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LUGLIO 2012 - BOLLETTINO N. 4 ROTARY CLUB MUGGIA ANNO DI FONDAZIONE 1998 CONSIGLIO DIRETTIVO Anno Rotariano 2011 - 2012 Presidente Annunziato Minniti Vice Presidente Euro Ponte Segretario Giancarlo Cortellino Tesoriere Marco Tomsic Prefetto Maurizio Cocevari Consiglieri Renzo Carretta Massimiliano Krainer Massimo Pasino Alessandro Piazzi Anna Chiara Maghetti Federico Stricca Past President Sergio Ashiku Incoming President Carlo Alberto Masoli Addetta alla segreteria Lorenza Gheser Conviviali Hotel Lido Via Battisti 22, Muggia tel. 040 9278902 mercoledì ore 20.00 Comitato di redazione Renzo Carretta Euro Ponte Mauro Melato Stampa: Tip. Alabarda - Trieste Lettere del Governatore Pag. 2 29° R.Y.L.A. Pag. 4 Contributo del Rotary Club Muggia alla ricerca scientifica del Burlo Pag. 7 Ocio alla Truffa Pag. 8 Interclub col Panathlon di Trieste Pag. 10 Mercati finanziari ed emotività: come sopravvivere Pag. 11 Diamante: le “4 C” Pag. 12 Il progetto “Porto Città” Pag. 14 Aspetti medievali poco conosciuti dell’Istria sudoccidentale Pag. 15 Relazione conclusiva del Presidente Pag. 17 I miei primi 40 anni di Rotary Pag. 20 Dicono di noi Pag. 22 Programma luglio-settembre 2012 Pag. 24 Sommario

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LUGLIO 2012 - BOLLETTINO N. 4

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ROTARY CLUBMUGGIA

ANNO DI FONDAZIONE1998

CONSIGLIO DIRETTIVOAnno Rotariano 2011 - 2012

PresidenteAnnunziato Minniti

Vice PresidenteEuro Ponte

SegretarioGiancarlo Cortellino

TesoriereMarco Tomsic

PrefettoMaurizio Cocevari

ConsiglieriRenzo CarrettaMassimiliano KrainerMassimo PasinoAlessandro PiazziAnna Chiara MaghettiFederico Stricca

Past PresidentSergio Ashiku

Incoming PresidentCarlo Alberto Masoli

Addetta alla segreteriaLorenza Gheser

ConvivialiHotel Lido

Via Battisti 22, Muggiatel. 040 9278902

mercoledì ore 20.00

Comitato di redazioneRenzo Carretta

Euro PonteMauro Melato

Stampa: Tip. Alabarda - Trieste

Lettere del Governatore Pag. 2

29° R.Y.L.A. Pag. 4

Contributo del Rotary Club Muggiaalla ricerca scientifica del Burlo Pag. 7

Ocio alla Truffa Pag. 8

Interclub col Panathlon di Trieste Pag. 10

Mercati finanziari ed emotività:come sopravvivere Pag. 11

Diamante: le “4 C” Pag. 12

Il progetto “Porto Città” Pag. 14

Aspetti medievali poco conosciutidell’Istria sudoccidentale Pag. 15

Relazione conclusiva del Presidente Pag. 17

I miei primi 40 anni di Rotary Pag. 20

Dicono di noi Pag. 22

Programma luglio-settembre 2012 Pag. 24

Sommario

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ROTARY CLUB MUGGIA - Distretto 2060

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Lettere del Governatore

Cari Amici e Care Amiche,Aprile è il mese dedicato alla Rivista Rotariana; ma

se lo scopo è quello di informare i Rotariani di quantosta succedendo a vario livello nell’ambito della nostraAssociazione, perchè non dedicare il mese a tutti imezzi di Comunicazione, includendo quelli informati-ci, che attualmente sono a nostra disposizione?

Analizzando le risorse cartacee che ci arrivano si-stematicamente e cominciando dalla stampa rotaria-na, dobbiamo segnalare in primo luogo la rivista inter-nazionale del Rotary, “the Rotarian”, tradotta in varielingue e per mezzo della quale veniamo informati diquanto accade nei 532 Distretti del mondo in relazionealle loro azioni, progetti, esigenze, bisogni, ed altro.

Riceviamo poi tutti noi la rivista nazionale del Rotary,titolata appunto “Rotary”, la cui testata risale a più di80 anni fa e che consente di venire a conoscenza deiprogetti e programmi nei 10 Distretti Italiani.

Quindi, arriva nelle nostre case, ogni mese, il Noti-ziario del Governatore, che riporta tutte le notizie im-portanti della vita dei Club e che conferisce non soloampia visibilità ai Service che i Club portano a buonfine, ma contiene anche articoli di grande attualità; inquesta annata si è scelto di dare ampia visibilità alleUniversità del Nord Est, con interviste ai Rettori e illu-strando le caratteristiche e le possibilità formative diognuna di esse, allo scopo di ricordare che la Cultura,nel senso più ampio del termine, è uno dei grandi pro-grammi del Rotary. Una parte del Notiziario del Go-vernatore affronta argomenti di formazione rotariana,con articoli scritti da illustri PDG, ed anche questa èstata una impostazione voluta per il fatto che, malgra-do gli sforzi che in ogni annata vengono fatti organiz-zando eventi e Forum, la conoscenza del Rotary daparte di molti Soci non appare spesso all’altezza dellaloro encomiabile disponibilità a servire.

Infine, ma non meno importanti, sono i Notiziariinterni o Bollettini nei vari Club, settimanali, mensili,bimensili, secondo le scelte editoriali locali.

Essi sono utili e preziosi per far conoscere ai Socigli eventi della vita del Club, le notizie più importantisulla organizzazione generale, service programmatie in essere, e sui contenuti delle relazioni tenute du-rante le conviviali da persone esperte esterne o menoalla nostra Associazione.

Se i Soci fossero diligenti, non avrebbero proble-mi a conoscere quanto avviene nel mondo rotarianoa livello locale, distrettuale, nazionale ed internazio-nale; purtroppo la percentuale di lettori di tutti questimezzi di comunicazione, alla cui base è doverosoriconoscere l’impegno di chi si dedica a ciò, è bas-sissima: si può tranquillamente ricordare l’espres-sione di manzoniana memoria: “Pensino ora i mieiventicinque lettori che impressione dovesse fare sul-

Maggio 2012

l’animo del poveretto, quello che s’è raccontato”.Le riflessioni su questi purtroppo evidenti fenomeni

sono molteplici e tra queste si può pensare che la stam-pa rotariana non sia per nulla attraente, che la sceltadegli argomenti non incontri le aspettative dei Soci, chevi sia una certa pigrizia, dovuta anche alla enorme quan-tità di notizie che ogni giorno ci piovono addosso, che visia scarsa adesione e disinteresse per la vita associati-va del club o peggio ancora per il Rotary: lascio a Voi(“conosci Te stesso...”) la scelta delle opzionisopraesposte, aggiungendone magari qualche altra.

Rimanendo in tema, vorrei inoltre evidenziare laconstatazione, nelle visite che ho effettuato ai Club,della difficoltà a comunicare all’interno del Club, mal-grado la possibilità di avere a disposizione una talemole di organi di informazione; e tale constatazionediventa ancora più spiacevole, considerando le enor-mi possibilità offerte, oltre che dalla carta stampata,dalle tecnologie telematiche, ormai in possesso ditutti, che permettono di diffondere notizie di ogni sor-ta e tipo in tempo reale, e che ci possono raggiunge-re in ogni parte del mondo.

La informatizzazione è diventata uno strumentoessenziale della informazione nel mondo di oggi, perla sua rapidità, per la sua reale capacità di unire ilpianeta, ma informazione significa far conoscere lenotizie, mentre altra cosa è comunicare che consistenella diffusione delle notizie, ma soprattutto nel ren-dersi conto che queste siano recepite e comprese.

Partendo dal presupposto che i Rotariani sono in-tellettualmente molto dotati, per arrivare a ciò nonoccorrono grandi sforzi, perchè al giorno d’oggi tuttoè sotto i nostri occhi, ma ci vuole anche la curiosità,l’interesse, il senso di appartenenza per capire inquale mondo associativo stiamo vivendo e per se-guirne la evoluzione nel tempo.

Colgo l’occasione per porgere a voi e a tutti i vo-stri cari i migliori auguri di Buona Pasqua.

Un abbraccioBruno

Cari Amici e care Amiche,il Rotary non suggerisce alcun argomento particola-re per il mese di Maggio, forse per lasciare uno spa-zio libero dedicato alla presentazione degli ultimi im-portanti eventi previsti nell’annata in corso, ed inoltreper anticipare qualche riflessione su quanto è acca-duto durante questi 10 mesi, durante i quali ho visita-to tutti gli 84 Club del Distretto.

Il primo posto nelle comunicazioni riguardanti que-sto mese è di diritto per il Congresso Internazionaledel Rotary che si svolgerà a Bangkok in Thailandia dal6 al 9 maggio p.v.; in questi ultimi tempi siete stati in-

Aprile 2012

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formati e sollecitati ad iscrivervi e a prenotare la parte-cipazione dal Responsabile dell’Ovest Europa, il PDGAlvise Farina, la cui opera entusiasta, tenace, instan-cabile e continua ha convinto un notevole numero diSoci del nostro Distretto, raggiungendo un numerorecord di prenotazioni che si avvicina alle 100 perso-ne; Alvise è stato anche l’anima, il cuore e l’artefice,coadiuvato da Alessandro Perolo e dai Componenti laCommissione per la Rotary Foundation, di un Servicepertinente alle risorse idriche, che il nostro Distretto,con modalità operative a tipo Matching Grant, offriràalle popolazioni thailandesi di aree disagiate di quelterritorio: di tutto ciò oltre che essere grati agli arteficidel progetto, dobbiamo essere orgogliosi per l’imma-gine che il nostro Distretto, i nostri Club, i nostri Sociricaveranno a livello internazionale durante la presen-tazione che avverrà al Congresso Internazionale.

L’8 e il 9 giugno p.v. si svolgerà poi il Congressodel nostro Distretto; l’apertura avverrà l’8 giugno, neltardo pomeriggio presso villa Fracanzan-Piovene adOrgiano (VI), a cui seguirà la cena di gala, secondole consolidate tradizioni. La mattinata successiva saràdedicata ai lavori del Congresso, in linea con il temaprescelto e cioè “Il Rotary: un’idea, un sogno, la real-tà” e coerenti con il motto “Conosci te stesso perabbracciare l’umanità”.

Il Congresso Distrettuale costituisce la tappa fi-nale dell’annata rotariana ed è l’evento che coinvol-ge tutti i protagonisti nella verifica di quanto è statorealizzato non solo, ma anche di quello che si sareb-be potuto fare allo scopo, in un’ottica di continuità, diessere utili nella programmazione dell’annata 2012-2013. È l’occasione anche di incontrarci numerosiper riaffermare i principi e i valori universali del Rotaryed esprimere la meritata gratitudine a quanti si sonoimpegnati per il conseguimento degli obbiettivi e larealizzazione dei programmi proposti.

