essere sempre pronto a rendere conto del proprio operato. Che cosa

voglia dire vegliare ed essere pronti sarà detto nelle parabole seguenti del servo posto a capo delle servitù ( 24, 45-51 ) , delle vergini ( 25, 1-13 ), dei talenti ( 25, 14-

30 ). NELL’ORA ( 44 ) L’”ora” della venuta del Figlio dell’uomo richiama gli “ultimi tempi”, iniziati con la risurrezione di Cristo. Tempi di grazia da vivere nella vigilanza,

essendo sempre pronti all’incontro finale.

MEDITAZIONE ( = meditare con attenzione e ascoltare con amore)

LE DUE VENUTE Noi annunziamo che Cristo verrà. Infatti non è unica la sua venuta, ma ve n'è una seconda, la quale sarà molto più gloriosa della precedente. La prima, infatti, ebbe il sigillo della sofferenza, l'altra porterà una corona di divina regalità….. Una prima volta è venuto in modo

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oscuro e silenzioso, come la pioggia sul vello. Una seconda volta verrà nel futuro in splendore e chiarezza davanti agli occhi di tutti……Il profeta Malachia preannunzia le due venute del Signore: «E subito entrerà nel suo tempio il Signore che voi cercate» (Ml 3, 1). Ecco la prima

venuta. E poi riguardo alla seconda egli dice: «Ecco l'angelo dell'alleanza, che voi sospirate, ecco viene... Chi sopporterà il giorno della sua venuta? Chi resisterà al suo apparire? Egli è come il fuoco del fonditore e come la lisciva dei lavandai. Siederà per fondere e purificare» (Ml 3, 1-3) …..Anche Paolo parla di queste due venute scrivendo a Tito in questi termini: «E' apparsa la grazia di Dio, apportatrice di salvezza per tutti gli uomini, che ci insegna a rinnegare l'empietà e i desideri mondani e a vivere con sobrietà, giustizia e pietà in questo mondo, nell'attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo» (Tt 2, 11-13). Vedi come ha parlato della prima venuta ringraziandone Dio? Della seconda invece fa capire che è quella che aspettiamo. Questa è dunque la fede che noi proclamiamo: credere in Cristo che è salito al cielo e siede alla destra del Padre. Egli verrà nella gloria a giudicare i vivi e i morti. E il suo regno non avrà fine. Verrà dunque, verrà il Signore nostro Gesù Cristo dai cieli; verrà nella gloria alla fine del mondo creato, nell'ultimo giorno. Vi sarà allora la fine di questo mondo, e la nascita di un mondo nuovo. (Dalle «Catechesi» di san Cirillo di Gerusalemme, vescovo)

INCERTEZZA DELLA FINE "Riflettete bene: Se il padrone di casa sapesse in quale ora della notte il ladro debba venire,

veglierebbe certamente e non lascerebbe spogliare la sua casa. Quindi voi state preparati,

perché il Figlio dell`uomo verrà in quell`ora che meno pensate" (Mt 24,43-44). Non rivela quel giorno perché siano vigilanti e sempre pronti, e dichiara che in quell`ora che meno pensano allora egli verrà, perché siano sempre preparati alla battaglia e costantemente dediti alla virtù. Le sue parole in definitiva vogliono dire questo: se gli uomini conoscessero il momento della loro morte, si preparerebbero con grande impegno e con ogni cura per quell`ora. Ma allo scopo di non limitare il loro fervore a quel giorno, non rivela né il giorno del giudizio universale, né il giorno del giudizio particolare volendo che essi siano costantemente in attesa e sempre fervorosi: ecco il motivo per cui lascia nell`incertezza la fine di ciascun uomo... Mi pare inoltre che intenda scuotere e confondere i pigri, che non hanno per la loro anima tutto quell`impegno che manifestano invece per le loro ricchezze quelli che temono l`assalto dei ladri. Costoro, quando suppongono la visita dei ladri, stanno in guardia per impedire che sia sottratto alcunché dalla casa. Voi al contrario - sembra dire Cristo - benché sappiate che il vostro Signore verrà sicuramente, non vigilate né state pronti per evitare di essere portati via da questo mondo impreparati. Quel giorno, pertanto, verrà a rovina di coloro che dormono. Se infatti il padrone sapesse il momento del furto, lo impedirebbe; cosí anche voi, se foste pronti, evitereste di essere colti di sorpresa. (Giovanni Crisostomo, in

Matth. 77, 2 s.).

ESSER PRONTI ALL’INCONTRO "Tieniti pronto all`incontro col Signore, o Israele, poiché egli viene" (Am 4,12). E anche voi, fratelli, tenetevi pronti, perché "il Figlio dell`uomo verrà nell`ora che non

pensate" (Lc 12,40). Nulla è piú certo che egli verrà, ma nulla piú incerto

di quando egli verrà……Com`è bello, fratelli, e quale beatitudine, non solo rimanere sicuri di fronte alla morte, ma altresì trionfare con gloria per la testimonianza della coscienza; ...aprire con gioia al Giudice che viene e che bussa alla porta………Pertanto "tieniti pronto", o vero "Israele, per l`incontro col Signore", affinché non solo quando viene e bussa tu gli apra, ma quando ancora è lontano tu

gli vada incontro allegramente e col cuore pieno di gioia, e avendo fiducia per il giorno del giudizio, tu preghi con tutta l`anima che venga il suo regno. Se dunque in quel momento vuoi essere trovato pronto, "prima del giudizio preparati la giustizia" (Sir 18,19) secondo il consiglio del Saggio; sii pronto a compiere ogni opera buona e non meno pronto a sopportare qualsiasi male... Tu dunque "vieni incontro a me" (Sal 58,5-6), che ti vengo incontro; poiché io non posso elevarmi alla tua altezza, se tu chinandoti "all`opera delle tue mani non mi porgi la destra" (Gb 14,15). "Vienimi

incontro e vedi se c`è via di menzogna in me" (Sal 58,6; 138,24); e se trovi in me una "via di menzogna" che io ignoro, "allontanala" e avendo misericordia di me, con la

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tua legge guidami sulla via eterna (cf.Sal 138,24) cioè Cristo, che è la via per la quale si va e l`eternità alla quale si perviene, la via immacolata, la beata dimora. (Guerric

d`Igny, III serm. 1-2)

VIGILATE Dio viene: nella nostra esistenza quotidiana s’inserisce un avvenimento sconvolgente, che butta all’aria tutte le nostre sicurezze, i nostri progetti. All’improvviso egli cammina accanto a noi, e fa parte della nostra storia: lo riconosce presente chi tiene gli occhi aperti, chi aspetta e prepara un mondo nuovo. L’annuncio profetico (prima

lettura) parte da una realtà piuttosto deludente: un piccolo popolo senza importanza per nessuno sarà il centro religioso e spirituale di tutti i popoli finalmente in pace. Questo non può che essere opera di Dio, divenuto lui stesso ispiratore, norma e termine del cammino dell’umanità. E solo allo sguardo della fede è possibile scorgere il disegno che si va formando all’interno di avvenimenti banali, oscuri, poco significativi; un disegno che Dio rivela come una sua proposta per la crescita e il bene dei suoi figli, una realizzazione di cui non è dato sapere l’ora del compimento, ma che certo l’avrà un giorno. ( Mess. LDC )

ASPETTARE CRISTO

I ritmi della vita attuale sempre più convulsi, gli ingranaggi di un sistema che mira a pianificare ogni momento, anche il più privato, dell’uomo riducono sempre più il margine dell’imprevisto: tutto deve essere «computerizzato», classificato, neutralizzato, assicurato. Ma per il cristiano Cristo continua ad essere un avvenimento sconvolgente: quando irrompe nella sua vita impone un radicale cambiamento che spezza e trasforma la «routine» quotidiana. Cristo non può essere programmato: deve essere atteso, lasciando che nella nostra vita ci sia uno spazio anche per la sua presenza. La vigilanza cristiana permette di leggere in profondità i fatti per scoprirvi la «venuta» del Signore. Esige un cuore sufficientemente missionario per vedere, negli incontri con gli altri, tale venuta.

SIGNORE DI PACE Il Signore non viene nel rumore, il Signore non trova posto nella frenesia e nello stordimento. E’ venuto nella pace e per la pace. E’ una parola questa così usata da diventare banale: è chiamato «pace» un equilibrio di paura; si parla di pace in una società intessuta di violenza e di oppressione dell’uomo sull’uomo. Si dissolve oggi anche la pace più semplice, quella della famiglia. Solo Cristo può riunire gli uomini dispersi dall’egoismo e fare di tutti un unico popolo pacifico in cammino verso il monte del suo Tempio. L’ora di Dio giunge a noi perché ogni istante della nostra vita contiene l’eternità di Dio. Non bisogna basarsi unicamente sulla saggezza umana, e neppure aspettarsi un intervento massiccio da parte di Dio. E’ al presente che viene donata la salvezza. Ogni scelta che si fa nel presente fra la luce e le tenebre è un segno della venuta del Figlio dell’uomo. L’assemblea eucaristica è la Chiesa in stato di attesa e di vigilanza, che impara a leggere, nell’«oggi» della propria storia, la venuta del Signore come momento di salvezza. (Messale LDC )

ATTENDERE CON SAPIENZA

La venuta del Signore è una realtà che non posiamo programmare: sappiamo che verrà, ma non quando e come. E’ una venuta che giudica. In realtà non è un giudizio esterno. Siamo noi che poniamo gli elementi del giudizio: Dio riconosce, ratifica e rende eterne le nostre

scelte. La conseguenza è evidente: non si può vivere il presente nella spensieratezza, nell’incoscienza, nel l’indifferenza, nel disinteresse ( Giovanni Nervo ) . C’è chi vive come se Gesù non fosse mai venuto: procede a testa bassa, tutto preso della preoccupazioni materiali, dall’egoismo, dal tornaconto….. Altri hanno attese non proprio così basse ed egoistiche; vedono tante cose nella società che non vanno e vorrebbero raddrizzarle, ma i loro orizzonti sono ancora limitati, spaziano solo dai tetti in giù…. Altre persone sono vigilanti e con inquietudini spirituali, si interrogano sul senso della vita, ma non trovano risposta.. Altre

ancora vivono nell’attesa che ci propone il Vangelo…. E noi come attendiamo la venuta del Signore? ( Enzo Bianco )

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ATTESA VIGILANTE

Tutto il brano evangelico odierno è un’esortazione alla vigilanza. Vigilanza non è

semplicemente “stare attenti”, ma in Matteo equivale a “mettere in pratica” la parola di Gesù. Vigilare non è l’agitazione o la paura della morte, non è la febbrile e disordinata attesa del futuro, ma la quieta e tranquilla speranza di chi lavora giorno dopo giorno con fedeltà al Vangelo. (A.Bonora )

Molta gente della nostra generazione non ha nulla da invidiare per la leggerezza e la sconcertante dissolutezza, alla generazione del diluvio. Non è detto che la giustizia divina si eserciti solo nell’aldilà. IL VT e la storia sono molto eloquenti al riguardo. Il cristiano ascolterà l’ammonimento di Cristo di vivere vigilante e preparato. Ciò sarà la sua arca di salvezza come lo fu quella di Noè per lui e per i suoi. (Vincenzo Raffa )

