VERBALE DELLA SEDUTA CONSILIARE DEL COMUNE DI · 2018-09-24 · Seduta del Consiglio Comunale del...

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Comune di Agrigento Seduta del Consiglio Comunale del 15 Dicembre 2009 VICE PRESIDENTE MARCHETTA – Prego, Dottoressa Inglima per l’appello. Il Vice Segretario Generale procede all’appello nominale dei Consiglieri. VICE PRESIDENTE MARCHETTA - 17 presenti, 13 assenti, dichiaro aperta la seduta e nomino scrutatori Alfano, Saeva e Galvano. Per alzata e seduta: chi è d’accordo rimanga seduto, chi è contrario si alzi, la proposta è approvata all’unanimità. Si prende atto che entra in aula il Consigliere Vaiana. Innanzitutto ha chiesto di parlare per comunicazioni il Consigliere De Francisci e il Consigliere Calabrese. Consigliere De Francisci, ha facoltà di intervenire e poi il Consigliere Amato. CONSIGLIERE DE FRANCISCI – Grazie Presidente, signori della Giunta, colleghi Consiglieri. Presidente, intervengo per portare a comunicazione alla sua persona e al Consiglio comunale che ormai i disservizi portati avanti dell’Amministrazione attiva sono al paradosso totale, sono anche quelli più elementari. Prendo atto che c’è la presenza qua del Vice Sindaco, il Professore Muglia, per rappresentare un problema che è già si è reiterato più volte nel 1

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Comune di Agrigento

Seduta del Consiglio Comunale del 15 Dicembre 2009

VICE PRESIDENTE MARCHETTA – Prego, Dottoressa Inglima per

l’appello.

Il Vice Segretario Generale procede all’appello nominale dei Consiglieri.

VICE PRESIDENTE MARCHETTA - 17 presenti, 13 assenti, dichiaro

aperta la seduta e nomino scrutatori Alfano, Saeva e Galvano. Per alzata e

seduta: chi è d’accordo rimanga seduto, chi è contrario si alzi, la proposta è

approvata all’unanimità. Si prende atto che entra in aula il Consigliere Vaiana.

Innanzitutto ha chiesto di parlare per comunicazioni il Consigliere De Francisci

e il Consigliere Calabrese. Consigliere De Francisci, ha facoltà di intervenire e

poi il Consigliere Amato.

CONSIGLIERE DE FRANCISCI – Grazie Presidente, signori della Giunta,

colleghi Consiglieri. Presidente, intervengo per portare a comunicazione alla

sua persona e al Consiglio comunale che ormai i disservizi portati avanti

dell’Amministrazione attiva sono al paradosso totale, sono anche quelli più

elementari. Prendo atto che c’è la presenza qua del Vice Sindaco, il Professore

Muglia, per rappresentare un problema che è già si è reiterato più volte nel

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corso di questa Amministrazione, di fatto c’è, esiste un solo addetto al

centralino del Comune di Agrigento, sostanzialmente manca il centralinista,

risponde la portineria e dice che non può passare i numeri, cioè sostanzialmente

il Comune di Agrigento viene isolato perché in servizio c’è solo un

centralinista, che mancando questo centralinista, non possiamo più… cioè

l’utenza esterna non può più interloquire con i palazzi del Comune di

Agrigento. Queste cose non succedono neanche al Comune di Roccafiorita, che

è il Comune più piccolo della Sicilia, con 253 abitanti, Presidente, quindi io la

prego vivamente, mi eviti, signor Sindaco, di fare interrogazioni per cose così

banali ed elementari. Grazie.

VICE PRESIDENTE LAURICELLA – Aveva chiesto di parlare Calabrese.

CONSIGLIERE CALABRESE – Grazie, signor Presidente, colleghi

Consiglieri, signori della Giunta, signori tutti. Presidente, io intervengo perché

ricordo che in questa aula abbiamo affrontato più volte il famoso problema dei

gradini nel centro storico. Abbiamo approvato atti, mozioni, atti di indirizzo,

tutto quanto, ma la realtà dei fatti è che ancora i nostri cittadini e concittadini

vengono vessati dai signori dell’Inpa. Mi giunge una segnalazione, Presidente,

di un cittadino che mi dice che nonostante abbia fatto i relativi ricorsi e abbia

presentato le idonee documentazioni, compresa financo una dichiarazione del

Comune di Agrigento che gli attesta che è proprietario dei gradini in essere,

l’Inpa puntualmente gli notifica una cartella. E allora Presidente, preannuncio

che farò carico al mio capogruppo di portare in conferenza dei capigruppo la

possibilità di scrivere un punto all’ordine del giorno, nella quale se è necessario

vorrò dire che visto che gli atti di indirizzo, le mozioni non trovano nessun

riscontro da parte dell’Amministrazione e quindi nessun intervento nei

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confronti di questi signori, credo che sia giunto il momento di fare, tanto non

costano nulla alle casse comunali, facciamo delle belle Commissioni di

indagine e conoscitive nelle quali approfondiamo i problemi, perché se è vero

come è vero che l’esternalizzazione dei servizi, lo spirito era quello di

migliorare i servizi, se questo spirito viene tradito nel fatto che i servizi non

solo peggiorano ma addirittura i cittadini vengono vessati, allora c’è qualche

cosa che non funziona e visto che con quelli che sono le normali procedure di

atti, segnalazioni, interrogazioni, mozioni, tutto quello che volete, non

troviamo alcun riscontro, se è necessario facciamo delle belle Commissioni di

indagini conoscitive nelle quali vedere se questi signori dell’Inpa se sono

autorizzati per potere svolgere questo lavoro, questo servizio o altrimenti se ne

vanno a casa, perché non è possibile che un cittadino è costretto a ricorrere alla

Commissione tributaria, avendo già prodotto certificazioni attestanti la proprietà

dei cosiddetti gradini e continuano a vessare, continuando a fargli spendere

soldi di legali, di ricorsi e quindi se queste cose devono finire, vediamo di farle

finire in modo… Quindi farò carico al mio capogruppo in conferenza dei

capigruppo di fare scrivere un punto all’ordine del giorno in direzione di questo

problema e se è necessario chiederemo l’istituzione di una Commissione

speciale, tanto non costa nulla alle casse comunali. Grazie, Presidente.

VICE PRESIDENTE MARCHETTA – Hanno chiesto di intervenire il

Consigliere Calì, il Consigliere Amato, il Consigliere Alfano, il Consigliere

Arnone.

CONSIGLIERE AMATO – Grazie, signor Presidente. Soltanto per

comunicare, approfittando anche della presenza della televisione, che giorno 22

di questo mese si inaugura il Presepe vivente. Mi capita quando faccio delle

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comunicazioni al Presidente di non fare delle lamentele ma di dire delle cose

gradevoli. Il Presepe vivente di Agrigento che si svolgerà a Montaperto inizierà

alle 17.30 con l’inaugurazione giorno 22. La caratteristica quest’anno resterà

invariata, visto che la formula è stata vincente, che è piaciuta a tutti, sarà

praticamente più o meno alla stessa stregua. La caratteristica oltre che gli

antichi mestieri, oltre che gli assaggi, ce ne sarà qualcuno in più, quindi il

visitatore con ogni probabilità entra e può anche fare la cena all’interno del

Presepe vivente, ci sono tra i vari cortili delle azioni sceniche che sono

veramente molto molto importanti, delle cose che ci ha insegnato il Direttore

Artistico, il compianto Pippo Montalbano. Le date oltre al 22 che sarà l’inizio,

l’inaugurazione, le altre date sono il 26, il 27, il 30 dicembre e poi il 3, il 5 e il

6 di gennaio. La caratteristica è che alla fine del Presepe, alle 21.30 ci sarà uno

spettacolo di grande livello in chiesa, quindi ogni sera in queste date che vi ho

adesso citato ci saranno degli spettacoli veramente gradevoli. I gruppi sono dal

coro di Santa Cecilia, al gruppo Triquetra, al Magnificat, poi il Duettango,

Mediascena, sono stati molto graditi l’anno scorso e li abbiamo tutti

riconfermati. Daremo quest’anno qualcosa in più, la possibilità anche ai disabili

che vogliono visitare il presepe, ci sarà all’ingresso la possibilità di un

accompagnatore con la sedia a rotelle, quindi a poco a poco diamo la possibilità

di fare vedere il Presepe anche alle persone che sono meno fortunate di noi.

Grazie.

VICE PRESIDENTE MARCHETTA – Ha chiesto di intervenire il

Consigliere Alfano, ne ha facoltà.

CONSIGLIERE ALFANO – Presidente, la mia più che una comunicazione è

una constatazione di un fatto che diverse famiglie si lamentano perché ancora

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non è stato erogato il buono socio – sanitario. Il giornale di oggi, 15 dicembre,

dice che sono in arrivo 4 milioni di euro, non per il Comune di Agrigento, ma

riferentisi alle diverse province, che l’Assessore regionale eroga questa cifra in

buono socio – sanitario per le famiglie che hanno purtroppo in famiglia dei

problemi di malattia, mi riferisco al portatore di handicap. Quindi la mia oltre

che a essere una constatazione, è anche, se mi consente il Vice Sindaco, se può

darmi qualche delucidazione in materia, quali sono i motivi che ostacolano

l’erogazione di questo buono socio – sanitario alle famiglie bisognose che

hanno a casa purtroppo dei familiari che sono portatori di handicap. Non vedo

l’Assessore Daina. (intervento fuori microfono) C’è un punto all’ordine del

giorno, ho capito, sono delle somme che spettano a queste famiglie e sono delle

cifre che si riferiscono all’anno 2008. Quindi vedo che siamo al gran completo,

che c’è il Sindaco, penso che qualche delucidazione, qualche risposta alle

famiglie e anche a noi consiglieri ce la meritiamo.

VICE PRESIDENTE MARCHETTA – Anche se non è una interrogazione,

comunque invitiamo l’Assessore Daina a rispondere. Se dobbiamo trattare il

punto sull’argomento, io direi di trattare tutto in sede di trattazione del punto,

queste sono delle comunicazioni. Poi, Assessore Daina, se interviene dopo che

forse è meglio. Invece con le comunicazioni aveva chiesto di intervenire il

Consigliere Arnone.

CONSIGLIERE ARNONE – Signor Presidente, signori Consiglieri, signor

Sindaco. Io vorrei innanzitutto dedicare qualche momento alla vicenda delle

bollette di Girgenti Acque e al proficuo lavoro che abbiamo svolto venerdì

passato. Come è noto dalla riunione con Girgenti Acque, alla quale hanno

partecipato i vertici burocratici dell’ente, il vertice di Girgenti Acque e alcuni

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componenti del Consiglio comunale tra i quali io, è venuta fuori la vicenda da

correggere delle cosiddette bollette pazze, cioè delle bollette che sono frutto di

un equivoco che è quello della mancata misurazione dell’acqua per interi lustri,

cioè per quasi sette anni da parte delle amministrazioni di centrodestra che

hanno installato i contatori, ma non li hanno mai fatto funzionare, e quindi quei

contatori facevano solo bella mostra di loro senza operare la misurazione. Poi

quando si è ceduto il servizio a Girgenti Acque non si è provveduto da parte di

Girgenti Acque alla misurazione, all’atto della consegna. Per cui si è operato

un’unica misurazione che assai frequentemente conteggia i consumi di quasi un

decennio. Questi consumi sono effettivi, la gente ha consumato quell’acqua,

ma una parte congrua del pagamento di quell’acqua fa parte delle somme che

deve introitare il Comune e le tariffe non possono essere le tariffe con le fasce

più alte. E questo è un punto che abbiamo risolto che riguarda noi e Girgenti

acque, sul quale occorre continuare a lavorare. Poi vi è un punto che riguarda il

rapporto tra noi e i nostri concittadini, perché qui sempre il disastro delle

amministrazioni di centrodestra ha creato la paradossale situazione per la quale

chi ha il contatore paga molto di più di chi il contatore non ha, con una

situazione di iniquità assolutamente inaccettabile. Probabilmente dovremmo

verificare se è possibile assumere sulle somme che deve avere il Comune una

decisione di contenuto equo per calmierare l’intera situazione. Ma io ritengo a

questo punto che occorra discutere all’interno di questo Consiglio comunale, e

io mi attiverò in questo senso, complessivamente la vicenda del rapporto con

Girgenti Acque per fare il punto anche delle vicende che riguardano i sistemi

fognari, degli interventi che sono stati realizzati a San Leone, di quelli che è

necessario realizzare a San Leone, dei miglioramenti che si sono avuti nel

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sistema della distribuzione dell’acqua, dei miglioramenti che è necessario

arrecare al sistema di distribuzione dell’acqua. È opportuno a mio modo di

vedere che il Consiglio comunale operi un bilancio, faccia una verifica, dia

assieme all’Amministrazione attiva delle direttive di azione in modo che un

settore che così tanto costa ai contribuenti, venga a realizzare per i cittadini di

Agrigento il migliore dei servizi possibili e per quanto riguarda la distribuzione

dell’acqua e per quanto riguarda lo smaltimento fognario. Mi avvio a

concludere. Signor Sindaco, io ho richiesto l’inserimento di due punti all’ordine

del giorno su due temi importanti, uno riguarda il mantenimento dei livelli

reddituali occupazionali dei lavoratori addetti alla pulizia della piscina per

verificare cosa siamo in grado di fare per garantire a questi lavoratori che da

anni lavorano presso la piscina per pulirla a 30 ore settimanali, padri di famiglia

anche di età elevata, di mantenere il reddito con il quale loro alimentano la

propria famiglia, e l’altro problema che pure interessa molti cittadini di

Agrigento è quello del Viale dei Pini e dei famosi pini. Questi pini sono una

risorsa paesistica e ambientale della collettività agrigentina, ma purtroppo

costituiscono per altro verso un problema, in quanto sono troppo cresciuti e in

alcune zone questi pini creano problemi al marciapiede, ai muri perimetrali

delle villette con situazioni di pericolo. Probabilmente è il caso di affrontare la

questione, di pervenire anche ad una convenzione con gli organi

dell’Assessorato all’Agricoltura della Regione siciliana. L’assessore oggi è

Michele Cimino che certamente darà la sua fattiva collaborazione e anche con

la facoltà di Agraria e di Scienze arboree per verificare quali sono le soluzioni

possibili che contemperino il mantenimento dei pini e l’evitare danni ai

cittadini. Grazie.

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VICE PRESIDENTE MARCHETTA – Aveva chiesto la parola il Consigliere

Calì per un prelievo, però il Sindaco ha chiesto una breve replica sulla vicenda

di Girgenti Acque, quindi do facoltà al Sindaco di parlare.

SINDACO – Ringrazio il Presidente del Consiglio che mi dà l’opportunità e

ringrazio i consiglieri comunali. Sulla vicenda relativa alle bollette, al rapporto

con Girgenti Acque, vicenda che devo dire siamo riusciti insieme con i

capigruppo consiliari ad affrontare e a portare un risultato rilevante per la città

rispetto alla vicenda delle bollette, che è stata affrontata proprio nella giornata

di ieri all’interno del Consiglio di Amministrazione dell’Ato Idrico. Volevo

rappresentare come ancora vi sia una vicenda che per quanto riguarda i nostri

uffici e per quanto riguarda la nostra azione ancora è da verificare rispetto a

profili che stiamo verificando su altre ed eventuali responsabilità da parte del

gestore privato Girgenti Acque, perché se è vero che al Comune di Agrigento

mancavano i letturisti, per cui la mancanza di cosiddetti letturisti faceva sì che

alle persone veniva mandata una bolletta che teneva conto di un consumo

presunto, è vero anche, e questo è stato fatto rilevare, è vero anche che la

società Girgenti Acque ai sensi e per gli effetti di diversi protocolli che vi erano

e che vi sono stati con il Comune di Agrigento, aveva il dovere nel momento in

cui si è insediata, nel momento in cui ha preso il servizio, aveva il dovere di

effettuare le letture per comprendere quale era il punto di inizio del servizio nel

momento in cui loro iniziavano a prendere il servizio, quale era il punto di

inizio del consumo che si doveva andare a calcolare. Questo è il nodo

fondamentale di tutta la vicenda che poi ha fatto saltare questo grande caso e

che poi ha fatto arrivare alle persone le bollette in questi termini. Su questo

aspetto che stiamo affrontando, per quanto riguarda noi, gli uffici, andremo a

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trovare la soluzione nei confronti delle persone. Per ora le persone hanno una

certezza che coloro i quali hanno il contatore non devono pagare, questa è una

certezza. Noi andremo a rifare tutti i calcoli rispetto a questo, andando a dare il

calcolo esatto e soprattutto andando a dare quello che dovrà essere l’esatto e

corretto pagamento per il consumo d’acqua che durante tutto il corso degli anni

c’è stato. Però anche di questo aspetto soprattutto si è trattato ieri sera

all’interno del Consiglio di Amministrazione dell’Ato Idrico, dove questo

profilo di questa vicenda rimane comunque ancora aperto, rispetto al quale noi

come uffici stiamo affrontando tutta vicenda, perché è chiaro che dobbiamo

riuscire a dare il servizio che sia il migliore possibile, ma allo stesso tempo un

servizio che sicuramente deve essere pagato, ma deve essere pagato per il

giusto. Questo mi correva doverlo dire proprio anche e soprattutto per

ringraziare il ruolo svolto dai consiglieri comunali che insieme con

l’Amministrazione comunale nell’incontro avuto con Girgenti Acque abbiamo

sollevato nei termini corretti tutta la vicenda che porta a casa questo risultato,

che è chiaramente nell’ottica di andare anche questo sistema, anche questo

versante della gestione idrica lo vuole portare a regolarizzare. Grazie,

Presidente.

VICE PRESIDENTE MARCHETTA – Grazie, signor Sindaco. Il Consigliere

Gramaglia sempre per comunicazioni, poi il Consigliere Cirino.

CONSIGLIERE GRAMAGLIA – Signor Sindaco, Assessori, sono contento

che è venuta l’Assessore all’Ambiente, la dottoressa Passarello. Come già ha

avuto modo di vedere, non so se le è pervenuta una mia interrogazione, volevo

che da parte sua ci sia un impegno possibilmente in tempi europei di una

sistemazione di una discarica, perché ormai di discarica vera e propria si tratta,

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sita in via Gela. Qualcuno sostiene che trattasi di uno spazio privato, però il

privato di fronte alla salute pubblica si fa benedire, perché al di là di tutto

devono essere presi provvedimenti in tempi notevolmente rapidi, perché il

rischio che ci possa essere nocumento, anche da un punto di vista, essendo

sterpaglie, arbusti presenti in questa zona di via Gela, il rischio che si possa

scatenare, come è avvenuto qualche tempo fa, qualche incendio. Quindi prego

la sua solerzia, Assessore, come ha avuto modo di dimostrare in qualche altro

settore, quando è stata da me chiamata in causa, prego cortesemente di volerla

espletare a tale livello. Grazie

VICE PRESIDENTE MARCHETTA – Grazie, Consigliere Gramaglia.

Consigliere Cirino.

CONSIGLIERE CIRINO – Signor Presidente, signor Sindaco, colleghi

Consiglieri. Io volevo riallacciarmi al discorso che ha fatto il Sindaco e anche a

quello che ha fatto il Consigliere Arnone. E volevo aggiungere, caro Sindaco,

che Girgenti Acque ci ha provato, perché come diceva lei aveva il compito di…

nel momento in cui ha ricevuto il servizio, aveva il compito di fare la lettura

dei contatori, per la seconda volta mi dice il Consigliere Calì. E siccome ha

soltanto bollettato le utenze con contatori sigillati, io sono convinto che Girgenti

Acque ci ha provato e grazie all’intervento del Consiglio comunale, grazie

all’intervento dei consiglieri e dell’Amministrazione, diciamo che siamo riusciti

a bloccare Girgenti Acque. Ora io in qualità di Presidente della Commissione

Bilancio insieme ai componenti della Commissione abbiamo invitato anche la

dottoressa Gentile per sapere quale sarà il metodo che useranno gli uffici per

rideterminare la bollettazione. E caro Sindaco ci siamo resi conto che nel

momento in cui sarà rideterminata la bollettazione, ci sarà una diminuzione per

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quanto riguarda il pagamento delle bollette in favore dei cittadini. E ritengo che

più dell’80% della bollettazione sarà fatto in favore del Comune di Agrigento. E

quindi anche questo d’intesa con l’Amministrazione, caro Sindaco, desidero che

lei mi ascolti per smentirmi o per non smentirmi, diciamo anche che d’intesa

con l’Amministrazione la Commissione Bilancio sta un po’ studiando insieme

agli uffici anche la possibilità di una… per gli introiti che competono il Comune

di Agrigento, anche una eventuale rateizzazione di queste bollette. Io desidero

che il Sindaco chiaramente mi dia conferma in merito a questo, perché noi

stiamo parlando di una lettura che risale almeno a più di cinque - sei anni fa.

Quindi la prego, caro Sindaco, di darmi una risposta in tal senso. Grazie.

VICE PRESIDENTE MARCHETTA – Prego, signor Sindaco.

SINDACO – Grazie Presidente, grazie al Consigliere Cirino, volevo

sottolineare come quanto è emerso in quella riunione e che è emerso grazie al

lavoro svolto congiuntamente con i capigruppo consiliari, gli uffici comunali,

l’Amministrazione, emerge proprio questo dato e questo sistema e cioè che il

consumo che si è realizzato e che verosimilmente si è realizzato nel corso di

cinque - sei – sette anni, va calcolato quindi all’interno di diversi esercizi

finanziari, cinque, sei o sette. Questo fa sì che quel consumo, spalmato lungo

questi anni fa sì che va a rientrare in una fascia che è la fascia più economica, è

la prima fascia che è la fascia più economica, per cui anche a fronte di un

consumo, a fronte di quel consumo vi è un risparmio e una riduzione notevole,

tenuto conto che tutto verrebbe calcolato nella primissima fascia. Questo è

emerso a seguito della riunione che si è svolta con i gruppi consiliari, con i

consiglieri comunali, e questo è stato il mandato che abbiamo dato agli uffici

proprio per determinare l’esatto ammontare del costo e per quanto mi riguarda

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intendo fare propria quella volontà che è emersa anche in quella riunione, che è

quella di andare anche a rateizzare il costo che è di competenza comunale.

Questo proprio per riuscire a sancire un principio che è quello che si deve

pagare, si paga il giusto, ma assolutamente si deve venire incontro alle esigenze

dei cittadini. Grazie.

VICE PRESIDENTE MARCHETTA – Il Consigliere Picarella per

comunicazioni e poi il Consigliere Cordova.

CONSIGLIERE PICARELLA – Nel dibattito degli interventi che vi sono

stati ritengo opportuno intervenire. Ho sentito il problema del verde pubblico. È

un problema serissimo degli alberi in via dei Pini. Io definisco un albero come

un bambino. Se si mette al mondo un bambino, è giusto che quel bambino si

faccia crescere bene, si custodisce e si segua. Così è l’albero. Non è che si

pianta l’albero, perché ricordo che la via dei Pini mi ricordo che era bellissima e

poi quando va nel proprio abbandono e gli alberi diventano aggressivi, quegli

alberi diventano pericolosi. Noi abbiamo sentito giorni fa che è morto uno a

causa di una caduta di albero a Palermo per il temporale. Perciò è giusto che si

dia una bonifica a questo verde pubblico e in particolare agli alberi. Io ho detto

tempo fa a qualche Assessore, non voglio dire a quale Assessore, però lo dico,

che facciamo se una passeggiata lungo il viale della Vittoria, vediamo che a

valle c’è la Villa del Sole, dove gli alberi stanno coprendo l’intera facciata del

viale della Vittoria, cioè fra qualche anno chi passeggia al viale della Vittoria

non vedrà più la Valle dei Templi, non vedrà il mare, non vedrà niente. Come

ho detto poco fa gli alberi devono essere curati nella crescita, debbono essere

custoditi nella crescita e se sono troppo alti è opportuno che si tagliano dall’alto

in modo che… io non sono agronomo, non sono tecnico, che gli alberi fanno…

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si ingrandisce il verde in tutta la sua circonferenza però non va in alto. Io vedo

che fanno i cespugli, fanno siepi, custoditi, restano alberi alti un metro, un

metro e cinquanta, addirittura si fanno i labirinti, qua no, si semina un albero e

si abbandona come se quell’albero non ci fosse più stato, fino a quando ci

accorgiamo che diventa pericoloso e poi si stronca totalmente sia il buono che il

cattivo. Perciò io ritengo che è opportuno e giusto che si faccia veramente un

inventario degli alberi della città di Agrigento in modo da custodirli e metterci il

nome e il numero in modo che questo verde che appartiene alla città, io dico

nei giardini che abbiamo in città, perché poi abbiamo la forestazione nelle

pendici, che non è possibile controllarli. Per cui io, caro Presidente, ritengo

che sia giusto e opportuno e qua c’è il Sindaco, che sia guardata con attenzione

la Villa del Sole per gli alberi che stanno crescendo. Difatti ci sono alcuni

turisti che si fanno la passeggiata per vedere se c’è qualche finestra per vedere

la Valle. Sono qua, non la vedono e si spostano più avanti. Allora questo non è

regolare in una città come la nostra, dove vogliamo un bel viale che abbiamo

forse l’unico che c’è nella città di Agrigento e forse è uno dei migliori che c’è in

Sicilia, per cui ritengo opportuno che si faccia un punto all’ordine del giorno

sul verde pubblico della città, perché il verde pubblico della città ho

impressione che è in continuo abbandono. Io ho fatto una specie di conferenza

nella Scuola Lauricella, dove un albero entra dentro una scuola, apre la finestra

e perde le foglie, c’è l’ombra lì dentro. Ebbene, questo albero non si leva, non

si taglia, non c’è il cestello, non c’è questo, non c’è l’altro, mentre se tutto piace

agli Assessori si trova il cestello, si trova la ditta che demolisce alberi senza

pagare a nessuno, si trova tutto. Ora questa discrezionalità non è possibile

averla, perché quando c’è la discrezionalità non c’è democrazia, per cui ritengo

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opportuno e che sia generoso fare un punto all’ordine del giorno per il verde

della nostra città, perché è in continuo abbandono e ci classificano, chi viene

nella nostra città, proprio in queste piccole cose che sono grandi cose per la città

di Agrigento.

VICE PRESIDENTE MARCHETTA – Consigliere Cordova.