Durante le visite ai Club, ho parlato spesso di“identità ed appartenenza” che, secondo la mia opi-nione, nell’epoca attuale sono in crisi per varie moti-vazioni e che devono essere rinforzate e rivitalizzatese vogliamo avere un futuro come Associazione; soloun convinto spirito di appartenenza al proprio Club eal Rotary potranno aiutarci a superare tutte le diffi-coltà, talvolta presenti, nella vita del Club e a dareuna immagine rivolta all’esterno quale meritiamo inrelazione al nostro prestigioso passato ed al genero-so e disinteressato impegno, che continua tuttora, alfine, soprattutto con l’esempio, di migliorare la So-cietà in cui viviamo.

Per dimostrare l’identità e l’appartenenza alla no-stra Associazione, partecipiamo numerosi al nostroCongresso per esprimere tutta la forza, la potenziali-tà e la vitalità del Rotary e di tutti i Soci impegnati a“servire al di sopra di ogni interesse personale”. Solocosì potremo ricavare entusiasmo, coraggio e deter-minazione per poter proseguire nel nostro cammino.

Un abbraccio Bruno

Cari Amici e care Amiche,quando leggerete questa mia ultima lettera, avremogià celebrato il Congresso Distrettuale, evento chechiude l’annata e momento di verifica dei risultati e diprogettualità futura; quest’anno oltre al bilancio con-suntivo dell’annata precedente, ci sarà da condivide-re con Voi una piccola variazione dello Statuto Asso-ciativo del Distretto.

Inoltre, vi sarà il passaggio delle consegne ad Ales-sandro Perolo, nella continuità organizzativa, opera-tiva e di programmazione; la nostra ruota, simbolodel Rotary, è ovviamente rotonda, e quindi corre senzache vi siano angolature o strappi, come del resto lacollaborazione e condivisione con Alessandro su tut-ta la progettualità distrettuale proiettata nel futuro equesto sarà già un buon inizio. Ad Alessandro quindii migliori auguri per una annata ricca di soddisfazioni edi successi, che sicuramente non gli mancheranno.

Come tutte le esperienze della vita che finiscono,da un lato ci si sente sollevati dalla responsabilità,dall’impegno e dalla fatica anche fisica e mentale chela funzione di Governatore richiede, ma dall’altro latosi sente anche un po’ di nostalgia e tristezza nel ri-cordo della ricchezza di umanità ed amicizia presen-ti in tutti i Soci che ho avuto l’onore di conoscere du-rante le mie visite ai Club; giriamo pertanto l’ultimapagina di questo libro scritto da tutti i Soci in questaannata e proiettiamoci nel futuro con l’impegno diessere ancora utili al Rotary, se ciò verrà richiesto.

Come avrete sentito o sentirete nell’ambito delCongresso, non tutto è andato come avrei deside-rato, purtroppo nessuno di noi è perfetto e gli erroripossono essere sempre in agguato.

Quello che mi dispiace di più è la percezione chel’identità e l’appartenenza al Rotary al di fuori del pro-prio Club, sia modesta e ciò, secondo la mia opinio-ne, giustifica lo scetticismo che si dimostra verso gliorganismi rotariani internazionali, come ad esempiola Rotary Foundation, e la scarsa propensione deiClub, ancora presente in qualche area del Distretto,a unire le proprie forze per fare insieme qualche cosadi importante che migliori l’immagine del Rotary, eper accrescere conoscenza ed amicizia reciproche,fondamentali, come dice il motto di quest’anno, perabbracciare l’umanità.

È un aspetto questo della nostra vita rotariana cheva migliorato, come pure bisogna impegnarci per rin-forzare nella qualità i nostri Club, per dare vitalità,forza, coraggio, entusiasmo, coesione interna, ricor-dando che tolleranza ed amicizia non devono esseresolo parole, ma atteggiamenti e comportamenti con-creti praticati ogni giorno.

Questi sono i miei suggerimenti e il messaggioche vi lascio, prima di passare ai ringraziamenti, chenon sono di rito, ma sono veramente sentiti.

Esprimo un vivo senso di gratitudine per tutti i Soci,Presidenti, Segretari Dirigenti, Consigli direttivi, Pre-

Giugno 2012

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sidenti e componenti di Commissione di Club per l’af-fetto e la benevolenza di cui mi sono sentito circon-dato, sia quando mi avete elogiato, sia quando miavete giustamente criticato.

Un grazie di cuore alla mia magnifica Squadra,capitanata da Cesare Benedetti, il quale, come è nelsuo DNA, ha trasmesso entusiasmo a tutti, a CarloMartines, insuperabile istruttore distrettuale, agli As-sistenti, che mi hanno seguito e supportato con pa-zienza e cortesia svolgendo uno splendido lavoro dicoordinamento dei Club loro assegnati, ai Presidentie Componenti le Commissioni Distrettuali, alla Se-gretaria Amministrativa Concetta Bongiovanni, pietraangolare della segreteria, sempre gentile e disponibi-le, a tutti coloro che in questo momento dimentico, ma

che hanno bene operato per la nostra Associazione.Permettetemi di citare con un ringraziamento par-

ticolare lo staff che si è dedicato alla comunicazionee ai suoi problemi, e cioè Giandomenico Cortese eIda Zanetti, unitamente ai Componenti delle loro Com-missioni, artefici del Notiziario e di molto altro.

Un grato ed affettuoso ringraziamento a mia mo-glie Ornella, che mi ha silenziosamente seguito conamore in 74 su 84 visite e che è stata, come Lei si èdefinita, “la Governante del Governatore”, prodiga disuggerimenti preziosi che mi hanno evitato taloracadute di stile.

Grazie a tutti e un abbraccio forte, forte.Un abbraccio Bruno

L'uomo e l'ambiente: dialogo antico e sfide nuoveCastelfranco Veneto, 16 - 21 aprile 2012

Lavinia Lionetti - Rotaract Trieste

I treni non emettono più quel suono metallico ecaldo insieme, "ciuf ciuuf", ma ce li immaginiamoancora così: gracchianti per lo stridere delle lorofredde membra e allo stesso tempo dolci all'uditoper il tepore delle atmosfere pregne di ricordi cariche portano con sé. Infatti queste macchine vivo-no nell'immaginario di ognuno di noi in qualità difedeli compagne delle esperienze e dei viaggi piùstraordinari e gradevoli, dell'entusiasmo di chi par-te, della voglia di casa di chi torna.

E anche la mia di esperienza al RYLA iniziadalla ferrovia. Due veloci tratte, Milano - Vicenza,Vicenza - Castelfranco Veneto. Il ritmo rotto, scan-

dito da una serie di sincopi -accelera, rallenta, stop;accelera, rallenta, stop- sembra non avere alcuneffetto sul flusso di pensieri che mi affolla mente,l'immaginazione erra vagabonda sforzandosi diintuire cosa ha in serbo per me il futuro prossimo,ma invano: non si può prevedere cosa ci accadrà.

Il perdersi nelle proprie riflessioni ha il poteredi accorciare la percezione del passare del tempo,cosicché le ore si riducono in istanti e senza ren-dermene conto, mi ritrovo nella sala Giorgione del-l'Hotel Fior insieme a una quarantina di altri ragaz-zi che presto chiamerò amici. Un gruppo coeso siforma con disinvoltura, velocità e naturalezza stu-pefacenti, riconducibili in parte alla pressoché to-tale assenza di sodalizi già consolidati e in altraparte alla forza agglomerante del lavoro di realiz-zazione RYLA Press, il giornalino del corso, la cuiredazione può vantare di sera in sera sempre piùgiornalisti, fotografi e vignettisti. Riuniti al terminedi giornate cadenzate da relazioni, visite, scambidi idee e chiacchierate, raccogliamo le forze resi-due per forgiare il nostro quotidiano a esigua maintima tiratura, un frammisto di sensazioni e opi-nioni sulle attività del giorno, posizioni rispetto aiproblemi trattati, fumetti satirici e rivelazioni sen-sazionali, per condire la serietà di base con il briodi un pizzico di pepe. Durante il lavoro sorgonospontanee nuove proposte, come l'impellente ne-cessità di ammodernare il sistema di diffusione del

29° R.Y.L.A. (Rotary Youth Leadership Awards)

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RYLA Press; viene infatti largamente approvato dai"Rylisti" il suggerimento di farlo pervenire agli inte-ressati attraverso i servizi di posta elettronica chesottendono ben due vantaggi: una maggiore velo-cità e un minor spreco di carta e inchiostro, bene-ficio in linea con l'intento fondante del corso, ossiasensibilizzare ad un più maturo e consapevole rap-porto con l'ambiente, obiettivo avvicinabile limitan-do gli sprechi di risorse preziose. Un numero limi-tato di copie cartacee resta però nella lista dellecose da fare per comodità di lettura dei Rotariani,come riscontro per i relatori e come spunto per lefuture edizioni del RYLA.

Alcuni ingredienti per il giornalino sono già pron-ti la prima sera grazie all'immediata esplorazionedi alcune delle varie sfaccettature del tema gene-rale: ciò che è lampante sin da subito è che l'am-biente e l'uomo non vadano intesi quali due realtàseparate, ma l'uno il naturale completamento del-l'altro, contenitore e contenuto, alleati nella stessabattaglia. Tuttavia questa convivenza nel susseguir-si dei secoli non è sempre stata armoniosa, comespiega il dottor Baldini della Fondazione Mazzotti:nello sconsiderato e inarrestabile progresso eco-nomico successivo al secondo conflitto mondialegli impresari veneti, presi dall'afflato di unariconquistata libertà imprenditoriale, hanno trasfor-mato il territorio a tal punto da stravolgerlo in alcu-ne zone. L'impegno dell'ente di cui il conferenziereè portavoce è volto a preservare il patrimoniopaesaggistico, artistico e storico del Veneto in modonon nostalgico e statico, non vittima della comunetendenza a preferire il passato al presente, ma for-te della certezza che la natura sia soggetta a cam-biamento e che di conseguenza anche lo sviluppodelle costruzioni artificiali possa essere dinamico,seppur sempre attento a convivere in simbiosi conl'ambiente circostante. La direzione da prendere èdunque quella del passaggio da territorio a pae-saggio, da quantità a qualità, dalla tecnocrazia degliurbanisti demiurghi ad un governo partecipato spin-to nelle sue scelte dall'aderenza all'etica della sal-vaguardia attiva e interessata al futuro dei beninaturali.

Il fulcro nodale della serie di conferenze dellasettimana è stato, come enucleato dal titolo che leunisce, il rapporto tra Essere umano e Natura inte-so come dialogo di origini ancestrali che continuaa riproporsi secondo uno schema di sfide semprenuove; ma il legame tra Uomo e Ambiente è ancorpiù che antico, è addirittura costitutivo, strutturaleper l'esistenza stessa. Esso è descrivibile attraversola metafora del flusso, che mette in luce le caratte-ristiche di continuità e persistenza della ricerca del-l'equilibrio. L'omeostasi di questo sistema non è

che figlia diretta dell'assiduo meccanismo di rottu-ra e riconciliazione proprio della relazione tra i dueInterlocutori. La colonna portante di questa intesasta appunto nel fatto che gli scompensi venganoneutralizzati: all'entropia ambientale replica la for-za ricostruttrice dell'Uomo e alla mancanza di ri-spetto di quest'ultimo verso ciò che lo circonda ri-batte una sorta di coscienza naturale che si difen-de tramite forze regolatrici di cui principe è laresilienza. Così come i sistemi ambientali sonoregolativi, così sono anche quelli umani e di questici viene fornito l'esempio della città di Londra dalprofessor Pier Francesco Ghetti, professore diEcologia e già rettore dell'Università Ca' Foscari diVenezia. La capitale inglese, la quale stava rag-giungendo elevati livelli di inquinamento nell'aria,sta oggi cercando di ritornare ad essere più "ver-de", come era stata in passato, attraverso severelimitazioni al traffico soprattutto nel centro e incen-tivi ai cittadini a scegliere i mezzi pubblici. Suddet-te normative non sono pioniere nel campo, maseguono la scia di un progetto iniziato già negli anni'50-'60 dal parlamento britannico per passare a fontidi energia più pulite della tradizionale combustio-ne del carbone, progetto che ha migliorato note-volmente la situazione nei centri urbani anglosas-soni in seguito ad all'intensa nube di smog regi-strata nel 1952, causa addirittura di molte vittime.

