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140 141 Masterplan Parco Sociale Soligo Verifiche tecniche Il percorso di ideazione, elaborazione, stesura e approvazione del Masterplan “Parco Sociale Soligo” è sostenuto da continue verifiche tecniche di carattere giuridico—amministrativo (il Masterplan diviene efficace sotto forma di accordo pubblico—privato ai sensi dell’art. 6 L.R. 11/2004), energetico (con particolare riferimento alla messa a sistema di apporti da fonte rinnovabile), geologico e sismico (consente di selezionare i fabbricati più “sani” prima degli approfondimenti progettuali). 5 Verifiche tecniche

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Il percorso di ideazione, elaborazione, stesura e approvazione del Masterplan “Parco Sociale Soligo” è sostenuto da continue verifiche tecniche di carattere giuridico—amministrativo (il Masterplan diviene efficace sotto forma di accordo pubblico—privato ai sensi dell’art. 6 L.R. 11/2004), energetico (con particolare riferimento alla messa a sistema di apporti da fonte rinnovabile), geologico e sismico (consente di selezionare i fabbricati più “sani” prima degli approfondimenti progettuali).

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5.1Accordo pubblico privato (ai sensi dell'art.6 LR 11/2004)

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Manifesto Programmatico per la valorizzazione energetica del Parco Sociale Soligo

Sotto il profilo energetico, il progetto del Parco Sociale Soligo intende svilupparsi nel segno della massima integrazione dei diversi insediamenti residenziali, terziari e produttivi tra loro e nel contesto agricolo, ambientale e urbanistico di insediamento del Parco.In particolare, il Parco Sociale Soligo sarà caratterizzato dalle seguenti linee guida:

utilizzo di soluzioni costruttive/impiantistiche a basso consumo energetico e di fonti energetiche rinnovabili,

integrazione energetica con il sito produttivo della Latteria Soligo. valorizzazione energetica delle risorse rinnovabili disponibili

sul territorio,

Il primo punto riguarda la riqualificazione e la realizzazione di nuove strutture edilizie che, a seconda degli scenari proposti, saranno diversamente ripartite tra gli utilizzi residenziale, produttivo e terziario o di servizi. In ogni caso, l’obiettivo della valorizzazione energetica del Parco implica l’utilizzo di soluzioni costruttive a basso consumo energetico, cioè caratterizzate da un efficiente isolamento termico invernale (sia delle pareti opache che delle superfici trasparenti), uno studio accurato degli effetti dell’insolazione, in modo da consentire un ampio utilizzo della luce naturale e da minimizzare gli apporti termici estivi, e l’adozione di sistemi di ventilazione controllata, che consentono un adeguato recupero termico sui flussi d’aria verso l’esterno.In vista dell’obiettivo di minimizzare i consumi energetici termici, almeno altrettanto importante è la definizione di impianti di riscaldamento/climatizzazione caratterizzati da un’ampia superficie radiante, in modo da contenere le esigenze di temperatura dei fluidi termovettori. Infatti, soluzioni di questo tipo (a parete o a pavimento) consentono di utilizzare calore a bassa temperatura, molto più facilmente disponibile, e sono quindi una premessa essenziale per favorire l’integrazione di fonti energetiche rinnovabili (quali il solare termico o la geotermia a bassa entalpia) o di sistemi per la produzione combinata di energia elettrica e calore (cogenerazione) o, infine il recupero energetico da cascami termici del ciclo produttivo della latteria. Tali soluzioni come è noto, sono generalmente tanto più efficienti, quanto più è bassa (vicina a quella ambiente) la temperatura alla quale si intende rendere disponibile il calore per le utenze. È da sottolineare come tale approccio progettuale non si ponga in alternativa al recupero energetico, o allo sfruttamento delle fonti energetiche rinnovabili, ma costituisca una premessa essenziale per la loro valorizzazione.Gli interventi di valorizzazione energetica sulle strutture edilizie esistenti, o di nuova realizzazione, non saranno limitati agli aspetti termici, ma anche il consumo di energia elettrica del Parco sarà razionalizzato, facendo ampio ricorso a sistemi di illuminazione a basso assorbimento e, dove possibile, a sistemi di produzione fotovoltaica che si affiancheranno all’impianto da 470 kWe attualmente presente sulla copertura del caseificio.

