Vent’anni allegri con la Festa dei bambini...network. Ma spesso, troppo spesso, la re-torica...

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DEL FONDO QUESTA RIVISTA ESCE GRAZIE ALLE OFFERTE DEI SOSTENITORI DEL FONDO EDO TEMPIA LE LETTERE Due ringraziamen da Biella e Vercelli alle pagine 7 e 9 INTERVISTA Leone e i proge per l’oncologia a pagina 4 LUTTO Il nostro addio a Maurizio Russo a pagina 22 Vent’anni allegri con la Festa dei bambini A N N O X X V - N U M E R O 3 - O T T O B R E 2 0 1 9

Transcript of Vent’anni allegri con la Festa dei bambini...network. Ma spesso, troppo spesso, la re-torica...

  • DEL FONDO

    QUESTA RIVISTA ESCE GRAZIE ALLE OFFERTE DEI SOSTENITORI DEL FONDO EDO TEMPIA

    LE LETTEREDue ringraziamen� da Biella e Vercellialle pagine 7 e 9

    INTERVISTALeone e i proge�per l’oncologiaa pagina 4

    LUTTOIl nostro addioa Maurizio Russoa pagina 22

    Vent’anniallegri con laFesta dei bambini

    a n n o X X V - n u m e r o 3 - o t t o b r e 2 0 1 9

  • Fondatore Foglie: Elvo Tempia Presidente Fondo Tempia: Simona Tempia Direttore Responsabile: Corradino PrettiCoordinatore: Giampiero CannedduResp. tematiche sanitarie: Adriana PaduosHanno collaborato: Giovanna Chiorino, Mariella Debernardi, Viola Erdini Tempia, Pier Francesco Gasparetto, Maria Teresa Guido, Benedetta Lanza, Angelica Mercandino, Pietro Presti, Ivana RamellaGrafica: Inedita – BiellaStampa: Tipografia Vigrafica srl - Monza

    informativa dati non raccolti presso l’interessato

    informiamo che, secondo quanto disposto dall’art. 13 comma 1 della legge 675/96 sulla “tutela dei dati perso-nali”, le persone citate hanno diritto, in qualsiasi momento e del tutto gratuitamente, di consultare, far modificare e cancellare i propri dati o semplicemente opporsi al loro utilizzo ed inoltre di ottenere informazioni sulle iniziative di cui si sono rese partecipi. Tale diritto potrà essere esercitato semplicemente scrivendo al fondo edo tempia, via malta 3 - 13900 BiellaResponsabile del trattamento: camilla erdini

    In questo numero4 A colloquio con il nuovo primario di oncologia7 Ricerca clinica, i ringraziamenti di una paziente10 Il papà tifoso a bordo campo come Mihajlovic12 Cinque reparti di Biella diventano universitari18 Pietro Presti vicepresidente dell’Ecpc19 Una serata a Biella con Debora Rasio20 Tutto sull’edizione 2019 della lotteria22 Il nostro addio a Maurizio Russo28 La quarantena dei cibi del Nuovo Mondo (di Pier Francesco Gasparetto)33 Tutti i modi per sostenerci

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    Comitato ScientificoPresidente: Massimo AGLIETTAProfessore ordinario di oncologia medica, università degli Studi di torino, Direttore unità di oncologia medica I.r.C.C. Candiolo

    MembriSilvio AIME: Professore ordinario al corso di bio-tecnologie e alla facoltà di chimica dell’università di torino, sempre all’ateneo torinese, lavora al centro di biotecnologie molecolari. Collabora con aziende nel settore della diagnostica per immagini.Oscar ALABISO: Direttore della S.C. di oncologia, azienda ospedaliero-universitaria, «maggiore della Carità» di novara – Coordinatore operativo, del Polo oncologico del nord-est (rete oncologica del Piemon-te e della Valle d’aosta)Adriana ALBINI: Direttore scientifico della fon-dazione multimedica onlus di milano-Sesto San Giovanni e del laboratorio di biologia Vascolare e angiogenesi dell’Irccs multimedica.Oscar BERTETTO:Direttore S.C. oncologia medi-ca delle molinette di torino, Coordinatore operativo rete oncologica regionale Piemontese, Cofondatore Fondazione F.a.r.o.Michele CARBONE: uno dei massimi esperti mondiali di mesotelioma, il cancro legato alla polvere di amianto, conduce le sue ricerche nell’università di Honolulu alle Hawaii.Alberto COSTA: Coordinatore Centro di Senologia della Fondazione maugeri di Pavia, Direttore Scuola europea di oncologia, Coordinatore del Centro di Senologia del Canton ticinoMaurizio D’INCALCI: Direttore Dipartimento di oncologia, Istituto di ricerca Farmacologica mario negri, milano, Preclinical Coordinator della Fonda-zione SenDo, milanoGian Paolo DOTTO: Docente di biochimica all’università di Losanna, lavora come ricercatore tra Svizzera e Stati uniti, con una particolare attenzione al campo della carcinogenesi. È cofondatore dell’Icpi (International cancer prevention institute).Giovanni GANDINI: Professore ordinario, uni-versità degli Studi di torino, Direttore Dipartimento di Diagnostica per Immagini, S.C.D.u. radiodiagno-stica 4, azienda ospedaliero universitaria S.Giovanni battista, torinoSilvia MARSONI: È responsabile del programma di oncologia di Precisione dell’Istituto Firc di onco-logia molecolare e consulente dell’Istituto nazionale tumori e dell’ospedale niguarda di milano.Umberto RICARDI: Professore ordinario di radioterapia dell’università di torino e direttore della radioterapia universitaria dell’azienda ospedaliera San Giovanni battista di torino. Dal 2005 è anche direttore della scuola di specialità in radioterapia dell’università di torino.Anna SAPINO: Professore ordinario di anatomia patologica all’università di torino e direttore scienti-fico dell’Istituto per la ricerca e la cura del cancro di Candiolo. È membro del Consiglio Superiore di Sanità.Gianluca SEvERI: epidemiologo genetico e mole-colare, è direttore di ricerca dell’Inserm e direttore di un laboratorio dell’Istituto Gustave roussy a Parigi.Gabriella SOZZI: responsabile Struttura Semplice di Citogenetica, e Citogenetica molecolare, Diparti-mento oncologia Sperimentale, I.n.t. milano

    Toffa, Mihajlovic, la malattiae le parole per raccontarla

    Quando la malattia colpisce per-sonaggi famosi, come nel caso di Nadia Toffa o di Sinisa Mihajlovic, succede che il cancro torni sul-le prime pagine di giornali e siti internet o sulle nostre bacheche dei social network. Ma spesso, troppo spesso, la re-torica sceglie una scorciatoia e fa indossa-re un’armatura alle persone che affrontano un tumore, che a loro piaccia o no. Per al-cuni può essere utile, ma per altri è stretta come una prigione. Per questo, nei giorni del clamore mediatico intorno a Nadia Tof-fa, abbiamo scelto di uscire allo scoperto e dire con forza che quella contro il can-cro non deve essere definita una guerra. E i pazienti non sono vincitori o sconfitti, né necessariamente guerrieri o eroi.Ricordarlo è giusto anche perché la “batta-glia”, come ricorda con durezza proprio la storia dell’inviata de “Le Iene”, non ha un esito scontato. E per quanto l’atteggiamen-to e lo stato d’animo possano contribuire ad affrontare al meglio anche il percorso di cura, non determinano necessariamen-te la buona riuscita di una terapia. Se ogni paziente ha il diritto di definirsi secondo la sua personale sensibilità, mai deve passa-re il concetto che, se una persona muore di cancro, allora non è stato forte abbastanza, non è stato un buon guerriero. È, in una pa-rola, un perdente.No. Lasciamo che ogni malato affronti il suo percorso di malattia con la propria vi-sione personale, con le proprie speranze, risorse e paure. Lavoriamo per curare (o

    superare, attraverso la ricerca) il cancro. E rivolgiamo le nostre “armi” contro un altro bersaglio, quello della scarsa cono-scenza e dell’insufficiente consapevolezza. Concentriamoci anche sulla prevenzione, quella che ci consentirebbe, con la sem-plice rinuncia al fumo e con la riduzione dell’inquinamento atmosferico, di ridurre in modo esponenziale l’incidenza del tu-more ai polmoni. Oppure, per fare un altro esempio, occupiamoci di un’alimentazione corretta che, oltre a ridurre l’obesità e i ri-schi di malattie cardiovascolari, sarebbe il più efficace deterrente al cancro al colon. Il vero avversario non è più il tumore, ma tutto quello che non si fa, o che si dovrebbe fare di più e meglio per prevenire e curare i tumori.E, nel frattempo, lasciamo ai malati il dirit-to di essere malati, ovvero il diritto di vivere la propria esperienza di malattia liberi da pregiudizi altrui, senza sentirsi discrimi-nati o emarginati, senza sentirsi addosso il peso di alcuna responsabilità di come si è scelto di affrontare emotivamente la pro-pria malattia. Nel nostro lavoro quotidiano al Fondo Edo Tempia incontriamo guerrie-ri con la spada sguainata e persone che si scoprono all’improvviso fragili e indifese. Restiamo accanto a tutte loro, senza giudizi né pregiudizi.

    Viola Erdini TempiaScriveteci all’indirizzo:

    [email protected]

    Viola Erdini Tempiapresidente Fondazione

    Edo ed Elvo Tempia

    Simona Tempia Erdinipresidente

    Fondo Edo Tempia

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    La porta del suo ufficio, a metà del cor-ridoio del reparto, è spesso aperta. Un dettaglio che è quasi un simbolo: per Francesco Leone, da marzo direttore della struttura complessa di oncologia, aprirsi al mondo è uno degli obiettivi fondamentali. «Fare rete» spiega «vuol dire mettere a disposizione le reciproche competenze nel campo dell’assistenza e della ricerca. In questo modo si persegue

    non solo l’interesse del territorio, ma si entra in una dimensione oltre il locale, alla ricerca di un bene comune e più ampio». Ma non è l’unico traguardo da raggiungere, per l’ospedale biellese e per la sanità pubblica in generale: «La moder-nizzazione è un obiettivo, non solo nella tecnologia e nelle terapie, ma nel modo di rapportarsi ai pazienti, che devono essere al centro del nostro lavoro. Così

    come è importante la formazione, e a Biella ho trovato grande sensibilità sul te-ma, fondamentale per dare motivazione, integrazione e aggiornamento scientifico agli operatori. E poi c’è la ricerca».Quando si parla di “bene comune”, in riferimento al lavoro che scienziati di tutto il mondo svolgono quotidiana-mente attorno al cancro, il pensiero va ai progressi frutto proprio dei progetti di ricerca. Leone, piemontese, 51 anni, laureatosi in medicina a Torino e a lungo nel corpo docente dell’università del capoluogo, è stato coordinatore di pro-getti di ricerca durante gli anni passati all’Ircss di Candiolo, alcuni dei quali svolti in collaborazione con le strutture della Fondazione Tempia. «Anche per questo la situazione biellese non mi era scono-sciuta» sorride. «Sapevo che qui esistono risorse e persone in grado di contribuire a una produzione scientifica di presti-gio. Avvicinandomi e immergendomi in questa realtà ho capito come proprio la collaborazione con le associazioni non profit come Fondo e Fondazione Tempia, così profondamente radicate nel territo-rio, offra potenzialità straordinarie per sopperire ai limiti della sanità pubblica che, quando si tratta di reperire risorse, deve fare i conti con i bilanci da tenere in equilibrio».

