Verità e Massoneria in Lessing

6
Verità e Massoneria in Lessing Nell'accezione di un'ermeneutica massonica Il valore dell'uomo non è nella verità che ritiene di possedere, ma nello sforzo incessante per raggiungerla (Lessing) [Questo breve saggio, corretto, rielaborato e ampliato, comparirà nel libro in preparazione: “Lessing – Herder, Dialoghi per Massoni. Commenti e note a cura di Francesco Angioni] Quante volte abbiamo trovato questa frase su libri e articoli di commento a Lessing. È certamente una frase felice, quasi dal valore assiomatico e come tale viene recepita nella gran parte dei commentatori e critici di Lessing. Ma le frasi espresse da un Massone, specialmente del calibro di un Lessing, hanno dietro la loro ovvietà plurimi sensi e tutti da scoprire. A guardar bene, tutti i lettori pongono l’accento su due parole: verità e sforzo; queste due parole sembrano la chiave di comprensione della frase. Conseguentemente essa viene interpretata nel senso che ciò che veramente è importante non è la verità in sé ma lo sforzo per ottenerla. Sarebbe la volontà umana nella ricerca della verità a determinare il valore dell'uomo e l’uomo, in questi termini, acquista valore per lo sforzo che mette nella ricerca della Verità. Verità e sforzo sono elementi distinti, non legati da un principio di causazione, infatti, la prima è l’obiettivo e il secondo è la modalità per raggiungere quell’obiettivo. Il collegamento è allora di tipo funzionale: lo sforzo caratterizza l’uomo, ponendosi come variabile indipendente, mentre la Verità si pone come variabile dipendente. Tale è, infatti, la Verità che nel pensiero lessinghiano è concepita come cosa che “può” essere ritenuta in possesso. Il senso della possibilità rende la Verità relativa, cioè non assoluta. Diversi uomini possono ritenere di possedere la verità, che non necessariamente è la stessa per tutti. La possibilità esclude l’attualità, in altre parole, ciò

Transcript of Verità e Massoneria in Lessing

Page 1: Verità e Massoneria in Lessing

Verità e Massoneria in LessingNell'accezione di un'ermeneutica massonica

Il valore dell'uomo non è nella verità che ritiene di possedere, ma nello sforzo incessante per raggiungerla

(Lessing)

[Questo breve saggio, corretto, rielaborato e ampliato, comparirà nel libro in preparazione: “Lessing – Herder, Dialoghi per Massoni. Commenti e note a cura di Francesco Angioni]

Quante volte abbiamo trovato questa frase su libri e articoli di commento a Lessing.È certamente una frase felice, quasi dal valore assiomatico e come tale viene recepita nella gran parte dei commentatori e critici di Lessing. Ma le frasi espresse da un Massone, specialmente del calibro di un Lessing, hanno dietro la loro ovvietà plurimi sensi e tutti da scoprire.A guardar bene, tutti i lettori pongono l’accento su due parole: verità e sforzo; queste due parole sembrano la chiave di comprensione della frase. Conseguentemente essa viene interpretata nel senso che ciò che veramente è importante non è la verità in sé ma lo sforzo per ottenerla. Sarebbe la volontà umana nella ricerca della verità a determinare il valore dell'uomo e l’uomo, in questi termini, acquista valore per lo sforzo che mette nella ricerca della Verità.