CONSIGLIERE CORDOVA – Presidente, Sindaco, signori Assessori,

colleghi Consiglieri. Presidente, io semplicemente volevo manifestare le

lamentele della cittadinanza riguardo al notevole ritardo quest’anno in quella

che è l’organizzazione degli addobbi e dei festoni, insomma delle feste,

dell’organizzazione, di quelli che sono l’addobbo della città per quanto riguarda

le feste natalizie. Si è notato praticamente che purtroppo anche la qualità degli

addobbi, delle illuminazioni specialmente in una città come la via Atenea che

dovrebbe rappresentare il salotto della nostra città, non sia proprio all’altezza di

quello che vuole essere un capoluogo di provincia e tra l’altro siamo riusciti in

extremis, anche per quanto riguarda i fondi trovati per l’albero della Stazione,

ogni volta praticamente dobbiamo ricorrere a quella che è la magnanimità dei

privati, che ci concedono magari l’albero in piazza Stazione, in altri siti o

quartieri della nostra città. Non capisco come mai per una festa così importante

come quella natalizia, che penso che sia la festa più bella dell’anno, non si

riesca in maniera perentoria ogni volta ad organizzare e a distribuire equamente

anche in tutti i quartieri della città quella che è la festa, i festeggiamenti del

Natale. E volevo comunicare che su questo argomento noi abbiamo fatto una

interrogazione che andrà presto in Question time, ovviamente ci si arriverà dopo

possibilmente in Question time, la discussione dopo che finiranno le feste

natalizie, quindi volevo manifestare che questa situazione di mediocrità

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nell’organizzazione degli addobbi e delle festività natalizie in città,

illuminazione e quant’altro, non è passato inosservata agli occhi miei e di tutti i

componenti della Commissione che mi onoro di rappresentare. Grazie,

Presidente.

VICE PRESIDENTE MARCHETTA – Una breve replica al Sindaco.

SINDACO – Io ringrazio il Presidente del Consiglio solamente per la giusta

comunicazione che però poi all’interrogazione gli uffici risponderanno e

risponderà anche l’Assessore. Però volevo intervenire rispetto a questa

sollecitazione che arrivava per dire con quali somme e con quante somme

stiamo provvedendo a fare il Natale. Sostanzialmente si sta provvedendo per

quanto riguarda tutta l’illuminazione, le luminarie in tutta la città con 20.000,00

euro. Questo siamo riusciti a realizzarlo all’interno e subito dopo

l’approvazione che vi è stata in Consiglio comunale degli equilibri di bilancio,

perché volevo sottolineare al Consiglio comunale come importante sia stata la

scelta che abbiamo adottato qualche settimana fa, in cui siamo riusciti a

garantire tutti i servizi, ma siamo riusciti, nonostante nelle ultime ore ci fossimo

trovati in grande difficoltà, ma siamo riusciti a garantire tutti i servizi e

soprattutto siamo riusciti a garantire i servizi di assistenza sociale e per quanto

riguarda il Natale siamo riusciti in grandissima economia ad assicurare quanto

era possibile assicurare con le ristrettezze economiche in cui ci trovavamo. Per

cui per quanto riguarda tutte le luminarie in tutta la città sono state spese meno

di 20.000,00 euro, per quanto riguarda gli addobbi natalizi, gli alberi, sono

state recuperate strutture che erano nei garage comunali, che risultavano essere

stati all’epoca opera dell’Assessore Cirino e quindi con grandissima economia è

stato allestito quanto era possibile, nonostante le gravi condizioni economiche

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nelle quali ci si trovava, con la stessa difficoltà economica però si è cercato in

tutti i modi di riuscire ad arrivare in quasi tutti i quartieri dove è stato possibile.

Stanno ancora in questo momento continuando i lavori, nel senso che si sta

continuando in alcuni quartieri a completare i lavori dell’allestimento, però

volevo proprio sottolineare come tutto questo sia dipeso da un risultato

importante che siamo riusciti ad ottenere insieme, che è stato quello di

salvaguardare gli equilibri di bilancio, non mandare in dissesto il Comune,

riuscendo soprattutto a fare questo senza aumentare di un euro una imposta, una

tassa nei confronti dei cittadini e soprattutto riuscendo a fare questo quando

siamo andati a eliminare tutte quelle spese superflue che si dovevano eliminare

e soprattutto riuscendo in questo senso a garantire tutte le spese per quanto

riguarda le Assistenti Sociali e per quanto riguarda i servizi sociali che siamo

riusciti a garantire. Volevo anche sottolineare un altro dato, come rispetto a

questo, così come anche rispetto ad altri momenti per esempio sul Natale non

abbiamo ricevuto disponibilità o contributi o sponsorizzazione da parte dei

privati. Questo lo volevo sottolineare per sottolineare a voce alta come sulla

vicenda del Natale, così come su tutte altre vicende che hanno riguardato la

gestione dell’Amministrazione comunale, tutto lo stiamo facendo da soli e

quando dico da soli è chiaro che il riferimento è all’Amministrazione comunale

e al Consiglio comunale. Con quello che ci siamo ritrovati in bilancio,

soprattutto con una gestione attenta, oculata delle risorse che abbiamo, con un

taglio di tutto quanto si doveva andare a eliminare ma riuscendo poi ad andare a

salvaguardare tutte le cose che si dovevano andare a salvaguardare dandoci

delle priorità. Volevo anche in questo senso sottolineare come questa azione che

abbiamo posto ha fatto sì che per esempio si riuscissero a portare in banca,

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relativamente a tutti i mandati di pagamento, riuscissero a mandarsi in banca

tutti gli impegni che erano stati presi dal Comune fino al mese di settembre.

Questo sta dimostrando come sta notevolmente migliorando la nostra capacità

in termini di liquidità finanziaria che sta andando moltissimo incontro rispetto a

tutti i servizi che offre il Comune. Grazie.

VICE PRESIDENTE MARCHETTA – Grazie, signor Sindaco. Ha chiesto di

intervenire il Consigliere De Francisci.

CONSIGLIERE DE FRANCISCI – Grazie, Presidente, signor Sindaco,

signori della Giunta, colleghi Consiglieri. Intervengo per un prelievo,

sostanzialmente motivandolo dal fatto che la situazione solidarietà sociale è

diventata ormai insostenibile. Il Sindaco nel suo intervento che ha preceduto il

mio parla di risanamento, di miglioramento, tutto va bene, invece non tutto va

bene. Voglio vedere se questa volta realmente vuole veramente l’aiuto da parte

del Consiglio comunale, analizzando dal dibattito e sicuramente dai problemi

innumerevoli che emergeranno dal settore Solidarietà Sociale, se prenderà i

dovuti provvedimenti conseguenziali per cercare realmente di migliorare la

situazione attuale. Quindi chiedo il prelievo, Presidente, il prelievo del punto

13: “Valutazione ed approfondimento sulla gestione del settore dei servizi

sociali”. Grazie.

VICE PRESIDENTE MARCHETTA – Ha chiesto di intervenire sulla

proposta di prelievo il Consigliere Arnone, ne ha facoltà.

CONSIGLIERE ARNONE – Credo che il punto all’ordine del giorno che

dovremmo prelevare sia un punto il cui inserimento ho chiesto io… (intervento

fuori microfono) Ce ne sono più di uno allora?

17

VICE PRESIDENTE MARCHETTA – È il punto 13: “Valutazione e

approfondimento sulla gestione del settore dei servizi sociali”.

CONSIGLIERE ARNONE – E l’altro se è consimile direi di trattarlo in un

unico momento.

VICE PRESIDENTE MARCHETTA – L’altro è il punto 10: “Priorità

pagamenti dell’ente per situazione disabili, anziani, solidarietà sociale, con

contestuale rinvio a fine anno dei gettoni di presenza dei consiglieri comunali, a

firma del Consigliere Arnone”. Lei dice questo?

CONSIGLIERE ARNONE – Ce n’era uno che era proprio della solidarietà

sociale.

VICE PRESIDENTE MARCHETTA – Solo due punti ci sono che riguardano

la solidarietà sociale.

CONSIGLIERE ARNONE – Allora io credo che questi punti si trattino

congiuntamente, data la loro parziale coincidenza. Noi abbiamo vicende

abbastanza rilevanti come quelle di Villa Betania, ove, come è noto, abbiamo

questi ritardi dovuti alla situazione della liquidità del Comune e credo che più

che far sentire toni aspri con una punta di acido come quelli che abbiamo

appena sentito da parte del Consigliere De Francisci sia oggi più che mai il caso

di un atteggiamento ben più costruttivo e collaborativo da parte del Consiglio

comunale. Innanzitutto come chiedo nel punto che ho proposto, rinviando

l’incassare somme per gettoni di presenza da parte dei consiglieri comunali e

dando la priorità invece a pagamenti come quelli della solidarietà sociale. Ma

ancora voglio dire e va spezzata una lancia a tutto ciò che si è fatto fino a questo

momento che il settore della solidarietà sociale ha avuto finalmente quello che

18

non aveva mai avuto, e qui faccio un brevissimo parallelo con la vicenda

dell’acqua: se per quanto riguarda i contatori non si erano mai andati a fare le

letture, si mettevano i contatori e non si andava a leggere cosa consumava il

cittadino per lustri, lo stesso abbiamo avuto per lustri per quanto riguarda la

Solidarietà sociale, ove si aveva un dirigente ogni sei mesi che non riusciva a

realizzare nessuna continuità amministrativa, non riusciva a costruire nessuna

progettualità di insieme negli interventi che si andavano a realizzare e la

Solidarietà sociale prima di questa Amministrazione e di questo dirigente

serviva fortemente come un luogo ove si realizzavano pratiche clientelari, di

contributi a pioggia, di logiche particolaristiche o di quei fenomeni, e mi avvio

a concludere, Presidente, che sono illustrati in quella nota che il dottore

Giuffrida ha rassegnato al Consiglio comunale. Concludo con una battuta che

una persona che mi è molto cara spesso fa, ed è quella della barzelletta del

coniglio e del leone. Vi era un coniglio nella foresta che stava sotto un albero,

passavano gli altri animali e gli dicevano: “Cumpari cunigliu e tu chi fa?” e il

coniglio diceva: “Sto qui che aspetto che passa il leone, che poi gli faccio un

mazzo così”. Passa la zebra: “Compare coniglio e che fate? “ dice: “Sto qui a

prendere il fresco e aspetto il leone che passa da qui che gli faccio un mazzo

così”. Passò il leone, dice: “Coniglio, che fai?” dice : “Sto qui e racconto tante

belle fesserie”, così mi pare il comportamento che tiene dentro il Consiglio e

fuori dal Consiglio, presso le emittenti televisive un noto giovane consigliere

comunale, quello del coniglio quando passa il leone. Grazie.

VICE PRESIDENTE MARCHETTA – Il leone chi è? (intervento fuori

microfono) Consigliere Arnone, però lei è intervenuto, che cosa propone?

Perché al di là della bella favoletta…

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CONSIGLIERE ARNONE – Trattare congiuntamente i due punti che

riguardano la Solidarietà sociale, quello dei pagamenti degli enti assistenziali

con contestuale rinvio dei pagamenti del gettone di presenza ai consiglieri e

quello del funzionamento del settore della Solidarietà sociale. Credo che a

Villa Betania, come le persone che hanno situazioni di disabilità a casa,

attendono di sapere come funziona il settore della Solidarietà sociale con ansia,

ma con ancora più interesse attendono che in banca arrivino i soldi per passare

un Santo Natale nel modo migliore possibile. Quindi, mettere assieme i due

punti all’ordine del giorno mi pare una scelta che ha molto senso, così evitiamo

che l’Assessore debba ripetere due volte per due distinti punti all’ordine del

giorno. Tra l’altro non voglio difendere il fatto che il punto relativo ai soldi da

erogare ai disabili era comunque da me inserito prima del punto di cui chiede il

prelievo il Consigliere De Francisci. Quindi la mia proposta alla quale credo

che De Francisci si assocerà senza problemi è di trattarli assieme.

VICE PRESIDENTE MARCHETTA – Va bene. Metto ai voti la richiesta di

prelievo del punto 13 dove è incluso nella valutazione anche il punto 10.

(intervento fuori microfono) Allora metto ai voti la richiesta di prelievo del

punto 13, poi chi vuole articolare i propri interventi… Consigliere Arnone, lei

discuterà pure del punto 10 se lo vuole, per ora preleviamo il punto 13. Chiedo

di mettere ai voti il punto 13 “Valutazione e approfondimento sulla gestione dei

servizi del settore servizi sociali”, per appello nominale.

Il Vice Segretario Generale procede alla votazione per appello nominale.

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VICE PRESIDENTE MARCHETTA – Consigliere Vita, stiamo prelevando

il punto 13. Consigliere Arnone, siccome vedo che in Consiglio vi è contrarietà

(intervento fuori microfono) Consigliere Arnone, per ora stiamo mettendo ai

voti soltanto la richiesta del punto 13. (intervento fuori microfono) Non è

d’accordo, quindi metto ai voti la richiesta di prelievo del punto 13. Siccome

c’è una richiesta di prelievo, dobbiamo mettere in votazione la richiesta di

prelievo. Prima si vota la richiesta di prelievo del punto N. 13, poi se viene

approvata si parlerà del punto 13 perché in ordine prioritario e cronologico vi

era questa richiesta di prelievo. Lei aveva chiesto di intervenire sul prelievo, ma

siccome ci sono anche due votazioni, che c’è un ordine del giorno, non è

possibile secondo me confondere due punti in un punto, quindi chiedo il

prelievo del punto 13. Passiamo alla votazione.

Il Vice Segretario Generale procede alla votazione per appello nominale.

VICE PRESIDENTE MARCHETTA – 27 presenti, 26 voti favorevoli, 1 voto

contrario, la richiesta del prelievo del punto 13 è approvata.

Punto N. 13 all’O.d.G.: "Valutazione e approfondimento sulla gestione del

settore Servizi Sociali”.

VICE PRESIDENTE MARCHETTA - Chi richiede di intervenire? Il

Consigliere De Francisci.

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CONSIGLIERE DE FRANCISCI – Grazie, Presidente. Mi consenta una

breve incidentale sulle dichiarazioni esternate dal collega Arnone che mi fanno

tanto sorridere, ormai nella fase calante della sua carriera professionale è

diventato anche un saggio, uno che fa metafore e le comunica. Andiamo ad

analizzare il merito del problema che è un problema invece molto grave, che

consentitemi le tonalità alte dovute dal grido di lamentela che quotidianamente

io e altri colleghi consiglieri, impegnati nell’esercizio delle nostre funzioni,

quotidianamente prendiamo, riceviamo, addirittura io ho persone che vengono

fin sotto casa mia a dire che le situazioni sono ormai arrivate al paradosso. Io

vorrei fare un breve excursus di carattere generale dall’insediamento di come

vanno le cose al settore Solidarietà sociale, poi altri colleghi entreranno nello

specifico di questa o di quella Cooperativa. Come voi ben ricorderete non è la

prima volta che io porto all’attenzione del Consiglio comunale la vicenda

Solidarietà sociale. Di fatto ci sono stati problemi di persone da parte dell’apice

del settore Solidarietà sociale che in una vicenda sulle esternalizzazioni di

determinati servizi aveva creato e a creato a mio avviso bandi ad hoc, dove i

requisiti venivano posti in capo alle persone e non in capo alle ditte. Come

sappiamo le vicende e quindi mi limito solamente a ricordarlo per excursus

storico, la vicenda è approdata ai tavoli delle aule giudiziarie, dove

naturalmente è a tutt’oggi oggetto di inchiesta. Le cose continuano a peggiorare,

il settore è gestito in maniera errata, in maniera oserei dire dove nel libero

arbitrio decisionale del dirigente si decide taluna cosa o altra cosa, ma il fatto

oggettivamente grave è che l’assessore al ramo non riesce a incidere, emanare

direttive che possono essere recepite da parte del dirigente. Ho persone che mi

hanno dichiarato che l’assessore dichiara all’utenza: “Purtroppo comanda il

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dirigente, io non gli posso dire questa cosa non la vuole fare, questa altra cosa

non la vuole fare”. Le ultime cose che sono accadute in ordine di gravità sono il

mancato pagamento da parte dell’Ipab Villa Betania, che oggi ho sentito il

direttore dell’Ipab che mi dice che nonostante ci fosse stato un impegno

pubblico da parte dell’Amministrazione attiva, perché come sappiamo si è

arrivata alla gestione commissariale da parte della Regione siciliana per pagare

gli arretrati e di fatto ad oggi dopo che vi è un impegno preso da parte

dell’Amministrazione, il pagamento di quattro mesi, di fatto ne sono stati

pagati solamente due, quindi ad oggi il direttore mi comunica che ne sono stati

pagati solamente 2. Con ulteriore aggravio mi comunica il Direttore che

procederà nuovamente ad adire il Commissario perché non si riesce a

concludere il pagamento degli ulteriori due mesi, ora si va ad aggiungere

un’altra Cooperativa, che dalle carte che ci sono pervenute e in conferenza dei

capigruppo e presso gli uffici del gruppo consiliare del Movimento per

l’Autonomia, ma anche presso altri gruppi consiliari, vediamo che da quello che

appare dalle carte, si è creato un circolo vizioso che va a danno della

Cooperativa. Quindi la Cooperativa viene vessata, se nell’esercizio quando

opera vengono fatti ritardi che io giudico strumentali, e lo dico

nell’insindacabilità delle mie opinioni espresse da politico eletto da questa città,

sostanzialmente vi è un circolo vizioso e una serie di richieste, quindi è una

situazione di carattere epistolare tra la Cooperativa e il settore che di fatto vede

ad oggi il Comune di Agrigento debitore nei confronti della Cooperativa di

all’incirca 500.000,00 euro, con danni esorbitanti nei confronti di una azienda

che comunque opera nella provincia di Agrigento, nel capoluogo cittadino. E

allora che venga una famiglia di imprenditori in generale, non di questo settore,

23

ma comunque della famiglia di imprenditori, le imprese vanno sempre fatte

salve, nel limite del possibile della legalità, ma sempre fatte salve, perché le

imprese sono portatori, soggetti sani di economia e sviluppo, ma ahimè, forse

l’apice del settore, da vecchio politico militante queste cose le dimentica.

Andiamo avanti. I problemi dei buoni socio - sanitari. Sostanzialmente

l’assessore si impegna e fissa una data nel giorno 14 dicembre, dichiara alle

famiglie che sostanzialmente ho sentito, ho incontrato testimonianze, hanno

figli, che è incredibile, che sono invalidi allo stato vegetale, hanno bisogno cure,

mi hanno lasciato anche perplesso, scioccato dalle testimonianze che ho sentito,

l’assessore si impegna che il pagamento deve essere fatto giorno 14, mi dicono

le famiglie, e se me lo dicono e sono qua, vuol dire che sono convinte di quello

che dicono. Sostanzialmente mi dicono che non prende il telefono, di fatto non

si può fare più il pagamento, nonostante le visite fatte dall’ASP, dall’Azienda

Sanitaria Provinciale, sono state completate per problema o non problema. Ma

al di là del dato tecnico io ritengo, colleghi, che il settore Solidarietà sociale è

un luogo comunque di sofferenza, si ci va non per organizzare una festa o

organizzare una manifestazione, ma si ci va perché si ha di bisogno. Partendo da

questo principio generale, io ritengo che l’Amministrazione attiva bisogna che

si faccia in 12 per cercare almeno di sentire lo sfogo degli utenti, dei cittadini

bisognosi e per capire le loro esigenze. Non è possibile che il dirigente reagisce

addirittura non ricevendo gli utenti, l’assessore spegne il telefono, davanti a me

le famiglie oggi hanno chiamato più volte e il telefono era staccato, sicuramente

avranno sbagliato numero, Assessore, perché era staccato, non riescono ad

avere l’interlocuzione con l’Amministrazione attiva. Ma giustamente,

Assessore, Sindaco, l’Assessore non passa dal corpo elettorale, non sa che

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significa raccogliere il consenso, voto per voto. Allora a questo punto io ritengo

e concludo il mio intervento iniziale, concludo che desidero ai sensi

dell’articolo 17 del regolamento, Presidente, desidero che la proposta venga

fatta da parte sua, l’istituzione urgente alla fine del dibattito con un deliberato di

una Commissione Speciale di Inchiesta, di cui io già preannuncio per evitare

false strumentalizzazioni che non sarò presente, perché non voglio esserci,

monitorerò l’operato della Commissione esternamente, per evitare che così

possa essere strumentale il mio intervento, magari posso avere il dente

avvelenato, come già mi aspetto che qualcuno dirà, allora chiedo l’istituzione di

una Commissione Speciale di inchiesta che vada a monitorare e a valutare tutto

l’operato del settore Solidarietà sociale, dall’inizio fino alla fine, e dopo di che

se è il caso chiediamo il Commissariamento da parte della Regione Siciliana,

perché non è possibile continuare e continuare a vedere soffrire la gente e i

cittadini. Grazie.

VICE PRESIDENTE MARCHETTA – Ci sono altri interventi? Consigliere

Calabrese. Scusi, Consigliere Calabrese, io in via preliminare, siccome vi è stata

appunto una richiesta formale del Consigliere De Francisci, mi corre l’obbligo

di dare lettura dell’articolo 17, perché dice, è vero: “Su proposta del Presidente

del Consiglio, però dice su istanza sottoscritta da almeno due quinti dei

consiglieri in carica o a seguito di gravi irregolarità effettuate dal Collegio dei

Revisori dei Conti o dal Difensore Civico, il Consiglio comunale nell’esercizio

delle funzioni di controllo politico – amministrativo può costituire nel suo

interno Commissioni speciali di indagine incaricate di effettuare accertamenti

su fatti, atti, provvedimenti, comportamenti tenuti da componenti degli organi

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elettivi, dai responsabili degli uffici e servizi, da rappresentanti del Comune e

da altri organismi”.

CONSIGLIERE CALABRESE – Lo sottoscriviamo, lo firmano 6 consiglieri

e la presenta, non è quello il problema.

VICE PRESIDENTE MARCHETTA - Voglio evidenziare in via preliminare

questo aspetto tecnico eventualmente.

CONSIGLIERE CALABRESE – Il Consigliere De Francisci aveva proposto

alla fine del dibattito comunque se era necessario presentare un documento con

il quale veniva chiesto l’istituzione, è chiaro che si rifaceva a quello che dice il

regolamento e quindi 12 consiglieri dovranno firmare questa richiesta.

VICE PRESIDENTE MARCHETTA – Era giusto che per ordine dei lavori

ne dessi lettura. Prego, Consigliere Calabrese.

CONSIGLIERE CALABRESE – Grazie, signor Presidente, colleghi

Consiglieri, signori della Giunta, signori tutti. Abbiamo sentito l’intervento nel

quale si diceva che finalmente il settore della Solidarieta sociale è uno dei pochi

settori in cui le cose vanno a gonfie vele. Certo, io non ho l’esperienza

ventennale dello stare in questo Consiglio comunale, ho una esperienza di otto

anni e vi posso garantire che nonostante le clientele, il problema e quant’altro

sono stati sollevati, sotto l’Amministrazione Piazza mai, era quanto dire parlare

dell’Amministrazione Piazza, mai avevamo avuto l’aula così piena da parte di

gente che ha problemi con il settore della Solidarietà sociale. Quindi non mi

risulta che le cose siano migliorate, mi risulta che le cose sono peggiorate, ed

ora faremo un’analisi. In questi giorni abbiamo sentito l’annuncio che a Villa

Betania era tutto a posto. Incontro qualche operatore di Villa Betania e mi

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preannuncia che sarà rinominato un nuovo Commissario, perché già il primo è

venuto e quindi tutto quello che si era detto non è stato fatto. E mi dicono che le

cose vanno bene. Il problema della liquidità: bene, a scanso di equivoci e credo

di interpretare il pensiero di tutti i colleghi qui presenti. Vedete, noi non

abbiamo problemi se accertiamo che il problema nasce dalla liquidità a

sospendere i nostri compensi, ma mi voglio rassegnare un dato perché su questo

si fa populismo, propaganda pura, mi pare di vedere qualcuno che assume panni

del nostro grande premier Berlusconi quando fa il populismo che fa questo

individuo. Vi voglio rassegnare un dato: allora, i costi dell’intero Consiglio

comunale formato da trenta persone è di circa 450.000,00 euro l’anno, 30

persone elette con mandato popolare. I costi del signor Sindaco eletto anche lui

con mandato popolare e di 10 nominati sono di circa 400.000,00 euro l’anno.

Allora, io la lancio la proposta, senza populismo, una proposta vera e seria,

bene: sospendiamo l’indennità per un anno, anche se a questo aderisce il signor

Sindaco e l’intera Amministrazione e risolviamo il problema della liquidità

quando accerteremo se questo è un problema di liquidità. Avremo così in cassa

850.000,00 euro e il problema non si porrà più, risolveremo il problema della

liquidità, non per un mese, per due mesi, come per propaganda sostiene

qualcuno, ma per un anno intero, non c’è problema. Questo per scanso di

equivoci di quello che sarà detto sul fatto dei gettoni e di quant’altro. Il costo

del Consiglio, di 30 consiglieri è 450.000,00 euro, il costo del Sindaco e della

Giunta 400.000,00 euro l’anno. Congeliamo tutto e diamo una risposta tutti

insieme alla cittadinanza. Villa Betania l’abbiamo detto, a giorni sarà

rinominato un nuovo Commissario. Ditemi voi se le cose vanno bene. Io ai

consiglieri che nella scorsa consiliatura erano con me: avevate mai visto l’aula

27

così piena di gente che si reca presso i servizi sociali e che ha necessità

dell’assistenza dei servizi sociali? Non l’avevo mai visto. Consigliere Salsedo,

lei c’era. Consigliere Gramaglia, lei c’era, l’aveva mai vista? Non mi ricordo.

