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VALUTAZIONE DEI RISCHIO STRESS LAVORO CORRELATO (art. 28 D. Lgs. 81/08)
SOMMARIO
STRESS LAVORO CORRELATO (art. 28 D. Lgs. 81/08) ..........................................................................................1
PRINCIPALE RIFERIMENTI NORMATIVI .......................................................................................................... 1
DEFINIZIONE DI STRESS LAVORO-CORRELATO ........................................................................................... 1
FATTORI CHE POSSONO DETERMINARE LO STRESS NEL LAVORATORE (derivanti prevalentemente
dall’ambiente lavorativo) ........................................................................................................................... 1
EFFETTI DELLO STRESS SUL LAVORATORE...................................................................................................... 4
COME AFFRONTARE LO STRESS LAVORO CORRELATO (E PIÙ IN GENERALE I RISCHI PSICOSOCIALI)
NEL DVRA ....................................................................................................................................................... 5
RISCHIO STRESS - LAVORO CORRELATO presso l’Istituto Comprensivo di Vimodrone. ........................ 6
SOGGETTI COINVOLTI NELLA STESURA DEL DOCUMENTO .................................................................... 6
IL CONTESTO SOCIO-ECONOMICO DI VIMODRONE ............................................................................ 6
VALUTAZIONE DEL RISCHIO S-L-C ........................................................................................................... 6
Rischio di stress lavoro correlato (S.L.C.) riferito alla mansione ......................................................... 8
DOCENTE .....................................................................................................................................................8
PERSONALE AMMINISTRATIVO .................................................................................................................8
COLLABORATORE SCOLASTICO .............................................................................................................8
ALTRI PROVVEDIMENTI PREVENTIVI E PRASSI DI COMPORTAMENTO ADOTTATI ...................................... 9
VALUTAZIONE DEI FATTORI DI STRESS POTENZIALMENTE PRESENTI DA TENERE SOTTO CONTROLLO .... 10
Appendice: SEI STRESSATO? SCOPRILO CON UN GIOCO-TEST ............................................................. 11
Verifica di necessità di aggiornamento alla luce della circolare ministeriale del 18/11/2010 ...............0
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STRESS LAVORO CORRELATO (art. 28 D. Lgs. 81/08)
PRINCIPALE RIFERIMENTI NORMATIVI
Rischi psicosociali (DM 382/98)
Il nuovo Testo Unico sulla tutela della salute nei posti di lavoro (D. Lgs. 81/08 agli artt. 15; 17; 20;
28; 36; 37)
DEFINIZIONE DI STRESS LAVORO-CORRELATO
La Commissione Europea fornisce la seguente definizione: è lo “stress legato al lavoro: è uno
schema di reazione emotiva, cognitiva, comportamentale e psicologica agli aspetti conflittuali e
nocivi dei contenuti del lavoro, dell’organizzazione del lavoro, dell’ambiente di lavoro. Lo stress è
causato da una scarsa corrispondenza tra il nostro ruolo al lavoro e fuori dal lavoro e dal non avere
un ragionevole grado di controllo sul nostro lavoro e sulla nostra vita”.
Diversi livelli di condizionamento possono influire su l’insorgenza di questa usura psicofisica.
È necessario che siano considerate la dimensione individuale, l’ambientale e la professionale che,
in diversa misura, concorrono a determinare il livello di stress dell’individuo.
Queste variabili nello specifico si articolano in:
1. predisposizione familiare a determinate patologie (eredo-familiarità) e resistenza individuale allo
stress
2. variabili biologiche, quali sesso ed età
3. ambiente sociale di provenienza e vita di relazione
4. eventi di vita significativi (lutti, malattie, separazione, cambio di residenza, guerre…)
QUESTE 4 SONO LE VARIABILI RICONDUCIBILI ALLA DIMENSIONE INDIVIDUALE ed alcune di queste
sono difficilmente valutabili in ambiente lavorativo.
5. evoluzione del contesto sociale (es. famiglia da “normativa” è divenuta “affettiva”, stereotipi,
etc)
QUESTA È LA VARIABILE AMBIENTALE, anch’essa di difficile valutazione in ambiente lavorativo.
6. fattori professionali (rischi specifici del lavoro svolto ed organizzazione del lavoro)
QUESTA È LA VARIABILE PROFESSIONALE, la più valutabile, ovviamente, da DdL/RSPP/RLS.
Una seconda definizione di malattia correlata al lavoro e simile alla precedente, afferma quanto
segue: “malattia che ha un’origine multifattoriale, cioè può essere provocata o aggravatala da
un’azione combinata di più cause, individuali o ambientali, presenti in ambiente professionale o
extraprofessionale. Il lavoro costituisce quindi un fattore di rischio concorrente.
Perciò, lo stress lavoro-correlato non è solamente la tensione che deriva ed agisce sul lavoro svolto,
ma è la sommatoria dello stress da lavoro e dello stress che ciascun individuo possiede e porta con
sé sul lavoro.
FATTORI CHE POSSONO DETERMINARE LO STRESS NEL LAVORATORE (derivanti
prevalentemente dall’ambiente lavorativo)
QUESTI SONO I FATTORI PIÙ INDIVIDUABILI IN AMBIENTE LAVORATIVO.
Tutti i lavoratori sono potenzialmente a rischio ed ogni soggetto ha il proprio punto debole.
