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DOTTORANDA Angela Di Padova

CICLO XXIX Curriculum in Diritto dei mercati europei e globali . Crisi, diritt i ,

regolazione.

TITOLO DELLA RICERCA L’ATTIVITA’ ASSICURATIVA IN LIBERA

PRESTAZIONE DI SERVIZI ED IL CONTROLLO DELL’IVASS .

TUTOR Prof. Luigi Principato.

Eligio Resta in Le regole della fiducia , Laterza, 2009 sviluppa diverse r if lessioni non solo sul significato del la f iducia e sul meccanismo di dare/avere f iducia, ma anche sugli ambiti in cui la f iducia trova posto. Interessante è, in particolare, la costatazione che la f iducia nasce nel “mondo” sociale per essere poi inglobata nel mondo del dir it to e, aggiungerei oggigiorno, nel mondo dell’al ta finanza.Procediamo con ordine.L’habitat proprio della f iducia è, ovviamente, quello delle relazioni interpersonali : i l s istema della fiducia consiste nel dare (non in dono) volontariamente qualcosa di materiale o immateriale a qualcuno che gode di credito nei nostr i confronti confidando nel fat to che si r i t roverà ciò che è stato aff idato .Inoltre, la f iducia r icorre anche in quei casi in cui non sussiste propriamente un legame tra i soggetti , come ad esempio nel caso della mancia. I l caso può sembrare banale, ma in real tà nasconde più problematiche di quanto si creda.Si pensi solo al fat to che in alcuni Paesi è quasi in desuetudine, mentre in al tr i (es. USA) è prat icamente un obbligo codificato anche nel suo ammontare. Inoltre, non tut t i concordano con la consuetudine di lasciare la mancia, considerandola un retaggio storico, che sot tol inea le differenze di posizione tra chi lascia la mancia ( il padrone) e chi la riceve ( il servo).Tuttavia, è opportuno considerare i l contesto: r i tornando ol treoceano, ad esempio, nei ristoranti o nei bar la mancia corrisponde al la quasi totali tà del la retr ibuzione del cameriere, tanto che versano al f isco un importo pari al 10% del “venduto”. Ma a che prezzo?Invero, l ’opera di Jhering, La mancia , citata da Resta (pp. 75 ss.) , mette in evidenza i l problema di fondo: una retr ibuzione adeguata consente al prestatore d’opera di non dover dipendere da un atto di l iberal ità altrui; al contrario l’assenza di tutele rende la mancia “un segno di ipocrisia”.Dal piano sociale si passa poi al piano giuridico: la f iducia è stata incorporata dal dir i t to, diventando criterio di orientamento interpretat ivo, principio generale a cui appellarsi per ot tenere giust izia.Tuttavia, Resta r i t iene che nel momento in cui essa è supportata dal la sanzione smette di essere f iducia (p. 67) e diventa buona fede. Invero, f iducia e buona fede altro non sono che la faccia del la medesima medaglia: un contraente t iene un comportamento conforme al la buona fede poiché senza dubbio confida nel corret to comportamento di controparte. La presa in carico da parte di una norma dell’aff idarsi non snatura, pertanto, la f iducia per i l solo fat to che diventa coercibile, poiché al la base sussiste comunque i l l ibero comportamento del l’agente di fidarsi : la norma tutela la sua posizione ex post , non gl i impone di f idarsi ex ante del proprio interlocutore.

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Un esempio si può trarre dal le c.d. obbligazioni natural i , che trovano la propria fonte nei doveri moral i e sociali e , pur non essendo giuridici, quindi non coercibi li , sono prese in considerazione dal l’ordinamento. Infat ti , i l creditore non può agire in giudizio per ottenere l’adempimento del l’obbligazione; tut tavia, non è ammessa la ripetizione di quanto è stato spontaneamente prestato in esecuzione di doveri moral i o sociali (art . 2034 c.c.)Se è vero, dunque, che la f iducia impone di r ispet tare lealmente le regole del gioco (p. 67), i l fatto che la violazione di tal i regole sia sanzionata dalle norme, non sposta i l fulcro della f iducia sul le regole giuridiche intervenute a neutral izzare la delusione: infatt i , la regola del la buona fede si presenta non cristall izzata nel contenuto (es. l’art . 1175 c.c.) , ma idonea a rispondere al grido di tutela di chi si era aff idato.Bisogna concordare, comunque, che quando i l diri t to incorpora la f iducia vuol dire che questa è venuta meno: si avverte l ’esigenza di tutela proprio perché essa manca (pp. 95 ss.) . Tale considerazione permette di far luce sul lato oscuro del la fiducia, che si manifesta quando è mal r isposta e degenera in delusione: ol tre al le ipotesi sopra richiamate che coinvolgono per lo più relazioni binarie, si pensi ai mass media, che strumental izzano il loro potere, creano al larmismi facendo leva sulle esigenze di insicurezza, al imentandola, “fino al la prossima emergenza” (p. 3) . Non solo. Altri casi di fiducia “degenerat iva” si palesano in caso di free rider, che fa leva sulla f iducia al trui per raggiungere il massimo profi tto a costo zero. I l vero problema non è tanto l’esistenza di chi pensa di essere un furbo perché fa solo i l proprio interesse a scapito degli al tr i , bensì l ’elogio e a volte la venerazione di tali comportamenti . Troppo spesso at teggiamenti del genere anziché essere messi al bando assurgono a modelli . Ad esempio, una scienza economica qualif ica i l profit tatore come soggetto di razionalità economica (p. 106). Niente di più allarmante.Se questo fosse il modello generale, si r i tornerebbe al bellum omnium contra omnes , da cui Hobbes ha messo in guardia. Sapientemente Resta evidenzia la r ivincita del “pollo”: i l furbo dipende dall’esistenza del suo pollo, “per cui la sua superiori tà si trasforma in vera e propria subalterni tà”; al contrario i l pollo non ha bisogno del furbo (p. 109), tanto che nel l’antica Grecia l’idiota non è il pollo, ma il furbo, cioè colui che non vede al tro che i l proprio idios ( i l proprio “orto”) e considera il bene comune un ostacolo al proprio profi tto (p. 104).Anzi , Cicerone rincara la dose: se i l Laelius esalta la sol idarietà fra i boni , la trattazione del De off ici is , dedicato al f igl io Marco, inizia con un’indagine sul la natura umana e sull’origine del l’honestum , sot tol ineando l’importanza di prat icare giust izia e benevolenza, disprezzare i vantaggi material i , quindi se si può compiere azioni di soccorso.Per concludere, forse questa è la lezione da apprendere dalla recente crisi : i furbi hanno tradito in maniera esagerata la fiducia r iposta e i polli non hanno più potuto reggere i l s istema. Infat ti , i l s istema entra in crisi quando si perde la fiducia nel la borsa, nei t i toli , nella moneta. Ma ben più grave è il comportamento del lo speculatore, che manipola la fiducia altrui al solo scopo di minare il s istema perché fa a lui più comodo. “Del resto in una società concretamente vissuta sulla f iducia e sul la solidarietà non c’è bisogno di dir i t to” (p. 96).