VicenzaPiù n 268

24
Direttore responsabile Giovanni Coviello n° 268 - 22 febbraio 2014 - euro 1,20 www.vicenzapiu.com V icenza Più Periodico indipendente, non riceve finanziamenti pubblici Duecentoventi lavoratori della Askoll di Castell’Alfero prima di perdere il lavoro come i colleghi di Moncalieri provano a farsi sentire anche presso la sede vicentina del gruppo di Elio Marioni tra i silenzi dei media locali, gli scollamenti e le partigianerie sindacali, i timori tristemente egoistici delle maestranze beriche e i calcoli numerici aziendali La marcia su Askoll Castell’Alfero chiama Povolaro Lavora con i media del network VicenzaPiù Per un ulteriore potenziamento sul territorio cerchiamo collaboratori e corrispondenti per ‘coprire’ le città, i paesi e le aree delle nostre testate giornalistiche. Prendiamo in esame curricula (da inviare a [email protected]) di giovani (pubblicisti e non) che vogliano maturare esperienza nel mondo della comunicazione. Analoga ricerca è rivolta ad agenti che, vendendo pubblicità per i media del gruppo VicenzaPiù, trovino un’adeguata fonte di guadagno in un ambiente professionale e contribuiscano al rafforzamento dell’informazione indipendente. Inviare i curricula a info@ mediachoice.it Pay what you want Paga quello che vuoi per supportare l’informazione indipendente e sfoglia co- modamente in digitale i pe- riodici VicenzaPiù, la vetrina senza diaframmi su “Fatti, personaggi e vita vicentina”. Clicca su ww.vicenzapiu.com

description

VicenzaPiù n. 268, periodico indipendente di vita, politica e fatti di Vicenza e del Vicentino

Transcript of VicenzaPiù n 268

Page 1: VicenzaPiù n 268

Direttore responsabile Giovanni Coviello n° 268 - 22 febbraio 2014 - euro 1,20

www.vicenzapiu.com

VicenzaPiùPeriodico indipendente, non riceve finanziamenti pubblici

Duecentoventi lavoratori della Askoll di Castell’Alfero prima di perdere il lavoro come i colleghi di Moncalieri provano a farsi sentire anche presso la sede vicentina del gruppo di Elio Marioni tra i silenzi dei media locali, gli scollamenti e le partigianerie sindacali, i timori tristemente egoistici

delle maestranze beriche e i calcoli numerici aziendali

La marcia su AskollCastell’Alfero chiama Povolaro

Lavora con i media del network VicenzaPiùPer un ulteriore potenziamento sul territorio cerchiamo collaboratori e corrispondenti per ‘coprire’ le città, i paesi e le aree delle nostre

testate giornalistiche. Prendiamo in esame curricula (da inviare a [email protected]) di giovani (pubblicisti e non) che vogliano

maturare esperienza nel mondo della comunicazione.

Analoga ricerca è rivolta ad agenti che, vendendo pubblicità per i media del gruppo VicenzaPiù, trovino un’adeguata fonte di guadagno in un ambiente professionale e contribuiscano al rafforzamento dell’informazione indipendente. Inviare i curricula a [email protected]

Pay what you want Paga quello che vuoi per supportare l’informazione indipendente e sfoglia co-modamente in digitale i pe-riodici VicenzaPiù, la vetrina senza diaframmi su “Fatti, personaggi e vita vicentina”.

Clicca suww.vicenzapiu.com

Page 2: VicenzaPiù n 268

Vicenza est, Tangenziale sud, SS11,Padana superiore, verso Padova

Negozi: lunedì 14.00-20.30da martedì a venerdì 10.00-20.30

sabato 9.00-20.30, domenica 10.00-20.30

Oggi Peppa PigGiochi e simpatiche foto ricordo per tutti i bambini. Orari: 15,00 - 16,00 - 17,00 - 18,00 - 19,00

Sabato 1 e domenica 2 marzoDalle 15,00 alle 19,00 laboratorio di mascherine.

Martedì 4 marzoDalle 15,00 alle 19,00 sfi lata di carnevale con cascate di palloncini rosa e premiazione dei migliori costumi.

www.centrolepiramidi.it

Page 3: VicenzaPiù n 268

22 febbraio 2014 pag3

Qu

oti

dia

ni

on

-lin

e: w

ww

.vic

en

zap

iu.c

om

- w

ww

.bass

an

op

iu.c

om

- w

ww

.mo

nte

cch

ioarz

ign

an

op

iu.c

om

- w

ww

.sch

ioth

ien

ep

iu.c

om

- w

ww

.ven

eto

piu

.co

m

Ci riferisce una nostra collabo-ratrice al suo esordio in un in-

contro pubblico al Cuoa (e che in-contro! Visto che è quello con l'expresidente del carrozzone dell'Enite ora doppio presidente propriodella business school di Altavila edella Fiera di Vicenza) di una battutadi Matteo Marzotto dopo la sua ri-chiesta di fargli una domanda in oc-casione del master Honoris Causaconferito l’11 febbraio a Nerio Ales-sandri, Presidente e fondatore diTecnogym. «Adesso mi farete il cu...», le sem-bra di aver ... udito e il sembra loaggiungiamo noi a beneficio piùche di una debuttante di una lau-reata in Scienze della Comunica-zione che da tempo ci legge primadi averci inviato il suo curriculum eche, quindi, conosce il nostro gior-nalismo a viso aperto e quanto ave-vamo scritto in tempi recenti pro-prio del rampollo di casa Marzotto,molto noto anche sui giornali digossip nazionale più ancora che suiquotidiani e sui settimanali nazio-

nali che gli «rompono il cu...» benpiù di noi, povero foglio (che siacartaceo, web o tv) di provincia ...Non sappiamo se intendere quellafrase «adesso mi farete il cu...»come irridente anche se la nostracollaboratrice ci ha riferito di unMarzotto improvvisamente irrigiditodopo aver conosciuto il nome della

testata da cui arrivava la domanda.O se pensarla come sfuggita a ungiovane (?) quarantasettenne idola-trato da Jacopo Bulgarini d'Elci manon per questo dotato di un cuor dileone. Se il bi-presidente temeva che aves-simo affidato alla nostra collabora-trice le nostre curiosità sui suoi in-

Aspettando Matteo

carichi come presidente del Cuoa eanche della fiera di Vicenza (dueenti, ricordiamolo anche a MatteoMarzotto, con significative parteci-pazioni pubbliche), nonostante siaimputato per evasione fiscale, stiatranquillo. Noi non le mandiamo adire, presidente, e, come già fattocon gli uffici preposti della Fiera diVicenza, le abbiamo trasmesso tra-mite gli analoghi uffici del Cuoa ilsecondo invito per un'intervista atutto campo, su passato, presente efuturo, che siamo sicuri che appenaavrà tempo ci concederà visto an-che, lo ripetiamo, che deve esserciancora maggiore trasparenza daparte di chi è al vertice di due enti

in cui ci sono significative parteci-pazioni pubbliche. Non ci temerà di certo, egregio bipresidente, lei che è abituato ad am-bienti internazionali e non provin-ciali come il nostro. Arriveremo conla massima comprensione per chi,magari, è tartassato dai magistrati.Che conosciamo anche noi. Con iloro pregi (eccezionali ad esempioquelli di chi combatte a proprio ri-schio mafia, camorra e ‘ndrangheta)e i loro umani difetti (li abbiamosperimentati e li stiamo sperimen-tando di persona a nostro rischio).L'aspettiamo, presidente Matteo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

di Giovanni Coviello

L’andamento dei prezzi delle abita-zioni rappresenta un segnale di

particolare interesse: la forte diminu-zione registrata a livello nazionale,dove per l’ottavo trimestre consecuti-vo si registra una diminuzione del 5.3su base annua è chiaro indice dellaprofondità della crisi che ha colpito lanostra economia. Il Veneto non sfuggealla regola: stando ai dati dell’Osser-vatorio Immobiliare della nostra regio-ne, gli appartamenti con più di trevani segnano prezzi in discesa e solole proposte di fascia medio alta, dailoft agli attici, cioè rivolte a una clien-

tela che risente meno dell’andamentocongiunturale, segnano dati in leggeroincremento. Anche il dato relativo aimonolocali segna un andamento incontrotendenza.Il prezzo medio di vendita , calcola-to su tutto il territorio regionale, è dicirca 2 mila € al mq: statisticamentesi tratta di una cifra superiore del 76per cento in più rispetto al prezzomedio che si registra in Calabria. Bi-sogna tenere conto della straordina-ria disomogeneità nei prezzi che siregistra a seconda dei Comuni: si vada una media di circa 1.300 € al mqin offerta a Rovigo fino ai 13 mila750 € al mq di Cortina d’Ampezzopassando per i 5.550 medi di Dorso-duro nel centro storico veneziano. Ildato di Cortina è strepitoso: tra le cit-

Crollano i prezzi delle case: il Veneto non fa eccezionetà on meno di 10 mila abitanti in Ita-lia è quella che ha i prezzi più eleva-ti in senso assoluto con differenzeabissali rispetto ai Comuni della suafascia: siamo lontanissimi anche daregine del turismo come Jesolo(3.950 € al mq medio), Caorle(3.450 € al mq), Torri del Benaco(3.350 € al mw) sul Lago di Garda.Asiago, nel cuore dell’Altipiano deisette Comuni ma facilmente raggiun-gibile dalla pianura, spunta solo unprezzo medio di 2.650 € al mq: l’80per cento in meno che a Cortina.Sorprende, e fa riflettere il dato di Vi-cenza città, che s’aggira attorno ai1.650 €, con un meno 18 per cen-to rispetto alle media regionale, ap-punto 2 mila € al mq che nonvengono raggiunte nemmeno nellelocation più prestigiose ,come l’areadi Monte Berico, dove si spunta almassimo 1.950 € al mq. Interessantenotare come invece nei comuni del-la cintura del capoluogo vicentino,come nel caso di Creazzo, i prezzilievitino. Bassano del grappa con isuoi 1.950 € al mq è abbastanzaprossimo alla media regionale (- 4per cento) ma decisamente superiorecon un più 23 per cento rispetto allamedia provinciale. La qualità dellavita ha un prezzo e forse la tabellavicentina è un termometro di sicurointeresse anche da questo punto divista: le città capoluogo, come Vero-na, Padova e Treviso hanno ben altredinamiche rispetto a Vicenza.I meccanismi del mercato immobi-liare risentono decisamente della

stretta creditizia: non è un caso setiene ancora, con segnali di ripresa,il segmento alto, mentre le abitazio-ni a più vani nei quartieri popolarisegnano ancora prezzi decisamentein contrazione, contrazione che siaccentua se l’immobile necessita diinterventi o lavori: chiaramente esi-ste un nesso tra questo andamentoabbastanza anomalo e altalenantedel mercato e la dura stretta crediti-zia che si fa sentire anche in venetosebbene morda in forma minore chein altre regioni.Gli indicatori economici per altro di-cono che il Veneto sta risalendo lachina e che per quanto riguarda ilsegmento produttivo grazie all’export

il Pil per il 2014 sarà positivo, ma senon riusciamo a rilanciare i consumiinterni difficilmente la ripresa porterànuovi posti di lavoro di cui abbiamoinvece bisogno soprattutto tra i giova-ni. Tutti hanno fatto grandi sacrifici inquesti anni difficili: ora il rilanciovero passa attraverso le banche. Sen-za robuste iniezioni di capitali nonsolo il mercato immobiliare non riu-scirà a riprendersi ma con esso non siriprenderà il tessuto sociale. Per ri-partire veramente bisogna sconfigge-re quel cancro che si chiama creditcrunch, stretta creditizia.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

di Roberto Ciambetti

/ Aspettando Godot

Direttore ResponsabileGIOVANNI COVIELLO

[email protected]

EditoreMEDIA CHOICE s.r.l.

Viale Trento, 197 - Vicenza0444 1834040

[email protected]

StampaCentro Servizi Editoriali

36040 Grisignano Di Zocco (VI)V. Del Lavoro, 18Tel. 0444 414303

Autorizzazione VicenzaPiùTribunale di Vicenza n. 1181

del 22 agosto 2008

ProviderGoldnet s.r.l.

In copertina un fotomontaggio diimmagini Vicenzapiù

ALESSANDRO BETTOPAOLA FARINA

LEE GHENOGIULIA LIBANORI

GIORGIO LANGELLA GIULIA TURRA

CopyrightLe condizioni di utilizzo dei testi e delle fotosono concordate con i detentori. Se ciò nonè stato possibile, l’editore si dichiara dispo-

sto a riconoscere il giusto compenso.

VicenzaPiù si avvale di opere d’ingegno (testi e

fotografie) distribuiti gratuitamente con le li-

cenze Creative Commons “Attribuzione”e

“Attribuzione - Non opere derivate”. Ringra-

ziamo tutti gli autori che ci permettono di uti-

lizzare i loro lavori segnalando il nome o il link

ad un loro spazio web personale. Per maggiori

informazioni: www.creativecommons.it

Giornale chiuso in redazione alleore 15.00 di venersì 21 febbraio 2014

Tiratura: 12.000 copie

TVRedazione e PubblicitàViale Trento, 197 - Vicenza

0444 [email protected]@vicenzapiu.com

MARCO MILIONI

[email protected]

Segretaria di redazioneANGELA MIGNANO

[email protected]

Collaboratori di RedazioneEDOARDO ANDREINMARTINA LUCCHINGIORGIO LANGELLA

MARCO POLO

Ospiti fissi Chiaramente CalcioRENATO ELLERO

Collaboratori esterniITALO FRANCESCO BALDO

ROBERTO CIAMBETTIANNA BARBARA GROTTO

VicenzaPiù.comVicenzaPiù

/ Matteo Marzotto, presidente del Cuoa

Page 4: VicenzaPiù n 268

22 febbraio 2014 pag4

Il 10 gennaio scorso, Susanna Ca-musso ha firmato, con i segretari di

CISL e UIL e il presidente di Confin-dustria, il “Testo Unico sulla Rappre-sentanza”. Un patto, questo, chedovrebbe fissare i diritti e i doveridelle rappresentanze sindacali. È, inpratica, un regolamento vincolanteche fa seguito all'accordo del 31maggio scorso siglato sempre daglistessi soggetti e ne modifica, peggio-randoli, i contenuti. Ebbene, se era criticabile quello dimaggio, questo accordo è disastroso. Non si capisce perché il segretariodella CGIL abbia firmato qualcosache è in contrasto, oltre che con il di-ritto dei lavoratori di eleggere libera-mente i propri rappresentanti, anchecon il normale buon senso. Non sicapisce perché la CGIL firmi oggi undocumento del tutto simile a quantosi era rifiutata di sottoscrivere nel2009.

lavoro e che è anche firmataria del-l'accordo confindustria-sindacati.Queste sanzioni possono avere “ef-fetti pecuniari”, ma anche compor-tare “la temporanea sospensione didiritti sindacali”. Cose, queste, chesono la negazione del diritto fonda-mentale al dissenso e sono, di fatto,una forma di ricatto preventivo perevitare qualsiasi tipo di protesta. Ladefinizione delle “sanzioni” saràparte integrante del contratto nazio-nale di categoria. Nel frattempo (equindi fino a quanto le sanzioni nonsaranno definite nei nuovi contratti)viene creato un collegio arbitrale co-stituito da un rappresentante per ogniorganizzazione sindacale firmatariadel “Testo Unico”, da altrettanti rap-presentanti di confindustria e da un“presidente” individuato di comuneaccordo o sorteggiato tra “esperti” in-seriti in una lista definita sempre esolo dai firmatari del patto. Così i sin-dacati firmatari del “Testo Unico sullaRappresentanza” accettano che le de-cisioni vengano prese dalla contro-parte (confindustria) che potrà averefacilmente la maggioranza del colle-gio arbitrale e quindi determinare a

propria discrezione le sanzioni equant'altro. Sinceramente non si capisce il sensodi tali decisioni da parte dei sindacatifirmatari del “Testo Unico” e, in par-ticolar modo è incomprensibile per-ché tra i firmatari ci sia la CGIL. I se-gretari dei tre maggiori sindacatiitaliani hanno firmato norme e regolevincolanti (non solo per loro ma pertutti i lavoratori) che contrastano (edè solo un esempio) con le lotte fatterecentemente dalla FIOM per rien-trare a pieno diritto negli stabilimentidella FIAT. Lotte culminate con la sen-

tenza n. 231-anno 2013(1) dellaCorte Costituzionale che dava ragionealla FIOM. A queste norme “incom-prensibili” si aggiunge la decisione(dei quattro firmatari) che impediscea sindacati “minori” che non raggiun-gono il 5% di rappresentanza a livellonazionale e che non hanno sotto-scritto l'accordo con confindustria,anche di partecipare alla “contratta-zione collettiva nazionale di categoriae aziendale”. Un vincolo che limita,di fatto, l'esistenza stessa delle orga-nizzazioni sindacali minori o “menoorganiche” alle regole imposte dal-l'accordo confindustria-sindacati eche contrasta palesemente con la li-bertà di associazione sindacale. Il dubbio ragionevole che nasce, leg-gendo questo accordo tra i maggiorisindacati e la confindustria, è che sistia cercando la maniera per congelaree impedire qualsiasi conflitto nelmondo del lavoro. Lo si fa, però, conaccordi tra “privati” e non perché iconflitti vengono risolti. Lo si fa perchési vuole comandare (con regole e san-zioni) una sorta di “torpore sindacale”che va a tutto favore dei più forti, dellaconfindustria, dei “padroni”.Il “Testo Unico sulla Rappresentanza”è un pessimo documento, firmatoquasi di nascosto, reso pubblicodopo la firma avvenuta senza discus-sione, senza dibattito tra i lavoratori,senza che questi venissero neppureinformati. È un “Testo” che vede,oggi, la ferma opposizione dellaFIOM e dei sindacati di base (a que-ste organizzazioni va la massima so-lidarietà democratica). Un accordosbagliato nel metodo e nel merito. Unaccordo che è indice della progres-siva rinuncia delle maggiori organiz-zazioni sindacali a mantenere unapropria autonomia rispetto alle vo-lontà governative e imprenditoriali. Il “Testo Unico sulla Rappresentanza”è, di fatto, un patto tra privati checontrasta con i principi sanciti dallaCostituzione e che deve essere rifiu-tato pena la definitiva cancellazionedi quei diritti universali conquistatidai lavoratori con decenni di lotte.In questo ultimo mese i rapporti in-terni al maggiore sindacato italiano sisono ulteriormente deteriorati. Il dis-senso tra Fiom e CGIL è evidente edè stato peggiorato dalla firma del“Testo Unico sulla Rappresentanza”.Si sono susseguite prese di posizionemolto dure. C'è stata la richiesta daparte della segretaria CGIL SusannaCamusso al collegio statutario della

di Giorgio Langella

CGIL di verificare se il segretario dellaFIOM Landini sia sanzionabile per ledichiarazioni rese pubblicamente enel comitato direttivo del sindacato.C'è stata la gravissima e, per moltiversi, incredibile azione contro alcunidelegati della FIOM e contro GiorgioCremaschi ai quali è stato impeditofisicamente di intervenire a un'assem-blea della CGIL. È una situazione pre-occupante che evidenzia un grandedisorientamento nel mondo del la-voro. Una situazione di conflitto,chiusura e divisione della quale nonsi sentiva il bisogno. In particolare nelperiodo storico che stiamo vivendo.Un periodo nel quale l'attacco ai di-ritti dei lavoratori, la crescente disoc-cupazione, le difficoltà economicheche vivono i lavoratori e i pensionatiimporrebbero un'azione sindacale epolitica unitaria e determinata a risol-vere questi problemi. La firma del“Testo Unico sulla Rappresentanza”ha il significato di una resa che nonha ragione d'essere.Si cancellino le firme sindacali postealla fine del documento e, per il bene

della democrazia nel mondo del la-voro, si inizi una ampia e approfon-dita consultazione tra i lavoratori. Tratutti i lavoratori. Anche tra chi non hala tessera dei tre sindacati firmatari,anche tra chi è iscritto a quei sinda-cati considerati “minori” che non rag-giungono la soglia del 5% diconsenso a livello nazionale, anchetra chi non è iscritto a nessun sinda-cato. Non si sta decidendo la sorte diqualche privilegiata oligarchia. Si stadecidendo se esisterà ancora la di-gnità dei lavoratori e il loro diritto diessere rappresentati da chi essi stessidecidono. Senza vincoli preventivi,senza sanzioni. Dobbiamo scegliere se la Costitu-zione e le leggi dello Stato avrannoancora piena cittadinanza nei luoghidi lavoro o se i diritti dei lavoratori sa-ranno sottoposti a regole decise in ac-cordi tra privati, diverse da fabbrica afabbrica, da ufficio a ufficio, da man-sione a mansione … è una questionedi democrazia.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Un patto scellerato

/ Manifestazione Cub

Landini durante una manifestazione a Pomigliano /

/ Susanna Camusso, Luigi Angeletti, Giorgio Squinzi e Raffaele Bonanni

La sentenza LA CORTE COSTITUZIONALE, riuniti i giudizi, dichiaral’illegittimità costituzionale dell’articolo 19, primo comma, letterab), della legge 20 maggio 1970, n. 300 (Norme sulla tutela dellalibertà e dignità dei lavoratori, della libertà sindacale e dell’attivitàsindacale nei luoghi di lavoro e norme sul collocamento), nellaparte in cui non prevede che la rappresentanza sindacaleaziendale possa essere costituita anche nell’ambito diassociazioni sindacali che, pur non firmatarie dei contratticollettivi applicati nell’unità produttiva, abbiano comunquepartecipato alla negoziazione relativa agli stessi contratti qualirappresentanti dei lavoratori dell’azienda.”

