Viaggi in treno e tanta fantasia

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Viaggi in treno e tanta fantasia le avventure di Martino parte seconda

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le avventure di Martino viaggiando in treno

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Viaggi in trenoe tanta fantasia

le avventure di Martinoparte seconda

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c'è la stazione con i suoi binariun cartellone con tutti gli orarici sono sportelli per i biglietticon un deposito per i bauletti.C'è il giornalaio ed il bar cafè

non ti so dire cosa non c'è.C'è tanta gente che viene e che va

dove e da dove nessuno lo sa.C'è anche un bambino col suo zainetto

sale sul treno in orario perfetto.“sei ormai grandino” gli dice papà“puoi viaggiar solo, mettiti qua”.

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Martino saluta il suo papà che gli ha raccontato tante cose sulle locomotive.Che passione!Pensare che la “mamma delle locomotive” la Rocket in Inghilterra aveva la velocità di 40 Km\h.Di locomotive a vapore ce ne erano state poi di tanti tipi, con diversi sistemi di ruote e di freni.Poi sono arrivate quelle elettriche sempre più perfette e potenti.La prima ferrovia italiana fu costruita agli inizi del '900.

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Ora il treno sta per partire.“quanti Km\h? Questo proprio non me lo ricordo” dice Martino.Va dai nonni in campagna dove i suoi genitori lo raggiungeranno quando avranno le ferie.Non è però tutto solo nel treno perchè è stato raccomandato al ferroviere bigliettaio che è un conoscente di famiglia e che lo farà scendere alla stazione d'arrivo.

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Seconda parte

Cosa fa scatenare la fantasia di Martino?

Al ladro!

“cosa c'è? Cosa c'è? É successo qualcosa?”“Si è per un gioiello” dice una persona nel corridoio.“Un gioiello?”“Il gioiello di una signora” aggiunge qualcuno più in qua.“ché?”

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“Un prezioso gioiello di una signora forse è stato rubato” finisce l'ultimo della fila che si è formata davanti ad uno scomparto.“Rubato?” La mente di Martino, il detective, si mette immediatamente all'opera.“Vediamo” pensa: Terzo libro della mia serie di polizieschi... Primo, segni di riconoscimento: scarpe gialle, no quello è un caso di assassinio.Secondo, quello dal naso a punta no, è il bugiardo.Terzo, occhi lunghi, la spia.Quarto, mani lunghe, ci siamo!

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É il ladro! E si infila tra la gente sbirciando tutte le mani.C'è un gran movimento. C'è una signora formosa che occupa quasi due posti, rossa in viso, cerca di prendere da sotto il sedile una scarpa e di infilarsela su un piede un po' gonfio.Si alza in piedi, traballa e lancia un grido:”ahi!!”. Ricade seduta afferrando la scarpa che si era appena messa e scuotendola un bel oggettino, piccolo come una ciliegia, a forma di fiore, con una pietrina rossa al centro,

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cade per terra.“Macché prezioso gioiello, Macché ladro!”.Davvero un gran rumore per nulla.

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Ci si avvicina ai luoghi di vacanza ed il paesaggio dal finestrino è sempre più bello.

I colori

File di alberi, un prato lungo, un canale d'acqua, un bel campo di grano maturo e una casa di campagna nel centro.Le file di pioppi stanno da quella parte del binario in ordine come soldatini.Da questa parte il bel prato lungo rosso brillante.

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“Wow! Che bel colore rosso che ho” dice l'erba.“Wow! Che bel colore che abbiamo” dicono i papaveri con i petali verde tenero.Il sole scuote la testa:”Ma...!” dice.“Anch'io voglio fare uno scambio di colore” dice il grano maturo e si agita tutto sotto un venticello leggero, poi si volta all'acqua del canale e dice:”Mi dai il tuo azzurro-riflesso di cielo?”.“Si se tu mi dai il tuo biondo oro” dice quello.Il sole scuote ancora la

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testa:”saremo contenti per molto?” si chiede.Martino guarda e batte le mani divertito:”Fantastico!Straordinario!”.Dopo un po' però deve chiudere un momento gli occhi perché tutto quel rosso papavero dei prati lo abbaglia.E quei papaveri verde pallido fra quel grano azzurro cielo e quell'acqua giallo grano non stanno bene. ”Così non può stare” dice.Il prato, i papaveri, il fiumicello, il grano guardano verso il finestrino col fiato

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sospeso:”non ti piacciamo più? Allora vogliamo tornare come prima! Ma come faremo?”“Se a mezzogiorno avremo ancora questi colori dovremo tenerli per sempre, l'ha detto il sole. Come faremo a cambiarli?”.“il buio cancella i colori, ci vuole il buio, ma la notte è lontana non posso farci niente” dice il sole.“Come faremo? Come faremo?” dicono tutti disperati perché ormai è quasi mezzogiorno.Prumm! Di colpo il morale cade in una notte scura, tutto

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scompare, colori, forme, cose! Cosa succede?... Poi il treno esce dalla galleria e tutto ricompare.Martino guarda dal finestrino, la casetta non c'è più ma grano, erba, acqua e papaveri hanno i loro soliti brillantissimi colori.Le ombre per terra sono quasi scomparse perchè è mezzogiorno.

