veleni nucleari - Energia Felice...dei saperi e dei beni comuni, contro il raz-zismo con la...

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SETTIMANALE 5 / 11 NOVEMBRE 2010 CANTIERI SOCIALI - ANNO XII N. 39 3 Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, CN/BO veleni nucleari

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SETTIMANALE 5 / 11 NOVEMBRE 2010 CANTIERI SOCIALI - ANNO XII N. 39 € 3

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REDAZIONEEnzo Mangini

Marco CalabriaGianluca Carmosino

Rosa MordentiGiuliano Santoro

AMMINISTRAZIONEGabriele Savona

PROGETTO GRAFICOE IMPAGINAZIONELorenzo Sansonetti Antonella Tancredi

HANNO COLLABORATOMatteo Micallela

Sarah Di NellaGianni BelloniUmberto ZonaAlberto Zoratti

IN COPERTINAFoto

di Stefano Montesi

SEGRETERIADI REDAZIONE

tel 06 45495659fax 06 [email protected]

ABBONAMENTI E DIFFUSIONE

tel 06 45495685

SPEDIZIONItel 0776 832873

NUMERO 39Settimanale dellaCooperativa Carta

Presidente Marco Calabria

Iscrizione al Tribunale di Roma

Reg. Stampa n.548/99del 22/11/1999

Direttore responsabile Enzo Mangini

Via Scalo di San Lorenzo, 67.

00185 – ROMA

Stampa: Primegraf s.r.l.,

via Ugo Gnutta, 2/a00175 Roma

Chiuso in tipografiail 2 novembre 2010

La testata fruisce deicontributi statali diretti di

cui alla legge 7 agosto 1990, n. 250.

Numeri arretrati:€ 3,00

con ccp n. 16972044intestato a:

Carta soc. coop. via Scalo

di San Lorenzo, 6700185 - Roma

[email protected]

AVANTIINSIEMEI VOSTRIMESSAGGIALLA SCALCINATA CAROVANA

DI CARTA CHE STA ATTRAVERSANDO IL DESERTO ...

I PICCIONI DI CARTACari amici, vi abbiamo sostenuto sotto-crivendo l’abbonamento biennale, dove-te continuare, in qualsiasi modo sia pos-sibile, anche con i piccioni messageri! Visosteniamo convinti che la rete di pensie-ro libero e critico debba nutrirsi di tantesinergie, idee e capacità, come la vostra.Diteci se c’é da fare qualcosa. Ottima l’i-dea di Ascanio, noi abbiamo tutti i nume-ri di Carta, da per tutto in casa... Aveva-mo pensato di donarli a una biblioteca ocentro sociale, per fare circolare materia-le utile e molto puntuale, ma li abbiamoancora con noi, ne siamo fieri!Allora ade-lante, resistete insieme a noi, ogni gior-no dobbiamo raddoppiare gli sforzi!! Unabrazo solidario y comprometido.Beatriz De La Vega

IL MIO SOSTEGNOOggi ho versato tramite bonifico banca-rio 1000 euro per rinnovare il mio abbo-namento sostenitore per i prossimi dueanni. R-esistete!Roberta De Martino, Pordenone

UN FUTURO INCARTATOSiamo con voi. Siccome abbiamo un lo-cale-centro sociale nuovo - tra le monta-gne reggiane - ci farebbe molto piacerepoter avere materiale video per poter mi-gliorare le nostre conoscenze e informa-zioni! Inviateci qualche dvd-cd [come «Inbetween», «La terra estrema», «No Tav-Gli indiani della valle»].Vi ringrazio e spe-ro in un presente e un futuro inCartato.

Un abbraccioneGiovanni Costi, abbonato

AVANTIGrazie di esistere. Andate avanti. Speroche ce la caviamo. Sottoscrivo con 150euro. Un abbraccioAdriano Zanon

A SCUOLACari amici di Carta, che colpo! In questianni mi avete accompagnato e sostenu-to nel mio lavoro di insegnante. Al successo di alcune iniziative scolasti-che avete contribuito anche voi, che rap-presentate la parte bella e trainante delcambiamento. Il fatto che questo lo ab-biano percepito anche i giovani è signifi-cativo e spinge a continuare. Cari saluti Marina Pellico

CITTADINA E MAMMANo, assolutamente no! Carta non devechiudere. Lo dico come citttadina comemamma come lavoratrice.Abbiamo bisogno di questa voce impor-tantissima e preziosa.Daniela Ducato

LA LIBERTÀCari amici, da vostro lettore, questa noti-zia mi dispiace molto. Da autore, mi di-spiace altrettanto. Perché la libertà e i te-mi che grazie a voi hanno avuto voce inquesti anni non hanno affatto smesso –specie in questo paese – di essere a ri-schio. Lo dimostra precisamente quello

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SAHARAWI Le foto di questepagine [e della copertina] fannoparte di uno dei bellissimireportage sui saharawidi Stefano Montesi

27 NOVEMBRESabato 27 novembre, la manifestazione dellaCgil avrà un piccolo preludio: un incontro trala redazione di Carta e amici, lettori, curiosi,abbonati storici o appena arrivati. Saràl’occasione per fare il punto sulla situazione.Ma sarà anche il primo passo per iniziare apensare i futuri possibili per il nostro mezzo dicomunicazione sociale. Appuntamento in viadello Scalo di san Lorenzo 67 dalle 10,30.Confermate la presenza scrivendo a [email protected]

che sta succedendo.Vi mando un abbraccioMarco Giovenale

QUELLO CHE POSSO FARELeggo la rivista da anni e so delle vostredifficoltà. Premetto io sono uno dei tantilettori che sarà orfano di Carta per via del-la vostra uscita dalle edicole. Comunque mi premeva in qualche mododare un contributo e dato che non sonoSilvio che aiuta i bisognosi [sic!] vorrei da-re il mio apporto attraverso una collabo-razione fattiva. Ho collaborato infatti dal2003 al 2010 con la rivista molisana Il Pon-te e altre. Sarei felice di darvi una manomettendo il mio sapere a vostra disposi-zione. Ci vediamo il 27 novembre nell’in-contro con la redazione.Alessandro Corroppoli

SUL TRENOBuongiorno, confesso che fino a duegiorni fa non vi conoscevo. Sul treno unaltro viaggiatore vi stava leggendo, mi hacolpito la copertina, mi ha colpito l’an-nuncio di chiusura. Sono andato in edico-la a comprare l’ultimo numero e ho visi-tato il vostro sito. Complimenti, spero dinon avervi conosciuto troppo tardi.