Verità e sforzo sono elementi distinti, non legati da un principio di causazione, infatti, la prima è l’obiettivo e il secondo è la modalità per raggiungere quell’obiettivo. Il collegamento è allora di tipo funzionale: lo sforzo caratterizza l’uomo, ponendosi come variabile indipendente, mentre la Verità si pone come variabile dipendente. Tale è, infatti, la Verità che nel pensiero lessinghiano è concepita come cosa che “può” essere ritenuta in possesso. Il senso della possibilità rende la Verità relativa, cioè non assoluta. Diversi uomini possono ritenere di possedere la verità, che non necessariamente è la stessa per tutti. La possibilità esclude l’attualità, in altre parole, ciò che è possibile non necessariamente è reale. Se poi questa possibilità si restringe al campo della soggettività, il reale diventa ancor più aleatorio. Pur tuttavia la frase di Lessing vuole avere un senso generale e quindi si deve ricercare il suo o i suoi significati sottesi, non evidenti ma necessari per la resa logica della frase stessa. Lo sforzo non implica inevitabilmente la Verità, piuttosto da esso può derivare la Conoscenza. L’Uomo con la volontà percorre la strada della conoscenza e solo questa può portare alla verità, o meglio alla Sapienza, indispensabile per la conquista della Verità stessa.Agli uomini il risultato di tale ricerca che li accomuna tutti è la Conoscenza e non la Verità. In altri termini, la Conoscenza è l’effetto o risultato della causazione che è la ricerca perseguita con sforzo o per meglio dire con volontà determinata. In tal modo, se è lo sforzo, cioè la volontà, che caratterizza il valore dell’uomo, non possiamo parlare della Verità come effetto, che piuttosto questo è la Conoscenza. Infatti, la Conoscenza è il prodotto della Volontà, intendendo questa come sforzo d’elaborazione conoscitiva.

La Verità, da parte sua, è conseguenza naturale della ricerca[1]. In termini semplici, la Verità può essere concepita come “credenza” dell’uomo che la stabilisce in funzione dei propri criteri valutativi culturali, oppure come risultato soggettivo di un’elaborazione conoscitiva.La Verità si pone come valore relativo per uomini che hanno differenti concezioni e modi per ottenerla. Mentre, la Conoscenza è comunque il risultato assoluto in sé, il vero effetto, a prescindere dai risultati, in assoluto, se veri o meno.

È la Conoscenza che stabilisce la corretta via per raggiungere la Verità.Sinteticamente, il soggetto (uomo) agisce con volontà (sforzo) ottenendo l’effetto

(conoscenza) che lo porta al suo obiettivo o conseguenza (sapienza-verità).

Page 2: Verità e Massoneria in Lessing

In conclusione, Lessing considera lo forzo come causazione della Conoscenza e la Verità come conseguenza, poiché la Verità è effetto della Conoscenza. E allora se la Verità è effetto della Conoscenza, non può essere considerata come scopo principale, che è invece la Conoscenza, poiché la Verità scaturisce, in ultima istanza, dalla Conoscenza. Con un banale sillogismo si può dire che l’Uomo conosce, non invera. Quindi, se il Massone è uomo, egli conosce e non invera. Il processo conoscitivo del Massone altro non è che la sua Via al perfezionamento, potendo concludere che la Via al perfezionamento di un Massone non è caratterizzata dal raggiungimento della Verità, ma che la via è caratterizzata dalla Conoscenza.

In qualunque percorso iniziatico abbiamo un obiettivo e un modo per raggiungerlo. L’obiettivo è un qualcosa che definisce la finalità del percorso ma non lo spiega. Infatti, il percorso, necessariamente, viene definito dalle modalità di svolgimento. La Via al perfezionamento non si caratterizza per il suo obiettivo ma per i modi in cui essa è percorsa. Alla Verità si può pervenire in innumerevoli modi e ciò che è importante è saper distinguere tra quelli che consentono il perfezionamento e quelli che si svelano come inutile sforzo.

Per Lessing la Verità in sé è un concetto dal duplice significato: la Verità pura, assoluta, quella posseduta dal divino e la Verità relativa, quella della condizione dell'errare eternamente smarrito, posseduta dall’uomo[2]. Quest’ultima è connessa alle circostanze storiche e culturali, persino soggettive del singolo. Conseguentemente è verità ritenuta vera e come tale posseduta.

È evidente che per Lessing la Verità è qualcosa che si ritiene di possedere e non dunque ciò che oggettivamente essa è. Lessing rispetto a questo concetto di Verità usa nella frase di incipit due parole molto distinte: possedere e raggiungere. La prima ha chiaramente un valore di contingenza o meglio di profanità. La Verità posseduta fa parte del mondo storico, statualmente, civilmente e religiosamente inteso, mentre la Verità raggiunta fa parte del mondo iniziatico. L’iniziato raggiunge la Verità senza possederla; anzi sarebbe più corretto dire che l’iniziato, raggiungendo la Verità, è posseduto da questa e non il contrario.