L’integrazione energetica con il sito produttivo della Latteria Soligo sarà uno degli aspetti caratterizzanti il Parco. Il Masterplan dell’intervento non prevede infatti una riduzione (e tanto meno l’espulsione) delle attività produttive dal sito del Parco, ma, al contrario, un loro ampliamento, con l’obiettivo di dimostrare come queste ultime possano armonicamente integrarsi in un sistema complesso in cui sostenibilità, cooperazione e produttività trovino il giusto equilibro in tutti gli scenari previsti dal progetto.All’attività casearia attualmente insediata sarà affiancata la nuova centrale del latte, concentrando nel sito di Soligo anche processi produttivi attualmente dislocati presso altri siti. Ciò costituirà certamente l’occasione per una razionalizzazione dei costi industriali della latteria, rendendola più competitiva e consolidandone l’immagine di esempio virtuoso di cooperativa sociale. Ma rivestirà una grande importanza anche in vista della valorizzazione energetica del sito nel suo complesso. Infatti la diversificazione dei processi produttivi simultaneamente presenti consentirà di ampliare la richiesta termica a temperatura moderata, favorendo l’integrazione energetica complessiva.Il nucleo del sistema energetico integrato sarà costituito da un impianto poligenerativo, in grado di produrre vapore ai due livelli di pressione richiesti dal caseificio, acqua calda a circa 90°C per i processi di pastorizzazione del latte (e per la macchina frigorifera ad assorbimento), acqua calda a circa 40°C per i processi di lavaggio e per l’alimentazione (almeno parziale) dei sistemi di riscaldamento a pannelli radianti e infine, acqua gelida a pochi

5.2Verificaenergetica

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Per quanto riguarda infine i sarmenti di vite, lo studio “Recupero Valorizzazione e Utilizzo di Biomassa da Attività Vitivinicola dell’Area di Produzione del Conegliano Valdobbiadene DOCG” valuta che Farra di Soligo sia il potenziale centro di raccolta e trasformazione in cippato di circa 6800 tonnellate/anno di sarmenti di vite con un contenuto idrico medio del 50% in peso (equivalenti a circa 2800 tonnellate/anno di legno anidro). Si tratta di un potenziale energetico importante, che solo in parte potrà essere utilizzato presso il sito del Parco.Una possibile soluzione sarà definita attorno a moduli di gassificazione—cogenerazione con motori a combustione interna, che sono recentemente disponibili con elevato grado di affidabilità e potenza elettrica in un range da 35 a 250 kWe. Tali moduli presentano un efficienza di conversione del PCI del cippato in energia elettrica superiore al 22% e possono essere anche integrati nell’impianto poligenerativo prima delineato, utilizzando in parte il calore cogenerato per l’essiccazione del cippato fino al contenuto idrico ottimale per il processo di gassificazione.

In conclusione, la valorizzazione energetica si pone come un momento fondamentale nella realizzazione e nella gestione di un sistema complesso, in cui sostenibilità, cooperazione e produttività non si ostacolino reciprocamente, ma si integrino armoniosamente.

gradi centigradi per coprire (almeno parzialmente) le esigenze del caseificio.L’impianto poligenerativo sarà dunque caratterizzato dall’utilizzo in cascata dell’energia termica, consentendone quindi la più ampia valorizzazione, e dalla doppia alimentazione, con gas naturale e con biogas.La produzione d biogas avverrà sfruttando i sotto—prodotti della latteria, in particolare il siero acido non riutilizzabile all’interno del processo produttivo, il permeato di latte e i reflui dall’impianto di depurazione dell’acqua attualmente presente. L’attesa è che tali sottoprodotti, con un limitato contributo di biomassa vegetale di provenienza esterna, siano in grado di alimentare un biodigestore di ridotte dimensioni e di produrre l’equivalente di 300.000 m3 di metano all’anno.È importante sottolineare come tali impianti, nella loro usuale collocazione agricola, lontana da contesti residenziali o produttivi di altro tipo, trovino con difficoltà una utile collocazione del calore cogenerato dai motori a biogas. Al contrario, l’integrazione di diverse attività (anche commerciali e di servizi) nello stesso sito renderà possibile una completa valorizzazione energetica dei sotto—prodotti della latteria.Per l’impianto del Parco sono naturalmente possibili diverse configurazioni dei motori primi cogenerativi, al variare della taglia, della tecnologia (motori a combustione interna o microturbine a gas) e della collocazione spaziale di questi ultimi. La soluzione definitiva sarà individuata coerentemente con gli obiettivi specifici dei diversi scenari analizzati, le esigenze produttive della latteria e la valorizzazione del tessuto storico, urbano e commerciale del Parco. Una possibile soluzione prevede l’utilizzo di un cluster di microturbine, di cui alcune (ad esempio due da 100 kWe ciascuna) alimentate a biogas, altre a gas naturale (ad esempio due da 250 kWe ciascuna); i fumi di scarico potrebbero essere convogliati in un unico recuperatore termico, in grado di produrre i diversi vettori termici, ma anche di ripartire tra di essi la potenza termica in funzione delle effettive richieste. La priorità potrebbe così essere facilmente accordata alle macchine alimentate a biogas, in modo da garantire sempre una completa valorizzazione energetica dei sotto—prodotti della latteria, oppure a quelle alimentate a gas naturale, per garantire il soddisfacimento dei requisiti previsti per la cogenerazione ad “alto rendimento”. Si noti che la soluzione con motori a combustione interna non consentirebbe di realizzare una simile flessibilità con la stessa semplicità, in quanto questi ultimi non rendono disponibile tutta la potenza termica cogenerata con i fumi (come invece accade nelle turbine) ma richiedono di asportare calore anche dall’acqua di raffreddamento e dall’olio di lubrificazione, secondo modalità che non possono essere adattate alle esigenze dell’utenza, ma che devono al contrario rispondere a precise specifiche per un corretto funzionamento del motore.La produzione di un vettore termico alla temperatura di 90°C rende possibile l’attivazione di una macchina frigorifera ad assorbimento, in grado di produrre acqua gelida con un COP attorno a 0,5. L’integrazione di un componente di questo tipo nell’impianto di poligenerazione consente, grazie anche alle caratteristiche di flessibilità prima ricordate, un esteso utilizzo del calore anche nei mesi estivi, caratterizzati da ridotte esigenze di acqua calda. La potenza frigorifera prodotta consentirà di ridurre il consumo elettrico delle macchine frigorifere a compressione, attualmente presenti nel caseificio, ed eventualmente di provvedere alla climatizzazione estiva di alcuni edifici.Le linee guida volte all’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili e all’integrazione energetica con il sito produttivo della latteria saranno perseguite più facilmente prevedendo la possibilità di adeguati accumuli termici, che si affiancheranno all’accumulo di ghiaccio, attualmente presente nel caseificio.

