venite e vedrete 3/06 - Comunità...

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127 I 2016 Periodico ufficiale del Rinnovamento nello Spirito Santo al servizio delle Comunità del RNS a cura della Comunità Magnificat Periodico ufficiale del Rinnovamento nello Spirito Santo al servizio delle Comunità del RNS a cura della Comunità Magnificat In caso di mancato recapito, restituire a “Venite e Vedrete” Via Fra’ Giovanni da Pian di Carpine, 63 - 06127 Perugia Una copia 6,25 Euro - Periodico - Poste Italiane SpA - Sped. in Abb. Post. D.L. 353/2003 (conv. in Legge 27/02/2004, n. 46) art. 1 comma 2 - DCB Perugia

Transcript of venite e vedrete 3/06 - Comunità...

127•I •2016

Periodico ufficiale del Rinnovamento nello Spirito Santo

al servizio delle Comunità del RNSa cura della Comunità Magnificat

Periodico ufficiale del Rinnovamento nello Spirito Santo

al servizio delle Comunità del RNSa cura della Comunità Magnificat

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PERIODICO UFFICIALE DEL RINNOVAMENTO NELLO SPIRITO SANTOAL SERVIZIO DELLE COMUNITÀ DEL RNS A CURA DELLA COMUNITÀ MAGNIFICAT

Periodico ufficiale del Rinnovamento nello Spirito Santoal servizio delle Comunità,non vuol essere una rivista riservataad una cerchia ristretta di lettori,ma si propone di essere:

una voce profetica per annunciare ciò che il Signoresuggerisce alle Comunità del RnS,che ha suscitato all’interno della sua Chiesa;

un servo fedele della specifica vocazionecomunitaria carismatica,attento ad approfondire i contenutispecifici del RnS;

un ricercatore scrupoloso delle ricchezzedella spiritualità della Chiesa:dai Padri al recente Magistero;

un agile mezzo spirituale di collegamentoed uno strumento di unità per presentarevita, fatti, testimonianze delle varie Comunità del RnSal fine di accrescere la conoscenza e la reciproca stima;

una finestra perennemente apertasulle realtà comunitarie carismatichedi tutto il mondo per ammiraree far conoscere le meraviglie che il Signorecontinua a compiere in mezzo al suo popolo.

Direttore responsabileOreste Pesare

CaporedattoreDon Davide Maloberti

Collaboratori di redazioneFrancesco Calemi, Elisabetta Canoro

Maria Rita Castellani, Valentina Mandoloni,Angela Passetti, Francesca Tura Menghini

Direzione Viale Molière 51P1 - 00142 Roma

Tel. e Fax 06.5042847e-mail: [email protected]

Segreteria e servizio diffusionec/o Comunità MagnificatComplesso “San Manno”

Via Fra’ Giovanni da Pian di Carpine, 6306127 Perugia

tel. e fax 075.5057190e-mail: [email protected]

Responsabile AmministrativoSegreteria generale

della Comunità Magnificat

FotografieFoto di copertina: Luca Sabatini

Archivio Venite e VedreteLe foto pubblicate nelle pagine dalla 4 alla 18

sono di di Luca Sabatini.

StampaTipografia Corradi - Marsciano (PG)

ProprietàRivista trimestrale di proprietà

dell’Associazione Venite e VedreteAut. Trib. di Foggia n. 435 del 5/10/1998

QUOTE ABBONAMENTO 2016(diritto a quattro numeri)

Ordinario . . . . . . . . . . . . . . . . . . 25,00Straordinario . . . . . . . . . . . . . . . . 50,00Sostenitore . . . . . . . . . . . . . . . . 100,00Europa e bacino Mediterraneo . . 35,00America. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 45,00Altri Paesi dell’Africa e dell’Asia. . . 45,00Oceania. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 50,00

Inviare a:

C/C postale 16925711 intestato a:Associazione “Venite e Vedrete”

Via Fra’ Giovanni da Pian di Carpine 63 - (PG)

1Venite e Vedrete 127 - I - 2016

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SOMMARIO

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EDITORIALE

FELIX CULPA!Oreste Pesare

“LADRONI GRAZIATI”

NOI, AMATI DA DIO NELLA NOSTRA NON AMABILITÀElisabetta Canoro

CHIAMATI A VIVERE L’ARMONIA DELLA MISERICORDIAFrancesca Tura Menghini

UNA COMUNITÀ CHE CAMMINA FEDELE ALLE PROPRIE RADICIAngela Passetti

I NUOVI INGRESSI IN ALLEANZA

DIO ALL’OPERA NELLA COMUNITÀFrancesca Tura

“BEATI NOI GIOVANI...!”Benedetta Bartoccini

A TU PER TU CON PADRE AMEDEO CENCINI

LA FANTASIA DELLO SPIRITO NELLA CHIESADavide Maloberti

NEWS DALLA COMUNITÀ

PREGHIAMO PER...

NELLA VITA ETERNA

COMUNITÀ MAGNIFICAT, GLI INCONTRI DI PREGHIERA

Ti benediciamo Padre santo,nel tuo immenso amore verso il genere umano

hai mandato nel mondo come Salvatore il tuo Figliofatto uomo nel seno della Vergine purissima.

In Cristo, mite ed umile di cuore, Tu ci hai datol’immagine della tua infinita misericordia.

Contemplando il suo volto scorgiamo la tua bontà,ricevendo dalla sua bocca le parole di vita,

ci riempiamo della tua sapienza,scoprendo le insondabili profondità del suo cuore,

impariamo benignità e mansuetudine,esultando per la sua risurrezione pregustiamo la gioia della Pasqua eterna.

Concedi, o Padre, che i tuoi fedeli, onorando questa sacra effigie,abbiano gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù,

e diventino operatori di concordia e di pace.Il Figlio tuo, o Padre, sia per tutti noi la verità che ci illumina,

la vita che ci nutre e ci rinnova, la luce che rischiara il cammino,la via che ci fa salire a Te per cantare in eterno la tua misericordia.

Egli è Dio e vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.

Preghiera recitata da San Giovanni Paolo II

nella chiesa di Santo Spirito in Sassia, Roma25 aprile 1995, Domenica della Divina Misericordia.

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Ladroni graziati

PREGHIAMO

Felix culpa!ome di consueto, dedichiamo anche que-st’anno il primo numero di Venite e Vedrete in-teramente al convegno generale della no-stra Comunità Magnificat, celebratosi aMontesilvano dal 3 al 6 gennaio 2016, con

il tema: ‘Ladroni graziati’.Le tre meditazioni principali, tenute in questa occasio-

ne da padre Amedeo Cencini, sono state profonde e coin-volgenti. Tutti conosciamo la notorietà di questo psicolo-go canossiano, esperto della vita delle comunità religiosee delle dinamiche relazionali che riguardano in manieraparticolare i consacrati, i preti ed i seminaristi della nostraChiesa Cattolica nella nostra epoca.

Forte formatore e motivatore alla vita spirituale, padreCencini ha saputo, dunque, focalizzare l’attenzione deipiù di mille partecipanti al nostro XVI convegno generalesul ‘buon ladrone’, l’unico “santo canonizzato diretta-mente dal Crocifisso”, come egli stesso lo ha definito, pre-sentandocelo come un vero e proprio paradigma per lavita di ciascuno di noi.

Scrive la nostra redattrice Elisabetta al riguardo: “Ilbuon ladrone vede compiersi davanti a sé l’evento straor-dinario di un innocente che, abbandonato persino daisuoi discepoli, muore senza nessun segno di ribellione: di-nanzi all’Agnello di Dio che si immola, nascono in lui do-mande incalzanti sul senso misterioso di quella morte,finché arriva a riconoscere la sua colpa. Infatti, davantial suo sguardo si rivela la forza del Crocifisso, l’unica ca-pace di cambiare il mondo quando si accoglie il male sen-za reagire, in piena libertà interiore, spezzando in questomodo la catena del male in grado di ripetersi ossessiva-mente nel desiderio di vendetta”…

Il ladrone graziato siamo tutti noi, fratelli lettori… seci poniamo attenti davanti all’evento della crocifissione: inprima fila come è accaduto a lui… e ci facciamo trafiggere

dai dardi infuocati dell’amore misericordioso di Gesù cro-cifisso che non ci condanna per i nostri peccati ma, pa-gando di persona, ci dona realmente una nuova vita davivere in pienezza nell’oggi della nostra esistenza e perl’eternità… Beati, allora, coloro che ancora oggi ascoltanonel loro cuore le dolci parole di Gesù: “Oggi sarai con mein Paradiso…” (Lc 23,43). ‘Felix culpa’, felice colpa,avrebbe proclamato sant’Agostino al riguardo… “‘felicecolpa, che meritò tale e così grande Redentore”… … Ladroni graziati… grazie Signore Gesù!

“È tempo di evangelizzare…” ha predicato Paolo Bar-toccini, durante la consueta riflessione finale del conve-gno affidata ai responsabili generali della comunità.. “Ètempo di essere testimoni fattivi di un’evangelizzazioneche affianca all’annuncio il vivere opere concrete: questaè la volontà di Dio, questa è la nostra vocazione. Sull’e-sempio del Buon Pastore, la comunità deve ‘essere bella’per i poveri che cercano l’acqua della grazia, l’unica ingrado di dissetare l’anima”.

… E poi le omelie, le testimonianze e le comunicazionisu quanto il Signore ha compiuto con noi e attraverso dinoi durante l’anno che è trascorso… e la celebrazione delrinnovo dell’alleanza alla presenza del nostro padre cardi-nal Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia - Città dellaPieve, e ‘dulcis in fundo’ la solenne consacrazione pubblicadi Agneza Timpu e Teresa Damaro, al termine del loro per-corso di formazione specifica all’interno della comunità…proprio una pioggia di benedizioni… questo è stato il no-stro XVI convegno generale della Comunità Magnificat.

Che le pagine del presente numero di Venite e Vedretepossano essere utili a farvi rivivere con riconoscenza l’e-sperienza straordinaria del convegno, che per noi dellacomunità si rinnova ogni anno. Buona lettura.