/ Uno sciopero Usb

Il “Testo Unico sulla Rappresentanza”ha un impianto che penalizza forte-mente i lavoratori e i loro rappresen-tanti e stabilisce vincoli checomprimono i loro diritti. Soprattuttoalcuni punti risultano devastanti. In-tanto, secondo quanto si percepiscedall'accordo siglato, le elezioni delleRappresentanze sindacali unitarie(RSU) possono essere indette dalle or-ganizzazioni sindacali che hanno fir-mato il “Testo Unico” e che, inoltre,hanno il potere, di fatto, di deciderela composizione delle RSU stesse e,anche, di indire le assemblee dei la-voratori. Queste norme (che si pos-sono leggere alle pagine 8 e 9 del“Testo Unico”) appaiono in palesecontrasto con quella che dovrebbeessere una normale regola democra-tica che prevede la piena autonomiadei lavoratori di eleggere i propri rap-presentanti a prescindere dall'appar-tenenza a questa o quellaorganizzazione sindacale e al fatto sequesto o quel sindacato abbia firmatoo meno patti con confindustria. Nel “Testo Unico”, poi, si può leggerela parte relativa alle sanzioni in casosi contestassero (o non si accettas-sero) le decisioni della maggioranza(50%+1) che ha firmato il contratto di

Page 5: VicenzaPiù n 268

22 febbraio 2014 pag5

Tra Breganze, Spv e Impianti Astico

di Marco Milioni

Quale è in questo momento loscacchiere politico all'om-

bra delle Bregonze? Il centrode-stra, con le municipali in vistamanterrà la sua piazzaforte? IlMovimento Cinque Stelle saràdella partita? E cosa succede in-vece nel campo del centrosini-stra? All'oggi l'unico squarcio sulfuturo dell'amministrazione diBreganze lo hanno fornito i mediache hanno accesso i fanali pro-prio sul centrosinistra.Il portale del GdV il 27 novembreaveva infatti tratteggiato un qua-dro generale della situazionedando ampio spazio alla inizia-tiva della lista civica in costru-zione che si appoggia allaassociazione «Cittadinanza at-tiva». Quest'ultima ha in France-sco Crivellaro il vero punto diriferimento. Ex sindaco per duemandati e poi ex assessore all'ur-banistica prima dell'avvento dellagiunta leghista Crivellaro, presidein un liceo a Schio descritto comeuomo colto, misurato e molto at-tento al sentire cristiano, è l'uomodi maggior peso nella galassiacattolica che da una dozzinad'anni fa riferimento al centro e alcentrosinistra moderato. In ottimirapporti col mondo delle fonda-

tana che vede a Breganze uno deipassaggi più dolosi sul piano del-l'impatto.Ma c'è un altro ambito che sta ani-mando le manovre in seno al cen-trosinistra di Breganze. Crivellaro èmembro del cda e vicepresidentedi Impianti Astico. Una srl multiser-vizio pubblica del comprensorio.Da settimane c'è un tarlo che sta-rebbe arrovellando i suoi aficiona-dos. La nomina in quel consiglio diamministrazione è avvenuta in os-sequio al periodo sabbatico che lalegge all'epoca imponeva agli am-ministratori per entrare nelle con-trollate pubbliche in ruoliesecutivi? Più nel dettaglio la suanomina a vicepresidente della so-cietà con atto del 30 aprile 2012(questo riferiscono i documenti ca-merali), avrebbe in qualche modoincespicato col dettato dalla legge148 del 2011? Quest'ultima (cheperò è stata dichiarata poi incosti-tuzionale) stabiliva all'articolo 4comma comma 21 che: «... Nonpossono essere nominati ammini-stratori di società partecipate daenti locali coloro che nei tre anniprecedenti alla nomina hanno rico-perto la carica di amministratore,di cui all'articolo 77 del decreto le-gislativo 18 agosto 2000, n. 267, esuccessive modificazioni, neglienti locali che detengono quote dipartecipazione al capitale dellastessa società». Tradotto in soldoni:c'è per caso stata qualche incom-

patibilità visto che Crivellaro avevaterminato il suo mandato di ammi-nistratore nel 2009 a Breganze eche lo stesso comune è socio dellaImpianti Astico?Ma soprattutto al di là dell'ambitogiuridico (la legge amministrativaitaliana è farraginosa quanto di am-bigua interpretazione) tale nominaè avvenuta secondo i crisimi dellaopportunità politica? E ancora, po-trebbe essere questo un argomentousato dal centrodestra nel caso incui Crivellaro entrasse in giunta o

corresse per l'esecutivo? La que-stione è aperta perché proprio inragione dei possibili grandi disagigenerati dalla Spv sulla viabilità lo-cale e proprio in ragione delle pos-sibili partite urbanistiche che laPedemontana potrebbe inaugurarein zona, non è da escludere cheBreganze si riveli uno dei centri delmalumore rispetto ad un progettoche ha implicazioni sociali e nonsolo urbanistiche

© RIPRODUZIONE RISERVATA

zioni bancarie e con personaggidi spicco del Pd come AngeloGuzzo e Pietro Menegozzo, inpaese ci sono alcune voci chevorrebbero Crivellaro ancora inlizza per le comunali.In realtà secondo la maggior partedei rumor puntano lo sguardoverso un candidato di fiducia diCrivellaro (il quale sembra nonabbia in simpatia le primarie) cheinvece punterebbe alla presidenzadella locale casa di cura. Un postodi prestigio in ambito locale mache darebbe meno gatte da pelarerispetto ad una eventuale poltronada primo cittadino. Frattanto leparole d'ordine della compagineriferibile a Crivellaro rimangono lestesse: democrazia partecipativa,etica nella politica, rispetto delterritorio e dell'ambiente, traspa-renza negli atti amministrativi,dialogo con la cittadinanza, atten-zione ai problemi della piccolaimpresa: un continuo richiamo avalori etici coltivato con rapportipersonali di buon livello e unagrande capacità di presa sullabase sociale di riferimento.Ad ogni modo per le materie am-bientali il percorso appare un po'sdrucciolevole giacché nel com-prensorio e oltre (a partire dalM5S) non sono mancate le criti-che verso il Crivellaro ammini-stratore giacché sarebbe statoscientemente soft nella opposi-zione al progetto della Pedemon-

In vista delle comunali di Breganze il centrosinistra, tra luci e ombre muove tanti passi ma il dominus resta Crivellaro

/ Vigneti a Breganze

Page 6: VicenzaPiù n 268

22 febbraio 2014 pag622 febbraio 2014

2013: tanti avvenimenti LGBT da ricordareA Vicenza, in Italia e nel mondo

di Anna Barbara Grotto

Vita Gay Vicentina

Già un mese è passato in questo2014, anno in cui la comunità

LGBT (lesbiche, gay, bisessuali,transgender n.d.r.) italiana attendeal varco la politica, affinché final-mente si legiferi per quei diritti civiliche ancora mancano. Il nostro Paese sarà in grado di guar-dare indietro ed imparare da quantoè successo nel mondo durante l’an-no appena trascorso? Chiediamocelo mentre facciamouna carrellata dei più significativiavvenimenti LGBT del 2013, italianied internazionali: dalla consacra-zione dei diritti in alcuni stati euro-pei, da cui l’Italia dovrebbeimparare; fino a deprecabili atti diodio, omofobia, e discriminazioneche purtroppo avvengono, da cui ilnostro Paese dovrebbe moralmentee politicamente affrancarsi.Ecco il 2013 arcobaleno.

GENNAIOÈ il mese del “coming out/non co-ming out” di Jodie Foster, che congran classe ed ironia parla di sé, deisuoi figli e della sua ex compagnacon cui li ha cresciuti, fugando ognidubbio (qualora ce ne fossero stati)sulla sua omosessualità, dicendotutto senza dire niente. Semplice-mente parlando di sé, senza troppiproclami. Risate e commozione conin mano il premio alla carriera nellanotte dei Golden Globe, per unagrande artista ed una grande donna.FEBBRAIOGli organizzatori del Festival dellamusica di Sanremo decidono dicensurare il bacio fra Stefano e Fe-

derico in modo da non urtare lasensibilità del pubblico a casa, mala denuncia arriva comunque fortee chiara: le coppie omosessuali ita-liane non hanno diritti. I due, attra-verso un filmato pubblicato on-line,hanno attirato l’interesse degli orga-nizzatori del Festival, che li hannovoluti live sul palco. Senza il baciofinale del video originale, richiama-no l’attenzione sulla mancanza didiritti civili in Italia, attraverso unaperformance di cartelli scritti, solle-vati alternativamente: raccontano laloro storia d’amore e il desiderio dicoronarla col matrimonio, che peròsarà celebrato a New York, perché

in Italia non vi sono diritti per lecoppie gay.

MARZOKenneth Faried, cestista statuniten-se professionista nella NBA con iDenver Nuggets, pubblica on-linela testimonianza filmata della suavita con le sue due mamme, con-vinto che l’omofobia non si cancel-li solo coi coming out degliomosessuali, ma anche col soste-gno attivo di parenti ed amici.Quale migliore pubblicità positivase sono i figli cresciuti in famigliearcobaleno a parlare di sé e deipropri genitori?

APRILEDopo oceaniche manifestazioni dipiazza pro e contro, i matrimonigay sono finalmente una realtà an-che in Francia: il Governo francese,anche grazie ad una energica arrin-ga difensiva del ministro della giu-stizia francese Christiane Taubira (ilfilmato del suo intervento diventeràletteralmente un cult nei social e neisiti LGBT), equipara nei diritti lecoppie omosessuali alle coppie ete-rosessuali, dando così il via liberaanche alle adozioni.MAGGIO“La vita di Adele” vince la Palma

d’oro a Cannes. Il film, diretto daAbdellatif Kechiche e interpretatodalle attrici Adèle Exarchopoulos eLéa Seydoux, tratto dalla graphicnovel di Julie Maroh “Il blu è un co-lore caldo”, sdogana l’amore lesbi-co nel senso più pieno del termine,senza edulcorarlo in nome del poli-tically correct: dalle lacrime al ses-so, la storia delle due ècompletamente senza filtri. Osan-nato dal pubblico eterosessuale, èaccolto tiepidamente dal pubblicolesbico, che vede nelle scene di ses-so un’ostentazione ad uso e consu-mo degli etero, piuttosto che unareale liberazione della fisicità lesbi-ca. Piaccia o no, “La vita di Adele”fa parlare di sé come mai un film le-sbico prima.

GIUGNODopo 6 mesi di attività culturali, po-litiche e ludiche in tutto il Veneto,frutto della collaborazione, per laprima volta nella storia della nostraregione, di tutte le associazioniLGBT venete e grazie all’apporto dimolte realtà culturali vicentine, siconclude il primo Vicenza Gay Pri-de: la parata finale del “Vi.P2013”vede più di 7.000 persone da tutto ilnord Italia sfilare per la città, accol-te da una Vicenza festante, coloratae curiosa. È un successo storico.

LUGLIOIn Russia, entra in vigore definitiva-mente la legge firmata a fine giugnoda Vladimir Putin: la controversalegge cosiddetta “anti-gay” limita difatto qualsiasi tipo di evento, di ma-nifestazione, di azione che abbia ache fare con la cultura omoses-suale. Nascondendosi dietro l’alibi

/ Tilda Swinton lgbt flag-luglio 2013

Etichettedi Alessandro Betto

Ultimamente mi sono sofferma-to a pensare al valore così de-

mocratico delle etichette. Diciamoche la cosa è dovuta sia al caso siaalla ricorrenza della giornata dellamemoria che, a meno che tu nonsia una capra insensibile (con tuttoil rispetto per le capre) è una datache fa senza dubbio riflettere.Etichette perché ci sono infinitevariazioni e sfumature nell'uso edabuso che ne facciamo ed il risul-tato, a mio modesto parere, è chenon si salva nessuno e non esisteuna definizione corretta dal valore

universale di quello che si vorreb-be definire. Ogni persona, inquanto tale, viene opportunamen-te raccolta sotto una certa "catego-ria" ma per quanto questa etichettasia ben pensata, a voler ben ana-lizzarla risulterà comunque limita-tiva e non totalmente ecorrettamente rappresentativa perla persona in oggetto.Ecco la vera democrazia. L'unicitàdell'essere umano va in netta con-trapposizione con un sistema chevorrebbe raggruppare, per capire,semplificando e cogliendo solo al-cuni aspetti.Non dico che questo non si debbao non si possa fare, questo no, mavorrei porre l'attenzione sul solovalore positivo che si dovrebbe

dare (o almeno tentare) a questotipo di approccio.L'etichettare è utile quando è stru-mento per trovare dei punti di con-tatto che aiutino ad autodefinirsi, anon sentire l'individualità e unicitàcome un peso,trovando quindisimilitudini econforto in colo-ro condividonoqualcosa connoi.L'essere uma-no, nellafase dimaturazione,transita nelfiume tempe-stoso delle domande,

dove il forma-

re la propria personalità implica laricerca di un esempio illuminate,di una o più categorie nelle qualiriconoscersi ma sempre in cercadelle differenze, perché sono ledifferenze che rendono speciali.

Ed ecco che, comespesso accade, lecoincidenze siscatenano. Unagiovanissima ami-

ca mi fa leggereun suo scrittoper un concor-so scolastico

dove la defini-zione e l'identità

giocano un ruolochiave facendomi ul-

teriormente riflettere sultema.

E poiché non solo le etichette, maanche il destino, sono altamente de-mocratici, mi ritrovo a scoprire nuo-vi (per me) acronimi cheimperversano nel web con l'arduocompito di raggruppare, in modo di-spregiativo, le persone basandosisull'età, aspetto fisico e "sex appeal".I miei incubi, già complessi, sisono quindi popolati di sostantivi,più o meno vacui, che mi inseguo-no con il chiaro intento di impri-gionarmi in un mondo di rigidedefinizioni, dove, in caso vengacatturato, finirò squartato per poteressere precisamente suddiviso se-condo le percentuali di apparte-nenza a ciascuna categoria.È questo forse quello che deside-riamo? Io non credo e penso che,d'ora in poi, porrò sicuramente piùattenzione nell'uso dei termini.Meglio tardi che mai!

© RIPRODUZIONE RISERVATA

continua

Page 7: VicenzaPiù n 268

22 febbraio 2014 pag7

del dover proteggere i minori dalla“propaganda omosessuale”, ven-gono messi fuorilegge iniziative egruppi organizzati. Di fatto, questalegge dà il La ad azioni di odio e di“giustizia anti gay fai-da-te” in tuttoil Paese, con violenze, torture e per-sino omicidi ai danni di personeLGBT o solo sospettate di esserlo. L’attrice Tilda Swinton è forse ilprimo personaggio in vista a pren-dere posizione, nel vero senso dellaparola, contro questa legge: si fa fo-tografare con una bandiera arcoba-leno di fronte al Cremlino, sfidandodi fatto la legge. La foto fa il giro delmondo.Altra firma, ma di tutt’altra natura,merita una citazione: il matrimonioegualitario diviene realtà anche inInghilterra e nel Galles, grazie allafirma della regina Elisabetta II.

AGOSTOA Roma, un quattordicenne si suici-da gettandosi nel vuoto da una ter-razzo: «Sono omosessuale, nessunocapisce il mio dramma e non socome farlo accettare alla mia fami-glia». Purtroppo non è stato il primogesto del genere, e altri drammati-camente ne seguiranno: sempre aRoma, a pochi giorni di distanza, unaltro ragazzo 21enne deciderà difarla finita: “Sono gay. L’Italia è un

Paese libero ma esiste l’omofobia echi ha questi atteggiamenti devefare i conti con la propria coscien-za”. Sono le settimane in cui alla Came-ra si dibatte la legge contro l’omofo-bia, e questi suicidi, indotti dabullismo e discriminazione omofo-bica, palesano l’urgenza di intro-durre quanto prima leggi a tuteladella minoranza LGBT.

SETTEMBREIn seguito ad una clamorosa gaffeomofoba in diretta durante la tra-smissione radiofonica “La Zanzara”,l’imprenditore Guido Barilla scate-na un boicottaggio internazionalecontro l’omonimo marchio di fami-glia: afferma, infatti, che non farà

mai una pubblicità con una fami-glia gay, che la sua azienda non è aquel target che si rivolge, invitandoi “diversi” a mangiare un’altra pasta.#boycottbarilla diventa l’hashtagpiù utilizzato in tutto il mondo, arri-vando persino in America: la can-tante ed attrice Cher invitaattraverso Twitter tutti i suoi amici anon comprare più “la pasta omofo-ba italiana Barilla”; la moglie delcandidato sindaco (poi eletto) diNew York si fa fotografare mentreaccoglie l’invito dell’imprenditore amangiare un’altra pasta, buttandotutta la pasta Barilla nell’immondi-zia. L’azienda dovrà correre ai riparicon un video di scuse, e l’imprendi-tore deciderà di incontrare i verticidell’associazionismo LGBT italiano,

grazie ai quali dichiarerà di “averappreso l’evoluzione del concettodi famiglia”.

OTTOBREDecisione storica per la Germania:l’introduzione di quello che sempli-cisticamente è stato definito “il terzosesso”. La realtà è che il governo te-desco è il primo in Europa ed il se-condo al mondo (dopo l’Australia) ariconoscere e dare dignità alle perso-ne intersessuate, ovvero quelle chepresentano alla nascita organi geni-tali non esclusivamente maschili ofemminili. Secondo recenti stime, in-fatti, 1 bambino su 5000 in Europanasce con organi genitali ambigui.Ebbene, in Germania non sarà piùobbligatorio definirne da subito unsesso specifico, ricorrendo magari adaffrettati e invasivi interventi chirurgi-ci. In questi casi, i genitori potrannodecidere di non definire alla nascitail sesso del figlio, lasciando di fatto altempo e ad un più completo svilup-po psico-fisico la decisione futura.Saranno eventualmente gli stessi in-dividui intersessuati, una volta dive-nuti adulti, a decidere di rimanere“neutri” o di essere contemplatinell’uno o nell’altro sesso, in basenon solo allo sviluppo fisico, ma an-che e soprattutto.

