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DELIBERA DI CONSIGLIO n. 20 del 08-09-2014 SENNA COMASCO 08-09-14 @--@ Pag. 1 COMUNE DI SENNA COMASCO Provincia di Como Codice Ente n. 10669 COPIA DI DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO COMUNALE DELIBERAZIONE NUMERO 20 DEL 08-09-14 PROT. N. _______ L'anno duemilaquattordici il giorno otto del mese di settembre, alle ore 21:00, nella sala delle adunanze si é riunito il Consiglio Comunale, convocato con avvisi spediti nei modi e termini di legge, sessione Ordinaria in Prima convocazione. Alla trattazione dell'argomento in oggetto, in seduta Pubblica risultano presenti e assenti i signori: CURTALE FRANCESCA A RIVA SIMONA A ARIGHI ENRICO P PERLINI IVAN P GALATI BRUNO P TREVISAN DANIELE P INCARNATO FRANCESCO P PERRINI MARIO P SINAGRA PAOLA P MARELLI FRANCESCO P PELANCONI SILVANO P COFRANCESCO CHIARA P FASOLA TOMMASO DAVIDE P Assegnati n.[13] In carica n.[13] Assenti n.[ 2] Presenti n.[ 11]. Risulta [A] l'Assessore Esterno CASTELLI DIEGO Risulta [A] l'Assessore Esterno FIONDA MARTA Partecipa con funzioni consultive, referenti e di assistenza il SEGRETARIO COMUNALE ESPOSITO DOTT. DOMENICO che ne cura la verbalizzazione. Assume la presidenza il Consigliere Sig. ARIGHI ENRICO. Constatata la legalità della seduta, il Presidente dichiara aperta la stessa ed invita il Consiglio a discutere e deliberare sull'oggetto sopra indicato. Oggetto: APPROVAZIONE REGOLAMENTO PER LA DISCIPLINA DELL'IMPOSTA UNICA COMUNALE (IUC)

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COMUNE DI SENNA COMASCO

Provincia di Como

Codice Ente n. 10669

COPIA DI DELIBERAZIONE

DEL CONSIGLIO COMUNALE

DELIBERAZIONE NUMERO 20 DEL 08-09-14 PROT. N. _______

L'anno duemilaquattordici il giorno otto del mese di settembre, alle ore 21:00, nella sala delle

adunanze si é riunito il Consiglio Comunale, convocato con avvisi spediti nei modi e termini di legge,

sessione Ordinaria in Prima convocazione.

Alla trattazione dell'argomento in oggetto, in seduta Pubblica risultano presenti e assenti i signori:

CURTALE FRANCESCA A RIVA SIMONA A

ARIGHI ENRICO P PERLINI IVAN P

GALATI BRUNO P TREVISAN DANIELE P

INCARNATO FRANCESCO P PERRINI MARIO P

SINAGRA PAOLA P MARELLI FRANCESCO P

PELANCONI SILVANO P COFRANCESCO CHIARA P

FASOLA TOMMASO DAVIDE P

Assegnati n.[13] In carica n.[13] Assenti n.[ 2] Presenti n.[ 11].

Risulta [A] l'Assessore Esterno CASTELLI DIEGO

Risulta [A] l'Assessore Esterno FIONDA MARTA

Partecipa con funzioni consultive, referenti e di assistenza il SEGRETARIO COMUNALE

ESPOSITO DOTT. DOMENICO che ne cura la verbalizzazione.

Assume la presidenza il Consigliere

Sig. ARIGHI ENRICO. Constatata la legalità della seduta, il Presidente dichiara aperta la stessa ed invita il Consiglio a

discutere e deliberare sull'oggetto sopra indicato.

Oggetto: APPROVAZIONE REGOLAMENTO PER LA DISCIPLINA DELL'IMPOSTA UNICA COMUNALE (IUC)

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Si allontana dall’aula l’Assessore Castelli. IL CONSIGLIO COMUNALE

PREMESSOPREMESSOPREMESSOPREMESSO che con l'art. 1, commi 639 - 705, della Legge n. 147 del 27 dicembre 2013 (Legge di Stabilità 2014) è stata istituita l'Imposta Unica Comunale (IUC) – con decorrenza dal 1 gennaio 2014 - che si compone da: - Imposta Municipale Propria (IMU), di natura patrimoniale, dovuta dal possessore di immobili, escluse le

abitazioni principali; - Tributo per i Servizi Indivisibili (TASI), a carico sia del possessore che dell'utilizzatore dell'immobile; - Tributo sul Servizio Rifiuti (TARI), destinato a finanziare i costi del servizio di raccolta e smaltimento dei

rifiuti, a carico dell'utilizzatore.

VISTAVISTAVISTAVISTA la deliberazione di Consiglio Comunale n. 11 del 28.06.2012 con la quale è stato approvato il Regolamento IMU – Imposta Municipale Propria, pubblicato, nella versione definitiva, sul portale del federalismo;

VISTOVISTOVISTOVISTO il comma 703 art. 1 della legge 27 dicembre 2013 n. 147, il quale stabilisce che l’istituzione della IUC – Imposta Unica Comunale – lascia salva la disciplina per l’applicazione dell’IMU;

TENUTOTENUTOTENUTOTENUTO CONTCONTCONTCONTO O O O della necessità di coordinamento normativo e regolamentare riguardante la disciplina dell’IMU con la legge 27 dicembre 2013 n. 147, che stabilisce, tra l’altro, l’istituzione dell’Imposta Unica Comunale – IUC – dal 1^ gennaio 2014 e delle sue componenti;

RAVVISATARAVVISATARAVVISATARAVVISATA l’opportunità di adottare un unico Regolamento IUC che comprenda al suo interno la disciplina delle componenti IMU – TASI – TARI, sostituendo, quindi, integralmente il previgente regolamento IMU sopra richiamato, sostituendo il regolamento TARSU in quanto regime di prelievo sui rifiuti soppresso, con la regolamentazione del nuovo regime TARI, e la disciplina del nuovo tributo TASI rivolto al finanziamento dei servizi indivisibili dei Comuni;

TENUTOTENUTOTENUTOTENUTO CONTOCONTOCONTOCONTO che i Comuni, con deliberazione del Consiglio Comunale, adottata ai sensi dell’articolo 52 del decreto legislativo 15 dicembre 1997 n. 446, provvedono a “disciplinare con regolamento le proprie entrate, anche tributarie, salvo per quanto attiene alla individuazione e definizione delle fattispecie imponibili, dei soggetti passivi e della aliquota massima dei singoli tributi, nel rispetto delle esigenze di semplificazione degli adempimenti dei contribuenti”.

VISTO VISTO VISTO VISTO l’art. 27, comma 8, della L. 448/2001, il quale dispone che: “Il comma 16 dell’art. 53 della legge 23 dicembre 2000, n. 388, è sostituito dal seguente: 16. Il termine per deliberare le aliquote e le tariffe dei tributi locali, compresa l’aliquota dell’addizionale comunale all’IRPEF di cui all’articolo 1, comma 3, del decreto legislativo 28 settembre 1998, n. 360, recante istituzione di una addizionale comunale all’IRPEF, e successive modificazioni, e le tariffe dei servizi pubblici locali, nonché per approvare i regolamenti relativi alle entrate degli enti locali, è stabilito entro la data fissata da norme statali per la deliberazione del Bilancio di Previsione. I regolamenti sulle entrate, anche se approvati successivamente all’inizio dell’esercizio purché entro il termine di cui sopra, hanno effetto dal 1° gennaio dell’anno di riferimento”.

CONSIDERATOCONSIDERATOCONSIDERATOCONSIDERATO che con la legge del Ministro dell’interno del 27 dicembre 2013 n. 147, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 302 del 27.12.2013, il termine per la deliberazione del bilancio di previsione per l’anno 2014 da parte degli enti locali è stato differito al 28 febbraio 2014, che con successivo decreto del Ministero dell’Interno del 13 febbraio 2014, il termine è stato ulteriormente rinviato al 30 aprile 2014, che, con Decreto del Ministero dell’Interno del 29 aprile u.s. il termine è stato differito al 31 luglio 2014 e che, da ultimo, con Decreto del Ministro dell’Interno 18 luglio 2014 il termine è stato ulteriormente differito al 30 settembre 2014;

STIMATOSTIMATOSTIMATOSTIMATO, inoltre, che a decorrere dall’anno d’imposta 2012, tutte le deliberazioni regolamentari e tariffarie relative alle entrate tributarie degli enti locali devono essere inviate al Ministero dell’economia e delle

Oggetto: APPROVAZIONE REGOLAMENTO PER LA DISCIPLINA DELL'IMPOSTA UNICA COMUNALE (IUC)

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finanze, Dipartimento delle finanze, entro il termine di cui all’articolo 52, comma 2, del decreto legislativo n. 446 del 1997, e comunque entro trenta giorni dalla data di scadenza del termine previsto per l’approvazione del bilancio di previsione, secondo le modalità stabilite dalla normativa di riferimento;

TENUTOTENUTOTENUTOTENUTO CONTOCONTOCONTOCONTO che per quanto non specificamente ed espressamente previsto dall’allegato Regolamento si rinvia alle norme legislative inerenti l'imposta unica comunale (IUC) ed alla Legge 27 Luglio 2000 n. 212 “Statuto dei diritti del contribuente”, oltre a tutte le successive modificazioni ed integrazioni della normativa regolanti la specifica materia;

RITENUTORITENUTORITENUTORITENUTO di dover, quindi, approvare un Regolamento comunale che disciplini il nuovo tributo, al fine di poterne garantire l’applicazione a partire dal 1 gennaio, negli ambiti rimessi alla potestà regolamentare del Comune, tra i quali il sistema sanzionatorio e il regime delle detrazioni;

VISTOVISTOVISTOVISTO il “Regolamento per la disciplina dell’Imposta Unica Comunale (IUC)” predisposto dall’Ufficio Tributi di concerto con l’assessorato, allegato quale parte integrante e sostanziale del presente provvedimento;

VISTOVISTOVISTOVISTO l'art. 42 del D.Lgs. n. 267/2000;

VISTIVISTIVISTIVISTI i pareri favorevoli espressi sulla proposta di deliberazione dal responsabile del servizio interessato e dal responsabile di ragioneria ai sensi dell’art. 49 del D.Lgs. 18 agosto 2000, n° 267;

Preso atto del dibattito consiliare: … omissis …

Con voti favorevoli n°10, contrari n° O, astenuti n°1, espressi nelle forme di legge, essendo n° 11 i consiglieri presenti di cui 10 votanti ed 1 astenuto (consigliere Sinagra)

DELIBERADELIBERADELIBERADELIBERA

1)1)1)1) didididi approvareapprovareapprovareapprovare la premessa del presente atto che qui si intende integralmente richiamata; 2)2)2)2) di dare attodi dare attodi dare attodi dare atto che con l’allegato regolamento IUC si provvede, tra l’altro, al coordinamento normativo e

regolamentare riguardante la disciplina dell’IMU e della “ex TARES” con la legge 27 dicembre 2013 n. 147, che stabilisce, tra l’altro, l’istituzione dell’Imposta Unica Comunale “IUC” dal 1 gennaio 2014 e delle sue componenti;

3)3)3)3) di adottaredi adottaredi adottaredi adottare un unico Regolamento IUC che comprende al suo interno la disciplina delle componenti IMU – TASI – TARI, sostituendo quindi integralmente il previgente regolamento IMU richiamato in premessa, sostituendo il regolamento TARES in quanto regime di prelievo sui rifiuti soppresso, con la regolamentazione del nuovo regime TARI, e disciplinando il nuovo tributo TASI rivolto al finanziamento dei servizi indivisibili dei Comuni;

4)4)4)4) di approvaredi approvaredi approvaredi approvare l’allegato Regolamento per la disciplina dell'Imposta Unica Comunale (IUC) come sopra descritto, composto da quattro parti, che costituisce parte integrante e sostanziale del presente provvedimento;

5)5)5)5) di dare attodi dare attodi dare attodi dare atto che il Regolamento approvato con il presente atto deliberativo ha effetto dal 1° gennaio 2014;

6)6)6)6) di delegaredi delegaredi delegaredi delegare il Responsabile dell’Area Finanziaria a trasmettere copia della presente deliberazione al Ministero dell’economia e delle finanze, Dipartimento delle finanze, entro il termine di cui all’articolo 52, comma 2, del decreto legislativo n. 446 del 1997, e comunque entro trenta giorni dalla data di scadenza del termine previsto per l’approvazione del bilancio di previsione, nei termini e con le modalità previste dalla normativa vigente;

Indi, IL CONSIGLIO COMUNALE

Considerata l'urgenza che riveste l'esecuzione dell'atto; Visto l'art. 134, comma 4, del D.Lgs. 18 agosto 2000, n. 267, che testualmente recita: «4. Nel caso di urgenza le deliberazioni del consiglio o della giunta possono essere dichiarate immediatamente eseguibili con il voto espresso dalla maggioranza dei componenti.» Con voti favorevoli n°10, contrari n° O , astenuti n°1, espressi nelle forme di legge, essendo n° 11 i consiglieri presenti di cui 10 votanti ed 1 astenuto (consigliere Sinagra)

D E L I B E R A

di rendere il presente provvedimento immediatamente eseguibile.

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COMUNE DI

SENNA COMASCO PROVINCIA DI COMO

REGOLAMENTO

PER LA DISCIPLINA

DELL’IMPOSTA UNICA COMUNALE

“IUC”

Approvato con Deliberazione C.C.

n. _________del ___________

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INDICE PARTE PRIMA

Disciplina generale della IUC PARTE SECONDA Regolamento per l’applicazione dell’imposta municipale propria - IMU PARTE TERZA Regolamento per l’istituzione e l’applicazione della TARI (Tributo diretto alla copertura dei costi relativi al servizio di gestione dei rifiuti) PARTE QUARTA

Regolamento per l’istituzione e l’applicazione della TASI (Tributo sui servizi indivisibili)

PARTE PRIMA

- DISCIPLINA GENERALE DELLA IUC -

INDICE

Art. 1 - Oggetto del regolamento

Art. 2 – Presupposto d’imposta e composizione

Art. 3 - Soggetto attivo

Art. 4 – Disposizioni finali

Art. 1 - Oggetto del Regolamento

1. Il presente Regolamento, adottato nell'ambito della potestà regolamentare prevista dall’articolo 52 del D.Lgs. 15 dicembre 1997, n. 446, disciplina l’applicazione nel Comune di Senna Comasco dell’Imposta Unica Comunale (I.U.C.) istituita dall’articolo 1, comma 639 della Legge 27 dicembre 2013, n. 147 e successive modificazioni ed integrazioni.

2. Per quanto non previsto dal presente regolamento si applicano le disposizioni normative e di legge vigenti. Art. 2 - Presupposto d’imposta e composizione

1. La IUC si basa su due presupposti impositivi: uno costituito dal possesso di immobili e collegato alla loro natura e valore e l’altro collegato all’erogazione e alla fruizione di servizi comunali.

