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Via Crucis

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Via Crucis

della Minima

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INTRODUZIONE ALLA VIA CRUCIS

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

Fratelli, disponiamoci a contemplare la passione e morte del nostro Salvatore Gesù Cristo, per meglio

comprende la grandezza dell’amore di Dio e la gravità del peccato.

Atto di dolore

Preghiamo

O Padre, che ci hai redenti con la passione dolorosa e la risurrezione del tuo Figlio, Gesù Cristo, concedi

a noi di meditare questi santi misteri alla luce della tua Parola, affinché, dopo aver venerato sulla terra

l’immagine di Gesù sofferente, possiamo contemplare in cielo il suo volto risorto e splendente di gloria.

Per Cristo nostro Signore. Amen

Ave, Maria… Signore, pietà!

Santa Madre, deh, voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore!

Gesù, Gesù mio bene, stampa nel mio cuore le tue pene.

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PRIMA STAZIONE: GESÙ È CONDANNATO A MORTE - Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo

- Perchè con la tua santa croce hai redento il mondo

LA MINIMA SARÀ PERSEGUITATA

I. La persecuzione è la mia sorte Signore, per mezzo di San Paolo, mi fai sapere Tm 3,12). Poi, per confortarmi, aggiungi queste parole:

“Un servo non è più grande del suo padrone. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi”

(Gv 15,18.20). Difatti: “dobbiamo entrare nel regno di Dio attraverso molte tribolazioni” (At 14,22).

La Minima, che vive di fede e di amore, segue il Cristo sulla via della croce generosamente e

incondizionatamente, subendo e accettando tutto ciò che Lui ha subito e accettato, anche se ciò

comporta tanta sofferenza. Sofferenza che in lei è sempre fonte di esperienza gioiosa.

II. Non devo aver paura della sofferenza Signore, tu hai detto: “Nel mondo avete tribolazioni” (Gv 16,33). Ebbene, il solo pensiero che sarò

perseguitata mi spaventa. E tu, con tanta bontà mi dici: “Non sia turbato il vostro cuore” (Gv 14,1). “Ma

abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!” (Gv 16, 33). “E non abbiate paura di quelli che uccidono il

corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima” (Mt 10,28). “Chi avrà perduto la sua vita per causa

mia, la troverà” (Mt 10,39).

La Minima non teme le persecuzioni, bensì teme se non c’è nessuno che la perseguiti, perchè nel

primo caso ha la conferma di vivere nel Cristo, nel secondo caso c’è la possibilità che non lo sia.

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III. É una grazia per me essere perseguitata per amore del Cristo Signore, San Pietro mi rivela il genuino valore cristiano della persecuzione dicendo: “Questa è grazia:

subire afflizioni, soffrendo ingiustamente a causa della conoscenza di Dio” (1Pt 2,19).

È una tua grazia, perchè la persecuzione mi dà la certezza della presenza dello Spirito Santo in me:

“Beati voi - mi dice San Pietro - se venite insultati per il nome di Cristo, perchè lo Spirito della gloria,

che è Spirito di Dio, riposa su di voi” (1Pt 4,14).

È una tua grazia, perchè la persecuzione mi assicura una grande ricompensa nel cielo: “Beati voi – mi

dici - quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi

per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perchè grande è la vostra ricompensa nei cieli” (Mt 5,11-12). È

una tua grazia, perchè la persecuzione mi dà il possesso del Paradiso: “Beati i perseguitati per la

giustizia - mi dici tu - perchè di essi è il regno dei cieli” (Mt 5,10). Grazie, Signore, del dono della

persecuzione!

La Minima sarà sempre accompagnata dall’incomprensione e dall’ostilità, perchè sono il segno

tangibile della presenza di Dio in lei.

Preghiamo

O Padre, che hai tanto amato il mondo da dare per noi il tuo unico Figlio, concedici di comprendere che

la persecuzione è un atto del tuo amore. Per Cristo nostro Signore. Amen. Ave, Maria… Signore, pietà! Santa Madre... Gesù, Gesù mio bene....

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SECONDA STAZIONE: GESÙ RICEVE LA CROCE - Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo

- Perchè con la tua santa croce hai redento il mondo

LA MINIMA RICEVE DALLE MANI DI DIO LA CROCE DELLA SOFFERENZA

I. Devo prendere e portare la mia croce

Signore, tu mi dici con chiarezza: “Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la

sua croce ogni giorno e mi segua” (Lc 9,23). Poi, a scanso di equivoci, aggiungi: “Colui che non porta

la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo” (Lc 14,27).

Ci sono tante strade per arrivare alla vittoria, per affermare il diritto e la giustizia, per instaurare il

regno della verità e dell’amore, ma per la Minima la più sicura è quella della sofferenza.

II. Devo accettare la sofferenza dalle mani di Dio

Signore, è vero che tu m’inviti a prendere la mia croce ogni giorno, però - non so perchè - temo tanto la

sofferenza. Tu m’incoraggi, dicendo: “Non temere ciò che stai per soffrire” (Ap 2,10); “sopporta le

sofferenze” (2Tm 4,5), anzi ti dico che tutto ciò che subisci di avverso e di doloroso ti avviene per il

meglio. Io dal tuo dolore, dalle tue avversità voglio conseguire un bene maggiore. Se non ci fosse tale

possibilità, non permetterei tale dolore e tale angoscia. Difatti “noi sappiamo che tutto concorre al bene,

per quelli che amano Dio, per coloro che sono stati chiamati secondo il suo disegno” (Rm 8,28). Se

dunque ricevi dei torti, se qualcuno ti colpisce e ti tormenta, accetta tutto con pazienza. Ogni lacrima,

ogni sopportazione, ogni sacrificio ha la sua contropartita proporzionata, in maniera che il bilancio finale

sia sempre in attivo per te.

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Ebbene, Signore, ti ripeto con Giobbe: “Il Signore ha dato, il Signore ha tolto, sia benedetto il nome del

Signore” (Gb 1,21). “Se da Dio accettiamo il bene, perchè non dovremmo accettare il male?” (Gb 2,10).

La Minima si abbandona senza riserve sotto la macina dei doveri del suo stato e delle sofferenze

provvidenziali. Nessuna sofferenza le riesce troppo grande, pur di raggiungere quanto Dio attende da lei.

III. É una grazia per me soffrire per amore di Cristo

Signore, per mezzo di San Paolo mi riveli che il soffrire è una grazia: “a voi è stata data la grazia non

solo di credere in lui, ma anche di soffrire per lui” (Fil 1,29), perchè “come abbondano le sofferenze di

Cristo in noi, così, per mezzo di Cristo, abbonda anche la nostra consolazione” (2 Cor 1, 5). Inoltre, “se

davvero prendiamo parte alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria” (Rm 8,17). Anzi,

“nella misura in cui partecipate alle sofferenze di Cristo, rallegratevi, perchè anche nella rivelazione

della sua gloria possiate rallegrarvi ed esultare” (1Pt 4, 13). Infatti, dice San Paolo: “Ritengo infatti che

le sofferenze del tempo presente non siano paragonabili alla gloria futura che sarà rivelata in noi”

(Rm 8,18).

Per questo, Signore, non solo accetto la mia croce, ma ti ringrazio del gran dono della sofferenza che mi

dai ogni giorno.

La Minima riceve ed accetta le croci e le sofferenze di ogni giorno con la gioia del povero che riceve

immense ricchezze.

Preghiamo Dio Onnipotente, per i meriti della passione e morte del tuo Figlio, concedi a noi la forza di prendere la

nostra croce ogni giorno e di seguire il nostro Salvatore. Per Cristo nostro Signore. Amen. Ave, Maria… Signore, pietà! Santa Madre... Gesù, Gesù mio bene....

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TERZA STAZIONE: GESÙ CADE LA PRIMA VOLTA SOTTO LA CROCE - Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo

- Perchè con la tua santa croce hai redento il mondo

LA MINIMA CADE OGNI GIORNO NEL PECCATO

I. Ogni giorno constato che cado nel peccato

Signore, anch’io devo dirti che ogni giorno cado nel peccato, ogni giorno faccio l’esperienza del

peccato. Hai ragione quando mi dici che “non c’è infatti sulla terra un uomo così giusto che faccia solo

il bene e non sbagli mai” (Qo 7,20). Poi aggiungi: “E chi non ha peccato con la sua lingua?” (Sir 19,

16). Per questo San Giovanni afferma: “Se diciamo che siamo senza peccato, inganniamo noi stessi, e la

verità non è in noi”. “Se diciamo di non avere peccato, facciamo di lui un bugiardo e la sua parola non

è in noi” (1Gv 1,10). Perciò, Signore, ti supplico con tutto il cuore: “Non entrare in giudizio con il tuo

servo: davanti a te nessun vivente è giusto” (Sal 142, 2).

La Minima non si spaventa delle cadute: le dimostrano sempre la sua immensa debolezza e fragilità e le

manifestano la grandezza della misericordia divina.

II. Ogni volta che pecco devo riconoscere la mia colpa e chiedere umilmente perdono

Signore, ho peccato e pecco, ma ho fatto di tutto pur di nascondere la mia colpa o di scusarla, quando gli

altri l’hanno conosciuta. Ora, però, umilmente devo dirti con Davide: “Sì, le mie iniquità io le riconosco,

il mio peccato mi sta sempre dinanzi” (Sal 50, 5), perchè “contro di te, contro te solo ho peccato, quello

che è male ai tuoi occhi, io l’ho fatto” (Sal 50, 6).

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Signore, ti supplico: “Vedi la mia povertà e la mia fatica, perdona la mia colpa, anche se è

grande”

(Sal 24, 18.11); fallo “a motivo del tuo nome” (Sal 78,9).

La Minima, quando cade nel peccato non si scoraggia, ma umilmente riconosce la sua colpa, chiede

perdono e riprende il suo cammino, confidando non nelle sue forze, ma in Dio solo.

III. Se ogni giorno pecco, ogni giorno devo riparare

Signore, mi consola il pensiero che “uno spirito contrito è sacrificio a Dio, un cuore contrito e affranto,

tu, o Dio, non disprezzi” (Sal 50,19).

Ebbene intendo riparare, e con Zaccheo ti dico: “Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai

poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto” (Lc 19,8).

Intendo riparare, e farò come la profetessa Anna, che “Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio

notte e giorno con digiuni e preghiere” (Lc 2,37).

Intendo riparare, ripetendoti con Davide: “Insegnerò ai ribelli le tue vie e i peccatori a te ritorneranno”

(Sal 50,15).

La Minima, confessandosi colpevole, si riconosce obbligata verso la giustizia divina ad ogni sorta di

riparazioni e di soddisfazioni.

Preghiamo

Dio Onnipotente ed eterno, guarda al tuo amatissimo Figlio Gesù, caduto sotto la croce, e concedi il

perdono a noi che invochiamo la tua misericordia. Per Cristo nostro Signore. Amen. Ave, Maria… Signore, pietà! Santa Madre... Gesù, Gesù mio bene....

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QUARTA STAZIONE: GESÙ INCONTRA LA SUA SS.MA MADRE - Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo

- Perchè con la tua santa croce hai redento il mondo

LA MINIMA SULLA VIA DELLA CROCE INCONTRA LA VERGINE

CHE COME MAMMA, LA DIFENDE E LA CONFORTA

I. La Vergine Santa, come mamma, mi conforta

Signore, tu lo sai che ho deciso di seguirti sulla via della croce. Tu sei il mio maestro, io sono il tuo

discepolo. Come tu fosti confortato dalla presenza della tua mamma sulla via della croce, così hai voluto

che la mamma tua non mancasse mai nella mia vita di sofferenza. Me l’hai data infatti come mamma sul

Calvario: “Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla

madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!»” (Gv 19, 26-27).

Signore, è lei oggi che mi conforta con la sua presenza e il suo amore, nell’ora del mio dolore,

ripetendomi le parole del profeta Isaia: “Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non

commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se costoro si dimenticassero, io invece non ti

dimenticherò mai” (Is 49,15).

La Minima aderisce in tutto al Cristo e lo segue con amore. Le sofferenze, le contrarietà, le

persecuzioni che incontra, non la sorprendono. Sulla via della croce c’è sempre la Vergine, che come

mamma la difende e la conforta.

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II. La Vergine Santa è il mio rifugio Signore, è tua madre oggi a confortarmi, nell’ora del mio dolore, presentandosi a me come rifugio sicuro

nelle tempeste della vita. È lei che mi dice: “Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi

darò ristoro” (Mt 11,28). La Minima ama la Vergine come mamma celeste, e nei momenti di sconforto si rifugia nel suo cuore di mamma, per avvertire la sua presenza di amore.

III. La Vergine Santa è il mio modello di sofferenza Signore, è tua madre oggi a confortarmi, nell’ora del mio dolore, presentandosi a me come modello di

sofferenza.

È lei che m’invita a guardarla, a contemplarla, mentre soffre a fianco al Cristo per la salvezza degli

uomini, suo figli, dicendomi: “Voi tutti che passate per la via, considerate e osservate se c’è un dolore

simile al mio dolore” (Lam 1,12).

Grazie Signore, per avermi dato come mamma tua madre. Dono più grande non me lo potevi fare. Ora

mi sento più sicura. A fianco a te, redentore, mediatore e crocifisso, trovo la tua santissima mamma come

corredentrice, mediatrice e Addolorata. Grazie! Grazie! grazie!

La Minima ama la Vergine come mamma che ama tutti fedelmente. Sa che conosce tutto ciò che affligge

il suo cuore, che vede ogni suo sguardo, e che ascolta ogni sua parola, per questo a lei chiede sempre

aiuto e sostegno.

Preghiamo

O Padre, che hai voluto associare la Vergine alla passione del tuo unico Figlio, concedi a noi, per il ricordo

del suo dolore, di partecipare con Lui alla gioia della risurrezione. Per Cristo nostro Signore. Amen. Ave, Maria… Signore, pietà! Santa Madre... Gesù, Gesù mio bene....

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QUINTA STAZIONE: GESÙ È AIUTATO DAL CIRENEO A PORTARE LA CROCE - Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo

- Perchè con la tua santa croce hai redento il mondo

GESÙ È AIUTATO DALLA MINIMA A PORTARE LA CROCE

I. Il Cristo mi chiede la sofferenza per salvare le anime

Signore, tu con la tua passione e morte hai salvato tutte le anime. Dice San Pietro che “anche Cristo è

morto una volta per sempre per i peccati, giusto per gli ingiusti, per ricondurvi a Dio” (1Pt 3,18). Però,

per tua bontà, hai voluto associare me alla tua opera di redenzione e, avendo bisogno della mia

sofferenza per salvare le anime, mi rivolgi la stessa domanda che rivolgesti a Giacomo e Giovanni:

“Potete bere il calice che io sto per bere? Gli dicono: «Lo possiamo!»” (Mt 20,22). Questa è anche la

mia risposta.

La Minima è invitata ad offrire tutte le cose e tutti i beni da lei posseduti, nella misura in cui esercita un

influsso nel mondo. È chiamata ad offrire il suo essere e la sua attività, e, ad ogni istante, tutto quello

che le capita e tutto quello che contrassegna la sua vita personale, cioè incontri e avvenimenti lieti o

tristi. Offre anche la sua miseria o la sua angoscia, dando così ad esse un vero valore, cioè il valore

redentivo e riparatore.

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II. Accetto la sofferenza per aiutare il Cristo a salvare le anime

Signore, non sono insensata nell’accettare la sofferenza. Ti voglio aiutare a portare la croce, perchè sono

convinta che senza penitenza, “senza spargimento di sangue non esiste perdono” (Eb 9,22), né per i miei

peccati e né per quelli dei miei fratelli. Perciò ti dico con San Paolo: “sopporto ogni cosa per quelli che

Dio ha scelto, perché anch'essi raggiungano la salvezza che è in Cristo Gesù, insieme alla gloria

eterna” (2Tm 2,10) e con San Tommaso ti ripeto: “Andiamo anche noi a morire con lui!” (Gv 11,16).

La sofferenza ha la potenza di salvare terzi, perchè arriva là dove la malizia umana impedisce il

rapporto diretto della grazia. Questo pensiero riempie sempre il cuore della Minima di gioia e letizia,

come riempie di gioia e di letizia il cuore di Dio.

III. Unisco le mie sofferenze a quelle di Cristo per salvare le anime

Signore, seguendo te sulla via della croce, desidero ardentemente unire le mie sofferenze alle tue, perchè

voglio essere a fianco a te per aiutarti. Anzi, ti dico con San Paolo, che “sono lieto nelle sofferenze che

sopporto per voi e do compimento a ciò che, dei patimenti di Cristo, manca nella mia carne, a favore del

suo corpo che è la Chiesa.” (Col 1,24).

La Minima associa la sua sofferenza di ogni giorno a quella del Cristo, perchè sa che il Cristo ha

bisogno di anime che soffrono, e che Dio esige la sua collaborazione, dandole come dono: pace, gioia

serena e conforto.

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Preghiamo

Signore Gesù, che hai accolto con riconoscenza l’aiuto di Simone, il Cireneo, nel portare la croce del tuo

supplizio, concedi a noi la grazia di portare con gioia la croce del suo servizio e di confortare con la

nostra carità le sofferenze dei fratelli. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen. Ave, Maria… Signore, pietà! Santa Madre... Gesù, Gesù mio bene....

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SESTA STAZIONE: LA VERONICA ASCIUGA IL VOLTO DI GESÙ - Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo

- Perchè con la tua santa croce hai redento il mondo

LA MINIMA ASCIUGA IL VOLTO DI CRISTO SOFFERENTE

I. Il mio peccato rinnova la passione di Cristo Signore, per mezzo di San Paolo hai detto che i peccatori “per quanto sta in loro, essi crocifiggono di

nuovo il Figlio di Dio e lo espongono all'infamia” (Eb 6,6).

Questa verità, quando la medito, mi sconvolge sempre. Ora ti dico, che per quanto è in me, non voglio

più peccare, perchè non intendo col mio peccato rinnovare la tua passione, crocifissione e morte.

Preferisco la morte al mio peccato.

La Minima è fedele agli impegni presi col Cristo. Ella sa, che le anime fedeli agli occhi di Dio sono

superiori a tutto, e che Dio apprezza la fedeltà, qualunque ne sia l’oggetto, piccolo o grande; come

l’infedeltà lo rattrista sempre.

II. Il Cristo si lamenta per la mia indifferenza Signore Gesù, tu attraverso i secoli continui a soffrire rinnovando la tua agonia del Getsemani. Il

Vangelo dice di te, che incominciasti “a provare tristezza e angoscia”. Che dicesti: “La mia anima è

triste fino alla morte” (Mt 26, 37-38); che “entrato nella lotta, pregavi più intensamente, e il tuo sudore

diventò come gocce di sangue che cadono a terra” (Lc 22,44). Hai ragione di lamentarti con me che ti

avevo promesso: “Ti seguirò dovunque tu vada” (Mt 8,19). Eppure lo fai con tanta dolcezza: “Perchè

dormite?” (Lc 22,46). “Così non siete stati capaci di vegliare con me una sola ora?” (Mt 26,40). “Mi

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aspettavo compassione, ma invano” (Sal 68,21) perchè “lontano da me è chi consola, chi potrebbe

ridarmi la vita” (Lam 1,16).

La Minima contempla il Cristo che le dice: dammi tu la consolazione di supplire alle immense

ingratitudini di freddezze e ripulse che molti mi danno; offrimi una degna riparazione; impegnati ad una

sempre crescente conoscenza del mio amore; entra ogni giorno sempre più in una personale intimità con

il mio cuore.

III. Sarò il tuo angelo consolatore Signore, voglio asciugare il tuo volto sofferente, consolandoti nella solitudine dell’Eucaristia, dove stai

nell’attitudine di vittima. Tu mi dici: “Restate qui. Vegliate e pregate” (Mt 26,38.41).

Ebbene, verrò a trovarti in chiesa, e con la mia visita quotidiana, fatta di veglia e di preghiera, riempirò

la tua solitudine per essere il tuo angelo venuto a confortarti (cfr. Lc 22,43), per essere il tuo consolatore

(cfr Is 51,12). Inoltre asciugherò il tuo volto, impegnandomi a riprodurre in me tutte le virtù che tu hai

esercitato in modo eroico nella tua passione e morte.

Questo è il cammino della Minima: portare sul proprio volto i segni gloriosi della passione di Cristo,

testimoniando le sue virtù della pazienza, della bontà, della dolcezza, della misericordia, del perdono,

dell’amore.

Preghiamo O Dio, rinnovaci a somiglianza del tuo Figlio; e come abbiamo portato in noi, per la nostra nascita,

l’immagine dell’uomo terreno, così, per l’azione del tuo Spirito, fa’ che portiamo l’immagine dell’uomo

celeste. Per Cristo nostro Signore. Amen. Ave, Maria… Signore, pietà! Santa Madre... Gesù, Gesù mio bene....

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SETTIMA STAZIONE: GESÙ CADE LA SECONDA VOLTA SOTTO LA CROCE - Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo

- Perchè con la tua santa croce hai redento il mondo

LA MINIMA RICADE OGNI GIORNO NEL PECCATO

I. Io ricado ogni giorno nel peccato

Signore, ricado nel peccato perchè continuo a ribellarmi ai tuoi comandamenti perchè non credo alla tua

parola e ai tuoi prodigi (cfr. Sal 77,17.32), con i quali mi accompagni in tutti i giorni della mia vita.

Voglio fare la mia esperienza lontano da te. Faccio come Eva: “vide che l’albero era buono da

mangiare, gradevole agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò,

poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch’egli ne mangiò” (Gn 3,6).

Purtroppo oggi devo confessarti che questa esperienza è sempre fatta di peccato.

La Minima, quando ripetutamente cade, non si scoraggia, perchè sa che è più accetta a Dio un’anima

che pecca ripetutamente, ma poi si umilia e si rialza, che una che pecca raramente, ma difficilmente

riconosce il suo peccato.

II. Ogni volta che ricado nel peccato devo rialzarmi e invocare la misericordia di Dio.

Signore, tu hai detto, che “se il giusto cade sette volte, egli si rialza” (Pr 24,16); “se cade, non rimane a

terra, perchè tu sostieni la sua mano” (Sal 36,24). Di me devo anche dire, che se cado “tu rialzi

chiunque è caduto” (Sal 144,14), perchè “grande con me è la tua misericordia: hai liberato la mia vita

dal profondo degli inferi” (Sal 85,13).

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Signore, ecco la mia preghiera di sempre: “O Dio, abbi pietà di me peccatore” (Lc 18,13); “abbi pietà,

secondo la tua misericordia” (Sal 118, 58).

La Minima non si vergogna delle sue miserie. Non sta in disparte. Il suo sguardo non è umano, ma

soprannaturale. Per tutto si rivolge al buon Dio, che con tanta misericordia cerca di aiutarla.

III. Ogni giorno devo fare penitenza per espiare il mio peccato.

Signore, lo so che devo far penitenza del mio peccato per espiarlo, perchè tu hai detto: “Figlio, non ti

impigliare due volte nel peccato, perchè neppure di uno resterai impunito” (Sir 7,8). “Io vi farò scontare

tutte le vostre colpe” (Am 3,2). Ebbene, con il figliuol prodigo ti ripeterò ogni volta che cado nel

peccato: “Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato contro il Cielo e davanti a te; non

sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati” (Lc 15,18-19),

perchè per me “è meglio un giorno nei tuoi atri, che mille nella mia casa” (Sal 83,11).

La Minima rimane calma tra le pene della vita e nelle sue pene vede l’espiazione delle sue colpe.

Inoltre la Minima accetta bene le piccole umiliazioni, i contrasti, gli urti inevitabili della vita comune e

considera tutto questo come un bene dovuto al suo nulla e ai suoi peccati.

Preghiamo

O Dio, che preferisci essere misericordioso con quelli che peccano, concedi di piangere, come si deve, i

peccati commessi, e di meritare la grazia della tua gloria. Per Cristo nostro Signore. Amen.

Ave, Maria… Signore, pietà! Santa Madre... Gesù, Gesù mio bene....

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OTTAVA STAZIONE: GESÙ CONSOLA LE DONNE DI GERUSALEMME - Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo

- Perchè con la tua santa croce hai redento il mondo

LA MINIMA, NONOSTANTE LA SOFFERENZA, CONSOLA I SUOI FRATELLI

I. Sono stata mandata a consolare gli afflitti Signore, oggi, col profeta Isaia, ti dico: “Lo Spirito del Signore è su di me perchè il Signore mi ha

consacrato con l’unzione; mi ha mandato a portare il lieto annunzio ai miseri, a fasciare le piaghe dei

cuori spezzati, a proclamare la libertà degli schiavi, la scarcerazione dei prigionieri, a promulgare

l’anno di misericordia del Signore, per consolare tutti gli afflitti, per allietare gli afflitti di Sion”

(Is 61, 1-3).

La Minima, quando consola, dimentica se stessa, i suoi problemi e le sue sofferenze, e anche quando la

sua anima sente il bisogno di stare sola, se può dire una parola di conforto, non si rifiuta.

II. Devo compiere la missione profetica nonostante la mia sofferenza Signore, tu lo sai, che, accettando di essere catechista, ti promisi di annunciare “il tuo nome ai miei

fratelli” (Sal 21,23). Per compiere questa missione profetica “il Signore Dio mi ha dato una lingua da

discepolo, perchè io sappia indirizzare una parola allo sfiduciato. Ogni mattina fa attento il mio

orecchio perchè io ascolti come i discepoli. Il Signore Dio mi ha aperto l’orecchio e io non ho opposto

resistenza, non mi sono tirato indietro” (Is 50, 4-5).

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Signore, ti ringrazio di cuore. Però, quanta sofferenza mi costa l’annunzio della tua Parola! Nonostante

tutto “ho presentato il dorso ai flagellatori, le mie guance a coloro che mi strappavano la barba; non ho

sottratto la faccia agli insulti e agli sputi” (Is 50,6).

La Minima, a tutte le anime che le sono attorno, ricorda sempre la necessità della preghiera e della

penitenza per convertirsi. Inoltre sa soffrire per l’ideale dell’apostolato, sa sopportare con coraggio le

pene e le fatiche che sono unite all’annunzio della Parola di Dio e paga di persona con la sua

sofferenza.

III. Come devo consolare i miei fratelli

Signore, io consolerò i miei fratelli svelando, alla luce della tua Parola, il mistero del dolore. Dirò loro

che non sei stato tu a portare nel mondo la sofferenza e la morte, ma è stato il peccato. “Poiché tu hai

fatto questo - dicesti - moltiplicherò i tuoi dolori...; con dolore partorirai figli” (Gn 3,16), “con il sudore

del tuo volto mangerai il pane; polvere tu sei e in polvere ritornerai” (Gn 3,19).

Dirò loro che la giustizia di Dio esige che il nostro peccato e quello dei nostri fratelli sia riparato: “In

verità ti dico: non uscirai di là finchè non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo” (Mt 5,26).

Dirò loro che se soffre il giusto per riparare il peccato che lui non ha commesso, a maggior ragione deve

soffrire il peccatore per riparare il suo peccato, “perchè se si tratta così il legno verde, che avverrà del

legno secco?” (Lc 23,31).

La Minima quando va dagli altri non porta i suoi doni, ma porta il Cristo che ha nel cuore, e con la

Parola di Dio fa penetrare nella vita di tanti il mistero della misericordia di Dio.

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Preghiamo

O Dio, che non vuoi la morte, ma la conversione e la vita dei peccatori, ascolta la nostra preghiera, e per

la sofferenza del tuo Figlio, concedi a noi la tua pace. Per Cristo nostro Signore. Amen.

Ave, Maria… Signore, pietà! Santa Madre... Gesù, Gesù mio bene....

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NONA STAZIONE: GESÙ CADE LA TERZA VOLTA SOTTO LA CROCE - Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo

- Perchè con la tua santa croce hai redento il mondo

LA MINIMA CADE CONTINUAMENTE NEL PECCATO

I. Io cado continuamente nel peccato Signore, con San Paolo ti dico: “Io so infatti che in me, cioè nella mia carne, non abita il bene: in me

c’è il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo; infatti io non compio il bene che voglio, ma il

male che non voglio. Ora, se faccio quello che non voglio, non sono più io a farlo, ma il peccato che

abita in me. Infatti nel mio intimo acconsento alla legge di Dio, ma nelle mie membra vedo un’altra

legge, che combatte contro la legge della mia ragione e mi rende schiavo della legge del peccato, che è

nella mie membra” (Rm 7,18-20.22-23).

Signore, riconosco che “nella colpa sono stato generato e nel peccato mi ha concepito mia madre”

(Sal 50,7), però comprendimi e salvami.

La Minima sa, che il peccatore pentito che si umilia e che fa penitenza attira sopra di sè molte

grazie, molto più di chi ha poco peccato, ma non sa né umiliarsi, né fare generosi sacrifici.

II. Nonostante il mio peccato, Dio mi ama e mi salva Signore, due sono i pensieri che mi confortano. Il primo è questo: che nonostante il mio peccato, tu

Signore, mi ami: “Ti ho amato di amore eterno - mi dici per mezzo del profeta Geremia - per questo

continuo ad esserti fedele” (Ger 31,3). Ma ciò che più mi commuove fino alle lacrime e che “non siamo

stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione

per i nostri peccati” (1Gv 4,10). “Ora, a stento qualcuno è disposto a morire per un giusto; forse

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qualcuno oserebbe morire per una persona buona. Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi nel fatto

che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi” (Rm 5,7-8).

Il secondo pensiero che mi conforta è questo: che nonostante il mio peccato, tu mi salvi. Difatti: guarisci

tutte le mie infermità, salvi dalla fossa la mia vita, mi circondi di bontà e misericordia” (Sal 102, 3-4). E

inoltre, Signore, tu hai detto:“Io perdonerò le vostre iniquità” (Ger 31,34) e “anche se i vostri peccati

fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come neve. Se fossero rossi come porpora, diventeranno

come lana” (Is 1,18). La Minima sa che la bontà di Dio è infinita. Il suo amore non si arresta, non ha

pentimenti, né perplessità. Ha bisogno di effondersi su tutti, anche su chi lo rinnega.

III. CANTERÒ PER SEMPRE LA MISERICORDIA DEL SIGNORE Signore, dinanzi a tutte queste tue meraviglie di amore e di salvezza, permettimi di esprimere i miei

sentimenti: “Canterò in eterno l’amore del Signore” (Sal 88, 2). “Voglio cantare al Signore, perchè ha

mirabilmente trionfato. Mia forza e mio canto è il Signore, egli è stato la mia salvezza. È il mio Dio: lo

voglio lodare, il Dio di mio padre: lo voglio esaltare!” (Es 15, 1-2). “Sei tu il mio Dio e ti rendo grazie,

sei il mio Dio e ti esalto, perchè il suo amore è per sempre” (Sal 117, 28-29).

Le ricadute nel peccato manifestano alla Minima la grandezza della misericordia divina, che è sì

grande che nessuna parola può esprimerla e nessun pensiero concepirla: sorpassa la capacità della

nostra mente e di tutti i nostri ragionamenti.

Preghiamo O Dio Onnipotente, tu per primo hai amato noi, mentre eravamo ancora peccatori, concedi a noi la tua

forza, per sollevarci dal peccato e vivere nella tua grazia. Per Cristo nostro Signore. Amen. Ave, Maria… Signore, pietà! Santa Madre... Gesù, Gesù mio bene....

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DECIMA STAZIONE: GESÙ È SPOGLIATO DELLE SUE VESTI

- Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo

- Perchè con la tua santa croce hai redento il mondo

LA MINIMA SI SPOGLIA DI OGNI SUO BENE CON I VOTI

I. Mi devo spogliare dei miei beni con la povertà Signore, a me assetata di perfezione hai detto con chiarezza: “Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello

che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; e vieni! Seguimi!” (Mt 19,21)

In seguito hai aggiunto: “Chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo”

(Lc 14,33).

Ebbene, Signore, ti dico con Pietro: “Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa

dunque ne avremo?” (Mt 19,27). Tu con tanta bontà mi rispondi: “Chiunque avrà lasciato case, o campi

per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna” (Mt 19,29). Grazie, Signore!

La Minima ama la povertà come l’ha amata Gesù e come il mezzo più alto che possa prendere per

progredire nella perfezione.

II. Mi devo spogliare dei miei affetti con la castità Signore, tu mi dici: “Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; sono venuto a portare

non pace, ma spada. Sono infatti venuto a separare l’uomo da suo padre e la figlia da sua madre e la

nuora da sua suocera” (Mt 10, 34-35). Perchè “chi ama padre o madre più di me, non è degno di me;

chi ama figlio o figlia più di me non è degno di me” (Mt 10,37). Anzi “se uno viene a me e non mi ama

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più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non

può essere mio discepolo” (Lc 14,26).

Signore, ecco noi abbiamo fatto come tu hai detto, che cosa dunque ne otterremo? Tu con tanta bontà mi

rispondi: “Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli o campi per il mio

nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna” (Mt 19,29). Grazie Signore!

La Minima vuota il cuore di tutto ciò che non è divino e soprannaturale, perchè sa che più si svuota di

ciò che non è di Dio, tanto più Egli la riempie di se stesso.

III. Mi devo spogliare della mia volontà con l’ubbidienza Signore, tu hai detto: “Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso” (Mc 8,34), poi hai

aggiunto che questa rinunzia alla mia volontà ti è molto gradita: “il Signore forse gradisce gli olocausti e

i sacrifici quanto l’obbedienza alla voce del Signore? Ecco, obbedire è meglio del sacrificio, essere

docili è meglio del grasso degli arieti” (1Sam 15,22). Anche a questa rinunzia hai voluto unire una

ricompensa: “Ubbidite ... sapendo che dal Signore riceverete come ricompensa l’eredità” (Col 3,24).

Per la Minima vedere Dio in coloro che la comandano è il meraviglioso segreto da cui nasce

un’ubbidienza senza tristezza, senza mormorazione, ma sempre gaia. La Minima è sempre pronta a far

ciò che le viene chiesto, senza indugio, senza ragionare, senza discutere intorno al comando. La sua è

un’ubbidienza coraggiosa tanto nelle cose difficili come nelle più facili.

Preghiamo

Col fuoco dello Spirito Santo brucia, o Dio, i nostri sensi e il nostro cuore, affinché ti serviamo nella

castità del corpo e ti siamo graditi per la purezza dell’anima. Per Cristo nostro Signore. Amen. Ave, Maria… Signore, pietà! Santa Madre... Gesù, Gesù mio bene....

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UNDICESIMA STAZIONE: GESÙ È INCHIODATO ALLA CROCE - Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo

- Perchè con la tua santa croce hai redento il mondo

LA MINIMA È INCHIODATA ALLA CROCE PER MEZZO DELLA MORTIFICAZIONE

I. Mi devo mortificare nel corpo e nello spirito per non cadere nel peccato Signore, tu mi dici per mezzo di San Paolo: “Fate morire dunque ciò che appartiene alla terra”

(Col 3,5), perchè “il peccato non regni più nel vostro corpo mortale, così da sottomettervi ai suoi

desideri” (Rm 6,12).

Questa mortificazione è tanto necessaria che tu, Signore, mi dici con tanta chiarezza: “Se il tuo occhio

destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue

membra, piuttosto che tutto il corpo venga gettato nella Geenna. E se la tua mano destra ti è motivo di

scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto

il tuo corpo vada a finire nella Geena” (Mt 5, 29-30). Ebbene, Signore, ti prometto che “tratto

duramente il mio corpo e lo riduco in schiavitù, perchè non succeda che, dopo aver predicato agli altri,

io stesso venga squalificato” (1Cor 9,27).

La Minima sa di essere fragile. La consapevolezza di questa fragilità e la coscienza del suo nulla sono

il migliore aiuto per farle comprendere la malizia , la gravità e la pericolosità del peccato, e farglielo

evitare a costo di qualsiasi sacrificio.

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II. Mi devo mortificare nel corpo e nello spirito per non seguire il mondo Signore, tu mi dici che non devo amare “il mondo, né le cose del mondo” (1Gv 2,15), perchè

“tutto il mondo sta in potere del Maligno” (1Gv 5,19), e “chi vuole essere amico del mondo si rende

nemico di Dio” e “l’amore per il mondo è nemico di Dio?” (Gc 4,4) e “l’amore del Padre non è in lui...

Perchè tutto quello che è nel mondo - la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la

superbia della vita -, non viene dal Padre, ma viene dal mondo” (1Gv 2,15-16).

Ebbene, Signore, ti prometto che non mi conformerò “a questo mondo” ma mi trasformerò

“rinnovando il mio modo di pensare, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui

gradito e perfetto” (Rm 12,2).

A volte si è tanto meschini che, per non fare la minima fatica, si riduce l’anima propria ad una

piazza, dove ogni cosa del mondo si affaccia, vi entra e conversa. La Minima chiude sempre le imposte

dell’anima.

III. Mi devo mortificare nel corpo e nello spirito per dominare le mie passioni Signore, tu mi dici che devo dominare le mie passioni perchè “il vigore non venga abbattuto come un

toro” (Sir 6, 2). Ma il motivo principale che mi spinge a dominare le passioni è quello di non cadere nel

peccato mortale. Difatti per mezzo di San Giacomo mi dici: “Ciascuno piuttosto è tentato dalle proprie

passioni, che lo attraggono e lo seducono; poi le passioni concepiscono e generano il peccato, e il

peccato, una volta commesso, produce la morte” (Gc 1, 14-15). Ebbene, Signore, ti prometto che “non

seguirò il mio istinto e la mia forza assecondando le passioni del mio cuore” (Sir 5, 2), ma “porrò un

freno ai miei desideri” (Sir 18, 30).

La Minima, quando vuole ardentemente liberarsi dalla schiavitù delle passioni per muoversi

liberamente in Dio, rinunzia alla propria volontà, perchè uno dei maggiori beni che la Minima possa

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desiderare per la felicità della sua vita e per la santificazione dell’anima sua è di rendersi padrona di se

stessa e delle sue passioni, soprattutto di quelle più impetuose e turbolente.

Preghiamo

O Padre misericordioso, che hai voluto che il tuo Figlio subisse per noi il supplizio della croce per

liberarci dal potere del nemico, donaci di giungere alla gloria della risurrezione. Per Cristo nostro

Signore. Amen. Ave, Maria… Signore, pietà! Santa Madre... Gesù, Gesù mio bene....

