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INTRODUZIONE Nella specie equina la tromboflebite della vena giugula- re è un problema clinico di notevole gravità. Uno stato di ipercoagulazione, l’uso prolungato di un cate- tere, la non accurata disinfezione dell’area o l’iniezione endo- venosa di una sostanza irritante predispongono alla trombosi 2 . La tromboflebite può essere complicata da uno stato settico che deve essere sospettato quando compaiono piressia e stato di abbattimento dell’animale. L’uso dell’ecografo permette attualmente e di valutare la patologia in atto e di seguire l’andamento del processo clinico. CASO CLINICO È descritto il caso di un cavallo castrone, grigio, di razza italiana, di 12 anni, che in seguito ad un trauma, aveva ricevuto una terapia endovenosa a base di fenil- butazone. Al termine della cura si osservò gonfiore e calore a livel- lo della vena giugulare sinistra nella regione del collo. L’animale presentava uno stato di letargia ed anoressia, dolore alla palpazione della regione giugulare ed un con- temporaneo rialzo febbrile (39,5 C°). Il profilo biochimico ematico risultò nella norma tranne le proteine totali (9,4 g/dl) per effetto dell’aumento della frazione globulinica. L’esame ecografico evidenziò l’esistenza di un trombo con area cavitaria nel terzo prossimale della regione giugu- lare ed a questo livello fu eseguito un aspirato ecoguidato. La procedura consisteva in una aspirazione percutanea con un ago di Chiba a diametro variabile 19 o 21 gauge sotto la guida di una sonda da 7,5 Mhz provvista di un distanziatore. Una parte del materiale ottenuto fu posta in coltura ed un’altra subito colorata con il metodo di Gram. Ippologia, Anno 10, n. 1, Marzo 1999 57 VALUTAZIONE ECOGRAFICA DI UNA TROMBOFLEBITE SETTICA DI UNA VENA GIUGULARE IN UN CAVALLO SERGIO CARTA Ufficiale Veterinario, Reggimento Carabinieri a cavallo Viale Tor di Quinto, 151 - 00191 ROMA CASO CLINICO Riassunto La trombosi di una vena superficiale, in particolar modo della vena giugulare, viene spesso riscontrata nel cavallo. L’aspetto ecografico di un trombo della giugulare è indicato come non cavitario se vengono prodotti degli echi uniformi di bassa o media ampiezza, o come cavitario nel caso vi siano degli echi eterogenei con aree anecogene od ipoecogene. L’esame ecografico risulta molto utile per localizzare il punto esatto dove eseguire un aspirato di un campione per un esame batteriologico ed altri test di diagnostica clinica. Summary Thrombosis of a superficial vessel, particularly the jugular vein, is often seen in the horse. The ultrasonographic appearance of the thrombus in the jugular vein is classified as noncavitating if it has uniform low to medium amplitude echoes, or as cavitating when it is heterogenous with anechoic to hypoechoic areas. The ultrasound examination is help in selecting the site for aspiration of a specimen for bacteriologic culturing and suscep- tibility testing.

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INTRODUZIONE

Nella specie equina la tromboflebite della vena giugula-re è un problema clinico di notevole gravità.

Uno stato di ipercoagulazione, l’uso prolungato di un cate-tere, la non accurata disinfezione dell’area o l’iniezione endo-venosa di una sostanza irritante predispongono allatrombosi2.

La tromboflebite può essere complicata da uno statosettico che deve essere sospettato quando compaionopiressia e stato di abbattimento dell’animale.

L’uso dell’ecografo permette attualmente e di valutare lapatologia in atto e di seguire l’andamento del processo clinico.

CASO CLINICO

È descritto il caso di un cavallo castrone, grigio, dirazza italiana, di 12 anni, che in seguito ad un trauma,

aveva ricevuto una terapia endovenosa a base di fenil-butazone.

Al termine della cura si osservò gonfiore e calore a livel-lo della vena giugulare sinistra nella regione del collo.

L’animale presentava uno stato di letargia ed anoressia,dolore alla palpazione della regione giugulare ed un con-temporaneo rialzo febbrile (39,5 C°).

Il profilo biochimico ematico risultò nella norma trannele proteine totali (9,4 g/dl) per effetto dell’aumento dellafrazione globulinica.

L’esame ecografico evidenziò l’esistenza di un trombocon area cavitaria nel terzo prossimale della regione giugu-lare ed a questo livello fu eseguito un aspirato ecoguidato.