2. La IUC si compone dell’Imposta Municipale Propria (IMU), di natura patrimoniale, dovuta dal possessore di immobili, e di una componente riferita ai servizi, che si articola nel tributo per i servizi indivisibili (TASI), a carico sia del possessore sia dell’utilizzatore dell’immobile, e nella tassa sui rifiuti (TARI), destinata a finanziare i costi del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, a carico dell’utilizzatore.

Art. 3 - Soggetto attivo 1. Soggetto attivo della IUC è il Comune, con riferimento a tutti gli immobili la cui superficie insista sul territorio comunale. 2. Ai sensi dell’art. 1, comma 380, lett. f) della Legge 24 dicembre 2012, n. 228, è riservato allo Stato il gettito dell’imposta

municipale propria derivante dagli immobili ad uso produttivo classificati nel gruppo catastale D, calcolato ad aliquota standard del 7,60 per mille.

3. Tale riserva non si applica agli immobili ad uso produttivo classificati nel gruppo catastale D posseduti dai Comuni e che insistono sul rispettivo territorio.

Art. 4 - Disposizioni finali 1. Per quanto non espressamente previsto e disciplinato dal presente regolamento, si fa rinvio alla normativa vigente in materia. 2. Laddove le disposizioni del presente regolamento dovessero essere modificate o sostituite per sopravvenute norme di legge, trovano applicazione tali ultime disposizioni. 3. Le norme del presente regolamento si applicano in luogo di qualsiasi altra disposizione regolamentare con esse in contrasto. 4. Il presente regolamento si applica dal 1° gennaio 2014.

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PARTE SECONDA

REGOLAMENTO PER L’APPLICAZIONE DELL’IMPOSTA MUNICIPALE PROPRIA

- I.M.U. -

INDICE

Art. 1 - Oggetto

Art. 2 – Unità immobiliare assimilata all’abitazione principale

Art. 3 - Determinazione dei valori venali per le aree fabbricabili

Art. 4 - Aree fabbricabili condotte da coltivatori diretti ed imprenditori agricoli

Art. 5 - Immobili utilizzati dagli enti non commerciali

Art. 6 - Aree fabbricabili divenute inedificabili

Art. 7 - Disciplina delle caratteristiche di fatiscenza sopravvenuta dei fabbricati

Art. 8 - Esenzioni ed esclusioni

Art. 9 - Versamenti effettuati da un contitolare

Art. 10 - Attività di controllo e interessi moratori

Art. 11 – Rimborsi e compensazione

Art. 12- Attività di recupero

Art. 13 - Incentivi per l'attività di controllo

Art. 14 - Versamenti minimi

Art. 15- Dichiarazione IMU

Art. 16 - Differimento dei versamenti

Art. 17 - Dilazione del pagamento degli avvisi di accertamento

Art. 18 – Riscossione coattiva

Art. 19 – Disposizioni finali

Art. 1 - Oggetto 1. Il presente Regolamento, adottato nell'ambito della potestà prevista dagli articoli 52 e 59 del D.Lgs. del 15 dicembre 1997, n. 446, disciplina l’applicazione dell’imposta municipale propria di cui all’articolo 13 del D.L. 6 dicembre 2011, n. 201, convertito con legge 22 dicembre 2011, n. 214, compatibilmente con le disposizioni di cui agli articolo 8 e 9 del D.Lgs. 14 marzo 2011, n. 23. 2. Per quanto non previsto dal presente regolamento si applicano le disposizioni normative e regolamentari vigenti.

Art. 2 – Unità immobiliare assimilata all’abitazione principale 1. Ai fini dell’imposta municipale propria si considera direttamente adibita ad abitazione principale, con conseguente applicazione dell’aliquota ridotta e della relativa detrazione: � l’unità immobiliare posseduta, a titolo di proprietà o di usufrutto, da anziani o disabili che spostano la residenza in istituti di

ricovero o sanitari a seguito di ricovero permanente, a condizione che l’abitazione non risulti occupata. Allo stesso regime dell’abitazione soggiace l’eventuale pertinenza.

� l’unità immobiliare posseduta dal soggetto passivo che, a seguito di provvedimento di separazione legale, annullamento, scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio, non risulta assegnatario della casa coniugale. Le disposizioni del presente comma si applicano a condizione che il soggetto passivo non sia titolare del diritto di proprietà o di altro diritto reale su un immobile destinato ad abitazione situato nello stesso comune ove è ubicata la casa coniugale. Allo stesso regime dell’abitazione soggiace l’eventuale pertinenza.

� l’unità immobiliare posseduta dal coniuge superstite e adibita ad abitazione principale del medesimo. Le disposizioni del presente comma si applicano a condizione che il soggetto passivo non sia titolare del diritto di proprietà o di altro diritto reale su un immobile destinato ad abitazione situato nello stesso comune ove è ubicata la casa coniugale. Allo stesso regime dell’abitazione soggiace l’eventuale pertinenza.

� l’unità immobiliare di cui all’articolo 8, comma 4, del decreto legislativo 30 dicembre 1992 n. 504, appartenente alle cooperative edilizie a proprietà indivisa, adibite ad abitazione principale dei soci assegnatari. Allo stesso regime dell’abitazione soggiace l’eventuale pertinenza.

� gli alloggi regolarmente assegnati dagli Istituti autonomi per le case popolari o A.L.E.R.. Allo stesso regime dell’abitazione soggiace l’eventuale pertinenza.

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2. Nel caso di più pertinenze della medesima categoria si intende assimilabile all’abitazione principale quella con la rendita più alta e in subordine quella logisticamente più vicina all’immobile principale.

Art. 3 - Determinazione dei valori venali per le aree fabbricabili 1. La base imponibile delle aree fabbricabili è il valore venale in comune commercio, ai sensi dell’art. 5, comma 5 del D.Lgs. n. 504/1992. 2. Al fine di semplificare gli adempimenti a carico dei contribuenti e per orientare l’attività di controllo dell’ufficio, con propria delibera la Giunta Comunale determina periodicamente, per zone omogenee, i valori medi venali in comune commercio delle aree fabbricabili site nel territorio del comune.

Art. 4 - Aree fabbricabili condotte da coltivatori diretti ed imprenditori agricoli 1. Ai sensi dell’art. 59, comma 1, lettera a) del D.Lgs. n. 446/1997, le aree fabbricabili possono corrispondere l’imposta municipale propria come terreno agricolo, sulla base del reddito dominicale, se possedute e condotte direttamente dalle persone fisiche di cui all’articolo 58, comma 2 del D.Lgs. n. 446/1997; conseguentemente la finzione giuridica non opera nel caso in cui il terreno sia direttamente condotto da una società, qualsiasi sia la sua forma giuridica, o altra forma associativa. 2. Nel caso in cui il terreno sia condotto direttamente solo da uno o alcuni dei comproprietari, la finzione giuridica opera esclusivamente nei confronti dei contitolari in possesso dei requisiti di cui al comma 1, mentre per gli altri l’imposta municipale propria dovrà essere versata tenendo conto del valore venale dell’area fabbricabile, rapportata alla propria quota di possesso.

Art. 5 - Immobili utilizzati dagli enti non commerciali 1. L'esenzione prevista dall'art. 7, comma 1, lettera i) del D.Lgs. 30 dicembre 1992, n. 504, si applica soltanto ai fabbricati ed a condizione che gli stessi, oltre che utilizzati, siano anche posseduti dall’ente non commerciale utilizzatore.

Art. 6 - Aree fabbricabili divenute inedificabili 1. Su richiesta dell’interessato, il funzionario responsabile dispone il rimborso dell’imposta pagata per le aree divenute inedificabili a seguito di approvazione definitiva di varianti agli strumenti urbanistici generali o attuativi oppure per vincoli imposti da leggi nazionali o regionali, successivamente al pagamento dell’imposta. 2. Il diritto al rimborso è riconosciuto alla contestuale sussistenza delle seguenti condizioni: non vi sia stata, o non vi sia in atto, un’utilizzazione edificatoria in forza di titolo abilitativo edilizio per interventi di qualsiasi natura sulle aree interessate; non vi sia stata o non vi sia in atto alcuna utilizzazione edificatoria, neppure abusiva, dell’area interessata o di una sua parte, a prescindere dagli eventuali provvedimenti amministrativi adottati in merito all’abuso. 3. Il rimborso è pari alla differenza tra l’imposta versata sul valore venale dell’area edificabile e l’imposta che sarebbe dovuta sulla base del reddito dominicale del terreno. 4. Il rimborso compete per non più di cinque periodi d’imposta, durante i quali il tributo sia stato corrisposto sulla base del valore delle aree edificabili e comunque non oltre l’ultimo acquisto a titolo oneroso dell’area stessa. 5. La relativa istanza di rimborso deve essere presentata, a pena di decadenza, entro cinque anni dalla data in cui l’area è divenuta inedificabile ai sensi del comma 1 del presente articolo.

Art. 7. Disciplina delle caratteristiche di fatiscenza sopravvenuta dei fabbricati 1. Per i '”fabbricati dichiarati inagibili o inabitabilì” è prevista una riduzione della base imponibile del 50%. 2. L'inagibilità o inabitabilità deve consistere in un degrado fisico o igienico-sanitario sopravvenuto, non superabile con interventi di manutenzione sia ordinaria sia straordinaria. 3. Si intendono tali i fabbricati o le unità immobiliari che necessitino di interventi di consolidamento, di restauro e risanamento conservativo e che, nel contempo, risultino - anche in parte - diroccati, pericolanti e/o fatiscenti. 4. La riduzione opera limitatamente al periodo dell’anno in cui sussistono le predette condizioni. 5. Le condizioni richieste per fruire della riduzione sono due e debbono sussistere congiuntamente: - inagibilità/inabitabilità del fabbricato; - non utilizzo di fatto del fabbricato. 6. Determina inagibilità o inabitabilità del fabbricato o della singola unità immobiliare che lo compone, la presenza di una o più delle seguenti fattispecie: a) strutture orizzontali (solai e tetto di copertura) con lesioni gravi, tali da costituire pericolo a cose o persone, con rischi di crollo; b) strutture verticali (muri perimetrali o di confine) con lesioni gravi che possano costituire pericolo e possano far presagire danni a cose o persone, con rischi di crollo parziale o totale; c) edifici per i quali è stata emessa ordinanza sindacale di demolizione o ripristino atta ad evitare danni a cose o persone; d) edifici che per le loro caratteristiche intrinseche ed estrinseche di fatiscenza, quali la vetustà della costruzione accompagnata dalla mancanza delle parti ornamentali e di finitura del fabbricato (mancanza di infissi, di allaccio alle opere di urbanizzazione primaria, etc.), non siano compatibili all'uso per il quale erano destinati. 7. Qualora il fabbricato, ancorché dichiarato inagibile/inabitabile, venga sottoposto a interventi di recupero o ristrutturazione a norma dell’art. 31 , comma 1, lettere c) d) ed e) della L. 457/78, non sussistono più le condizioni per fruire della riduzione, e la base imponibile è costituita dal valore dell’area considerata fabbricabile, senza computare il valore del fabbricato in corso d’opera, fino alla data di ultimazione dei lavori di ricostruzione o ristrutturazione, ovvero, se antecedente, fino alla data del concreto utilizzo, a norma dell’art. 5, comma 6. del D. lgs. 504/92. 8. L’inagibilità o inabitabilità é accertata dall’Ufficio Tecnico comunale con perizia a carico del proprietario che allega idonea documentazione alla dichiarazione. In alternativa il contribuente ha facoltà di presentare dichiarazione sostitutiva ai sensi della Legge 4 gennaio 1968, n. 15 rispetto a quanto previsto dal periodo precedente.

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Art. 8 - Esenzioni ed esclusioni 1. Ai sensi dell’art. 7, comma 1, lett. a) del D.lgs. 504/1992, sono esenti dall’imposta gli immobili posseduti dallo Stato, nonché gli

immobili posseduti, nel proprio territorio, dalle Regioni, dalle Province, dal Comune, dalle Comunità montane, dai consorzi fra detti enti, ove non soppressi, dagli Enti del Servizio Sanitario Nazionale, destinati esclusivamente ai compiti istituzionali.

2. Ai sensi dell’art. 1, comma 708, della Legge n. 147/2013 sono esenti dall’imposta municipale propria i fabbricati rurali ad uso strumentale di cui al comma 8 dell’ articolo 13 del decreto-legge n. 201 del 2011.

3. Ai sensi dell’art. 1, comma 707, Legge 27 dicembre 2013, n. 147, l'imposta municipale propria non si applica alle seguenti fattispecie: a) all’abitazione principale ed alle pertinenze della stessa, con eccezione di quelle classificate nelle categorie catastali A/1,

A/8 e A/9 e relative pertinenze, per le quali continuano ad applicarsi l’aliquota di cui al comma 7 e la detrazione di cui al comma 10 dell’art. 13 del D.L. 6 dicembre 2011, n. 201, convertito con modificazioni dalla Legge 22 dicembre 2011, n. 214 e successive modificazioni;

b) alle unità immobiliari appartenenti alle cooperative edilizie a proprietà indivisa, adibite ad abitazione principale e relative pertinenze dei soci assegnatari;

c) ai fabbricati di civile abitazione destinati ad alloggi sociali come definiti dal decreto del Ministro delle infrastrutture 22 aprile 2008, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 146 del 24 giugno 2008;

d) alla casa coniugale assegnata al coniuge, a seguito di provvedimento di separazione legale, annullamento, scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio;

e) ad un unico immobile, iscritto o iscrivibile nel catasto edilizio urbano come unica unità immobiliare, posseduto, e non concesso in locazione, dal personale in servizio permanente appartenente alle Forze armate e alle Forze di polizia ad ordinamento militare e da quello dipendente delle Forze di polizia ad ordinamento civile, nonché dal personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, e, fatto salvo quanto previsto dall'articolo 28, comma 1, del decreto legislativo 19 maggio 2000, n. 139, dal personale appartenente alla carriera prefettizia, per il quale non sono richieste le condizioni della dimora abituale e della residenza anagrafica.

4. Ai sensi dell’art. 2, comma 2, lettera a) del D.L. 31 agosto 2013, n. 102, convertito con modificazioni nella Legge 28 ottobre 2013, n. 124, sono esenti dall'imposta municipale propria i fabbricati costruiti e destinati dall’impresa costruttrice alla vendita, fintanto che permanga tale destinazione e non siano in ogni caso locati.

5. Si applicano inoltre le esenzioni previste dal Decreto Legislativo 30 dicembre 1992, n. 504, art. 7, comma 1, lettere: b) i fabbricati classificati o classificabili nelle categorie catastali da E/1 a E/9; c) i fabbricati con destinazione ad usi culturali di cui all'articolo 5-bis del decreto del Presidente della Repubblica 29

settembre 1973, n. 601, e successive modificazioni; d) i fabbricati destinati esclusivamente all'esercizio del culto, purché compatibile con le disposizioni degli articoli 8 e 19 della

Costituzione, e le loro pertinenze; e) i fabbricati di proprietà della Santa Sede indicati negli articoli 13, 14, 15 e 16 del Trattato lateranense, sottoscritto l'11

febbraio 1929 e reso esecutivo con legge 27 maggio 1929, n. 810; f) i fabbricati appartenenti agli Stati esteri e alle organizzazioni internazionali per i quali è prevista l'esenzione dall'imposta

locale sul reddito dei fabbricati in base ad accordi internazionali resi esecutivi in Italia; h) i terreni agricoli ricadenti in aree montane o di collina delimitate ai sensi dell'articolo 15 della Legge 27 dicembre 1977, n.

