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Page 1:  · Web viewAUDIZIONE DELL’AUTORITA’ PER L’ENERGIA ELETTRICA E IL GAS – SETTEMBRE 2013 Egregio Presidente e Membri del Collegio, innanzitutto un saluto ed un sentito ringraziamento

AUDIZIONE DELL’AUTORITA’ PER L’ENERGIA ELETTRICA E IL GAS – SETTEMBRE 2013

Egregio Presidente e Membri del Collegio,innanzitutto un saluto ed un sentito ringraziamento per questo appuntamento, ormai consolidato, di confronto con le associazioni e gli operatori del settore relativamente alle dinamiche in corso nel mercato dell’energia elettrica e del gas.Gli argomenti da trattare sarebbero numerosi ma lo spazio a disposizione è limitato, per cui ci concentreremo solo su alcuni aspetti che sono però per noi cruciali.Quale Associazione dei consumatori ci sembra doveroso partire da quanto segnalatoci dai cittadini che si sono rivolti al nostro servizio di assistenza, tutela e consulenza (il PiT Servizi) esponendo una breve sintesi del rapporto sulle principali criticità riscontrate rispetto alla fornitura dell’energia elettrica e del gas, che abbiamo presentato lo scorso 11 luglio in questa sala e alla presenza della stessa Autorità, rappresentata dal dott. Luigi Carbone (che ringraziamo nuovamente).

Le segnalazioni dei cittadini (Fonte: XIII Rapporto PiT Servizi 2013 – Focus Energia e Ambiente)Nel corso del 2012 circa 10.000 cittadini hanno contattato il nostro PiT Servizi lamentando disservizi che nel 30% dei casi hanno riguardato il settore dell’energia e dell’ambiente.Considerando sia energia elettrica che gas, il quadro delle criticità emerso dalle segnalazioni dei cittadini vede in prima posizione il tema della fatturazione (44,6%), seguito dal mercato (20,5%), dai contratti (13,2%), dai prezzi e le tariffe (7,5%), dalla qualità commerciale (4%), dall’allacciamento (2,8%), dalla qualità tecnica (2,6%), dalla misura (2,4%), dai bonus (1,8%) e dal risparmio ed efficienza energetica (0,6%).

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Ponendo a confronto i dati derivanti dalle segnalazioni dei cittadini che si sono rivolti al nostro servizio PiT e quelli degli sportelli “Energia: diritti a viva voce” è possibile notare come ci sia una perfetta coincidenza sul dato della fatturazione e comunque una convergenza di fatto anche sulle altre voci. Ciò a dimostrazione del fatto che pur non essendo numericamente significativi da un punto di vista statistico, i nostri dati riescono comunque ad individuare i fenomeni in atto nel mercato e le effettive criticità con le quali si confrontano quotidianamente i consumatori di energia elettrica e gas.

Energia PiT Servizi 2012

Energia diritti a viva voce 2012

Fatturazione 44,6% 44,6%Mercato 20,5% 18,1%Contratti 13,2% 14,3%

Prezzi e tariffe 7,5% 9,6%Qualità commerciale 4,0% 0,7%Allacciamento/Lavori 2,8% 2,2%

Qualità tecnica 2,6% 2,8%Misura 2,4% 2,3%Bonus 1,8% 2,2%

Risparmio ed efficienza energetica 0,6% 3,3%Totale 100% 100%

Fonte: Cittadinanzattiva ed Energia: diritti a viva voce

A maggior riprova di quanto affermato, abbiamo allargato il confronto ai dati provenienti dallo Sportello del consumatore dell’AEEG, depurati da quelli relativi al bonus energia.

Energia PiT Servizi 2012

Energia diritti a viva voce 2012

Sportello del consumatore 2012

Fatturazione 44,6% 44,6% 46%Mercato 20,5% 18,1% 20%Contratti 13,2% 14,3% 18%

Altro 19,9% 20,8% 16%Totale 100% 100% 100%

Fonte: Cittadinanzattiva, Energia: diritti a viva voce, Sportello del consumatore

È evidente come in tutti e tre i casi e nello stesso ordine, le principali criticità individuate afferiscano l’ambito della fatturazione, del mercato e dei contratti.