Dio vi benedica, Oreste Pesare

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EDITORIALE

Venite e Vedrete 127 - I - 2016

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Noi, amati da Dioell’Anno del Giu-bileo della Mise-ricordia, in occa-sione del XVIConvegno nazio-

nale della Comunità Magnificat,padre Amedeo Cencini ha pre-sentato l’icona biblica del “ladro-ne graziato” in cui ogni uomo èinvitato a riconoscersi. Siamo, in-fatti, tutti peccatori, guardati e sal-vati da Dio. La sola possibilità disperimentare Dio - sintetizziamoil percorso dei suoi interventi - èil nostro peccato, affermazione,questa, che può apparire para-dossale, ma che è in sintonia con la vi-cenda del buon ladrone, “il santo ca-nonizzato direttamente dal Crocifisso”.

Il ladrone graziato

Il ladrone che noi chiamiamo“buono” - ha spiegato padre Cencini -è stato definito, per la prima volta,“graziato” da Christian de Chergé, mo-naco cistercense trucidato nel 1996 inAlgeria a Tibhirine insieme a sei con-fratelli per aver scelto di rimanere ac-canto alla popolazione povera e iner-me. In una scena del film “Uomini diDio”, ispirato a questo fatto, Christianscrive una lettera “all’amico dell’ulti-mo istante”, ossia a colui che lo ucci-derà, esprimendo il desiderio ardente

di guardare se stesso, “ladrone grazia-to”, e il suo assassino con lo stessosguardo del Padre.

Questo monaco - ha aggiunto pa-dre Cencini - ci invita a partire dallaconstatazione del peccato, dimensio-ne che caratterizza la natura umana:tutti siamo deboli e abbiamo bisognodi essere perdonati da Dio e di perdo-narci fra noi, perché tutti siamo ladro-ni, in quanto peccatori, ma siamo gra-ziati, in quanto salvati dallo sguardomisericordioso di Dio.

Gesù dalla Croce invoca il perdo-no su tutti gli uomini, “amici dell’ulti-mo istante”. Non c’è teofania più gran-de della crocifissione e del perdono diDio, chiave di lettura del progetto disalvezza pensato dall’eternità per ogni

uomo. La misericordia non è lacaratteristica di Dio, ma è la suaessenza, perché Dio “è” Miseri-cordia dall’eternità, noi siamo sta-ti creati dalla Misericordia, e Gesùè la Misericordia incarnatasi perrivelarci il volto del Padre.

Il perdono ci fa conoscere Dio

La Croce - ha sottolineato pa-dre Cencini - è teofania dell’iden-tità di Dio. Il cristiano che non fal’esperienza di perdonare siesclude dalla Rivelazione di Dioin Cristo e appartiene alla Chiesa

solo in apparenza. Possiamo conosce-re Dio solo attraverso il perdono rice-vuto e, ancora di più, quando perdo-niamo, perché allora noi, creati “a Suaimmagine e somiglianza”, arriviamo asperimentare l’amore del Signore perla persona perdonata da noi.

Spesso ci illudiamo di essere buo-ni, senza avere chiare le radici motiva-zionali delle nostre azioni: conoscerela misericordia significa conoscere noistessi, leggere il nostro animo nellaVerità e con onestà interiore, consape-voli del fatto che il peccato “se ne staaccovacciato davanti alla porta del no-stro cuore”. Bisogna riconoscere ilpeccato e dargli un nome, vigilandosempre per dominarlo, anche se nonriusciremo a cancellarlo.

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Ladroni graziati

NELLA NOSTRA NON AMABILITÀ

> Elisabetta Canoro

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LA SINTESI DELLE CATECHESI

Guardare la Croce

La qualità della nostra fede si deci-de da come guardiamo la teofania del-la Croce: la folla, i soldati, il ladrone disinistra sbeffeggiano Gesù, sfidandoloa scendere dalla Croce, perché sonoconvinti dell’impossibilità di questogesto. Essi non hanno compreso cheGesù vuole salvare non se stesso, magli uomini di tutti i tempi. Il Figlio, ge-nerato dall’eternità dal Padre, riceveproprio da Lui un amore che nessunopuò togliergli e non ha bisogno di esi-bire la sua potenza!

Solo Dio poteva salire sulla Croce,pur potendolo evitare; solo Dio pote-va non scendere dalla Croce, pur po-tendo farlo. Il cristiano può accoglierel’esperienza della Croce ed essere par-tecipe di tale dignità, perché sa di es-sere amato da sempre e per sempre.Questo - ha detto ancora padre Cen-cini - è il cuore della fede cristiana: perquesto motivo Gesù non è sceso dallaCroce e ha testimoniato l’eccessodell’amore di Dio, misericordia che vaoltre la giustizia.

Il ladrone orante

Nella folla che sta davanti al Cro-cifisso, nessuno si sente coinvolto,

nessuno guarda se stesso, ma anchenoi, a volte, pensiamo di pregare, einvece “siamo lontani da noi stessi eda Dio, siamo insensibili e glaciali”. Ilvero coinvolgimento emotivo scattasolo quando ognuno riconosce il suopeccato nel male del mondo, senzaprovare a “tirarsene fuori”. Chi rifiutaogni responsabilità personale, non haimparato a scendere nell’abisso delsuo cuore, e perciò non sperimenta lamisericordia di Dio.

Il buon ladrone compie un gestoimportante nella logica della miseri-cordia, poiché, riconoscendo il suopeccato, rivela “una sensibilità peni-tenziale”, atteggiamento fondamenta-le per un cristiano.

La sensibilità morale, poi, identifi-candosi con la coscienza, ci guida ad

una sensibilità penitenziale che ci fasentire dolore per il peccato, atteggia-mento interiore di natura teologica,molto diverso dal senso di colpa, limi-tato al piano psicologico.

Il pentimento sano nasce dall’a-more e provoca il dolore di aver offe-so l’amore: il buon ladrone riconoscequesto in sé, dopo aver sentito be-stemmiare il suo compagno. Anchenoi bestemmiamo, quando non rico-nosciamo nella Croce la regalità diCristo e pretendiamo che Dio si mettaal nostro servizio, ponendogli condi-zioni assurde: vogliamo “ fare espe-rienza di Dio”, ma è sempre Dio chefa esperienza dell’uomo, prendendol’iniziativa e irrompendo nella nostravita anche attraverso le prove.

Davanti all’Agnello

Il credente - è l’analisi di padreCencini - non domanda a Dio il per-ché del suo dolore, ma gli chiede aiu-to per riuscire a vivere la prova comemomento benedetto dell’incontrocon il Signore. Il buon ladrone vedecompiersi davanti a sé l’evento straor-dinario di un innocente che, abban-donato persino dai suoi discepoli,muore senza nessun segno di ribellio-

La qualità della nostra fede si decide da come

guardiamo la teofania della Croce

ne: dinanzi all’Agnello di Dio che siimmola, nascono in lui domande in-calzanti sul senso misterioso di quellamorte, finché arriva a riconoscere lasua colpa. Infatti, davanti al suosguardo si rivela la forza del Crocifis-so, l’unica capace di cambiare il mon-do quando si accoglie il male senzareagire, in piena libertà interiore,spezzando in questo modo la catenadel male in grado di ripetersi ossessi-vamente nel desiderio di vendetta.

L’Agnello di Dio - ha continuatopadre Cencini - subisce il male, manon giudica e non punisce. È questala via per conoscere il nostro pecca-to, stando davanti all’Amore che nongiudica, propriocome il buon ladro-ne. Fare l’esame dicoscienza significasostare ai piedi del-la Croce che ci met-te a contatto con leradici della nostravita, per evitare dibanalizzare ciò cheè costato il sanguedi Cristo e trovare ilcoraggio della ve-rità.

Il secondo fruttodella contemplazio-ne della Croce è l’accesso ad unanuova conoscenza di Dio, liberatadalle nostre proiezioni umane: il Cro-cifisso testimonia che Dio è onnipo-tente nell’amore, non è mai lontanoda noi, non ci giudica, non attendeche diventiamo perfetti per amarci,perché il suo amore - padre Cencini leha definite le tre M - è “senza merito,senza motivazione, senza misura”.

Il male continua ad assediarci fin-ché viviamo, ma Gesù ci ha salvatodalla disperazione, perché la nostrafede si fonda sulla certezza del suoamore incondizionato. Questo ci per-mette di passare dal senso di colpa al-la sensibilità penitenziale che ci fa ca-pire come la radice del peccato stianell’essere in contraddizione con il

Creatore. Superando la lotta psicolo-gica con cui il senso di colpa ci oppri-me, impariamo dal buon ladrone,grande teologo, che “conviene arren-derci a Dio, lasciandoci amare da Luinella nostra non amabilità”.

Il ladrone salvato

Il fatto più insensato della storia èla morte dell’Agnello innocente, maproprio così Gesù ha caricato di sen-so l’abisso del non senso. Il senso dicolpa disintegra la nostra vita interio-re, ma la coscienza del peccato, fa-cendoci recuperare il passato alla lu-ce della misericordia di Dio, ci rende

sere ricordato: sul piano teologico “ri-cordare” significa credere all’amore diDio, che supera quello di una madreper il suo bambino, ma dimentica inostri peccati, cancellandoli.

“Ricordare” vuol dire “riportare alcuore ciò che è importante”; anche lafede nasce da un’operazione dellamemoria, perché dovrebbe essere laconseguenza di una rilettura del no-stro passato alla luce della misericor-dia di Dio che non si dimentica mai dinoi. Prima di morire Mosè raccoman-da ad Israele di non dimenticare maile grandi opere del Signore, e perciòistituisce le feste liturgiche, punti fer-mi per tenere viva la memoria. Per

persone “integrate”, aperte a relazionicostruttive.

Il sacramento della Riconciliazionenon fa un lavoro di “rammendo” del-l’anima, ma opera in noi una vera ri-creazione, perché, mentre in Paradisosi fa festa, passiamo dalla disperazio-ne alla speranza, fondata sulla certez-za del perdono.