Le sfide di cui siamo protagonisti oggi riguar-dano il tentativo di risoluzione del problema del-l'eccessivo sfruttamento delle risorse naturali cau-sato dall'assenza di un crisma che ne regoli il con-sumo. Ciò è probabilmente il risultato necessariodell'inadeguatezza delle capacità umane a gestiree coordinare entità troppo complesse ed estesecome l'insieme di tutto il capitale naturale e, allostesso tempo, della propensione di noi esseri umaniad affrontare i problemi all'ultimo momento, quan-do non abbiamo altre vie d'uscita. Quest'ultimacaratteristica non è altro che l'altra faccia del no-stro "istinto di sopravvivenza". Esso è, da un lato,ciò che ci rende "inestirpabili", capaci di opporcicon successo alle difficoltà più insidiose e resiste-re nelle condizioni più impedienti e, dall'altro, pro-prio in quanto istinto cosciente di sé stesso, ciòche ci permette di agire sconsideratamente senzafermarci a pensare alle possibili conseguenze del-le nostre azioni. Il momento in cui l'Uomo arrestala sua condotta incauta e avventata è quando lepossibilità di rimedio sono ormai agli sgoccioli, at-teggiamento possibile grazie alla consapevolezzadi dare il meglio di sé, sin oltre l'auspicabile, neimomenti difficili. La speranza in una ripresa di unacomportamento salubre e rispettoso del genereumano verso il Creato è tesi sostenuta dalla dot-

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toressa Rita Levi Montalcini, che si mostra fiduciosanel futuro e nelle nuove generazioni. La soluzionedunque ai nostri problemi è non dire più "purtrop-po", termine che non si addice a noi giovani; ledifficoltà sono una costante nell'esperienza uma-na e la forza di superarli deve essere fornita dallagioventù. Rimbocchiamoci le maniche e armia-moci di positività, non c'è motivo per non lottareper una Terra più sana e adatta alla vita degli es-seri viventi su di essa. Alcune aziende stanno dan-dosi da fare in questa direzione e durante il RYLAabbiamo avuto la fortuna di poter visitare diversedelle loro fabbriche e ascoltare le parole di alcuniproprietari. Tra queste la ProGest produce mate-riali cartacei da materie prime raccolte e rinnovateattraverso procedimenti ecosostenibili attestati, trai vari, da FSC (Forest Stewardship Council) e PEFC(Programme for the Endorsement of ForestCertification), certificazioni che garantiscono la pro-venienza della carta da foreste dove sono rispetta-te severe norme ambientali, economiche e socialie da ISO 9001 e ISO 14001 che riguardano rispet-tivamente la gestione della qualità e il sistema digestione ambientale. L'azienda inoltre, insieme allaPubliremor, ha dato vita a P-One, un'impresa ba-sata su un nuovo modo di fare arredamento: attra-verso l'uso del cartone. I mobili sono interamentericiclati e riciclabili e si fanno ambasciatori di unavisione innovativa sul modo di concepire la casa eil vivere, mescendo utile dulci.

La Giorgio Marin Spa Legnami affonda le radi-ci della struttura che assume oggi nella passioneper il legno, il suo profumo e le sue varietà dell'uo-mo dal quale prende il nome, sentimento che nonpuò prescindere dal rispetto per questo materialeintriso di resina e fascino. I figli di Giorgio, gli attua-li dirigenti dell'azienda, sono tuttora accompagnatiin alcune scelte dal padre che con mano dolce, maferma, li ha iniziati alla dedizione al lavoro di tra-sformazione del tronco d'albero in assi destinateai più svariati usi. La nuova generazione si è prodi-gata per rendere la produzione totalmente auto-sufficiente dal punto di vista energetico grazie al-l'uso pannelli fotovoltaici e non rinuncia a collocar-si in posizioni elevate nelle classifiche di qualità edecocompatibilità dei prodotti che sono certificatiFSC e PEFC.

Un'azione in linea con quanto detto finora è pre-rogativa della società Virosac, esponente di puntadella produzione di sacchi per i rifiuti e per lacongelazione, la quale collabora con Legambienteda quasi dieci anni e si adopera per brevettare si-stemi meno dispendiosi in termini di sprechi dovutiall'imballaggio e sempre più efficienti e comodi al-l'uso.

I casi particolari delle singole realtà che si pre-occupano per la salute dell'Ambiente vanno a col-locarsi in un disegno più ampio che raccoglie l'in-tero pianeta. Il timore e l'angoscia che scaturisco-no davanti alla possibilità del delinearsi di scenarifuturi avversi risultano in un anelito verso unrisanamento della Natura da parte dell'Uomo perl'Uomo. Il proposito è di adempiere la necessità diproteggere il futuro della specie sulla Terra attra-verso la difesa di questa. Dello stesso avviso simostra con le sue parole e le sue fatiche il profes-sore di Strategie per la Sostenibilità all'universitàIUAV di Venezia Matteo Civiero, relatore al RYLA,che propone per il futuro un sistema di decrescitainteso non come ritorno al passato, ma come ral-lentamento ponderato della sfrenata crescita. L'eco-nomia non è altro che un sottoinsieme dell'organi-smo Ambiente ed è per questo che le crisi dell'unasono legate all'altro. E' agli occhi di tutti che il con-tinuo progresso all'interno di questo sistema chiu-so non sia possibile, il suo suggerimento è dunquedi porre un freno all'avanzamento sconsiderato del-la produzione accettando lo scambio di capitale na-turale per capitale umano, ossia affidarsi come sifaceva in passato di più al lavoro dell'uomo e menoa macchinari che per funzionare necessitano dirisorse non rinnovabili. Dal momento che la fine diqueste ultime sembra ineluttabile senza l'adozio-ne di simili misure, la scelta sembra essere giuntaad un bivio: o lasciarsi trasportare dagli eventi oimpegnarsi per essere padroni del proprio destino.

Le riflessioni che sono state guidate dai varirelatori e dai loro diversi punti di vista estrinsecanoil bisogno insito nell'Uomo di affibbiare una spie-gazione e un significato alla realtà, che, con ogniprobabilità, esiste in sé e per sé a prescindere daquesti ultimi, ma che per essere compresa ed af-frontata dall'Uomo in maniera efficace da essi nonpuò svincolarsi. Il vero scopo di questi studi cheorganizzano il reale in cause ed effetti risiedononella capacità di saperli sfruttare al meglio per trarnebeneficio nel deviare a favore della Vita situazionie condizioni inizialmente ostiche ad essa.

Nell'enfasi delle ultime righe voglio esprimerela profonda gratitudine che porto nei confronti deiClub del Rotary International che si sono occupatidell'organizzazione del corso RYLA, del Rotary ClubMuggia e del suo Presidente, che nella fattispecieha permesso la mia partecipazione a questo eventoe ai miei compagni di viaggio, i "Rylisti".

Rotaractianamente

Lavinia Lionetti

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Contributo del Rotary Club Muggiaalla ricerca scientifica del Burlo

Conviviale del 4 aprile 2012: I.R.C.C.S. Burlo Garofolo

Il Rotary Club di Muggia si è recato in visi-ta all'Istituto di Ricovero e Cura a CarattereScientifico Materno Infantile "Burlo Garofolo"dove è stato accolto, come da suo stile, apren-dosi al dialogo su importanti tematiche di sa-lute della donna e del bambino. All'incontrohanno, infatti, partecipato numerosi operatoridell'Istituto che hanno, brevemente, presentatoalcune attività clinico-diagnostiche di eccellen-za, da loro sviluppate, su cui i rotariani presentihanno posto domande, che si sono sussegui-te anche nel corso della parte conviviale dellaserata. In particolare, il genetista PaoloGasperini ha intrattenuto gli ospiti sul lavoro diricerca e di supporto alla clinica che la struttu-ra da lui diretta sta effettuando, con importantiriconoscimenti internazionali ed Eva Orzan,nuovo primario otorinolaringoiatra, ha presen-tato la ricca attività già svolta in tema di dia-gnosi, terapia e riabilitazione, delle sordità inetà neonatale ed infantile, mettendo in luce lebrillanti possibilità di recupero funzionale per-messe dagli impianti di coclea, da lei,ripetutamente effettuati, nel breve periodo dilavoro a Trieste. Sono seguite le presentazio-ni della "rarologa" Irene Bruno, brillante e gio-vane esperta di malattie rare, per le quali il"Burlo" permette un approccio clinicomultidisciplinare del tutto eccezionale, anche alivello nazionale, e di Isabella Lonciari, psico-loga fortemente impegnata nel campo dei di-sturbi del linguaggio, un tema su cui ha pro-mosso più campagne di screening tese alrecupero dei bambini, circa 400 all'anno nellanostra Regione che, quasi sempre, non ven-gono riconosciuti come tali, sviluppando, diconseguenza, significative difficoltà di appren-dimento. È, quindi, intervenuto SalvatoreAlberico, Primario ostetrico dell'Istituto, il quale,alla luce di un caso particolarmente complesso,ha illustrato l'instancabile attività del Reparto, dalui diretto, a sostegno delle gravidanze a rischio,provenienti dall'intero ambito regionale. Le pre-

sentazioni sono state completate con l'interventodell'oncologo Andrea Zanazzo, che ha espostogli avanzamenti terapeutici, in tema di cura del-le leucemie, in età pediatrica, e della psicologaLaura Pomicino, a cui, anche grazie al contri-buto del Rotary Club Muggia, verrà assegnatauna borsa di studio, per effettuare uno studio,sulle adolescenti sottoposte a terapia conantiblastici.

A conclusione, il Direttore Generale, MauroMelato, ha ringraziato il Presidente del RotaryClub Muggia e tutti gli ospiti, per il generosocontributo alle attività del "Burlo", ma, soprat-tutto, per la loro presenza, un cemento con lasocietà civile, di cui l'Istituto ha particolare bi-sogno, in questo periodo di grandi mutamentiorganizzativi tesi, come da sempre, all'eccel-lenza, nella cura di mamme e bambini e nellaricerca.

a cura di Nunzio Minniti

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Campagna informativa per la prevenzionedelle truffe ai danni degli anziani, realizzata dal-la Questura di Trieste in collaborazione con ilComune e l’Università degli Studi, Facoltà diScienza della Formazione.