NOVEMBREAltro importante avvenimento per lanostra città: dopo un silenzio durato

quasi 20 anni, torna a ricostituirsiArcigay Vicenza. Inaugura, infatti,l’associazione “15 GIUGNO”-Arci-gay Vicenza, raccogliendo il testi-mone del Vicenza Pride (dalla cuidata prende il nome), con l’impe-gno di dedicarsi a progetti sia localiche nazionali, forte della più nume-rosa, radicata e storica associazioneLGBT d’Italia: Arcigay.

DICEMBREForse… anzi, senza forse, è in asso-luto il più romantico coming out disempre in Italia, ed è importanteche siano due donne a farlo: Rosa-linda Celentano, figlia del “molleg-giato”, e l’attrice Simona Borionifanno coming out dalle pagine delnumero di novembre del giornale“Vanity Fair” e simpaticamente ac-consentono, a ridosso del Natale, a“farsi sposare” dalle Iene, dopo lapiù classica delle interviste doppie.Conosciutesi nel lontano 1991, sisono rincorse, perse, ritrovate pervent’anni, fino ad incontrarsi nuo-vamente nel maggio del 2010 e de-cidere di non lasciarsi più. Unastoria d’amore e di passione degnadi un film, che le due raccontanocon semplicità e naturalezza.Ci piace che l’ultimo ricordo del2013 abbia questa allure d’amore;sperando che nel 2014 arrivino an-che i diritti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Vita Gay Vicentina

segue

Pay what you want - Paga quello che vuoi Il tuo gesto vale il doppio e avrai il doppio

Paga quello che vuoi per supportare l'informazione indipendente del network VicenzaPiù(periodici, quotidiani online e VicenzaPiùTv) e sfoglia comodamente in digitale i periodicicartacei e web VicenzaPiù, la vetrina senza diaframmi su "Fatti, personaggi e vita vicen-tina".

E ti regaliamo fino al 28 febbraio 2014 il dvd con gli high lightsdel girone di andata a scelta del Vicenza calcio o del Real Vicenzao del Bassano Virtus. A tutti sarà omaggiato anche l'instant book“Lino & Lane” sul presidente del Real Vicenza Lino Diquigiovanni

Lo puoi fare in quattro modi:1. Paga con carta di credito o Paypal cliccando qui http://www.vicenzapiu.com/edicola/.

Invia poi una mail a [email protected] scegliendo il dvd in omaggio che scegli e chepotrai ritirare in sede;

2. intesta un assegno a Media Choice srl e spediscilo a Media Choice srl Viale Trento197 36100 Vicenza indicando l’indirizzo mail con cui attivare il tuo abbonamento on linee il dvd in omaggio che scegli e che potrai ritirare in sede;

3. fai un bonifico dell’importo che vuoi tu a favore di Media Choice srl presso BancaPopolare di Vicenza ag. Vicenza n. 13, Via Enrico Fermi, 130, IBANIT68G0572811809113570780840 e comunicaci via posta o via mail l’indirizzo mail concui attivare il tuo abbonamento on line e il dvd in omaggio che scegli e che potrai ritirarein sede;

4. vieni in sede fissando un appuntamento al n. 0444-1830808 e fai tutto di persona connoi.

VicenzaPiù è un qualificato strumento d'informazione e riflessione in cui la politica, l’eco-nomia e la cultura sono chiavi di lettura fondamentali con riferimento ai fatti, ai personaggie alla vita vicentina in tutta la loro concretezza...

E senza contributi pubblici ma solo grazie a tee agli inserzionisti pubblicitari

VicenzaPiùTv, l’informazione indipendente paga. Sempre di più

VicenzaPiù ora anche in tv e in streamingcon sport, spettacolo, cultura e informazione.VicenzaPiùTv, sul canale streaming 24 ore su 24 vicenzapiu.tv e sul canale 193 deldigitale terrestre regionale di Sportelevision che trasmette anche in streaming su

www.sportelevision.it, completa il network di informazione indipendentevicentina e veneta di VicenzaPiù, presente sulla carta stampata con un periodico,

sul web con 5 quotidiani web e nelle librerie con la sua collana.

VicenzaPiùTv, la nostra divisione televisiva, propone con Sportelevision unadoppia piattaforma televisiva in onda 24 ore su 24 sul digitale terrestre e in

streaming e ricca di sport, spettacoli ed eventi vicentini e veneti, molti inesclusiva, tra cui il Vicenza calcio, il Real Vicenza, il Bassano Virtus, la Reyer

Venezia, il Famila Basket, l’Obiettivo Risarcimento Vicenza di volley femminile,il Padova per il maschile e poi rugby, ginnastica ….

VicenzaPiùTv è pronta a lanciare ora il contenitore VicenzaPiùTv Oggi per offriresul suo secondo canale full streaming anche informazione, inchieste e commentisulla vita locale di Vicenza, Bassano, Schio, Thiene e provincia, nel pieno rispetto

della linea editoriale fissata il 25 febbraio 2006 nel n. 1 di VicenzaPiù, ilperiodico capostipite del network mediatico alternativo di Vicenza e delVicentino, a cui hanno dato fiducia e spinta decine di migliaia di lettori e

centinaia di migliaia di utenti, continuamente in crescita. Loro e altri nuovi amici sono e saranno i nostri telespettatori, in tv sul canale

193 e in streaming su www.vicenzapiu.tv.

VicenzaPiùTv, l’informazione indipendente paga. Sempre di più

Page 8: VicenzaPiù n 268

22 febbraio 2014 pag8

La Giornata della Memoria non è una "festa",una vicentina: le mie Giornate della Memoria

Il commento di “Mercante”,un nostro lettore che si firmacon uno pseudonimo

di Paola Farina

Riceviamo da Paola Farina, una dellepochissime vicentine di religione ebrea,e volentieri pubblichiamo la sua testi-monianza così come facciamo con tut-te le testimonianze tra cui quella dellettore che sul web si firma Mercante.

Da Israele, un'amica Deborah Faitscrive «Chi mi legge saprà che,

da anni, nell'approssimarsi del 27gennaio, internazionalmente dichia-rato Giorno della Memoria, scrivo perprotestare contro l'ipocrisia, anch'es-sa internazionale, che questa Giorna-ta rappresenta per i non ebrei». Misento quindi in perfetta sintonia conquanto scritto da Elena Loewenthalnel suo libro "Contro il Giorno dellaMemoria". Concordo anch'io, untempo "pioniera" della Giornata dellaMemoria con Deborah e Elena. Per anni con discrezione ho giratol'Italia da Nord a Sud e mezzomondo per parlare della Memoria, diquella vera, ma negli ultimi anni hovisto un degenerare dei valori dellaMemoria, una mercificazione dellastessa.Qualche giorno fa una conoscente miha posto in mano un biglietto, patro-cinato dal Comune di Vicenza, conuna serie di sponsor e mi ha detto«guarda cosa abbiamo organizzatoper la festa della Memoria»... ma chefesta... dove è la festa? È questa legge-rezza che mi fa paura... Non ero sola,ma con un saggio della Mishnah edel Talmud, assieme abbiamo guar-dato il cartoncino d'invito, inaugura-zione fissata per le ore 19 del 24gennaio, in pieno Shabbat, con tantodi Patrocinio del Comune di Vicenza... ci siamo guardati ed abbiamo de-clinato l'invito ed ho avuto un'ulterio-re conferma che la Giornata dellaMemoria non è più anche Giornatadella Memoria per gli Ebrei, nemme-no per il Comune di Vicenza, unaMunicipalità da sempre poco attentaalla Memoria e che è comunque inbuona e nutrita compagnia. Ho sempre lottato per evitare la com-mercializzazione della Giornata,

forse non ho lottato abbastanza, dicerto non ho urlato perché credevoche bastasse uno sguardo, un minimodi logica e sensibilità. La Giornatadella Memoria non è una sagra dipaese e non può essere usata in alcunmodo per promuovere se stessi. Se sivuole contribuire in maniera concretaalla realizzazione della stessa si dà ilproprio contributo con discrezione,ma non si possano usare defunti,martiri e sentimenti altrui per sponso-rizzare se stessi, specialmente setrattasi di "occasionali dellaMemoria", cioè quelle persone che siaccorgono della Shoà solo il 27 gen-naio.Da tempo ho smesso di parteciparead incontri con sindaci ed assessori"becchinati" che con gli occhi bassiproliferano parole di cordoglio, sug-gerimenti banali e frasi "mai più",evito professori e studenti sinistri, chene approfittano per comparare laShoà con altri eventi che non hannoalcuna affinità e nemmeno la stessaatrocità della Shoà... quegli stessi geni"incompresi" che sono passati silentidavanti a Darfur, Tunisia, Siria,Egitto... e continuano a dire «Io homolti amici ebrei, ma...». Quali amicie quali ma, visto che a Vicenza dopola Seconda Guerra Mondiale laComunità Ebraica si è estinta? Ditemii nomi dei vostri amici che non c'ècomunità ebraica al mondo che mineghi un'informazione... Quantemenzogne, quanta ipocrisia, quantaignoranza e saccenza gratuita.Il mondo occidentale è ammalato diun antisemitismo revisionato, come sipuò pensare che si possa celebrarecon pulizia interiore, sensibilità ed af-finità elettive questa dolorosa ricor-renza, ovvero l'assassinioprogrammato di più di 6 milioni diEbrei? C'è ancora gente che pensache gli ebrei siano tutti ricchi e chetengano in mano il mondo. Ovvio,cosa volete che possano fare pocopiù di 13 milioni di persone contro 7miliardi di abitanti nel mondo? A cheserve la giornata della Memoria se siautorizzano o si tollerano in questoGiorno, contromanifestazioni diestremisti di sinistra, destra e musul-mani che sventolano bandiere pale-stinesi, progettualità che nascono da

una minuziosa ed attenta rivolta con-tro l'esistenza di Israele? A che serveuna Giornata così quando questori eprefetti di mezza Italia hanno pauradelle loro azioni ed elargiscono auto-rizzazioni senza nemmeno chiedersi«è giusto o sbagliato?», come se, in-vece di rappresentare uno Stato,un'Istituzione rappresentassero unsacco di biglie colorate?Sono felice di essere vecchia, perchécon gli acciacchi dei miei sessantaanni mi porto appresso anche iricordi di chi il campo di concentra-mento l'ha vissuto davvero, mi portonel cuore le parole dei Sopravvissuti,mi porto dentro gli occhi lucidi diadolescenti di tempi passati, chevolevano solo sapere e non criticaree che sono scomparsi con il nuovocambio generazionale.Nel 2014 la mia Giornata dellaMemoria è fatta di una vera valigiada pilota di pelle usurata, con attac-cate tante etichette di compagnieaeree, alberghi e viaggi che ho fattoper incontrare i sopravvissuti, perdare delle risposte ai miei perché.La apro e percepisco atmosfere diguerra, vedo scenografie che mifanno vivere grandi emozioni e sen-timenti profondi. Ritrovo storiepassate, mescolo emozioni, micommuovo nella più assolutaliberta da stereotipi e da condizio-namenti. I ricordi assumono delleforme... mi sembra di vedere in lon-tananza i volti di Gluck, Simon,Ariel, Bianca, Sarah e tanti altri... misorridono, perché mi hanno cono-sciuta, ci siamo confrontati, cisiamo scambiati emozioni e dolorie sanno che io non chiuderò lavaligia dopo il 27 gennaio, per ria-prirla l'anno successivo, perché ilricordo che mi ha accompagnato emi accompagna nella vita testi-monia appieno le loro storietormentate, qui ed ora, là e domani,in altri luoghi, in altri spazi, con lestesse emozioni e gli stessi dolori...per ricordare, per non dimenticare,per essere.Le mie Giornate della Memoriaavranno sempre l'imprinting della

purezza, della lealtà, la forza dell'as-senza di elementi commerciali.Saranno sempre assoggettate a unequilibrio che ha regole interiori edesteriori ben precise e che rifiuta lavendita di gadget, libri, il furto ditracce editoriali ed idee e quant'altro.Non abbasserò mai più il capodavanti al finto buonismo e falso

Condivido tutto ben scritto, ma ser-ve comunque la giornata della me-moria e non solo. Ogni cosa cheviene fatta per non dimenticarequegli orrori è importante. Sì, è ve-rissimo, c'è un vergognoso revisio-nismo dalla destra estrema, unrevisionismo rozzo, ridicolo, volga-re, ma anche uno fortemente a sini-stra, revisionismo pesantemente disinistra, molto più sottile e meschi-no e pericoloso, che sicuramente haportato a quello che scrivi : "C'è an-cora gente che pensa che gli ebreisiano tutti ricchi e che tengano inmano il mondo. Ovvio, cosa voleteche possano fare poco più di 13 mi-lioni di persone contro 7 miliardi diabitanti nel mondo?". Pensano an-

che di peggio mia cara Paola, a par-tire dalle Torri gemelle o dall’ipotesiche le banche americane siano con-trollate da Ebrei, tutte o quasi. Haha ha, io chiedo sempre quali? Maiuna risposta. Ecco sui 7 miliardinon son d'accordo, io non sonoebreo saremo anche minoranza masiamo comunque in tanti, milioniche sono con Voi. Ironia della sorteè che continuerò a difendervi anchecon scontri titanici ... a parole comespesso mi è accaduto come difen-derò il diritto di Israele di esistere,pur non avendo un solo un amicoebreo ma non avendo mai cono-sciuto un ebreo. Forse perché abitoa Vicenza dove sono pochissimi oper destino.

dolore dei "becchinati", non facciopolitica e non entro nel business dellafinta memoria, non ne ho bisogno,perché valigia aperta o chiusa, solo lademenza senile potrà rubarmi i mieiincontri, il mio vissuto, la mia animae la mia sensibilità.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

/ L’ingresso del campo di concentramento di Auchwitz

Page 9: VicenzaPiù n 268

22 febbraio 2014 pag9

18febbraio 2014. Dopo l'in-contro odierno (martedì 18

febbraio, ndr) nella sede del co-mune di Castell'Alfero con la dire-zione e sindacati continua ilpresidio dei 220 lavoratori dellasede Askoll di Castell'Alfero vicinoAsti per la quale il noto gruppo vi-centino non avrebbe escluso la pos-sibilità che si proceda alla chiusuragià a giugno 2014 se non primavista, dice l'azienda, la mancanza diordini. Della situazione astigianadella Askoll si stanno occupandooltre a La Stampa anche La nuovaProvincia e La gazzetta di Asti, men-tre nulla di più di quanto scriviamonoi stiamo leggendo a Vicenza, nésui media né da parte dei sindacatilocali. Né tanto meno siamo a co-noscenza di azioni di solidarietàcon i colleghi astigiani dei lavoratorivicentini, non sappiamo se per la di-sinformazione mediatica e sinda-cale o per la sparizione degli ormaitroppo vecchi sentimenti di condivi-sione dei problemi (qualcuno ri-cordi il caso della Ferriera di S.Giovanni Valdarno del gruppo Bel-trame, da noi reso noto, e poi deglisviluppi occupazionali anche in

casa vicentina). Tutti evidentementein quello che sta avvenendo nel-l'astigiano non riscontrano avvisa-glie di rischi neanche per se stessi eper il gruppo il cui patròn, Elio Ma-rioni, noto da sempre per il successodelle sue aziende e poi per la suasfortunata corsa a diventare presi-dente di Assindustria Vicenza, ulti-mamente è balzato (anche se nontroppo ...) agli onori delle cronachelocali per le vicende del centroequestre in costruzione a Caldognocon tanto di polemiche dei cittadinisul possibile impatto ambientale esul "prestito" anomalo di 100.000euro da lui concesso all'amministra-zione locale che ha dato il via alprogetto e alle relative edificazionidi "contorno".

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Capitolo II. Ancora timori allaAskoll di Asti minacciatadi chiusura: in silenzio anche ilavoratori vicentini

Capitolo I. Askoll, ad Asti 220 lavoratori a rischio:"a Vicenza un ippodromo, qui sulla strada"

Il caso Askoll di Castell’Alfero raccontatosolo dai media astigiani e da VicenzaPiù

Dagli articoli di Roberto Gonella e diElisabetta Fagnola su La Stampa del13 e del 14 febbraio ripresi su Vicen-zaPiu.com il 15 febbraio

Dall'alba di giovedì 13 febbraio i la-voratori dell'Askoll, l'ex Ceset diCastell'Alfero, presidiano i cancellidell'azienda. Lo sciopero ad oltran-za è legato ai forti timori per il pos-sibile stop della produzione dimotorini elettrici per lavatrici nellostabilimento astigiano. I vertici dell'azienda veneta nei gior-ni scorsi avevano comunicato dinon aver visibilità di ordini oltre feb-braio ed avevano chiesto al ministe-ro di posticipare l'incontro a Romaprevisto entro la fine di febbraio:una proroga, a detta del gruppo, ne-

cessaria per verificare volumi e fat-turati con i clienti più importanti.L'Azienda in un comunicato hainoltre smentito le voci di una possi-bile vendita del grupppo settorebianco. A Castell'Alfero i dipendentisono complessivamente 220: a giu-gno scadranno i contratti di solida-rietà e la cassa integrazione. Oltreal sit in di mercoledì una marcia deidipendenti venerdì 14 febbraio hapercorso corso Casale fino in piazzaAlfieri, prima dell'incontro in prefet-tura per spiegare le paure già rac-contate da slogan e striscionidurante il corteo della mattina, lega-te alla chiusura dello stabilimentoAskoll di Castell'Alfero. «Askoll gra-zie di cuore, buon San Valentino»recitavano alcuni cartelli, «I cavalli

in scuderia, gli operai sulla via»hanno scritto altri con amara ironia,raccontando che «a Vicenza la pro-prietà di Askoll sta costruendo un ip-podromo». I rappresentantisindacali spiegano che i capitali cisono, manca forse l'interesse per laproduzione nell'Astigiano e in Italia:il gruppo vicentino, che nella fabbri-ca di Castell'Alfero dà lavoro a 220persone, ha chiesto tempo al mini-stero per «verificare la sussistenza dicondizioni per la concretizzazionedi volumi e fatturati». E questo pre-occupa i lavoratori: «Non vogliamoarrivare al ministero per sentirci direche la fabbrica chiude». Sulla vendi-ta l'azienda ha già smentito: «Ma seil gruppo non vuole rilanciare, allorameglio vendere» sbotta Silvano

Uppo, Uilm. «Lavoro e produzionenon mancano, vogliono investire al-trove? Lo dicano chiaramente» ag-giunge Giuseppe Morabito, FiomCgil. Intanto oggi a Castell'Alfero i

cancelli restano chiusi. Se ne riparlalunedì, in attesa di un incontro conl'assessore regionale Porchietto.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

di Giovanni Coviello

(g.c.) 20 febbraio 2014. "An-dremo a denunciare la nostracondizione alla sede legaleAskoll": è così che titola LaStampa di oggi (20 febbraio,ndr) riassumendo la "minaccia"dei 220 lavoratori dello stabili-mento del gruppo vicentino chea Castell'Alfero nell'astigiano èora a rischio chiusura. Dopoaver rilanciato sabato 15 feb-braio la notizia a Vicenza, dovebrillava il silenzio generale,avevamo rivolto martedì 18 unchiaro appello oltre che ai me-dia locali anche all'azienda eai sindacati vicentini e, conloro, ai "nostri" lavoratori ancheloro, almeno apparentemente,silenti. E, dopo un contattosfortunatamente e reciproca-

mente fallito ieri per reciprociimpegni, oggi, nel permanentesilenzio mediatico, la Askoll siè fatta viva col suo responsabiledella comunicazione, il dr. Mas-simo Fùrlan, e altrettanto hafatto la Fiom Cgil con Giam-paolo Zanni. Dei due colloquiabbiamo riferito in sintesi gio-vedì stesso su VicenzaPiu.comma ne omettiamo il testo perchéora li riportiamo integralmentenelle pagine seguenti mentre lanostra Marrtina Lucchin si è oc-cupata di sentire dal vivo alcuniprotagonisti astigiani della vi-cenda.

