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Tre referendum (e i problemi del Paese) “Ci stiamo preparando per raccogliere un milione di fir- me, come già fatto per il Lodo Alfano, ma questa volta le raccoglieremo per un pacchetto di referendum. Ne proporremo uno sul nuovo lodo, il ‘Lodo Berlusconi’; un altro sul nucleare perché vogliamo che gli italiani esprimano nuo- vamente il loro no su questo argomento. Infine un referendum sull’acqua pubbli- ca perché pensiamo che la legge che met- te sul mercato la gestione dell’acqua sia un attentato all’umanità”. Antonio Di Pietro ha annunciato la presentazione di un pacchetto di referendum che chiame- ranno i cittadini a rispondere su tre temi: 1) se sia giusto privatizzare l’acqua e la sua gestione; 2) se sia giusto il ritorno alle centrali nucleari; 3) se sia giusta una legge “salva casta” rivolta “ai cor- ruttori, agli evasori fiscali, ai falsificatori di bilancio”. “Gli inceneritori uccidono, la soluzione è la raccolta dif- ferenziata. Le centrali nucleari sono un attentato verso la popolazione ed una fesseria economica, le energie rinnovabili sono il futuro”, ha spiegato Di Pietro. Al pacchetto nazionale potrà essere affiancato un referen- dum regionale. Serrata la critica al governo Berlusconi anche riguardo alla crisi economica: “Vogliamo – ha spiegato Di Pietro - che Governo e Parlamento comincino a occuparsi dei problemi veri del Paese, che sono l’occupazione, il lavo- ro, le ditte che chiudono, le persone che non arrivano a fine mese, la cassa integrazione che è finita, la tredicesi- ma che doveva essere detassata e non lo è stata”. Verdi news Civici Numero 11 UMBRIA Donne, uomini, aria, acqua, terra, fuoco nel cuore verde d'Italia 8-9 Piano dei rifiuti 11 Panna sexy 12 Passignano 13 Città di Castello Perchè Idv e civici 3 Leoluca Orlando 5 Tagli alla scuola 6 Bolli auto 6 7 Bettona Provate a sommare le disavventure giudiziarie di Silvio Berlusconi ai suoi conflitti di interesse. Provate a valutare le vicende di escort e veline proiettandole sul piano della credibi- lità europea del nostro paese. Poi vedete quale risultato dà. Vi troverete di fronte a un paese stordito, che fatica a ripren- dersi da una crisi epocale. Che sente parlare di ponti sullo Stretto quando vorrebbe servizi pubblici efficienti, di nucleare quando occorrerebbe investire sulle fonti rinnovabili, di im- punità quando sale forte la richiesta di uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge. E poi i calzini del giudice Me- siano, i linciaggi mediatici, le leggi ad personam, le contiguità mafiose. Questo non è un paese normale. Non è normale una demo- crazia tenuta sotto scacco da chi dovrebbe tutelarla. E poi non è normale un’opposizione che si oppone, ma non scende in piazza. Che non ci sta, ma drizza le orecchie e scodinzola alla prima richiesta di riforme condivise. La nostra società deve affrontare la sfida lanciata alla demo- crazia da avventurieri politici di un nuovo gerere, espressione di una democrazia mediatica, sondaggista e demagogica. Deve farlo sapendo che ad ognuno è richiesto un supplemento di in- dignazione e responsabilità. Siamo chiamati – noi, proprio noi - a ripensare una proposta politica e culturale all’altezza della crisi ecologica, sociale ed economica che interpella il nostro vivere quotidiano. Una crisi che sarà lunga, perché è profonda, globale e affonda le sue radici nelle contraddizioni del mo- dello di sviluppo che ci siamo dati. A noi è richiesto di trovare i percorsi per uscire da un accecamento prolungato e collet- tivo, di trasformare completamente i nostri modelli di produzione, il modo di pensare i rapporti tra l’economia e la società, di concepire la crescita. Convertire il nostro apparato produtti- vo, cambiare il nostro modo di vivere e di consumare e rendere credibile un modello che stenta a farsi largo tra gli interessi della finanza e le pigrizie del- la politica. Dobbiamo farlo mentre altri sono im- pegnati a risolvere lo strano caso delle escort a Palazzo Grazioli o a escogita- re il modo migliore per garantire l’im- punità del presidente del Consiglio. Noi, proprio noi Oliviero Dottorini Verdi Civici Umbria News - periodico del gruppo consiliare Verdi per i valori - Supplemento al Notiziario Un ponte per... n° 1 - marzo 2009 - Direttore Responsabile Fabio Alberti - autorizzazione del Tribunale di Roma n. 192/2006 del 26/04/2006 - Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale d.l. 353/2003 (conv. in L27/02/2004 n.46) Art.1 Comma 2 DCB- Roma Oliviero Dottorini informa Dalla società civile un “appello per Dottorini” Cinque anni di patti rispettati 16 Sta per partire la campagna elettorale per le Regionali 2010. VUOI PARTECIPARE? VUOI ORGANIZZARE INIZIATIVE? Inviaci le tue idee e le tue proposte a [email protected] oppure contatta il comitato civico 3386980911. Ti informeremo su tutte le inziative e gli incontri. 2

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Sta per partire la campagna elettorale per le Regionali 2010. Cinque anni di patti rispettati Dalla società civile un “appello per Dottorini” Donne, uomini, aria, acqua, terra, fuoco nel cuore verde d'Italia Inviaci le tue idee e le tue proposte a [email protected] oppure contatta il comitato civico 3386980911. Ti informeremo su tutte le inziative e gli incontri. 12 Passignano Leoluca Orlando 5 11 Panna sexy Oliviero Dottorini 7 Bettona 16 Tagli alla scuola 6 13 Città di Castello 2

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Tre referendum(e i problemi del Paese) “Ci stiamo preparando per raccogliere un milione di fir-me, come già fatto per il Lodo Alfano, ma questa volta le raccoglieremo per un pacchetto di referendum. Ne

proporremo uno sul nuovo lodo, il ‘Lodo Berlusconi’; un altro sul nucleare perché vogliamo che gli italiani esprimano nuo-vamente il loro no su questo argomento. Infine un referendum sull’acqua pubbli-ca perché pensiamo che la legge che met-te sul mercato la gestione dell’acqua sia un attentato all’umanità”. Antonio Di Pietro ha annunciato la presentazione di un pacchetto di referendum che chiame-ranno i cittadini a rispondere su tre temi: 1) se sia giusto privatizzare l’acqua e la sua gestione; 2) se sia giusto il ritorno alle centrali nucleari; 3) se sia giusta una legge “salva casta” rivolta “ai cor-ruttori, agli evasori fiscali, ai falsificatori di bilancio”.

“Gli inceneritori uccidono, la soluzione è la raccolta dif-ferenziata. Le centrali nucleari sono un attentato verso la popolazione ed una fesseria economica, le energie rinnovabili sono il futuro”, ha spiegato Di Pietro. Al pacchetto nazionale potrà essere affiancato un referen-dum regionale.Serrata la critica al governo Berlusconi anche riguardo alla crisi economica: “Vogliamo – ha spiegato Di Pietro - che Governo e Parlamento comincino a occuparsi dei problemi veri del Paese, che sono l’occupazione, il lavo-ro, le ditte che chiudono, le persone che non arrivano a fine mese, la cassa integrazione che è finita, la tredicesi-ma che doveva essere detassata e non lo è stata”.

Verdi newsCiviciNumero 11

UMBRIADonne, uomini, aria, acqua, terra, fuoco nel cuore verde d'Italia

8-9 Piano dei rifiuti

11 Panna sexy

12 Passignano

13 Città di Castello

Perchè Idv e civici 3

Leoluca Orlando 5

Tagli alla scuola 6

Bolli auto 6

7 Bettona

Provate a sommare le disavventure giudiziarie di Silvio Berlusconi ai suoi conflitti di interesse. Provate a valutare le vicende di escort e veline proiettandole sul piano della credibi-lità europea del nostro paese. Poi vedete quale risultato dà.Vi troverete di fronte a un paese stordito, che fatica a ripren-dersi da una crisi epocale. Che sente parlare di ponti sullo Stretto quando vorrebbe servizi pubblici efficienti, di nucleare quando occorrerebbe investire sulle fonti rinnovabili, di im-punità quando sale forte la richiesta di uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge. E poi i calzini del giudice Me-siano, i linciaggi mediatici, le leggi ad personam, le contiguità mafiose.Questo non è un paese normale. Non è normale una demo-crazia tenuta sotto scacco da chi dovrebbe tutelarla. E poi non è normale un’opposizione che si oppone, ma non scende in piazza. Che non ci sta, ma drizza le orecchie e scodinzola alla prima richiesta di riforme condivise. La nostra società deve affrontare la sfida lanciata alla demo-crazia da avventurieri politici di un nuovo gerere, espressione di una democrazia mediatica, sondaggista e demagogica. Deve farlo sapendo che ad ognuno è richiesto un supplemento di in-dignazione e responsabilità. Siamo chiamati – noi, proprio noi - a ripensare una proposta politica e culturale all’altezza della crisi ecologica, sociale ed economica che interpella il nostro vivere quotidiano. Una crisi che sarà lunga, perché è profonda, globale e affonda le sue radici nelle contraddizioni del mo-dello di sviluppo che ci siamo dati. A noi è richiesto di trovare i percorsi per uscire da un accecamento prolungato e collet-tivo, di trasformare completamente i nostri modelli di produzione, il modo di pensare i rapporti tra l’economia e la società, di concepire la crescita. Convertire il nostro apparato produtti-vo, cambiare il nostro modo di vivere e di consumare e rendere credibile un modello che stenta a farsi largo tra gli interessi della finanza e le pigrizie del-la politica.Dobbiamo farlo mentre altri sono im-pegnati a risolvere lo strano caso delle escort a Palazzo Grazioli o a escogita-re il modo migliore per garantire l’im-punità del presidente del Consiglio.

Noi, proprio noiOliviero Dottorini

Verdi Civici Umbria News - periodico del gruppo consiliare Verdi per i valori - Supplemento al Notiziario Un ponte per... n° 1 - marzo 2009 - Direttore Responsabile Fabio Alberti - autorizzazione del Tribunale di Roma n. 192/2006 del 26/04/2006 - Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale d.l. 353/2003 (conv. in L27/02/2004 n.46) Art.1 Comma 2 DCB- Roma

O l i v i e r o D o t t o r i n i i n f o r m a

Dallasocietà civileun “appello per Dottorini”

Cinque anni di pattirispettati

16

Sta per partire la campagnaelettorale per le Regionali 2010.

VUOI PARTECIPARE?VUOI ORGANIZZARE INIZIATIVE?

Inviaci le tue idee e le tue proposte [email protected] oppure contatta

il comitato civico 3386980911.Ti informeremo su tutte le inziative e gli incontri.

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Appello per Oliviero

Verdi Civici Umbria newsQuesto giornale è realizzato a cura del gruppo consiliare Idv - Verdi per i valori alla Regione Umbria.“Un ponte per...” Aut. tribunale Roma n.192/2006 del 26-04-2006 Direttore: Fabio AlbertiRedazione e impaginazione: Nico ScarscelliHa collaborato: Michele StellaE’ stampato su carta riciclata presso il centro stampa del Consiglio regionale,Palazzo Cesaroni. Chiuso il --/11/2009

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Per chi non ha paura della “grande confusione sotto il cielo” la situazione potrebbe rivelarsi “eccellente”. Tuttavia nella sua variante italica quella confusione sembra aprire spazi enormi nel campo politico (ed economico) soprattutto a chi sta costruendo le proprie fortune sullo stravolgimento e la violazione sistematica delle regole.In un quadro del genere i danni più pesanti finiscono per ricadere sui ceti sociali più fragili e sui beni comuni, quelli che dovremmo trasferire alle generazioni future: l’acqua, l’aria, il territorio, la bellezza del paesaggio, l’equità, la legalità e la giustizia sociale. Senza considerare la devastazione delle coscienze quanto a percezione del senso di comunità, di pubblico interesse.Contraddizioni che stanno spingendo un numero crescente di persone ad impegnarsi direttamente nel dare vita a nuove forme di democrazia “risorgente”, nella disattenzione dei grandi media televisivi e guardata con diffidenza da quasi tutti i partiti.Queste donne, questi uomini (“insorgenti”) si incontrano, si riconoscono, creano alleanze basate su progetti concreti e sulle relazioni tra persone. Obiettivo: l’apertura di spazi dove prevalga la solidarietà (tra umani e con l’ambiente) sulla base dei diritti di cittadinanza, dove alla convivialità

sia riconosciuto un alto valore, dove si costruiscono strumenti per salvaguardare i beni comuni dall’invadenza di un mercato schiavo della finanza.Necessità che si riscontrano anche nella realtà dell’Umbria, dove un malinteso senso del progresso ha caratterizzato - soprattutto negli ultimi dieci anni- le scelte della maggioranza di centro sinistra alla Regione producendo effetti a rischio di irreversibilità: cementificazione del territorio, moltiplicazione delle strade, svuotamento del welfare, privatizzazione della sanità e dei servizi, partecipazione mortificata, assenza di contrasto all’infiltrazione della criminalità organizzata. Il tutto condito da grandi discorsi sull’innovazione per giustificare la distribuzione dei fondi pubblici (europei) senza alcun progetto di trasformazione sociale ed economica in direzione della sostenibilità.Questo significa la necessità di mantenere aperta, soprattutto in ambito locale, una “breccia” attraverso la quale far fluire i contenuti e le istanze della “democrazia risorgente” all’interno del Consiglio regionale.Per questo riteniamo necessario che Oliviero Dottorini continui a svolgere il ruolo che ha incarnato dal 2005 in poi nell’assemblea di Palazzo Cesaroni, eletto in una lista denominata “Verdi per i valori”:

cinque anni di lavoro istituzionale spesi proprio per far risuonare in tutta l’Umbria le ragioni dell’ecologia e dei diritti senza perdere di vista una visione sostenibile dell’economia.Questo significa l’appoggio a comitati e gruppi di persone impegnate nella difesa dei beni comuni, il varo di leggi sul commercio equo e solidale, sul finanziamento delle attività per la diffusione di sistemi informatici “aperti”, sulla valorizzazione delle produzioni artigianali di qualità e dell’agricoltura biologica.Dottorini ha deciso di lasciare il Sole che ride che rimane, per noi che firmiamo questo appello, un simbolo dal significato densissimo al quale va augurato un futuro di rango “europeo” e col quale viene naturale rimanere in contatto anche per i futuri sviluppi locali.Con questa lettera si vuol esprimere un’indicazione sulla persona che travalica l’identificazione in un logo politico: così sostenere la sua scelta di impegnarsi con l’Italia dei valori costituisce un’ulteriore apertura di credito per il ruolo che Oliviero potrà svolgere all’interno di una forza politica in crescita e profonda trasformazione, un partito dalle diffuse (anche se non ancora pienamente sviluppate) sensibilità ecologiche, sociali e civiche, ma dal chiaro impegno per la legalità e i diritti delle persone.