La truffa, da un punto di vista strettamentegiuridico è prevista dall'art.640 c.p. ed è un re-ato “con la cooperazione della vittima”.

Si tratta ovviamente di una cooperazioneartificiosa in quanto basata sull'inganno. L'in-ganno consiste nel porre in essere artifici e rag-giri che inducano la vittima del reato a compie-re, in conseguenza dell'errore, uno o più atti didisposizione patrimoniale dal quale derivi undanno alla vittima stessa ed un ingiusto profit-to per il colpevole.

Con il termine artificio si intende un'altera-zione della realtà: falsa apparenza materiale diricchezza, di qualità personali, ecc… e si distin-gue dal raggiro dove un'affermazione menzo-

Ocio alla Truffa

Conviviale del 18 aprile 2012; relatore: Vicequestore Dott. Fabio Soldatich

gnera, attraverso una serie di ragionamenti per-suasivi, viene fatta passare per verità, influen-do sulla "volontà della vittima" che risulta, aborigine, viziata da errore.

Le truffe sono tra i crimini più sottostimati,sia perché molte vittime sono riluttanti a denun-ciarle ammettendo di essere state imbrogliate,(logica particolarmente valida per gli anziani,che davanti al danno economico subito, si sen-tono doppiamente turlupinati) sia, perchè talvol-ta bisognerebbe ammettere di aver cercato, piùo meno consciamente, di truffare il truffatore.

Quando la denuncia viene fatta poi, moltospesso, il racconto è poco accurato, farragino-so, o contradditorio, sia perchè la vittima nonvuole che si sappia tutta la verità, sia perchédavvero non ha capito come si siano svolti i fat-ti, o perché ne distorce il ricordo e riempie i vuo-ti con la fantasia e l'immaginazione.

La truffa mette in evidenza poi, oltre alle pe-culiari e collaudate abilità del truffatore, anchedue caratteristiche fondamentali che caratteriz-zano ogni essere umano: il bisogno di crederee la propensione a cadere vittime noi stessi.

Per gli scopi del truffatore medio nozioni dipsicologia spicciola o di buon senso possonobastare, se unite a buona dose d'inventiva, in-tuito ed improvvisazione per catturare l'atten-zione, capacità di superare le naturali barrieredifensive o finalizzate a costruire un rapportointerpersonale che permetta e faciliti la transa-zione.

Sotto certi aspetti si può dire che “la perce-zione è la realtà” per cui, in sintesi, alcuni sem-

Nato a Trieste il 23 settembre 1965, si è arruolato, in qualità di agente ausiliario, nel novembre del 1988. Ha prestatoservizio, prima presso la scuola Allievi Agenti di Trieste e poi presso la Questura di Bologna.Nel gennaio del 1966 ha conseguito, al termine del relativo corso, la qualifica di Vice Ispettore ed è stato assegnato allaScuola Allievi Agenti di Trieste dove ha prestato servizio ricoprendo gli incarichi di Comandante di Sottonucleo, ViceCapo Ufficio Servizi e Disciplina ed Istruttore di Tiro e Tecniche Operative. Nel 1999, al termine del corso pressol'Istituto Superiore di Polizia, ha conseguito la nomina a Vice Commissario della Polizia di Stato ed assegnato al 2°Reparto Mobile di Padova ove ha ricoperto incarichi di carattere operativo ed organizzativo, nonché di istruzione eformazione del personale. Nel 2002 è stato assegnato alla Questura di Trieste dove ha assunto le dirigenza tempora-nea del Commissariato di San Sabba e l'incarico di Funzionario Addetto alla Divisione del Personale.Dal 2002 al 2006 ha svolto le funzioni di Funzionario addetto alla Divisione di Gabinetto, successivamente ha assuntola dirigenza del Commissariato Sezionale di Opicina e poi congiuntamente anche quella del Commissariato di RozzolMelara. Dall'agosto 2009 è stato nominato Dirigente dell' Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico e Respon-sabile Relazioni Esterne.

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plici accorgimenti sviluppano comportamenticonseguenti:

1- Esperienza diretta - l'esperienza vissutain prima persona vale più di qualsiasi argomen-tazione persuasiva (il truffatore organizza even-ti o incontri nei quali la vittima si trova "percaso" ad essere protagonista)

2- Gradevolezza estetica - ciò che è bello epiacevole per i sensi abbassa le difese ed in-voglia al contatto

3- Somiglianza - le persone che appaionocome noi evocano sensazioni familiari e piace-voli (si scoprono conoscenti in comune, espe-rienze nello stesso ambito lavorativo, vissutocondiviso).

4- Emozioni - sintonizzare la propria comu-nicazione sull'asse umorale dell'interlocutore(ridere con chi ride e piangere con chi piange)

5- Fiducia - Un effetto della fiducia è la suacontagiosità. Se il truffatore mostra di fidarsidella vittima, ciò provoca un'analoga reazionenella vittima che anzi si sente rassicurata e ten-derà ad abbassare la guardia.

6- Status - esibire casualmente o con non-curanza credenziali o simboli che facciano pen-sare ad un livello sociale o culturale elevato.

Esistono però delle varianti “adatte” aitruffatori specialisti in anziani: il timore di rima-nere soli, il senso d'inutilità conseguente ilpensionamento, la separazione o la lontanan-za dai figli, la vedovanza, sono tutti elementi divulnerabilità che, se ben conosciuti, consento-no di adottare alcune tecniche comuni vincen-do la naturale diffidenza dell'anziano nei con-fronti degli sconosciuti.

- Sviluppare una calda reazione di amici-zia trovando il più alto numero di elementi incomune con la vittima, eliminando l'effetto sor-presa.

- Sviluppare una comunicazione non ver-bale che sia in sintonia con quella verbale: do-mande come “siamo d'accordo?” fatte nel mo-mento in cui si porge la mano tendono a facili-tare la predisposizione all'assenso.

- Sfruttare fenomeni di reciprocità: concede-re qualcosa attiva comportamenti finalizzati asdebitarsi (le porto le borse della spesa, le offroun caffè, la porto io con la mia macchina, ecc.)

- Spingere verso l'urgenza di prendere de-cisioni in tempi rapidi

- Ingenerare un sovraccarico emotivo sen-

soriale che induca in confusione.- Adulare la vittima per farla sentire impor-

tante ed in grado di controllare la situazione.Spesso la vittima si trova ad interagire con

due persone, normalmente un uomo ed unadonna dove l'interazione può innescare unasorte di regressione infantile riattivando il ricor-do della coppia genitoriale ed allontanando so-spetti sugli sconosciuti.

L'approccio viene normalmente condotto dauna donna in quanto l'interazione donna-don-na permette di limitare le resistenze nella vitti-ma, funziona bene anche con vittime di sessomaschile, mentre è più rischioso il procedimen-to contrario.

Sorriso, eleganza, affabilità, posizione so-ciale dominante condizionano fin dai primi mo-menti l'incontro predisponendo, come su unpiatto inclinato, gli sviluppi successivi della co-municazione.

Pur non apparendo giuridicamente un rea-to violento, la truffa, proprio per le accennatecaratteristiche e i meccanismi psicologici checoinvolge e ai quali nessuno è immune, potreb-be rappresentare l'espressione di una violenza“in guanti bianchi” che prima ancora di colpireil patrimonio della vittima, la violenta negli af-fetti, nei legami nella fiducia.

Fabio Soldatich

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Conviviale del 9 maggio 2012

Il Rotary Club di Muggia ed il Panathlon Cubdi Trieste, in sinergia con Cultura e Sport, rico-noscono nei giovani la capacità di testimoniarei valori fondamentali per una società migliore epertanto, hanno voluto istituire il premio "Sporte Cultura" che ormai da molti anni si ripete nelmese di maggio, verso la fine, ormai, dell'annoscolastico.

Anche quest'anno, durante una convivialeche ha visto la presenza di oltre cento personee l'intervento del Sindaco di Muggia, degli as-sessori allo sport dei Comuni di Muggia e di Tri-este, i due Club hanno premiato 15 ragazzi,quattro delle scuole medie inferiori di Muggiaed undici delle scuole superiori di Trieste, chein quest'anno scolastico hanno raggiunto signi-ficativi risultati sportivi e, nello stesso tempo,ottenuto un ottimo rendimento scolastico.

Interclub col Panathlon di Trieste

ELENCO DEI PREMIATI

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Conviviale del 16 maggio 2012; relatore Dott. Ivan Zanuttini

Nato a Udine il 9 luglio 1956. Dopo alcune esperienze in banche e compagnie di assicurazione europee, approda nelgruppo LCF Rothschild a Parigi, dove incomincia a lavorare nel 1999. Ha ricoperto fino al 2007 il ruolo di DirettoreCommerciale, responsabile del mercato italiano in Edmond de Rothschild Financial Services, dove ha contribuito acreare nel 2003 la succursale italiana di cui è divenuto il legale rappresentante. Nel 2008 fa ritorno a Parigi, dove vieneincaricato da La Compagnie Financière Edmond de Rothschild Banque di seguire la riorganizzazione distributiva deiprodotti finanziari in Italia e contemporaneamente entra nel Consiglio di Amministrazione di Emond de Rothschild SIMSpA a Milano. Oggi ricopre il ruolo di Direttore Commerciale della succursale italiana della banca, occupandosi preva-lentemente dell'attività istituzionale del gruppo in Italia che oggi distribuisce sul mercato italiano una gamma di 45 fondidi diritto francese e vari altri prodotti e servizi finanziari.

Mercati finanziari ed emotività: come sopravvivere

Edmond de Rothschild è banca privata di di-ritto francese, non quotata, con oltre due secoli distoria (anno di costituzione 1743), specializzatanella gestione di patrimoni.

Una delle costanti che ancor oggi caratterizzano imercati finanziari nella loro variabilità può essere rias-sunta da una nota frase del barone Nathan Rothschild:“quando il cannone tuona e il sangue scorre per lestrade… allora, è il momento di comprare”.

Le scoppio delle grandi bolle finaziarie negliultimi vent'anni, sono coincise con la forte contra-zione dei mercati finanziari ma allo stesso tempohanno aperto la strada ad altrettante opportunitàdi acquisto; per citarne alcune la bolla di internete la guerra in Iraq hanno posto le premesse peruna ripresa del 50% (dato riferito allo S&P 500Americano tra 1/03/03 - 30/06/07); dalla crisi deiSub Prime Usa il recupero è stato del 60% (1/01/09 - 22/05/12) con margini di ripresa ancora ampi.

"To climbe a wall of warry" è, infatti, il detto uti-lizzato per rappresentare come i mercati tendanoa recuperare "scalando il muro del dispiacere".

Per inquadrare il momento attuale, viviamo unriacutizzarsi dell'inflazione (aumento dei prezzi) do-vuto al grande incremento del costo della materieprime, come ad esempio il petrolio +45,91% (dal01/01/10 al 22/05/12); gli organi regolatori e le gran-di banche centrali hanno immesso in questi annigrandi quantità di moneta sui mercati per rilanciarela crescita, creando un economia caratterizzata datassi pressoché nulli in modo simile a quanto suc-cesso nell'economia giapponese (è recente l'astadel tesoro tedesco che è riuscito a rifinanziarsi conscadenze a due anni pagando lo 0,07%). Da metà2010 ad oggi i titoli di stato americani e tedeschi sisono rivalutati di oltre il 40%. Dove possiamo arri-vare? Forse siamo vicini ad una nuova bolla spe-culativa su questi titoli di stato?

