Venti di Guerra - comprensivogereschi.gov.it · nella vita di tutti i giorni: ... rivivere il clima...

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Expo Milano Mode giovanili L’evasione fiscale è una delle principa- li piaghe della nostra società. Le tasse non pagate in Italia provocano carenze nella vita di tutti i giorni: sanità, scuola, infrastrutture. La lista Falcia- ni ha permesso di svelare i nomi di moltissimi evasori fiscali. Pag. 7 Un nuovo fenomeno criminale è venuto alla luce e ha avuto come sede operativa la capi- tale d’Italia. Un fitto intreccio di interessi economici che ha coinvolto politici, impren- ditori, cooperative e criminali di vecchia data. In alcuni casi lucrando anche su immigrati e rom. Pag. 4 Gentili Lettrici, gentili Lettori, questo nuovo numero del nostro giornale esce dopo 4 mesi dal precedente e sarà eccezionalmente più corposo, con ben otto pagine. Molti fatti sono successi in questi mesi purtroppo non tutti piacevoli. Il titolo che abbiamo dato è in effetti il peggiore che un giornale possa augurarsi, ma non poteva- mo ignorare una cronaca oramai giornaliera di conflitti in diverse parti del mondo. Una di queste, la Libia, è pericolosamente vicina al nostro paese ed è teatro oltre che di una sanguinosa guerra tra fazioni anche di un massiccio esodo di migranti che dal sud dell’Africa e dal Medio Oriente fuggono guerre, odio religioso e povertà. A Parigi poi l’uccisione di giornalisti colpe- voli di aver offeso l’Islam, sono stati barbaramente trucidati, così come dei clienti di un supermerca- to ebraico: non potevamo dedicare grande spazio a questi fatti terribi- li. Oggetto di analisi saranno anche la situazione politica in Italia, con l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica e la Riforma del Senato, la nuova forma di crimi- nalità organizzata di Roma e il grande evento dell’Expo finalmen- te in Italia, cui anche due nostre classi hanno partecipato. Consueto spazio diamo a eventi della nostra scuola, come la visita della Guardia di Finanza, e un sondaggio sul perché gli alunni hanno scelto la nostra scuola. Non trascuriamo nemmeno le mode che coinvolgono giovani (ma spesso sono seguite dai più gran- di), come quella dei pantaloni strappati e del piercing. Vedremo come funziona il nuovissimo Apple Watch che permette di avere un piccolo pc al polso e un ricordo di uno dei Ferrero, recentemente scomparso, e alla Nutella. Un saluto affettuoso infine anche a Marco, tragicamente scomparso, che ricordiamo con tanto tanto affetto. Numero 12 - Maggio 2015 Supplemento del Giornale d’Istituto “Il Giornale di Livia” Mafia Capitale Lista Falciani L’ingente flusso di immigrati che, fuggendo da molte guerre e aree di crisi di Africa e Medio Oriente, attraversano il Mediterraneo per approdare in Italia, ha provocato negli ultimi mesi una vera e propria crisi umanitaria a cui il nostro paese e l’Europa non sono riusciti a gestire in modo soddisfacente. Cerchiamo di capire questo difficile fenomeno con l’aiuto di dati e numeri. Pag. 4 Gli ultimi mesi hanno visto importanti novità nel panorama politico italiano: le dimissioni, annuncia- te da tempo di Giorgio Napolitano, la elezione di Sergio Mattarella, che ha provocato la fine dell’accordo Renzi-Berlusconi, l’approvazione della Riforma del Senato che entrerà in vigore dopo un referendum confermativo. Pag. 5 Politica Italiana Il Giornale della Scuola Media “E. Fermi” - IC “Livia Gereschi”, Pontasserchio Un evento epocale che permette di visitare in un solo luogo centiania di padiglioni di tutti i paesi del mondo. L’Expo universale che avrà luogo a Milano da maggio a ottobre sarà dedicato questa volta al Cibo e alla Nutrizione nel nostro pianeta. Pag. 6 La nostra consueta finestra sulle mode giovanili (e non solo!)sarà rivolta questa volta ai pantaloni “strappati”, a un particolare tipo di piercing, e al nuovissimo nato della Apple: l’Apple Watch. Pag. 8 Immigrazione L’URLO DELLA GERESCHI Venti di Guerra Dopo l’attentato dell’11 settem- bre 2001, molte parti del mon- do sono state scosse da crisi militari, attentati e vere e pro- prie guerre che oltre a interessa- re i paesi del Medio Oriente, dell’Asia Meridionale e dell’Africa, hanno coinvolto direttamente e indirettamente anche i paesi Occidentali. L’attentato a Parigi del 7 genna- io 2015 ha fatto ripiombare il Vecchio Continente nella cupa atmosfera vissuta ai primi anni del Duemila, quando terroristi in nome di una distorta fede isla- mica hanno seminato morti e feriti in Spagna e in Inghilterra. Se allora il “nemico oscuro” aveva il nome di Al-Qaeda e Osama Bin Laden, che dall’Afghanistan espandeva il terrore in tutto il mondo, oggi i nemici hanno il nome di ISIS e Al-Baghdadi. Stessi “ideali” e stesse modalità nel seminare morte e terrore, ma sono le stesse anche le domande e i punti poco chiari: chi permette loro di muoversi con questa facilità? Chi li finanzia? Chi li protegge politicamente e militarmente? Come è stato possibile che in così pochi mesi eserciti non particolarmente attrezzati (non hanno caccia, droni, bombar- dieri, flotte navali, carri armati) hanno potuto conquistare territori così vasti: dall’Iraq fino alla Libia? Nello stesso tempo a est dell’Europa un’altra guerra civile semina morti e distruzione: l’Ucraina divisa in due sembra far rivivere il clima da Guerra Fredda che sembrava ormai dimenticato. L’Europa per ora fa da paciere, ma domani? Quanto preziosa è questa pace che dopo 70 anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale stiamo faticosamente cer- cando di mantenere. Nelle pagine seguenti ripercorriamo gli ultimi mesi di “venti di guerra” che hanno sferzato Stati europei, africani, medio- rientali e che non lasciano presagire nulla di buono, provocando anche migrazioni di massa di gente alla ricerca di una vita migliore. L’augurio è che tutto possa risolversi pacificamente, che si capisca che gli interessi politici, economici e militari non possono venire prima del diritto alla vita, alla pace e alla serenità socio-economica di intere popolazioni.

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Expo Milano Mode giovanili

L’evasione fiscale è una delle principa-li piaghe della nostra società. Le tasse non pagate in Italia provocano carenze nella vita di tutti i giorni: sanità, scuola, infrastrutture. La lista Falcia-ni ha permesso di svelare i nomi di moltissimi evasori fiscali. Pag. 7

Un nuovo fenomeno criminale è venuto alla luce e ha avuto come sede operativa la capi-tale d’Italia. Un fitto intreccio di interessi economici che ha coinvolto politici, impren-ditori, cooperative e criminali di vecchia data. In alcuni casi lucrando anche su immigrati e rom. Pag. 4

Gentili Lettrici, gentili Lettori,

questo nuovo numero del nostro giornale esce dopo 4 mesi dal precedente e sarà eccezionalmente più corposo, con ben otto pagine.