“Cinque anni fa l’elezione di Oliviero Dottorini nel Consiglio regionale dell’Umbria mi spinse ad impegnarmi nella ri-costruzione di una presenza politica ecologista nella realtà di Perugia: lavoro che, intrecciato con quello di un gruppo di persone volenterose, ha portato alla nascita di Perugia civica. Nel frattempo, per uno di quei paradossi a cui ci sta abituando la politica italiana, si è andata affievolendo l’ipotesi del rilancio di un soggetto “verde”: le difficoltà locali e le dinamiche nazionali hanno reso impraticabile (almeno per ora) quella possibilità”. Inizia con queste parole la lettera con cui Andrea Chioini ha promosso l’appello dell’Umbria civica “per Oliviero Dottorini”. Una scelta che ha trovato da subito l’adesione di tanti esponenti della società civile, del mondo

dell’informazione e delle professioni, dei comitati che spesso si sono trovati a condividere percorsi di emancipazione civica e politica. Questo appello ora verrà esteso a quanti vorranno “esprimere un’indicazione sulla persona che travalica l’identificazione in un logo politico”.“In ambito regionale - ha spiegato Chioini - ho prestato la massima attenzione a Oliviero nella sua attività politica e istituzionale, rispettando i limiti che il mio ruolo professionale impone. Tutto ciò è servito anche a rafforzare il mio rapporto umano con lui, soprattutto per lo stile schietto e trasparente che ne connota l’operato. Ora che Oliviero ha deciso di impegnarsi in Italia dei valori non esiste difficoltà nel continuare a sostenerlo nei modi per me possibili”.

Andrea Chioini, Giornalista TgR RaiMariano Sartore, Docente universitarioEnzo Rossi, Direttore l’AltrapaginaCaludio Santi, Coportavoce Perugia CivicaElisabetta Rossi, Psichiatra Centro di salute mentale PerugiaMario Scarscelli, Portavoce Verdi e civici AltotevereRaoul Mantini, Coraggio civico, portavo-ce comitato per l’ambiente Gualdo CattaneoDiego Mencaroni, Esperto in fondazioni culturali, scrittore

Marco Fiorucci, InsegnanteAntonio Guerrini, l’AltrapaginaGiorgio Foresti, Comitato popolare per l’ambiente di BettonaEmilia Duranti, Docente univesitariaMaria Pia Angellotti, Direttivo regionale Aiab, Comitato area Nord PerugiaStefano Lucchetti, Componente comi-tato No-TuboDario Di Bello, Responsabileconsumatori Verdi e civiciGianfranco Angeli, Avvocato

Roberto Colombo, Presidenteassociazione La BoteguitaCarlo Masciarri, Comitato ambientale BelladanzaMarjatta Heliste, Imprenditriceagri-turistica bioEmanuela Arcaleni, InsegnanteDaniela Brusco, Dottore commercialistaRoberto Magnanelli, Nuovo comitato BelladanzaGregorio Cordero di Montezemolo, Agricoltore biologico

Verdi Civici UMBRIA news - 3

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Perchè Idv e civici

Un percorso comune con l’Italia dei va-lori e con le realtà civiche. E’ stata una scelta corale quella dei Verdi dell’Umbria che nell’assemblea del 26 settembre scor-so hanno scelto a stragrande maggioranza di dare un taglio netto all’esperienza “de-vastante” di Sinistra e libertà per “tornare a navigare in mare aperto”. Una scelta, tra l’altro, che ha in parte in-crociato le decisioni dei Verdi nazionali. Nei giorni immediatamente successivi alle elezioni provinciali ed Europee, in-fatti, nel Sole che ride si sono andate de-lineando due posizioni contrapposte: da una parte la dirigenza uscente che propo-neva di proseguire e rafforzare il percorso dei Verdi in Sinistra e libertà, dall’altra la posizione di chi riteneva fallimentare quell’esperienza e proponeva di tornare a rappresentare un’opinione autonoma e integrale del pensiero ecologista. Alla fine ha prevalso la seconda opzione.La stragrande maggioranza dei Verdi e civici dell’Umbria ha da subito evidenzia-to come Sinistra e libertà fosse un’espe-rienza fallimentare ed assolutamente non procrastinabile: “Abbiamo impiegato ben poco a condividere che le modalità di rac-colta del consenso, le sue regole di con-duzione interna ed il suo essere legata a doppio filo ad un sistema di gestione del potere obsoleto e conservatore, avevano ben poco a che fare con il bagaglio ideale e culturale di cui ci sentiamo portatori”, spiega Daniela Chiavarini che da coordi-natrice regionale dei Verdi ha svolto un ruolo determinante nella svolta che ha portato all’accordo con l’Italia dei valori. “In Umbria – ha spiegato Chiavarini - il progetto di Sinistra e libertà si è tradotto in uno strumento atto solo a perpretare ren-dite di posizione personali e a riproporre pratiche obsolete finalizzate alla conser-vazione del potere”.E’ partendo da queste considerazioni e facendo leva su convinzioni fortemente

condivise che i Verdi e civici dell’Umbria si sono avvicinati all’assem-blea regionale del 26 settembre, dove il 96 per cento delle iscritte e degli iscritti ha sottolineato “la necessità di tornare a navigare in mare aperto, convinti che non sia sufficiente – oggi, in questo contesto

storico - ripartire dal-le nostre bandiere e dalle nostre idee per immaginare la pro-spettiva di una rina-scita ecologista in Italia”. “Abbiamo af-fermato la necessità di giocarci il nostro futuro in un contesto più grande – spiega

oggi Daniela Chiavarini - in cui le grandi questioni della legalità e dell’ecologia, dei cambiamenti climatici e della giustizia so-ciale, della solidarietà e dell’energia, del lavoro e della pace, della convivenza e della trasparenza vengano affrontate a 360 gradi e siano rivolte alla società nella sua interezza, non ad una sua nicchia”.Per questo l’assemblea regionale dei Verdi ha votato un ordine del giorno in cui si chiedeva al consigliere regionale Oliviero Dottorini di avviare un percorso con le realtà civiche e con l’Italia dei va-lori, in quanto “unica forza politica che, in uno scenario locale desolante e quasi

totalmente omologato, abbia manifestato la necessità di innovazione nei linguaggi e nei contenuti e la volontà di aprirsi sempre di più alla società civile allargando il pro-prio percorso anche a quelle culture non più rappresentate in Parlamento”.Alla conferenza stampa che il 15 otto-bre ha sancito l’incontro tra Idv e Verdi dell’Umbria era presente anche il coordi-natore nazionale Leoluca Orlando (trovate il suo intervento in queste pagine) che ha rimarcato l’importanza di andare oltre le identità: “Non vogliamo annullarle, anzi è giusto che si rafforzino. Ma le identità non possono diventare un recinto, devono riuscire ad essere talmente forti da non do-versi chiudere dentro l’appartenenza”.In questo percorso già è possibile regi-strare presenze importanti. I consiglieri comunali Roberto Lensi e Daniz Lodo-vichi hanno già aderito all’Idv, così come i cinque settimi dell’esecutivo regiona-le. Figure importanti come il presidente dei Verdi e civici dell’Altotevere Mario Scarscelli o come la responsabile Scuola e Politiche di genere Emanuela Arcaleni. E poi Carlo Masciarri, Marco Fiorucci, Giorgio Foresti. “Ciò che ci interessa in questa fase non è fare una conta – spiega Daniela Chiavarini -. C’è anche chi non aderirà direttamente all’Italia dei valori, ma continuerà ad appoggiare la nostra scelta da esterno o addirittura rimanendo nei Verdi. Poco importa. L’essenziale è che tutti riconoscano il valore delle nostre scelte, assunte praticamente all’unanimità. E questo sta avvenendo. Segno che siamo riusciti a trasmettere in modo trasparente e aperto la linearità di una scelta”. D’altra parte “a dividerci oggi non è una diversa idea di futuro o una diversa sensibilità ri-spetto alle grandi emergenze del pianeta. C’è una strategia differente per tentare di affermare l’urgenza di una conversione ecologica della società e dell’economia”.L’appello promosso da Andrea Chioini (trovate il testo nella pagina a fianco) sta raccogliendo tante adesioni nella società civile: è un segnale importante di attenzio-ne da parte di un mondo che non neces-sariamente aderirà all’Idv, ma che appro-va una scelta di campo senza ambiguità, consapevoli che il pensiero ecologista non debba rimanere patrimonio di pochi, ma asse portante della società.

Con il 96 per cento dei consensi i Verdi dell’Umbria scelgono un precorso comune con l’Idv e comitati civici

Tornare a navigare in mare apertoChiavarini: “Sinistra e libertà esperienza devastante. Sempre più urgente la necessità di una conversioneecologica della società e dell’economia”. Tante risposte dalle realtà civiche. Aderiscono anche Lensi e Lodovichi

Pur di vedersi garantiti un posto senza passare per il voto popolare sono di-sposti a tutto. Persino ad andare contro i più elementari principi democratici. A guidare lo schieramento delle forze che vogliono espropriare gli elettori del diritto di scegliersi i propri rappresen-tanti in Consiglio regionale è il Partito democratico dell’Umbria che, grazie a un accordo trasversale con il Pdl e con l’assenso interessato di Rifondazione comunista e Sinistra e libertà, ha avan-zato una proposta indecente che preve-de un listino di sei persone (più una, il presidente) scelte direttamente dai par-

titi, senza che gli elettori possano aprire bocca. “Un furto di democrazia che ri-sponde alla stessa filosofia del tanto cri-ticato Porcellum”, ha spiegato Oliviero Dottorini trovando su questo terreno la prima battaglia comune con l’Italia dei valori, unica forza nel panorama poli-tico regionale ad opporsi al listino dei nominati.“E’ paradossale – ha aggiunto Dottori-ni - che il Pd nazionale e regionale uf-ficialmente si opponga al listino e alle liste bloccate, per poi nelle segrete stan-ze del Palazzo farsi promotore di simili porcherie”.

Legge elettorale regionale. Rispunta il listino dei nominati dai partiti

Un porcellum targato Pd

“Vogliamo rivolgerci

alla societàintera, nona una sua nicchia”

Un momento della

conferenza stampa al

Palazzo della Privincia.

Da sinistra: Chiavarini,

Dottorini, Orlando,

Brutti

4 - Verdi Civici UMBRIA news

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Intervista a Dottorini

L’ultimo atto è stato quello di partecipa-re al congresso nazionale dei Verdi con-tribuendo all’elezione di Angelo Bonelli alla guida del Sole che ride. La mozione approvata ha sancito l’abbandono definiti-vo dell’alleanza con Sinistra e libertà e la riproposizione di un’identità autonoma.Ora per i Verdi e civici dell’Umbria si apre un percorso nuovo, una strada comune con l’Italia dei valori e con le realtà civiche. Il consigliere regionale Oliviero Dottorini, assie-me alla quasi totalità del gruppo dirigente regiona-le, è stato tra i promotori di questa scelta che oggi considera come “l’unica in grado di poter dare un futuro al nostro progetto di cambiamento”.Dottorini, i Verdi umbri hanno deciso di appog-giare la mozione Bonelli. Perché?Più per ciò che negava che per ciò che affermava: era la mozione che con più decisione respingeva l’op-zione di Sinistra e libertà. Ci è sembrata la posizione più dignitosa.Lei proprio non è riuscito a vedere un futuro dei Verdi con Sini-stra e libertà. Soprattutto in Umbria. Perché?Come ecologisti ci è capitato spesso di cor-rere rischi, soprattutto nel momento in cui il sistema politico si andava assestando. Ma abbiamo sempre detto che non sarem-mo morti né democristiani, né comunisti. Figuriamoci craxiani. Da questo punto di vista la nostra posizione coincide con quella dei Verdi nazionali che hanno ormai escluso ogni possibilità di alleanza con Si-nistra e libertà.Cos’è che non andava in quel cartello elettorale?Nella nostra regione è stato un errore averlo voluto identificare con il Partito socialista. Qualcuno ha pensato di rifarsi il look indossando il patri-monio di credibilità, di idee, di battaglie, di pulizie di cui sicuramente i Verdi e civici sono stati portatori, senza dover cambiare una virgola riguardo ai propri modi di intendere la politica, il bene comune, il rispetto dell’opi-nione pubblica.Ma a livello nazionale Si-nistra e libertà sembrava avere un profilo innovativo e moderno.Ma quel profilo in Umbria non ha trovato riscontri. Anzi, da noi ci siamo trovati a fare i conti con una forza che è l’emble-ma della continuità, della conservazione di metodi e strategie antiche. Niente di male, per carità. Ma non vedo cosa c’entravamo noi. Noi che abbiamo basato la nostra ra-

gion d’essere sulle battaglie civiche e sul superamento dei partiti tradizionali, sulla trasparenza politica e sulla necessità di la-vorare per la riconversione ecologica della società e dell’economia. Non ci sono mai piaciute le guerre per bande, la raccolta del consenso a prescindere dalle idee e dai va-lori, gli ordini di scuderia, la malizia dei capibastone, la chiusura verso il mondo che verrà, la speranza calpestata di un mondo

più giusto, equo, aperto.Invece con l’Italia dei valo-ri il miracolo è possibile?Abbiamo più volte sottoline-ato la necessità per i Verdi e civici dell’Umbria di torna-re a navigare in mare aperto e di cercare il dialogo con tutte quelle forze civiche e politiche con cui è possibile condividere un progetto, che possa diventare program-ma e poi azione concreta. In Um-bria un segnale esplicito è arrivato dall’Idv, l’unica forza politica in grado di sostene-re un’opposizione ferma e rigorosa

nei confronti del governo Berlusconi, l’unica che abbia aperto le proprie porte alla conta-minazione tra culture diverse, l’unica che riconosca la necessità di innovazione nei linguaggi e nei contenuti. Abbiamo ritenu-to molto importante e confortante, in uno scenario politico locale totalmente “omo-logato”, la volontà manifestata dall’Idv di aprirsi alla società civile e di allargare il proprio percorso anche a parte delle cul-ture che oggi non trovano rappresentanza in Parlamento. E’ per questo che, come Verdi dell’Umbria, abbiamo intrapreso un percorso condiviso con i movimenti civici e con l’Idv.Ma non c’erano altre forze nell’ambito del centrosinistra con cui ritrovarsi?Ritengo di no, almeno in Umbria. La no-

stra realtà è dissonante rispetto alle armonie e agli equilibri po-litico-economici che governano la regione. E mi pare che l’Idv rappresenti in Italia ciò che noi abbiamo cercato di rappresen-tare in Umbria: la versione di un centrosinistra più aperto, di-namico, in grado di prefigurare un’Italia e una regione più mo-derna, libera, meno ingessata.E con il Pd?

