Via degli Dei diario 2011
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LA VIA DEGLI DEI... da Bologna a Firenze.
Nel mese di aprile 2011, abbiamo percorso il cammino della Via degli Dei.
Via degli Dei perchè? perché il tracciato passa attraverso monti che portano il nome di divinità
antiche....Adone, Venere, Mons Junonis (Monzuno).
Il tracciato si snoda totalmente sulla dorsale appenninica che da Bologna porta a Firenze. La
transappenninica è stata seguita in antichità prima dagli Etruschi e poi, dal 187 a.C., dai Romani percollegare la colonia Latina di Bonomia (Bologna) a Fiesole (Firenze).
Attualmente i resti visibili della strada romana (basolato) non sono molti, ma quelli che percorriamo
ci calano in una realtà storica affascinante. Come per tutti i "cammini" ricalchiamo le orme dei passi
dei nostri antenati....tutto ciò è stupefacente.
La bellezza del contrafforte Pliocenico che caratterizza questa zona non ha eguali.
Nel periodo da noi scelto, la bellezza del bosco, dei prati, dei fiori era nel suo massimo splendore e
ci rimarrà per sempre nel cuore. Il verde nuovo delle foglie dei faggi ci ha accompagnato per tutta la
parte alta del tragitto, dando un tal senso di riposo al nostro andare che non abbiamo sentito la
fatica.
Il tracciato è ben segnalato ed è percorribile da tutte le persone che abbiano un po' di allenamento
per trekking di più giorni.La descrizione tecnica e storica più approfondita la rimandiamo alla guida che abbiamo seguito e
che consigliamo: La Via degli Dei (edita da Tamari montagna edizioni).
Per dare invece un’idea di quello che abbiamo vissuto vi trascriviamo un breve diario del nostro
cammino.
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15 aprile 2011 Bologna – Nova Arbora
km. 19,13 – ore di cammino 5,30
Arriviamo a Bologna con la Freccia Rossa delle 7, che in 40 minuti ci porta a destinazione.
Partiamo dalla basilica di S. Luca appena fuori Bologna, che abbiamo raggiunto in taxi.
Seguiamo i segni del sentiero CAI su strada asfaltata per un buon tratto fino a che iniziamo ascendere lungo un sentiero che conduce fino alla chiesa di S.Martino di Casalecchio sul Reno.
Qui costeggiamo il bellissimo parco del Talon.
Superiamo la chiusa sul fiume Reno che scorre alla nostra destra, camminando su un terreno erboso
che, a tratti, può essere molto fangoso. Si tratta con molta probabilità della cassa di espansione del
fiume perché l’ambiente che ci circonda dà proprio l’idea del fiume che si è ritirato dopo aver
invaso tutto.
Passati sotto un ponticello pedonale in ferro, continuiamo con sali scendi fino a raggiungere un bel
viale alberato fiancheggiato da ampi prati, da cui si scorge, ormai lontano, San Luca circondato da
colline verdissime.
Incrociamo la strada asfaltata che conduce a Sasso Marconi e, individuato il bivio giusto (la
segnaletica è un po’ nascosta), giriamo a sinistra e saliamo poco dopo a destra per un sentieroimmerso in un fitto bosco dove le viole a mammola si sprecano, fino a raggiungere i Prati di
Mugnano.
Qui il panorama si apre su campi coltivati, poi rientriamo nel sentiero salendo verso Piazza, per poi
raggiungere dei grandi prati da cui si dominano le colline e le montagne circostanti.
Seguiamo una comoda strada bianca che corre sul crinale e, raggiunta la provinciale che proviene
da Badolo, giriamo a destra e poco dopo entriamo nel viale di accesso del B & B. Nova Arbora,
meta finale di oggi. Questa struttura vale una visita solo per il bellissimo orto botanico che la
signora Donatella ha creato in vent’anni di passione e che oggi è meta di numerose visite di turisti e
scolaresche.
16 aprile 2011 Nova Arbora – Madonna dei Fornelli
km.27,820 ore di cammino 8
Ci incamminiamo verso il Monte Adone, seguendo la strada asfaltata sulla destra, lasciandola poco
dopo prendendo il sentiero che sale sulla sinistra.