La procedura consisteva in una aspirazione percutaneacon un ago di Chiba a diametro variabile 19 o 21 gaugesotto la guida di una sonda da 7,5 Mhz provvista di undistanziatore.

Una parte del materiale ottenuto fu posta in coltura edun’altra subito colorata con il metodo di Gram.

Ippologia, Anno 10, n. 1, Marzo 1999 57

VALUTAZIONE ECOGRAFICA DI UNA TROMBOFLEBITE SETTICA

DI UNA VENA GIUGULARE IN UN CAVALLOSERGIO CARTA

Ufficiale Veterinario, Reggimento Carabinieri a cavalloViale Tor di Quinto, 151 - 00191 ROMA

CASO CLINICO

Riassunto

La trombosi di una vena superficiale, in particolar modo della vena giugulare, viene spesso riscontrata nel cavallo.L’aspetto ecografico di un trombo della giugulare è indicato come non cavitario se vengono prodotti degli echi uniformi di

bassa o media ampiezza, o come cavitario nel caso vi siano degli echi eterogenei con aree anecogene od ipoecogene.L’esame ecografico risulta molto utile per localizzare il punto esatto dove eseguire un aspirato di un campione per un esame

batteriologico ed altri test di diagnostica clinica.

Summary

Thrombosis of a superficial vessel, particularly the jugular vein, is often seen in the horse.The ultrasonographic appearance of the thrombus in the jugular vein is classified as noncavitating if it has uniform low to

medium amplitude echoes, or as cavitating when it is heterogenous with anechoic to hypoechoic areas.The ultrasound examination is help in selecting the site for aspiration of a specimen for bacteriologic culturing and suscep-

tibility testing.

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58 Valutazione ecografica di una tromboflebite settica di una vena giugulare in un cavallo

La colorazione rivelò la presenza di microrganismiGram + ed il batterio fu identificato come Streptococcusequisimilis, l’antibiogramma dimostrò sensibilità all’amos-sicillina.

La terapia intrapresa con questo antibiotico (5 g BIDIM) per sette giorni portò alla completa guarigione delsoggetto.

DISCUSSIONE

Nella tromboflebite della vena giugulare, l’area deltrombo interessa di solito la regione cervicale prossimale emedia e la vena mascellare esterna.

La vena linguofacciale e la porzione di giugulare all’in-gresso del torace sono meno comunemente colpite.

Quando la trombosi della giugulare è unilaterale e si svi-luppa lentamente, il drenaggio venoso viene compensatodalla formazione di un circolo collaterale con distensionedi tutte le vene superficiali dell’area colpita.

Un grave edema segue invece l’occlusione venosa acutaed è esacerbato dalla tendenza dell’animale a tenere latesta bassa.

Se entrambe le giugulari vengono occluse si stabilisceun edema della testa e possono insorgere problemi respi-ratori per edema laringeo e fatti emorragici.

Se il processo diviene settico, esso è caratterizzato dacalore e dolore alla palpazione della parte colpita e daperiflebite.

Febbre, neutrofilia e iperfibrinogenemia si riscontranofrequentemente.

Nei casi cronici compaiono una anemia non rigenerativaed un incremento delle proteine totali, soprattutto dellafrazione globulinica4.

In presenza di un’infezione può verificarsi la rottura deltrombo e la formazione di emboli che attraverso l’arteriapolmonare possono raggiungere il cuore ed i polmoni pro-ducendo a livello cardiaco una endocardite batterica o laformazione di ascessi a livello polmonare.

L’uso di cateteri lunghi (8-10 cm) e la loro sostituzioneogni 72 ore circa riduce l’incidenza di fenomeni setticisecondari1.

L’uso di cateteri venosi centrali, in corso di patologieche richiedono una fluidoterapia prolungata e costante,diminuisce notevolmente il rischio di trombosi.

Utilizzare un altro distretto venoso per la somministra-zione di liquidi ed in particolare la vena toracica propriodietro il gomito potrebbe essere una valida soluzione.

Sembra infatti che il più alto flusso sanguigno ed ildiametro vasale minore siano due elementi che riduco-

FIGURA 1 - Immagine in sezione trasversale e longitudinale della venagiugulare nel terzo distale del collo in cui si evidenzia un trombo noncavitario.

FIGURA 2 - Immagine in sezione trasversale e longitudinale della venagiugulare nel terzo prossimale del collo in cui si evidenzia un trombocavitario anecogeno.

FIGURA 3 - Il disegno mostra la procedura ecoguidata a livello dellaregione cervicale.

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Ippologia, Anno 10, n. 1, Marzo 1999 59

no la possibilità di instaurarsi di un trombo a questo li-vello3.