    FRANCESCoLEoNE: «MettiaMoI PAzIENTIal centro»

    la storia

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    Sulla ricerca, i progetti di Francesco Leone sono già sul tavolo: «Ho già in mente una lista di priorità da esplo-rare perché Biella porti un contributo ancora più forte allo sviluppo scien-tifico». In più c’è il vantaggio di poter lavorare davvero fianco a fianco con le persone con cui ha già collaborato in passato, compresi i ricercatori dei laboratori di genomica e oncologia molecolare della Fondazione Tempia: «Riflettendo insieme sui problemi si mi-gliora. Anche nell’era delle informazioni che viaggiano rapidamente via e-mail lo scambio diretto è importante». E un’ul-teriore spinta deriverà dall’intesa siglata con l’università di Torino e la Regione, che renderà a guida universitaria anche il reparto di oncologia, dopo quelli di ostetricia e ginecologia, laboratorio analisi, pediatria e otorinolaringoiatria. «È stata un’iniziativa coraggiosa» sot-

    tolinea Leone. «Ci collegherà al resto del Piemonte rendendoci un polo di at-trazione. Avere a disposizione protocolli di cura innovativi significa accogliere pazienti da fuori provincia». Nel “mon-do perfetto” del primario, l’assistenza sanitaria deve essere un sistema a più centri, ognuno con le sue specializzazio-ni: «Accade già ora, quando indirizziamo i malati verso strutture più attrezzate e con competenze più avanzate. I pazienti ritornano da noi con gratitudine perché, a fronte del disagio di non curarsi “vicino a casa”, c’è il vantaggio di ricevere la mi-gliore assistenza possibile. E poi a ridurre il disagio ci sono servizi come quello del Fondo Edo Tempia, che aiuta le persone a recarsi anche negli ospedali più lon-tani. In un prossimo futuro, potrebbe rendersi necessario il percorso inverso: andare a prendere persone lontane per portarle a Biella».

    Mettere il paziente al centro è l’obiettivo di una delle iniziative che Francesco Leone sta attuando proprio in questi giorni: «Stiamo creando, all’interno dello staff, dei gruppi di lavoro specia-lizzati per patologie. Questo consenti-rà ai pazienti di avere un oncologo di riferimento e un nucleo di persone, sempre le stesse, a cui appoggiarsi per qualsiasi necessità o dubbio. Sono le nuove terapie a richiedere nuovi mo-delli organizzativi: oggi quasi la metà dei farmaci si assume per via orale. Significa che si può seguire la terapia a casa e non necessariamente in repar-to. Ma significa anche dover gestire a distanza i problemi che comunque si presentano e mettere a disposizione persone in grado di rispondere alle do-mande e alle esigenze dei pazienti anche quando non sono qui». A porte aperte, appunto. Come quella del suo ufficio.

    Da pochi mesi al timone del reparto di oncologia dell’ospedale di Biella, ha tra le sue priorità anche la ricerca: «Ho già in mente una lista di priorità da esplorare per un contributo ancora più forte al progresso scientifico»

    Francesco Leone nel suo studio. In alto un’immagine del laboratorio di oncologia molecolare. Nella pagina accanto una veduta dell’ospedale di Biella

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    ricerca

    Gli studi sul colangiocarcinomain collaborazione con

    i nostri laboratoriDue studi condotti nel laboratorio di oncologia medica dell’istituto di Candiolo Fpo-Ircss, in collaborazione con i laboratori di genomica e di oncologia molecolare della Fondazione Edo ed Elvo Tempia, sono stati recentemen-te pubblicati sulla rivista scientifica internazionale Can-cers. Entrambi i lavori hanno coinvolto Caterina Peraldo Neia, ricercatrice che dallo scorso anno fa parte dello staff del laboratorio di genomica, ed hanno per oggetto il colangiocarcinoma intraepatico, una patologia che colpisce i dotti biliari del fegato. Si tratta di un tumore altamente aggressivo, difficile da diagnosticare se non a uno stadio avanzato. Mancano infatti dei biomarcatori che permettano di rilevare precocemente la malattia. Le opzioni terapeutiche per contrastarlo sono rappresen-tate dalla chirurgia, in un numero ridotto di casi, e dalla chemioterapia, in particolare dal farmaco Gemcitabina, efficace purtroppo per un periodo limitato di tempo perché i tumori sviluppano una resistenza al farmaco.Proprio per questo motivo, nel lavoro intitolato: “Esta-blishment and Characterization of a New Intrahepatic Cholangiocarcinoma Cell Line Resistant to Gemcita-bine”, i ricercatori del laboratorio di Candiolo, sotto il

    coordinamento e la supervisione di Giuliana Cavalloni, hanno creato un modello in vitro di resistenza alla Gemcitabina per poter studiare i meccanismi biologici e molecolari che portano all’inefficacia del farmaco. I profili di espressione delle cellule sensibili e di quelle resistenti sono stati confrontati, attraverso analisi di laboratorio e analisi bioinformatiche, condotte da Paola Ostano del laboratorio di Genomica. I risultati hanno consentito di conoscere i geni coinvolti nel processo di resistenza e identificare quindi possibili farmaci alternativi per il trattamento del colangiocarcinoma intraepatico.Il secondo lavoro, intitolato “Assessment of a High Sensitivity Method for Identification of Idh1 R132x Mutations in Tumors and Plasma of Intrahepatic Cholan-giocarcinoma Patients” è la continuazione di uno studio coordinato dal direttore del laboratorio di genomica Giovanna Chiorino, svolto analizzando pazienti reclutati in diversi ospedali italiani, nel quale si era dimostrato che la mutazione del gene Idh1 è un marcatore di pro-gressione tumorale. Nell’intento di identificare questa mutazione nelle cosiddette “biopsie liquide”, Maria Scatolini ed Enrico Grosso del laboratorio di oncologia molecolare, la struttura della Fondazione Tempia che ha sede all’ospedale di Biella, hanno messo a punto una metodica altamente sensibile, efficace e poco costosa che permette di rilevare la presenza della mutazione non solo nel Dna estratto dal tessuto tumorale, ma anche in quello circolante nel plasma dei pazienti affetti da colangiocarcinoma intraepatico.Proprio in questo ultimo punto sta l’innovazione dello studio: la quantità di mutazione trovata nel sangue del paziente aumenta durante la progressione della malattia, confermandone il ruolo di biomarcatore. Ma il dettaglio ancora più interessante è che il gene Idh1 mutato è bersaglio di un farmaco “intelligente” che colpisce solo le cellule tumorali che recano questa particolare altera-zione. Pertanto, la terapia chiamata “Anti-Idh1” risulta essere una possibile alternativa efficace.Entrambi gli studi sono stati coordinati da Francesco Leone, oggi primario della struttura complessa di onco-logia dell’Ospedale degli Infermi di Biella, che fino allo scorso febbraio è stato il coordinatore dell’unità tumori gastrointestinali della divisione di oncologia medica di Candiolo, diretta da Massimo Aglietta.

  • lettera aperta

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    Trenta studi attivi, sette in attiva-zione, circa 700 pazienti seguiti: la ricerca clinica in campo on-cologico all’ospedale di Biella è gestita in collaborazione da Asl e Fondazione Tempia. Ma i numeri a volte sono troppo freddi per raccontare fino in fondo le storie che contengono, storie di pa-zienti che grazie a protocolli spe-rimentali hanno una speranza in più di guarire. Paola Traversa è una di loro: vive a Sagliano e ot-to mesi fa le è stato diagnostica-to un tumore. Ma all’ansia e alla preoccupazione dell’esperienza con la malattia si è sommata la scoperta di un mondo attento, pronto a circondare i pazienti di attenzioni e non solo di cure all’avanguardia. Paola Traversa lo ha voluto testimoniare con una lettera, che ha inviato all’Ufficio relazioni con il pubblico dell’Asl e che pubblichiamo qui di seguito.---Buongiorno, sono un’utente del nostro ospedale e vorrei far conoscere la mia esperienza. Otto mesi fa sono stata in

    modo improvviso e inaspettato catapul-tata in una nuova realtà, che mi ha porta-ta a conoscere il day hospital oncologico.Mi sono avvicinata con timore e anche un po’ di paura per le cure, ma anche per l’ambiente sconosciuto. Lì ho trovato un mondo, di professionalità, gentilezza e umanità. Faccio parte di una speri-mentazione e mi sento una privilegiata. Pur vivendo in un piccolo centro come Biella ho avuto la possibilità di fare cure innovative, all’avanguardia, che spesso si pensa possano essere fatte solo nei grandi centri.

    Spero che queste siano utili per me, ma anche per le nostre figlie e le generazioni a venire. Sono stata accolta in questo reparto da persone e professionisti fantastici, medici infermieri e operatori che si adoperano ogni giorno per presta-re un’assistenza personalizzata e attenta, pronti a risolvere problemi sanitari e non solo, sempre con il sorriso. Grazie davvero a tutto lo staff.Un grazie particolare a Stefano e Francesca, miei punti di riferimen-to per la terapia sperimentale, che

    fino a dicembre non terminerà, sui quali ho contato moltissimo fin dal primo mo-mento. A ogni dubbio o incertezza una telefonata, alla quale non è mai mancata una risposta precisa e tranquillizzante. Penso davvero che noi biellesi siamo mol-to fortunati perché in momenti delicati come quelli dell’affrontare una malattia oncologica abbiamo a nostra disposi-zione professionisti come quelli che ho conosciuto.Grazie di cuore.

    Paola Traversa

    «le cure all’avanguardiafatte di gentilezza e umanità»

    La lettera di una paziente seguita dal servizio di ricerca clinica oncologica di Asl Biella e Fondazione Tempia: «Assistenza personalizzata e attenta, sempre con il sorriso»

    Ricerca clinica oncologica, un fiore all’occhiello L’ufficio per le valutazioni cli-niche e la ricerca dell’ospedale di Biella, a cui la Fondazione Tempia contribuisce mettendo a disposizione la coordinatri-ce di ricerca clinica Francesca Crivelli, consente ai pazienti del territorio di avere accesso alle sperimentazioni. Si tratta di protocolli terapeutici frutto di

    anni di studi che, nel loro pas-saggio finale, una volta stabilita la loro efficacia, vengono messi a disposizione dei pazienti. In questo modo si raccolgono dati essenziali, in un ambiente di di-mensioni ridotte e quindi facile da monitorare, per trasformare la sperimentazione in una pras-si clinica valida per tutti. «Gli

    studi clinici sono ricerche effet-tuate per determinare l’effica-cia, la tolleranza e la sicurezza nell’utilizzo non solo di nuove procedure o nuovi farmaci» spiega Francesca Crivelli. «A volte si testano dosaggi o vie di somministrazione diverse di farmaci già conosciuti, per ridurre gli effetti collaterali o

    migliorarne la risposta. Reclu-tiamo i pazienti in accordo con gli oncologi e tutto viene svolto nel rispetto dell’ accuratezza e di precisi codici etici». Insieme a Francesca Crivelli, coordina la struttura l’altra data mana-ger Elisa Perfetti. La squadra è completata dall’infermiere di ricerca Stefano Di Massimo.