La crisi greca e le tensioni sui debiti sovraniperiferici, che noi stessi viviamo attraverso il feno-meno dello spread, hanno visto l'intervento dellaBce, attraverso l'operazione Ltro (prestito alle ban-che che ne avevano bisogno, a due anni al tassodel 2%) e della Fed con le due operazioni diQuantitative Easing (iniezioni di liquidità attraver-

so l'acquisto di titoli americani a lungo termine e lavendita di titoli a breve termine; ciò è stato fatto permantenere i tassi a lungo termine bassi).

L'economia globale è in fase di rallentamentoed in particolare preoccupa il livello di disoccupa-zione e la diminuzione dei consumi.

In questo scenario cupo possiamo però intrav-vedere dei raggi di sole…..gli utili delle aziende,primo indicatore per valutare la ripresa dei mer-cati, tengono ed anzi in molti casi risultano supe-riori alle attese degli analisti anche se al di sottodei valori medi storici; ciò ci fa attendere, a bre-ve, diverse opportunità di acquisto (buyopportunity on the way).

Come poter cogliere queste occasioni? Comevincere l'emotività e l'irrazionalità di certe decisioni?

Un noto economista disse: “il mercato rialzista,nasce nel pessimismo, cresce nello scetticismo,matura nell'ottimismo e muore nell'euforia!!”

Le nostre amate Generali non possono piùrappresentare, in un mercato come questo, lo stru-mento ideale per cavalcare al meglio tutte le fasidi mercato ma sono necessarie competenze fortie capacità di analisi accurate.

Ecco perché, Trasparenza, Indipendenza, Di-namicità e Controllo del Rischio sono e sarannoalla base di un'efficiente gestione del proprio pa-trimonio.

Ivan Zanuttini

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Diamante: le “4 C”

Conviviale del 23 maggio 2012; relatore Giulia Bernardi

Il prezioso cristallo di luce adamantina dallerare caratteristiche ottiche di brillantezza, lucen-tezza e dispersione della luce sembra avere al-cune similitudini con un prodotto artificiale di gran-de interesse maschile: l'automobile. Sono entram-bi non indispensabili... eppure è difficile farne ameno!

Le “quattro C” , acronimi per Carat ( peso),Clarity ( purezza), Color, Cut ( taglio) sono quasiparagonabili con la cilindrata, la marca, il modelloe l'anno di fabbricazione di un'autovettura. Il loroprezzo varia a seconda della qualità: i canoni chela stabiliscono sono rigorosi e standardizzati, lemetodologie di stima si affidano agli esperti piùcompetenti. La “Borsa Diamanti” potrebbe esse-re una sorta di quotazione “Quattroruote”, laddovepubblici e standardizzati sono i prezzi dei modellipiù richiesti.

Vorrei ora riportare quali sono le valenze e icontenuti delle “C” per lasciare alle singole co-scienze ogni altro parallelismo e similitudine esoprattutto a chi, differentemente da me, s'inten-de di complessi meccanismi per il movimento epuò quindi attestare o meno quanto sia calzantelo scherzoso abbinamento.

Il peso delle pietre preziose viene definito nel-l'unità di misura “carato”, poiché anticamente sirapportava il peso del seme di carrubo (0,197grammi, straordinariamente - come straordinariaè sempre la natura - con pochissime eccezioni) aquello dei cristalli, nell'uso assai diffuso nel XVIIIsecolo della bilancia a doppia stadera. Nel 1907si fissò, a livello internazionale, il peso dell' eti-mologicamente trasformato suono di “carrubo”, in“carato” e lo si fece corrispondere a gr. 0,2. Unapietra del peso di un grammo, quindi, sarà oppor-tunamente classificata in cinque carati, l'abbre-viazione scritta in modo corretto sarà: ct. 5,00. Èimportante sapere che i centesimi di carato sonousatissimi nel linguaggio comune gemmologico:per cui un diamante da 52 punti sarà, per l'esper-to, una pietra singola da poco più di mezzo carato.

Il peso della pietra, che, si badi bene, ha pocoa che fare con la sua grandezza, è fondamentaleper la sua valutazione: il mercato mondiale si basasu lotti il cui ordine di peso è la discriminante e, inteoria, calcola il numero di pietre di quell'ordine digrandezza presenti sul mercato, ne stabilisce l'ipo-tetica domanda e offerta, ne fornisce quindi unrange di valore. Non c'è quindi alcun rapporto diproporzionalità tra pietre di diversa misura: a Gen-

Nata a Trieste il 24.09.1972. Attualmente è amministratrice della Bernardi & Borghesi, società che opera all'ingrosso e aldettaglio nel commercio di gioielleria antica, argenteria d'antiquariato, orologi rari e da collezione, metalli nobili e dainvestimento in varie forme, pietre preziose. Ha uno studio peritale, operante in seno alla Bernardi & Borghesi s.r.l., inassociazione con Roberto Borghesi (Presidente degli Antiquari del Friuli Venezia Giulia) e Giulio Bernardi (Presidente deiNumismatici Italiani Professionisti, membro del direttivo) nel quale opera per diversi Enti, pubblici e privati, per le forze diPolizia di Stato, per il Tribunale di Trieste, per il Comune di Trieste, per i Civici Musei, per le case d'asta della regione.Consegue la maturità scientifica nel 1991 e dal 1993 - 1997 studia presso il Gemmological Institute of America conspecializzazione su: diamante, pietre di colore, perle, metodologie di sintesi (compresi trattamenti nel ciclotrone, al reatto-re nucleare e con l'acceleratore di elettroni; da laboratorio: riempimento fratture, laser, induzione e alterazione del colore,ecc.)Ha ottenuto nel 2010 il diploma di “Certified Diamond Grader” presso l'Istituto di Gemmologia HRD di Anversa che laqualificano a livello europeo quale "Analista Gemmologo".Dal 1996 ha la qualifica di “perito in preziosi e gemmologia” presso la Camera di Commercio di Trieste con subcategorie:oreficeria; argenteria; orologeria; gioielleria. È “consulente tecnico e perito in preziosi e gemmologia” del Tribunale diTrieste. È consulente per il Comune di Trieste, per i Civici Musei e per l'Archivio di Stato di Trieste. Dal 2010 è iscrittaall'Albo dei Consulenti Tecnici d'Ufficio (CTU) al n.153 del Tribunale di Trieste. Dal 2005 è membro della CommissioneResponsabile della Sala Comunale d'Arte di Piazza Unitá. Dal 2006 è tesoriere dell'Associazione Antiquari del FriuliVenezia Giulia. Commissaria nella Commissione Pari Opportunità del Comune di Trieste (quale rappresentante perl'imprenditoria femminile) (2006). Dal 2006 è Presidente della Commissione Pari Opportunità del Comune di Trieste.Dal 2010 è componente del Direttivo di Terziario Donna (Donne Imprenditrici Confcommercio).

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naio 2012, la Borsa Diamanti stabiliva per uncarato di diamanti, taglio brillante, di caratteristi-che medie, in pezzatura da un singolo punto l'una(ct. 0,01) una quotazione di euro 550,00, perciòneppure euro 6 a pietra; per lo stesso peso(ct.1,00) e le stesse caratteristiche, ma in pietrasingola, euro 5.760,00; la stessa tipologia, ma inpietra singola da ct.10,00, euro 390.400,00. Que-st'ultima, con la sola discriminante effettiva di po-terla reperire sul mercato..

Clarity è invece la parola inglese, che prefissatain campo internazionale, si riferisce alla purezzadella pietra, o meglio alla presenza, più o menoconsistente, di inclusioni di varia natura (impuritàall'interno del cristallo). La pietra deve venire os-servata ad una speciale lente ( loupe), detta an-che "tripletta", a dieci ingrandimenti, per stabilirequale tra i seguenti ordini di purezza è quello chedefinisce con esattezza il cristallo che valutiamo:

IF - la pietra risulta pura alla lente a 10 ingran-dimenti;

gruppo dei VVS - la pietra presenta delle pic-colissime o piccole inclusioni difficilmente rilevabilia 10 ingrandimenti;

gruppo dei VS - la pietra presenta delle picco-le inclusioni rilevabili a 10 ingrandimenti;

gruppo degli SI - la pietra presenta delle inclu-sioni piccole ma rilevabili con facilità a 10 ingrandi-menti;

gruppo dei Piquè: la pietra presenta delle in-clusioni rilevabili ad occhio nudo (in modo difficile= P1; rilevabili = P2; facilmente visibili = P3).

Color è la parola inglese (tutta la terminologiagemmologica assunta a livello internazionale è inquesta lingua) che definisce, nel caso del diaman-te, la quantità di sovracolorazione gialla che sisomma al bianco della pietra, determinandone uncalo di valore quanto più è presente. Ricordo chela parola "bianco", in gemmologia, significa "tra-sparente" senza alcuna inflessione da parte di altricolori. Viene definita con le lettere dell'alfabeto(..inglese) partendo dalla "D", il colore più bianco,e quotando le pietre fino alla "M", ma terminando,in realtà seppure non commercialmente parlan-do, con la "Z" e la "Z+" ovvero i colorati ed i "fancycolors", straordinari e costosissimi scherzi dellanatura che tingono di blu oltremare, rossocarminio, giallo canarino, viola, rosa, arancio, ver-de, ecc. il nostro diamante, vere rarità il cui valoreviene stabilito soltanto dai precedenti d'asta.

La tecnica per definire con esattezza il coloredi un diamante è porlo a luce nordica (una parti-colare luce bianca povera di raggi ultravioletti), incampo neutro (ambiente bianco non influenzatoda colori di alcun genere) e con l'aiuto delle

"master stones", pietre di paragone graduate nel-la tinta e corrispondenti alle sopra citate letteredell'alfabeto.

Infine, l'ultima "C", il "cut", si riferisce alla tipologiadi taglio ma, cosa ben più importante a fini valuta-tivi, alla proporzionalità e all'esattezza, secondocanoni percentuali predefiniti, delle misure e del-l'inclinazione (misurata in gradi) di ogni singolafaccetta , al fine di ottenere, nel complesso dellevarie parti, una riflessione della luce pressochè to-tale, con l'ottenimento di quella somma di luci ecolori che definiamo, appunto, brillantezza.

Un esempio: il diamante, la pietra che più spes-so viene tagliata a “brillante” ( taglio composto informa rotonda con n.56 faccette più la tavola),deve osservare alcune ben definite proporzioniche regolano i rapporti tra il diametro (misuratodalla cintura), la tavola superiore, il padiglione (ilcorpo sottostante, a forma di cono sfaccettato), lacorona (doppio ordine di faccette tra la cintura,parte più ampia della pietra quanto a circonferen-za, e la tavola superiore, parte liscia, piatta, fron-tale all'osservatore). Ogni errore rilevato nel ta-glio, misurabile matematicamente con l'ausilio delcalibro o mediante lo strumento “proportion sco-pe”, penalizza la riflessione della luce e labrillantezza e, dal punto di vista della stima, il va-lore della pietra.