Da Castell'Alfero, comunque,alla nostra sintesi delle dichia-razioni di Fùrlan e di Zanni hafatto subito eco, anche in que-sto caso tristemente, un lavora-tore che ci ha scritto: «sono undipendente della Askoll di Ca-stell'Alfero e ho appena letto online gli articoli che riguardanola nostra grave crisi e volevo rin-graziarla per aver avuto il corag-gio di metter in piazza i pannisporchi dell'Askoll proprio a Vi-cenza dove penso che certe no-tizie siano molto scomode ...».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Capitolo III. Lavoratori Askoll di Asti a rischio:veniamo a Vicenza! Proprietà: il problema ècomune. Fiom Vicenza: martedì incontro ancheper Askoll 2

/ Lo stabilimento Askoll di Castell’Alfero

/ Protesta dei lavoratori Askoll di Asti

/ Cartelli contro il centro equestre di Elio Marioni a Caldogno

Page 10: VicenzaPiù n 268

22 febbraio 2014pag10

Situazione stabilimento AskollP&C di Castell'Alfero (AT)

Askoll in lotta: Piovesempre sul bagnato ...

Riportiamo il 18 febbraio su Vicenza-Piu.com quanto appare il giorno 17sul blog Askoll in lotta per ricostruirela vicenda ripromettendoci di metter-ci in contatto anche con l'azienda dacui non è agevole avere informazionidal suo punto di vista, che pure vor-remmo rappresentare.

Attualmente presso lo stabilimentoAskoll P&C di Castell'Alfero (AT) sonoin forza circa 225 addetti; il sito faparte del gruppo ASKOLL ed è spe-cializzato nella produzione di motorielettrici sin dalla sua nascita (1977),ora in particolare per lavatrici. Nell'ottobre 2008 la società ASKOLLcon sede a Dueville (VI) acquistadalla multinazionale americanaEmerson il gruppo EAME, del qualefanno parte gli stabilimenti italiani diMoncalieri (TO) ex Plaset con circa330 dipendenti, di Castell'Alfero (AT)ex Ceset con 296 dipendenti; ven-gono contestualmente acquisitianche gli altri stabilimenti esteri Eameubicati in Slovacchia, Romania eCina, tutti dediti alla produzione dimotori elettrici. Il gruppo ex Eameprende il nome di Askoll P&C. Conquesto acquisto l'Askoll ha una quotadi mercato del 40% dei motori perlavatrici europei. Il percorso di ristrut-turazione industriale dellostabilimento astigiano inizia subito.Per Castell'Alfero, nei piani Askolldestinato a divenire il polo di svi-luppo ed industrializzazione delmotore per lavatrice del gruppo,viene presentato un piano di ristruttu-razione articolato che prevede ilricorso a 24 mesi di CIGS per ristrut-turazione, dal giugno 2009 al giugno2011 (D.M. n. 50955 del25/03/2010), con una parallela aper-tura di Mobilità volontaria. Il 7 giugno2011 allo scadere del biennio, vistola complessità dei processi produttiviavviati, si procede ad un ulterioreistanza di 12 mesi di CIGS per ristrut-turazione conclusa nel giugno 2012.Analogo destino ha la Askoll P&C diMoncalieri, la ex Plaset fondata nel1975 dall'ing. Cottino e specializzatanella produzione di motori elettrici,in particolare pompe di scarico perlavatrici e i ventilatori per forni, cappee tangenziali. Iniziato un percorso diristrutturazione industriale con l'uti-lizzo di 24 mesi di CIGS perristrutturazione (giugno 2009-giugno2011) e un investimento di circa 9milioni di euro, purtroppo l'Askollchiude dello stabilimento per crisi (inforza 208 lavoratori) con avvio dellaCIGS per cessazione attività dagiugno 2011, concessa con D.M. per2 anni sino a inizio giugno 2013 eulteriori 6 mesi di CIGD (Cigs inderoga) concessa dalla RegionePiemonte (termine 5 dicembre 2013).Dal 2012 la sede legale della AskollP&C viene trasferita a Castell'Alfero,mentre in precedenza era presso lostabilimento di Moncalieri, chiuso difatto a fine novembre 2011. Per lo sta-bilimento di Castell'Alfero il 5 giugno2012 presso il Ministero del Lavoro a

Roma, viene sottoscritto un verbale diaccordo con relativo piano indu-striale per la cessazione dellaproduzione del "vecchio" motore uni-versale MCA per lavatrice, condelocalizzazione presso la stabili-mento in Slovacchia e conconseguente chiusura del repartoproduttivo dedicato, con un piano di101 esuberi gestiti con la concessionedi 24 mesi di CIGS per cessazione dal7 giugno 2012 all'8 giugno 2014(D.M. n. 70713 del 14/01/2013). lnparallelo per i Reparti ed Enti-Servizinon destinati alla chiusura, principal-mente impiegati nella produzione delnuovo motore Askollmotor, svilup-pato a Dueville e industrializzato aCastell'Alfero con un investimento dicirca 9 milioni di euro, veniva presen-tata istanza per ottenere i Contratti diSolidarietà (D.M. n. 70281 del20/12/2012) dal 08/06/2012 al07/06/2013. Nell'agosto del 2013 leproduzioni del motore universaleMCA, sono definitivamente cessatecon conseguente mezza in Cigs azero ore di circa 70 lavoratori e delo-calizzazione della Linea diproduzione del motore in Slovacchia.Purtroppo la produzione del motoreAskollmotor, oramai l'unico prodottoindustrializzato nel sito astigiano,trova a tutt'oggi difficoltà a raggiun-gere i volumi attesi dal pianoindustriale prospettato. Attualmentel'azienda Askoll P&C è in attesa dellapubblicazione del DecretoMinisteriale di concessione del 2^anno di CIGS per chiusura RepartoMCA e del secondo anno di Contrattidi Solidarietà; entrambe questeistanze sono state presentate a giugno2013. Il 31 ottobre 2013 pressol'Unione Industriale di Asti, si sonoincontrate le RSU aziendali assistitedalle segreterie territoriali di FIMFIOM UILM e la Direzione dellaAskoll P&C. In tale incontro, richiestodalle Rsu sulla base di preoccupantivoci sul futuro aziendale, è emersoche la Direzione Aziendale, visto lasituazione di crisi del settore dell'elet-

trodomestico, non esclude la possibi-lità che si proceda alla cessazionedello stabilimento di Castell'Alferogià a giugno 2014. Dopo tale affer-mazione è stata richiesta dalleOO.SS. unitamente alle RSU azien-dali la convocazione di un tavolopresso il Ministero dello SviluppoEconomico al fine di verificare unpiano alternativo alla cessazione.Successivamente sono emerse voci suuna possibile vendita del settoremotori e pompe per elettrodomesticida parte di Askoll Holding. In data06.12.2013 presso il Ministero delloSviluppo Economico, rappresentatodal dottor Giampiero Castano, conpresenti RSU e OO.SS., l'Azienda haconfermato che a riguardo del futurodello stabilimento della Askoll P&C diCastell'Alfero fra le ipotesi vi è lachiusura dello stabilimento. Nellastessa riunione ha detto che il relativopiano industriale, per difficoltà dimercato, ha visibilità solo a tre mesi;ha escluso la ventilata vendita del set-tore motori per elettrodomestici daparte di Askoll Holding. Il dottorCastani, preso atto di tali dichiara-zioni, che saranno messe a verbale,ha ritenuto opportuno rivedere leparti a febbraio 2014. L'Azienda harichiesto espressamente al MISE di fis-sare l'incontro non prima del 10Marzo. Il ministero ha concordatovenendo incontro alle richiestedell'Azienda di fissare l'incontro per il10 Marzo presso il Ministero. Oggi,17 febbraio, l'Azienda si è rifiutata diincontrare in un tavolo istituzionale laRegione Piemonte. Siamo in attesache l'Azienda venga incontro allerichieste sindacali per un incontrodavanti a un tavolo istituzionale percapire la vera volontà di proseguiresul sito di Castell'Alfero o se i presup-posti siano quelli di chiuderedefinitivamente lo stabilimento.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Dal blog Askoll in lotta di vener-dì 21 febbraio 2014.

Dopo aver preso commiato daicolleghi ormai due anni or sono,mi ero ripromesso di non scrive-re più su questo blog, troppi ri-cordi, troppi pensieri ma,sentendo le notizie di chiusuradello stabilimento che semprepiù insistentemente si fannoavanti non posso evitare di farequantomeno qualche considera-zione. Prendo spunto da quantorecentemente comparso sullepagine on-line di "VicenzaPiù",che riporto letteralmente di se-guito: "Della situazione astigia-na della Askoll si stannooccupando oltre a La Stampaanche La nuova Provincia e Lagazzetta di Asti, mentre nulla dipiù di quanto scriviamo noi,stiamo leggendo a Vicenza, nèsui media nè da parte dei sinda-cati locali. Nè tanto meno siamoa conoscenza di azioni di soli-darietà con i colleghi astigianidei lavoratori vicentini, non sap-piamo se per la disinformazionemediatica e sindacale o per lasparizione degli ormai troppovecchi sentimenti di condivisio-ne dei problemi." Queste parolepesano come macigni, poichèancora una volta emerge il totaledisinteresse da parte di AskollVicenza e più in generale delleistituzioni e dei sindacati venetiper le vicende dei colleghi pie-montesi.Non siamo nuovi a questa formadi oblio e di disinformazione si-stematica operata da Askoll, pro-prio come due anni fa l'aziendasi adopera al fine di confonderee disinformare, fuggendo e ne-gandosi di fronte a qualsiasi ri-chiesta di chiarimento, financheda parte delle istituzioni.E' vero, ci si sarebbe aspettatiforse almeno un gesto di solida-rietà da parte dei colleghi di Vi-cenza, ma penso (spero) più perpaura di ritorsioni che per altronulla è arrivato, e dire che pro-prio a Vicenza oggi lavorano al-cuni colleghi precedentementeimpiegati negli stabilimenti Asti-

giano e Torinese. Da loro, comeda tutti gli altri, non una parola.In questi giorni abbiamo sentitoparlare di mobilitazioni, di cor-tei e di presidi. I giornali localifanno un gran can can, ma doveconta, dove l'opinione pubblicadovrebbe sapere, dove la gentedovrebbe rendersi conto di chi èveramente Elio Marioni, del fattoche non si è fatto nessuno scru-polo a mettere in mezzo ad unastrada 500 famiglie, li a casasua, tutto tace, perchè li ElioMarioni è una specie di sant'uo-mo un intoccabile (o almenocosì lui si considera). Li, a casasua, il gran timoniere, si permet-te persino di "prestare" al comu-ne 100.000 euro, come anticiposulle opere di urbanizzazionedel suo "Centro Equestre Interna-zionale" (un progetto da ben 25milioni di euro). Che nome vo-gliamo dare a questa cosa ?Cosa si sarebbe detto se questofosse successo a Caltagirone edElio si fosse chiamato chessò Pa-squale o Salvatore ? Ogni lettorepuò fare a questo punto le suepersonali considerazioni, io lemie le ho già fatte.Allora che dire, credo che il sen-timento comune sia quello dichi ormai abbandonato si avviarassegnato al suo destino. Nellepoche parole scambiate occa-sionalmente in questi mesi conqualche collega non sono riusci-to a cogliere che rassegnazione,non più la speranza o la convin-zione che la lotta possa portarea qualche soluzione. Forse si sa-rebbe potuto fare qualcosa dipiù prima che la situazione arri-vasse a questo punto, quandodue anni fa si decise di termina-re lo sciopero sulla scorta di unaccordo troppo stretto e di pro-messe puntualmente disattese, oforse no, forse quello era tuttoquello che ci era dato di ottene-re, due anni di agonia, non losapremo mai. Sta di fatto che al-l'orizzonte si vedono solo nuvo-loni neri e pioverà, ancora unavolta, sul bagnato.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

/ La testata del blog Askoll in lotta con le citazioni di VicenzaPiu

/ Un titolo sulla stampa astigiana

Page 11: VicenzaPiù n 268
Page 12: VicenzaPiù n 268

pag1222 febbraio 2014

Il direttore della comunicazione del gruppo di Elio Marioni inquadra i problemi dello stabilimento astigianonel mercato in caduta libera del bianco e non esclude altri casi di sofferenza però comune per proprietàe lavoratori

Massimo Fùrlan: la crisi della Askoll di Castell’Alferoè una goccia in quella del settore elettrodomestici

Dottor Furlan noi abbiamo rife-rito da sabato 15 febbraio di

una situazione riportata da lavora-tori e da giornali locali, come LaStampa sulle pagine astigiane e glialtri media di quella provincia, cheparlano di una possibile chiusuradella Askoll di Castell’Alfero in pro-vincia di Asti perché stareste deloca-lizzando in Slovacchia. Da lì nascelo stato di agitazione dei circa 220dipendenti con scioperi, presidi,cortei. Vorremmo conoscere diretta-mente anche quello che sostienel’aziendaOnestamente a me sembra cheanche quello che dice il sindacatonon corrisponda a quello che lei mista dicendo in questo momento.Io, mi scusi, non ho nominato il sin-dacato, io ho nominato i dipendentie non i sindacati, noi abbiamo par-lato direttamente con i dipendentiche ci hanno contattatoQuello che voglio dirle è che la si-tuazione di questa fabbrica è apertasui tavoli che stanno al ministero damolto tempo quindi che le negozia-zioni, le considerazioni e le valuta-zioni sono fatte con il sindacato econ i lavoratori da molto temponelle sedi che sono opportune per-ché, è ovvio, non è che Askoll vivain un contesto isolato dal resto delmondo, siamo nel settore dell’elet-trodomestico. Lei che sta a Vicenzala sa bene questa cosa, che anche vi-cino a noi abbiamo aziende moltograndi che sono in grande difficoltàtant’è che è addirittura intervenuto ilGoverno per la Electrolux. Quindipuò immaginare come un’aziendache è fornitrice di componenti possaben poco nella decisione del propriofuturo indipendentemente dai clienti.Quindi la questione dello stabili-

mento di Castell’Alfero diciamo chesi è costruita nel corso del tempo eattraverso un percorso che ha cercatodi qualificare completamente questafabbrica con investimenti molto im-portanti che sono stati fatti per met-tere su nuove linee di produzione,nuove produzioni che siano più coe-renti con i prodotti diciamo ad altovalore aggiunto per essere diversi daquel basso valore aggiunto di cui leiha parlato nella logica della ricollo-cazione delle produzioni in Slovac-chia. Questo è un punto di partenza,la trattativa di quello che succede hadelle date che sono state concordatecon tutti quanti gli interlocutori isti-tuzionali e il sindacato perché è evi-dente che il quadro di quello chesuccede in questo momento non di-pende solo da quello che vuol farel’azienda ma dipende da quello chei nostri clienti ci consentiranno diprogrammare e di progettare per ilfuturo. Si è chiesto di avere un incon-tro a Roma al Ministero dello Svi-luppo Economico, come lei hascritto, che sarà nelle prime setti-mane di marzo perché in quella dataera attesa una risposta da parte deinostri clienti che ci avrebbero dovutodare indicazioni se intendevano omeno fare degli acquisti di prodottoe comprare quindi delle quantità cheavrebbero dato visibilità sul futuropiù chiare. È ovvio che in un conte-sto come questo è comprensibile lapreoccupazione dei lavoratori mavorrei che fosse comprensibile che lapreoccupazione dei lavoratori non èdistante e distinta dalla preoccupa-zione dell’azienda perché è evidenteche nessuno lavora con una logicache punta a chiudere le fabbriche oa essere contro i lavoratori, non rie-sco a comprendere questo approc-cio. Se si può fare si farà, il problemaè che se non c’è la condizione que-sto renderà più difficile il futuro pertutti quanti.La sto ascoltando attentamente per-ché quando lei accennava ai sinda-

di Giovanni Coviello

cati, noi i sindacati vogliamo sentirliintanto dopo aver sentito anche voi,abbiamo solo sentito dei singoli la-voratori che ci hanno approcciatodirettamente ed abbiamo letto degliarticoli fatti da colleghi anche sulquotidiano la Stampa e sulla stampadi oggi (20 febbraio 2014, ndr) ioleggevo che la lamentela ufficiale deisindacati, riportata dai colleghi diAsti, è che ci sarebbe una dilazionenei tempi da parte dell’azienda taleper cui addirittura penserebbero difare una manifestazione qui a Vi-cenza. Questo è un po’ in contrastocon il discorso che lei faceva di untavolo già concordato con i sindacati Io non so la sua fonte quanto maleinformata sia. Ho letto i giornaliLe date sono certe, c’è una data pre-vista che è il 10 marzo in cui è pre-visto un incontro al Ministero delloSviluppo Economico per la questioneche riguarda la Askoll, questa data èconcordata con il ministero e con

/ Un titolo sulla stampa astigiana

tutte quante le istituzioni Forse non mi sono spiegato, ho dettoche ho letto queste dichiarazionicome virgolettate e messe in boccaa sindacalisti, quelli a cui faceva ri-ferimento lei, quindi il discorso èche i sindacati astigiani parrebberopronti a fare una manifestazione aVicenza martedì 25 febbraio perchéloro, non noi, noi siamo un giornaleche registra i fatti, direbbero che c’èuna qualche dilazione nelle deci-sioni. In particolare ci hanno contat-tato iscritti ai sindacati confederaliquindi non ai sindacati di base tantoper essere chiari. Vorrei un po’ ca-pire meglioLe ripeto quanto le ho detto. Le datenon sono mai state cambiate, questadata è stata definita ancora nel mesedi dicembre. Quindi qualunque con-siderazione che viene fatta in questomomento è, dal mio punto di vistapersonale, un alzare il tono di unaquestione anzitempo rispetto al mo-mento in cui è previsto che ci se-diamo e ci diciamo quale è lasituazione. Ora capisco che uno vo-glia forzare il tempo e torno a dire ionella massima disponibilità …Scusi se la interrompo, lei faceva ri-ferimento all’inizio ad un rapportolineare con il sindacato, io poi le ri-ferivo di queste dichiarazioni sinda-cali che parrebbero dire il contrariosostanzialmente Il sindacato può dire tutto quello chevuole.Ci tenevo a precisare perché, a partealcuni dipendenti con i quali ab-biamo parlato direttamente peravere sensazione dal “campo”, noioggi vogliamo “mettere alla pari”azienda e sindacato nel riferire delleeventuali loro varie visualiDottor Coviello scusi, quello cheposso dire è che l’azienda sta se-guendo le date e le indicazioni chesono state concordate con tutti gli in-terlocutori compreso il sindacato.