Grazie all’illusione dell’autosufficienza di Veltroni è passato un ciclone peggiore di tangentopoli. Agli italiani è stato detto: mandiamo a casa tutti questi partitini, sono loro che frenano il paese. Quanto fosse falsa questa proposta lo vediamo oggi. I partitini non ci sono più, eppure non mi pare che l’Italia vada a gonfie vele. Anzi.

Penso che dal dopoguerra in avanti mai il nostro paese abbia attraversato un periodo così buio, così pericoloso per la sua tenuta democratica. Ma gli italiani in parte hanno creduto all’illusione veltroniana. E ora il centro-sinistra è devastato...Sì, hanno provato a far funzionare il Pd, prosciugando tutto quanto ci fosse intorno. Operazione fallita e chi ci sta rimettendo le penne pare essere proprio il Pd, mentre non pare che a guadagnarci sia l’Italia. Sono convinto che il Paese pagherà pesan-temente questo tentativo di innovazione senza novità e il fatto di aver tarpato le ali a quelle forze che in certi frangenti hanno rappresentato le punte più avanzate e libe-re in grado di prefigurare un futuro aper-to, vivibile, capace di innovazione. Ora è chiaro che il sistema non ha trovato ancora un equilibrio, la transizione è in atto. Nien-te è definito. In questo quadro nessuno può

salire in cattedra e dire di avere la ricetta bell’e pron-ta in tasca e anche nel Pd ci sono forze sane e libere che purtroppo rimangono mar-ginali e inascoltate come sempre.E’ per questo che la scelta dei Verdi dell’Umbria è caduta sull’Italia dei va-lori?

All’assemblea regionale, con il 96 per cento dei consensi è passata la mozione che prevedeva per i Verdi dell’Umbria un percorso comune con l’Idv. Abbiamo det-to da subito che da lì non saremmo torna-ti indietro. Mi ha fatto molto piacere che questa opzione sia stata così condivisa dai Verdi e ancor più dai civici. Anzi, dirò di più: sicuramente se non fosse stato così, io non avrei mai accettato questo percor-so che pure ritengo opportuno e coerente. Avrebbe avuto poco senso. Io mi considero il prodotto di speranze e orizzonti condivi-si. Senza questi, non vedo quale significato avrebbe l’impegno politico. Sul frontespi-zio del nostro programma elettorale c’era una frase di don Lorenzo Milani: “Ho im-parato che il problema degli altri è uguale al mio. Risolverlo da soli è avarizia, risol-verlo insieme è la politica”.Non teme che la vostra storia, il vostro patrimonio politico, culturale, valoriale possa disperdersi nell’Idv?Oggi occorre immaginare di far vivere il nostro progetto in una storia più grande. Tenendo conto anche della specificità dei Verdi e civici umbri e sapendo che nel mo-mento in cui si accetta un confronto serio e rigoroso occorre sapersi mettere in discus-sione e fare squadra. Buon senso, capaci-tà di ascolto e dignità sono gli ingredienti giusti per raggiungere sintesi avanzate e condivise. Tra l’altro ricordo che quello con l’Idv è un percorso collaudato. Già cinque anni fa Verdi e Idv si presentarono insieme. Non è un caso che il nostro grup-po consiliare regionale si chiami “Verdi per

I Verdi e civici dell’Umbria con l’Italia dei Valori e i movimenti civici. Intervista a Oliviero Dottorini

Il nostro progetto in una storia più grande“Una scelta corale, condivisa sia dai Verdi che dai civici. Il messaggio ecologista non può rimanere patrimonio di pochi”

“Non ci piaccionole guerre per

bande, gli ordini di scuderia o la

malizia dei capibastone”

“Idv unica forza d’opposizione

capace dirinnovamento e di contaminazione

tra culture”

Verdi Civici UMBRIA news - 5

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Leoluca Orlando

i valori”. In ogni caso ci impegneremo per costruire una forza che assomigli a quella per cui abbiamo sempre lavorato: radicale nella volontà di cambiamento, pragmatica nella ricerca di soluzioni condivise, trasver-sale nella società, perché la conservazione non sta solo a destra.E il rapporto con i Verdi?La scelta che abbiamo fatto credo che do-vrebbe sollecitare una riflessione anche ai vertici nazionali. Ciò che ci divide in que-sto momento non sono le idee, i valori o una visione del mondo. E’ la strategia: noi crediamo che oggi non sia possibile imma-ginare l’affermazione in Italia di una forza ecologista autonoma. Magari ci sbagliamo, chissà. Ma da queste considerazioni è par-tito il nostro percorso, che ci pare sia stato compreso anche dai vertici nazionali del Sole che ride. D’altra parte dovrà pur esser-ci anche in Italia una forza che si fa carico del grande patrimonio ecologista europeo.L’Italia dei valori saprà interpretare quel ruolo?Credo che si possa intravvedere un futuro per quel patrimonio più seguendo questa strada che ancorandosi a qualche nostalgia. Alex Langer ha parlato a lungo dell’impor-tanza dei mediatori, dei costruttori di pon-ti, dei saltatori di muri, degli esploratori di frontiera. Io credo che avesse bene in mente l’alternatività della proposta ecologista ri-spetto alle tradizioni ideali e ideologiche che hanno segnato le sorti del secolo scorso. L’alternatività e la trasversalità. La peculia-rità, ma anche la portata di un messaggio che non può rimanere patrimonio di pochi.Ma adesso dovrete rinunciare al simbo-lo.Siamo molto affezionati al simbolo del Sole che ride, ma noi non lo abbiamo mai consi-

derato una sorta di coperta di Linus. Quello che ci portia-mo dietro sono invece le bat-taglie di questi anni per l’affer-mazione di un altro modello economico e sociale: dalla

difesa dell’acqua come bene comune al so-stegno alle infrastrutture utili e alla mobilità sostenibile, dai progetti per l’affermazione delle energie rinnovabili alle conquiste sui rifiuti, sull’agricoltura biologica e di quali-tà, sull’imprenditoria innovativa. Dall’im-pegno a favore della trasparenza e dei con-sumatori alle tante lotte sui territori, molto spesso a fianco dei comitati civici. Portano la nostra firma quattro leggi regionali già fi-nanziate: commercio equo, software libero, acquisti verdi nella pubblica amministra-zione, marchio del mobile in stile. Anche le sconfitte vorremmo riprenderci, perché per un movimento come il nostro la coerenza e il coraggio equivalgono a medaglie, sono quarti di nobiltà.

I Verdi e civici dell’Umbria con l’Italia dei Valori e i movimenti civici. Intervista a Oliviero Dottorini

Il nostro progetto in una storia più grande“Una scelta corale, condivisa sia dai Verdi che dai civici. Il messaggio ecologista non può rimanere patrimonio di pochi”

“Portiamo con noi le battaglie

per un’altraUmbria:

libera, concreta,di parola”

Di seguito l’intervento del portavoce na-zionale e garante per l’Umbria dell’Ita-lia dei Valori nel corso della conferenza stampa congiunta con i Verdi e civici dell’Umbria.

Oggi il nostro partito viene sottoposto ad un esame importante: deve dimo-strare di essere un soggetto politico aperto, la casa comune di chi condi-vide gli stessi valori e di chi si ricono-sce, al di là della propria identità, in un progetto politico aperto e carico di futuro. Superare la propria identità, tuttavia, non signi-fica che nel nostro partito si cancel-lino le identità. Anzi, si rafforzano. Ma le identità non possono diventare un recinto, devono riuscire ad essere talmente forti da non doversi chiu-dere dentro l’ap-partenenza. Ed è questo il senso della forza che vo-gliamo costruire, di un partito “post-ideologico”, che non significa però a-ideologico o anti-ideologico.Per questo comunichiamo la nostra gioia per un evento importante. Oli-viero Dottorini, Daniela Chiavarini e tanti altri Verdi e civici dell’Umbria hanno ritenuto che il modo migliore per essere verdi e ambientalisti fosse vivere l’esperienza dell’Italia dei va-lori. Hanno ritenuto cioè che il modo migliore per fluttuare verso se stessi fosse non rifugiarsi in un recinto, ma stare in un luogo nel quale non ci sono confini, che racconta e fa esperienza di una sintonia e di una prospettiva comune.Come Italia dei valori stiamo realiz-zando un profondo cambiamento. Fino a poco tempo fa eravamo un sog-getto fortemente presente nel dibattito in rete, un soggetto di consenso a una leadership, a un progetto, capace di te-stimoniare ed evocare valori. Un “non partito”, almeno rispetto alle categorie tradizionali che conosciamo. Abbiamo pensato che fosse nostro do-vere andare avanti, innanzitutto ac-compagnando la nostra forte presenza in rete con una forma di collegamento e organizzazione sul territorio. Il no-stro partito deve diventare riferimen-to di consensi, oltre che di consenso.

Essere riconoscibile per le facce, per le persone che siano testimoni di un consenso. L’Italia dei valori ha fatto anche un grande lavoro per darsi un program-ma di governo serio e credibile dal momento che vorremmo, se fosse pos-sibile, se gli elettori lo vorranno, non rimanere per sempre all’opposizione. Mi hanno insegnato che non sei tu ad andare all’opposizione, ma ti ci man-dano gli elettori, bisogna allora attrez-zarsi con soggetti e argomenti che sia-

no credibili. Oggi il primo obiettivo credibile che ci siamo dati è abbattere l’attuale sistema di imbar-barimento politico espresso dal gover-no Berlusconi. Un obiettivo che noi non consideriamo fine a se stesso, ma strumento per re-alizzare un’Italia diversa e migliore. L’Italia della lega-lità dei diritti e non

soltanto della legalità del diritto. Diritti costituzionali, innanzitutto: dal lavoro all’uguaglianza, dalla libertà di informazione alla democrazia. Da questo punto di vista, tra l’altro, continueremo ad impegnarci anche in questa regione per garantire forme di rappresentanza politica eticamente so-stenibili e non sottratte alla libera scel-ta dei cittadini, a partire dal contrasto a una legge elettorale che rischia di compromettere seriamente le preroga-tive democratiche dell’Umbria. Svilupperemo un’azione politica per far comprendere all’attuale maggio-ranza in Consiglio regionale che o si fa opposizione da sè – e mette in atto cambiamenti significativi, non soltan-to di persone - o c’è un pezzo di società che vota con l’opposizione. Noi voglia-mo dare il nostro contributo e vorrem-mo poter dire che i valori progressisti e riformatori in Umbria hanno vinto ancora una volta anche grazie al con-tributo dell’Italia dei Valori.In questo credo che sarà fondamentale l’apporto che ci daranno Dottorini, gli amici dei Verdi e civici. Oggi vogliamo fare quello che si fa con gli ospiti: facciamo trovare la casa riscaldata e il camino acceso a chi de-cide di condividere con noi un cammi-no e un progetto.

“La nostra casa è aperta per chi decide di condividere un cammino”

Fluttuare verso se stessisenza recinti ideologicidi Leoluca Orlando

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Intitolare la bibliomediateca di Palazzo Cesaroni al giornalista Enzo Biagi, ba-luardo del giornalismo libero in Italia. Questa la proposta avanzata dal consi-gliere Oliviero Dottorini attraverso una lettera inviata al presidente del Consi-glio regionale Fabrizio Bracco. Facendo riferimento alle polemiche in-nescate dal Pdl che ha negato la possi-bilità di dedicare una scuola al giornali-sta recentemente scomparso, Dottorini ha affermato una necessità inderogabi-le: “Come consiglio dobbiamo impedi-re che l’indifferenza e la paura verso il giornalismo pulito e indipendente a cui Biagi si ispirava e tuttora molti si ispi-rano, attecchisca anche in Umbria. Bia-gi è stato un uomo rispettoso ed equi-

librato, ma con la schiena dritta. E’ stato un partigia-no durante la Re-sistenza ed è mor-to partigiano. Un uomo libero che non pretendeva di stare simpatico a tutti. E sapeva che l’indipenden-za lo avrebbe reso poco simpatico a molti”.

È iniziata anche in Umbria la decapita-zione della scuola pubblica e con l’inizio dell’anno scolastico sono arrivate anche le decimazioni dei lavoratori della scuola.“Il governo getta la maschera e le rassicu-razioni del ministro Gelmini si mostrano per quello che sono: bugie che si palesano oggi in tutta la loro gravità”. Sono state queste le parole di reazione di Olivie-ro Dottorini, capogruppo dei Verdi per i valori – Idv in Consiglio regionale, e di Emanuela Arcaleni, responsabile Scuola e Formazione dello stesso gruppo.“Dobbiamo prendere le difese dei lavo-ratori, dell’offerta formativa fino ad oggi garantita e delle tante famiglie che incon-treranno disagi e disservizi enormi a causa della controriforma del governo Berlusco-ni – hanno detto Dottorini e Arcaleni -. La scuola pubblica sta subendo un attacco gravissimo capace di produrre solamen-te un impoverimento sia qualitativo che quantitativo. Purtroppo siamo stati facili profeti quando nei mesi passati abbiamo più volte denunciato il rischio di quello a cui oggi stiamo assistendo”.In Umbria a essere cancellati saranno circa 800 posti di lavoro tra insegnanti e non docenti. I tagli stanno comportando problemi seri: dall’impossibilità di garan-tire l’apertura di nuove sezioni di scuola dell’infanzia (e quindi la presenza di liste di attesa) alla mancata copertura delle ore

per il sostegno ai ragazzi disabili e porta-tori di handicap, dal taglio delle ore di al-ternativa all’insegnamento della religione cattolica all’impossibilità di garantire at-tività di laboratorio, dalla totale impossi-bilità di creazione di gruppi di lavoro per recuperi e potenziamento alla inefficienza dell’insegnamento dell’informatica su pic-coli laboratori con classi di 30 studenti.“Ma c’è di più – ricordano i due esponenti dell’Italia dei Valori -, dal settembre 2010 la Regione dovrà allinearsi alla normativa nazionale e chiudere i piccoli plessi sco-lastici: una vera mannaia per l’istruzione pubblica gratuita. Ciò che ci aspetta sono scuole in grandi difficoltà anche per ope-razioni semplici come l’apertura e la chiu-sura degli edifici. Per non parlare della didattica e di tutte le attività di insegna-mento”.