L’uomo dal cuore sveglio e attento si qualifica per un’attesa colmata dalla preghiera e dalla santità di vita, quasi a voler affrettare la venuta del suo Signore e del regno di Dio, che è "pace, giustizia e gioia nello Spirito"” ( Rm 14, 17 ). TRIPLICE VENUTA DEL SIGNORE

Siamo a conoscenza di una triplice venuta del Signore. Infatti una terza venuta di pone in mezzo alle altre due. Le altre due sono note, ma non questa. Nella prima venuta il Verbo fu visto sulla terra e parlò con gli uomini, quando, come gli attesta, lo videro e lo odiarono. Nell’altra invece, “tutti gli uomini vedranno la salvezza del nostro Dio” e “vedranno Colui che hanno trafitto”. La venuta intermedia è nascosta. E in questa i soli eletti vedono Lui in se stessi e le loro anime ottengono la salvezza. Nella prima dunque venne nella carne e nella miseria, in questa intermedia viene in spirito e virtù, nell’ultima verrà nella gloria. Perciò questa venuta intermedia è una specie di via per mezzo della quale dalla prima si perviene all’ultima. Nella prima Cristo fu nostra redenzione, nell’ultima sarà la nostra vita, in questa è nostro riposo e consolazione. (San Bernardo )

ATTESA NELLA SPERANZA Il Signore Gesù tornerà presto solo se lo aspettiamo con speranza viva. La parusia deve essere fatta esplodere dall’accumularsi dei desideri. E noi cristiani, chiamati a mantenere sempre viva sulla terra la fiamma dei desideri, che cosa abbiamo fatto dell’attesa ?... Abbiamo lasciato che il fuoco si spegnesse a poco a poco nei nostri occhi stanchi..... Quanti tra noi esultano davvero in fondo al cuore, alla folle speranza di un rifacimento totale della nostra terra ? Quanti sono quelli che navigano, nel fitto della nostra notte, protesi verso le prime luci di un oriente reale ? Quale è il cristiano in cui la nostalgia impaziente del Cristo giunge, non diciamo a sommergere ( come dovrebbe ), ma almeno a equilibrare le preoccupazioni dell’amore o degli interessi umani ? Continuiamo a dire che vegliamo nell’attesa del Signore. Ma in verità, se vogliamo essere sinceri, saremo costretti ad ammettere che non attendiamo più niente. E’ assolutamente necessario ravvivare la fiamma. Dobbiamo ad ogni costo, rinnovare in noi stessi il desiderio e l’attesa del grande avvenimento. (Teillard de Chardin )

SPERANZA L’ Avvento si caratterizza in modo tutto speciale come simbolo di attesa fiduciosa, come segno di aspirazioni, di desideri, in una parola, di speranza. Esprime l’atteggiamento ottimistico fondamentale di chi ha assimilato e vive l’idea cristiana. Esso riflette lo stato del credente, che ha l’occhio del cuore fisso al futuro, mentre però cerca di vivere intensamente il presente. Per lui l’avvenire ultimo è l’evento più grandioso e bello che si possa immaginare. Lo guarda senza posa, lo accarezza con interesse e lo contempla con la certezza di poterlo e doverlo possedere. Lo considera un fatto tutto suo e come la stella che segna la sua rotta. Ma questa prospettiva gli è possibile perché guarda l’avvenire ultimo con l’ottica infallibile della rivelazione. ( V. Raffa )

VIGILANZA Chi spera è essenzialmente uno che aspetta : e cioè, se spera nella venuta del Signore deve aspettarla. Questo chiama in causa una fondamentale esigenza evangelica, quella della vigilanza. Essa si impone per il carattere assolutamente imprevedibile dell’ultimo ritorno, che sarà quello decisivo. Questo nel Vangelo è paragonato a quello di un ladro, o di un padrone che

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rientra nella notte senza preavviso. Bisogna stare all’erta. La vigilanza è un atteggiamento di attenzione impegnata, che si concretizza in una triplice consegna : vegliate, pregate, siete sobri. Il Signore ci vuole anzitutto desti e alacri. Il sonno è caratteristico della notte. Il cristiano è un figlio della luce : non può dormire come gli altri, svigorire cioè il fervore degli inizi ( 1 Tess 5,

1-7 ) . La sua preghiera è come una lampada accesa : fede e amore che non illanguidiscono. Si stacca poi da tutti gli “eccessi” notturni, cioè dai piaceri e dai beni terrestri ( Lc 21, 34). Tutta la vita è posta sotto il segno dell’attesa : è messa in tensione, protesa sempre verso il meglio, verso un mondo che sta maturando e un giorno sboccerà. Non si installa perciò in questo mondo. E neppure riesce ad accontentarsi della salvezza ancora incompleta. (“siamo stati

salvati nella speranza” ( Rm 8, 24 ) che già gli è offerta da Dio. La accoglie con riconoscenza, ma solo come una “caparra”, un germe che è orientato verso la pienezza del futuro. ( M.

Magrassi )

SPADE IN FALCI La storia sembra dar ragione al proverbio : “la guerra è la madre di tutte le cose”. Si sarebbe tentati di credere a una “necessità naturale “ della guerra. Isaia invece presenta una sua utopia costruttiva ( 1 lettura) : “ un popolo non alzerà più la spada contro un altro popolo”, e indica la strada per la pace : le singole azioni per la pace devono cominciare e proseguire eseguendo gli insegnamenti della parola di Dio. Perché essa venga non occorre che sparisca la molteplicità dei popoli, ma si richiede il ritorno di tutti al bene, ossia a Dio. (Erich Zenner ) Bisogna dire senza frasi smorzate, che pace, giustizia e salvaguardia del creato sono il compito primordiale della comunità cristiana. Che attingere a piene mani alla riserva utopica del Vangelo è l’unico realismo che oggi ci venga consentito. Che osare la pace per fede, sfidando il buon senso della carne e del sangue, è la prova del nove sul credito che dobbiamo esprimere a favore della parola del Signore. Che la non violenza attiva deve divenire criterio irrinunciabile che regola tutti i rapporti personali e comunitari. La prima lettura non tollera interpretazioni di comodo. Se noi cristiani permetteremo l’ingrandirsi degli arsenali delle spade e delle lance a danno dei depositi dei vomeri e delle falci, non risponderemo alle attese di Dio. ( Antonio Bello)

AVVENTO Avvento è attesa di ciò che hanno preannunciato i patriarchi, i profeti, tutto Israele e che inconsciamente hanno desiderato i pagani e i non credenti : una realtà diversa e migliore. E’ uno spiraglio aperto sul panorama del progetto di Dio. E’ lieta e amorosa speranza di un mondo più giusto, più sano, più nobile, tutto fondato sulla pace, fatto di amore, di convivenza, di rispetto reciproco, di fraternità.Non è sogno o utopia, ma certezza, proveniente dalla fede, che con Gesù è iniziato il Regno, che appare in modo meraviglioso in Maria, in parte già ora è presente e si realizzerà in pienezza per tutti i figli di Dio alla fine dei tempi. Avvento è in primo luogo attesa di tutte le venute di Gesù Salvatore, artefice del Regno : della prima a Natale, dell’ultima alla fine dei tempi e della venuta continua nella nostra vita, col Padre e lo Spirito Santo.

PREGHIERA (=pregare la parola)

• Tu vieni oggi, Signore, come sei venuto, e vieni domani, come ai tempi di Noè, come ai tempi che verranno, noi viviamo del tempo del Cristo che viene. Come ai

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tempi di Noè noi non ci accorgiamo di nulla, travolti come siamo dalle cose effimere. C’è buio in noi e attorno a noi, c’è un correre frenetico, un affanno senza sosta, un fuggire nel senso opposto da te. Non siamo capaci di fermare la nostra pazza corsa, o Cristo che vieni, cuore del mondo, nostra sosta e riposo. ( Suore carmelitane scalze ) • Dio, Padre misericordioso, che per riunire i popoli nel tuo Regno hai inviato il tuo Figlio unigenito, maestro di verità e fonte di riconciliazione, risveglia in noi uno spirito vigilante, perché camminiamo sulle tuevie di libertà e di amore fino a contemplarti nell’eterna gloria. (Colletta 1 Avvento A )

• Le cose passano, tu solo resti, Signore, perché tu solo sei colui che ad ogni istante vieni. Signore, aumenta la nostra fede in te che vieni, perché solo credendo potremo attenderti nel silenzio e nella calma, con la forza paziente di chi sa che la sua speranza non sarà delusa. (Suore carmelitane scalze)

• Rafforza, Signore, la nostra vigilanza nell’attesa del tuo Figlio, perché, illuminati dalla tua parola di salvezza, andiamo incontro a lui, con la lampada accesa. • Il tuo aiuto, o Padre, ci renda perseveranti nel bene, in attesa del Cristo tuo Figlio; quando verrà e busserà alla porta, ci trovi vigilanti nella preghiera, operosi nella carità fraterna, ed esultanti nella lode. • O Dio nostro Padre, suscita in noi la volontà di andare incontro con le buone opere al tuo Cristo che viene, perché egli ci chiami accanto a sé nella gloria per possedere il regno dei cieli. • Ci preceda e ci accompagni sempre la tua grazia, o Dio onnipotente; la venuta del tuo unico Figlio, che attendiamo con intenso desiderio, ci ottenga la salvezza per la vita presente e per la futura. (Dalla liturgia )

• Abbiamo conosciuto diluvio di fuoco e di sangue, ma non abbiamo imparato nulla, Signore. E più ora destini segnati e imprevedibili ci attraversano: Signore, sola certezza dell’universo, liberaci dalla false sicurezze e questa nostra incoscienza non

ci accechi fino all’ultimo giorno. ( David Maria Turoldo )

• Vergine santa, prega Dio per noi, perché ci conceda di perseverare, ci dia la forza di sopportare, perché ci consoli la pace e cresca l’amore; affinché quando verrà il giorno della calamità e della tristezza ti degni di presentarci al tuo Figlio, che solo è Dio. (Eleuterio di Tournai)

CONTEMPLAZIONE (=silenziosa accoglienza della Parola di Dio)

AZIONE (=assunzione di impegni concreti) Il Signore attende l’uomo per salvarlo. Attendiamo la sua venuta con vigilanza e

speranza.

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Il Signore viene! 1 Domenica di avvento

Anno B

Inizia l’Avvento, che ci prepara al Natale. Siamo invitati a tenerci

pronti a tutte le venute del Signore, che è giunto a Betlemme, verrà alla fine dei tempi e viene continuamente, e a prepararci con

lo stile di Maria, maestra dell'attesa del Signore.