Attualmente le condizioni e le caratteristiche del lavoro cambiano a velocità vertiginosa,
contribuendo ad aggravare il rischio potenziale od effettivo, anche se in misura variabile.
Alcuni gruppi sono maggiormente a rischio rispetto ad altri. Fra i fattori che aumentano il rischio
figurano le condizioni di vita e di lavoro gravemente svantaggiate e la mancanza di sostegno
sociale. Altri fattori sono l'età (adolescenti e lavoratori anziani sono più vulnerabili), il sesso femminile
associato al sovraccarico lavorativo (per esempio le madri singole) e la condizione di disabile.
Spesso i soggetti maggiormente a rischio sono anche i più esposti a condizioni di vita e di lavoro
nocive. L'alto grado di vulnerabilità e l'elevata esposizione tendono dunque a coincidere.
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Oltre al DdL (DS) e all’RSPP, anche il RLS deve prestare molta attenzione ai fattori che determinano
lo stress e ai segnali che arrivano dai singoli individui.
È fondamentale individuare i lavoratori maggiormente a rischio e poter, quindi, presidiare e
prevenire eventuali sviluppi negativi delle condizioni psicologiche e fisiche delle persone esposte.
I fattori stressanti di rischio su cui si deve puntare l’osservazione, sono i seguenti…
1. La precarietà del posto di lavoro I lavoratori devono essere visti come risorsa e non come un capitolo di spesa; l’impossibilità di
progettare il futuro, la paura di perdere il lavoro e, di conseguenza, della fonte di guadagno
favorisce una caduta delle motivazioni ed un’ansia da vuoto occupazionale che a volte può
indurre a gesti sconsiderati.
Nella Scuola una gran parte dei lavoratori resta precaria per anni ed oggi, più che mai, con i
pesanti tagli al personale previsti, per molti si prospetta la possibilità di perdere definitivamente
anche il lavoro precario.
2. La flessibilità La flessibilità, i contratti interinali, il lavoro a basso costo, non permettono la stabilità lavorativa e di
conseguenza determinano la non affezione al lavoro, la deresponsabilizzazione, l’angoscia della
continua ricerca e della perenne instabilità. Il lavoro sempre più flessibile, porta tanti giovani (e non
solo) ad entrare nelle aziende tramite percorsi spesso tortuosi, fatti di tanti diversi impieghi e tante
modalità; anche in questo caso sono chiari i rischi per la salute derivanti dallo stress. La flessibilità,
deve essere un’opportunità per creare occasioni di lavoro e non precariato.
Nella Scuola, anche se non si parla di contratti interinali, sono diffusissimi i contratti a tempo
determinato (relativi ai precari ed, in particolare, ai supplenti) ed hanno sempre meno continuità,
rispetto al passato, perciò tale rischio è presente.
3. La non definizione delle responsabilità e delle competenze Non conoscere da parte del lavoratore il sistema della responsabilità in cui è inserito, non avere
chiarezza nella definizione dei ruoli all'interno dell'organizzazione, la non definizione dei rapporti
con i superiori e non avere punti di riferimento precisi in caso di difficoltà ovvero troppa
responsabilità in assenza di competenze adeguate può ingenerare difficoltà e apprensioni in chi
opera in questo contesto.
Questo aspetto è meno evidente in ambiente scolastico, ma teoricamente verificabile.
4. Il non rispetto dei ruoli e professionalità …Conflitti, mansioni improprie e inadeguate, responsabilità eccessiva; in questo caso lo stress può
derivare dalla conseguenza di dover essere onnipresenti, insostituibili, tutto fare o viceversa essere
scavalcato e sentirsi messo da parte. A causa di un'organizzazione inadeguata del lavoro può
sorgere incertezza su quali siano i compiti assegnati al lavoratore. In alcune situazioni lavorative,
inoltre, possono verificarsi richieste contraddittorie, per cui qualsiasi cosa faccia il lavoratore gli
viene rimproverato di violare alcune regole o di non soddisfare alcune richieste, ponendolo in un
conflitto irresolubile.
Anche se non è un aspetto preponderante è teoricamente possibile che si verifichi ciò anche in
ambiente scolastico. La nostra scuola, per ridurre tale rischio, si sforza di organizzare in modo chiaro
e definito il lavoro di tutti assegnando al personale ATA ruoli chiari e compiti precisi. Anche rispetto
alla prevenzione e protezione nei luoghi di lavoro, esiste e si rinnova annualmente l’organigramma
della sicurezza, che viene reso noto ai lavoratori mediante affissioni di nomi e compiti. Una buona
organizzazione del lavoro minimizza tale rischio.
5. I fattori psicologici e sociali I lavori che comportano la necessità di venire a contatto con la sofferenza umana e, con malattie
ed infortuni (come per esempio i servizi di polizia, d’assistenza medica e d'emergenza) o nei quali il
personale è esposto a minacce d’aggressioni (personale di sorveglianza) o nei quali si lavora su
materiale umano (istituti d’educazione o istruzione di ogni ordine e grado) possono risultare molto
gravosi sul piano emotivo ed essere fonte di stress.
Nella scuola ci si riferisce soprattutto al lavoro su materiale umano, a volte anche con disagio
sociale.