Discorsi simili si possono fare su tanti altri bel-lissimi tagli usati per rendere splendente il diaman-te: il taglio a cuore, a baguette, a marquise, a carrè,a smeraldo, a goccia, ecc. ma ricordando che undiamante tagliato “a rosa” o “a brillante vecchiaEuropa” o “vecchia miniera” (Old Mine), varrà for-se meno in termini di quotazione, sarà forse menosfacciato nel restituire al nostro occhio la luce di-spersa nei sette colori, ma la raffinata brillantezzadi un taglio “a cuscino”, oramai dimenticato da piùdi un secolo, potrebbe darci l'emozione del tempopassato, il ricordo di tecniche ormai in disuso, ilpiacere raffinato di indossare o investire in un pez-zo storico e di valore culturale.

Ed ora si traggano le conclusioni del caso. Per-sonalmente aggiungo che potrei trovare, però, unadifferenza di notevole rilevanza: in questo cam-po, di norma, le più esperte sono le donne, nor-malmente sempre molto orientate sulle grossecilindrate e sui prodotti di un certo prestigio, e,sebbene gli uomini siano molto sensibili a questopiccolo grande investimento, mi permetto di diffi-darli dal lasciare questo “volante” nelle mani del-la moglie, giacchè molto complicato sarebbe, poi,guidare anch'essi.

Giulia Bernardi Borghesi

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Il progetto che “Porto Città” intende svilup-pare è stato il tema della relazione tenuta allafine della conviviale del 30 maggio scorso, dalDr. Corrado De Francisco, Direttore Sviluppodella Società Portocittà. Appositamente costitu-ita con l'obbiettivo di recuperare la fruibilità delporto vecchio, Portocittà è una Società costitu-ita da 4 Soci: due tra le maggiori imprese di co-struzioni italiane (la Maltauro di Vicenza e laRizzani De Eccher di Udine) e da due leaderdella finanza internazionale (Gruppo Intesa SanPaolo e Sinloc).

Questa Società sta lavorando allo sviluppodi un progetto internazionale, ben radicato sulterritorio, concernente gli spazi occupati dalPorto Vecchio, che devono essere riqualificati,attraverso ricerca ed innovazione, creando unambiente urbano, in grado di perpetuare la me-moria e conservare l'identità di una comunità.

Il progetto, che si estende su una superficiedi quasi mezzo milione di metri quadrati di su-perficie, prevede la ristrutturazione di tutti gliedifici di elevato pregio architettonico del PortoVecchio, con la contemporanea costruzione dinuove strutture, in grado di inserirsi, armonica-mente, nel contesto architettonico che le circon-da. Tali costruzioni comprenderanno: alberghi,

negozi, spazi espositivi e formativi e la realizza-zione di due porti turistici, in grado di ospitareoltre 350 imbarcazioni da diporto. Questo pro-getto, mira ad attirare investimenti dall'estero.In questo modo, la riqualificazione del PortoVecchio assume anche la funzione dirivitalizzazione economica, sociale e culturaledi Trieste. La nuova area di sviluppo dovrà, ne-cessariamente, avvalersi di un sistema di tra-sporto pubblico, in grado di collegare il PortoVecchio al resto della città e della provincia,costituendo la principale infrastruttura da rea-lizzare. Il relatore ha, poi, sottolineato che, per ilsuccesso del progetto, è necessario un mix difunzioni (abitazioni, attività di ricerca, musei,sport e spazi pubblici) accompagnato da un'ef-ficiente mobilità e dalla creazione di nuovi par-chi urbani. Per l'area di Barcola Bovedo, è pre-vista la destinazione ad attività sportive e a cir-coli nautici, non senza dimenticare la necessitàdi piccoli cantieri per manutenzioni e riparazio-ni, legate alla nautica da diporto, in grado digenerare altri posti di lavoro.

Ma, lo sforzo più consistente deve essere fattoper ottenere una residenzialità mista, in grado dipopolare spazi ed edifici vecchi e nuovi, la co-struzione dei quali deve tenere conto dell'archi-tettura esistente, realizzando un'area urbanisti-ca, che non costituisce più una zona portuale ase stante, ma che non deve, comunque, perderele proprie caratteristiche, rimanendo riconoscibi-le nella sua destinazione originaria.

Quanto alle nuove edificazioni, De Franciscoha sottolineato che verrà bandita una gara in-ternazionale di progettazione, precisando chela prima fase riguarderà dopo il magazzino 26,il 25 e la marina, prevista nel bacino zero. Con-cludendo, ha voluto sottolineare che la condi-zione irrinunciabile, per proseguire nel progettodi ristrutturazione e passare alla fase realizzati-va, è la rimozione dei vincoli, derivanti dalla pre-senza del Porto Franco.

a cura di Renzo Carretta

Nato a Brescia, 40 anni, sposato con due figli. Laureato in Economia Aziendale presso la Cattolica di Milano nel 1996.Dal 1997 al 2001: Business Development Coordinator di Foster Wheeler (società internazionale di ingegneria) in Italiae a Singapore. Dal 2001 al 2008: Direttore Investment & Asset Management di Pirelli Real Estate. Dal 2009 al 2011:Partner di Kemet (private equity, Lugano, CH). Dal 2011 a oggi: Direttore Sviluppo di Portocittà.

Conviviale del 30 maggio 2012; relatore Dott. Corrado De Francisco

Il progetto “Porto Città”

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LUGLIO 2012 - BOLLETTINO N. 4

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Conviviale del 6 giugno 2012; relatore Dott. Alessandro Delbello

Aspetti medievali poco conosciuti dell’Istria sudoccidentaleAffreschi e pievi romaniche dal Leme a Fasana

L'idea della presente trattazione nasce dal-la considerazione che nell'Istria SudOccidentale,precisamente a S. Martino di Leme, a San Lo-renzo del Pasenatico e a Vidolini di Canfanaro,esistono affreschi coevi dell'XI sec, che mi ri-sultano assolutamente poco conosciuti dallagran massa di turisti nostrani che si recano fre-quentemente in Istria. Inoltre nella Chiesa diSanta Fosca a Peroi-Fasana c'è un altro poconoto esempio di affreschi del XII sec, per poifinire alle magnifiche pitture murali della ChiesaCimiteriale di San Vincenzo a Sanvincenti cherisalgono al 1211, opera del famoso Ognibeneda Treviso. Sono esempi della pittura della cul-tura benedettina d'occidente o della Scuola diRatisbona-Salisburgo della cerchia Patriarcatod'Aquileia. Altri esempi di simile pitture muralisono sparse dalla Germania, alla Francia, al-l'alta e Bassa Austria, nonché sono presenti nelVeneto e nella Lombardia. Nelle mie perlustra-zioni, spesso avventurose, non sono riuscito avedere e fotografare gli affreschi dell'Abbaziadi San Michele di Leme, perché è tutto perico-lante e giustamente interdetto ai visitatori. Ap-profittando così della storia di questo monaste-ro ho rivisitato i siti delle vecchie abbazie bene-dettine o camaldolesi o francescane, che a par-

tire dall'anno 1000 erano presenti anche in que-sta zona, fino alle porte di Dignano.

In ogni caso quegli affreschi mi hanno par-ticolarmente entusiasmato.

Andando alla scoperta di questi tesori misono imbattuto in esempi di architettura roma-nica veramente eccellenti e mi sono lasciatoprendere la mano per scoprire anche altre pieviromaniche spesso isolate e sparse nella cam-pagna, lontano dalle grandi vie di comunicazio-ne che portano i visitatori nelle famose localitàbalneari del circondario.

Nato a S. Lazzaro di Savena (BO) il 31/3/1950, sposato con due figli.Si è laureato in Medicina e Chirurgia nel 1974 e specializzato in Chirurgia Generale nel 1979. Dal 1974 ha esercitatosempre in Reparti a conduzione Universitaria in Ospedali di riferimento Regionale, dal 2001 al 2008 è stato Direttore dellaStruttura Semplice di Chirurgia Proctologica e Centro di Proctologia dell'Azienda Ospedaliera-Universitaria di Trieste nelPresidio di Cattinara. In quiescenza dal dicembre 2008, per raggiunta massima anzianità contributiva, lavora come liberoprofessionista in una Casa di Cura di Trieste. È stato professore a contratto di Semeiotica Chirurgica per l'insegnamentodi Chirurgia Generale nel Corso di Laurea di Medicina e Chirurgia dal 1990 al 2000 e sempre professore a contratto diChirurgia Proctologica per l'insegnamento di Chirurgia Generale, nel Corso di Laurea di Medicina e Chirurgia dal 2000.Inoltre, docente nella scuola di Specialità di Chirurgia Generale e d' Urgenza dal 1990, con incarichi di insegnamento alII°, III° e V° anno di corso. Esperto di gestione e politica sanitaria, diplomato alla Bocconi in Gestione e OrganizzazioneSanitaria nel 1998-1999, inserito in diverse Commissioni tecniche Provinciali, Regionali e Nazionali, sia per gli incarichiderivati dall'essere Membro del Consiglio Generale e Regionale della CISL Medici, sia per appartenere al Direttivo diSocietà Scientifiche Nazionali ed Internazionali. Tuttora rappresenta la categoria nella Confederazione CISL, sia a livelloprovinciale, che nazionale. Appassionato di Storia, ma in particolare amante della tradizione Istro-veneta e Friulana, hapubblicato nel 2004 il Volume "Cubertòn: Storia di emigrazioni, fortune e sconfitte di una famiglia Istriana" un excursusnelle diverse microrealtà dell'Istria nord occidentale, dal 500 fino alla prima guerra mondiale con particolare spazio allastoria di Capodistria fino alla metà dell'ottocento, città dove si estinsero i nobili Del Bello. È membro del direttivo dell'Isti-tuto di Storia e Scienze Sociali "GENS ADRIAE" collaborando come relatore in conferenze sugli usi e costumi dellatradizione alto-adriatica. Ha pubblicato diversi articoli esplicando i risultati delle sue ricerche sulla Capodistria del 500, sultempestoso periodo della breve dominazione napoleonica dell'Istria nord-occidentale e, soprattutto, mettendo a fuoco erivalutando la figura europea di Pier Paolo Vergerio, vescovo scismatico di Capodistria nella prima metà del 500. Collabo-ra con l'Istituto Regionale per la Cultura Istro-Giuliano-Dalmata. Dal 2009 è stato riconosciuto membro titolare dellasezione italiana dei "Colonnelli del Kentucky", partecipando alle specifiche iniziative di solidarietà ed alla promozione deigiovani talenti musicisti, in collaborazione con il Collegio del Mondo Unito di Duino.

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ROTARY CLUB MUGGIA - Distretto 2060

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La zona di ricerca esclude Due Castelli,Rovigno e Dignano-Pola, sia perché sono moltopiù conosciuti, sia perché meritano trattazione aparte. La ricerca è stata condotta nell'autunno2011, in molti casi con una certa difficoltà di indi-viduazione e localizzazione. Non sempre ho tro-vato collaborazione, ma testardamente sono ri-tornato più volte, per poter farmi aprire le porte.

Mi fa piacere condividere le straordinarie sor-prese che l'Istria nasconde. È questo il senso dellamia ricerca. A ognuno la possibilità di approfon-dire e migliorare a proprio piacimento la scoper-ta di questi tesori che sono dietro l'angolo, a po-chi chilometri da noi. Io mi sono divertito e hoimparato molto, e chissà quante altre magnifi-che cose ci sono ancora da vedere in questa edaltre microzone della nostra vicina Istria.