“State attenti,

vegliate”

LETTURA (leggere con intelligenza e comprendere con sapienza)

PRIMA LETTURA ISAIA 63, 16 -17. 19; 64, 1-7

“Se tu squarciassi i cieli e scendessi”. E’ il grido di Israele in un momento di difficoltà e di

tutti coloro che fanno l’esperienza del “silenzio di Dio”. Tu, Signore, sei nostro Padre, da sempre ti chiami nostro redentore. Perché, Signore, ci lasci vagare lontano dalle tue vie e lasci indurire il nostro cuore, così che non ti tema? Ritorna per amore dei tuoi servi, per amore delle tribù, tua eredità. Se tu squarciassi i cieli e scendessi! Davanti a te sussulterebbero i monti. Quando tu compivi cose terribili che non attendevamo, tu scendesti e davanti a te sussultarono i monti. Mai si udì parlare da tempi lontani, orecchio non ha sentito, occhio non ha visto che un Dio, fuori di te, abbia fatto tanto per chi confida in lui. Tu vai incontro a quelli che praticano con gioia la giustizia e si ricordano delle tue vie. Ecco, tu sei adirato perché abbiamo peccato contro di te da lungo tempo e siamo stati ribelli. Siamo divenuti tutti come una cosa impura e come panno immondo sono tutti i nostri atti di giustizia; tutti siamo avvizziti come foglie, le nostre iniquità ci hanno portato via come il vento. Nessuno invocava il tuo nome, nessuno si risvegliava per stringersi a te; perché tu avevi nascosto da noi il tuo volto, ci avevi messo in balìa della nostra iniquità. Ma, Signore, tu sei nostro padre; noi siamo argilla e tu colui che ci plasma, tutti noi siamo opera delle tue mani.

SALMO RESPONSORIALE SALMO 79 Invocazione a Dio, guida sicura e potente, perché ci salvi e impegno a non allontanarci da

Lui.

Rit. Signore, fa splendere il tuo volto e noi saremo salvi.

Tu, pastore d'Israele, ascolta, seduto sui cherubini risplendi.

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Risveglia la tua potenza e vieni a salvarci. Dio degli eserciti, ritorna! Guarda dal cielo e vedi e visita questa vigna, proteggi quello che la tua destra ha piantato, il figlio dell’uomo che per te hai reso forte.

Sia la tua mano sull’uomo della tua destra, sul figlio dell’uomo che per te hai reso forte. Da te mai più ci allontaneremo, facci rivivere e noi invocheremo il tuo nome. SECONDA LETTURA 1 CORINZI 1, 3-9

Ringraziamento per tutti i doni elargiti da Dio nel suo Figlio, fiducia nella fedeltà del

Signore e attesa vigile della seconda venuta di Gesù nella gloria.

Fratelli, grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo! Rendo grazie continuamente al mio Dio per voi, a motivo della grazia di Dio che vi è stata data in Cristo Gesù, perché in lui siete stati arricchiti di tutti i doni, quelli della parola e quelli della conoscenza. La testimonianza di Cristo si è stabilita tra voi così saldamente, che non manca più alcun carisma a voi, che aspettate la manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo. Egli vi renderà saldi sino alla fine, irreprensibili nel giorno del Signore nostro Gesù Cristo. Degno di fede è Dio, dal quale siete stati chiamati alla comunione con il Figlio suo Gesù Cristo, Signore nostro! VANGELO MARCO 13, 33-37

La venuta del Signore sarà imprevista, ma certa. “ State attenti, vegliate” è la

raccomandazione che ci riguarda tutti.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. È come un uomo che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare. Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati. Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!».

MEDITAZIONE ( = meditare con attenzione e ascoltare con amore)

IL DESIDERIO DI ESSERE SALVATI L’attesa del Signore assume, per ogni uomo, la caratteristica del desiderio di essere salvati. Ma questo desiderio suppone il riconoscimento della propria condizione di peccato: " Siamo divenuti tutti come una cosa impura e come un panno immondo sono tutti i nostri atti di giustizia: tutti siamo avvizziti come foglie" ( Is 64, 5 ). La radice del peccato è l'abbandono della ricerca di Dio: "Nessuno invocava il tuo nome, nessuno si riscuoteva per stringersi a te " (Is 64, 6 ). La confessione dei peccati è il primo passo per intraprendere il cammino incontro al Signore: " Abbiamo peccato contro di te da lungo tempo e siamo stati ribelli" (Is 64, 4 ). Non si tratta di una confessione dei peccati che chiuda in se stessi, ma di un anelito che si fonda sulla misericordia di Dio, che non dimentica le sue creature. L'avvento è il tempo di desiderare la salvezza. Ma i nostri desideri di salvezza se non sono radicati nella coscienza dell'iniziativa di Dio salvatore, non sono che velleità irrisorie e sogni che presto svaniscono. Non ci prepariamo all'incontro finale col Signore soltanto parlando molto e forse anche bene, ma confidando nella potenza ed efficacia della sua azione salvifica. Il desiderio di essere salvati è autentico e valido se è anche consapevole che soltanto Dio può salvarci. Significaattenderesoltanto da Dio la salvezza. (Antonio Bonora )

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VEGLIARE NELLA NOTTE Il padrone del Vangelo viene all’incontro con i suoi servi, mentre essi sono intenti al loro servizio, in un tempo che è “notte”. La condizione cristiana è come un vivere nella “notte”, in un mondo sottoposto al potere del maligno, e in una vita soggetta alla notte del peccato, cioè al “maligno”; e nella notte “quelli che dormono sono addormentati” e “quelli che si ubriacano sono ubriachi” ( 1 Ts 5-7) . Ma il cristiano non è figlio delle tenebre e della notte. Il cristiano commette il peccato, ma non è figlio del peccato; il peccato non è la sua ultima realtà, perché Cristo gli ha "ottenuto la redenzione, la remissione dei peccati" ( Ef 1, 7 ). E' costretto a vivere in questo mondo, " in mezzo ad una generazione perversa e degenere" ( Fil

2, 15 ) , ma non vive secondo la mentalità di un tale mondo. Deve vigilare continuamente per non farsi ingoiare dalla notte del mondo, contrario a Dio, e dalla notte del peccato, a non farsi scompigliare, assorbire dalle "preoccupazioni.. dai piaceri della vita", a non "farsi

scassinare la casa", a non farsi cogliere di sorpresa, quando il Signore all'improvviso viene. (Masini ) VIGILARE IN UNA NOTTE DI PREGHIERA E DI SPERANZA Il cristiano autentico vive nella “notte avanzata”, in un mondo che si avvicina al giorno. E' in una " notte” che è il raccoglimento della preghiera, della contemplazione. Da questa notte orante si eleva la sua preghiera al Signore che squarci i cieli e scenda, che risvegli la sua potenza, che faccia risplendere il suo volto e ci salvi. E in una notte di questo genere la vigilanza è vedere , attraverso i chiaroscuri, la venuta del Signore, udire nel silenzio più profondo il canto della speranza e della vita. Vigilare è tenersi desti per raccogliere Colui

che viene, sentire quasi i suoi passi, per anticipare l’abbraccio e stringersi a Lui, quando il suo volto si affaccia e non si tiene più nascosto. (Bruno Secondin )

ANELITO UMANO E AVVENTO Tutte le filosofie del pessimismo, della disperazione, dell’angoscia, del nulla , del relativismo non potranno mai soffocare la ricerca ansiosa dell’uomo alla felicità, alla vita, alla salvezza, al conseguimento di un destino pari alla sua dignità. “L’istinto del cuore lo fa giudicare rettamente quando aborrisce e respinge l’idea di una totale rovina e di un annientamento istintivo della sua persona. Il germe dell’eternità che porta in sé, irriducibile com’è alla sola materia, insorge contro la morte”. ( GS 18 ). L’umanità ha l’anelito a un destino di grandezza e di gioia. E’ un’ansia che viene raccolta dalla Chiesa e sensibilizzata nella liturgia. Tutte le formule dell’avvento esprimono questa aspirazione.

ATTESA IMPEGNATA Il cristiano: un “uomo che attende”. E’ di Newman questa originale definizione del cristiano. Ancora prima del cristiano, è l’uomo che può essere definito così: egli è essenzialmente un progetto da realizzare, e si trova proteso in avanti. Questa attesa non è evidentemente attesa passiva. Nulla al contrario è più dinamico: significa “tendere verso”.

(M. Magrassi )

PREGHIERA (pregare la parola )

O Dio, nostro Padre, nella tua fedeltà che mai viene meno ricordati di noi, opera delle tue mani, e donaci l’aiuto della tua grazia, perché attendiamo vigilanti con amore irreprensibile la gloriosa venuta del nostro redentore Gesù Cristo tuo Figlio. (Colletta 1 Avv B )

Grazie, Signore, che ci hai affidato l’universo, grazie che hai dato a ciascuno il suo compito; donaci solo di saper sempre attenderti come delle guardie notturne; donaci di essere pronti alle tue irruzioni imprevedibili e insieme di capire quando ritardi. ( D. Maria Turoldo )

CONTEMPLAZIONE CONTEMPLAZIONE CONTEMPLAZIONE CONTEMPLAZIONE (silenziosa accoglienza della parola di Dio)

AZIONE AZIONE AZIONE AZIONE ( assunzione di impegni concreti)

Attendiamo il Signore che viene, nella fede e nella pazienza.

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1 Domenica di avvento Anno B Vangelo

Marco 13, 33Marco 13, 33Marco 13, 33Marco 13, 33----37373737 Vegliare per non essere sorpresi 33 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. 34 È come un uomo che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare. 35 Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; 36 fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati. 37 Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!».

( Bibbia Cei : versione 2007)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “State attenti, vegliate, perché non sapete quando sarà il momento preciso. È come uno che è partito per un viaggio dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vigilare. Vigilate dunque, poiché non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino, perché non giunga all’improvviso, trovandovi addormentati. Quello che dico a voi, lo dico a tutti: Vegliate!”

( Bibbia Cei : versione 1971 )

LETTURA ( = leggere con intelligenza e comprendere con sapienza)

L’esortazione del brano proposto oggi dalla liturgia, si trova al termine del discorso

escatologico del secondo Vangelo ( Mc 13, 1-37 ), il più ampio tramandatoci da Marco. Si tratta di un discorso ben articolato (introduzione ( 1-4); annunzi e ammonimenti (5-23 )

; venuta del Figlio dell’uomo ( 24, 27 ); annunzio e ammonimenti (28-37). Il passo 33-37 è un invito alla vigilanza.