SONDEE ATOMI

ARI AMICI, compagni e letto-ri, la nostra camminata neldeserto prosegue e possia-mo dire con orgoglio che cisentiamo meno soli della

scorsa settimana. Molti di voi continuano a sottoscrive-

re e mandarci messaggi di sostegno, rag-giungendo idealmente la carovana che sipropone di sfidare la distesa di sabbia checi troviamo davanti.

Intanto, il paese affonda nella crisisempre di più. La politica del serial-leaderha ormai raggiunto la soglia del ridicolo equalsiasi tentativo di governare ha cedu-to il passo alla pochade da cinepanettone.

In questo numero speciale noi invecefacciamo quello che siamo soliti fare:affondiamo la nostra sonda nella terra fe-rile di in un pezzo di società che ha deci-so, come noi, di non rimanere immobile inattesa della caduta del tiranno televisivo:si tratta dei tanti cittadini che stanno rac-cogliendo le firme per rimediare alle mi-nacce dell’esecutivo e costruire un pezzodi paese diverso.

Il 6 e 7 novembre prossimi in tantecittà d’Italia sarà possibile firmare a so-stegno di una proposta di legge di inizia-tiva popolare a sostegno delle energie al-ternative e contro la folle corsa al nuclea-re rilanciata dal governo.

Cominciamo con le ragioni di un onco-logo antinuclearista come Morando Sof-fritti, che confuta radicalmente l’ideolo-gia scientista e filo-nucleare del suo col-lega Umberto Veronesi. Continuiamo poiindagando le ragioni dei poteri che sosten-gono l’atomo e raccontarvi la mobilitazio-ne di chi vuole fermarlo. Buona lettura.

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C A R T A C L A N D E S T I N AC A R T A C L A N D E S T I N A

rata sui carcerati, destinata a darvi diret-tamente un po’ d’ossigeno perché Cartasarà la beneficiaria del «sovraprezzo» del-la cena, prevista in gennaio. Prima, cioéper dicembre possiamo promuovere unapresentazione del libro «La società dei be-ni comuni», curato da Paolo Cacciari.Vi riconfermo inoltre la scelta di riabbo-narmi per il prossimo anno, ma voi resi-stete almeno fino a che m’arriva la tredi-cesima. Un abbraccioLuigi Meneguzzi

IN PIAZZA INSIEME A NOILa scomparsa di Carta dalle edicole, inconseguenza del taglio dei fondi all’edi-toria e in particolare dell’eliminazione deldiritto soggettivo al finanziamento pub-blico da parte del governo, è una notiziatriste per chiunque senta il bisogno diuna stampa sempre libera ma mai neu-trale, sempre intransigente ma allo stes-so tempo consapevolmente «compro-messa» con tutto ciò che si muove e pro-duce cambiamento reale nella società.Dopo il G8 di Genova del 2001 Carta è sta-ta l’organo di stampa che più di tutti è riu-scito a raccontare il movimento dall’in-terno, non limitandosi a registrare gli av-venimenti ma partecipando ai processi,alla circolazione delle idee, alla costruzio-ne di percorsi comuni. Siamo stati dallastessa parte contro le guerre in Afghani-stan e in Iraq, contro la privatizzazionedei saperi e dei beni comuni, contro il raz-zismo con la straordinaria esperienza delClandestino Day. Ma non ci piace parlarne al passato. Ap-prezziamo il «non staremo fermi» con cuii compagni e le compagne di Carta af-frontano questa pesante crisi, condivi-dendo l’analisi sulla fase di disgelo e di ri-composizione tra lotte e movimenti in at-to in queste settimane. Per una genera-zione di studentesse e studenti, Carta èstata una compagnia insostituibile nellacostruzione di una critica radicale e intel-ligente allo stato di cose presenti. Ci au-guriamo che continui a esserlo nelle for-me di «riciclaggio» che saranno scelte, eci auguriamo di rivedere presto Carta inpiazza insieme a noi. Al lavoro e alla lotta,Rete della Conoscenza [Uds e Link-Coordinamento Universitario]

Oggi ho sottoscritto un abbonamento an-nuale e effettuato un altro bonifico comedonazione [per un totale di 230 euro]. È ilmio piccolo contributo, spero ce la faccia-te a rimanere una rivista cartacea [la car-ta ancora mi piace di più del digitale].In bocca al lupo,Alessio Piccoli

IL NOSTRO GIORNALAIOCari amici di Carta, ci siamo appena abbo-nati alla rivista in pdf. Siamo convinti chepresto potremo tornare a «chiedervi» alnostro giornalaio. Resistete al deserto!Un caro saluto Simone e Giosuè

GRANDI OPERE O CARTA?Cara Carta, non mollare e tieni duro, spe-ro di poter rinnovare il mio abbonamen-to entro l’anno, sempre che non decida-no di togliermi la tredicesima per finan-ziare qualche altra grande opera inutile.Un abbraccioMassimo De Sanctis, Roma

UNA BARCA PIÙ AGILECari cartiani, in questo momentaccio latentazione è di dirvi che bisogna strin-gere i denti e resistere con tutte le for-ze, ma preferisco augurarvi, augurarci,che dalla bufera della crisi e della politi-ca di questo governo Carta possa uscirecon un progetto ancora più forte e piùambizioso, con una barca più agile e piùresistente. A partire dal 27 novembre.Vi abbraccio forte, daje.Olivia Fiorilli

NON MOLLATEUn saluto a tutta la banda. Non mollate.Ciao,Raffaello Zordan, redazione di Nigrizia

AGGIUSTARE IL TIROBuona fortuna per il futuro anche se cre-do occorra aggiustare il tiro. CiaoAlessandro Paganini, Genova