Bollo auto. Valida l’autocertificazione per le auto storiche

Passa la linea Dottorini Di Bello: “Ottima notizia per chi ha creduto nella nostra battaglia”

Consiglio regionale

“Intitolarela bibliotecaa enzo Biagi”

Tagli alla scuola

Finalmente un po’ di chiarezza per i pos-sessori di veicoli storici ventennali. Il 26 agosto, con pubblicazione sul Bollettino ufficiale, la Regione Umbria ha ufficial-mente riconosciuto i mo-delli di autocertificazione inviati all’Ufficio Tasse Automobilistiche della Re-gione ed ha confermato la riduzione del bollo per tutti coloro che hanno inviato il modello elaborato dal gruppo Verdi per i valori – Idv. “La conferma della validi-tà delle autocertificazioni è una grande vittoria dei Verdi per i valori - Idv – affermano Oliviero Dotto-rini, capogruppo in Consiglio regionale, e Dario Di Bello, responsabile consumatori ed esperto di auto storiche -, ma soprat-tutto è un’ottima notizia per tutti i posses-sori di auto storiche ventennali e per quei cittadini che da troppi anni erano costretti a pagare un odioso balzello ad un unico soggetto, l’Asi, per vedersi riconosciuto

un diritto sancito da una Legge dello Stato (L.342/2000). Il regolamento per le auto-moto storiche ventennali sana un vuoto normativo che

lasciava adito a non pochi dubbi di natura costituzionale. “Verrà predisposto un elenco di officine e club con sede in ‘Umbria dove far controllare la propria auto o la propria moto storica”, spiegano Dottorini e Di Bello. Il tutto in un regime non più sostanzialmente mo-nopolistico, ma di concorrenza e libero mercato. L’elenco del-le officine e dei club autoriz-zati al controllo saranno pre-sto pubblicati sul sito internet www.dottorini.com. Lo stesso

che ha consentito di scaricare il modello di autocertificazione che tanti appassionati di auto e moto storiche hanno inviato in Regione e che oggi consente di fare accer-tare-certificare, presso uno dei tanti centri che la Regione autorizzerà, che il proprio veicolo possiede quei requisiti di storicità determinati a livello nazionale.

Riforma Gelmini. Ottocento posti di lavoro cancellati in Umbria

la mannaia sulla scuola “La scuola sta subendo un attacco durissimo. Grandi difficoltà anche per didattica e normali attività d’insegnamento”

Nei canali di Berlusconi il pluralismo viene travolto dalla caccia all’uomo. Pedinare un giudice e tentare di gettare discredito su di lui, come ha fatto recentemente Canale 5, è grave e la dice lunga sull’idea di giornalismo e di rispetto delle regole coltivati da Berlusconi e dal centrodestra. E’ significativo per di più che appena poche settimane fa, subito dopo la sentenza che condanna Mediaset al pagamento di 750 milioni di euro, Berlusconi avesse detto pubblicamente: “Su questo giudice nei prossimi giorni ne vedrete delle belle”. Adesso si passa dalle parole ai fatti. “Credo per questo che sia giusto oggi indossare calze turchesi per solidarietà a Raimondo Mesiano, colpevole soltanto di fare la fila dal barbiere, di fermarsi al semaforo, di indossare calze turchesi e, soprattutto, di fare il giudice senza sottomettersi alla volontà del più forte” ha detto Oliviero Dottorini, capogruppo Idv in Consiglio Regionale.

InformazioneCalzini turchesiper solidarietàa Mesiano

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Bettona

Bettona. Prima l’inciucio in Consiglio regionale, poi l’intervento dei Noe

Il depuratore del malaffareIl patto trasversale tra Pd, Pdl, Udc, Prc e Sinistra e libertà crea le condizioni per continuare in una gestione vergognosa. Dottorini: “Gravissimo, accolte soltanto le richieste degli allevatori”Ottantasei indagati, 11 arresti. Le accuse coinvolgono sia dipendenti dell’Arpa che i vertici della Codep, la cooperativa che gestisce l’impianto di depurazione dei re-flui zootecnici degli allevamenti di Betto-na. E vanno dall’associazione a delinquere al disastro ambientale.Ciò che si è verificato l’estate scorsa a Bettona, paese di 4mila abitanti che ha ospitato fino a 80mila capi suini, equiva-le a un terremoto che ha fatto tremare i vertici stessi del governo regionale, con-fermando tutte le anomalie che da anni i comitati civici denunciavano e che ha mostrato quanto sia stata lungimirante la scelta dell’Idv - Verdi per i valori di op-porsi, da soli, all’inciucio che nel luglio scorso ha portato il Consiglio regionale a votare una mozione trasversale a sostegno del comune di Bettona. Ma la ciliegina sulla torta è arrivata il primo dicembre scorso quando un in-credibile accordo trasversale ha portato all’approvazione di un provvedimento su-

gli allevamenti zootecnici contenuto nel Piano acque della Regione. In un’atmo-sfera di perfetta collabora-zione tra Pd, Pdl, Prc, Udc e Sinistra e libertà si è deciso di non chiudere, come chie-deva Dottorini, gli impianti di depurazione del malaf-fare. Inoltre è stato cancel-lato l’obiettivo di drastica diminuzione dei suini, si è innalzato il numero dei capi oltre il quale viene prevista una verifica di sostenibilità ambientale, i cittadini con-tinueranno a essere esclusi per legge dalle decisioni che li riguardano direttamente. “Oggi – è stato l’immediato commento di Dottorini - si è consumato l’ennesimo atto di un patto trasversale che da anni mette insieme destra e sinistra uniti da una stessa visione sulle problematiche di Bet-tona e Marsciano. Si tratta di un inciucio

impresentabile a cui ci siamo rifiutati di partecipare, preferendo mantenere fede a un impegno con quel territorio e con le ra-gioni dei cittadini che lo abitano”. Nella votazione finale 15 sono stati i voti favorevoli (Pd, Udc, Rifondazione co-munista e Sinistra e libertà), in 8 si sono astenuti (Pdl, la Destra), mentre l’unico voto contrario è stato quello dell’Idv, con Dottorini. L’astensione del centrodestra, inizialmente protagonista di un’opposi-zione feroce, ha mostrato in maniera evi-dente cosa fosse avvenuto nelle settimane di trattative che hanno preceduto il voto. Con i suoi emendamenti la giunta regiona-le ha accontentato gli allevatori, preferen-do sacrificare le ragioni dell’ambiente e di chi in quel territorio vive ogni giorno. E il centrodestra ha apprezzato, non facendo mancare il proprio sostegno.“Evidentemente la lezione di Bettona non è servita a niente – ha spiegato Dottori-ni -. Come se non ci fosse di mezzo uno dei disastri ambientali più gravi mai vis-suti dalla nostra regione, si sono accolte soltanto le richieste delle associazioni di categoria: maglie larghe per gli allevato-ri, parametri non restrittivi, possibilità di proseguire in modalità di gestione a dir poco dannose. Rimane inalterata la possi-bilità di continuare in attività che hanno arricchito pochi a spese della collettivi-tà’’. Tutti gli emendamenti dell’Italia dei valori sono stati respinti, sia quelli che avrebbero portato a una drastica riduzio-ne dei capi suini, sia per la chiusura dei depuratori, sia quelli che prevedevano il coinvolgimento dei comitati civici e delle associazioni ambientaliste nella stipula di accordi e protocolli d’intesa.“L’Umbria – aveva spiegato Dottorini - non può continuare a incentivare un re-gime di soccida capace solo di stimolare un’economia subalterna, accettando deci-ne di migliaia di capi suini per ingrassarli, smaltirne i reflui e rinviare la produzione alla casa madre, solitamente ubicata fuori regione”. Ma né l’operazione dei Carabinieri del Noe, né la ferma opposizione del Comi-tato popolare per l´ambiente di Bettona sembrano aver convinto giunta e forze po-litiche. La tentazione dell’inciucio è stata troppo forte.

Il rischio che un bene comune come l’acqua venga sottratto ai cittadini per consegnarlo, a partire dal 2011, agli interessi delle grandi multinazionali e farne un nuovo business per i privati e per le banche è ora diventato realtà. Il già noto meccanismo introdotto dalle previsioni normative della legge 133 del 2008, oltre a considerare l’acqua come un bene di rilevanza economica, finirà a breve per comportare un au-mento vertiginoso di costi per l’utente finale, con la costituzione di ulteriori enti politicizzati e costosissimi. Fino a oggi tuttavia era quanto meno rico-nosciuta facoltà alle amministrazioni locali e ai loro consorzi di esercitare la gestione attraverso società interamen-te pubbliche e sulla base di indirizzi e controlli diretti. Ora, il decreto gover-nativo 135, convertito in legge il 19 novembre scorso, prevede invece che gli affidamenti a società interamente pubbliche vengano fatti decadere im-prorogabilmente nel 2011 a meno che l’amministrazione locale non ceda il 40 per cento delle sue quote nella società a soggetti privati.“Una scelta scellerata” per il consi-gliere regionale Oliviero Dottorini. “Il servizio idrico – spiega il capogruppo regionale dei Verdi per i valori – Idv - deve essere sottratto alle logiche del profitto e ai processi di privatizzazione

in atto. Per questo abbiamo presentato una mozione in Consiglio regionale che impegna la giunta a presentare ri-corso di costituzionalità contro il re-cente decreto governativo che di fatto privatizza e mercifica un bene comune come l’acqua, sottraendolo all’autono-mia degli enti locali e negando quindi il principio di sussidiarietà riconosciuto dalla Costituzione”.“Sosteniamo con convinzione – ha pro-seguito l’esponente dell’Italia dei valo-ri – la campagna lanciata dal Forum italiano dei movimenti per l’acqua per-ché è assolutamente necessario reagire ad un provvedimento che espropria i consigli comunali e i sindaci eletti dai cittadini della gestione dell’acqua po-tabile che per legge sarà privatizzata e consegnata al mercato. L’Italia dei va-lori, che si è opposta con determinazio-ne a questa legge, ha promosso un re-ferendum per ribadire la necessità della gestione pubblica del servizio idrico. L’acqua è un bene comune essenziale per la vita di ogni uomo, e pertanto il servizio idrico dovrebbe essere dichia-rato privo di rilevanza economica. Per questi motivi chiediamo alla Regione di intervenire con tutti gli strumenti a sua disposizione per evitare che l’ac-qua venga mercificata e che la sua ge-stione venga consegnata alle regole del mercato e del profitto”.

Beni comuni. Berlusconi consegna il servizio idrico al mercato

Acqua privatizzata? No grazieDottorini: “La Regione presenti ricorso di costituzionalità.Sostegno alla campagna del Forum dei movimenti per l’acqua”

8 - Verdi Civici UMBRIA news

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Piano dei rifiuti

Dopo un lungo e travagliato iter di discus-sione, il Consiglio regionale ha approvato il Piano regionale per la gestione dei ri-fiuti. Un provvedimento importantissimo che inciderà sulla qualità dello sviluppo della nostra regione negli anni a venire. E’ evidente che si tratta di un tema che va a toccare molteplici interessi, molti dei quali contrari a quelle che sono le istanze civiche ed ecologiste. Per questo motivo la battaglia per apportare sostanziali mo-difiche al testo originario proposto dalla giunta regionale è stata dura e articolata. E il testo uscito dal Consiglio è da leggere in chiaroscuro. “Non è il Piano che avrem-mo scritto noi - è stato il parere di Oliviero

“La sfida è molto ambiziosa: approvare un Piano regionale dei rifiuti moderno ed efficace, capace di prefigurare l’intero ci-clo della gestione dei rifiuti, fino alla sua chiusura, individuando una gerarchia di priorità che non sia solamente enunciata, ma che trovi rispondenza nella pratica”. In questo modo Oliviero Dottorini, capo-gruppo regionale dei Verdi per i valori - Idv, ha impostato il suo intervento durante la discussione che ha portato alla votazio-ne sul Piano regionale per la gestione dei rifiuti.“Per affrontare questo problema – ha proseguito Dottorini - non servono slo-gan o scorciatoie. La questione è talmente complessa che necessita di soluzioni ar-ticolate e responsabili ispirate ai criteri della ragionevolezza. Innanzitutto il cri-terio della sicurezza, della salvaguardia della salute e dell’ambiente che sono i beni più preziosi di cui disponiamo. Quin-di il principio di precauzione, ma anche di trasparenza e di riconoscimento del dirit-to delle comunità locali e dei cittadini a essere coinvolti nelle scelte che li riguar-dano direttamente. Non ultima, inoltre, una grande attenzione a valutare anche la sostenibilità economica degli interventi per evitare in ogni maniera che la stra-da che noi indichiamo oggi pregiudichi le aspettative e la sostenibilità del sistema per le generazioni future”.“I dati a disposizione dimostrano che il precedente Piano dei rifiuti ha sostan-zialmente fallito nel perseguimento degli obiettivi che si era prefissato, che pure ri-mangono assolutamente condivisibili nel-la loro enunciazione. E’ partendo da que-ste premesse che ci sentiamo di dire che questo Piano per certi versi procede nella direzione che abbiamo sempre indicato: quella cioè che individua nella riduzione dei rifiuti, riuso e raccolta differenziata “porta a porta” il fulcro del processo; che prevede il passaggio da tassa a tarif-fa, come strumento efficace per rendere convenienti i comportamenti virtuosi nel recupero delle materie prime separate; che ha tra i suoi obiettivi quello di chiude-re il ciclo dei rifiuti, secondo il principio dell’autosufficienza, e quello del graduale superamento di un sistema di discariche che, grazie a politiche di corto respiro, è giunto anche nella nostra regione quasi a un livello di saturazione”.“L’aspetto che a nostro avviso presenta le maggiori criticità e lacune nel Piano dei rifiuti riguarda quanto avviene a valle della raccolta differenziata. Rispetto alla fase di chiusura del ciclo, gli aspetti sa-lienti sui quali è opportuno concentrare l’attenzione sono principalmente tre: 1. La scelta del tipo di impianti per lo smal-timento ultimo; 2. Il dimensionamento e la flessibilità modulare degli impianti stessi; 3. la scelta del gestore della fase di smal-timento ultimo”.“Per quanto riguarda la scelta del tipo

di impiantistica, riteniamo di poter consi-derare un grande risultato politico il fatto che il Piano preveda che la scelta della tecnologia migliore avvenga attraverso un bando di gara europeo che non individui soluzioni impiantistiche a priori, ma che, fissati alcuni criteri, lasci aperto lo spet-tro delle soluzioni più adeguate, come ad esempio le buone pratiche sperimentate in casi come quello di Vedelago. Per quan-to riguarda il dimensionamento, dobbia-mo evitare il rischio, che si presenta con l’adozione di sistemi non modulabili, di condizionare tutto il ciclo di trattamento dei rifiuti bloccando fino al 2035-2040 la previsione di raccolta differenziata rela-tiva al 2012. Infine, dobbiamo evitare un conflitto d’interesse strutturale: chi gesti-sce lo smaltimento dei rifiuti residuali ha l’interesse che l’impianto di trattamento funzioni a piena capacità, perché guada-gna su ogni tonnellata trattata; chi gesti-sce la raccolta ha l’interesse di raccoglie-re il più possibile in modo differenziato e quindi di fare arrivare il minimo possibile al trattamento finale. Mettere questi due processi di gestione dei rifiuti nelle stesse mani è moralmente inaccettabile, econo-micamente sbagliato (i cittadini pagano di più) e ambientalmente dannoso (si “bru-cia” o si “valorizza energeticamente” più del necessario). Non è un caso che in Europa queste due fasi del processo sono quasi sempre affidate a gestori diversi”.