L’abbraccio del Padre ci rivela lagravità del nostro peccato, perché so-lo se ci sentiamo figli perdonati, sen-tiamo vero dolore per i nostri errori e,avvolti dallo sguardo d’amore di Dio,possiamo guardare noi stessi e gli altricon misericordia.

La sua preghiera inizia con l’invo-cazione del nome di Gesù (= Dio sal-va), e continua con la richiesta di es-

credere è necessario avere una fedepersonale e disegnare il volto di Diosullo sfondo dell’esperienza della no-stra vita.

La misericordia divina non è la ri-sposta al nostro peccato, ma Dio ci hapensato dall’eternità con un amore as-solutamente gratuito, ci ha “confezio-nato con mani misericordiose, ci haformattato per un progetto di miseri-cordia, e perciò noi siamo impastati dimisericordia, primo elemento costitu-tivo della nostra umanità”: per questomotivo il buon ladrone, venerato dallaChiesa con il nome di San Disma, hala certezza di essere ricordato da Ge-sù, perché ha compreso che la sua vi-cenda si inserisce nella storia della mi-sericordia eterna di Dio.

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Ladroni graziati

Chiamati a viverel 6 gennaio si èconcluso il con-vegno della Co-munità Magnifi-cat a Montesilva-

no. Dopo tre giorni in cuipadre Amedeo Cencini ciha guidato a vivere come“ladroni graziati” la bene-dizione della misericordia,Paolo Bartoccini, uno deiresponsabili generali dellaComunità, ha concluso ilavori proiettando la nostravita in un impegno concre-to legato alla benedizionedella misericordia di Dio. Le sue pa-role hanno inquadrato il nostro cam-mino comunitario di questo anno nelprogetto più ampio della Chiesa, conriferimento diretto agli insegnamentipastorali di Papa Francesco.

Strumenti di misericordia

Il 2016 è l’Anno Santo della mise-ricordia, anno benedetto - ha dettoBartoccini - in cui lo Spirito ci ha in-vitato a riflettere su questo misterostraordinario che ci infonde la certez-za di essere rivestiti della bontà diDio, misericordia incarnatasi in GesùCristo. Gesù ci ha mostrato il voltodel Padre non solo per salvarci, maper rendere anche noi misericordiaper ogni fratello, per farci entrare co-

sì profondamente nella sua miseri-cordia, da poterci trasformare in stru-menti di misericordia e darci così lapossibilità di testimoniare Gesù.

Il cammino comunitario di que-st’anno deve consolidare in noi lacertezza che Dio ama ogni uomo. Inciò ci aiuta papa Francesco, uomo diDio, che ci chiama ripetutamente allasequela del Buon Pastore. A questodobbiamo impegnarci nel tempo del-la nostra vita, tanto limitato, ma pre-zioso, perché “in questo pezzetto distoria”, noi possiamo collaborare conil Signore per annunciare questo Dioche è Misericordia ad ogni uomo.Noi, come Comunità, siamo oggettodella misericordia di Dio che ci hadesiderato e generato, affidandoci“un tesoro, sia pure in vasi di creta”:

infatti la vita fraterna, im-postata su uno stile di con-divisione, è un dono parti-colare che abbiamo ricevu-to insieme a quello dellafecondità nel generarenuovi fratelli alla fede, iquali sono strumenti effi-caci per smascherare le fal-sità della nostra vita.

Trasparenti davantia Dio e ai fratelli

A questo scopo Dio ciha donato l’apertura del

nostro cuore nei momenti di condivi-sione, come strumento efficace diconversione, perché i nostri fratellicon questo percorso di trasparenza,in cui la vita che Dio ci ha donato di-venta veramente condivisa, ci aiuta-no a scendere nella profondità delnostro io, e ciò permette al Signore dicambiare i nostri cuori.

La Comunità è “una cassa armoni-ca”: essa aumenta l’intensità dei suo-ni e ne caratterizza il timbro e le sfu-mature, “tirando fuori ed esaltando ilmeglio di ciascuno”, aiutandoci an-che a vedere e correggere i nostri di-fetti e comportamenti. La Comunità èun’opera benedetta da Dio, a condi-zione, però, di combattere la sottiletentazione di sentirsi capace di basta-re a se stessa: infatti noi esistiamo in

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LE CONCLUSIONI DEL CONVEGNO

L’ARMONIA DELLA MISERICORDIA

> Francesca Tura Menghini

Venite e Vedrete 127 - I - 2016

IPaolo Bartoccini al convegno.

quanto siamo nella Chiesa,“straordinaria cassa armonica”in cui si collocano ogni realtàecclesiale e ogni battezzato, par-tecipando alla Comunione deisanti del Paradiso, i nostri amiciche sfidano il tempo e testimo-niano la fantasia dello Spiritocon la fioritura dei loro carismi.

La Comunità Magnificat hascelto sempre di vivere nella sot-tomissione alla Chiesa e in co-munione con essa, nei luoghi enelle situazioni in cui Dio ci haposto; Il Signore chiede alla Comunitàdi essere quello per cui Lui ci ha crea-to, ma, per rispondere a questa chia-mata, - ha proseguito Bartoccini - ènecessario riacquistare la “freschezzae la prontezza dell’amore di un tem-po” (cfr. Geremia 15). Bisogna chie-dersi “quanto la Comunità si lasci stu-pire dalla Parola che abita in essa,quanto entusiasmo abbiamo per le co-se di Dio”.

Con l’entusiasmo di Caleb

Don Livio, in una sua catechesi, ciha ricordato l’esperienza di Calebche, inviato ad esplorare la Terra Pro-messa, ha guardato “non ai giganti,ma al latte e al miele”, segni dellapromessa di Dio al suo popolo. L’en-tusiasmo non è la manifestazione diun carattere esuberante, non è moti-vato dall’assenza di difficoltà, ma siradica ”nell’essere con Dio”. Se si ab-bassa il livello della tensione a Dio,cala anche l’entusiasmo, ma noi, in-vece di riconoscere che “siamo chiusiallo Spirito Santo”, ci scusiamo addu-cendo come pretesto la nostra stan-chezza oppure il peso delle difficoltào dell’età che avanza.

Eppure Caleb afferma di avere, ad85 anni, lo stesso vigore di quandoMosè lo ha inviato! Dobbiamo ricer-care l’entusiasmo, dono dello Spirito,con avidità, anzi con sfacciataggine!Dobbiamo dare sempre più spazio alSignore, cercandolo nella preghiera enell’Eucarestia, vissuta come offerta

di tutta la nostra vita. Nell’ultima cate-chesi del cammino annuale abbiamomesso in evidenza la somiglianza checome peccatori ci lega al “ladronegraziato”: Gesù ha ascoltato la nostrainvocazione ed è venuto a cercarci;perciò “noi dobbiamo rubare quelloche ci serve” - ha detto ancora Bartoc-cini -, ricordando che S. Teresa di Li-sieux parlava dei suoi santi protettoricome di “coloro che hanno rubato ilcielo”. Anche noi dobbiamo conqui-stare il cielo “con astuzia d’amore edessere ladri di entusiasmo”, ben sa-pendo che, se si invoca Gesù e, so-prattutto, se gli chiediamo di “rimane-re in Lui”, il Padre non resiste a questapreghiera. Come dice padre RanieroCantalamessa, “se si capisce la poten-za salvifica del nome di Gesù, dellapreghiera e dell’adorazione, si ottienetutto”. Chiediamo al Signore di rive-stirci di Spirito Santo per poter essere“missionari della misericordia di Dio”,vivendo senza falsità le quattro pro-messe dell’Alleanza che ci impegna-

no ad una misericordia vissuta primadi tutto verso i fratelli, con particolareattenzione agli anziani ed ai malati.

È tempo di evangelizzare

È tempo di essere testimoni fattividi un’evangelizzazione che affiancaall’annuncio il vivere opere concrete:questa è la volontà di Dio, questa è lanostra vocazione. Sull’esempio delBuon Pastore, la Comunità deve “es-sere bella” per i poveri che cercanol’acqua della Grazia, l’unica in gradodi dissetare l’anima.

Testimoniare Dio come suoi mis-sionari non significa solo andare interre lontane o predicare, ma operaredove siamo, ponendoci al servizio diun’evangelizzazione da persona apersona. Tutti dobbiamo metterci allavoro, per costruire una Comunitàradicata nel perdono e nella miseri-cordia, un luogo dove cessa ogni giu-dizio e nasce una vera condivisione,dove “si prova un amore profondoanche verso chi ci è meno simpatico,per riempire di gioia il cuore di Ge-sù”. Siamo misericordiosi come Dioche è misericordia!

Queste parole ci mettano le ali alcuore e ai piedi per andare nel mon-do con un nuovo entusiasmo, con laspinta che viene dalla misericordia diDio e che non si arresta davanti allaCroce, ma anzi da essa prende mag-gior forza e vigore. Buon anno di gra-zia nella Misericordia, Comunità Ma-gnificat!

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Ladroni graziati

Caleb nell’esplorarela Terra promessa

non guardò ai giganti, ma

al dono del latte e del miele

Una Comunitàn questo anno, in cui il te-ma della Misericordia è alcentro della missione dellaChiesa, il Signore, attraver-so il cammino comunita-

rio, ci ha permesso di puntualizzarel’importanza e la bellezza di questoinfinito mistero dell’Amore miseri-cordioso che Dio nutre nei nostriconfronti e che noi siamo tenuti a re-stituire ai nostri fratelli.

Nell’omelia di apertura del Con-vegno di Montesilvano 2016 “Il la-drone graziato”, il consigliere gene-rale della Comunità don Luca Bar-toccini ha posto l’accento sull’im-portanza del “fare memoria dellapropria storia” per non rischiare dideviare dalla meta a cui il Signore cichiama: servire Cristo concretamen-te tramite l’apostolato e concreteopere di misericordia. Per fare tuttociò dobbiamo avere in mente e nelcuore tre obiettivi fondamentali:porre al centro di tutto Gesù eucare-stia, non solo durante la celebrazio-ne eucaristica, ma, con un passo an-cora più profondo, “avere una spiri-tualità eucaristica, ossia fare dellapropria vita il sacrificio vivente da-vanti a Dio, come Gesù si è offertoa noi tramite l’eucarestia”.

