VALLE DELLADIGE’ 35 · maestosi doppi pilastri e settore ab-sidale semicircolare. L’altare...

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26 settembre 2010 vita trentina 35 VALLE DELL’ADIGE A gli inizi dell’Ottocento la chiesa di Sant’Elena di Cadi- ne, edificata sull’omonimo colle, versava in pessimo stato di conservazione. Non potendo più ac- cogliere in sicurezza l’aumentata po- polazione, si cominciò a progettare la costruzione di un nuovo edificio sacro. Esitazioni emersero in merito all’esatta ubicazione di costruzione, poiché dapprima si ipotizzò di erige- re il nuovo edificio di culto sulle fon- damenta di quello precedente prov- vedendo a conservarne la torre cam- panaria. La storia. L’attuale chiesa di Cadine fu progettata dall’ingegnere Ignazio Liberi di Trento, all’epoca attivo pro- fessionista nell’ambito dell’architet- tura trentina. La prima pietra venne benedetta dal principe vescovo di Trento Giovanni Nepomuceno de Tschiderer; venne consacrata il 15 lu- glio 1860 dall’allora vescovo di Vero- na mons. Benedetto de Riccabona e fu eretta a parrocchia nel 1942. La chiesa. La massiccia struttura im- pronta post neoclassica è caratteriz- zata da una pianta a navata unica de- limitata longitudinalmente da tre maestosi doppi pilastri e settore ab- sidale semicircolare. L’altare maggio- re venne costruito avvalendosi di quello presente nella chiesa di San- t’Elena realizzato con marmi policro- mi. L’altare laterale di destra, con due colonne reggenti un timpano curvilineo accoglie la statua ottocen- tesca della Madonna Addolorata in origine protetta da un’anta in legno ora relegata sulla cantoria ornata con una tela raffigurante l’Addolora- ta ai piedi della Croce, con le sette spade infisse nel petto. La patrona. Come da tradizione, la terza domenica di settembre si cele- bra la solennità della Beata Vergine Maria Addolorata, santa patrona di Cadine assieme alla quale, dal 1860, si festeggia anche la sagra paesana. In passato ricorreva invece nel mese di agosto in onore di Santa Elena, precedente patrona. Quest’anno i fe- steggiamenti sono stati ancora più significativi dato che si commemora il 150° anniversario di consacrazione della chiesa parrocchiale che, a detta di don Ruggero Fattor, va di pari pas- so con quella personale e collettiva allo Spirito Santo, certamente ben più edificante per una comunità di credenti. La statua della Madonna trafitta al cuore dalle sette spade, co- me da tradizione, è stata accompa- gnata in processione lungo le vie del paese. Patrick Zeni CADINE LA CHIESA FU CONSACRATA NEL 1860 Sant’Elena, festa doppia TRENTO I CONIUGI ECCEL Cinquant’anni insieme MATTARELLO RESTAURATI TRE QUADRI E CINQUE GONFALONCINI Rinascono le opere d’arte: la chiesa ringrazia T re quadri e cinque gonfaloncini di vecchia data arricchiscono il corredo artistico della chiesa parrocchiale di Mat- tarello. A richiedere il restauro – coperto da contributo provinciale – era stato, nel 2005, il parroco don Antonio Brugnara. I tre quadri appesi alle pareti in fondo al- la chiesa sono “Mater Admirabilis”, “La predicazione dell’apostolo Paolo nel- l’Areopago di Atene” e “L’adorazione dei Magi”. Durante i giorni della recente sa- gra dei santi Angeli, sono stati esposti, ancorati ai banchi della navata centrale, anche cinque gonfaloncini, anch’essi re- staurati, raffiguranti alcuni episodi degli angeli nella Bibbia: il sacrifico di Isacco; il sogno di Giacobbe (nella foto), Tobia e l’Arcangelo Raffaele, l’Annunciazione a Maria con l’Arcangelo Gabriele e la figura dell’Arcangelo Michele che incatena il de- monio. Queste opere, dopo il prezioso lavoro di recupero svolto da Carla Caimi e Katia Bri- da, contribuiscono senz’altro ad ampliare il corredo artistico della chiesa. Gino Micheli D allo studentato le ultime “palafitte” nemmeno si vedono. È il destino di un quartiere da sempre diviso, frammentato. Le anime di San Bartolomeo continuano ad essere due: quella nuova, rappresentata dalla moderna struttura dell’Opera Universitaria nata nel 2007 sulla collinetta sopra viale Verona e quella vecchia dal sapore di cemento e periferia, dei casoni Itea, primo esempio cittadino di edilizia popolare del dopoguerra. I mille abitanti di san Bartolomeo sono abituati a confrontarsi con una realtà in continua evoluzione: dallo spopolamento degli anni Ottanta al- la trasformazione in quartiere dor- mitorio, abitato prevalentemente da anziani. Poco meno di cinque anni fa, l’abbattimento di otto delle tredi- ci palafitte di viale dei Tigli: è l’inizio della nuova trasformazione urbani- stica prevista dall’Amministrazione comunale. Disabitate e silenziose or- mai da qualche anno, eccezion fatta per i sei negozi ancora in attività (macelleria, tabaccaio, panificio, parrucchiera, mercerie e bar), le anonime ultime cinque palazzine, martedì sera sono tornate a vivere. Merito dei suoni dei The Tubbs, vec- chia formazione riunitasi per l’occa- sione, nata negli anni Sessanta nelle cantine del rione e dei Gio_veNaLe, gruppo nato nel 2008 e legato nella sua storia recente alle atmosfere del quartiere. Un’applaudita esibizione “on the road”, primo degli eventi in- La festa di martedì sera sotto i casoni di San Bartolomeo foto Panato TRENTO Dalle palafitte allo studentato. La storia di un quartiere in cerca della sua identità TRADIZIONE E SENSO DEL PRESENTE Vezzano. “Ma perché rin- noviamo oggi il voto?”