6. La mancata informazione e formazione del lavoratore
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Non investire in formazione ed informazione, anche minime, ma adeguate su un lavoratore, perché
non ne vale la pena visto che rimane in azienda per poco tempo, può essere un sensibile fattore di
stress. Se, per esempio, una persona lavora un mese per ogni azienda, in sei aziende l’anno, quale
formazione riceverà? Secondo quali tempi e modi? Il lavoratore deve essere motivato e
partecipativo. La formazione deve essere permanente per agevolare l'adeguamento delle
competenze dei lavoratori alle esigenze aziendali promuovendo tanto la capacità d’inserimento
professionale, per tutta la vita, quanto la competitività dell'azienda, tenendo conto altresì della
necessità di prevenire lo stress connesso al lavoro e di promuovere la produttività.
Ci si sforza, nella nostra scuola, di fornire sia al personale a tempo determinato, che di passaggio,
continue ed adeguate occasioni di formazione.
7. L’autonomia decisionale e il controllo sulla propria attività lavorativa I lavoratori devono essere messi in grado di assumersi delle responsabilità e di poter, entro limiti
ragionevoli, decidere in che modo espletare un compito specifico. Negando loro queste possibilità
si può indurre uno stato di deresponsabilizzazione che può favorire l’insorgere di una condizione di
stress, soprattutto se, per portare a termine il lavoro assegnato, è necessario un notevole impegno.
È stato riscontrato che i lavoratori forniscono prestazioni ottimali e si sentono bene se è loro
consentito di incidere ed avere voce in capitolo sulle proprie condizioni di lavoro, sempre entro
determinati limiti. Se al lavoratore è consentito esercitare una tale influenza è più probabile che
egli affronti la situazione come una sfida positiva e non come un impegno gravoso.
8. I turni di lavoro, lavoro notturno e disorganizzazione Il sovraccarico lavorativo, i ritmi di lavoro e degli orari di lavoro dovuti a turni molto pesanti, turn-
over del personale, lavoro notturno, mancati riposi, richiamo dalle ferie, disorganizzazione
lavorativa, implicano un coinvolgimento ed una condivisione pesante dei lavoratori. L'impegno
richiesto dal lavoro o la quantità di lavoro assegnato possono essere troppo gravosi, rispetto alle
capacità, alla formazione e alle condizioni di partenza del singolo lavoratore o lavoratrice,
soprattutto se il datore di lavoro pretende prestazioni superlative costantemente, non soltanto
occasionalmente. Nel caso del lavoro a turni, poi, le variazioni periodiche dei ritmi biologici non
coincidono necessariamente con le esigenze ambientali. In questi casi l'organismo può essere
costretto a "premere sull'acceleratore" e la fase di "attivazione" può verificarsi in una parte della
giornata in cui il lavoratore dovrebbe dormire (per esempio, nelle ore diurne dopo un turno di
notte), mentre quella di "disattivazione" in un orario in cui al lavoratore è spesso richiesto di lavorare
ed essere vigile. La situazione può essere ulteriormente complicata dal fatto che il lavoratore vive in
un ambiente sociale, che non è organizzato in funzione delle esigenze dei lavoratori turnisti. Non
meno importante è il fatto che il lavoratore può essere costretto ad adeguarsi a variazioni regolari
o irregolari delle richieste poste dall'ambiente, come nel caso dei turni a rotazione. Ovviamente, la
capacità umana di fornire per un periodo prolungato prestazioni ai massimi livelli è limitata.
Questo aspetto non riguarda in genere la Scuola.
9. Fattori fisici (microclima, rumore, ecc.) Il lavoro deve caratterizzare l’identità del lavoratore ed essere uno strumento di coesione sociale, e
non solo produttivo. La presenza di rischi, come il rumore, o lo svolgimento dell’attività in condizioni
microclimatiche sfavorevoli richiedono un ulteriore affaticamento rispetto alle normali condizioni di
lavoro che può logorare un lavoratore soggetto a questi carichi.
Queste condizioni sfavorevoli non sono in genere presenti nella scuola. Il rumore, in particolare, può
essere un fastidio di fondo, ma non un rischio significativo, da solo, per la salute.
10. Il clima aziendale Il rapporto con l’azienda non può essere fondato solo su un rapporto “prestazione – denaro”, ma
deve essere qualcosa in più, un modo per realizzarsi, per esprimere al meglio il proprio talento; ad
esempio: la chiarezza nella definizione degli obiettivi e dei valori aziendali, la chiarezza delle
priorità, lavorare con una buona organizzazione, sono tutte condizione che possono aiutare a
lavorare più motivati.
11. Mobbing È un altro fattore di rischio che, se presente, induce stress nel lavoratore. Le sue cause sono
complesse e spesso si generano e si intrecciano con i precedenti fattori di stress. È un fattore molto
pericoloso che non sempre è facile riconoscere ed è molto pericoloso.
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Si può dire che anche nella scuola potrebbe verificarsi questo fenomeno, di difficile prevedibilità.
Sta al D.S. sorvegliare che non insorgano fenomeni di questo tipo ed intervenire se necessario.
12. I fattori riconducibili alle variabili della dimensione individuale ed ambientale In effetti questi fattori (le variabili da 1 a 6 dell’elenco iniziale della definizione) sono estranei
all’ambiente lavorativo; sicuramente influiscono sull’individuo, ma sono difficilmente valutabili in
ambiente lavorativo, anche per motivi di privacy. Solo in Medico Competente, messo sull’avviso di
un possibile rischio da stress lavoro-correlato, ne po’ avere sentore dopo un colloquio approfondito
e collaborativo da parte del lavoratore. Più probabilmente, possono essere messi in luce da
un’analisi psicologica approfondita da parte di un terapista professionista, coinvolto
successivamente, che può iniziare ad operare un’azione di recupero della situazione patologica.