Nella voce “fatturazione” confluiscono le problematiche che vanno dalla ricezione di bollette di conguaglio di importo molto elevato, alla fatturazione irregolare fino alle richieste di rateizzazione.

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Gli utenti che ci contattano segnalano di non riuscire a far fronte ai pagamenti di fatture d’importo elevato, non esclusivamente di conguaglio, o ancora di non riuscire ad ottenere la rateizzazione delle fatture o di ottenere rateizzazioni comunque non adeguate alla loro situazione economica. Il problema dei conguagli e delle fatturazione errate è dovuto a disfunzioni nel rapporto tra il distributore ed il venditore del servizio e, in particolar modo, a carenze sul fronte della distribuzione. Eventuali errori nella misurazione dei consumi fatta dal distributore, il mancato funzionamento dei contatori di nuova generazione di tipo teleletto ed il mancato recepimento dell’autolettura inviata dall’utente, danno origine a conguagli elevati o all’emissione di fatture in acconto sovrastimate, con evidenti ripercussioni sul consumatore.Sulla base delle segnalazioni ricevute, l’importo medio delle bollette di conguaglio ammonta, sia nel caso dell’energia elettrica che del gas a circa 2.500 euro, con importi massimi che arrivano a € 6.500 per l’elettricità e ben € 8.000 per il gas.

Per quanto riguarda il mercato, il settore dell’energia elettrica ha sino ad ora sperimentato percentuali di switching più elevate rispetto a quello del gas, e risulta quindi più esposto alle problematiche afferenti il codice di condotta commerciale, il cambio del fornitore ed il fenomeno della doppia fatturazione.

Mercato Energia elettrica Gas

Codice di condotta commerciale: contratti non richiesti 33,8% 19,5%Codice di condotta commerciale: mancato rispetto diritto di ripensamento 26,0% 9,8%Codice di condotta commerciale: info ingannevoli o insufficienti per acquisizione contratto 13,0% 3,9%Cambio fornitore: lettura di switching 9,0% 11,8%Codice di condotta commerciale: firma apocrifa 6,5% 5,9%Doppia fatturazione 6,5% 41,2%Cambio fornitore: attivazione tardiva 2,6% 5,9%Codice di condotta commerciale: difficoltà per il ritorno al venditore precedente 1,3% 2%Codice di condotta commerciale: varie 1,3% 0%

Totale 100% 100%Fonte: Cittadinanzattiva –XIII Relazione PiT Servizi, 2013

Dal punto di vista contrattuale, la difficoltà principale è rappresentata, in entrambi i settori, dalla tempistica con la quale viene recepita la richiesta di cessazione della fornitura da parte del cliente. In alcuni casi, nonostante il

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distributore abbia proceduto alla chiusura del contatore e quindi alla sospensione della fornitura, l’utente continua a ricevere le bollette, ovviamente stimate, da parte del venditore. Seguono le segnalazioni sulla mancata consegna dei documenti relativi alle condizioni tecnico – economiche della fornitura, salvo scoprire successivamente di non essere stati “inquadrati” secondo le condizioni che erano state illustrate dall’azienda in fase di promozione dell’offerta e accettazione da parte dell’utente.Altri casi riguardano l’errata indicazione dei dati relativi all’utenza, per esempio dei consumi annuali, dell’indirizzo di fatturazione, o dell’indicazione della tariffa residenziale/non residenziale. Rispetto a voltura e subentro viene segnalato come le relative richieste restino inevase per periodi anche molto lunghi (in alcuni casi anche un anno).Ulteriori criticità, di notevole importanza per gli effetti che producono, sono rappresentate dalle procedure di distacco o di riduzione di potenza per morosità. Spesso si tratta, infatti, di false morosità, in quanto il cliente non ha mai ricevuto le fatture “incriminate” o ha contestato una bolletta con reclamo al venditore al quale non ha mai ricevuto risposta.