Tornando alle pievi romaniche di questo ter-ritorio, non è possibile non ricordare gli svariatipreziosi esempi di chiese/pievi ad «absideinscritta». Sono chiese che vanno dal periodobizantino al pre-protoromanico al romanico, finoal gotico e al tardo gotico, cioè dal VII al XVsecolo. È una particolarità dell'Istria, insieme conla Dalmazia e la Svizzera. (ACRSR Vol VIII,1977-1978, pag 176). Naturalmente in Europaci sono altri esempi, ma sono sempre molto rari.Trattasi di edifici con 1 o 2 o 3 absidi inscrittenel corpo della chiesa, che può avere una o dueo 3 tre navate. Comunque sono state divise inXVI tipi a seconda della loro strutturazioneabsidale. Dall'esterno non si vede l'abside. An-che il tetto la ricopre, e il muro posteriore è chiusoe piano. Sono l'alternativa al modello bizantino-carolingio che prevede l'abside poligonale,esagonale, ottagonale ecc., esterna, e che puresi perpetua nel romanico e nel gotico, per ripre-sentarsi nel rinascimento. Le chiese con absi-de inscritta nascono nel mediooriente nel V e VIsecolo (SIRIA, BASSA PALESTINA, EGITTO,ecc.) e poi vengono importate nell'alto adriati-co, poiché inizia l'era arabo-musulmana ed i cri-stiani non hanno più possibilità di imporre la pro-pria religione ed i propri edifici di culto. Proba-bilmente gli «esportatori» di questa architetturasono stati i monaci. Non sono riuscito a scopri-re per quale motivo le zone di tale ripetizionearchitettonica abbiano coinvolto anche la lonta-na Svizzera, dopo la Dalmazia e l'Istria. Sempli-cemente fantastica ed eccezionale per bellezzae unicità Santa Maria Piccola a Valle (rarissimoesempio di una navata con due absidi inscrittea base rettangolare con le trombe d'angolo che

risalgono nell'emiciclo absidale). La pieve è di-spersa nella campagna, difficilissima da trovare,e simili edifici a due absidi sono solo a Reichenau-Mittelzell in Svizzera, o a Rogliano in Corsica, oa Solnhofen in Baviera o a Salona in Dalmazia onella chiesa cimiteriale di Santa Maria a Ossero.Ma sono entrato anche nella chiesa di SantaFosca a Peroi (3 absidi a tre navate) e in quelladi San Vincenzo a Sanvincenti (3 absidi ad unanavata) e in numerose altre ad una navata conun'unica abside, come nella Chiesa di Sant'Eliaa Valle. A proposito di quest'ultima, pochi notanoe sanno che essa presenta la insolita caratteri-stica del campanile costruito sulla facciata occi-dentale a comprendere il portale d'ingresso, dicesiin linguaggio tecnico: campanile a Clochèr dePorche. Per trovare altri esempi dobbiamo an-dare in Dalmazia (a Biograd na Moru-Zara Vec-chia, a Salona, a Cettina, a Veglia,) oppure inEuropa nell'Abbazia di Tewkesbury vicinoBirmingham, o a Maria Luggau in Carinzia o nel-la Cattedrale di Toledo o a Ptuj in alta Slovenia. Icampanili romanici istriani sono presenti in moltealtre pievi della zona, e sono sempre diversi eparticolari, divisi dagli esperti in ben VI tipi, ne hodi volta in volta naturalmente notato le diversecaratteristiche.

Per poter affrontare l'interpretazione correttadi tutti questi tesori, mi sono documentato su te-sti di storia dell'arte e su libri e monografiesull'Istria, di cui la biblioteca dell'IRCI è fornitissi-ma. Ho consultato anche guide turistiche locali,ma le scoperte più «particolari» si devono ai col-loqui con i parroci (più o meno collaboranti) o allechiacchiere nelle osterie semideserte dei paesinidella zona, incontrando la gente del posto. Hogià esplicato i particolari della presente trattazio-ne in una conferenza alla Direzione Regionaledei Beni Culturali del FVG nell'aprile scorso, maho avuto il piacere e l'onore di condividere le miescoperte con gli amici del Rotary-Muggia. Rin-grazio tutti dell'invito e dell'attenzione.

A voi le altre scoperte del periodo romanicoche ho preso in considerazione, ma San Loren-zo del Pasenatico o Sanvincenti o Valle oFasana, presentano comunque le fattezze ar-chitettoniche e storiche del periodo veneziano,ma si possono apprezzare anche vestigia prei-storiche, o manufatti romani e tardoromani e poibizantini fino a quelli del medioevo in genere.Anche questa - poco conosciuta - parte istriana,riserva magnifiche sorprese.

Alessandro Delbello

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LUGLIO 2012 - BOLLETTINO N. 4

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Relazione conclusiva del Presidente

Care Amiche e cari Amici,non è un modo di dire: veramente mi sembraieri il giorno che ha avuto inizio la mia presiden-za, il tempo è volato! Ma il tempo vola quando silavora e questo significa che abbiamo fatto tan-to. Devo ringraziare tutti: i componenti del Con-siglio Direttivo, i componenti delle Commissionie tutti i soci dai quali ho avuto idee e collabora-zione tanto da rendere questa annata socialeveramente significativa.

Non ho intenzione di elencare tutti i servicesche il Club è riuscito a fare, in quanto compaio-no nelle mie relazioni trimestrali che sono pub-blicate anche sul nostro bellissimo Bollettino.

I services presentati nella mia RelazioneProgrammatica iniziale, da voi tutti approvata,sono stati eseguiti con l'aggiunta, durante l'an-no, di altre bellissime iniziative da voi proposte.Ma come è giusto elencare i successi è altret-tanto giusto ammettere gli insuccessi. Non sonoriuscito a portare a termine il service in favoredella comunità italiana in Montenegro per diffi-coltà di comunicazione da entrambe le parti.Spero che il prossimo Presidente voglia fareancora un tentativo.

Desidero sottolineare la perfetta intesa e col-laborazione che c'è stata con i Club di Trieste,Trieste Nord e Monfalcone-Grado e ringraziarlipubblicamente. Insieme abbiamo fatto grandiservices dei quali voglio solo ricordare il più si-gnificativo: l'adesione alla seconda parte del "Pro-getto Diga" nello Zimbabwe, promosso dal St.Albert's Mission Hospital, che comporta un inter-vento destinato all'irrigazione di sei ettari di cam-pi per renderli coltivabili al fine di provvedere, vi-sta la carenza di cibo in tutto il paese, al sosten-

tamento del villaggio e dell'ospedale che serveun bacino d'utenza di quasi 100.000 persone.

Per Muggia abbiamo ottenuto una sommacospicua dal Rotary per la Regione che que-st'anno ha scelto, tra altri progetti presentati,quello del nostro Club relativo al Duomo. L'im-porto è destinato al completamento del pavimen-to del Duomo ed al posizionamento di pannellipermanenti con le foto degli scavi, al fine di ren-dere pubblici i reperti che, altrimenti, non sa-rebbero più visibili. Inoltre, il prof. Cuscito pre-parerà un saggio sui reperti archeologici rinve-nuti, che il Club pubblicherà.

Ma, permettete di esprimermi così, il fioreall'occhiello del nostro Club è stato il Rotarycampdi Ancarano.

Giunto alla sua terza edizione e quindi or-mai ben collaudato, è stato un successo da tuttii punti di vista, da quello umano soprattutto, aquello dell'organizzazione e qui mi riferisco aisoci volontari, le loro mogli ed i loro figli, nonchéagli amici del Rotaract che hanno fatto un lavo-ro splendido, sfidando il caldo e la fatica per unalunga settimana assistendo i ragazzi ed orga-nizzando le serate.

Ventiquattro disabili: 13 italiani, 1 russo, 10sloveni; lingue diverse che non favorivano sicura-mente lunghi discorsi, ma che non hanno diviso igruppi per la voglia ed il piacere di stare assieme.

L'eco del nostro service quest'anno ha final-mente valicato i confini locali: per la prima voltail giorno dell'inaugurazione ha voluto essere pre-sente il Governatore Bruno Maraschin con il Go-

Conviviale del 20 giugno 2012; relatore Annunziato Minniti

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ROTARY CLUB MUGGIA - Distretto 2060

vernatore del primo Distretto Sloveno 1912,Stanko Ojnik assieme al Segretario Generaledella Croce Rossa Slovena Danijel Starman.

È venuto anche l'Incoming Governor 2012-2013 Alessandro Perolo che, oltre a garantirci,anche per l'anno futuro, il contributo del Distret-to, di fronte alla nostra necessità di avere un'au-tovettura elettrica per portare alla spiaggia idisabili costretti in carrozzina, ci ha permesso,con un velocissimo Matching Grant, di ottenerequanto ci serviva. Ci tengo a dire che al MatchingGrant ha partecipato, tra gli altri, anche ilRotaract di Trieste.

È stata costituita, inoltre, una CommissioneDistrettuale appositamente per Ancarano, comegià avviene per Albarella e per Gardeland, com-posta da alcuni soci del Club di Muggia più unrappresentante del Club di Trieste e Trieste Nord.

Durante il Congresso a Vicenza del 9 giugnou.s., il Governatore ha voluto assegnare il PaulHarris a tre mogli di nostri soci e ad una socia,con la motivazione di aver dedicato, sin dal pri-mo anno, tutto il loro tempo, durante la settima-na del Rotarycamp, all' assistenza dei ragazzidisabili ed all' organizzazione delle giornate.

Questo è stato l'anno del primo gemellaggio

del nostro Club. Sabato 14 aprile si è svolta lacerimonia nel magnifico castello di Otocec, inSlovenia, dove il Presidente del Club di Muggiaed il Presidente del Club di Novo Mesto hannofirmato il documento che sancisce il gemellaggiotra i due Club. Da quest'evento nascerà unservice che è in fase di programmazione.

Abbiamo contribuito con una discreta som-ma al completamento della campagna“Polioplus” che permetterà di eradicare la polio-mielite nei paesi del terzo mondo entro il 2013.

Come ho accennato in apertura, l'attivitàcompleta ha avuto spazio nelle relazioni prece-

denti, ma proprio per questa attività è doverosoevidenziare un dato che si è potuto rilevare soloalla fine della gestione. I services effettuati dalClub di Muggia hanno impegnato oltre il 40%delle entrate, ponendo il nostro Club fra i primi10, sugli 84 componenti il Distretto 2060, chehanno erogato per i services una parte consi-stente del proprio budget.

Desidero concludere ricordando le nostreconviviali settimanali che, oltre ad apprezzatirelatori, hanno annoverato la piacevole serata,organizzata con l'aiuto determinante di MarcoStener, con gli attori dialettali triestini che ci han-no allietato con una breve e divertente comme-dia e l'interclub con l'Accademia Italiana dellaCucina, Delegazione di Muggia e Capodistriache ha celebrato la "Cena dell'Oca" dove, inuna serata in amicizia, si è cercato di rinverdireun'antica tradizione italiana, la settimana del-l'oca, che si celebra nella seconda settimanadi novembre e che, nella nostra zona, è un po'dimenticata.