EFFETTI DELLO STRESS SUL LAVORATORE
Lo stress è dovuto alla disarmonia fra sé stessi e il proprio lavoro, a conflitti fra il ruolo svolto al lavoro
e al di fuori di esso e da un grado insufficiente di controllo sulla propria attività lavorativa e sulla
propria vita.
Una minima quota di stress non è sempre necessariamente dannosa; quando ci si sente padroni
della situazione, lo stress diventa un fattore positivo, una sfida e non una minaccia. Quando invece
il fondamentale senso di controllo viene a mancare, lo stress può determinare uno stato di crisi, con
conseguenze negative per il lavoratore, per la sua salute e il suo lavoro. Se una tale condizione è
avvertita come parte integrante dell'esperienza quotidiana di lavoro, essa influirà sul ritmo al quale
hanno luogo i processi di "usura" dell'organismo. Quanto più si "preme l'acceleratore" tanto più
aumentano i "giri al minuto" ai quali funziona il motore del corpo, così che tale "motore" si logorerà
più rapidamente. In questo caso lo stress diventa un vero e proprio rischio per la salute di chi opera
in quelle condizioni.
Alcuni possibili effetti di questa condizione sono i seguenti:
Alterazioni dell’equilibrio socio emotivo
Comprendono reazioni d’ansia e depressione, senso di disperazione ed impotenza. Sono queste le
sensazioni, con gradi d’intensità variabili, che numerosi lavoratori avvertono quando sono
sottoposti a fattori di stress sul lavoro. Se l'esposizione al fattore di stress è intensa, frequente, di
lunga durata e/o il lavoratore esposto è vulnerabile a tali fattori, le sue reazioni emotive saranno
influenzate. Lo stato temporaneo d’ansia e/o di depressione può diventare più profondo o più
prolungato e superare i limiti della norma, sfociando nella patologia. Uno stato emotivo di questo
tipo può aumentare la propensione del lavoratore a considerare le proprie condizioni di lavoro
come nocive e le proprie reazioni al riguardo come indicative di una condizione patologica.
Alterazioni dell’equilibrio psico-fisiologico
Disturbi neuropsichici, cefalea, vertigini, disturbi gastrointestinali, senso di oppressione toracica,
tachicardia, manifestazioni dermatologiche, disturbi del sonno, senso di stanchezza, scarsa voglia
di ridere o sorridere e prendere decisioni, disturbi della sessualità. In condizioni di stress, molti
lavoratori hanno difficoltà a concentrarsi, a ricordare e memorizzare, ad apprendere cose nuove,
a essere creativi e a prendere decisioni. Anche in questo caso, superata una certa soglia, le
suddette reazioni possono dar luogo a uno stato disfunzionale sia direttamente che indirettamente,
tra l'interpretazione del proprio contesto lavorativo e delle proprie reazioni ad esso.
Disturbi del comportamento
L'esposizione a fattori di stress connessi al lavoro o di altro tipo può stimolare comportamenti che
mettono a repentaglio la salute. Per rilassarsi alcuni lavoratori ricorrono agli alcolici o cominciano a
fumare (oppure fumano di più: fumo da stress). Altri cercano conforto nel cibo (aumentando il
rischio di obesità e di conseguenti patologie cardiovascolari e diabete), nelle droghe o corrono
pericoli superflui sul lavoro o nel traffico. Un'altra valvola di sfogo può essere rappresentata
dall'aggressività, dalla violenza o da altri tipi di comportamento antisociale. Molte di queste
reazioni possono provocare incidenti, malattie e morte prematura.
Si è ormai definita da tempo anche una specifica sindrome, il BURNOUT, caratterizzata da
particolari stati d’animo (quali ansia, irritabilità, esaurimento fisico, panico, agitazione, senso di
colpa, negativismo, ridotta autostima, empatia e capacità d’ascolto etc.), somatizzazioni (quali
emicrania, sudorazioni, insonnia, disturbi gastrointestinali, parestesie etc.), reazioni comportamentali
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(assenze o ritardi frequenti sul posto di lavoro, chiusura difensiva al dialogo, distacco emotivo
dall’interlocutore, ridotta creatività, ricorso a comportamenti stereotipati). Poiché manifestazioni di
burnout e mobbing possono avere similitudini ed analogie, può anche accadere che siano confusi
tra loro e che, il lavoratore in burnout si senta oggetto di mobbing da parte di colleghi e dirigenza.
COME AFFRONTARE LO STRESS LAVORO CORRELATO (E PIÙ IN GENERALE I RISCHI
PSICOSOCIALI) NEL DVRA
Affrontare lo stress lavoro-correlato richiede un approccio sistematico, che include la valutazione
dei rischi e un monitoraggio continuo dell’ambiente attraverso il ricorso a specifici indicatori.