La vena giugulare è descritta da un punto di vista eco-grafico come una struttura tubolare anecogena di cui èpossibile osservarne il flusso e l’apparato valvolare.

Essa si distende durante una espirazione forzata e puòcollassare sotto la pressione esercitata dalla sonda.

Questi eventi dinamici sono diminuiti o assenti quandoil lume vasale è occupato da un trombo.

Quest’ultimo può essere differenziato come non cavita-rio se sono presenti degli echi uniformi di bassa ampiezza(Fig. 1), o cavitario se vi sono delle aree anecogene edipoecogene dovute alla presenza di liquido o di areenecrotiche (Fig. 2).

La presenza di un’area cavitaria nel trombo supporta ladiagnosi di una tromboflebite settica che viene conferma-ta da una coltura batterica di un campione prelevato inquel punto.

Durante l’esame ecoguidato, la migliore visualizzazio-ne dell’ago si ottiene quando il fascio di echi è perpendi-colare ad esso; i movimenti di avanzamento e retrazionedella punta dell’ago permettono di identificarlo più facil-mente (Fig. 3 ).

Una terapia antimicrobica deve essere instaurata primapossibile soprattutto sulla base dei risultati del prelievobatteriologico.

Gli organismi più comunemente isolati sono strepto-cocchi7.

La scomparsa dell’area cavitaria nelle ecografie successi-ve indicherebbe l’eliminazione del focolaio settico.

Nei casi in cui non si ha una risoluzione della patologiacon una terapia medica, è necessario ricorrere ad un dre-naggio o alla escissione chirurgica5.

L’esame ecografico risulta pertanto indispensabilenella diagnosi e nella valutazione prognostica di unatromboflebite; nel primo caso infatti permette dimostrare il tipo di trombo ed il sito per il prelievo, nelsecondo rende possibile monitorare il processo nella suaevoluzione clinica6.

Parole chiave

Cavallo, vena giugulare, tromboflebite settica.

Key words

Horse, jugular vein, septic thrombophlebitis.

Bibliografia1. Bayley WM, Vale BH. Intravenous catheterization and associated pro-

blems in the horse. Comp Cont. Educ. Pract. Vet. 1982;4;5227-5237.2. Physick-Sheard PW, Maxie MG. Peripheral vascular disease. In:

Robinson NE, ed. Current therapy in equine medicine 2. Philadelphia:WB Saunders Co, 1987; 173-176.

3. Spurlock Sl, Ward MY. Fluid Therapy for acute abdominal disease. In:White II NA, ed. The equine acute abdomen. Philadelphia: Lea andFebiger, 1990; 160-172.

4. Eades SC, Bounous DI. Septic thrombophlebitis. Laboratory profilesin equine diseases. St. Louis: Mosby,1997; 94-95.

5. Rijkenhuizen ABM, Vanswieten HA. Reconstruction of the jugular veinin horses with post thrombophlebitis stenosis using saphenous veingraft. Equine Veterinary Journal. 1998, vol. 30, 3, 236-239.

6. Warmerdam EPL. Ultrasound corner – Pseudo-catheter- sleeve sign inthe jugular vein of a horse. Veterinary Radiology and Ultrasound.1998, vol 39, 2, 148-149.

7. Gardner Sy, Reef VB, Spencer PA. Ultrasonographic evaluation of hor-ses with thrombophlebitis of the jugular vein: 46 cases (1985-1988).J Am Vet Med Assoc 1991; 199: 370 -373.

Tabella 1

Risultati degli esami di laboratorio

Parametro Valori normali Valori del paziente

PROFILO BIOCHIMICO

CK (U/L) 100-300 150AST (U/L) 150-400 174GGT (U/L) 10-40 14Bil.tot.(mg/dl) 0,0-3,2 1,27Prot.tot.(g/dl) 5,6-7,6 9,4 ***Albumine (g/dl) 2,6-4,1 2Azot.ur.(mg/dl) 24-48 12Creatin.(mg/dl) 1,1-1,8 1,12

Commento: nei casi cronici di tromboflebite si osserva un innalza-mento dei valori delle proteine totali per effetto dell’aumento dellafrazione globulinica.

ESAME BATTERIOLOGICO SU SIERO:ISOLAMENTO DI STREP. EQUISIMILISAntibiogramma: Sensibile: AMX25-CN30-CFP75-AMP2.

Resistente: ATM30-D30-GM10-L2-C30.ESAME MICOLOGICO:NEGATIVO PER FORME MICOTICHE