(intervento fuori microfono) La colpa è sempre della Regione. Il problema che è

stato toccato del buono socio – sanitario. Bisogna avere chiarezza con la gente,

non bisogna dire una cosa e poi… perché la gente impazzisce, bisogna spiegarle

le cose alla gente. Se adesso il contributo arriva come distretto socio – sanitario

e questo obiettivo deve essere complessivo, bisogna spiegarlo alla gente. Se il

problema non è il Comune di Agrigento perché il nostro Sindaco si impegna a

mettere quel 20% di integrazione all’80% che già la Regione ha provveduto a

emanare, e il problema non è del Comune di Agrigento, ma è del Comune di

Aragona, del Comune di Favara, non so chi c’è in questo distretto socio –

sanitario, so che vi sono dieci Comuni, diciamolo alla gente, Comitini,

Raffadali, diciamolo alla gente che il problema non dipende da noi. Non li

possiamo fare impazzire fino al punto da non rispondere più al telefono, perché

quello che ha detto De Francisci è vero, anche io oggi l’ho chiamato, Assessore,

anche io l’ho chiamato, il mio telefono è qua, con il suo numero registrato, tutti

e due i numeri, e tutti e due i numeri erano irraggiungibili, anche io l’ho

chiamata e le dico anche l’orario, perché la telefonata è registrata. Sarà stato a

scuola, probabile che era a scuola, era staccato il telefono, per carità, non è che

dico che deve avere per forza il telefono acceso sempre, ma risulta a verità. I

cittadini che questa sera sono qua con noi hanno provato anche loro con i loro

telefonini ed era staccato. Può essere che era a scuola, ora glielo faccio vedere,

qua è il mio telefonino, tranne che non ho entrambi i numeri sbagliati. Ma

andiamo al problema della confusione generale che vi è in questo momento in

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quel settore. Partiamo dal fatto della liquidità. A quanto ci è dato a sapere pare

che ci sia ancora un sospeso per l’anno 2008 in generale di tutte le cooperative,

le associazioni che lavorano per la solidarietà sociale, per il 2008 di circa o

poco più di un milione di euro, 2008. State vedendo, ne abbiamo già discusso

qualche mese fa, i soci della Cooperativa Papa Giovanni XXIII. Non è malvagia

l’idea del Consigliere De Francisci, perché bisogna capire se le cose funzionano

uguali per tutti o funzionano per alcuni sì, per altri no. Siccome io sono solito

andare a documentarmi, a vedere le carte, a vedere quello che succede e non mi

fermo solo a sentire una campana, che può anche essere interessata, visto che

da aprile non percepiscono compensi per le fatture, anzi, adesso entreremo nel

dettaglio e là c’è da andare a chiedersi perché avvengono queste cose, vanta

questa Cooperativa, ne abbiamo discusso, vi ricordate i famosi 263.000,00 euro

che erano stati accreditati dalla Regione, che si tergiversava e quelli stavano per

fallire perché le banche gli negavano tutto, ne abbiamo discusso ampiamente in

questa aula, dopo la discussione si è arrivati al pagamento. Ancora rispetto al

2008 hanno un arretrato per i minori italiani, stranieri non accompagnati di circa

157.000,00 euro, che a quanto mi è dato a sapere ad oggi non sono stati ancora

richiesti a mamma Regione. Quindi, se poi abbiamo mancanza di liquidità, la

colpa è di mamma Regione che non manda i soldi, però li leggiamo sui giornali

che l’Assessore stanzia i fondi, invita i comuni a mandare le richieste e noi non

ci facciamo accreditare queste somme. Sono state richieste queste somme alla

Regione come previsto dalla circolare N. 9 del 28/09/2009? Non ci è dato a

sapere. Abbiamo questa Cooperativa presenta le fatture di aprile, maggio e

giugno, all’interno della loro comunità ospitano minori italiani e minori

stranieri non accompagnati e quindi presentano le fatture per i minori italiani e i

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minori stranieri non accompagnati. Vengono pagate per aprile, maggio e giugno

le fatture per i minori italiani, non vengono pagate le fatture riguardanti i minori

stranieri non accompagnati, per un importo di 123.000,00 euro. Allora io mi

chiedo: vi è tutta una serie di documentazioni visto che non ho il tempo per

poter spiegare bene tutta una serie di documentazioni, di corrispondenza fra

l’ufficio, la ditta, richieste di documenti, cose cervellotiche a mio giudizio,

perché arrivati a un certo punto viene fuori una richiesta di documentazioni che

richiede un elenco infinito di documenti che sono esattamente gli stessi

documenti che vengono richiesti alle cooperative nel momento in cui richiedono

l’iscrizione all’Albo regionale. Se la Regione li mandiamo in (...) scritti

all’Albo regionale, vuol dire che questi requisiti non sono venuti ancora meno,

non capisco le motivazioni di tutte queste cose, ma con cose cervellotiche. La

agibilità della struttura, i requisiti di agibilità della struttura che devono essere

richiesti ogni sei mesi, quando arriva questa richiesta all’ufficio Urbanistica,

perché poi l’ufficio della Solidarietà sociale non ha le competenze per

certificare queste cose, quindi manda all’ufficio Urbanistica che impazziscono,

perché non è possibile andare a fare questi accertamenti ogni due mesi, una

situazione veramente tragica. Quindi, non vengono pagate le fatture degli

stranieri. Ora io dico: che senso ha se la ditta è inadempiente, secondo la

documentazione richiesta, perché gli paghi gli italiani e non gli paghi gli

stranieri? Non mi è dato a capire. Ecco perché ho necessità che venga istituita

questa Commissione perché mi voglio documentare. Voglio accertare le cose

come vanno in questi uffici. Sono state presentate ulteriori fatture per luglio,

agosto, settembre, ottobre, novembre visto che è già scaduto anche il mese di

novembre, per altre 200.000,00 euro. Quindi, se avete fatto un conto rapido,

30

questi operatori praticamente sono in credito nei confronti del Comune per

qualcosa come 470.000,00 euro. Abbiamo voglia di congelare i gettoni, cari

colleghi, per arrivare a questi… o una sola Cooperativa. Non so quello che

verrà fuori dall’accertamento, perché io sono convinto della sensibilità di questo

Consiglio e che vorrà fare questa Commissione di indagine. Allora, arrivati a

un certo punto che cosa si fa? La Cooperativa per evitare il fallimento, visto la

legge che gli dà la possibilità di chiedere delle anticipazioni alla banca, se

presentano una richiesta di certificazione di credito da parte dell’ente, viene

penalizzato anche là, non gli si fa manco la richiesta, la certificazione del

credito, viene negata perché viene richiesta una certificazione dei progetti

rieducativi dei minori. Vi posso preannunciare che già la Cooperativa pur di non

fallire, di continuare a lavorare e di poter dare lo stipendio ai propri

collaboratori, ha già presentato questa istanza, ma non gli facciamo manco la

certificazione, no i mandati, la certificazione di un credito reale, non si fa

manco questa. La si vuole fare fallire, bene. Poi ci lamentiamo quando gli

operatori con l’acqua sopra la testa si rivolgono ai legali per emettere i decreti

ingiuntivi. Poi voglio capire chi pagherà queste ulteriori spese. Vedete, le cose

vanno bene, la Solidarietà sociale era un covo di… Vice Sindaco Vita, mi

riferisco alla vecchia Amministrazione, di clientelismo. Bene, io non avevo mai

visto sotto l’Amministrazione Piazza che una certa Tomasi Onlus venisse

scambiata per una agenzia interinale. Sono stato avviati al lavoro degli

operatori, è stata fatta una richiesta senza nessun bando, senza nessuna

pubblicità, senza niente alla Tomasi Onlus come se fosse una agenzia interinale.

Oggi faccio la richiesta, l’indomani mattina mi arriva il fax con l’elenco dei

nominativi. Scusatemi, con l’Amministrazione Piazza queste cose non le

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abbiamo viste. Consigliere Alfano, le cose andavano male, malissimo, ma

queste cose non le abbiamo mai viste. Mi associo alla richiesta, no la

sottoscrivo, ci metto sette firme, alla richiesta di una Commissione Speciale di

Indagine, cari concittadini, tanto non costa nulla al Comune. Se accerteremo che

abbiamo detto una serie di barzellette, chiederemo scusa pubblicamente a tutti

coloro i quali si sentono oggi investiti di responsabilità che non hanno. Se non

accerteremo questi fatti, chiederemo scusa pubblicamente, sono abituato a farlo,

l’ho già fatto altre volte. Grazie, Presidente.

VICE PRESIDENTE MARCHETTA – Grazie, Consigliere Calabrese. Ha

richiesto di intervenire il Consigliere Saeva, ne ha facoltà.

CONSIGLIERE SAEVA – Grazie, Presidente, colleghi Consiglieri, signor

Sindaco, signori della Giunta. Io vorrei fare un discorso preliminare anche

perché faccio parte della terza Commissione consiliare permanente, che si

occupa tra le altre cose dei Servizi sociali. E voglio dire, penso di rappresentare

il pensiero di tutta la Commissione, che ben venga una Commissione di

indagine su questo argomento, come su altri che si vorranno affrontare, perché

riteniamo tutti che dove si voglia fare chiarezza fino in fondo, questa deve

trovare l’avallo da parte di tutti i consiglieri, quindi noi siamo ben lieti che una

Commissione di indagine venga fatta anche perché nell’ultimo periodo si sono

verificati diversi episodi sul quale va fatta chiarezza. Io in questo momento non

voglio dare le colpe a nessuno, però è emersa una situazione sicuramente poco

chiara. Tratterò alcuni aspetti della solidarietà sociale che sono attualmente stati

dibattuti o affrontati anche in questo Consiglio e sui quali vale la pena spendere

alcune parole, innanzitutto sulla questione Villa Betania, che anche se non

conosco nei minimi dettagli, vorrei porre l’attenzione al Presidente e anche al

32

Sindaco, perché forse non tutti i consiglieri comunali ricorderanno che l’anno

scorso questo Consiglio comunale votò un regolamento sull’assistenza e sui

servizi di ricovero socio - assistenziali, nel quale tra le altre cose cosa

prevedevamo? Che gli enti, le case di cura, i centri di assistenza riscuotessero la

parte dovuta dall’assistito direttamente, questo stabilito per regolamento. Cosa

avviene invece con Villa Betania? Villa Betania è l’unica struttura che non

riscuote direttamente la parte dovuta dall’assistito, ma la fa gravare sul

Comune, quindi noi abbiamo fatto un regolamento per fare sì che l’ente avesse

una liquidità immediata e il Comune non dovesse ricorrere chissà a quali

sotterfugi per andare a recuperare la parte che gli era dovuta dall’assistito

ricoverato, questo vale per tutti tranne che per la struttura Villa Betania. Quindi

io vorrei capire anche perché il regolamento non viene fatto applicare solamente

per Villa Betania. O è sbagliato il regolamento e quindi va modificato se Villa

Betania non può riscuotere direttamente dai propri assistiti parte delle somme

dovute oppure vorrei capire con quale diritto qualcuno si prende la facoltà di

non fare applicare un regolamento comunale sul quale i colleghi consiglieri

hanno speso del tempo e anche la comunità indirettamente e dei soldi. Poi

vorrei anche discutere sulla questione della Cooperativa qui presente, la

Cooperativa Papa Giovanni XXIII, senza entrare troppo nel dettaglio, perché è

una vicenda complicata. Però veramente, Presidente, io mi auguro che la

Commissione di indagine prenda tutte le carte e tutta la documentazione, tutte le

lettere intercorse tra la Cooperativa Papa Giovanni XXIII, il dirigente, il signor

Lauricella che poi è stato casualmente allontanato e anche l’Assessore, prenda

queste carte e le porti alla Procura della Repubblica perché si faccia chiarezza

fino in fondo perché sicuramente se la colpa è del nostro dirigente, del nostro

33

Assessore, vanno accertate responsabilità, oppure questi hanno ragione e la

Cooperativa Papa Giovanni XXIII ha finora fatto delle doglianze per cose che

non gli erano dovute, ma la verità va accertata, la verità va accertata fino in

fondo e nelle sedi appropriate. Non possiamo nasconderci dietro questi aspetti

che rappresentano qualcosa di grave, perché non può mettersi in bocca o

parlare di correttezza, di trasparenza quando capita o quando è il caso. La

correttezza e la trasparenza negli atti amministrativi la si deve avere sempre

come principio. Poi vorrei citare un altro aspetto, anche questo interessante. Il

Consigliere Calabrese citava come ultima cosa del suo discorso una vicenda

recente, ovvero l’affidamento alla società Cooperativa Tomasi Onlus del

servizio di assistenza per gli scolari non autosufficienti, gli studenti non

autosufficienti. Le modalità con cui viene affidato questo servizio suscitano

alcune perplessità. Vorrei far presente al Consiglio comunale che ho già

predisposto l’interrogazione depositata alla Presidenza del Consiglio, inviata al

Sindaco e al Direttore Generale, perché vorrei capire se è normale e quali criteri

sono stati utilizzati per affidare direttamente a questa società, anche se mi dice

che la tempistica era così breve, per cui per far fronte al servizio si è dovuto

ricorrere quasi a un affidamento diretto, però vorrei capire se da un punto di

vista amministrativo sia corretto questo scambio, quali sono stati i criteri per

cui è stata scelta la Tomasi e non un’altra società Cooperativa che opera nel

campo dei servizi sociali, se l’invito sia stato rivolto a tutti e abbia accettato

solo la Tomasi, come mai la determina dirigenziale viene fatta il giorno e la

mattina seguente la Tomasi fornisce l’elenco delle persone che devono andare a

lavorare, chi ha indicato queste persone, quindi ci sono una serie di cose su cui

si può discutere. La Commissione di cui io faccio parte naturalmente cerca di

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affrontare alcune problematiche, ma è ovvio che non si può occupare di tutto. I

lavoratori della Cooperativa Papa Giovanni XXIII mi daranno atto che quando

hanno voluto essere sentiti ci hanno trovato sempre disponibili e abbiamo anche

richiesto per iscritto le loro lamentele per verificare se fosse corretto l’iter

seguito dall’Amministrazione, però a dir la verità sembra quasi che delle

vicende degli atti amministrativi siano condizionati da rapporti personali nel

senso sembra che si inceppi il meccanismo, non tanto perché ci sia un problema

burocratico, un problema amministrativo a cui non si riesce a far fronte, ma

sembra che ci sia quasi uno scontro personale. E anche la vicenda, mi si

permetta di dire, dell’allontanamento del signor Lauricella che è il Segretario

della nostra Commissione appare quantomeno singolare per la tempistica che ha

avuto, e vi spiego perché, perché dopo uno scambio epistolare tra il dirigente e

il funzionario Lauricella, in cui si lamentava, insomma vi era una discussione

fra i due, il funzionario viene anche legittimamente, non voglio sindacare

perché rientra nelle prerogative del dirigente, viene allontanato, ma anche su

questo va fatto chiarezza, vanno dette le cose chiaramente. Magari ci saranno

stati anche dei buoni motivi da parte del dirigente per spostarlo ad altro servizio,

ma va fatta chiarezza, va fatta fino in fondo chiarezza, e quando ci sarà quella,

troverà sempre la totalità dei consiglieri comunali e il gruppo dell’UDC accanto

ad ogni iniziativa che voglia andare in questa direzione.

VICE PRESIDENTE MARCHETTA – Ha chiesto di intervenire il

Consigliere Vella, ne ha facoltà.

CONSIGLIERE VELLA – Grazie, Presidente, signor Sindaco, signori

Assessori, colleghi Consiglieri. Anche io come il Consigliere Saeva faccio

parte della III Commissione che si occupa anche di servizi sociali. Ho ascoltato

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i vari interventi tra cui quelli del Consigliere De Francisci e del Consigliere

Calabrese. Io mi associo alla richiesta di chiarezza che la proposta di nominare

una Commissione di indagine ha la prerogativa di ottenere, perché ritengo che

la chiarezza debba essere resa all’intera cittadinanza e a tutti gli utenti che al

settore si rivolgono. In particolare a me premeva porre un accento su due aspetti

che vorrei, anche qualora la richiesta del Consigliere De Francisci e degli altri

consiglieri comunque che hanno sottoscritto la proposta, venisse accolta, era

quella… sono due aspetti in particolare, uno di questi aspetti è stato già

sottolineato dal Consigliere Saeva, ovvero è quella relativa all’esatta

applicazione del regolamento approvato in questo Consiglio comunale che

disciplina appunto l’accesso ai servizi residenziali e in particolare quelle norme

del regolamento che per evitare quel giro di posta che in precedenza si attuava

per il recupero di quella porzione di quote, di spettanza delle singole utenze in

relazione alla loro capacità reddituale, con il nuovo regolamento, questo almeno

sulla carta non dovrebbe più avvenire in quanto è la stessa struttura che

dovrebbe curare il prelievo di questa quota di pertinenza del singolo utente e da

quando abbiamo avuto modo di visionare in seno alla Commissione, questo non

avviene o meglio non avviene per tutte le strutture che operano nel settore. In

particolare volevo poi sottolineare un altro aspetto, in particolare ad oggi è

vigente una normativa regionale, mi scuso ma non ricordo il numero della legge

regionale, in particolare questa disposizione prevede sempre per quanto

riguarda l’accesso ai servizi residenziali, prevede una retta giornaliera per

quanto riguarda gli utenti che sono riconosciuti invalidi civili, con una

percentuale superiore del 70%, prevede quasi il raddoppio della retta

giornaliera. Sempre in base a questa normativa, questo surplus rispetto alla

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quota ordinaria della retta giornaliera deve essere corrisposto dall’A.S.L. di

competenza. Io vorrei capire, tenendo conto e ricordando a me stesso che

solamente a Villa Betania, si faceva il caso di Villa Betania, circa il 70% degli

utenti sono invalidi civili con una percentuale superiore a 70%, vorrei capire

che cosa ha fatto il Comune per attivarsi per recuperare questa somma ulteriore

ovvero il raddoppio della retta giornaliera che in base a questa normativa

regionale è a carico dell’A.S.L., perché facendo due conti, considerato gli anni

pregressi, la somma da recuperare è di una certa entità e questa somma

permetterebbe oggi al Comune di poter fronteggiare a quei pregressi di

spettanze che molte cooperative operanti nel settore oggi vantano giustamente

in quanto necessario per potere continuare a prestare il loro servizio nel settore.

Quindi io termino avallando quella che è stata la richiesta inizialmente proposta

dal Consigliere De Francisci e mettendomi assolutamente a disposizione quale

componente della Commissione consiliare III per qualsiasi ausilio all’attività

che la Commissione, laddove fosse istituita, volesse porre in essere. Grazie.

VICE PRESIDENTE MARCHETTA – Ci sono altri interventi? Consigliere

Picarella, poi il Consigliere Lo Presti, il Consigliere Arnone, il Consigliere

Galvano.

CONSIGLIERE PICARELLA – Presidente, Consiglieri. Questo è un

problema serissimo, io che sono meno giovane degli altri, sin dal 1970 questo

assessorato era appetitoso. Questo assessore lo voleva la maggioranza, perché

allora c’erano amministrazioni omogenee, c’era il DC, PSI, e io allora superavo

tutto. Ma perché vogliono andare in questo Assessorato dell’Assistenza? Quello

è il migliore Assessorato, c’è il clientelismo, si fa quello che si vuole. Io sono

stato sempre nella mia vita superiore a queste cose, e sorpassavo, ma ora da un

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mese ad oggi mi è capitato un fatto personale, sono andato a visitare una mia

parente a Villaseta, in via Stromboli. Io debbo dire e lo dico pubblicamente mi

sono vergognato, mi disse: ma tu non sei mio cugino? Io sono poverissima, ho

la minima pensione, possibile che altri hanno la assistenza domiciliare? Io non

chiedo altro, io non lo posso avere? Ebbene, devo dire, riconoscere che io mi

sono umiliato e vergognato. Tra l’altro il giorno successivo sono andato a

trovare l’Assessore competente e ho detto questo: “Assessore, io mi sono

vergognato, ho una mia cugina che si chiama Picarella che non può avere

l’assistenza domiciliare. E io quando mi ha detto che non aveva fatto nessuna

domanda, non aveva fatto niente, l’assessore si è prodigato, dice: vediamo se

possiamo fare qualcosa. L’Assessore non c’è riuscito, gli hanno promesso: sì,

vediamo in deroga se ci può andare, vediamo qua. Non c’è riuscito. Prendono in

giro pure l’assessore. Ebbene, giorni fa sono andato all’ufficio all’Assistenza e

ci sono stato pure oggi, anche perché questa che ha più di 86 anni, poverissima,

giace nella miseria e sono stato in questo ufficio, tra l’altro ho fatto la domanda

perché c’è andato qualcuno a casa. Ebbene, mi fu detto che c’è una graduatoria,

se muore qualcuna vediamo, ma ce ne sono tante che debbono morire, cioè per

questa avere l’assistenza debbono morire non so quante persone, tra l’altro poi

mi fu detto che nel mese di febbraio sarà allargato questo problema di assistenza

e certamente avranno l’assistenza. Ora dico, perché è necessario, anche

nell’interesse dell’ufficio che si scolloca, si leva il clientelismo

dell’Amministrazione e dà lustro all’intera città. Io penso che anche l’ufficio

deve essere contento di questa Commissione in modo che poi può rifiutare il

favoritismo che fa ad altri, se lo fa, perché io metto sempre in dubbio le cose,

ma io penso che è una cosa che deve essere accettata, anzi con sollievo degli

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uffici se c’è trasparenza, perché noi vediamo la Villa Betania, quella è più

privilegia rispetto ad altre, hanno i locali nostri di proprietà, ci sono impiegati

della Regione e noi verifichiamo e qua forse qualche consigliere dimentica che

qua sono venuti i debiti fuori bilancio di comuni vicini a noi, Favara, Comitini,

eccetera, di rette non pagate, con pregiudizi di cause perdute. Una volta mi

ricordo che abbiamo pagato circa 400.000,00 euro, c’era un danno enorme di

queste cose. Ora dico: come avviene? Che fa, quando c’è bisogno l’assistenza

domiciliare, io nomino questa perché ci sono andato dentro, ma per altri casi si

fa una graduatoria e finisce? Chi muore muore? Se c’è un caso che si verifica

successivamente non c’è rimedio. E allora noi verifichiamo, io lo verifico quasi

giornalmente che questi che hanno bisogno l’assistenza è gente umile, povera

che sta a casa, viene dimenticata e io vedo che quando c’è il Sindaco io non

chiedo se c’è il Sindaco, ma vedo i corridoi pieni di persone che sono tutti per

l’assistenza sociale. Allora chi è più forte, chi è più furbo viene a sollecitare il

Sindaco per avere l’assistenza, per avere il pacco, per avere il buono, per avere

tutto, mentre le persone umili che stanno a casa e si vergognano restano

dimenticate a casa sua, perché non hanno nessuno che può battere il pugno qua

dentro nei corridoi e gridare contro il Sindaco se non ci dà il pacco, se non ci dà

l’assistenza, se non ci dà questo, e questo secondo me glielo dà quasi sempre,

quasi ogni mese. Per cui io dico che è giusto che ci sia una Commissione di

Inchiesta anche perché l’Ufficio possa liberarsi se ha le mani legate, possa

liberarsi dei fatti e mettere le cose nella trasparenza possibile e immaginabile.

Non è concepibile se uno è raccomandato, subito viene collocato nei comuni

vicini, se uno non ha raccomandazioni resta a casa, non c’è niente, non c’è

niente da fare. Oggi mi hanno detto che ne è morta una, mi pare l’altro ieri, ora

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entra l’altra, è come se è una cosa meccanica, senza vedere se quella ha un

bisogno rispetto ad altri e io ho preso gli elenchi di tutti questi assistiti con

assistenza domiciliare e io non ho il tempo, ma bisogna fare una indagine per

vedere se questi che hanno l’assistenza domiciliare se viene fatta e quali sono le

condizioni. Qua siamo tutti nell’assistenza sociale. Se dice questa è povera

glielo diamo, questa per me non è povera. Una volta ho sentito una famiglia che

c’è è andato, che quella è una famiglia modesta, seria, buona, aveva la casa

pulita: ma lei ha una casa pulita. E allora perché è pulita, è gente perbene e

viene penalizzata, non ci si dà sussidio, mentre se entra nelle sporcizie allora si

ci dà il sussidio. Per queste mie considerazioni io termino e condivido che ci sia

la Commissione d’Inchiesta, non per fare un torto a nessuno ma per dare

chiarezza a tutto, perché dare chiarezza significa democrazia e dire: se noi

valutiamo e diciamo a una che è povera e ce n’è un’altra più povera dell’altra,

quella non ha reazione, ma se quella vede che è povera e l’altra che è meno

povera, quella è assistita e quella no, allora vi è una reazione naturale, viene

spontaneo: come, io sono più povera dell’altra, l’altra viene assistita e io non

vengo assistita? Ma c’è la graduatoria. Ma che graduatoria e graduatoria?

Quella deve avere più assistenza dell’altra perché non solo che è più povera, ma

ha più bisogno dell’altra. Perciò il problema della graduatoria sì è giusto che si

faccia, ma c’è sempre qualcosa che deve essere aggiustata e questo aggiustato

può aggiustarlo una Commissione di indagine perché possa dare chiarezza a

questo settore.

VICE PRESIDENTE MARCHETTA – Grazie, Consigliere Picarella. Ha

chiesto di intervenire il Consigliere Lo Presti, ne ha facoltà.

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CONSIGLIERE LO PRESTI – Grazie, Presidente, signor Sindaco, signori

Assessori, colleghi Consiglieri. Io, Presidente, sarò breve, anche perché le cose

che ho sentito questa sera dai colleghi consiglieri le reputo oltre che di una certa

gravità e mi piacerebbe sentire adesso, visto che lo vedo in aula, il dirigente

oltre che all’assessore al ramo, il Sindaco, ho sentito cose allucinanti. Il settore

della solidarietà è un settore delicatissimo che richiederebbe la massima

trasparenza, per cui mi dichiaro sin da ora favorevole affinché venga istituita

una Commissione di indagine e poi gradirei perché dico sia dal Consigliere De

Francisci, dal Consigliere Calabrese, dal Consigliere Saeva ho sentito toccare

punti e dire cose di una certa gravità come bandi ad hoc, modalità di pagamento

che non rispecchiano certi criteri, problematica di Villa Betania, buoni socio –

sanitari, Tomasi Onlus, trasferimenti di personale sospetti, mancata

applicazione del regolamento, quindi ribadisco, essendo un settore molto

delicato che riguarda dei cittadini che hanno veramente bisogno, deve essere un

settore dove è necessaria una presenza costante e che tutto il settore venga

monitorato con una certa serietà e regolarità, per cui gradirei sentire il dirigente,

l’Assessore al ramo e il Sindaco e al termine dei loro interventi riservarmi anche

di effettuare un successivo intervento, se ci sarà una dichiarazione di voto,

perché vorrei comprendere effettivamente quello che sta succedendo in questo

settore. Grazie.

VICE PRESIDENTE MARCHETTA – Ha chiesto di intervenire il

Consigliere Arnone, ne ha facoltà.

CONSIGLIERE ARNONE – Io ho ascoltato con molto interesse il dibattito

che si è fin qui articolato e ho anche assunto qualche informazione telefonica

per capirci di più e ne ho tratto schematicamente una impressione che i buoni

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stanno di massima dalle parti dell’Assessore Daina, (intervento fuori

microfono) telefonate con persone che fanno parte della mia base elettorale e di

intelligenze che mi aiutano al servizio della città di Agrigento. Vede,

Consigliere Vita, io notoriamente sono una persona di grandissima presunzione,

ma non ho la presunzione di essere competente e a conoscenza di tutte le cose

che sono utili alla città, ho al massimo la presunzione di avere un radicamento

vero nella collettività agrigentina e di essere il referente di competenze e di

intelligenze che mi permettono di comprendere secondo alcuni in misura più

adeguata di altri quale è la realtà agrigentina, ad esempio ho sentito parlare per

la prima volta in vita mia di questa Onlus Tomasi e inizialmente mi era

sembrata chissà quale grande operazione affaristica con alla testa il Sindaco

Zambuto. Tra me e me pensavo: se quello che dicono è vero, l’abbiamo preso

con le mani nella marmellata. Poi vado a scoprire che questa Onlus è una

organizzazione di volontariato facente capo alla Caritas Diocesana che si

occupa con il volontariato, senza percepire stipendi, di fornire nelle scuole

assistenza ai bambini non in grado di controllare i propri sfinteri. Quindi una

attività assolutamente meritoria, ma nel contempo una attività molto poco

gradevole e appunto non posta in essere come si faceva una volta in relazione a

centrali del clientelismo, ma alla Caritas Diocesana. Poi qualcuno mi potrà

spiegare, io non avrò difficoltà a credergli che oggi la Caritas Diocesana è

diventata un manipolo di delinquenti, è possibile, però nella mia lavagna da

sempre ho collocato la Caritas diocesana nella parte riservata non ai buoni ma ai

buonissimi. O ancora abbiamo il caso di un dipendente, tale Lauricella, che

apprendo essere un distinto signore che opera smistando i ricoveri in un settore

ove in pochi anni i ricoveri sono passati da un costo di 300.000,00 euro a un

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costo di 3 milioni di euro, quindi un posto molto, molto appetibile e sarebbe

utile non prendere parte a priori, ma voler comprendere quali sono le ragioni in

linea di principio sempre opportune per le quali si è operata una rotazione, anzi,

la mia opinione è che le rotazioni andrebbero effettuate con più frequenza. Io ho

assistito qui a momenti di autentica aggressione nei confronti

dell’Amministrazione e ancora di più nei confronti del dirigente Lattuca.