UNA CENA E UN LIBROCare amiche e amici di una Carta diventa-ta clandestina, abbiamo pensato di pro-muovere, dopo il Clandestino day, una se-

NON ESISTECari amici, seguo con molta partecipazio-ne le vostre traversie sperando comeAscanio Celestini che Carta sopravviva esuperi - «mettendo l’immaginazione alpotere» [come nel ‘68 francese] - questomomento difficilissimo, condiviso peròda quello che c’è di meglio in Italia: il re-sto del paese sta sprofondado negli scan-dali da basso impero, mentre la degene-razione del potere può dare ancora terri-bili colpi di coda. Dobbiamo resistere e comunicare fra noicon tutti i mezzi, anche se non cartaceiper qualche tempo. Non esitate a proporci un abbonamentoweb [per poter scaricare gli articoli inPdf, per accedere a determinati servizi olinks, o soltanto come sostegno]: io so-no disposta a sottoscriverlo per il 2011.Non potrò essere a Roma per l’incontroche preparate ma vi accompagnerò conil pensiero. Intanto resistere, resistere, resistere!Claude Cazalé Bérard

INCONCEPIBILECare compagne e cari compagni, non homolto altro da aggiungere a quanto giàdetto da molti nelle scorse settimane sul-la necessità che Carta esista. E vorrei checontinuasse nel formato cartaceo e setti-manale. Mi piace la nuova veste editoriale anchese sento la mancanza dell’inserto su Ro-ma e Lazio grazie al quale ho potuto guar-darmi intorno con altri occhi. Per unacittà come Roma è indispensabile avereuno strumento di informazione e di ana-lisi territoriale che vada oltre la comuni-cazione degli appuntamenti.Apprezzo molto Carta Geografica e l’indi-cazione di siti Web internazionali di con-troinformazione. Mi piacciono i ritratti e le riflessioni sul no-stro tempo, come gli interventi della se-rie «La dittatura dell’ignoranza», che hofotocopiato e distribuito agli amici [per-ché la carta è ancora un veicolo fonda-mentale, se li mandassi loro telematica-mente non li leggerebbero]. Insomma lachiusura di Carta per me è inconcepibile.Un abbraccio a tuttiLaura Martinelli

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ORANDO SOFFRITTI è direttore scientifi-co dell’Istituto Ramazzini, una coope-rativa sociale [Onlus] impegnata, daoltre vent’anni, nella ricerca oncologi-ca finalizzata soprattutto «alla identi-ficazione e quantificazione, su basesperimentale, dei rischi cancerogeni,oltre che alla valutazione di efficaciae tollerabilità di farmaci e principi at-tivi, utilizzabili per contrastare l’in-sorgenza e/o la progressione dei tumo-ri». Fondata da Cesare Maltoni, si trat-ta di una delle pochissime istituzioniscientifiche italiane che indaga leconnessioni tra salute e qualità del-l’ambiente e del lavoro. Tra le ricerchedell’istituto ricordiamo quelle legatealla cancerogenicità dell’aspartame,un dolcificante artificiale utilizzato inben 6 mila prodotti, e ai campi elettro-magnetici.

Professor Soffritti, lei è uno dei firma-tari dell’appello per un’alternativaenergetica basata sulle rinnovabili eper il no al nucleare. La sua adesione,immaginiamo, investa anche le suecompetenze di oncologo. Vuole par-larcene?

Io penso che una centrale nucleare rap-presenti un punto di rischio che puòanche risultare di scarsa entità fintan-to che la centrale è sotto controllo e tut-te le funzioni sono adeguate. Se tuttofunziona in perfetta regola può ancherappresentare una fonte di energiaadeguata.

Però sappiamo benissimo che l’erro-re fa parte del patrimonio umano e

sappiamo che gli esseri umani hannoimmense fantasie – l’attentato, il disa-stro ricercato e quant’altro - il tuttomette a rischio questo tipo di struttu-re e se si dovesse, per i più svariati mo-tivi, verificare il disastro, come è suc-cesso a Chernobyl, questo coinvolge-rebbe centinaia di migliaia di persone.

A chi conviene il rischio nucleare

di Lorenzo GuadagnucciM «UNA CENTRALE NUCLEAREÈ UNO TSUNAMI CHE IN CASODI DISASTRO POTREBBE,TRAVOLGERE CENTINAIA DI MIGLIAIA DI PERSONEIN UNA VOLTA SOLA»

intervista a Morando Soffrittidi Gianni Belloni

Dr. Morando Soffritti con i suoi 1900 rattiutilizzati per le ricerche sull’aspartame, la foto è apparsa in un’intervista sul NewYork Time

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nanze delle centrali nucleari esisten-ti e funzionanti...

Certo, è una ricerca che è stata condot-to nei territori vicino ad alcune centra-li nucleari in Germania dove è stato vi-sto che i bambini hanno un rischiomaggiore di sviluppare leucemie ri-spetto ai bambini che risiedono in luo-ghi lontani da una centrale. Parliamo dibambini perché sono meno esposti adaltri fattori di rischio come quelli occu-pazionali o legati allo stile di vita e so-no quelli che maggiormente mettono inevidenza gli effetti a basse o bassissimedosi di radiazioni ionizzanti. Questonon vuol dire che anche gli adulti, inuna quantità difficilmente rilevabile,non possano anch’essi risentire deglieffetti della contaminazione di questiradionuclidi.

Nel dibattito pubblico sul nucleare ilfatto che due eminenti oncologi co-me lei e Umberto Veronesi abbianodue posizioni opposte può creare di-sorientamento. Come mai tra duestudiosi della stessa materia, dove vi-gono peraltro protocolli di ricercaconsolidati, c’è una divergenza diopinione così plateale?