Il costo dell’energia elettrica e del gas

Direttamente collegato al tema della difficoltà delle famiglie a far fronte ai pagamenti delle bollette dell’energia elettrica e del gas è quello del costo dell’energia nel nostro Paese.Secondo l’Eurostat dal 2011 al 2012, in Europa i prezzi al dettaglio di gas ed elettricità per gli utenti domestici sono aumentati in media rispettivamente del 10,3% e del 6,6%, con una forte disparità tra i diversi Paesi.Per quanto riguarda l’energia elettrica, l’Italia si contraddistingue per i più elevati livelli di prezzo (il 17% in più rispetto alla media europea ed inferiore solo a Cipro, Danimarca e Germania), di aumento 2011/12 (+11,2%, inferiore solo rispetto a Cipro, Grecia, Polonia e Regno Unito) e di tassazione (33,6%, inferiore solo rispetto a Danimarca, Germania, Portogallo e Svezia).Nel caso del gas il nostro Paese mostra un prezzo finale per gli utenti domestici, del 35% superiore alla media europea, inferiore solo a quello di

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Danimarca, Grecia, e Svezia. L’aumento del 10,6% verificatosi dal 2011 al 2012 è praticamente in linea con quello medio europeo (10,3%) mentre l’incidenza delle tasse (33,4%) rispetto al prezzo finale è di gran lunga superiore alla media europea ed inferiore solo a quella registrata in Danimarca, Olanda, Romania, e Svezia.

Il ruolo della distribuzione nella liberalizzazione del mercato e le criticità da superare

Con riferimento alle segnalazioni dei cittadini si è più volte fatto riferimento alle criticità riscontrabili sul fronte della distribuzione.Il Consiglio dei Regolatori Europei di Energia (CEER) sostiene che la distribuzione dovrebbe svolgere un ruolo di facilitatore neutrale del mercato, effettuando lo switch senza ritardi e discriminazioni, accelerando la raccolta dei dati così da agevolare il cliente, garantendo a tutti i venditori uguale accesso alle informazioni sui dati dei clienti in materia di fatturazione, al fine anche di evitare che il venditore incumbent goda di vantaggi legati all’integrazione societaria.I dati prima esposti mostrano, però, come nel mercato energetico italiano, numerose problematiche che impediscono il pieno sviluppo dello stesso siano proprio attinenti alla distribuzione. Abbiamo infatti visto come le principali criticità segnalate dai cittadini afferiscano la sfera delle fatturazioni. Ci si imbatte continuamente nella questione delle fatture calcolate su consumi stimati o fatturazioni irregolari o mancate fatturazioni che poi si traducono in conguagli dagli importi insostenibili per le famiglie. Ciò nonostante la presenza dei contatori di nuova generazione, almeno nel caso dell’energia elettrica, che di fatto in molti casi non hanno apportato i tanto declamati vantaggi per l’utente finale in termini di telegestione e possibilità di controllare i propri consumi. Da aggiungere che in molti casi l’utente non riesce a comunicare i propri consumi effettivi mediante l’autolettura e quindi non resta che sperare nel “tentativo di lettura” che il distributore dovrebbe effettuare almeno una volta l’anno o rassegnarsi alla mancanza di congruenza tra consumi effettuati e spesa sostenuta.

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L’attuale disegno di mercato prevede che il venditore sia l’interfaccia unica del cliente finale. Il venditore infatti, oltre a fornire l’energia ai propri clienti è tenuto a garantire per conto dei medesimi la relazione con i distributori locali, con riferimento al trasporto di energia sulle reti e alle prestazioni ad esso connesse, quali attivazioni e disattivazioni di fornitura, interventi sul misuratore, etc. Inoltre il venditore fa da tramite per il versamento degli oneri generali dovuti dai clienti al proprio distributore locale e delle imposte all’erario. Questo modello di mercato, scelto al fine di dare certezza e continuità di relazione al cliente finale, implica un intenso scambio informativo tra venditori e distributori.Ciò detto, ed anche in considerazione del fatto che i venditori si trovano spesso a dialogare con una pluralità di distributori, risulta di fondamentale importanza che la regolazione garantisca un’efficiente comunicazione tra questi soggetti, definendo puntualmente i contenuti e le modalità di scambio dei flussi informativi.Negli ultimi anni la regolazione si è mossa solo parzialmente in questa direzione, individuando alcuni flussi informativi obbligatori che i distributori devono inviare ai venditori e introducendo, per alcuni di questi, delle specifiche tecniche di formato e di contenuto che hanno consentito ai venditori di raccogliere con maggiore efficacia le informazioni in essi contenute. Tuttavia il percorso in questo ambito non è ancora stato portato a compimento. Sebbene la delibera Aeeg 65/2012 ha introdotto per la prima volta nuove regole di standardizzazione delle misure, cui i distributori saranno chiamati a conformarsi, è altrettanto vero che la stessa delibera è totalmente carente nell’introduzione di meccanismi di stimolo verso il distributore affinché questo rispetti senza deroghe le suddette regole. Mancano in pratica le dovute sanzioni!