Però, gli scrittori dal pensiero complesso, e Lessing lo era certamente, dicendo una cosa ne intendono anche altre, tutte valide in una ampia prospettiva di visuali conseguenti ma differenti. Questo è il caso di Hanna Arendt che espresse una sua interpretazione seducente, senza però riuscire a intendere la visione massonica del pensiero di Lessing, riducendolo a semplice espressione filosofica[3].

Una diversa angolatura d’interpretazione e quindi una diversa prospettiva di pensiero potrebbe essere quella di spostare l’accento su altre parole della frase e quindi su altri concetti che sono sottesi alle parole, addirittura su diverse concezioni interpretative dell’intera frase.La prima e più palese prospettiva, da tutti osservata, è quella che si baserebbe sulle parole: valore [dell’uomo], ritiene [di possedere] e raggiungerla [la Verità]. Il valore dà la misura dell’uomo che viene riconosciuto nella sua essenza davanti agli altri uomini e davanti allo stesso Cosmo. Lessing ci pone davanti all’uomo non in quanto tale, cioè membro indifferenziato dell’umanità, ma a uno speciale uomo, quello che si distingue per un particolare valore. Sappiamo dai Dialoghi dello stesso Lessing che lui considerava i Massoni come una categoria di uomini del tutto speciale. Essi sono coloro che rappresentano con la loro esemplarità il polo di riferimento per l’intera umanità non iniziatica, in senso massonico. Potremmo dire che il Massone per Lessing è l’uomo inteso in senso rinascimentale, l’uomo che si pone al centro del cosmo e di questo ne indaga le verità nascoste. È l’uomo cosmico di Ficino e di Pico, non è l’uomo politico di Machiavelli. Quest'uomo speciale è dotato della volontà insopprimibile e inesauribile di conoscere (sforzo incessante) che si distingue dall’uomo del Machiavelli dotato della volontà insopprimibile e inesauribile di agire per cambiare la realtà, per migliorarla e non per sostituirla con un’altra supremamente migliore, così come definita da Lessing nei suoi Dialoghi e in tante altre sue opere, cioè la realtà ove sono state eliminati i tre grandi mali dell’umanità[4].

Tornando alla frase di incipit, a una visione superficiale sembrerebbe che l’uomo esaurisca la sua specificità nello sforzo di raggiungere la Verità. Non essendo la verità il prodotto diretto dello sforzo incessante, poiché la verità non è ottenibile con la sola volontà, essa è conseguenza ultima

Page 3: Verità e Massoneria in Lessing

della conoscenza. Dunque, la verità non è il focus della frase poiché essa è in sé relativa e questa relatività è denunciata da Lessing con la parola ritiene. L’uomo ritiene di possedere la verità, ci dice Lessing, e ciò significa che la verità non è il valore che qualifica l’uomo. Come già osservato, Lessing attribuisce la verità a Dio e all’uomo la volontà di ricercarla. È dunque evidente che la Verità non può essere posseduta ma solo perseguita o, come lui dice, raggiunta.Spostando l’accento o focus della seconda parte della frase, da sforzo a raggiungerla, viene da porsi la domanda: può la verità essere raggiungibile? Sembrerebbe che Lessing non escluda a priori questa possibilità.

Le due parole implicano due concetti: lo sforzo può anche essere un processo vano, mentre il raggiungimento è un atto di realizzazione. Estraendo questa frase da tutto il pensiero di Lessing, come già accennato, qualcuno potrebbe avvalorare l’idea che per Lessing la verità non appartiene alla sfera umana ma a quella divina. Eppure questa è solo la superficie del pensiero lessinghiano.

Nelle opere di Lessing, specialmente quelle massoniche, il compito umano che trascende persino la storia è la Conoscenza. Tuttavia non è conoscenza in senso lato, ma Conoscenza finalizzata, cioè teleologica. Conoscenza che non si esaurisce in se stessa, piuttosto è conoscenza indispensabile per avviare il processo di sapienzialità, il processo del Sapere, l'unica e più alta modalità dell'intelligenza umana che può portare alla Verità, quell'intelligenza che si fa immanente all'esistere umano.