Intendo chiarire che Lattuca è diventato dirigente a mia assoluta insaputa. Però

come spesso accade, Consigliere Vita, io sono sempre pronto a schierarmi per

valorizzare le risorse che mi appaiano utili ed opportune per la collettività. Non

ho difficoltà a dirlo, se fosse dipeso da me Zambuto non sarebbe stato prescelto

come il candidato Sindaco della mia coalizione, non è dipeso da me, è dipeso da

altri e Zambuto è stato prescelto. Detto questo, ho valutato una serie di fatti in

modo nettamente positivo e sono molto impegnato nel sostenere le cose che mi

appaiono giuste nell’interesse della città di Agrigento. Con l’Assessore

Passarello non ho avuto esattamente sempre momenti di grande amore, talvolta

abbiamo anche avuto scontri politici anche animati. Detto questo, un intervento

che ho visto fare ad un consigliere comunale di AN in televisione contro

l’Assessore Passarello mi appare assolutamente ingeneroso e gravemente

gratuito. Questo è avere libertà di giudizio e capacità di entrare nel merito dei

problemi. Ora poiché io ho letto la nota che il dirigente Lattuca ha rassegnato

agli uffici comunali nei confronti di un consigliere che questa sera ha proposto

uno degli interventi più carichi di acredine, di livore, di asprezza nei confronti

del dirigente Lattuca, parto con una valutazione che mi apre alcuni scenari. Io

non ho sentito questo consigliere comunale asserire di avere querelato il

dirigente Lattuca per le cose che Lattuca ha scritto e messo agli atti del

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Consiglio comunale. Sono fatti politici, Consigliere De Francisci. I valori

politici che guidano la mia azione e quelli che guidano la sua sono molto

differenti e, appunto, mentre io penso che sia una follia introdurre il voto

segreto nelle sedute del Consiglio comunale perché si ammazza la

responsabilità e quindi la democrazia, perché la gente deve sapere per chi voto,

cosa voto, cosa voglio e a favore di chi mi esprimo, se con il voto segreto la

gente non lo sa. Allora in base a che cosa mi deve votare la gente se non sa le

posizioni che io assumo qua dentro perché votiamo segretamente? Ma questo

problema riguarda anche, Consigliere De Francisci, il rapporto con i dirigenti.

Io ho avuto querele, scontri durissimi, frequentemente li ho portati a processo,

fatti condannare vecchi dirigenti di questo Comune, ma nell’ambito di

ragionamenti di assoluta chiarezza, non di ragionamenti torbidi, di ragionamenti

poco chiari, ove viene fuori che il dirigente viene contestato perché non si

presta a recepire determinate indicazioni che il dirigente ha il coraggio di

mettere nero su bianco con nome, cognomi e indirizzi. E oggi si propone nei

confronti di questo dirigente e del suo Assessore una sorta di pubblico processo.

Ciò non vuol dire che io a priori debba difendere l’attività del dirigente. A me

pare molto mal posta la discussione qua dentro, perché noi non stiamo parlando

di politiche della solidarietà sociale, non stiamo parlando di contesti di

intervento a favore dei disabili, a favore dei minori. Noi non stiamo parlando di

prevenzione, sostegno, promozione di benessere. Noi non stiamo parlando dei

progetti per un milione e 300 euro o ancora per un milione di euro o per

350.000,00 euro finanziati a questa Amministrazione per interventi sociali. Noi

non stiamo discutendo di politica sociale, noi stiamo affrontando una serie di

casi amministrativi singoli, che io voglio affrontare, ma non si affrontano come

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li avete affrontati voi. Si mette all’ordine del giorno mancato pagamento Villa

Betania e ne discutiamo con le carte, dedicando a questa vicenda 10 minuti

ciascuno, 20 minuti ciascuno, o ancora io non ho chiara la vicenda della

Cooperativa Giovanni XXIII, ma si entra nel merito delle carte e delle azioni

amministrative. Non si può fare di tutta l’erba un fascio perché non si riesce a

comprendere poi niente. Su tutte le questioni che sono state sollevate qua dentro

di carattere amministrativo, non mi interessa che vi sia una Commissione

d’inchiesta, mi interessa che qua davanti alla città si diano le risposte, e se il

dirigente merita una censura per avere ritardato i pagamenti a Villa Betania,

gliela daremo oppure il problema è che il Comune non ha liquidità per pagare

Villa Betania, forse, perché questo Comune è stato portato ai limiti del dissesto

finanziario. E qui una battuta a chi mi ha preceduto rispetto alla vicenda dei

gettoni di presenza. Io non campo con il mio gettone di consigliere comunale.

Il mio Sindaco campa con l’indennità di Sindaco, perché il popolo di Agrigento

gli ha detto: tu devi impiegare tutta la tua attività lavorativa a favore del

Comune. E qua dentro quando vi era la funzionaria Maida, fu intimidita per il

fatto che doveva pagare puntualmente il gettone di presenza ai colleghi

consiglieri, facendo cadere il numero legale per le sue delibere. Per cui la mia

idea è che avendo questi enormi problemi di liquidità e poiché vi sono questi

problemi, non si riesce a pagare con la puntualità i mandati a favore dei disabili,

i mandati a favore dei ceti meno abbienti, i mandati a favore di chi ha a casa

situazioni molto gravose, allora facciamo un sacrificio noi, diamo un esempio

noi, ritardiamo di due – tre mesi i nostri gettoni di presenza, che non sono lo

stipendio che ci serve per calare la pasta a casa e diamo la priorità ad altri, e non

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è demagogia, è realtà, perché 450.000,00 euro sono in un anno 450.000,00

euro. Grazie.

VICE PRESIDENTE LAURICELLA – Consigliere Galvano.

CONSIGLIERE GALVANO – In questi ultimi mesi abbiamo assistito a una

serie di diatribe in merito a mancati pagamenti, ritardi nei pagamenti, delibere

che non sono state trasmesse. Di certo non penso che questo scenario possa

aiutare la nostra città. Il settore della gestione dei servizi sociali è a mio parere

tra i più importanti perché deve mirare a perseguire quello che è il bene

Comune, a prendersi cura delle fasce più deboli e a sostenere quelle che sono le

persone che versano per vari motivi in situazioni di difficoltà. E la pubblica

Amministrazione ha altresì il dovere di comunicare con il cittadino, di essere

sempre più vicino a quelle che sono le sue problematiche, a quelle che sono le

sue necessità, perché ritengo che soltanto attraverso l’ascolto, è attraverso la

garanzia dei diritti individuali che il cittadino viva il senso di appartenenza con

il territorio, un senso di appartenenza al territorio che è indispensabile perché il

cittadino si senta protagonista della sua città, perché il cittadino non si senta

messo ai margini invece della società, ma si renda conto di avere un ruolo

principale per lo sviluppo della nostra comunità. Tutti i cittadini devono essere

posti sullo stesso piano, non vi devono essere cittadini di serie A o cittadini di

serie B, perché la democrazia in un paese si esprime in termini di opportunità e

di diritti, opportunità e diritti che devono essere riconosciuti a tutti non soltanto

agli italiani. Noi oggi viviamo in una società sempre più multirazziale,

dobbiamo tenerne conto, dobbiamo assicurare opportunità, diritti anche agli

immigrati che si trovano sul nostro territorio, agli immigrati che si trovano

presso le comunità esistenti nella nostra città; e l’Amministrazione comunale

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nel gestire questo settore, che è un settore delicatissimo, deve ponderare la

propria azione, deve agire nell’interesse di coloro che versano in situazioni

difficili senza distinzione di genere o razze. Il successo di una Amministrazione

non sta soltanto nell’agire con idee migliori o con strategie migliori, ma perché

il successo si possa raggiungere è necessario il contributo di una struttura

efficace, di una struttura produttiva, motivata creativa, di una struttura

professionale che agisca sempre nell’interesse della collettività, tenendo sempre

presente di stare agendo negli interessi a sostegno di categorie di portatori di

interessi ben specifici quali gli immigrati, i disabili, gli anziani, i disoccupati,

per non parlare delle famiglie sempre più numerose che non riescono neppure

arrivare a fine mese, a fronteggiare quelle che sono le esigenze prioritarie. Nella

gestione di tutti i settori la Pubblica Amministrazione dovrebbe agire senza

personalismi tanto più quando parliamo di un settore così importante come

quello della gestione dei servizi sociali, perché dobbiamo tenere bene a mente

che in questo specifico caso parliamo di persone e di famiglie e la persona e la

famiglia rappresentano il cuore del programma politico dell’ente Comune,

perché questo programma esprime i valori che si radicano nelle nostre

coscienze e questi valori si manifestano nella solidarietà sociale, si manifestano

nell’equità sociale, nell’aggregazione, nel rendere accessibili a tutti la fruizione

delle opportunità nei servizi pubblici. Pertanto è necessario individuare delle

strategie a sostegno di giovani, di disabili, di anziani, di immigrati e tali

strategie devono avere tutte una comune matrice, prevedere investimenti e

sforzi significativi da parte dell’Amministrazione, utilizzando tutte le riserve,

tutte le risorse fiscali, finanziarie, progettuali, per rilanciare quello che è il ruolo

del cittadino nella nostra società, perché una città che vuole avviarsi verso lo

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sviluppo e la crescita deve mettere al centro del suo programma il cittadino che

deve sentirsi protagonista. Se noi teniamo in considerazione i dati di questi

ultimi anni, sono dati che ci lasciano sconcertati, se consideriamo le gravissime

difficoltà che le famiglie affrontano, innanzitutto perché abbiamo un potere di

spesa riduttissimo e poi perché abbiamo delle forme di tutela sociale

limitatissime. Invece è importantissimo fare veicolare il messaggio e agire al

fine di assicurare l’integrazione sociale. Certo non è facile gestire un settore

così complesso, anche perché le risorse di cui disponiamo, come sappiamo tutti,

sono esigue, ma pur nella consapevolezza dell’esiguità delle nostre risorse,

l’Amministrazione deve agire nell’interesse dei cittadini e a mio parere è

necessario che queste scelte politiche siano condivise dalla componente sociale

locale, quali gli anziani, i disabili, gli immigrati. Perché ad esempio non creare

delle consulte di quartiere, dei tavoli tematici o altre sedi di comunicazione

attiva con il pubblico, per permettere alle persone che versano in situazioni

difficili per problematiche differenti, di individuare una scala di priorità?

Qualcuno potrebbe dirmi troppe necessità, troppe priorità e poche risorse

economiche. Ebbene, facciamo una graduatoria, vediamo di iniziare un

cammino verso questa direzione, così al momento dell’allocazione delle risorse,

ovvero durante la fase di preparazione del bilancio di previsione destineremo un

budget di risorse a quelle priorità che ci hanno segnalato i cittadini stessi,

perché in questo modo potremo costruire tutti insieme una democrazia

partecipata, una moderna città, dimostrare che vi è una città, vi è un Comune,

una Amministrazione che vuole agire nell’interesse dei cittadini, che vuol fare

crescere la nostra città. E come si fa crescere una città? Innanzitutto

occupandoci delle fasce più deboli, perché è da lì che dobbiamo partire e la

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partecipazione è fondamentale. È fondamentale perché vengano compiute delle

scelte che siano oneste, responsabili e che rispondano effettivamente ai relativi

bisogni di una società. Per questo settore non è sufficiente soltanto essere

professionali, ma è necessario un forte senso civico, una grande sensibilità e una

grande umanità. Non è sufficiente essere persone preparate, è necessario essere

umani, è fondamentale, ribadendo appunto che non è un settore facile purtroppo

quello dei servizi sociali per vari elementi. Io mi auguro che coloro che nel

nostro Comune operano in tale settore, siano in grado anche stasera, iniziando

da questa sera a darci delle spiegazioni plausibili per tutte le segnalazioni che

sono state fatte in questi ultimi mesi. E vorrei rivolgere un invito a coloro che si

occupano non solo del nostro settore, ma anche alle associazioni, alle comunità,

quello di placare gli animi e soprattutto a coloro che gestiscono tale settore di

agire con particolare ponderazione, affinché vengano prese le decisioni e

vengano affrontate le situazioni che sono emerse con serenità e oculatezza

perché ciò di cui parliamo o ciò di cui ci stiamo occupando non sono cose, non

sono oggetti, stiamo parlando di esseri umani e in quanto tali devono essere

tutelati e devono essere rispettati. E a questo punto vorrei invitare proprio il

dirigente a darci delle spiegazioni in merito a tutte queste situazioni che sono

emerse, per fare chiarezza, chiarezza per la cittadinanza che vuole risposte, per

quelle comunità e quelle associazioni che hanno diritto ad avere delle risposte.

VICE PRESIDENTE LAURICELLA – Proseguiamo con gli interventi,

Consigliere Vita.

CONSIGLIERE VITA – Grazie, signor Presidente, signor Sindaco, signori

dell’Amministrazione, colleghi Consiglieri. Volevo parlare con il Consigliere

Arnone, però sta parlando ancora a telefono con le sue… forse è meglio che

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chiude. Io poco fa le ho fatto una domanda, con chi ha parlato a telefono, chi è

che le aveva dato queste informazioni, non perché mi interessasse sapere con

chi personalmente parlava, ma perché ritengo che le persone che possano dare

delle risposte a tutte le cose che sono state dette qui stasera sono qua dentro in

aula perché ritengo che abbiamo il dirigente verso il quale nutro una stima

incredibile, che non ho mai aggredito e che non penso assolutamente che sia

una persona che lavori contro o si faccia i suoi fatti suoi. Abbiamo l’Assessore

che sicuramente è una persona che non è del campo, si è ritrovato a fare

l’assessore ai servizi sociali, un settore difficilissimo, un settore delicatissimo,

un settore che interessa la maggior parte della città e abbiamo il Sindaco,

abbiamo il Vice Sindaco, quindi pensavo che le persone che possono dare

risposte sono qua presenti, per questo mi chiedevo a chi ha telefonato, perché ci

sono altre persone sicuramente oppure avrà telefonato a qualcuno di qualche

associazione per saperne di più, questo non lo so. Questo lo volevo dire, signor

Sindaco, semplicemente perché al di là dei toni aggressivi che ci possono essere

stati, al di là dei toni inquisitori che alcuni possono dire o non dire, ma che non

fanno parte del mio modo di essere e del mio modo di operare, anche se lei non

è stato il Sindaco eletto dalla mia coalizione, mi pare che noi ci siamo sempre

comportati con la massima lealtà e onestà, però è anche vero che quanto è

emerso dalla discussione di stasera, anche se io personalmente non mi sono mai

occupata in particolare di alcune problematiche, credo che nella coscienza di

tutti i consiglieri comunali stasera si è accesa una lampadina e tutti vogliamo

chiarezza. Io non credo che lei o l’Assessore o il dirigente abbiate operato in

malafede, perché non parto mai dal principio, dal presupposto che si parte in

malafede, parto dal principio che magari non si fa qualcosa che si potrebbe fare.

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E allora vedo la costituzione della Commissione non un ostacolo all’attività

dell’Amministrazione, ma semplicemente un aiuto, una collaborazione, perché

come diceva poco fa il Consigliere Arnone, che invece noi dovremmo operare

con i casi amministrativi singolarmente. Siccome il servizio di solidarietà

sociale si occupa di tanti casi amministrativi, ha tante associazioni e riguarda un

aspetto della città molto importante, la Commissione può sostenere, la

Commissione può aiutare, può aiutare a fare la promozione, lavorando in un

tavolo tutti insieme e magari vedendo le carte in un modo o in un altro,

sicuramente un dirigente o un assessore, se vogliamo parlare dell’Assessore

perché noi possiamo parlare dell’Ato politico, la Commissione non è

un’ispezione che deve andare a ispezionare con la pistola in mano, la

Commissione è fatta da alcuni consiglieri che metteranno a disposizione il loro

tempo insieme all’assessore e al dirigente per cercare di risolvere i problemi,

problemi che sicuramente magari per tante cose saranno molto gravi, problemi

che saranno difficili da risolvere, ma che sicuramente non mettendosi contro e

non avendo una dialettica solo di contrapposizione si possono risolvere. Quindi

è chiaro che noi siamo favorevoli a questa Commissione che io non chiamerei

di indagine, ma chiamerei semplicemente una Commissione speciale che servirà

per fare il punto della situazione, perché sicuramente molti punti oscuri ci sono.

Quindi noi chiediamo che vengano chiariti questi punti. Io volevo dire al

dirigente Lattuca che sicuramente da parte nostra non c’è nessuna opposizione

nei suoi confronti e nessuno vuole dire che lei ha operato male. Lei si trova a

ricoprire questa carica e quindi sarà lei a dovere dare delle risposte alle

domande che vengono poste. Grazie.

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VICE PRESIDENTE LAURICELLA – Non ci sono più interventi. Diamo la

parola al Sindaco o all’Assessore. Allora la parola all’Assessore.

ASSESSORE DAINA – Vi dico subito che non sarò breve e me lo consentirete

dopo questo tiro a bersaglio che c’è stato, deve anche un po’ rispondere a tutte

le osservazioni che sono state fatte. Voglio dire come premessa che in linea di

massima mi fa piacere che ci sia questa attenzione verso il Settore Servizi

Sociali, perché spesso mi è capitato di sentirmi solo in queste battaglie, che ci

sia questa attenzione in linea di massima è una buona cosa; che ci sia la

Commissione d’inchiesta è una buona cosa pure o chiamiamola come la

vogliamo chiamare, Commissione speciale, è una buona cosa pure, accetto di

meno, invece, i toni di acrimonia di qualche intervento. Comincio dalle

osservazioni un pochino più… non vorrei dire spicciole perché anche queste

cose hanno la loro importanza, però quelle di cui possiamo parlare più

brevemente, quando mi si dice… peccato che non c’è il Consigliere De

Francisci, è qua, perfetto, tra l’altro a me piace guardare le persone quando

parlo, quando lei mi dice, quando lei parla della scarsa attenzione alle famiglie,

del fatto che ai servizi sociali non ci vanno le famiglie per fare festa,

evidentemente detto a me che ci sto tutti i giorni, diciamo che è un pochino

superfluo, un pochino ridondante, perché io tutti i giorni ricevo tutti, non ho mai

chiuso la porta in faccia a nessuno, non ho mai chiuso neanche il telefonino in

faccia a nessuno, come così sospettava anche il Consigliere Calabrese, dice: può

essere lei era a scuola. In effetti io ero a scuola, io sono un educatore,

chiaramente se devo dire ai ragazzi che il telefonino si tiene spento, io per

primo che sono un educatore lo devo tenere spento, anche se ho bambini

piccoli, anche se sono Assessore, anche se ho una moglie che lavora fuori,

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viaggia, potrebbe avere bisogno di me, però quando sono in classe io lo stacco.

Però anche persone che sono oggi qui, dei nostri utenti possono testimoniare,

oltre al loro dispiacere, oltre alle loro sofferenze, possono anche testimoniare

che quando mi hanno chiamato e io sul momento non ho potuto rispondere, poi

ho richiamato io personalmente tutti. Anzi, vorrei dire pure che non solo io

ricevo le persone sempre in Assessorato e non ho mai chiuso la porta in faccia a

nessuno, ma sono andato a trovare diverse volte persone a casa loro per portare,

quando era il caso, anche una parola di sostegno. Qui mi si dice: c’è bisogno

almeno ascoltare lo sfogo. Io sono andato ad ascoltarlo a casa di queste

persone, Consigliere. Non dubito che lei è andato pure a casa, ma stia tranquillo

che in 20 mesi di Assessorato sono andato in moltissime case e gli utenti

possono dirlo tutti questo, non temo smentite. Mi perdoni anche un’ultima cosa,

Consigliere De Francisci, anche perché vedo che questo tema ritorna spesso nei

suoi discorsi, quello del consenso popolare, “l’Assessore non sa cosa vuol dire

trovare il consenso popolare, eccetera, eccetera”. Bene, forse lei era troppo

giovane, ma alcuni anni fa ho raccolto molti consensi popolari. Va bene,

sorvoliamo su questo punto. Per quanto riguarda il caso che un po’ assurge a

paradigma di quelli che sarebbero dei disguidi, per la verità due sono i casi che

sono stati richiamati diverse volte: il caso della Cooperativa Giovanni XXIII e

il caso dell’associazione di volontariato Tomasi Onlus. Per quanto riguarda il

discorso della Cooperativa Giovanni XXIII, sul quale siamo arrivati anche a

sentirci dire che siamo stati razzisti, bisogna conoscere un pochino i dati del

problema. I dati del problema sono principalmente quello di come è stato

trattato anche a livello nazionale il discorso dei minori stranieri non

accompagnati. Probabilmente non molti di voi sapranno, perché queste sono un

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po’ argomentazioni tecniche, quando ci sono gli sbarchi dei clandestini, la

Questura, il Tribunale dei Minori prende il ragazzino e dopo qualche giorno, in

cui la tutela rimane alla Questura, lo colloca, diciamo così, in una struttura di

accoglienza. Da quel momento in poi, a secondo dove si trova la struttura di

accoglienza, il Comune, dove appunto c’è questa struttura, diventa il tutore.

Allora cosa succede? Che da quel momento in poi le rette per quel ragazzino

sono pagate dal Comune. In molti Comuni, che cosa è successo specialmente

durante il periodo degli sbarchi di massa? Molti Comuni si sono visti arrivare di

botto, di punto in bianco, questa somma enorme di rette da pagare e non hanno

potuto pagare. Molti Comuni non hanno pagato mai neanche una retta, facendo

anche il ragionamento che se è vero che il Ministero degli Interni gestisce le

politiche dell’immigrazione, il Ministero degli Interni dovrebbe anche farsi

carico di pagare le rette. Ed è una azione che stiamo facendo, che il Sindaco sta

facendo. Allora, per anni e anni tanti Comuni siciliani non hanno mai pagato

nessuna retta, anzi possiamo dire che noi, il Comune di Agrigento, sensibile alle

problematiche degli operatori di queste strutture, ha sempre pagato le rette;

sennonché un anno fa circa l’Assessore Scoma, visto che c’era una situazione di

sofferenza enorme in tutta la Sicilia, sofferenza a livello economico, enorme di

tutte queste strutture, decide di ripianare i debiti. Allora che cosa fa? Si fa dare

da tutti i Comuni l’elenco delle spese che avrebbero dovuto pagare e ripiana il

debito con tutti. L’elenco dei debiti di cinque anni, parliamo di milioni di euro,

per esempio il Comune di Palma di Montechiaro per motivi legittimissimi non

aveva mai pagato neanche una retta. E allora erano debiti che quindi aveva il

Comune nei confronti della Cooperativa. Si parla di un milione di euro, anche

di più, non di piccole cifre. Il Comune di Agrigento invece aveva pagato

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regolarmente nel 2005 239.000,00 euro circa, nel 2006 296.000,00 euro, nel

2007 658.000,00 euro, nel 2008 360.000,00 euro, sono tutte cifre che vi sto

dando per difetto fra l’altro. Ebbene, a quel punto Scoma che cosa fa? Al

Comune che non aveva mai pagato nessuna retta dà un milione e mezzo di euro,

2 milioni di euro, a noi dà 260.000,00 euro perché avevamo pagato tutto, cioè

siamo assolutamente nell’assurdo, vengono premiati i Comuni che non avevano

pagato mai niente, che erano stati insensibili verso le cooperative, verso tutti gli

operatori. A quel punto noi abbiamo impugnato il provvedimento. (intervento

fuori microfono) Scusatemi, Consigliere, io ho ascoltato tutti e in certi momenti

ho avuto… mi dovete consentire di parlare. Allora, a questo punto noi ci

troviamo in questa situazione assurda e abbiamo prodotto la nostra

documentazione alla Regione per farci rimborsare a questo punto tutto quello

che noi abbiamo anticipato rispetto ad altri comuni. Quindi, consentitemi di dire

che non è vero che il Comune di Agrigento è insensibile agli operatori, al

contrario, ci siamo trovati a fare anticipazioni di cassa per circa 1 milione e

700.000,00 euro proprio per non mettere in difficoltà le comunità, le strutture

di accoglienza. Entriamo adesso in pochino più nel particolare della vicenda

Giovanni XXIII. Anche in questo caso qui qualcuno ha parlato di atteggiamenti

o clientelari o sospetti; ma siamo lontanissimi da questo, onestamente mi

stupisce un pochino sentire questi discorsi anche da parte di persone che sono

state un pochino più addentro nelle questioni della solidarietà sociale e che

abbiano questi rilievi da fare. Comunque noi abbiamo sempre fornito la nostra

massima disponibilità e lo continueremo a fare in nome della chiarezza. Perché

il discorso Giovanni XXIII? Stavo dicendo non c’è ovviamente nessuna

pregiudiziale, anzi, io stesso ho visitato diverse volte la comunità e devo dire

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che gli operatori lavorano, anche con amorevolezza svolgono il loro lavoro,

però che ci si accusi di razzismo, perché siamo pronti a pagare le rette degli

italiani e non quelle degli stranieri, questo, scusatemi, non ha né capo né coda

perché evidentemente quando dalla Regione ci dicono che ci danno i soldi per

gli stranieri, perché i minori stranieri non accompagnati, e non ci danno i soldi

per gli italiani, evidentemente la Regione sta sottintendendo che noi ci

dobbiamo comportare in maniera diversa, non è una questione di razzismo, la

Regione ci mette quasi quasi in stand – by, dice: guardate che sono due campi

diversi. A quel punto è ovvio che né io né il dirigente né il Sindaco ci sentiamo

di poter continuare ad affrontare questo discorso come l’avevamo sempre fatto.