Ora se qualcuno dei sindacalisti ri-tiene diversamente evidentementesta facendo, mi consenta di parlarlefuori dalla pura ufficialità, un lavorodi comunicazione che ha delle fina-lità che sono diverse da quelle di se-dersi ad un tavolo per affrontare deiproblemi seri e cercare la soluzionepiù intelligente possibile. Quindimettiamo sul tavolo i diversi ambiti.C’è un ambito che è «quale futuro equali problemi?». Bene, il futuro e iproblemi sono quelli di cui ci pos-siamo occupare ad un tavolo nelladata prevista che è quella del 10marzo, quando speriamo di avere dainostri clienti delle indicazioni piùchiare che ci consentano di metteresul tavolo le situazioni migliori pos-sibili e discutere e confrontarci nelmodo più onesto ed efficace per tuttiquanti. Questo è un tema. Secondotema è se si pensa che la negozia-zione di una cosa come questa possaessere forzata dicendo all’azienda«io mi siedo al tavolo soltanto se tumi confermi che non chiuderai lafabbrica», come ho letto su alcunigiornali, è chiaro che questo è un ap-proccio, mi lasci dire, che non è coe-rente con quanto abbiamo negoziatoe discusso fino ad oggi che è «guardafino al 10 di marzo non posso rispon-derti». Se vuoi forzare lo fai, masappi che non è che questo mi mettenella condizione di darti una rispostadiversa, al limite posso trovarmi nellacondizione di essere un po’ per-plesso perché mi pare di avere dellepersone di fronte che qualche voltaforse non vogliono accettare la re-altà.Chiaramente, da quello che capiscoio, ma questo è abbastanza com-prensibile, essendo voi un produt-tore, un fornitore di parti dipendetedal mercato globale, quindi se uncostruttore, sto semplificando, pro-

/ La sede della capogruppo della Askoll a Povolaro di Duevillecontinua

Page 13: VicenzaPiù n 268

pag1322 febbraio 2014

/ Dall’alto in basso: L’Askoll 3; un corteo dell'Askoll di Castell'Alfero; un momentodi assemblee e presidi alla Askoll di Castell'Alfero; un presidio alla Askoll astigiana

duce di meno o deve acquistare aprezzi più bassi Askoll per quel set-tore lì dipende dal mercato e nonpuò determinare più di tanto le po-litiche, questo è il discorso che leista facendo giusto?Esatto.Ha accennato anche, ma questo lo leg-gevo confermato sui giornali locali tracui La Stampa ma anche sul blog http://askollinlotta.blogspot.it/ dichi sta manifestando, agli investi-menti che la Askoll ha fatto sull’im-pianto per fare in modo che fossepiù competitivo su prodotti di fasciapiù alta. Mi rendo conto che non mipuò anticipare la risposta perché iltutto è vincolato al 10 marzoquando avrete delle previsioni di ac-quisto. Ma io vorrei ugualmente faredue ipotesi o considerazioni, faccialei. Immagino, intanto, che gli ordinidipendano anche da una questionedi prezzi perché non è in discussionela qualità del prodotto Askoll. Primaconsiderazione: nel caso in cui,quindi, ipotizzo io, il cliente volessedei prezzi più bassi voi dovete ca-pire se potete produrre o non pro-durre a Castell’Alfero quellacomponentistica a quei prezzi. Se-conda considerazione: gli investi-menti che voi avete fatto su prodottidi fascia più alta, quindi, comunquerimarrebbero attivi anche se, ma-gari, immagino che il nuovo quadroavrebbe degli effetti sull’occupa-zione perché una cosa è una fab-brica di prodotti di massa, altra cosasarebbe una fabbrica che va a pro-durre una componentistica di mag-gior qualità. Ho capito bene? La risposta alla sua domanda è cheovviamente è chiaro che le negozia-zioni si fanno comprendendo tra que-sti argomenti anche il prezzo e questoè più che evidente. Lo stabilimentodi Castell’Alfero è uno stabilimentoche ha una situazione critica cheAskoll ha ereditato perché questo sta-bilimento era già uno stabilimento cri-tico quando l’azienda lo haacquistato (come ex Ceset dal gruppoamericano  EAME Emerson ApplianceMotors Europe a fine 2008 così comeha fatto con la ex PLASET di Monca-lieri in provincia di Torino poi chiusanel 2011, ndr). Per cui l’AziendaAskoll da questo punto di vista hafatto una grande scommessa che èstata quella di rilanciare uno stabili-mento che era già uno stabilimento inperdita, sennò dimentichiamo dadove arriva tutta questa storia. Era unasituazione complessa, rispetto a que-sta situazione complessa l’imprendi-tore ha fatto una scelta coraggiosa cheè stata quella di investire decine dimilioni di euro, mi pare che siamocirca a 20 milioni di euro investiti inquesto stabilimento, per rinnovarecompletamente la produzione, rimet-tere a punto un processo produttivocon macchine nuove, attrezzaturenuove, processi nuovi, quindi conl’opportunità di andare a vendere sulmercato dei prodotti che avevanodelle caratteristiche innovative. Tuttoquesto ovviamente è condizionatodalla disponibilità del mercato a com-prare questi prodotti e a metterli sullemacchine da lavare per intenderci. Èovvio che non necessariamente il fat-tore prezzo è l’unico attore perché qui

la questione diventa più complessa inquanto le decisioni di innovare i pro-dotti da parte dei nostri clienti nonsono soltanto legate al prezzo di ac-quisto di una componente ma dallavolontà di rinnovare la propriagamma di prodotti. Quindi la com-plessità del processo produttivo che èa valle per quanto ci riguarda e che è,quindi, quello dei produttori dellevarie Electrolux, Whirlpool e via di-cendo, è quello che condiziona la ca-pacità di introdurre dei prodotti nuovicon caratteristiche migliori nelle lorogamme di prodotti. Questo è un fattoche noi siamo in grado di valutare sol-tanto a posteriori. Non posso dirle

prima io quello che succederà, la no-stra speranza è che il prodotto che ab-biamo presentato sia così interessante,così avvincente da tutti i punti di vista,compreso quello del prezzo, che que-sti clienti decidano di cambiare e diusare questi prodotti al posto di altri.Quello che mi sta dicendo è cheAskoll anche nella sua filosofiaaziendale propone anche dei com-ponenti che possono portare a mo-dificare il prodotto, Askoll non operasoltanto su specifiche del clientepropone anche delle partiNoi lavoriamo sulle specifiche delcliente ma l’obiettivo dell’azienda èquello di essere in grado di proporre

delle cose nuove sennò l’unica com-petizione diventa il prezzo e allora sìche diventiamo tutti cinesi e anchemeno che cinesi perché questa è larealtà. Ma del prodotto che ha delcontenuto di innovazione se ne parlasu tutti i giornali, poi quando si fa l’in-novazione vera diventa un problema… Allora noi siamo un’azienda cheinnova e quando uno va ad innovareè chiaro che ha più rischi perché èmolto più facile dire «costa meno, ri-duco il prezzo e continuiamo a farela vecchia roba di prima». Questa erala filosofia della Emerson quando noiabbiamo comprato l’azienda. Qui siè fatto un investimento grande, si è ri-qualificata un’azienda, si è fatto unosforzo enorme per andarsi a proporreal mercato con delle novità, ma que-sto è capitato nel momento della piùgrande crisi dell’ultimo secolo. Èovvio che il nostro destino diazienda, non soltanto dello stabili-mento, è soggetto a questa pressionedell’esterno. Non possiamo far fintache non ci sia questo problema. Esistee siccome lo sappiamo tutti è ovvioche dobbiamo metterci ad un tavoloe, quando abbiamo più informazioni,vedere in che modo possiamo affron-tare le situazioni sperando che le so-luzioni ci siano, che siano possibili eche siano soddisfacenti per tutti. Masenza l’azienda non c’è posto di la-voro, senza le vendite non c’è postodi lavoro e, mi consenta di dirlo, nonè una questione che tocca soltanto illavoratore nel senso dell’operaio, mal’azienda. Non è una questione di ap-proccio anti operaio, banalmente quisiamo nelle cose più terra terra. Senon faccio i prodotti e non li riesco avendere è chiaro che il problema cheabbiamo è un problema che non è le-gato all’antagonismo azienda-lavora-tore, la questione è un po’ piùcomplicata.Penso di capire le sue considera-zioni: qui gli sforzi vanno fatti da en-trambe le parti anche perché sel’azienda ha investito milioni di euronon lo ha fatto per perderliUna cosa che ho detto anche a LaStampa. Mi ha telefonato l’altrogiorno la sua collega de la Stampa ele ho detto che «io penso che tutte lecose che si dicono possono essereoggetto di verifica, controllo. Peròvorrei dire che se uno vuole chiudereuna fabbrica non ci investe 20 mi-lioni di euro perché è soltanto uncretino che può fare una roba del ge-nere». Allora usciamo da questomodo di vedere il mondo un po’ sur-reale, l’impresa ha fatto uno sforzoenorme per far sì che quest’affare quifunzionasse non perché deve salvareCastell’Alfero ma perché questo va avantaggio di tutto il gruppo, perchéquesto è quello che l’azienda hafatto. È ovvio che, oggi che il mercatosta in questa condizione, vorrei ricor-dare che ci sono cinque dossiermolto pesanti per un totale di 12.000posti di lavoro aperti al Ministerodello Sviluppo Economico in questomomento e che riguardano non leaziende della componentistica ma leaziende che producono gli elettrodo-mestici. La conseguenza di questo èche sono tutte le aziende della com-ponentistica che dipendono da que-sto mercato, noi siamo una di quelle,è evidente che in questo contestoquindi le decisioni, le valutazioni, leopportunità che ci saranno nel corsodi queste settimane saranno tutte

quante guardate con grande atten-zione in primis dall’azienda e spe-riamo che ci siano condizioni perpoter aprire un tavolo di lavoro chesia un tavolo che dà delle speranze,questo è il punto. Quando si parla di possibile deloca-lizzazione di una parte di lavoro diCastell’Alfero in Slovacchia lì tornain ballo la questione prezzi a questopunto perché l’innovazione il know-how è proprietà dell’aziendaNon è questione di delocalizza-zione, il punto è che noi abbiamofatto un lavoro di razionalizzazioneperché si sono concentrate le com-petenze che sviluppano alcuni mo-tori all’interno delle fabbriche dovec’era la maggioranza dei volumi diquelle caratteristiche in modo da ren-dere più efficienti i sistemi produttivi.Quindi non è che andando a pro-durre in Slovacchia si sono ottenutedelle condizioni diverse, è che fac-ciamo in Slovacchia tutto quel tipo dimotore che viene fatto e quindi tuttala produzione di quel genere è con-centrata in un unico stabilimentocosì come la produzione dei motorinuovi è tutta concentrata nello stabi-limento di Castell’Alfero. Scusi dinuovo, abbia pazienza, ma se unoprende i soldi e li mette a Castell’Al-fero per fare il motore nuovo perchénon li mette subito in Slovacchia?Non era meglio?Non mi veda come l’altra parte …La questione è che ho letto in questigiorni delle tali e tante riflessioni chesembrano campate in aria senza fareun minimo di riflessione su cos’è cheveramente sta dietro le scelte del-l’azienda… Allora o dentro l’aziendasono tutti dei deficienti o evidente-mente chi parla non riflette abba-stanza.Ci possono essere situazioni analo-ghe a quella che state gestendo a Ca-stell’Alfero in altri stabilimenti delgruppo?Sì, certamente, ma non necessaria-mente solo in Italia. È evidente che lacrisi dell’elettrodomestico non è unacrisi che riguarda uno stabilimento,riguarda il settore. È ovvio che questosettore dovunque lo guardiamo è unsettore che può avere delle implica-zioni. Al momento l’azienda sta con-tinuando a difendere le proprieposizioni in tutto il mondo e sta cer-cando di farlo al meglio.La domanda era molto generale, nonvoleva certo entrare nel merito disingole situazioni perché non pensoche il mercato sia facile per nessunoin questo momentoQuesto è un gruppo globale, noisiamo un’azienda che sta in tutto ilmondo, i nostri clienti sono in tuttoil mondo. Quindi mi consenta di direche abbiamo una visione di quelloche succede abbastanza completa.Questo da un lato ci consente di or-ganizzare meglio le nostre risposte almercato per cercare di mantenere leposizioni che abbiamo nel mercato edall’altra di attenuare le difficoltà intutti i modi possibili e immaginabili.Anche gli altri settori in cui operate,gli acquari o altri settori hanno dif-ficoltà di questo tipo o sono realtàdiverse?Altri mercati, altre problematiche,altri tipi di difficoltà.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

segue

Page 14: VicenzaPiù n 268

pag1422 febbraio 2014

Castell’Alfero e Vicenza, più vicine di quanto sembra: ce lo dicono in AskollInterviste a cura di Martina Lucchin

Per Si lvano Uppo del laUi lm rischia anche laAskol l Tre a Povolaro

Silvano Uppo, segretario dellaUilm Uil della provincia di Asti,cosa accade nello stabilimentoAskoll di Castell’Alfero e come siè arrivato allo sciopero di questigiorni? Ad agosto 2013 presso il sito di Ca-stell’Alfero si è completata la chiu-sura di un reparto che produce unmotore universale dell’elettrodome-stico della lavatrice, che impiegava70 persone, ed è stato trasferito inSlovacchia. Dopo questa chiusura,nel reparto è partita la produzionedi un nuovo motore, che nel 2013arriva a 350 mila pezzi. I numeri at-tesi erano però molto più alti, in-torno agli 800 mila pezzi. A seguitodi questo chiaro segnale di non rag-giungimento del budget prefissatocon il piano industriale abbiamochiesto un incontro con l’azienda.Nell’incontro ad ottobre l’aziendaha dato atto alle nostre perplessitàe, a domanda esplicita se questopoteva avere delle ricadute sul sitodi Castell’Alfero, ha detto che “tuttele ipotesi erano aperte” e che “nonveniva esclusa la chiusura”. Un’af-fermazione che ha sconcertato tuttie per cui abbiamo chiesto un incon-tro con il Ministero dello SviluppoEconomico per avere chiarezzasulle intenzioni dell’azienda. L’in-contro previsto per metà febbraio èslittato al 10 marzo su richiestadell’azienda: un’operazione perprendere tempo, da qui lo scioperoiniziato il 13 febbraio.Una protesta che porterete anchea Vicenza? Sì, anche se non c’è ancora unadata definitiva stiamo prendendocontatti con le segreterie provincialidi Vicenza, per adesso so che sonostate contattate la Uil e la Fiom Cgil.La Fiom Cgil di Vicenza parlava diun basso livello di sindacalizza-zione all’interno della Askoll, chesembrerebbe confermato anche dal

fatto che le vertenze sindacali ven-gono condotte in maniera separatadai vari stabilimenti, nonostante al-cuni di questi siano strettamente le-gati. È così?Intanto bisogna precisare che, men-tre il livello di sindacalizzazionedella Askoll nella zona di Vicenzanon è alto, da noi invece c’è un rap-porto storico e consolidato neltempo con questa azienda, perchéprima non era controllata da unasocietà a proprietà individualecome è oggi la Askoll, ma era unamultinazionale americana dove lapresenza del sindacato è tipica-mente molto più strutturale e orga-nica. È vero, poi, che fino ad oggi levertenze sindacali sono state portateavanti in maniera isolata dai varistabilimenti. Ma in futuro le azionipotrebbero essere più condivise, inparticolare tra Castell’Alfero eAskoll Tre a Vicenza (entrambe de-dicate alla produzione di compo-nenti per elettrodomestici, ndr).Anche perché c’era stata la notizia,poi smentita da Marioni stesso,dell’intenzione del gruppo Askolldi uscire completamente dalla pro-duzione del bianco. In più il gruppoAskoll ha dichiarato di voler pun-tare molto sulla mobilità elettrica,ritenendo l’elettrodomestico ormaisuperato per l’Europa: questo po-trebbe avere pesanti conseguenzeanche sulla Askoll Tre a Vicenza.Come valuta le parole del respon-sabile della comunicazione diAskoll Massimo Furlan rilasciate aVicenzaPiù? Sono una conferma del gioco chel’azienda ha fatto fino ad oggi: cer-cano di prendere un quantitativo ditempo non chiaro. C’è da dire cheil motore che producono qua loproducano solo qua e il fatto cheabbiano già resistito otto giornisenza risentire del blocco di spedi-zione delle merci, in un periodo incui di solito i magazzini sono sem-pre ridotti al minimo per una ge-stione ottimale dei costi, èsignificativo: fare delle scorte puòessere funzionale ad una futurachiusura o ad una vertenza che siaspettano dura. Per questo motivoal tavolo del 10 marzo noi chiede-remo all’azienda di fare chiarezza.

È altamente scorretto dire che nonhanno ancora deciso su un pro-blema che riguarda 220 famiglie,quando magari hanno pianificatoquesta cosa da mesi.

Una dipendente: a Vicenza i nostricol leghi neanchesapranno cheesistiamo

È un momento di grande incertezzaper i dipendenti dello stabilimentoastigiano, e le parole di un’operaiache ci chiede di mantenere l’anoni-mato e che lavora da 18 anni nel-l’ex Ceset – la fabbrica acquisita daAskoll nel 2008, più conosciuta an-cora oggi nella provincia di Asticon il vecchio nome –, lo confer-manoNell’arco di questi anni da quandoci ha acquisito Askoll ci siamo vistitogliere le piastrelle da sotto i piedi,ci hanno sempre più ristretto e diconseguenza oggi abbiamo ancorapiù paura perché siamo tutti configli e se ci viene a mancare il la-voro siamo in mezzo alla strada.Forse la vostra protesta verrà por-tata anche a Vicenza, perché? Speriamo di ottenere l’attenzione dichi ci comanda (la sede della hol-ding guidata da Elio Marioni è a Po-volaro di Dueville, ndr), speriamodi far parlare di noi e di non caderenell’oscurità. Non vogliamo che igiorni passino, che ci si dimentichidi noi e che l’azienda metta in attoquello che pensiamo voglia fare. Vi aspettate qualcosa dai colleghi vi-centini (a Vicenza e provincia ci sonosette stabilimenti Askoll, tra questiAskoll Tre, a Povolaro di Dueville,produce componenti per elettrodo-mestici in un ciclo integrato con lostabilimento di Castell’Alfero, ndr)? Noi dai colleghi vicentini non ciaspettiamo niente, sinceramente.Penso che loro non sappiano nean-che che esistiamo.

Come valuta le dichiarazioni del re-sponsabile della comunicazione diAskoll rilasciate a VicenzaPIù?Anche noi ovviamente ci siamochiesti il perché di un investimentocosì alto per poi doverlo chiuderenell’arco di qualche anno. Speroche le sue parole siano sincere. Peròfino ad ora speranze non ce nehanno date. Per questo continue-remo finché non abbiamo rispostecerte dall’azienda. Perché se siparla di chiudere, questo riguardatutti: dal secondo livello ai quadri,non si tratta di tagliare un reparto oqualche ente, come è già stato fatto.Si parla di chiudere uno stabili-mento che ha quasi trent’anni divita... Avevo due anni quando na-sceva questa azienda, l’ho vista cre-scere ed è cresciuta con me.

Tiziano Toniolo:verremo a Duevi l lema l ì i l s indacatoconta poco

Tiziano Toniolo (delegato sindacaleper la Fim Cisl della Rsu dello sta-bilimento di Castell’Alfero), lo scio-pero a rotazione dei dipendenticontinua, e la vostra protesta trovaanche il sostegno delle istituzioni.Sì, oggi (venerdì 21 febbraio, ndr)sono venuti ai cancelli, accompa-gnati dal vicesindaco di Castell’Al-fero, l’assessore al lavoro delComune di Asti Marta Parodi e il de-putato del Pd Massimo Florio. Aloro hanno espresso tutto il ramma-rico e le preoccupazioni per la si-tuazione un’ottantina di persone,che hanno voluto anche mostrare lostabilimento dove lavorano e che èun’eccellenza a livello mondialenel campo dei motori. È stato con-cesso di vedere le linee produttive,accompagnati dal direttore di stabi-limento Mario Faccio, e i tre politicisono rimasti entusiasti per come èstrutturato riconoscendo che è vera-mente un peccato che chiuda.

Hanno detto che si faranno caricodi tutte quelle che sono le azioni inloro potere, non solo per sensibiliz-zare l’opinione pubblica. Il depu-tato sarà, infatti, martedì nella sededel Ministero del Lavoro, dove cer-cherà di illustrare la situazione e so-prattutto di proporre delle soluzionialternative. Voi, quindi, siete assolutamentecerti della chiusura dello stabili-mento?Le parole testuali dell’amministra-tore delegato Alessandro Beaupain,venuto martedì al Comune di Ca-stell’Alfero, sono state che, a livellodi gruppo e non solo di stabili-mento, “per salvare l’azienda servi-rebbero una trentina di milioni diordini aggiuntivi nelle prossime tresettimane. Spero che si possa fare,ma non credo”. Va da sé che il fu-turo è più che nero. Anche il diret-tore delle risorse umane di tutto ilgruppo, il dottor Pazzini, lunedì 10febbraio ha detto, testuali parole,che “dagli elementi in nostro pos-sesso ad oggi sarebbe chiusura”.Manca l’annuncio, ma per noi la si-tuazione è chiara: 224 persone per-deranno il lavoro.Come continuerà la vostra prote-sta?La settimana prossima saremo aDueville. Stiamo lavorando con leorganizzazioni sindacali provin-ciali, e non con le Rsu locali che cidicono essere non molto attive, eper questo stiamo valutando di fareun’assemblea per gli stabilimenti in-torno alla Holding per dare lorodelle informazioni dirette, ma è soloun’ipotesi. Non c’è ancora una datacerta comunque, stiamo aspettandoi permessi della questura. Intanto,però, continueremo lo sciopero-presidio iniziato il 13 febbraio: pre-sidieremo i cancelli h 24, sabato edomenica, notti comprese.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

/ Un momento di assemblee e presidi alla Askoll di Castell'Alfero

Page 15: VicenzaPiù n 268

pag1522 febbraio 2014

Zanni della Fiom: da Asti non ci avevano informato,ma Askoll è padronale e qui c’è scarsa sindacalizzazioneIntervista a cura di Giovanni Coviello

Giampaolo Zanni della Fiom Cgildi Vicenza ci chiama al telefonogiovedì 20 dopo alcuni giornidall’appello da noi rivolto su Vi-cenzaPiu.com ai sindacati e ai di-pendenti vicentini della Askolloltre che al gruppo di Elio Marionie ci parla con schiettezza mista apreoccupazione.

