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- Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - - Enciclopedia degli Autori Italiani - Enciclopedia degli Autori Italiani - - E n c i c l o p e d i a d e g l i A u t o r i I t a l i a n i - E n c i c l o p e d i a d e g l i A u t o r i I t a l i a n i - E n c i c l o p e d i a d e g l i A u t o r i I t a l i a n i - - INDICE - A.L.I. Penna d’Autore © All rights ERMES DI COLLOREDO (Colloredo di Monte Albano [UD] 1622-Gorizzo [UD] 1692) - Nato da nobile famiglia, trascorse gli anni dell’adolescenza come paggio a Fi- renze. Nel 1642 si arruolò agli ordini di Ferdinando III de’ Medici e prese parte come ufficiale nella guerra dei Trent’anni del Sa- cro Romano Impero. Conclusosi il conflitto divenne uomo di corte a Vienna, ma rinun- ciò presto alla vita cortigiana preferendo la tranquillità della dimora di Gorizzo presso Codroipo, dove compose versi per un coro di amici e per l’amata Polimia. Le sue poesie ricche di ispirazione, che spaziano con libertà dal genere serio, al burlesco e alla critica dei costumi, ebbero consensi positivi tan- to da meritare una circolazione manoscritta e una fortuna critica del tutto nuove nella letteratura in friulano. Fu considerato il cantore della lettera- tura friulana in ladino. ERMOLDO IL NERO, in latino Ermoldus Nigellus (790 circa-838 circa) - Abate di Aniane, amico di Pipino re d’Aquitania e figlio di Ludovico il Pio, lo seguì nella spedizione contro i Bretoni nell’822. Esi- liato a Strasburgo da Ludovico, contrario all’influenza da lui esercitata sul figlio, tentò inutilmente di riacquistare il favore dell’imperatore con un poema adulatorio, «De gestis Ludovici» (826-827). Un secondo poe- ma scrisse in lode di Pipino («In laudem Pipini regis»). ERRICO SCIPIONE (Messi- na, 1592-1670) - Seguace del- la corrente del marinismo, ope- rò in tutta Italia con successo: fu accolto, infatti, nell’Acca- demia degli Oziosi e nell’Ac- cademia degli Incogniti. Di- menticato a lungo dalla criti- ca, la sua riscoperta si deve al lavoro di Benedetto Croce, che ripubblicò il poemetto «La via lattea», interessante per la sua morbida sensualità. Compose molte opere, sia di poesia, sia di narrativa, sia testi teatrali e fu un sosteni- tore del valore spettacolare e culturale del neonato melo- dramma, e anche un severo teologo e controversista del- la Curia pontificia. Come poeta e scrittore tese a fondere il mito classico e i giochi scaltriti del barocchismo (tra chiasmi, giochi di suoni e paronomasie ecc.), l’adesione all’erotismo compiaciuto e aproblematico. Fra le sue ope- re più importanti si ricordano: «L’occhiale appannato» (1629) contro l’«Occhiale» di Stigliani, «Le guerre di Parnaso» (1642), un romanzo di critica letteraria in for- ma allegorico-didattica secondo l’uso del Seicento, due commedie di intendimento letterario in difesa dell’«Ado- ne» di Gian Battista Marino, «Rivolte di Parnaso» (1625), «Liti di Pindo» (1634), e «Rime e Poesie liriche» (1619). EVOLA GIULIO CESARE AN- DREA, detto Julius (Roma, 1898- 1974) - Fu personalità poliedrica nel panorama culturale italiano del Novecento, in ragione dei suoi molteplici interessi. In gioventù partecipò ai movimenti di avan- guardia, ma la sua vera vocazio- ne lo spinse verso la filosofia. Dive- nuto seguace dell’idealismo gen- tiliano, tentò di svilupparlo con l’apporto della filosofia nietzschiana. Ebbe una sua influenza nel variegato mon- do della cultura fascista, con lo scopo di indirizzarne l'impostazione ideologica verso posizioni più affini al suo pensiero. Scrisse numerosi saggi, collaborò intensamen- te con riviste e giornali e partecipò alla vita accademica del suo tempo in veste di conferenziere, sia presso alcu- ne prestigiose università italiane e straniere che nell'am- bito dei corsi di mistica fascista. Tra le sue opere di que- sto periodo si ricordano «Teoria dell’individuo assolu- to» (1927-1930) e «Rivolta contro il mondo moderno» (1935). I suoi studi si rivolsero poi al problema della raz- za, a cui dedicò «Il mito del sangue» (1937) e «Sintesi di dottrina della razza» (1941). Nel dopoguerra la sua ri- flessione si indirizzò sui problemi esistenziali e una sin- tesi del suo pensiero è in «Cavalcare la tigre» (1961). ERRANTE VINCENZO (Roma 1890-Riva del Garda 1951) - È stato direttore della casa editrice «Unitas», condirettore della «Mondadori» e membro del comitato direttivo della «Rivista d'Italia», nonché professore di lingua e letteratura tedesca all’Università di Milano. Nel 1928 cominciò la collaborazio- ne con la casa editice UTET di Torino per la quale progettò, insieme a Fernando Palazzi, alcune grandi e diffusissime opere tra le quali la collana per ragazzi «La scala d'oro», l’«En- ciclopedia della famiglia» e «Il tesoro del ra- gazzo italiano». Ha lasciato notevoli studi critici («Rilke», 1930; «La lirica di Hölderlin», 1943) ed eleganti traduzioni non solo dal tedesco («Faust» di Goethe, «Nicolaus Lenau» ecc.), ma anche dall’inglese («Il sogno di una notte d'estate», «Il mercante di Venezia», «La tragedia di Amleto principe di Danimarca» ecc). EVANGELISTI ENZO (Firenze 1920-Milano 1980) - Docente di glottologia all’Università degli studi di Milano, allievo di V. Pisani, si occupò di indeuropeistica, in particolare del tocario, di cui studiò la gram- matica e il fenomeno delle palatalizzazioni, ricavando una legge foneti- ca chiamata «legge Evangelisti». Ha pubblicato «Per l'etimologia di pontifex» e «Scritti tocarici e altri studi».