In secondo luogo, dobbiamo se-guire l’esempio di Maria, ricono-scendo in Lei la piena di Spirito San-to, la carismatica perfetta, fedele

nella preghiera e docile serva del Si-gnore, capace di leggere la Sua vo-lontà e di aderirvi.

La Comunità, infine, è chiamataad essere ecclesiale: essa è apertacioè, alla partecipazione di tutti ibattezzati, è chiamata al servizio,con particolare attenzione agli ulti-mi, anziani, ammalati, ai soli chenon hanno nessuno. Nel servizio oc-corre ricordare l’uso dei carismi peril bene comune, in obbedienza alVescovo e quindi alla Chiesa, ricer-cando l’unità del popolo di Dio.

Quindi don Luca ha esortatoogni fratello a chiedersi: “Oggi laComunità sta crescendo in conti-nuità con queste sue radici? Cosa de-

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LA SINTESI DELLE OMELIE

CHE CAMMINA FEDELE ALLE PROPRIE RADICI

> Angela Passetti

La Comunità stacrescendo fedele

alle proprie radici?Perché ciò accada,che cosa deve fareciascuno di noi?

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Don Luca Bartoccini durante l’eucaristia di apertura del Convegno.

ve fare ognuno per proseguire lacrescita in fedeltà con esse?”.

Salvati sempre

“Oggi sarai con me in paradiso”:la supplica del ladrone ottiene una ri-sposta immediata: anche se il verbo“sarai” è al futuro, il compimento èoggi. Padre Amedeo Cencini, predi-catore ufficiale del convegno, ha da-to inizio con queste parole, all’omeliadel 4 gennaio. Ha continuato poi astupirci dicendoci: “La richiesta delperdono è condannata ad essereesaudita sempre”. Ma che cosa signi-fica essere salvati sempre? Significaaver ricevuto il dono di sperimentarela misericordia di Dio. “La confessio-ne è una nuova creazione che ci ri-porta indietro nel tempo, ma avvieneoggi e ci rende nuovi, a sua immagi-ne e somiglianza. La confessione èquindi, chiedere perdono per avercreduto che altre immagini diverseda Dio, fossero migliori; è tornare al-le nostre radici, per ri-sperimentare ilParadiso, ossia un’armonia profondatra Creatore e creatura”.

“Per prepararsi degnamente aduna buona confessione - ha detto pa-dre Cencini - occorre una preparazio-ne remota e prossima per condurcinella coscienza di peccato. L’esamedi coscienza dovrebbe avvenire inmodo maturo, ossia con una coscien-za vigile per capire cosa sta capitan-do ora nel mio cuore, quali sentimen-ti nutro nei confronti di me stesso edei miei fratelli, dando voce non soloalle cose esteriori, ma monitorando ilcuore”. Conclude così padre Cencini:“Dovremmo imparare a confessare leemozioni e i sentimenti oltre alleazioni sbagliate! Dopo la confessionedovremmo fare l’esperienza del fi-gliol prodigo: capire la colpa, tornaree chiedere perdono e accogliere l’ab-braccio del Padre”, cosicché pace in-teriore e serenità dell’anima sarannoi frutti conseguenti all’accoglimentodel perdono di Gesù.

Insieme alla Trinità

Durante l’omelia della celebrazio-ne dell’Alleanza del 5 gennaio il car-dinal Gualtiero Bassetti, arcivescovodi Perugia - Città della Pieve, ha sot-tolineato l’importanza del mistero delNatale: “Il Figlio di Dio si fa uomo,perché l’uomo possa diventare figliodi Dio, partecipando così della suadivinità. Il Natale, in sintesi, è la no-stra divinizzazione che avviene attra-verso l’amore verso i fratelli: il fratelloè Cristo perché Gesù ha preso la car-ne umana. Chi non ama il fratellonon ama Cristo e rifiuta il Padre. Oggile persone vogliono vedere la con-

cretezza, valgono più i testimoni chei maestri. Ma ancora di più, se voglia-mo essere secondo il cuore di Dio,occorre amare realmente i fratelli nel-la verità”.

Il card. Bassetti ha sottolineatoche nel Giubileo della misericordia,dobbiamo sperimentare come tutta lastoria sia una storia di misericordia davedere nel mistero della Trinità.

Partiamo dal Padre. Spesso - hadetto il Cardinale - lo sentiamo di-stante e giudice, ma se ci mettiamonelle sue braccia come bambini,avremo una confidenza tale da poter-gli dire: “Mi affido a Te, si compia inme la tua volontà, ti amo e mi fido diTe. Padre, di te ha sete l’anima mia”.

Pensiamo, poi, a come Gesù havissuto la misericordia: nella parabo-la del figliol prodigo, in quella delBuon Pastore, nel suo incontro con laMaddalena, nel rapporto dignitoso diGesù con Pilato, fino all’ultima cenae all’epilogo di incarnare la miseri-cordia sulla Croce con le parole “Pa-dre, perdona loro perché non sannoquello che fanno”. E di fronte a suaMadre, con le parole “Donna ecco

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Ladroni graziati

Il vero frutto del sacramento della confessione è la pace interiore

che nasce dal perdono

Oreste Pesare con Teresa Damaro e Agneza Timpu al termine della loro solenne con-sacrazione a Montesilvano.

tuo figlio”, Gesù mostra il volto mise-ricordioso del Padre. Gesù è la mise-ricordia, lo vediamo nelle sue parole,nel suo volto, nella sua morte.

Infine, lo Spirito Santo ci dona lamisericordia del Padre perché è ilconsolatore degli afflitti, fuoco che ri-scalda, nella fatica riposo, nel piantoconforto, dolcissimo sollievo.

Un’altra strada

Padre Victor Dumitrescu, dellafraternità di Bucarest, nell’omelia del-l’Epifania, ha sottolineato l’importan-za di questa solennità intesa nel sen-so di “viaggio” e di “cammino”.

La parola viaggio - ha detto - puòessere riferita ai Magi che partironodall’Oriente per affrontare un percor-so lungo e rischioso. Viaggiare richie-de coraggio, desiderio. I Magi arriva-

no da Colui in cui già credevano, mala stella si nasconde proprio quandostanno per trovarLo. In un modo chesembra strano, Dio ci fa incamminaree poi “ci lascia stare”: cosa dobbiamoimparare da ciò?

I Magi, privi dell’aiuto del Signo-re, cominciano a fare domande a tuttied in ciò si vede che Dio, quando sia-mo alla sua ricerca, ci parla servendo-si persino dei suoi nemici, e dei no-stri fallimenti. L’importante è nonscoraggiarsi: se i Magi, fossero ritor-nati nella loro terra, non avrebberoincontrato il Re.

Lungo la strada della nostra vita cisono delle parentesi, che rappresen-

tano delle occasioni digrazia nel camminoverso Dio, solo però, sesappiamo leggerle.Quando non capiamoniente, forse spetta anoi prendere l’iniziativae decidere di continua-re a camminare senzala stella, fidandoci diDio.

Ponendo, infine, inparallelo il passaggiodei Magi con quelloche ogni membro di

comunità deve e vuole affrontare,per giungere alla mèta, padre Victorha concluso l’omelia stimolandoci ariflettere su quanto siamo disposti adascoltare ed aderire alla Sua volontà.Il cammino rappresenta la capacità dicapire ed aderire alla Sua volontà. IVangeli raccontano, infatti, che i Magiritornarono nel loro paese per altrevie: si parte per un viaggio, si ritornasu un cammino. Dio ci fa iniziare ilviaggio, ma ci dà un’altra strada dapercorrere e se non ci scoraggiamo econtinuiamo a camminare, vedremoricomparire la stella. È importantetornare da un cammino diversi da co-me siamo partiti: nella Comunità Dioci dà la grazia di un cammino, se noiaccogliamo la sua provocazione divivere la storia con Lui.

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LA SINTESI DELLE OMELIE

Dio ci faincamminare

e poi ci lascia stare.Come i Magi

siamo chiamati a non scoraggiarci

Fraternità in formazione di Agrigento:

I coniugi Francesco e Giusy,Francesca ed i coniugi Fabio ed Adriana

Fraternità di Bibbiena:Gianni, coniugi Marco ed Ilaria, Simone, Claudia

Fraternità di Betania in Ponte Felcino (Pg):

Gregorio, Giada, Letizia

Fraternità di Marti:Sara

Fraternità di San Donato all’Elce (Pg)

Nicole, Roberto

Fraternità di Piacenza:Anna Maria, Maria Angela, Mario

Fraternità in formazione di Râmnicu-Vâlcea:

Ana, Adrian, Valerica, coniugi Ionuţ e Ana Maria, Emilia, Tincuţa, Constantina

Dalla fraternità di Roma:Italia, Andrea, Maria Luisa.

I nuovi ingressi in alleanza

Dio all ’operaa Comunità vive e si ali-menta della condivisioneche i fratelli fanno del pro-prio vissuto per gioire in-sieme delle tante cose bel-

le che il Signore compie. Solo cono-scendo le sue meraviglie, cresce in noila consapevolezza della sua grazia cheopera nonostante i nostri limiti. In que-sta ottica, al Convegno la mattina del 5gennaio c’è stata un’ampia e gioiosacondivisione dell’opera di Dio nella vi-ta dei fratelli attraverso alcune testimo-nianze di cui offriamo una sintesi.

Luca Castellini (Foligno)“La grazia di vivere

nella Comunità”

Parlo anche a nome di Valentinache è in ospedale con il piccolo Gio-vanni, il nostro quarto figlio dopoChiara, Sara e Caterina: è nato il 24novembre. All’ultima ecografia dicontrollo, il 18 novembre, al bimboera stata diagnosticata un’ernia dia-frammatica invasiva; al momento del-la nascita, con parto cesareo, è statosubito intubato e operato il giornosuccessivo. Le emozioni si accavalla-no, ma vedo con chiarezza che la Co-munità si è stretta intorno a noi e chenon siamo soli.