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    l’iniziativa

    Venti edizioni per vent’anni: vuol dire che qualche bambino di allora, che ha parte-cipato con curiosità alla prima edizione, potenzialmente può esserci tornato ora, nel 2019, con i suoi figli. Anche questo è il bello della Grande festa dei bambini, che domenica 15 settembre, accompagnata da una splendida giornata di sole e con temperature ancora più che gradevoli, ha occupato pacificamente per tutta la gior-nata i Giardini Zumaglini di Biella. I grandi protagonisti sono stati i più piccoli: le attrazioni erano adatte a chi aveva dai 3 ai 10 anni di età, che sono stati coinvolti in attività e giochi divertenti, sullo stile dei luna park di una volta. Ma insieme al tiro ai barattoli e alla pesca dei pesciolini è stato per la prima volta possibile avvicinarsi ad

    alcune discipline sportive, grazie alla col-laborazione delle società del territorio. Il Basket Femminile Biellese ha allestito un canestro per far provare qualche tiro agli aspiranti cestisti. Il Tennistavolo Biella ha portato campi, racchette e palline per una minilezione di ping pong. Il Biella Rugby ha preparato il loro mini-campo gonfiabile per i tiri al bersaglio con la palla ovale. Inoltre la Rhythmic School ha portato le sue atlete agoniste per un’esibizione di ginnastica rit-mica, svoltasi nel pomeriggio. Speciali ospiti della giornata sono stati i pony Nuvola e Grillo del Cem di Mottalciata, che hanno accompagnato tanti bambini al “battesimo della sella”.Tra giochi da tavolo, creatività da sviluppare con carta e colori e l’immancabile trucca-

    bimbi, i piccoli partecipanti hanno trascorso una porzione di giornata all’aria aperta e divertendosi. E, al termine del percorso di gioco, hanno trovato la merenda e un piccolo premio. Il ricavato di 900 euro sosterrà come di consueto le attività del Fondo Edo Tempia. «Ringraziamo» chiudono gli organizzatori «gli sponsor Coop e Campagnolo, la Panini per almanacchi, figurine, fumetti che fanno la gioia di tutti i bambini, le società sportive, “il Folletto” per i giochi, i ragazzi del liceo scientifico che per un giorno si sono ag-giunti alla nostra squadra, i cavallini e i loro addestratori, i volontari del nostro gruppo “Tutti Insieme per la Vita” e ovviamente le famiglie biellesi che con i loro ragazzi rendono sempre speciale questa giornata»

    Vent’anni e non sentirli:è la Festa dei bambiniDomenica 15 settembre l’allegra invasione dei più piccoli ai giardini zumaglini di Biella. Per la prima volta hanno partecipato anche le società sportive: Basket Femminile Biellese, Tennistavolo Biella, Biella Rugby e Rhythmic School

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    il messaggio

    Una lettera di ringraziamentoper i volontari di vercelli

    Il giornale La Sesia pubblica la testimonianza di una lettrice: «Il loro servi-zio è utile a tutti noi» ha scritto, parlando delle ore spese in camice bianco a dare aiuto ai pazienti del reparto di radiologia all’ospedale Sant’Andrea

    Chi regala ore e impegno alla collettività da volontario sa che non c’è miglior ricompensa di un ringraziamento. Per questo alle persone che ogni giorno prestano servizio al reparto di radiologia dell’ospedale Sant’Andrea di Vercelli ha fatto particolarmente piacere la testimonianza che una lettrice ha inviato al giornale La Sesia: «I volontari del Fondo Edo Tempia sono un vero esempio di gene-rosità e voglio ringraziarli per il loro servizio utile a tutti noi» ha scritto Rita Parente, la paziente che ha avuto a che fare con la squadra che indossa il camice bianco e il nostro logo con il grande albero verde.La lettera è stata pubblicata martedì 23 luglio e ha strap-pato un enorme sorriso ai volontari che si impegnano ogni giorno per rendere meno gravoso il tempo passato in ospedale ai pazienti. «Siamo una decina» racconta Piera Franzo, una di loro, «e quotidianamente prendiamo posto allo sportello dove si ritirano i referti degli esami. Facciamo in modo che le persone perdano meno tempo e cerchiamo di accoglierle con il sorriso e qualche pa-rola gentile, sapendo che vivono un momento che può portare ansia». Un impegno riconosciuto pubblicamente proprio in quella lettera: «Ho sperimentato personal-mente l’efficacia di un servizio che prima non c’era» ha scritto ancora Rita Parente. «Persone gentili, preparate ed efficienti mi hanno indirizzata e accompagnata nella stanza giusta, facendomi sentire a mio agio e alla fine degli esami mi è stato detto che avrebbero provveduto loro stesse al ritiro dei referti e che me li avrebbero

    consegnati senza farmi fare lunghe code agli sportelli. L’assistenza che hanno prestato a me è stata rivolta a tutti e sempre con un sorriso amichevole e a volte con una piccola conversazione consolatoria».Il gruppo presta il suo servizio al Sant’Andrea da qual-che anno, «dai tempi in cui sono partiti i programmi di screening Prevenzione Serena e Proteus Donna» ricorda Piera Franzo. «Abbiamo cominciato coinvolgendoci tra conoscenti, nel mondo delle ex insegnanti. Poi si sono aggiunte altre persone e adesso siamo un gruppo affia-tato, che si frequenta anche al di fuori degli impegni in ospedale. Ci teniamo in contatto per coordinarci ogni giorno e fare in modo che lo sportello di radiologia non resti mai sguarnito. Anche il primario è soddisfatto del servizio che offriamo».Un servizio di cui proprio in quella lettera al giornale si riconosce l’importanza: «Sono certa che chi dopo di me dovrà fare gli esami in quel reparto non potrà fare a meno di apprezzarne l’utilità e si vorrà unire nel ringra-ziamento a persone di animo nobile che donano tanto tempo gratuitamente per rendere con il loro servizio la vita un po’ più facile a tutti noi».

    Il gruppo di volontari all’ospedale Sant’Andrea di Vercelli con la vi-cepresidente del Fondo Maria Teresa Guido e con il direttore della struttura complessa di radiodiagnostica Fabio Melchiorre

  • testimonianze

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    Simone Rossi al lavoro nel suo negozio di Chiavazza. Tra paura e otti-mismo non ha mai perso la voglia di lottare

    simone rossi e mihajlovic:«la mia convalescenza

    a bordocampo»Parrucchiere a Chiavazza, da cinque anni in terapia per un tumore, ma

    sempre presente alle partite e agli allenamenti del figlio, racconta la sua storia. Il messaggio: «Fate prevenzione e sostenete la ricerca»

    Quando Simone Rossi ha rivisto, sulla pagina Facebook del Fondo Edo Tempia, la foto di Sinisa Mihajlovic sulla panchina del Bologna, è stato quasi come guardare uno specchio. L’allenatore di serie A era uscito dall’o-spedale, dove era in cura per la leucemia. E lui tante volte aveva fatto lo stesso, tra una chemioterapia e una seduta di radioterapia, per non perdersi nemmeno gli allenamenti del figlio, che gioca negli Esordienti della Fulgor Ronco Valdengo. «Quando mi dicono che sono un eroe» scherza, ma non troppo «io rispondo che sono uno sfigato. Mi sono ammalato di una malattia di cui avevo paura».È successo cinque anni fa. Era il 2014 e l’ospedale di Biella stava traslocando nella nuova sede. «Mi piace pedalare sulla mountain bike» racconta Simone Rossi «e pensavo che quel fastidio all’inguine che non se ne andava fosse colpa della bicicletta. Non mi era mai pia-ciuto andare dal medico ma quella volta ebbi una sorta di presentimento. Mi prescrissero esami su esami. Ma non il test del Psa: sembravo troppo giovane per avere quel problema. Ma una volta escluso tutto, lo feci». Il primo verdetto fu allarmante. Il secondo, quello della biopsia, anche: «Era un cancro alla prostata particolar-mente aggressivo. Bisognava fare in fretta». Da Biella a Candiolo e negli ultimi tempi a Orbassano, per tenere a bada le metastasi Rossi è stato sottoposto a più di cento trattamenti, tra chemio e radio, e a una terapia sperimentale per i tumori alla prostata con mutazione genetica, seguendo un protocollo concordato con

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    scienziati statunitensi. «Ma non ho mai perso un giorno di lavoro» racconta, mostrando il suo negozio da par-rucchiere in via della Vittoria a Chiavazza. «Fissavo le sedute di lunedì, il giorno di chiusura, per poter essere al mio posto dal martedì in poi».E soprattutto, non ha mai perso un momento della vita sportiva del figlio appassionato di calcio: «Il saba-to apro un po’ più tardi per poter andare alle partite» sorride. E poi pensa al delicato equilibrio tra la sua malattia e le sue paure e la serenità della famiglia: «Ho avuto momenti difficili di ansia, paura e di dolore difficile da sopportare. Mi è capitato di stringere i denti fino all’ora in cui mio figlio andava a dormire, e poi di contorcermi sul divano dal male appena dopo. Mia moglie mi è sempre stata accanto, nonostante soffra anche lei insieme a me. E mi ha sempre detto di non piangermi addosso. Non la ringrazierò mai abbastanza».E Simone Rossi ha interpretato il messaggio fin da subito. Quando ha perso i capelli per la chemioterapia, si è inventato un look in stile britannico, presentan-dosi in negozio con gilet e coppola in testa. «E a mio figlio» aggiunge «ho detto che mi ero rasato a zero perché avevo perso una scommessa con un amico su una partita della Juve». Non ha rinunciato alla sua passione per la mountain bike accelerando anche i tempi di recupero rispetto ai consigli dei medici, che descrive come persone di rara umanità lungo tutta la sua esperienza: «Mi piaceva fare enduro. Adesso vado per sentieri con la bici a pedalata assistita, ma mi fa sentire non malato». Nel lavoro poi ha chiesto ai suoi clienti di prendere appuntamento invece che venire liberamente: «Ho sempre parlato a tutti apertamente di quello che mi stava succedendo. Non ho niente da nascondere, mica ho commesso un furto...». E la reazione della maggior parte di loro è stata positiva: «C’è stato chi mi telefonava per dirmi che aveva il raffreddore, preoccupato che fosse un rischio per il mio sistema immunitario. E c’è anche chi mi ha chiesto consigli».Simone Rossi ne ha uno per tutti: «Fate prevenzione. E sostenete la ricerca perché potreste esserci dentro voi, come è successo a me». Senza la ricerca e gli investimenti che la alimentano, non nascerebbero nuove terapie come quella che lui stesso sta seguen-do: «Quando ho iniziato mi hanno detto che ero il terzo in Italia e l’ottavo al mondo». E pensando a chi è malato come lui e a quella foto di Mihajlovic, ha un altro messaggio: «Quando l’ho vista sul giornale, su-bito non l’ho riconosciuto. Ho pensato ai giorni in cui le cure e il cortisone mi avevano cambiato l’aspetto e non riconoscevano nemmeno me. E poi ho pensato alla mia esperienza, al desiderio di provare a superare la paura e il dolore e andare avanti. Non credo che mister Mihajlovic sia fuggito dall’ospedale, come ho letto da qualche parte. Sicuramente è uscito con il benestare dei medici. Ma le persone note come lui possono dare messaggi importanti. Ed è importante che siano corretti»

    L’immagine di Sinisa Mihajlo-vic (nella foto qui sopra) sulla panchina del Bologna ha cat-turato l’attenzione più dei gol nella prima giornata della serie A di calcio. L’allenatore che a luglio aveva annunciato in una conferenza stampa di essere malato di leucemia è diven-tato un simbolo di coraggio e di voglia di vivere. E ha ri-portato sulle prime pagine, come era accaduto solo pochi giorni prima con la scomparsa di Nadia Toffa, il tema delle malattie che spaventano e del modo di affrontarle. Nel dibattito su come parlare del cancro e sui termini giusti per definirlo, il Fondo Edo Tempia ha preso una posizione netta: «Ciascuno ha il diritto di vivere la propria malattia libero da pregiudizi altrui, senza sentirsi discriminato o emarginato» ha detto il direttore generale del Fondo Pietro Presti in un’in-tervista a La Repubblica.Il tema riguarda la definizione dei pazienti come “guerrieri” o “eroi”. La stessa Nadia Toffa si definiva una guerriera: «E ave-va diritto di raccontarsi come meglio credeva» ha prosegui-to Presti. «Ma la società non può usare parole o linguaggi che spostano il problema». Due sono le ragioni. La prima

    l’ha spiegata bene lo scrittore e fumettista Matteo Bussola, in un post su Facebook con-diviso 3500 volte: «Ci sono persone che guariscono, ci sono persone che, purtroppo, non ce la fanno. Quelle che guariscono non hanno “vinto”, esattamente come quelle che non guariscono non hanno “perso”. Non ci sono combat-tenti, vincitori o vittime, ma esseri umani che affrontano l’unicità della propria malattia. Persone che hanno bisogno di vicinanza, di incoraggiamento e amorevolezza, e non di es-sere compatite o considerate degli eroi. Magari la cosa più giusta è lasciare che ogni ma-lato scelga di utilizzare la nar-razione di sé che preferisce, senza essere costretto a subi-re quella degli altri». La secon-da è un invito a concentrarsi sugli aspetti più importanti: «Come società, oltre che sulla ricerca e sulla cura, dobbiamo lavorare sulla prevenzione» ha aggiunto Presti nell’intervista. «Per esempio, per il tumore ai polmoni bisogna partire dal contrasto ai fattori di rischio, prima di tutto fumo e inqui-namento». E questa è la vera battaglia che ha bisogno di guerrieri.