Molti fatti sono successi in questi mesi purtroppo non tutti piacevoli. Il titolo che abbiamo dato è in effetti il peggiore che un giornale possa augurarsi, ma non poteva-mo ignorare una cronaca oramai giornaliera di conflitti in diverse parti del mondo. Una di queste, la Libia, è pericolosamente vicina al nostro paese ed è teatro oltre che di una sanguinosa guerra tra fazioni anche di un massiccio esodo di migranti che dal sud dell’Africa e dal Medio Oriente fuggono guerre, odio religioso e povertà. A Parigi poi l’uccisione di giornalisti colpe-voli di aver offeso l’Islam, sono stati barbaramente trucidati, così come dei clienti di un supermerca-to ebraico: non potevamo dedicare grande spazio a questi fatti terribi-li.

Oggetto di analisi saranno anche la situazione politica in Italia, con l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica e la Riforma del Senato, la nuova forma di crimi-nalità organizzata di Roma e il grande evento dell’Expo finalmen-te in Italia, cui anche due nostre classi hanno partecipato.

Consueto spazio diamo a eventi della nostra scuola, come la visita della Guardia di Finanza, e un sondaggio sul perché gli alunni hanno scelto la nostra scuola.

Non trascuriamo nemmeno le mode che coinvolgono giovani (ma spesso sono seguite dai più gran-di), come quella dei pantaloni strappati e del piercing. Vedremo come funziona il nuovissimo Apple Watch che permette di avere un piccolo pc al polso e un ricordo di uno dei Ferrero, recentemente scomparso, e alla Nutella.

Un saluto affettuoso infine anche a Marco, tragicamente scomparso, che ricordiamo con tanto tanto affetto.

Numero 12 - Maggio 2015 Supplemento del Giornale d’Istituto “Il Giornale di Livia”

Mafia Capitale Lista Falciani

L’ingente flusso di immigrati che, fuggendo da molte guerre e aree di crisi di Africa e Medio Oriente, attraversano il Mediterraneo per approdare in Italia, ha provocato negli ultimi mesi una vera e propria crisi umanitaria a cui il nostro paese e l’Europa non sono riusciti a gestire in modo soddisfacente. Cerchiamo di capire questo difficile fenomeno con l’aiuto di dati e numeri. Pag. 4

Gli ultimi mesi hanno visto importanti novità nel

panorama politico italiano: le dimissioni, annuncia-

te da tempo di Giorgio Napolitano, la elezione di

Sergio Mattarella, che ha provocato la fine

dell’accordo Renzi-Berlusconi, l’approvazione della

Riforma del Senato che entrerà in vigore dopo un

referendum confermativo. Pag. 5

Politica Italiana

Il Giornale della Scuola Media “E. Fermi” - IC “Livia Gereschi”, Pontasserchio

Un evento epocale che permette di visitare in un solo luogo centiania di padiglioni di tutti i paesi del mondo. L’Expo universale che avrà luogo a Milano da maggio a ottobre sarà dedicato questa volta al Cibo e alla Nutrizione nel nostro pianeta. Pag. 6

La nostra consueta finestra sulle mode giovanili (e non solo!)sarà rivolta questa volta ai pantaloni “strappati”, a un particolare tipo di piercing, e al nuovissimo nato della Apple: l’Apple Watch. Pag. 8

Immigrazione

L’URLO DELLA GERESCHI

Venti di Guerra

Dopo l’attentato dell’11 settem-

bre 2001, molte parti del mon-

do sono state scosse da crisi

militari, attentati e vere e pro-

prie guerre che oltre a interessa-

re i paesi del Medio Oriente,

del l ’A s ia Mer id iona le e

dell’Africa, hanno coinvolto

direttamente e indirettamente

anche i paesi Occidentali.

L’attentato a Parigi del 7 genna-

io 2015 ha fatto ripiombare il

Vecchio Continente nella cupa

atmosfera vissuta ai primi anni

del Duemila, quando terroristi in

nome di una distorta fede isla-

mica hanno seminato morti e

feriti in Spagna e in Inghilterra.

Se allora il “nemico oscuro” aveva il nome di Al-Qaeda e Osama Bin Laden, che dall’Afghanistan espandeva il terrore in

tutto il mondo, oggi i nemici hanno il nome di ISIS e Al-Baghdadi.

Stessi “ideali” e stesse modalità nel seminare morte e terrore, ma sono le stesse anche le domande e i punti poco

chiari: chi permette loro di muoversi con questa facilità? Chi li finanzia? Chi li protegge politicamente e militarmente?

Come è stato possibile che in così pochi mesi eserciti non particolarmente attrezzati (non hanno caccia, droni, bombar-

dieri, flotte navali, carri armati) hanno potuto conquistare territori così vasti: dall’Iraq fino alla Libia?

Nello stesso tempo a est dell’Europa un’altra guerra civile semina morti e distruzione: l’Ucraina divisa in due sembra far

rivivere il clima da Guerra Fredda che sembrava ormai dimenticato. L’Europa per ora fa da paciere, ma domani?

Quanto preziosa è questa pace che dopo 70 anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale stiamo faticosamente cer-

cando di mantenere.

Nelle pagine seguenti ripercorriamo gli ultimi mesi di “venti di guerra” che hanno sferzato Stati europei, africani, medio-

rientali e che non lasciano presagire nulla di buono, provocando anche migrazioni di massa di gente alla ricerca di una

vita migliore. L’augurio è che tutto possa risolversi pacificamente, che si capisca che gli interessi politici, economici e

militari non possono venire prima del diritto alla vita, alla pace e alla serenità socio-economica di intere popolazioni.

Numero 12 – Maggio 2015 7 gennaio 2015 - Attacco a Parigi Il 7 gennaio 2015 a Parigi c’è stato un vero

e proprio attacco terroristico con una terri-

bile sparatoria nella redazione di Charlie

Hebdo, cioè il più importante giornale

settimanale satirico della Francia. L’azione

criminale è stata una reazione a un articolo

in cui i redattori hanno mostrato il volto

(vietato dall’Islam) di Maometto e lo han-

no irriso (ved. Urlo della Gereschi n.

6/2013).

L’attacco ha causato la morte di 12 perso-

ne, inclusi 8 dipendenti del giornale

francese. Nella mattinata del 7 gen-

naio due persone, i fratelli Chérif e

Said Kouachi, hanno fatto irruzione

nella sede della pubblicazione, situa-

ta nell'11° arrondissement di Parigi,

iniziando a sparare con le armi auto-

matiche. Lo stesso giorno Amedy

Coulibaly ha ucciso alcuni clienti di

un negozio kosher (con prodotti con-

formi alla religione ebraica) e li ha

tenuti in ostaggio prima di essere

ucciso dalle forze speciali francesi

per altri non sarebbe stata presente.

Stessa sorte per i due fratelli che

sono stati raggiunti e uccisi in una

fabbrica di carta a Dammartin, nel nord di

Parigi. Coulibaly si era presentato come

l’assassino di una poliziotta di Montrouge e

aveva chiesto che fossero liberati i fratelli:

“Siamo coordinati”, ha dichiarato. Ancora

nessuna traccia della sua complice Hayat

Boumeddiene: secondo alcuni sarebbe riuscita

a fuggire, mentre la compagna di Coulibaly è

ancora ricercata dalle autorità francesi e si

pensa abbia trovato rifugio in Siria lo scorso 8

gennaio.

Alla fine quattro agenti sono rimasti feriti, quattro

ostaggi hanno perso la vita (già prima del blitz

della polizia) e altri quattro sono invece gravissimi.

I social network e i telegiornali hanno seguito

l’accaduto praticamente in diretta poco dopo

l’attentato a Charlie Hebdo, e sin da subito hanno

divulgato la frase “Je Suis Charlie”, che in francese

significa “io sono Charlie” proprio per dimostrare

vicinanza alle vittime delle due azioni terroristiche.