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il rumore del vagone mette sonno, Martino sbadiglia.

I senegalesi

tu-ru-tu-tum...tu-ru-tu-tum...tu-ru-tu-tum.I carrelli del vagone sulle rotaie hanno un ritmo da tamburo.Quic quic quic... Quic quic quic.Il cigolio della carrozza insegue il rullo dei tamburi.Il gruppo di africani, neri neri, nel primo scomparto, sta probabilmente tornando dal

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lavoro e discute a voce molto alta. Tutti portano jeans e maglietta e parlano la loro lingua, una strana lingua.Devono proprio dire cose importanti.Tutti hanno una pelle nero notte, l'uomo più alto con quella collana colorata e un anellone all'orecchio è il capo tribù, si capisce subito!I due mezzi nudi seduti nell'angolo battono tamburi di pelli di animali: tu-ru-tu-tum... quic... tu-ru-tu-tum... quic... tu-ru-tu-tum... quic.Deve essere successo un litigio

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con la tribù vicina, si farà una guerra?Il capo tribù va a consultare lo stregone che ha la faccia dipinta di bianco e rosso, lo stregone pensa, pensa e poi dice:

“Con frecce e bastoni da loro andareo un messaggero anche mandarese sarà pace oppure la guerra

la tua risposta vien dalla terra”.

Il gran capo ha i piedi lunghi e neri, fa un giro tutt'intorno al villaggio, tutte le capanne sono al centro e tutta la tribù è lì raccolta.

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“tu-ru-tu-tum...tu-ru-tu-tum... Fanno i tamburi, due giri intorno al villaggio, tre giri intorno al villaggio, i passi del gran capo sono lunghi e regolari.I piedi toccano terra e si alzano, toccano terra e si alzano. I tamburi rullano, quattro giri, cinque giri...tu-ru-tu-tum... tu-ru-tu-tum... tu-ru-tu-tum... tum!!!il treno si ferma, gli africani scendono dal treno, tutti indossano jeans e maglietta.Martino si morde il dito

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indice:” oh no! Per pochi chilometri non saprò mai la decisione del gran capo!

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Martino vede un ragazzino del sedile di fianco che cerca di passare il tempo costruendo un aeroplano di carta.

L aeroplano di carta'

Mezzo giro e giù in picchiata!Un ragazzino raccoglie l'aeroplanino di carta, deluso “troppo peso in punta” dice.Puff! Niente da fare, anche la seconda prova fallisce.Martino guarda le manine impacciate e frettolose del

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bambino: ”accipicchia!” dicono i pollici.“Le pieghe sono troppo imprecise” esclamano gli anulari.“C'è un errore nel fare le ali” rimproverano i mignolini.“Bravi criticoni! Voi lasciate fare quasi tutto il lavoro a noi” si lamentano indici e medi.Le dieci piccole dita stracciano con rabbia la carta.Dieci di qua, dieci di là, le dita di tutte le mani delle persone lì vicine cominciano ad agitarsi.“Oh diamine!” fanno le dita un po' invecchiate e rigide di una

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nonna, che non riescono a sciogliere il nodo del suo pacchetto azzurro.“cavoli! Non ce la faremo mai a sollevare questa pesante borsa fino al ripiano dei bagagli” dicono dieci giovani dita di ragazza con le unghie rosa.“Perbacco, siamo abituate a ben altro lavoro noi! Siamo così grosse che non riusciremo mai a fare un pacchetto regalo con fiocchetto a riccioli” dicono altre dieci dita di un robusto lavoratore che sta pensando alla sua ragazza.C'è un momento di silenzio,

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poi... “Ognuno faccia quel che può!” grida Martino.Prende un bel foglio di quaderno e si mette a costruire un aereo per il ragazzino.Tutte le dita si mettono sull'attenti.“Posso?” dice la signorina con le unghie rosa e confeziona con cura il pacchetto regalo col nastro a riccioli del lavoratore.“posso?” dice quell'uomo grosso con le mani indurite dal lavoro e solleva e mette sul ripiano la borsa della signorina.

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“Posso?” dice il ragazzino e scioglie il nodo del pacchetto azzurro della nonna.“Posso?” dice la nonna riconoscente e offre i biscotti del pacchetto dicendo” prendeteli pure, li ho fatti io con le mie mani”.I biscottini scricchiolano nelle bocche di tutti, l'aereo fa due giri perfetti ed atterra leggero leggero.Martino si sente come un grande generale che ha organizzato un piano di battaglia.