984; i) gli immobili posseduti ed utilizzati dai soggetti di cui all’articolo 87, comma 1, lettera c) del testo unico delle imposte sui

redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, e successive modificazioni, e destinati esclusivamente allo svolgimento con modalità non commerciali di attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, didattiche, ricettive, culturali, ricreative e sportive, nonché delle attività di cui all’articolo 16, lettera a), della legge 20 maggio 1985, n. 222.

7. Le esenzioni e le esclusioni di cui ai commi precedenti spettano per il periodo dell’anno durante il quale sussistono le condizioni prescritte dalla norma.

Art. 9 - Versamenti effettuati da un contitolare 1. I versamenti dell’imposta municipale propria si considerano regolarmente effettuati anche se effettuati da un contitolare per conto degli altri a condizione che ne sia data comunicazione all’ente impositore.

Art. 10 – Attività di controllo e interessi moratori 1.L’attività di controllo è effettuata secondo le modalità disciplinate nell’art. 1, commi 161 e 162 della legge 27 dicembre 2006, n. 296 e successive modificazioni ed integrazioni. 2. Sulle somme dovute a titolo di imposta municipale propria a seguito di violazioni contestate si applicano gli interessi moratori pari al tasso legale. Gli interessi sono calcolati con maturazione giorno per giorno con decorrenza dal giorno in cui sono divenuti esigibili.

Art. 11 – Rimborsi e compensazione 1. Sulle somme da rimborsare è corrisposto l'interesse nella misura stabilita dall’art. 10, comma 2. Gli interessi sono calcolati con maturazione giorno per giorno con decorrenza dalla data dell’eseguito versamento. 2. Il provvedimento di rimborso deve essere effettuato entro centottanta giorni dalla data di presentazione dell’istanza. 3. Non si dà luogo al rimborso di importi uguali o inferiori al versamento minimo disciplinato dal successivo articolo 12. 4. Le somme da rimborsare possono, su richiesta del contribuente formulata nell’istanza di rimborso, essere compensate con gli importi dovuti dal contribuente al comune stesso a titolo di imposta municipale propria o altri tributi locali.

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Art. 12- Attività di recupero 1. Nell'attività di recupero non si dà luogo ad emissione di avviso quando l'importo dello stesso per imposta, sanzione ed interessi non supera euro 12,00.

Art. 13 - Incentivi per l'attività di controllo 1. Per incentivare l'attività di controllo, una quota delle somme effettivamente accertate a titolo definitivo, a seguito della emissione di avvisi di accertamento dell’imposta municipale propria, viene destinata alla costituzione di un fondo da ripartire annualmente tra il personale del Servizio Tributi che ha partecipato a tale attività.

Art. 14 - Versamenti minimi 1. L’imposta non è versata qualora essa sia uguale o inferiore a 12,00 euro. Tale importo si intende riferito all’imposta complessivamente dovuta per l’anno e non alle singole rate di acconto e di saldo.

Art.15 - Dichiarazione IMU 1. I soggetti passivi per i quali permane l’obbligo dichiarativo, devono presentare la dichiarazione entro il 30 giugno dell'anno

successivo a quello in cui il possesso degli immobili ha avuto inizio o sono intervenute variazioni rilevanti ai fini della determinazione dell’imposta, utilizzando l’apposito modello ministeriale. La dichiarazione ha effetto anche per gli anni successivi, sempre che non si verifichino modificazioni dei dati ed elementi dichiarati cui consegua un diverso ammontare dell’imposta dovuta.

2. Il contribuente non è tenuto a presentare dichiarazione ai fini dell’imposta municipale propria a fronte di variazioni conoscibili dal Comune.

3. Rimane tuttavia l’obbligo dichiarativo per le fattispecie indicate nel Decreto Ministeriale di approvazione del modello di dichiarazione IMU, con riferimento in particolare ai cespiti la cui base imponibile non sia desumibile dai dati catastali, ovvero che non siano regolarmente e correttamente iscritti presso l’Ufficio del Catasto, ovvero ancora che usufruiscano di esclusioni, agevolazioni e/o riduzioni d’imposta, per le quali l’omessa dichiarazione nei termini stabiliti comporta la decadenza dei benefici di legge.

4. Per gli immobili compresi nel fallimento o nella liquidazione coatta amministrativa, il curatore o il commissario liquidatore, entro novanta giorni dalla data della loro nomina, devono presentare al Comune di ubicazione degli immobili una dichiarazione attestante l’avvio della procedura. Detti soggetti sono, altresì, tenuti al versamento dell’imposta per il periodo di durata dell’intera procedura entro il termine di tre mesi dalla data del decreto di trasferimento degli immobili.

5. Le dichiarazioni presentate ai fini dell’applicazione dell’imposta comunale sugli immobili (ICI), in quanto compatibili, valgono anche con riferimento all’IMU.

6. Gli enti non commerciali presentano la dichiarazione esclusivamente in via telematica, secondo le modalità approvate con apposito decreto del Ministero dell'economia e delle finanze. Con le stesse modalità ed entro lo stesso termine previsto per la dichiarazione per l'anno 2013 deve essere presentata anche la dichiarazione per l'anno 2012.

Art. 16 - Differimento dei versamenti 1. Nel caso di decesso avvenuto nel 1° semestre dell'anno gli eredi, o anche un solo erede per conto degli altri, possono effettuare il versamento in acconto dell'imposta relativa agli immobili ereditati, entro il termine di versamento previsto per il saldo d'imposta. Nel caso di decesso avvenuto nel 2° semestre dell'anno gli eredi, o un erede per conto degli altri, possono effettuare il versamento a saldo dell'imposta relativa agli immobili ereditati, entro il termine previsto per l'acconto d'imposta relativo all'anno successivo.

Art. 17 - Dilazione del pagamento degli avvisi di accertamento 1. Il Comune, su richiesta del contribuente, può concedere, nelle ipotesi di temporanea situazione di obiettiva difficoltà dello stesso, la ripartizione del pagamento delle somme risultanti da avvisi di accertamento fino ad un massimo di dodici rate mensili ovvero la sospensione del pagamento degli avvisi fino a sei mesi e, successivamente, la ripartizione del pagamento fino ad un massimo di dodici rate mensili. Se l'importo complessivamente dovuto dal contribuente è superiore a euro 20.000,00 il riconoscimento di tali benefici è subordinato alla presentazione di idonea garanzia mediante polizza fideiussoria o fideiussione bancaria. 2. La sospensione e la rateizzazione comportano l'applicazione di interessi al tasso legale, vigente alla data di presentazione dell’istanza. Il provvedimento di rateizzazione o di sospensione è emanato dal funzionario responsabile del tributo. 3. La richiesta di rateizzazione deve essere presentata, a pena di decadenza, prima della scadenza del termine di versamento degli avvisi e dovrà essere motivata in ordine alla sussistenza della temporanea difficoltà. In ogni caso, alla richiesta di rateizzazione dovranno essere allegati, a pena di decadenza ed al fine di verificare la temporanea situazione di difficoltà, l’ultimo estratto conto disponibile e l’estratto conto dell’anno precedente a quello della richiesta, relativi ai conti correnti bancari, postali o di deposito. 4. In caso di mancato pagamento di una rata: a) il debitore decade automaticamente dal beneficio della rateazione; b) l'intero importo ancora dovuto è immediatamente ed automaticamente riscuotibile in un'unica soluzione; c) l'importo non può più essere rateizzato.

Art. 18 – Riscossione coattiva 1. Ai sensi dell’art. 52 – comma 5 – lettera b) del decreto legislativo 446/1997, la gestione del servizio di riscossione coattiva dell’imposta municipale propria è espletata mediante affidamento a terzi, nel rispetto dei criteri determinati dalla normativa sopraindicata.

Art. 19 – Disposizioni finali 1. Le norme del presente regolamento si applicano in luogo di qualsiasi altra disposizione regolamentare con esse in contrasto. 2. Il presente regolamento si applica dal 1° gennaio 2014.

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PARTE TERZA

REGOLAMENTO PER L’ISTITUZIONE E L’APPLICAZIONE DELLA TARI

INDICE TITOLO I – DISPOSIZIONI GENERALI

Art. 1. Oggetto del Regolamento Art. 2. Gestione e classificazione dei rifiuti Art. 3. Rifiuti assimilati agli urbani Art. 4. Sostanze escluse dalla normativa sui rifiuti Art. 5. Soggetto attivo

TITOLO II – PRESUPPOSTO E SOGGETTI PASSIVI Art. 6. Presupposto per l’applicazione del tributo Art. 7. Soggetti passivi Art. 8. Esclusioni per inidoneità a produrre rifiuti Art. 9. Esclusione dall’obbligo di conferimento Art. 10. Esclusioni per produzione di rifiuti non conferibili al pubblico servizio Art. 11. Superficie degli immobili

TITOLO III – TARIFFE Art. 12. Costo di gestione Art. 13. Determinazione della tariffa Art. 14. Articolazione della tariffa Art. 15. Periodi di applicazione del tributo Art. 16. Tariffa per le utenze domestiche Art. 17. Occupanti le utenze domestiche Art. 18. Tariffa per le utenze non domestiche Art. 19. Classificazione delle utenze non domestiche Art. 20. Scuole statali Art. 21. Tributo giornaliero Art. 22. Tributo provinciale

TITOLO IV – RIDUZIONI E AGEVOLAZIONI Art. 23. Riduzioni per le utenze domestiche Art. 24. Riduzioni per le utenze non domestiche non stabilmente attive Art. 25. Riduzioni per il recupero Art. 26. Riduzioni per inferiori livelli di prestazione del servizio Art. 27. Agevolazioni Art. 28. Cumulo di riduzioni e agevolazioni

TITOLO V – DICHIARAZIONE, ACCERTAMENTO E RISCOSSIONE, CONTENZIOSO Art. 29. Obbligo di dichiarazione Art. 30. Contenuto e presentazione della dichiarazione Art. 31. Poteri del Comune Art. 32. Accertamento Art. 33. Sanzioni Art. 34. Riscossione Art. 35. Interessi Art. 36. Rimborsi Art. 37. Somme di modesto ammontare Art. 38. Contenzioso

TITOLO VI – DISPOSIZIONI FINALI E TRANSITORIE Art. 39. Entrata in vigore e abrogazioni Art. 40. Clausola di adeguamento Art. 41. Disposizione transitoria Art. 42. Disposizioni per l’anno 2014 Allegati all. A: Sostanze assimilate ai rifiuti urbani all. B: Categorie di utenze non domestiche

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TITOLO I – DISPOSIZIONI GENERALI Art. 1. Oggetto del Regolamento

1. Il presente Regolamento, adottato nell’ambito della potestà regolamentare prevista dall’art. 52 del Decreto Legislativo 15 dicembre 1997, n. 446, istituisce e disciplina la componente TARI dell’Imposta Unica Comunale “IUC” prevista dai commi dal 639 al 705 della legge n. 147/2013 (legge di stabilità 2014) e s.m.i. e diretta alla copertura dei costi relativi al servizio di gestione dei rifiuti, in particolare stabilendo condizioni, modalità e obblighi strumentali per la sua applicazione. 2. L’entrata qui disciplinata ha natura tributaria, non intendendosi con il presente regolamento attivare la tariffa con natura corrispettiva di cui ai commi 667 e 668 dell’articolo 1 della Legge n. 147/2013 (legge di stabilità 2014) e s.m.i.. 3. La tariffa del tributo TARI si conforma alle disposizioni contenute nel Decreto del Presidente della Repubblica 27 aprile 1999, n. 158. 4. Per quanto non previsto dal presente regolamento si applicano le disposizioni di legge vigenti.

Art. 2. Gestione e classificazione dei rifiuti 1. La gestione dei rifiuti urbani comprende la raccolta, il trasporto, il recupero e lo smaltimento dei rifiuti urbani e assimilati e costituisce un servizio di pubblico interesse, svolto in regime di privativa sull’intero territorio comunale. 2. Il servizio è disciplinato dalle disposizioni del Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152, dal Regolamento comunale di igiene urbana e gestione dei rifiuti, dal contratto di servizio con il gestore, nonché dalle disposizioni previste nel presente regolamento. 3. Si definisce “rifiuto”, ai sensi dell’art. 183, comma 1, lett. a), del Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, qualsiasi sostanza od oggetto di cui il detentore si disfi o abbia l’intenzione o abbia l’obbligo di disfarsi. 4. Sono rifiuti urbani ai sensi dell’art. 184, comma 2, del Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152: a) i rifiuti domestici, anche ingombranti, provenienti da locali e luoghi adibiti ad uso di civile abitazione; b) i rifiuti non pericolosi provenienti da locali e luoghi adibiti ad usi diversi da quelli di cui alla lettera a) del presente comma, assimilati dal comune ai rifiuti urbani; c) i rifiuti provenienti dallo spazzamento delle strade; d) i rifiuti di qualunque natura o provenienza, giacenti sulle strade ed aree pubbliche o sulle strade ed aree private comunque soggette ad uso pubblico o sulle spiagge marittime e lacuali e sulle rive dei corsi d'acqua; e) i rifiuti vegetali provenienti da aree verdi, quali giardini, parchi e aree cimiteriali; f) i rifiuti provenienti da esumazioni ed estumulazioni, nonché gli altri rifiuti provenienti da attività cimiteriale diversi da quelli di cui alle lettere b), e) ed e) del presente comma. 5. Sono rifiuti speciali ai sensi dell’art. 184, comma 3, del Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n 152: a) i rifiuti da attività agricole e agro-industriali, ai sensi e per gli effetti dell'art. 2135 c.c.; b) i rifiuti derivanti dalle attività di demolizione, costruzione, nonché i rifiuti che derivano dalle attività di scavo; c) i rifiuti da lavorazioni industriali; d) i rifiuti da lavorazioni artigianali; e) i rifiuti da attività commerciali; f) i rifiuti da attività di servizio; g) i rifiuti derivanti dalla attività di recupero e smaltimento di rifiuti, i fanghi prodotti dalla potabilizzazione e da altri trattamenti delle acquee dalla depurazione delle acque reflue e da abbattimento di fumi; h) i rifiuti derivanti da attività sanitarie.