Voglio, quindi, ringraziare tutti voi per aver-mi dato la possibilità di portare a termine que-sto esaltante mandato, un anno certamente im-pegnativo e talvolta faticoso, ma l'impegno e lafatica sono stati ampiamente ripagati dalla sod-disfazione di aver fatto tante cose utili e dall'im-pressione che anche voi siate soddisfatti di que-st'annata rotariana.

Auguro al mio successore ed amico CarloAlberto Masoli successi e soddisfazioni ancoramaggiori, con la consapevolezza che potrà sem-pre contare sull'aiuto dell'ormai "Past President".

Grazie a tutti.Annunziato Minniti

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APRILE 2012 - BOLLETTINO N .3

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ROTARY CLUB MUGGIA - Distretto 2060

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Sono entrato ufficialmente a far parte del Rotaryin maggio del 1972.

La storia:Un giorno del 1971 ricevetti nello studio una

telefonata dell'ingegner Polveriggiani, allora di-rettore della Raffineria "Aquila". "Senta, Stener,avrebbe piacere di entrare a far parte delRotary?" "Se l'offerta viene da Lei è già unagaranzia, ma vorrei sapere che cos'è questoRotary." "Si tratta di un'associazione internazio-nale di uomini liberi ed affermati che si riunisco-no in Club, per fare opere di bene per la comu-nità". "Va bene, accetto". Questo è stato il pri-mo impatto. Per me, già impegnato socialmen-te su più fronti, non sarebbe stata una novità.Politicamente, infatti, avevo fondato la sezionedi Muggia del Partito Liberale e rivestivo la cari-ca di consigliere comunale. Culturalmente erocofondatore dell'Associazione Culturale "FameiaMuiesana"; nel settore sportivo ero presidentedell'Unione Sportiva Muggesana e del Circolodella Vela, professionalmente, ero presidenteprovinciale dei Medici dentisti e consigliere del-l'Ordine dei Medici. Il Rotary era quasi un com-pletamento della mia disponibilità nel welfare,come si dice oggi.

Seguirono delle riunioni informative con glialtri consoci in casa del dott. De Giacomi, cheaveva il compito di organizzare la costituzionedel Club. Allora vigeva la regola che il Club do-vesse avere un suo territorio con un'utenza dialmeno 15.000 abitanti ed un minimo di 20 adeptiper costituirsi.

Il primo nome fu Trieste (periferia) CarsoMuggia poi trasformatosi in Trieste Nord. LaCarta costitutiva fu consegnata dal Governato-re, che non ricordo chi fosse. Le date, ho vistodalla relazione del presidente per la celebrazio-ne del 40° anniversario al Ridotto del Verdi, noncollimano con le mie, ma ciò ha poca importan-za. Una cosa è certa: la prima conviviale avven-ne il 3 maggio 1972, come documenta la Iª ruo-ta di cui conservo la copia. Il Club padrino fu,ovviamente, il Club Trieste. Il primo presidentefu il prof. Mosetti dell'Università di Trieste. Se-guirono il dott. De Riù, poi Savino, Lenori ecc.

L'inizio non fu brillante. Mosetti, fra l'altro,era solito ritirarsi la sera presto, per cui le convi-viali avevano una durata cronometrica.Recuperammo alla grande con i presidenti chesi succedettero. La carica di presidente era moltoambita e, quindi, qualche volta, contrastata, masempre in un clima amichevole, senza risenti-menti da parte degli esclusi che venivanoripescati negli anni seguenti.

La prima sede l'abbiamo avuta presso il ri-storante "Da Dante" in via Carducci, ora scom-parso. Mi ricordo che proprio da "Dante" feci lamia prima relazione sulle mie esperienze diimplantologia dentale, specialità che era aiprimordi. Nei primi anni gli interventi alle convi-viali erano tenuti in gran parte dai soci. In segui-to, i traslochi furono numerosi: all'Obelisco, allaBottega del vino a S. Giusto, da Daneu adOpicina fino a stabilizzarsi al Jolly Hotel e poi alSavoia Hotel.

Nei primi dieci anni io fui parte attiva qualecomponente dei Direttivi e poi come membrodelle Commissioni. Nel 1973, su invito delDirettivo, fui convinto a scrivere un libro suMuggia sia per darlo come omaggio ai confe-renzieri, sia per usare il ricavato della sua ven-dita per un"service" a favore dell'Asilo di Muggia.Il volume, edito nel 1974, dal titolo "Muggia,immagini del suo passato" ebbe un notevole suc-cesso economico e quindi di immagine. La con-segna del ricavato, una cifra notevole, per que-gli anni, fu fatta da Savino in una cerimonia uffi-ciale, al parroco di Muggia don G. Apollonio.

Fui invitato ad assumere la carica di presi-dente, non ricordo l'anno, e non ricordo qualisiano stati i miei "service", ma di una cosa sonoveramente orgoglioso: quella di avere assunto,sotto la mia presidenza e su suggerimento delmio segretario, il compianto Germani, Raffael-la. Forse questo è stato il mio "service" più riu-scito di cui hanno beneficiato e beneficiano tut-tora tutti i presidenti che si sono susseguiti dopodi me. Un "service" che auguro duri ancora moltianni a mio ricordo.

Dal Rotary Nord sono partiti i primi accennialla formazione di un terzo Rotary che caldeg-giavo anch'io, perché oltre che sorgere aMuggia, la mia città, secondo Comune della

I miei primi 40 anni di Rotary

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LUGLIO 2012 - BOLLETTINO N. 4

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Provincia, era diventata una necessità, perché idue Rotary stavano diventando pletorici.

C'era una certa resistenza da parte delRotary Trieste e così passarono alcuni anni sen-za che i vari Governatori prendessero una deci-sione. Anche questa volta Manlio Cecovini rup-pe gli indugi e dai due Club padrini: Trieste eTrieste Nord, fui chiamato ad organizzare la co-stituzione del terzo Club. Il coordinatore era ilpast governor De Ferra. Vigeva ancora la rego-la dei 15.000 abitanti ed il minimo dei 20 socifondatori. Fornii la planimetria dei due Comunidi Muggia e San Dorligo, per definire il territoriodi utenza. L'abbinamento era necessario, per-ché Muggia contava 13.250 abitanti e SanDorligo poco più 6000 e quindi raggiungevo,unendo i due Comuni, i 15.000 abitanti richiesti.

Per la scelta dei fondatori ci ritrovammo coni rappresentanti dei tre Club (De Ferra, Grube,Giammusso, Cavalieri e il pediatra del Burlo dicui non ricordo il difficile cognome, per il RotaryTrieste) Grassi e Urso per il R. Nord ed io per ilnascituro R. Muggia. Ognuno propose dei no-minativi e così formammo l'organico del nuovoClub. I due Club padrini, Trieste e Trieste Nordregalarono la campana, relitto di una nave de-molita, quindi pezzo unico e prezioso. Non ri-cordo bene, ma forse fu un regalo "adpersonam" del mio Club R. Nord. Ne traggoquesta deduzione perché furono Grassi e Ursoche curarono l'omaggio. Io pensai al resto delcorredo e alla scelta della sede. Non esitai ascegliere l'Hotel Lido di Giorgio Suraci che, ov-viamente, proposi come socio fondatore. Scel-ta felice per il trattamento veramente unico,come hanno potuto constatare i sempre nume-rosi visitatori e ospiti che frequentano il nostroClub. Fu deciso che io dovessi essere il primopresidente e accettai l'incarico, anche perchéero l'unico a conoscere le modalità per far fun-zionare il Club.

La lettera del Presidente Internazionale G.Kinross, che sanciva l'ammissione del R.C.Muggia al Rotary Internazionale porta la datadel 9 giugno 1998. La consegna della "Charta"costitutiva avveniva il 26 giugno 1998 dalle manidel Governatore del Distretto 2060, V. BarcelloniCorte. Nasceva così il Rotary Club Muggia (com-prensivo di S.Dorligo - Dolina).

Il mio primo "service" da presidente fu il re-stauro della facciata del Duomo di Muggia, che

mai in passato aveva beneficiato di alcun inter-vento, per cui le condizioni, soprattutto dellebifore, a detta della restauratrice dott.ssaFacchinetti, erano disastrose. Scaduto il primoanno di vita, pubblicammo il primo Bollettino contutte le notizie relative alla costituzione.

Siamo così arrivati al 2012: 40 anni di vitadel R. Nord e 14 del R. Muggia.

E'stato doloroso il distacco dal R. Nord doveavevo cementato della amicizie veramente uni-che, che purtroppo in gran parte non ci sonopiù. Questo è uno dei motivi per cui ho preferitorimanere a Muggia. L'altro è di ordine pratico,perché mi sarebbe stato difficile, alla mia età, erelativi acciacchi, specie nel periodo invernale,venire a Trieste per partecipare alle conviviali.Ho, però, sempre il pensiero rivolto al mio pri-mo Club con cui festeggio quest'anno il 40°Anniversario e rivedo sempre con immenso pia-cere qualche vecchio amico che viene talvoltain visita al Club di Muggia .

Un caloroso abbraccio a tuttiItalico StenerSocio fondatore e past President del R.C.

Trieste NordSocio fondatore e past President del R.C.

Muggia

Il titolo scherzoso di questo mio intervento siriallaccia a quanto soleva dire ManlioCecovini,figura rotariana emblematica: "Rotaria-ni si nasce,non si diventa". Una predisposizione,quindi all'amicizia ed alla solidarietà legata alDNA.

Italico Stener

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ROTARY CLUB MUGGIA - Distretto 2060

DICONO DI NOI

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LUGLIO 2012 - BOLLETTINO N. 4

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ROTARY CLUB MUGGIA - Distretto 2060

LUGLIO

Mercoledì 4 Lido - ore 19,00 Consiglio DirettivoLido - ore 20,00 Relazione programmatica del Presidente Carlo

Alberto Masoli

Mercoledì 11 Lido - ore 20,00 dr.ssa Marina Monassi: “Nuovi servizi informatici”

Mercoledì 18 Lido - ore 20,00 Alessio Curto: “I caratteri generali del design”

Mercoledì 25 Lido - ore 20,00 Comunicazioni del Presidente

Martedì 31 “Salvia & Rosmarino” Interclub estivo con i Rotary Club Trieste e Triesteore 20,00 Nordconviviale con i coniugi

AGOSTO

Mercoledì 29 Lido - ore 20,00 Ferruccio Divo: “Il 4° Rotary Camp di Ancaranoconviviale con i coniugi fra presente e futuro”

SETTEMBRE

Mercoledì 5 ore 20,00 Interclub presso il Rotary Camp di Ancaranoconviviale con i coniugi con i Club di Trieste, Trieste Nord e Capodistria

Venerdì 14 ore 20,00 Interclub al Castello di Gorizia organizzato dal RCconviviale con i coniugi Gorizia in occasione del XX Torneo Internazionale

di Tennis intitolato a Giorgio Tamaro

Mercoledì 19 Lido - ore 20,00 dott. Nicola Lizza: “La Scuola Medica Salernitana:influenza sul progresso della medicina e chirurgianel Medioevo”

Mercoledì 26 Lido - ore 20,00 Relazione del Presidente

Anno rotariano 2011-2012Programma luglio-settembre 2012