    I casi Toffa e Mihajlovic e “le parole per dirlo”

  • convenzioni

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    C’è il contributo importante della Fondazione Tempia nel progetto che renderà a guida universitaria cinque reparti dell’Ospedale degli Infermi. Secondo la convenzione firmata a luglio tra Asl Biella e università di Tori-no, entro la fine dell’anno i direttori di otorinolaringoiatria, pediatria, labora-torio analisi e ostetricia e ginecologia saranno anche docenti universitari, con la conseguenza virtuosa di poter accogliere in città i medici specializ-zandi. Il quinto reparto a seguire lo stesso iter sarà oncologia, come a continuare lungo la strada che Elvo Tempia tracciò quasi quarant’anni fa, dando alla nostra provincia una voca-zione particolare nella cura dei tumori e nel sostegno ai pazienti. È proprio su questo fronte che si eserciterà il sostegno diretto al progetto della Fondazione Tempia, che si impegna alla copertura parziale dei costi per lo stipendio del professore universi-tario vincitore di cattedra proprio per il reparto di oncologia e per quello di pediatria, affiancato da Lilt Biella che farà lo stesso con ostetricia e ginecologia e dall’Unione Industriale Biellese che finanzierà parte dei costi

    amministrativi dell’accordo.«Nel secondo caso si tratta di un na-turale sviluppo al sostegno che negli ultimi anni abbiamo garantito all’onco-logia pediatrica di Biella e Novara» ha commentato Viola Erdini, presidente della Fondazione Tempia. «Per quanto riguarda l’oncologia, è una disciplina

    che da oltre vent’anni sosteniamo nell’Ospedale di Biella, contribuendo ad alimentarne la vocazione. Quest’ul-timo passo ci permetterà di rafforzare e consolidare ulteriori progettualità di ricerca e di cura a favore dei pazienti e della sanità piemontese».Il circolo virtuoso tra pubblico e privato

    L’UNIVERSITà ENTRA IN oSPEDALE.LA FoNDAzIoNE TEMPIA C’è

    In alto la firma della convenzione tra Umberto Ricardi, Luigi Icardi e Diego Poggio.Qui sotto Pietro Presti e Viola Erdini (terzo e quarta da sinistra) durante l’annuncio dell’intesa

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    nomine

    di cui Biella è ottimo esempio è stato elogiato dall’assessore regionale alla sanità Luigi Icardi, presente alla firma della convenzione, sottoscritta dal direttore della Scuola di medicina Um-berto Ricardi per l’università di Torino e dal commissario Diego Poggio per l’Asl di Biella. «Vogliamo potenziare l’o-spedale di Biella e la firma va in questa direzione» ha dichiarato Icardi. «Infatti consentirà alla struttura di diventare sempre più un punto di riferimento per tutto il quadrante Nord-Ovest e tutto il sistema regionale avrà un indubbio beneficio da un accordo che contribuisce alla soluzione del problema della carenza dei medici. È un passo importante anche per gli specializzandi, che avranno una pos-

    sibilità in più per la loro formazione».L’iter era partito nel 2016, quando fu sottoscritta la convenzione quadro per individuare le strutture dell’Asl di Biella che sarebbero state destinate a operare in sinergia con la Città della Salute e della Scienza di Torino. Nella scorsa primavera una prima visita dell’allora assessore regionale alla sanità Antonio Saitta aveva fatto il punto della situazione dando un pri-mo colpo di acceleratore al progetto che ora, con le firme di luglio, è nella sua fase attuativa. «È un risultato di cui vado orgogliosa» ha aggiunto la ponderanese Elena Chiorino, asses-sore regionale a istruzione e univer-sità, «e che porta un valore aggiunto a tutto il territorio».

    L’assessore Icardi al laboratorio dioncologia molecolare«Avevo sentito parlare di voi, ora che vi ho visti da vicino so che era tutto vero»: le parole di Luigi Icardi, da poche settimane assessore regionale alla sanità, sono state un riconoscimento a Fondo e Fondazione Tempia. Icardi le ha pronunciate lunedì 15 luglio, durante la visita al laboratorio di oncologia molecolare, la struttura della Fondazione che ha sede all’ospedale di Biella e che opera in collaborazione con l’azienda ospedaliero-universitaria di Novara per gli esami molecolari sui pazienti colpiti da tumore nell’intero quadrante del Piemonte nord-orientale.

    L’assessore ha voluto guardare da vicino il la-boratorio a margine della giornata culminata con la firma della convenzione tra Asl Biella e università di Torino. Accompagnato dalla direttrice del laboratorio Maria Scatolini, dalla presidente e dal direttore generale del-la Fondazione Tempia Viola Erdini e Pietro Presti, Icardi ha passato qualche minuto tra macchinari e microscopi insieme al commis-sario di Asl Biella Diego Poggio, all’assessore regionale all’istruzione Elena Chiorino e al sindaco di Biella Claudio Corradino.Nel laboratorio di oncologia molecolare ci si occupa di ricerca, insieme all’altra struttura della Fondazione Tempia, il laboratorio di genomica, ma anche di diagnosi a servizio dei malati di cancro. E l’efficienza nei tempi di risposta degli esami è altissima: «Nel 2018 in media abbiamo consegnato i referti in tre giorni» ha detto Maria Scatolini, direttrice del laboratorio. «Essere veloci è importante perché buona parte dei pazienti hanno ur-gente necessità di iniziare le cure. E i nostri test sono indispensabili per indirizzare le terapie nel modo più corretto».Questi dati hanno colpito positivamente l’assessore regionale: «Si tratta di un unicum nel panorama nazionale di integrazione tra pubblico e privato» ha commentato «ed è uno dei tanti esempi di progettualità condi-visa tra la sanità piemontese e la Fondazione Edo ed Elvo Tempia insieme alla sua associa-zione, Fondo Edo Tempia, dal 1981, punto di riferimento del non profit oncologico nell’area Biella-Vercelli e Novara».

    Al “Degli Infermi” di Biella quattro reparti su-bito (otorinolaringoiatria, pediatria, laboratorio analisi e ostetricia e ginecologia) e uno a breve (oncologia) saranno guidati da un direttore-docente. Il nostro sostegno diretto al progetto

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    intervista

    «Quando incontro un paziente fumatore mi arrabbio davvero»

    Daniela Vegis parla dell’ambulatorio di prevenzione cardiovascolare che dal 2016 porta avanti al Cpt di Gattinara

    Scorrendo nella lista degli ambulatori di prevenzione che il Fondo Edo Tempia mette gratuitamente a disposizione dei cittadini, forse la specializzazione di Daniela Vegis è la più inusuale. Chirurgo con specializzazione in cardiologia, nello studio del Centro Prevenzione Tempia di Gattinara il suo compito è tenere sotto controllo l’efficienza cardiovascolare delle persone che bussano alla sua por-ta. Non si parla direttamente di tumori, è vero. Ma si parla di prevenzione, una delle missioni della nostra associazione, e modificare i propri stili di vita per adot-tarne di più sani non fa bene solo alle arterie e al cuore, ma incide sul rischio di ammalarsi di cancro.«Quando entra in studio un paziente che mi confessa di essere ancora un fuma-tore» svela Daniela Vegis «allora divento davvero cattiva». Senza il tabacco, come dicono le ricerche, e con un minore tasso di inquinamento l’incidenza del tumore ai polmoni scenderebbe del 90 per cento. Senza contare le implicazioni per il siste-ma respiratorio e circolatorio che deriva-no dall’abuso delle sigarette. Basterebbe questo dettaglio a spiegare quanto peso abbia la prevenzione anche in questo campo: «Certo, anche il mio ramo è im-portante. E lo dico alle persone che varcano la soglia dell’ambula-torio». Nel 2018 sono state quasi 150, per un ser-vizio che il Fondo Edo Tempia ha iniziato a mette-re a disposizione nel 2016, grazie all’aiuto del Rotary club di Gattinara,

    e che ha mantenuto nel corso del tempo con Daniela Vegis che opera da volonta-ria. Insieme all’elettrocardiogramma e al controllo della pressione arteriosa, viene controllato il peso di ogni paziente. «E soprattutto parliamo delle loro abitudini» conferma la cardiologa. «Direi che per la maggior parte del tempo le visite si risolvono in conversazioni in cui dispen-so consigli. Il rischio è il mio tormento, eliminarne i fattori è l’obiettivo».Quindi nella stanza del Cpt di Gattinara si parla a lungo di dieta, di abitudini ali-mentari e di tutti i comportamenti che possono fungere da “portatori naturali” di buona salute. «Non dico che sia facile» sorride Daniela Vegis, «perché quando comincio a parlare di cibo e di dieta incontro sempre resistenze forti. Ma mangiare meglio e in modo più sano aiu-ta a tenere lontani i problemi cardiova-scolari oltre che i tumori. Senza contare l’enorme incidenza che sto constatando del diabete: è un problema che affligge molte più persone rispetto al passato».Per prenotare una visita di prevenzione con la dottoressa Vegis è sufficiente chiamare il numero 015.351830, la se-greteria del Fondo Edo Tempia. Le altre specialità presenti al Centro Prevenzio-

    ne Tempia di Gattinara, che ha sede nell’ex ospedale della

    città valsesiana, sono se-nologia, dermatologia (per il controllo dei nei), otori-

    nolaringoiatria, gine-cologia e consulenza nutrizionale con il Progetto Grissino, nato per contra-stare l’obesità e le sue conseguenze sulla salute.

    Cure palliative, a Vercelli una tavola rotonda

    Sarà la cripta Sant’Andrea di via Ga-lileo Ferraris a ospitare, a Vercelli, la tavola rotonda “Cure palliative: cosa sono, quando servono”. L’ap-puntamento è alle 17,30 di giovedì 7 novembre ed è una delle ultime tappe di un ciclo di incontri che il Centro di promozione cure palliative ha organizzato in tutto il Piemonte, con tappe anche nelle province di Torino, Alessandria e Biella. Il centro è nato nei mesi scorsi, su stimolo della Rete oncologica di Piemonte e Valle d’Aosta e si propone di far crescere nella popolazione la conoscenza e la cultura per questo tipo di terapie, nate per alleviare le sofferenze. Sulla tribuna dei relatori nel pomeriggio di lavori si alterneranno Alessandra Silvia Galetto, responsabile della struttura semplice di cure palliative dell’Asl di Vercelli, Tina Caltavuturo, medico dell’hospice Casa Tempia di Gattinara, gli infermieri in servizio nello stesso hospice Anna Caneparo e Roberto Giorgio e la psicoterapeuta del Fondo Edo Tempia Francesca Ricca. Le conclusioni sono affidate al direttore della Rete oncologica Oscar Bertetto. Modera il direttore generale della Fondazione Tempia Pietro Presti.