Il Parco intende porsi anche come polo per la valorizzazione energetica delle risorse rinnovabili disponibili sul territorio, in particolare il mini—idroelettrico e la biomassa solida costituita da sarmenti di vite, questi ultimi derivanti dalle coltivazioni del vino prosecco, ampiamente presente nel trevigiano.Per quanto riguarda il mini—idroelettrico, nel sito del Parco era storicamente presente una piccola centrale idroelettrica (attualmente dismessa): il progetto prevede di recuperarla, sostituendo la vecchia macchina idraulica con una turbina a flusso tangenziale di moderna concezione e di potenza di attorno ai 50 kWe. La produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile andrà dunque ad aggiungersi a quella attualmente ottenuta dall’impianto fotovoltaico esistente e da quelli aggiuntivi che eventualmente verranno realizzati sulle nuove strutture edilizie.

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5.3Verifica geologica

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5.4Verifica sismica

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ASPROSTUDIO nasce nel 2003 per iniziativa di Claudio Bertorelli e si costituisce in forma allargata a partire dal 2005. Oggi è organizzata nelle sedi di Vittorio Veneto, Verona e Vicenza. L’attività progettuale si concentra sulla costante integrazione tra i temi dell’architettura, del paesaggio e delle istanze culturali determinate dalle nuove tendenze del Contemporaneo.Tra le principali opere di scala urbana dedicate ai progetti complessi e ai sistemi di visita vi sono le opere architettoniche di Visitando Vittorio Veneto, l’intera valorizzazione del Comprensorio Porta Vescovo Dolomiti Resort ad Arabba, il programma Verona Reload per l’Ex Magazzino FS Portavescovo e il Parco dell’Adige Sud, il concorso internazionale ad inviti “Cremona City Hub” (2012), il riuso dei fabbricati storici della Latteria di Soligo. Asprostudio ha realizzato ed ha attualmente in corso interventi di scala residenziale in diverse regioni italiane. Nel 2009 ha disegnato Metrocubo, un’opera al G8 Agricoltura tenutosi in Italia. Di recente ha inaugurato Quarta Essenza (un nuovo spazio pubblico per la città di Vicenza) e La sedia che scotta (un’istallazione in forma di giardino, opera ad invito presso l’Auditorium di Roma). Parallelamente all’attività progettuale e realizzativa Asprostudio supporta da anni la ricerca scientifica di varie università italiane (con IUAV ha in corso la progetto finanziato “Turismo, territorio, riciclo. Ipotesi strategiche e metodologie di intervento per il riciclo di reti ferroviarie e infrastrutturali dismesse e di fabbricati abbandonati, a favore dello sviluppo di itinerari turistici a percorrenza lenta nell’area veneta”) e di Centro Studi Usine, di cui ha condiviso interventi di cultura e attivazione urbana, tra i quali: Provincia Italiana—Workshop e processi partecipativi (2010—2011), Festival Comodamente (2007—2013), Schio. Verso un modello di centro città (2011—2012).

—www.asprostudio.it [email protected]

Vittorio VenetoVia Rizzera 91T +39 0438 553969F +39 0438 1794021

VeronaVia Mameli 78T / F +39 045 8309189

VicenzaContrà S.Ambrogio 19 T / F +39 0444 545786

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Il Masterplan “Parco Sociale Soligo”

e la sua attivazione in forma dinamica danno volto ad un nuovo

paesaggio della produzione che può tornare a saldare

il rapporto tra la comunità veneta e la sua storica capacità

di rinnovarsi e aprirsi al mondo.