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SAN GREGORIO MAGNO - MILANO RITIRO SPIRITUALE ADULTI - TEMPO DI AVVENTO 2017 " LO SPOSO E LA SPOSA DICONO: VIENI ! " - Apocalisse 22,17 " SPOSO IL CRISTO, SPOSA LA CHIESA, SPOSA PER AMORE, VERGINE NELL'INTEGRITA'! Sant'Ambrogio di Milano REDEMPTORIS MATER (1987) 45. (...) Il Redentore affida Maria a Giovanni in quanto affida Giovanni a Maria. Ai piedi della croce ha inizio quello speciale affidamento dell'uomo alla Madre di Cristo, che nella storia della Chiesa fu poi praticato ed espresso in diversi modi. Quando lo stesso apostolo ed evangelista, dopo aver riportato le parole rivolte da Gesù sulla Croce alla madre ed a lui stesso, aggiunge: «E da quel momento il discepolo la prese con sé» ( Gv 19,27), questa affermazione certamente vuol dire che al discepolo fu attribuito un ruolo di figlio e che egli si assunse la cura della Madre dell'amato Maestro. E poiché Maria fu data come madre personalmente a lui, l'affermazione indica, sia pure indirettamente, quanto esprime l'intimo rapporto di un figlio con la madre. E tutto questo si può racchiudere nella parola «affidamento». L'affidamento è la risposta all'amore di una persona e, in particolare, all'amore della madre. La dimensione mariana della vita di un discepolo di Cristo si esprime in modo speciale proprio mediante tale affidamento filiale nei riguardi della Madre di Dio, iniziato col testamento del Redentore sul Golgota. Affidandosi filialmente a Maria, il cristiano, come l'apostolo Giovanni, accoglie «fra le sue cose proprie» 130 la Madre di Cristo e la introduce in tutto lo spazio della propria vita interiore, cioè nel suo «io» umano e cristiano: «La prese con sé». Così egli cerca di entrare nel raggio d'azione di quella «materna carità», con la quale la Madre del Redentore «si prende cura dei fratelli del Figlio suo», 131 «alla cui rigenerazione e formazione ella coopera» 132 secondo la misura del dono, propria di ciascuno per la potenza dello Spirito di Cristo. Così anche si esplica quella maternità secondo lo spirito, che è diventata la funzione di Maria sotto la Croce e nel cenacolo. LUMEN GENTIUM - COSTITUZIONE DOGMATICA SULLA CHIESA (1964) 61. La beata Vergine, predestinata fino dall'eternità, all'interno del disegno d'incarnazione del Verbo, per essere la madre di Dio, per disposizione della divina Provvidenza fu su questa terra l'alma madre del divino Redentore, generosamente associata alla sua opera a un titolo

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SAN GREGORIO MAGNO - MILANO

RITIRO SPIRITUALE ADULTI - TEMPO DI AVVENTO 2017

" LO SPOSO E LA SPOSA DICONO: VIENI ! " - Apocalisse 22,17

" SPOSO IL CRISTO, SPOSA LA CHIESA, SPOSA PER AMORE, VERGINE NELL'INTEGRITA'!Sant'Ambrogio di Milano

REDEMPTORIS MATER (1987)

45. (...) Il Redentore affida Maria a Giovanni in quanto affida Giovanni a Maria. Ai piedi della croce ha inizio quello speciale affidamento dell'uomo alla Madre di Cristo, che nella storia della Chiesa fu poi praticato ed espresso in diversi modi. Quando lo stesso apostolo ed evangelista, dopo aver riportato le parole rivolte da Gesù sulla Croce alla madre ed a lui stesso, aggiunge: «E da quel momento il discepolo la prese con sé» (Gv 19,27), questa affermazione certamente vuol dire che al discepolo fu attribuito un ruolo di figlio e che egli si assunse la cura della Madre dell'amato Maestro. E poiché Maria fu data come madre personalmente a lui, l'affermazione indica, sia pure indirettamente, quanto esprime l'intimo rapporto di un figlio con la madre. E tutto questo si può racchiudere nella parola «affidamento». L'affidamento è la risposta all'amore di una persona e, in particolare, all'amore della madre. La dimensione mariana della vita di un discepolo di Cristo si esprime in modo speciale proprio mediante tale affidamento filiale nei riguardi della Madre di Dio, iniziato col testamento del Redentore sul Golgota. Affidandosi filialmente a Maria, il cristiano, come l'apostolo Giovanni, accoglie «fra le sue cose proprie»130 la Madre di Cristo e la introduce in tutto lo spazio della propria vita interiore, cioè nel suo «io» umano e cristiano: «La prese con sé». Così egli cerca di entrare nel raggio d'azione di quella «materna carità», con la quale la Madre del Redentore «si prende cura dei fratelli del Figlio suo»,131 «alla cui rigenerazione e formazione ella coopera»132 secondo la misura del dono, propria di ciascuno per la potenza dello Spirito di Cristo. Così anche si esplica quella maternità secondo lo spirito, che è diventata la funzione di Maria sotto la Croce e nel cenacolo.