Abbiamo scritto questa testimo-nianza a Natale, proprio per sottoli-

neare questa vicinanza, e non per di-re che tutto va bene! Infatti, Giovanniè di nuovo in ospedale, ma il soste-gno dei fratelli e delle sorelle ci per-mette di vivere questa esperienza inmodo diverso rispetto a quanto acca-de normalmente. Siamo stati circon-dati di affetto e il Signore si è mani-festato in modo concreto già in salaparto, dove fra il personale medicoerano presenti alcuni membri dellaComunità. Giovanni è stato battezza-to subito in sala parto: devo confes-sare che io avevo pensato ad una ce-lebrazione in chiesa, ma ci è statadonata una Parola: «Anche il più de-bole, nel Signore, dica: «io sono unguerriero!”». Giovanni, in quella sala,

era la creatura più debole, ma con ilbattesimo era ormai il più forte! Noiabbiamo vissuto esperienze di amo-re concreto e la Fraternità di Folignoci ha aiutato a capire che la vita è fat-ta di cose pratiche, come una cenapreparata per noi, nei momenti diffi-cili, tanta compagnia alle nostrebambine, le preghiere di tutta la Co-munità.

Dio nelle difficoltà ci viene incon-tro e ci offre occasioni di Grazia: Va-lentina ed io, in questi giorni, siamoentrati molto in profondità in noi stes-si e sentiamo come Dio ci accompa-gna nel nostro percorso terreno an-che attraverso la presenza dei fratelli.

Maurizio e Chiara (Cortona)“Gesù ci ha unito in matrimonio”

Parla Chiara a nome di entrambi.Seguiamo il secondo anno di di-

scepolato a Castiglione del Lago. Nel1991 ho conosciuto Maurizio e abbia-mo iniziato a convivere. Eravamodue pecorelle smarrite, con il peso distorie di vita difficili, ma Gesù ci èstato vicino. Dopo qualche tempo, ènato Pierluigi, un bimbo con gravimalformazioni, vissuto solo un gior-no. Fra noi si alzarono muri di incom-prensione, perché non eravamo ca-paci di accoglierci reciprocamente.

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Ladroni graziati

NELLA COMUNITÀ

> Francesca Tura

L

Il dolore era forte, anche perchévissuto male, e la nostra storia conti-nuava fra alti e bassi. Il Signore, però,ha voluto che rimanessimo insieme,e ci ha fatto incontrare le personegiuste; così è rinato in me il desideriodi avere dei figli. Ricordo un sognofatto nel 2006: incontrai uno sguardoe sentii in me gioia e pace.

Due mesi dopo ero incinta; oggiho due figli, di 8 e 6 anni. Con il donodella maternità è nato in me il deside-rio di incontrare il Signore e, insieme,la consapevolezza di essere figlia diDio, grata a Lui per i miei due figlimeravigliosi.

Dal loro battesimo è iniziato pertutti un cambiamento profondo: do-po 23 anni di convivenza, io ero an-cora allergica alle nozze, ma cerca-vamo qualcosa “per crescere”. Dueanni fa abbiamo preparato i docu-menti per sposarci, ma li abbiamostrappati. Poi, il 18 ottobre 2014, ab-biamo saputo che a Castiglione delLago ci sarebbe stato un “Seminariodi vita nuova nello Spirito”, propriovicino a casa nostra. All’inizio io vo-levo partecipare, Maurizio aveva po-ca voglia; intanto le catechesi “ciaprivano un mondo...”. Dovevamodecidere se ricevere la preghiera dieffusione, e fu allora che dopo la ca-techesi “Gesù al centro del cuore” misentii folgorata e incapace di capire

cosa mi accadesse. In quell’occasio-ne, Maurizio chiese la grazia di cele-brare il nostro matrimonio e, intanto,lo Spirito continuò ad operare gui-dandoci, durante il discepolato, nelmaturare la decisione di sposarci,circondati dall’amore di fratelli e so-relle. Avremmo voluto solo una cele-brazione semplice, ma i ragazzi dellaFraternità di Cortona hanno pensatoa tutto e, il 21 novembre 2015, festadi Cristo Re, ci hanno regalato unafesta bellissima.

Voci dall’Uganda

Rispondendo ad un invito missio-nario, a vivere un tempo di servizio inUganda, tre sorelle della Comunitàhanno risposto con generosità e fidu-cia nell’opera di Dio. Questo è il rac-conto della loro personale esperienza.

Sara (Fraternità di Cortona),come regalo per i suoi 18 anni, hachiesto ai genitori di poter andare nel-la nostra missione in Uganda. Sonopartite in tre, poi negli ultimi 15 giornilei è rimasta da sola con gli otto bimbidell’orfanotrofio “House of Love”. C’èstato un momento di crisi, ma nei mo-menti difficili Sara si rifugiava nellacappellina e pregava Gesù che le hachiesto di rimanere e le ha dato la for-za di farlo. I bambini l’hanno coinvol-ta in una grande esperienza d’amore,fatta di semplici gesti quotidiani: pre-parare i tavoli, accudire John, il bim-bo trovato nella jungla e salvato, in-trecciare braccialetti, concludere lagiornata davanti a Gesù nella cappel-lina. Il momento più difficile? La par-tenza, quando Sara ha abbracciato esalutato i suoi bambini.

L’altra compagna di esperienza,Elena (Fraternità di Magione), cheha 40 anni, prima di partire, ha dovutoaffrontare difficoltà oggettive, ma te-stimonia che, se Dio chiama, tutto sirisolve. Anche lei ha vissuto la gioia diuna relazione profonda con i bambiniche hanno una saggezza sorprenden-te, perché hanno solo l’essenziale pervivere, ma si rendono conto che ci so-no persone meno fortunate di loro.Elena ha sentito la presenza forte del-lo Spirito durante la preghiera di effu-sione, ricevuta dai ragazzi dopo il Se-minario di vita nuova nello Spirito.

La terza “missionaria”, Rosa (Ma-gione) ha 43 anni e 4 figli, l’ultimo di6 anni. C’erano tanti problemi di va-rio tipo, ma la voce del Signore lachiamava con insistenza e lei l’ha se-guita. Conoscere i “bambini dellamontagna”, che vivono davvero conpoco e sono tanto generosi, è stataun’esperienza unica: ognuno di loroporta una ciotolina con patate e fa-gioli da condividere con chi non hacibo. Per tutti questi motivi andare inmissione è una scelta del cuore, ispi-rata dal Signore, e la cosa più bella èla ricchezza interiore che ci regalaogni nuovo fratello incontrato.

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TESTIMONIANZE

“Dopo 23 anni di convivenza

eravamo allergici alle nozze,

ma cercavamo«qualcosa

per crescere»”

La preghiera al Convegno di Montesilvano.

Dopo le testimonianze, è seguitauna serie di comunicazioni.

Operazione Fratellino in Romania

Oreste Pesare ci ha ricordatol’impegno in Romania con Ope-razione fratellino. È certo gratifi-cante per chi assume questo impe-gno, un’adozione a distanza cheaiuti un piccolo a crescere in dignitàe nutrito adeguatamente, ma più ef-ficace e generoso può essere uncontributo costante e concreto cheaiuti non solo il piccolo o il giovane,ma anche la sua famiglia ad affron-tare la vita, lo studio e il sostenta-mento con dignità e con fratelli del-la comunità rumena che si fannoconcretamente angeli di questaoperazione. È ora necessario un in-cremento di questo impegno, poi-ché alcuni donatori sono venuti amancare e si rischia di non potercontinuare a sostenere qualche si-tuazione o di non poter accoglierealtre richieste serie di aiuto.

Quello che in Romania è il livellostandard delle famiglie disagiate, ve-de in gravi difficoltà molti minori oper l’assenza reale dei genitori o perla loro impossibilità ad esercitare lagenitorialità per mancanza di lavoro,gravi malattie, alcolismo, ecc.

La Comunità ha preso questo im-pegno attraverso offerte sistematichee costanti; alcune famiglie hannoriacquistato dignità e fiducia, hannoscoperto l’amore di Dio, alcune si so-no avvicinate al cammino comunita-rio e lo vivono con gioia. Il fine diquesta operazione è il bene dei fra-telli a gloria di Dio, non certo il pro-selitismo. Ci viene ricordato quantotale impegno sia vitale e quanto an-drebbe incrementato. Nelle ultimepagine della rivista ci sono tutti i rife-rimenti utili a partecipare… perché lanostra vita comunitaria non sia solocaratterizzata da buone intenzioni.

Nuovi ministeri nella Comunità

Dai Responsabili generali vienecomunicata la formazione di due mi-nisteri generali, di cui la comunità habisogno, data la sua presenza e realtàcomposita. Ecco i fratelli coinvolti:

Ministero generale del novizia-to: Anna Maria Alunni, Anna MariaArtegiani, Valentina Bettelli, LucioCaseti, Lorenzo Santarelli, AngeloSpicuglia.

Ministero generale del disce-polato: Padre Victor, Giacomo Bene-detti, Roberta Marcelli, AlessandraPauluzzi, Giuseppe Piegai, FrancescaRillo.

Le Missioni

Per la missione in Argentina,Francesca Tura comunica lo stato at-tuale della vita di questa comunità informazione. A Paranà entre Rios viveun bel numero di fratelli che si riuni-sce settimanalmente nella parrocchiadi S. Maria de la Piedad per la pre-ghiera comunitaria e l’adorazione. Diessi un primo gruppo di circa 20 fra-telli, dopo la partecipazione a Monte-silvano 2010, con i due responsabiliGuatavo e Alejandra Omar Rostom,ha vissuto un percorso di discepolatoe dopo il discernimento dei missio-nari (Oreste, Andrea, Stefania, Fran-cesca e Rita) si prepara al noviziato.Un secondo gruppo sta procedendonel terzo anno di discepolato ed unaltro sta iniziando il post-effusionesotto la guida di animatori del luogo,che hanno vissuto con i missionari laspiritualità della Comunità. Il vesco-vo mons. Puiggari è non solo a cono-scenza del percorso, ma anche coin-volto e presente nella nascente Co-munità.