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NEPPURE IL FIGLIO ( 32 ) La pericope evangelica ha inizio dopo il versetto 32, che leggeremo nel brano della 33 domenica durante l’anno B (Mc 13, 24-32 ) e che dice: “ Quanto poi a quel

giorno e a quell’ora, nessuno lo conosce, neanche gli angeli del cielo e neppure il Figlio, ma solo il Padre” . L’asserzione “ neppure il Figlio” sembrerebbe sminuire la perfezione della conoscenza di Gesù, in cui invece San Paolo asserisce che “abitano tutti

i tesori della sapienza e della scienza” (Col 2, 3). La difficoltà deve esserci sempre stata se Luca omette tutto il versetto e molti copisti tralasciano l’inciso nel testo parallelo di Matteo 24, 36. Il versetto, che è certamente genuino, è stato sempre oggetto di vivaci discussioni, specialmente a partire dalla polemica ariana. In esso Gesù si presenta come Figlio superiore agli angeli, e dice di non conoscere “quel giorno e

quell’ora”. Questa “ non conoscenza è stata spiegata in vari modi. Agostino asseriva che Gesù intende dire che non era suo compito annunziare il giorno e l'ora. Alcuni protestanti pensano la non conoscenza faccia parte delle kenosis o annientamento cui il Figlio di Dio, secondo Filippesi 2, 5-8, ha voluto sottomettersi. Ma probabilmente il vero senso è da ricercarsi nel significato semitico del verbo “conoscere”. Non si tratterrebbe di sapere speculativo , ma di un prendere l’iniziativa, di disporre di quel giorno: secondo questo significato Gesù intenderebbe dire che le decisioni riguardanti il Regno

di Dio sono riservate al Padre. STATE ATTENTI (33 ) “State attenti” è il ritornello di tutto il discorso ( Mc 13, 5.9.23.35); qui è ripetuto come conseguenza immediata del detto precedente e come titolo della similitudine che segue. Questo avvertimento rispecchia un insegnamento presente nella prima predicazione cristiana. Lo troviamo al termine della parabola delle 10 vergini ( Mt 25, 13 ), nella scena dell’Orto ( Mc 14, 38 ) , in Ef 6, 14. 18, in 1Ts 5, 1-11, in Rm 13, 11-14, ecc.. E’ COME UNO (34 ) L’esempio proposto richiama le parabole dei talenti ( Mt 25, 14-30 ), delle mine (Lc 19, 12-27 ), del padrone partito per le nozze ( Lc 12, 35-40 ), del servo fedele ( Mt 24,

45-51; Lc 12, 42-46 ) LA PROPRIA CASA ( 34 ) Questa casa, come la “casa d’Israele” rappresenta la comunità dei discepoli. I servi hanno “ciascuno il suo compito” , ma viene sottolineata la necessità di impegnarsi ma quella di essere vigilanti, espressamente affidata al portinaio. E’ difficile sapere quale era l’intenzione dell’evangelista circa questo personaggio, che solo Marco menziona, incaricato di vegliare a nome della comunità. VEGLIATE.. NON SAPETE (35 ) L’invito è a vegliare continuamente nell’arco della nottata e fino all’alba, periodo di tempo in cui è previsto il ritorno del padrone. La notte non è suddivisa secondo l’uso palestinese in tre veglie, ma secondo l’uso dell’esercito romano, che la divideva in quattro turni di guardia. ALL’IMPROVVISO… ADDORMENTATI (36 ) Il versetto ricorda il tema della venuta del Signore come un ladro ( Mt 24, 42-

43; 1 Ts 5, 2; 2 Pt3, 10 ). E’ da notare che Dio non cerca di cogliere i suoi di sorpresa. Il venire all’improvviso dipende dal fatto che troppo spesso gli uomini non l’attendono, si occupano di tutto, eccetto che di vegliare. LO DICO A TUTTI (37 ) Questa conclusione ci riporta al 13, 3-4 in cui Gesù era stato interrogato dai quattro discepoli a lui più vicini. Gesù estende la rivelazione fatta ai discepoli a tutti

coloro cui essi la proclameranno. L’invito a vegliare è rivolto a tutti i cristiani.

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MEDITAZIONE ( = meditare con attenzione e ascoltare con amore)

PADRONE VA INCONTRO

Il “ padrone” ( Kyrios = padrone e Signore ) viene incontro ai suoi servi, mentre essi sono intenti al loro servizio in un tempo che è notte. Secondo la mitologia dei Greci la “Notte” è figlia del “Caos”; secondo il comune immaginario popolare, lo spazio notturno è popolato di fantasie e di fantasmi; secondo la mentalità degli ebrei, è tempo di dubbio e di tentazione, di angustia e tenebre e oscurità desolante ( Is 8,22 ). Sullo sfondo di questo immaginario, il NT presenta la condizione cristiana come un vivere nella

“notte”: il presente è il “mondo delle tenebre” ( (Ef 6, 12 ), sottoposto al “potere delle tenebre” ( Col 1, 13 ), cioè al “maligno”; e nella notte “quelli che dormono sono addormenti” e “quelli che si ubriacano sono ubriachi”. (1 Ts 5-7) ( Mario Masini )

VEGLIARE Nella “notte” il cristiano è invitato a “vegliare”. Il comando di “vegliare” viene motivato così: “ Non sapete quale sarà il momento preciso” ( Mc 13, 33 ) del ritorno del vostro Signore. Queste parole sembrano legare la necessità della vigilanza all’ignoranza del tempo nel quale il Signore verrà. In verità sono finalizzate a motivare la necessità di una vigilanza continua, ininterrotta, instancabile. Dice l’Apocalisse: “ Se non sarai vigilante, verrà a te come un ladro” ( Ap 3, 3 ); la venuta del Signore è furtiva soltanto per chi non è vigilante. Invece per i servi che si mantengono “svegli”, il Signore non

arriva inatteso, perché essi lo spettano sempre “pronti ad aprirgli la porta appena

arriva e bussa”. Tali servi sono dichiarati “beati” ( Lc 12,35-37), proprio perché sono “svegli” e “pronti”. Questa lettura del “vegliare” viene completata dall’esortazione di Gesù di non lasciarsi scompigliare o assorbire “dalle preoccupazioni”, “dai piaceri della vita” ( Lc 8, 14 ). Dunque “vigilate”: se il vostro “vegliare” non sarà guastato da quei “ladri”, non sarà certo Cristo ad essere “ladro” per voi. (Mario Masini )

LA NOTTE C’è nella notte anche un senso positivo e fecondo. Possiamo dire anzitutto che la “notte” è il tempo privilegiato del compiersi dei grandi prodigi salvifici. E’ “verso la metà della notte” che avviene la liberazione pasquale ( Es 12, 12-29; 11,4 ); è al declinare della notte che risorge il Signore vincitore (Mt 28, 9 ); è nel pieno della notte che verrà il Cristo sposo (Mt 25, 6 ). Il salmista ama pregare: “Le tenebre non sono tenebra dinanzi

a te, e la notte è luminosa come il giorno (Sl 139, 12 ). Per questo a non pochi spirituali piace parlare della “notte” come del tempo della preghiera più intensa e feconda, della

contemplazione della divinità eterna che resta misteriosa. Quale “sorella portinaia della speranza “ ( Peguy ) la notte chiama in causa la vigilanza. E non solo contro i deviamenti e le sorprese sgradite (i ladri ), ma anche a favore della misteriosa venuta di

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colui che attendiamo. “ Vigilare” nel senso biblico e come “vedere attraverso” i chiaroscuri l’arrivo del padrone, udire nel silenzio più profondo il canto della speranza e della vita. “vigilare” è soprattutto tenersi desti per accogliere il “veniente”, per sentire quasi in anticipo i suoi passi, per anticipare l’abbraccio e lo “stringersi a Lui”, quando il suo volto si affaccia, e non si tiene nascosto. La “notte” è prova e sfida, ma può anche essere un passaggio epocale per la nostra generazione. La tragedia dell’olocausto”, le stragi di popolazioni inermi, il clima di violenza assurda e l’efferatezza omicida di certe zone sono state di fatto “notti collettive”. ( B. Secondin )

PAZIENZA Una virtù particolare da coltivare nella vita e da sviluppare è la pazienza, una delle più importanti e urgenti virtù cristiane. Pazienza vuol dire attendere con fiducia, senza scomporsi, senza agitarsi e senza impaurirsi. La pazienza, però, come tutte le virtù, è

dono del Signore e noi dobbiamo invocarlo con fede, consapevoli che, nella pazienza vinceremo ogni battaglia e, al contrario, senza questa virtù la vita diventerà impossibile. Per attingere il dono della pazienza dobbiamo guardare Maria, la guida del cristiano, colei che ha preparato la nascita del Signore nel suo corpo e nel suo cuore. Maria ancora oggi prepara la chiesa alla nascita del Salvatore, offrendoci il suo esempio di

madre e di vergine che, fidando sulla parola dell’angelo, vince ogni dubbio e difficoltà. ( Cosma Francesco Ruppi ) ESSERE PRONTI Il messaggio di Gesù: vigilate, state svegli, siate pronti, è ripetuto tre volte in dieci righe. Quale significato può avere questo messaggio? Ci chiede un atteggiamento di vigile responsabilità che esclude sia il fanatismo apocalittico, sia l’alienazione mondana. Fanatismo apocalittico vuol dire l’angoscia di rivelazioni che di tanto in tanto annunziano il crollo del mondo. Alienazione mondana significa vivere immersi nelle vicende quotidiane senza mai pensare al Signore che verrà, come se non dovesse venire. La sapienza del Vangelo può tradursi in questo modo: pensare all’inizio di ogni giornata: il Signore può venire oggi, cerco di vivere come venisse oggi; al termine

della giornata pensare: il Signore può venire questa notte, mi addormento nelle sue mani. In realtà il Signore verrà o durante il giorno, o durante la notte; se viviamo in questo atteggiamento di vigile responsabilità, in quel giorno o in quella notte in cui il Signore verrà ci troverà pronti. (Giovanni Nervo )

ATTESA IMPEGNATA Non si può attendere la venuta del padrone di casa restando a braccia conserte, con le mani in mano. Il desiderio dell’incontro col Signore deve essere un’attesa operosa e dinamica, perché solo così si adempiono i desideri del Signore. Ricordiamo l’aneddoto che narra come un giorno un pio ebreo chiede al suo maestro: Che cosa faresti se sapessi che il Messia arriva fra pochi istanti?” E il saggio rabbino rispose: “continuerei a fare

quello che sto facendo” ( Antonio Bonora). Il cristiano: un uomo che attende” E’ di Newman questa originale definizione del cristiano. Ancora prima del cristiano, è l’uomo che può essere definito così: egli è essenzialmente un progetto da realizzare, e si trova proteso in avanti. Questa attesa non è evidentemente attesa passiva. Nulla al contrario è più dinamico: significa “tendere verso”. E’ una spinta e una tensione verso il futuro… In questo contesto assume tutto il

suo rilievo la speranza cristiana, protesa all’incontro definitivo col Cristo. ( Mariano

Magrassi )

LA VIGILANZA CRISTIANA "Vigilate dunque; non sapete infatti quando viene il padrone di casa, se di sera, se a

mezzanotte, se al canto del gallo, se di mattina; questo affinché, venendo all`improvviso,

non vi trovi a dormire (Mc 13,35-36). «L`uomo - che è partito per un viaggio e ha lasciato la sua casa, - non v`è dubbio che sia Cristo, il quale, ascendendo vittorioso al Padre dopo la risurrezione, ha abbandonato col suo corpo la Chiesa, che tuttavia mai è abbandonata dalla sua divina presenza poiché egli rimane in lei per tutti i giorni fino alla fine dei secoli. Il luogo proprio della carne è infatti la terra, ed essa viene guidata

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come in un paese straniero quando è condotta e alloggiata in cielo dal nostro Redentore» (cf. Mt 28,20). Egli ha dato ai suoi servi l`autorità per ogni mansione, in quanto ha donato ai suoi fedeli, con la grazia concessa dello Spirito Santo, la facoltà di compiere opere

buone. Ha ordinato poi al guardiano di vegliare, in quanto ha stabilito che incombe alla categoria dei pastori e delle guide spirituali di prendersi cura con abile impegno della Chiesa loro affidata. "Ciò che dico a voi, lo dico a tutti: Vigilate!" (Mc 13,37). Non solo agli apostoli e ai loro successori, che sono le guide della Chiesa, ma anche a tutti noi ha ordinato di vigilare. Ha ordinato a tutti noi con insistenza di custodire le porte

dei nostri cuori, per evitare che in essi irrompa l`antico nemico con le sue malvagie suggestioni. Ed affinché il Signore, venendo, non ci trovi addormentati, dobbiamo tutti stare assiduamente in guardia. Ciascuno infatti renderà a Dio ragione di se stesso. «Ma veglia chi tiene aperti gli occhi dello spirito per guardare la vera luce; veglia chi conserva, bene operando, ciò in cui crede; veglia chi respinge da sé le tenebre del

torpore e della negligenza. Per questo Paolo dice: Vegliate giusti e non peccate; e aggiunge: “E` ormai il momento di destarci dal sonno” (cf.1Cor 15,34; Rm 13,11). (Beda

il Vener., In Evang. Marc., 4, 13, 33-37)