LUMEN GENTIUM - COSTITUZIONE DOGMATICA SULLA CHIESA (1964)

61. La beata Vergine, predestinata fino dall'eternità, all'interno del disegno d'incarnazione del Verbo, per essere la madre di Dio, per disposizione della divina Provvidenza fu su questa terra l'alma madre del divino Redentore, generosamente associata alla sua opera a un titolo assolutamente unico, e umile ancella del Signore, concependo Cristo, generandolo, nutrendolo, presentandolo al Padre nel tempio, soffrendo col Figlio suo morente in croce, ella cooperò in modo tutto speciale all'opera del Salvatore, coll'obbedienza, la fede, la speranza e l'ardente carità, per restaurare la vita soprannaturale delle anime. Per questo ella è diventata per noi madre nell'ordine della grazia.

62. E questa maternità di Maria nell'economia della grazia perdura senza soste dal momento del consenso fedelmente prestato nell'Annunciazione e mantenuto senza esitazioni sotto la croce, fino al perpetuo coronamento di tutti gli eletti. Difatti anche dopo la sua assunzione in cielo non ha interrotto questa funzione salvifica, ma con la sua molteplice intercessione continua a ottenerci i doni che ci assicurano la nostra salvezza eterna [186]. Con la sua materna carità si prende cura dei fratelli del Figlio suo ancora peregrinanti e posti in mezzo a pericoli e affanni, fino a che non siano

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condotti nella patria beata. Per questo la beata Vergine è invocata nella Chiesa con i titoli di avvocata, ausiliatrice, soccorritrice, Mediatrice [187]. Ciò però va inteso in modo che nulla sia detratto o aggiunto alla dignità e alla efficacia di Cristo, unico Mediatore [188].

GIOVANNI 1,1-14 - Il Prologo

[1]In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio.[2]Egli era in principio presso Dio: [3]tutto è stato fatto per mezzo di lui,e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste.[4]In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini;[5]la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l'hanno accolta.[6]Venne un uomo mandato da Dio e il suo nome era Giovanni.[7]Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce,perché tutti credessero per mezzo di lui.[8]Egli non era la luce, ma doveva render testimonianza alla luce.[9]Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo.[10]Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui,eppure il mondo non lo riconobbe.[11]Venne fra la sua gente, ma i suoi non l'hanno accolto.[12]A quanti però l'hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio:a quelli che credono nel suo nome, [13]i quali non da sangue,né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati.[14]E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi;e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre,pieno di grazia e di verità.

GIOVANNI 2,1-12 - Le nozze di Cana

[1]Tre giorni dopo, ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea e c'era la madre di Gesù. [2]Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. [3]Nel frattempo, venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno più vino». [4]E Gesù rispose: «Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora». [5]La madre dice ai servi: «Fate quello che vi dirà».[6]Vi erano là sei giare di pietra per la purificazione dei Giudei, contenenti ciascuna due o tre barili. [7]E Gesù disse loro: «Riempite d'acqua le giare»; e le riempirono fino all'orlo. [8]Disse loro di nuovo: «Ora attingete e portatene al maestro di tavola». Ed essi gliene portarono. [9]E come ebbe assaggiato l'acqua diventata vino, il maestro di tavola, che non sapeva di dove venisse (ma lo sapevano i servi che avevano attinto l'acqua), chiamò lo sposo [10]e gli disse: «Tutti servono da principio il vino buono e, quando sono un pò brilli, quello meno buono; tu invece hai conservato fino ad ora il vino buono». [11]Così Gesù diede inizio ai suoi miracoli in Cana di Galilea, manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.[12]Dopo questo fatto, discese a Cafarnao insieme con sua madre, i fratelli e i suoi discepoli e si fermarono colà solo pochi giorni.

GIOVANNI 19,23-27 - Maria e Giovanni sotto la croce

[23]I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti e ne fecero quattro parti, una per ciascun soldato, e la tunica. Ora quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d'un pezzo da cima a fondo. [24]Perciò dissero tra loro: Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca. Così si adempiva la Scrittura: Si son divise tra loro le mie vesti e sulla mia tunica han gettato la sorte. E i soldati fecero proprio così.

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[25]Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala. [26]Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco il tuo figlio!». [27]Poi disse al discepolo: «Ecco la tua madre!». E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa.