Vi a Olgia e e · Vi a Olgia e e Quindicinale della Parrocchia di Olgiate Comasco Anno 74° - N. 7...

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Vita Olgiatese Quindicinale della Parrocchia di Olgiate Comasco Anno 74° - N. 7 - 15 Aprile 2018 - € 1,00 www.parrocchiaolgiatecomasco.it Si sta avvicinando il 25 aprile. Come capita da 811 anni, parecchi Olgiatesi si recheranno in pellegrinaggio a Monza, alla tomba di San Gerardo. Un bel gruppetto raggiungerà la città brianzola a piedi: partirà da Olgiate a mezzanotte e in circa sette ore arriverà alla meta, dopo aver cam- minato per 42 kilometri. Io sarò tra questi, per l’ottava volta. Infatti mi piace camminare. Ho sempre camminato con piacere fin da ragazzo e anche ora, quando sento il bisogno di rilas- sarmi, mi ritaglio qual- che mezza giornata e la occupo camminando. Preferibilmente in mon- tagna, quasi sempre da solo con il mio cane. E mentre cammino penso. Penso a tante cose: rifletto, faccio verifiche e consuntivi, programmo… E ogni tanto mi viene sponta- neo anche chiedermi: “Ma che senso ha cam- minare? Perché sciupare queste ore quando ho tanti impegni che mi aspettano?”. “Di certo fa bene alla salute - rispondo tra me e me - allenta la tensio- ne quotidiana e rafforza il corpo; non per nulla i medici consigliano di camminare tutti i giorni e spiegano che quest’e- sercizio fisico fa parte del pacchetto vita sana, insieme al non fumare, a una corretta e varia alimentazione, ecc. “. Ma questo basta? È tutto qui il motivo per cui si cammina? Penso proprio di no. * * * L’esperienza del cam- minare si utilizza spesso come simbolo di tutta la nostra vita. E a ragione. La vita umana, infatti, si lascia descrivere facil- mente come un cammi- no più o meno lungo, con un inizio, una fine e tante tappe intermedie. Ed è proprio facendo riferimento a questa stessa immagine del cammino che riusciamo anche a organizzarla bene. Quando si cammina, anzitutto, si ha bene in mente la meta dove si vuole arrivare e, per quanto possibile, si pro- grammano i passaggi intermedi e i tempi di percorrenza. Così deve essere la vita: un cam- mino serio, indirizzato verso mete ben precise. E quando se ne raggiun- ge una, si deve tendere subito ad un’altra. Se, invece, si va avanti senza meta, senza idea- li, la vita perde signifi- cato, si riduce a un semplice “vivacchiare”, a un trascinarsi qua e là stancamente… Bisogna vivere, allora, guardan- do sempre avanti, agli ideali, possibilmente a ideali forti e alti per i quali vale la pena lotta- re e faticare ogni gior- no. Quando si cammina, poi, si fanno tanti incon- tri. Si incontra la natura in tutta la sua multifor- me ricchezza; si incon- trano paesi e villaggi; si incontrano persone di ogni tipo: ci si saluta, ci si parla, spesso si fa un tratto di strada insieme. Diversamente dalla macchina, il cammino a piedi non isola, ma lascia il tempo necessa- rio per tutte queste esperienze veramente preziose. Così capita anche nella vita. Ci si trova inseriti in ambienti ben precisi, ambienti naturali, ambienti cultu- rali… vanno conosciuti, apprezzati, valorizzati con calma. Si incontra- no tante persone, cia- scuna con il suo modo di vedere le cose, con la sua sensibilità, con il suo carattere… Bisogna confrontarsi, dialogare, arricchirsi vicendevol- mente. Talvolta ci si accorge che qualcuno sta andando verso la nostra stessa meta; allora si può fare qual- che tratto di strada insieme, aiutandosi a vicenda. Quando si cammina, infine, si ha bisogno di qualche sosta: sia per reintegrare le forze mangiando qualcosa, sia per far riposare i muscoli e scioglierli con qualche breve massag- gio, sia per verificare il cammino fatto e con- trollare che la strada sia quella giusta. Momenti assolutamente necessari anche nella vita. È faci- le, infatti, sentirsi stan- chi, logorati, demotivati. Ogni tanto bisogna fer- marsi, ricaricare le bat- terie, ridefinire con chiarezza le mete che si vogliono raggiungere. Se non si ha il coraggio di farlo, si arrischia di faticare invano e di sciu- pare tempo e forze. * * * L’esperienza del cam- minare è carica, inoltre, anche di molti e ricchi significati spirituali e religiosi. Sono i Vangeli stessi che ci spingono in que- sta direzione, presen- tandoci la vita pubblica di Gesù come un conti- nuo cammino. E un cammino con una meta ben precisa: Gerusalemme, dove tro- verà la morte e la risur- rezione. Un cammino che Gesù propone anche ai suoi seguaci, quando li invita a seguirlo sulla via della croce e quando, addirit- tura, si propone lui stesso come “via”. Facendo tesoro di queste parole del Maestro, la tradizione cristiana ha sempre descritto la vita dei cre- denti come un lungo cammino. Un cammino difficile ma, proprio per questo, entusiasmante. Un cammino che inizia con il Battesimo, si svi- luppa nelle lotte quoti- diane contro il male e si conclude nella casa del Padre che ci aspetta a braccia aperte e ci invita alla sua mensa. È per questo che nell’antichità i cristiani erano chiamati proprio così: “quelli della via”. Ed è per que- sto che per secoli la pratica del pellegrinag- gio ha accompagnato e sostenuto la vita di fede di molti cristiani. Per non parlare, poi, dei grandi mistici. Penso - per stare solo a quelli cristiani e per citare solo quelli più famosi - a San Bonaventura, con il suo classico “Itinerario dell'anima a Dio”; a San Giovanni della Croce e alla sua opera “Ascesa al Monte Carmelo”, dove si presenta la vita cri- stiana come una purifi- cazione progressiva del- l'anima e tale purifica- zione è proposta proprio come un lungo cammino finalizzato a una identi- ficazione completa con Dio; ecc. * * * Un’esperienza molto ricca, insomma, quella del camminare, utile non solo per la salute fisica. I Vangeli, a un certo punto, parlano di un paralitico guarito da Gesù. Ne parlano tutti e quattro, anche se con ambientazioni differenti. Tutti e quattro, comun- que, riferiscono con fedeltà l’invito perento- rio di Gesù: “Alzati e cammina!”. Credo che quel paralitico ci rappre- senti un po’ tutti, spes- so ridotti proprio come lui: fermi, bloccati e paralizzati. Le parole di Gesù, allora, sono rivol- te anche a ciascuno di noi: “Alzati e cammi- na!”. C’è da augurarci che le ore di cammino fisico che ogni tanto riuscia- mo a fare (e qui rientra anche la scarpinata annuale a Monza…) ci aiutino a prendere coscienza anche del significato profondo della nostra vita e di quel grande cammino di fede a cui Gesù ci chia- ma. don Marco Breve riflessione per chi va a Monza a piedi… e non solo per loro “ALZATI E CAMMINA!” Mercoledì 25 aprile 2018 A MONZA PER SAN GERARDO 7,30 Ritrovo a Somaino (fermata pullman) 7,45 Ritrovo a Olgiate (via Carducci, “discesa Boselli”) 8,00 Partenza dei pullman da Olgiate 9,00 Ritrovo a S. Biagio a Monza Processione verso la chiesa di S. Gerardo 10,00 S. Messa solenne nella chiesa di S. Gerardo presieduta dal nostro vescovo Oscar Bacio dell’urna Benedizione e distribuzione del pane e del vino 12,00 Partenza da via Annoni del pullman che ritorna subito a Olgiate 14,30 Ritrovo in via Annoni e partenza per il Santuraio della Madonna della Neve di Adro (BS) I biglietti (pullman, pane e vino) sono in vendita in casa parrocchiale (dalle 9,00 alle 11,30) fino a venerdì 20 aprile - € 15,00 Il Santuario della “Madonna della Neve” è immerso nel verde della Franciacorta, lontano dall’abitato, accanto al Lago d’Iseo e ai piedi del Monte Alto (metri 600). L’interno del Santuario è a croce greca (pianta centrale). La cupola è alta 23 metri. La superficie per i fedeli è di circa 300 metri quadri. Il Santuario della ”Madonna della Neve” è sorto in seguito all’apparizione della Vergine in questo luogo a un pastorello sordomuto l’8 luglio 1519. Il mes- saggio della Madonna conteneva un richiamo ad una vita cristiana e la costruzione di un santuario. Il miracolo del sordomuto che ha cominciato a udire e a parlare ha fatto sorgere in tempo di record un santuarietto (1521). Di que- sto si conserva solo l’abside con l’affresco dell’apparizio- ne a fianco dell’altare maggiore attuale. L’affresco è del 1550 circa. Il santuario fu visitato da San Carlo Borromeo nel 1581. Divenuto troppo piccolo per l’affluenza dei pel- legrini, nel 1750 fu demolito per far posto a quello attuale. Fu costruito su disegno dell’architetto Gaspare Turbini e inaugurato nel 1776. La sua vita ha incominciato a rifiorire non appena ebbe un’appropriata assistenza con lo stabi- lirsi dei Carmelitani di Santa Teresa, che costruirono il convento qui accanto con il loro seminario. Sotto il profilo architettonico il santuario è veramente pregevole. Il centro spirituale, dopo il tabernacolo, è la Cripta posta sotto l’altare maggiore. La statua attuale in legno dorato è dello scultore Poisa di Brescia e sostitui- sce la primitiva del Fantoni. Fu visitato da Giovanni XXIII e Paolo VI quando erano cardinali. Accanto al Santuario un discreto parco ben ombreggiato, con tavoli e panchine offre gradito ristoro ai pellegrini. La festa della “Madonna della Neve” si celebra il 5 agosto. Nei primissimi tempi, subito dopo l’apparizione, non si chiamava “Madonna della Neve”, ma era detta «Madonna della Cava», dal luogo in cui la Madonna era apparsa al pastorello, e la festa si celebrava l'8 luglio, il giorno anni- versario dell’apparizione. In seguito, però, l'autorità ecclesiastica trasferì il gior- no della Festa dall’8 luglio al 5 agosto, giorno in cui si ricorda la dedicazione di Santa Maria Maggiore in Roma, detta anche “S. Maria ad Nives”, costruita dal Papa Liberio dopo il miracolo della neve (avvenuto a Roma). Fu così che anche questo Santuario prese il nome di «Madonna della Neve». IL SANTUARIO DELLA “MADONNA DELLA NEVE” DI ADRO (BS)

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Vita OlgiateseQuindicinale della Parrocchia di Olgiate Comasco Anno 74° - N. 7 - 15 Aprile 2018 - € 1,00

www.parrocchiaolgiatecomasco.it

Si sta avvicinando il25 aprile. Come capitada 811 anni, parecchiOlgiatesi si recherannoin pellegrinaggio aMonza, alla tomba diSan Gerardo. Un belgruppetto raggiungeràla città brianzola apiedi: partirà da Olgiatea mezzanotte e in circasette ore arriverà allameta, dopo aver cam-minato per 42 kilometri.

Io sarò tra questi,per l’ottava volta. Infattimi piace camminare. Hosempre camminato conpiacere fin da ragazzo eanche ora, quandosento il bisogno di rilas-sarmi, mi ritaglio qual-che mezza giornata e laoccupo camminando.Preferibilmente in mon-tagna, quasi sempre dasolo con il mio cane.

E mentre camminopenso. Penso a tantecose: rifletto, faccioverifiche e consuntivi,programmo… E ognitanto mi viene sponta-neo anche chiedermi:“Ma che senso ha cam-minare? Perché sciuparequeste ore quando hotanti impegni che miaspettano?”.

“Di certo fa bene allasalute - rispondo tra mee me - allenta la tensio-ne quotidiana e rafforzail corpo; non per nulla imedici consigliano dicamminare tutti i giornie spiegano che quest’e-sercizio fisico fa partedel pacchetto vita sana,insieme al non fumare,a una corretta e variaalimentazione, ecc. “.

Ma questo basta? Ètutto qui il motivo percui si cammina? Pensoproprio di no.

* * *L’esperienza del cam-

minare si utilizza spessocome simbolo di tutta lanostra vita. E a ragione.La vita umana, infatti, silascia descrivere facil-mente come un cammi-no più o meno lungo,con un inizio, una fine etante tappe intermedie.Ed è proprio facendoriferimento a questastessa immagine delcammino che riusciamoanche a organizzarlabene.

Quando si cammina,anzitutto, si ha bene inmente la meta dove sivuole arrivare e, perquanto possibile, si pro-grammano i passaggiintermedi e i tempi dipercorrenza. Così deveessere la vita: un cam-mino serio, indirizzatoverso mete ben precise.E quando se ne raggiun-ge una, si deve tenderesubito ad un’altra. Se,invece, si va avantisenza meta, senza idea-li, la vita perde signifi-cato, si riduce a unsemplice “vivacchiare”,a un trascinarsi qua e làstancamente… Bisognavivere, allora, guardan-do sempre avanti, agliideali, possibilmente aideali forti e alti per iquali vale la pena lotta-re e faticare ogni gior-no.

Quando si cammina,poi, si fanno tanti incon-tri. Si incontra la naturain tutta la sua multifor-

me ricchezza; si incon-trano paesi e villaggi; siincontrano persone diogni tipo: ci si saluta, cisi parla, spesso si fa untratto di strada insieme.Diversamente dallamacchina, il cammino apiedi non isola, malascia il tempo necessa-rio per tutte questeesperienze veramentepreziose. Così capitaanche nella vita. Ci sitrova inseriti in ambientiben precisi, ambientinaturali, ambienti cultu-rali… vanno conosciuti,apprezzati, valorizzaticon calma. Si incontra-no tante persone, cia-scuna con il suo mododi vedere le cose, con lasua sensibilità, con ilsuo carattere… Bisognaconfrontarsi, dialogare,arricchirsi vicendevol-mente. Talvolta ci siaccorge che qualcunosta andando verso lanostra stessa meta;allora si può fare qual-che tratto di stradainsieme, aiutandosi avicenda.

Quando si cammina,infine, si ha bisogno diqualche sosta: sia perreintegrare le forzemangiando qualcosa,sia per far riposare imuscoli e scioglierli conqualche breve massag-gio, sia per verificare ilcammino fatto e con-trollare che la strada siaquella giusta. Momentiassolutamente necessarianche nella vita. È faci-le, infatti, sentirsi stan-chi, logorati, demotivati.Ogni tanto bisogna fer-marsi, ricaricare le bat-terie, ridefinire conchiarezza le mete che sivogliono raggiungere.Se non si ha il coraggiodi farlo, si arrischia difaticare invano e di sciu-pare tempo e forze.

* * *L’esperienza del cam-

minare è carica, inoltre,anche di molti e ricchisignificati spirituali ereligiosi.

Sono i Vangeli stessiche ci spingono in que-sta direzione, presen-tandoci la vita pubblicadi Gesù come un conti-nuo cammino. E uncammino con una meta

ben precisa:Gerusalemme, dove tro-verà la morte e la risur-rezione. Un camminoche Gesù proponeanche ai suoi seguaci,quando li invita aseguirlo sulla via dellacroce e quando, addirit-tura, si propone luistesso come “via”.

Facendo tesoro diqueste parole delMaestro, la tradizionecristiana ha sempredescritto la vita dei cre-denti come un lungocammino. Un camminodifficile ma, proprio perquesto, entusiasmante.Un cammino che iniziacon il Battesimo, si svi-luppa nelle lotte quoti-diane contro il male e siconclude nella casa delPadre che ci aspetta abraccia aperte e ci invitaalla sua mensa. È perquesto che nell’antichitài cristiani erano chiamatiproprio così: “quellidella via”. Ed è per que-sto che per secoli lapratica del pellegrinag-gio ha accompagnato esostenuto la vita di fededi molti cristiani.

Per non parlare, poi,dei grandi mistici. Penso- per stare solo a quellicristiani e per citaresolo quelli più famosi - aSan Bonaventura, con ilsuo classico “Itinerariodell'anima a Dio”; a SanGiovanni della Croce ealla sua opera “Ascesaal Monte Carmelo”, dovesi presenta la vita cri-stiana come una purifi-

cazione progressiva del-l'anima e tale purifica-zione è proposta propriocome un lungo camminofinalizzato a una identi-ficazione completa conDio; ecc.

* * *Un’esperienza molto

ricca, insomma, quelladel camminare, utilenon solo per la salutefisica.

I Vangeli, a un certopunto, parlano di unparalitico guarito daGesù. Ne parlano tutti equattro, anche se conambientazioni differenti.Tutti e quattro, comun-que, riferiscono confedeltà l’invito perento-rio di Gesù: “Alzati ecammina!”. Credo chequel paralitico ci rappre-senti un po’ tutti, spes-so ridotti proprio comelui: fermi, bloccati eparalizzati. Le parole diGesù, allora, sono rivol-te anche a ciascuno dinoi: “Alzati e cammi-na!”.

C’è da augurarci chele ore di cammino fisicoche ogni tanto riuscia-mo a fare (e qui rientraanche la scarpinataannuale a Monza…) ciaiutino a prenderecoscienza anche delsignificato profondodella nostra vita e diquel grande cammino difede a cui Gesù ci chia-ma.

don Marco

Breve riflessione per chi va a Monza a piedi… e non solo per loro

“ALZATI E CAMMINA!”Mercoledì 25 aprile 2018

A MONZA PER SAN GERARDO

7,30 Ritrovo a Somaino (fermata pullman)7,45 Ritrovo a Olgiate (via Carducci, “discesa Boselli”)8,00 Partenza dei pullman da Olgiate 9,00 Ritrovo a S. Biagio a Monza

Processione verso la chiesa di S. Gerardo10,00 S. Messa solenne nella chiesa di S. Gerardo

presieduta dal nostro vescovo OscarBacio dell’urnaBenedizione e distribuzione del pane e del vino

12,00 Partenza da via Annoni del pullman che ritorna subito a Olgiate

14,30 Ritrovo in via Annoni e partenza per il Santuraiodella Madonna della Neve di Adro (BS)

I biglietti (pullman, pane e vino) sono in vendita in casaparrocchiale (dalle 9,00 alle 11,30) fino a venerdì 20 aprile -€ 15,00

Il Santuario della “Madonna della Neve” è immerso nelverde della Franciacorta, lontano dall’abitato, accanto alLago d’Iseo e ai piedi del Monte Alto (metri 600). L’internodel Santuario è a croce greca (pianta centrale). La cupolaè alta 23 metri. La superficie per i fedeli è di circa 300metri quadri. Il Santuario della ”Madonna della Neve” èsorto in seguito all’apparizione della Vergine in questoluogo a un pastorello sordomuto l’8 luglio 1519. Il mes-saggio della Madonna conteneva un richiamo ad una vitacristiana e la costruzione di un santuario. Il miracolo delsordomuto che ha cominciato a udire e a parlare ha fattosorgere in tempo di record un santuarietto (1521). Di que-sto si conserva solo l’abside con l’affresco dell’apparizio-ne a fianco dell’altare maggiore attuale. L’affresco è del1550 circa. Il santuario fu visitato da San Carlo Borromeonel 1581. Divenuto troppo piccolo per l’affluenza dei pel-legrini, nel 1750 fu demolito per far posto a quello attuale.Fu costruito su disegno dell’architetto Gaspare Turbini einaugurato nel 1776. La sua vita ha incominciato a rifiorirenon appena ebbe un’appropriata assistenza con lo stabi-lirsi dei Carmelitani di Santa Teresa, che costruirono ilconvento qui accanto con il loro seminario.

Sotto il profilo architettonico il santuario è veramentepregevole. Il centro spirituale, dopo il tabernacolo, è laCripta posta sotto l’altare maggiore. La statua attuale inlegno dorato è dello scultore Poisa di Brescia e sostitui-sce la primitiva del Fantoni. Fu visitato da Giovanni XXIIIe Paolo VI quando erano cardinali. Accanto al Santuarioun discreto parco ben ombreggiato, con tavoli e panchineoffre gradito ristoro ai pellegrini.

La festa della “Madonna della Neve” si celebra il 5agosto.

Nei primissimi tempi, subito dopo l’apparizione, non sichiamava “Madonna della Neve”, ma era detta «Madonnadella Cava», dal luogo in cui la Madonna era apparsa alpastorello, e la festa si celebrava l'8 luglio, il giorno anni-versario dell’apparizione.

In seguito, però, l'autorità ecclesiastica trasferì il gior-no della Festa dall’8 luglio al 5 agosto, giorno in cui siricorda la dedicazione di Santa Maria Maggiore in Roma,detta anche “S. Maria ad Nives”, costruita dal PapaLiberio dopo il miracolo della neve (avvenuto a Roma).

Fu così che anche questo Santuario prese il nome di«Madonna della Neve».

IL SANTUARIO DELLA“MADONNA DELLA NEVE”

DI ADRO (BS)

2 Vita Olgiatese15 Aprile 2018

È stata presentata lunedìscorso, 9 aprile, la nuovaesortazione apostolica dipapa Francesco «sulla chia-mata alla santità nel mondocontemporaneo». Il nuovodocumento ha come titoloGaudete et exsultate

(«Gioite ed esultate»). È laterza esortazione apostolicafirmata da papa Bergoglio,dopo Evangelii gaudiumsull’annuncio del Vangelonel mondo attuale del 24novembre 2013 e dopoAmoris laetitia sull’amorenella famiglia datata 19marzo 2016. A questidocumenti si aggiungono ledue encicliche Lumen fideidel 29 giugno 2013 eLaudato si’ del 24 maggio2015.

Fin dai primi passi dopol’elezione al soglio pontificionel 2013 Francesco si è sof-fermato sulla santità nellaChiesa e in più occasioni hatracciato non solo un profilodi ciò che contraddistinguel’essere santi – la gioia, l’u-miltà, il servizio e non dirado il nascosto –, ma haanche indicato che cosa unsanto non è: un superbo, unvanitoso, un «cristiano diapparenza», un «supere-roe».

Il 2 ottobre 2013, in unadelle udienze generali delsuo primo anno di pontifica-to, sottolineava che laChiesa «a tutti offre la possi-bilità di percorrere la stradadella santità, che è la stradadel cristiano» verso l’incon-tro con Gesù. La Chiesa,osservava, «non rifiuta ipeccatori», li accoglie e liinvita a lasciarsi «contagia-re dalla santità di Dio». Nellaprima solennità di Tutti iSanti da Papa, il 1 novem-bre 2013, Francesco avevaaggiunto che i santi «nonsono superuomini, né sononati perfetti», ma «sono

come noi, come ognuno dinoi», che hanno vissuto«una vita normale» mahanno «conosciuto l’amoredi Dio» e lo hanno «seguitocon tutto il cuore, senzacondizioni e ipocrisie». Lagioia è il tratto distintivo deisanti, in contrapposizione aquella «faccia da funerale»che hanno alcuni cristianiche non vivono bene la lorofede.

Altro tema che sta parti-colarmente a cuore aBergoglio è «l’universalevocazione alla santità». Aquesto argomento ha dedi-cato l’udienza generale del19 novembre 2014. «Tutti icristiani, in quanto battezzati– sottolineava – hannouguale dignità davanti alSignore e sono accomunatidalla stessa vocazione cheè quella alla santità».Questa, affermava il Papa,«è un dono che viene offertoa tutti, nessuno escluso, percui costituisce il caratteredistintivo di ogni cristiano».Del resto questo tema ècontenuto nel capitolo Vdella Costituzione conciliareLumen gentium da cuiFrancesco ha già più voltetratto spunto per le sue cate-chesi e anche per il suomagistero sul «popolo santoe fedele di Dio» cosìcentrale nei suoi interventi.

Il Pontefice ha messoanche in guardia da un’ideadei santi con «la faccia daimmaginetta». «Ogni stato divita – ha evidenziato – portaalla santità, sempre!». NellaMessa mattutina a CasaSanta Marta del 19 gennaio2016 puntualizzava che«non c’è alcun santo senzapassato, neppure alcun pec-catore senza futuro». E nel-l’udienza generale del 21giugno 2017 affermava chei santi sono anche «testimo-ni e compagni di speranza».

Consiglio PastoraleSeduta del 9 aprile 2018

Dopo la preghiera iniziale, apre la seduta don Marco, brevegiro di presentazioni e verifica delle presenze: tutti presenti.

Don Marco, illustra i compiti del CPP, leggendo alcune dispo-sizioni della “Guida Pastorale” pubblicata dal vescovo di Comomons. Ferraroni nel 1984.

Si passa poi ad affrontare due problemi di carattere organizzati-vo. Anzitutto vengono discusse le modalità interne per la verbaliz-zazione, trovando intesa di impegnarsi per tre/quattro mesi a rota-zione; quattro consiglieri si rendono subito disponibili al compito:in seguito, esaurito il periodo, altri subentreranno.

Poi don Marco presenta la necessità di individuare due membriper la partecipazione al Consiglio Pastorale del Vicariato, che èappena stato rinnovato a novembre, mandato ricoperto fino ad oggidalle signore Bruna Bottelli e Milena Amati. Spiega che l'impegnosi limita a 7-8 volte l'anno. Questo Consiglio serve per l’armoniz-zazione dei rapporti e la condivisione delle linee guida deiConsigli Pastorali Parrocchiali. Dopo ampia discussione, si convie-ne di lasciare un attimo di pausa sulla nomina dei nuovi rappresen-tanti, rinviando la nomina al CPP di maggio.

Si continua con la verifica della Settimana Santa appena vissuta.Vengono riassunte le varie celebrazioni, sottolineando che a

causa del tempo piovoso, la Via Crucis della sera del venerdì éstata svolta all’interno della Chiesa.

La funzione pomeridiana del Venerdì Santo ha visto l’utilizzodella croce grande, quella posta al centro della chiesa, sull’altaremaggiore che, nonostante il suo peso, é stata gestita bene! DonMarco chiede se si hanno commenti da riportare in merito alle altrefunzioni di questa settimana.

Si sottolinea che le varie celebrazioni sono state apprezzate eche nel complesso sono state ben animate e preparate. Si continuaintroducendo un’altra problematica: quella dei canti durante le S.Messe domenicali, specialmente quella delle 9,30, osservando chemanca una guida che proponga i canti a tutti e che guidi l'assem-blea. Purtroppo la medesima situazione si e verificata anche aPasqua. Si osserva ancora che si nota un calo di partecipazionedella fascia di età di ragazzi di prima media. Forse occorre unastrategia di coinvolgimento, pertanto occorrerà rifletterci. Si conti-nua evidenziando che in parrocchia abbiamo tante iniziative rivol-te specialmente ai bambini delle elementari con risposte positive.Ci si sofferma anche su un altro dato positivo, quello della buonapartecipazione alla Veglia Pasquale e alla Messa “in coenaDomini” del Giovedì Santo. Sarebbe, comunque, auspicabile ilcoinvolgimento di un numero ancora maggiore di adulti, magariattraverso i bambini che siano il motore per i loro genitori e veico-lo per i loro fratelli/sorelle poco attenti.

La discussione torna sull'argomento canti, si articola con inter-venti e ipotesi, ma la soluzione più corretta sarebbe quella dell’ani-matore liturgico, come suggerito da don Marco. A Somaino e SanGerardo, il problema non si pone, perché le dimensioni della Chiesasono più piccole e i cori si inseriscono molto bene nell’assemblea.

Concludendo l’argomento, si conviene verso la proposta dell’a-nimatore liturgico, figura su cui si dovrà lavorare, coinvolgendopersone che abbiano competenza di canto/musica.

Passando alle linee di programmazione per i mesi da maggio agiugno, si propongono le iniziative più importanti, senza entrarenei dettagli:- Il pellegrinaggio del 25 aprile a Monza con la presenza del

Vescovo;- La festa dell’oratorio del 1° maggio e sua preparazione;- Gli impegni del mese di maggio (una “Messa in frazione” anche

in Casa Anziani) e la Veglia di Pentecoste con i cresimandi.- La Cresima e la Prima Comunione il 27 maggio con la presenza

del Vescovo.- La programmazione della settimana di San Gerardo, periodo 1-8

giugno, in particolare il 3 giugno, il Corpus Domini, i 6 giugno,la festa liturgica di san Gerardo.

Facendo riferimento al calendario 2017, andremo ad apportarele opportune modifiche alle date, mantenendo struttura simile.

Si dovrà programmare una serata culturale, invitando un relato-re esterno. Viene suggerito di interpellare don Saverio Xeres,chiedendogli di sviluppare un argomento ben preciso, cioè le “reli-quie” dei santi nella storia della Chiesa. Del contatto si occuperàdon Francesco.

Se don Saverio non fosse disponibile, si suggerisce di contatta-re anche don Alberto Curioni, un prete di Lodi che accompagna ilgruppo UNITALSI.

Si conclude suggerendo di trovare uno spazio per la Messa anchein Casa Anziani in un pomeriggio della settimana su menzionata.

Nelle “varie ed eventuali” , i ragazzi dell’oratorio aggiungonole iniziative che si andranno a proporre nel mese di maggio: la pro-posta sul tema “affettività” con intervento di esperti, e le attivitàsportive: basket e pallavolo.

La data del prossimo CPP sarà l’8 maggio 2018. Si chiude laseduta con un canto mariano.

«Gaudete et exsultate»la nuova esortazione apostolica

di papa Francesco sulla santità oggi

Esortazione apostolica di papa Francesco

“Gaudete et exsultate”sulla chiamata alla santitànel mondo contemporaneo

IntroduzioneCapitolo primo: la chiamata alla santitàI santi che ci incoraggiano e ci accompagnanoI santi della porta accantoIl signore chiamaAnche per teLa tua missione in cristoL’attività che santificaPiù vivi, più umaniCapitolo secondo: due sottili nemici della santitàLo gnosticismo attualeIl pelagianesimo attualeCapitolo terzo: alla luce del maestroControcorrenteLa grande regola di comportamentoCapitolo quarto: alcune caratteristiche della santità

nel mondo attualeSopportazione, pazienza e mitezzaGioia e senso dell’umorismoAudacia e fervoreIn comunitàIn preghiera costanteCapitolo quinto: combattimento, vigilanza

e discernimentoIl combattimento e la vigilanzaIl discernimentoConclusione

Ma ecco alcuni brani toltiqua e là dal primo capitolodell’esortazione apostolica el’indice del nuovo documen-to. Solo un assaggio, perinvitare a una lettura com-pleta e attenta.

Non ci si deve aspettarequi un trattato sulla santità,con tante definizioni e distin-zioni che potrebbero arricchi-re questo importante tema, ocon analisi che si potrebberofare circa i mezzi di santifica-zione. Il mio umile obiettivo èfar risuonare ancora unavolta la chiamata alla santità,cercando di incarnarla nelcontesto attuale, con i suoirischi, le sue sfide e le sueopportunità. Perché ilSignore ha scelto ciascunodi noi «per essere santi eimmacolati di fronte a Luinella carità» (Ef 1,4).

Non pensiamo solo aisanti già beatificati o cano-nizzati. Lo Spirito Santo river-sa santità dappertutto nelsanto popolo fedele di Dio.

Mi piace vedere la san-tità nel popolo di Dio pazien-te: nei genitori che cresconocon tanto amore i loro figli,negli uomini e nelle donneche lavorano per portare ilpane a casa, nei malati,nelle religiose anziane checontinuano a sorridere. Inquesta costanza per andareavanti giorno dopo giornovedo la santità della Chiesamilitante. Questa è tantevolte la santità “della portaaccanto”, di quelli che vivo-no vicino a noi e sono unriflesso della presenza diDio, o, per usare un’altraespressione, “la classemedia della santità”.

La santità è il volto piùbello della Chiesa. Maanche fuori della ChiesaCattolica e in ambiti moltodifferenti, lo Spirito suscita«segni della sua presenza,che aiutano gli stessi disce-poli di Cristo»

Quello che vorrei ricorda-re con questa Esortazione èsoprattutto la chiamata allasantità che il Signore fa aciascuno di noi, quella chia-mata che rivolge anche a te:«Siate santi, perché io sonosanto» (Lv 11,44; 1Pt1,16). Il Concilio VaticanoII lo ha messo in risalto conforza: «Muniti di salutarimezzi di una tale abbondan-za e di una tale grandezza,tutti i fedeli di ogni stato econdizione sono chiamatidal Signore, ognuno per lasua via, a una santità la cuiperfezione è quella stessadel Padre celeste».

«Ognuno per la sua via»,dice il Concilio. Dunque, nonè il caso di scoraggiarsiquando si contemplanomodelli di santità che

appaiono irraggiungibili. Cisono testimonianze chesono utili per stimolarci emotivarci, ma non perchécerchiamo di copiarle, inquanto ciò potrebbe perfinoallontanarci dalla via unica especifica che il Signore ha inserbo per noi. Quello checonta è che ciascun creden-te discerna la propria stradae faccia emergere il megliodi sé, quanto di cosìpersonale Dio ha posto in lui(cfr 1 Cor 12,7) e non chesi esaurisca cercando di imi-tare qualcosa che non èstato pensato per lui. Tuttisiamo chiamati ad esseretestimoni, però esistonomolte forme esistenziali ditestimonianza.

Tra le diverse forme,voglio sottolineare cheanche il “genio femminile” simanifesta in stili femminili disantità, indispensabili perriflettere la santità di Dio inquesto mondo. E proprioanche in epoche nelle qualile donne furono maggior-mente escluse, lo SpiritoSanto ha suscitato sante ilcui fascino ha provocatonuovi dinamismi spirituali eimportanti riforme nellaChiesa. Possiamo menzio-nare santa Ildegarda diBingen, santa Brigida, santaCaterina da Siena, santaTeresa d’Avila o SantaTeresa di Lisieux. Ma mipreme ricordare tante donnesconosciute o dimenticate lequali, ciascuna a modo suo,hanno sostenuto e trasfor-mato famiglie e comunitàcon la forza della loro testi-monianza.

Per essere santi non ènecessario essere vescovi,sacerdoti, religiose o religio-si. Molte volte abbiamo latentazione di pensare che lasantità sia riservata a coloroche hanno la possibilità dimantenere le distanze dalleoccupazioni ordinarie, perdedicare molto tempo allapreghiera. Non è così. Tuttisiamo chiamati ad esseresanti vivendo con amore eoffrendo ciascuno la propriatestimonianza nelle occupa-zioni di ogni giorno, lì dovesi trova. Sei una consacratao un consacrato? Sii santovivendo con gioia la tuadonazione. Sei sposato? Siisanto amando e prendendoticura di tuo marito o di tuamoglie, come Cristo ha fattocon la Chiesa. Sei un lavo-ratore? Sii santo compiendocon onestà e competenza iltuo lavoro al servizio dei fra-telli. Sei genitore o nonna ononno? Sii santo insegnan-do con pazienza ai bambinia seguire Gesù. Hai auto-rità? Sii santo lottando afavore del bene comune erinunciando ai tuoi interessipersonali.

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Vita Olgiatese15 Aprile 20183

Don Lorenzo Milani educatore:Lettera a una professoressa

Come già sappiamo, don Lorenzo Milani dopo il suotrasferimento a Barbiana fonda una scuola popolare perpermettere ai ragazzi di quel borgo sperduto di ottenere lalicenza media: le disagiate condizioni economiche delle fa-miglie del luogo, sono quasi tutti contadini, creano un pe-sante isolamento sociale e culturale. Due giovani di Barbia-na che avevano ben compreso la lezione di don Lorenzo,coscienti che il loroaffrancamento pas-sava necessariamen-te attraverso la cul-tura e l’istruzione,volevano dedicarsial l ’ insegnamento.Pertanto, dopo la li-cenza media, svolgo-no il programma delprimo anno dellemagistrali a Barbianae sostengono, daprivatisti, a Firenzel’esame di ammissio-ne. Per ben due vol-te vengono respintiin modo umiliante.

La delusione e larabbia di don Loren-zo sono profondeperché ritiene che idue giovani sonostati oggetto diun’ingiustizia anchea causa della loro modesta estrazione sociale. Matura in luila necessità di una risposta. Con i ragazzi della scuola pensaad una riflessione comune che dovrebbe sfociare in un do-cumento di denuncia del sistema scolastico italiano. Nascecosì un testo che è diventato un autentico monumento del-la cultura del nostro paese: Lettera a una professoressa. Il li-bro non vuole essere livoroso ma, come scrive don Milani“sarà un canto di fede nella scuola”. La stesura del libro av-viene nel corso del 1966 quando la malattia di don Loren-zo è ormai nella sua fase terminale. Un testimone di questoperiodo ci racconta che il sacerdote “dal letto dirigeva il la-voro dei suoi ragazzi cercando di cogliere da qualsiasi di-scorso fatto in sua presenza elementi utili da inserire nellalettera”. L’anno successivo, nel mese di maggio, il volumeviene pubblicato. Don Lorenzo però subito dopo, il 26 giu-gno 1967, muore consumato da un male incurabile.

Il libro suscita un grande dibattito e costringe tutti aduna riflessione sullo stato della scuola pubblica.

Nonostante la presunta parità che si voleva introdurrecon l’istituzione della cosiddetta “media unica”, persistonoevidenti discriminazioni che scaturiscono dalla diversaestrazione sociale degli alunni. I due personaggi del libro,Gianni figlio di contadini appartenente a quella classe so-ciale che don Milani definisce “oppressa” e Pierino, il figliodel dottore, rappresentano schematicamente ma con reali-smo la divisione in classi della società italiana degli annisessanta.

Gli spunti di estrema attualità presenti nel testo, che ov-viamente risente del periodo nel quale è stato scritto, sononumerosi e sarebbe necessario ben più di un breve articoloper presentarli con sufficiente completezza.

Ne sottolineo solo alcuni.Innanzitutto la necessità di evitare la dispersione scolasti-

ca. La scuola dell’obbligo deve fare in modo di non boccia-re. Tutti devono essere portati ad un livello sufficiente diconoscenze. È per questo che si deve privilegiare un meto-do educativo che prevede il lavoro collettivo, dove tuttipossono imparare da tutti e dove chi parte svantaggiatoviene aiutato da chi ha più possibilità. Un’eventuale boccia-tura deve essere considerata un fallimento dell’insegnante edell’intero sistema educativo e non un fallimento dell’allie-vo. Questo metodo poi porterebbe a formare anche citta-dini consapevoli dei loro diritti e doveri; infatti ci si rende-rebbe conto che “il problema degli altri è uguale al mio,sortirne tutti assieme è politica, sortirne da soli è avarizia”.

