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VERSO IL COOPERATIVE LEARNING IIS ASSTEAS a.s. 2015/16

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VERSO IL COOPERATIVE LEARNING

IIS ASSTEAS a.s. 2015/16

L’apprendimento cooperativo è una metodologia didattica di organizzazione del lavoro di apprendimento che mira a valorizzare

a) impegno collaborativo, b) interazione c) e responsabilità individuale dei soggetti in

apprendimento. Corrispondentemente, mira a contrastare

atteggiamenti come l’individualismo isolazionista, il senso di competizione e di autosufficienza cognitiva, diffusi e incrementati dall’organizzazione e dalla didattica tradizionali.

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Questo metodo di organizzazione del lavoro scolastico si fonda in maniera caratteristica sull’interdipendenza positiva,

ossia su di una condizione per cui successo e insuccesso di ogni singolo membro del gruppo sono connessi a successi e insuccessi altrui.

L’interdipendenza positiva distingue l’apprendimento cooperativo dai tradizionali lavori di o per gruppo.

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Occorre piuttosto 1. strutturare i compiti da assegnare

ai gruppi, 2. allestire materiali 3. predisporre attività in modo da

educare i membri ai comportamenti sociali necessari all’interdipendenza positiva.

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i 5 concetti chiave dell’apprendimento cooperativo, concetti in cui l’insegnante deve essere abile e competente, sono

1. Gruppi:2. Gestione cooperativa:3. Volontà di cooperare:4. Competenze per cooperare:5. Strutture cooperative:

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Gruppi: i gruppi di apprendimento a) devono avere identità forte, b) durare nel tempo c) essere composti preferibilmente da 4 membri. Prima competenza chiave dell’insegnante è

saper creare gruppi. Una modalità fondamentale di questa competenza è la creazione di gruppi eterogenei, gruppi che in scala rispecchino l’assetto della classe, includendo ragazzi di livello alto medio e basso.

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Gestione cooperativa: l’apprendimento cooperativo, per le competenze “nuove” che richiede tanto agli studenti che agli insegnanti, implica una serie di nuove modalità di gestione della classe: sistemazione degli alunni, accesso ai e distribuzione dei materiali di lavoro, uso di esempi, simulazioni e strutture, livello del rumore.

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Volontà di cooperare: l’insegnate deve disporre di alcune modalità fondamentali per creare e mantenere nella classe la volontà di cooperare:

teambuilding, classbuilding, compiti cooperativi, strutture premianti e sistemi di riconoscimento

che creino interdipendenza positiva.

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Competenze per cooperare: in alcune situazioni di apprendimento cooperativo gli studenti hanno bisogno di capacità di ascolto reciproco, di soluzione di conflitti, di monitoraggio, di incoraggiamento. Per queste competenze si ricorre a simulazioni e giochi di ruolo.

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Strutture cooperative: come chiariremo più innanzi le strutture sono modi di organizzare l’interazione degli studenti in classe. Esse sono orientate all’ottenimento di risultati prevedibili in ambito linguistico, cognitivo e sociale.

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Principi delle strutture cooperative:

nelle strutture devono essere riscontrabili i quattro principi fondamentali dell’appr. coop.

1. interazione simultanea, 2. interdipendenza positiva, 3. responsabilità individuale, 4. partecipazione equa.

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L’interazione simultanea si oppone fondamentalmente al principio

della interazione sequenziale, tradizionalmente imperante nella scuola.

Esso riduce notevolmente la quantità di espressione linguistica, di partecipazione e di interazione dello studente, accentrando la comunicazione, l’interazione e l’espressione linguistica sull’insegnante.

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L’interdipendenza positiva fa si che il profitto di uno studente sia correlato positivamente

al profitto di un altro studente o gruppo. Esistono forme deboli (il successo di un singolo contribuisce probabilmente al successo degli altri),

intermedie (il successo di un singolo contribuisce al successo degli altri ma il singolo può farcela anche da solo) e

forti di interdipendenza (il successo di un singolo non è possibile senza il successo degli altri).

L’interdipendenza positiva si costruisce in riferimento a obiettivi (assegnazione di un obiettivo comune), premi (riconoscimento valutazione centrato sul gruppo), compito (assegnazione di un compito che non è possibile svolgere da soli), risorse (distribuzione di risorse tra i singoli membri del gruppo) e ruoli (assegnazioni di ruoli interdipendenti e complementari). 13

La responsabilità individuale si struttura valutando il rendimento dei

singoli individui nel gruppo, la partecipazione e l’ascolto.

La partecipazione equa si struttura attraverso i turni e la

divisione del lavoro.

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Le strutture sono modi di organizzare l’interazione degli studenti in classe. Esse sono orientate all’ottenimento di risultati prevedibili in ambito linguistico, cognitivo e sociale.