Molto spesso succede che ci siano del-le invasioni di campo. L’oncologia è unadisciplina dove vi sono molte specializ-zazioni: c’è chi è specializzato nellachirurgia del seno, come Veronesi, c’èchi è maggiormente coinvolto nel trat-tamento dei tumori con i farmaci, c’èchi, come me, è interessato soprattut-to a valutare e identificare i possibili ri-schi da parte di agenti chimici e fisiciche provocano tumori, ci sono poi gliepidemiologi che si occupano di moni-torare gli andamenti di queste patolo-

bale diluito e non si tratta di uno tsuna-mi come può essere una centrale nu-cleare.

Tra l’altro lei in un recente articolo ri-portava la notizia di una ricerca tede-sca del 2008 che metteva in luce il ri-schio di leucemia infantile nelle vici-

Per questo penso che mettere a rischiola vita di centinaia di migliaia di perso-ne non sia una cosa adeguata, dal pun-to di vista della sanità pubblica.

So benissimo che esiste l’inquina-mento atmosferico derivato dalla com-bustione delle benzine, dai diesel equant’altro, ma questo è un rischio glo-

LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO NUCLEAREX È UNA QUESTIONE POLITICA

IN CUI PESANO PIÙ GLI INTERESSI DELL’INDUSTRIACHE I DATI SCIENTIFICIE L’EVIDENZAC

FOTO GRANATI/BUENAVISTA

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terapie geniche, di markers precoci, masono tutte ipotesi ben lontane da esse-re dimostrate, mentre non si fa nien-te per attuare iniziative strategiche diprevenzione come il controllo del-l’ambiente e controllo degli andamen-ti di patologie per programmare inter-venti. Si parla genericamente di pre-venzione, ma ci si limita alle vaccina-zioni. Siamo ad un livello che definiredilettantistico è voler essere benevoliusando un eufemismo. È uno sfrutta-

comportare per le persone che ne sof-frono una qualità di vita abbastanzascadente. Se lei considera patologie co-me i tumori, oggi possiamo fare molto,ad esempio c’è una percentuale di tu-mori di circa il 35-40 per cento che, sediagnosticata precocemente, può gua-rire. Una persona che è stata malata eche è guarita vive certamente con unaqualità di vita che è provata, altri tipidi malattia come quelle neuro degene-rative, di cui è sempre più chiara l’ori-gine di carattere ambientale, possonodurare anni e rappresentano un pro-blema di sanità pubblica che non vie-ne affrontato in modo adeguato. Noi ciaffidiamo ai potenziali miracoli dei far-maci per i quali in verità non c’è nessu-na base scientifica per poter dire che cisia, sulla base delle conoscenze attua-li, una prospettiva positiva. Si parla di

gie. Bisognerebbe che questi specialistinon invadessero mai il campo degli al-tri. Quando sento il professor Verone-si parlare delle cause dei tumori, degliinquinanti atmosferici o della combu-stione del benzene, non rende certo unbuon servizio perché il più delle voltenon sa neanche di cosa parla, parla percommissione, ecco. D’altronde non sipuò essere tuttologi.

Lei dice che parla per commissione,ma quali sono gli interessi che loorienterebbero ad esprimersi in que-sto modo?

Basta guardare nel sito della fondazio-ne Veronesi e vedere chi sono i suppor-ter del professore, non sono mica pet-tegolezzi. Veronesi ha espresso deigiudizi sull’impatto dei campi elettro-magnetici e tra i supporter troviamoEnel e Telecom così come ci sono i co-struttori delle centrali nucleari e degliinceneritori. Il professor Veronesi è uo-mo di esperienza, non si concede micaper compiacimento. Basta guardare lecose per quelle che sono e d’altrondeciascuno della sua vita fa quello chevuole.

L’impressione è che in generale il di-battito attuale sulla salute e sui tu-mori sembra mettere in evidenzamaggiore le scoperte scientifiche le-gate ai farmaci e alle cure piuttostoche le questioni legate alle cause so-ciali e ambientali delle malattie

Il nostro presente e soprattutto il no-stro futuro sono dominati da quelle chevengono chiamate le patologie croni-che che ora si manifestano soprattut-to nella fascia di popolazione più anzia-na e che quando si manifestano posso-no avere una durata diversa, oltre che

«BASTA GUARDAREIL SITO DELLA FONDAZIONEVERONESI PER CAPIRECHI SONO GLI SPONSORDELLE DICHIARAZIONIA FAVORE DELL’ATOMO»

«ANCHE NEL TRATTAMENTODEI TUMORI CI SI AFFIDAAI FARMACI TRASCURANDOLE QUESTIONI AMBIENTALI ESOCIALI LEGATE AI FATTORIDI RISCHIO»

FOTO MONTESI/BUENAVISTA

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no la ricerca scientifica. Oggi, di fatto,non si può più parlare di ricerca scien-tifica indipendente.

Questo vuol dire che oggi difficilmen-te possono accadere ricerche comequelle di Medicina del lavoro di Pado-va che ha dimostrato la strage in cor-so, grazie alla lavorazione del cvm, alpetrolchimico di Marghera?

Se non del tutto impossibile, una ricer-ca come quella oggi sarebbe estrema-mente difficile, visto che lo stato nonda soldi alla ricerca, e il ricercatorechiede soldi a chi glieli può dare.L’industria ne sborsa pochi, ma afronte di quei pochi chiede di poterleggere nelle ricerche che finanzia i ri-sultati che desidera e non sempre que-sti risultati sono quelli più affidabiliscientificamente.

L’anno scorso avete promosso un po-liambulatorio a Bologna destinato al-le donne ucraine provenienti dalle zo-ne vicine a Chernobyl, soprattuttobadanti, per una diagnosi precocedei tumori. Come sta andando l’ini-ziativa?

Il lavoro è stato lanciato, ma le difficol-tà sono infinite perché dopo i provvedi-menti assunti dal governo contro gli im-migrati non in regola nessuno, perpaura di subire un controllo ammini-strativo, si presenta al nostro laborato-rio. Potrebbe essere una buona iniziati-va di controllo, rispetto soprattutto aitumori alla mammella, organo femmi-nile più sensibile agli effetti delle radia-zioni ionizzanti e potrebbe essere unbuon esempio di intervento preventivodi salute pubblica, tuttavia non abbia-mo avuto la risposta che speravamo.

zione di utilità.Belpomme non è l’unico, siamo in

tanti a renderci conto della fatuità diquello che sta succedendo.