Un bella frase contenuta nel libro afferma che “non vi ècosa più ingiusta che fare parti uguali fra disuguali”. Ricol-legandoci a quanto scritto sopra, con queste parole si pre-cisa il concetto di valorizzazione del singolo: è nel gruppoche viene valorizzato. In questo modo si realizza anche ilprincipio costituzionale del sostegno dovuto ai soggetti piùdeboli, segnati da uno svantaggio sociale, economico, cul-turale o personale.

Come ho scritto sopra, gli anni successivi all’uscita del li-bro suscitarono un vivace dibattito ma fortunatamente,sortirono anche alcuni effetti positivi: nel bilancio delloStato la spesa per la pubblica istruzione crebbe, venne faci-litata la partecipazione dei ragazzi alla frequenza dellascuola dell’obbligo, si sperimenta la scuola a tempo pieno,i Decreti Delegati aprono la scuola alla partecipazione deigenitori, le bocciature si riducono.

Il libro diventò anche un sorta di “manifesto” dei movi-menti studenteschi che si svilupparono alla fine degli annisessanta. Insomma don Milani e i suoi ragazzi costrinseronon solo il mondo della scuola ma l’intera società italianaa riflettere sul suo modello organizzativo.

Nella situazione attuale, dove ancora sussistono gravisquilibri e disuguaglianze, la lettura di questo libro potreb-be aiutare a riflettere e a trovare qualche soluzione.

Anche con questo suo ultimo lavoro, come del resto nelcorso della sua intera e troppo breve vita, don LorenzoMilani si rivela un grande profeta dei nostri tempi. (14 –continua)

erre emmeNote

Le parti in corsivo sono tratte da “Lettera da una professo-ressa”, Libreria Editrice Fiorentina

BUONGIORNO! SONO LA DIOCESI…

A cura di Gabriella Roncoroni

NEL GIARDINO DI DIOFrancesca Butti e Maria Rossi fondatrici delle

Suore della Presentazione (1812-1874)Grandi romanzieri hanno

descritto la condizione deglioperai della prima metàdell’Ottocento. Incisori e pit-tori ne hanno fissato in stampee quadri l’epico dramma.Masse di gente ridotte allamiseria da un sistema econo-mico divenuto brutale.

La macchine hanno molti-plicato le possibilità produtti-ve delle prime aziende: ven-gono in folla alle fabbriche achiedere lavoro. Pur di averlo,si lasciano abbassare al limiteestremo il salario, mentre ilnumero delle ore aumentaall’inverosimile: 15-16 ore algiorno.

Giovani donne legate perore e ore al telaio, la classeoperaia che vive ammucchiatain tuguri alla periferia dellecittà, bambini che lavoranogià a sei anni: questo è lo sce-nario triste di quegli anni. Diprovvidenze da parte delloStato, per il momento, non sene parla: il mercato è libero esacro.

Anche a Como nasceval’industria della seta, richia-mando dalla campagna nume-rose ragazze per la filanda.Chilometri a piedi per rag-giungere il luogo di lavoro;quelle che abitavano in cittàerano a contatto con unambiente per nulla raccoman-dabile; l’analfabetismo e lemalattie causate soprattuttodallo scarso nutrimento e dalleprecarie condizioni igienichefacevano il resto. Mentre loStato liberale e la Chiesa uffi-ciale sembravano aspettarel’evolversi della situazione perdecidere se il nuovo sistemaeconomico fosse proprio,come dicevano alcuni, inelut-tabile con le sue ferree leggi, ose vi potesse porre qualchelimite, i poveri pensarono

bene di aiutarsi tra loro.Francesca Butti e Maria

Rossi erano nate nel Borgo SanVitale, in Viale Lecco, a Como,nell'allora parrocchia diSant’Agata. Insieme erano cre-sciute come sorelle. Quando,nel 1827, era stato fondato aComo l’oratorio festivo fem-minile, vi avevano partecipatoinsieme. Passando accanto alMonastero della Visitazione,venne loro in mente di varcarequel muro per consacrarsi allavita religiosa. Ma un saggiomaestro spirituale le indirizzòsu un’altra via: quella su cuifaticosamente camminavano leragazze della loro età, sfruttatenel lavoro, abbandonate nelpoco tempo libero. Con entu-siasmo e grande fede, aprironola loro “Casa di Accoglienza”.Qui poterono trovare appoggiole operaie venute dalla campa-gna, qui convenivano le ragaz-ze del sobborgo nei giorni difesta. Maria e Francesca non

sapevano quali gravi problemidi sistema economico andasse-ro risolti per sanare alla radicei mali del tempo: non potevanosaperlo e non spettava loro.Semplicemente da povereragazze, aiutavano le altreragazze, sollevandosi insiemeda quella povertà, moraleancor più che economica.

Tutto qua: una storia pove-ra, narrata in modo povero per-ché veramente poveri di docu-menti siamo al riguardo. Unprezioso diario dei primi annidell’istituzione delle dueragazze di Borgo San Vitale èscomparso. Sembra quasi chenon vogliano far parlare di sé.E in questo il loro messaggio èancora più profondo: solo chiancora oggi, nell’oscurità si

mette su una strada di concre-tezza può capire la loro storia.E la speranza cresce: di questipoveri che lasciando ad altri lasoluzione dei massimi sistemi,si rimboccano le maniche,secondo la promessa di Gesùne avremo sempre: “I poverili avrete sempre con voi.” Equeste persone semplici ciricordano che nel giardino diDio non crescono solo glialberi massicci, frondosi e con

Uno dei contributi princi-pali del Concilio Vaticano IIè stato quello di cercare disuperare la dicotomia trafede e vita. Si sente spessoaffermare infatti che il cre-dente sia persona menolibera del non credente. Aquesto proposito possonosorgere alcune domande:credere è umano? È proprioil caso che una personaragionevole sottometta lasua intelligenza a ciò chedice un altro? È giusto met-tere le proprie decisioni nellemani di un altro?

Il tema: “È ragionevolecredere?” è stato sviluppatoda don Maurizio Mosconi nelcorso di un incontro che si èsvolto presso il CentroPastorale Cardinal Ferrari diComo.

Mentre alcune scuole dipensiero affermano che laragione umana sarebbe bloc-cata dai dogmi di fede, moltealtre e molti uomini di scien-za, viceversa, credono cheesistano realtà, anche sequeste non si possono vede-re. Può essere quindi ragio-nevole credere; ma se alloraDio esiste, è comunque certoche non basta la ragionevo-lezza della fede per diventa-re credenti. Se invece Dionon esistesse o fosse soltan-to una costruzione ideologi-ca, credere, cioè vivere lafede, non avrebbe senso.

La fede, essendo unincontro con una Persona,diventa una scelta di libertà,un’adesione personale aDio. Una scelta non cieca,ma che ha una sua spiega-zione come devono essere

tutte le scelte importanti. Lafede per i cristiani non èun’idea astratta ma la scel-ta di una persona, Gesù. Èla risposta all’iniziativa di Dioche ci invita a comunicarecon Lui; un libero consenso,un esercizio di fiducia adaccettare la verità, che Diostesso ci ha rivelata.

Questa adesione perso-nale a Dio presupponeanche dei rischi; primo tratutti il fatto che non esisteuna dimostrazione matema-tica dell’esistenza di Dio,che non è però contrario néalla libertà né alla intelligen-za dell’uomo. Così come lerelazioni umane sonocostruite sulla fiducia (neigenitori, negli educatori,nella scienza) anche il cre-dere presuppone una fiduciain Dio che si rivela e nonpuò ingannarci. Il secondorischio, lo scetticismo, puòessere superato nel ricono-scere che ci sono verità chesuperano la nostra ragione;

questa conclusione non è unatto di fede ma è un attodella nostra ragione!