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DODICESIMA STAZIONE: GESÙ MUORE IN CROCE - Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo

- Perchè con la tua santa croce hai redento il mondo

LA MINIMA MUORE AL PECCATO PER VIVERE ALLA GRAZIA

I. Devo lasciare definitivamente il peccato Signore, per mezzo di San Paolo mi hai detto: “Consideratevi morti al peccato, ma viventi per Dio, in

Cristo Gesù” (Rm 6,11). Attraverso i secoli mi hai ripetuto continuamente come un ritornello l’invito a

convertirmi, a lasciare il peccato. Hai detto: “Convertitevi dalla vostra condotta perversa! Perché io non

godo della morte del malvagio, ma che il malvagio si converta dalla sua malvagità e viva” (Ez 33, 11).

Poi hai aggiunto: “Non aspettare a convertirti al Signore e non rimandare di giorno in giorno” (Sir 5, 7)

“perchè già la scure è posta alla radice degli alberi: perciò ogni albero che non dà buon frutto viene

tagliato e gettato nel fuoco” (Mt 3, 10), e “in verità io vi dico: se non vi convertirete, non entrerete nel

regno dei cieli” (Mt 18, 3). Ogni giorno la Minima è chiamata a gettare uno sguardo pieno di amore e

di fede sul Cristo. È il gesto che ogni giorno deve compiere, perchè, imitando il Cristo, deve saper

morire a se stessa per donarsi agli altri.

II. Devo vivere nella grazia Signore, ti prometto che mi impegnerò con tutte le mie forze a vivere sempre in grazia, perchè la grazia è

il dono più prezioso che mi potevi fare. “Quanto è prezioso il tuo amore, o Dio!” (Sal 35,8).

Tu, parlando della sua preziosità, hai detto che “è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo

trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo” (Mt 13,44).

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Difatti è “un germe divino che dimora in me” (1Gv 3,9), per cui divento “partecipe della natura divina”

(2Pt 1,4), e “tempio di Dio e lo Spirito di Dio abita in me” (1Cor 3, 16).

Signore, che io apprezzi sempre questo tuo dono!, perchè “la tua grazia vale più della vita” (Sal 62,4).

La Minima considera lo Spirito Santo come il più grande di tutti i doni divini difatti è chiamato grazia

di Dio. Per questo lo chiede a Dio con una preghiera insistente, lo invoca spesso e si lascia da Lui

condurre in ogni cosa con gioia.

III. Devo diventare santa Signore, per mezzo di San Pietro mi dici: “Diventate santi anche voi in tutta la vostra condotta. Poiché

sta scritto: Sarete santi, perchè io sono santo” (1Pt 1, 15-16). Tu hai aggiunto: “Siate perfetti come è

perfetto il Padre vostro celeste” (Mt 5,48), perchè “questa infatti è volontà di Dio, la vostra

santificazione” (1Ts 4,3).

Ebbene, oggi, Signore, ti prometto che “correrò con perseveranza nella corsa che mi sta davanti,

tenendo fisso lo sguardo su Gesù, colui che dà origine alla fede e la porta a compimento” (Eb 12,1-2).

Per la Minima la vita è sempre una salita, un ricominciare sempre, un migliorarsi sempre. Non ha pace,

finchè ogni giorno non diventa un gradino più alto nell’unione con Dio del giorno precedente. E sulla

terra non c’è mezzo migliore e più efficace della preghiera per il cammino spedito verso la santità,

perchè più si progredisce nell’orazione, tanto più si progredisce nella santità.

Preghiamo Guarda con amore, questa tua famiglia, per la quale il Signore nostro Gesù Cristo non esitò a consegnarsi

nelle mani dei nemici e a subire il supplizio della croce. Lui che vive e regna nei secoli dei secoli. Amen

Ave, Maria… Signore, pietà! Santa Madre... Gesù, Gesù mio bene....

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TREDICESIMA STAZIONE: GESÙ È DEPOSTO DALLA CROCE - Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo

- Perchè con la tua santa croce hai redento il mondo

LA MINIMA DEPONE L’UOMO VECCHIO PER RIVESTIRSI DELL’UOMO NUOVO

I. Devo deporre l’uomo vecchio Signore, tu per mezzo di San Paolo mi dici: “Abbandonate con la sua condotta di prima, l’uomo vecchio

che si corrompe seguendo le passioni ingannevoli” (Ef 4,22), come “impurità, immoralità, passioni,

desideri cattivi e quella cupidigia che è idolatria” (Col 3,5). In particolare mi dici: “Gettate via anche

voi tutte queste cose: ira, animosità, cattiveria, insulti e discorsi osceni” (Col 3, 8-9), “ogni asprezza,

sdegno, ira, grida e maldicenze con ogni sorta di malignità” (Ef 4,31), perchè “la lingua è un fuoco, è il

mondo del male” (Gc 3,6), tanto che “nessuno la può domare: è un male ribelle, è piena di veleno

mortale. Con essa benediciamo il Signore e Padre e con essa malediciamo gli uomini fatti a somiglianza

di Dio” (Gc 3,8-9). La Minima non si impazienta per cose da nulla, non mormora per la più piccola

contraddizione, non si ribella per la preferenza data agli altri, non è suscettibile, non è pretenziosa, ma

si contenta della stima di Dio solo e non tiene conto dei giudizi umani.

La Minima, quando possiede verità e amore, parla, non tace; se invece la parola reca il vero, ma

offende, tace: perchè essa sarebbe veicolo del vero e non dell’amore.

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II. Devo rivestirmi dell’uomo nuovo Signore, per mezzo di San Paolo mi dici: “Dovete rinnovarvi nello spirito della vostra mente e rivestire

l’uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella vera santità” (Ef 4, 23-24). In particolare mi

devo rinnovare usando bene la lingua, perchè “tutti infatti pecchiamo in molte cose. Se uno non pecca

nel parlare, costui è un uomo perfetto, capace di tenere a freno anche tutto il corpo” (Gc 3,2), e “se

qualcuno ritiene di essere religioso, ma non frena la lingua, la sua religione è vana” (Gc 1,26).

Signore, che “nessuna parola cattiva esca dalla mia bocca; ma piuttosto parole buone che possano

servire per un’opportuna edificazione, giovando a quelli che ascoltano” (Ef 4,29).

La Minima vive nella verità: pensa come vive e parla come pensa. La parola della Minima è lo

specchio della sua mente e la voce del suo cuore. Perciò la parola le è stata data, non per rinchiudere o

occultare la sua idea, ma per manifestarla; non a servizio delle tenebre, ma della luce; non per

ingannare, né per giudicare. La sua parola è sostegno ai deboli, è speranza agli sfiduciati, è di sprone ai

pigri, è messaggio di pace, è apportatrice di bene.