Il giorno 11 gennaio si è poi tenuta una grandissi-

ma manifestazione a Parigi cui hanno partecipato

circa 2 milioni di persone, tra cui molti

leader politici di tutto il mondo. .

Un nuovo numero del settimanale Charlie

Hebdo è uscito mercoledì 14 gennaio. La

copertina raffigurava il profeta Maometto

che piange e tiene in mano un cartello che

dice: “Je Suis Charlie”. Sopra l’immagine ci

sono le parole “Tout est pardonné” (“Tutto è

perdonato”). Il nuovo numero è stato stam-

pato in tre milioni di copie e tradotto in

arabo, italiano e inglese.

Libération ha ospitato nel frattempo nella

sua redazione di Parigi i giornalisti che non

sono rimasti uccisi nell’attentato di mercole-

dì 7 gennaio.

(E. Marazzotta, C. Tofanelli)

Libertà di stampa o rispetto delle religioni?

L’uccisione dei giornalisti di Charlie Hebdo ha aperto un’accesa discussione tra i sosteni-tori della libertà di stampa, che porta a e-sprimere ogni pensiero, e chi invece vuole il rispetto delle religioni, fatte di precise norme e rigidi divieti, come quello islamico di non mostrare il volto di Allah e Maometto.

Senza entrare nel merito di queste due posi-zioni, dopo un avvenimento così tragico, vogliamo approfondire il diritto a informare da parte della stampa in maniera libera, diritto che ha acquisito una sua rilevanza a partire dal periodo illuminista e delle rivolu-zioni che ne sono seguite.

La libertà di stampa è una delle garanzie che ogni Stato di diritto, assieme agli organi d'informazione (giornali, radio, televisioni, provider internet) dovrebbe garantire

ai cittadini e alle lo-

ro associazioni. Il diritto di libera stam-pa comprende anche i membri del-le agenzie di giornalismo, con le loro pubblicazioni, e si estende al diritto all'accesso ed alla raccolta d'informazio-ni.

In Italia la libertà di stampa è sancita dall'Art. 21 della Costituzione. Anche come paese integrante dell'Unione euro-pea l'Italia si impegna a rispettare il principio della libertà di stampa come sancito nella Carta dei diritti fonda-mentali dell'Unione.

In paesi come Regno Unito, Irlanda, Australia e Canada, la libertà di stampa viene efficacemente rispettata. Ne-gli Stati di diritto, il principio di libertà di stampa implica che tutte le persone

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debbano avere il diritto di esprimersi tramite lo scritto o qualsiasi altro modo di espressione delle opinioni personali.

I primi provvedimenti a favore della libertà di stampa in Italia si ebbero tra il 1847 e il 1848. Tali misure ebbero l'effetto di limitare la censura preventiva sulla stampa. In particolare, lo Statuto Albertino e il successivo Editto sulla stampa di Carlo Alberto di Savoia furono la base della legislazione sulla libertà di stampa nel Re-gno d'Italia. Due organizzazioni non governati-ve (ONG) molto note nel mondo, Reporter Senza Frontiere e Freedom House, stilano ogni anno una classifica delle nazioni in termini della libertà di stampa. Entrambe utilizzano criteri propri.

Reporter senza frontiere invia un sondaggio ai giornalisti che sono membri di organizzazioni ad essa affiliate, oltre che a specialisti quali ricerca-tori, giuristi e attivisti per i diritti umani. Il son-daggio pone domande su eventuali attacchi ai giornalisti e ai media, su cause indirette di pres-sioni contro la libertà di stampa, come quelle fatte sui giornalisti da gruppi non governativi. Reporter Senza Frontiere considera anche il nu-mero di giornalisti uccisi, espulsi o aggrediti in qualsiasi modo, e l'esistenza di un monopolio di stato nella TV e nella radio, e registra anche la possibile esistenza di casi di censura ed auto-censura nei media, per giungere ad una valuta-zione dell'indipendenza complessiva dei media nei vari paesi e delle difficoltà che i giornalisti stranieri possono affrontare. Freedom House con-fronta la legislazione di un Paese (il livello di libertà di stampa "teorico"), con l'ambiente poli-tico ed economico reale, per determinare se esi-stano rapporti di dipendenza tra i giornalisti e il potere.

(F. Dini, L. Montagnani)

Numero 12 – Maggio 2015

La barbarie dell’Isis distrugge storia e cultura A partire dal febbraio 2015 l’Isis ha cominciato

a distruggere il patrimonio storico-archeologico

dell’Iraq, risalente all’epoca mesopotamica.

Prima Mosul, poi Ninive, Nimrud e Hatra. Ha

distrutto il Museo di Mosul con statue e basso-

rilievi antichissimi; le antiche mura di Ninive

risalenti a quasi 3 mila anni fa. Distrutte, spac-

cate lanciandole a terra o a martellate. E' lo

scempio visibile nell'ultimo video reso noto

dall'Isis e realizzato pochi giorni da Mosul. Un

video che mostra una decina di miliziani del

Califfo nel museo della cittadina siriana di-

struggere tutte le opere che vi erano custodite

alcune delle quali dal valore inestimabile.

L’Isis segue una dottrina fondamentalista

sunnita secondo la quale è vietata qualsiasi

riproduzione di esseri umani o animali, tanto

più se raffigurazioni di dei. “Queste rovine

dietro di me, sono quelle di idoli e statue che le

popolazioni del passato usavano per un culto

diverso da Allah”, dichiara un jihadista con

alle spalle un grande bassorilievo di un cavallo.

“Il Profeta Maometto ha tirato giù con le sue

mani gli idoli quando è andato alla Mecca. Il

nostro Profeta ci ha ordinato di distruggere gli

idoli e i compagni del Profeta lo hanno fatto

quando hanno conquistato dei Paesi – afferma

il miliziano – Quando Dio ci ordina di rimuo-

verli e distruggerli, per noi diventa semplice e

non ci interessa che il loro valore sia di milioni

di dollari”.

L’Isis distrugge Nimrud, fondata dal re Salma-

nesser nel XIII sec. A.C. e scelta come capitale

dell'impero assiro da Assurbanipal II (668-631

a.C.) arrivando ad avere 100.000 abitanti. La

distruzione dell'antica capitale assira Nimrud

da parte dei militanti dell'Isis “costituisce un

crimine di guerra”. Lo ha detto la direttrice

generale dell'Unesco, Irina Bokova, che fa

“appello a tutti i responsabili politici e religiosi

della regione a sollevarsi contro questa barba-

rie”.

L'Isis considera le statue di Nimrud “falsi ido-

li”. Secondo il governo iracheno, i camion po-

trebbero essere stati usati dai miliziani anche

per portar via i reperti. Impossibile comunque,

almeno finora, misurare l'entità del danno.

Molti artefatti erano stati già portati nei musei

di Baghdad, ma altri rimanevano sul posto; e

anche se alcuni erano solo repliche, altri erano

di inestimabile valore. Secondo un esponente

della comunità assiro-cristiana, Yonadam Kan-

na, la distruzione di Nimrud potrebbe anche

essere stato il tentativo di coprire il fatto che i

miliziani avevano già saccheggiato il sito e

trafugato i reperti. Dopo il museo di Mosul e le

rovine dell’antica capitale assira Nimrud, l’Isis

ha cominciato a distruggere anche i resti di

Hatra (nella foto), importan-

te centro economico e cultu-

rale durante il regno dei Par-

ti (II-I sec. a.C.), famosa

anche ai cinefili perché vi fu

girata la parte iniziale de

L’esorcista. Prima di comin-

ciare a picconare i resti di

Hatra, i jihadisti hanno a-

sportato le monete d’oro e

d’argento che erano custodite

presso il museo locale.