Ho letto su VicenzaPiù rispetto allasituazione in Askoll. Siccomedell’Askoll mi occupo io da unpaio di anni volevo dirti che noinon siamo mai stati chiamati, con-tattati in questi due anni dagli sta-bilimenti piemontesi dove laproprietà ha fatto delle acquisi-zioni. Però la sindacalizzazioneche abbiamo a Vicenza è debolis-sima proprio perché si tratta di unaazienda di un padre padrone cheha sempre tenuto fuori le organiz-zazioni sindacali. Io ho due Rsu inAskoll Due con produzione in set-tori diversi da quello di AstiNon nel campo dei componentiper elettrodomestici, negli altrisettori diciamo perché a Castel-l’Alfero sono componenti per elet-trodomesticiSì e c’entrano con lo stabilimentoAskoll Tre dove solo la Cisl ha deidelegati sindacali, io là ho dueiscritti non faccio assemblee nonho presenza. Ci sono altri sindacati?Tutti sono pochissimo sindacaliz-zati, però io in Askoll Due faccioregolarmente attività sindacale,pur avendo solo una decina diiscritti su cento e passa dipendenti.Ho due Rsu su tre, uno lo ha laUilm, c’è un contratto di solida-rietà, non è insignificante l’attivitàsindacale, è costante. Rispetto allaquestione di Castell’Alfero noi nonabbiamo mai avuto incontri di co-ordinamento.Ho letto, adesso sto facendo delleverifiche, che la Uilm di quellazona sta reclamando l’assenza dicollaborazione e avrebbe inten-zione di portare un pullman permanifestare a PovolaroStamattina (il 20 febbraio, ndr) leorganizzazioni di Asti ci hannochiamato, tutti e tre i sindacaticonfederali.Forse perché abbiamo scrittoqualcosa noi …Può essere che siate serviti di-ciamo per …Sì in quel senso lì, abbiamo fattoun po’ da stimolo. Qui l’azienda,i sindacati e i lavoratori non sisentivano. Abbiamo cercato di in-formare per capire cosa succede.Mettiti nei miei panni. Stamattinami ha chiamato tale Morabito, cheio conosco da quando ero del co-mitato centrale della Fiomm, per-ché lui era il segretario provincialedi Cuneo e oggi si occupa dellostabilimento. Mi ha spiegato tuttala situazione e io gli ho detto: «noimartedì 25 febbraio abbiamo un

vano impreparati, ma secondo mesiccome loro non hanno la smaniadi fare la manifestazione mahanno la smania di riuscire asmuovere qualcosa credo che siaconveniente anche per loro che cicoordiniamo.Queste cose che mi hai dettoposso scrivere immagino Sì, sì puoi dirle e chiamami inmodo tale che ti dia informazioniperché siccome vi sembra che noidormiamo, allora è vero che nonabbiamo finora detto nulla ma per-ché finora non è emerso nulla a Vi-cenza se non il contratto disolidarietà in due stabilimenti. Onestamente mi sembrava moltostrano, infatti avrei chiamato, hoparlato con i dipendenti per ca-pire bene, ho mandato una per-sona in stabilimento, hocontattato la Askoll e avrei contat-tato anche i sindacati. La cosa chemi colpiva a Vicenza era zero in-formazioni e zero reazioni, questomi colpiva in senso non positivoLo ho visto per questo ti ho chia-mato, ero anche un po’ arrabbiatoMa il mio stimolo era ai giornaliper i quali non esiste quel pro-blema, all’azienda che non erapresente e ai sindacati. Ma ancheai lavoratori e ora tu mi hai spie-gato il perché sostanzialmenteanche perché anche da Castell’Al-fero alcuni vicini anche alla Rsumi hanno spiegato che «pur di te-nere fuori il sindacato il caffèdelle macchinette, per quanto co-stasse solo 30 centesimi, era gratise la settimana bianca era pagata atutti i dipendenti una volta al-l’anno: questa era la contratta-zione aziendale fatta dall’aziendaper escludere il sindacato». Ai di-pendenti ho chiesto se ci sonoiscritti ai sindacati di base ma ce

ne sono pochissimi. Però daquello che pare di capire adessoche sta scoppiando il problema idipendenti sono incavolati anchecon il sindacatoMa l’anno scorso questi che ave-vano gli stabilimenti in cassa stra-ordinaria eccetera una telefonatapotevano farcela, una riunione dicoordinamento potevano chie-derla, invece zero assoluto. Saicom’è, corri, insegui le emergenzee io non ho il tempo di andare incerca di vedere sempre da soloquali sono i problemi.Quello che io temo è che puoiaspettarti gli stessi problemianche in quest’area. Non sto par-lando di imprenditore buono oimprenditore cattivo, questo è unproblema più grosso di Castell’Al-fero.Sì, sì. Soprattutto in Askoll Tre per-ché ha la stessa produzione deglialtri in Piemonte. Ho parlato sta-mattina con Chemello che è il sin-dacalista della Fim che segue lostabilimento Tre e mi diceva che lì

stanno ragionando per rinnovare ilcontratto di solidarietà come inAskoll Due. Qua non abbiamoavuto finora né espulsioni né li-cenziamenti ma solo il contratto disolidarietà, cioè una riduzione del-l’orario di lavoro a fronte del qualel’Inps corrisponde il 70% verodella retribuzione di ciascunoquindi è la cosa migliore dal puntodi vista salariale perché il lavora-tore perde pochissimo, resta co-munque al lavoro, matura perintero le ferie. Le ore di lavorosono totalmente a carico del-l’azienda, le ore in cui uno resta acasa invece sono a carico dell’Inpsche corrisponde il 70% della retri-buzione effettiva di ciascun lavo-ratore e poi si maturano per interoTfr, tredicesima, ferie, permessi.In Askoll Tre quanti sono i dipen-denti?In Askoll Tre sono 200.È il settore in cui opera anche Ca-stell’Alfero e che hanno una fab-brica in SlovacchiaQuesto non lo so. Sì, loro stanno producendo questecose in Slovacchia, hanno una fab-brica in cui producono non sol-tanto i componenti che fanno aCastell’Alfero ma producono tuttoil motore completo quindi è lì chepossono traslocare una parte dellaproduzione.In Askoll Due sono poco più dicento e lì, come ho detto, è già at-tivo il contratto di solidarietà e lostiamo rinnovando per il secondoanno. Io martedì ho un incontro inrelazione a questo però siamo giàd’accordo di porre il problema diavere informazioni sul resto pervedere se le cose che ci dirannosono le stesse, immagino di sì, maè diverso sentirselo dire ad un ta-volo ufficiale con gli Rsu. Questomi dà modo di fare un’assembleacon le persone e quindi di ragio-nare sul gruppo.Askoll2 si occupa di componenti-stica per acquari?Sì, settore acquari.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

incontro in azienda per il con-tratto di solidarietà, secondo mesarebbe antipatico che voi arrivatequa con un pullman mentre i lavo-ratori e le organizzazioni localinon sono state coinvolte. Dammiil tempo di fare l’incontro martedì,poi faccio un’assemblea e poi con-cordiamo un’iniziativa per avere ilavoratori tutti uniti.Il mio obiettivo come giornalesensibile al territorio è anchequello di fare in modo che ci simuovesse un pochettino …Sì infatti questo lo capisco. AncheCisl e Uil locali tramite Fim e Uilmhanno contattato i loro per pro-porre che la cosa sia posticipata diqualche giorno per permettere uncoordinamento. Se questi invecenon vogliono saperne e voglionocomunque portare avanti la loroiniziativa …Tu lo sai che la cosa che a noi suc-cede spesso è che ci contattanoper darci informazioni, non siamoneanche noi a cercarle le informa-zioni … scomodeInfatti me lo ha detto anche Mora-bito che qua la stampa zero tranneuna testata e io ho detto sarà Vi-cenzaPiù.Ci hanno contattato dei dipen-denti, abbiamo preso la cosa softperché non avendo informazionidi prima mano abbiamo fatto al-cune verifiche anche conl’azienda. Nella mail che mi è ar-rivata da un tuo collega sindacali-sta c’era scritto “le anticipo che èin programma una manifestazionein terra vicentina e che abbiamogià preso contatti con le struttureterritoriali … di Vicenza”Vedi corrisponde tutto perfetto.Questa è una mail di ieriCredo che non la faranno, se la vo-gliono fare per forza martedì ci tro-

/ Giampaolo Zanni della Fiom Cgil

/ Askoll 2 a Povolaro di Dueville

Page 16: VicenzaPiù n 268

pag1622 febbraio 2014

grande curiosità della “rete” vi-centina (ripostata di seguito) afirma Giulia Turra, argomento poiripreso dagli altri media locali chetante volte ci inseguono, anchese magari non sugli argomentiscottanti. Meglio, quelli proprioindigesti rimangono in naftalinao, come il “crollo” di una parte

dell’isola di Borgo Berga targataMaltauro “l’onnipotente”, sonospiegati con tanti giri di parolesolo 2 giorni dopo i nostri videofacendo “fallo di confusione”,come direbbero i commentatoricalcistici quando non riescono aspiegare altrimenti certe decisioniarbitrali. Per arrivare all’assurdo

di riferire solo il 7 febbraio, dopoche noi lo avevamo riportato il 31gennaio scoprendolo in … Con-siglio comunale (è a firma Mar-tina Lucchin il pezzo ripubblicatoaccanto), lo strano “prestito” di100.000 euro al comune di Cal-dogno di Elio Marioni, il grandeimprenditore della Askoll “trom-

bato” dagli attuali podestà nellasua corsa ad Assindustria. In-somma per i media locali, carta-cei, web e televisivi, tuttiindipendenti di sicuro a parole,non si sa se nelle … parole, co-piare è bello, ma non è stuzzica-rello...

© RIPRODUZIONE RISERVATA

“L'amarcord dei vicentini? Oraviaggia su Facebook con "Sei diVicenza se ..." e non solo”: cosìtitolavamo su VicenzaPiu.com del26 gennaio 2013 una piccola

Sei di Vicenza se … copidi Giovanni Coviello

L'amarcord dei vicentini? Ora viaggia suFacebook con "Sei di Vicenza se ..." e non solo

Chi di noi non ricorda almenouna di quelle cene di classe cui

si partecipa più per la curiosità divedere "che fine hanno fatto" i vec-chi compagni, chi si è sposato conchi, che lavoro fa l'ex bambino ter-ribile che faceva impazzire la mae-stra, che ne è stato del compagnosecchione eternamente oggetto deidispetti dei compagni? Chi l'ha pro-vato potrà confermare: ad un certopunto, qualcuno lancia nel belmezzo della conversazione un "tiricordi di quella volta che"... e, unodopo l'altro, i coscritti gli vanno

dietro, perdendosi in una trafila dirievocazioni che, alla fine della se-rata, lasciano in ciascuno un velodi nostalgia per i bei tempi andati. Ma tutto questo era prima. Primadell'avvento di Facebook e dei so-cial network, naturalmente. I natividigitali, la generazione del duemila,nata praticamente insieme ai piùmoderni ritrovati della tecnologiadelle comunicazioni, lo sannobene: nel mondo dei social networkil cambiamento è la regola, e la dif-fusione di un trend può diventarein pochi giorni un fenomeno virale.Così è stato per il nuovo fenomenodel momento: pagine e pagine Fa-cebook dedicate ai vari quartieridella città, nonché ai paesi o fra-zioni limitrofi. A consultare questepagine sono tutti coloro che, iscritti

di Giulia Turra

sul social network, desiderano con-dividere qualche esperienza relativaal posto in cui sono nati e cresciuti.Tra i post, i commenti pubblicati,c'è chi ricorda la maestra delle ele-mentari del quartiere, il giornalaio,il bidello, ma anche il vicino di casascomparso prematuramente, la vi-cina di banco delle elementari, lacompagnia che si trovava sempreallo stesso posto, i personaggi in-confondibili del quartiere, le pic-cole grandi tradizioni di ogni zona,e via di ricordi. Ma vediamo insieme qualcuno diquesti gruppi. Si parte con il gruppoSei di Vicenza se, un gruppo etero-geneo che conta 1117 membri ... Iricordi spaziano tra gli argomentipiù svariati: c'è chi ricorda "che itram erano verdi e passavano perCorso Palladio", chi va con il pen-siero ai luoghi del divertimento chepiù hanno segnato la propria ado-lescenza con un "Chi di voi si ri-corda di DJ Bato al Nordest?", e chiconferma che "al sabato pomeriggiosi andava a far vasche in centro, ealla domenica si prendeva il tramnumero 9 per andare tutti al Nor-dest!!", famosa discoteca ancoraoggi in voga. Qualcuno va lontanocon la memoria: Sei di Vicenza se..."Alle elementari andavi in gita a Pa-lazzo Chiericati!". C'è chi riportaricordi ancestrali: "Questa è per iquasi 50enni: se ti compravi i jeansal King's jeans!", o anche "se andavialla SIP davanti al Duomo a telefo-nare al moroso". Ma soprattutto, seidi Vicenza se... "Se dici ceste!", notaespressione vicentina per dire nonfa niente, pazienza, chi se ne im-porta, ma con un'accezione parti-colare, con una nota, un accento,che esprime la vicentinitas più pura,un'appartenenza territoriale chenon potrà mai essere negata o can-cellata.A seguire, ecco il gruppo dedicatoal popoloso quartiere di San Pio X,Sei di San Pio se..., che conta ben1.475 membri, attivissimi sul socialnetwork, che ricordano e condivi-dono fatti ed episodi vicini e lontaninel tempo: Un membro del gruppochiede "Quanti di voi del 72 sietestati mandati dal preside?" E am-mette "Io ci sono stata 3 volte".

/ Campo Marzo com’era una volta (foto pubblicata da uno dei membri del gruppofacebook “Sei di Vicenza se…”)

Un'altra ricorda: "Sei di san Pio Xse.....hai fatto le mitiche corse cam-pestri della Barolini! Vi ricordate?".Qualcun altro pubblica una foto diviale Giorgione imbiancato dallaneve della leggendaria nevicatadell' '85. C'è poi chi ricorda dicome sia cambiata la fisionomia delquartiere, come rileva un altromembro del gruppo: Sei di San Piose... "Se ti ricordi che sotto l'A&O..al posto dell' attuale dentista..c'era una pizza al taglio!!". E chiorganizza cene e pizze di classe,della pallavolo, del calcio...Il gruppo Sei dei Ferrovieri se...conta 754 membri. Si parte con lacondivisione di importanti ricordicomuni: Sei dei Ferrovieri se... "Iltuo bar di ritrovo era dalla Pina","Se ti ricordi il campo di granturcoprima che realizzassero il Parco Re-trone", "Se sei dei Ferrovieri...deviaver bevuto almeno una volta nellafontanella dietro la chiesa". E c'èchi, davvero, in questo quartiere halasciato il cuore, come scrive unamamma: "Vedere crescere i tuoi fi-gli negli stessi posti dove sei cre-sciuto tu, vederli frequentare glistessi posti dal parco giochi allescuole, andare in bicicletta in ViaBaracca, ti fa uno strano effetto e ticarica di ricordi ancora più di

quanti ne hai per la tua esperienzapersonale. Ieri, passeggiando conla mia famiglia, vedere appunto lapartita di calcio al campo vicinoalla chiesa e girarsi vedere che c'erauna partita di pallavolo mi ha riem-pito il cuore". Il gruppo Sei di Laghetto se... conta26 membri, ma non per questo èmeno attivo: i post infatti si accu-mulano uno dietro l'altro, Sei di La-ghetto se... "giocavi all'elastico inVia Lago D'orta", "Se le sere d'estatele passavi al Parchetto", se "faceviparte di una delle compagnie chesi ritrovavano sotto i portici", se "Eraimpensabile mancare alla miticaFesta delle Margherite". Alla fine diquesta carrellata, ammettetelo, vi èrimasta un po' di nostalgia. E allora,fate un salto su Facebook a verifi-care se c'è anche il gruppo dedicatoal vostro quartiere e se non c'è atti-vatelo. Potreste ritrovare vecchiamici, ricordi ormai sepolti nellamemoria, emozioni dimenticate. Ea chi dice che il mondo va avanti,che i ricordi sono inutili, che nonbisogna guardare il passato... i vi-centini non possono che rispondere"Ceste"!