Nelle strutture devono essere riscontrabili i quattro principi fondamentali dell’apprendimento cooperativo:

interazione simultanea, interdipendenza positiva, responsabilità individuale, partecipazione equa. 15

Le strutture sono unità di costruzione di una lezione o in generale di un intervento didattico dotato di unità e organicità.

Esse possono essere combinate all’interno di una lezione con risultati prevedibili.

Una struttura è un modello di interazione degli individui in una classe che non è legato ad un contenuto specifico.

E’ una forma, un ”come”, sostanzialmente invariabile, che può applicarsi per la somministrazione e la mediazione di un’ampia gamma di contenuti curricolari. Un medesimo “come” può veicolare diversi “cosa”.

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Una struttura unita ad un certo contenuto ci dà un’attività.

Le attività sono specifiche e sempre legate a contenuti specifici.

Le strutture invece sono prive di contenuto e indefinitamente ripetibili, una volta definite e padroneggiate nella specificità di ognuna, con diversi contenuti e in momenti diversi nell’unità di intervento didattico.

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L’approccio strutturale non crea ex novo la struttura di interazione ma piuttosto sostituisce le strutture di interazione operanti nella didattica tradizionale, competitiva e individualistica, con strutture diverse, di tipo cooperativo.

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NUMBERED HEADS TOGETHER” VS “DOMANDE E RISPOSTE IN CLASSE”

Questa struttura può essere articolata nei seguenti elementi.1. L’insegnate forma dei gruppi e chiede che gli studenti si

numerino da 1 a 4.2. L’insegnate dà un’indicazione di questo genere: chiede che ogni

membro del gruppo si assicuri che ognuno nel gruppo possieda una certa conoscenza o dimostri una certa competenza.

3. L’insegnante chiede agli studenti di mettere insieme le loro teste per essere sicuri che ognuno nel gruppo sia in grado di raggiungere l’obiettivo preventivamente esplicitato.

4. L’insegnate chiama un numero da 1 a 4 e solo gli studenti dei diversi gruppi con quel numero possono rispondere.

A questa struttura può opporsene una “individualistico tradizionale” così congegnata.

1. L’insegnante pone una domanda.2. Gli studenti che vorrebbero rispondere alzano la mano.3. L’insegnate chiama uno studente4. Lo studente risponde (o non risponde).5. L’insegnate valuta la risposta. 19

THREE STEP INTERVIEW” VS DISCUSSIONE DI GRUPPONell’intervista in 3 fasi:1. In una coppia, entro un gruppo costituito da 2 coppie,

uno studente intervista l’altro intorno ad una conoscenza-competenza obiettivo posta dall’insegnante.

2. I ruoli si invertono: l’intervistatore diventa intervistato.3. Ogni studente condivide con il gruppo che cosa ha

imparato dall’intervista.Nella discussione di gruppo:4. L’insegnate pone una domanda.5. L’insegnate chiede ai gruppi di parlarne. Il confronto tra queste strutture evidenzia bene come nel

cooperative vi sia un’elevata incidenza dei principi di interazione simultanea, interdipendenza positiva, responsabilità individuale, partecipazione equa.

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PAIR CHECK” VS SOLUZIONE INDIVIDUALISTICA DI ESERCIZI

Nella verifica in coppia:1. Ciascun gruppo si divide in 2 coppie. Le coppie lavorano su un

foglio di lavoro. Uno studente lavora sui problemi mentre l’altro, l’istruttore, osserva e se necessario aiuta.

2. Lo studente con il ruolo di istruttore controlla il lavoro del compagno per verificare se concorda. Se non c’è accordo sulla risposta possono chiedere all’altra coppia del gruppo. Se l’intero gruppo non trova un accordo sulla risposta tutti i membri chiedono l’intervento dell’insegnante.

3. Se i due compagni sono d’accordo sulla risposta lo studente istruttore si congratula ed elogia il compagno.

4. Successivamente i due componenti la coppia invertono i loro ruoli e ripercorrono le fasi da 1 a 3. Lo studente che era istruttore passa a risolvere il problema mentre l’altro diventa istruttore.

5. Si ricompone tutto il gruppo e le coppie confrontano le risposte. Se non sono d’accordo e non riescono a venirne a capo, tutti e quattro i membri chiedono l’intervento dell’insegnante.

6. Se il gruppo concorda sulle risposte, tutti i membri si congratulano tra loro. 21

ROUND ROBIN

Fasi di lavoro o passi operativi 1. Si formano gruppi di 4 studenti. 2. L’insegnante assegna un argomento o una serie di

domande su di un medesimo foglio che gira a turno per ciascun membro del gruppo

3.Dà un tempo per pensare individualmente alla risposta. 4. Nei gruppi gli studenti rispondono oralmente o per

iscritto secondo un ordine prefissato (p. es. giro in senso orario). Ognuno ha a disposizione lo stesso tempo per rispondere. È consigliabile che il gruppo individui un controllore del tempo.