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ERMES DI COLLOREDO (Colloredo diMonte Albano [UD] 1622-Gorizzo [UD]1692) - Nato da nobile famiglia, trascorsegli anni dell’adolescenza come paggio a Fi-renze. Nel 1642 si arruolò agli ordini diFerdinando III de’ Medici e prese parte comeufficiale nella guerra dei Trent’anni del Sa-cro Romano Impero. Conclusosi il conflittodivenne uomo di corte a Vienna, ma rinun-ciò presto alla vita cortigiana preferendo latranquillità della dimora di Gorizzo presso

Codroipo, dove compose versi per un coro di amici e per l’amata Polimia.Le sue poesie ricche di ispirazione, che spaziano con libertà dal genereserio, al burlesco e alla critica dei costumi, ebbero consensi positivi tan-to da meritare una circolazione manoscritta e una fortuna critica del tuttonuove nella letteratura in friulano. Fu considerato il cantore della lettera-tura friulana in ladino.

ERMOLDO IL NERO, in latino Ermoldus Nigellus (790 circa-838circa) - Abate di Aniane, amico di Pipino re d’Aquitania e figlio diLudovico il Pio, lo seguì nella spedizione contro i Bretoni nell’822. Esi-liato a Strasburgo da Ludovico, contrario all’influenza da lui esercitatasul figlio, tentò inutilmente di riacquistare il favore dell’imperatore conun poema adulatorio, «De gestis Ludovici» (826-827). Un secondo poe-ma scrisse in lode di Pipino («In laudem Pipini regis»).