ASCOLTATE VIGILANTI LA PAROLA DI DIO

Veglia, in questa notte, tanto il mondo ostile, quanto il mondo riconciliato. Questo,

veglia per lodare, liberato, il proprio medico; quello, condannato, per abbandonarsi alla bestemmia. Veglia questo, fervido e luminoso nei pii pensieri; quello digrignando i denti e struggendosi per la rabbia. Finalmente, a questo la carità, a quello l`iniquità; a questo il cristiano vigore, a quello il diabolico livore, mai permetterebbero di dormire in questa solennità. Persino dai nostri incoscienti nemici, veniamo dunque ammoniti circa il modo di vegliare per noi, se, a nostro vantaggio, vegliano financo coloro che ci invidiano. Questa notte, nondimeno, di tutti coloro che in alcun modo sono segnati nel nome di Cristo, tanti per dolore, molti per pudore, alcuni, poi, che, avvicinandosi alla fede, già piú non dormono per timore di Dio. In diversi modi li eccita invero questa solennità. Come dunque deve vegliare, nella gioia, l`amico di Cristo, allorché veglia, nel dolore, persino il nemico? Quanto conveniente, per chi è entrato a far parte di questa grande casa, è il vegliare in questa sua grande festività, allorché già veglia chi si dispone ad entrarvi! Vegliamo, dunque, e preghiamo, per solennizzare dentro e fuori questa vigilia. Dio ci parli nelle sue letture; a Dio parliamo nelle nostre orazioni. Se ascoltiamo obbedienti le sue parole, in noi abita colui che preghiamo. (Agostino, Sermo 219, passim)

IL GIUDIZIO DI DIO E’ ALLE PORTE Se un uomo ti indicasse sulla terra un luogo sicurissimo per custodire il tuo tesoro, non esiteresti a seguirlo anche se ti conducesse in un deserto, e là tu deporresti questo tesoro con piena tranquillità. Ebbene, non gli uomini, ma Dio stesso ti offre questa sicurezza, non in un deserto, ma in cielo; eppure tu non vuoi ascoltarlo. Quand`anche i tuoi beni fossero qui in terra completamente al sicuro, non per questo cesseresti di vivere nell`inquietudine. Potresti infatti non perdere le tue ricchezze, ma non riusciresti certo a liberarti dalla preoccupazione e dal timore di perderle. Ma quando saranno custodite

lassú, non avrai niente da temere. E non solo il tuo oro sarà perfettamente al sicuro, ma darà frutti. Il tuo denaro sarà cosi, nello stesso tempo, un tesoro e una semente. Anzi, sarà qualcosa di piú ancora. La semente non dura sempre: mentre il tuo oro, cosí moltiplicato, durerà eternamente. Il tesoro che tu sotterri quaggiú non germoglia né fruttifica; mentre, se lo depositi in cielo, produce frutti che non periranno mai. Se ora vieni a dirmi che occorre aspettare molto tempo, se lamenti il fatto che la ricompensa che riceverai non ti giungerà subito, ebbene io posso ben mostrarti e dirti quali sono i vantaggi che otterrai già in questo mondo se depositerai in cielo le tue ricchezze. Ma, senza soffermarmi su questo, mi sforzerò di convincerti dell`inutilità e della falsità del pretesto che adduci, servendomi proprio delle condizioni in cui viviamo in terra. Quante

cose, infatti, tu cerchi di procurarti in questa vita, senza aver mai la possibilità di goderne! Se qualcuno ti accusasse per questo motivo, gli risponderesti che ti consideri sufficientemente consolato delle tue fatiche, pensando ai figli e ai nipoti. Se, nella piú avanzata vecchiaia, ti metti a costruire splendidi palazzi, che spesso la morte ti impedisce

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di terminare, se pianti alberi che daranno frutti solo molti anni dopo la tua morte, se acquisti poderi e un`eredità di cui diverrai proprietario solo dopo molto tempo, se, insomma, ti procuri altri simili beni di cui non potrai mai godere i frutti: ebbene, tutto questo lo fai per te, oppure per coloro che saranno vivi dopo di te? Non è dunque una completa follia non turbarsi in questi casi per il trascorrere del tempo quando esso è la causa che ci priverà della ricompensa delle nostre fatiche, e d`altra parte scoraggiarci e

intorpidirci quando si tratta del cielo, per un rinvio che però servirà ad aumentare il tuo guadagno senza che i tuoi beni passino in mano d`altri e servirà a farti godere personalmente tutti i doni che ricevi? Pensa, inoltre, che questo rinvio non è affatto così lungo… Anche se il giorno della fine comune non fosse cosí prossimo, il giorno della morte di ciascuno di noi, vecchi e giovani, è sempre alle porte. In quel momento non sarà piú possibile andare a comprar l`olio per accendere le nostre lampade e, nonostante le nostre preghiere, non potremo ottenere il perdono, anche se intercedessero per noi Abramo o Noè, Giobbe o Daniele (cf. Mt 25,1ss). Finché, dunque, ci resta un po’ di tempo, dobbiamo usare in anticipo e copiosamente la facoltà di parlare e di chiedere grazie, dobbiamo procurarci olio abbondante e mettere tutto in deposito in cielo. Se faremo così, nel momento opportuno e quando ne avremo estremo bisogno, ritroveremo e potremo godere di tutti i beni; per la grazia e la misericordia di nostro Signore Gesú Cristo. (Giovanni Crisostomo, Comment. in Matth., 20, 5 s.)

PREGHIERA (=pregare la parola)

• Dio, nostro Padre suscita in noi la volontà di andare incontro con le buone opere al

tuo Cristo che viene, perché egli ci chiami accanto a sé nella gloria a possedere il regno dei cieli ( Colletta 1 Avvento B ).

• O Dio, nostro Padre, nella tua fedeltà che mai viene meno ricordati di noi, opera delle tue mani, e donaci l’aiuto della tua grazia, perché attendiamo vigilanti con amore

irreprensibile la gloriosa venuta del nostro redentore Gesù Cristo tuo Figlio. ( 2

Colletta 1 Avv B ) • Ti aspettiamo, o eterna Parola che disponi i nostri giorni all’incontro, come uno che parte per un viaggio, non senza aver dato ai suoi servi il gusto e la gioia del fare, il cibo del corpo e del cuore. Non tardare il ritorno, vieni presto ad incontrarci. Ti aspettiamo, tu che solo conosci il momento, tu che sai ciò che chiedi ai tuoi servi e riveli pian piano a chi t’ama il mistero nascosto da secoli e a noi rivelato: il Dio fatto uomo, il Verbo vestito di carne. • Tu sei luce alla mia lampada, tu rischiari le mie tenebre, o Spirito Santo, gioia divina che sgorga dal cuore, unzione crismale che hai fatto di noi i veri figli del Padre, pienezza dei doni che accoglie in noi la pienezza e la vita. Nulla ci manca: in te ogni

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dono è perfetto e vera l’attesa. Prepara in noi la tua fedeltà come veste nuziale, come lampada accesa, ora che torna il Padrone, lo Sposo, a incontrarci in quest’ora del

nostro vegliare e nell’ultima notte del mondo quando noi lo vedremo nel giorno stupendo delle nozze beate. • Rinnova nei tuoi figli, o Padre, la fiducia nella tua provvida presenza, perché nel

cammino della vita non abbiano a smarrirsi e a indurire il loro cuore, ma invochino con

fede e speranza il tuo nome. • Sostieni, o Padre, la chiesa, sposa del tuo Verbo, nel cammino verso di te, perché sia

vigile e pronta nell’ascolto della tua Parola e nell’annunzio a tutti i tuoi figli dell’unico Bene promesso, salvezza del mondo. • Conserva, o Padre, tutti i consacrati nella fedeltà al tuo amore, perché come fiaccole

accese, poste sul candeliere, facciano risplendere la luce del tuo Figlio che viene all’uomo che cerca la via della vita. • Riconduci, Padre, sulla via della giustizia i figli dispersi nella notte del male e fa che nel loro cuore spunti l’alba radiosa di una vita riconciliata e rappacificata. • Guida, o Padre, i passi della storia in questo tempo di attesa verso la meta della pace e della vera fraternità: tutti riconoscano che l’Amore è l’unica possibilità di incontro, di dialogo, di vera umanità. • Insegnaci, o Padre, a vivere questo “oggi” come luogo della tua manifestazione e fa che, sostenuti dalla Parola e dal pane di vita, diventiamo servi operosi e fedeli nel mettere a frutto il quotidiano tesoro di grazia che ci affidi. ( preghiere di suore

Clarisse ) • Grazie, Signore, che ci hai affidato l’universo, grazie che hai dato a ciascuno il suo compito; donaci solo di saper sempre attenderti come delle guardie notturne; donaci di essere pronti alle tue irruzioni imprevedibili e insieme di capire quando ritardi . ( D.

Maria Turoldo ) • Mio Dio, mentre prego, mi chiedo se davvero soffro l’attesa di una salvezza e di un

salvatore. Crea in me uno spazio intimo di attesa. Aiutami ad essere come Maria,

immersa e interprete dell’attesa del suo popolo, della sua gente, delle sofferenze e delle mani alzate di tutta l’umanità. ( La preghiera dei giovani )

CONTEMPLAZIONE (=silenziosa accoglienza della Parola di Dio)

AZIONE (=assunzione di impegni concreti) Attendiamo nella fede e nella speranza. il Signore che viene,

La redenzione è vicina

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1 Domenica di avvento Anno C

Inizia l’Avvento, tempo di vigilanza, di

attesa, di accoglienza di Cristo nostra salvezza. Il "Germoglio di Giustizia", Gesù, è venuto e verrà: è lui il nostro Salvatore, verso cui tendiamo con fiducia vigilante e con viva speranza.

“Vegliate e pregate in ogni momento”

LETTURA (leggere con intelligenza e comprendere con sapienza)

PRIMA LETTURA GEREMIA 33, 14-16

Isaia preannunzia un “ germoglio di giustizia” che salverà Israele. E’ il Messia, discendente

di Davide, Gesù di Nazaret, Salvatore di ogni uomo. Ecco, verranno giorni - oracolo del Signore - nei quali io realizzerò le promesse di bene che ho fatto alla casa d'Israele e alla casa di Giuda. In quei giorni e in quel tempo farò germogliare per Davide un germoglio giusto, che eserciterà il giudizio e la giustizia sulla terra. In quei giorni Giuda sarà salvato e Gerusalemme vivrà tranquilla, e sarà chiamata: Signore-nostra-giustìzia. SALMO RESPONSORIALE SALMO 24

Il Signore è nostra guida e nostra luce, nostro consiglio e nostro sostegno. Se ci rivolgiamo

a lui camminiamo per la giusta strada.

Rit. A te, Signore, innalzo l'anima mia, in te confido.