La Massoneria per Lessing ha la funzione extrastorica di conoscere il destino ultimo dell’umanità, impadronendosi dei valori universali che prescindono dal relativismo delle culture e società umane. Sembrerebbe allora che per Lessing ci siano due Verità, una assoluta e posseduta dal divino e una umana che consisterebbe nella conoscenza e perseguimento dei valori universali umani, dunque Verità né storica né ultra-umana, ma metastorica. È quindi, quella massonica, una conoscenza teleologica e non teologica: a Dio appartiene la Verità e all’uomo la Conoscenza che avrà come conseguenza la Verità. Questa è Conoscenza che porta a una superiore morale ed etica, che non si identificano con la morale della singola chiesa o con l’etica del singolo Stato o con i comportamenti civili, poiché tutto ciò è composto di valori e principi storici, contingenti; non è questa la conoscenza che porta alla felicità e benessere dell’umanità.

La Conoscenza ultima è quella massonica, cioè la conoscenza e la prassi dei significati ultimi dell'umanità. Il Massone può praticare questi valori universali solo se li ha conosciuti e questa conoscenza è fattibile solo all’interno della Massoneria. In altri termini, la concreta ricerca del Massone non è quella della Verità assoluta ma quella della Conoscenza tesa alla Sapienza, dalla quale può scaturire la Verità. Nel raggiungimento della Sapienza l’uomo si avvicina al divino e può partecipare della Verità. Pertanto, la Verità, anche se è un valore qualificante la divinità, è raggiungibile dalle capacità umane spiritualmente indirizzate.

Se noi intendiamo, in termini più massonici, il divino come spazio del sacro e dello spirituale, prescindendo quindi dal divino come fenomeno storicamente determinato dentro una qualsivoglia religione, la via della Conoscenza non è altro che la via del Perfezionamento spirituale nell’area del sacro. Area da percorrere imprescindibilmente per trasmutare la Conoscenza in Sapienza.

Il percorso fatto di Conoscenza e Sapienza, a differenza della Verità, non può essere inteso come relativo, come un qualcosa che si può ritenere di possedere. Per Lessing sembrerebbe che la Verità sia un in sé, un qualcosa che l’uomo crede di poter possedere, senza possederlo realmente, infatti, le verità umane sono plurime e differenziate per motivi di storia, cultura e società. La Conoscenza non è relativa e non è chiusa in se stessa poiché è un processo, un costante e incessante divenire teso al sacro ed è nel sacro sapienziale che si compie il processo spirituale del Massone.

In conclusione questa frase di Lessing può significare, anche, che l’uomo si qualifica possedendo il valore della Conoscenza e che questa è la via per raggiungere la Verità. La Conoscenza-Sapienza è il percorso di perfezionamento del Massone, egli potrà raggiungere la Verità con la volontà, tesa all’applicazione dei valori universali umani nella propria vita e in quella della società a cui appartiene.

Page 4: Verità e Massoneria in Lessing

NOTE

[1] Secondo l’accezione data da Boezio: nel senso che la Conseguenza si poggia sulla “posizione dei termini”, cioè, che la Conoscenza è la causa della Verità.

[2] "Se Dio tenesse nella sua destra tutta la verità e nella sua sinistra il solo tendere verso la verità con la condizione di errare eternamente smarrito e mi dicesse: Scegli -, io mi precipiterei con umiltà alla sua sinistra e direi: Padre, ho scelto; la pura verità è soltanto per te”. Eine Duplik,1 - 1778.

[3] Hanna Arendt dice: “Lessing aveva delle opinioni ben poco ortodosse sulla verità. Rifiutava di accettare una verità quale che sia, fosse anche quella fornitagli dalla Provvidenza; non si sentiva mai costretto dalla verità, che essa fosse imposta dai ragionamenti propri o altrui. Se lo si fosse messo a confronto con l'alternativa platonica della doxa e dell'aletheia, dell'opinione e della verità, la sua decisione non avrebbe lasciato dubbi.” In L'umanità nei tempi oscuri. Riflessioni su Lessing 1959.

[4] “Lessing elenca i tre mali dell’uomo: a) i popoli diversi, b) le religioni diverse, c) gli stati diversi. Questi tre mali costituiscono il destino della società umana” in "Commento al secondo dialogo di Lessing: la teoria dello stato e la funzione storico-ideale della Libera Muratoria", in questo sito, www.cittadelladelleliberemura.eu