Videogame, non solo mangiasoldi - Kids Digital Saturday - Elia Bellussi

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Kids’ Digital Saturday VIDEOGAME, NON SOLO MANGIASOLDI Come riconoscere i videogame che fanno perdere tempo e denaro e dove trovare quelli divertenti, utili e che fanno ragionare. con Elia Bellussi

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Kids’ Digital Saturday

VIDEOGAME, NON SOLO MANGIASOLDI

Come riconoscere i videogame che fanno perdere tempo e denaro e dove trovare quelli divertenti,

utili e che fanno ragionare.

con

Elia Bellussi

Storia dei videogiochi di ruolo, della dipendenza e degli acquisti in app.

Love Child, di Valerie Veatch

Il termine “gioco di ruolo” viene coniato per la prima volta dallo psicologo Jacob Levi Moreno nel 1934 ma la pratica deriva dalla forma di teatro del XVI secolo, detta “Commedia dell’arte”.

Alla fine del XVIII secolo nell’accademia militare di Braunschweig il maestro dei paggi Johann Christian Ludwig Hellwig inventa il primo gioco da tavola che simula il terreno di una battaglia.

Alla fine degli anni sessanta Dave Wesely definisce la figura del master per la gestione delle regole, in pratica un arbitro, mentre Dave Arneson definisce il concetto di dungeon.

Arneson, insieme a Gary Gygax, dopo due anni di lavoro, realizza Dungeons and Dragons, uscito nel 1974.

I videogiochi di ruolo iniziarono come discendenti dei primi giochi stile Rogue su sistemi Unix, essi stessi ovviamente ispirati ai giochi di ruolo carta e penna.

Anche i MUD (Multi User Dungeon) fornirono molti concetti ed idee al genere. Nacquero i giochi di ruolo testuali come “Avventura nel castello” di Enrico Colombini.

I videogiochi di ruolo si evolsero dalle avventure testuali, come Akalabeth: World of Doom (1980), precursore della famosa serie di Ultima.

Negli anni novanta i videogiochi di ruolo multigiocatore iniziano a diffondersi. Per esempio Diablo (1996).

I Massively multiplayer online role-playing games (MMORPGs), sono enormi mondi aperti con centinaia di partecipanti che interagiscono fra loro.

Tra essi sono da citare Ultima Online, EverQuest e World of Warcraft che, pubblicato nel 2004, è ormai diventato il pilastro dei MMORPG, essendo riuscito a far appassionare decine di milioni di giocatori in tutto il mondo.

Il fenomeno degli hikikomori si è diffuso dagli anni 1980 e si tratta di una volontaria esclusione sociale.

Spesso gli hikikomori contraddicono la loro esclusione intessendo fitti rapporti virtuali in chat o nei videogiochi online proprio come i mmorpg.

Ma non bisogna confondere gli hikikomori con i nerd o i geek o con la dipendenza da internet.

Una problematica affine è quella descritta nel documentario citato all’inizio.

Diretto dalla statunitense Valerie Veatch, Love Child racconta il primo, e più clamoroso, caso al mondo di dipendenza da internet e videogiochi mai approdato in un’aula di tribunale.

Protagonista del documentario è una coppia sud-coreana che trascorreva le giornate interagendo con un videogioco su internet.

La coppia lasciò morire, a casa, la propria vera figlia di tre mesi per malnutrizione prolungata.

Il videogioco era un mmorpg, Prius Online, uscito nel 2008 e ritirato nel 2013.

Parlando della questione economica, i mmorpg sono nati richiedendo un abbonamento, mensile o per periodi di tempo maggiori, per poter pagare le spese di mantenimento dei server e di sviluppo.

Questa pratica, a lungo andare, non faceva guadagnare abbastanza le aziende, pertanto esse hanno adottato il pay-to-win.

Il pay-to-win consiste nel mettere a disposizione gratuitamente il gioco ma di far pagare per poter ottenere oggetti particolari, bonus etc. senza i quali non si potrebbe competere contro gli altri giocatori.

Queste problematiche sui videogiochi, in particolare online, non sono da sottovalutare ma non si deve nemmeno essere fobici. Dopotutto, da molti, il videogioco è considerato utile per la crescita e l’apprendimento.

Elia Bellussi Email: [email protected] Mobile: +39 333 689 2117 Twitter: @ebellussi Facebook: elia.bellussi LinkedIn: elia.bellussi

“free to play”diciamo tutti

ma dovrebbe chiamarsi

“pay to stay”

LOL BUGIA (mi dai l’IBAN?)

Ciao amico! Sono un simpatico

gioco d’abilità.

LOL BUGIA dammi l’IBAN, dai

“layering” http://bit.ly/freemiumuntubo

inventati una valuta A te sembra una scelta stilistica -che orrore comprare pozioni e catapulte in Euro!- ma in realtà si tratta di un sistema per facilitare l’acquisto e indebolire le resistenze. In genere, il cambio è difficile da memorizzare e gli acquisti avvengono in-app così non vedi il logo della Visa.

E poi spendere sesterzi, diamanti, gocce di caramella eccetera eccetera fa meno impressione!

premia (o perdi tutto) “Hai vinto 13 milioni (di diamanti si intende) ma la tua sacca da esploratore ne contiene solo 12.300!”

blocca la crescita “Che bello il tuo nuovo castello! Puoi aspettare 13 ore prima di vederlo finito o spendere 13 diamanti rossi (1 diamante rosso vale 17 gelatine gommose) per accelerarne la costruzione.”

boosta la vittoria “Accidenti è la decima volta che ti manca tanto così al superamento del livello. Certo, se potessi usare lo spicciarriccia sarebbe tutto più facile. Costa solo 3 cristalli di luna, uno ce l’hai già, puoi comprare due al prezzo di uno se spendi 13.200 stelle del firmamento. Sì, ora ne hai 3.000 ma se ritiri abbastanza pipistrelli magici avrai la somma che ti serve tra 17 ore. Oppure puoi approfittare della nostra offerta compri 3.500 stelle e hai un cristallo fatato in omaggio. Otto cristalli fanno un cristallo di luna e mezzo”.

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