Che cosa si dovrebbe fare per ricon-durre il dibattito scientifico, e quindipolitico, su alcune questioni come ilnucleare ad una necessaria traspa-renza?

Innanzi tutto, bisogna garantire l’indi-pendenza del ricercatore, e quindi civogliono risorse pubbliche che possa-no far sì che il ricercatore possa sceglie-re che cosa è utile per la sanità pubbli-ca e poter dire la verità sui risultati enon invece creare le condizioni perchéla ricerca sia sottoposta ai vincoli del-l’industria, che gli dà quattro soldi, o airicatti delle cosiddette scuole accade-miche. Lo stato deve riprendere in ma-

mento delle malattie in termini di ge-nerazione di profitto. Su questo non honessun dubbio.

Lei sposa così le dichiarazioni dell’on-cologo francese Belpomme che scri-ve che la ricerca aldilà di essere unfatto medico è eminentemente unaquestione politica?

La ricerca medica consegue degli obiet-tivi positivi, l’innovazione tecnologicapuò essere utile, ma l’innovazione tec-nologica, la produzione dei farmaci, ladiffusione delle cosiddette pratichesalutistiche rappresentano uno stru-mento di generazione di profitto econo-mico. Noi produciamo farmaci che perla stragrande maggioranza sono inuti-li, generiamo falsi trattamenti che do-vrebbero avere un’utilità preventiva eper i quali non c’è nessuna dimostra-

«SOLO L’INDIPENDENZADELLA RICERCA PUÒGARANTIRE CHE I RISULTATI EIL DIBATTITO NON SIANOSINTONIZZATI SUI DESIDERIDI CHI FINANZIAGLI STUDI »

C L A N D E S T I N O

UNA FIRMA PER FERMAREIL RITORNO AL NUCLEARE

Il 6 e 7 novembre, in oltre 100 città italiane saràpossibile firmare per la legge di iniziativa popola-re per lo sviluppo delle energie rinnovabili. Suwww.oltreilnucleare.it l’elenco completodelle iniziative suddivise per regione. Nelle stes-se giornate segnaliamo i seguenti appuntamenti:Rimini - 6 novembre – ore 10.30-13.30 – Saladell’Arengo- «Quale Energia: Fossile, Nucleare oRinnovabile?». Conduce: Vera Bessone [gior-nalista]. Interverranno: Mauro Bulgarelli [Por-tavoce dell’associazione «SI alle energie rinno-vabili, NO al nucleare»]; Stefano Ciafani [Re-sponsabile scientifico di Legambiente]; MariaGrazia Midulla [Resp.le del programma climadel Wwf]; Giuseppe Onufrio [Direttore esecuti-vo dell’associazione Greenpeace].Rimini – 6 novembre – ore 21.00-23.00 – Palazzodell’Arengo, Piazza Cavour , presentazione del li-bro «La menzogna nucleare», di Giulietto Chiesa.Ne discute con l’autore Alfiero Grandi.Rimini – 6 novembre – ore 17.00 - Cgil - Cameradel Lavoro territoriale di Rimini, via Caduti diMarzabotto 30, «L’ energia rinnovabile allunga lavita». Mario Tozzi e Enrico Panini discutono diambiente, lavoro ed economia nello sviluppo del-le energie rinnovabili.

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C L A N D E S T I N O

ri [i famosi Epr] che altri Paesi non han-no ancora messo in funzione perchétroppo costosi e perché con tempi dicostruzione imprevedibili. Per capiredi cosa stiamo parlando diamo un’oc-chiata a Flamanville in Francia o addi-rittura ad Olkiluoto in Finlandia, dovei tempi di consegna sono passati dal2009 ad oltre il 2013 e i costi lievitatida oltre 3 miliardi a 6 miliardi di euro.

Negli stessi Stati uniti, indicati daisostenitori dell’atomo come la patriadello sviluppo del nucleare del futuro,i reattori Epr stanno battendo la fiac-

OVREBBE ESSERE la chiave di volta percombattere il cambiamento climaticoe per il prossimo rinascimento italiano.Ma la prossima avventura nucleare delbel paese sembra più una commediaall’italiana che una vera scommessa,benché discutibile, sul futuro.

Un’energia per nulla a buon merca-to, come dimostrano i dati di realtà,che basterebbe leggere e non interpre-tare. La scommessa è basata su reatto-

«

Un affaresenzasperanza

di Alberto Zoratti

DOlkiluoto

FOTO NICK COBBING/ GREENPEACE NORDIC COUNTRIES

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L’ENERGIA NUCLEARE NON È AFFATTO CONVENIENTELO DIMOSTRANO I COSTISEMPRE IN CRESCITAXE I TEMPIPER LA COSTRUZIONE DELLE NUOVE CENTRALIX

PER NON PARLARE DEL RISCHIO DELLE SCORIE

gati alla privatizzazione del ramo elet-trico e sull’energia nucleare.

Nel luglio 2005, l’unità di Thomasha diffuso un’approfondita analisi sul-la tecnologia nucleare, integrando icontributi di diversi altri gruppi di ri-cerca che già si erano espressi sull’ar-gomento.

Thomas racconta che la posta in gio-co non può essere risolta in uno scon-tro biblico tra medioevo e pretesa dimodernità. Anzi. La prima argomenta-

zione sull’antistoricità della scelta nu-cleare riguarda questioni solo relativa-mente connesse all’atomo: il contestomicro e macroeconomico. In particola-re il passaggio verso mercati più com-petitivi impone scelte che parlino dibassa esposizione iniziale di capitali[che succederebbe di fronte a una cri-si finanziaria e creditizia come quellaconseguente al tonfo subprime?], velo-cità nella costruzione degli impianti eperformance garantite, caratteristi-che che l’attuale tecnologia nuclearenon assicura.

Il rinnovato interesse verso l’ener-gia nucleare in varie parti del mondonon tiene conto del suo basso rendi-mento economico in Gran Bretagna, nédelle principali ragioni per cui una pre-visione dei costi della produzione dienergia da un impianto nucleare è dif-ficoltosa e controversa.