Addirittura si sono stupiti del fatto, dice: “Voi Comune di Agrigento che avete

sempre pagato, anche qui c’è un implicito riconoscimento del nostro impegno,

ora non pagate più?”. Quindi anche questo è un riconoscimento implicito per il

fatto che abbiamo sempre collaborato, semplicemente che ora, di fronte a questo

tipo di provvedimenti, è ovvio che ci venga un dubbio. Fra le altre cose

nell’agosto 2009 la Prefettura ci manda una nota che ci invita a fare i controlli

sugli standard di funzionamento di questi servizi. Per cui a quel punto anche in

questo caso non vedo nulla di strano che il dirigente, prima di passare ai

pagamenti richieda la documentazione, in particolare richieda sia l’osservazione

di tutti gli standard, sia anche i percorsi dettagliati perché spieghino come si fa

l’accoglienza e come si fa il passaggio verso l’integrazione. Per fare il

passaggio verso l’integrazione in particolare, perché l’accoglienza possiamo

anche considerarla come prima accoglienza, mangiare, bere, dormire. Ma per

fare il discorso dell’integrazione qui ci vogliono figure professionali ben

precise, il mediatore culturale, educatori che tengano presente che abbiano la

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preparazione per poter preparare questi ragazzi a integrarsi nel territorio. Ci

sono sull’onda degli sbarchi di massa molte strutture che erano strutture nate

per gli italiani, si sono trovate loro malgrado, ovviamente non è colpa loro, a

doversi anche arrangiare con un altro tipo di utenza. Hanno fatto del loro

meglio, non si mette in dubbio, però evidentemente noi dobbiamo tener conto

che quegli standard, gli standard specifici per i ragazzi stranieri lì non sono

osservati, non possono neanche essere osservati. Quindi è una cosa non solo

legittima ma doverosa da parte nostra richiedere questi standard, fare i

controlli, farli su tutti a tappeto. Quindi il discorso del razzismo, dice: perché

queste ispezioni? Prima di tutto se il Comune paga è giusto e doveroso che

faccia il monitoraggio. Poi alla luce di queste ultime indicazioni a maggior

ragione. Ci è anche capitato un caso specifico di un ragazzo che era ospite, di

cui il Comune di Agrigento era tutore, era ospite in una comunità di

Montevago, è fuggito, è andato a Brescia e poi il Comune di Brescia ci ha

scritto dicendoci: se volete noi ce lo possiamo tenere, facciamo l’accoglienza,

quello che di fatto si fa nelle nostre comunità, ma non facciamo altre cose tipo

l’educatore culturale, l’integrazione, eccetera, eccetera. Ebbene, per questo

servizio ci hanno chiesto all’incirca un terzo di quello che noi solitamente

paghiamo per questi ragazzi, che ricevono pure soltanto l’accoglienza. Per

quanto riguarda i pagamenti, noi abbiamo una situazione debitoria, nel 2008

abbiamo pagato una prima trance di 263.000,00 euro, una seconda trance invece

era stata quantificata in 145.000,00 euro, poi è stata rettificata in 122.000,00

euro, c’era stato un errore di calcolo, permetteteci anche in questo caso di avere

un attimo di attenzione in più, visto che c’era questo errore. Per quanto riguarda

i pagamenti del 2009, abbiamo dato la nostra disponibilità a pagare, abbiamo

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pagato gli italiani per come di fatto la Regione ci indica di fare. Per quanto

riguarda gli stranieri abbiamo chiesto di poter monitorare, cioè di avere i

progetti di integrazione, li stiamo aspettando, nel momento in cui avremo questi

progetti, nel momento in cui avremo tutta la documentazione completa, non

abbiamo nessuna difficoltà a fare il pagamento. In ogni caso, così come ho

avuto modo già di dire in altre sedi, anche con diversi membri della III

Commissione, i documenti sono sempre a disposizione. Per quanto riguarda

invece il caso, quello che è stato sollevato, dell’affidamento di un incarico, che

poi stiamo parlando di un incarico di 20 giorni per poche centinaia di euro a dei

volontari per svolgere il servizio nelle scuole, vi spiego anche in questo caso

tutto, sinteticamente ma vi spiego tutto. Per fare questo servizio noi quanto

riguarda il 2010 non avevamo problemi di bilancio, quindi dal gennaio del 2010

in poi ci sarà il bando regolare, chi lo vincerà gestirà questo servizio, eccetera,

eccetera. Avevamo un problema di bilancio, invece per quanto riguardava la

prima parte dell’anno scolastico. Avevamo 20.000,00 euro a fronte di

80.000,00 che sarebbero stati necessari. Perché questa differenza? Perché sono

cambiate le tariffe, sono cambiati alcuni parametri, per cui c’era questa

differenza. A quel punto noi dovevamo scegliere fra due strade o non fornire il

servizio, completamente, in attesa di arrivare nel 2010 fare il bando, oppure

cercare una soluzione alternativa per non lasciare questi bambini da soli, non

lasciare le famiglie da sole. Anche in questo caso telefonavano tutti, abbiamo

ricevuto tutti, abbiamo parlato con tutti come sempre e non volevamo lasciare

neanche i dirigenti scolastici da soli, perché questo è un problema che poi

investe tutta la scuola e allora abbiamo pensato di valorizzare così come lo

prevede la legge il volontariato. Mi si chiedeva, qualcuno in qualche modo

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chiedeva: perché la Cooperativa Tomasi e non un’altra Cooperativa? Perché

non un’altra associazione? È stato fatto un bando, eccetera, eccetera. Allora, noi

forse anche questo, non tutti lo sanno, abbiamo dei progetti molto belli che

riguardano il progetto SPRAR, il progetto per i rifugiati politici. Ebbene, come

partner abbiamo lo SPRAR, abbiamo la Cooperativa Tomasi. Io vi invito tutti, è

qui a due passi la sede della Tomasi e del servizio dello SPRAR. Vi invito ad

andare a fare una visita e vedete che cose meravigliose hanno fatto con risorse

normali, nulla di particolare, ma loro hanno fatto cose veramente meravigliose.

Don Vito Scilabra è una persona a cui bisognerebbe erigere una statua. Invito

veramente tutti ad andare, tra l’altro sotto Natale saranno pure contenti di

accogliervi. Ebbene, visto che avevamo tempi molto ristretti, perché,

Consigliere Saeva, i tempi molto ristretti, lei poteva dirmi ci potevate pensare

prima. E allora, lei sa che abbiamo fatto il bilancio, gli equilibri di bilancio e noi

fino all’ultimo abbiamo sperato di poter reperire queste cifre, queste somme

mancanti, per cui, giocoforza, ci siamo trovati poi in tempi molto ristretti. Per

risolvere il problema in tempi ristretti, trattandosi, ripeto, di cifre assolutamente

irrisorie, soltanto un rimborso spese, abbiamo chiesto alla Associazione di

volontariato Tomasi di venirci incontro e di vedere se tramite i loro volontari

potevano fare questo servizio. Praticamente appunto solo un rimborso spese.

Fra l’altro vorrei dire anche un’altra cosa che ancora di meno sapranno o meglio

i consiglieri forse di vecchia data lo sapranno, io non lo sapevo. Quando sono

andato a parlare con Don Vito Scilabra per chiedergli questa collaborazione, mi

ha detto che sotto la sindacatura Sodano, per ben 4 anni questa associazione

aveva fatto il servizio di volontariato per tutto l’anno, non per 20 giorni, un

mese, quando ho chiesto io questa collaborazione, ma addirittura per tutto

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l’anno. E nessuno si era mai stupito. Ora non abbiamo se non da ringraziare la

Tomasi per questo lavoro veramente meritorio che sta facendo. Vorrei tornare

un attimo, Consigliere Calabrese, quel discorso al telefonino, lei mi consentirà,

siccome è una cosa a cui io tengo molto il contatto umano, lei può verificare che

a quell’ora ero a scuola, benissimo. A parte il fatto che quando io riconosco il

numero e allora lo richiamo, se non lo riconosco, lei capisce che mentre lo

spengo due ore, ci saranno 500 telefonate, non le posso richiamare tutte. Volevo

dire, oggi ci si stupisce che ci sono questi utenti qui. Ci si stupisce, prima non

succedeva, però, Consigliere, mi consenta, non so quanti altri Assessori prima

di me avevano sempre dato il numero di cellulare per potere essere raggiunti

sempre. Non so quanti Assessori stavano tutti i giorni, estate compresa, tutti i

giorni, tutto luglio, tutto agosto, tutto settembre in Assessorato a ricevere tutte

le persone e cercare di trovare una soluzione per ciascuno. (intervento fuori

microfono) Il caso stesso che ha sollevato il Consigliere Picarella è una

indicazione dell’assoluta trasparenza con cui noi ci muoviamo. Se io fossi stato

un altro, per accattivarmi la simpatia del Consigliere Picarella, avrei fatto in

modo di stravolgere la graduatoria e avrei fatto entrare la zia del Consigliere

Picarella, ma evidentemente non è nostro stile questo. (intervento fuori

microfono) Consigliere Vita, non mi permetterei di dare un giudizio. Mi ascolti

un attimo che le do la spiegazione. Voglio dire, io avrei potuto benissimo dare il

numero dell’ufficio, dare il numero della mia segreteria e fermarmi lì. Invece

qua mi si dice, lei stessa mi ha detto in qualche modo forse avrà voluto essere

gentile nel senso di dire: l’Assessore Daina è pure in buona fede, però non era

molto addentro nell’ambiente. La mia unica osservazione è stata quella di dire:

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ho dato il mio numero di cellulare. Non ho detto sono stato più bravo degli altri

Assessori.

VICE PRESIDENTE LAURICELLA – Assessore, se possiamo concludere.

ASSESSORE DAINA – Un’ultima cosa prima di passare la parola al Sindaco

che vi farà un quadro più completo dei servizi sociali. Noi stiamo cercando di

fare l’ordinaria amministrazione nel miglior modo possibile. Vi assicuro che

l’ordinaria amministrazione ai servizi sociali in un periodo in questa

congiuntura di tipo socio – economico non è assolutamente cosa facile. A

proposito ci sono qua degli utenti, anche loro possono confermare, come

sempre sono stati accolti, come sempre sono stati ascoltati. Il bonus socio –

sanitario, noi abbiamo avuto un problema. In un primo tempo è vero quello che

è stato detto dal Consigliere Vella, ci eravamo pronunciati su una certa data. C’è

stato un imprevisto, però su questo imprevisto immediatamente ho informato il

Sindaco, abbiamo convocato l’A.S.L. che è il nostro partner in questa

operazione, perché c’è un problema di pratiche istruite dall’A.S.L. che

dobbiamo chiarire. Abbiamo convocato l’A.S.L. nei suoi massimi, per domani

mattina stesso, oggi si è posto il problema, domani mattina stesso saranno qui i

vertici dell’A.S.L. per discutere questo problema e cercare la soluzione più

immediata. (intervento fuori microfono) Oltre all’ordinaria amministrazione che

noi stiamo cercando di fare, noi stiamo mettendo in campo una azione

progettuale enorme. Abbiamo partecipato a tutti i bandi possibili e

immaginabili, quasi sempre i nostri progetti sono stati accolti, sono stati

finanziati, adesso aspettiamo materialmente che ci siano questi trasferimenti,

però il nostro impegno è stato su tutti e due i fronti senza trascurare nulla, non

ultimo abbiamo anche cominciato a mettere in campo il riordino dei servizi

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socio – sanitari perché in effetti, Consigliere Vita, ha ragione lei, non siamo

perfetti, c’è tanto, anzi siamo lontani dalla perfezione e stiamo cercando di

ripartire da quello che abbiamo notato delle difficoltà del settore, stiamo

cercando di ripartire su tutta la linea, cioè su una azione sia progettuale sia

materialmente di migliore utilizzo delle risorse umane. Quindi da questo punto

di vista magari ulteriori osservazioni le farà il Sindaco, ma se abbiamo deciso di

mettere in campo il riordino dei servizi socio – sanitari è proprio per questo

motivo. Grazie.

VICE PRESIDENTE LAURICELLA – Grazie, Assessore. Io farei parlare il

Sindaco e poi, se lo vuole, il dirigente.

SINDACO – Grazie, Presidente del Consiglio, grazie signor Consiglieri

comunali. Intervengo dicendo nella premessa del mio ragionamento che sono

veramente contento del fatto che si stia sviluppando questo importante dibattito

in Consiglio comunale perché consente a tutti noi anche di riuscire a fare

chiarezza e soprattutto a razionalizzare questo settore, riuscendo a dare il

maggiore servizio possibile alla città. E dicevo, sono veramente contento per

cui sono contento che venga proposto al Consiglio comunale la realizzazione di

una Commissione di indagine, di una Commissione d’inchiesta. Soprattutto

sono contento del fatto, e lo dirò anche nel corso del mio intervento, che questa

Commissione dovrà insieme con l’Amministrazione comunale riuscire a

individuare quelle nuove forme che dobbiamo dare al servizio sociale, quelle

nuove forme di organizzazione e di servizio che oggi peraltro sono previste

dalla legge. Parto da questa considerazione, prendendo ad esempio l’ultimo

tema che si è ora trattato relativo al bonus socio – sanitario per comprendere

come oggi il sistema del welfare sia un sistema in cui alla fine non è solamente

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una struttura, una istituzione, vedi il Comune di Agrigento ha… ricevere

l’istanza, la domanda da parte del singolo cittadino e immediatamente dare la

risposta. Fino a prima della legge del 328 del 2000 vi era questo tipo di rapporto

ed era sicuramente meglio, per cui ci trovavamo con l’istanza che veniva a fare

il cittadino e il Comune che immediatamente dava la risposta, comunque si

individuava, c’era la possibilità benissimo di individuare il ritardo, la

responsabilità, l’omissione. Oggi in questo sistema di questo welfare

istituzionalizzato, locale, vediamo per esempio, rispetto alla vicenda dei bonus

socio – sanitari, che facendo parte questo servizio del distretto socio - sanitario,

quindi facendo parte questo servizio di un distretto in cui fanno parte oltre che

al Comune di Agrigento, che è il Comune capofila, fanno parte altri 10 paesi,

come procedimento devi avere tutte le domande da parte di tutti i soggetti che

ti fanno l’istanza, quindi parliamo di soggetti di 11 paesi. Questa istanza viene

istruita e viene mandata all’A.S.L.. L’A.S.L. verifica e fa tutti gli accertamenti

che deve fare, si procede alla erogazione della prestazione, quando tutti i

Comuni che fanno parte del distretto mettono anche mano al portafogli in

termini di bilancio e quindi ti danno la possibilità di potere erogare il servizio.

Noi per venire incontro alle esigenze dei nostri cittadini, questo lo scorso anno

sicuramente e anche quest’anno, nonostante ancora da parte di tutti gli altri

Comuni non vi era stata la disponibilità, chiedo all’assessore se sbaglio qualche

passaggio di correggermi, non vi era stata la disponibilità finanziaria di mettere

mano al portafoglio, e quindi una volta che si era completato l’iter di pagare,

avevamo dato la disponibilità di pagare, ora però questo, ultimamente, dopo che

eravamo riusciti a recuperare i soldi con l’operazione relativa agli equilibri di

bilancio. Questo praticamente, oggi, proprio ora, in queste ore ha trovato le

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difficoltà da parte dell’A.S.L., con la quale domani avremo l’incontro, per quale

ragione? Perché mentre fino a ieri sostanzialmente la Regione siciliana ti

diceva: “Io ti do il contributo di tot euro. Tu questo contributo di tot euro in

graduatoria lo dai fino all’esaurimento della graduatoria”, oggi la circolare che

arriva, chiedo un attimo al dirigente che mi segua, perché sto dicendo delle

cose, ripeto, che se sbaglio voglio essere corretto, in riferimento al bonus socio

– sanitario, in riferimento all’incontro che dovremo avere domani mattina con

l’A.S.L., stavo dicendo che mentre fino a ieri l’erogazione del servizio, alla fine

di tutto il procedimento, faceva sì che l’impegno di spesa della Regione

siciliana era finalizzato a pagare fino alla graduatoria, fino a un punto, non

all’esaurimento, fino a un punto della graduatoria in cui arrivava materialmente

la disponibilità finanziaria, per cui se anche vi erano 700 richiedenti, il

contributo della Regione siciliana era bastevole per 400, la Regione siciliana ti

diceva: paga fino al quattrocentesimo, cioè fino alla disponibilità finanziaria che

hai. Oggi arriva una nota, un provvedimento amministrativo della Regione

siciliana che ti dice: “Io ti do questi fondi, tu devi pagare non fino alla

disponibilità finanziaria che hai, ma devi pagare tenendo conto di quella che è

tutta la platea dei soggetti che hanno diritto”. Questo è arrivato di recente e ha

messo, ha cambiato quella che era la prassi, per cui facendo sempre riferimento

agli anni precedenti, l’A.S.L. che aveva solitamente sempre fatto le verifiche

fino a un certo numero di istanze, in relazione a quello che era la previsione

finanziaria, oggi, tenuto conto di questo nuovo provvedimento amministrativo,

per cui anche per esempio non aveva completato gli accertamenti sanitari, non li

aveva completati, tenuto conto che gli si diceva: tu hai un milione di euro,

questi milioni di euro li devi utilizzare fino al numero di persone per cui hai

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questa disponibilità finanziaria, per cui l’A.S.L. arrivata a un certo punto non

continuava a fare più gli accertamenti sanitari, oggi bisogna andare a

completare gli accertamenti sanitari per quella restante parte, domani mattina,

l’incontro che avrò con l’A.S.L., sostanzialmente è finalizzato a dire che

procediamo in questo momento, anche a titolo di acconto, a dare ai bisognosi,

alle persone che hanno diritto, a dare quanto gli tocca. Questa è una proposta

che domani farò. Di questo io ne ho parlato oggi con gli uffici e mi assumo la

responsabilità di fare questo, quindi di procedere in questo senso, anche in

questo momento a titolo di acconto per andare a fare il conguaglio finale nel

momento in cui avremo da parte dell’A.S.L. tutto l’elenco delle persone che ne

hanno diritto. Non so se mi spiego come ragionamento. (intervento fuori

microfono) No, non è Agrigento, sono tutte le persone di tutto il distretto socio

– sanitario. Quindi domani la riunione è finalizzata, tenuto conto che noi

abbiamo fatto tutto quanto dovevamo fare, in termini di disponibilità

finanziaria, in termini anche con il Comitato dei Sindaci di superamento di

ostacoli all’interno della riunione del Comitato dei Sindaci, trovando alla fine

insieme una soluzione, ho parlato proprio oggi con gli uffici, dicendo:

“Abbiamo questo problema, domani all’A.S.L. conveniamo, certo, giustamente

lei mi dice: l’A.S.L. ha un compito di accertamento sanitario, noi procediamo

con i nostri uffici ad erogare il servizio, in questo momento a titolo di acconto

per poi… (intervento fuori microfono) è cambiato il metodo, mentre prima la

Regione siciliana ti diceva: hai un milione, questo milione lo elargisci non sulla

base di tutti i richiedenti, non sulla base di tutti gli aventi diritto, ma sino a

quando arrivi a un milione in termini di graduatoria, quindi rispetto a quella

graduatoria che veniva stilata vi era una parte di soggetti che restava fuori. Oggi

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invece devono essere tutti dentro. Questa è la novità. Oggi questa è la nota che

arriva dalla Regione siciliana e così ci dobbiamo fare, dicendo in maniera chiara

quali sono stati i problemi e quale è la situazione. Questo è quanto arriva dalla

Regione e dobbiamo comportarci così in maniera chiara. Se ci sono altri

suggerimenti che possono arrivare siamo pronti a seguirli, siamo pronti ad

adottarli. Questo per dire, l’ultimo è il più emergente dei problemi, che, ripeto,

io spero che domani mattina noi possiamo dare la risposta, per quanto ci

riguarda, definitiva al problema. Volevo dire, quindi, come ci troviamo di fronte

a un servizio che è estremamente complesso e che nel tempo è diventato

estremamente complesso, esigendo la necessità che rispetto a questo tema ci si

misurasse rispetto alle novità che sono state introdotte dalla legislazione. Io

vorrei che alla fine del mio intervento anche il dirigente, il dottore Lattuca,

intervenisse, in modo tale che anche dal punto di vista tecnico e amministrativo

venissero chiariti i dubbi e gli interrogativi che giustamente sono posti dai

consiglieri comunali. Allora proprio per questo io apprezzo la volontà di volere

arrivare a fare una Commissione per insieme andare anche a individuare le

nuove risposte che dobbiamo dare ai nuovi tipi di problemi e di emergenze che

vengono poste. Stiamo attenti, un altro tema voglio porre alla vostra attenzione.

Noi ci troviamo, e questo lo abbiamo affrontato insieme, rispetto a un settore

che ha visto relativamente alla spesa per i ricoveri dall’anno 2000 all’anno 2008

un incremento annuo che ha visto quadruplicare la spesa con un picco che vi è

stato nell’anno 2006. Abbiamo un dato, parliamo quindi di spesa storica per i

ricoveri, in cui partiamo dall’anno 2000, dove il costo era di 516.425,00. Nel

2001 abbiamo un costo di 543.312,00, nel 2002 abbiamo un costo di

704.102,00, nel 2003 abbiamo un costo di 991.102,00, nel 2004 abbiamo un

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costo di 1.235.556,00, nel 2005 abbiamo un costo di 1.526.463,00, nel 2006

abbiamo un costo di 2.920.000,00, nel 2007 abbiamo un costo di 2.920.000,00,

nel 2008 abbiamo un costo di 2.920.000,00. Quindi noi passiamo dall’anno

2000 all’anno 2008, nell’anno 2000 avevamo un costo di 516.000,00, nell’anno

2008 abbiamo un costo 2.920.000,00, relativamente ai ricoveri. Ora per questo

io voglio che veramente arriviamo a fare la Commissione di indagine, perché

noi comprendiamo come la spesa destinata ai ricoveri va ad assorbire più del

40% delle risorse finanziarie che sono destinate al settore. Andando poi a

condizionare in maniera forte la scelta complessiva degli interventi socio –

assistenziale che sono da realizzare e andando a intaccare inevitabilmente le

azioni socio – assistenziali realizzate in favore delle categorie bisognose. Questa

situazione chiaramente compromette l’attività dell’intero settore che poi ha le

difficoltà a dovere giustamente andare a rispondere ai bisogni che arrivano da

parte di chi non è ricoverato, però ha una istanza di bisogno. E allora, siccome

io penso che fuori da ognuno di noi c’è la volontà di fare scatenare una guerra

fra poveri, siccome io penso che è importante che andiamo veramente ad

affrontare questo tema, per andarlo ad affrontare in maniera radicale, a

comprendere quale deve essere il migliore sistema da realizzare, il migliore

servizio da realizzare nei confronti del bisogno, quale deve essere per andare a

vedere il tipo di rapporto che noi dobbiamo andare ad avere con le strutture di

accoglienza, con le strutture di ricovero. Noi abbiamo parlato di alcuni casi. Noi

rispetto ad alcuni casi per esempio mettiamo a disposizione i locali. Noi per

esempio dovremmo andare a rivedere le convenzioni. Noi per esempio rispetto

alla modalità con la quale si dice e si accerta che una persona ha bisogno del

ricovero, noi lì ci dobbiamo secondo me entrare. Ed è per questo che dobbiamo

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insieme andare a realizzare questa Commissione, dobbiamo andare a realizzare

questa Commissione per andare insieme a individuare le forme con le quali

dobbiamo andare a stabilire i criteri, i metodi, perché ci deve essere una ragione

per cui si passa da 500.000,00 euro a 3 milioni di euro. Il punto è che è chiaro il

numero dei ricoveri è aumentato, ma bisogna andare a monte a comprendere

perché è aumentato. E questo è un lavoro che dobbiamo fare insieme, questo è

importante. Questo è un risultato che ci portiamo tutti insieme, quando siamo

andati a fare le operazioni di equilibrio finanziario e nelle operazioni di

equilibrio finanziario siamo andati sempre a garantire questi numeri, nonostante

le difficoltà che tutti sappiamo in cui ci troviamo. Così come per esempio

rispetto alla vicenda dei minori stranieri non accompagnati, ma vi rendete conto

il paradosso che abbiamo vissuto? Cioè noi praticamente abbiamo nell’arco di 4

– 5 anni pagato giustamente alla Cooperativa, agli operatori, a tutte le strutture

di accoglienza dei minori stranieri non accompagnati un milione e mezzo di

euro, che praticamente questo milione e mezzo di euro da dove l’abbiamo

preso? Anticipando dalla nostra Tesoreria, e quindi siamo riusciti a garantire un

servizio agli operatori del settore. Il paradosso quale è stato? Che nello scorso

aprile – maggio la circolare dell’Assessorato agli Enti Locali ha detto: tenuto

conto che in questo settore, in tutta la Sicilia c’era una grande sofferenza da

parte di tutte le cooperative, di tutti gli operatori che praticamente non

venivano pagati dai Comuni, quindi c’era un grande stato di agitazione, allora la

Regione Siciliana che ha fatto? Dice: noi Regione Siciliana paghiamo al posto

dei Comuni e quindi paghiamo solamente per quei Comuni che non hanno

ancora pagato alle strutture. Noi che avevamo pagato, ci siamo trovati, quindi,

nella condizione alla fine di avere avuto quei 200.000,00 euro che era

68

solamente quella parte che ancora non eravamo riusciti a dare agli operatori del

settore, il grande paradosso nel quale ci siamo venuti a trovare… cioè si tratta di

questo. (intervento fuori microfono) Questi non sono arrivati, scusami, Ennio,

questo te lo dirà ora il dirigente, questo te lo devo dire, la buonafede

assolutamente. Io sono veramente perché diciamo le cose perché arriviamo a

risolvere i problemi, cioè che interesse ho io a tenere le persone là, cioè è

giusto? Qual è stato il problema che abbiamo avuto? Che quando tu fai fronte a

tutta questa anticipazione, poi è chiaro che quando ti arrivano i fondi, che ti

arrivano, poi magari li utilizzi per pagare altre cose, per dire i problemi che poi

abbiamo di bilancio sono stati questi, chiaro. Quindi noi ci siamo trovati nella

paradossale situazione in cui siamo andati, rispetto a questa circolare che c’è

stata della Regione Siciliana io l’ho impugnata, ho fatto un ricorso, ho

presentato un ricorso straordinario al Presidente della Regione, ho avuto anche

degli incontri, dove sostanzialmente ho spiegato e ho detto: noi non possiamo

pagare doppiamente e alla fine prendere una fregatura per avere voluto

assicurare e garantire il servizio e poi non veniamo rimborsati. È perché là mi si

faceva una interpretazione dal punto di vista letterale della circolare, che quindi

venivano solamente a essere pagati quei Comuni che erano in debito nei

confronti delle strutture e non quei Comuni che invece avevano debito con la

propria Tesoreria per via dell’anticipazione che avevano utilizzato. Questo è

stato il caso nel quale ci siamo trovati. Questo per dire che nei confronti della

Papa Giovanni, così come nei confronti di qualunque altro non c’è alcun

pregiudizio o motivo di volere avere o di volere essere contro o di volere averla

con qualcuno, perché non ce n’è motivo, anzi, vi devo dire che proprio perché

abbiamo voluto nei limiti di quelle che erano le disponibilità finanziarie riuscire

69

a dare una risposta a tutti, è stato fatto questo tipo di azioni. Dicevo prima che

dobbiamo insieme per esempio in questa Commissione andare a individuare,

perché ce lo dobbiamo porre il problema, Consigliere De Francisci, io sono

contento del fatto che si sia posto questo tema, perché come vedete questo tema

rappresenta dal punto di vista finanziario una voce rilevante del nostro bilancio,

perché se noi andiamo per esempio a individuare nella Commissione il tipo di

intervento che la struttura con la quale ci dobbiamo andare a convenzionare, il

tipo di servizio che quella struttura deve andare a realizzare, ma parliamoci

anche in maniera chiara, noi dobbiamo riuscire a realizzare un obiettivo, che è

quello per cui non è che dobbiamo istituzionalizzare il bisogno, perché questa è

la rivoluzione che insieme dobbiamo fare, quella di non istituzionalizzare il

bisogno. Noi dobbiamo riuscire a individuare quel tipo di modello per cui

quando chi ha bisogno, il minore, il disabile va in una struttura, gli sia fatto un

tipo di percorso che lo riesca a fare uscire da quella struttura. Questo è

l’obiettivo che dobbiamo riuscire a individuare. La cosa grave secondo me è

stata che noi da questo punto di vista, ed è questa l’importanza di questa

riunione questa sera, dobbiamo dal punto di vista politico – gestionale andare a

individuare tutte quelle formule con le quali noi Comune di Agrigento

sappiamo quando entra una persona in una struttura, perché entra, con quali

requisiti entra, chi decide che entra, quale percorso… (intervento fuori

microfono) Sono d’accordo con quello che dice Calabrese che dice: questo lo

dice la legge. Però il dramma è che lo dice la legge, però non si è realizzato, non

sono state messe in atto queste opere, questi atti amministrativi di controllo

preventivo e successivo, perché se noi riusciamo a mettere in atto questo, noi

riusciamo a dare un servizio che è il migliore possibile, oltre che è quello poi di