Art. 3. Rifiuti assimilati agli urbani 1. Sono assimilati ai rifiuti urbani, ai fini dell’applicazione del tributo e della gestione del servizio, le sostanze non pericolose, provenienti da locali e luoghi adibiti ad usi diversi dalla civile abitazione, compresi gli insediamenti adibiti ad attività agricole, agroindustriali, industriali, artigianali, commerciali, di servizi e da attività sanitarie, elencate nell’allegato A, sempre che la loro produzione annua, riferita alla superficie complessivamente utilizzata dall’attività economica, al netto delle superfici che non possono produrre rifiuti, non superi il valore applicato dall’ente per la determinazione della tariffa, del coefficiente Kd di cui alle tabelle inserite nell’allegato 1, punto 4.4. del D.P.R. 158/1999, relativo alla specifica categoria di appartenenza. 2. Entro il mese di febbraio dell’anno successivo a quello di riferimento gli interessati dovranno comunicare i quantitativi dei rifiuti prodotti nell’anno e le modalità di smaltimento, distinti per tipologia codice CER , allegando la documentazione relativa.

Art. 4. Sostanze escluse dalla normativa sui rifiuti 1. Sono escluse dal campo di applicazione della normativa sui rifiuti le seguenti sostanze, individuate dall’art. 185, del Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152: a) le emissioni costituite da effluenti gassosi emessi nell'atmosfera e il biossido di carbonio catturato e trasportato ai fini dello

stoccaggio geologico e stoccato in formazioni geologiche prive di scambio di fluidi con altre formazioni a norma del decreto legislativo di recepimento della direttiva 2009/31/CE in materia di stoccaggio geologico di biossido di carbonio;

b) il terreno (in situ), inclusi il suolo contaminato non scavato e gli edifici collegati permanentemente al terreno; c) il suolo non contaminato e altro materiale allo stato naturale escavato nel corso di attività di costruzione, ove sia certo che esso

verrà riutilizzato a fini di costruzione allo stato naturale e nello stesso sito in cui è stato escavato; d) i rifiuti radioattivi; e) i materiali esplosivi in disuso; f) le materie fecali, se non contemplate dal comma 2, lettera b), paglia, sfalci e potature, nonché altro materiale agricolo o

forestale naturale non pericoloso utilizzati in agricoltura, nella selvicoltura o per la produzione di energia da tale biomassa mediante processi o metodi che non danneggiano l’ambiente né mettono in pericolo la salute umana;

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g) i sedimenti spostati all’interno di acque superficiali ai fini della gestione delle acque e dei corsi d’acqua o della prevenzione di inondazioni o della riduzione degli effetti di inondazioni o siccità o ripristino dei suoli se è provato che i sedimenti non sono pericolosi ai sensi della decisione 2000/532/CE della Commissione del 3 maggio 2000, e successive modificazioni.

2. Sono altresì escluse dal campo di applicazione della normativa sui rifiuti, in quanto regolati da altre disposizioni normative comunitarie, ivi incluse le rispettive norme nazionali di recepimento: a) le acque di scarico; b) i sottoprodotti di origine animale, compresi i prodotti trasformati, contemplati dal regolamento (CE) n. 1774/2002, eccetto quelli

destinati all’incenerimento, allo smaltimento in discarica o all’utilizzo in un impianto di produzione di biogas o di compostaggio; c) le carcasse di animali morti per cause diverse dalla macellazione, compresi gli animali abbattuti per eradicare epizoozie, e

smaltite in conformità del regolamento (CE) n. 1774/2002; d) i rifiuti risultanti dalla prospezione, dall'estrazione, dal trattamento, dall'ammasso di risorse minerali o dallo sfruttamento delle

cave, di cui al Decreto Legislativo 30 maggio 2008, n. 117. Art. 5. Soggetto attivo

1. Il tributo è applicato e riscosso dal comune nel cui territorio insiste, interamente o prevalentemente, la superficie degli immobili assoggettabili al tributo. Ai fini della prevalenza si considera l’intera superficie dell’immobile, anche se parte di essa sia esclusa o esente dal tributo. 2. In caso di variazioni delle circoscrizioni territoriali dei Comuni, anche se dipendenti dall’istituzione di nuovi comuni, si considera soggetto attivo il Comune nell'ambito del cui territorio risultano ubicati gli immobili al 1° gennaio dell'anno cui il tributo si riferisce, salvo diversa intesa tra gli Enti interessati e fermo rimanendo il divieto di doppia imposizione. 3. In caso di strutture insistenti su due o più territori comunali , é soggetto attivo il Comune che svolge ed eroga il servizio di raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti.

TITOLO II – PRESUPPOSTO E SOGGETTI PASSIVI Art. 6. Presupposto per l’applicazione del tributo

1. Presupposto per l’applicazione della TARI è il possesso o la detenzione, a qualsiasi titolo e anche di fatto, di locali o di aree scoperte operative a qualunque uso adibiti, suscettibili di produrre rifiuti urbani e assimilati. 2. Si intendono per: a) locali le strutture stabilmente infisse al suolo chiuse da ogni lato verso l’esterno, anche se non conformi alle disposizioni urbanistico-edilizie; b) aree scoperte operative le superfici prive di edifici o di strutture edilizie e gli spazi circoscritti che non costituiscono locale, come tettoie, campeggi, dancing e cinema all’aperto, aree di immagazzinamento e/o deposito esterne, parcheggi; c) utenze domestiche, le superfici adibite a civile abitazione; d) utenze non domestiche, le restanti superfici, tra cui le comunità, le attività commerciali, artigianali, industriali, professionali e le attività produttive in genere. 3. Sono escluse dal tributo: a) le aree scoperte pertinenziali o accessorie a civili abitazioni, quali i balconi e le terrazze scoperte, i posti auto scoperti, i cortili, i giardini e i parchi; b) le aree comuni condominiali di cui all'art. 1117 c.c. che non siano detenute o occupate in via esclusiva, come androni, scale, ascensori, stenditoi o altri luoghi di passaggio o di utilizzo comune tra i condomini. 4. La presenza di arredo o l’attivazione anche di uno solo dei pubblici servizi di erogazione idrica, elettrica, calore, gas, telefonica o informatica costituiscono presunzione semplice dell’occupazione o conduzione dell’immobile e della conseguente attitudine alla produzione di rifiuti. Sono esenti le utenze domestiche prive di arredo ma servite da utenze condominiali oppure utenze comuni a più unità immobiliari per le quali non è possibile la cessazione autonoma. Per le utenze non domestiche la medesima presunzione è integrata altresì dal rilascio da parte degli enti competenti, anche in forma tacita, di atti assentivi o autorizzativi per l’esercizio di attività nell’immobile o da dichiarazione rilasciata dal titolare a pubbliche autorità. 5. La mancata utilizzazione del servizio di gestione dei rifiuti urbani e assimilati o l’interruzione temporanea dello stesso non comportano esonero o riduzione del tributo.

Art. 7. Soggetti passivi 1. Il tributo TARI è dovuto da chiunque ne realizzi il presupposto, con vincolo di solidarietà tra i componenti la famiglia anagrafica o tra coloro che usano in comune le superfici stesse. 2. Per le parti comuni condominiali di cui all’art. 1117 c.c. utilizzate in via esclusiva il tributo è dovuto dagli occupanti o conduttori delle medesime. 3. In caso di utilizzo di durata non superiore a sei mesi nel corso del medesimo anno solare, il tributo è dovuto soltanto dal possessore dei locali o delle aree a titolo di proprietà, usufrutto, uso abitazione, superficie. 4. Nel caso di locali in multiproprietà e di centri commerciali integrati il soggetto che gestisce i servizi comuni è responsabile del versamento del tributo dovuto per i locali ed aree scoperte di uso comune e per i locali ed aree scoperte in uso esclusivo ai singoli occupanti o detentori, fermi restando nei confronti di questi ultimi, gli altri obblighi o diritti derivanti dal rapporto tributario riguardante i locali e le aree in uso esclusivo.

Art. 8. Esclusione per inidoneità a produrre rifiuti 1. Non sono soggetti al tributo i locali e le aree che non possono produrre rifiuti o che non comportano, secondo la comune esperienza, la produzione di rifiuti in misura apprezzabile per la loro natura o per il particolare uso cui sono stabilmente destinati, come a titolo esemplificativo:

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DELIBERA DI CONSIGLIO n. 20 del 08-09-2014 SENNA COMASCO 08-09-14 @--@ Pag. 13

a) le unità immobiliari adibite a civile abitazione prive di mobili e suppellettili e sprovviste di contratti attivi di fornitura dei servizi pubblici a rete;

b) le superfici destinate al solo esercizio di attività sportiva, ferma restando l’imponibilità delle superfici destinate ad usi diversi, quali spogliatoi, servizi igienici, uffici, biglietterie, punti di ristoro, gradinate e simili;

c) i locali stabilmente riservati a impianti tecnologici, quali vani ascensore, centrali termiche, cabine elettriche, celle frigorifere, locali di essicazione e stagionatura senza lavorazione, silos e simili;

d) le unità immobiliari per le quali sono stati rilasciati, anche in forma tacita, atti abilitativi per restauro, risanamento conservativo o ristrutturazione edilizia, limitatamente al periodo dalla data di inizio dei lavori fino alla data di inizio dell’occupazione;

e) le aree impraticabili o intercluse da stabile recinzione; f) le aree visibilmente adibite in via esclusiva al transito o alla sosta gratuita dei veicoli; g) per gli impianti di distribuzione dei carburanti: le aree scoperte non utilizzate né utilizzabili perché impraticabili o escluse

dall’uso con recinzione visibile; le aree su cui insiste l’impianto di lavaggio degli automezzi; le aree visibilmente adibite in via esclusiva all’accesso e all’uscita dei veicoli dall’area di servizio e dal lavaggio;

h) gli edifici adibiti in via permanente ed esclusiva all’esercizio di qualsiasi culto religioso, escluse in ogni caso le abitazioni dei ministri del culto e ogni locale utilizzato per attività non strettamente connesse al culto stesso.

2. Le circostanze di cui al comma precedente devono essere indicate nella dichiarazione originaria o di variazione ed essere riscontrabili in base ad elementi obiettivi direttamente rilevabili o da idonea documentazione quale, ad esempio, la dichiarazione di inagibilità o di inabitabilità emessa dagli organi competenti, la revoca, la sospensione, la rinuncia degli atti abilitativi tali da impedire l'esercizio dell'attività nei locali e nelle aree ai quali si riferiscono i predetti provvedimenti. 3. Nel caso in cui sia comprovato il conferimento di rifiuti al pubblico servizio da parte di utenze totalmente escluse da tributo ai sensi del presente articolo verrà applicato il tributo per l’intero anno solare in cui si è verificato il conferimento, oltre agli interessi di mora e alle sanzioni per infedele dichiarazione.

Art. 9. Esclusione dall’obbligo di conferimento 1. Sono esclusi dal tributo i locali e le aree per i quali non sussiste l’obbligo dell’ordinario conferimento dei rifiuti urbani e assimilati per effetto di norme legislative o regolamentari, di ordinanze in materia sanitaria, ambientale o di protezione o civile ovvero di accordi internazionali riguardanti organi di Stati esteri. 2. Si applicano i commi 2 e 3 dell’articolo 8.

Art. 10. Esclusione per produzione di rifiuti non conferibili al pubblico servizio 1. Nella determinazione della superficie tassabile delle utenze non domestiche non si tiene conto di quella parte ove si formano, in via continuativa e prevalente, rifiuti speciali non assimilati e/o pericolosi, oppure sostanze escluse dalla normativa sui rifiuti di cui all’articolo 4, al cui smaltimento sono tenuti a provvedere a proprie spese i relativi produttori. 2. Non sono in particolare, soggette a tariffa: a) le superfici adibite all’allevamento di animali; b) le superfici agricole produttive di paglia, sfalci e potature, nonché altro materiale agricolo o forestale naturale non pericoloso

utilizzati in agricoltura o nella selvicoltura, quali legnaie, fienili e simili depositi agricoli.; c) le superfici delle strutture sanitarie pubbliche e private adibite, come attestato da certificazione del direttore sanitario, a: sale

operatorie, stanze di medicazione, laboratori di analisi, di ricerca, di radiologia, di radioterapia, di riabilitazione e simili, reparti e sale di degenza che ospitano pazienti affetti da malattie infettive.

3. Relativamente alle attività di seguito indicate, qualora sia documentata una contestuale produzione di rifiuti urbani o assimilati e di rifiuti speciali non assimilati o di sostanze comunque non conferibili al pubblico servizio, ma non sia obiettivamente possibile o sia sommamente difficoltoso individuare le superfici escluse da tributo, la superficie imponibile è calcolata forfetariamente, applicando all’intera superficie su cui l’attività è svolta le percentuali di abbattimento indicate nel seguente elenco:

Categorie di attività

% di abbattimento della superficie

Auto carrozzerie, autofficine per riparazione veicoli, gommisti, elettrauto, distributori di carburante, autolavaggi

30%

Falegnamerie e lavorazione del legno 30% Lavanderie a secco, tintorie non industriali 30% Studi dentistici, odontotecnici e radiologici, laboratori di analisi 20% Tipografie, stamperie, incisioni, vetrerie, serigrafie 20% Altre attività diverse dalle precedenti 20%

Per altre attività non sopra indicate si fa riferimento a criteri di analogia.

4. Per fruire dell'esclusione e/o della riduzione prevista dal comma precedente, gli interessati devono: a) indicare nella denuncia originaria o di variazione il ramo di attività e la sua classificazione (industriale, artigianale, commerciale, di servizio, ecc.), nonché le superfici di formazione dei rifiuti o sostanze, indicandone l’uso e le tipologie di rifiuti prodotti (urbani, assimilati agli urbani, speciali, pericolosi, sostanze escluse dalla normativa sui rifiuti) distinti per codice CER; b) comunicare, a pena di decadenza, entro il mese di febbraio dell’anno successivo a quello di riferimento i quantitativi di rifiuti speciali e/o pericolosi prodotti nell’anno, distinti per codici CER, allegando la documentazione attestante lo smaltimento presso imprese a ciò abilitate.

