Viaggio misterico nella città dei sassi

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Il silenzio narra dei suoni dolcissimi della natura e fa felice il cuore...

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Il silenzio narra dei suoni dolcissimi della natura e fa felice il cuore.

Ma talvolta il silenzio è come un drappo neroche avvolge e soffoca.

Carolina Benincasa

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Viaggio misterico nella magica città dei Sassi

Da alcuni anni, Matera mi vede partecipe delle Sue svariate attività culturali, e non solo come spettatrice, donandomi profonda gioia per la condivisione degli eventi. Non era ancora Patrimonio dell’Umanità, quando, in compagnia di mio cugino, il dott Di Lolli, stimato e amato funzionario delle Poste, prendevo visione della Sua Architettura, delle sue peculiarità immutate negli anni che, via via che il cammino proce-deva, conquistavano i miei occhi, la mia mente, il mio cuore.

Un lungo intervallo di tempo ha segnato la mia assenza dalla bella Matera. Grevi problemi che ho dovuto vivere per alcuni lustri. Quando le grevi realtà , tutti gli impedimenti, la dolorosa dipartita di mia ma-dre non più fecero parte del mio quotidiano, il mio naturale desiderio di impegnarmi nel sociale da sempre nel mio animo, ebbi a conside-rarlo, nel particolare momento che stavo vivendo, anche una scelta catartica per ovviare al grande dolore. Il profondo desiderio di difesa dell’ambiente che andavo narrando durante le mie lezioni di climato-logia ed etnoantropologia, mi condusse a iscrivermi al FAI.

La scelta della bella Matera come sede fu immediata e consequen-ziale. Per il dolce ricordo che tale città aveva lasciato nella mia men-te, nel mio cuore. Ricordo la data del mio ritorno, era il 23 marzo di quattro anni or sono ed io rientravo in quella che sarebbe divenuta ben presto la mia dolce adorata “Città dei Sassi”. Rivivo ancora la dolce profonda emozione nel rivedere i Sassi. Era sera e fui condotta ad un affaccio. Erano illuminati! Lo spettacolo estremamente emozionante, avvolse il mio essere si da suscitare profondo commozione. E così sa-rebbe accaduto ed accade ogni qualvolta mi reco ad un affaccio, sia che RA illumini le misteriche bellezze, o che le luci del crepuscolo regalino ai miei occhi visioni uniche.

Un meriggio, ero nei pressi del prestigioso e storico circolo cultura-le La Scaletta (che tanti anni fa mi fece socio onorario per il mio impe-

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gno socioculturale), in attesa che iniziasse una conferenza, mi appog-giai al muro prospiciente la sede lasciandomi avvolgere dal vorticoso e garrulo andare delle rondinelle che quasi sfioravano il mio capo, men-tre i dolcissimi ed amati falchetti grillai si libravano sereni ed eleganti nell’aere tra i colori stupendi di un crepuscolo primaverile. Ra scompa-riva pian piano dietro le Murge. Era un assistere ad uno spettacolo pri-mordiale, un archetipo della vita su Gaia cui ero spettatrice e partecipe al contempo. Grande misterica realtà, mia adorata Matera.

Tali spettacoli, al pari dei dolci silenzi che ho vissuto e vivo quando mi inoltro nei Sassi, traslano il cuore, la mente in altre dimensioni, do-nando serenità, fin nel profondo. Il susseguirsi di si bellissime gioie del cuore sono state vissute in toto anche grazie al dolcissimo affetto di cui i cittadini materani mi hanno circondato e continuano a donarmi, rendendo ogni mio rientro sempre più gioioso.

A tal proposito un rigraziamento va a Roberto Sacco per i disegni che hanno reso gioiosamente esaustivo un mio pensiero. Gioioso è poter vivere i ricordi di un passato ormai desueto per i più, come l’in-teressante e costante impegno di Mimmo Montemurro nel rievocare concretamente le antiche arti culinarie che evidenziano l’importanza della conoscenza avverso la realtà geoantropica. Emozioni uniche, rare, che mi hanno donato un desiderio profondo di esprimere. E que-sto mio lavoro ne è il risultato finale (ad oggi). Un atto di amore verso un centro che mi ha donato e mi darà momenti catartici, misterici. Grazie Matera per momenti si splendidi.

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Matera ed il turismo

Alcuni amici, in prossimità dell’estate si incontrano e descrivono le aspettative per le prossime vacanze:

“Ciao, dove vai per le ferie, quest’anno?”.“oh,, una grande idea, vado con i miei amici alle Mauritius”.“ Ma la conosci l’Italia?”. “Beh, più o meno qualche regione, ma le Mauritius!!!!!!”... “E tu dove andrai per le ferie?”.(il terzo amico del gruppo)“Alle Canarie, non mi va di volare tante ore”. “Ho capito, e Tu, la co-

nosci l’Italia”.“Oh, beh, è sempre li, chi la tocca. Prima o poi la vedrò (il tutto

espresso con un tono di superiorità e palese commiserazione!”. E, ditemi ragazzi, visto che l’Italia, il più bel paese del mondo è

sempre li, anzi direi qui, conoscete la Basilicata, in particolare Matera, patrimonio del’Umanità, sì, insomma la città dei Sassi?

