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Ti invitiamo durante la pausa pranzo dei venerdì di Quaresima di fermarti e, se puoi, recarti nella chiesa aperta più vicina a casa, all’ufficio, o a dove ti trovi. Potrai dedicare la tua pausa pranzo al digiuno e alla preghiera. Il nostro corpo regge la mancanza di cibo, ma la nostra mente fa molta più fatica, perciò ti offriamo questo sussidio. Consideralo …un “buono pasto per l’anima.“

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Ti invitiamo durante la pausa pranzo dei venerdì di Quaresima di fermarti e, se puoi, recarti nella chiesa aperta più vicina a casa, all’ufficio, o a dove ti trovi.

Potrai dedicare la tua pausa pranzo al digiuno e alla preghiera. Il nostro corpo regge la mancanza di cibo, ma la nostra mente fa molta più fatica, perciò ti offriamo questo sussidio.

Consideralo …un “buono pasto per l’anima.“

Potrai completare i gesti della Quaresima (digiuno, preghiera ed elemosina) con un altro segno: ciò che avrai risparmiato digiunando devolvilo nella raccolta di “un pane per amor di Dio”, che andrà a sostenere le situazioni più povere del mondo dove operano tanti nostri fratelli e sorelle missionari.

Se ti proponi di “venerdigiunare” Iscriviti alla mailing list del digiuno che trovi sul sito del Patriarcato www.patriarcatovenezia.it o presso la tua parrocchia.

Buon appetito!!!

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PATRIARCATO DI VENEZIA

QUARESIMA 2010

VENERDIGIUNIAMO“BUONI PASTO PER L’ANIMA”

RELAZIONI

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Bisogna considerare quale sia il fine dei nostri digiuni in rapporto al nostro cammino, quale sia il nostro cammino, quale la méta. Infatti anche i pagani qualche volta digiunano, ma non sanno quale è la méta a cui tendiamo noi. Anche i Giudei qualche volta digiunano ma non hanno preso la via che percorriamo noi. E` come quando uno doma il suo cavallo ma prende una strada sbagliata. Digiunano anche gli eretici. Vedo il loro comportamento. Domando quale è la loro méta. " Voi digiunate - dico - ma per piacere a chi? ". " A Dio ", rispondono. " Ma siete sicuri che il dono è accettato? ". Bisogna anzitutto considerare questo monito: Lascia il tuo dono e va' prima a riconciliarti col tuo fratello. Non è corretto domare le proprie membra e dilaniare le membra di Cristo. E` stato scritto: Si sente il clamore di litigi tra di voi e anche provocate e colpite con pugni quelli che stanno sotto la vostra giurisdizione. Non è questo il digiuno che voglio, dice il Signore. Sarebbe dunque da disapprovare il tuo digiuno se tu fossi nel contempo eccessivamente severo col tuo servo. Come si può approvare il tuo digiuno se non riconosci il tuo fratello? Non cerco da che cibo ti astieni, ma che cibo ami. Dimmi che cibo ami perché io possa acconsentire al fatto che tu te ne astenga. Ami il cibo della giustizia? Forse mi risponderai: " Lo amo ". Sia dunque manifesta la tua giustizia. Io ritengo cosa giusta infatti che tu adempia al tuo servizio verso il tuo superiore, affinché il tuo dipendente lo adempia verso di te. Agostino.

Luca 15,11-32 Il Padre Misericordioso

Disse ancora: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane disse al padre: Padre, dammi la parte del patrimonio che mi spetta. E il padre divise tra loro le sostanze. Dopo non molti giorni, il figlio più giovane, raccolte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò le sue sostanze vivendo da dissoluto. Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò e si mise a servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube che mangiavano i porci; ma nessuno gliene dava. Allora rientrò in se stesso e disse: Quanti salariati in casa di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi leverò e andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi garzoni. Partì e si incamminò verso suo padre. Quando era ancora lontano il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Ma il padre disse ai servi: Presto, portate qui il vestito più bello e rivestitelo, mettetegli l'anello al dito e i calzari ai piedi. Portate il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato. E cominciarono a far festa. Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò un servo e gli domandò che cosa fosse tutto ciò. Il servo gli rispose: È tornato tuo fratello e il padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo. Egli si arrabbiò, e non voleva entrare. Il padre allora uscì a pregarlo. Ma lui rispose a suo padre: Ecco, io ti servo da

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tanti anni e non ho mai trasgredito un tuo comando, e tu non mi hai dato mai un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che questo tuo figlio che ha divorato i tuoi averi con le prostitute è tornato, per lui hai ammazzato il vitello grasso. Gli rispose il padre: Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato».

Concedi, o Dio nostro Padre,di seguire l’esempio di Cristo, tuo Figlio,di amare senza essere amati,di non offendere gli altri quando essi ci offendono,di perdonare quando ci fanno soffrire,di avere sempre fiducia in te che giudichi con giustizia,e di rimanere per sempre uniti a Gesù, il guardiano delle nostre anime. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.

…e questo capita nel nostro mondo…

In Kenya Save the Children ha rilevato numerosi matrimoni di bambine anche di 10 anni, come estrema misura, da parte delle famiglie, per ridurre il numero di bocche da sfamare. In periodi di siccità e carenza d'acqua, i matrimoni precoci aumentano perché le bambine vengono date in spose in cambio di cibo, acqua o bestiame.