Rifiuti. Il Consiglio regionale ha approvato il Piano di gestione: ombre e luci

Un’impronta sostenibile sul PianoBando europeo ed eliminazione di conflitti di interesse sono i principali risultati ottenuti da Dottorini, che dice:“Non è il Piano che avremmo scritto noi, ma abbiamo ottenuto molto”

Rifiuti. Sintesi dell’intervento di Oliviero Dottorini in Consiglio regionale

Tutela della salute e dell’ambiente,coinvolgimento delle comunità locali.Questa la nostra visione

Il sistema Vedelago rappresenta una esperienza innovativa, sicura e ormai di sperimentata convenienza economica e ambientale che può essere estesa a tutta la regione, soprattutto in quegli ambiti territoriali che non sono ancora dotati di impiantistica di preselezione e che quin-di non devono rispondere a modelli data-ti di trattamento dei rifiuti.L’attività consiste nel ricevere le fra-zioni secche riciclabili, selezionarle in base alla composizione merceologica, compiere le operazioni necessarie per la riduzione volumetrica, gestire la fase di destinazione in uscita delle singole tipo-logie di materiali che, in relazione alla possibilità di riutilizzo, vengono conse-gnati a impianti di seconda lavorazione o a specifiche aziende che li impiegano nei loro cicli produttivi.Fino ad oggi questo sistema di gestione ha trovato ben pochi sostenitori nelle istituzioni regionali. Se si esclude la net-ta presa di posizione di Oliviero Dotto-rini, nessun amministratore regionale o provinciale si è mai avvicinato alla valu-tazione di questa modalità di trattamen-to. Il fatto che recentemente Provincia, Comune e Asm di Terni abbiano deciso

di dare credito a questa esperienza inno-vativa è pertanto “una novità importante – come ha commentato lo stesso Dotto-rini - che deve essere presa seriamente in considerazione in sede di attuazione del nuovo Piano regionale dei rifiuti, in conformità del quale occorre ridurre i rifiuti all’origine, aumentare la raccolta differenziata e sviluppare una filiera del riciclo che garantisca l’autosufficienza di ambito attraverso la più moderna e sicura impiantistica, che rispetti l’ambiente e il paesaggio della nostra regione”. “Per un Piano di gestione dei rifiuti che ha l’ambizione di essere moderno, come quello umbro – è il parere di Dottorini - l’esperienza di Vedelago è importan-tissima. E’ vero, sicuramente ridurrà il business delle aziende di gestione, ma garantisce maggiore occupazione, flessi-bilità impiantistica, sicurezza e risparmi concreti per i cittadini. L’obiettivo deve essere quello di dare vita ad una politica industriale attiva, in grado di incentivare la realizzazione di una vera e propria fi-liera industriale del riciclaggio e del riu-so, perseguendo in modo rigoroso l’op-zione “rifiuti zero” per indirizzare una moderna gestione integrata de rifiuti”.

La proposta di Dottorini in Consiglio regionale

sperimentare Vedelago

Dottorini, capogruppo regionale dei Verdi per i valori - ma abbiamo ottenuto mol-to. Rimangono alcuni aspetti basilari non condivisibili e il governo regionale avreb-be potuto avere più coraggio, ma grazie alle nostre proposte alcune storture sono state evitate e l’Umbria si dota di un buon Piano che procede nella direzione che ab-biamo sempre indicato: quella cioè che individua nella riduzione dei rifiuti, riu-so, raccolta differenziata “porta a porta” e passaggio da tassa a tariffa il fulcro del processo”.Sono infatti molte le proposte avanzate da Dottorini accolte nel documento fina-le. Tra queste la necessità che il soggetto

che gestirà l’impianto di smaltimento finale sia diverso da quello che gestirà la raccolta, per evitare un conflitto di interessi strutturale, “moralmente inaccetta-bile, economicamente sbagliato e ambiental-mente dannoso”.Allo stesso tempo è po-sitivo che il Piano abbia recepito la richiesta di un bando europeo aper-to a tutte le migliori so-luzioni e che si sia deci-so di fissare una soglia di raccolta differenziata, pari al 40 per cento, pri-

ma del raggiungimento della quale non si potrà procedere alla realizzazione dell’im-pianto di smaltimento ultimo.Si tratta di accorgimenti in grado di garan-tire che tutte le parti del ciclo delineato dal Piano regionale trovino applicazione. Non solo quindi l’impiantistica finale (magari attraverso l’inceneritore), che lascerebbe la raccolta differenziata a livelli insoddi-sfacenti. “E’ inoltre importante ricordare – ha sot-tolineato il presidente della commissione Bilancio e Affari istituzionali di Palazzo Cesaroni – che siamo stati i primi a richie-dere che la scelta della tecnologia migliore per lo smaltimento ultimo avvenisse attra-verso un bando di gara europeo e che tale bando fosse distinto da quello per l’affi-damento del sevizio di gestione dei rifiuti. Avremmo preferito che nel bando, accanto a pirolisi, dissociazione molecolare e altre soluzioni innovative, venisse compresa anche la modalità del trattamento mecca-nico-biologico, oggi considerata all’altez-za di risolvere in maniera adeguata e con costi ambientali ed economici inferiori il grande problema dello smaltimento ulti-mo dei rifiuti. Ma la contrarietà del Pd e delle opposizioni è stata ferma. Crediamo che in questo modo la nostra regione ab-bia perso una grande occasione per dimo-strare di essere all’avanguardia anche in questo campo. Rimane tuttavia aperta la possibilità di sperimentare il sistema Ve-

delago a livello dei singoli Ati e in que-sto senso la svolta di comune e provincia di Terni lasciano ben sperare”. Dottorini considera grave e indicativo tuttavia che non sia stato accolto l’emendamento dei Verdi per i valori che prevedeva impianti di smaltimento ultimo flessibili e modu-lari, gli unici in grado di far fronte a una raccolta differenziata che nel tempo dovrà essere più capillare e redditizia.

Emendamenti recepitiPassaggio da tassa a tariffa in base al principio “chi meno inquina meno paga”. Tariffa in base ai rifiuti indi-stinti realmente prodotti dall’utente del servizio.Introduzione di meccanismi disin-centivanti (sanzioni) per i comuni e gli Ati inadempienti rispetto alle indi-cazioni del Piano.Gara europea aperta alle migliori soluzioni per la scelta dell’impianto di smaltimento finale, evitando l’opzione dell’incenerimento come unica solu-zione (come previsto dalla prima bozza del Piano).Separazione netta tra gestore dell’im-pianto di smaltimento finale e gestore della raccolta differenziata al fine di evitare conflitti di interessi (chi gesti-sce gli impianti di smaltimento finale non ha alcun interesse a far decollare la raccolta differenziata). In gran parte delle realtà europee chi gestisce gli im-pianti di smaltimento ultimo (discari-che, inceneritori, termovalorizzatori...)

è soggetto diverso da chi gestisce la raccolta e separazione dei rifiuti.Raggiungimento del 40 per cento di raccolta differenziata a livello regio-nale (la richiesta dei Verdi per i valori era del 45 per cento) prima di partire con qualsiasi impianto di smaltimento finale.Impulso economico alle esperienze (imprenditoriali e non) di riduzione e riuso dei rifiuti (prima erano compresi solo gli impianti di smaltimento ulti-mo).

Emendamenti respintiModularità degli impianti di smalti-mento ultimo al fine di evitare che il sistema di raccolta differenziata si fer-mi al 65 per cento.Introduzione di metodi di tratta-mento meccanico-biologico (modello Vedelago) anche come sistema di smal-timento ultimo.Assunzione del principio “Rifiuti zero” come obiettivo da raggiungere entro il 2020.

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Piano dei rifiuti

Rifiuti. Il Consiglio regionale ha approvato il Piano di gestione: ombre e luci

Un’impronta sostenibile sul PianoBando europeo ed eliminazione di conflitti di interesse sono i principali risultati ottenuti da Dottorini, che dice:“Non è il Piano che avremmo scritto noi, ma abbiamo ottenuto molto”

Scheda. I risultati ottenuti da Dottorinile proposte accolte, quelle respinte

I problemi per chi vive nei pressi della discarica di Belladanza sembrano non fi-nire mai. Infatti dopo gli sversamenti dei liquidi della primavera scorsa e l’incen-dio di un’estate fa, è divampato di nuovo un incendio all’interno dell’impianto di smaltimento dei rifiuti. “Quest’ultimo incidente – ha detto Oliviero Dottorini, capogruppo dei Verdi per i valori – Idv in Consiglio regionale - desta preoccu-pazione e ci induce a chiedere immedia-ti chiarimenti a Sogepu e al comune di Città di Castello, in particolare per co-noscere quali batterie di controlli vengo-no effettuate sui rifiuti in entrata, sulle acque dei pozzi piezometrici e privati, sull’aria e anche sui terreni circostanti”. Basterebbe davvero poco per rendere trasparenti le operazioni in discarica at-

traverso la messa a disposizione dei dati, conquistando così la fiducia dei cittadini. La trasparenza infatti è il primo requi-sito per una corretta gestione dei rifiuti. Nelle maggiori città europee i dati degli impianti di gestione dei rifiuti sono im-mediatamente consultabili tramite inter-net da tutti i cittadini.“Il ripetersi di episodi anomali non aiuta a creare un clima disteso e collaborativo. La normativa nazionale stabilisce criteri precisi per la gestione delle discariche. A nostro avviso è necessario attivare con estrema urgenza un’indagine di carattere ambientale-sanitario per monitorare la qualità dei rifiuti conferiti in discarica e per verificare che non vi siano alterazioni atmosferiche e per l’ecosistema agricolo e zootecnico dell’area circostante”.

Belladanza. Comune e Sogepu non chiariscono le cause degli incidenti

Una discarica di dubbi

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L’attenzione della Regione per il settore del biologico è purtroppo sempre stata carente, come dimostrano, ad esempio, i cronici ri-tardi nei pagamenti dei contributi del Piano di sviluppo rurale (Psr). Una procedura che non riesce a garantire l’erogazione dei finan-ziamenti previsti prima di 2 o 3 anni e che costringe ad anticipare per un così lungo tem-po gli investimenti impedisce alle aziende di ottenere credito dagli istituti bancari, metten-dole sostanzialmente in ginocchio. In occasione dell’avvio della fase di trattative con Bruxelles per le modifiche da apportare al Psr 2007-2013 per l’assegnazione di nuovi fondi, Oliviero Dottorini, capogruppo regio-nale dei Verdi per i valori – Idv, è intervenuto proprio al fine di sottolineare la necessità di correggere questo approccio. “E’ fondamen-tale – è stato il commento dell’esponente dell’Italia dei valori - che l’Umbria sappia cogliere l’opportunità di colmare alcune la-cune passate, attraverso un impegno concreto della giunta a sostenere il modello dell’agri-coltura biologica e il settore zootecnico non intensivo e di qualità. Solo così saremo in grado di attrarre risorse per incentivare prati-che coerenti con quelle che sono chiamate le ‘nuove sfide’, cioè azioni mirate a contrastare i mutamenti climatici e a tutelare la qualità delle risorse del territorio”.“Sarebbe veramente inspiegabile – ha ag-giunto Dottorini – se, di fronte alla richiesta che l’Ue fa alle regioni di sostenere azioni e modelli a minore impatto ambientale, l’Um-bria scegliesse di difendere solamente il set-tore del tabacco, dimenticandosi invece di un modello agricolo che quelle azioni già le pratica come sistema”.Ciò che chiedono le associazioni è il ricono-scimento di un premio congruo al biologico e soprattutto l’impegno per predisporre sche-de giustificative che permettano di difendere politicamente la scelta a sostegno di tale mo-dello agricolo.

“E’ inoltre necessario – ha continuato il pre-sidente della commissione Bilancio e Affari istituzionali di Palazzo Cesaroni – prestare una maggiore attenzione al settore zootec-nico non intensivo e di qualità. Per questo auspichiamo l’inserimento dei premi per pa-scoli e prati pascolo e colture foraggere per le aziende biologiche e l’apertura di misure specifiche per tutte le attività zootecniche non considerate e, in particolare, l’alleva-mento avicolo e l’allevamento apistico. E’ quindi fondamentale – è stata la conclusione di Dottorini – che la giunta scelga di attuare una seria politica di sviluppo rurale preve-dendo degli interventi strategici che ricono-scano i dati oggettivi che indicano il modello agricolo biologico come quello maggiormen-te adatto a raggiungere gli obiettivi di minor impatto ambientale e maggior sostenibilità produttiva”. Della serie: abbiamo pronto lo strumento adatto per raggiungere gli obiettivi che l’Ue ci richiede, ora dobbiamo sostenerlo con misure adeguate.

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Agricoltura biologica

Agricoltura. Trattative per la modifica del Piano di sviluppo rurale

Puntare su biologico e qualità“L’Europa ci chiede politiche agricole eco-compatibili, sbagliatocontinuare a investire soltanto sui settori tradizionali”

Città di Castello

Un mercato a km zeroAvanti verso la filiera corta

Trentatre mila alveari gestiti da 1633 pic-coli apicoltori stanziali e due società coo-perative apistiche che riuniscono oltre 260 soci e che gestiscono complessivamente oltre 8mila alveari. Sono questi i nume-ri dell’apicoltura in Umbria, importante pratica, nella maggior parte dei casi hob-bistica, che ha sempre garantito un’ottima qualità del prodotto, anche grazie alle po-litiche regionali e alla legge 24 del 2002. Negli ultimi tempi però in Umbria, così come nel resto d’Europa e del pianeta, il fenomeno di spopolamento degli alveari si sta manifestando in maniera preoccupan-te. Per tenere sotto controllo il fenomeno e valutarne i rischi nel nostro territorio è stato avviato anche in Umbria il progetto Apenet, una rete di monitoraggio su tutto il territorio nazionale per il controllo dello spopolamento degli alveari, coordinata in

Umbria dal dottor Nicola Palmieri.“La moria delle api è un’emergenza am-bientale che non dobbiamo sottovalutare, ma che deve farci riflettere ed agire senza esitazioni – ha spiegato Oliviero Dottorini -. L’ape è un importante bioindicatore e ai primi sintomi che qualcosa non va nell’am-biente, muore. La concomitanza di fattori come l’inquinamento e il surriscaldamento globale ha seriamente compromesso inte-re colonie, mettendo a rischio l’equilibrio ambientale e agricolo. Se questa tendenza dovesse confermarsi, a rischio sarebbero gran parte delle produzioni agricole, orto-frutticole e olearie del nostro territorio”.Già dal maggio scorso sono iniziati i pre-lievi e controlli del ‘modulo umbro’ e circa cinquanta alveari, che costituiscono i cin-que apiari–stazione della regione Umbria, saranno tenuti sotto stretta osservazione.