Nel mondo contempora-neo l’attuale clima culturalefavorisce il dubbio, l’incer-tezza e le forme più o menolarvate di scetticismo. Laverità è considerata relativae mutevole, le religioni stan-no perdendo ogni influssosulla società civile; anche ilCristianesimo non è moltoconsiderato; specialmente igiovani dubitano sui conte-nuti essenziali della dottrinacristiana.

In questo contesto, laChiesa diventa quella realtàchiamata a rendere ragionedella fede, ad allargare iconfini della ragione, adorientare le nuove dinami-che della società verso lacondivisione e la fraternità. Ildialogo è lo strumento persvolgere questo compito in

un mondo contrassegnatodal pluralismo etico-religio-so. Spetta alla Chiesa trova-re nuove vie di evangelizza-zione che sappiano sfruttarle possibilità che offronoall’annuncio cristiano le con-dizioni in cui si trova ilmondo d’oggi.

Nella storia della Chiesa,il cristianesimo non disponedi un unico modello cultura-le, ma di un “volto” conforme diverse che dovrebbeaccompagnare i nuovi pro-cessi culturali e sociali chesi sviluppano in ogni partedel mondo, perché fede eragione non sono realtàincompatibili. È la fede chericonosce la ragione e lasalva nella tempesta deidubbi che molto spesso nontrovano una soluzione.

P.D.

La fede: non un’idea astratta ma un incontro con una persona

Profetidel nostro

tempo

Il clima culturale del mondo contemporaneo favorisce il dubbio e loscetticismo religioso

fiori sgargianti. C’è tutto unsottobosco di bene dove fannocapolino fiori modesti. Stannoquasi nascosti, ma il lorointenso profumo è annuncio diprimavera.

(Saverio Xeres – Passatofuturo della Chiesa di Como.

29. Continua)

4 Vita Olgiatese15 Aprile 2018

Vita OlgiateseEsce la seconda e la quarta

domenica del mese

Autorizz. Tribunale Como n. 10/82.

Con approvazione ecclesiastica.

Direttore responsabile:Vittore De Carli

Redazione:Marco Folladori, Romeo Scinetti,Francesco Orsi, Paolo Donegani, RolandoMoschioni, Gabriella Roncoroni, ChiaraSpinelli.

Impaginazione grafica:Francesco Novati, Tarcisio Noseda.

Abbonamento annuale:

ritiro a mano: € 20,00spedizione postale: € 50.00

Stampa: Salin S.r.l. - Olgiate C.

Redazione e impaginazione:

Casa ParrocchialeVia Vittorio Emanuele, 522077 Olgiate ComascoTel. / Fax 031 944 [email protected]

sot to i l campanile del f icoNote di bontà

NN € 50 + 100 + 20 – Panedi S. Antonio € 345 –Progetto "Mettici il cuore"€ 180 – In coccasione del90° compleanno € 700.Decima Quaresima 8540,18sacchetti ragazzi 1668,19

10208,37.

Restuaro organo€ 50.

Dai registriparrocchiali

BattesimiArcarese Flavio di Fabrizioe Nocera Maria CarmelaP. Guggino Cataldo e BissoAngelaSquizzato Piercarlo diPierangelo e Cort inovisMarinaP. Nocera Maria Carmela

MortiFerrara Filippo di anni 93,via Repubblica 38Rivolta Carlo di anni 91,via Gabelli 29Roncoroni Alessandro dianni 83, via XXVII Maggio30Paganoni Paolo di anni

Per i bisogni della Chiesa

Offerta funerale di FerraraFilippo € 100 – Offerta perfiori della chiesa € 90 –Malati € 230+285 – Offertafunerale € 100 – Funerale diGini Angelo € 150 –Funerale di AltieriGiuseppina € 150 –Funerale di Sartori Antonio€100 –In occasione delcompleanno € 200–Condominio Tre Corti peruso sala € 50 – N.N. € 50 –Per uso sala € 50+50 –Funerale Messina Rosario€ 150 – Funerale di RivoltaCarlo € 100 – Funerale diGrizzetti Lil iana € 100 +€ 100 per oratorio.

Chiesa di SomainoOfferta per l'oratorio (per usosalone) € 50 – offerta per lachiesa dei coscritti classe1952 € 100 – Offerte per lachiesa € 24+20 – la famigliain memoria di Dalla Via Lino€ 200 – offerta dei fiori per laS. Pasqua € 150

Chiesa di San GerardoPer esposizione reliquia€ 200

85, via Milamo 52Pedrini Patrizia di anni 59,via Tommaseo 13Sartori Antonio di anni 88,via Monte Oliveto 2Altieri Angiolina di anni74, via del Castagneto 1/AGrizzetti Liliana di anni88, via Volpi Caimi 9Messina Rosario di anni75, via San Gerardo 16

Ogni anno, le settimaneprima di Pasqua si fanno sem-pre più frizzanti. Vuoi il grigio-re invernale che lascia il postoalle più lunghe giornate pri-maverili, vuoi la natura che, ti-midamente, inizia a risvegliarsicon i suoi piccoli germogli, isuoi primi fiori; sta di fattoche gli ultimi giorni di quaresi-ma sono tra i più impegnatividell’anno, anche per i nostriragazzi dell’Oratorio.

Molti non vedono e nonconoscono il gran lavoro chesta dietro, per esempio, al ta-glio dell’ulivo che viene be-nedetto e offerto a tutti laDomenica delle palme: di co-me tanta gente porti il fruttodella potatura del propriogiardino, di come i nostri ra-gazzi delle medie e delle su-periori abbiano impiegato ilproprio tempo per sceglieree tagliare i rametti che poivengono distribuiti a tutti edi come altri volontari anco-ra abbiano pulito e smaltitogli scarti e gli avanzi di ulivo.

Ma ciò non è niente aconfronto dell’evento pome-

CHE GRAN SETTIMANA!CHE GRAN SETTIMANA!

ridiano che è secondo – perimportanza e complessitànella preparazione – soltantoal Triduo Pasquale: la via cru-cis della mistagogia! Corsecontro il tempo per far impa-rare le parti ai personaggiprincipali, mobilizzazione diun gran numero di mamme evolontari per vestiti di scena,colonna sonora e amplifica-zione, lungo e curato allesti-mento delle scenografie e delpercorso; tutto “solo” per

farci meditare e pregare me-glio davanti al mistero stu-pendo e glorioso della Pas-sione di Gesù!

La sera del lunedì santo,inoltre, ci sono state le puliziedella chiesa parrocchiale. Perchi si è reso disponibile è sta-to davvero un bel momento.Ciò che ha sorpreso tutti inparticolare è stato l’entusia-smo con cui tanti ragazzi egiovani si sono presentati pertenere bella e curata la “casa”della comunità. Colpi di sce-na, angeli decaduti, necropoliromane, pavimenti incerati esensazionali scoperte hannotrasformato una serata di pu-lizie in una puntata di Alber-to Angela.

Abbiamo citato il Triduo,appunto. Quest’anno un fol-to gruppo di ragazzi e ragaz-

È stata una giornata importante per i ragazzi perché per laprima volta si sono accostati al sacramento della Penitenza. Allamattina abbiamo partecipato tutti insieme alla santa Messa e cisiamo salutati dandoci appuntamento nel pomeriggio.

Il ritrovo era previsto per le 14.30. Sono arrivati tutti puntuali,accompagnati dai propri genitori e tenendo tra le mani il foglietto,consegnato a catechismo, sul quale ognuno di loro avrebbe dovu-to scrivere da una parte i propri peccati e dall’altra il perché rin-graziavano Gesù e quale impegno avrebbero voluto prendere.

Era bello stare a guardare i loro volti emozionati, ansiosi,preoccupati… anche se qualcuno, cercava di nascondere questeemozioni sorridendo, nascondendosi o correndo sulla piazza.