Tra le variabili di rischio economi-co si ricordano quelle collegate al de-commissioning [la procedura di spegni-mento delle centrali] e al trattamentodelle scorie [soprattutto quelle di se-conda e terza categoria]. Tutte le espe-rienze analizzate mostrano come ci siauna buona probabilità di sottostimar-ne i costi.

Del resto esiste un’obiettiva man-canza di informazioni aggiornate sugliattuali impianti. Le Utilities notoria-mente tendono a non rendere pubbli-ci i costi affrontati e questo non aiutaa valutare la questione in termini og-gettivi . Questo soprattutto per ciò cheriguarda i costi di trasporto del combu-stibile esaurito, stoccaggio, riprocessa-mento, vetrificazione, smaltimentoscorie.

Non è un caso che la British Energy,

ca, soprattutto perché i prestiti garan-titi dallo Stato risultano troppo onero-si e poco convenienti e il Constellationenergy group che assieme ad Electrici-té de France [Edf] aveva in programmadi costruire un impianto nel Marylandha deciso, unilateralmente, di rinun-ciare perché non più conveniente.

Insomma o paga il contribuente o lapresunta convenienza del nucleare pa-re faccia acqua, come mostrano diver-si studi pubblicati.

Steve Thomas ha lavorato alla Sus-sex University per 22 anni, oggi è ricer-catore alla Public services internatio-nal research unit, legata alla confede-razione dei sindacati del servizio pub-blico. Un’unità di ricerca di tutto ri-spetto, inserita nella Business schooldell’Università di Greenwich, in GranBretagna. È specializzato nel settoreenergetico, soprattutto sugli aspetti le-

«PER LA CENTRALE ATOMICADI OLKIUOTO, IN FINLANDIAI TEMPI DI CONSEGNA SONOPASSATI DAL 2009 AL 2013 E I COSTI DA 3 MILIARDI DI EURO A OLTRE 6 »

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difficoltà dell’industria nucleare, di-mostrano che l’atomo non può essereuna risposta tempestiva ai cambia-menti climatici.

E soprattutto non lo può essere con-siderato il problema delle scorie e del-la radioattività. Che però, paradossal-mente, sembra non preoccupare ilprossimo Presidente dell’Agenzia per lasicurezza nucleare, Umberto Veronesi,che ribaltando decenni di dati, studi eaddirittura testi universitari, ritieneche le scorie nucleari non siano perico-lose.

«A differenza di quanto si crede - hadichiarato alla stampa l’oncologo il 21ottobre scorso - Le scorie nucleari nonsono nocive e non hanno mai causatomorti, sono contenute in contenitorivetrificati assolutamente sicuri e noncauserebbero danni».

sioni di budget sviluppate per gli im-pianti oggi operanti o in costruzionesiano state clamorosamente sottosti-mate: negli Stati uniti, ad esempio, inuna valutazione sul 75 per cento dei re-attori nucleari si è visto un incremen-to dai 34 miliardi di euro previsti a untotale di 110 miliardi di euro e in Indiai costi di completamento degli ultimi10 reattori hanno visto incrementi nelbudget in media di almeno il 300 percento.

Per non parlare dell’aumento deitempi di costruzione delle centrali: se-condo uno studio condotto dal Consi-glio mondiale dell’energia [Wec] si èmostrato che in tutto il mondo i tempidi costruzione per i reattori nuclearisono aumentati dai 66 mesi a 116 me-si tra il 1995 e il 2000. I tempi lunghi edi ritardi, elemento caratteristico delle

colosso britannico che gestisce l’inte-ro parco nucleare britannico produ-cendo il 25 per cento di tutta l’elettri-cità britannica, sia stata salvata dal fal-limento grazie a un’iniezione di risor-se [dei contribuenti] di oltre 650 mi-lioni di sterline e all’esenzione del pa-gamento per la manutenzione degliimpianti. Aveva registrato perdite,nel 2002, per oltre 6 miliardi di euro. Ilcosto di produzione dell’energia nu-cleare britannica era infatti di 21,70sterline per Megawattora contro unprezzo di vendita di 18,30 sterline perMwh. Prezzo che grazie ai nuovi ciclicombinati a gas era sceso nel 2003 an-cora del 10 per cento, fino a toccare le16 sterline per Mwh.

E se a tutto questo bailamme si uni-sce anche l’Università di Chicago, la si-tuazione si complica. In una pubblica-zione diffusa nel 2004, i ricercatori di-mostrano come l’energia nucleare nonsia così conveniente, escludendo even-tuali sovvenzioni governative [co-munque soldi dei contribuenti]: da 47a 71 dollari al Mwh, contro i 33-41 dol-lari del carbone e i 35-45 dollari delturbogas.

Da parte loro, autorevoli organizza-zioni ecologiste come Greenpeace mo-strano come buona parte delle previ-

BRITISH ENERGY, L’AZIENDACHE GESTISCE TUTTO IL PARCO NUCLEAREDEL REGNO UNITO, ERAIN PERDITA PER OLTRE 6 MLDDI EURO E SI È SALVATAGRAZIE ALLO STATO

FOTO GREENPEACE FINLANDIA

Olkiluoto

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nazione di casa nostra, come ci ha ri-cordato un dossier di Rainews di alcu-ni anni fa dal titolo «Io che ho respira-to plutonio» di Mario Sanna, a cura diMaurizio Torrealta, in cui veniva inter-vistato un dipendente del Centro dellaCasaccia [vicino Roma] che denuncia-va una «contaminazione da plutonioattraverso inalazione».

Una denuncia che la società a capi-tale pubblico con il ruolo di dismette-re in sicurezza gli impianti, la Sogin,considerò, ritenendo però che la situa-zione fosse sotto controllo. Scenariosmentito da un ex dipendente Enea cheha denunciato a Rainews che «dopo lacontaminazione non sono state so-spese le attività dell’impianto, non èstato interdetto l’accesso al personaleai laboratori, non sono stati imposti in-dumenti protettivi tipo maschere ed

inoltre la causa della contaminazioneè stata individuata dopo circa 3 mesidai dipendenti».