Spopolamento degli alveari. A rischio l’ecosistema umbro

Parte il programma Apenet

La determinazione dei consiglieri Oliviero Dottorini e Roberto Len-si ottiene un risultato importante per l’Altotevere. Da gennaio an-che a Città di Castello si terrà il “Mercatino agroalimentare” dei prodotti agricoli locali, biologici e non. Dopo le numerose solleci-tazioni, infatti, l’amministrazione comunale ha ceduto e ha dato seguito a quanto ripetutamente richiesto dal gruppo dei Verdi per i valori - Idv. “Il mercato a ‘chilo-metri zero’, che in altre realtà del paese sta ottenendo una straordi-naria risposta, riesce a mettere a contatto diretto produttori locali e consumatori attenti alla quali-tà del prodotto”, hanno spiegato Dottorini e Lensi che già tre anni fa propose di individuare uno spa-zio nel mercato settimanale per la

vendita di-retta di pro-dotti tipici, biologici e di qualità provenienti dalle azien-de agricole della vallata.

Ma l’amministrazione tifernate fino ad oggi si è sempre dimostrata sorda a qualsiasi sollecitazione.“Oggi finalmente l’amministra-zione comunale torna sui suoi passi – ha detto Dottorini -, anche perché soprattutto in tempi di crisi non si possono respingere a prio-ri occasioni di vendita per quella produzione locale che assicura tracciabilità, sicurezza e qualità, garantendo alla cittadinanza pro-dotti a costi contenuti, ma soprat-tutto qualitativamente ed ecologi-camente sostenibili”.In tutta Italia ormai cresce la diffusione dei cosiddetti farmer’s market e dei gruppi di acquisto so-lidale che danno priorità ai piccoli produttori locali e che permettono l’incontro diretto tra produttore e consumatore, evitando il trasporto su lunghe distanze e recuperando il rispetto della stagionalità. “Le esperienze di ‘filiera corta’ - ha spiegato Dottorini - offrono la concreta opportunità ai produtto-ri locali di avere un mercato per farsi conoscere e arricchiscono il mercato cittadino aumentando l’attrattività di un centro storico sempre più in decadenza. L’av-vio di tali esperienze, in accordo e collaborazione con gli operatori agricoli e con le loro associazio-ni di categoria costituisce inoltre l’occasione di nuove prospettive di sviluppo per la nostra agricol-tura che non sia fondata solo sul-la coltura del tabacco”.

Il Comune cede alle pressioni di Lensi eDottorini

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Panna sexy

Dopo aver costretto per anni Peru-gia a sopportare la sua creazione Eurochocolate, Guarducci torna alla carica con una nuova proposta per ri-lanciare, a suo dire, lo sviluppo della nostra regione: realizzare un grande evento, denominato Hollyfood, per promuovere i prodotti enogastrono-mici dell’Umbria. Questo progetto prevedrebbe anche una grande inse-gna con la scritta Hollyfood, fissa per tutto l’anno sulla piana di Castelluc-cio di Norcia.“E’ assolutamente necessario che qualcuno fermi Guarducci – è stato il commento di Oliviero Dottorini - e gli spieghi che la nostra regione non ha bisogno della sua personale sfida a partorire idee sempre più strampa-late e pacchiane. Non ci stancheremo mai di ricordare al patron di Euro-chocolate che il modello dei grandi eventi, soprattutto se concepiti alla sua maniera, non è quello che serve ad una regione che ha tra i suoi punti di forza la bellezza dei suoi paesaggi, gli splendidi scorci dei suoi angusti e isolati centri storici e la genuinità dei suoi prodotti tipici”. “L’Umbria non è Gardaland – ha aggiunto Dottorini -. Solo una smi-surata mancanza di sensibilità e una buona dose di provincialismo può far venire in mente l’idea di una insegna e di un nome che richiama un mo-dello lontanissimo dalle specificità dell’Umbria, installata in uno dei po-chi luoghi incontaminati rimasti nel nostro territorio”.

Cosa c’entra la lotta sexy nella panna montata con i fondi per lo sviluppo rurale? Nulla, verrebbe da dire. Eppure la Regio-ne Umbria ha concesso un finanziamento di oltre 53mila euro all’evento “San Ge-mini Sweet Village” che prevedeva nel proprio programma la presentazione della Moca di cioccolato più grande del mondo, la rottura della Moca del guiness e piog-gia di cioccolato nonché, come riporta te-stualmente il pieghevole dell’evento, una “lotta nella panna montata femminile!!” con “due bellissime e sensuali ragazze in bikini che si esibiranno in una accattivante e sexy lotta invitando i presenti a parteci-pare”. Un affronto ai tanti operatori agricoli in difficoltà che da anni attendono politiche adeguate di supporto. Per questo Oliviero Dottorini, capogruppo regionale dei Verdi

per i valori – Idv a Palazzo Cesaro-ni, ha immediata-mente presentato un’interrogazione alla giunta regio-nale per chiedere conto di questa scelta e conoscere i criteri che “han-no permesso di concedere un fi-nanziamento a va-lere sui fondi per lo sviluppo rurale ad un evento che prevede attività che poco o nulla hanno a che vedere con gli obiettivi indi-viduati nel Psr”. “Ci piacerebbe capire – ha spiegato Dot-torini – cosa c’entra la lotta femminile ‘sexy’ nella panna montata con i fondi per lo sviluppo rurale. Magari c’è sfuggi-to qualcosa, ma è giusto che qualcuno ci spieghi quali sono stati i criteri che han-no permesso di concedere quel finanzia-mento. Già recentemente abbiamo avuto modo di evidenziare come il Piano di svi-luppo rurale per l’Umbria avesse tenuto in scarsa considerazione l’agricoltura di qualità, che pure soffre una crisi senza precedenti. Ora dobbiamo prendere atto della destinazione di fondi ad iniziative che difficilmente potranno rappresentare un sostegno alla promozione dell’offerta turistica e alla diffusione delle conoscenze sulle peculiarità del territorio e sulle sue ricchezze culturali, nonché sull’identifica-zione territoriale delle sue eccellenze, così come richiede la misura specifica del Psr. Con tutta la buona volontà, non riusciamo a capire cosa c’entrino con questo obietti-vo le attività previste a San Gemini”.Una presa di posizione che ha indotto l’as-sessore a una replica per smentire le tesi di Dottorini, sostenendo che i fondi del-

la Regione non andavano a finanziare la lotta nella panna montata. Pronta la repli-ca di Dottorini: “Mi dispiace contraddire l’assessore. Noi ci siamo bene informati prima di rivolgergli la domanda che riba-diamo in tutta la sua forza: come si può con i fondi del Psr finanziare un’iniziativa che prevede come promozione delle pro-duzioni tipiche e delle eccellenze la lotta sexy delle ragazze in bikini nella panna montata? Non risultando la panna montata essere un prodotto tipico umbro, forse ci si riferiva alle ragazze?”“Ritengo – ha aggiunto Dottorini - che an-drebbero selezionate con più attenzione le iniziative da finanziare con i denari della collettività, soprattutto in epoca di ristret-tezze economiche e di aziende alle prese con uno dei periodi più neri per l’agricol-tura nazionale e regionale. Poi, per cari-tà, non discuto sulle trovate relative alla moka più grande del mondo o sulle lot-te sexy. Mi lascia stupefatto soltanto che possano essere state finanziate con i fondi del Psr”.E così, dopo il botta e risposta con l’asses-sore Liviantoni, la lotta nella panna mon-tata è stata cancellata dal programma della manifestazione. Della serie: qualche volta vince il buon senso.

Eventi. Lo strano caso del “San Gemini Sweet Village” dove la panna montata diventa prodotto tipico

Panna sexy con i soldi nostri? No, grazieLa Regione finanzia la lotta nella panna montata con i fondi europei. Ma un’interrogazione di Dottorini fa saltare l’operazione: “Inspiegabili certi investimenti, mentre l’agricoltura di qualità soffre una crisi senza precedenti”

Come ogni anno, il programma di Euro-chocolate presenta sempre nuove discutibili trovate che non fanno che confermare il giu-dizio negativo su questa manifestazione. La trovata di quest’anno ha riguardato l’inau-gurazione dell’evento con l’intervento della banda dei Granatieri si Sardegna al grido di “Rompete le righe”.“Ci associamo – è stato il commento di Oli-viero Dottorini, capogruppo regionale dei Verdi per i valori - Idv - alle critiche por-tate dal movimento Perugia civica e da altri gruppi di cittadini e ribadiamo che la città di Perugia dovrebbe liberarsi dall’ingombro di un evento che ne mina la dignità. Qual-cuno dovrà spiegarci per esempio l’oppor-tunità dell’intervento di militari esperti che hanno assistito i turisti nella scalata di una parete di cioccolata. Risulta difficile infatti

capire come mai personale militare, invece di essere utilizzato per le tante necessità del nostro paese, venga impiegato in discutibili operazioni commerciali come Eurochocola-te”.“Ancora una volta – ha concluso Dottori-ni - come tutti gli anni, dobbiamo rimarcare l’esigenza di tutelare Perugia dall’invasione di una manifestazione che compromette la vivibilità della città senza valorizzare la ti-picità della nostra storia, cultura e patrimo-nio artistico. Ricordiamo che la possibilità di organizzare manifestazioni che portino messaggi più positivi esiste. E Altrociocco-lato, a Gubbio, è l’esempio di una grande festa equosolidale in perfetta armonia con la città e capace di far riflettere sull’impor-tanza del rispetto dei diritti umani e della tutela ambientale”.

Anche l’esercito per eurochocolate

Grandi eventi. Guarducci propone Hollyfood

“l’Umbria non è Gardaland”

“La Giunta faccia valere il primato della politica e si adoperi per una revi-sione complessiva del progetto Ex-Sai che tenga conto degli aspetti ambien-tali, urbanistici, paesaggistici, storici, culturali ed economici dell’intera area e che garantisca una connotazione unitaria e integrata del territorio se-condo un principio di equilibrio tra conservazione ambientale e sviluppo. E’ opportuno fare di tutto per prendere le distanze dalle incomprensibili scel-te dell’amministrazione comunale di Passignano”. E’ quanto chiede Oliviero Dottori-ni, capogruppo regiona-le dei Verdi per i valori - Idv, con un’interroga-zione all’esecutivo re-gionale relativamente al progetto avanzato dal comune di Passignano e dalla società Miche-langelo Costruzioni srl, proprietaria dei terreni, che prevede la realiz-zazione di opere di ur-banizzazione primaria sull’area denominata ex-Sai e sulle aree li-mitrofe, che si estendo-no per circa 11,5 ettari tra la ferrovia e la riva del lago Tra-simeno. Di questi, circa 13mila metri quadri saranno destinati a parcheggio e ben 53mila saranno utilizzati a fini edificatori. “Lo scenario finale – rive-la Dottorini - prevede cubature per un totale di circa 170mila metri cubi, di cui 90mila a destinazione residenzia-le, 64mila a destinazione direzionale commerciale e 18mila a destinazione turistico produttivo. Una colata di ce-mento, in grado di stravolgere l’assetto dell’intero territorio senza controparti-te significative per la collettività”.L’intervento di Dottorini fa seguito alla mobilitazione delle forze di opposi-zione di Passignano. E’ stata Fiorenza Fabbri, responsabile del locale circolo dell’Idv, a farsi paladina di questa bat-taglia decisiva per il futuro economi-

co e ambientale del Lago Trasimeno. Così l’interrogazione di Dottorini ha avviato una reazione a catena che sta allargando i confini della battaglia po-litica. Interrogazioni analoghe, infatti, sono state presentate sia dal portavoce nazionale dell’Idv Leoluca Orlando alla Camera, che dal consigliere pro-vinciale Idv Franco Granocchia.Il rischio è che un territorio a forte vo-cazione turistica veda compromesso in maniera irreversibile il proprio asset-to urbanistico, viario e paesaggistico.

Particolarmente gra-ve è la previsione che l’intervento interessi anche l’area adiacente alla ex-Sai, che secon-do il Piano regolatore vigente dovrebbe esse-re ambito di tutela na-turalistica della costa e pertanto inedificabile. “Come se non bastasse – aggiunge Dottorni - il progetto prevede anche la realizzazione di un non meglio precisato impianto di termovalo-rizzazione o di termodi-struzione per i rifiuti”. Insomma, un’ipotesi

che porterebbe effetti devastanti per tutta l’area, con volumetrie residen-ziali che risultano parametrate ad una capacità insediativa di circa mille abitanti, prevedendo cioè un aumento del 20 per cento della popolazione re-sidente nell’intero territorio comunale, andando così a saturare ben oltre ogni prospettiva di sviluppo demografico, la capacità edificatoria dell’intero co-mune per i decenni a venire.“E’ opportuno a questo punto – sostie-ne Dottorini - che anche la giunta re-gionale chiarisca quali impegni inten-de assumere per garantire un corretto sviluppo urbanistico, paesaggistico e territoriale a Passignano sul Trasime-no che sia, soprattutto, pensato nell’in-teresse della collettività e non per con-venienza di alcuni privati”.