Ancora, il Decreto Legislativo 1 giugno 2011 n. 93, ha previsto che le società di distribuzione rendano disponibili i dati di consumo dei clienti alle società di vendita garantendo la qualità e la tempestività dell’informazione fornita. Questa previsione normativa dovrebbe essere attuata con urgenza, introducendo degli obblighi di qualità nella messa a disposizione delle misure

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da parte dei distributori, ad esempio riferiti alla percentuale massima di letture in stima rispetto alle letture reali, e alla percentuale massima di letture che seppur dichiarate “reali”, vengono successivamente rettificate. La definizione di tali standard minimi di qualità dovrebbe inoltre essere accompagnata dall’introduzione di adeguate penali (indennizzi a beneficio dei consumatori) che incoraggino i distributori a rispettare i livelli definiti e che possano riconoscere al cliente finale una compensazione dell’inefficienza subita. È evidente che un miglioramento nella qualità dei dati di misura trasmessi dai distributori ai venditori possa consentire a questi ultimi di migliorare significativamente la qualità della fatturazione verso i clienti finali, addebitando agli stessi gli effettivi consumi ed evitando onerosi conguagli. Inoltre, disporre di dati affidabili e tempestivi consentirebbe ai clienti finali una migliore percezione delle proprie abitudini di consumo, incoraggiando pratiche virtuose volte al risparmio energetico.

Con riferimento alle prestazioni dei distributori, si sottolinea la palese esosità di alcuni oneri fissi riconosciuti dall’Autorità a beneficio del distributore in ragione dell’espletamento di talune semplici attività connesse all’erogazione del servizio al cliente finale. Alcuni esempi ricorrenti: Il contributo fisso per la voltura, che è attualmente fissato in € 27,59, spettante al distributore a titolo di “oneri amministrativi” ogniqualvolta si debba procedere al cambio dell’anagrafica del cliente intestatario dell’utenza; Il contributo per disattivazioni e attivazioni a seguito di morosità, che è attualmente fissato in € 26,76: ciò significa, ad esempio, che un consumatore che per effetto di momentanee difficoltà economiche sia incorso nel distacco della luce per non aver pagato una o più bollette emesse dal venditore si troverà a dover corrispondere, oltre alle bollette insolute, ulteriori 2x26,76 euro in favore del distributore a seguito della disattivazione e successiva riattivazione della fornitura; Il costo dell’aumento di potenza, che è attualmente fissato in € 27,59 di contributo fisso per “oneri amministrativi” più € 69,22 per kW aggiuntivo di potenza richiesta, oltre IVA: ad esempio, per un aumento da 3 a 4,5 kW (che ai fini del computo dei costi viene computato come passaggio da una potenza

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contrattuale di 3,3 ad una di 5 kW, ovvero +1,7 kW) il distributore richiede la corresponsione di € 159,78! Analogamente, per un aumento di potenza da 3 a 6 kW il distributore richiede € 281,62!

Tali oneri risultano ampiamente sproporzionati rispetto alla reale entità del servizio prestato dal distributore: l’effettivo costo di esecuzione dell’operazione è di modestissima entità, tenuto conto che la quasi totalità dei maggiori distributori si è nel frattempo dotata di portali telematici che consentono lo svolgimento dell’attività da remoto in modalità pressoché automatica, senza necessità di intervento sul posto.Una revisione dei livelli di costo delle prestazioni erogate dai distributori potrebbe consentire ai clienti di pagare un importo congruo rispetto alla prestazione richiesta.