La perplessità che Veronesi non ab-bia piena conoscenza di come stiano lecose c’è tutta e sarebbe da domandar-si se non sarebbe meglio che il famosooncologo ritorni ai suoi laboratori di ri-cerca, lasciando ad altri l’onere di pro-teggerci dalle scorie radioattive.

Sarà invece compito dei comitati dicittadini proteggere i siti dove verran-no costruite le nostre centrali e stoc-cate le scorie. Siamo in attesa della li-sta decisa dal Governo, pare in accordocon le Regioni [quali?], per la mappa deicentri di stoccaggio delle scorie e dei si-ti dove costruire le nuove centrali. Lapubblicazione dell’elenco viene rinvia-ta mese dopo mese, forse per evitare uneffetto Terzigno in mezza Italia.

Non solo. Veronesi va oltre: «L’ideache il nucleare possa aumentare il ri-schio-cancro - dice - è infondata: nonc’è combustione, non ci sono emissio-ni, non c’è diffusione di cancerogeni.L’unico rischio per la salute può deri-vare dal rischio di incidente agli im-pianti, un evento oggi assolutamen-te improbabile».

Sarebbe interessante capire cosa nepensano gli abitanti delle Isole britan-niche del Canale della Manica [Jersey,Guernensey, Alderney ed Herm] che il22 settembre scorso hanno letto sullaGazzetta ufficiale francese l’autorizza-zione per permettere ai due reattori diFlamanville di scaricare in mare oltre80mila Gbq [Gigabequerel] di trizio al-l’anno.

E non si dovrebbe andare molto lon-tano, per ricordare esempi di contami-

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FIRMARE INFORMATIA ROMA E MILANO

A Roma, fino al 2 al 7 novembre, le firmeper la legge di iniziativa popolare per leenergie rinnovabili e contro il nucleare sa-ranno raccolte a largo Argentina, davantialla Libreria Feltrinelli. Oltre al banchetto,sarà attivo un punto informativo sulle ener-gie rinnovabili e sui rischi del nucleareIl 7 novembre, poi, a via dei Fori Imperiali[altezza S. Pietro in vincoli] dalle 9.30 alle13.30 «Appuntamento con le energiepulite». Sarà possibile ricevere informa-zioni sulle energie rinnovabili e firmare afavore della legge di iniziativa popolare.Per i più piccoli animazione e laboratori di-dattici. L’iniziativa è organizzata da Legam-biente Lazio. A Milano l’appuntamento è il 6 novem-bre, dalle 10 in piazza Cordusio. Sarà pre-sente lo stand per la raccolta delle firme,l’ecosportello energie in piazza e un labo-ratorio didattico sulle fonti rinnovabili per ipiù piccoli.Sempre il 6 novembre al teatro Dal Verme,raccolta delle firme in occasione dei «Co-mizi d’amore», con Nichi Vendola e Giulia-no Pisapia.

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zione e di cui è attualmente in corso laraccolta delle firme. A promuoverlo fi-gurano, insieme al Comitato, varie as-sociazioni ambientaliste, come Le-gambiente, Greenpeace, Wwf, ForumAmbientalista, ma anche un sindaca-to storico come la Fiom.

Il testo del progetto di legge – la cuiversione integrale è disponibile sul si-to del comitato all’indirizzo www.ol-treilnucleare.it – prevede il varo di unPiano energetico ambientale nazio-nale coerente con gli obiettivi euro-pei del 20-20-20 entro l’anno 2020 [ri-duzione del 20 per cento dei gas ser-ra, quota del 20 per cento di energierinnovabili sul consumo energeticoglobale dell’Unione europea, impiegodi una percentuale di biocarburantipari al 10 per cento nel settore dell’au-totrazione, aumento del 20 per centodell’efficienza energetica] e impegna ilgoverno a presentare annualmenteun rapporto al parlamento riguardol’attuazione di tali obiettivi. Altro finedel progetto di legge è quello di pro-muovere la ricerca su tutte le tecnolo-gie energetiche, ad esclusione di quel-la nucleare, nella prospettiva a lungotermine di un produzione di energia al100 per cento da fonti rinnovabili.

Per quanto concerne quest’ultime,esse vengono distinte in sostenibili [so-

SETTANTAMILA FIRMEDA RACCOGLIEREENTRO NATALE PER EVITAREL’AZZARDO DEL NUCLEAREE PUNTARE SULLE FONTIENERGETICHE RINNOVABILI

COMITATO «Sì alle energie rinnovabiliNO al nucleare» nasce nell’autunno del2008 per iniziativa di un folto gruppodi promotori, fra i quali nomi storicidell’ambientalismo italiano, scienzia-ti, esponenti del mondo della cultura,dell’associazionismo, della politica.Solo pochi mesi prima, a giugno, il Con-siglio dei ministri aveva approvato ilPiano triennale per lo sviluppo e defi-nito la nuova strategia energetica na-zionale, che contemplava, a oltre 20anni dal referendum del 1987, il ritor-no al nucleare, cui si affidava l’obietti-vo di coprire il 25 per cento del fabbi-sogno elettrico nazionale. Una decisio-ne in evidente contrasto con gli impe-gni assunti dall’Italia in ambito Ue nel2007, che prevedevano, tra l’altro, diconseguire, entro il 2020, la coperturadel 20 per cento dei consumi di tuttal’energia attraverso fonti rinnovabili.E proprio la promozione delle energierinnovabili è alla base dell’altro impe-gno di fondo del comitato: costruireun’alternativa energetica imperniatasu fonti naturali e rispettose del-l’ambiente e in grado di esercitare po-tenti ricadute occupazionali grazie al-le nuove filiere produttive legate, so-prattutto, all’utilizzo dell’energia so-lare e eolica.