(S. Bognanni, L. Montagnani)

La guerra dell'Ucraina orientale o guerra del

Donbass, inizialmente indicata come rivol-

ta (o crisi) dell'Ucraina orientale, è un conflitto

in corso che ha avuto inizio il 6 aprile 2014,

quando alcuni manifestanti armati, secondo le

testimonianze, si sono impadroniti di alcuni

palazzi governativi dell'Ucraina orientale, ossia

nelle regioni di Donetsk, Luhansk e Kharkiv.

Sono state due le repubbliche che si sono procla-

mate indipendenti: la Repubblica Popolare di

Donetsk e la Repubblica Popolare di Lugansk.

l'11 maggio 2014 i separatisti chiesero un refe-

rendum riguardo allo status delle loro regioni

all'interno dell'Ucraina. Tra il 22 e il 25 agosto,

l'artiglieria russa, il suo personale e un convoglio

umanitario sono stati segnalati da ufficiali del-

la NATO per aver attraversato il confine in

territorio ucraino, senza il permesso del governo

locale.

Il Capo del servizio di sicurezza dell'Ucraina

Valentyn Nalyvajčenko ha detto che gli eventi

del 22 agosto sono stati una "invasione diretta

da parte della Russia in Ucraina" ma diversi

analisti, oltre alla stessa dirigenza russa, sono

restii a definire la Federazione Russa come parte

del conflitto.

Dal 15 febbraio è in vigore un cessate il fuoco, in

attesa di raggiungere una tregua completa. Il

presidente russo dice che è stato concordato

anche il ritiro delle armi pesanti dalla linea del

fronte del conflitto.

Ma la strada per la pace è ancora lunga, anche se

Francois Hollande e Angela Merkel, mediatori

principali fra le varie parti in causa, hanno con-

fermato che è stato raggiunto un accordo globa-

le sul cessate il fuoco e un accordo politico sulla

crisi in Ucraina. Intanto gli stati della UE han-

no imposto un embargo economico alla Russia,

proprio a causa del suo intervento nel conflitto

ucraino, con conseguente blocco delle esporta-

zioni di molti beni italiani e rilevanti danni

economici. (M. Giaconi)

Isis

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La minaccia si è diffusa nell’estate del 2014,

dopo 4 anni di guerra civile in Siria. Un numeroso

gruppo di jihadisti, musulmani più estremisti

disposti alla Guerra Santa (jihad= “lotta, sforzo”,

in arabo) pur di avere un’applicazione molto rigida

della legge coranica. ha attaccato popolazioni cri-

stiane in Iraq e Siria, uccidendo coloro che non

volevano convertirsi o pagare una salatissima tassa

(circa € 40 al giorno, che in una tale situazione di

povertà sono oro colato) e catturando giornalisti e

volontari occidentali. Questi combattenti hanno

progressivamente preso il controllo di una parte

della Siria e del nord dell’Iraq e hanno dato a

questo territorio il nome di ISIS, cioè Stato Isla-

mico dell’Iraq e della Siria (è in realtà la traduzio-

ne inglese dell’acronimo DAIŠ, che in arabo ha lo

stesso significato), guidato dall’autoproclamatosi

Califfo al-Baghdadi.

In Occidente questo “stato” (non riconosciuto da

nessun altro nel mondo) è diventato tristemente

famoso dopo le decapitazioni di vari giornalisti

(britannici, americani e giapponesi), riprese con

moderne camere e postate su vari social di

internet, e per vari video, molto ben realizzati, in

cui si minacciano i Presidenti occidentali, come

quello inglese Cameron e quello americano Oba-

ma. Ha poi minacciato gli stati dell’ UE e addirit-

tura di fare un attacco con il virus Ebola. L’UE,

gli USA, alcuni stati della NATO e della Lega

Araba hanno perciò creato una coalizione, ope-

rando attacchi diretti o fornendo armi ai Curdi

iracheni, che con efficacia hanno difeso i propri

territori dall’Isis. L’esercito di questi è comun-

que molto ben armato, grazie al supporto di

vari stati arabi sia grazie ai proventi del traffi-

co di droghe, della vendita del petrolio estratto

dai pozzi sotto il proprio controllo e grazie ai

riscatti di vari giornalisti rilasciati.

Dall’autunno del 2014 molti guerriglieri islami-

sti della Libia si sono alleati con l’Isis e hanno

conquistato molte città dello stato nord-

africano, dilaniato da diversi anni da una san-

guinosa guerra civile fra diverse fazioni,

all’indomani della morte di Gheddafi (ottobre

2011). E ora minacciano gli stati vicini come

l’Egitto, la Tunisia e soprattutto gli stati euro-

pei, tra cui l’Italia. Sembra che si stia anche

arricchendo con il trasporto illegale di migranti

sui barconi che attraversano il Mediterraneo.

Si comincia a pensare a un attacco militare, ma

c’è il rischio di ripetere però le esperienze nega-

tive di Afghanistan e Vietnam, e le stesse

drammatiche conseguenze.

(M. Marranini)

Crisi in Ucraina

Numero 12– Maggio 2015

La Riforma del Senato

La riforma istituzionale propo-

sta dal Patto del Nazareno (così

viene chiamato l’accordo tra

Renzi del PD e Berlusconi di FI)

cambierà dopo 70 anni l’assetto

della Repubblica Italiana. Ecco

i punti principali della riforma:

1 - Ci sarà un’unica Assemblea

legislativa, la Camera, che sarà

anche l’unica a votare la fiducia

al governo. I deputati rimango-

no 630 e verranno eletti a suffra-

gio universale, come oggi.

2 - Il Senato della Repubblica

manterrà questo nome, ma sarà

composto da 95 eletti dai Consi-

gli Regionali, più cinque nomi-

nati dal Capo dello Stato che

resteranno in carica per 7 anni.

3 - Il Senato avrà competenza

legislativa piena solo sulle rifor-

me costituzionali e le leggi costi-

tuzionali e potrà chiedere alla

Camera la modifica delle leggi

ordinarie, ma

Montecitorio (il

“Mafia Capitale”, anche

conosciuta come “Cupola

Romana”, è il nome che i

giornalisti e la magistra-

tura ha dato a una del-

le organizzazioni crimina-

li di stampo mafioso

politico imprenditoriale,

che operava a Roma

dal 2000 circa. Le radici di

questa organizzazione si

trovano a partire dalle

rapine dei Nuclei Armati

Rivoluzionari negli anni

ottanta, e successivamen-

te nella banda della Ma-

gliana. Mafia capitale nel 2014 è stata

oggetto dell'operazione Mondo di

Mezzo, che ha posto fine alla sua

attività mafiose.

Il Mondo di Mezzo è un gruppo illeci-

to evoluto, che ha un passato crimi-

nale di alcuni dei suoi più significativi

esponenti che ha portato all'arresto

di almeno 37 persone, tra le quali

Massimo Carminati, ex terrorista

dei Nuclei Armati Rivoluzionari

e criminale comune affiliato

all'organizzazione Banda della

Magliana. L'indagine vede inol-

tre, tra gli indagati più popolari,

l'ex sindaco di Roma, Gianni

Alemanno. Quella che si ha di fronte

è una organizzazione criminale molto

pericolosa che Massimo Carminati,

opera, soprattutto, in un mondo di

mezzo, un luogo dove, per effetto

della potenza e dell'autorevolezza di

Mafia Capitale, si realizzano azioni

criminali e si compone equilibri illeci-

nome del Palazzo sede della

Camera) potrà non tener conto

della richiesta. Su una serie di

leggi che riguardano il rapporto

tra Stato e Regioni, la Camera

potrà non dar seguito alle ri-

chieste del Senato solo respin-

gendole a maggioranza assolu-

ta.

4 - I 95 senatori saranno ripar-

titi tra le regioni sulla base del

loro peso demografico. I Consi-

gli Regionali eleggeranno con

metodo proporzionale i senato-

ri tra i propri componenti; uno

per ciascuna Regione dovrà

essere un sindaco.

5 - I nuovi senatori godranno

delle stesse tutele dei deputati.

Non potranno essere arrestati o

sottoposti a intercettazione

senza l’autorizzazione del Sena-

to.

6 - Sono riportate allo Stato

alcune competenze come ener-

gia, infrastrutture strategiche e

grandi reti di trasporto e su

proposta del governo, la Ca-

mera potrà approvare leggi

nei campi di competenza delle

Regioni, «quando lo richieda

la tutela dell’unità giuridica o

economica della Repubblica,

ovvero la tutela dell’interesse

nazionale».

7 - Cinque dei 15 giudici costi-

tuzionali saranno eletti dal

Parlamento: 3 dalla Camera e

2 dal Senato.

8 - Per i referendum serviran-

no 800.000 firme. Dopo le

prime 400.000 la Corte costi-

tuzionale darà un parere pre-

ventivo di ammissibilità. Po-

tranno riguardare o intere

leggi o una parte purché que-

sta abbia un valore normativo

autonomo.

9 - Salgono da 50.000 a

250.000 le firme necessarie per

presentare un ddl di iniziativa

popolare. Però i regolamenti

della Camera dovranno indica-

re tempi precisi di esame,

clausola che oggi non esiste.

10 - Viene introdotto il ricorso

preventivo sulle leggi elettora-

li alla Corte costituzionale su

richiesta di un quarto dei

componenti della Camera. Tra

le norme provvisorie c’è anche

la possibilità di ricorso preven-

tivo già in questa legislatura

per le leggi elettorali (es. Itali-

cum) che verranno approvate

dal Parlamento.

(M. Giaconi)

Mafia Capitale

Pagina 4

Giorgio Napolitano non è più presidente

della Repubblica. Dopo quasi 9 anni il capo

dello Stato ha lasciato l’incarico al Quirina-

le che aveva assunto per la prima volta

nel 2006 e che aveva di nuovo accettato 7

anni dopo su richieste di tutti i partiti tranne

il M5S. Il presidente ha firmato l’atto di

dimissioni, ampiamente annunciate prima

dai giornali e poi dallo stesso capo dello Sta-

to durante il discorso di fine anno. Lo Stato

si è messo subito in atto per l’elezione del

nuovo presidente. Tra il 29 e il 31 Gennaio

2015 si è svolta l’elezione, questa è stata la

tredicesima elezione del Capo dello Stato, Al

quarto scrutinio Sergio Mattarella è stato

eletto Presidente della Repubblica. Il presi-

dente è stato eletto con 665 voti. Il 3 febbra-

io il neo-presidente si è insediato ufficialmen-

te al Quirinale con il suo nuovo incarico

presidenziale. (F. Dini)

ti tra il mondo di sopra, costituito da impren-

ditoria e istituzioni, e il mondo di sotto, fatto

di batterie da trafficanti di droga, gruppi che

agiscono in modo illegale con l'uso delle armi.

La Mafia Capitale è una forza d'intimidazione

che non ha un territorio fisico, istituzionale o

sociale privilegiato, ma che viene immediata-

mente percepita e subìta da chiunque s'im-

batta in essa.

I metodi che Mafia Capitale usa sono il traffi-

co di cocaina, traffico d’armi, estorsione e

usura, reinvestimento del capitale e la corru-

zione.

Il metodo mafioso utilizzato è quello di inti-

midire quando necessario, con la violenza e

con minacce di morte nei confronti degli

interlocutori, che non si piegano ai voleri e

all'omertà che i delinquenti impongono. Il

fine è quello di acquisire in modo diretto o

indiretto la gestione o comunque il controllo

di attività economiche, di concessioni, di

autorizzazioni, appalti e servizi pubblici o di

realizzare profitti o vantaggi ingiusti per sé o

per altri ovvero al fine di impedire od ostaco-

lare il libero esercizio del voto o di procurare

voti a sé o ad altri in occasione di consultazio-

ni elettorali. (G.P. Locateli)

Il nuovo Presidente della Repubblica

Numero 12– Maggio 2015 Immigrazione: fenomeno da capire L’immigrazione è un fenomeno più che mai

attuale, con decine di sbarchi all’anno di bar-

coni provenienti dal Nord Africa pieni di mi-

granti che fuggono da zone di guerra o da

situazioni di estrema povertà.

Ma che cos’è l’immigrazione?

Il vocabolario la presenta così: “l’insediamento

di uomini in paesi diversi da quello in cui sono

nati, per cause naturali o politiche”. Può inoltre

essere esterna o interna, come accadde in Ita-

lia dal Sud al Nord.

Analizziamo ora i dati Istat sulle entrate

nell’ultimo anno (2014) di cittadini extra-

comunitari: il primo paese è il Marocco, con

25.400 richieste, di cui 15 mila circa per

motivi familiari, a testimoniare che si è in

una fase avanzata in cui il capo famiglia si è

stabilito fermamente in Italia e la famiglia

lo raggiunge. 10 mila sono gli ingressi per

motivi di lavoro, mentre le richieste di asilo

politico non raggiungono le 150. Segue la

Cina, con dati simili anche se minori (20.000

totali) e l’Albania, con moltissime richieste

per persecuzione religiosa (3.000). Settimo è

il successivo paese africano, l’Egitto, con

molte richieste per lavoro. Gli altri paesi

nella top 10 sono: l’India, 4°, l’Ucraina, il Ban-

gladesh, Gli USA (ci sono più entrate

dall’America che dall’Egitto), 8° il Pakistan, 9°

il Senegal, altro paese estremamente povero, e

infine le Filippine.

Si pensa poi che gli immigrati restino in Italia,

ma questo pensiero è sbagliato, in quanto i

migranti raggiungono molto spesso i propri

parenti nel Nord Europa, ed è per questo che la

frontiera italiana è la frontiera di tutta

l’Europa, in quanto il problema coinvolge an-

che i paesi del Nord. Infatti se confrontiamo i

con i dati in entrata con quelli in uscita si nota

che gli stranieri sono in calo del 14%, emigrati

verso gli altri paesi, mentre si ha addirittura

un’emigrazione fortissima di italiani, verso

UK, Germania, Svizzera e Francia.

Pensiamo ad un'altra caratteristica clou

dell’immigrazione: il viaggio.

Si sa infatti che i migranti partono dal Nord

Africa verso le isole più a sud dell’Italia, Lam-

pedusa e Lampione, in barconi stracarichi di

persone. Si sa anche che il viaggio ha un costo,

e non è basso: da 1000 a 10000 dollari.

Fa ridere una vicenda: il 19 Ottobre due

clandestini siriani sono andati in crociera

verso Bari in prima classe perché costava

meno del barcone! Ciò ci fa capire il costo

immenso del viaggio, senza contare che si

rischia di morire nel viaggio di fame o sete,

affogare oppure essere uccisi in una sparato-

ria con una motovedetta libica o maltese.

Bisogna anche pensare che gli immigrati

provengono da posti molto distanti e intra-

prendono viaggi disperati rischiando di mo-

rire in qualche frontiera, essere derubati,

violentati o molto altro.

(M. Marranini)

La strage degli 800

Tra la notte del 18 e il 19 aprile 2015, sulle coste

siciliane sono naufragati più di 800 emigrati tra

donne, uomini e bambini, dichiarato anche dall’

ONU, forse provenienti dalla Libia. Secondo la

procura di Catania che ha raccolto la testimo-

nianza dei sopravvissuti, il naufragio al largo

della Libia è stato provocato da una manovra

sbagliata che ha provocato una urto tra il pe-

schereccio che trasportava i migranti e un

mercantile che si era avvicinato per prestare

aiuto. Il peschereccio a quest’ urto si è capo-

volto facendo cadere tutte le persone che ne

erano a bordo. All’ accaduto sono sopravvis-

sute solo 28 persone, tra cui uno delle persone

che manovrava il peschereccio durante l’

accaduto, il cui sono state portate al porto di

Catania; mentre sono 24 i corpi ritrovati in

mare portati a Malta. Secondo un sopravvis-

suto ricoverato in ospedale, i migranti erano

950 tra cui 50 bambini. I sopravvissuti rac-

contano che per non annegare si sono aggrap-

pati ai morti. Per l’ accaduto hanno riaperto

l’operazione

“Mare Nostrum”,

navi da soccorso

per salvare gli

immigrati.

Nelle settimane

successive il Con-

siglio europeo a

messo in agenda

come prioritaria

la questione di

questa emigrazio-

ne inumana a

senza fine di gen-

te che fugge da

guerra, povertà,

fame e sottosviluppo verso l’Europa.

Insieme ad azioni militari tese a impedire che le

barche di migranti partano dalle coste libiche, si

è anche deciso che questi siano ugualmente

distribuiti nei vari paesi europei in base a vari

parametri e non solo concentrati in Italia, Gre-

cia e pochi altri paesi europei.

(E. Marazzotta, C. Tofanelli e M. Giaconi)

Il 24 marzo scorso un ex alunno della

nostra scuola media, Marco Nencetti, ci

ha lasciato. La notizia terribile della

sua marte ha lasciato nello sconforto

familiari, amici, professori e anche sem-

plici conoscenti.

Marco era una ragazzo dolce e sensibile

che ha lasciato un bellissimo ricordo

nella nostra scuola dove ha conseguito

la licenza media appena l’anno scorso.

Marco stava frequentando l’ITI di Pi-

sa.

Il funerale si è tenuto giovedì 26 marzo

nella chiesa di Arena Metato dove si

sono presentati davvero in tantissimi.

Il nostro Giornale esprime il suo più

sincero cordoglio alla famiglia e ricorda

con tanto affetto Marco.

(La Redazione)

Ciao Marco

Numero 12 - Maggio 2015 Expo Milano 2015 Expo Milano 2015 è l’Esposizione Universale che

l’Italia ospiterà dal primo maggio al 31 ottobre

2015 e sarà il più grande evento mai realizzato

sull’alimentazione e la nutrizione. Per sei mesi

Milano diventerà una vetrina mondiale in cui i

Paesi esibiranno il meglio delle proprie tecnologie

per riuscire a garantire cibo sano e sufficiente per

tutti i popoli, nel rispetto del Pianeta e dei suoi

equilibri. Sarà disposta su un’area espositiva di

1,1 milioni di metri quadri. Saranno presenti più

di 140 Paesi e Organizzazioni internazionali e

oltre 20 milioni di visitatori attesi. Expo Milano

2015 offrirà a tutti la possibi-

lità di conoscere e assaggiare i

migliori piatti del mondo e

scoprire le eccellenze della

tradizione di ogni Paese. Per

la durata della manifestazio-

ne, sia la città di Milano sia il

Sito Espositivo saranno ani-

mati da eventi artistici e

musicali, convegni, spettaco-

li, laboratori creativi e mo-

stre.

Il tema scelto per l'Esposizio-

ne Universale di Milano 2015

è “Nutrire il pianeta, energia

per la vita”. Saranno chiama-

te in causa la cultura, le tradizioni e la creatività

legati al settore dell'alimentazione e del cibo.

Gli obbiettivi di Expo 2015 sono:

- rafforzare la qualità e la sicurezza

dell’alimentazione, cioè di avere cibo a sufficienza

per vivere;

- assicurare un’alimentazione sana e di qualità a

tutti gli esseri umani per eliminare la fame, la

sete, la mortalità infantile e malnutrizione;

- prevenire le malattie sociali della nostra epoca,

dall'obesità ai tumori alle epidemie più diffuse;

- innovare con la tecnologia e l’intera filiera ali-

mentare, per migliorare le caratteristiche nutriti-

ve dei prodotti e la loro conservazione;

- valorizzare la conoscenza delle tradizioni come

elementi culturali ed etnici,

- preservare la bio-diversità

- rispettare l’ambiente e tutelare la qualità e del

cibo,

- individuare strumenti migliori di controllo e di

innovazione per garantire la disponibilità di cibo

nutriente e sano e di acqua potabile e per

l’irrigazione e assicurare nuove fonti alimentari

nelle aree del mondo dove l'agricoltura non è

sviluppata o è minaccia-

ta dalla desertificazione

dei terreni e delle fore-

ste, delle siccità e dalle

carestie.

Alla fine dell’evento

verrà proposta all’ONU

La Carta di Milano che

riassume tutti questi

punti principali e che

può essere firmata da

tutti o all’Expo o presso

il sito http://

carta.milano.it.

(G. P. Locateli, F. Dini)

Il 13 maggio le classi 3° A e

3° C della scuola Media si

sono recate con il pullman a

Milano per visitare l’EXPO,

Milano e i luoghi manzoniani.

L’Expo (ved. articolo prece-

dente) è stata la nostra prima

destinazione. Appena entrati

abbiamo visto l’ albero della

vita. Dopo ci siamo diretti verso il padiglione

dell’Egitto e quello dell’Austria.

Date le grandezze dell’EXPO, ci siamo divisi in

quattro gruppi e abbiamo visitato nel complesso i

padiglioni di Germania, Brasile, Svizzera, Malesia,

Colombia, Cina, Giappone, USA, Marocco, Messi-

co, Israele, Inghilterra, Nepal, Vietnam, Italia e

Algeria. Ve ne riportiamo solo alcuni in questo

articolo, che ci sono particolarmente piaciuti.

Il padiglione della Germania ha presentato al suo

interno varie attività interattive, un orto e uno

spettacolo musicale .

Il padiglione del Brasile presenta una rete la quale

va attraversata per poter raggiungere un piccolo

museo dove erano esposti varie piante brasiliane.

Il padiglione della Svizzera presenta 4 piani dove

Gita a Milano: non soloExpo erano disposti vari scatolo-

ni dove c’erano: sale, ac-

qua, rondelle di mela e

caffè. Si poteva prendere

tutto ma con parsimonia

dato che gli oggetti negli

scatoloni sarebbero dovuti

bastare fino alla fine

dell’evento.

Il padiglione della Malesia era un percorso che

iniziava con la proiezione di un filmato in una

stanza circolare che da l’impressione di essere in

Malesia, il percorso continuava con la riproduzio-

ne della Malesia con alberi e cascate.

Nei giorni successivi abbiamo poi visitato i luoghi

che hanno ispirato Manzoni nella scrittura de I

Promessi Sposi e che erano legati alla sua vita.

Abbiamo pernottato infatti vicino al Lago di Co-

mo (anche perché alloggi a Milano erano pressoché

introvabili o molto molto costosi!). Infine abbia-

mo visitato il bellissimo Museo Nazionale della

Scienza e della Tecnologia, che non poteva non

essere dedicato a Leonardo da Vinci, il Castello

Sforzesco e Piazza del Duomo. Una gita indimen-

ticabile! (G.P. Locatelli, F. Dini, L. Monta-

Terremoto in Nepal Il 25 aprile 2015 uno spaventoso terremo-

to del grado 7,8 della scal Richter ha

colpito il Nepal causando circa 8.000

morti, innumerevoli feriti e centinaia di

migliaia dis follati.

Il sisma ha colpito oltre al Nepal le zone

himalayane di India, Cina, Bangladesh e

Pakistan.

Si tratta dell'evento sismico più violento

che abbia colpito quest'area dopo il 1934,

quando un terremoto di magnitudo 8

provocò la morte di circa 10 600 persone.

La torre Dharahara e molti edifici della

capitale Katmandu sono andati distrutti.

Un’altra scossa di grado intenso, circa 7,3

dellas cala Richter, si è ripetuta il 12

maggio, facendo crollare altri edifici e

provocando altri 20 vittime.

Sono morti anche 4 italiani morti sotto

una frana provocato nell’Everest dal

sisma.

Il Nepal si trova proprio nella congiun-

zione tra la placca tettonica euroasiati-

ca e la placca tettonica indiana, che ve-

nendo a contatto hanno provocato il

sollevamento della catena montuosa

himalayana, la più alta del mondo.

(C. Castellani, E. Colombani e Redazione)

Mercoledì 4

marzo, la

Guardia di

Finanza di

Pisa è

venuta

nella nostra

scuola a

spiegarci

come funziona il loro lavoro. Ci hanno mostrato dei

video sul loro lavoro, in cui spiegano come investiga-

no su droga, falsi invalidi, falsificazione di denaro,

evasione fiscale (abbiamo visto anche un video di

Crozza).

Poi siamo scesi giù nell’atrio e hanno fatto una dimo-

strazione col cane antidroga, in cui si è simulata

l’individuazione di una pallina contenente della dro-

ga. Il cane, un pastore tedesco, addestrato sin da

piccolo era bravissimo e ha eseguito alla perfezione

tutti i compiti impartiti dall’addestratore.

Visita della Guardia di Finanza

Una vera transumanza dall’Italia

alla Svizzera. La «lista Falciani», dal

nome dell’ex funzionario del gruppo

bancario svizzero HBSC, ha tolto il

velo sull’elenco segreto dei 100 mila

clienti provenienti da 200 Paesi di-

versi che hanno depositato i loro

amati «risparmi» nella filiale di Gine-

vra della grande banca inglese. La

situazione risale al 2007. La Guardia

di Finanza ha esaminato 5.439 nomi-

nativi. Alcuni (1.264) hanno sfrutta-

to lo scudo fiscale (un provvedimento

che permette di far rientrare i soldi in

Italia dall’estero, ma pagando meno

tasse) per riportare circa 1 miliardo e

700 milioni di euro in Italia. Sono

101 gli evasori scoperti.

“Per fare qualcosa bisogna cambiare

le leggi, ma le leggi italiane finora

non cambiano nulla”. Così Hervè

Falciani in un’intervista a Radio

Capital sottolineando che «il segreto

bancario non è finito, né in Svizzera

Evasione Fiscale - La Lista “Falciani”

Pagina 7

né in Italia». Quando si guarda da

vicino la politica fiscale si vede la

cosa più ingiusta da immagina-

re, pagano i soliti anche per quelli

che non vogliono pagare».

Il caso della cuoca di Briatore, che a

sua insaputa aveva un conto con

quasi 40 milioni di euro intestati a

lei, è un esempio fenomenale. Flavio

Briatore dovrà ora spiegare come

mai la sua ex cuoca abbia aperto un

conto in banca nella famigerata

banca svizzera HBSC. Quella delle

banche è una potenza strana che si

esprime senza un serio lavoro di

controllo e l’assenza di controlli

permette tutto.

Nella lista Falciani figurano anche

altri personaggi famosi, italiani e

internazionali: Giuseppe Recchi, ex

presidente di Eni, i cantanti Phil

Collins e Gino Paoli, Lo stilista

Velentino, i piloti Alonso e Valenti-

no Rossi, il parlamentare PD Civati,

e poi monarchi arabi, calciatori,

politici di vari paesi, finanzieri e

imprenditori vari.

(M. Giaconi) La certificazione energetica delle

classi energetiche prevede una

sezione per la classe di isolamento

termico ed una per la qualità

dell’impiantistica ad alta efficien-

za.

La certificazione contribuisce a

rivalutarne l’immagine e ad incre-

mentarne il valore di mercato.

Ottenuta la certificazione, viene

rilasciata la targhetta energetica

da esporre sulla facciata degli

edifici a basso consumo energetico

in classe B, A.

Per quanto riguarda l'Italia, con

la certificazione energetica degli

edifici, si intende il processo di

produzione di un documento atte-

stante la prestazione energetica ed

eventualmente alcuni parametri

energetici caratteristici dell'edifi-

cio. Questo documento prendeva

inizialmente il nome di “attestato

di certificazione energetica o di

rendimento energetico dell'edifi-

cio” e permette di stabilire criteri,

condizioni e modalità per miglio-

rare le prestazioni energetiche

degli edifici.

(S. Albanese, G. Alì).

Numero 12 - Maggio 2015

Sondaggio: perché avete scelto la Scuola Media Fermi?

Sondaggio condotto da C. Castellani, S. Puschi, E. Colombani su un campione di 259 alunni della Scuola Media di Pontasserchio.

Certificazione Energetica degli edifici

Per seguire un amico/un'amica

34%

Per scelta dei genitori

18%

Per la vicinanza a casa36%

Perché è una scuola con professori validi

12%

Per seguire un amico/un'amica

Per scelta dei genitori

Per la vicinanza a casa

Perché è una scuola con professori validi

L’apparenza inganna…

Lo ha trascinato per una cinquantina di

metri. Lui, l’ispettore della polizia munici-

pale, incastrato tra la portiera del furgone

e il montante. L’altro, il guidatore, sguar-

do dritto davanti a sé, con il piede

sull’acceleratore in una corsa con slalom

tra passanti alle 11 di una

domenica mattina di aprile in

Corso Italia a Pisa.

Una fuga da film che si è

conclusa con un vigile urbano

sbattuto a terra e finito

all’ospedale con un trauma

cranico e il conducente del

furgone denunciato per resi-

stenza, violenza e lesioni aggravate a

pubblico ufficiale. La polizia municipale

ha impiegato pochi minuti per scoprire chi

era: non un rom, non un extracomunitario,

non un abituale delinquente, come molti si

erano affrettati a dire nella concitazione

dei primi minuti.

Si tratta di un imprendi-

tori e e per di più consi-

gliere comunale del

comune di Cascina, tale

A.R. 45 anni. In Corso

Italia ha il suo studio di

geometra e i mobili che

stava caricando sul

furgone provenivano da quelle stanze.

Sono le 10,54 quando la telecamera della

videosorveglianza comunale collocata in

piazza del Carmine immortala la scena. Il

furgone, fermo nei pressi del negozio Zara,

è rivolto verso piazza Vittorio Emanuele

II. L’ispettore Luigi Tamburri, 56 anni, si

avvicina chiede i documenti e il permesso

per il carico e scarico visto che a quell’ora

non doveva trovarsi lì. L’imprenditore si

mette al volante e parte. L’ispettore

rimane aggrappato alla porta per una

cinquantina di metri, poi rovina al suolo

picchiando la fronte e riportando un

ematoma. I medici lo visitano e dispongo-

no il ricovero, ma il vigile firma e torna a

casa nel pomeriggio.

(C. Castellani, E. Colombani)

A sorpresa o quasi, Apple ha presen-tato insieme al nuovo iPhone 6 il primo smart-watch: il tanto favoleg-giato Apple Watch. Destinato a essere "il dispositivo più personale che abbiamo mai creato", come lo ha definito l'ad Tim Cook. Ma com'è fatto e cosa farà questo gioiello della tecnologia?

Il design ricorda una fusione tra un iPhone 6 e un iPod nano, e il "quadrante" non è circolare ma bensì rettangolare. Come i classici orologi presenta una corona a lato, che non servirà però a regolare l'ora bensì a navigare fra le varie app e i contatti. Trattandosi di un oggetto così vicino a noi, quasi un comple-

Apple Watch

L’Urlo della Gereschi

Supplemento del giornale d’Istituto

“Il Giornale di Livia”

Editore: DS Maria Paola Ciccone

La Redazione 2014-2015

Coordinamento: Prof. S. Viaggio

Redazione: F. Vallesi (1A), S. Bognanni (1C),

M. Giaconi (2A) S. Puschi (2A), F. Vasone

(2B), C. Tofanelli (2B), G. Redini (2B), E.

Colombani (2C), E. Marazzotta (2C), C. Ca-

stellani (12E), M. Marranini (3A), S. Albanese

(3B), G. Alì (3B), G. Padula Locateli (3C), F.

Dini (3C), L. Montagnani (3C). Pagina 8

mento del nostro ve-stiario, Apple Watch sarà completamen-te personalizzabile, nelle funzioni, nelle misure e nello stile. V e r r à r i l a s c i a t o in tre versioni: Apple Watch, Apple Watch Sport e Apple Watch Edition, quest'ultimo con cassa in oro 18 carati. Due le misure disponibili che assecondano il gusto personale del vedersi al polso quadranti più o meno massicci: una da 38 mm e una da 42 mm. Ma a parte questo

Smiley Lo Smiley piercing è

forse uno dei più folli

tipi di piercing che

viene fatto all’interno

del labbro superiore.

La posizione esatta di

questo piercing è quel

sottilissimo strato di

pelle che si estende

dalla parte interna del

labbro superiore alle

gengive. C’è da pre-

tripudio di versioni, a cosa serve l'Apple watch? In pratica la sua funzione principale è fare da appendice ai dispositivi Apple in nostro possesso: ed essere un'appendice, anche, del nostro corpo. L'Apple Watch ci per-metterà di ricevere la notifica di una mail. Ma può anche essere usato

come mirino per la fotocamera. Si tratta insomma di un oggetto perso-nale che lavora in modo completa-

Numero 12 – Maggio 2015 mente integrato con gli altri di-spositivi Apple

Infarcito di sensori, l'Apple Watch presenta poi le classiche funzioni legate all’attività sporti-va che ormai ogni gadget tecnolo-gico portabile deve avere: conta-passi con accelerometro, conteg-gio delle calorie bruciate e moni-toraggio del battito cardiaco. Altre funzioni sono la possibilità di effettuare pagamenti attraver-so il nuovo sistema Apple Pay, il programma di assistenza voca-le Siri, app come Calendario, Salute, Messaggi, Meteo, Rullino e Mappe. Per quanto riguarda i contatti degli amici, il pulsante al di sotto della corona è dedicato alle conversazioni.

(S. Albanese, G. Alì)

La Ferrero è un'azien-da Multinazionale italia-na specializzata in prodotti dol-ciari, fondata da Pietro Ferre-ro nel 1946 ad Alba. La crescita costante e veloce dell’industria continua grazie al lavoro di Mi-chele che, a soli 20 anni, collabo-ra alla sua conduzione. Alla morte del padre, la direzione passa a lui. Dal padre Pietro impara l’arte e la creatività, dallo zio G i o v a n n i c o g l i e l ’ i m p o r t a n z a del l ’organizzaz ione commerciale e dalla madre Piera il senso della struttura azien-dale. Nel 1963, il figlio di Ferrero, Michele Ferrero inventa la

Supercrema, antesignana della Nutella, con l’ intenzione di commercializzarlo in tutta l’ Europa. La sua composizione è poi stata modificata ed è stata ribattezzata Nutella.

Il primo vasetto di Nutella uscì dalla fabbrica Ferrero di Alba il 20 aprile 1964. Gli ingredienti sono: zucchero, olio di Palma, nocciole, cacao, latte, lecitina di soia, vanillina.

Michele Ferrero ha saputo antici-pare i bisogni del consumatore e creare nuove categorie di prodot-to. Il 2 giugno 1971 viene nomina-t o C a va l i e r e d e l L a vo -ro Secondo Forbes, nel 2014 è stato l'uomo più ricco d'Italia e il 30° al mondo.

Dopo una lunga malattia, Michele Ferrero muore nel pomeriggio del 14 febbraio 2015 a Montecarlo all'età di 89 anni.

(G. Redini, F. Vasone)

Ma da dove arriva lo stile

“strappato”?

Fino al 1950 gli unici jeans bucati che

si vedevano in giro erano quelli con-

sunti degli operai e dei contadini.

Dagli anni 60 lo strappo non è più un

segno di usura, ma diventa un simbo-

lo di ribellione.

I movimenti Hippie prima e Punk

poi ne fanno la loro divisa nella bat-

taglia a regole e conformismo.

Il jeans strappato guadagna fama

entrando nel mondo della musica.

Punk bands come i Ramones iniziano

a creare uno stile rock, che però è

La Nutella e Ferrero

mettere che è davvero

molto doloroso trafig-

gere questa parte ed

ottenere questo pier-

cing.

Questo tipo di piercing

si chiama così per il

motivo che è visibile

solo quando si sorride,

difatti, che si indossi

un bilanciere o un

anello, il gioiello ri-

marrà nascosto fin a

quando non si sorride, da qui il nome di

smiley piercing.

Le persone che non sono riescono a pren-

dersi cura del piercing vanno incontro a

infezioni orali.

Un po’ di disattenzione può portare gravi

lesioni nella zona interessata del piercing.

Se il metallo o la tipologia di gioiello non è

adatto, allora dovete subire ancora un po’

di dolore e cambiare. La mancanza di una

corretta igiene orale rende più vulnerabili

verso infezioni batteriche e fungine. Se la

ferita si infetta dovete togliere il vostro

anello o bilanciere e trattare l’infezione.

(C. Castellani, S. Puschi, E. Colombani)

Moda dei pantaloni strappati

ancora un genere di

nicchia e risulta poco

appetibile per gli

stilisti dell´epoca.

Negli anni 90 è sem-

pre il mondo della

musica a decretarne

il definitivo trionfo.

Il successo planetario

del Grunge rock (in

special modo grazie

ai Nirvana) li rende

un capo desiderato e

di tendenza. L´idea

piace anche alle cele-

brità, attrici famose

ne fanno sfoggio. In

breve tempo il jeans

strappato fa il suo

ingresso in passerella

e sovverte il mondo

della moda.

Nel 1998 Gucci realizza i Genius Jeans, strappati e deco-

rati con pezzi di tessuto floreale (sono messi in commercio

a 3,143 dollari ed entrano nel libro dei guinness dei prima-

ti come i pantaloni più costosi mai prodotti all´epoca). Da

quel momento in poi questa moda non è mai andata in

declino e giovani di tutte le età fanno sfoggio di pantaloni

sempre più laceri e consunti, spesso pagati anche molto!

(C. Castellani, S. Puschi)