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Alcuni passeggeri si alzano per prepararsi a scendere alla prima fermata ma...”ho le traveggole o sto vedendo qualcosa di straordinario?” pensa Martino.

Gli extraterrestri

I due extraterrestri stranno

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quatti, quatti tra gli schienali dei sedili ed il finestrino.Sono lunghi e magri e sembrano un po' molli “Avranno la colonna vertebrale?” Martino vede abbastanza chiaramente le braccia ma non distingue le teste anche 'perché le due signore lì vicino hanno abbassato la tendina per ripararsi dal sole.“E poi sono così fermi!” devono avere una grande paura di essere visti!” non osa avvicinarsi anche perché non vuole dare fastidio alla gente che sta salendo sul treno.

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“Bizi... Bizi... Bizi... Bizi...” ora sente nella cuffia del suo walkie-talkie sotto il ritmo delle sue musiche preferite.Le due creature stanno parlando e le cuffie amplificano le loro vocine. “Come lo tenevi?” chiede una.“lo tenevo con la mia tromba-naso quando è arrivato questo serpente di ferro pieno di terrestri. Nessuno mi ha visto anche se sono salito fin qui dopo di te ma ho perso il RICONOSCIMENTO”.“Dobbiamo ritrovarlo subito o non ti faranno più rientrare nel

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pianeta Megalon” dice l'altro.Martino è tutto teso per non perdere nemmeno una parola.Per far passare un signore con una grande valigia fa un passo indietro, sente qualcosa sotto la scarpa e la raccoglie, è un cerchietto d'oro attorno a due ammennicoli identici.“E' il riconoscimento di cui parlava l'extraterrestre!” dice.Diverse persone stanno salendo e cercano un posto per sedersi.Una ragazza passa velocemente per il corridoio della vettura e ripassa una seconda volta

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guardando per terra.“Qualcuno ha trovato il ciondolo d'oro del mio braccialetto? Io sono del segno dei gemelli” chiede.“Dei gemelli? Eccolo” dice Martino quando riesce a riprendersi e a parlare.Poi da una veloce occhiata nello scomparto dove le due signore avevano appeso le loro giacche tra il finestrino e lo schienale dei loro sedili. Sembravano proprio extraterrestri.

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Il viaggio in treno sta per finire e nei vagoni adesso fa molto caldo.

Il deserto

“che sete!”.La sabbia del deserto è bruciata dal sole, dune e poi

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ancora dune, brune e giallo dorate.E dietro quella la, enorme, ancora dune.Martino sa che raggiungerà l'oasi con le palme verdi e potrà finalmente bere.Qualcosa si muove poco lontano, dentro fuori, dentro fuori, dalla sabbia. É la serpe del deserto, tutta ad anelli scuri, molto pericolosa.Il bambino trattiene il respiro... ma poi si rilassa, ben saldo fra le gobbe del suo cammello che cammina a testa alta, con quella specie di strano sorriso.

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Si sente sicuro.“Che animale simpatico, peccato che non possa darmi un po' della sua riserva d'acqua che tiene nelle gobbe... ma cos'è quello?” pensa Martino. Lontano tra sabbia e cielo si è alzato un gran polverone, il cammello si è fermato vicino ad un gruppo di cactus giganteschi. Un lungo braccio di questi indica il nuvolone di sabbia e delle ombre scure in corsa.Il cammello risponde con un brontolio, si sono capiti, si tratta sicuramente di predoni

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del deserto, meglio stare un momento nascosti.Il cammello si piega sulle ginocchia anteriori, Martino si sente scivolare e si attacca alla gobba che... Plop! Gli cade dalle ginocchia per terra.Ne esce fuori un cartone di succo d'arancia.“Wow! Ce ne era ancora uno in fondo allo zainetto, credevo di averli finiti, beh! Il deserto me lo sono immaginato ma la sete la sento davvero!”.

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“Ecco la tua fermata, sei arrivato” dice il ferroviere accompagnando il bambino alla porta “saluta i nonni che sono li ad aspettarti e ti auguro buone vacanze”

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l arrivo'

“Proprio oggi il treno è arrivato con un po' di ritardo” dice il nonno preoccupato alla nonna”.“Chissà come è stanco ed annoiato, povero bambino!” dice la nonna preoccupata al nonno.“Ciao nonni cari!” grida Martino saltando felice dall'ultimo gradino della carrozza col suo zainetto in spalla.“E' stato un viaggio bellissimo,

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velocissimo e divertentissimo!”.

fine

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Tratto dalla serie di piccoli racconti Di Marghe:

“viaggi in treno Con tanta fantasia”

Parte seconda

Edizioni verdefronda 2011