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Art. 11. Superficie degli immobili 1. La tariffa é commisurata alle quantità e qualità medie ordinarie di rifiuti prodotti per unità di superficie, in relazione agli usi e alla tipologia di attività svolte, sulla base dei criteri determinati con il regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 27 aprile 1999, n. 158 e sulla base dei criteri determinati con il presente regolamento. 2. Fino all’attuazione delle disposizione di cui al comma 647 della Legge 147/2013 (cooperazione tra i Comuni e l’Agenzia del territorio per la revisione del catasto), la superficie assoggettabile al tributo delle unità immobiliari a destinazione ordinaria, iscritte o iscrivibili nel catasto edilizio urbano, è costituita da quella calpestabile dei locali e delle aree suscettibili di produrre rifiuti urbani ed assimilati. Ai fini dell’applicazione del tributo, nelle more dell’aggiornamento delle superfici si considerano le superfici dichiarate o accertate ai fini della Tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani di cui al decreto legislativo 13 novembre 1993, n° 507 (TARSU) e della TARES prevista per l’anno 2013 dall’art. 14 del D.L. 201/2011; il Comune, può tuttavia richiedere tutte le eventuali informazioni mancanti per la corretta applicazione del tributo. 3. Per le altre unità immobiliari, la superficie di commisurazione del tributo, ai sensi del comma 648 della Legge 147/2013, rimane quella calpestabile, con esclusione di quella parte di essa ove si formano di regola rifiuti speciali non assimilati, a condizione che il produttore ne dimostri l’avvenuto trattamento in conformità alla normativa vigente. 4. La superficie calpestabile viene misurata come segue:

a) la superficie dei locali assoggettabile a tariffa è misurata al netto dei muri, pilastri, escludendo i balconi e le terrazze e calcolata al filo interno dei muri, con esclusione di quella parte con altezza inferiore o uguale a mt. 1,50;

b) la superficie assoggettabile a tariffa delle aree esterne è misurata sul perimetro interno delle stesse, al netto di eventuali costruzioni su di esse insistenti. Per la sua determinazione si può tenere conto di quella risultante dall'atto di provenienza o dal contratto di affitto, se si tratta di aree di proprietà privata, ovvero dall'atto di concessione se si tratta di aree di proprietà pubblica;

c) la superficie complessiva è arrotondata al metro quadrato superiore se la parte decimale è maggiore di 0,50 e viceversa. 5. Ai fini dell’attività di accertamento, il comune, per le unità immobiliari a destinazione ordinaria iscritte o iscrivibili nel catasto edilizio urbano, può considerare, sino all’attivazione delle procedure di allineamento tra dati catastali e i dati relativi alla toponomastica e la numerazione civica interna ed esterna, come superficie assoggettabile al tributo quella pari all’80 per cento della superficie catastale determinata secondo i criteri stabiliti dal regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 23 marzo 1998, n. 138. Il Comune comunica ai contribuenti le nuove superfici imponibili adottando le più idonee forme di comunicazione e nel rispetto dell’articolo 6 della legge 212/2000.

TITOLO III – TARIFFE Art. 12. Costo di gestione

1. Il tributo TARI è istituito per la copertura integrale dei costi di investimento e di esercizio relativi al servizio di gestione dei rifiuti urbani e assimilati, ricomprendendo anche i costi di cui all’articolo 15 del decreto legislativo 13 gennaio 2003, n. 36, ad esclusione dei costi relativi ai rifiuti speciali al cui smaltimento provvedono a proprie spese i relativi produttori comprovandone l’avvenuto trattamento in conformità alla normativa vigente. 2. I costi del servizio sono definiti ogni anno sulla base del Piano Finanziario degli interventi e dalla relazione illustrativa redatti dall’affidatario della gestione dei rifiuti urbani almeno due mesi prima del termine per l'approvazione del bilancio di previsione, e approvati dal Consiglio Comunale, tenuto conto degli obiettivi di miglioramento della produttività e della qualità del servizio fornito. 3. Il Piano Finanziario indica in particolare gli scostamenti che si siano eventualmente verificati rispetto al Piano dell’anno precedente e le relative motivazioni. 4. É riportato a nuovo, nel Piano finanziario successivo o anche in Piani successivi non oltre il terzo, lo scostamento tra gettito a preventivo e a consuntivo del tributo comunale sui rifiuti, al netto del tributo provinciale: a) per intero, nel caso di gettito a consuntivo superiore al gettito preventivato; b) per la sola parte derivante dalla riduzione nelle superfici imponibili, ovvero da eventi imprevedibili non dipendenti da negligente

gestione del servizio, nel caso di gettito a consuntivo inferiore al gettito preventivato. Art. 13. Determinazione della tariffa

1. Il tributo TARI è corrisposto in base a tariffa commisurata ad anno solare, cui corrisponde un’autonoma obbligazione tributaria. 2. La tariffa è commisurata alle quantità e qualità medie ordinarie di rifiuti prodotti per unità di superficie, in relazione agli usi e alla tipologia di attività svolte, sulla base delle disposizioni contenute nel Decreto del Presidente della Repubblica 27 aprile 1999, n. 158. 3. La tariffa è determinata sulla base del Piano Finanziario con specifica deliberazione del Consiglio comunale, da adottare entro la data di approvazione del bilancio di previsione relativo alla stessa annualità. Il provvedimento di determinazione delle tariffe del tributo stabilisce altresì:

a. la ripartizione dei costi di servizio tra le utenze domestiche e quelle non domestiche, indicando il criterio adottato; b. i coefficienti Ka, Kb, Kc e Kd previsti dall’allegato 1 del D.P.R. 158/99, fornendo idonea motivazione dei valori scelti

qualora divergenti dai valori minimi. 4. La deliberazione, anche se approvata successivamente all’inizio dell’esercizio purché entro il termine indicato al comma precedente, ha effetto dal 1º gennaio dell’anno di riferimento. Se la delibera non è adottata entro tale termine, si applica l'aliquota deliberata per l’anno precedente.

Art. 14. Articolazione della tariffa 1. La tariffa è composta da una quota fissa, determinata in relazione alle componenti essenziali del costo del servizio, riferite in particolare agli investimenti per opere e ai relativi ammortamenti, e da una quota variabile, rapportata alle quantità di rifiuti conferiti,

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alle modalità del servizio fornito e all’entità dei costi di gestione, in modo che sia assicurata la copertura integrale dei costi di investimento e di esercizio, compresi i costi di smaltimento. 2. La tariffa è articolata nelle fasce di utenza domestica e di utenza non domestica. 3. L’insieme dei costi da coprire attraverso la tariffa sono ripartiti tra le utenze domestiche e non domestiche secondo criteri razionali. A tal fine, i rifiuti teoricamente riferibili alle utenze domestiche e non domestiche possono essere determinati anche in base ai coefficienti di produttività Kb e Kd di cui al Decreto del Presidente della Repubblica 27 aprile 1999, n. 158.

Art. 15. Periodi di applicazione del tributo 1. Il tributo è dovuto limitatamente al periodo dell’anno, computato in giorni, nel quale sussiste l’occupazione, il possesso o la detenzione dei locali o aree. 2. L’obbligazione tariffaria decorre dal giorno in cui ha avuto inizio l’occupazione o la detenzione dei locali ed aree e sussiste sino al giorno in cui ne è cessata l’utilizzazione, purché debitamente e tempestivamente dichiarata. 3. Se la dichiarazione di cessazione è presentata in ritardo si presume che l’utenza sia cessata alla data di presentazione, salvo che l’utente dimostri con idonea documentazione la data di effettiva cessazione. 4. Le variazioni intervenute nel corso dell’anno, in particolare nelle superfici e/o nelle destinazioni d’uso dei locali e delle aree scoperte, che comportano un aumento di tariffa producono effetti dal giorno di effettiva variazione degli elementi stessi. Il medesimo principio vale anche per le variazioni che comportino una diminuzione di tariffa, a condizione che la dichiarazione, se dovuta, sia prodotta entro i termini di cui al successivo articolo 30, decorrendo altrimenti dalla data di presentazione. Le variazioni di tariffa saranno di regola conteggiate a conguaglio.

Art. 16. Tariffa per le utenze domestiche 1. La quota fissa della tariffa per le utenze domestiche è determinata applicando alla superficie dell’alloggio e dei locali che ne costituiscono pertinenza le tariffe per unità di superficie parametrate al numero degli occupanti, secondo le previsioni di cui al punto 4.1, all.1, del Decreto del Presidente della Repubblica 27 aprile 1999, n. 158, in modo da privilegiare i nuclei familiari più numerosi. 2. La quota variabile della tariffa per le utenze domestiche è determinata in relazione al numero degli occupanti, secondo le previsioni di cui al punto 4.2, all.1, del Decreto del Presidente della Repubblica 27 aprile 1999, n. 158. 3. I coefficienti rilevanti nel calcolo della tariffa sono determinati nella delibera tariffaria.

Art. 17. Occupanti le utenze domestiche 1. Per le utenze domestiche condotte da persone fisiche che vi hanno stabilito la propria residenza anagrafica, il numero degli occupanti è quello del nucleo familiare risultante all’Anagrafe del Comune, salva diversa e documentata dichiarazione dell’utente. Devono comunque essere dichiarate le persone che non fanno parte del nucleo familiare anagrafico e dimoranti nell’utenza per almeno sei mesi nell’anno solare, come ad esempio le colf che dimorano presso la famiglia. 2. Sono considerati presenti nel nucleo familiare anche i membri temporaneamente domiciliati altrove. Nel caso di servizio di volontariato o attività lavorativa prestata all’estero e nel caso di degenze o ricoveri presso case di cura o di riposo, comunità di recupero, centri socio-educativi, istituti penitenziari per un periodo non inferiore all’anno, la persona assente non viene considerata ai fini della determinazione della tariffa, a condizione che l’assenza sia adeguatamente documentata. 3. Per le utenze domestiche condotte da soggetti non residenti o tenute a disposizione dai residenti (seconde case), per gli alloggi dei cittadini residenti all’estero (iscritti AIRE), per gli alloggi a disposizione di enti diversi dalle persone fisiche occupati da soggetti non residenti e per le multiproprietà, si assume come numero degli occupanti quello indicato dall’utente o, in mancanza, quello emergente dalle risultanze anagrafiche del comune di residenza. 4. Le cantine, le autorimesse o gli altri simili luoghi di deposito, utilizzate da persona fisica priva nel comune di utenze abitative, si considerano utenze domestiche condotte da un occupante. 5. Per le unità abitative, di proprietà o possedute a titolo di usufrutto, uso o abitazione da soggetti già ivi anagraficamente residenti, tenute a disposizione dagli stessi dopo aver trasferito la residenza/domicilio in Residenze Sanitarie Assistenziali (R.S.A.) o istituti sanitari e non locate o comunque utilizzate a vario titolo, il numero degli occupanti è fissato, previa presentazione di richiesta documentata, in una unità. 6. Per le unità immobiliari ad uso abitativo occupate da due o più nuclei familiari la tariffa è calcolata con riferimento al numero complessivo degli occupanti l’alloggio. 7. Il numero degli occupanti le utenze domestiche è quello risultante alla data di emissione dell’invito di pagamento di cui all’articolo 34 – comma 1 - o, per le nuove utenze, alla data di apertura. Le variazioni intervenute successivamente avranno efficacia a partire dal 1° gennaio dell’anno seguente.

Art. 18. Tariffa per le utenze non domestiche 1. La quota fissa della tariffa per le utenze non domestiche è determinata applicando alla superficie imponibile le tariffe per unità di superficie riferite alla tipologia di attività svolta, calcolate sulla base di coefficienti di potenziale produzione secondo le previsioni di cui al punto 4.3, all.1, del Decreto del Presidente della Repubblica 27 aprile 1999, n. 158. 2. La quota variabile della tariffa per le utenze non domestiche è determinata applicando alla superficie imponibile le tariffe per unità di superficie riferite alla tipologia di attività svolta, calcolate sulla base di coefficienti di potenziale produzione secondo le previsioni di cui al punto 4.4, all.1, del Decreto del Presidente della Repubblica 27 aprile 1999, n. 158. 3. I coefficienti rilevanti nel calcolo della tariffa sono determinati per ogni classe di attività contestualmente all’adozione della delibera tariffaria.

Art. 19. Classificazione delle utenze non domestiche 1. Le utenze non domestiche sono suddivise nelle categorie di attività indicate nell’allegato B.

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2. L’inserimento di un’utenza in una delle categorie di attività previste dall’allegato B viene di regola effettuata sulla base della classificazione delle attività economiche ATECO adottata dall’ISTAT relativi all’attività principale o ad eventuali attività secondarie, fatta salva la prevalenza dell’attività effettivamente svolta. 3. Le attività non comprese in una specifica categoria sono associate alla categoria di attività che presenta maggiore analogia sotto il profilo della destinazione d’uso e della connessa potenzialità quantitativa e qualitativa a produrre rifiuti. 4. La tariffa applicabile è di regola unica per tutte le superfici facenti parte del medesimo compendio, anche se le superfici che servono per l’esercizio della attività stessa presentano diversa destinazione d’uso (es. superfici di vendita, esposizione, deposito, servizi ecc.) e sono ubicate in luoghi diversi, fatta eccezione per le superfici destinate esclusivamente ad uffici direzionali, amministrativi ecc.. 5. Nelle unità immobiliari adibite a civile abitazione in cui sia svolta anche un’attività economica o professionale alla superficie a tal fine utilizzata è applicata la tariffa prevista per la specifica attività esercitata. 6. In tutti i casi in cui non sia possibile distinguere la porzione di superficie destinata per l’una o l’altra attività, si fa riferimento all’attività principale desumibile dalla visura camerale o da altri elementi.

Art. 20. Scuole statali 1. Il tributo dovuto per il servizio di gestione dei rifiuti delle istituzioni scolastiche statali (scuole materne, elementari, secondarie inferiori, secondarie superiori, istituti d’arte e conservatori di musica) resta disciplinato dall’art. 33-bis del Decreto Legge 31 dicembre 2007, n. 248 (convertito dalla Legge 28 febbraio 2008, n. 31). 2. La somma attribuita al Comune ai sensi del comma precedente è sottratta dal costo che deve essere coperto con il tributo TARI.

Art. 21. Tributo giornaliero 1. Il tributo si applica in base a tariffa giornaliera ai soggetti che occupano o detengono temporaneamente, ossia per periodi inferiori a 183 giorni nel corso dello stesso anno solare, con o senza autorizzazione, locali od aree pubbliche o di uso pubblico. 2. La tariffa applicabile è determinata rapportando a giorno la tariffa annuale relativa alla corrispondente categoria di attività non domestica (1/365) e aumentandola del 20%. 3. In mancanza della corrispondente voce di uso nella classificazione contenuta nel presente regolamento è applicata la tariffa della categoria recante voci di uso assimilabili per attitudine quantitativa e qualitativa a produrre rifiuti urbani e assimilati. 4. L'obbligo di presentazione della dichiarazione è assolto con il pagamento del tributo da effettuarsi con le modalità e nei termini previsti per il canone di occupazione temporanea di spazi ed aree pubbliche ovvero per l'imposta municipale secondaria di cui all'art. 11, del Decreto Legislativo 14 marzo 2011, n. 23, a partire dalla data di entrata in vigore della stessa. 5. Al tributo giornaliero si applicano, sussistendone i presupposti e in quanto compatibili, le riduzioni e le agevolazioni di cui agli articoli 25 (recupero), 26 (inferiori livelli di prestazione del servizio) e 27 (agevolazioni); non si applicano le riduzioni per le utenze domestiche di cui all’articolo 23 e per le utenze non stabilmente attive di cui all’articolo 24. 6. Per tutto quanto non previsto dal presente articolo si applicano, in quanto compatibili, le disposizioni del tributo annuale.

22. Tributo provinciale 1. Ai soggetti passivi del tributo TARI, compresi i soggetti tenuti a versare il tributo giornaliero, è applicato il tributo provinciale per l'esercizio delle funzioni di tutela, protezione ed igiene dell'ambiente di cui all'art. 19, del Decreto Legislativo 30 dicembre 1992, n. 504. 2. Il tributo provinciale, commisurato alla superficie dei locali e delle aree assoggettabili al tributo comunale, è applicato nella misura percentuale deliberata dalla provincia sull'importo del tributo comunale.