5. L’insegnante può chiamare un rappresentante di ogni gruppo, chiedendogli di condividere con la classe le risposta del suo gruppo.

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CACCIA AL TESORO UMANO.Descrizione delle fasi di lavoro:1. predisporre una scheda a tre colonne (prima colonna: domande;

seconda colonna: mia risposta; terza colonna: risposta del compagno);

2. illustrare agli allievi l’attività. 3. Fase individuale: ogni studente esamina la scheda e fornisce la

risposta alle domande. L’insegnante sigla la risposta per prevenire ulteriori modificazioni.

4. Fase di ricerca a 3 persone: l’allievo confronta la propria risposta con quella dei compagni vicini di banco e individua risposte che differiscono dalla propria e le riporta nell’apposita colonna della scheda (controfirmata dagli autori per validarne la veridicità).

5. Fase di discussione collettiva: a turno vengono lette le risposte individuali e dopo confronto e discussione vengono selezionate le risposte corrette e trascritte alla lavagna. Gli studenti sono invitati a prenderne nota.

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JIGSAW Proprio come in un puzzle, ogni pezzo – ogni

parte attribuita ad uno studente- è essenziale per la piena comprensione e il completamento del prodotto finale. Se ogni parte di lavoro è essenziale, allora anche lo studente che la possiede è essenziale: è proprio questo che rende questa strategia così efficace.

Gli studenti appartenenti ad una stessa classe vengono divisi in gruppi di 4 membri ciascuno.

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JIGSAW Supponiamo che il loro compito sia quello di

imparare la seconda guerra mondiale. In un gruppo strutturato con il jigsaw,

Sara è responsabile delle ricerche relative alla nascita del potere di Hitler nella Germania prima della guerra; un altro membro del gruppo,

Stefano, avrà il compito di prendere informazioni sui campi di concentramento;

Pietro cercherà di capire il ruolo della Gran Bretagna nel conflitto,

Mara il ruolo dell’Unione Sovietica.

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JIGSAW Per migliorare il grado di accuratezza nel relazionare, gli

studenti non riportano direttamente in gruppo il risultato del loro lavoro ma si incontrano precedentemente con altri alunni "esperti" dello stesso argomento per raccogliere informazioni, approfondire il loro argomento e ripetere le loro presentazioni.

Noi chiamiamo questi "gruppi esperti". Ciò è particolarmente utile per quegli studenti che hanno iniziali difficoltà nell’apprendimento o che si confondono nell’organizzazione del lavoro.

Quando ogni relatore ha raggiunto una certa scioltezza e fluidità nell’esporre, gli studenti tornano al gruppo casa eterogeneo e l’esperto di “ruolo della Gran Bretagna" insegna ai compagni di gruppo ciò che ha imparato in modo da istruire tutti i compagni nella sua "specialità".

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PER UN APPROCCIO INFORMALE.

1. Presentare lo stesso materiale per appunti, semistrutturato, a tutti i membri di ciascun gruppo

2. Dopo la presentazione sintetica dell’argomento da parte dell’insegnante, ciascun membro del gruppo completa attraverso scambio di informazione con gli altri membri del gruppo la propria scheda di appunti.

3. Ciascun membro riceve un proprio compito/questionario di approfondimento relativo ad una parte dell’argomento generale precedentemente esposto dall’insegnante

4. Segue roundrobin: su di un foglio comune sono presenti tutti i compiti di approfondimento precedentemente separati

5. Ciascun membro sul foglio comune svolge la parte di propria competenza

6. Successivamente tutti condividono tutto il compito ad un livello di approfondimento superiore a quello di partenza

7. A sorte viene estratto il numero di un membro che relaziona sul compito finale precedentemente condiviso

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GRIGLIA DI OSSERVAZIONE DEI COMPORTAMENTI SOCIO-COGNITIVI LEGENDA: M = MOLTO; A = ABBASTANZA; P = POCO

Alunni Tizio Caio Sempronio

Contatto con gli occhi su chi sta parlando

Corpo leggermente piegato verso chi parla

Non interrompe chi parla

Interviene su ciò che è stato detto

Parafrasa l’intervento precedente prima di parlare

Riassume per il gruppo

Pone domande su quello che è stato detto

Fornisce informazioni ai membri del gruppo

Fornisce strategie di apprendimento ai membri del gruppo

Si preoccupa che i membri del gruppo condividano tutte le informazioni necessarie al raggiungimento del compito di apprendimento finale

Chiede aiuto all’insegnante in modo appropriato, focalizzando l’attenzione sulle informazioni e le strategie necessarie per il raggiungimento dell’obiettivo di apprendimento

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