Quest’ultimo impegno si è concre-tizzato nella stesura di un progetto dilegge di iniziativa popolare – «Svilup-po dell’efficienza energetica e dellefonti rinnovabili per la salvaguardiadel clima» – depositato il 7 giugno scor-so presso gli uffici della Corte di Cassa-

L’energia del futuro in unalegge

ILdi Umberto Zona

IL COMITATO

Fanno parte della presidenza del co-mitato «Sì alle energie rinnovabili Noal nucleare»: Alfiero Grandi [presiden-te], Mauro Bulgarelli [portavoce],Walter Mancini, Gianni Mattioli, Simo-na Ricotti, Massimo Serafini, Massi-mo Scalia. Il comitato scientifico com-prende, fra gli altri, Enzo Tiezzi, GiorgioNebbia, Gianni Silvestrini, MarcelloCini, Aleksey Sorokin, Enrico Falqui,Milly Moratti, Angelo Baracca, Virgi-nio Bettini, Enzo Mattina, Mirko Lom-bardi. Hanno firmato il progetto di leg-ge, tra gli altri, Mario Agostinelli, Fran-cesco Maria Alemanni, Angelo Bonel-li, Ferdinando Bonessio, Vittorio Bardi,Vittorio Cogliati Dezza, Giulietto Chie-sa, Paolo Beni, Valerio Calzolaio, Ma-ria Campese, Massimo de Santis,Paolo Ferrero, Stefano Leoni, GianniMattioli, Angelo Navarra, GiuseppeOnufrio, Ciro Pesacane, Anna Piccoli-ni, Giuseppe Sunseri, Sergio Ulgiati,Erasmo Venosi, Vincenzo Vita.www.oltreilnucleare.it

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UNA LEGGE DI INIZIATIVA POPOLAREPER FINANZIARE LE FONTI RINNOVABILI

E DOTARE L’ITALIA DI UNA POLITICAENERGETICA XA FAVORE DELL’AMBIENTE E DEI CITTADINI

tività ma, qualora fossero ubicati inaree protette è prevista la Valutazionedi incidenza ambientale. È inoltre pre-vista l’erogazione di certificati bianchi,agevolazioni fiscali, contributi in con-to capitale e finanziamenti agevolati perpromuovere l’efficienza energetica ne-gli edifici residenziali, nelle ammini-strazioni pubbliche, negli uffici.

Infine il capitolo dei trasporti e del-la mobilità. Sono favorite le «smart-grid», i contatori intelligenti e le stazio-ni di ricarica intelligente delle auto elet-triche, oltre al teleriscaldamento e tele-raffrescamento. Per garantire la pubbli-ca utilità nella gestione la società Ternaspa viene trasformata in Agenzia pub-blica. Si punta inoltre a ridurre la do-manda di mobilità automobilistica at-traverso una pianificazione urbana in-tegrata e moderna, assegnando la pre-cedenza al trasporto pubblico elettricoe su ferro, alla mobilità pedonale e cicli-

stica e prevedendo la chiusura al traffi-co di parti crescenti dei centri urbani.

La raccolta delle firme – attual-mente moltissime strutture, associazio-ni ma anche singole persone [quasi 2000moduli stampabili per la raccolta dellefirme sono stati scaricati dal sito] sonoimpegnate in tutta Italia nella raccoltadelle 50 mila firme necessarie per lapresentazione del progetto di legge. Inmolte regioni sono presenti punti di ri-ferimento organizzativo, che si occupa-no dell’allestimento dei banchetti edello smistamento e della raccolta deimoduli. Di particolare rilievo il contri-buto della Cgil e della Fiom, che hannoattivamente partecipato alla raccolta. Idati fin qui noti sono confortanti: leadesioni procedono bene in Lombar-dia, nel Lazio, in Emilia Romagna [do-ve spicca il dato di Rimini, con alcunemigliaia di firme raccolte] e anche inalcune regioni del sud. Tuttavia per es-sere ragionevolmente certi del buon esi-to della raccolta occorre puntare araccogliere almeno 70 mila firme [inmodo da ammortizzare la percentualefisiologica di quelle non valide] e dun-que l’impegno è ancora oneroso, tenen-do conto che la raccolta va chiusa primadi Natale.

Per questo, i promotori del progettodi legge puntano molto sulle giornatedel 6 e del 7 novembre, quando in tut-ta Italia si terranno centinaia di inizia-tive nell’anniversario del referendumcontro il nucleare del 1987. Altro ap-puntamento importante, che si terrànelle stesse giornate, è la manifestazio-ne «100 piazze per il clima», che que-st’anno ha come tema portante proprioquello delle energie rinnovabili.

lare fotovoltaico, termico e termodina-mico, eolico e biogas], che in quanto ta-li possono accedere agli incentivi sta-tali, e non sostenibili [idroelettrico,geotermia, biomasse e biocarburanti],per le quali occorre la certificazione disostenibilità. Per quanto riguarda, inparticolare, le biomasse, il progetto dilegge qualifica come non sostenibile enon beneficiaria di incentivazionil’energia prodotta da biomassa senzacogenerazione, che deve inoltre essereprodotta senza ridurre la superficie fo-restale e agricola e di cui è vietata l’im-portazione da aree sottoposte a defore-stazione. Si esclude inoltre dall’eroga-zione di incentivi statali l’energiaprodotta da rifiuti contenenti una si-gnificativa frazione organica non bio-degrabile, i cosiddetti Cip6.

Sulla base del riconoscimento dellapubblica utilità delle energie rinnova-bili, viene sancito il diritto all’equa re-munerazione che dà luogo, secondo ilmeccanismo del conto energia, a una ta-riffa minima garantita e onnicompren-siva e punta allo stimolo della piccolagenerazione distribuita, all’innovazio-ne tecnologica e alla qualità ambienta-le degli interventi. Una sezione impor-tante del progetto di legge riguarda losnellimento burocratico, con una dra-stica riduzione degli adempimenti ogginecessari per l’installazione di impian-ti solari termici e fotovoltaici di picco-la taglia, per i quali, in assenza di vin-coli e a meno che non siano ubicati inaree di particolare pregio naturale e sto-rico, è prevista una semplice comunica-zione al comune di residenza. Per gli im-pianti a terra fino a 1 MW di potenza sirichiede invece la Denuncia di inizio at-

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