TITOLO IV – Riduzioni e agevolazioni

Art. 23. Riduzioni per le utenze domestiche 1. La tariffa si applica in misura ridotta, nella quota fissa e variabile, alle utenze domestiche che si trovano nelle seguenti condizioni: a) abitazioni con un unico occupante, come emergente dalle risultanze anagrafiche per i soggetti residenti nel Comune e da

apposita dichiarazione sostitutiva per i non residenti: riduzione del 30%; b) abitazioni tenute a disposizione per uso stagionale o altro uso limitato e discontinuo, non superiore a 183 giorni nell’anno

solare, indicando nella dichiarazione l’abitazione di residenza e dichiarando espressamente di non voler dare l’alloggio in locazione o in comodato: riduzione del 30%;

c) abitazioni occupate da soggetti che risiedano o abbiano la dimora, per più di sei mesi all'anno, all'estero: riduzione del 30%; d) fabbricati rurali ad uso abitativo : riduzione del 30%; 2. Le riduzioni di cui al comma precedente si applicano: a) dalla data di effettiva sussistenza delle condizioni di fruizione se debitamente dichiarate e documentate nei termini di presentazione della dichiarazione iniziale; b) dall’anno successivo a quello della richiesta se relative a variazioni in corso d’anno intervenute dopo l’emissione dell’invito di pagamento di cui al successivo articolo 34. 3. La riduzione di cui alla lettera a) del comma 1 si applica, per i residenti nel Comune, anche in mancanza di specifica dichiarazione. 4. Il contribuente è tenuto a dichiarare il venir meno delle condizioni che danno diritto alla loro applicazione entro il termine previsto per la presentazione della dichiarazione di variazione. 5. Le riduzioni di cui al presente articolo cessano di operare alla data in cui ne vengono meno le condizioni di fruizione, anche in mancanza della relativa dichiarazione, se intervenute dopo l’emissione dell’invito di pagamento di cui al successivo articolo 34.

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Art. 24. Riduzioni per le utenze non domestiche non stabilmente attive 1. La tariffa si applica in misura ridotta, nella parte fissa e nella parte variabile, del 10% ai locali, diversi dalle abitazioni, ed aree scoperte adibiti ad uso stagionale o ad uso non continuativo, ma ricorrente, purché non superiore a 183 giorni nell’anno solare. 2. La predetta riduzione si applica se le condizioni di cui al primo comma risultano da licenza o atto autorizzativo rilasciato dai competenti organi per l’esercizio dell’attività o da dichiarazione rilasciata dal titolare a pubbliche autorità. 3. Si applicano il secondo e il quinto comma dell’articolo 23.

Art. 25. Agevolazioni per il recupero per le utenze non domestiche 1. La parte variabile del tributo è dovuta nella misura del 40% sulle superfici produttive in relazione alle quantità di rifiuti assimilati che il produttore dimostri di aver avviato al recupero: sono comunque escluse dall’agevolazione quelle superfici sulle quali la produzione di rifiuto assimilato non superi le quantità così come determinate all’art. 3 del presente regolamento. 2. Per «recupero» si intende, ai sensi dell’art. 183, comma 1, lett. t), del Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152, una qualsiasi operazione il cui principale risultato sia di permettere ai rifiuti di svolgere un ruolo utile, sostituendo altri materiali che sarebbero stati altrimenti utilizzati per assolvere una particolare funzione o di prepararli ad assolvere tale funzione, all'interno dell'impianto o nell'economia in generale. 3. L’agevolazione deve essere richiesta annualmente dall’interessato, compilando apposita richiesta entro il mese di febbraio dell’anno successivo, con dichiarazione della quantità complessiva dei rifiuti prodotti, suddivisi fra le diverse fattispecie (assimilati non avviati al recupero, assimilati avviati al recupero e/o altro, specificatamente identificati con il codice CER) e consegnando la documentazione comprovante quanto attestato. L’agevolazione opera di regola mediante compensazione alla prima scadenza utile.

Art. 26. Riduzioni per inferiori livelli di prestazione del servizio 1. Il tributo è dovuto per intero nelle zone in cui è effettuata la raccolta dei rifiuti urbani ed assimilati. Si intendono servite tutte le zone del territorio comunale incluse nell’abito dei limiti della zona servita, come definita dal vigente regolamento comunale per la gestione del servizio dei rifiuti urbani ed assimilati. Si considerano comunque ubicati in zone servite tutti gli insediamenti la cui distanza tra essi ed il più vicino punto di raccolta non è superiore a 150 metri lineari, nonché le utenze interessate da forme di raccolta domiciliare o di prossimità (piattaforma ecologica). 2. Per la finalità di cui al punto precedente comma la distanza viene calcolata a partire dal ciglio della strada pubblica, escludendo, quindi, le eventuali vie di accesso private agli insediamenti. 3. Per le utenze ubicate fuori dalla zona servita, purché di fatto non servite dalla raccolta, il tributo da applicare e ridotto in misura del 60% se la distanza dal più vicino punto di raccolta ubicato nella zona perimetrata o di fatto servita è superiore a 150 metri lineari, calcolati su strada carrozzabile. 4. La riduzione di cui il presente articolo deve essere appositamente richiesta dal soggetto passivo con la presentazione della dichiarazione di cui al successivo titolo V e viene meno a decorrere da giorno successivo a quello di attivazione del servizio di raccolta. 5. Il tributo è dovuto nella misura del 20% della tariffa nei periodi di mancato svolgimento del servizio di gestione dei rifiuti, ovvero di effettuazione dello stesso in grave violazione della disciplina di riferimento, nonché di interruzione del servizio per motivi sindacali o per imprevedibili impedimenti organizzativi che abbiano determinato una situazione riconosciuta dall’autorità sanitaria di danno o pericolo di danno alle persone o all’ambiente.

Art. 27. Agevolazioni 1. La tariffa non si applica ai locali adibiti a sedi, uffici e servizi comunali e/o a servizi per i quali il Comune contribuisca alle spese di funzionamento. 2. Con la deliberazione del Consiglio Comunale che determina le tariffe della TARI, il Comune può stabilire l’applicazione di riduzioni e/o esenzioni sulla base della capacità contributiva della famiglia, anche attraverso l’applicazione dell’ISEE. 3. Le agevolazioni di cui al presente articolo sono iscritte in bilancio come autorizzazioni di spesa che non possono, comunque, eccedere il 7% del costo complessivo del servizio, e la relativa copertura è assicurata da risorse derivanti dalla fiscalità generale del comune stesso. 4. Si applica il secondo comma dell’articolo 23.

Art. 28. Cumulo di riduzioni e agevolazioni. 1. Qualora si rendessero applicabili più riduzioni o agevolazioni, ciascuna di esse opera sull’importo ottenuto dall’applicazione delle riduzioni o agevolazioni precedentemente considerate.

TITOLO V – Dichiarazione, Accertamento E Riscossione

Art. 29 . Obbligo di dichiarazione 1. I soggetti passivi del tributo devono dichiarare ogni circostanza rilevante per l’applicazione del tributo e in particolare: a) l’inizio, la variazione o la cessazione dell’utenza; b) la sussistenza delle condizioni per ottenere agevolazioni o riduzioni; c) il modificarsi o il venir meno delle condizioni per beneficiare di agevolazioni o riduzioni. Le utenze domestiche residenti anagraficamente non sono tenute a dichiarare il numero dei componenti la famiglia anagrafica e la relativa variazione. 2. La dichiarazione deve essere presentata: a) per le utenze domestiche: dall’intestatario della scheda di famiglia nel caso di residenti e nel caso di non residenti

dall’occupante a qualsiasi titolo; b) per le utenze non domestiche, dal soggetto legalmente responsabile dell’attività che in esse si svolge; c) per gli edifici in multiproprietà e per i centri commerciali integrati, dal gestore dei servizi comuni.

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3. Se i soggetti di cui al comma precedente non vi ottemperano, l’obbligo di dichiarazione deve essere adempiuto dagli eventuali altri occupanti, detentori o possessori, con vincolo di solidarietà. La dichiarazione presentata da uno dei coobbligati ha effetti anche per gli altri.

Art. 30 . Contenuto e presentazione della dichiarazione 1. La dichiarazione deve essere presentata entro il primo mese successivo al verificarsi del fatto che ne determina l’obbligo, utilizzando gli appositi moduli messi gratuitamente a disposizione degli interessati. 2. La dichiarazione ha effetto anche per gli anni successivi qualora non si verifichino modificazioni dei dati dichiarati da cui consegua un diverso ammontare del tributo. In caso contrario la dichiarazione di variazione o cessazione va presentata entro il termine di cui al primo comma. Nel caso di pluralità di immobili posseduti, occupati o detenuti la dichiarazione deve riguardare solo quelli per i quali si è verificato l’obbligo dichiarativo. 3. Ai fini della dichiarazione relativa alla TARI, restano ferme le superfici dichiarate o accertate ai fini del Tributo Comunale sui Rifiuti e sui Servizi (TARES) di cui al D.L. n.201/2011 art.14 e della tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani di cui al decreto legislativo 15 novembre 1993, n. 507 (TARSU). 4. La dichiarazione, originaria, di variazione o cessazione, relativa alle utenze domestiche deve contenere: a) per le utenze di soggetti residenti, i dati identificativi (dati anagrafici, residenza, codice fiscale) dell’intestatario della scheda

famiglia; b) per le utenze di soggetti non residenti, i dati identificativi del dichiarante (dati anagrafici, residenza, codice fiscale) e il numero

dei soggetti occupanti l’utenza; c) l’ubicazione, la superficie, la destinazione d’uso e gli identificativi catastali dei locali e delle aree; d) la data in cui ha avuto inizio l’occupazione o la conduzione, o in cui è intervenuta la variazione o cessazione; e) la sussistenza dei presupposti per la fruizione di riduzioni o agevolazioni. 5. La dichiarazione, originaria, di variazione o cessazione, relativa alle utenze non domestiche deve contenere: a) i dati identificativi del soggetto passivo (denominazione e scopo sociale o istituzionale dell’impresa, società, ente, istituto,

associazione ecc., codice fiscale, partita I.V.A., codice ATECO dell’attività, sede legale); b) i dati identificativi del legale rappresentante o responsabile (dati anagrafici, residenza, codice fiscale); c) l’ubicazione, la superficie, la destinazione d’uso e dati catastali dei locali e delle aree; d) la data in cui ha avuto inizio l’occupazione o la conduzione, o in cui è intervenuta la variazione o cessazione; e) la sussistenza dei presupposti per la fruizione di riduzioni o agevolazioni. 6. La dichiarazione, sottoscritta dal dichiarante, è presentata direttamente agli uffici comunali o è spedita per posta tramite raccomandata con avviso di ricevimento A.R, o inviata a mezzo fax o in via telematica con posta certificata. In caso di spedizione fa fede la data di invio. 7. Alla dichiarazione devono essere allegati una copia della planimetria degli immobili e, in caso di affitto, copia del contratto di locazione.

Art. 31. Poteri del Comune 1. Il comune designa il funzionario responsabile del tributo TARI a cui sono attribuiti tutti i poteri per l'esercizio di ogni attività organizzativa e gestionale, compreso quello di sottoscrivere i provvedimenti afferenti a tali attività, nonché la rappresentanza in giudizio per le controversie relative al tributo stesso. 2. Ai fini della verifica del corretto assolvimento degli obblighi tributari, il funzionario responsabile può inviare questionari al contribuente, richiedere dati e notizie a uffici pubblici ovvero a enti di gestione di servizi pubblici, in esenzione da spese e diritti, e disporre l'accesso ai locali ed aree assoggettabili a tributo, mediante personale debitamente autorizzato e con preavviso di almeno sette giorni. 3. In caso di mancata collaborazione del contribuente o altro impedimento alla diretta rilevazione, l'accertamento può essere effettuato in base a presunzioni semplici di cui all'art. 2729 c.c.

Art. 32. Accertamento 1. L’omessa o l’infedele presentazione della dichiarazione è accertata notificando al soggetto passivo, anche a mezzo raccomandata A.R. inviata direttamente dal Comune, a pena di decadenza entro il 31 dicembre del quinto anno successivo a quello in cui la dichiarazione è stata o avrebbe dovuto essere presentata, avviso di accertamento d’ufficio o in rettifica. 2. L’avviso di accertamento specifica le ragioni dell’atto e indica distintamente le somme dovute per tributo, tributo provinciale, sanzioni, interessi di mora, e spese di notifica, da versare in unica rata entro sessanta giorni dalla ricezione, e contiene l’avvertenza che, in caso di inadempimento, si procederà alla riscossione coattiva con aggravio delle spese di riscossione e degli ulteriori interessi di mora. 3. Gli accertamenti divenuti definitivi valgono come dichiarazione per le annualità successive all’intervenuta definitività. 4. Per quanto non previsto nel presente articolo si rimanda al regolamento generale delle entrate comunale.

Art. 33. Sanzioni 1. In caso di omesso o insufficiente versamento del tributo risultante dalla dichiarazione si applica la sanzione del 30% di ogni importo non versato. 2. In caso di omessa presentazione della dichiarazione, anche relativamente uno solo degli immobili posseduti, occupati o detenuti, si applica la sanzione amministrativa dal cento al duecento per cento del tributo dovuto, con un minimo di 50 euro. 3. In caso di infedele dichiarazione si applica la sanzione amministrativa dal cinquanta al cento per cento del tributo non versato, con un minimo di 50 euro. 4. In caso di mancata, incompleta o infedele risposta al questionario di cui all’articolo 31, comma 2, entro il termine di sessanta giorni dalla notifica dello stesso, si applica la sanzione amministrativa da euro 100 a euro 500. La contestazione della violazione di cui al

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presente comma deve avvenire, a pena di decadenza, entro il 31 dicembre del quinto anno successivo a quello in cui è commessa la violazione. 5. Le sanzioni previste per l’omessa ovvero per l’infedele dichiarazione sono ridotte a un terzo se, entro il termine per ricorrere alle commissioni tributarie, interviene acquiescenza del contribuente con il pagamento del tributo, se dovuto, e della sanzione e degli interessi. 6. Si applica per quanto non specificamente disposto, la disciplina prevista per le sanzioni amministrative per la violazione di norme tributarie di cui al Decreto Legislativo 18 dicembre 1997, n. 472.

