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Per la prima volta in vita sua, si trovò a lasciare la Terra. A viaggiare nello spazio, tra i pianeti. Libero dalla gravità. Il vincolo più grande aveva cessato di trattenerlo. La forza fondamentale grazie alla quale l’universo della materia si comportava in quel modo. La Teoria del Campo Unificato di Heisenberg aveva collegato tutta l’energia, tutti i fenomeni in un’unica esperienza. Ora, mentre la sua nave lasciava la Terra, egli passò da quell’esperienza a un’atra, l’esperienza della libertà pura. Questo rispondeva a un0esigenza della quale non era mai stato consapevole. Un desiderio profondo, smanioso, sempre presente in lui sotto la superficie, durante tutta la sua vita, ma inespresso. Il bisogno di continuare a viaggiare. Di migrare. I suoi antenati erano emigrati. Da nomadi, non coltivatori ma raccoglitori, si erano affacciati in Occidente dall’Asia. Raggiunto il Mediterraneo si erano stabiliti là, poiché avevano raggiunto il confine del mondo; non esistevano altri luoghi dove andare. Poi, centinaia di anni dopo, erano giunte voci che parlavano dell’esistenza di altri luoghi. Terre al di là del mare. Non erano mai andati molto per mare, tranne forse per la fallita migrazione in Nord Africa. Migrare sull’acqua, con le imbarcazioni, era una cosa terrificante per loro. Non avevano idea di dove stessero andando, ma poi quella migrazione da un continente all’altro si realizzò. E per un certo tempo li fermò, poiché di nuovo avevano raggiunto il confine del mondo. Nessuna migrazione era mai stata come questa. Per nessuna specie, nessuna razza. Da un pianeta a un altro. Com’era possibile andare oltre? Ora, con queste navi, compivano il balzo finale. Ogni forma di vita compiva la sua migrazione, continuava a viaggiare. Era un bisogno universale, un’esperienza universale. Ma questa gente era arrivata allo stadio conclusivo, e per quanto ne

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Per la prima volta in vita sua, si trovò a lasciare la Terra. A viaggiare nello spazio, tra i pianeti. Libero dalla gravità. Il vincolo più grande aveva cessato di trattenerlo. La forza fondamentale grazie alla quale l’universo della materia si comportava in quel modo. La Teoria del Campo Unificato di Heisenberg aveva collegato tutta l’energia, tutti i fenomeni in un’unica esperienza. Ora, mentre la sua nave lasciava la Terra, egli passò da quell’esperienza a un’atra, l’esperienza della libertà pura.Questo rispondeva a un0esigenza della quale non era mai stato consapevole. Un desiderio profondo, smanioso, sempre presente in lui sotto la superficie, durante tutta la sua vita, ma inespresso. Il bisogno di continuare a viaggiare. Di migrare.I suoi antenati erano emigrati. Da nomadi, non coltivatori ma raccoglitori, si erano affacciati in Occidente dall’Asia. Raggiunto il Mediterraneo si erano stabiliti là, poiché avevano raggiunto il confine del mondo; non esistevano altri luoghi dove andare. Poi, centinaia di anni dopo, erano giunte voci che parlavano dell’esistenza di altri luoghi. Terre al di là del mare. Non erano mai andati molto per mare, tranne forse per la fallita migrazione in Nord Africa. Migrare sull’acqua, con le imbarcazioni, era una cosa terrificante per loro. Non avevano idea di dove stessero andando, ma poi quella migrazione da un continente all’altro si realizzò. E per un certo tempo li fermò, poiché di nuovo avevano raggiunto il confine del mondo.Nessuna migrazione era mai stata come questa. Per nessuna specie, nessuna razza. Da un pianeta a un altro. Com’era possibile andare oltre? Ora, con queste navi, compivano il balzo finale. Ogni forma di vita compiva la sua migrazione, continuava a viaggiare. Era un bisogno universale, un’esperienza universale. Ma questa gente era arrivata allo stadio conclusivo, e per quanto ne sapessero, nessuna altra specie o razza l’aveva mai fatto.Non aveva nulla a che fare con i minerali, le risorse, i rilevamenti scientifici. E neppure con l’esplorazione e il profitto. Quelli erano pretesti. La vera ragione si situava al di fuori della coscienza. Se glielo avessero chiesto, non sarebbe stato in grado di formulare quell’esigenza, neppure nel momento in cui la sperimentava pienamente. Nessuno avrebbe potuto farlo. Un istinto, il più primitivo degli impulsi, oltre a essere più nobile e complesso. Era entrambe le cose allo stesso tempo.Che ironia, pensava: la gente dice che Dio non ha mai voluto che viaggiassero nello spazio. I lunatici hanno ragione, pensò, poiché sanno che non ha niente a che fare con quanto si possono rendere proficue le concessioni

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minerarie. Stiamo soltanto fingendo di sfruttare le risorse lunari. Non è una questione politica, o neppure etica. Ma quando te lo chiedono, qualche cosa bisogna rispondere. Bisogna fingere di sapere.

[P. K. Dick, Tempo fuor di sesto, Fanucci editore, Roma 2006, p. 240/s]