Fammi conoscere, Signore, le tue vie, insegnami i tuoi sentieri. Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi, perché sei tu il Dio della mia salvezza. Buono e retto è il Signore, indica ai peccatori la via giusta; guida i poveri secondo giustizia, insegna ai poveri la sua via. Tutti i sentieri del Signore sono amore e fedeltà per chi custodisce la sua alleanza e i suoi precetti. Il Signore si confida con chi lo teme: gli fa conoscere la sua alleanza.

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SECONDA LETTURA 1 TS 3, 12, 13 - 4, 2 Saremo pronti ad accogliere il Signore che viene se, fedeli agli impegni battesimali,

cresceremo nell'amore verso Dio e verso i fratelli.

Fratelli, il Signore vi faccia crescere e sovrabbondare nell'amore fra voi e verso tutti, come sovrabbonda il nostro per voi, per rendere saldi i vostri cuori e irreprensibili nella santità, davanti a Dio e Padre nostro, alla venuta del Signore nostro Gesù con tutti i suoi santi. Per il resto, fratelli, vi preghiamo e supplichiamo nel Signore Gesù affinché, come avete imparato da noi il modo di comportarvi e di piacere a Dio - e cosi già vi comportate -, possiate progredire ancora di più. Voi conoscete quali regole di vita vi abbiamo dato da parte del Signore Gesù.

VANGELO LUCA 21, 25-28. 34-36 Gesù ci invita ad essere sempre vigilanti e pronti ad accoglierlo quando verrà nella gloria.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l'attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché La vostra liberazione è vicina. State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all'improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell'uomo».

MEDITAZIONE ( = meditare con attenzione e ascoltare con amore)

LA VENUTA GLORIOSA L’avvento celebra la continua venuta di Cristo nel mondo, cioè la graduale costruzione

del Regno nel cantiere della storia. Ma insieme è fortemente polarizzato dall’ultimo atto di questa grandiosa vicenda: la "parusia" o manifestazione gloriosa del Signore risorto, il polo di attrazione che attrae a sé la storia e il mondo. Sarà il punto d'incontro tra il Signore che scende e l'umanità che ha consumato la sua ascesa: la riva di approdo del nostro peregrinare. Quest’attesa è il futuro assoluto dell’uomo: è speranza di vita contro la morte, di gioia contro la sofferenza, di pace contro la violenza che oggi imperversa, di eternità contro l'effimero di ciò che è terreno. E' questa vigile attesa che fa della Chiesa una comunità

pellegrina. Un intero capitolo della Lumen Gentium è consacrato a questa sua caratteristica. ( n. 48 ) Poiché “non avrà il suo compimento se non nella gloria del cielo,” la Chiesa è proiettata verso questo suo grande avvenire. Ciò deve incidere nelle sue strutture, ispirare le sue attività. Da tutto ciò che è e fa dovrebbe scaturire un gemito di attesa: “Vieni Signore Gesù”. Se il grido diventa flebile, se le voci del potere e degli interessi lo soffocano, come talora è accaduto, si oscura il tratto essenziale della sua fisionomia. Rischia di confondersi con una istituzione umana. Solo con la speranza la Chiesa si mantiene disponibile al futuro di Dio, sempre imprevedibile. Lì attinge la forza per un continuo risveglio, per mantenersi, cioè, in stato di conversione. Si sa che un'istituzione, e la Chiesa è anche tale, è incessantemente minacciata dal male segreto della "routine", l'abitudine codificante che porta all'immobilismo, l'assestamento su posizioni di sicurezza puramente umane. Allora le strutture rischiano di trasformarsi in pezzi da museo, prive di linfa. E invece bisogna camminare audacemente in avanti, con lo sguardo rivolto alla promessa di Dio. E questo, se vale per la Chiesa, vale in uguale misura per i singoli. Da ogni credente dovrebbe scaturire l'annunzio delle cose ultime. E per essere credibile deve far leva sulla testimonianza, più che sulle parole. ( M.. Magrassi )

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RESPONSABILITA ATTUALI

Siamo chiamati a una comunione con il Signore Gesù, che sia senza ostacoli senza veli. Un simile incontro avviene nel momento della morte di ciascuno, e alle soglie della fine della storia. La prospettiva di questa fine, che è un inizio, non deve distrarci però dalle responsabilità attuali. Cristo è presente e verrà. Occorre tenere l’animo desto per riceverlo al suo apparire. Occorre annunziarlo a tutte le genti perché la Chiesa si espanda nell'universo e si consolidi e invochi: “Vieni Signore Gesù ”. Cristo sarà la perfezione di tutto quanto è stato creato in lui e in vista di lui. Occorre rispettare e dominare la terra così che il nostro lavoro diventi quasi un'esistenziale supplica a che tutto sia compiuto. Occorre che ci si adoperi a formare una comunità sempre più fraterna che sia preparazione e anelito alla comunione dei santi. L’amore è la sintesi e l’anima di simile rinnovamento di vita e di simile attesa. ( Sandro Maggiolini )

LIBERAZIONE

Luca dà al traguardo un nome: lo chiama liberazione. La liberazione coincide col ritorno

di Gesù , con il "Figlio dell'uomo" che viene su una nube con potenza e gloria grande", il Dio che viene a salvare, a portare tutta la storia nel suo mondo di gratuità assoluta. Liberazione dice un processo in corso, qualcosa che si realizza nel tempo, e chiama attorno a sé le idee in cammino, storia, fatica, progresso, regresso. Se allora ci sforziamo perché la liberazione dell'uomo sia sempre più completa, se tanti uomini entrano con noi in questo sforzo, noi dobbiamo essere felici, noi siamo sulla giusta strada: la liberazione totale è il traguardo, ce lo dice Gesù. Ma il cammino della storia comprende anche l’angoscia dei popoli, la strada della liberazione è piena di ambiguità, di fallimenti, di dure lotte. Dobbiamo fare i conti con tanti elementi che sono fuori o dentro di noi con tutto quello che noi chiamiamo male. Di alcune di queste cose siamo a volte responsabili; di tutte spesso, e in misura notevole siamo vittime. La nostra condizione oscilla faticosamente tra una "verità che ci fa liberi" e un "peccato che ci fa schiavi". Per questo la liberazione ha un prezzo, e questo ci fa paura. Ma a noi cristiani il panico è proibito. La certezza del traguardo ci deve rassicurare, e il primo modo per raggiungerlo è aver fiducia. "Quando sentirete parlare di guerra e di rivoluzioni non vi terrorizzate" , "nemmeno un capello del vostro capo perirà": quando cominceranno ad accadere queste cose, alzatevi e levate il capo" . La fiducia produce perseveranza ed è questa la condizione per "salvare le vostre anime". Anche le prove e le persecuzioni vengono riassorbite in questo atteggiamento di fondamentale

ottimismo: diventano occasione per rendere testimonianza. (Domenico Pezzini )

PREGHIERA (pregare la parola )

Padre santo che mantieni nei secoli le tue promesse, rialza il capo dell’umanità oppressa da tanti mali e apri i nostri cuori alla speranza, perché sappiamo attendere senza turbamento il ritorno glorioso del Cristo, giudice e salvatore. ( Colletta 1 Avvento C )

Ma noi sappiamo che verrai a salvarci, Signore: tutti i poveri ti invocano e ti attendono; solo i ricchi e i potenti hanno paura che tu ritorni: essi non hanno nulla a che fare con la tua prima venuta e temono solo la morte: e dunque anche la morte sia strumento della tua

giustizia, Signore. (David Maria Turoldo)

CONTEMPLAZIONE (silenziosa accoglienza della parola di Dio)

AZIONE ( assunzione di impegni concreti) Cristo è presente e verrà. Teniamo l’animo desto per riceverlo al suo ritorno.

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1 Domenica di avvento Anno C Vangelo

Luca 21, 25Luca 21, 25Luca 21, 25Luca 21, 25----28.3428.3428.3428.34----36363636

Manifestazione del Figlio dell`uomo e vigilanza 25 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Vi saranno

segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, 26 mentre gli uomini moriranno per la paura e per l'attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. 27 Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. 28 Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina. 34 State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all'improvviso; 35 come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. 36 Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell'uomo».

( Bibbia Cei : versione 2007 )

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l`attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell`uomo venire su una nube con potenza e gloria grande. Quando cominceranno ad accadere queste cose, alzatevi e levate il capo, perché la vostra liberazione è vicina . State bene attenti che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso improvviso; come un laccio esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate e pregate in ogni momento, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che deve accadere, e di comparire davanti al Figlio dell`uomo».

( Bibbia Cei : versione 1971 )

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LETTURA ( = leggere con intelligenza e comprendere con sapienza)

Inizia con la prima domenica di Avvento l’anno liturgico C, che ha come

vangelo base Luca. Il Vangelo di Luca è un libro di 24 capitolo scritto da questo evangelista, autore anche degli Atti degli Apostoli. Luca, di cui parla Paolo in Colossesi 4, 14, era probabilmente un medico, che ha scritto verso gli anni 80-85 questo vangelo, forse in Grecia, per cristiani di cultura greca. La sua è un’opera storica, secondo i canoni

della storia dei suoi tempi. La prima preoccupazione di Luca non è di scrivere una cronaca dei fatti, ma di proclamare la storia della salvezza, decifrando gli avvenimenti alla luce di tale storia.

La pericope scelta dalla liturgia odierna fa parte di un blocco di una trentina di versetti del capitolo 21, detti “discorso escatologico” ( 21, 5-37), scritto con stile

apocalittico. La liturgia ci ha già proposto alcuni versetti del discorso escatologico di Marco nella 33 settimana dell’anno B. Lo stile apocalittico ha avuto inizio dopo la caduta del Regno di Giuda. Ha avuto un grande sviluppo nel periodo della persecuzione di Antioco IV Epifane nel secondo secolo avanti Cristo; la decadenza dello stile avviene nel 300, ma gli ultimi testi sono del nono secolo d. C.. Nella Bibbia troviamo brani specialmente in Ezechiele (38-39 ), in Isaia ( 24-27), in Zaccaria ( 9-14), in Daniele, nell’Apocalisse. Molto diffuso è lo stile fuori della Bibbia. Nell’apocalittica predominano simboli, sogni, visioni, sconvolgimenti cosmici, esseri fuori della normalità, colori, numeri, che rimandano a significati allora ben conosciuti. Quanto alla composizione del discorso escatologico di Marco si possono fare varie supposizioni. Una è la seguente: Gesù, al termine della sua attività, nella prospettive della fine imminente, ha rivolto ai discepoli in una specie di discorso di addio, alcune istruzioni e raccomandazioni. Marco, prendendo le parole di Gesù ha elaborato l’attuale discorso ispirandosi a modelli dell’apocalittica giudaica e scrivendolo quindi in stile apocalittico. Luca nel comporre la sua versione del discorso escatologico segue da vicino Marco, ma all’occasione sopprime o aggiunge, sposta o ritocca alcuni elementi del discorso; inoltre storicizza l’apocalittica, così nel suo testo si possono con più chiarezza notare, dopo una questione introduttoria (ammirazione del tempio, dichiarazione di Gesù della fine e domanda dei discepoli : 5-7), tre fasi :

1° Distruzione di Gerusalemme preceduta da segni ammonitori ( falsi profeti,

guerre, persecuzioni ) ( 8-24 ),

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2° Fine del mondo, preceduta da segni ammonitori (angoscia di popoli, forze del

cielo sconvolte ),

3 ° Tempo della Chiesa, con indicazioni sul come comportarsi (34-36 ). La

nostra pericope presenta le ultime due fasi

SEGNI NEL SOLE ( 25 ) Marco introduce l’avvenimento finale con l’espressione “in questi giorni” (13.24), che Luca lascia cadere per far intendere che ciò che sta dicendo non avviene subito dopo la caduta di Gerusalemme, ma in un tempo avvenire remoto. I segni che precedono la fine sono: sconvolgimento del creato e angoscia di popoli, ma le immagine presentate fanno parte del classico apparato scenico apocalittico e non sono una esatta predizione di avvenimenti futuri, ma sono simbolo della solennità terribile dell’ultimo intervento di Dio in Cristo. UOMINI MORIRANNO (26 ) Gli ultimi avvenimenti con il giudizio finale interessa gli uomini e saranno un

dramma umano. LE POTENZE DEI CIELI ( 26 ) L’Apocalisse dirà che ci saranno “cieli nuovi e una terra nuova in cui abita la

giustizia”.