Art. 34. Riscossione 1. Il Comune riscuote il tributo TARI dovuto in base alle dichiarazioni inviando ai contribuenti, anche per posta semplice, inviti di pagamento che specificano per ogni utenza le somme dovute per tributo comunale e tributo provinciale. 2. Il versamento è effettuato, per l'anno di riferimento, in tre rate, con scadenza entro il giorno 16 nei mesi di aprile, luglio e ottobre. È consentito il pagamento in unica soluzione entro il 16 giugno di ciascun anno. 3. Il versamento del tributo comunale per l’anno di riferimento è effettuato tramite modello di pagamento unificato di cui all’articolo 17 del D.Lgs. 241/1997 ovvero tramite le altre modalità di pagamento offerte dai servizi elettronici di incasso e di pagamento interbancari e postali. 4. Al contribuente che alle prescritte scadenze non versi le somme indicate nell’invito di pagamento è notificata, anche a mezzo raccomandata A.R., e a pena di decadenza entro il 31 dicembre del quinto anno successivo per il quale il tributo é dovuto, avviso di accertamento per omesso o insufficiente pagamento. L’avviso indica le somme da versare in unica rata entro sessanta giorni dalla ricezione, con addebito delle spese di notifica, e contiene l’avvertenza che, in caso di inadempimento, si applicherà la sanzione per omesso pagamento di cui all’articolo 33, comma 1, oltre agli interessi di mora, e si procederà alla riscossione coattiva con aggravio delle spese di riscossione. 5. Ai sensi dell’art. 52 – comma 5 – lettera b) del decreto legislativo 446/1997, la gestione del servizio di riscossione coattiva del tributo comunale sui rifiuti è espletata mediante affidamento a terzi, nel rispetto dei criteri determinati dalla normativa sopraindicata.

Art. 35. Interessi 1. Gli interessi di mora, di rateazione e di rimborso sono computati nella misura del vigente tasso legale. 2. Gli interessi sono calcolati con maturazione giorno per giorno con decorrenza dal giorno in cui sono divenuti esigibili.

Art. 36. Rimborsi 1. Il rimborso delle somme versate e non dovute deve essere richiesto dal contribuente entro il termine di cinque anni dal giorno del versamento, ovvero da quello in cui è stato accertato il diritto alla restituzione. Il rimborso viene effettuato entro centottanta giorni dalla data di presentazione dell’istanza. 2. Sulle somme rimborsate spettano gli interessi nella misura prevista dall’articolo 35, a decorrere dalla data dell’eseguito versamento.

Art. 37. Somme di modesto ammontare 1. Ai sensi dell’art. 3, comma 10, d.l. 2 marzo 2012, n. 16, il comune non procede all’accertamento, all’iscrizione a ruolo e alla riscossione dei crediti relativi ai propri tributi qualora l’ammontare dovuto, comprensivo di sanzioni amministrative e interessi, non superi, per ciascun credito, l’importo di euro 30, con riferimento ad ogni periodo d’imposta. Tale disposizione non si applica qualora il credito derivi da ripetuta violazione degli obblighi di versamento relativi ad un medesimo tributo. 2. Ai sensi dell’art. 1, comma 168, l. 296/2006, non si procede al versamento in via ordinaria e al rimborso per somme inferiori a 12,00 euro per anno d’imposta.

Art. 38. Contenzioso 1. Contro l'avviso di accertamento, il provvedimento che irroga le sanzioni, il provvedimento che respinge l'istanza di rimborso o nega l’applicazione di riduzioni o agevolazioni può essere proposto ricorso secondo le disposizioni di cui al Decreto Legislativo 31 dicembre 1992, n. 546, e successive modificazioni. 2. Si applica, secondo le modalità previste dallo specifico regolamento comunale, l’istituto dell’accertamento con adesione sulla base dei principi e dei criteri del Decreto Legislativo 19 giugno 1997, n. 218, limitatamente alle questioni di fatto, in particolare relative all’estensione e all’uso delle superfici o alla sussistenza delle condizioni per la fruizione di riduzioni o agevolazioni. 3. Si applicano altresì gli ulteriori istituti deflattivi del contenzioso previsti dalle specifiche norme. 4. Le somme dovute a seguito del perfezionamento delle procedure di cui ai commi 2 e 3 possono, a richiesta del contribuente, essere rateizzate, secondo quanto previsto dallo specifico regolamento in materia.

TITOLO VI – Disposizioni finali e transitorie Art. 39. Entrata in vigore e abrogazioni

1. Il presente regolamento, pubblicato nei modi di legge, entra in vigore il 1° gennaio 2014. 2. Dalla stessa data è soppressa la TARES di cui all’art. 14 del decreto legge 201/2011. 3. Sono abrogate tutte le norme regolamentari in contrasto con il presente regolamento, in particolare il regolamento che disciplinava l’entrata soppressa.

Art. 40. Clausola di adeguamento 1. Il presente regolamento si adegua automaticamente alle modificazioni della normativa nazionale e comunitaria, in particolare in materia di rifiuti e tributaria. 2. I richiami e le citazioni di norme contenuti nel presente regolamento si devono intendere fatti al testo vigente delle norme stesse.

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Art. 41. Diposizione transitoria 1. Il comune o l’ente eventualmente competente continuerà le attività di accertamento, riscossione e rimborso delle pregresse annualità della Tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani interni e/o della TARES entro i rispettivi termini decadenziali o prescrizionali. 2. In caso di gestione associata del servizio di riscossione del tributo si farà riferimento alle modalità gestionali indicate nella relativa convenzione.

Art. 42. Diposizioni per l’anno 2014 1. Per l’anno 2014, come deliberato dal Consiglio Comunale in data 06/06/2014 al n. 12 il tributo deve essere pagato in tre rate scadenti il 16 luglio 2014 (acconto), il 16 ottobre 2014 e il 16 dicembre 2014. ALLEGATO A) Sostanze assimilate ai rifiuti urbani Sono assimilate ai rifiuti urbani, ai sensi dell’articolo 3 del presente regolamento, le seguenti sostanze:

- rifiuti di carta, cartone e similari; - rifiuti di vetro, vetro di scarto, rottami di vetro e cristallo; - imballaggi primari - imballaggi secondari quali carta, cartone, plastica, legno, metallo e simili purché raccolti in forma differenziata; - contenitori vuoti (fusti, vuoti di vetro, plastica, metallo, latte, lattine e simili); - sacchi e sacchetti di carta o plastica, fogli di carta, plastica, cellophane, cassette, pallets; - accoppiati di carta plastificata, carta metallizzata, carta adesiva, carta catramata, fogli di plastica metallizzati e simili; - frammenti e manufatti di vimini e sughero, - paglia e prodotti di paglia; - scarti di legno provenenti da falegnameria e carpenteria, trucioli e segatura; - fibra di legno e pasta di legno anche umida, purché palabile; - ritagli e scarti di tessuto di fibra naturale e sintetica, stracci e juta; - feltri e tessuti non tessuti; - pelle e simil - pelle; - gomma e caucciù (polvere e ritagli) e manufatti composti prevalentemente da tali materiali , come camere d'aria e

copertoni; - resine termoplastiche e termo - indurenti in genere allo stato solido e manufatti composti da tali materiali; - imbottiture, isolamenti termici e acustici costituiti da sostanze naturali e sintetiche, quali lane di vetro e di roccia, espansi

plastici e minerali e simili; - moquette, linoleum, tappezzerie, pavimenti e rivestimenti in genere; - materiali vari in pannelli (di legno, gesso, plastica e simili); - frammenti e manufatti di stucco e di gesso essiccati; - rifiuti di metalli ferrosi e metalli non ferrosi e loro leghe; - manufatti di ferro e tipo paglietta metallica, filo di ferro, spugna di ferro e simili; - nastri abrasivi; - cavi e materiale elettrico in genere; - pellicole e lastre fotografiche e radiografiche sviluppate; - scarti in genere della produzione di alimentari, purché non allo stato liquido, quali scarti di caffè scarti dell'industria

molitoria e della plastificazione, partite di alimenti deteriorati anche inscatolati o comunque imballati, scarti derivanti dalla lavorazione di frutta e ortaggi, caseina, salse esauste e simili;

- scarti vegetali in genere (erbe, fiori, piante, verdure, etc.) anche derivanti da lavorazioni basate su processi meccanici (bucce, bacelli, pula, scarti di sgranatura e di trebbiatura e simili), compresa la manutenzione del verde ornamentale;

- residui animali e vegetali provenienti dall'estrazione di principi attivi; - accessori per l’informatica.

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ALLEGATO B)

Categorie di utenze non domestiche.

Le utenze non domestiche sono suddivise nelle seguenti categorie.

Comuni fino a 5.000 abitanti

01. Musei, biblioteche, scuole, associazioni, luoghi di culto 02. Campeggi, distributori carburanti 03. Stabilimenti balneari 04. Esposizioni, autosaloni 05. Alberghi con ristorante 06. Alberghi senza ristorante 07. Case di cura e riposo 08. Uffici, agenzie, studi professionali 09. Banche ed istituti di credito 10. Negozi abbigliamento, calzature, libreria, cartoleria, ferramenta e altri beni durevoli 11. Edicola, farmacia, tabaccaio, plurilicenze 12. Attività artigianali tipo botteghe (falegname, idraulico, fabbro, elettricista parrucchiere) 13. Carrozzeria, autofficina, elettrauto 14. Attività industriali con capannoni di produzione 15. Attività artigianali di produzione beni specifici 16. Ristoranti, trattorie osterie, pizzerie 17. Bar, caffè, pasticceria 18. Supermercato, pane e pasta, macelleria, salumi e formaggi, generi alimentari 19. Plurilicenze alimentari e/o miste 20. Ortofrutta, pescherie, fiori e piante 21. Discoteche, night club

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PARTE QUARTA

REGOLAMENTO PER L’ISTITUZIONE E L’APPLICAZIONE DELLA TASI

INDICE TITOLO I - DISPOSIZIONI GENERALI

Art. 1. Oggetto del Regolamento Art. 2. Soggetto attivo Art. 3. Indicazione analitica dei servizi indivisibili

TITOLO II - PRESUPPOSTO E SOGGETTI PASSIVI Art. 4. Presupposto dell’imposta Art. 5. Soggetti passivi

TITOLO III - DETERMINAZIONE DELL’IMPOSTA Art. 6. Base imponibile Art. 7. Determinazione delle aliquote Art. 8. Detrazioni Art. 9. Riduzioni ed esenzioni

TITOLO IV - DICHIARAZIONI, ACCERTAMENTO E RISCOSSIONE Art. 10. Dichiarazioni Art. 11. Modalità di versamento Art. 12. Scadenze del versamento Art. 13. Somme di modesto ammontare Art. 14. Funzionario responsabile del tributo Art. 15. Accertamento e sanzioni Art. 16. Rimborsi Art. 17. Entrata in vigore ALLEGATO All. A) : Interventi finanziati da TASI – Tributo Servizi Indivisibili

TITOLO I - DISPOSIZIONI GENERALI

Art. 1. Oggetto del Regolamento 1. Il presente Regolamento, adottato nell’ambito della potestà regolamentare prevista dall’art. 52 del Decreto Legislativo 15 dicembre 1997, n. 446, istituisce e disciplina la componente TASI dell’Imposta Unica Comunale “IUC” prevista dai commi dal 669 al 679 della legge n. 147/2013 (legge di stabilità 2014) e s.m.i. e riferita ai servizi indivisibili, in particolare stabilendo condizioni, modalità e obblighi strumentali per la sua applicazione. 2. Per quanto non previsto dal presente regolamento si applicano le disposizioni di legge vigenti.

Art. 2. Soggetto attivo 1. Soggetto attivo della TASI è il Comune nel cui territorio insiste, interamente o prevalentemente, la superficie degli immobili e delle aree soggette al tributo. Ai fini della prevalenza si considera l’intera superficie dell’immobile, anche se parte di essa sia esclusa o esente dal tributo.

Art. 3. Indicazione analitica dei servizi indivisibili 1.Secondo quanto disposto dall’art. 1, comma 682, della legge 147/2013 e s.m.i., i servizi indivisibili, alla cui copertura la TASI é diretta, sono quelli indicati nell’allegato A della parte quarta del presente regolamento. 2. Annualmente, nella deliberazione di Consiglio Comunale che determina l’aliquota del tributo, saranno determinati, in maniera analitica, i servizi indivisibili comunali, e per ciascuno di tali servizi, saranno indicati i relativi costi alla cui copertura la TASI è diretta. Nel caso in cui la delibera di determinazione dell’aliquota non venisse adottata, la determinazione analitica dei costi verrà effettuata in apposito del bilancio preventivo di competenza.

TITOLO II - PRESUPPOSTO E SOGGETTI PASSIVI Art. 4. Presupposto dell’imposta

1. Il presupposto impositivo della TASI è il possesso o la detenzione, a qualsiasi titolo, di fabbricati, ivi compresa l’abitazione principale, e di aree edificabili, come definiti ai sensi dell’imposta municipale propria, ad eccezione, in ogni caso, dei terreni agricoli. 2. É considerata direttamente adibita ad abitazione principale l’unità immobiliare posseduta a titolo di proprietà o di usufrutto da anziani o disabili che acquisiscano la residenza in istituti di ricovero o sanitari a seguito di ricovero permanente, a condizione che la stessa non risulti locata. 3. Sono esenti dal tributo gli immobili posseduti dallo Stato, nonché gli immobili posseduti, nel proprio territorio, dalle regioni, dalle province, dai comuni, dalle comunità montane, dai consorzi fra detti enti, ove non soppressi, dagli enti del servizio sanitario nazionale, destinati esclusivamente ai compiti istituzionali. Si applicano, inoltre, le esenzioni previste dall’articolo 7, comma 1, lettere b), c), d), e), f) ed i) del decreto legislativo 30.12.1992, n. 504; ai fini dell’applicazione della lettera i) resta ferma l’applicazione delle

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disposizioni di cui all’articolo 91bis del D.L. 24.1.2012, n. 1, convertito, con modificazioni, dalla legge 24.3.2012, n. 27 e successive modificazioni.

Art. 5. Soggetti passivi 1. La TASI è dovuta da chiunque possieda o detenga a qualsiasi titolo i fabbricati e le aree fabbricabili di cui all'art. 4. 2. Nel caso in cui l’oggetto imponibile è occupato da un soggetto diverso dal titolare del diritto reale, quest’ultimo e l’occupante sono titolari di un’autonoma obbligazione tributaria, a condizione che l’occupante non faccia parte dello stesso nucleo familiare del possessore . L’occupante versa la TASI nella misura del 15 per cento dell’ammontare complessivo dell’imposta, calcolato applicando l’aliquota di cui al successivo art. 7 per la fattispecie imponibile occupata. La restante parte è corrisposta dal titolare del diritto reale sull’unità immobiliare. 3. In caso di detenzione temporanea di durata non superiore a sei mesi nel corso dello stesso anno solare, la TASI è dovuta soltanto dal possessore dei locali e delle aree a titolo di proprietà, usufrutto, uso, abitazione e superficie. 4. In caso di pluralità di possessori o di detentori, essi sono tenuti in solido all’adempimento dell’unica obbligazione tributaria; al fine di semplificare gli adempimenti posti a carico dei contribuenti, ogni possessore ed ogni detentore effettua il versamento della TASI in ragione della propria percentuale di possesso o di detenzione, avendo riguardo alla destinazione, per la propria quota, del fabbricato o dell’area fabbricabile, conteggiando per intero il mese nel quale il possesso o la detenzione si sono protratti per almeno quindici giorni. 5. A ciascuno degli anni corrisponde una autonoma obbligazione tributaria.