In coro tutti rispondono:“Ah, si ho visto qualcosina in tv, giusto l’altro giorno.“Si, cari amici, in tv, all’interno delle trasmissioni del livello di “Am-

biente Italia”, di “Sereno Variabile”, giusto per citarne alcune. Ma co-noscete l’importanza, la Storia, la bellezza indiscutibile di tale città? E non lo abbiamo detto (continua il coro), non ci siamo mai andati, pre-feriamo luoghi lontano da noi... (sempre con l’aria di superiorità tipica dei grimpeur ignoranti, per buona misura!!!). Ecco, questo è il colloquio ipotetico che potrebbe svolgersi fra me, sostenitrice di un turismo cul-turale, teso alla conoscenza della propria Nazione ed i poveri guitti che intendono il turismo come sfoggio di biglietti d’aereo per far conosce-re il chilometraggio percorso fra le nubi. Per costoro la conoscenza del proprio territorio, la difesa dell’ambiente, ma anche la capacità di po-ter vivere emozioni, uniche ed irripetibili sono discorsi che fanno loro

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sgranare gli occhi acquosi tipici delle persone degne di Oscar della non cultura. Ovviamente tale conversazione esprime una realtà ai limiti. Ovviamente non tutti coloro che vanno all’estero sono come i perso-naggi su descritti. Certa è una cosa che taluni italiani quasi rifiutano di trascorrere vacanze nel nostro splendido Paese quasi fosse inuti-le. E molti siti vengono conosciuti dagli abitanti dei quattro angoli di Gaia ma non da taluni Italiani.

È quello che accade nella bella, misterica città di Matera. Non a caso ho fondato su Facebook un gruppo avente per tema “Matera, la mi-sterica città dei sassi”. Certo non sono la sola ad amare questa bella dolce città pur non avendo origini in essa. Matera, come molti di Voi sanno, è a me nota da molti anni, quando ancora non era patrimonio dell’Umanità pur se i Sassi erano già divenuti set di alcuni film.

Tornando qualche anno fa, ho potuto scoprirla a fondo nei suoi aspetti più significativi, più coinvolgenti. L’illuminazione che al cala-re della sera le dona un aspetto magico, od al mattino quando Ra illu-mina pian piano le murge, San Pietro Caveoso, ed una fisarmonica un violino, dolcemente fanno sentire la loro voce.

Quando tutto il Sasso è in piena luce ed il volo dei dolcissimi fal-chetti si accompagna alle garrule rondinelle, la vita riprende ed il cuo-re è colmo di gioia. Spettacoli unici, catartici che rendono Matera una città unica indimenticabile. Ormai è nota in tutto il mondo.

Gruppi di turisti si avviano sotto il sole primaverile ed estivo lungo via Ridola, via del Corso, mentre nell’aria si diffonde un dolce profumo di pane e focacce appena sfornati. Benchè gratificante l’interesse che la città dei Sassi suscita presso la gran parte della popolazione di Gaia, a mio parere non le rende giustizia.

Un turismo spesso mordi e fuggi, non certo determinante per lo status economico della città. È pur vero che, come ho già detto, Mate-ra diviene spessissimo un set all’aperto. E tali scelte ne sottolineano vieppiù la peculiarità del territorio. Molti e significative anche conve-gni a carattere nazionale ed internazionale, che costituiscono sempre un momento di conoscenza per futuri auspicabili soggiorni. Ma non basta. Il turismo nella mia adorata Matera deve essere scientificamen-te impostato, al fine di divenire un polo di sviluppo economico di si-gnificativa importanza.

Programmazione, pianificazione ed azione pubblicitaria a tappe-to per tutta Gaia. La nostra cara città va ben essere conosciuta nel-

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le Sue peculiarità. L’appellativo più spontaneo che viene destinato ad essa è: Magica.

E questa magia non deve essere sopita. Pubblicità sui mass media a tappeto con momenti descrittivi delle realtà più salienti, più coinvol-genti. So bene come il centro culturale “La Scaletta” stia stabilendo si-gnificativi contatti con molti Stati europei, e non è da tralasciare l’agi-re dell’avvocato De Ruggieri realizzato attraverso la Fondazione Zete-ma, giusto per citare le più note; accanto ad esse altre associazioni con-cretizzano l’amore avverso Matera anche con rappresentazioni teatra-li, concorsi letterari quali Energheia etc etc.