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Passignano

Passignano. Cresce la polemica sulla Ex-Sai

Una colata di cemento sul lagoCubature per 170mila metri, urbanizzazioni in 11,5 ettari.E ora spunta anche il termovalorizzatore

È passato ormai più di un anno e mezzo dalla chiusura del bando per la gara di appalto della realizzazione della Piastra logistica dell’Altotevere e ancora non si hanno notizie su quando inizieranno i lavori, né tanto meno su quando finiranno. “Quella che ormai viene riconosciuta da tutti come un’autentica fol-lia progettuale - ha spiegato Oliviero Dottorini presentando un’interrogazione all’assessore Giuseppe Mascio - aveva un unico motivo di vanto per chi l’ha concepita: il vantaggio strategico di essere partiti un anno prima rispetto ai pro-getti di Foligno e Terni. Adesso anche quel vantaggio è annullato.D’altra parte l’errore strategico di un centro intermodale che non si connette alla linea ferroviaria è ormai riconosciuto da tutti. Ci piacerebbe sapere tuttavia come mai le Piastre di Foligno e Terni sono state finanziate per 39 milioni di euro ciascuna e quella di Città di Castello per 16 milioni. E poi i motivi reali dei ritardi accumulati”.

la piastra ferma al palo

Alla fine ci sono riusciti, o almeno così tentano di farci credere. Parliamo della trasformazione in autostrada della E45, l’arteria che collega Mestre a Civitavecchia e che recentemente il Consiglio di amministrazione dell’Anas ha de-ciso di trasformare in autostrada. Una scelta de-vastante che, se confermata, porterebbe l’Um-bria a perdite economiche, turistiche e culturali incalcolabili.Basti pensare che quel progetto, da solo, co-sterebbe 12 miliardi di euro (24mila miliardi delle vecchie lire), una cifra esorbitante che le attuali condizioni economiche del paese non ri-usciranno a sostenere. Fa sorridere infatti l’idea che vedrebbe i privati farsi carico della metà dell’investimento, dal momento che tutti rico-noscono l’impraticabilità di questo percorso: i privati notoriamente si rendono disponibili alla gestione delle grandi opere, non al loro finan-ziamento. I protagonisti di questa storia esemplare li co-nosciamo. Sono Vito Bonsignore, europarla-mentare del Pdl, indagato per aggiotaggio sullo scandalo della banca AntonVeneta, condannato a due anni su inchiesta Tangentopoli per una tangente du 250 milioni delle vecchie lire ri-guardante la realizzazione dell’ospedale di Asti, e Francesco Gaetano Caltagirone, costruttore, figlio e nipote di costruttori, editore del Mes-saggero e cognato di Pierferdinando Casini.Per quanto riguarda l’Umbria, la lunghezza del tracciato riguarda 151 chilometri di arteria, di cui 114 sulla sede stradale esistente, ampliata fino al raddoppio,e 37 su nuova sede. La lar-ghezza della strada passerebbe così da 26 a 48 metri, considerata scarpata e ingombri tecnici. Per non parlare poi dei cantieri: ne verrebbe realizzato uno ogni 20 chilometri. Sarebbero inoltre attivate cave per più di 2 milioni di metri cubi di materiale.I tempi previsti da Anas per la realizzazione di questa mega opera sono pari a 20 anni, ma è evidente che, qualora si decidesse di far partire realmente i cantieri, si oltrepasserebbero i tren-ta anni. Il progetto prevede inoltre la realizza-zione di sette caselli, in modo da far pagare il pedaggio anche ai cittadini umbri. A questo proposito la posizione del consigliere regionale Oliviero Dottorini (Verdi per i valori – Idv) è stata chiara sin dalla prima votazione in Consiglio regionale e ha dovuto affrontare la compattezza trasversale di uno schieramento che ha messo insieme da Rifondazione comuni-sta alla Destra, passando per Pd e Pdl. “E’ ver-gognoso il modo in cui il governo italiano tenta di darla a bere agli umbri e a tutti gli italiani – ha commentato Dottorini -. Questa è la collau-data politica degli annunci che tenta di inganna-re i cittadini e lascia i problemi perennemente irrisolti. Destra, sinistra e lobbies di ogni colore continuano a sbandierare la chimera di un’auto-strada che non c’è, provando a convincerci che si stanno occupando della E45. Ma gli umbri sanno cosa vuol dire regalare ai privati un’ope-ra pubblica e vedono ogni giorno le condizioni in cui è stata ridotta quell’arteria dalla trascura-tezza dei governi e da chi ha preferito dirottare i fondi su progetti fittizi e velleitari pur di non affrontare l’emergenza dell’oggi che si chiama adeguamento e messa in sicurezza”.

E45. Bugie trasversali

l’autostradache non c’è

Una delle tante storie di cattiva ammini-strazione, come solo la giunta comunale di Città di Castello riesce a mettere insie-me. Quella del contratto di quartiere, in particolare del recupero dell’area ex-Fat, è una vicenda emblematica di come possa-no essere utilizzati fondi pubblici in modo inadeguato e scontentando chi dovrebbe essere il primo beneficiario di quegli in-terventi.Secondo il progetto approvato da comune, regione e ministero per la ex-Fat, area di-smessa da decenni situata tra i rioni Prato e Mattonata, sorgerà un unico enorme fab-bricato: in particolare alloggi residenziali a canone concordato del tutto simili a quelli presenti presso l’ex “quartiere ecologico” di Riosecco e un centro commerciale con tanto di parcheggio interno alle mura sto-riche della città. A niente sono valse le proposte di confron-to del Comitato Prato-Mattonata, delle as-sociazioni ambientaliste e della Consulta per il centro storico. Non hanno scalfito le convinzioni dell’amministrazione neppu-re gli avvertimenti della Soprintendenza ai beni archeologici della provincia di Pe-rugia che in più di un’occasione ha scritto al comune per dire che là sotto, tra le ma-cerie dell’ex-Fat e proprio dove si intende costruire posti auto a go-go, ci sono beni di inestimabile valore storico e culturale, reperti archeologici di età romana, canali in terracotta che fanno pensare alla pre-senza di un edificio termale e affreschi risalenti al 1200.“Il contratto di quartiere è solo uno degli esempi di come l’amministrazione comu-nale sia priva di una qualsivoglia visione strategica della città e di come si faccia interprete di uno scempio urbanistico che andrà a stravolgere il cuore storico e ar-chitettonico di Città di Castello”, ha detto Oliviero Dottorini, capogruppo dei Verdi per i valori – Idv in Consiglio regionale e presidente della commissione Bilancio e Affari istituzionali di Palazzo Cesaroni in occasione di una interrogazione question-time all’assessore regionale ai centri stori-

ci. “Non si può procedere in questo modo. Non si capisce come abbia fatto l’ammini-strazione comunale tifernate a dare il via libera a un progetto che oggi tutti ricono-scono essere impresentabile. Come mai non ha neppure preso in considerazione le ripetute osservazioni che il comitato dei cittadini dei quartieri Prato e Mattonata e le associazioni ambientaliste hanno avan-zato con grande senso civico e senza mai alzare i toni, anche quando dalle forze di maggioranza giungevano accuse vergo-gnose e infondate – ha ricordato Dottorini -. La gravità della situazione oggi è sotto gli occhi di tutti. Ormai è riconosciuto da molti che l’unica soluzione per quell’area, così preziosa per i suoi rilevamenti storici e archeologici, non sta nei casermoni stile ‘realismo socialista’, né nei centri com-merciali con tanto di posteggio-auto all’in-terno delle mura urbiche (come progettato dal comune), ma in una qualche forma di perequazione che consenta al centro sto-rico di respirare e di veder valorizzate le proprie qualità culturali e architettoniche e alla proprietà Fintab di godere di altri vantaggi al di fuori del perimetro storico della città”.Purtroppo, dopo l’interrogazione del consigliere Dottorini il comune per tutta risposta ha firmato, assieme a Fintab, la convezione che prevede la devastazione del centro storico tifernate e che pone una pietra tombale alle richieste di confronto di comitato e cittadini.

Un fatto grave, a maggior ragione perché si è deciso di procedere alla stipula del contratto di quartiere su un progetto di-verso da quello portato in partecipazione e proprio nel momento in cui il comitato locale stava partendo con una campagna di sensibilizzazione verso i cittadini: “E’ indicativo – hanno commentato Dottorini e il consigliere comunale Roberto Lensi - delle difficoltà in cui si dibatte l’am-ministrazione comunale per fronteggiare l’ondata di indignazione per un progetto devastante per l’’intera città. Noi assicu-riamo soltanto che la nostra opposizione sarà ferma e utilizzeremo tutti gli stru-menti democratici a nostra disposizione per evitare alla città uno scempio che andrà a stravolgere il suo cuore storico e architettonico. Il problema deve essere affrontato nell’ambito della redazione del nuovo Piano regolatore”.

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Città di Castello

Città di Castello. Il Comune dà l’ok definitivo al progetto di cementificazione della ex-Fat

AAA Centro storico svendesiAppartamenti, posteggi auto e persino un centro commerciale: ecco come la giunta Cecchini pensa di svendere il centro storico della città. Dottorini e Lensi: “Quel progetto è un insulto ai tifernati”

Puc2. Persi i finanziamentiIl danno e la beffa“Dopo il danno, la beffa. Oltre alla sciagurata scelta di dare il via libera a un progetto impresentabile come quel-lo della ex Fat, oggi l’amministrazione comunale deve ammettere di essere stata esclusa anche dai finanziamenti per i Piani urbani complessi (Puc2). Sono due notizie una più grave dell’al-tra”. Oliviero Dottorini ha accolto con queste parole la notizia dell’esclusione del comune di Città di Castello dalla graduatoria per l’assegnazione dei fon-di dei Piani urbani complessi.Già un anno fa il nostro capogruppo comunale Roberto Lensi aveva evi-denziato la poca sensibilità degli am-ministratori locali verso gli interessi della città e del suo centro storico, sot-tolineando il grave ritardo nella pub-blicazione degli avvisi, la loro vigenza nel pieno del periodo feriale estivo, il tardivo e frettoloso coinvolgimen-to delle categorie interessate. Oggi la triste conferma di finanziamenti che vanno in fumo e avrebbero potuto con-tribuire alla riqualificazione di un cen-tro storico che sta vivendo un degrado avvilente.

E intanto l’ex ospedale va in maloraNell’ottobre scorso Oliviero Dottorini, Enzo Rossi, Roberto Lensi e Enrico Milanesi hanno visitato l’ex ospedale di Città di Castello.Lasciato al degrado e alle raz-zie, depredato e in decadenza, con carcasse di animali morti e rifiuti di ogni genere, l’ex no-socomio ospita ancora i registri contenti dati sensibili riguardo ai pazienti in cura presso il servizio tossicodipendenti. La chiesa interna, gioiello di fine ‘700 è stata svuotata di dipinti e affreschi.Tutte le foto al sito www.dottorini.com

Elaborazione tratta dal sito http://bassamacelleria.blogspot.com/

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Spreco di denaro a Castello

Eravamo stati i primi a mettere in guardia il comune di Città di Castello da un flop prevedibile e costosissimo per la colletti-vità. E c’era tutto il tempo per ammettere un errore evidente di programmazione e confronto. Ma l’amministrazione comu-nale ha preferito sperperare 80mila euro piuttosto che accettare un dialogo con le associazioni culturali e musicali della cit-tà.Il tutto risale ai primi giorni della scorsa estate, quando l’assessore alla Cultura Rossella Cestini ha avuto la brillante idea di organizzare, nell’ambito della mani-festazione “Estate in città”, una serie di concerti a pagamento, tra i quali quelli di due big della canzone italiana, Morgan e Fiorella Mannoia.“E’ paradossale - aveva avvertito Roberto Lensi (Verdi e civici – Idv), interrogando la giunta comunale in merito alla questio-ne - che il comune di Città di Castello, in un momento di crisi come quello che le famiglie tifernati stanno vivendo, impegni 80mila euro (che poi si sono rivelati molti di più, n.d.r.) per la realizzazione di due concerti, tra l’altro a pagamento, nell’am-bito della programmazione di Estate in Città. la cosa è ancora più grave se a que-sto dato aggiungiamo la scelta di taglia-re servizi indispensabili per le famiglie meno abbienti e che più risentono della crisi economica e aumentate le tariffe ai cittadini” Già negli anni scorsi il consigliere Rober-to Lensi aveva sottolineato l’incapacità dell’amministrazione tifernate di pro-grammare manifestazioni qualificate e di richiamo che, seguendo una linea di pro-gettualità, potessero assicurare nel tempo una tradizione consolidata e diventare un

appuntamento di sicuro richiamo. Si ri-scontra invece la riduzione sostanziale del contributo per la rassegna cinematografica Cdcinema, molto seguita e di richiamo in-ternazionale, e la cancellazione, dopo tanti anni, di Tiferno Blues, un’esperienza che invece altri comprensori stanno portando avanti con notevole successo.Avevamo poi messo in guardia anche il sindaco Fernanda Cecchini: “Vorremmo sapere come pensa di ripianare l’eventua-le debito che potrebbe venirsi a creare, se la vendita dei biglietti non raggiungesse le aspettative previste. Scelte economiche di questo tipo devono essere rese pubbli-che a tutti i cittadini e non decise all’ulti-mo momento nelle stanze dei bottoni dei politicanti locali”, aveva chiesto Lensi nell’interrogazione. E purtroppo questo si è verificato, un’affluenza bassissima per i

concerti programmati.Dai dati forniti dagli amministratori tifer-nati emerge che degli 80mila euro investiti non più di 25mila deriveranno dai biglietti venduti. “I due flop mettono insieme un buco da 55mila euro e saremmo interes-sati a capire da chi verrà coperto”, hanno chiesto Stefano Lucaccioni, coordinatore dei Verdi e civici dell’Altotevere, e Ema-nuela Arcaleni, membro dell’esecutivo.“Da una parte il comune ci racconta che non ci sono risorse per il sociale, per la cultura, per le iniziative territoriali, dall’altra si trova costretto a fare i conti con 55mila euro di mancati introiti dovuti all’improvvisazione con cui si è program-mata l’estate cittadina - ha commentato il consigliere regionale Oliviero Dottorini -. Adesso ci piacerebbe capire chi pagherà per questo ennesimo flop”.

Città di Castello. Il flop dei concerti di Morgan e Mannoia creano un buco di 55mila euro

Denaro pubblico gettato al vento“Inascoltati i nostri moniti, rifiutato il confronto con le associazioni culturali e musicali”

La vendita delle frequenze dell’emittente Rte24h rappresen-ta un brutto colpo per il sistema televisivo regionale e per la credibilità di una parte importante dell’imprenditoria umbra. Sono oltre 30 i giornalisti e tecnici che rischiano il posto di lavoro e si parla già di smantellamento della sede di Peru-gia, dopo appena 18 mesi di gestione da parte del proprietario Giuseppe Ponti, ex imprenditore emergente cui le istituzioni locali e regionali hanno dato molto credito senza riscontri ap-prezzabili sul piano dell’occupazione e della ricaduta impren-ditoriale.“Quella di Rte è una vicenda drammatica – è stato il commen-to del consigliere regionale Oliviero Dottorini - ed è la cartina tornasole di un’imprenditoria sempre più spregiudicata, abile nell’intercettare aiuti pubblici, ma non altrettanto nel garanti-re continuità alle proprie attività e nel tenere conto delle riper-cussioni sociali ed economiche delle proprie azioni”.“Sarebbe interessante oggi - ha continuato l’esponente dell’Italia dei valori - conoscere i risultati degli interventi di salvataggio aziendale attuati con denari pubblici tramite le finanziarie regionali Sviluppumbria o Gepafin e i tanto sban-dierati poli di eccellenza, i famosi cluster, per i settori della meccanica avanzata e meccatronica, per i quali la Regione ha riservato ingenti risorse finanziarie all’interno della program-mazione regionale”.

Una frazione dimenticata dall’amministrazione comunale. Riosecco in questi anni è stata segnata dal sovrapporsi di ur-banizzazioni incoerenti che ne hanno fatto un quartiere senza una piazza, senza una viabilità razionale, con una concentra-zione di luoghi di disagio che non ha pari nell’intero territorio comunale.L’ultimo oltraggio è quello della sistemazione idraulica del tor-rente Vaschi, con lavori eseguiti in modo incompleto e quanto meno discutibile, senza ripristino ambientale, senza il rispet-to delle normative sulle barriere architettoniche, con muri di contenimento che fanno assomigliare quel corso d’acqua a un canale più che a un luogo di convivenza fruibile dai residenti: “Non è pensabile, in una stagione di ristrettezze economiche, fare interventi costosissimi e allo stesso tempo approssimativi come quelli sul torrente Vaschi - ha detto Oliviero Dottorini, parlando ad un’assemblea di cittadini della frazione -. Non è più tollerabile consentire un certo assetto viario, dalla Tiberi-na 3Bis fino al nucleo di Menconi, e non si può attendere oltre per porre rimedio agli errori di una pianificazione urbanistica vergognosa”. “Riteniamo che le istituzioni debbano dare un segnale di attenzione forte, prevedendo una seduta aperta del Consiglio comunale da tenersi proprio a Riosecco”, ha propo-sto Dottorini. Ma sindaco e amministrazione comunale sono rimasti ancora una volta sordi e senza parole.