Le nostre proposte

Alla luce di quanto esposto nelle pagine precedenti, proviamo a sintetizzare alcune proposte da indirizzare ai vari attori che giocano un ruolo nel campo del mercato energetico italiano.

La riduzione dei costi sopportati dalle famiglie italiane per l’erogazione dell’energia elettrica e del gas. Abbiamo visto come tali costi siano ancora molto alti rispetto alla media europea e come siano aumentati negli anni. Nel III trimestre 2013 si è registrata un aumento dell’1,4% della bolletta elettrica e una riduzione dello 0,6% del gas1 .Continuiamo a sostenere l’eccessivo livello di imposizione e oneri generali che gravano sulle bollette, che poco hanno a che fare con l’erogazione del servizio e che sono stati aggiunti negli anni per far fronte a situazioni specifiche ma poi rimaste parte strutturale del tutto anche al venir meno delle stesse.A tal proposito non ci sembra comunque risolutivo l’intervento individuato dal nuovo Decreto del Fare, che prevede l’emissione di bond da parte del GSE per alleggerire nell’immediato la bolletta elettrica sul fronte degli incentivi alle 1 Grazie al processo di totale revisione avviato dall’AEEG finalizzato a migliorare le condizioni economiche applicate ai clienti finali del servizio di tutela nel mercato del gas naturale. La prima fase di tale processo ha portato ad adottare un nuovo criterio di calcolo del prezzo del gas per le famiglie del Mercato Tutelato, in grado di tener conto del minor costo del gas sul mercato spot. In pratica se prima il prezzo era legato per il 95% a condizioni di lungo periodo e solo per il 5% alle condizioni di breve periodo del mercato spot, ora il peso del prezzo spot è stato innalzato dal 5 al 20%.

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rinnovabili. Si tratta di un intervento che sposta solo in avanti il problema e non di un intervento strutturale sulla tariffa.

Interventi risolutivi rispetto alle numerose criticità presenti nel campo della distribuzione. Come già descritto, tante sono le problematiche che riguardano ad esempio i tentativi di lettura dei misuratori, la messa a disposizione dei dati di lettura ai venditori, le letture di switch, le procedure di verifica di funzionamento dei misuratori e le relative ricostruzioni dei consumi, etc. Tutte criticità che vanno ad impattare negativamente sul consumatore finale, in termini di mancata congruenza tra ciò che consuma e ciò che paga, e più in generale sulla effettiva liberalizzazione del mercato dell’energia. Richiediamo quindi interventi di regolazione risolutivi, con introduzioni di sanzioni a carico dei distributori che non svolgano correttamente la proprie funzioni, per le quali i consumatori peraltro sostengono un costo in bolletta.

Razionalizzare gli incentivi alle fonti rinnovabili. Si propone di spostare il costo legato a tale sistema di incentivi dagli oneri generali di sistema, presenti in bolletta, alla fiscalità generale. Si propone, inoltre, di sostenere in maggior misura il conto termico rispetto a quello energia, dove peraltro sono stati già raggiuntivi determinati obiettivi. Determinante, dal nostro punto di vista, il rafforzamento ed il prolungamento nel tempo delle detrazioni fiscali per interventi di efficienza energetica2.

Puntare allo sviluppo delle infrastrutture e, nel caso dell’energia elettrica, all’ammodernamento della rete per evitare fenomeni paradossali in virtù dei quali i consumatori pagano di più (incentivi alle rinnovabili) per un’energia che di fatto di viene utilizzata.Proponiamo invece, di ridimensionare gli investimenti verso il mix di energia da fonti primarie da combustibili fossili. Sottolineiamo che proprio l’eccessiva dipendenza da tali fonti ha generato negli anni l’aumento del costo della materia prima e quindi l’aumento delle bollette, oggi esclusivamente attribuito agli incentivi alle fonti rinnovabili.

2 Il Decreto Legge 4 giugno 2013, n. 63 ha innalzato le detrazioni al 65% prolungandole al 31 dicembre 2013 (e al 30 giugno 2014 nel caso di interventi a parti comuni degli edifici condominiali)

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