  • Il viso sorridente di Annalisa Livorno non è nuovo sulle pagine di Foglie. Sul numero primaverile dell’anno scorso era stata lei a raccontare l’esperienza di paziente in cura per un tumore al seno che non aveva perso i capelli durante la chemioterapia grazie a Dignicap, l’apparecchiatura che la Fondazione Tempia ha donato all’ospedale di Biella con l’aiuto della generosità dei biellesi. Da qualche settimana il suo sorriso è dietro il bancone di un bar: è lei, insie-me all’amica Barbara, ad aver rilevato Interno 21, la caffetteria dei giardini del Fondo Edo Tempia. I primi gestori, Marilena Giangreco e Sergio Scaramal, hanno passato il testimone a giugno, dopo quattro anni di lavoro che ha con-sentito ai clienti di scoprire ricette sane, a base di prodotti freschi e di stagione e amiche della salute. «Ricette che ab-biamo ereditato da Marilena» racconta Annalisa Livorno «anche se pian piano Barbara sta aggiungendo la sua crea-tività in cucina, senza abbandonare la strada dei piatti sani e nutrienti. Ogni giorno abbiamo a pranzo proposte per i vegetariani e per i vegani».Se Barbara Teagno è la regina della cucina, la “casa” di Annalisa Livorno è il bancone del bar: «Sono tornata a una mia antica passione. Lo avevo fatto da ragazza e quando c’erano le iniziative dell’associazione Il Mercato dei Sogni, ero io a occuparmi della caffetteria».

    Interno 21 è aperto dal lunedì al vener-dì dall’ora di colazione fino al pomerig-gio mentre il sabato si prepara il brunch con tre menu, normale, vegetariano e vegano. Ma il momento “caldo” di ogni giorno, tra i tavolini sparsi tra il giardino e il gazebo coperto (e quando caleran-no le temperature anche riscaldato), è all’ora di pranzo, tra piatti del giorno con prodotti di stagione, assaggi di cucina internazionale e qualche appuntamen-to fisso, come quello del venerdì con l’avocado toast. L’anno scorso, parlando della sua malattia, disse: «Quando que-sta vicenda sarà finita, sarò diventata un po’ più grande, con un bagaglio di vita in più che porterò sempre con me». La malattia non è ancora sparita dai suoi pensieri e dalla sua quotidianità, che deve fare i conti con altri esami e altre terapie. Ma forse non immaginava che dentro quel bagaglio ci fosse nascosta anche una vita nuova.

    Per lei, che da anni era socia di uno studio di amministrazione di condo-mini, è stata quasi una rivoluzione: «La malattia mi ha spinta a cambiare vita e a dedicarmi a quello che mi piace davvero. Il mio vecchio lavoro non aveva nulla che non andasse, ma mi mancava il contatto quotidiano con le persone. Quando ho saputo che c’era l’opportunità di prendere in gestione il locale nel giardino del Fondo, ho pen-sato che dovevo provarci». Il tempo di trovare una socia che si occupasse della cucina («E Barbara ha detto sì all’ultimo momento» sorride Annalisa Livorno) e la nuova vita è iniziata. Anzi, due nuove vite: «Ho ricominciato anche a lavorare con i ragazzi, un’altra delle passioni che avevo accantonato. Insieme all’Asso-ciazione genitori di Sordevolo, il paese in cui vivo, ho riattivato il doposcuola. Quest’anno me ne occuperò seguen-dolo da lontano».

    la paziente che provò dignicap ora sorride

    dalla caffetteria del fondo

    Da giugno Annalisa Livorno è dietro al bancone di Interno 21, il locale nel giardino di via Malta, insieme all’amica Barbara Teagno. Nel menu le stesse ricette sane e con prodotti di stagione di Marilena Giangreco e Sergio Scaramal, i precedenti gestori

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    ricerca

    Felicità, leggerezza, gioia: sono alcune delle sensazioni provate dai 55 piccoli pazienti dopo gli incontri di yoga e musicoterapia nel reparto di pediatria dell’Ospedale degli Infermi di Ponderano. L’iniziativa, che rientra nel più ampio e articolato Progetto Bambini del Fondo Edo Tempia, è attiva fin dall’autunno del 2016 con la preziosa collaborazione dell’insegnante della Scuola in ospedale, Manuela Pozzi.Con la fiducia e il sostegno del primario Paolo Manzoni e della caposala Anila Simaku, yoga e musicoterapia si integrano con le attività del reparto. Gli obiettivi erano diminuire ansia e stress, promuovere i contatti e le rela-zioni tra i piccoli pazienti e offrire uno spazio di quiete, calma e sollievo per far vivere l’ospedale come luogo di accoglienza e cura dove esistono attività gratificanti che possono aiutare ad allontanare i pensieri legati al rico-vero. La funzione di coordinatrice del progetto è stata svolta da Giovanna Pepe Diaz, arteterapeuta del Fondo Edo Tempia.Sono stati 23 i bambini che hanno partecipato ai 33 incontri di yoga (c’è chi ne ha svolto più di uno) con l’inse-gnante Elisabetta Veralli. In 32, per un totale di 47 incon-tri, hanno invece preso parte alla musicoterapia guidata da Guido Antoniotti. La maggior parte delle “lezioni” si è svolta nella “stanza massaggi”, un luogo ampio e luminoso della neonatologia, che ha consentito ai piccoli ricoverati di uscire dal reparto. Solo nei casi in cui i pazienti non potevano muoversi, le attività si sono svolte nella stanza di degenza. «Entrambe le attività» spiega Giovanna Pepe Diaz «erano pensate per aiutare i piccoli pazienti a trovare sollievo in un momento, quello della malattia, che può rivelarsi critico e portare dei disagi».

    Per comprendere se l’obiettivo era stato raggiunto, è stata distribuita una scheda di gradimento che i bambini hanno compilato in forma anonima. Le valutazioni po-sitive sono state la quasi totalità, così come il desiderio di poter riprovare l’esperienza. E le sensazioni provate, nella maggior parte dei casi sono state felicità, serenità, leggerezza, piacevolezza e gioia. Anche i genitori si sono mostrati incuriositi dalle due attività proposte e alcuni di loro hanno partecipato agli incontri, allentando qualche tensione e in armonia con i propri figli.

    Il gruppo di lavoro del progetto con il direttore sanitario del Fondo Edo Tempia Adriana Paduos e con il direttore della struttura complessa di pediatria Paolo Manzoni

    Yoga e musicoterapia in pediatriaper 55 bambini ricoverati

    L’iniziativa, che fa parte del Progetto Bambini, è un prezioso sostegno per i piccoli pazienti alla ricerca di uno spazio

    di serenità in un momento che può portare disagi

  • prevenire i tumori della pelle?si comincia dall’abcde

    Una sigla e cinque accorgimenti per tenere d’occhio i nostri nei: la dermatologa Francesca Muzio, che visita oltre 3mila pazienti ogni anno

    nei nostri ambulatori, spiega come la prevenzione dei melanomi cominci davanti allo specchio di casa

    La prevenzione dei tumori della pelle? Comincia dall’Abc. Anzi, dall’Abcde: è questa la sigla che Fran-cesca Muzio, dermatologa del Fondo Edo Tempia, ripete ai pazienti che varcano la soglia dell’ambulatorio. «Riassume i cinque segnali di allarme che possono far distinguere un normale neo (nevo il termine medico) da un più pericoloso melanoma» spiega il medico. «A come asimmetria, se la forma non è tondeggiante ma irregolare. B come bordi, se sono frastagliati. C come colore, se è variabile oppure nero intenso. D come dimensioni: sono da controllare i nei che superano i 5 millimetri di diametro. E come evoluzione, se la macchia della pelle non è statica ma muta forma e dimensioni».Si parte da qui ed è un controllo che ognuno di noi può fare da solo a casa, con l’aiuto di uno specchio. «Se poi si hanno sospetti» aggiunge Francesca Muzio «il primo punto di riferimento è il proprio medico di famiglia che valuterà la necessità di una visita specia-listica». Ma prevenire vuol dire essere pronti prima di qualsiasi sospetto: «E per questo il nostro consiglio è di fare una visita dermatologica tutti almeno una volta nella vita e poi con cadenza annuale a seconda dei fattori di rischio individuali. La visita è aperta a tutti, anche se consigliamo di iniziare dai 16 anni, in quanto queste patologie sono rare nel bambino». È quello che accade nell’ambulatorio dermatologico del Fondo Edo Tempia, dove le visite – come tutte le prestazioni degli ambulatori di prevenzione – sono gratuite per i

    pazienti. Francesca Muzio, nel 2018, ne ha visti più di 3mila: «L’attenzione è rivolta non solo ai melanomi ma a tutti i tipi di tumore della pelle. La visita è accurata, a occhio nudo e con l’aiuto di un dermatoscopio, una “lente d’ingrandimento” che serve a guardare con più attenzione i nei. In casi particolari, si utilizza anche un videodermatoscopio, che è a disposizione nello studio. E in caso di sospetti, il paziente viene indirizzato in ospedale, per approfondimenti».L’incidenza del melanoma è in aumento. «E forse anche per questo c’è grande attenzione e consapevolezza tra le persone che si presentano in ambulatorio» dice la dottoressa. Ma consigli e suggerimenti sono proprio parte fondamentale dell’incontro con i pazienti. Ci sono quelli mirati ai casi personali: «Dipendono dalle caratteristiche della pelle e dei fattori di rischio, come la presenza di molti nei, la pelle chiara, la familiarità, l’abitudine ad abbronzarsi con le lampade». E poi ci sono quelli che valgono per tutti: «Quello più importan-te riguarda l’esposizione al sole. Bisogna stare attenti sempre, evitare di restare al sole nelle ore tra le 11 e le 16, proteggersi con le creme solari adeguate e con oc-chiali e cappelli, fare attenzione a evitare le scottature. Questo vale anche per i bambini: è stato osservato che la pelle che è stata scottata da piccoli è più a rischio da adulti». E poi il consiglio numero uno è conoscersi: la prevenzione comincia davanti allo specchio.

    «Code e lista d’attesa, vi chiediamo pazienza»Le visite dermatologiche di pre-venzione al Fondo Edo Tempia sono gratuite, come tutte le no-stre prestazioni ambulatoriali. E sono tra le più richieste, tant’è che nel giorno fissato per le pre-notazioni, il 10 di ogni mese o il lunedì immediatamente succes-

    sivo se il giorno designato ca-desse di sabato o domenica, la coda allo sportello di via Malta 3 si forma fin dal primo mattino e il centralino della segreteria diventa quasi irraggiungibile per il troppo traffico telefonico. «La richiesta è altissima, e lunga

    la lista di attesa» dice Adria-na Paduos, il nostro direttore sanitario.«Purtroppo non pos-siamo gestire le prenotazioni in altro modo nonostante sappia-mo che così sia molto difficile per l’utenza. La gratuità della visita e la grande professiona-

    lità dei nostri specialisti, di cui siamo estremamente orgogliosi, fanno aumentare esponenzial-mente la richiesta da parte dei cittadini. Per questo vi chiedia-mo di comprendere la difficoltà a gestire le prenotazioni».