© RIPRODUZIONE RISERVATA

/ Foto di Via Giorgione, San Pio X, durante l’epicanevicata dell’85 (foto pubblicata da uno dei membridel gruppo facebook “Sei di San Pio se…”)

Page 17: VicenzaPiù n 268
Page 18: VicenzaPiù n 268

pag1822 febbraio 2014

(g. l.) Dal 22 febbraio al 4 maggiosi terrà a Vicenza, all'interno dellaBasilica Palladiana, la mostra d'arte"Verso Monet, storia del paesaggiodal Seicento al Novecento". La no-stra città ospiterà la mostra recordche si è appena conclusa a Veronae che ha ottenuto il maggior nu-mero di visitatori in Italia durantel'inverno. Quest'anno la rassegnapittorica, al contrario di quanto av-venuto nel 2013, terrà la città pal-ladiana come seconda e ultimatappa e vista la quantità di bigliettiprenotati (circa 70.000) e la diffe-renza sostanziale rispetto allo stessodato registrato un anno fa a Verona,si può considerare già un successo.Secondo gli ultimi dati, infatti, moltiitaliani, veronesi in particolar modo,hanno preferito prenotare per lamostra di Vicenza rispetto a quelladella città scaligera, mentre solo unanno fa sono stati pochissimi i vi-centini che si sono recati al Palazzodella Gran Guardia per ammirarein anteprima lo spettacolo. In oc-casione dell'apertura la mostra re-sterà aperta fino all'una di notte e

sarà possibile dalle ore 19 alle 24acquistare il biglietto ridotto a 10€anzichè a 13€. Sarà poi presenteun ricco buffet, presentato dai ra-gazzi della scuola alberghiera SanGaetano, e il curatore Marco Gol-din spiegherà con due conferenze imotivi e i temi della mostra. L'espo-sizione presenterà al pubblico qua-dri provenienti dai più famosi museiinternazionali. Le opere presenti inBasilica saranno 101 in totale, dicui tre non presenti a Verona, e sidivideranno in varie sezioni che co-priranno svariati movimenti pitto-rici, focalizzandosi in particolarmodo sulla comparazione tra Rea-lismo e Impressionismo. Dopo uniniziale scorcio di Venezia rappre-sentato in maniera egregia da Ca-naletto la natura e il mare vengonoillustrati da pittori di tutto il mondo:inglesi, americani, olandesi, francesie così via. I paesaggi rappresentatisaranno molto vari così come lecorrenti pittoriche. Dopo aver am-mirato i quadri di Turner, Constable,Church, Renoir si arriva finalmentealla sezione finale dedicata ai due

"Verso Monet" e non solo: Vicenza si arricchisce di eventi

Il comune per la prostituzione in periferia:al via le iniziative di informazione

"Come dice il proverbio, uomosalvato mezzo avvisato e noi

facciamo un grande piacere per-chè avvisiamo". Così parla il sin-daco di Vicenza Achille Variati aPalazzo Trissino parlando delleiniziative di contrasto alla prosti-tuzione su strada. Da lunedì 23febbraio alle ore 23, mentre in al-tre aree del Veneto si vorrebbe le-galizzare la prostituzionetassandone le “libere professioni-ste, inizierà in città quella che ilsindaco ha definito "un'iniziativaun pò spregiudicata" che hal'obiettivo di spostare (di nuovo?)le prostitute dalla zona centrale aquella industriale della città. Sicercherà di sgomberare le stradeprincipali della città, in particolarmodo viale Verona e viale SanLazzaro, vie molto frequentatedalle prostitute e dai loro clienti.In queste zone saranno presentidei tabelloni sui quali ci sarà il di-vieto di prostituzione e la conse-guente multa di 500€ per chitrasgredisce. Questi avvisi saran-no proiettati nelle ore notturne suitabelloni AIM solitamente utiliz-zati per segnalare i parcheggi,sarà inotre presente in viale SanLazzaro un display led all’altezza

del civico 91 con impresso il se-guente messaggio: “In questazona vengono effettuati controllicontro l’esercizio della prostitu-zione. 500€ di multa ai clienti ealle prostitute”. Tali controlli affer-mano il sindaco e l’assessore allasicurezza urbana Dario Rotondiverranno attuati grazie all’utilizzodi telecamere oltre alla massicciapresenza in borghese di rappre-sentanti delle forze dell’ordine. E’prevista anche la realizzazione divolantini distribuiti dalla coopera-tiva La Mimosa nei quali si spiegaai diretti interessati quali sono i ri-schi che si corrono se non si pren-

dono in considerazione le nuovenormative e si indicano inoltre lezone della città dove la prostitu-zione viene accettata. E' il primocaso in Italia, secondo il comune,che prevede l'utilizzo di tali mez-zi informativi per incentivare ladiminuzione di uno dei fenomenipiù persistenti nelle città. L’ordi-nanza anti prostituzione è validanella zona rossa della città ossianella zona vietata che si estendecirca al 99% della rete stradale vi-centina. Solo 11 km infatti sonoluoghi in cui è permessa tale atti-vità. Anche le vie San Lazzaro eVerona sono a tutti gli effetti zone

rosse ma la prostituzione, nono-stante sia diminuita rispetto alpassato, continua ad esistere an-che perché, come spiega l’asses-sore Rotondi, in questi viali leprostitute ci vivono. Quello che sicercherà di fare da lunedì è infatticonvincere i clienti a spostarsinella zona più periferica della cit-tà ossia quella industriale di Vi-cenza Ovest, portando maggioretranquillità e sicurezza altrove.Dalle ultime stime del comune sirealizza che solo nel 2013 i ver-bali elevati a prostitute sono stati1031 e nessuno di questi è statopagato, mentre quelli ai clientisono stati 54 di cui 32 effettiva-mente pagati. Dall’inizio dell’an-no invece sono stati 117 aprostitute di cui 0 pagati, 14 aiclienti di cui 4 già pagati; ma l’as-sessore si dice fiducioso in quantonon tutti sono ancora scaduti. An-che se ovvimente la situazionenon si risolverà in breve tempo e,

vale la pena sottolineare che do-vrebbe essere migliorata anche daun punto di vista legislativo na-zionale, sia il sindaco che l’asses-sore si dicono convinti dellabuona riuscita del progetto. E chichiede al sindaco cosa ne pensadella proposta fatta dalla Lega dichiedere un contributo fiscale alleprostitute lui risponde:”Non socome sia nata la mozione dellaLega ma se una cittadina decidedi fare la prostituta come lavoro inmodo libero, senza essere costret-ta, è giusto che paghi le tasse, maquesto è un altro discorso”. Noinon sappiamo se arriveremo maiad avere un contributo fiscale daqueste “lavoratrici” ma per ora ciaccontentiamo di vedere le nostrestrade libere dal fenomeno dellaprostituzione e, di conseguenza,più sicure e civili.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

di Giulia Libanori

/ Segnalazioni anti prostituzione

/ Goldin fa il padrone di casa a Verso Monet

/ Multe contro la protituzione in zone centrali

grandi dell'Impressionismo: VanGogh e Monet. Le ultime sale sa-ranno dedicate alla natura rappre-sentata da questi due grandi autoridell'800. La mostra dunque ripro-durrà vedute, giardini e spiaggedei più significativi artisti chehanno contribuito a renderegrande la pittura dal XVII al XXsecolo. Unico punto dolente lachiusura della terrazza sulla Basi-lica che, a differenza dello scorsoanno, non permetterà ai turisti diammirare le bellezze del centrocittadino. Essa, assicurano però dalcomune, sarà riaperta arricchita daun bar con la stagione estiva inmodo tale da favorire happy houre incontri in uno dei luoghi piùcaratteristici della città. E in con-comitanza con la mostra la cittàpalladiana si conferma punto diattrazione e di eventi. Molte sonoinfatti le iniziative in programma:serate a teatro, concerti, feste atema e manifestazioni dedicateallo sport e alla cultura, per grandie bambini. Da sottolineare anchei progetti creati dal comune in oc-

casione della festa della donna cheproporranno incontri di poesia, di-battiti sulla discriminazione fem-minile contemporanea, opere diteatro, danza e mostre di vario ge-nere. Da segnare sul calendarioinoltre l'appuntamento con laStrAVicenza, la gara dedicata atutti i maratoneti e non solo previ-sta per domenica 16 marzo, gior-nata che prevede il blocco totale

delle auto e si prospetta così essereperfetta per tutti coloro che vo-gliono godersi appieno la città. Peri prossimi mesi quindi Vicenza siarricchirà di turisti e amanti dellacultura, per i quali ha organizzatoun calendario fitto e variegato dalquale non ci resta che segnare ledate più interessanti..

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Page 19: VicenzaPiù n 268

di Edoardo Andrein

Comitati anti-zingari, avanti un altro. Non rimane che un bel viaggio in Svizzera(e. a.) A Vicenza, dopo il polveronebollette, nasce un nuovo comitato,con tanto di raccolta firme. Ognivolta che spunta una nuova ipotesiper lo spostamento temporaneodell’area di viale Cricoli adibita aospitare le famiglie Rom e Sinti siforma anche un comitato ad hoc:ora è il turno degli abitanti di di viaMuggia, con tanto di minacce dioccupare l’area prescelta. Nel frattempo i comitati che (sem-bra) siano riusciti a scampare il“pericolo” esultano tra politici checontinuano a soffiare sulla protestaincuranti delle paventate denunceannunciate a VicenzaPiù dalle as-sociazioni Rom e Sinti per istiga-zione all’odio razziale. La propostaclou che arriva dal centrodestra èquella di trasferire il campo zingarial nascente Parco della Pace: “unparco - come ricorda il nostro let-tore Andrea Lanaro in una partedel suo intervento in risposta all’in-terpellanza del consigliere di ForzaItalia Roberto Cattaneo – “chiusoda 8 mesi per la bonifica bellica ea oggi non si conosce ancora ladata di conclusione definitiva delleoperazioni: infatti è pieno di ordi-gni piccoli e grandi che richiedonola messa in sicurezza, oltre ad al-meno un "bomba day" non ancora

programmato”.Chiosata dal commento Zaupanto:“Vuoi vedere che qualcuno volevamandare i rom solo come tester ca-via per la bonifica...diretta?”.E mentre sul versante politico op-posto sono impegnati a passare legiornate occupando la sede delPartito Democratico di Vicenza peril cambio di “allenatore” alla guidadel Governo di un’Italia alla ricer-ca perenne del suo Mourinho, nonci si accorge che Vicenza, tra comi-tati anti-rom, ordinanze contro ac-cattoni, accuse generalizzate agliimmigrati e assessori alla sicurezzacon il cappello da sceriffo in testa,sembra diventare una città semprepiù razzista.Sì, perché come nel caso degli abi-tanti del campo di via Cricoli il piùdelle volte questo astio è basatosolo su pregiudizi, come conferma-no anche le diverse ricerche suiRom e Sinti. A partire dai numeri, visto che inSpagna ci sono 800mila rom, inFrancia 400mila e in Italia si stimala presenza media di circa 150mila rom, pari allo 0,23% della po-polazione. E oltre il 90% di quelliche vivono in Italia ha abbandona-to da decenni la vita nomade: su150mila, infatti, solo 40mila vivo-

no nei campi, la maggioranza abitain case.Da una relazione sulla situazionedei rom in undici Stati membripubblicata dall'Agenzia dei dirittifondamentali dell'Ue risulta che unrom su tre è disoccupato e il 90%vive al di sotto della soglia di po-vertà. Molti si scontrano quotidia-namente con pregiudizi,intolleranza, discriminazioni edesclusione sociale che porta ademergere una reticenza a dichia-

rarsi rom per cercare un lavoro.Questo a causa della "generalizza-ta tendenza a legare all'immaginedei rom e dei sinti ogni forma didevianza e criminalità. Inoltre, se-condo una ricerca a cura di Sabri-na Tosi Cambini dell'Università diVerona, viene smontato lo stereoti-po della "zingara rapitrice di bam-bini": su tutti i circa 30 casiriportati dall'Ansa fra il 1985 e il2007 non c'è alcun rapimento diminori a opera di un gruppo rom o

sinto. Fino a che non si riuscirà adandare oltre i pregiudizi e a inte-grare in modo efficiente queste co-munità nella nostra societàspunteranno comitati anti-zingaricome funghi. Anche quando torne-ranno nel terreno di via Cricoli aVicenza, i vicini di casa intornomagari formeranno un comitato. Eallora dove li mettiamo?Forse la soluzione arriva dall’an-ziana vicentina Oriella Cazzanel-lo, una signora di 85 anni diArzignano, andata in Svizzera sen-za dire nulla ai parenti per andar-sene dalla vita in silenzio, in unaclinica dove le è stata praticatal'eutanasia, emulando un numerocrescente di italiani che negli ulti-mi anni (2-3 al mese secondo Emi-lio Coveri, presidente di Exit Italia,Associazione per il diritto a unamorte dignitosa) ha deciso di com-piere il viaggio della morte in Sviz-zera. Magari qualche vicentino, datoche il nazismo sembra ormai unlontano ricordo, ci sta pensandoanche per risolvere il problemaRom e Sinti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

22 febbraio 2014pag19

Per Fratelli d’Italia debutto delle primarie a Vicenza

Se n’era andata sbattendo laporta la giovane ex ministro

Giorgia Meloni, quando un annofa il Popolo delle Libertà sembra-va avviato anch’esso al momentodi aprire i gazebo per le prima-rie. La Meloni voleva fare le pri-marie nel centrodestra perscegliere il leader da candidarealle elezioni politiche, ma l’en-nesima discesa in campo di Sil-vio Berlusconi aveva annullatotutto. E allora è nato in fretta efuria il movimento Fratelli d’Ita-lia, fondato insieme a Ignazio LaRussa e Guido Crosetto. Un’ope-razione che anticipava lo smem-bramento del centrodestraitaliano che, dopo lo strappo diAngelino Alfano con la forma-zione del Nuovo Centro Destra,si sta frantumando in diverse ani-me alla ricerca di una maggioredemocrazia e partecipazione in-terna.Ora è arrivato il momento deldebutto delle primarie del cen-trodestra programmate per saba-to 22 e domenica 23 febbraiocon i rappresentanti vicentini diFratelli d’Italia Mattia Ierardi,Portavoce Provinciale, Renato

Gasparini, referente area “bassa-nese”, Alex Cioni, dell’ area“alto Vicentino” e GiovanniAgresta, per il “basso Vicenti-no”, che chiamano a raccoltatutti i vicentini, iscritti o simpa-tizzanti del Movimento nei dueseggi elettorali allestiti sul territo-rio Provinciale, a Vicenza e Bas-sano del Grappa. C’è dascegliere il Presidente Nazionaledel Movimento e i “grandi eletto-ri”, cioè complessivamente 3150delegati – di cui 41 dalla provin-cia di Vicenza - che avranno ilcompito, nel congresso naziona-le previsto a Fiuggi per l’8 e 9marzo 2014, di ratificare l’ele-zione del Presidente nazionale,

la scelta del simbolo e l'elezionedei membri dell'Assemblea Na-zionale del movimento. Le rego-le prevedono la scelta di cinquepreferenze tra i candidati nel ter-ritorio di appartenenza, il nuovosimbolo del Movimento tra unarosa di otto proposte selezionatedalla Segreteria generale delCongresso anche tenendo contodella consultazione online orga-nizzata nel mese di gennaio enella scheda elettorale c’è ancheun apposito spazio dedicato alle“primarie delle idee” con la pos-sibilità di esprimere un’opinionesu dieci temi caldi o particolar-mente cari al Movimento: dalpresidenzialismo all'uscita dal-

l'Euro, o dalla riapertura dellecase chiuse alla stretta sulle slotmachine. Gli iscritti al Movimen-to votano gratuitamente, mentreper i non iscritti c’è da versareun contributo minimo di 2 euroe sottoscrivere il manifesto politi-co. Infine gli elettori possono re-carsi a votare in qualunqueseggio sul territorio provincialeperché il loro riconoscimento av-verrà mediante un sistema infor-matico che garantisce laregolarità del voto con la possi-bilità di votare anche on-line(tranne che per i “grandi eletto-ri”) collegandosi al sito internetdi Fratelli d'Italia.«Mentre gli altri si mettono d’ac-cordo su una legge elettorale cheha come unica certezza quelladi mantenere le liste bloccate e

negare agli italiani il diritto discegliere direttamente da chi far-si rappresentare in Parlamento,noi facciamo la scelta di prima-rie a tutti i livelli, per la selezio-ne della leadership nazionale edei dirigenti locali. Primarie an-che per la scelta del simbolo,che metterà insieme la tradizio-ne di Alleanza Nazionale conl’innovazione di Fratelli d’Italia»,ha dichiarato la leader GiorgiaMeloni nella presentazione dellestoriche primarie. E sì, perchél’altro fatto rilevante, oltre allaprima volta del centrodestra, èche con queste primarie torna acomparire il simbolo di AlleanzaNazionale concesso dal suo de-tentore legale, la Fondazione An,a condizione però che il movi-mento accolga le candidaturepiù aperte possibili di chi si sentealternativo alla sinistra. Sono passati quasi cinque annida quel 29 marzo 2009, quandol’ultimo grande partito della de-stra fondato da Gianfranco Finidalla tradizione dell’Msi di Gior-gio Almirante si è fuso insieme aForza Italia nel PdL, ma ora la“fiamma” sembra voler tornare arinascere.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

/ Alex Cioni

/ Mattia Ierardi

/ Una famiglia Rom

/ Renato Gasparini

Page 20: VicenzaPiù n 268

Si può essere di destra e di sinistra, sipuò dire che destra e sinistra sonoschemi superati. Ma si torni a parlaredi politica. Che non è il mezzo oggipreferito per coprire sempre più squal-lide operazioni di spartizione di potereche arrivano a “scrivere” leggi, comequella elettorale, solo per registrare ecristallizzare, peggiorandolo, lo statusquo e non per migliorare il Paese. Lapolitica era e deve tornare ad essere

confronto di idee e di metodi per rea-lizzarle per il dimenticato interessepubblico, che va rimesso al centro delnostro agire a tutti i costi, pena la di-sfatta completa dello stato democra-tico. Che si condivida o meno quelloche da tempo scrive, e fa, Giorgio Lan-gella, comunista ed imprenditore, nes-suno gli può negare di aver sempreinteso la politica nella sua originariaaccezione. Pubblichiamo il suoscritto, ricco di dati e analisi oltre chedi bozze di proposte su cui confron-tarsi, e lo facciamo totalmente nostroma con un’aggiunta: pensiamo che cisiano anche uomini di destra che ma-

gari la pensano diversamente da lui,ma che mettono il loro agire basatosu degli ideali al servizio di tutti. Sehanno fatto la storia della politica disinistra gli Antonio Gramsci, i Giu-seppe Di Vittorio, i Ferruccio Parri, gliEnrico Berlinguer che Langella cita,non mancano anche a destra i nomidi chi sul fronte opposto faceva dellapolitica, però, la bandiera comune. Liinvitiamo i Langella di destra a veniresempre di più allo scoperto e a fareanche loro i nomi delle loro “personeintegerrime” di riferimento e dei loro“veri giganti della Politica”, non a casocon l’iniziale maiuscola, magari come

i Giorgio Almirante e i Giovanni Ma-lagodi, invisi ai Langella di allora, madei cui opposti ideali sentono l’as-senza anche i comunisti di oggi. Suqueste colonne e sul nostro networkweb ne contiamo e ne ospitiamo sem-pre qualcuno in più. Democratica-

mente, perché la democrazia non èdi destra né di sinistra ma ha bisognodi destra e di sinistra o di come voletevoi stessi chiamare i molti, non solodue, poli di confronto civile e sociale.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

La politica. Da riscoprire finchénon sarà troppo tardi

Mentre si parla il lavoro manca

Uno spettacolo insopportabi le in tutt ’ Ital ia

Stiamo assistendo a uno spettaco-lo insopportabile. Gli attori sonoquei politicanti che siedono inparlamento o quelli che, stando-ne fuori ma controllando i partitimaggiori, si accordano per modi-ficare la Costituzione e le regoledemocratiche del nostro paese. Insenso autoritario. E allora si vedo-no “ghigliottine” (cioè la decisio-ne di interrompere d’imperiol’ostruzionismo parlamentare) perpoter approvare un decreto cheregala miliardi alle banche accor-pandolo a quello che conferma ilnon pagamento della rata del-l’IMU, schiamazzi, urla, botte,schiaffi, volgarità, insulti via inter-net secondo le regole dei peggiorifilm di infimo ordine. Oppure leincivili proteste della destra che si

inalbera perché il Senato si costi-tuisce parte civile in un processoche vede imputato Silvio Berlu-sconi (già condannato in formadefinitiva per frode fiscale ai dan-ni dello stato) accusato di averdato qualche milione di euro aqualche senatore per “convincer-lo” a passare dalla sua parte. Unospettacolo indegno di un paesecivile. La fotografia impietosa diun paese in grave crisi politica,dove la democrazia è a rischio,dove corruzione e malaffare sono“normali”, dove si nascondono iproblemi reali dietro la volgaritàdi battute da avanspettacolo inde-cente.

Il dibattito politico si avvita suquali siano le più proficue allean-ze da fare in vista della nuova leg-ge elettorale concordata da Renzie Berlusconi e sugli insulti scaglia-ti dal M5S verso chi occupa altecariche istituzionali. Al di là deimetodi inquietanti di azione poli-tica messe in atto dai rappresen-tanti del M5S, restano le decisionidella maggioranza di governo dimettere assieme, in un’unica vota-

zione, provvedimenti tra loro di-versi come quello sull’IMU e sulfinanziamento “mascherato” allebanche private tramite la rivaluta-zione delle quote della Bancad’Italia, cosa che ha scatenato labagarre dei deputati diretti daGrillo e Casaleggio. E resta, so-prattutto, la presentazione di unalegge elettorale (concordata fuoridal parlamento tra Renzi e il pre-giudicato Berlusconi) che, guardacaso, favorisce le coalizioni e ipartiti più forti (e, quindi, PD e FI).Il risultato dell’applicazione della“nuova” legge elettorale (l’itali-cum) potrebbe essere quello diavere un parlamento formato daun partito di destra (FI e vari allea-ti “rientranti” sotto l’ala berlusco-niana), un partito del fu centrosinistra diventato sempre più au-toritario e contiguo a posizioni dicentro-destra (il PD), un movi-mento (ma perché, poi, non chia-marlo partito?) come il M5S chemescola giuste proteste ad atteg-giamenti fascistoidi in un mine-strone i cui ingredienti principalisono populismo e qualunquismo.