Padre Jafar dal Pakistan richiedemissionari dalla Comunità ed in apri-le Daniele ed Oreste andranno su ri-chiesta dell’Ordinario del luogo.

Dove ancora vorrà condurci il Si-gnore? Ma soprattutto saremo capaci dirispondere alla sua chiamata?

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Ladroni graziati

“Beati noi

eati noi giovani, se, inuna società deturpatadall’odio e dalla violen-za, sapremo accoglieree amare tutti!

Il 5 gennaio al convegno generaledi Montesilvano c’è stata quest’announa grande novità! Durante le testi-monianze è stato organizzato separa-tamente, un momento di incontro tratutti i vari giovani venuti dalle diverseparti d’Italia.

Grande novità, in quanto non c’e-ra mai stata occasione per conoscercimeglio e confrontarci su quello cheviviamo e organizziamo nelle nostrerealtà comunitarie. Le fraternità di

Marti, Campobasso e Cortona e la zo-na di Perugia hanno presentato per-sonalmente e con dei video tuttoquello che è stato fatto: da canzonirielaborate a spettacoli teatrali, da se-

minari per i giovani a varie forme dievangelizzazione, da cene per stareinsieme a ministeri di giovani per ge-stire i nostri eventi comunitari.

Nella seconda parte dell’incontroci siamo divisi in piccoli gruppi gui-dati da alcuni di noi che facevano da“moderatori”, per scambiarci idee eopinioni, ma soprattutto per cercaredi capire che cosa potevamo ripro-porre nelle nostre realtà.

Nuove idee, condivisioni di diffi-coltà, bisogno di man forte per evan-gelizzare e chi più ne ha più ne met-ta! Tanto che non volevamo smetteredi parlare e confrontarci nonostantela messa stesse per iniziare.

Da un lato ci siamo resi con-to delle situazioni di difficoltà epresenza di pochi giovani chesperimentano molte nostre fra-ternità, dall’altro ci siamo sentitipieni di voglia di partire e gira-re l’Italia per aiutarli!

Tutte le idee venute fuorisaranno riassunte e consegnateai Generali, valutate e messe adiscernimento.

E dopo questa bella e nuo-va esperienza che dire... noimettiamo tutto nelle Sue mani,ma soprattutto ci mettiamo noi,in primis, al Suo servizio! Cari-chi di Spirito Santo e pronti perqualche nuova avventura allaquale ci chiamerà!

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L’INCONTRO DEI GIOVANI

GIOVANI...!

> Benedetta Bartoccini

“Mettiamo tuttonelle sue mani,carichi di Spirito

Santo per le nuoveavventure in cui

ci chiamerà”

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Un momento dell’incontro dei giovani a Montesilvano.

La fantasiautti lo conoscono inItalia come sacerdotepsicologo. Canossia-no, 67 anni, segue davicino la vita consa-

crata in Italia e nel mondo. A partiredal tema che ha trattato al convegnodi Montesilvano, con lui ragioniamosui cambiamenti in atto nella Chiesa.

— “Ladroni graziati”: è il titolo delconvegno della Comunità Magnifi-cat a Montesilvano. Da che intui-zione ha preso il via nella Sua ri-flessione?

Mi pare che il personaggio del “La-drone graziato” rappresenti molto be-ne l’identità del cristiano come di chiè vero con se stesso e riconosce il pro-prio peccato, lo soffre e ne chiedeperdono, e assieme è pieno di fiducianel perdono e lo ottiene e ne gode. Èla migliore identità che io conosca delcredente. La più riconciliante.

— Da diversi anni Lei segue da vi-cino il cammino di molte comunitàreligiose. Come sono cambiate inquesti anni?

C’è un cambio esteriore: sono me-no visibili, meno “potenti”, meno nu-merose, e meno considerate a livellocivile e pure ecclesiale. E non è dettoche sia un male. Ma c’è stato un cam-biamento anche all’interno che però è

più variegato e difficile da sintetizzare.C’è chi tale processo riduttivo lo pati-sce fin troppo con nostalgie del tempopassato; ma c’è anche chi lo vive concoraggio, come una purificazione sa-lutare che costringe a vivere l’essen-ziale della propria presenza. Di qui

una diversa prospettiva: i primi ri-schiano di incamminarsi lentamenteverso la morte, i secondi invece cerca-no con coraggio nuove vie, magaripiù umili e nascoste, ma pure più pro-ficue per una interpretazione moder-na del carisma.

— Papa Francesco nei suoi inter-venti spesso pizzica i religiosi. Qualè il compito di un religioso oggi?

Papa Francesco ci striglia perchéama profondamente la vita consacra-ta. Non per nulla ha indetto un annodella vita consacrata. E ci richiama alnostro compito essenziale: suscitarenel mondo d’oggi la nostalgia di Dio,in due modi. Il primo, manifestando-ne l’amore e l’attenzione soprattuttoper chi è più tentato di non sentirsiamabile ed è lasciato ai margini dellasocietà. Il secondo, riconoscendo ildesiderio struggente di Dio nel cuoredi ogni uomo e donna, anche di chinon lo sa o addirittura lo smentisce.

La prima modalità (discendente)impegna la vita consacrata non solo acompiere i servizi di carità (a vari livel-li), ma a renderne evidente la radice eil motivo di fondo, per far sentire ilpovero e bisognoso amato da Dio, dalui accarezzato attraverso le nostremani.

La seconda modalità (ascenden-te), mira a indicare Dio come il punto

“Papa Francesco striglia i religiosi

perché amaprofondamente

la vita consacrata”

INTERVISTA A PADRE AMEDEO CENCINI

> Davide Maloberti

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A TU PER TU CON...

TDELLO SPIRITO NELLA CHIESA

d’arrivo del desiderare umano, d’ognidesiderio, d’ogni essere vivente, inun cammino spirituale che può esserproposto a tutti (secondo le variescuole di spiritualità carismatiche).Per questo diciamo che la società dioggi non è post-cristiana, ma pre-cri-stiana, ovvero protesa inevitabilmen-te verso Dio, l’unico che può appaga-re il cuore umano. Etty Illesum dice-va che siamo come pozzi riempiti dipietre. Togliere tutte queste pietreche impediscono al singolo di rag-giungere Dio è il lavoro particolare diogni consacrato.

— E qual è il compito di un prete,spesso preda delle mille cose da fa-re?

A livello di identità personale: ilprete è il pastore, colui che ha il cuoredel Bel Pastore e assieme l’odore dellepecore. A livello di identità ecclesiale:è colui che nutre e fa crescere la co-

munità dei credenti, con la celebrazio-ne dei Sacramenti. A livello di identitàsociale: è colui che oggi è sempre piùil punto di riferimento di urgenze edemergenze che sembrano andare oltreil suo ruolo, ma che di fatto non puòignorare, e cui è chiamato a risponde-re col cuore di cui dicevamo, assiemealla sua comunità.

— Cristiani come lievito nel mondo:qual è a Suo parere il compito di

una realtà come la Comunità Ma-gnificat?

Anzitutto è stata per me una bellasorpresa tale comunità. Mi ha moltoedificato il tipo di partecipazione, l’in-tensità dell’ascolto, la qualità dellapreghiera, la gioia della fraternità. Ungruppo così svolge un compito moltosignificativo: testimonia come sia pos-sibile anche nel mondo d’oggi non so-lo credere e pregare, ma coglier tuttoil senso e la felicità della fede. Un po’quanto dicevo prima: l’uomo di oggi,come quello di ieri, attende Dio, equando lo trova è nella gioia e la con-divide. Credere in Dio è bello, non èsolo devoto e corretto.

— Nei Suoi libri Lei ha radiografatosia lo stato di salute di una comu-nità, con la vita in fraternità, che lemodalità dell’incontro con Dio diuna persona. Partiamo dal vivere infraternità. È un’impresa sovrumana,che ne dice?

Che dovrebbe invece diventaredel tutto umana, nel senso che qual-siasi relazione, se è vera, è tra personeche sono diverse, per quanto condivi-dano degli ideali, e dunque inevitabil-mente faticosa. Ma proprio questa è lascommessa del fare comunità. È lascommessa di chi crede che l’amore diDio sia più grande di quanto ci possadividere tra noi. E insiste e s’impegna,dunque, a metter al centro della rela-zione la Parola da condividere, la mis-sione da realizzare assieme, lo SpiritoSanto da pregare uniti, l’aiuto fraternoda donarsi reciprocamente, l’uno re-sponsabile e assieme bisognoso del-l’altro. È una scommessa da vincereprogressivamente, senza alcuna frettao pretesa.

— E invece a proposito dell’incontrocon Dio? Come l’uomo grazie a Dioritrova se stesso?

Diciamo che l’uomo si ritrova solose si pone dinanzi a Dio, perché Dioè suo Padre. Ogni altra via è fuorvian-

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A TU PER TU CON...

“Sono stato edificatodalla Comunità

Magnificat,dall’ascolto intenso

alla qualità della preghiera”

Il canossiano padre Amedeo Cencini mentre interviene a Montesilvano.

te, anche se l’illusione d’una certa au-torealizzazione può sedurre l’animoumano. È quel ch’è successo al figlioprodigo: ha preteso cercare altrove,lontano dal padre, la propria identità,e s’è ridotto a fare il guardiano deiporci. È tornato a casa pentito e umi-liato, e nell’abbraccio d’un padre chenon conosceva ha scoperto il proprioio e la propria dignità.

— Allarme vocazioni: come si imma-gine Lei la Chiesa tra 10-20 anni?

Come una Chiesa in cui ci sarannomeno preti, frati e suore, ma con piùvocazioni ad altri stati vocazionali, se-condo il dono dello Spirito, che è lafantasia scapigliatissima di Dio. C’èuna ministerialità nella Chiesa che de-ve crescere, uscendo sempre più dallaconcezione riduttiva della vocazionesacerdotale e religiosa. E aprendosi aprogetti vocazionali, nella direzionedel servizio o della spiritualità, o addi-rittura delle opere di misericordia cor-porale e spirituale! Il futuro della Chie-sa, e della vita consacrata, passa attra-

verso piccole fraternità, felici, appas-sionate, oranti, che vivono coi poveri.