Si procederà pertanto nel cercare di generare:
conoscenza del rischio oggettivo di usura psicofisica per i lavoratori e consapevolezza del fatto
che, sul predetto rischio, incidono variabili individuali da tentare di monitorare
condivisione, quale risposta positiva per diminuire l’isolamento personale durante il disagio
cultura sulla giusta risposta e gestione della situazione da parte dei dirigenti e preposti
Attraverso la conoscenza dei rischi psicosociali specifici della professione, il lavoratore potrà
raggiungere una consapevolezza dei rischi professionali e individuali, che gli/le consentiranno di
effettuare un monitoraggio costante sui livelli di stress, affrontando lo stesso mediante condivisione
del disagio esperito anziché il ritiro sociale e l’isolamento.
L’azione contro lo stress legato al lavoro consiste:
nell’illustrare fonti di rischio personali, segni e sintomi, per monitoraggio e autocontrollo;
nell’attuare prevenzione di I livello: informazione di tutti i lavoratori sui rischi psicosociali specifici
(in collaborazione con il MC) e formazione rispetto ad individuazione di caratteristiche,
problematiche e di tutti gli aspetti della questione. Anche l’utilizzo di un banale test-gioco,
preceduto da una spiegazione a grandi linee del problema, può servire ad alzare il livello di
attenzioni a questa problematica;
nell’attuare prevenzione di II livello: formare DdL (D.S.), RLS, RSPP, MC sulle tematiche della
prevenzione, monitoraggio, riconoscimento e modo di affrontare il rischi da stress lavoro-correlato;
nell’attuare prevenzione di III livello: sensibilizzare il DdL al ricorso appropriato all’accertamento
medico, quando c’è sospetto di stress;
nell’individuare specifici indicatori di rischio nell’ambiente lavorativo ed eseguirne
monitoraggio.
Tutto ciò è applicabile anche al monitoraggio e riconoscimento del mobbing.
Il datore di lavoro (DdL) deve avere la consapevolezza che, nell’attuare attività di informazione
degli adulti, la prima difficoltà ad essere incontrata risiederà proprio nella resistenza delle persone
che, ritenendo superflue o già note tutte le indicazioni, non vedono la necessità di apprendere
qualcosa di nuovo.
Si rammenta che non può pertanto venire meno l’obbligo di contemplare i rischi psicosociali
(Disagio Mentale Professionale) nel Documento di Valutazione del Rischio ove, ai sensi di legge, il
dirigente è chiamato (art. 28 del Testo Unico) ad individuare, anche secondo sesso ed età, i rischi
specifici nonché ad attivare gli opportuni interventi ed ogni idonea iniziativa di formazione e
informazione.
La norma prevede, inoltre, coerentemente con gli scopi che si prefigge (lettera H, 2° comma, art.
20) l’obbligatorietà – per i lavoratori – della partecipazione alla formazione che dovrà avvenire
nell’orario di lavoro e non può comportare oneri economici a carico dei lavoratori. Ci si dovrà
riferire al M.C. per valutare come effettuare correttamente tale formazione.
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RISCHIO STRESS - LAVORO CORRELATO presso l’Istituto Comprensivo di Vimodrone.
SOGGETTI COINVOLTI NELLA STESURA DEL DOCUMENTO
Aggiornato a luglio 2010
FIGURA NOMINATIVO FIRMA
Datore di lavoro – D.S. Lorena Peccolo ...........................................
Responsabile del Servizio di
Prevenzione e Protezione – R.S.P.P. Daniela Motta ...........................................
Rappresentante dei Lavoratori per
la Sicurezza – R.L.S. Raffaella Leoni ...........................................
IL CONTESTO SOCIO-ECONOMICO DI VIMODRONE
Il territorio in cui operano le nostre scuole è caratterizzato complessivamente da un tessuto socio-
economico variegato in continuo movimento demografico; in esso sono presenti fenomeni di
immigrazione interna e, da qualche anno in maniera più accentuata, immigrazione di gruppi etnici
diversi.
La nostra scuola accoglie quindi ragazzi provenienti da tali nuclei familiari che spesso sono
impegnati in attività lavorative per gran parte della loro giornata.
Il livello culturale medio della popolazione risulta medio basso, anche se recentemente si è potuto
notare un suo sensibile innalzamento che si è tradotto in aspettative culturali più elevate da parte
delle famiglie, elemento questo che ha sicuramente comportato una modificazione nel modo di
vivere la scuola. Esse, infatti, hanno dimostrato negli ultimi tempi una maggiore partecipazione e
una crescente consapevolezza dei bisogni formativi dei propri figli. Il compito educativo viene
tuttavia demandato prevalentemente alla scuola, la quale si trova spesso da sola a predisporre
l’ambiente favorevole all’apprendimento dei sentimenti, dei valori e degli atteggiamenti di
significato etico-sociale e al tempo stesso predispone azioni di interventi educativo-didattici al fine
di prevenire il disadattamento e le forme di dispersione scolastica.
In quest’ottica anche le esigenze degli alunni portatori di handicap hanno sempre trovato nella
nostra scuola, sia da parte dei docenti che da parte degli alunni, un’attenzione e una sensibilità
tese ad individuare e a definire strategie di intervento che ne facilitassero l’inserimento e favorissero
il superamento delle difficoltà.