70

andare rispetto alla situazione finanziaria, andare a dare una risposta che è

rilevante, perché a me, ripeto, il dato che salta più agli occhi è quello che vi ho

detto, quello per cui passiamo da 500.000,00 a 2.920.000,00. Siccome a questo

tema, a questi punti di riflessione, vi sono altri spunti di riflessione in

riferimento per esempio ai controlli in ordine ai rapporti, dicevamo prima, con

le strutture di accoglienza, in riferimento per esempio alle prestazioni in termini

di servizi, in riferimento sostanzialmente a una migliore ottimizzazione che

dobbiamo avere delle risorse e a una maggiore razionalizzazione della spesa

sociale, per riuscire a realizzare quindi una più ampia e specifica gamma offerta

di prestazioni professionali. Quando, quindi, dobbiamo riuscire insieme

all’interno di questa struttura, di questa Commissione che si andrà a realizzare,

dicevo a ottimizzare la spesa in ragione dei servizi resi, delle qualità delle

prestazioni richieste, dobbiamo riuscire sul piano delle singole specifiche forme

di prestazioni di realizzare le migliori possibili. Tutto questo lo dobbiamo fare

per riuscire a avere un controllo vero della macchina, un controllo vero della

macchina. In questo senso io posso… questi anni di impegno sono serviti a

venire a capo a questa vicenda. E ti devo dire che non è stato facile, caro dottore

Alfano, perché ti trovi di fronte a un mondo che è in continua evoluzione dal

punto di vista normativo, della disciplina normativa, a un mondo in cui ci sono

anche tanti vuoti e lacune normative, a un mondo nel quale con il fatto che

all’interno del distretto socio – sanitario ti vai a confrontare con altro tipo di

richieste di altri Comuni, hai una difficoltà enorme nel riuscire poi a garantire, a

dare quella sterzata e riuscire a garantire il servizio, il migliore possibile. Io

però dico che in questo senso ci siamo indirizzati e ci siamo indirizzati andando

a sbloccare i fondi che erano bloccati, i fondi degli anni 2000 – 2006 e ora i

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fondi del 2007 – 2013, con finalmente… non è un caso se eravamo stati

commissariati come distretto socio – sanitario. Ma perché si era stati

commissariati? Perché quando ti vai a confrontare con altri dieci Comuni e ti

trovi di fronte ad altro tipo di richieste, ti trovi di fronte a un altro tipo di

volontà da parte di altri Comuni, ti trovi anche a essere bloccato. Per cui questi

anni, praticamente quelli sono serviti anche e soprattutto a dovere individuare

un percorso, che vi devo dire anche e soprattutto all’interno del distretto socio –

sanitario è stato individuato, nell’andare a dare le risposte ai soggetti che sono i

minori, i più bisognosi, i disabili, gli anziani, diviso quindi in queste quattro

tipologie. Io penso di avere detto sinteticamente e sicuramente non in maniera

completa quanto emergeva delle richieste da parte dei consiglieri comunali,

però apprezzo e soprattutto ritengo che il dibattito di questa sera sia importante

proprio per riuscire insieme a fare chiarezza, sia importante proprio per riuscire

insieme a questo settore a razionalizzarlo nella maniera migliore possibile, per

riuscire a dare il migliore servizio alla nostra città e ai nostri cittadini. Io vorrei

chiaramente con la vostra volontà che c’è la disponibilità da parte del dirigente

a riuscire a dare tutte le informazioni. Io sono per esempio destinatario di una

nota da parte del dirigente che ritengo sia importante che il Consiglio comunale

conosca rispetto al funzionamento dei servizi, rispetto alle voci che io penso

possano essere di enorme ausilio per il migliore funzionamento del servizio, ma

soprattutto perché vi sia una maggiore conoscenza da parte di tutti e soprattutto

perché arrivi da parte di tutti i migliori contributi per andare a dare a questo

settore la maggiore razionalizzazione in termini di servizi e di efficienza.

Grazie.

72

VICE PRESIDENTE MARCHETTA – Ha chiesto di intervenire il

Consigliere Micciché, ne ha facoltà.

CONSIGLIERE MICCICHÉ – Signor Presidente, colleghi Consiglieri, signor

Sindaco e signori della Giunta. Io cercherò di essere sintetico come al solito per

un doppio motivo, il primo perché fa parte del mio stile essere sintetico e il

secondo per l’eccessiva stanchezza che mi ha pervaso ormai da più di un’ora.

Veda, Sindaco, noi in questo Consiglio comunale al quale io mi onoro di

appartenere, credo che abbiamo improntato sin dal primo momento del nostro

insediamento i lavori all’insegna della trasparenza, all’insegna della onestà

intellettuale e anche questa sera credo che abbiamo l’obbligo di parlare alla

cittadinanza con un linguaggio soprattutto chiaro e comprensibile. Fermo

restando che io sono favorevole all’istituzione di questa Commissione, diceva

bene Maria Pia Vita, Commissione di vigilanza, di controllo, di collaborazione,

chiamiamola come meglio riteniamo più opportuno, a nostra salvaguardia e

soprattutto a salvaguardia degli uffici. Se fossi stato un tantino più lucido avrei

ripreso quanto sollevato dal Consigliere Vella. Il Consigliere Vella ha sollevato

un problema importante e cioè a dire quella confusione grande che hanno i

gestori della casa di riposo nel pretendere la differenza di retta relativa alla

quota per i soggetti non autosufficienti che va al di là del 75% fino al 100%.

Veda, Consigliere Vella, l’errore concettuale che commettono i gestori della

casa di riposo è un errore grande, perché la legge parla di non autosufficienza e

non è possibile prendere in considerazione una percentuale di invalidità civile

che regola solo la capacità lavorativa. Un anziano non ha una capacità

lavorativa, l’anziano ha una condizione di non autosufficienza. C’è un

contraddittorio grosso con l’A.S.L. sul concetto della non autosufficienza. E

73

qui, dottore Lattuca, andremo a vedere con molta calma le grandi carenze che ci

sono state, perché lei sa forse meglio di me che la legge 33 del ‘96 obbliga i

Comuni a darne comunicazione entro 5 giorni dell’avvenuto ricovero

dell’utente. Superato questo tempo l’A.S.L. non può più intervenire, se vuole, al

pagamento e alla differenza della retta, perché il Comune non gliene ha dato

notizia. Poi questo lo vedremo con molta calma. Ora, signor Sindaco, voglio

ritornare per un momento al bonus socio – sanitario. Veda, il bonus socio –

sanitario che stiamo trattando stasera fa riferimento all’anno 2008. Per il bonus

socio – sanitario c’è stato un bando che aveva una scadenza, come tutti i bandi.

Quando c’è una scadenza, alla fine della scadenza si fa un conto numerico e si

vedono quante domande sono pervenute all’ufficio. Da quelle domande si dà

mandato all’A.S.L. di verificare se ancora sussistono quelle condizioni previste

dal bando. Quindi nel 2008 noi sapevamo già ad agosto, dottore Lattuca, quante

domande erano pervenute. Il discorso che prima si pagava sino a 50 e poi

adesso la legge dice che dobbiamo pagare tutti, non è così, perché quando si dà

mandato all’A.S.L., si dà mandato di effettuare tutte le visite di tutte le

domande pervenute, e poi è il medico dell’A.S.L. ad accertare chi ne ha diritto,

chi non ne ha. Quindi noi a fine di tutta questa giostra sappiamo perfettamente

quante sono le domande pervenute, quanti di questi ne hanno diritto. Quindi,

oggi noi sotto Natale 2009, dobbiamo sapere per certo quanti i soggetti

soprattutto del distretto di Agrigento che hanno diritto al bonus socio –

sanitario. E allora, se parliamo di quote, come diceva il dottore Lattuca, noi

oggi, a me risulta che il distretto di Agrigento non ha nessuna visita arretrata,

signor Sindaco. Io che dirigo il servizio, il mio aiuto le ha esaurite tutte per

Agrigento. Allora noi se parliamo di una anticipazione economica, sappiamo

74

per certo che quelli di Agrigento hanno diritto da 1 a 500, da 500 a 600 sono

stati esclusi per mancanza di requisiti, ma noi oggi sappiamo quanti soggetti

hanno diritto al bonus socio – sanitario. E se non lo possiamo quantificare

perché dobbiamo dividere la somma, potevamo comunque anticipare la

somma, sotto Natale potevamo dare un 20%, un 30%. Per questo, signor

Sindaco, io poc’anzi stentavo a comprendere perché il discorso di prima che ne

avevano diritto 400, poi la legge dice che dovevano essere valutati tutti. Non

esiste, il bando è scaduto nel 2008. Sappiamo quanti soggetti hanno presentato

la domanda, abbiamo effettuato le visite, sappiamo quanti ne hanno diritto.

Quindi io direi di sentire il dottore Lattuca perché può anche darsi che non

l’abbia compresa io la legge, signor Sindaco, non sono un tecnico, io faccio

medicina e non sono un burocrate e quindi sono contento se più tardi il dottore

Lattuca o chi per lui mi spiegherà meglio il sistema e così io potrò andare a casa

contento e cosciente di avere interpretato male un concetto. Grazie.

VICE PRESIDENTE MARCHETTA – Ha chiesto di intervenire il

Consigliere Gramaglia, ne ha facoltà.

CONSIGLIERE GRAMAGLIA – Signor Sindaco, Assessori, Consiglieri.

Devo dire che il dibattito che si sta sviluppando questa sera è di enorme

interesse, perché forse per la prima volta si è messo mano alla solidarietà

sociale. E io voglio occuparmi in maniera molto specifica di questo settore,

possibilmente entrando nel tema della situazione, perché qua abbiamo due

gruppi di persone, da quello che capisco io, quelli della Cooperativa Papa

Giovanni XXIII e poi l’altro caso che sta a cuore a tutti i consiglieri comunali,

ma per il quale ho visto che già il Sindaco anche con l’intervento che è stato

fatto dal Consigliere Micciché domani dovremmo avere qualche cosa in più per

75

cercare di trovare anche una via di uscita a questo sistema che si sta

sviluppando da un punto di vista burocratico, che mi pare che non sia molto

snellente nel tentativo che si cerca a volte anche con direttiva di tipo regionale,

si cerca di snellire le procedure, invece poi si vengono a complicare con la

creazione del distretto socio – sanitario. Per quanto riguarda… signor Sindaco,

visto che siamo qua di fronte a questa Cooperativa, di cui io conosco bene il

lavoro che fanno in maniera di alta professionalità, perché spesse volte me li

ritrovo con i figli di extracomunitari, accompagnarli là in ospedale per cercare

di avere la massima attenzione sia da un punto diagnostico, ma anche da un

punto di vista terapeutico, sarebbe opportuno una volta per tutte da questo

bailamme di considerazione ce ne uscissimo, in maniera da atterrare in maniera

definitiva quello che è il problema strutturale anche da un punto di vista

personale dei collaboratori di questa Cooperativa, perché a me risulta che ci

sono collaboratori della Cooperativa che per ben 7 – 8 – 9 mesi non riescono a

portare a casa uno stipendio. A me risulta che la Presidente della Cooperativa

spesse volte ha notevoli difficoltà a pagare gli affitti. A me risulta che spesse

volte hanno difficoltà a mettere la pentola per i bambini extracomunitari,

quindi al di là delle considerazioni che sono state fatte questa sera e che io

condivido, che mi sembra assurdo che la Regione siciliana riesca ad avere

l’autorità di premiare cioè i Comuni che non si comportano bene, mentre di

annichilire quei comuni che si sono dimostrati anzi parsimoniosi nel modo di

spendere le loro risorse economiche. Quindi qua il problema bisogna risolverlo

in maniera definitiva. Chiedo il suo impegno personale e spero che il dirigente

possa venire a sollecitare in maniera tale da rispondere, perché non è giusto che

se c’è un bilancio ben riferito alla Cooperativa, poi lo stesso Comune magari

76

perché ha bisogno di sanare il debito in altri settori, riesca a spostare quel

bilancio ben specifico, perché non è corretto e penso che l’Amministrazione da

questo punto di vista deve impegnarsi nella sua serietà, perché è assurdo che

qua sono stati fatti dei ragionamenti di accusa sia al dirigente sia all’Assessore

che da quanto mi risulta e lo conosco da tanto tempo, per quanto riguarda la

sensibilità per i problemi della solidarietà sociale, se non è il primo ad

Agrigento è uno dei primi che ha cuore questi problemi. Quindi non possiamo

avere dubbi di nessuno. È il bisogno che necessita da questo Consiglio

straordinario, una maggiore coordinazione. Ben venga la Commissione di

inchiesta. Penso che sia il Sindaco che gli Assessori non hanno nessun dubbio

in merito. E vi dico di più. Talmente deve essere affrontato dalle radici questo

problema della Solidarietà sociale, perché è impensabile, caro dirigente, che c’è

un Asilo nido che serve solo per servire a stazionamento dei bambini e non c’è

nessun bambino che porta un contributo alle risorse economiche dell’Asilo

nido, perché c’è un regolamento che allora è stato fatto, devo dire anche

inconsapevolmente dallo scrivente che qui sta parlando, perché non è possibile

che ci siano dei bambini che vanno là e non pagano nessun contributo, come

non è pensabile di fare delle graduatorie. Ancora mi risulta, caro Assessore, che

si fanno delle graduatorie per 50 bambini e poi di queste graduatorie che cosa

succede? Che vengono chiamati in base alla graduatoria dell’Asilo nido ed è

facile che si possa trovare un posto tra un divezzo con un bambino di tre anni.

Non è possibile che da un punto di vista pedagogico non vengano seguiti questi

criteri. Ecco perché la Solidarietà sociale deve essere completamente esaminata,

anche con la Commissione d’inchiesta, anche con la Commissione, se è

necessario degli specialisti del settore, coinvolgerli, in maniera tale che diventa

77

un anello trainante per quella che è la struttura della solidarietà sociale nella

città di Agrigento, perché ci sono ancora delle pecche che devono essere risolte,

dirigente. Io spero che lei riesca a trovare la risoluzione di questi problemi,

perché non è possibile e non è dignitoso che ci siano dei lavoratori che devono

rivolgersi al sottoscritto perché da 9 mesi non prendono lo stipendio, perché non

è possibile e non è dignitoso che debbano avere difficoltà a mettere la pentola

per i propri figli. Quindi bisogna trovare il modo di risalire alle responsabilità,

se è necessario, mettere delle persone che possono collaborare con il dirigente,

ma che siano professionalmente valide e se è necessario rivolgersi anche a degli

esperti che penso che in maniera gratuita possono dare il contributo, soprattutto

lei, Assessore, che ha la sensibilità e che a me risulta che la sensibilità ce l’ha di

questi problemi, può averne conoscenza, ma nello stesso tempo ne ha

competenza. Quindi si rivolga, se è necessario anche a degli esperti. Posso dare

il mio contributo se è necessario. Io ho fatto per ben 10 anni il dirigente prima

che venisse il vice Presidente della Commissione Solidarietà Sociale e mi

risulta che questi stessi problemi ci sono sempre stati. Qua c’è il signor

Inserillo, arrivavamo sempre a dare il contributo per Natale o addirittura certe

volte tra Natale e Capodanno. Non è un problema di Amministrazione che non

funziona, è un problema che manca una organizzazione di base.

L’organizzazione di base si fa solo con la collaborazione e con il

coordinamento dei lavori. Se riusciamo a trovare questo coordinamento, se

riusciamo a trovare questa collaborazione, speriamo che il prossimo anno i

nostri amici del distretto socio – sanitario che hanno bisogno del bonus socio –

sanitario non debbano aspettare febbraio ma lo possono ricevere prima di

Natale.

78

VICE PRESIDENTE MARCHETTA – Il dottore Lattuca.

DOTTORE LATTUCA – Secondo me è stato proficuo che si sia aperta una

discussione seria e profonda sul settore della Solidarietà sociale per tanti motivi.

Innanzitutto voglio in via del tutto preliminare rassicurare il Consigliere Saeva

su un punto, a proposito della necessità di fare chiarezza all’interno del settore

degli Affari sociali anche in ordine a eventuali profili di responsabilità penale

che ci possano essere. Su questo non ci sono problemi perché già lo abbiamo

attivato di nostra iniziativa e lo abbiamo fatto una prima e una seconda volta

anche a tutela della propria onorabilità e professionalità. Quindi da questo

punto di vista il Consigliere Saeva deve ritenersi tranquillo, perché già su questa

vicenda c’è un interesse da parte della magistratura, però credo che non sia

questo che poi in fondo risolve i problemi dei cittadini, perché i problemi dei

cittadini si risolvono attraverso anche atti e comportamenti amministrativi

concreti. Questa sera sono stati affrontati a spizzichi e a bocconi un sacco di

questioni che appunto sono legate proprio alla vicenda della gestione degli

affari sociali. Ad esempio voglio rassicurare sia il dottore Micciché, sia il

Consigliere Vella che per quanto riguarda la quota sanitaria è da quando c’è

l’Amministrazione Zambuto che sono state adottate delle ordinanze di

ingiunzione nei confronti dell’A.S.L. per il recupero della quota sanitaria.

Abbiamo adottato, appunto, le ordinanze di ingiunzione per un recupero di circa

500.000,00 euro, le abbiamo adottate anche come iniziative pilota, queste

ordinanze di ingiunzione non sono state volontariamente eseguite da parte

dell’A.S.L., sono state impugnate e c’è un giudizio pendente in sede di appello,

Consigliere Vella, proposto da noi come Comune nei confronti dell’A.S.L.,

proprio ai fini del recupero della quota sanitaria. E voglio anche rassicurare il

79

Consigliere Micciché sul punto che noi le comunicazioni all’A.S.L. le abbiamo

fatte, solo che l’A.S.L., e addirittura nell’ultimo periodo le notifiche le abbiamo

fatto tramite ufficiale giudiziario in maniera tale che ora per ciascun

procedimento legato a ciascun assistito per il quale noi paghiamo la quota

sanitaria, dovremmo esercitare una azione legale di recupero davanti al

competente Tribunale. Quindi voglio da questo punto di vista rassicurare i

consiglieri comunali che noi in questi due anni, perché in fondo ormai per

ricostruire la vicenda abbiamo avuto bisogno di un po’ di tempo, in questi due

anni non abbiamo trascurato nulla, quindi neanche l’obiettivo di fare valere le

ragioni del Comune anche nei confronti dell’A.S.L. che un po’ ci ha bistrattati,

nel senso che ogni qualvolta chiedevamo l’intervento proprio per fare le visite

presso le strutture delle comunità, per verificare se effettivamente occorrevano

quelle prestazioni di carattere sanitario, per cui doveva successivamente essere

corrisposta una quota aggiuntiva in termini di retta, noi l’abbiamo sollecitato,

ma l’A.S.L. non è mai intervenuta. Su questo non che vogliamo addossare

responsabilità, però rivendichiamo a ognuno i propri compiti e le proprie

responsabilità. Quindi, questa vicenda della quota sanitaria è riferita proprio a

questo fatto. Villa Betania. Il pagamento di Villa Betania per quanto riguarda il

discorso, lo sollevava mi pare il Consigliere Saeva, il discorso della quota che

non veniva corrisposta, che è la quota di compartecipazione a carico dell’utente

che piuttosto che essere riscossa dal Comune per poi essere versata alla

struttura, viene a essere corrisposta direttamente da parte del… Villa Betania

non ha inteso aderire a questa perché ci mancano le convenzioni. Ebbene, uno

dei primi (...) che dobbiamo fare è: primo è l’adozione di un regolamento di

gestione del servizio sociale professionale, perché voi come Consiglio

80

comunale avete anche un potere notevole da dovere esercitare, che purtroppo

negli anni non avete mai esercitato, che è quello della programmazione

triennale delle attività sociali, articolo 5 della legge 22 dell’86. Quindi

l’obiettivo è l’adozione del regolamento per la gestione del servizio sociale

professionale. Manca un regolamento che appunto il servizio sociale

professionale si configura come un insieme di attività socio – assistenziale a

carattere gratuito al quale possiamo ricorrere tutti, perché la situazione di

bisogno non è legata ad una condivisione di indigenza o di povertà o a una

disabilità mentale, è collegata a vari tipi di bisogno che può riguardare qualsiasi

persona, la persona che si separa dalla moglie che ha bisogno di una mediazione

familiare a chi si deve rivolge? Si rivolge al servizio sociale professionale. La

persona che ha il problema di un affido condiviso in ordine a una famiglia

separata che ha la necessità di godere entrambi della prestazione dell’affido

condiviso del bambino e c’è la resistenza da parte di uno dei due coniugi, si

rivolge al servizio sociale professionale che svolge una funzione di mediazione

rispetto all’insieme dei bisogni che possono riguardare tutti, dal singolo

all’adulto, al minore, alla coppia, al gruppo, a chi soffre di dipendenza. Quindi

noi abbiamo la necessità come Comune di dotarci di un regolamento che

disciplina in maniera analitica il ruolo e le competenze del servizio sociale

professionale, l’insieme delle attività e gli insiemi degli interventi. Ebbene, noi

abbiamo commesso, secondo me, e questo è un limite, lo dobbiamo riconoscere

tutti, è stata operata una delega da parte dell’Amministrazione in ordine ad

alcune questioni fondamentali. Non si può delegare tutto a un ingegnere in

ordine alla gestione delle opere pubbliche, di come si interviene nel territorio, la

politica deve appropriarsi del suo compito e dire che cosa devono fare anche,

81

disciplinarlo e sapere quale è il limite dell’intervento dell’organo politico e

quale è il limite della… La politica in questi anni purtroppo ha delegato tutto

direttamente agli operatori e badate bene che fare l’attività di assistenza sociale

è una attività difficilissima e che tra le altre cose prevede anche malattie che

sono tipiche dell’Assistente Sociale, il dovere sentire sempre tutti i problemi

legati, è una delle malattie… cioè vivono anche delle malattie usuranti. Per

esempio gli assistenti sociali, io dico che molti dei nostri assistenti hanno

problemi di problemi di corto circuito si dice in termini tecnici, cioè il

problema del cosiddetto burnout, cioè sentire dopo venti anni i problemi degli

altri, finisce uno con l’appiattirsi rispetto all’affrontare un bisogno o un

problema e lo affronta male, e lo affronta male, perché è vero, il consigliere De

Francisci, il Consigliere Calabrese… (intervento fuori microfono) c’è la

necessità, c’è bisogno di attività di formazione, c’è bisogno di attività di

orientamento, di ritarare le modalità di intervento, c’è la necessità di operare in

equipe, di lavorare come gruppi pluridisciplinari. Così come molte esperienze

delle attività sociali sono mutuate dal sistema sanitario, dottore Gramaglia, cioè

molti interventi, il sistema delle convenzioni, il sistema degli accreditamenti, il

sistema anche degli interventi pluridisciplinari in equipe sono tutte tecniche e

metodiche o protocolli di attività, come si dice in gergo medico, tipiche delle

attività sanitarie, oggi socio – sanitarie in cui molto spesso, e lo vediamo anche

con le leggi di riforma in materia di sanità, l’obiettivo è quello di intervenire per

prevenire l’ospedalizzazione e soprattutto di intervenire in termini di

prevenzione e di benessere rispetto alla comunità e alla collettività in genere,

quindi in questa chiave, se noi vogliamo seriamente superare i limiti dell’attuale

gestione che noi abbiamo, dobbiamo dotarci di un modello organizzativo

82

efficiente. Quindi, prima regola, ritengo, e noi già lo abbiamo depositato, è

quello di un regolamento sulle attività socio – assistenziali, dove tutto viene a

essere disciplinato e viene ad essere regolamentato. Questa è una competenza

vostra che dovete esercitare fino in fondo come Consiglio comunale, come

Amministrazione attiva, in maniera tale che anche gli operatori, chiunque esso

sia, oggi si chiama Lattuca, domani si chiamerà Francesco, si chiamerà

Giovanni, domani saprà quali sono le regole che dovevano disciplinare

l’insieme delle attività sociali nell’ambito di questo mondo che è un mondo

veramente complicato e difficile da intervenire, perché anche a questo dei

regolamenti sulle attività si aggiungono gli schemi tipo di convenzione dove

sono disciplinati l’insieme dei rapporti che noi dobbiamo mantenere e sono

anche rapporti giuridico - patrimoniali, non sono solo rapporti legati soltanto a

prestazioni di carattere specialistico. C’è un dare e un avere che deve essere

anche misurabile, quantificabile, verificabile sul piano anche della qualità, in

maniera tale che ognuno sa chi, che cosa fa, come viene fatto e se deve essere

pagato secondo la giusta retribuzione che è dovuta sulla base dell’accordo che

noi abbiamo stipulato a monte. Purtroppo mancano gli schemi tipo di

convenzione, dobbiamo fare tanti schemi tipo di convenzione quanti sono le

tipologie delle comunità o delle strutture socio – assistenziali, perché la legge

22 dell’86 all’Art. 26 prevede l’Albo e l’Albo prevede tantissime tipologie al

suo interno, per ognuna ci sono dei costi, ci sono dei livelli di prestazione, ci

sono degli standard strutturali e organizzativi che devono essere rispettati.

Quindi se noi non sappiamo a quale tipologia, a quale sezione dell’Albo è

iscritta e con quale tipo di convenzione andiamo a disciplinare, noi rischiamo

di pagare possibilmente di più delle prestazioni che potremmo anche pagare di

83

meno. E questo incide in termini di costo delle prestazioni e di aggravio di

spesa per l’ente. Quindi voi avrete di qua a qualche giorno tantissimo lavoro da

dover fare e qua ritengo che sia opportuno che si collabori seriamente e si

collabori lealmente, perché qua ad una operazione di trasparenza rispetto a delle

criticità che ci sono, nessuno si sottrae, anzi, ben vengano, nella misura in cui

questo serve a rendere più efficace, efficiente l’azione del Comune nei

confronti… Attenzione, questo serve, Consigliere Alfano, questo è un punto

perché il mondo delle attività sociali non si chiude con le strutture socio -

assistenziali, è una parte di un tutto che deve essere messo assieme attraverso un

puzzle costituito da tante tessere. L’altra tessera, per fare un esempio, le

misure… voi che siete medici potrete insegnarmi tante cose, io purtroppo vengo

da una formazione di carattere tecnico – giuridico, quindi ho avuto difficoltà ad

arrivare anche a fare proprio un ragionamento, e di questo ad esempio molte

competenze sono distribuite, alcune sono nostre, altre sono delle A.S.L., altre

sono anche di altri enti. Le faccio un esempio, cioè ad esempio per i minori, il

Sindaco, dicevo, toccava un nervo secondo me scoperto, non bisogna

istituzionalizzare il bisogno. Come non si istituzionalizza il bisogno? Ad

esempio nelle ipotesi del minore le alternative quali sono? È chiaro che se noi

buttiamo un bambino a due anni all’interno di una comunità, glielo teniamo fino

a 18 anni, abbiamo fallito nel compito della tutela sociale, perché tutte le leggi

dicono, specie le leggi in materia di minori, dicono che la soluzione ottimale è

l’ambiente familiare. Quindi che significa questo? Significa che noi, è una cosa

vecchia, però è tanto vecchia che non è mai stata applicata e che dobbiamo fare

di tutto perché ci si arrivi, la legge in materia di affidamento è del 1983, siamo

nel 2009, ancora la dobbiamo fare. Cioè questo è ad esempio un regolamento

84

sulla disciplina dell’affido familiare fondamentale, se vogliamo non

istituzionalizzare il bisogno, affido che deve essere poi anche propedeutico nella

misura in cui non si riesce a ricostituire un nucleo familiare capace di potere

riaccogliere il bambino all’interno della sua famiglia naturale o legittima,

qualunque essa sia, è chiaro che poi a quel punto diventa naturale l’adozione,

tanto è vero che noi abbiamo il Tribunale dei Minori che si sta attrezzando, ha

costruito una piattaforma con un progetto del Ministero di Grazia e Giustizia,

dove noi dobbiamo partecipare con… all’interno della banca dati essere in rete

con questa piattaforma e accedere con le nostre smart elettroniche. Quindi che

significa? Significa che quantomeno i nostri assistenti sociali devono sapere

usare il computer, quindi bisogna accedere, avere le password, sapere gestire,

perché avremo un controllo, tutto avrà una tempistica disciplinata

rigorosamente, entro un certo termine chiunque deve intervenire nel processo in

ordine alla adozione di un bambino, deve intervenire e può essere controllato in

sede centrale, quindi da parte del Tribunale dei Minori, se fa o non fa la

relazione sociale e se la carica all’interno, perché da quel passaggio poi si passa

ad una fase successiva, per rendere concreta la possibilità di adottare un

bambino, quindi di tirarlo fuori e reinserirlo all’interno di un contesto, che sia

sociale, familiare, economico, eccetera. Quindi questo a proposito dei minori,

ma se dovessimo parlare di un disabile mentale, noi i disabili mentali molto

spesso ce li ritroviamo perché c’è un mercato, è inutile che ce lo nascondiamo

dietro, all’interno di comunità per anziani. Ebbene, il disabile mentale, non è

che tutti i disabili mentali sono della stessa specie o della stessa natura. In

questo i medici mi possono aiutare. Abbiamo disabili mentali che hanno

necessità di interventi psichiatrici e quindi di cure e di terapie farmacologiche o

85

proprio psichiatriche, ci sono invece altri soggetti che non hanno queste

necessità e questi bisogni e hanno bisogni diversi. Ebbene, non dobbiamo

costruire delle scale in questo? Cioè non dobbiamo costruire dei target in ordine

alle strutture assistenziali che si occupano di disabilità? Perché c’è la comunità

che sa affrontare quel caso particolarmente grave e comunità che ne sa

affrontare un altro, meno grave, più grave, però in questo noi ad esempio già

con il dipartimento di salute mentale, con il dottore Manno che è il Direttore,

già abbiamo stabilito delle linee guida, lo abbiamo fatto come distretto socio –

sanitario, ma c’è anche qua un limite, ancora la cultura dell’integrazione socio –

sanitaria non è una cultura grande e ci sono anche tentativi di evitare che si

adottino queste linee guida in ordine a come si stabilisce un ricovero, ci sono

delle difficoltà e noi lo dobbiamo superare se vogliamo evitare che la spesa da 3

milioni la facciamo cominciare a scendere a 2 milioni 933, cioè dobbiamo fare

uno sforzo perché l’insieme dei bisogni e dei servizi che dobbiamo rendere, i

bisogni non sono tutti uguali, i bisogni sono tutti diversi, i bisogni richiedono

servizi diversi in ragione al tipo di bisogno che andiamo davanti. Quindi in

questo richiedono sforzo notevole, uno sforzo notevole, al quale sforzo deve

essere chiamato non solo l’organo gestionale che poi in fondo è l’ultima ruota

del carro che deve fare funzionare la macchina con tutte le persone che ci

stanno dentro, con tutti i limiti e le difficoltà che ci sono e nell’organo di

gestione che non ha una formazione squisitamente tecnica, non è uno psicologo,

un sociologo o non è uno specialista delle scienze sociali, ma che ha una

formazione diversa, ma che comincia a comprendere un processo e che quindi

bisogna fare di tutto perché si possa intervenire su questo. Torniamo al bonus.

Si è fatto… (intervento fuori microfono) Questo è il futuro, ma io dico è chiaro

86

che un’analisi profonda già l’abbiamo fatta su questo e ritengo che non sia il

caso, il Sindaco ne ha accennati nella sua relazione molti passaggi in questo, e

secondo me l’analisi va approfondita, bisogna conoscerla fino in fondo anche

nell’analisi di perché siamo arrivati anche a questo paradosso, a queste

situazioni anche di difficoltà di una spesa lievitata, di problemi che si sono

accavallati nel tempo. Ci sono stati e ci sono dei limiti nell’attività, appunto, del

servizio sociale professionale e noi li dobbiamo superare. Per quanto riguarda il

bonus socio – sanitario tutte le visite non sono state fatte, dottore Micciché, cioè

tutte le… non sono state fatte, dobbiamo rivederci, infatti domani serve proprio

a chiarire questo profilo. Domani dobbiamo sederci anche qua per affrontare e

superare il problema. È chiaro che se noi ci guardiamo indietro non lo

risolviamo. Infatti se l’Assessore oggi stesso se ne è fatto carico, negli altri

giorni abbiamo fatto la nota, abbiamo chiesto quale era lo stato delle pratiche,

quante ce ne sono state mandate, come ci sono state mandate. Questo è stato

fatto, dottore Micciché, non è che noi abbiamo il piacere perché le persone

vengano a picchiarci, no, assolutamente, oppure a protestare. (intervento fuori

microfono) Io non voglio assolutamente, infatti noi dobbiamo evitare. Non

vogliamo ribaltare nulla, noi dobbiamo risolvere il problema. Perché quest’anno

abbiamo la difficoltà in ordine agli accertamenti che dobbiamo fare che sono di

gran lunga superiori rispetto agli anni passati, perché la Regione ha fatto una

operazione matematica, cioè io ti do tanti soldi, li deve distribuire a tutti gli

aventi diritto, mentre secondo me anche forzando il dettato normativo, però io

non c’entro in questa vicenda perché se le istruzioni che abbiamo ricevuto sono

queste, noi le dobbiamo applicare. Cioè il bonus non viene erogato in misura

pari all’indennità di accompagnamento, cioè mentre prima il bonus era 450,00,

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cioè pari all’indennità di accompagnamento, per sei mesi, quest’anno non è

così. Prima era 2750,00 euro, oggi non è più così, cioè tanti aventi diritto, a

tanti tu devi distribuire le somme, indipendentemente dal valore dell’indennità

di accompagnamento. Quindi non sarà più un assegno di 450,00 euro mensili,

ma sarà tanto quanto gli aventi diritti rientreranno del budget complessivo della

spesa, quindi per il 2008. E sicuramente per il 2009 sarà ripetuta la stessa cosa.

Per il 2008 ci è stato detto di fare così, quindi noi lo dobbiamo applicare, quindi

in questo modo dobbiamo fare gli accertamenti per una platea complessiva, per

tutti e quindi gli accertamenti medico – sanitari li dobbiamo fare per tutti e

conseguentemente questo ci crea un problema perché l’accertamento lo

dobbiamo… dobbiamo essere sicuri che tutti abbiano diritto al bonus nella

misura che sarà stabilita in base al budget che abbiamo assegnato. Questo è il

problema e domani lo affrontiamo. Il Sindaco ha indicato un percorso che

secondo me se ci ragioniamo possiamo anche farlo, però dobbiamo sapere fin

da adesso che il bonus non è uguale nella medesima cifra rispetto agli anni

passati, e questo lo diamo in acconto, viene ridistribuito in parti uguali, lo

diamo in acconto fino a un certo numero, perché dobbiamo mantenerci entro

una soglia di precauzione, è chiaro che è poi entro una soglia di precauzione

perché noi non possiamo trovarci scoperti rispetto al… lo manteniamo entro

una soglia di precauzione, a quel punto cerchiamo di dare immediatamente una

risposta al bisogno che c’è effettivamente, al quale figurarsi se vogliamo noi

sfuggire rispetto a questa necessità. Per il resto io credo di non dovere

aggiungere altro rispetto a questa vicenda. Per quanto riguarda la vicenda della

Papa Giovanni XXIII, è una vicenda secondo me complessa, per cui non

possiamo ridurla in poche battute attraverso… su questo il Sindaco ha detto

88

molto e ha detto molto anche l’Assessore, anche l’Assessore al ramo. Mi viene

da ridere, sapete perché? Perché fin quando noi pagavamo tutte le rette anche

per i minori stranieri non accompagnati, questo Comune ovunque fossero

ricoverati i minori stranieri, li pagava sempre il Comune di Agrigento. Erano

ricoverati a Ravanusa, a Campobello di Licata, li pagava tutti il Comune di

Agrigento, cioè la comunità agrigentina pagava tutte le rette. Il fatto che il

Sindaco indichi nel 2006 il punto in virtù del presupposto che siccome la tutela

veniva aperta in capo al Comune di Agrigento, Prefettura e Questura…

(intervento fuori microfono) pagavamo noi, anche se poi venivano ricoverati in

altri Comuni. E noi abbiamo avuto in un anno almeno… per questo abbiamo

avuto il picco del 2006. Nel 2006 noi abbiamo pagato intorno a 680.000,00

euro, 700.000,00 euro, che su 3 milioni di euro incide nella misura pari a un

quarto in sostanza, più di un quarto di questo. Che è successo? Che la

Prefettura, proprio anche per le rimostranze che noi abbiamo fatto già nel 2007,

ha cambiato l’orientamento, è uscita con una circolare dicendo: paga ciascun

Comune dove ha sede la comunità dove viene ricoverato il minore, ed è

diventato un criterio corretto. Che succede? Che gli altri Comuni cominciano a

protestare perché avevano delle difficoltà finanziarie a dovere corrispondere il

valore della retta, perché la retta è anche pesante, sono 2.100,00 euro al mese…

(intervento fuori microfono) per un bambino, sono circa 70,00 euro al giorno,

sono 2.100,00 euro al mese, è chiaro che ciascun Comune… e tuttora ci sono

tutti i Comuni, il Comune di Ioppolo che ha mi pare due comunità, il Comune

di Ioppolo rischia il dissesto finanziario perché se voi pensate, se sono due

comunità con 20 bambini a 2.100,00 euro al mese, fate un po’ di conti e vedete

se non si assorbe tutto il bilancio al Comune di Ioppolo. E quindi è chiaro, sono

89

problemi loro, però che è successo? Il paradosso quale è stato? Quando è

subentrata questa questione che ogni Comune doveva pagarsi la sua retta e noi

pagavamo, in sede di riunioni del Consiglio territoriale in Prefettura, gli altri

Comuni ci hanno imposto: non pagate più, perché voi siete la pecora nera che

non ci consente di esercitare una pressione nei confronti della Regione o nei

confronti del Ministero degli Interni per fare cacciare i soldi per i minori

stranieri non accompagnati, perché giustamente si sostiene, e a ragion veduta,

che al momento che la materia dell’immigrazione è di competenza dello Stato,

articolo 117, comma 1, lettera B della Costituzione, dice: perché le dobbiamo

pagare noi? Infatti in sede di Consiglio territoriale si è detto questo: voi non

pagate perché voi ci mettete in difficoltà. Paradosso quello che ha detto il

Consigliere cosa. In questo il Sindaco sta adoperando per quanto di sua

competenza tutte le iniziative necessarie perché si arrivi, perché se noi avessimo

avuto il rimborso, il ripianamento del debito solo per i minori stranieri non

accompagnati, noi non avevamo il problema di Villa Betania, il problema di

tutte le Comunità, perché nel 2008 non è che ci manca solo Villa Betania

all’appello, ci mancano anche le altre comunità. Noi non avremmo avuto nessun

problema a dover pagare ordinariamente la spesa a tutte le comunità, per cui

anche in questo c’è il paradosso tipico della Sicilia che da un lato non ci dà i

soldi, dall’altro ci commissaria. Quindi anche questo, qualcuno forse ce lo deve

spiegare sul piano della… non lo so in queste cose, però questo viviamo, quindi

questi sono i problemi che abbiamo avuto. Però bisogna riconoscere anche un

fatto, che tutta la vicenda oggi da parte del governo se sulla vicenda

dell’immigrazione si è, dell’immigrazione ordinariamente intesa ha operato in

una certa maniera, quindi con la politica del respingimento eccetera, per i

90

minori c’è una attenzione massima, perché ad esempio all’interno dei Consigli

territoriali, circolare Maroni, Ministro degli Interni, istituisce le sezioni minori

all’interno delle comunità. E, attenzione, la soglia di attenzione riguardo alle

comunità è molto alta e si vuole evitare che su questo ci sono state indagini

parlamentari, tuttora ci sono delle indagini in corso sul modo come viene gestita

tutta l’accoglienza, c’è una discussione da parte dell’ANCI su questa vicenda.

Noi abbiamo un progetto approvato, cioè siamo stati ammessi a finanziamento,

siamo primi in graduatoria e a momenti otterremo, avremo la possibilità di

gestire noi direttamente tutto il processo dell’accoglienza, utilizzando il metodo

che già noi abbiamo sperimentato che è quello dello SPRAR e del progetto

TARIC, cioè per le categorie ordinarie degli immigrati, anche per la categoria

dei minori stranieri. Come vedete queste sono problematiche che hanno una

certa complessità e che richiedono anche un intervento e una azione

amministrativa che sia all’altezza del problema che abbiamo davanti, che non

può essere semplicemente ridotto a un problema di pagamento solo di rette.

Riguarda anche un problema legato alla qualità delle prestazioni, perché è

giusto, a mio modo di vedere, chiedere, in ragione di quanto si paga, chiedere

che prestazioni riceviamo. E rientra nelle attività ordinarie della legge regionale

22, della legge 328 del 2000, di tutte le circolari in materia di minori stranieri, le

direttive che ci sono allora Ministero degli Interni, che sono direttive che ormai

hanno persino il loro tempo, sono del 2007, del 2006, quindi noi questo

problema lo dobbiamo affrontare nell’ambito di questa visione complessiva del

fenomeno. L’attività che abbiamo fatto anche per quanto riguarda l’attività

progettuale, io ho citato, saltando ad esempio uno… (intervento fuori

microfono) La capacità progettuale l’abbiamo dimostrata candidandoci e

91

ottenendo i soldi. E il paradosso sapete qual è? Il paradosso è che noi abbiamo

la capacità di potere portare tutto ciò che è necessario fare arrivare qua, con i

fondi del PON sicurezza, abbiamo un rapporto già privilegiato tramite la

Prefettura con il dipartimento per l’immigrazione e gli affari civili. Potremmo

andare a Roma a parlare con il Direttore del Dipartimento e fare arrivare le

necessarie risorse per rendere servizi a questa città. Però per fare questo

dobbiamo essere… per la Cooperativa nostra noi già il nostro lavoro l’abbiamo

fatto come ufficio, dipende dalla Regione Siciliana, perché noi già abbiamo

chiesto le istanze di finanziamento, abbiamo formulato, abbiamo portato le

carte, come si dice, a Palermo per chiedere i soldi e quindi l’abbiamo portato a

Palermo per quanto riguarda proprio la vicenda dei minori stranieri non

accompagnati. Quindi da questo punto di vista… (intervento fuori microfono)

All’Assessorato, nelle mani di una signora che se ne dovrà occupare e che se ne

occupa, con la quale abbiamo relazioni telefoniche e rapporti diretti. Quindi da

questo punto di vista noi siamo a posto. (intervento fuori microfono) Il 9 mesi di

pigliare lo stipendio è legato anche alla condizione di liquidità. Scusate, non è

che dipende solo da me. Io per quanto riguarda Villa Betania, un momento fa

anche lo stesso Consigliere Calabrese ha detto che sono state pagate due

mensilità e non sono state pagate altre due mensilità, ma gli atti liquidazione,

l’ufficio, noi li abbiamo fatti. Ma questo non significa che io voglio scaricare

sul collega della Ragioneria il problema del mancato pagamento a Villa

Betania. Questo non lo posso fare e non lo voglio fare, perché è un problema

legato alla liquidità, non è legato al mio ufficio che non fa arrivare le

liquidazioni all’ufficio di Ragioneria, questo è tutt’altro discorso e tutt’altro

ragionamento. È chiaro che è legato. E torno a ripetere, se noi facciamo affluire

92

le necessarie risorse per gestire questi processi, perché sono processi

amministrativi che vanno governati. Vanno governati con tecniche e procedure

amministrative, sapere conoscere i procedimenti, saperli applicare, rendicontare,

rendere, fare… io ho preoccupazione, perché l’attività progettuale che abbiamo

messo in campo noi è una attività terribile. Progetto Libeccio: Ministero degli

Interni. Il Progetto Carrubo, noi abbiamo fatto arrivare qua ad Agrigento con

soldi che già sono nel cassetto e si stanno bandendo le gare per ristrutturare gli

immobili e fare accoglienza. Sono arrivati 990.000,00 euro, sono state fatte le

gare per ristrutturare questi immobili e il Comune fa una duplice operazione,

recupera immobili, valorizza dal punto di vista patrimoniale il bilancio, perché

non iscrive come rudere ma lo iscrive con il suo valore in termini economici, in

termini reali e dall’altro fa anche accoglienza. A questa operazione, e questa è

una operazione iniziale, potremmo fare arrivare, siccome è la fase iniziale di un

processo, questo è un processo, una volta avviato dovrà continuare

necessariamente. E qua c’è lavoro per fare ulteriori ristrutturazioni, c’è lavoro

per fare accoglienza, mettere a frutto una politica seria in termini di gestione

proprio del problema dell’immigrazione e dare un’offerta variegata a target a

diversi di cittadini. Quindi, ai cittadini extracomunitari avviamo questo

processo attraverso i fondi dell’inclusione sociale del Ministero del Welfare,

agli altri cittadini valorizziamo gli immobili che ai cittadini nostri, quelli dello

IACP, facciamo le ristrutturazioni, e quindi questo è fare Welfare, fare attività

di benessere. Quindi 1.400.000,00 euro, progetto You and me, dipartimento per

le politiche giovanili, Presidenza del Consiglio dei Ministri un milione di euro,

e con questo milione di euro dovremmo ristrutturare anche qua un immobile a

Villaseta e fare delle politiche per i giovani di Villaseta. E solo Dio lo sa che

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cosa occorre a Villaseta per fare delle politiche di integrazione per i giovani a

Villaseta, con altri 800.000,00 euro. Posso citare anche altre ipotesi. Poi voglio

dire però, siccome ormai l’attività dell’amministrare non è una attività di

amministrazione per funzione o per compiti, è una attività per progetti, che

richiede l’insieme delle competenze messe assieme e affrontare i problemi. E in

questo modo possiamo anche affrontare il problema finanziario, perché se noi

riusciamo a trasferire, ad adottare una politica intelligente che usa risorse

diverse in ragione dei bisogni e delle misure che ci sono, noi possiamo fare

tantissimo. Ci siamo candidati per ultimo al bando per l’inclusione sociale e il

progetto l’abbiamo fatto noi. Il partner l’abbiamo coinvolto, l’abbiamo

selezionato, però il progetto l’abbiamo fatto noi e lo dobbiamo governare noi.

La direzione dal punto di vista amministrativo la mantiene comunque il

Comune in questo e in questo anche la funzione politica riesce a svolgere la sua

funzione principe, a mio modo di vedere. Quindi queste sono le tematiche che

bisogna affrontare in materia di attività APQ Giovani. Qualcosa l’abbiamo

anche dimenticata, però purtroppo non possiamo ricordarle tutte. Però, torno a

ripetere, questo richiede un modello di Welfare serio, locale si dice e regionale.

O ci agganciamo a questi processi, perché poi in buona sostanza significa

questo, o ci agganciamo a questi processi di politiche di innovazione che hanno

un carattere nazionale e regionale o altrimenti richiamo di restare tagliati fuori e

avere sempre i soliti problemi di cui anche questa sera stiamo parlando.

PRESIDENTE CALLARI – Grazie. È la volta del Consigliere Calabrese.

CONSIGLIERE CALABRESE – Presidente, io intervenivo solo per dire che

stiamo depositando il documento sottoscritto, anzi già era stato depositato il

documento preparato dal Consigliere De Francisci, sottoscritto da 23

94

consiglieri, con il quale si chiede che venga messo all’ordine del giorno dopo

che gli uffici avranno preparato la proposta per fare questa benedetta

Commissione di indagine, conoscitiva, perché da quello che abbiamo sentito la

confusione è totale, totale. Avevo qualche appunto per fare giustizia a qualcuno

che è stato accusato di avere fatto lievitare le rette dei ricoveri da 500,000,00

mila a 2 milioni e mezzo, cosa che non può dipendere da questa persona, perché

chi dispone i ricoveri degli anziani sono gli Assistenti Sociali e quindi non è

quel funzionario, quel dipendente che è stato citato. (intervento fuori

microfono) È stato detto che il dipendente Lauricella è stato allontanato per

questo motivo, è stato detto così, si vada a vedere le registrazioni, Sindaco,

stasera, a buon intenditore poche parole. Si vada a vedere in mezzo alle righe

quello che è stato detto e bisogna fare giustizia. Quindi i ricoveri degli anziani

vengono stabiliti dagli Assistenti Sociali, ma abbiamo appreso stasera che forse

sono lievitati perché i nostri Assistenti Sociali sono in corto circuito. Abbiamo

gli Assistenti Sociali in corto circuito. Che significa? Li licenziamo e

assumiamo quelli bravi, quelli buoni. Bisogna fare questa Commissione,

Presidente. I disabili psichici non li stabiliscono gli Assistenti Sociali in corto

circuito, li stabilisce l’ASP con la struttura che si trova in via Imera, sono loro

che stabiliscono e sono loro che indicano le strutture presso le quali devono

andare. Non era il Lauricella che assegnava gli assistiti alle varie… o distribuiva

gli assistiti alle varie strutture. I minori, i minori italiani sono assegnati dal

Tribunale ed è il Tribunale che stabilisce presso quale struttura devono andare. I

minori stranieri sono assegnati dalla Questura che stabilisce in quali strutture

devono andare. Quindi la lievitazione dal 2000 ad oggi, da 500.000,00 a 2

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milioni e mezzo non è colpa del dipendente. La verifichi con la Questura…

(intervento fuori microfono)

PRESIDENTE CALLARI – Signor Sindaco, un attimo e facciamo

completare.

SINDACO – Siccome si stanno attribuendo responsabilità che non sono state

invece questa sera attribuite o accertate…

CONSIGLIERE CALABRESE – Non da parte sua, Sindaco. non da parte sua,

c’è stato qualche intervento, la prego di andare a vedere lo stenotipato…

SINDACO -… dei nodi che dobbiamo andare ad affrontare… La persona che

(...) non è giusto.

PRESIDENTE CALLARI – Sindaco, lasciamo finire l’intervento del

Consigliere Calabrese.

CONSIGLIERE CALABRESE – Si vada a vedere lo stenotipato e se è stato

affermato o meno quello che sto dicendo. Non è stato da parte vostra, è stato da

parte di qualche consigliere. Sindaco, si vada a leggere lo stenotipato. Poi,

andiamo avanti. È stato allontanato lasciando intendere che chissà che cosa

stesse combinando in quegli uffici, accerteremo anche le responsabilità di

questo dipendente, audiremo anche questo dipendente, accerteremo anche

queste cose, audiremo questo dipendente, audiremo gli Assistenti Sociali in

corto circuito, audiremo tutto, l’ufficio, le Cooperative, gli utenti, i cittadini,

audiremo tutti. Mi si dice che bisogna verificare gli standard strutturali.

Qualcuno mi deve spiegare se vi è una normativa della regione che fa una

differenziazione tra i minori italiani e i minori stranieri per quanto riguarda gli

standard strutturali. Non vi è nessuna normativa regionale che fa una

96

differenziazione. E allora qualcuno mi deve spiegare perché vengono pagate le

rette dei minori italiani e quindi in questo momento si stanno accertando che gli

standard strutturali sono giusti, ma di contro non gli si pagano i minori stranieri

richiedendo gli standard strutturali. Bisogna fare la Commissione conoscitiva.

Le rette, il caso di Brescia. A Brescia pagano un terzo di quello che pagano ad

Agrigento, come se le rette le stabilissero le comunità, quindi a Brescia

vogliono un terzo, ad Agrigento ne vogliono per tre volte. Da quello che mi è

dato a sapere le rette sono stabilite dalla legge, non penso che tra una struttura e

un’altra vi siano differenze per la stessa prestazione, non credo. Comunque,

Presidente, un altro appunto giusto per chiarezza che alla Cooperativa Giovanni

XXIII nel corso dell’ultimo quadriennio sono state erogate 600.000,00 euro e

non un milione e mezzo per come qualcuno stasera ha affermato qua dentro. Si

è lasciato intendere che alla Cooperativa Giovanni XXIII erano state assegnate

un milione e mezzo nel quadriennio, invece la cooperativa Giovanni XXIII nel

quadriennio ha percepito 600.000,00 euro. Sono piccole sfumature che lasciano

sempre qualche dubbio. Ecco il motivo per cui ben venga una Commissione,

per capire se le nostre Assistenti Sociali sono in corto circuito e sono da buttare

e le nuove Assistenti Sociali che stiamo utilizzando in questo momento sono

migliori di chi si è speso per questo ente, per questa Amministrazione per venti

anni o per trenta. Presidente, deposito la richiesta da inoltrare agli uffici per la

proposta di delibera di scrivere il punto all’ordine del giorno e dopo gli

interventi, se ci sono altri interventi chiedo il rinvio dei lavori come da

calendario a domani alle 19:00. Grazie.

97

PRESIDENTE CALLARI – Consigliere Arnone, poi apprendo che c’è questo

documento, siccome non riesco a leggerlo, se gentilmente nel suo intervento

espone anche quello che è scritto in questo documento, prego.

CONSIGLIERE ARNONE – La politica è sempre qualcosa di molto

singolare, perché il Consigliere Calabrese che mi ha preceduto e io in linea

teorica facciamo capo alla stessa parte politica, allo stesso orientamento. A lei

non risulta, a me risulta abbastanza. Non glielo hanno notificato, abbiamo

qualità di attenzione rispetto al mondo che ci circonda che è abbastanza diversa.