— In una vocazione, sia sul pianodei consacrati che dei laici, su cosasi basa un discernimento?

In genere si basa sulla realtà dellachiamata da parte d’un Chiamante neiconfronti d’un chiamato. E sulla sinto-nia tra le tre realtà. O sull’evidenzad’un appello da parte di Dio rivolto auna precisa persona in vista d’una

specifica missione in una particolarecomunità; d’una sensazione-convin-zione da parte del chiamato che siaDio a chiamarlo, verso una missioneche l’attrae, pur nella coscienza dellapropria piccolezza. La comunità cheaccoglie il chiamato ha la responsabi-lità di verificare la sintonia tra le trerealtà ora considerate.

— L’allarme pedofilia scuote ancoraoggi la Chiesa, ma anche tanti scan-

dali economici. Che cosa è mancatonella formazione?

Probabilmente è stata una forma-zione che non è riuscita a toccare lapersona abbastanza in profondità. Ri-schiando così, al di là delle intenzioni,di curare prevalentemente il suoaspetto esteriore, senza toccarne lasensibilità. Con gravi conseguenzespecie nell’ambito affettivo-sessuale.Ma direi che oggi in particolare ciòche manca e di cui sentiamo più ne-cessità è la formazione permanente.

— Quali sono i nuovi carismi sia trai laici che i consacrati che stannosorgendo oggi, anche come rispostaai bisogni che emergono?

Tornando alla distinzione fatta pri-ma direi che sono in genere carismiche vanno incontro alle necessità piùurgenti o alle povertà particolari del-l’uomo di oggi, oppure che sottolinea-no più l’altra dimensione, quella con-templativa. Ma l’originalità odierna èdata dal fatto che sempre più nasconocarismi che cercano di mettere insie-me le due dimensioni, quella caritati-va e quella contemplativa, in uno stiledi vita che può esser vissuto assiemein comunità miste, dai consacrati tra-dizionali così come da laici che vivo-no nel mondo; e non solo da chi siconsacra nel celibato o nella verginità,ma anche da chi sceglie il carisma del-la vita coniugale. Davvero la fantasiadello Spirito è inesauribile!

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A TU PER TU CON...

“Il futuro della Chiesa passaattraverso piccolefraternità, felici,

appassionate, oranti,che vivono coi poveri”

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News

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COSTITUITOIL MINISTERODEGLI AMICIDELLACOMUNITÀDALLA FRATERNITÀ DI S. DONATO ALL’ELCE DI PERUGIA

Nella Fraternità di S. Donato al-l’Elce (Perugia) si è costituito il Mini-stero del gruppo degli Amici dellaComunità Magnificat. Nella revisionedello Statuto si sta cercando di dareuna collocazione a tale figura, ancoroggi priva di una propria identità inseno alla Comunità. Ogni fraternitàvive in modo specifico tale realtà,anche se in linea generale, l’Amicosegue le catechesi degli Alleati, siriunisce per condividere la risonanzae poi la revisione di vita, versa un’of-ferta per la Comunità, si impegna inun servizio, partecipa agli incontri difraternità aperti a tutti ed ai ritiri co-munitari. Ad oggi si possono consi-derare a tutti gli effetti membri di Co-munità, tranne che con l’impegnodell’Alleanza con le quattro promes-se. Con l’istituzione del ministero, siintende almeno per ora, dare un’i-dentità e un senso a tale cammino.Quest’anno sono stati organizzati deiritiri specifici per questi fratelli, nellazona di Perugia, partendo dall’Acro-nimo della Parola Amici. I temi pro-posti e quelli ancora da sviluppare,sono: Ascolto (dei fratelli), Misericor-dioso (della Parola di Dio), Imparia-mo la Compassione (la sofferenza diDio quando l’uomo pecca o si allon-

tana da Lui), Insieme (condivisionedi come abbiamo sperimentato laMisericordia in questo anno di cam-mino). I ritiri prevedono la celebra-zione eucaristica, un momento di ca-techesi inerente l’argomento, e deilaboratori di condivisione per rumi-nare quanto ascoltato e mettere incomune, elaborandole, le proprieesperienze, difficoltà, bisogni e pro-positi di conversione.

Il primo incontro, tenuto dallapsicoterapeuta dott.ssa Silvia Bene-detti, ci ha introdotti nel mondodell’ascolto del fratello mettendoci inguardia dalla difficoltà e dalle insidie

di tale atto. L’ascolto non è di per sécosì naturale, nonostante che l’uomoabbia due orecchie ed una sola boc-ca, il che vorrebbe dire ascoltare duevolte e parlare una sola; nel libro delSiracide sta scritto infatti: “Sii prontonell’ascoltare e lento nel dare una ri-sposta. Se conosci una cosa, rispondial tuo prossimo; altrimenti metti unamano sulla tua bocca. Nel tuo parla-re ci può essere gloria o disonore: lalingua dell’uomo è la sua rovina” (Sir5,11-13). L’uomo non sa ascoltare, saascoltarsi e soprattutto desidera esse-re ascoltato. Ascoltare significaumiltà, vuol dire che gli altri hanno

News dalla Comunità

Don Livio Tacchini durante l’incontro alla Fraternità di Elce.

da dire cose che tu non sai; ascoltachi è saggio, non a caso la preghierache fa Salomone a Dio è: “Concedi altuo servo un cuore docile che sappiaascoltare” (1 Re 3,9). L’arrogante ècolui che non ascolta. È colui che de-ve insegnare e che non deve impara-re da nessuno. L’ascolto diventa an-che con Gesù l’unica relazione pos-sibile, primo, perché Lui è il Maestro,secondo, perché Lui è il Verbo, la Pa-rola di Dio.

Nel secondo incontro don LivioTacchini (della Fraternità di Città diCastello-Perugia) ha posto l’accentosulla sacralità dell’ascolto della Paro-la di Dio: il ritiro si è aperto con il ritodell’intronizzazione del Sacro Testo,e l’accensione della lampada proprioper sottolineare la solennità del porsidavanti alla Parola. Don Livio ci haintrodotto così all’argomento:“Ascoltare la Parola è fondamentaleperché il nostro Dio è un Dio cheparla, non sta in silenzio: ha sempre

qualcosa da dire su di Sé e su di noi”.Per ascoltare ciò che Dio vuol dircioccorrono delle disposizioni benprecise. Innanzi tutto l’umiltà: l’a-scolto è la relazione più importanteche possiamo avere con Gesù e co-me tale deve essere un ascolto ado-rante. È poi necessario stare ai piedidi Gesù: Maria accoglie Gesù la-sciando da parte ogni faccenda, inmodo da amare e lasciarsi amare.Dopo l’ascolto viene l’azione: la Pa-rola deve essere compresa, creduta,e obbedita. Prosegue don Livio:«Comprendo la Parola quando laascolto con il cuore. “Tutte le volteche uno ascolta la Parola del Regnoe non la comprende, viene il mali-gno e ruba ciò che è stato seminatonel suo cuore: questo è il seme semi-nato lungo la strada… quello semi-nato nella terra buona è colui cheascolta la Parola e la comprende;questi dà frutto e produce ora il cen-to, ora il sessanta, ora il trenta” (Mt

News

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Padre Santo che sei con il Figlio e lo Spirito Santo il Dio della relazione d’amore, illumina sempre di più gli uomini e le donne della tua Chiesa, consacrati o laici, perché vivano concretamente ciò che il tuo vangelo proclama e diano a questo mondo così confuso e straziato una nuova prospettiva nella speranza.

In questo tempo prezioso per inserirci nella tua misericordia ti preghiamo o Padre per tutti coloro che, pur dicendosi cristiani, vivono situazioni di rottura, di separazione, di arroccamento su visioni personali che li allontanano dalla Parola di Cristo e dal comandamento dell’amore, creando proprio all’interno della Chiesasituazioni di smarrimento e confusione,

dona loro docilità al tuo Santo Spirito e sano discernimento.

Ti preghiamo o Signore per tutti coloro che vedono nell’individuo o nel popolo,diverso per idee, per religione o per costume, un nemico, un pericolo,colpiti dal timore della diversità e dalle atrocità di gruppi estremisti.Purifica e illumina quanti nella violenza e nella intolleranza si illudono di avere vita migliore……

Signore Gesù che hai detto: «Venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi» ti preghiamo per tutti coloro che dalla vita sono stati bastonati o peggio ancora da educatorio familiari sono stati delusi, feriti e amareggiatitanto da non avere un senso nella vita e da trovare uno sfogo solo nella rabbia e nella violenza. Poni accanto a loro uomini e donne che possano essere segno concreto del tuo amore, affinché essi possano vedere la tua immagine nell’uomo e riconquistare speranza e gioia di vivere.

Preghiamo per...

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La testimonianzadella vita di CristinaBenigni, nostra sorelladi Comunità decedutadopo una lunga ma-lattia, viene riportatagrazie alle parolecommosse ma al con-tempo trasudanti difede e certezza nellavita eterna, del maritoPaolo Simonetti. Natanel 1951 da una mo-desta famiglia, Cristi-na raccontava diun’infanzia e un’ado-lescenza di sacrifici,segnate da forti difficoltà economicheche l’avevano costretta, oltre che astudiare, ad aiutare la nonna paternanelle faccende domestiche e accudirela sorellina di 10 anni più piccola dilei. Diplomata fisioterapista, entra incontatto con i malati che divengono ilsale della sua vita, accudendoli ed al-leviando le loro sofferenze.

Stimata e benvoluta, per la sua co-stante accoglienza, era solita distribui-re sempre parole di speranza e di cre-scita spirituale. Ricordo che racconta-va di aver convinto più persone, tracui una donna che aveva abortito, aconfessarsi, e di aver pregato più voltein sala rianimazione per alcuni malati.Quando i malati mostravano segniconcreti di riconoscenza, Cristina rifiu-tava sempre fermamente, invitando adestinarli a qualche opera benefica.Nella vita familiare, sia come moglieche in veste di madre, ha portato all’e-stremo la dimensione di servizio nelsuo grande amore per tutti. Attenta al-le esigenze dei figli, era capace digrandi slanci di affetto, con un rappor-to di amore coniugale di confidenza egiocosità, che lei soleva indicare comeuno degli elementi di successo dellavita matrimoniale.