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    salUte

  • Pietro Presti è il nuovo vicepresidente dell’Ecpc, l’European Cancer Patient Coalition. Il direttore generale della Fonda-zione Edo ed Elvo Tempia è stato nominato domenica 9 giugno a Bruxelles, dove ha partecipato al primo incontro del consiglio direttivo eletto nelle consultazioni svoltesi tra aprile e maggio. L’Ecpc è una tra le più grandi organizzazioni europee nell’ambito del non-profit oncologico e rappresenta oltre 400 associazioni nazionali e locali di volontariato e di pazienti in tutta Europa. Inoltre è partner istituzionale dei principali portatori di interessi a tutti i livelli, tra cui in primis il Parlamento Europeo e la Commissione Europea, insieme alle più importanti istituzioni medico-scientifiche e socio-sanitarie pubbliche e private, industria e policy maker, con attività, programmi e progetti di sostegno e di ricerca che impattano su tutto il territorio continentale.«La mia nomina» dichiara Pietro Presti «è un importante rico-noscimento non solo alla mia persona, ma a tutto l’operato svolto fino ad oggi dal Fondo Edo Tempia e della Fondazione Edo ed Elvo Tempia e che voglio dedicare ad Elvo Tempia. Sono convinto che, se fosse ancora qui con noi, sarebbe fiero e felice di sapere che il suo progetto, la sua idea, la sua creatura sono cresciuti a tal punto da poter promuovere e condizionare anche le politiche europee non solo in materia di qualità della vita e di cura del malati di cancro e dei loro famigliari, ma anche di prevenzione e sopravvivenza, materie che riguardano la società intera, comprese le persone sane e le persone che hanno superato la malattia».In particolare, l’Ecpc ha posto tra i suoi obiettivi principali la riduzione delle disparità al fine di consentire ai malati di cancro un accesso tempestivo e sicuro ai trattamenti chi-rurgici e radioterapici, in collaborazione con gli Stati membri. Un altro obiettivo è l’eliminazione delle barriere nazionali per consentire l’armonizzazione dei prezzi dei farmaci e l’accesso tempestivo e sostenibile ai trattamenti farmacologici. Attra-verso il rafforzamento della collaborazione transfrontaliera, l’organizzazione punta a facilitare l’accesso ai malati di tumori rari ai trattamenti terapeutici più appropriati, a prescindere dal paese di residenza. E l’attuazione della direttiva sul Work Life Balance mira a garantire a chi presta assistenza l’accesso alle tutele sociali e ai benefici previsti. Non ultimo tra gli obiettivi è quello che si rivolge a chi ha superato la malat-tia, attraverso la promozione di programmi per le persone guarite dal cancro come parte essenziale dell’assistenza oncologica a tutti i livelli.

    nomine

    pietro presti eletto vicepresidentedell’european cancer patient coalition

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    Per un altro anno Fondo e Fondazione Tempia hanno ottenuto il marchio dell’Istituto Italiano della Donazione: si tratta di un certificato di qualità che contrassegna le onlus a cui si può affidare con fiducia il proprio sostegno. L’organismo, che ha sede a Milano, compie una verifica annuale su ogni associazione che fa richiesta della certificazione, per essere certo che sia coerente con gli standard riconosciuti a livello internazionale e risponda ai criteri di trasparenza, credibilità e onestà.Le due realtà biellesi lo ottengono senza soluzione di continuità dal 2010: «Significa» sottolinea Viola Erdini, presidente della Fondazione Tempia «che il nostro me-todo di lavoro è riconosciuto come valido da un organi-smo autorevole e “terzo”. Il marchio dell’Istituto Italiano della Donazione contiene il motto “Donare con fiducia”. È quello che centinaia di cittadini, in provincia di Biella ma non solo, fanno dall’ormai lontano 1981. Senza il loro sostegno non potremmo realizzare tutti i nostri progetti. Grazie a questa certificazione sanno che il loro aiuto è in buone mani».

    La certificazione di qualità dell’Istituto Italiano della Donazione

    Nella foto in alto Pietro Presti, direttore generale della Fondazione Edo ed Elvo Tempia. Per lui un importante riconoscimento a livello interna-zionale che rende omaggio al grande lavoro svolto dalla nostra asso-ciazione

  • Dieta è una parola che deriva dal greco antico e il suo significato profondo è “stile di vita”. L’oncologa e nutrizionista romana Debora Rasio, che sarà ospite domenica 13 ottobre a Biella, lo ricorda spesso nei suoi appuntamenti pubblici. Il Fondo Edo Tempia, per sensibilizzare la collettività nella giornata proposta da Europa Donna Italia come giornata nazionale del tumore al seno metastatico, ha scelto di parlare di alimentazione attraverso un incontro con l’oncologa che avrà luogo alla Fondazione Sella (nell’auditorium di via Corradino Sella). L’iniziativa è anche occasione per rimarcare l’impegno dell’associazione, di cui il Fondo fa parte, al fianco delle donne colpite da questa patologia.Quando si parla di tumore al seno, si ten-de a presentare la malattia con un’unica “etichetta”, senza specificare lo stadio di progressione. Ma quasi il 6% delle donne che si ammalano sviluppa un tumore al seno metastatico: si tratta di una condizione particolare, assimilabile a una patologia cronica, che non guarisce ma con la quale si convive anche per diversi decenni dopo la diagnosi. Ed ecco l’importanza di parlarne di più e di parlare di come contrastare la malattia. E se tra le attività ci sono campagne come quella per inserire il sostegno psicologico nei protocolli terapeutici per le pazienti, la serata di Biella servirà anche a parlare di prevenzione: Debora Rasio, volto noto della televisione, parlerà di come poter perdere peso mangiando sano e senza privazioni e dell’importanza di un’alimen-tazione corretta anche per prevenire e contrastare il cancro.Ottobre è il mese tradizionalmente dedi-cato all’informazione e alla sensibilizzazio-ne sui tumori che colpiscono le donne. Il cancro al seno è quello dall’incidenza più

    alta: si stima che una donna su otto si am-malerà nel corso della sua vita. E l’impatto aumenta con il crescere dell’età, da una donna su 42 fino ai 49 anni d’età a una su 18 tra i 50 e i 69 anni. Anche per questo è essenziale la diagnosi precoce attraverso gli screening, su cui il Fondo Edo Tempia è impegnato da sempre. Ma è altrettanto importante la prevenzione primaria. E questo è il campo di Debora Rasio.Il suo libro più famoso s’intitola “La dieta non dieta”, edito da Mondadori, e rias-sume indicazioni che influenzano uno degli aspetti imprescindibili dello stile di vita della nostra società, l’alimenta-zione. Soprattutto la specialista indica una delle ragioni per cui le diete basate sulle rinunce spesso non funzionano: «Il grasso corporeo» ha detto in un’intervista «è un tessuto protettivo e isolante che il cervello ci fa accumulare per difenderci dalle situazioni di tensione emotiva. Le diete rappresentano per l’organismo un ulteriore stress, quindi perpetuano questo meccanismo di stoccaggio. Non basta: i regimi ipocalorici rallentano il metabolismo; quando il corpo percepisce una riduzione della disponibilità di calorie,

    reagisce adattandosi a bruciarne meno. Infine, alterano il naturale rapporto con il cibo: per natura gli esseri viventi hanno una conoscenza innata del proprio fabbi-sogno calorico che può essere cancellato dai condizionamenti dettati dalle diete, che impongono di non ascoltare il segnale di fame».Il consiglio di Debora Rasio è di non badare tanto alla “conta” delle calorie ma alla qualità di quello che si mangia: «È una sorta di rieducazione alimentare» precisa «affinché il cibo torni a essere lo strumento per preservare salute, vitalità e peso forma». E per prevenire tumori e malattie cardiovascolari il consiglio è semplice: «Tornare all’alimentazione dei nostri nonni, che non conoscevano la parola “caloria”. Allora l’incidenza delle malattie del benessere era molto più bassa e l’obesità e il diabete non avevano le dimensioni di un’epidemia. Si mangiava solo ciò che offriva la natura, rispettando il ciclo delle stagioni».L’appuntamento di domenica 13 ottobre è alle 17,30. Debora Rasio, oncologa e ricercatore all’università “La Sapienza “di Roma, è di-rettore del master di II livello in medicina integrata presso l’università telematica San Raffaele di Roma e vanta un’impor-tante attività di ricerca anche all’estero, al Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Pro-prio l’attività di oncologa e gli studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute. Cura da anni rubriche di nutrizione alla radio e alla televisione e divulga nei suoi corsi i principi base di un’alimentazione sana per la prevenzione e la terapia delle malattie croniche.

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    L’alimentazione dei nonnie i vantaggi per la nostra salute

    Il 13 ottobre, giornata nazionale del tumore al seno metastatico proposta da Europa Donna Italia, la nutrizionista e oncologa

    Debora Rasio sarà ospite a Biella

  • 20

    iniziative

    lotteria 2019, biglietti in vendital’estrazione il 3 dicembre

    I tagliandi costano un euro e sono in distribuzione in numerosissimi punti tra Biellese e Vercellese.

    Il ricavato finanzierà i nostri progetti legati alle cure palliative

    È iniziata a giugno la vendita dei biglietti della lotteria del Fondo Edo Tempia edizione 2019. I blocchetti con i tagliandi sono già arrivati nei punti che fanno parte della consueta – e fittissima – rete di distribuzione diffusa nel Biellese e nel Vercellese. Come è accaduto negli anni scorsi, il ricavato sosterrà i progetti legati alle cure palliative che Fondo e Fondazio-ne Tempia portano avanti insieme alle aziende sanitarie delle due province. Si tratta di un importante servizio che la nostra associazione garantisce da anni, sia consentendo ai pazienti oncologici in fase avanzata di malat-tia di essere curati a casa, vicino alle proprie famiglie, sia gestendo diret-tamente strutture come Casa Tem-pia, che ha sede a Gattinara e che è l’unico hospice per le cure palliative nel territorio dell’Asl di Vercelli, sotto la cui supervisione opera il nostro personale.I biglietti della lotteria costano un euro ciascuno e danno diritto a tentare di vincere uno dei novanta premi messi a disposizione da aziende, negozi e associazioni del territorio. Il primo premio è un orologio Mont Blanc offerto dalla gioielleria Stefano Pivano di via Italia 14 a Biella. Nella lista dei regali più prestigiosi ci sono anche un paio di orecchini in oro e pietre con maschera etnica, messi a disposizione dalla gioielleria Boglietti (via Italia 11/b a Biella), un orologio da donna Lucien Rochat della gioielleria Boglietti 2 (via Italia 12/c, Biella), un cardigan in seta del negozio Santabarbara (via Torino 15, Biella), un plaid in cashmere e

    seta del lanificio Piacenza di Pollone. Ma è lungo l’elenco delle aziende che sostengono l’iniziativa benefica mettendo a disposizione i premi: «A tutte» sottolinea la presidente del Fondo Simona Tempia «va la nostra gratitudine, così come ringraziamo tutti coloro che, con il loro impegno, rendono capillare la distribuzione dei biglietti».

    L’estrazione è fissata per il 3 di-cembre. Il regolamento e la lista dei punti di distribuzione sono a disposizione sul sito www.fondazio-netempia.org mentre l’elenco com-pleto dei novanta premi è indicato nella pagina seguente.

    L’anno scorso furono venduti più di 38mila tagliandi.