Siamo entrati in chiesa, ci siamo sistemati nei banchi e… tuttizitti è iniziata la cerimonia.

Lettura della parola di Dio con la parabola del PadreMisericordioso (Lc 15,11-32), commento da parte di don Romeo,il quale ha sottolineato le azioni fatte dal padre nei confronti delfiglio che si era smarrito: lo vide, gli corse incontro, lo abbracciò elo baciò e fece una grande festa. Così anche noi, ogni volta cheandiamo a confessarci, troviamo Gesù che ci accoglie, ci perdo-na e ci invita a guardare avanti, perché il suo amore è infinito.Gesù fa festa: questa è la sua Misericordia.

È seguito poi l’esame di coscienza.Finalmente, era giunto il momento della confessione persona-

le. L’emozione era sempre più forte, il cuore batteva a mille. Con l’aiuto delle catechiste, ad uno ad uno sono saliti, con il

loro foglietto tra le mani, dai sacerdoti presenti: don Marco, donRomeo, don Francesco e don Alessio.

Anche i genitori hanno mostrato le loro emozioni. Con losguardo hanno seguito i movimenti dei propri figli. Senz’altroavranno pensato e magari anche detto tra loro: ”Stanno diventan-do grandi” , con un velo di commozione sul viso.

Dopo essersi confessati ritornavano e, con un profondo respirocome a dire “sì, ce l’ho fatta”, mettevano la parte del fogliettocon i loro peccati, in un braciere e accompagnati dagli animatorisi dirigevano al fonte battesimale per il ringraziamento.

Tutti si sono confessati… ed ora, vicini al braciere, che nelfrattempo è stato acceso, si sono bruciati i loro foglietti. Il fumoche si alzava verso l’alto ha dato l’impressione di portare lontanotutti gli sbagli commessi e di lasciare nei nostri cuori la gioia delperdono.

Tutti più rilassati ci siamo recati all’oratorio per un momentodi festa.

Grazie a tutte le mamme che hanno contribuito a preparareun’ottima merenda.

Festa del Perdono per iragazzi del gruppo

Gerusalemmeze ha voluto animare colcanto la celebrazione pome-ridiana del Venerdì Santo:tutti hanno apprezzato il lo-ro impegno e la bravura concui si sono cimentati cantan-do corali di Bach e altri branimolto suggestivi. Da sottoli-neare il fatto che non solo sisono preparati “musicalmen-te” ma anche spiritualmente,entrando in profondità nel si-gnificato della celebrazione edei suoi testi.

Infine il gruppo ministran-ti, coi suoi cerimonieri, e leamiche di Santa Rita, hannomostrato alla comunità unimpegno e una passione nelservizio che pochi, anche tragli adulti, potrebbero egua-gliare: prove quotidiane, pre-senza a ogni celebrazione, di-sponibilità per preparare, si-stemare, riordinare e pulire,precisione e – perché no–simpatia contagiosa.

L’aria frizzante di questegiornate ha, per certi versi,preparato l’evento della re-surrezione di Gesù: è Lui, in-fatti, il vento caldo che hasbaragliato l’inverno dei no-stri peccati con la sua croce eresurrezione, è Lui che ha fat-to rifiorire la nostra vita edha inaugurato l’eterna prima-vera della Chiesa! Possiamosenza dubbio affermare, allo-ra, che l’impegno dei nostriragazzi e delle nostre ragazzeè stato, in realtà, profezia in-trepida e testimonianza since-ra della Pasqua del Signore!

L’Oratorio e la Settimana SantaL’Oratorio e la Settimana Santa

GUALDERA ESTATE 201812-21 giugno: 4a e 5a elementare21-30 giugno: 1a e 2a media30 giugno - 9 luglio: 3a media e 1a superiore9-17 luglio: 2a e 3a superiore

Le iscrizioni sono aperte da lunedì 9 aprilefino a sabato 26 maggio.I moduli si trovano in ufficio parrocchiale e albar dell’oratorio. Si possono scaricare anchedal sito della parrocchia.Serata da non perdere

sabato 21 aprile 2018, alleore 20.30, al CentroCongressi Medioevo diOlgiate Comasco, in viaLucini 4. La Cooperativasociale Arca 88, che ospitapersone con disabilità nellec o m u n i t à - a l l o g g i o“Arcobaleno” (di OlgiateComasco) e “Stella Polare”(di Binago) organizza unattesissimo spettacolo chevedrà protagonista la com-pagnia “Monday Gospel” diMilano, dal 2007 impegnata- con i suoi 50 artisti direttida Tiziano Cogliati - in entu-siasmanti concerti di benefi-cenza in numerose localitàdella Lombardia.All’inizio dell’atteso evento -patrocinato dal Comune diOlgiate Comasco - la stessaArca 88, la Cooperativasociale Progetto PromozioneLavoro di Olgiate Olona(VA), la CSS Brugnoli Tosi eFondazione Renato PiattiOnlus metteranno in scena lospettacolo teatrale “IO”che vedrà impegnati alcuniospiti/artisti di queste realtàin una performance di altovalore simbolico ed educati-vo. Inoltre, nella splendidalocation del Medioevo, ver-ranno esposti i preziosicuscini realizzati da alcuniospiti delle due comunitàolgiatesi che hanno parteci-pato all’innovativo progetto“Arte senza Barriere” in col-laborazione con ChristianFischbacher Italia.

Renato Piatti Onlus eGruppo Alpini di OlgiateComasco.Per la prenotazione gratui-ta dei posti inviare maila l l ’ i n d i r i z z [email protected]. Oppurecontattare dalle 9 alle 16 laCooperativa sociale Arca88, via vecchie scuderie 40 -Olgiate Comasco (Miriam:349.3166744; Evelyn:337.1129305).

L’evento benefico di sabato21 aprile, aperto a tutta lacittadinanza, riveste un parti-colare significato, poiché è ilprimo di una serie di appun-tamenti organizzati da Arca88 in occasione del 30esimoanno di fondazione. Hanno gentilmente colla-borato all’evento: MondayGospel, ChristianFischbacher Italia,Comune di OlgiateComasco, CooperativaProgetto PromozioneLavoro Onlus, Fondazione

21 aprile 2018. ConcertoGospel e lo spettacolo “IO”:

Arca 88 festeggia i suoi 30 anni

PROGRAMMA FESTA DEL PRIMO MAGGIO 2018

Sabato 28/0419:00 Apertura crotto, cena di gemellaggio conLiancourt. Piatti speciali: polenta e brasato, polenta e zola. Domenica 29/04 17:00 Tornei di giochi da tavolo e laboratori perbambini organizzati dagli animatori dell'Oratorio. 19:00 Apertura crotto. Lunedì 30/04 19:00 Aperitivo e crotto21:00 Concerto dei Da zero a Liga (band tributo diLigabue). Martedì 01/05 10:00 S.. Messa al campo dell'Oratorio, a seguireiscrizioni Marcia. 14:00 Partenza Marcia del Primo Maggio. 19:00 Apertura Crotto. 21:00 Spettacolo di ballo con Innoswing. NB: in caso di pioggia l'intero programma diMartedì 01/05 (compresa la Marcia) verrà postici-pato a Domenica 06/05. Tutto il ricavato della Festa sarà investito nei lavo-ri di rinnovo dell'Oratorio.

Associazione “Oratorio San Giovanni Bosco”

Olgiate Comasco

CONVOCAZIONEASSEMBLEA SOCI

Domenica 22 aprile 2018 in ORATORIOin prima convocazione alle ore 07.00, in seconda convocazione alle ore 11.00. Ordine del giorno:1.Preghiera;2.Lettura del Verbale;3.Comunicazioni del Presidente;4.Tesseramento;5.Bilancio 2017;6.Approvazione piano attività 2018;7.Varie ed eventuali.TUTTI SONO INVITATI ! ! !Il Presidente,Valter Boselli con il Consiglio Direttivo