Ergo, affinchè la bella Matera possa entrare nel circuito, costan-temente e per tutti i giorni dell’anno, pubblicità a tappeto. Tale mo-dus operandi, ovviamente comporterà taluni costi, spesso onerosi, che potranno rientrare, in breve tempo, grazie ad una frequentazione del sito e non per pochi attimi al dì. Occorre cioè, programmare, pensa-re come un manager un imprenditore che deve far conoscere un bene dalla rara bellezza e dalle significative peculiarità.

Non solo sottolineare la misterica bellezza dei Sassi, ma affiancare a tali notizie quelle inerenti, tra l’altro, le ceramiche che vengono pe-riodicamente esposte e che trovo, personalmente, splendide nella loro peculiarità descrittiva di realtà locali e non solo, anche questo contri-buisce a donare magia alla città. Personalmente ho recensite talune opere che mi hanno coinvolto e donato gioia nell’ammirarle, in una cornice altrettanto suggestiva.

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Matera: un dono per Gaia Sono tornata nella bella città lucana, patrimonio della Umanità, dopo

molti anni. Il primo pensiero su tale significativa residenza era stato dettato

dai ricordi fermi nella mia mente e nel mio cuore, dall’ultima visita.Nell’Oggi sono stati resi più reali, più coinvolgenti.È sera quando giungo presso uno dei tanti “affacci”, per vivere il

Sasso Barisano.Non sono molti i turisti ma tutti, al mio pari, vengono rapiti dallo

strano magnetismo che tali costruzioni emanano, avvolgendo lo spet-tatore, penetrando in esso.

Una sensazione forte e tenera al contempo che mi lascia attonita e immobile nell’ammirare quell’insieme di costruzioni ove i vari livelli sembrerebbero essere una tradizionale realtà urbana come si può evi-denziare in molti centri arroccati lungo i crinali dei colli.

Ma...Dopo un più attento esame si percepisce in tutta la sua comples-

sità, la reale struttura che rende sì magico il Sasso Barisano (etimo di incerta origine).

È questa convivenza così stretta che rende il paesaggio compatto, quasi fosse una sola dimora, paragonabile ad un gigante che non in-combe sul visitatore ma lo avvolge in un abbraccio tenero eppur forte, deciso come le braccia dell’innamorato che racchiude la sua amata con la tenera forza dell’amore.

È un messaggio vivo, quasi telepatico che raggiunge tutti i sensi de-gli astanti.

Le luci poste ad illuminare tale realtà contribuiscono a rendere le sensazioni ancora più magiche.

A stento riemergo da questo sogno, ma non del tutto, la magia con-tinua quando mi inoltro tra le vie del Sasso.

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Le stradine strette, pulitissime, rese ancora più suggestive dalla scelta delle luci dei lampioni che sottolineano, nascondono e rendono luminosa la pavimentazione resa quasi preziosa come il marmo, grazie alla molta frequentazione.

Il silenzio non incombe, ma difende quelle vetuste mura che narra-no, in assenza di rumori, il loro andar nel Tempo.

Se la luce artificiale dei lampioni rende ancor più suggestivo il cam-mino per il Sasso, il giorno non riduce la magia, la rende solo diversa.

Il mattino che si era annunciato con una nebbia bianca che, pur lasciando intravedere il sole, poteva anche trasformarsi in pioggia, mi regala un sole quasi estivo.

La visita diurna di tale patrimonio conferma la magia della sera, rivelandomi particolari: qualche scorcio della gravina che si intravede da un vico, una cisterna che serviva per il vivere quotidiano, sita all’in-terno della dimora, la cortesia e l’ospitalità dei rari abitanti.

Ancora una volta questo sito doveva, affascinarmi, stupirmi.Come ho già accennato, Matera annovera non solo il Sasso su de-

scritto, ma anche le Chiese Rupestri costituite da caverne distribuite lungo la parete rocciosa che si erge a strapiombo su una valle fluviale, in fondo alla quale scorre il torrente Gravina.

Furono scelte come abitazioni e luogo di culto dai frati greco-orto-dossi che non si limitarono ad antropizzarle, bensì adornarono le pareti di tali grotte con immagini religiose nello inconfondibile stile pittorico.

Vernissage che, se pur datato, non ha certo perso il Suo fascino at-traverso i mille anni di Storia che essi hanno percorso.

Volendo ammirare in uno sguardo d’ insieme le due realtà, mi reco in località Murgia Timone, un pianoro ove il paesaggio dei Sassi sem-brerebbe quasi nascosto; infatti si intravedono solo le “dimore” del Sasso Caveoso, le Chiese Rupestri, poste nella zona alta della Murgia e il Sasso Barisano rimane nascosto ai miei occhi.