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    1 Orologio Mont Blanc (gioielleria Stefano Pivano, via Italia 14, Biella)

    2 Orecchini in oro e pietre con maschera etnica (gioielleria Boglietti, via Italia 11/B, Biella)

    3 Orologio donna Lucien Rochat in acciaio (Boglietti 2 gioielleria, via Italia 12/C, Biella)

    4 Cardigan in seta (Santabarbara, via Torino 15, Biella)5 Plaid in cashmere e seta (F.lli Piacenza, regione Cisi, Pollone)6 Collana perle coltivate e argento (gioielleria Stefano Pivano,

    via Italia 14, Biella)7 Orologio Bulova Classic (Dei Mellini, via XX Settembre 2, Biella)8 Borsa donna Michael Kors (Minola srl, via Italia 7, Biella)9 Borsa Scervino in pelle (Isella, via Galimberti 6, Biella)10 tola in cashmere (F.lli Piacenza, regione Cisi, Pollone)11 Parure collana e orecchini Pianegonda12 Occhiali da sole “Dolce e Gabbana” (ottica Molineris, via Pietro

    Micca 8a, Biella)13 Smartphone Asus Zenfone 4 Max 5,2” (Penta Elettronica Sas,

    via Milano 94, Biella)14 Occhiali da sole “Tommy Hilfiger” (ottica Molineris, via Pietro

    Micca 8a, Biella)15 Omaggio piante e fiori da 150 (Vilflora, S. Trossi 138, Verrone)16 Mantico Memo Zayno (www.mantico.it)17 Pashmina in cashmere (F.lli Piacenza, regione Cisi, Pollone)18 Pashmina in cashmere (F.lli Piacenza, regione Cisi, Pollone)19 Camicia donna Cleofe (Il Setaccio, via G. di Valdengo, Biella)20 Piumino matrimoniale Somma (Ca’Brio, piazza Primo Maggio

    11/C, Biella)21 Borsa Naj Oleari (Naj Oleari moda) 22 Occhiali da sole moda estate (ottica Zonco, Via Ponzone 136,

    Ponzone)23 Occhiali Oakley (ottica Longhi, via San Filippo 10, Biella)24 Pile Napapijri (Ski Sises, via La Marmora 27, Biella)25 Sciarpa in seta (F.lli Piacenza, regione Cisi, Pollone)26 Sciarpa Galles (F.lli Piacenza, regione Cisi, Pollone)27 Bracciale uomo (gioielleria Lachi Paolo, via Provinciale 136,

    Ponzone)28 Bracciale uomo (gioielleria Lachi Paolo, via Provinciale 136,

    Ponzone)29 Bracciale uomo (gioielleria Lachi Paolo, via Provinciale 136,

    Ponzone)30 Bracciale uomo (gioielleria Lachi Paolo, via Provinciale 136,

    Ponzone)31 Girocollo uomo “Morellato” (gioielleria Lachi Paolo, via Pro-

    vinciale 136, Ponzone)32 Abbonamento Edilnol Biella per 2 persone (Pallacanestro

    Biella)33 Abbonamento Edilnol Biella per 2 persone (Pallacanestro

    Biella)34 Paiolo in rame Linea Chef (Casastile, via Santhià 72, Cavaglià)35 Corso pattinaggio di due mesi per bimbi 5-12 anni (Bi Roller

    Pattinaggio Biella)36 Valigia (BiellaScarpe ConTè, via Cavour 68, Gaglianico)37 Macchina del caffè a capsule con filtro Rohs (Elettrodomestici

    Molino, fraz Ponzone 170, Trivero)38 Misuratore Glicemia (Parafarmacia I Giardini, piazza Casalegno

    8/A, Biella)39 Buono per due aperitivi (Bar Loft, via Italia 1, Biella)40 Buono aperitivo in Macelleria per due persone (Macelleria &

    Cucina Aiazzone, via Bertodano 6/B, Biella)

    41 Valigia medium size silver42 Omaggio da 50 (Lanificio Angelico Srl, Gaglianico)43 Omaggio da 50 (Lanificio Angelico Srl, Gaglianico)44 Omaggio da 50 (Lanificio Angelico Srl, Gaglianico)45 Omaggio da 50 (Lanificio Angelico Srl, Gaglianico)46 Omaggio da 50 (Lanificio Angelico Srl, Gaglianico)47 Bougie top Philippe Mantignon (Miss Intimo, via Gustavo di

    Valdengo 2/B, Biella)48 Buono 25 euro (macelleria Mosca, via San Filippo 16, Biella)49 Buono 25 euro (macelleria Mosca, via San Filippo 16, Biella)50 Buono 25 euro (macelleria Mosca, via San Filippo 16, Biella)51 Buono 25 euro (macelleria Mosca, via San Filippo 16, Biella)52 Regolatore per basette (Elettrodomestici Molino, frazione

    Ponzone 170, Trivero)53 Buono di 25 euro (ristorante Boglietti, via Piacenza 1, Biella)54 Buono di 25 euro (ristorante Boglietti, via Piacenza 1, Biella)55 Buono di 25 euro (Roppolo carni, via Marconi 12, Roppolo)56 Buono di 25 euro (Roppolo carni, via Marconi 12, Roppolo)57 Cassa birra Menabrea La 150° (birrificio Menabrea, via Ramella

    Germanin 4, Biella)58 Cassa birra Menabrea La 150° (birrificio Menabrea, via Ramella

    Germanin 4, Biella)59 Cassa Birra Menabrea La 150° (birrificio Menabrea, via Ramella

    Germanin 4, Biella)60 Buono per un pranzo per due persone (Pane, dolce e caffè, via

    Milano 4, Biella)61 Buono per un pranzo per due persone (Interno 21, Via Marconi

    21, Biella)62 Buono colazione (Interno 21, via Marconi 21, Biella)63 Confezione regalo “Bottega Verde” (Bottega Verde)64 Confezione regalo “Bottega Verde” (Bottega Verde)65 Confezione regalo “Bottega Verde” (Bottega Verde)66 Confezione regalo “Bottega Verde” (Bottega Verde)67 Confezione regalo “Bottega Verde” (Bottega Verde)68 Confezione regalo “Bottega Verde” (Bottega Verde)69 Confezione regalo “Bottega Verde” (Bottega Verde)70 Confezione regalo “Bottega Verde” (Bottega Verde)71 Confezione regalo “Bottega Verde” (Bottega Verde)72 Confezione regalo “Bottega Verde” (Bottega Verde)73 Confezione regalo “Bottega Verde” (Bottega Verde)74 Confezione regalo “Bottega Verde” (Bottega Verde)75 Confezione regalo “Bottega Verde” (Bottega Verde)76 Confezione regalo “Bottega Verde” (Bottega Verde)77 Confezione regalo “Bottega Verde” (Bottega Verde)78 Confezione regalo “Bottega Verde” (Bottega Verde)79 Confezione regalo “Bottega Verde” (Bottega Verde)80 Confezione regalo “Bottega Verde” (Bottega Verde)81 Confezione regalo “Bottega Verde” (Bottega Verde)82 Confezione regalo “Bottega Verde” (Bottega Verde)83 Buono per pizza, bibita e dolce per due persone (pizzeria Da

    Vik, via Milano)84 Cofanetto 5 CD Beethoven (Fondo Edo Tempia)85 Cofanetto 5 CD Mozart (Fondo Edo Tempia)86 Cofanetto 10 CD “10 grandi serate a La Scala” (Fondo Edo

    Tempia)87 Spazzola per capelli “Braun” (Elettrodomestici Molino, frazione

    Ponzone 170, Trivero)88 Cofanetto 4 CD “Sinfonie di Schubert” (Fondo Edo Tempia)89 Cofanetto 14 CD “Sinfonie di Mahler” (Fondo Edo Tempia)90 Calzino Moda (Baffalobilla, via Italia 46, Biella)

    L’elenco dei premi

  • LuTTO

    maurizio russo, il nostro salutoa un amico e gentiluomo

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    Se n’è andato un gentiluomo, Maurizio Russo. È difficile per me, che lo stimavo, pensare che se ne sia andato. Preferisco immaginarlo da qualche parte, intento a scri-

    vere le sue poesie. Maurizio è stato sempre impegnato nelle numerose attività istituzionali, dimostrando la ca-pacità di capire i problemi, risolverli e soprattutto dare consigli, attraverso la sua umanità. Umanità: termine antico, dimenticato dalle nuove generazioni intente ad accaparrarsi soldi, dominare la scena, pur di stare sul palco.Maurizio Russo operò nel settore della sanità biellese, come amministratore straordinario dell’allora Asl 12. In seguito, il suo impegno nella sanità non si fermò. Per vent’anni si è dedicato alla crescita dell’associazione

    A sinistra: Maurizio Russo ed Elvo Tempia con l’astrofisico Duccio Macchetto e la moglie. A destra Michelangelo Pistoletto e Maurizio Russo

    «Una donazione che vuole essere un gesto condiviso, per ricordarla in un’opera in cui credeva tanto»: è que-sta la motivazione che ha spinto i dipendenti di Biella Scarpe a commemorare Ma-riuccia Vaglio Laurin, moglie del fondatore dell’azienda Vittorio Musso, con un’of-ferta al Fondo Edo Tempia. Quest’estate, il lutto per la sua perdita aveva colpito non solo i familiari ma tutte

    le persone e le associazioni che avevano avuto testimo-nianza della sua generosità. Tra queste c’era il Fondo Edo Tempia, ”a cui non aveva mai fatto mancare il suo sostegno a ogni occasione» ricorda la presidente Simona Tempia. Anche per questo la scelta delle dipendenti è stata di rinunciare alla classica corona di fiori e raccogliere offerte per una donazione.«La signora Mariuccia era una

    donna forte e determinata» ricordano le dipendenti, «ma allo stesso tempo semplice e di animo buono. Sempre attenta a tutti noi, riusciva a farci sentire “in famiglia” con una parola, una battu-ta scherzosa e ricordandosi sempre dei nostri avveni-menti personali. Chiunque l’abbia incontrata non può che conservare un indelebile segno del suo passaggio».

    Dal lutto per Mariuccia Vaglio Laurin un gesto di grande generosità

    Ivana RamellaGiornalista

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    Fand, associazione italiana diabetici di Biella, restando sempre dietro le quinte, con attenzione costante, vigile, insieme alla moglie Alina fedele compagna di percorso.Un’altra fase importante della sua vita è stata la nomina a vicepresidente del Fondo Edo Tempia. Grande amico di Elvo Tempia, ne condivise le battaglie. Insieme diedero vita al progetto Mimosa per la prevenzione del tumore al seno, potenziando il programma di screening regionale con mezzi mobili. Fu accanto a Elvo Tempia anche nel progetto per la nascita della Fondazione Edo ed Elvo Tempia. Il suo bagaglio di esperienza, il suo sapere, con-tribuirono all’ottimo risultato dell’iniziativa.Ma non basta. Fu amico dell’imprenditore Ugo Canepa che seguì durante la travagliata odissea per l’allestimento del museo precolombiano a Biella. Sulla vicenda pubblicò anche un libro per chiarire la verità dei fatti.Non trascurò la sua creatività, scrivendo poesie. Con il libro “Stille di fonte antica”, Maurizio Russo ha espresso una ricchezza interiore che trasmette al lettore, coin-volgendolo e rendendolo partecipe. È una raccolta che affascina e dove ognuno di noi trova qualcosa di sé.Grazie Maurizio per averci dato tanto.

    A sinistra: Maurizio Russo e Laura Bricarello. A destra Simona Tempia, l’allora Prefetto di Biella, Elvo Tempia e Maurizio Russo

    Qui sotto Elvo Tempia e Maurizio Russo: insieme condivisero, nel corso degli anni, innumerevoli battaglie nella lotta contro i tumori portando a termine progetti e iniziative ancora oggi molto importanti

    Il Fondo e la Fondazione Tem-pia si sono uniti al dolore della moglie Aurora e della figlia Elisa e dei nipoti Ce-cilia e Giulio per la perdita di Luigi Lacchia. Insegnan-te di lettere, latino e greco, amico e collaboratore della nostra associazione, aveva messo a disposizione la sua esperienza di ricercatore e storico facendo parte della giuria del concorso letterario “Gim paladino di un sogno”.