IL FIGLIO DELL’UOMO (27 ) Il Cristo glorioso della Parusia è presentato come il “Figlio dell’uomo” di Daniele 7, che riunisce in sé il popolo di Dio e riceve da Dio ogni potere. ALZATEVI E LEVATE IL CAPO ( 27 ) Gesù invita alla speranza. Gli avvenimenti finali saranno anche terribili, ma i credenti non devono temerli, perché questi segni annunziano la vittoria del Signore e la loro personale liberazione. VOSTRA LIBERAZIONE (27 ) L’avvento del Figlio dell’uomo sarà discriminatorio: condanna per gli uni,

salvezza per gli altri e per i credenti segnerà la redenzione definitiva. DAL FICO (29-33 )

La liturgia oggi salta la parabola del fico che germoglia. Questa parabola asserisce che prima della fine del mondo ci saranno i vari avvenimenti accennati nel discorso: caduta di Gerusalemme, durante la generazione allora vivente ( “non passerà

questa generazione” ) e inoltre tribolazioni e persecuzioni. STATE BENE ATTENTI (34 )

Luca parla ora del tempo della Chiesa, che è anche il nostro tempo. Durante questo tempo tutti dobbiamo vivere nella vigilanza, stando lontani da ogni vizio e

peccato. QUEL GIORNO… COME UN LACCIO ( 35 ) Il giorno finale può giungere come il laccio di un uccellatore, in cui l’uccello incappa quando meno se lo aspetta. Qui “il giorno” non è più preannunziato da segni, ma si dice che sopraggiunge all’improvviso e inatteso, come nelle parabole della vigilanza (12,

35-38).

VEGLIATE E PREGATE ( 36 ) La vigilanza troverà anche il tempo di dedicarsi alla preghiera e la preghiera

darà la forza per essere vigilanti. Così si avrà la forza per superare le prove della fine del mondo e per presentarsi sereni al giudizio del Figlio dell’uomo.

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MEDITAZIONE ( = meditare con attenzione e ascoltare con amore)

AVVENTO Avvento è attesa di Colui che hanno preannunziato i Profeti, che ha atteso Israele, che inconsciamente hanno desiderato i pagani e che desiderano coloro che sperano in un mondo migliore. Avvento ci riporta al clima dell’attesa dell’antico Testamento e ci invita anche a guardare più attentamente al nostro presente e avanti verso la meta finale della storia e di ogni uomo e a scorgere la presenza dell’unico Salvatore del mondo. Si muove in un orizzonte più ampio di quello del Natale. E’ attesa di tutte le venute di Gesù il liberatore, della prima a Natale, dell’ultima, alla fine dei tempi e della nostra vita, e di quelle continue in noi, col Padre e con lo Spirito Santo. Avvento è allora invito ad essere vigilanti, pronti all’incontro col Signore che viene, sempre pieni di speranza. VIGILANTI NELL’ATTESA Queste cose, fratelli carissimi, le andiamo dicendo, perché le vostre menti stiano vigilanti nell`attesa, non s`intorpidiscano nella sicurezza, non s`addormentino nell`ignoranza e vi stimoli alle opere buone il pensiero del Redentore che dice: "Gli abitanti della terra

moriranno per la paura e per il presentimento delle cose che devono avvenire. Infatti le

forze del cielo saranno sconvolte" (Lc 21,26). Che cosa il Signore intende per forze dei cieli, se non gli angeli, arcangeli, troni, dominazioni, principati e potestà, che appariranno visibilmente all`arrivo del giudice severo, perché severamente esigano da noi ciò che oggi l`invisibile Creatore tollera pazientemente? Ivi stesso si aggiunge: "E allora vedranno venire

il Figlio dell`uomo sulle nubi con gran potenza e maestà". Come se volesse dire: Vedranno

in maestà e potenza colui che non vollero sentire nell`umiltà, perché ne sentano tanto piú severamente la forza, quanto meno oggi piegano l`orgoglio del loro cuore innanzi a lui. (Gregorio Magno, Sermo 1, 1-3)

INCONTRO CON COLUI CHE SI AMA Ma poiché queste cose sono state dette contro i malvagi, ecco ora la consolazione degli eletti. Difatti viene soggiunto: "All`inizio di questi avvenimenti, guardate e sollevate le

vostre teste, perché s`avvicina il vostro riscatto". E` la Verità che avverte i suoi eletti dicendo: Mentre s`addensano le piaghe del mondo, quando il terrore del giudizio si fa palese per lo sconvolgimento di tutte le cose, alzate la testa, cioè prendete animo, perchè se finisce il mondo, di cui non siete amici, si compie il riscatto che aspettate. Spesso nella Scrittura il capo sta per la mente, perché come le membra son guidate dal capo, cosí i pensieri sono ordinati dalla mente. Sollevare la testa, quindi, vuol dire innalzare le menti alla felicità della patria celeste. Coloro, dunque, che amano Dio sono invitati a rallegrarsi per la fine del mondo, perché presto incontreranno colui che amano, mentre se ne va colui ch`essi non amavano. Non sia mai che un fedele che aspetta di vedere Dio, s`abbia a rattristare per la fine del mondo. Sta scritto infatti: "Chi vorrà essere amico di questo mondo, diventerà

nemico di Dio" (Gc 4,4). Colui che, allora, avvicinandosi la fine del mondo, non si rallegra,

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si dimostra amico del mondo e nemico di Dio. Ma non può essere questo per un fedele,

che crede che c`è un`altra vita e l`ama nelle sue opere. Si può dispiacere della fine di questo mondo, chi ha posto in esso le radici del suo cuore, chi non tende a una vita futura, chi neanche sospetta che ci sia. Ma noi che sappiamo dell`eterna felicità della patria, dobbiamo affrettarne il conseguimento. Dobbiamo desiderare d`andarvi al piú presto possibile per la via piú breve. Quali mali non ha il mondo? Quale tristezza e angustia vi manca? Che cosa è la vita mortale, se non una via? E giudicate voi stessi, fratelli, che significherebbe stancarsi nel cammino di un viaggio e tuttavia non desiderare ch`esso sia finito. (Gregorio M., Sermo 1, 1-3)

RICORDARSI SEMPRE DI DIO Beata l`anima che notte e giorno non si preoccupa d`altro che di rendere agevole il suo compito quel giorno in cui ogni creatura dovrà presentare i suoi conti al grande giudice. Colui, infatti, che tiene fisso innanzi agli occhi quel giorno e quell`ora e medita su quel

tribunale che non può essere ingannato, non può commettere se non qualche lievissimo peccato; poiché, quando pecchiamo, pecchiamo per mancanza di timor di Dio; perciò, se uno tiene ben fisso lo sguardo sulle pene che sono minacciate, il suo intimo ed istintivo timore gli consentirà soltanto di cadere in qualche involontaria azione o pensiero. Perciò,

ricordati di Dio, conservane il timore nel tuo cuore e invita tutti a pregare con te. E` grande l`aiuto di quelli che possono placare Dio. E questo non lo devi tralasciare mai. Questo sostegno dell`altrui preghiera ci è di aiuto in questa vita e ci è di buon viatico, quando ne usciamo per la vita futura. Però, com`è cosa buona la preoccupazione del bene, cosí è dannoso per l`anima lo scoraggiamento e la disperazione. Riponi la tua speranza nella bontà di Dio e aspettane l`aiuto con la sicurezza che, se ci rivolgiamo a lui con sincerità di cuore, non solo non ci rigetterà, ma prima ancora che si chiuda la bocca sulla preghiera,

egli ci dirà: Eccomi, son qui. (Basilio di Cesarea, Epist., 174)

LE LAMPADE ACCESE Sorvegliate la vostra vita. Le vostre lampade non si spengano, e non si sciolgano i vostri fianchi, ma siate pronti. Non sapete l`ora in cui nostro Signore viene (cf. Mt 24,42-44).

Riunitevi spesso cercando ciò che conviene alle vostre anime non vi gioverà tutto il tempo della vostra fede, se non sarete perfetti in ultimo. (Didachè, 16, 1-2)

LIBERTA INTERIORE E` opportuno che ogni uomo si prepari alla sua venuta, di modo che non vi sia nessuno che

risulti o schiavo del ventre (cf. Rm 16,18) o implicato negli affanni della vita. L`esperienza quotidiana prova, in effetti, che saziando la carne, si smussa la punta dello spirito, e l`eccesso di cibo infiacchisce la forza del cuore; di modo che riporre le proprie delizie nel cibo è contrario persino alla salute del corpo, a meno che la misura imposta dalla temperanza non si opponga alle attrattive carnali e non rifiuti alla voluttà ciò che diverrebbe un fardello……Per praticarlo, in effetti, non ci è richiesto soltanto di privarci del cibo, bensí di astenerci da ogni desiderio carnale. D`altronde, sarebbe inutile soffrire volontariamente la fame senza rinunciare nel contempo ad una volontà perversa; infliggersi una privazione di cibo e non svincolarsi da un peccato già concepito nell`anima. E` carnale e non spirituale il digiuno che si riferisce solo al corpo, mentre si persiste a restare in ciò che nuoce piú di tutte le delizie. Che serve all`anima comportarsi esteriormente da padrona ed essere schiava e prigioniera interiormente; comandare alle proprie membra e abbandonarsi poi dritta dritta alla propria libertà? Ed è a ragione che spesso essa soffre la ribellione della serva, lei che non serve il Signore come dovrebbe. Digiunando dunque di

cibi grazie al corpo, lo spirito digiuna dei vizi e stima le cure e i desideri terreni secondo la legge del suo re. (Leone Magno, Sermo 89 [19], 1-3)

CULTO A DIO Ma come si rende culto a Dio, se non quando ci piace ciò che a lui piace e il nostro cuore non si allontana mai dal suo comandamento? Infatti, se noi vogliamo ciò che egli vuole, la nostra debolezza troverà la sua forza in colui dal quale riceviamo persino il nostro volere, "poiché è Dio" - dice l`Apostolo - "che suscita in voi il volere e l`operare secondo i suoi

benevoli disegni" (Fil 2,13). Ecco perché l`uomo non si gonfierà di orgoglio, né cadrà