Si sale e si scende fra prati e boschi spaziando con lo sguardo su fughe di monti. A destra in basso
scorre l’autostrada del sole. Costeggiamo alcuni campi coltivati e superiamo un gruppo di case
prima di iniziare a salire il ripido sentiero che nel bosco si inerpica verso la cima del Monte Adone.
Il terreno può essere scivoloso in caso di pioggia.
La cima si presenta bellissima con rocce plioceniche e costoni lavorati nel tempo dal vento edall’acqua. Dalla croce si possono ammirare a 360 gradi le cime e le vallate circostanti. E’ uno
spettacolo inaspettato e stupefacente.
Proseguiamo verso Brento, dove è possibile fare una sosta al bar.
Ci inoltriamo poi in un bellissimo bosco di faggi e abeti dopodiché raggiungiamo la località Tre
Fasci. L’unico bar ristorante che incontriamo non prepara panini perciò in caso di necessità occorre
proseguire fino a Monzuno dove ci sono tutti i servizi.
Lasciato il paese, saliamo a destra fra prati e castagni passando su un tappeto di primule, orchidee
selvatiche e mammole. Alla fine di una salita per una strada bianca, si può ancora ammirare il
Monte Adone, che si staglia lontano.
Più avanti incontriamo alcune vecchie case in corso di restauro, tra cui un B. & B. di prossima
apertura.Attraversiamo un lungo tratto nel bosco che con salite e discese ci porta al ripetitore Telecom in
località Sasso Rosso.
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Seguendo una strada bianca arriviamo a Le Croci, dove si erge una piccola chiesetta e i ruderi di
quello che fu un ospitale per pellegrini.
Il cammino prosegue verso Monte Galletto e passiamo accanto a un parco eolico molto rumoroso. Il
percorso ora si snoda sul crinale lungo una strada bianca che scende tranquilla verso Madonna dei
Fornelli già visibile in lontananza dominato dal campanile della chiesa.
E’ possibile pernottare, anche con trattamento di mezza pensione, all’albergo Musolesi.
17 aprile 2011 – Madonna dei Fornelli – Monte di Fò
km.18,60 ore di cammino: 5.40
E’ possibile fare acquisti di viveri per il pranzo in paese prima di inerpicarci per il sentiero che
subito mette a dura prova. Lasciato un bosco di pini e abeti molto alti punteggiato di numerose case
di villeggiatura ci inoltriamo in una splendida faggeta.
All’improvviso il cammino si apre su un ampio spazio da cui si vedono i monti che ci dividono dal
Mugello e sullo sfondo, a destra, si intravedono il Cimone e il Corno alle Scale. Scendiamo per
grandi prati cosparsi di fiori gialli e fiancheggiati da alte macchie di biancospino. Nel mezzocampeggia un bellissimo albero solitario
Iniziamo a trovare resti dell’epoca romana: prima una cava di pietra e più avanti, di nuovo in una
fantastica faggeta, tratti di selciato della via Flaminia militare risalente nientemeno che al 187 a.C..
Salendo verso la località “Passeggere” si trova l’indicazione di una sorgente dove si può rifornirsi di
acqua fresca.
Dopo l’incrocio con un sentiero che viene da Bocca di Rio (loc. Il Passeggere), saliamo per il bosco
e troviamo prima un laghetto artificiale e poi, in una radura, un’antica fornace romana.
Finalmente comincia la lunga discesa, sempre tra faggi e abeti, che ci porta sulla statale della Futa,
dove sbuchiamo proprio di fronte al cimitero militare tedesco.
Superato il cimitero giriamo a destra e subito dopo troviamo i cartelli che a sinistra ci fanno
proseguire in discesa per una strada bianca nel bosco.
Più avanti si trova un bivio: a sinistra si scende direttamente a Monte di Fò; a diritto, in leggera
salita, si fa un giro più ampio per visitare un altro tratto di Flaminia militare per poi raggiungere
Monte di Fò dal basso.
Presso il Campeggio il Sergente, a Monte di Fò, si può alloggiare in comodi appartamenti o
bungalows in muratura.