TITOLO III - DETERMINAZIONE DELL’IMPOSTA

Art. 6. Base imponibile 1. La base imponibile è quella prevista per l’applicazione dell’imposta municipale propria “IMU” di cui all’articolo 13 del decreto legge n. 201 del 2011, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214 e s.m.i. 2. Per la determinazione del valore delle aree fabbricabili si applica l’articolo 4 del vigente regolamento comunale per l’applicazione dell’imposta municipale propria. 3. La base imponibile è ridotta del 50 per cento per i fabbricati dichiarati inagibili o inabitabili e di fatto non utilizzati, limitatamente al periodo dell’anno durante il quale sussistono tali condizioni. Per la definizione dell’inagibilità o inabitabilità si rinvia all’articolo 5 del vigente regolamento comunale per l’applicazione dell’imposta municipale propria. 4. Per i fabbricati di interesse storico o artistico, di cui all’articolo 10 del D.lgs. n. 42 del 2004, la base imponibile è ridotta del 50 per cento. La riduzione di cui al presente comma non si cumula con la riduzione di cui al comma 3.

Art. 7. Determinazione delle aliquote 1. L’aliquota di base della TASI è pari all’1 per mille. Il comune, con deliberazione del consiglio comunale, adottata ai sensi dell’articolo 52 del decreto legislativo n. 446 del 1997, può ridurre l’aliquota fino ad azzerarla o può differenziarla con riferimento a determinate fattispecie imponibili, a settori di attività nonché alla tipologia e destinazione degli immobili, tenendo conto dei seguenti vincoli:

a) per i fabbricati rurali ad uso strumentale di cui all'articolo 13, comma 8, del decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, l’aliquota massima non può comunque eccedere il limite dell’1 per mille;

b) la somma delle aliquote della TASI e dell’IMU per ciascuna tipologia di immobile non deve essere superiore all’aliquota massima consentita dalla legge statale per l’IMU al 31 dicembre 2013, fissata al 10,6 per mille e ad altre minori aliquote , in relazione alle diverse tipologie di immobile;

c) per il 2014 l’aliquota massima della TASI non può comunque eccedere il 2,5 per mille; d) per il 2014 nella determinazione delle aliquote Tasi possono essere superati i limiti stabiliti nella lettera b) per un

ammontare complessivamente non superiore dello 0,80 per mille, purché siano finanziate, relativamente alle abitazioni principali e alle unità immobiliari ad esse equiparate di cui all’articolo 13, comma 2, del D.L. 201/2011 convertito con modificazioni dalla L. 214/2011, detrazioni d’imposta o altre misure, tali da generare effetti sul carico dell’imposta Tasi equivalenti a quelli determinatisi con riferimento all’Imu relativamente alla stessa tipologia di immobili, anche tenendo conto di quanto previsto dall’articolo 13 del citato D.L. 201/2011.

2. Qualora intervengano ulteriori modificazioni normative ai commi 676 – 677 – 678 dell’art.1 della legge 147/2013 che contengono le disposizioni di cui al comma precedente, oppure altre modificazioni che vadano comunque ad incidere sulla determinazione delle aliquote TASI, il Consiglio Comunale, nella deliberazione di determinazione delle aliquote TASI, terrà conto delle eventuali nuove disposizioni normative di riferimento.

Art. 8. Detrazioni 1. Con la deliberazione di Consiglio Comunale che determina le aliquote della TASI di cui al precedente art. 7, il comune può stabilire l’applicazione di detrazioni e le fattispecie a cui applicarle, ai sensi del comma 677 dell’articolo 1 della Legge 147/2013. 2. Le eventuali detrazioni deliberate dal Consiglio Comunale, spettano a decorrere dal mese in cui sorge il diritto alla attribuzione e sino al mese in cui cessa il diritto alla attribuzione; a tal fine il mese durante il quale il diritto si è protratto per almeno quindici giorni è computato per intero.

Art. 9. Riduzioni ed esenzioni 1. Con la deliberazione di Consiglio Comunale che determina le aliquote della TASI di cui al precedente art. 7, il comune può stabilire l’applicazione di riduzioni ed esenzioni, ai sensi del comma 679 art. 1 della Legge n. 147/2013, e s.m.i. nei seguenti casi: a) abitazioni con unico occupante;

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b) abitazioni tenute a disposizione per uso stagionale od altro uso limitato e discontinuo; c) locali, diversi dalle abitazioni, ed aree scoperte adibiti ad uso stagionale o ad uso non continuativo, ma ricorrente; d) abitazioni occupate da soggetti che risiedano o abbiano la dimora, per più di sei mesi all’anno, all’estero; e) abitazione posseduta, a titolo di proprietà o di usufrutto, da anziani o disabili che spostano la residenza in istituti di ricovero o sanitari a seguito di ricovero permanente, a condizione che l’abitazione non risulti occupata. Allo stesso regime dell’abitazione soggiace l’eventuale pertinenza; 2. Le eventuali riduzioni deliberate dal Consiglio Comunale per le casistiche di cui sopra potranno tenere conto della capacità contributiva della famiglia anche attraverso l’applicazione dell’indicatore della situazione economica equivalente (ISEE).

TITOLO IV - DICHIARAZIONI, ACCERTAMENTO E RISCOSSIONE

Art. 10. Dichiarazioni 1. Ai fini della dichiarazione relativa alla TASI si applicano le disposizioni concernenti la presentazione della dichiarazione dell’IMU. 2. I soggetti individuati all’articolo 5 comma 2 sono tenuti a presentare apposita dichiarazione, con modello messo a disposizione dal Comune, entro il 30 giugno dell’anno successivo a quello in cui ha inizio il possesso o la detenzione dei fabbricati ed aree assoggettabili al tributo, la quale ha effetto anche per gli anni successivi qualora le condizioni di assoggettamento al tributo siano rimaste invariate. 3. I soggetti di cui all’art. 5 comma1 che abbiano già presentato dichiarazione ai fini Ici e/o Imu sono tenuti alla presentazione della sola dichiarazione di eventuale variazione o cessazione.

Art. 11. Modalità di versamento 1. Il versamento della TASI è effettuato, in deroga all'articolo 52 del decreto legislativo n. 446 del 1997, con modello F24 secondo le disposizioni di cui all'articolo 17 del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241. 2. Il tributo è versato in autoliquidazione da parte del contribuente che provvederà al versamento con le modalità di cui al comma precedente e sulla base di quanto risultante dalla dichiarazione di cui all’articolo 10. 3. Il versamento non é dovuto per importi inferiori a 3,00 euro. Tale importo si intende riferito al tributo complessivamente dovuto per l’anno e non alle singole rate di acconto e saldo.

Art. 12. Scadenze del versamento 1. Il versamento della TASI è effettuato, in numero due rate, delle quali la prima entro il 16 giugno, pari all’importo dovuto per il primo semestre calcolato sulla base delle aliquote e delle detrazioni dei dodici mesi dell’anno precedente. La seconda rata deve essere versata entro il 16 dicembre, a saldo del tributo dovuto per l’intero anno, con eventuale conguaglio sulla prima rata versata. Per l’anno 2014 la rata di acconto è versata con riferimento alle aliquote e detrazioni deliberate per il medesimo anno. 2. È facoltà del contribuente provvedere al versamento del tributo complessivamente dovuto in unica soluzione entro il 16 giugno di ciascun anno. 3.Per l’anno 2014 la prima rata ai sensi del D.L. 66 convertito con modificazioni dalla L. 89 del 23/06/2014 é il 16 ottobre 2014 e la rata a saldo il 16 dicembre 2014.

Art. 13. Somme di modesto ammontare 1. Ai sensi dell’art. 1, comma 168, L. 296/2006, non si procede al versamento in via ordinaria e al rimborso per somme inferiori a 3,00 euro. Tale importo si intende riferito al tributo complessivamente dovuto per l’anno e non alle singole rate di acconto e saldo.

Art. 14. Funzionario responsabile del tributo 1. Il comune designa il funzionario responsabile a cui sono attribuiti tutti i poteri per l'esercizio di ogni attività organizzativa e gestionale, compreso quello di sottoscrivere i provvedimenti afferenti a tali attività, nonché la rappresentanza in giudizio per le controversie relative al tributo stesso. 2. Ai fini della verifica del corretto assolvimento degli obblighi tributari, il funzionario responsabile può inviare questionari al contribuente, richiedere dati e notizie a uffici pubblici ovvero a enti di gestione di servizi pubblici, in esenzione da spese e diritti, e disporre l'accesso ai locali ed aree assoggettabili a tributo, mediante personale debitamente autorizzato e con preavviso di almeno sette giorni.

Art. 15. Accertamento e sanzioni 1. In caso di mancata collaborazione del contribuente o altro impedimento alla diretta rilevazione, l'accertamento può essere effettuato in base a presunzioni semplici di cui all'articolo 2729 del codice civile. 2. In caso di omesso o insufficiente versamento della TASI risultanti dalla dichiarazione, si applica l'articolo 13 del decreto legislativo 18 dicembre 1997, n. 471. 3. In caso di omessa presentazione della dichiarazione, si applica la sanzione dal 100 per cento al 200 per cento del tributo non versato, con un minimo di 50 euro. 4. In caso di infedele dichiarazione, si applica la sanzione dal 50 per cento al 100 per cento del tributo non versato, con un minimo di 50 euro. 5. In caso di mancata, incompleta o infedele risposta al questionario, entro il termine di sessanta giorni dalla notifica dello stesso, si applica la sanzione da euro 100 a euro 500. 6. Le sanzioni di cui ai commi 3, 4 e 5 sono ridotte ad un terzo se, entro il termine per la proposizione del ricorso, interviene acquiescenza del contribuente, con pagamento del tributo, se dovuto, della sanzione e degli interessi. 7. Per tutto quanto non previsto dalle disposizioni dei precedenti articoli concernenti la TASI, si applicano le disposizioni di cui all'articolo 1, commi da 161 a 170, della legge 27 dicembre 2006, n. 296.

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8. Ai sensi dell’art. 52 – comma 5 – lettera b) del decreto legislativo 446/1997, la gestione del servizio di riscossione coattiva del tributo comunale sui servizi è espletata mediante affidamento a terzi, nel rispetto dei criteri determinati dalla normativa sopraindicata.

Art. 16. Rimborsi 1. Il contribuente può richiedere al Comune al quale è stata versata l’imposta, il rimborso delle somme versate e non dovute, entro il termine di cinque anni dal giorno del pagamento ovvero da quello in cui è stato definitivamente accertato il diritto alla restituzione. Sulle somme rimborsate spettano gli interessi nella misura del vigente tasso legale. Gli interessi sono calcolati con maturazione giorno per giorno con decorrenza dal giorno in cui sono divenuti esigibili. 2. Non si da luogo al rimborso di importi uguali o inferiori al versamento minimo disciplinato dall’articolo 13.

Art. 17. Entrata in vigore 1. Il presente regolamento ha effetto dal 1° gennaio 2014.

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ALLEGATO A) – PARTE QUARTA

TASI

INTERVENTI FINANZIATI DA TASI – TRIBUTO SERVIZI INDIVISIBILI

Codice bilancio Descrizione

1010103 INDENNITÀ DI FUNZIONE AMMINISTRATORI E SERVIZI CONNESSI 1010202 ACQUISTO BENI PER MANTENIMENTO FUNZIONAMENTO UFFICI

1010203 SPESE PER SERVIZI MANTENIMENTO E FUNZIONAMENTO UFFICI (appalti di manutenzione – utenze – assistenza servizio informatico – pulizia locali – oneri per le assicurazioni – patrocini per liti e arbitraggi)

1010303 SPESE PER IL SERVIZIO TESORERIA 1010205 TRASFERIMENTO QUOTE CONVENZIONE SEGRETERIA 1010502 ACQUISTO BENI PER GESTIONE IMMOBILI COMUNALI 1010503 ACQUISTO SERVIZI PER GESTIONE IMMOBILI COMUNALI 1030102 PUBBLICA SICUREZZA E VIGILANZA ACQUISTO DI BENI PER LA POLIZIA LOCALE 1030103 PUBBLICA SICUREZZA E VIGILANZA SPESE PER SERVIZI DELLA POLIZIA LOCALE 1080102 ACQUISTO BENI MANUTENZIONE IN ECONOMIA DELLE STRADE COMUNALI

1080103 SERVIZI DI MANUTENZIONE STRADALE (manutenzioni – rimozione neve – gestione semaforica e segnaletica orizzontale)

1080203 GESTIONE IMPIANTI DI PUBBLICA ILLUMINAZIONE E FORNITURE CONNESSE 1090102 ACQUISTO BENI PER MANUTENZIONI MAGAZZINI COMUNALI 1090103 ACQUISTO SERVIZI PER MANUTENZIONI MAGAZZINI COMUNALI 1090403 SPESE PER SERVIZI RELATIVI AL SERVIZIO IDRICO INTEGRATO 1090603 SERVIZI RELATIVI ALLE GESTIONE E MANUTENZIONE DEL VERDE PUBBLICO 1100503 SERVIZI RELATIVI ALLA GESTIONE E MANUTENZIONE DEL CIMITERO

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PARERI SULLA DELIBERA DI CONSIGLIO COMUNALE DEL 08-09-14 N. 20

ai sensi dell’art. 49, comma 1,

del T.U. delle leggi sull’ordinamento degli enti locali

Parere del Responsabile dell’Area Finanziaria

VISTO: si attesta la regolarità tecnico-contabile della presente deliberazione.

Senna Comasco, li 08-09-2014 Il Responsabile dell’Area Finanziaria

F.to Luigi Leoni

Oggetto: APPROVAZIONE REGOLAMENTO PER LA DISCIPLINA DELL'IMPOSTA UNICA COMUNALE (IUC)

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Il seguente verbale, salva l'ulteriore lettura e sua definitiva approvazione nella prossima seduta,

viene sottoscritto come segue.

Il Presidente Il Segretario Comunale

F.to ARIGHI ENRICO F.to ESPOSITO DOTT. DOMENICO

Prot. N.

Il sottoscritto Segretario comunale attesta che la presente deliberazione viene pubblicata nel sito

web istituzionale di questo Comune accessibile al pubblico (art. 32, comma 1, della Legge

18.06.2009, n. 69) per quindici giorni consecutivi il giorno e vi rimarrà fino al

;

Senna Comasco, li

Il Segretario Comunale

F.to ESPOSITO DOTT. DOMENICO

Il sottoscritto Segretario Comunale, visti gli atti d'ufficio,

ATTESTA

che la presente deliberazione é divenuta esecutiva il giorno 07/09/2014

[ ] decorsi 10 giorni dalla pubblicazione (art. 134, c. 3, T.U. delle leggi sull’ordinamento degli enti

locali)

[x] perché dichiarata immediatamente eseguibile (art. 134, c. 3, T.U. delle leggi sull’ordinamento

degli enti locali)

Senna Comasco, li 07/09/2014

F.to Il Segretario Comunale

Dott. Domenico Esposito

E’ copia conforme all’originale da servire per uso amministrativo.

Senna Comasco, li Il Segretario Comunale

ESPOSITO DOTT. DOMENICO