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vittima della disperazione, se è per la gloria di colui che li dona che usa dei beni che gli sono divinamente dati ed allontana i suoi desideri da ciò che sa che gli possa nuocere. Se, in verità, si guarda bene dall`invidia cattiva, dalla lussuria dissolutrice, dal turbamento che genera la collera, dal desiderio di vendicarsi, egli si purifica allora santificandosi con un digiuno autentico e si sazierà del piacere di delizie incorruttibili; saprà dall`uso spirituale che ne farà, trasformare gli stessi beni terreni in ricchezze celesti, non serbando per sé quanto ha ricevuto, bensi moltiplicando sempre di piú ciò che avrà dato. (Leone Magno, Sermo 89)

[19], 1-3)

CONTRADDIZIONI ATTUALI Il cammino della storia comprende anche l'angoscia di popoli in ansia (21,25), la strada della liberazione è piena di ambiguità, di fallimenti, di dure lotte. Dobbiamo fare i conti con le ribellioni del cosmo, che sembra talvolta tornare al caos, con le rivolte della terra e del mare, che pure saranno liberate, ma che ora a volte tumultuano. Dobbiamo fare i conti con strutture e poteri che stanno in piedi sulla schiavitù degli uomini. Dobbiamo fare i conti con le nostre radici malate che ci spingono in direzione contraria a quella che ci fa crescere e maturare. Si tratta complessivamente di una serie di elementi che ci opprimono,e ci impediscono di realizzare appieno la nostra vocazione di figli di un Dio d'amore. Sono elementi che sono insieme fuori di noi e dentro di noi: sono la falsità e l'ipocrisia, l'ingordigia e l'aggressività, l'inerzia e l'indifferenza, ma sono anche il dolore

e la morte: è tutto quello che noi chiamiamo male. Di alcune di queste cose siamo a volte responsabili, di tutte spesso, e in misura notevole, siamo vittime. La nostra condizione oscilla faticosamente tra una «verità che ci fa liberi», e un «peccato che ci fa schiavi» (cf.Gv 8,32.34). Per questo la liberazione ha un prezzo, e questo, ne siamo coscienti o no, ci fa paura. Ma a noi cristiani non è concesso di aver paura, a noi il panico è proibito.

(Domenico Pezzini )

LA CERTEZZA DEL TRAGUARDO La certezza del traguardo che ci deve rassicurare. Il primo modo per raggiungerlo è aver

fiducia. «Quando sentirete parlare di guerra e rivoluzioni, non vi terrorizzate » (21,9), «nemmeno un capello del vostro capo perirà» (21,18); «quando cominceranno ad accadere queste cose, alzatevi e levate il capo» (21,28). La fiducia produce la perseveranza, ed è questa la condizione per «salvare le nostre anime» (21,19). Anche le prove e le persecuzioni vengono riassorbite in questo atteggiamento di fondamentale ottimismo: diventano «occasione per rendere testimonianza». VEGLIATE E PREGATE

C'è però un'altra condizione di spirito che sembra essere ancora a monte di fiducia, perseveranza e testimonianza, ed è nell'invito con cui Gesù conclude il suo discorso: «Vegliate e pregate in ogni momento» (21,36). Qui diventa immediato e obbligatorio il riferimento all'agonia di Gesù: il Signore entra nella passione vegliando e pregando, chiedendo per ben due volte ai suoi discepoli di fare altrettanto (cf. Lc 22,40.46). La vita del cristiano e di chi lavora per costruire nel mondo il cammino della liberazione è agonia, cioè lotta, e l'agonia la si affronta con la vigilanza e la preghiera, che in fondo sono poi la stessa cosa. ( Riflessioni di D. Pezzini )

La parola di Dio chiede vigilanza e preghiera: «Badate a voi stessi che la vostra coscienza

non sia sommersa nella crapula, nella ubriachezza e nelle preoccupazioni del vivere».

Questo è il nostro pericolo: l'intossicazione da benessere male usato. L'Avvento ci richiama alla preghiera, al digiuno e alla carità. Il ripristino delle regole della Chiesa per il digiuno e l'astinenza deve aiutare a cambiare stile di vita per passare da una cultura del superfluo ad una cultura della sobrietà per la solidarietà. Una proposta concreta: fare un piccolo

programma familiare di preghiera in comune, di rinuncia a spese inutili, di alcuni gesti di carità. ( Giovanni Nervo )

LA LIBERAZIONE E’ VICINA Il Signore ci invita a sperare: «...alzatevi e levate il capo, perché la vostra liberazione è

vicina...». Del resto, anche senza pensare a grandi catastrofi, la morte ci coglierà comunque,

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e allora sarà per ciascuno come se le potenze dei cieli fossero sconvolte. Perciò l'invito del Signore a non lasciare che i nostri cuori siano appesantiti, è segno della sua immensa bontà e sollecitudine per noi. Se andremo incontro al Signore con cuore leggero e

fiducioso, se porteremo a questo incontro un cuore cristiano, non dovremo temere, anzi, potremo «levare il capo» come si conviene a figli che vanno incontro a un Padre che li ama. ( F. Mosconi ) INTERROGATIVI Siamo intimamente convinti che anche la storia ha un senso e si svolge nell’attesa gloriosa del Figlio di Dio? Sappiamo leggere i segni dei tempi, i segni con i quali Dio marca la strada dell’umanità in mezzo alle prove e alle lotte e persino tra le tenebre del peccato? C’è in noi il vivo desiderio di vedere il Regno di Dio stabilirsi sempre meglio nella Chiesa, e per mezzo di essa nel mondo, con l’aumento della giustizia, della carità e della pace ? ( C.

Berthes)

PREGHIERA (=pregare la parola)

• Cristo, piena manifestazione della fedeltà del Padre alle sue promesse, fa' che

poniamo la nostra esistenza nella luce della tua ineffabile presenza tra noi per prendere sempre più coscienza che non siamo mai lasciati soli nelle nostre solitudini storiche. • Cristo, germoglio di Davide, fonte di novità che viene dall'alto, non permettere

che ci leghiamo ad attese umane, ma sappiamo porci poveri davanti a te, per vivere in ogni istante nella tua luce. • Cristo nostra salvezza, che additi agli uomini le tue vie, concedici ogni giorno la tua parola che ci chiama a vivere il nostro «sì» nel tuo e così godere d'essere ricreati in modo inesauribile. • Cristo, fonte dell'amore e della santità, che ci rigeneri a comunione fraterna mentre siamo in attesa della tua venuta, illumina con la tua potenza le nostre anime, perché non ci

lasciamo prendere da interessi contingenti e terreni. • Cristo, figlio dell'uomo che vieni sulle nubi con potenza e gloria grande, fa' che

sappiamo aprire il nostro animo alla tua venuta per lasciarci attrarre nel tuo mistero che ci riempie di luce e ci fa pregustare l'eternità beata. • Cristo, potenza che rendi attento il cuore dell'uomo alla presenza del divino nel cammino della storia, guidaci per i sentieri del tempo con il cuore che brama in modo sempre più intenso il tuo volto per goderti eternamente. • Padre santo che mantieni nei secoli le tue promesse, rialza il capo dell’umanità oppressa da tanti mali e apri i nostri cuori alla speranza, perché sappiamo attendere senza turbamento il ritorno glorioso del Cristo, giudice e salvatore. ( Colletta 1 Avvento C ) • O Padre, tu non cessi di rivolgere ad ognuno di noi la tua Parola e di mostrarci nello Spirito le tue vie perché sappiamo essere incontrati dalla tua Parola eterna, Cristo Gesù, nostra salvezza e nostra liberazione. (A. Donghi )

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• Effondi nel nostro cuore l'abbondanza del tuo Spirito, perché sappiamo predisporre la nostra storia a una piena trasfigurazione nel Salvatore, bramando sempre più intensamente il tuo volto, termine delle nostre attese in questo mondo e inizio dell'esultanza eterna nello Spirito Santo. (A. Donghi ) • Ma noi sappiamo che verrai a salvarci. Signore: tutti i poveri ti invocano e ti attendono; solo i ricchi e i potenti hanno paura che tu ritorni: essi non hanno nulla a che fare con la tua prima venuta e temono solo la morte: e dunque anche la morte sia strumento della tua giustizia, monte di fiducia, perseveranza e testimonianza, ed è nell'invito con cui Signore. (David

Maria Turoldo ) • Signore del creato, nella preghiera siamo invitati ad alzare il capo e le mani verso te: che il nostro gesto si traduca nella capacità di dirigere verso la tua misericordia le angosce nostre e quelle di chi ci sta vicino. • Signore della storia, noi facciamo molta fatica a leggere nella confusione degli avvenimenti la traccia dei tuoi passi: illumina la nostra mente e rendici capaci di cogliere con ostinata attenzione i segni della liberazione che ci hai promesso. • Padre di Gesù Cristo, Padre del Figlio dell'uomo, tieni sveglia nel nostro cuore l'attesa della sua venuta nella gloria, perché dentro e oltre tutto ciò che ci turba e ci sconvolge rimanga viva nel mondo la speranza. (Preghiere di Domenico Pezzini ) • Ti benediciamo, Padre, perché ci ami con tenerezza. Insegnaci a contare i nostri anni alla tua presenza per saper giudicare tutto e vivere sempre disponibili per te e per i fratelli. (Basilio

Caballero )

• Aiutaci, Signore, a far confluire nella nostra vita il futuro e il presente, la speranza e lo sforzo per accelerare il giorno glorioso della venuta di Cristo. Allontana dal nostro cuore l'appesantimento del peccato; così, quando verrai, ci troverai con le mani occupate nel compito che ci hai affidato. Nel frattempo, ti diciamo: Vieni presto, Signore Gesù! (Basilio Caballero ) • Fammi conoscere, Signore, le tue vie, insegnami i tuoi sentieri. Guidami nella tua verità e istruiscimi, perché sei tu il Dio della mia salvezza. Buono e retto è il Signore, la via giusta addita ai peccatori; guida gli umili secondo giustizia, insegna ai poveri le sue vie. Tutti i sentieri del Signore sono verità e grazia per chi osserva il suo patto e i suoi precetti. Il Signore si rivela a chi lo teme, gli fa conoscere la sua alleanza. ( Dal Salmo 24 ) • Signore, all'inizio dell'avvento tu ci inviti a prepararci seriamente alla tua venuta. Non permettere che il nostro cuore si infiacchisca e si appesantisca nelle preoccupazioni della vita presente. Infondi in noi desideri generosi che si trasformino in vigilanza, impegno, dedizione e carità. ( G. Berthes )

• Vergine Immacolata, che piacesti al Signore e ne divenisti la Madre, riguarda benigna ai

miseri che implorano il tuo potente patrocinio. Il maligno serpente, contro cui fu scagliata la prima maledizione, continua purtroppo a combattere e insidiare i miseri figli di Eva. Tu, o benedetta Madre nostra, nostra regina e avvocata, che fin dal primo istante del tuo concepimento, del nemico schiacciasti il capo, accogli le preghiere che, uniti con te in un cuor solo, ti scongiuriamo di presentare al trono di Dio perché non cediamo alle insidie che ci vengono tese, così che tutti arriviamo al porto della salute; e, fra tanti pericoli, la Chiesa e la società cristiana cantino ancora una volta l'inno della liberazione, della vittoria e della pace. ( Pio X )

CONTEMPLAZIONE (=silenziosa accoglienza della Parola di Dio)

AZIONE (=assunzione di impegni concreti)

Cristo è presente e verrà. Teniamo l’animo desto per riceverlo al suo apparire.