VALUTAZIONE DEL RISCHIO S-L-C
Allo stato attuale il D.S. e il R.S.P.P. hanno condotto una prima analisi sommaria delle assenze per
malattia sul personale, per verificare se ci siano assenze sospette, non attribuibili in modo chiaro a
malattie stagionali, indisposizioni estemporanee, banali infortuni accidentali, ricorrenti sullo stesso
lavoratore, sintomi che potrebbero far trasparire un forte disagio lavorativo. A questa prima verifica
non ci sono indicazioni di personale che si ammali in modo ricorrente e sospetto. Anche nel
contatto personale con i lavoratori di questa realtà piuttosto complessa ed articolata in sedi
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differenti, non si sono percepiti particolari attriti o conflitti interpersonali che possano essere un
indice di situazioni al limite dello stress. Emerge una fatica dovuta alle attività lavorative, rispetto
alle problematiche precedentemente elencate: impegno a volte gravoso a lavorare con
materiale umano, progressivo aumento delle difficoltà burocratiche, precariato e conseguente
significativo turn over di persone che cambiano ogni anno, con conseguenti difficoltà a
riorganizzare il lavoro … Rispetto al materiale umano è importante il tessuto sociale in cui è inserito
l’Istituto comprensivo: in questa cittadina dell’interland risiedono persone di diversa estrazione
sociale, provenienza, grado d’istruzione, cultura; anche se nel tempo la cittadina è migliorata
come servizi e qualità di vita, una parte della popolazione può avere difficoltà che si proiettano
sull’infanzia. Perciò i casi di disagio e di difficoltà di alunni sono numerosi, a causa di questa
debolezza di una piccola parte del tessuto sociale, ed a questi si aggiungono i fisiologici casi di
handicap, che comunque sono segnalati in apparente numero crescente, forse per una migliore e
precoce diagnosi, rispetto al passato; quest’ultimo fatto ha un’implicazione bivalente: da una
parte impone alla scuola uno sforzo immediato d’impegno, che di questi tempi è sempre più
difficile rendere disponibile, nel fornire al soggetto il giusto e tempestivo sostegno, dall’altra parte la
diagnosi tempestiva di una difficoltà (per esempio, di una forma di autismo) permette all’alunno di
essere seguito prima e meglio, avendo una maggiore possibilità di migliorare nel tempo le sue
capacità curricolari e di acquisire competenze. Affrontare l’insegnamento con queste difficoltà è
già fonte di stress, la consapevolezza della costante sottrazione di fondi alle scuole, può esasperare
lo stress. L’Istituto comprensivo affronta queste difficoltà costantemente e si è organizzato
predisponendo protocolli e regolamenti di comportamento (P.O.F., Carta dei servizi, Regolamento
d’Istituto…), visibili anche sul proprio sito internet e prevede riunioni formative e informative
specifiche per insegnanti in anno di prova, per insegnanti di sostegno o per tutti.
Esposti a questi rischi sono sia i lavoratori a tempo indeterminato, sia i lavoratori precari, ai quali si
aggiunge la frustrazione che nasce dalla consapevolezza della minor stabilità lavorativa e
dell’incertezza costante del futuro.
Questo fattore di rischio è di difficile valutazione e molto soggettivo.
Naturalmente, questo deve considerarsi solo un primo approccio, sicuramente non esaustivo e
definitivo, al monitoraggio costante di possibili fonti di stress-lavoro correlato. Si rimanda ad
un’eventuale valutazione successiva più specifica ed approfondita, su indicazioni eventuali del
Medico Competente, o magari riferendosi di linee guida più precise, che potranno essere
individuate da organismi competenti.
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Rischio di stress lavoro correlato (S.L.C.) riferito alla mansione
DOCENTE
Per i docenti i fattori di stress sono i seguenti: la costante e continua vigilanza degli alunni, le modalità e
la costanza dei rapporti interpersonali con questi (e a volte anche con i loro parenti), la complessità
dell’attività di insegnamento anche in relazione dell’ampiezza dei programmi scolastici da svolgere, la
ripetitività delle attività, i rapporti a volte complessi con i colleghi, la scarsa possibilità di avanzamento di
carriera, la sempre maggiore precarizzazione e la riduzione dei posti di lavoro, la scarsa riconoscibilità
dei meriti professionali e il continuo spostamento dei limiti di pensione; tutto ciò può provocare situazioni
di stress ed, in particolare, alle patologie riconducibile allo stress lavoro correlato.
Un fattore di stress maggiore sussiste per il docente di sostegno, soprattutto legata all’attività
specifica svolta con alunni problematici (con disagio o handicap), alla complessità di questo tipo
di insegnamento, ed in particolare, alla costante e continua vigilanza degli stessi, alla difficoltà nel
rapporto interpersonale con questi e alla percezione, purtroppo sempre più crescente negli anni, di
una sottrazione progressiva delle risorse a discapito del sostegno all’alunno ed alla classe. Dover
fornire il giusto insegnamento alla classe nella sua interezza, senza un sostegno in numero di ore
adeguato, è fonte di grande frustrazione perché l’insegnante ha la costante consapevolezza di
non poter dare abbastanza né all’alunno in difficoltà, né all’intera classe. L’istituto supporta tale
figura docente attraverso: un’attenta progettazione del lavoro, l’organizzazione di riunioni con il
team docenti, con il gruppo di lavoro dei docenti di sostegno o referente della scuola, con i
colloqui con le famiglie, con incontri con esperti e una serie di strumenti specifici di lavoro, sempre
verificati, messi in discussione e migliorati.