Per poter gioire della vista globale di questo unico e suggestivo Patrimonio dell’Umanità, devo attraversare un prato di asfodeli, alle cui basi si possono ammirare moltissime specie della macchia me-diterranea erbacea originaria quale tarassaco, malva che donano un aspetto variopinto al sentiero che mi conduce sull’orlo della rupe, dalla quale ammiro un paesaggio, talmente suggestivo da suscitare in me profonda commozione.

Non so quanto sono rimasta davanti a tale quadro. Il Tempo si era fermato. In fondo alla valle correva verso il mare la Gravina.

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Le giornate di primavera del FAI

Ogni anno giunge la primavera su GAIA, l’insolazione aumenta, l’ora legale viene riattivata. Proserpina abbandona l’Ade e la gioia si diffonde su molti luoghi. Semplice routine potrebbe dire qualche men-te vuota, priva di sensibilità. È un rituale che funge da catarsi per gli esseri. Il FAI vuole sottolineare ogni anno tale magico momento po-nendo a conoscenza luoghi, monumenti dalla singolare bellezza dai peculiari significati antropici.

Il FAI di Matera nel 2010 ha portato a conoscenza dei partecipanti un luogo che definire magico, catartico, non lo rende certo lontano dalla realtà. In un luogo lontano dai momenti del quotidiano non solo logisticamente. Per vivere tale realtà occorre percorrere una stretta strada e talvolta ripida, che certo non fa pensare a cosa potrà far gioire lo sguardo, il cuore.

Completato il percorso la sorpresa gioiosa è immane. Due verdi valli che rendono il senso della grandeur della regione offrono il loro splendore a chi è giunto su un spiazzale scelto per la postazione dal FAI. Profumi di essenze diverse, voli di rapaci rari e un cielo dal pro-fondo colore azzurro, intervallato da ciuffi di nuvole bianche è la cor-nice a una costruzione che domina la cima di un vasto pianoro qualche chilometro più in la, è la chiesa di Santojanni, di antica storia e sito nel comune di Grottole. Narra di realtà altomediovali di hospitalia, dell’epoca del monachesimo così lontano dall’era tecnologica in cui l’Homo Sapiens Sapiens del terzo millennio vive il suo quotidiano.

Pur essendo sì lontano, ne ricerca la pace la serenità che ispirano, ancor vissuti in maniera non sempre serena o pacifica. Giunti al co-spetto di tale costruzione, il cui restauro procede in maniera molto gratificante per la struttura che sta emergendo dal lontano passato per rivivere ancora, lo sguardo è profondamente gratificato dallo spet-tacolo che Gaia dona. Ancora le dolci valli dal verde intenso eppur di-

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versificato, grazie a una macchia mediterranea, all’orizzonte rilievi dai colori sfumati. La fortezza di Grassano si innalza maestosa nella sua storia a distanza di fuoco dalla Chiesa che stiamo osservando, vivendo l’emozione del tempo che trascorre e ancora più lontano le Dolomiti Lucane. Guglie che svettano contro il cielo decise, immobili nella loro grande storia che vive nelle loro bellezze che fan vibrare chi posa lo sguardo su esse.

Uno spettacolo unico, indimenticabile, emozionante, oinvolgente. Ottima scelta del FAIche ha permesso la conoscenza di un sito sì lon-tano nel Tempo eppur logisticamente vicino alla magica città dei Sassi. Perfetta l’organizzazione, come perfetta è la collaborazione della Cro-ce Rossa, distintasi come sempre per la profonda professionalità dei responsabili.

La loro presenza, il loro sorriso dava sicurezza a tutti i partecipanti; ma se la divisa blu della Croce Rossa era fonte di sicurezza, la divisa verde della Protezione Civile di Grassano non era da meno. Disponi-bili, rassicuranti anche loro hanno reso questa giornata speciale ancor più speciale. Un connubio perfetto, FAI, CROCE ROSSA, PROTEZIO-NE CIVILE. Tutto perché le bellezze di GAIA potessero essere visita-te con sicurezza competenza e profonda soddisfazione. La medesima soddisfazione che i ragazzi hanno sicuramente vissuto alla fine delle due giornate, grazie al loro entusiasmo ed alla loro professionalità cre-ata magistralmente dalla loro docente.

Un grazie a tutti i componenti per tale perfetta sincronia. Ovvia-mente non va obliato il Comune di Grottole nella persona dell’assesso-re alla Cultura Franco De Giacomo. Il sorriso gioioso dei partecipanti alle escursioni è stato il più bel riconoscimento agli organizzatori Gaia ancora una volta può essere grata al FAI perché le sue bellezze vengo-no rese note con gioia con amore, con professionalità e competenza, rimanendo nel cuore e nello sguardo dell’Uomo del terzo millennio sì desideroso di rivivere la Storia, la Sua storia per poter riacquistare cer-tezze.