A guardar bene, tutte queste treforze hanno una visione “azien-dale” dell’organizzazione politi-ca. Da questa deriva una gestioneautoritaria, l’assenza di dibattito ediscussione, il decisionismo del“capo”, la criminalizzazione deldissenso interno ed esterno. Tuttetre hanno “leader” che impongo-no il proprio volere a militanti equadri intermedi che sembranoincapaci di pensare autonoma-mente. Questa situazione verrà“stabilizzata” da una legge eletto-rale molto poco democratica checancellerà le forze alternative alsistema grazie a soglie di sbarra-mento che impediranno a milionidi cittadini di essere rappresentatiin parlamento. Un parlamentocosì costituito, risultato dei voticancellati dalle soglie di sbarra-mento e delle crescenti astensio-ni, rappresenterà non lacomplessità dell’intero paese mauna minoranza. Ci troveremo adessere governati da oligarchie. Vi-vremo in una sorta di dittatura(blanda o feroce a seconda deitemi trattati) che servirà a mante-

nere un “equilibrio immobile” trapochi partiti, ormai poco distin-guibili tra loro, che risponderannoa quei gruppi di interesse che sa-ranno i veri padroni del paese.Con la scusa della “governabilità”il dissenso verrà soppresso, si can-celleranno le minoranze “scomo-de”, si imporrà una “pace sociale”ottenuta con il silenzio che soffo-cherà chi non la pensa come lamaggioranza.

Una situazionedrammatica, anche in Veneto e a Vicenza

Intanto, la commissione europeafa sapere che la corruzione in Italiaè pari a 60 miliardi di euro. Lametà del totale della UE.Con la corruzione e l’evasione fi-scale a livelli insopportabili per unpaese civile, mentre la politica par-lamentare parla d’altro, nonostantele dichiarazioni ottimistiche deirappresentanti del governo, il lavo-ro manca e la crisi impoverisce la-voratori e pensionati. L’assenzadello Stato (di questo stato liberi-sta) è evidente. Basta pensare al“caso Fiat” con l’azienda torineseche cambia pelle e nome (diventaFCA), sposta la sede legale inOlanda, la residenza nel RegnoUnito (la sede fiscale è a Londra)per pagare meno tasse e sarà quo-tata a New York. Il governo nondice nulla. Un silenzio complicedi chi ha prodotto la frana produtti-va e industriale del nostro paese.Alcuni esponenti del partito dimaggioranza come il sindaco diTorino (Piero Fassino PD), dichia-rano che sono “orgogliosi dellaFiat mondiale” e che questa fugadell’azienda torinese dall’Italia

di Giorgio Langella

di Giovanni Coviello

/ La presidente della Camera Laura Boldrini "ghigliottina" l’opposizione

/ Il presidente del Senato Pietro Grasso lo “costituisce” parte civile

/ Scontri in Parlamento

pag2022 febbraio 2014

Page 21: VicenzaPiù n 268

Di fronte a questa situazione i se-gretari dei tre maggiori sindacatiitaliani firmano, assieme a confin-dustria il “Testo Unico sulla Rap-presentanza”, un accordo traprivati che fissa vincoli che limita-no la libertà di ogni lavoratore discegliere i propri rappresentanti eche fissa sanzioni a chi non segue(o seguirà) i dettami della maggio-ranza di chi ha firmato tale accor-do. La firma del “Testo Unico sullaRappresentanza” dimostra lo statoconfusionale nel quale si trovanoorganizzazioni dei lavoratori chehanno smarrito il proprio obiettivodi lottare per i diritti e gli interessidella classe lavoratrice e che pre-stano attenzione esagerata alle esi-genze di quelle forze politiche chegovernano il paese. Siamo di fron-te a una resa senza condizioni delmovimento dei lavoratori del no-stro paese, una sconfitta accettatacome inevitabile che deve preoc-cupare. Preoccupazione che vieneaggravata dalle notizie che trape-lano circa il tentativo della segreta-ria generale della CGIL SusannaCamusso di mettere sotto accusaLandini e chiedere provvedimenti

disciplinari nei confronti del segre-tario della Fiom (vedi il riquadro).

L’Italia sembra una nazione chechiude gli occhi per non vedere ildisastro sociale ed economico chesoffoca chi vive del proprio lavoro.Un disastro prodotto da una classedirigente inadeguata, incapace ecorrotta. Sembra un impazzimentogenerale che fa si che si parli d’al-tro, che si impongano leggi e rego-le inutili e dannose, che si tentinodi risolvere i problemi con l’appa-renza e non con la sostanza. Tuttecose che servono a non cambiarenulla, a consolidare le rendite diposizione, a perpetuare il saccodelle istituzioni. Sembra di viverela “fine dell’impero”.

La necessità di cambiamentoglobale

L’unica speranza è in un cambia-mento profondo, radicale. Si lavo-ri per attuare la Costituzione enon per tentare di stravolgerla. Sirisolvano i veri problemi del pae-se a partire da quello del lavoro ri-dando dignità e forza al ruolodello Stato nell’economia e nellaproduzione industriale. Si invertala rotta cancellando le pessime(contro)riforme del sistema pen-sionistico e del mercato del lavorofirmate dal ministro Fornero e lapossibilità di derogare, in tema dirapporti di lavoro, qualsiasi leggedello Stato (come prevede il fami-gerato articolo 8 dell’ultima finan-ziaria approvata dal governoBerlusconi). Si colpiscano severa-mente corruzione ed evasione fi-scale. Si ripristini il falso inbilancio. Si facciano riforme serie,vere, strutturali, che permettanouna equa distribuzione della ric-chezza. Senza ambiguità, senzabizantinismi, senza timori di esse-re considerati per questo “di sini-stra” anzi “troppo di sinistra”.

Questo è il compito della sinistra.Perché è della sinistra che il paeseha bisogno. Di quella sinistra verache, oggi, è esclusa dal parlamen-to e che fonda le sue radici in quelgrande progetto di cambiamentodella società che fu di persone in-tegerrime, veri giganti della Politi-ca, come Antonio Gramsci,Giuseppe Di Vittorio, FerruccioParri, Enrico Berlinguer ...

© RIPRODUZIONE RISERVATA

non è grave, anzi. Non si accorgo-no “lorsignori” che si sta puntual-mente verificando quanto già erastato denunciato dalla Fiom e daipartiti di sinistra (quelli non pre-senti in Parlamento) qualche annofa? Perché si lascia fare a Mar-chionne e ai rampolli della fami-glia Agnelli tutto quello chevogliono? Perché non si attua laCostituzione e perché lo Stato noninterviene direttamente nella que-stione? Perché non si chiede allaFiat il rientro dei soldi che la col-lettività le ha dato negli anni? Per-ché il governo latita quando dimezzo ci sono famiglie importantio sedicenti “grandi imprenditori”? La stessa malinconica assenza(che, forse, sarebbe più giusto defi-nire connivenza?) la si può perce-pire anche nel caso Electrolux.Infatti, mentre Renzi e gli altri capidei partiti che sono in Parlamentosono “prudentemente” silenziosi,Davide Serra, uno dei “consiglierieconomici” più ascoltati dal segre-tario del PD, dichiara di compren-

dere la pretesa padronale di taglia-re di centinaia di euro al mese i sa-lari mensili dei lavoratori, unascelta questa che, secondo lui, èrazionale e realistica. È facile perchi vive nell’agiatezza parlare condistacco e superficialità della po-vertà altrui. Ma come potranno vi-vere quei lavoratori con il drasticotaglio di salari già oggi insufficien-ti? Il governo si dimostra timido,spaesato, senza una linea precisase non quella di dichiarazioni chelasciano il tempo che trovano.Non agisce con il coraggio e la de-terminazione necessarie per impe-dire la desertificazione produttivae industriale del nostro paese. Rin-via, attende, tergiversa. È inade-guato, inutile.Così, mentre importanti esponentidel governo si affrettano a dichia-rarsi ottimisti, la crisi non dà treguaa chi vive del proprio lavoro e del-la propria pensione. I dati sono lospecchio del dramma che si vivenel paese. A livello nazionale iltasso di disoccupazione ha rag-

giunto il 12,7%, il numero deglioccupati continua a diminuire, igiovani non hanno lavoro né pro-spettive, i senza lavoro non iscrittinelle liste di disoccupazione sonoin aumento. Ci sono più di6.000.000 di persone che vorreb-bero lavorare e non trovano occu-pazione. Nel 2013, in Veneto, cisono state 1.930 aziende entrate incrisi (furono 1.502 nel 2012). A Vi-cenza (sempre nel 2013) le apertu-re di crisi hanno colpito 320aziende (nel 2012 furono 271). InVeneto (nel 2013) sono state auto-rizzate 26.380.484 ore di cassa in-tegrazione ordinaria (28.098.705

ore nel 2012) e 94.226.540 quelledi cassa integrazione straordinaria(75.938.311 ore nel 2012). A Vi-cenza (nel 2013) le ore di cassa in-tegrazione ordinaria sono state4.067.682 (4.160.281 ore nel2012) e 6.133.590 quelle di straor-dinaria (5.733.721 ore nel 2012).Come si può vedere la piccola di-minuzione di ore di cassa integra-zione ordinaria non pareggianoaffatto il consistente aumento dicassa integrazione straordinariache, spesso, significa l’anticameradella mobilità e del licenziamento.Per quanto riguarda la mobilità, ilicenziamenti collettivi (legge223/91) hanno colpito, in Veneto,12.483 lavoratori (nel 2012 furono8.503) e a Vicenza 2.371 persone(1.581 nel 2012). Un aumentodrammatico che dà l’idea di un si-stema produttivo allo stremo. Anni(se non decenni) di mancati inter-venti pubblici, l’assenza di un se-rio piano per il lavoro, la miopia el’ingordigia dei capitalisti nostraniattenti soprattutto a fare cassa conspeculazioni varie, la riduzionedrastica degli investimenti nella ri-cerca e nello sviluppo, hanno pro-dotto macerie.

/ Camusso & Landini insieme, un'immagine vecchia

da il Fatto Quotidiano del 5 febbraio 2014

Il segretario della Cgil Susanna Camusso ha scritto di suo pugno una let-tera per chiedere al Collegio Statuario di valutare il comportamento delnumero uno della Fiom Maurizio Landini. Al centro delle polemiche, ledure critiche del leader dei metalmeccanici per l’accordo firmato conConfindustria sulla rappresentanza. Ecco il testo della lettera: “Io sotto-scritta Susanna Camusso, tessera numero 718519 del 2013 (non essendo-mi ancora stata consegnata la tessera 2014), chiedo al Collegio Statutariodi appurare se è coerente o consentito che il Segretario Generale di unaCategoria, nel caso Fiom-Cgil, affermi che le decisioni del Comitato Di-rettivo non sono per lui e per la sua categoria un vincolo, e che non es-sendo vincolato discuterà con la Fiom-Cgil e i delegati quello che c’è dafare. Dichiarazioni rese nell’intervento al Comitato Direttivo e reiterate ri-petutamente alla stampa. Chiedo, inoltre, al Collegio Statutario se si è inviolazione della norma, come si possa determinare il rimedio o la sanzio-nabilità del comportamento stesso“.

/ Enrico Berlinguer

/ Giorgio Almirante

pag2122 febbraio 2014

Page 22: VicenzaPiù n 268

I Testimoni di Geova: in che cosa credono?

di Lee Gheno

Dopo aver visto che i testimoni di Geo-va sono una confessione cristiana a pie-no titolo (VicenzaPiù 259, 25 ottobre2013), vediamo alcuni aspetti del lorocredo, rinviando di volta in volta a spe-cifici punti della Sacra Bibbia.

Innanzi tutto, qual è la conce-zione di Dio che ha il Testi-

mone che è forse vostro vicino,conoscente, collega di lavoro oche vi viene a far visita? DalleSacre Scritture, ha appreso cheGeova (in ebraico הוהי, YHWH)è il nome personale di Dio. Perquanto la Bibbia usi terminicome “Dio”, “Padre”, “Crea-tore”, “Sovrano Signore”,“Eterno”, “Altissimo”, “Onnipo-tente”, ecc., il tetragramma – ter-mine che significa “parola diquattro lettere”, le 4 consonantiebraiche הוהי, per l’appunto – èunico e nel testo ebraico dellaBibbia ricorre circa 7.000 volte.La frequenza stessa con cui ri-corre dimostra l’importanza diquesto nome. Secondo i testi-moni di Geova, non è correttoche tanti traduttori moderni dellaBibbia tolgano dalle Sacre Scrit-ture il caratteristico nome perso-nale di Dio nel dichiaratointento di non urtare chi consi-dera tale nome “ineffabile” e ad-dirittura “offensivo”. “Gèova” èla forma italiana che rende l’ori-ginale nome di Dio; è nota dasecoli e viene specificamentecompresa quale nome proprio diDio. I testimoni di Geova ten-

6,9). Dalla conoscenza e dal ri-spetto del nome di Dio e dellaSua volontà dipende la salvezzadel fedele (Gioele 2,32; Atti degliApostoli 2,21).

Geova Dio, il Padre di Gesù, vaadorato, secondo le stesse paroledi Suo Figlio “con spirito e ve-rità” (Vangelo di Giovanni 4,24),vale a dire secondo i dettamidella Bibbia e senza l’ausilio diimmagini più o meno sacre(Esodo 20,4-5). I testimoni diGeova ritengono fondamentalerivolgersi solo a Dio in pre-ghiera, ma non concepisconoquest’ultima come una serie diformule ripetute a memoria (Van-gelo di Matteo 6,5-7). Non riten-gono che si debbano pregare i“santi”, i quali dovrebbero inter-cedere per il fedele.

Gesù Cristo è il Figlio di Dio. Inquanto Figlio non ha l’autorità eil potere del Padre; inoltre, pro-prio perché Figlio ha avuto uninizio (Lettera ai Colossesi 1,15;Apocalisse 3,14). Come già illu-strato nell’articolo precedente, itestimoni di Geova, pertanto,credono in Gesù Cristo (Vangelodi Giovanni 3,16). Che accettinoil punto di vista biblico della su-bordinazione di Cristo al Padrenon significa che snaturino ilruolo e l’importanza di Cristo:lungi dal fare questo, i Testimonifondano il loro credo e la loroprassi religiosa sulla figura e

sugli insegnamenti del Cristo,quale modello da seguire (Primalettera di Pietro 2,21). Gesù Cri-sto depose la propria vita per of-frire l’unico riscatto necessario esufficiente per la salvezza ditutta l’umanità, essendo poi statorisuscitato in spirito per tornarein cielo (Vangelo di Matteo20,28; Prima lettera di Pietro3,18). Pertanto, benché GesùCristo sia di natura divina (Van-gelo di Giovanni 1,1; 1,18) e net-tamente distinto dall’IddioOnnipotente, è l’unico media-tore valido tra Dio e gli uomini(Prima lettera a Timoteo 2,5; Van-gelo di Giovanni 14,6).

Data la subordinazione di GesùCristo (il Figlio) a Geova (il Padre,l’Iddio Onnipotente), i Testimoninon accettano il dogma della Tri-nità secondo cui il vero Dio è for-mato da tre persone distinte macoeguali e coeterne. La Bibbia de-scrive lo spirito santo come laforza di cui Dio dispone, senzaattribuirgli caratteristiche di “per-sona”, come del resto vienespesso riconosciuto anche dagliesegeti moderni (Genesi 1,2; Van-gelo di Matteo 3,11; Vangelo diLuca 1,41; Atti degli Apostoli 2,4).Nella dottrina dei Testimoniquindi sono sì presenti sia ilPadre, sia il Figlio, sia lo spiritosanto: non è però presente il con-cetto di una Trinità perché non ri-cavabile dalle Scritture(Deuteronomio 6,4; Vangelo diGiovanni 14,28; Prima lettera aiCorinti 11,3; 15,28). La dottrinadella Trinità, sconosciuta anche aiprimi padri della chiesa, venneabbozzata solo nel IV secolo nellasua forma attuale.

Aspetto fondamentale del cultodei Testimoni è il battesimo, am-ministrato non per aspersionema per immersione in acqua,come nel caso di Gesù e deiprimi cristiani (Vangelo di Mat-teo 3,16). Il battesimo non togliealcun peccato ma è un simbolodel fatto che una persona ha de-ciso di servire Dio al megliodelle proprie capacità (Prima let-tera di Pietro 3,21). Essendo ri-chiesta un’espressione di fede e

di scelta individuale, non è unpasso che si può far compiere aneonati. Il battesimo tra i Testi-moni è per persone adulte o co-munque in grado di prendereuna posizione personale. D’altrocanto, Gesù, lui stesso battezza-tosi a “circa trent’anni”, co-mandò che i suoi seguaci fosserobattezzati dopo essere statiistruiti nella fede (Vangelo diMatteo 28,19; Vangelo di Marco1,9-10; Vangelo di Luca 3,21-23). Per i Testimoni, la vera fedeè ovviamente imperniata sullaBibbia e sull’accurata cono-scenza del disegno di Dio, ed èper conseguire questa accurataconoscenza che i Testimoni stu-diano regolarmente la Bibbia siain privato che in gruppi (Vangelodi Giovanni 17,3; Lettera ai Co-lossesi 1,9-10).

La Bibbia è la Parola di Dio,scritta da fedeli uomini del pas-sato sotto ispirazione di Dio, edè la verità rivelata (Vangelo diGiovanni 17,17; Seconda Letteraa Timoteo 3,16-17). Cristo Gesùla citava di continuo e la spie-gava (Vangelo di Matteo 15,3-9;Vangelo di Luca 24,44-45). Trat-tandosi della Parola di Dio, i Te-stimoni ritengono che siacompleta e sufficiente per la cre-scita spirituale del fedele (Deute-ronomio 4,2; 12,32; Proverbi30,5-6; Lettera ai Galati 1,8;Apocalisse 22,18-19). Tutti sononelle condizioni di poterla cono-scere. I Testimoni non conside-rano certe parti della Bibbia piùimportanti di altre; né accettanosolo certe parti per sosteneredelle dottrine prestabilite: piutto-sto lasciano che sia la Bibbia astabilire cosa è vero in ambitodottrinale (Seconda Lettera a Ti-moteo 3,16-17). Nel loro studiopersonale i testimoni di Geova siavvalgono, per ragioni di com-pletezza, di varie traduzioni bi-

bliche. I Testimoni hanno pubbli-cato e diffuso nel nostro secolovarie traduzioni della Bibbia inun certo numero di lingue (la piùrecente è la Traduzione delNuovo Mondo delle Sacre Scrit-ture). Nella loro opera di evan-gelizzazione i Testimoni invitanogli interlocutori a consultare eleggere la propria Bibbia.

Nel Padrenostro Gesù ci ha inse-gnato a pregare che venga il Re-gno di Dio. I Testimoni ne atten-dono vivamente l’avvento, poichéda quanto hanno appreso dallaSacra Bibbia questo vorrà direbuon governo, giustizia e pace intutto il mondo per le persone sin-cere e oneste, senza che sullaterra ci sia più il male o chi lo fo-menta (Proverbi 2,21-22; Isaia9,6-7; Vangelo di Matteo 25,41-46; Seconda Lettera ai Tessaloni-cesi 1,6-9). Da un esame delleprofezie bibliche i testimoni diGeova concludono che il tempodell’intervento del Regno di Diosia prossimo (Vangelo di Matteo24,3-14; Vangelo di Luca 17,26-30; 21,7-36; Seconda Lettera a Ti-moteo 3,1-5). Questo ovviamentedà loro una prospettiva molto ot-timistica circa il futuro, ed è pro-prio questa visione incoraggianteche cercano di condividere con iloro vicini.

Tuttavia, ci sono altri aspettidell’impianto dottrinale dei testi-moni di Geova che meritano diessere conosciuti per poter ca-pire sempre meglio questa con-fessione cristiana. Ad esempio,cosa pensano della condizionedi morti? Quali sono i loro valorimorali? Perché si sentono tenutia venire alla vostra porta? Grazieall’ospitalità di VicenzaPiù, con-fidiamo di poterne parlare pros­simamente.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

gono in alta stima il nome diDio, anche in ossequio alle pa-role di Gesù: “Sia santificato iltuo nome” (Vangelo di Matteo

pag2222 febbraio 2014

Page 23: VicenzaPiù n 268
Page 24: VicenzaPiù n 268