PERSONALE AMMINISTRATIVO
Anche questa figura ha in comune con gli altri lavoratori della scuola alcuni fattori di stress, come la
ripetitività delle attività, i rapporti a volte complessi con i colleghi, la scarsa possibilità di avanzamento di
carriera, la sempre maggiore precarizzazione e la riduzione dei posti di lavoro, la scarsa riconoscibilità
dei meriti professionali e il continuo spostamento dei limiti di pensione. Particolare rilevanza è data
dall’affaticamento mentale che è presente anche nei ruoli più elevati della gerarchia, in cui
possono essere rilevanti le responsabilità da assumere. Oggi, un grosso fattore di stress è anche la
complicazione esasperata della burocrazia che pone continuamente e rapidamente di fronte a
problemi di difficile soluzione e la continua difficoltà ed incertezza, nella programmazione e
progettazione del lavoro nei mesi successivi, il continuo ricambio di personale che richiede da
parte dei colleghi assunti a tempo determinato un continuo sforzo nell’addestrare i nuovi arrivati,
che quando imparano bene tutti i loro compiti si ritrovano a cambiare sede ed ad adattarsi alle
nuove procedure di lavoro.
COLLABORATORE SCOLASTICO
Anche per questa figura sono presenti i rischi relativi ai rapporti a volte complessi con i colleghi, la scarsa
possibilità di avanzamento di carriera, la sempre maggiore precarizzazione e la riduzione dei posti di
lavoro e il continuo spostamento dei limiti di pensione; in particolare per questa mansione, possono
verificarsi condizioni di stress per problemi relativi a possibili difficili condizioni di relazione e
d’organizzazione, dunque a situazioni di contesto, in cui il contino turn over di persone ogni anno crea
problemi di organizzazione per tutti. Inoltre, nella scuola è difficile ottenere il reale riconoscimento dei
meriti personali e chi svolge l’attività con maggiore impegno, a volte non si sente gratificato e protetto
da chi, a suo avviso, fa troppo poco.
Di particolare responsabilità ed impegno sono anche i compiti di vigilanza sugli alunni, i rapporti
interpersonali con questi e spesso il dover dare supporto ad alunni con handicap sapendo di non avere
le competenze giuste, con la sensazione di dover colmare in parte una mancanza di sostegno
adeguato.
Tutti questi fattori di stress, normalmente non sono così gravi da indurre situazioni patologiche e sono
scarsamente valutabili, estremamente variabili, soggettivi e non strettamente derivanti dal tipo di attività
svolta.
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ALTRI PROVVEDIMENTI PREVENTIVI E PRASSI DI COMPORTAMENTO ADOTTATI
Accumulo carichi di lavoro Si rispettano gli orari di lavoro e si organizza il lavoro in modo da rispettare l’orario del contratto
nazionale e da non lasciare mai lavoratori soli negli edifici.
Clima di lavoro e gestione relazioni Ci si sforza di valorizzare il confronto e l’ascolto tra i lavoratori
Sono definiti con chiarezza i compiti di lavoro e gli incarichi
Sono note a tutti i lavoratori le presone cui riferirsi per la risoluzione dei problemi
È data la possibilità a tutti di avere un referente cui rivolgersi per esprimere criticità per ciò che
riguarda la salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro: i lavoratori possono riferirsi in qualsiasi momento
non solo al loro RLS (interno), ma anche al D.S. / R.S.P.P.
La direzione vigila affinché ciascuno operi con rispetto dei propri doveri e dei colleghi
La direzione intende valorizzare le competenze, per quanto concesso dalle disponibilità di
fondo d’istituto, per dare opportunità di formazione e consulenza, incoraggiare progettazione ed
incrementare gli atteggiamenti d’ascolto e di proposta
Salute dei lavoratori Si verifica che l’ambiente fisico sia curato dal personale in termini di pulizia, di sicurezza ed
efficienza
Si rilevano condizioni di salute che possano costituire inidoneità e si intraprendono le misure di
tutela che comprendono l’utilizzo flessibile interno e la consultazione del Medico Competente
quando vi siano i presupposti.
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VALUTAZIONE DEI FATTORI DI STRESS POTENZIALMENTE PRESENTI DA TENERE SOTTO
CONTROLLO
LEGENDA
ASSENTE = non è riscontrabile nell’attività. L’assenza di rischio rappresenta una condizione positiva per il
lavoratore.
PRESENTE = è potenzialmente presente il fattore di rischio nell’attività e si cerca di dare un peso alla sua
probabilità di accadimento “P” dando ad essa un valore simbolico di riferimento, variabile da 1 a 4. Si fa una
distinzione tra i lavoratori dipendenti = LD (a tempo indeterminato) ed i lavoratori interinali = LP (precari). La
presenza di rischio rappresenta una condizione negativa per il lavoratore e va intesa come fattore da rischi
da ridurre e tenere sotto controllo.
NON VALUTABILE = non si riesce a dare una valutazione sommaria dell’incidenza del fattore perché non
immediatamente verificabile
FATTORE DI STRESS
ASSENTE PRESENTE NON
VALUTABILE P=1 P=2 P=3 P=4
LD LP LD LP LD LP LD LP LD LP
1 La precarietà del
posto di lavoro
X X
2 La flessibilità
X X
3 La non definizione
delle responsabilità
e delle
competenze
X X
4 Il non rispetto dei
ruoli e
professionalità
X X
5 I fattori psicologici
e sociali
X X
6 La mancata
informazione e
formazione del
lavoratore
X X
7 L’autonomia
decisionale e il
controllo sulla
propria attività
lavorativa
X
8 I turni di lavoro,
lavoro notturno e
disorganizzazione
X X
9 Fattori fisici
(microclima,
rumore, ecc.)