Però chi ha sentito gli interventi di Calabrese e miei ha la sensazione che

rispetto al dibattito che questo Consiglio comunale ha vissuto questa sera

esprimiamo una valutazione profondamente diversa. Io sono molto soddisfatto

del dibattito e credo che da venti anni a questa parte un dibattito così carico di

contenuti, così profondo, sia nel merito dei problemi della solidarietà sociale ma

anche per quanto riguarda l’impostazione della politica comunale non si era fino

a questo momento vissuto, non soltanto per quanto riguarda questa

Amministrazione, ma per quello che è il mio ricordo ventennale anche, appunto,

nei decenni precedenti. Io ho ascoltato con grande interesse non solo

l’intervento dell’Assessore, ma anche quello del Sindaco, e ambedue gli

interventi hanno mostrato una notevole padronanza non solo degli atti

amministrativi gestionali, ma di una visione di quella che dovrebbe essere la

solidarietà sociale, di quello che dovrebbero essere i compiti e gli obiettivi

della solidarietà sociale. Cioè si è venuti questa sera in questa aula preparati per

affrontare nel modo più qualificante il tema che stava all’ordine del giorno. E a

me pare, consentitemi la cacofonia, fuori tema l’intervento del Consigliere

Calabrese, nei toni, nei contenuti, nell’agitare questa Commissione come una

98

sorta di clava che chissà che sfaceli dovrebbe provocare rispetto

all’Amministrazione comunale. Qui abbiamo visto sciorinato dal dirigente, dal

Sindaco, dall’Assessore, un metodo di lavoro e una qualità dell’approccio

fortemente improntati alla trasparenza. Quando un assessore solleva il problema

che gli enti convenzionati a Brescia costano molto di meno che ad Agrigento,

possibilmente si sbaglia, avrà dati incompleti, certamente è animato da una

volontà anticlientelare, da una volontà antispreco, da una volontà di trasparenza

che ha pochi eguali. Un altro, avendo questo sospetto che altrove si paga molto

di meno, sarebbe andato dalla vacca per vedere cosa poteva mungere, con un

bel secchio in mano per vedere se c’era latte per lui. Qui invece con molto

garbo il nostro assessore ha sollevato un profilo che riguarda la necessità di

verifica, di approfondimento, di trasparenza, come ha fatto il dirigente Lattuca

che dice: qui noi paghiamo servizi, li paghiamo anche cari, e non è che sono

servizi che vengono regalati o che ci riguardano personalmente, riguardano la

collettività. E allora noi dobbiamo andare a vedere come questi servizi vengono

forniti, con quali obiettivi, con quali logiche e ha detto un’altra cosa di notevole

caratura culturale Zambuto. Noi qui non è che dobbiamo lavorare per mantenere

il minore internato, dobbiamo lavorare perché il minore sia integrato, perché il

minore ritorni nella istituzione familiare. Il minore nella istituzione collettiva è

un affare, si pagano fior di rette, il minore integrato in una famiglia è un affare

per la collettività, perché noi abbiamo poi una altissima percentuale di minori

che vengono assistiti dalla solidarietà sociale nelle istituzioni, cioè nei convitti,

nelle istituzioni di ricovero permanentemente e poi rimangono da maggiorenni

con grandi problemi psichici e psicologici a carico della solidarietà sociale. E

questo è il momento e va dato merito a questa Amministrazione di affrontare

99

questi problemi contenutistici di ciò che deve essere la solidarietà sociale, cioè

non un erogatore di somme e di spese, un luogo dove si fa clientela, e nel dare

assistenza e nel fare le assunzioni mediante le quali assunzioni si dà assistenza.

Consigliere Calabrese, io non ho detto che Lauricella deve essere rimosso, deve

essere punito, io ho parlato della opportunità della rotazione di persone che

stanno… (intervento fuori microfono) ma perché è stato citato con nome e

cognome prima che parlassi io. Io prima di questa sera sconoscevo che il

Comune avesse un dipendente di nome Lauricella e che il dipendente di nome

di Lauricella, conosco il cognome perché l’ho sentito stasera qua, non conosco

neanche il nome di questo signore, non so che età abbia, mi sono poi informato

chi era e che faceva e ho saputo era in un posto di notevole interesse,

chiamiamolo così, perché gestiva gli affidamenti dei… (intervento fuori

microfono)

PRESIDENTE CALLARI – Scusi, Consigliere Calabrese, per favore.

CONSIGLIERE ARNONE – Allora, probabilmente è il caso, Presidente, che

noi teniamo qui a disposizione di tutti un vocabolario. Gestire non significa che

determinava gli affidamenti, significa che si occupava degli affidamenti decisi

da altri… (intervento fuori microfono) Consigliere Calabrese, quello che al

cittadino che ci segue è difficile comprendere è il perché una parte di questo

Consiglio comunale si accalori tanto sul fatto che un dipendente amministrativo

di quinto, di sesto livello sia stato incaricato di fare un cosa diversa da quella

che ha fatto per molti anni. Io non è che ne vedo la ragione di accalorarsi tanto,

per me diventa una cosa abbastanza fisiologica, a meno che, in effetti,

l’accalorarsi non è collegato a un ruolo particolare che questo dipendente

svolgeva nel posto in cui stava.

100

(intervento fuori microfono)

PRESIDENTE CALLARI – Consigliere Calabrese, non è un dialogo tra lei e

il Consigliere Arnone.

CONSIGLIERE ARNONE – Consigliere Calabrese, io sto valutando

l’operato di un dirigente. (intervento fuori microfono) Ognuno di noi…

PRESIDENTE CALLARI – Scusate, capisco che la discussione è calda, ma

limitiamola agli interventi di chi parla, prego.

CONSIGLIERE ARNONE – Non comprendo il calore di una simile

discussione, perché il dirigente è proprio il soggetto sul quale il politico deve

esprimersi, cioè io devo valutare se l’input, l’attività gestionale, la direzione

che fornisce il dirigente dei servizi sociali è adeguata agli obiettivi che ci stiamo

dando. È questo il mio compito questa sera qua dentro, non è il mio compito, se

non ci sono cose particolarissime, occuparmi del perché un dipendente di sesto

livello è stato portato da un utilizzo ad un utilizzo di carattere diverso. Voglio

anche toccare brevissimamente un punto… 5.8.2009, anche di questo sarebbe

forse il caso di parlare. L’articolo che ho innanzi riguarda Lampedusa e il

Prefetto di Agrigento conferma quello che ha detto l’Assessore Daina, senza

esprimere sentenze anticipate nei confronti di nessuno, ma si tratta di un settore

dove denaro ne gira molto e la necessità di approfondimenti, controlli di qualità

e quant’altro è con ogni evidenza notevole. Dicevo, Consigliere Saeva, il

controllo non è che si demanda alla Procura della Repubblica. (intervento fuori

microfono) Io dico che come funzionano le robe a casa mia, Consigliere Saeva,

innanzitutto dovrei deciderlo io. Io avverto la struttura comunale né più e né

meno come il rapporto che ho con mio figlio, i problemi di mio figlio per

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quanto è possibile non tendo a delegarli. Ho io la responsabilità di stabilire

come funzionano le cose e qui mi avvio a concludere. Cosa penso? Che noi

dobbiamo esprimere una valutazione in ordine a questo dibattito. Credo, sempre

utilizzando la metafora di mio figlio, che meriti approfondimento tutta la

vicenda dei ritardi nei pagamenti alla Cooperativa Giovanni XXIII, perché

probabilmente è il classico punto che andrebbe affrontato separatamente,

dedicando una attenzione globale ed esclusiva al punto medesimo. Ma tolto

questo aspetto, credo che l’intero dibattito, il programma palesato

dall’Amministrazione meriti un voto da parte del Consiglio comunale che a

modo di vedere non può che essere un voto positivo.

PRESIDENTE CALLARI – Legga il documento e completi l’intervento.

CONSIGLIERE ARNONE – Il Consiglio comunale preliminarmente rinvia ad

ulteriore seduta l’approfondimento delle questioni relative alla cooperativa

Giovanni XXIII e i relativi pagamenti. Nel merito della seduta ritiene di

prendere atto positivamente e di approvare sia i chiarimenti che le linee di

azione formulate nelle loro rispettive relazioni dal Sindaco, dall’Assessore al

ramo e dal dirigente Lattuca.

PRESIDENTE CALLARI – È un nuovo punto che…

CONSIGLIERE ARNONE – No, non è un nuovo punto, è la conclusione di

questo dibattito.

PRESIDENTE CALLARI – Chiede il rinvio del…

CONSIGLIERE ARNONE – No, possiamo approvarlo anche ora. È la

conclusione del dibattito. Un dibattito dovrebbe concludersi con un

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orientamento del Consiglio, condividiamo o no le azioni che ha esplicitato

l’Amministrazione comunale su questo argomento.

PRESIDENTE CALLARI – Lo depositi. Consigliere Saeva.

CONSIGLIERE SAEVA – Grazie, Presidente. Vede, Consigliere Arnone, lei

mi fa piacere intanto che usa dei toni più pacati, soprattutto quando si tratta di

difendere l’Amministrazione, gli Assessori, i dirigenti. Secondo me, Sindaco,

la figura del Consigliere Arnone andrebbe valorizzata all’interno della sua

Giunta. Ma detto questo, vorrei dire che la richiesta di inviare gli atti alla

Procura della Repubblica non deriva da una mia farneticazione, ma deriva dal

fatto che ho letto il carteggio che è intercorso tra gli uffici del Comune di

Agrigento e la Cooperativa Papa Giovanni XXIII. Non essendo io un tecnico

esperto del settore, mi sono sorti dei dubbi che ritengo però debbano essere

approfonditi, perché le domande che noi abbiamo posto al dirigente non hanno

avuto altrettanto risposte esaustive o almeno abbiamo sentito una parte e

abbiamo sentito anche l’altra su posizioni completamente divergenti e il fatto

del dipendente Rino Lauricella ha una importanza anche all’interno di questo

contesto. Non è che io giornalmente mi occupo dei trasferimenti di settore dei

vari dipendenti comunali, però è apparso singolare, almeno dal mio punto di

vista, che dopo uno scambio epistolare tra il dirigente e il dipendente comunale

riguardante le modalità di pagamento della Cooperativa Papa Giovanni XXIII, il

dipendente casualmente per una questione tempistica viene trasferito.

(intervento fuori microfono) Consigliere Calabrese, è un caso, no, è una

coincidenza e io non voglio dubitare, avrà avuto le sue buone motivazioni,

probabilmente la rotazione andava fatta, ma mi sorge un dubbio a cui va data

una risposta chiara e non è un caso che, Sindaco, l’ha ammesso anche lei

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esplicitamente, i soldi stanziati dalla Regione Siciliana per fare fronte alle spese

sostenute dal Comune di Agrigento e nello specifico per fare fronte ai ricoveri

dei minori non accompagnati che ammontavano a circa 263.000,00 euro, cioè la

cifra esatta fatturata dalla Cooperativa Papa Giovanni XXIII, una volta che

viene liquidata dalla Regione Siciliana, il Comune di Agrigento che fa? Lo

utilizza per pagare altro. Siccome abbiamo dei problemi, lo utilizziamo per

pagare altro, però non paghiamo i dipendenti della Papa Giovanni XXIII per i

quali quei soldi sono arrivati, paghiamo altro, ne prendiamo atto e prendiamo

atto anche questa sera che dovremmo fare carico, noi consiglieri, di tutta una

serie di regolamenti, di tutta una serie di schemi di convenzione tipo, dovremmo

realizzare quel mondo perfetto del servizio socio - assistenziale. Sindaco,

quando lei parla io la tengo in grande considerazione, perché so che quando lei

parla, parla in buonafede. Ma mi pongo una domanda: questi schemi tipo,

questi regolamenti ma chi li deve fare? In questi anni in cui lei è stato Sindaco,

il suo assessore e il suo dirigente cosa hanno fatto? Perché questa sera che

affrontiamo il dibattito si pongono questi problemi? Si dovevano porre nel

giorno in cui, non dico il giorno, ma immediatamente dopo l’essere insediato,

perché se vogliamo parlare del mondo perfetto o di come si deve realizzare,

potremmo stare qui tutti delle giornate, affrontare i problemi e trovare le

migliori soluzioni possibili. Se poi ci rapportiamo alla realtà, vediamo che,

ahimè, la realtà è ben diversa e le cose non vanno come dovrebbero andare, nel

settore dei servizi sociali come in tutti altri settori, perché potremmo analizzare

il settore dell’urbanistica, potremmo dedicare ampio spazio, anzi, mi auguro che

lo faremo, anche ad altri settori, perché questo Consiglio comunale, insieme a

questo Sindaco, ritengo che voglia affrontare di petto i problemi, ma non ci

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dobbiamo nascondere dietro a un dito e dobbiamo ascoltare le istanze che

vengono dai cittadini, dagli operatori delle comunità e non prendere tutto come

oro, per carità, perché anche il dirigente e l’assessore che sul piano personale, lo

voglio dire, che sono delle persone, lo noto, lavorano costantemente e con

impegno, però può capitare nel lavoro di ognuno di incorrere in degli errori e

non si può fare sempre la difesa di ciò che si è fatto, ma si deve anche

riconoscere che forse qualcosa si è sbagliato e se ci sono anche dei rapporti

personali, questi vanno superati perché l’amministratore ha il compito di

staccare quelli che sono i propri rapporti da quello che è il proprio lavoro. In

questo caso, quando si sollevano questi problemi, il consigliere comunale ha il

dovere di intervenire quantomeno per fare chiarezza e la chiarezza è quella che

noi tutti vogliamo fare. Grazie.

PRESIDENTE CALLARI – Dottoressa Vita, prego.

CONSIGLIERE VITA – Presidente, signor Sindaco, signori Consiglieri,

signori della Giunta. Il dibattito stasera è veramente animato e acceso. Io

intervengo intanto perché condivido a pieno l’intervento del Consigliere Saeva

che è stato chiaro e limpido e condivido perfettamente tutto quello che dice.

Effettivamente abbiamo ascoltato il dirigente del settore che ha esposto un

programma bellissimo, stupendo, il migliore programma che si potesse fare,

però la domanda effettivamente: perché in questi due anni non è stato fatto nulla

e sta nascendo tutto adesso dopo che in Consiglio comunale si è fatto questo

dibattito? Vuol dire che è colpa nostra, dovremmo essere più presenti su tutti i

problemi inerenti la città. Però, dopo tutte queste discussioni, mi pare che

riguardo alle problematiche che sono uscite fuori, non ci sono state delle

risposte molto esaurienti e chiare, cioè le persone che sono qui da stasera,

105

chiaramente non andranno a casa con una risposta. Quindi io intervengo anche

per dire che non sono d’accordo con il documento presentato dal Consigliere

Arnone, perché io ritengo che il documento che questo discorso, questa

discussione intanto non è finita ma sta solo iniziando stasera, che il problema

dei casi amministrativi dei servizi sociali non sono solo la cooperativa Papa

Giovanni XXIII, Villa Betania, ma ce ne saranno tantissimi altri, quindi la

giusta conclusione di questo dibattito di stasera è quello che avevamo chiesto

sin dall’inizio, cioè di formare questa Commissione speciale che andrà ad

affrontare singolarmente i casi volta e per volta e quindi noi ci auguriamo in

questo modo di lavorare e lavorare bene per la città, senza alzare i toni e senza

portare la bandiera del vincitore o dello sconfitto. Il Consigliere Arnone

all’inizio aveva detto che non era d’accordo alla Commissione speciale. Mi

sembra strano perché in altri tempi avrebbe urlato a dovere fare una

Commissione d’indagine su tutti gli atti che venivano presentati dalle altre

amministrazioni, stavolta invece è tutto perfetto, ma la politica, come ha detto

lui, è bella perché è varia e perché non si capisce mai assolutamente nulla di

come vanno le cose. Quindi io ritengo che la conclusione sia quella di votare la

Commissione Speciale. Grazie.

PRESIDENTE CALLARI – Prego, per fatto personale.

CONSIGLIERE ARNONE – Lei ha detto che io in questo caso, dando prova

di incoerenza, sono contro la Commissione di indagine, infatti non sono a

favore della Commissione di indagine, ma lei mi deve ora indicare quali sono

le Commissioni di indagine che io ho proposto, perché poi lei ha detto: al

contrario di quello che ha fatto abitualmente, dove ha proposto Commissione di

indagine su tutte le l’attività. (intervento fuori microfono) Gli atti ispettivi sono

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le interrogazioni e queste le ho sempre fatte e continuo a farle. Le Commissioni

di indagine sono una cosa altra e diversa, sono luoghi dove si riuniscono i

consiglieri, stanno molto tempo, convocano persone, pigliano spesso il gettone

di presenza… (intervento fuori microfono) Va bene, le Commissioni speciali

sono senza il gettone di presenza. (intervento fuori microfono)

PRESIDENTE CALLARI – Scusate, un po’ di ordine in aula, un po’ di

ordine per favore, un po’ di ordine, Consigliere Calabrese. Ha rettificato

dicendo che chi reclamava dal banco aveva ragione, nel senso che le

Commissioni di indagine non rendono alcun gettone di presenza.

CONSIGLIERE ARNONE – Va bene, le Commissioni di indagine non

prendono alcun gettone di presenza. Possiamo aggiungere pure che molto

spesso però non si riuniscono per amore della verità? Vogliamo prendere la

Commissione che abbiamo fatto senza il gettone di presenza sulla nettezza

urbana e vedere quante volte si è riunita? La Commissione che abbiamo fatto

sui confini senza il gettone di presenza e vedere quante volte si è riunita? Cioè

se poi le cose noi vogliamo vederle le vediamo… (intervento fuori microfono)

PRESIDENTE CALLARI – Scusate, non spieghiamo niente e ci atteniamo al

fatto personale. Consigliere Arnone, per fatto personale sta parlando.

CONSIGLIERE ARNONE – Ero stato interrotto, ho concluso.

PRESIDENTE CALLARI – D’accordo. Chiaramente domani mattina

inseriremo questo nuovo punto all’ordine del giorno proposto dall’ufficio circa

la Commissione di indagine proposta, che ottempera al numero di firme dei

consiglieri, proposta da 23 consiglieri e formulata dall’ufficio. Prego, signor

Sindaco.

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SINDACO – Io voglio informare il Consiglio che domani mattina con mio

provvedimento istituisco una Commissione di indagine, della quale faranno

parte tutti i consiglieri che vogliano dare la disponibilità. Quindi se mi fate

arrivare la… domani mattina è pronto il provvedimento amministrativo, per cui

ritengo che debba fare parte il dirigente del settore. (intervento fuori microfono)

No, la Commissione consiliare; questo per riuscire a dare le migliori

informazioni possibili al Consiglio comunale. Va bene.

PRESIDENTE CALLARI – Non si vota la Commissione di indagine, è già

approvata dai consiglieri che hanno posto la firma all’interno del documento di

richiesta. Io devo mettere in votazione ancora il documento finale proposto da

Arnone, di cui do lettura. Io lo leggo. (intervento fuori microfono) Ne siete a

conoscenza allora? Perfetto. Io devo ottemperare a quanto per regolamento, cioè

devo porre in votazione un documento. Io sono qua che aspetto. Se gentilmente

né abbandonate l’aula né.. bisogna stare sereni e sentiamo le dichiarazioni di

voto. Prego, Consigliere De Francisci, per dichiarazione di voto.

CONSIGLIERE DE FRANCISCI – Per dichiarazione di voto, Presidente, mi

consenta, perché non sono intervenuto ulteriormente in merito alla vicenda.

Naturalmente il gruppo consiliare del Movimento per l’Autonomia è più che

contrario perché ulteriormente c’è una mancanza di rispetto nei confronti di 23

firmatari, che chiedono l’accertamento di un fatto. Come una volta, dopo

ulteriore tempo, dopo venti anni di esperienza si conferma sempre la mancanza

di democrazia, 23 consiglieri chiedono l’accertamento di fatti e il Consigliere

Arnone fa salvi… cioè ci dice di votare un documento che fa salve tutte cose. Il

Movimento per l’Autonoma è contrarissimo. Grazie.

108

PRESIDENTE CALLARI – Dopo che votiamo questo documento, dobbiamo

porre in votazione la richiesta del Consigliere Calabrese di aggiornare i lavori a

domani. Per dichiarazione di voto il Consigliere Arnone, anche se è stato da lui

presentato.

CONSIGLIERE ARNONE – Io credo che sia importante concludere un

dibattito di questo tipo con una manifestazione di volontà da parte del

Consiglio. Il Sindaco, l’Assessore, il dirigente hanno dato le linee guida e

operato un bilancio di ciò che è stato il settore della solidarietà in questi due

anni, di ciò che hanno trovato e di ciò che hanno realizzato. E non è vero ciò

che ha sostenuto qualcuna che ha parlato prima di me poc’anzi… (intervento

fuori microfono) E qual è il fatto personale, prima ancora che io dico quello che

lei ha detto? Per me va benissimo, se lei mi dice che non è vero, che lei ha

sostenuto che non hanno fatto nulla, io sono contentissimo che la pensiamo

nello stesso modo, Consigliere Vita. Io mi limito a sottolineare che il suo

giudizio, cioè che il dirigente Lattuca ha parlato di cose bellissime per il futuro,

evidenziando che per il passato non ha fatto nulla, non risponde al vero. Il

dirigente Lattuca ha espresso sia le linee di lavoro che sta portando avanti, sia la

prospettiva degli obiettivi che si vogliono ulteriormente conseguire, sia il

notevole lavoro che è stato posto in essere sino a questo momento. E credo che

se questo Consiglio comunale vuole avere una coerenza e una dignità rispetto

alle cose che ci siamo detti, non può che concludere il confronto con una

valutazione di carattere politico. Noi abbiamo sentito i toni estremamente critici

e accesi di alcuni consiglieri comunali, rispetto ai quali le cose nuove di

contenuto espresse dal dibattito non hanno sortito alcuna modificazione né di

valutazioni né di toni né di asprezza né di livori né di acredini e invece rispetto

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ad altri consiglieri comunali che hanno manifestato un interesse, una adesione,

una volontà di offrire una spinta ulteriore rispetto al lavoro che è stato

programmato dall’Assessorato alla Solidarietà sociale e dall’Amministrazione

Zambuto. Ora regole di democrazia impongono che un organo collegiale dica

quale è la sua visione. Chi condivide le critiche mosse da De Francisci

ovviamente si muove per bocciare il programma illustrato da Zambuto. Chi non

condivide le critiche mosse da De Francisci o ritiene che le spiegazioni offerte

e le linee illustrate siano meritevoli di una valutazione positiva, si esprime

coerentemente. Questa è la democrazia, Consigliere De Francisci, non un’altra

cosa. Io non credo che nessuno possa avere timore di questa Commissione di

indagine o Commissione di inchiesta che si vuole andare a realizzare. Dice mia

zia che “aria netta nun avi paura di trona”, e pertanto andare a costituire questa

Commissione non mi pare utile perché toglie il ruolo alla Commissione

esistente Solidarietà sociale, ma non credo che porti… esprimo il mio voto

positivo.

PRESIDENTE CALLARI – C’è un fatto personale perché sono stati attribuiti

al Consigliere Vita dei comportamenti che lei ritiene di non avere adottato,

quindi come da regolamento per fatto personale anche la Consigliera Vita ha

diritto a parlare.

CONSIGLIERE VITA – Come diceva mia nonna “serata rotta rompila tutta”,

visto che stasera siamo in vena di proverbi e di famiglia. Scusate, volevo dire

che non sono d’accordo che stasera noi qua non è che stiamo facendo… o

votiamo con De Francisci, non siamo d’accordo con l’Amministrazione o

votiamo con questo… il fatto personale era questo. Noi stasera qua abbiamo

iniziato un dibattito, l’abbiamo solo iniziato, non è la conclusione del dibattito

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né siamo qui per giudicare se l’Amministrazione ha lavorato bene o ha lavorato

male. Quindi non c’è un discorso di buoni e cattivi. Stasera abbiamo iniziato

questi lavori, continueremo, la Commissione speciale vedrà quello che si potrà

fare per risolvere i problemi di tutti, quindi non ci sono né buoni né cattivi,

stiamo lavorando tutti insieme per risolvere il problema. Come dichiarazione di

voto noi siamo favorevoli alla Commissione e sfavorevoli al documento di

Arnone, perché non è quello che noi volevamo.

PRESIDENTE CALLARI – Consigliere Calabrese, prego.

CONSIGLIERE CALABRESE – Grazie, Presidente, colleghi Consiglieri, la

Giunta è andata via, signori tutti. Noi del Partito Democratico siamo contrari a

questo documento per il semplice fatto che per noi il dibattito non è chiuso e

quindi non si può approvare nessun documento. Il dibattito sarà chiuso quando

la Commissione che sarà istituita verrà in aula a relazionare in merito ai risultati

ottenuti dalla stessa. In quella sede e in quel momento voteremo un documento

che sarà il risultato del lavoro fatto dalla Commissione. Presidente, mi sono

espresso forse male. Stasera per noi il dibattito non è chiuso e quindi io approvo

un documento alla fine di questo dibattito, perché il dibattito dovrà riprendere

nel momento in cui la Commissione esaurirà il lavoro che avrà da fare,

relazionerà al Consiglio comunale ed è chiaro che alla fine bisognerà fare un

documento, non necessariamente di condanna, probabilmente chiederemo scusa

ai nostri dirigenti, ai nostri assessori, intanto mi preoccupo io di chiedere scusa

alle nostre Assistenti Sociali che sicuramente sono professionali e non in corto

circuito, quindi lo faccio già da ora, perché un dirigente non si può permettere

di parlare così del proprio personale, perché altrimenti il disegno è molto chiaro.

Quindi attenderemo gli esiti e la relazione della Commissione, dopo di che

111

voteremo il documento. Quindi siamo estremamente contrari a questo

documento, grazie.

PRESIDENTE CALLARI – Per dichiarazione di voto il Consigliere Lo

Presti.

CONSIGLIERE LO PRESTI – Presidente, grazie. Io personalmente ho

sottoscritto anche la richiesta per istituire una Commissione, quindi sono

favorevole, mentre sono sfavorevole a che si concluda questa sera il dibattito.

Come dicevo poc’anzi il settore Solidarietà è un settore che merita una

attenzione continua e costante e quindi anche noi attendiamo l’esito delle

indagini della Commissione e continuiamo ad attenzionare questo settore.

Quindi voteremo no a questo documento. Grazie.

PRESIDENTE CALLARI – – Pongo in votazione il documento che voi

avete già sentito, letto dal Consigliere Arnone. Lo facciamo per appello

nominale: chi è d’accordo dica sì, chi è contrario dica no. Prego, dottoressa.

Il Vice Segretario Generale procede alla votazione per appello nominale.

PRESIDENTE CALLARI – 17 presenti, 1 voto favorevole, 14 contrari, 2

astenuti, il documento non viene approvato.

Pongo in votazione per alzata e seduta, dal momento in cui abbiamo contezza

dei consiglieri in aula, l’aggiornamento e quindi il rinvio dei lavori a domani

alle ore 19:00. Lo facciamo per alzata e seduta: chi è d’accordo si alzi, chi è

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contrario rimanga seduto. Tutti alzati, i lavori sono rinviati a domani, voto

unanime da parte di tutti i consiglieri.

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