    I suoi studi sui gruppi parti-giani nel Biellese lo avevano avvicinato al nostro fonda-tore Elvo Tempia: portano la sua firma numerosi saggi pubblicati dall’Istituto storico della Resistenza. Insieme alla consorte Aurora Zedda aveva collaborato a lungo anche con i sindacati e aveva gestito la libreria Einaudi di via Quin-tino Sella a Biella.«Perdiamo una persona di va-lore e un amico» è il ricordo di

    Viola Erdini e Simona Tempia, presidenti della Fondazione e del Fondo Tempia. «Si era messo generosamente a di-sposizione per far parte della giuria del nostro concorso letterario e aveva dovuto rinunciare solo nell’ultima edizione per problemi di sa-lute. Lo ricordiamo con tanto affetto».

    Il dolore del Fondo Edo Tempia per la perdita dell’amico Luigi Lacchia

  • CONSIgLI dI LETTuRa

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    pier francesco Gasparettoe le incoronazioni di oropa

    Con “senso di stupore e freschezza” ma anche con tanto lavoro di scavo nel materiale storico, come commenta Angelo Stefano Bessone nell’intro-duzione, Pier Francesco Gasparetto ripercorre nel saggio “La Regina delle Alpi. Oropa: secoli e corone” le inco-ronazioni della Madonna di Oropa, a partire dalla prima, avvenuta nel 1620. Con la consueta verve e con mano leggera ricostruisce i grandi eventi, mettendone in luce le diversità nei secoli ma anche i protagonisti, la fede, la generosità, lo spirito del momento, i preparativi, la solennità, elementi di spicco di quella festa in onore della “più amata dalla nostra gente, la nostra sola Protettrice da grandi sciagure, del passato e del recente, la peste e la guer-ra, ma anche protettrice di ogni focolare, di grandi come di modeste dimore”.Il libro si apre con la figura di un frate cappuccino, testimo-ne della fiducia dei donatori che, in vista della celebrazione solenne, offrono quanto oc-corre per le corone, l’ospitalità dei pellegrini, per le sacre ce-rimonie, persino per la nuova strada, fino ad allora solo una mulattiera impraticabile, quasi inesistente da Cossila a Oropa. Un miracolo per i 20mila accorsi alla Celebrazione, senza dimenticare l’indulgenza plenaria, l’esenzione da dazi e gabelle, che per l’epoca furono di per sé un evento nell’evento.Per raccontare l’incoronazione del 1720 l’autore sceglie il mastro Gal-liari, accompagnato dai figli, tra cui Bernardino, pittore in erba della Cap-pella della dimora di Maria al Tempio, nonché “dell’arco trionfale di nove metri di altezza per sei di larghezza,

    eretto a duecento passi dal recinto”. Un impegno grandioso, così come è meraviglioso l’operato di Juvarra, am-mirato da 80mila pellegrini, un fiume di gente accorsa a godere anche delle musiche, dei festeggiamenti, delle lu-minarie, dei cortei, delle celebrazioni e dei divertimenti.

    Della terza incoronazione del 1820 è protagonista la protetta e confi-dente della principessa Maria Teresa che ad Oropa, “conquistata dal vol-to sorridente della Madonna”, trova dimora ideale di pace e di lavoro. Brava come guardarobiera e attenta all’etichetta, aiuta le Figlie di Maria a preparare il necessario per gli ospiti di riguardo. Attraverso le sue parole si apre il sipario sul dietro le quinte

    della preparazione dell’evento. Per lei biancheria o vettovaglie per i pellegrini sono il lavoro d’ogni giorno, ma anche “il guardaroba di sacrestia con la sua ricchezza di paramenti, di tovaglie d’altare e di camici, e il guardaroba del santuario con la sua abbondanza di lenzuola, coperte e panni vari”. Il

    26 agosto, giorno dell’incoro-nazione, anche lei gode della bellezza dello straordinario e imponente “palco”, della processione di Fontainemore, dello splendore della corona d’oro e brillanti, dei fuochi d’artificio.A don Magri, “fratello d’arte del canonico Buscaglia, en-trambi musicisti” Gasparetto affida il compito di ricostruire la delicata fase dei prepara-tivi e infine il concretizzarsi dell’incoronazione del 1920. È la musica il fil rouge che accomuna gli anni dedicati a mettere a punto la grandiosa festa. Non mancano in questa parte del libro nomi famosi, rimasti nella storia biellese e non solo: l’appassionata ri-cercatrice di folclore locale e scrittrice Virginia Majoli, l’eccezionale sensibilità mu-sicale e la prodigiosa abilità come esecutore di Nelson

    Sella, l’amico e maestro don Lorenzo Perosi, don Fonta-nella, il missionario salesiano,

    scienziato ed esploratore padre De Agostini, ma anche i profughi di guer-ra. Senza dimenticare i manufatti: la Chiesa Nuova con i debiti che erano stati contratti, e persino il trenino che finalmente porta a Oropa.Sono 150 belle pagine, dense di emo-zioni e di storia, di fede e di tradizioni, di organi straordinari e di devozione popolare.

    Mariella Debernardi

    La copertina del libro La Regina delle Alpi (ed. il Biellese)

  • La collezione di Ugo Canepaal Museo del Territorio

    A Biella il Museo del Territorio Biellese ha recentemente inau-gurato uno spazio dedicato alle culture precolombiane. È un piccolo contributo a un progetto che voleva la creazione in città di un museo per le col-lezioni orientale, pre-colombiana e africana, con materiale raccolto

    dall’imprenditore Ugo Canepa. I preziosi e numerosi reperti erano stati raccolti durante i viaggi che Canepa faceva per il mondo. Il suo progetto: riunirli in un museo da collocare in una sede prestigiosa, una villa acquistata per lo scopo. Per la disposizione delle sale aveva contat-tato l’architetto Gae Aulenti.Voleva essere ricordato per qualcosa di importante, fatto a beneficio della propria comunità. Ma l’idea di donarlo a Biella faticò a tradursi in realtà, anche tra numerose polemiche. E se parte del prestigioso patrimonio è finito in altre città italiane, i reperti nella sala del Chiostro di San Sebastiano testimoniano l’amore di un uomo che amò i suoi concittadini più che se stesso, come dimostra la do-nazione al Fondo Edo Tempia della villa che ora ne ospita la sede. La villa che lui aveva acquistato per quel museo.

    Anche il Fondo Edo Tempiaalla festa del bene in piazzaC’era anche la postazione del Fondo Edo Tempia a “Vi-tamina BI”, la giornata organizzata sabato 8 giugno dalla Diocesi di Biella per celebrare le associazioni di volonta-riato attive nella provincia. In piazza Duomo le realtà che distribuiscono “tutta l’energia del bene” (come recitava lo slogan dell’iniziativa) si sono presentate con una parola chiave: il Fondo ha scelto il verbo “accompagnare”. Per

    tutto il pomeriggio al-la postazione si sono avvicendati i volontari che hanno accolto chi si avvicinava fornen-do informazioni sulle attività svolte intorno alla sede di via Malta e intrattenendoli con piccoli giochi a tema, compreso il puzzle per formare l’albero ver-de, simbolo storico del Fondo.

    La generosa offertadallo Strona Rally Show

    Niente classifiche, ma solo spettacolo per chi ama le auto e il rombo dei motori: sono semplici gli ingredienti del Motor Rally Show di Strona. Quest’anno se n’è aggiunto un altro: la generosità. Gli organizzatori, che ringraziamo di cuore, hanno raccolto 465 euro che hanno trasformato in offerta al Fondo Edo Tempia per le nostre attività.

    Le opere di omar Rondasul Monte Bianco e a Venezia

    A Courmayeur come a Venezia, le opere di Omar Ronda hanno attirato l’attenzione degli appassionati d’arte contempora-nea. Il fondatore del Macist, il museo di costa di Riva a Biella dedicato alla Fonda-zione Tempia e alla sua attività, continua a far parlare di sé a due anni dalla scomparsa. “Mutazioni genetiche” è l’installazione che, fino alla fine di agosto, è stata visibile in Val Ferret, all’ombra del Monte Bianco: i cactus di plastica, la vegetazione del deserto portata in alta montagna, che circondano una piramide dorata, simboleggiano anche il cambiamento climatico. Resterà a disposizione dei visitatori fino a novembre “Octopus”, l’installazione che Mariella Genova, la vedova di Ronda, ha scelto per lo Spazio Thetis dell’Arsenale Nord a Venezia, in uno degli eventi legati alla Biennale.

    avvenimenti

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    avvenimenti

    La Camminata in rosasulle strade di Baltigati

    È diventata un appuntamento classico di fine estate la Camminata in rosa, organizzata dal gruppo dei volontari di Ponzone del Fondo Edo Tempia. Quest’anno la ma-nifestazione si è spostata a Baltigati, ospite della locale “Festa del Fungo”. I proventi delle iscrizioni sono andati alla ricerca sul cancro al seno e in particolare al progetto “3Tx3N” portato avanti dai laboratori della Fondazione Tempia. Ai partecipanti è stata donata una maglietta ricordo della corsa.

    Alla festa dell’Edilnol Biellala postazione per la prevenzione

    C’era anche il Fondo Edo Tempia alla festa di presen-tazione dell’Edilnol Biella, la squadra di pallacanestro della città che si appresta ad affrontare il campionato di serie A2. Alla postazione, allestita all’ombra del Forum, il palazzetto dello sport che ospita le partite casalinghe, le nostre infermiere accompagnate dal direttore sanitario Adriana Paduos hanno distribuito materiale sulla prevenzione e hanno ricevuto “l’aiuto” del general manager della squadra Nicola Minessi e di Federico Massone. Il giovane giocatore del club rossoblù non è solo uno dei più brillanti in campo ma, nel novembre dell’anno scorso, è rimasto per qualche giorno a bordo parquet per diventare donatore di midollo osseo. La beneficiaria? La sorella Marina, che si era ammalata di leucemia. E che ora, anche grazie al fratello, sta bene.

    “Amici come?”: un successoanche alla Spolina

    I protagonisti di “Amici come?”, lo spettacolo dedicato alla memoria di Davide Selvatico che a dicembre ha fatto re-gistrare il tutto esaurito all’Erios di Vigliano, hanno avuto successo anche alla Festa della Spolina di Cossato, dove si sono esibiti domenica sera. Il nostro grazie va a loro, perché anche in questo caso hanno raccolto offerte per la ricerca sul cancro e per il nostro laboratorio di geno-mica, per trasformare in solidarietà il dolore per la morte dell’amico, scomparso a 26 anni per un tumore. E un grazie altrettanto grande va al Gruppo Sportivo Spolina che li ha ospitati.

    A Curino il pranzoche aiuta il Fondo

    È un appuntamento che si ripete ormai dal 2012 e che in otto anni ha moltiplicato la sua energia nel fare del bene: il pranzo che si è tenuto domenica 9 giugno alla Pro Loco di Curino, organizzato da Dominique Chatellenaz e Romolo Cadamuro in memoria del figlio Wladimir, ha consentito di raccogliere 1.840 euro. Alle quote dei pre-senti si è aggiunta la donazione di una persona che, pur non potendo esserci all’appuntamento, ha lasciato la sua offerta. La cifra contribuirà al lavoro quotidiano del Fondo Edo Tempia su prevenzione, ricerca e cura del cancro.Fu proprio un tumore cerebrale a spegnere la giovane vita di Wladimir, che fu anche seguito dai medici specialisti in cure palliative del Fondo negli ultimi mesi della sua malat-

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    progetti

    tia. Da allora la madre e il padre hanno voluto onorarne la memoria con un momento di festa che consentisse di fare un gesto concreto per sostenere chi si occupa da vicino dei pazienti.Circa novanta persone,