18 aprile 2011 Monte di Fò – San Piero a Sieve
(km. 22.770 - ore di cammino 6.30
Riprendiamo il cammino percorrendo per poche centinaia di metri la statale che sale alla Futa, poi a
sinistra si segue un sentiero che ci riporta al bivio descritto nella tappa precedente, da dove
mantenendo la destra si sale fino a raggiungere l’Apparita. Attraversiamo la statale e prendiamo il
sentiero GEA 00 che sale sul crinale verso il Monte Gazzaro.
Giunti alla croce del monte si può proseguire in salita, affrontando poi una discesa molto ripida e
piuttosto pericolosa (da evitare assolutamente in caso di pioggia) oppure tornare indietro al bivio
per la traversata a mezza costa, per il passo dell’Osteria bruciata
Dall’Osteria Bruciata si prosegue nel bosco in direzione Sant’Agata per il sentiero CAI n. 46.
Attraversiamo una folta pineta e, usciti dal bosco, la vista si allarga sulla distesa del Mugello. Di
fronte a noi Sant’Agata e in lontananza Scarperia, sul fondo Monte Morello e Monte Senario.
Prendiamo a destra verso la località Il Gabbiano, superata la quale troviamo il B & B “Il Nido delGabbiamo” dove è possibile sostare. Proseguiamo su strada asfaltata che corre su un leggero crinale
affiancata da distese di campi verdeggianti sia a destra che a sinistra che rilassano la vista.
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Dopo un ampio giro, entriamo nel piccolo centro storico di San Piero a Sieve.
Nella piazzetta principale si può alloggiare all’albergo La Felicina.
Una buona pizza si può mangiare alla pizzeria la Bisboccina sulla strada provinciale.
19 aprile 2011 – San Piero a Sieve – FiesoleKm. 30,600 - ore di cammino 8.38
Dal centro storico si sale verso la Fortezza Medicea.
Seguiamo una comoda strada bianca dalla quale, sulla destra, possiamo ammirare le mura della
Fortezza e più avanti, nella valle, il castello di Cafaggiolo.
Dopo una breve discesa, attraversiamo la statale per imboccare una strada bianca che sale verso il
Trebbio. Passiamo sotto le mura del castello sulle quali svetta la torre massiccia, mentre a sinistra
fiancheggiamo una serie di casolari .
La strada prosegue tortuosa in mezzo ai campi.
Scendiamo a Tagliaferro, lasciando sulla sinistra il bivio per Spugnole.
Attraversate le poche case di Tagliaferro e il ponte sul torrente Carza, continuiamo seguendo ilsentiero 00 che con un lungo giro ci porta, fra tratti in salita e tratti pianeggianti immersi in un
bosco di roverelle, fino ai prati della millenaria Badia di Buon Sollazzo.
Da qui si continua tra castagni e quercioli fino al bosco di abeti di Montesenario, raggiungendo
infine il Santuario.
E’ possibile rifornirsi di acqua, c’è una fonte.
Scendiamo per la ripida scesa nell’abetaia, passiamo per l’antica ghiacciaia del convento e usciamo
sulla strada che porta a Pratolino.
Giunti alla croce in ferro dedicata ai Sette Santi fondatori dell’Ordine dei Servi di Maria, prendiamo
per i prati a sinistra in direzione Vetta Le Croci. Da qui si gode una bellissima vista su Fiesole e più
in là Firenze, mentre a destra si stende la piana di Sesto sotto Monte Morello e La Calvana.
Attraversata la provinciale per Polcanto in località Alberaccio, risaliamo brevemente il sentiero che
costeggia l’invaso artificiale di Vetta Le Croci per poi attraversare la strada che porta alla Madonna
del Sasso e imboccare il sentiero che ci porta al passo della Catena. Da qui inizia la ripida salita a
Poggio Pratone. Il sentiero, che sembra non finire mai, scorre in mezzo al bosco, tra tratti
pianeggianti e improvvise salite. A sinistra, di tanto in tanto, si aprono vedute sul Santuario della
Madonna del Sasso e più in basso sul paese di S.Brigida.
Finalmente arriviamo a Poggio Pratone.
Scendiamo verso il ripetitore della Telecom, raggiungiamo le prime ville di Montefanna, superiamo
la chiesetta di S.Michele a Muscoli, arriviamo ai Bosconi e, seguendo la provinciale, entriamo in
Fiesole.
Buon cammino
Guido e Giovanna Mori
Vera Biagioni
Massimo e Barbara Buldrini
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