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Monte
“Il Pandoro”
Testo di Stefano Esposito
Disegni di Alice
“Un gesto ripetitivo,
per un dono sempre nuovo”
Stefano Esposito
La superiorità dell’albero sull’uomo è indisctubile.
Essa concorre a dimostrare la predilezione accordatagli da Dio.
Innanzitutto l’albero è più alto (superiorità in altezza),
in secondo luogo ha più rami
Gaspare Morgione, Dio creò gli alberi a sua immagine e somiglianza
Scrutava sempre l’orizzonte,
osservava i due alberi in cima alla montagna.
Quella montagna che a lui da bambino piaceva chiamare
il Pandoro,
poiché nelle rare nevicate,
si imbiancava tutto.
I due alberi restavano lì,
lontano dai rumori
della vicina autostrada
che scorreva ai piedi della montagna.
Sembravano personaggi di una storia d’amore,
un’avvincente storia d’amore.
Uno diventò Romeo,
l’altro diventò Giulietta.
Da anni erano lì,
uno dinnanzi all’altro.
Amici o amanti da sempre,
quanti cambiamenti,
quante stagioni,
quante foglie nel vento
e quante nuove foglie.
Ma erano distanti,
lui pensava,
non un bacio,
non un abbraccio,
non una carezza
e poi, pensò…
In autunno a loro piace mescolare
Le foglie diventate rosse,
quelle diventate gialle,
le foglie secche in inverno,
quelle foglie che volano altrove
che calpestiamo al parco,
nella stagione delle certezze sbrecciate.
Il terreno pulsa,
ansima in primavera,
il vento porta un fiore
da Romeo fino a Giulietta.
C’è complicità,
ognuno si prende cura dell’altro,
quando l’inverno sgretola la corteccia.
Quindi, pensava ancora,
la distanza è davvero un ostacolo per i due alberi?
Un intreccio di radici,
come un cesto di vimini,
li unisce.
Eccoli, sulla curva del Pandoro.
Il rumore dell’autostrada
Non sembra infastidirli.
Complicità di
foglie che si mescolano,
lui dona un fiore
e le radici si intrecciano
nel secolare amore.