X X
10 Il clima aziendale X X
11 Mobbing X X
12 I fattori riconducibili
alle variabili di
dimensione
individuale ed
ambientale
X
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Appendice: SEI STRESSATO? SCOPRILO CON UN GIOCO-TEST
STRUMENTI La scheda test seguente, attraverso un gioco-test, è un possibile strumento da utilizzare nell’ambito di
un’indagine sul disagio legata al lavoro all’interno della propria azienda. Tale strumento può essere utilizzato
nella fase di prevenzione di livello I, dopo aver fatto una prima informazione sui rischi psicosociali (magari in
collaborazione con il MC), per fissare l’attenzione sul problema dello stress lavoro-correlato.
Tabella n. 1 -Scrivi il punteggio corrispondente a ciascuna risposta e alla fine fai la somma dei punti.
Mai Quasi mai Rara
mente
Qualche
volta
Spesso Quasi
sempre
Sempre
1. Durante il lavoro mi sento stanco 1 2 3 4 5 6 7
2. Sono scoraggiato 1 2 3 4 5 6 7
3. Emotivamente mi sento esaurito 1 2 3 4 5 6 7
4. Mi sento felice 7 6 5 4 3 2 1
5. Al risveglio mi sento senza energie 1 2 3 4 5 6 7
6. Mi sento depresso 1 2 3 4 5 6 7
7. Fisicamente sono esaurito 1 2 3 4 5 6 7
8. Sento di aver avuto una buona
giornata di lavoro
7 6 5 4 3 2 1
9. Ho un calo d'interesse per il lavoro 1 2 3 4 5 6 7
10. Mi sento confuso 1 2 3 4 5 6 7
11.Mi capita di sentirmi distrutto 1 2 3 4 5 6 7
12. Mi sento pieno di energia 7 6 5 4 3 2 1
13. Sono infelice 1 2 3 4 5 6 7
14. In certe situazioni mi sento inutile 1 2 3 4 5 6 7
15. Sono preoccupato per il lavoro 1 2 3 4 5 6 7
16. Mi sento ottimista 7 6 5 4 3 2 1
17. Sono affaticato 1 2 3 4 5 6 7
18. Rispetto a prima mi sento indebolito 1 2 3 4 5 6 7
19. Mi sento disilluso e risentito 1 2 3 4 5 6 7
20. Mi sento senza speranza 1 2 3 4 5 6 7
21. Sono ansioso 1 2 3 4 5 6 7
Tot
PUNTEGGIO COMPLESSIVO
Nella tabella che segue sono invece riportati i livelli di stress correlati alle cinque fasce
numeriche di riferimento.
Tabella n. 2 – Livello di stress corrispondente alla somma dei punti suddivisi per fasce.
Controlla qui sotto, in base al valore del tuo punteggio, il risultato del test
Se il tuo punteggio totale è: …vuol dire che:
Da 21 a 40 punti: sei praticamente euforico, ben lontano dall'avere problemi di stress;
Da 41 a 70 punti: il tuo equilibrio è decisamente buono, anche se la vita ti mette talvolta alla prova;
Da 71 a 95 punti: affiorano segni di stanchezza, ma reggi ancora bene. Tuttavia, sarà meglio pensare un
po' di più a te stesso in termini di riposo e di svago;
Da 96 a 115 punti: è tempo di iniziare a pensare che la vita non si esaurisce nel lavoro e che il tempo
libero riserva risorse insospettate. La tua condizione di stress si fa evidente;
Oltre 115 punti: non è proprio il caso di aspettare oltre: occorre che tu faccia subito qualcosa per
migliorare la tua condizione ed il tuo equilibrio psico-fisico!
Tratto da un prodotto di:
DIPARTIMENTO DI SANITÀ PUBBLICA, AUSL CITTÀ DI BOLOGNA
SIRS. BOLOGNA
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Revisione 03
Aggiornamento 01
stress lavoro correlato
18/02/11
Verifica di necessità di aggiornamento alla luce della circolare ministeriale del
18/11/2010
Nel dicembre 2010, analizzato il contenuto della circolare del Ministero del Lavoro e delle Politiche
Sociali, Partenza – Roma, 18/11/2010; Protocollo 15/SEGR/ 0023692, si conferma il contenuto della
presente valutazione del rischio di stress – lavoro – correlato, che si può definire VALUTAZIONE
PRELIMINARE, come necessaria in ogni documento di valutazione dei rischi. Un’eventuale seconda
valutazione più approfondita sarà attivata a cura dell’azienda nel caso si presentassero reali
segnali di rischio di stress, attualmente assenti, evidenziati da eventi sentinella. L’azienda s’impegna
a mantenere alta l’attenzione a questo tipo di problema, anche con l’aiuto del M.C., oltre che di
tutte le figure sensibili presenti in azienda.
Si allega a questa valutazione la circolare ministeriale ad integrazione della stessa.
Il D.d.L. / R.S.P.P.
…………………….
AGGIORNAMENTO 2013
Per il prossimo anno scolastico, 2013-2014, abbiamo in previsione il secondo step d’indagine per la
valutazione dello stress lavoro correlato. Si un gruppo di lavoro per la preparazione di un
questionario di approccio alla valutazione
Vimodrone, 28 giugno 2013