La vita spirituale ecomunitaria di Cristi-na si è svolta all’inse-gna del silenzio e delnascondimento. Neiprimi anni ‘90 fu chia-mata a far parte delministero di guarigio-ne, servizio che, assie-me agli altri impegnicomunitari, ha sem-pre svolto con fedeltàe dignità, così come èstato il suo modo diaffrontare la malattia:un carcinoma ovaricoscoperto in ritardo per

una serie di circostanze sfavorevoli. Cristina ha vissuto il suo calvario

con una profonda fede, dono che leistessa aveva domandato al Signoredurante la preghiera di effusione eche diceva di aver ricevuto, con la cer-tezza che il Signore l’avrebbe tiratafuori da quel dolore (e così è stato an-che se in modo diverso da quello checi saremmo aspettati). Dopo un annodall’intervento in cui la risposta alle te-rapie pareva superare ogni aspettati-va, il cancro riprese vigore fino a cau-sare complicazioni alimentari e respi-ratorie. L’11 febbraio 2012, di fronte alsacerdote indeciso sul darle o meno lacomunione per un’evidente impossi-bilità di deglutire, Cristina pronuncia-va le sue ultime parole per sillabare,quasi afona, “Co-mu-nio-ne”. E cosìlasciava questa vita, circondata da al-cune sorelle di Comunità, con l’euca-restia in bocca e tra le braccia di Marianel giorno in cui viene ricordata come“Madonna di Lourdes” - lei che avevadedicato tutta la sua vita ai malati.

Un grazie anche a Silvia Salvarelliche, affezionata amica di Cristina, hacontribuito alla stesura di questo ri-cordo.

Angela Passetti

Cristina Benigni.

13, 19-23)». «Poi - ha aggiunto don Li-vio - la Parola deve essere credutaciecamente: Dio parla a te e di te,non a chi ti sta vicino, e si rivolge allatua vita con promesse, inviti, coman-di e consolazioni. “Abramo ebbe fe-de sperando contro ogni speranza ecosì divenne padre di molti popoli[...]; egli non vacillò nella fede […];per la promessa di Dio non esitò conincredulità, ma si rafforzò nella fedee diede gloria a Dio, pienamenteconvinto che quanto Egli aveva pro-messo, era anche capace di portarloa compimento” (Rm 4, 18-21). Orache abbiamo creduto alla Parola diDio è necessario obbedire a quelloche dice: è la cosa più difficile. Ve-diamo l’atteggiamento di Pietro. “Ungiorno mentre, levato in piedi, stavapresso il lago di Genèsaret e la follagli faceva ressa intorno per ascoltarela Parola di Dio, vide due barche or-meggiate alla sponda. I pescatorierano scesi e lavavano le reti. Salì inuna barca che era di Simone, e lopregò di scostarsi un poco da terra.Sedutosi, si mise ad ammaestrare lefolle dalla barca. Quando ebbe finitodi parlare disse a Simone: «prendi illargo e calate le reti per la pesca». Si-mone rispose: «Maestro abbiamo fa-ticato tutta la notte e non abbiamopreso nulla; ma sulla Tua parola get-terò le reti». E avendolo fatto preserouna quantità enorme di pesci e le retisi rompevano (Lc 5,4)».

Infine don Livio ci ha lasciato conqueste domande, a cui possiamo ri-spondere dopo che abbiamo riflettu-to su che tipo di rapporto abbiamocon la Parola di Dio, se la leggiamosolo, magari faticosamente, o piutto-sto siamo capaci di ascoltarla:

Comprendere: c’è in noi lo sforzodella comprensione, di far calare laParola nel cuore?

Credere: hai fiducia nella Paroladi Dio perché non è ingannevole?

Obbedire: l’ascolto della Parolaarriva al suo compimento nell’obbe-dienza?

Nella vita eterna

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Comunità Magnificat, gli incontri di preghieraFraternità in formazione di AGRIGENTO:

martedì ore 20,30 - Parrocchia di San Gregorio - Contrada Can-natello

Fraternità di BIBBIENA: giovedì ore 21,15 - Chiesa del Convento dei Cappuccini - Ponte aPoppi (AR)

Fraternità di CAMPOBASSO:lunedì ore 20,30 - Chiesa di San Pietro Apostolo

Fraternità di CASSANO ALLO IONIO (CS): sabato ore 18,00 - Chiesa di Santa Maria di Loreto

Fraternità di CORTONA: - lunedì ore 21,30 - Sala parrocchiale Chiesa di Cristo Re- lunedì ore 18,30 - Cappella del Sacro Cuore - Terontola (AR)

Fraternità in formazione di FOGGIA:lunedì ore 20,30 - Chiesa di Gesù e Maria

Fraternità in formazione di GENOVA: martedì ore 21,00 - Chiesa di Santa Caterina da Genova

Fraternità di MAGIONE/AGELLO (PG) “Santa Maria della Misericordia”:

giovedì ore 21,00 - Chiesa di Santa Maria delle Grazie - Magione(PG)

Fraternità di MAGUZZANO (BS):mercoledì ore 20,30 - Parrocchia Santa Maria Assunta

Fraternità di MARTI (PI):lunedì ore 21,30 - Parrocchia di Santa Maria Novella

Fraternità di MILANO:martedì ore 21,00 - Cappella dell’Ospedale - Viale Matteotti, 83- Sesto San Giovanni (MI)

ZONA DI PERUGIA:- venerdì ore 21,00 - Fraternità in formazione di Apiro (MC) -

Chiesa di San Michele Arcangelo, accesso da Vicolo Catacomba- mercoledì ore 21,00 - Fraternità in formazione di Città dellaPieve (PG) - Duomo Santi Gervasio e Protasio

- mercoledì ore 21,00 - Fraternità di Città di Castello - ChiesaSan Giuseppe alle Graticole

- mercoledì ore 21,15 - Fraternità di Foligno - Chiesa di San Fe-liciano

- mercoledì ore 21,15 - Fraternità di Marsciano - Oratorio San-ta Maria Assunta

- mercoledì ore 20,45 - Fraternità in formazione di Pila - Chie-sa parrocchiale di San Giovanni Battista

- mercoledì ore 21,15 - Fraternità di Ponte Felcino “Betania”- Chiesa di San Pietro (Lidarno, PG)

- mercoledì ore 21,00 - Fraternità di San Barnaba - Parrocchiadi San Barnaba (PG)

- mercoledì ore 20,45 - Fraternità di San Donato all’Elce - Par-rocchia di San Donato all’Elce (PG)

- mercoledì ore 21,15 - Fraternità di Terni - Parrocchia di SanPaolo

Fraternità di PIACENZA:lunedì ore 21,00 - Parrocchia Nostra Signora di Lourdes

Fraternità in formazionedi POMPEI-NAPOLI-SALERNO:

- giovedì ore 19,30 invernale - 20,00 estiva - Parrocchia di S. Giu-seppe (Pompei)

- mercoledì ore 20,30 - Parrocchia San Francesco d’Assisi, Vomero(Napoli)

- mercoledì ore 19,30 - Parrocchia Maria Ss.ma Immacolata, piaz-za San Francesco, 33 (Salerno)

Fraternità di ROMA: martedì ore 19,30 (a seguire, S. Messa) - Basilica parrocchiale SanGiuseppe al Trionfale

Fraternità in formazione di SAN SEVERO (FG):lunedì ore 20,00 - Chiesa di San Giuseppe Artigiano

Fraternità di SIRACUSA: lunedì ore 19,00 - Parrocchia Madre di Dio - Via Santa Panagia

Fraternità di TORINO:- mercoledì ore 21,00 - Chiesa di Maria Santissima Ausiliatrice-

Ateneo Salesiano - mercoledì ore 21,00 - Cappella del Santissimo Sacramento,

Chiesa di S. Maria Assunta (ingresso porta laterale) - Montanaro(TO)

Fraternità di TREVISO: mercoledì ore 20,30 - Chiesa Beata Vergine Immacolata

TURCHIAFraternità di ISTANBUL:

domenica ore 16,30 (durante l’ora legale alle 17,30) - Sent An-tuan Kilisesi

Gruppo di preghiera “VICTORIOUS”: mercoledì e venerdì ore 18,30 (in lingua inglese)

ROMANIAFraternità di BUCAREST:

mercoledì ore 19,30 - Fraternità Misericordia - Cappella della Cat-tedrale cattolica S. Giuseppe (Bucarest)

Fraternità in formazione di BACAU: mercoledì ore 19,00 - Fraternità in formazione Shalom - Parroc-chia romano-cattolica S. Nicola (Bacau)

Fraternità in formazione di RAMNICU VALCEA: mercoledì ore 19,30 - Chiesa greco-cattolica, in chiesa (RamnicuValcea)

Gruppo di preghiera di ALBA IULIA: giovedì ore 19,00 - Chiesa romano-cattolica “Santa Croce” (AlbaIulia)

Fraternità in formazione di POPESTI LEORDENI: venerdì ore 19,00 - Parrocchia romano-cattolica, sala di catechesi(Popesti Leordeni)

ARGENTINAMissione di PARANÁ:

venerdì ore 20,30 - Parrocchia Nuestra Señora de la Piedad, Italia370 - 3100 Paraná - Entre Ríos, Argentina

Per informazioni e ordini contattare la Segreteria e il servizio diffusione:Comunità Magnificat - Complesso “S. Manno”Via Fra’ Giovanni da Pian di Carpine, 63 - 06127 Perugiatel. e fax 075.5057190e-mail: [email protected]

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n. 127 - I - 2016Ladroni graziati.

Misericordia e verità si incontreranno Speciale Convegno Generale 2016

n. 128 - II - 2016Misericordia,

specchio della comunità cristiana

n. 129 - III - 2016Il perdono permanente,

segreto per costruire la comunità

n. 130 - IV - 2016Evangelizzatori dal cuore misericordioso

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