ERRICO SCIPIONE (Messi-na, 1592-1670) - Seguace del-la corrente del marinismo, ope-rò in tutta Italia con successo:fu accolto, infatti, nell’Acca-demia degli Oziosi e nell’Ac-cademia degli Incogniti. Di-menticato a lungo dalla criti-ca, la sua riscoperta si deve allavoro di Benedetto Croce,

che ripubblicò il poemetto «La via lattea», interessanteper la sua morbida sensualità. Compose molte opere, siadi poesia, sia di narrativa, sia testi teatrali e fu un sosteni-tore del valore spettacolare e culturale del neonato melo-dramma, e anche un severo teologo e controversista del-la Curia pontificia. Come poeta e scrittore tese a fondereil mito classico e i giochi scaltriti del barocchismo (trachiasmi, giochi di suoni e paronomasie ecc.), l’adesioneall’erotismo compiaciuto e aproblematico. Fra le sue ope-re più importanti si ricordano: «L’occhiale appannato»(1629) contro l’«Occhiale» di Stigliani, «Le guerre diParnaso» (1642), un romanzo di critica letteraria in for-ma allegorico-didattica secondo l’uso del Seicento, duecommedie di intendimento letterario in difesa dell’«Ado-ne» di Gian Battista Marino, «Rivolte di Parnaso» (1625),«Liti di Pindo» (1634), e «Rime e Poesie liriche» (1619).

EVOLA GIULIO CESARE AN-DREA, detto Julius (Roma, 1898-1974) - Fu personalità poliedricanel panorama culturale italianodel Novecento, in ragione dei suoimolteplici interessi. In gioventùpartecipò ai movimenti di avan-guardia, ma la sua vera vocazio-ne lo spinse verso la filosofia. Dive-nuto seguace dell’idealismo gen-

tiliano, tentò di svilupparlo con l’apporto della filosofianietzschiana. Ebbe una sua influenza nel variegato mon-do della cultura fascista, con lo scopo di indirizzarnel'impostazione ideologica verso posizioni più affini al suopensiero. Scrisse numerosi saggi, collaborò intensamen-te con riviste e giornali e partecipò alla vita accademicadel suo tempo in veste di conferenziere, sia presso alcu-ne prestigiose università italiane e straniere che nell'am-bito dei corsi di mistica fascista. Tra le sue opere di que-sto periodo si ricordano «Teoria dell’individuo assolu-to» (1927-1930) e «Rivolta contro il mondo moderno»(1935). I suoi studi si rivolsero poi al problema della raz-za, a cui dedicò «Il mito del sangue» (1937) e «Sintesi didottrina della razza» (1941). Nel dopoguerra la sua ri-flessione si indirizzò sui problemi esistenziali e una sin-tesi del suo pensiero è in «Cavalcare la tigre» (1961).

ERRANTE VINCENZO (Roma 1890-Rivadel Garda 1951) - È stato direttore della casaeditrice «Unitas», condirettore della«Mondadori» e membro del comitato direttivodella «Rivista d'Italia», nonché professore dilingua e letteratura tedesca all’Università diMilano. Nel 1928 cominciò la collaborazio-ne con la casa editice UTET di Torino per laquale progettò, insieme a Fernando Palazzi,alcune grandi e diffusissime opere tra le qualila collana per ragazzi «La scala d'oro», l’«En-ciclopedia della famiglia» e «Il tesoro del ra-

gazzo italiano». Ha lasciato notevoli studi critici («Rilke», 1930; «Lalirica di Hölderlin», 1943) ed eleganti traduzioni non solo dal tedesco(«Faust» di Goethe, «Nicolaus Lenau» ecc.), ma anche dall’inglese («Ilsogno di una notte d'estate», «Il mercante di Venezia», «La tragedia diAmleto principe di Danimarca» ecc).

EVANGELISTI ENZO (Firenze 1920-Milano 1980) - Docente diglottologia all’Università degli studi di Milano, allievo di V. Pisani, sioccupò di indeuropeistica, in particolare del tocario, di cui studiò la gram-matica e il fenomeno delle palatalizzazioni, ricavando una legge foneti-ca chiamata «legge Evangelisti». Ha pubblicato «Per l'etimologia dipontifex» e «Scritti tocarici e altri studi».