E sugli sperperi dell’amministrazione comunale di Città di Castello è inter-venuta direttamente anche Altotevere live (Alive), associazione non profit che opera da anni nel territorio comu-nale e che organizza rassegne musicali di ampio valore culturale e riconosciu-te anche fuori regione. L’associazione nelle settimane scorse ha promosso, a seguito dell’interrogazione del consi-gliere Lensi, una raccolta firme per dire basta agli sprechi della giunta comuna-le e per chiedere maggiore confronto e partecipazione sulle scelte culturali che coinvolgono la nostra città. Una sotto-scrizione che si è rivelata un successo: oltre mille le firme di operatori cultura-

li, politici e semplici cittadini. Per il consigliere regionale Oliviero Dottorini, tra i primi firmatari della petizione, le tante firme rappresenta-no “un risultato importante, che deve servire da stimolo per far riflettere se-riamente l’amministrazione comunale tifernate su come creare e gestire spazi culturali e eventi musicali: aver getta-to al vento 80mila euro per due flop clamorosi, come i concerti di Morgan e Mannoia, deve indurre a un’inversio-ne di rotta che porti al coinvolgimento delle associazioni che da anni organiz-zano eventi culturali di prestigio con scarsi, se non nulli, aiuti da parte del comune”.

e Alive raccoglie mille firme di protesta

Rte24h. Il gruppo Ponti continua a licenziareImprenditoria spregiudicata

Città di Castello. Sistemazione del torrente VaschiRiosecco dimenticata e offesa

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Una legge regionale simbolo della rivo-luzione informatica e dell’accesso alla conoscenza, che parte da una piccola re-gione e arriva a contaminare comuni, pro-vince e persino le altre regioni d’Italia. È questo in sintesi il bilancio di tre anni di attività della legge regionale Dottorini sul software libero e formati aperti di cui si è discusso nella prima edizione di “Floss in festa” e al Linux day 2009.“La regione Umbria ha investito in questa legge qualcosa come 520mila euro – ha spiegato Oliviero Dottorini -. Una cifra importante per una regione piccola come la nostra. Oltre ad essere la prima regione in Italia ad aver aperto le porte e abbrac-ciato il software libero, siamo anche una delle prime ad averla finanziata. Oggi altre regioni seguono il nostro esempio e non possiamo che esserne felici”.Chiari i vantaggi del software libero non solo per i privati e per gli enti pubblici, ma anche per le scuole: “Il suo utilizzo - ha aggiunto Dottorini - offre, oltre alle innu-merevoli convenienze in termini tecnolo-gici ed economici, anche vantaggi educa-tivi, sociali ed etici, abituando lo studente alla cultura dello scambio e della condi-visione della conoscenza, rafforzando il valore della solidarietà. Le scuole devono gradualmente allontanarsi dal ‘consumi-smo degli applicativi’, stare lontane dalle mode o dalla pubblicità dei monopolisti

del software. Il software libero permette agli applicativi di durare a lungo perché non c’è necessità di acquistare l’ultima versione di un software per ottenerne un miglioramento. Gli aggiornamenti pos-sono essere sviluppati immediatamente dagli studenti e dai professori e condivisi con altri utenti in tutto il mondo”. Utilizzare software libero significa innan-zitutto democrazia, così come significa

democrazia poter accedere ai documenti della pubblica amministrazione senza vin-coli di licenze d’uso ed essere in grado di comunicare con gli uffici pubblici senza dover per forza utilizzare un programma costoso e pieno di buchi: “Oggi possiamo affermare che in Umbria chiunque, può accedere ai documenti della pubblica am-ministrazione senza limiti o condizioni”.

C’è chi fa di più e meglio. Questo è il caso del Consiglio regionale, caso uni-co forse in Italia di legislatore che per primo si adegua alle proprie leggi. È stato infatti presentato lo scorso ottobre il nuovo sito internet del Consiglio re-gionale (www.consiglio.regione.umbria.it) realizzato seguendo le linee guida delle legge regionale “Dottorini” sugli standard aperti e sfruttando le più mo-derne tecnologie per garantire velocità e fruibilità dei contenuti multimediali con l’accesso diretto alla banca dati del Con-siglio, contenente tutti gli atti approvati o iscritti all’ordine del giorno di com-missioni, comitati e assemblea.

“Il sito – ha commentato Oliviero Dot-torini a margine della presentazione del nuovo portale - è un importante stru-mento di partecipazione per i cittadini alla vita democratica della nostra Re-gione. Precluderne l’accesso a chi non usa software Microsoft era sbagliato e oramai non al passo con i tempi. Siamo orgogliosi oggi di poter dire che il Con-siglio si dimostra pioniere nell’abbrac-ciare standard e formati aperti, privi di vincoli di licenze o sistemi operativi e immediatamente accessibili ai cittadini, innalzando quindi il livello di democra-zia partecipata, cardine della legge re-gionale sull’open source”.

Software libero

Dal Consiglio regionale esce un provvedimento che forse eviterà all’Umbria di prendere la direzione della deregulation selvaggia, indicata dallo scelle-rato Piano-casa del governo Berlusconi.Eppure gli esponenti del Pdl regionale hanno tentato in tutti i modi di far sì che l’Umbria giungesse agli eccessi di regioni come il Veneto che ha pensato di strafare, prevedendo interventi anche nei centri sto-rici e concedendo aumenti volumetrici fino al 40 per cento. Il provvedimento approvato dalla maggioran-za di centro-sinistra, invece, pur con molti elementi di criticità, introduce dei correttivi importanti, quali l’esclusione delle zone agricole e dei centri storici, la necessità di subordinare gli ampliamenti alla cer-tificazione di sostenibilità ambientale e l’obbligo di riqualificazione architettonica ed ambientale degli edifici. Ma soprattutto, grazie al lavoro di Dottorini, sono state stralciate tutte le norme sulla premialità edificatoria.“Quelle che il centrodestra umbro definisce come ‘assurde limitazioni’ agli ampliamenti degli edifici – è stato il commento di Oliviero Dottorini - non sono altro che norme che consentono di non imboccare la via di una deregulation selvaggia. Purtroppo non siamo così sicuri che questo provvedimento riuscirà a disinnescare i meccanismi perversi messi in atto dal governo Berlusconi. Alcuni nostri emendamenti migliorativi non sono stati presi in considerazione. Tuttavia riteniamo che i rischi maggiori siano evi-tati”.

Edilizia. Recepite le norme del governo

l’Umbria limita i dannidel Piano-casa

Open source e formati aperti. Linux day e Floss in festa per fare il bilancio a tre anni dalla legge “Dottorini”

la rivoluzione del software in UmbriaScuole ed enti pubblici risparmiano con i formati aperti. “In tre anni finanziamenti per oltre 520mila euro”

Sito web Consiglio. L’ente adotta i principi del software libero

Palazzo Cesaroni apre all’open source

I cittadini appaiono spesso rasse-gnati ai tempi sempre troppo lunghi della politica. Ma se la lentezza del “palazzo” è sempre deprecabile, di-venta inaccettabile quando ad esse-re trascurati sono provvedimenti in grado delineare soluzioni concrete ai problemi di tante famiglie, so-prattutto in seguito alla devastante crisi economica che ha investito anche la nostra regione. Per questo motivo Oliviero Dottorini, capo-gruppo regionale dei Verdi per i va-lori – Idv, ha richiesto formalmente al presidente della terza commis-sione, Enzo Ronca, di mettere all’ordine del giorno la proposta di legge sull’autocostruzione e l’auto-recupero a fini abitativi presentata già nel giugno 2007. Inqualificabile in questi anni è sta-to l’atteggiamento dell’assessore Damiano Stufara (Prc) che, nono-stante le ripetute rassicurazioni, ha evitato in ogni modo di dare l’ok a un provvedimento in favore delle fasce più deboli della popolazione. Ma il gruppo Verdi per i valori - Idv è riuscito a far mettere il provvedi-mento all’ordine del giorno della commissione che ha fissato la par-

tecipazione pubblica già per la se-conda settimana di gennaio.“Dopo oltre due anni di attesa – ha spiegato Dottorini – riteniamo che la Regione debba ora farsi carico di un provvedimento che può divenire un’ottima misura integrata di orga-nizzazione sociale e dare una rispo-sta concreta al disagio abitativo”. La proposta di legge dell’Idv pre-vede che gli enti pubblici individui-no nel loro Piano regolatore aree di edilizia popolare dove verrà previ-sta la possibilità di autocostruzione. In questo caso, sotto la direzione dei lavori da parte di esperte figure pro-fessionali, potranno essere gli stessi proprietari, associati in un’apposi-ta cooperativa, a portare avanti i lavori di costruzione dell’edificio. L’obbligatorietà riguarda il rispetto per l’architettura del luogo, l’uso di criteri di costruzione ecocompati-bili ed il risparmio energetico. Con l’autocostruzione o l’autorecupe-ro (in questo caso l’ente pubblico metterà a disposizione strutture esi-stenti non utilizzate e/o fatiscenti) è possibile abbattere i costi di costru-zione o di recupero fino al 70 per cento.

Edilizia. L’assessore Stufara (Prc) ha tenuto bloccata la legge per due anni

Al via il testo sull’autocostruzione

Trasformazione in autostrada della E45. In due occasioni Dottorini vota contro. Chiara la posizione del gruppo Verdi per i valori: sì alla messa in sicurezza e all’adeguamento a standard europei, no ad un’opera devastante. Ma il Consiglio regionale, da An a Rifondazione, avalla il progetto.Concessione delle acque del Rio Fergia alla multinazionale Rocchetta. Dottorini vota per ben due volte contro la scelta della giunta regionale.Piano di dimensionamento scolastico. Troppe le incongruenze, inammissibile la volontà di discriminare alcuni territori. Anche in questo caso quello di Dottorini è l’unico voto dissonante rispetto a quelli della maggioranza.Mozione sugli allevamenti di Bettona. Il centrodestra presenta una mozione che Pd, Sinistra e libertà e Pdci si affrettano a votare. Solo Dottorini si sottrae all’inciucio.Legge elettorale. Pd, Rifondazione e Sinistra e libertà fanno l’accordo con il Pdl e confezionano una legge con il listino dei nominati dai partiti. Per Dottorini e l’Idv si tratta di “un furto di democrazia”. Il voto è contrario.Piano acque. La giunta presenta un Piano sugli allevamenti che penalizza i cittadini. Un tacito patto sotterraneo con il centrodestra. Dottorini non lo sottoscrive e vota contro.

960.000. E’ l’ammontare in euro derivante dagli emendamenti al Bilancio regionale in tema di Artigianato, Agricoltura biologica e di qualità, Pluralismo informatico, Commercio equo e solidale, Temi ambientali.4. Sono le leggi regionali a firma Dottorini approvate dal Consiglio regionale.3. Le proposte di legge in discussione: 1) “Interventi a sostegno dell’informazione locale” (novembre 2008). E’ finalizzata al sostegno della stampa periodica locale, quella senza grandi gruppi editoriali alle spalle e che molte volte si regge sul volontariato. 2) “Norme in materia di autocostruzione ed autorecupero a fini abitativi” (giugno 2007). Ha l’obiettivo sociale di abbattere i costi abitativi delle famiglie. 3) “Discipline del benessere e bionaturali” (febbraio 2008). Ha come finalità quella di assicurare ai cittadini che accedono alle medicine non convenzionali un esercizio professionale, distinguendo tra operatori qualificati e pratiche pseudo scientifiche. 65. E’ il numero delle interrogazioni presentate su temi sociali, economici e ambientali.42. Sono le mozioni presentate, alcune delle quali discusse.13. Proposte di risoluzione9. Ordini del giorno presentati.

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Cinque anni di patti rispettati

Software liberoNel luglio 2006 viene approvata la legge regionale 11/2006 sul pluralismo informatico. E’ la prima del genere in Italia. Firmatario è Oliviero Dottorini che svolge anche la relazione in aula. Grazie agli emendamenti dei Verdi per i valori la legge è stata finanziata in tre anni con 520mila euro, consentendo la copertura di circa 210 progetti sul sofware open source. Viene istituito anche un Centro di competenza per monitorare l’applicazione della legge e valutare i progetti presentati dalla scuole e dalle pubbliche amministrazioni. Fondamentale in questo percorso l’apporto volontario dei Linux user group dell’Umbria.

Commercio equo e solidaleLa legge regionale 3/2007 sul commercio equo e solidale porta la firma di Oliviero Dottorini. Al momento dell’approvazione era la seconda legge in materia approvata in Italia, ma la prima ad essere finanziata. In tre anni ha potuto godere di 220mila euro, consentendo la realizzazione della giornata regionale del commercio equo e il coinvolgimento di circa 350 classi nei percorsi formativi gestiti dalle “botteghe del mondo”. Al centro delle misure previste la promozione, la formazione e l’informazione sulle tematiche connesse al commercio equo e al rapporto tra Nord e Sud del pianeta. Fondamentale l’apporto delle botteghe del mondo della regione.

Acquisti verdi nella pubblica amministrazioneNel dicembre 2008 viene approvata la legge regionale 18/2008 sugli “acquisti verdi nella pubblica amministrazione”. La legge non prevede impegni di spesa diretti. Impone invece alle amministrazioni locali un piano triennale per raggiungere il 30 per cento di acquisti in beni o servizi ecologicamente sostenibili. Tuttavia è stata finanziata per il 2009 con 20mila euro per il monitoraggio. Recentemente il governo italiano, notoriamente poco incline a comportamenti ecologicamente virtuosi, ha dovuto ammettere la validità del metodo adottato dall’Umbria e uniformarsi alle direttive europee.

Marchio del mobile in stileLa legge regionale 10/2009 istituisce il “marchio del mobile in stile dell’Umbria” ed è finalizzata alla qualificazione della produzione artigianale umbra. Il provvedimento è stato finanziato per il 2009 con 20mila euro destinati alla registrazione del marchio che sarà tutelato da un apposito Comitato istituito per legge. Vengono individuate delle aree di eccellenza (Città di Castello, San Giustino, Umbertide, Gubbio, Gualdo Tadino, Todi) che potranno avvalersi della possibilità di fregiarsi anche nella cartellonistica stradale del titolo di “area di eccellenza del mobile prodotto in Umbria”.

ecco le leggi Dottorini

Consiglio regionale. Risultati concreti e scelte coerenti: ecco un bilancio sintetico del lavoro svolto

Cinque anni di battaglieC’eravamo presentati agli elettori con uno slogan: “C’è un’altra Umbria: libera, concreta, di parola”.Oggi possiamo dire di aver rispettato quel patto. Ecco una sintesi del lavoro svolto in Consiglio regionale

I No del coraggio e della coerenza Le cifre di una legislatura

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