III. Mi devo rivestire di Cristo e dei suoi sentimenti Signore, per mezzo di San Paolo hai detto che “quanti siete stati battezzati in Cristo vi siete rivestiti di

Cristo” (Gal 3,27). Ma ora ti domando:- Di quali sentimenti tuoi mi devo rivestire? Tu mi rispondi:

“Imparate da me, che sono mite e umile di cuore” (Mt 11,29). San Paolo completa il tuo pensiero,

Signore, dicendo: la mitezza la devo manifestare “coi sentimenti di tenerezza, di bontà, di umiltà, di

mansuetudine, di magnanimità, sopportandoci a vicenda e perdonandoci scambievolmente” (Col 12-13).

L’umiltà la devo manifestare con gli stessi sentimenti che furono di Cristo Gesù, “il quale, pur essendo

nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso, assumendo

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una condizione di servo e diventando simile agli uomini. Dall’aspetto riconosciuto come uomo, umiliò se

stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce” (Fil 2, 5-8).

La Minima è sempre disponibile all’azione dello Spirito. Fa in modo che Gesù riproduca in lei le sue

virtù, comunicandole le stesse disposizioni che aveva nella sua vita terrena, come l’umiltà, la povertà, il

raccoglimento, lo zelo, il fervore, la generosità.

Preghiamo

Dio onnipotente ed eterno, che, per dare al genere umano un esempio di umiltà, hai voluto che il nostro

Salvatore prendesse umana carne e salisse la croce, concedici benigno di accogliere l’insegnamento della

sua Passione, onde essere a parte della sua Risurrezione. Per Cristo nostro Signore. Amen. Ave, Maria… Signore, pietà! Santa Madre... Gesù, Gesù mio bene....

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QUATTORDICESIMA STAZIONE: GESÙ È DEPOSTO NEL SEPOLCRO - Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo

- Perchè con la tua santa croce hai redento il mondo

LA MINIMA È SEPOLTA CON CRISTO IN DIO, PER CUI VIVE NEL NASCONDIMENTO,

ACCETTANDO LA SORTE DEL CHICCO DI GRANO

I. Devo nascondere la mia vita nella solitudine Signore, tu per mezzo di San Paolo mi dici: “Voi siete morti e la vostra vita è ormai nascosta con Cristo

in Dio!” (Col 3,3), perchè “se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece

muore, produce molto frutto” (Gv 12,24).

Inoltre, Signore, mi hai detto che la solitudine del deserto è il luogo preferito da te per parlarmi e per

ascoltarmi: “Ecco, io la sedurrò, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore” (Os 2,16).

Grazie Signore, di questo insegnamento! Ti prometto che accetterò la sorte del chicco di grano: mi

lascerò interrare, marcire, morire, convinta che “chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà

per la vita eterna” (Gv 12,25).

La Minima non rifugge la solitudine, altrimenti impedirebbe a Dio di parlare al suo cuore. Infatti

soltanto nel silenzio e nel raccoglimento Dio fa sentire la sua voce. Inoltre la Minima si ricorda sempre

di una verità essenziale: è nel deserto che si combatte prima di tutto la lotta dell’apostolato. Le battaglie

apostoliche si vincono in primo luogo nell’intimità solitaria con Dio, instaurata dalla preghiera.

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II. Devo nascondere ciò che faccio, facendo silenzio delle mie cose Signore, mi hai detto: “Mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra,

perchè la tua elemosina resti nel segreto” (Mt 6, 3-4): “quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi

la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto” (Mt 6,6).

Inoltre, Signore, tu hai detto: “State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per

essere ammirati” (Mt 6,1), “per essere lodati...”, “per essere visti...”, “per far veder agli altri... che

compite un’opera buona, perchè in verità vi dico: avete già ricevuto la vostra ricompensa” (Mt 6,

2.6.16).

Grazie, Signore, di questo insegnamento! Ti prometto che ricorderò sempre le tue parole: “Voi siete

quelli che si ritengono giusti davanti agli uomini, ma Dio conosce i vostri cuori: ciò che fra gli uomini è

esaltato, davanti a Di è cosa abominevole” (Lc 16,15).

La Minima vive nascosta agli occhi di tutti; fa il bene in segreto, senza rumore, senza intenzione di farsi

un nome, perchè a lei basta la virtù. Si considera come morta a tutto ciò che si dice o si pensa di lei,

senza cercare né di vedere né di essere veduta: che tutti la dimentichino poco le importa. Lei per gli altri

non esiste. Passa inosservata lasciando la traccia di Dio.

III. Devo nascondere ciò che sono facendo silenzio di me Signore, tu mi hai detto: “A un uomo qualsiasi non aprire il tuo cuore, perché potrebbe non esserti

riconoscente” (Sir 8,19), ma “venite a me voi tutti che siete stanchi e oppressi e io vi darò ristoro” (Mt

11,28).

Grazie, Signore, di questo insegnamento! Ti prometto che ricorderò sempre le tue parole: “Chiunque si

esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato” (Lc 14,11).

La Minima fa silenzio di sè, delle sue esperienze, delle sue impressioni, e silenziosamente dona la pace

a quanti incontra mescolata in mezzo al mondo.

Page 38: Via Crucis - Missionarie della Parola di Diovaeannunzia.altervista.org/wp-content/uploads/2019/04/La...9 Ebbene, Signore, ti ripeto con Giobbe: “Il Signore ha dato, il Signore ha

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Preghiamo

Dio onnipotente ed eterno, il tuo unico Figlio è disceso nel profondo della terra: concedi a noi, tuoi figli,

che nel battesimo siamo stati sepolti con lui nella morte, di giungere insieme con lui, risorto, alla vita

senza fine. Lui che vive e regna nei secoli dei secoli. Amen. Ave, Maria… Signore, pietà! Santa Madre... Gesù, Gesù mio bene....

PREGHIERA FINALE

Signore, nostro Dio, meditando sulla tua Parola la passione e morte di Gesù, abbiamo riconosciuto

l’amore di Colui che ha donato la vita per noi. Aiutaci a saperlo riconoscere in tutti i fratelli che vivono e

soffrono accanto a noi, affinché l’amore che Egli è venuto a portare sulla terra si accenda in noi e si

diffonda nel mondo intero. Per Cristo nostro Signore. Amen.

Per il dono delle sante indulgenze:Il Credo e il Padre Nostro.

Preghiamo per le intenzioni del Sommo Pontefice: Ave Maria