. A rivolgere la domanda, nel corso della Messa solen- ne per la festa del Voto a san Valentino, è il parroco don Roberto Lucchi. Dopo tanti anni da quel lonta- no febbraio del 1944 in- somma, che senso ha og- gi rinnovare un Voto for- mulato mentre il sinistro brontolio dei bombarda- menti e dell’artiglieria si avvicinava al paese? “Non perché ricorrano ancora le circostanze sto- riche che spinsero i Vez- zanesi ad appellarsi al lo- ro patrono, ma per dare anche oggi testimonian- za della stessa fede nella presenza del Signore nel- le vicende dell’umanità, liete o dolorose che sia- no”. Forte di questa con- vinzione, la comunità di Vezzano ha sciolto ancora una volta il voto al suo patrono. La statua del Santo ha attraversato il paese fino a raggiungere il santuario di san Valen- tino in agro. A portarla, come da tradizione, gli Alpini di Vezzano e di Pa- dergnone accompagnati dalla Banda del Borgo di Vezzano, dai sacerdoti, dalla rappresentanza del- le autorità civili del Co- mune e dalla popolazio- ne. Lo stato d’animo della popolazione nel corso degli anni è certamente cambiato, anche perché i testimoni diretti del Voto sono rimasti in pochi, ma la solennità non è venuta meno. Ne è prova il fiorire di iniziative – ecclesiali e non - nate negli anni per iniziativa della comunità parrocchiale ma anche, in senso più ampio, dell’in- tera comunità civile. L’Amministrazione comu- nale ad esempio, da anni valorizza la ricorrenza del Voto con una serie di ma- nifestazioni aventi come filo conduttore il tema della pace. “Tutti i colori della pace” si arricchisce di anno in anno, artico- landosi in mostre, con- certi, conferenze, dibatti- ti, tutto all’insegna della mondialità e dell’incon- tro tra i popoli: i migliori antidoti alla logica della guerra. È così che la festa del Vo- to, lungi dall’essere una ricorrenza anacronistica o tutt’al più folcloristica, riesce ancora oggi a dire qualcosa di attuale e si- gnificativo, testimonian- do la stessa fede dei pa- dri ma senza sentirsi a di- sagio nel Terzo millen- nio. seriti nel progetto ideato da ASUT (Asso- ciazione studenti universitari Trento) e Portobeseno festival, con l’obiettivo principale di ricostruire la memoria so- ciale e urbanistica del quartiere. Già nel 2007, per documentare i primi giorni di apertura dello studentato di San Barto- lameo, su iniziativa dell’Opera Universi- taria era nato un archivio multimediale ospitato sul web. Nel 2009 si arricchiva di alcune interviste e documenti foto- grafici storici relativi al quartiere San Bartolomeo. Nei prossimi mesi conti- nueranno le operazioni di raccolta delle memorie, ampliando l’archivio pubblico ospitato sul portale web Jurka.net al- l’interno del progetto “LiveMemories”. “Il nostro obiettivo, attraverso la condi- visione degli archivi su internet, è quello di creare un ponte tra lo studentato ed gli abitanti del quartiere. Molti di loro – spiega Davide Ondertoller di Portobese- no – vivono a San Bartolomeo da una vi- ta e si confrontano oggi con la nuova comunità universitaria, in una realtà completamente diversa rispetto a quella di cinquant’anni fa”. m.m. 23 novembre Presentazione installazioni video e audio presso lo studentato ed il quartiere. 30 novembre Presentazione del filmato documentario “In distruzione” di Luigi Pepe e Eugenio Maria Russo e dell'archivio multimediale. Concerto musicale di Proteus Quartet. gli eventi D omenica scorsa Fernando Eccel e Anna Maria Pasqualini hanno festeggiato a Gardolo il loro cinquantesimo anniversario di matrimonio. Agli auguri di figli e nipoti si aggiungono anche quelli della redazione di Vita Trentina. IL VOTO La facciata della chiesa ripresa dal sagrato addobbato a festa

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26 settembre 2010

vita trentina35VALLE DELL’ADIGE

A gli inizi dell’Ottocento lachiesa di Sant’Elena di Cadi-ne, edificata sull’omonimo

colle, versava in pessimo stato diconservazione. Non potendo più ac-cogliere in sicurezza l’aumentata po-polazione, si cominciò a progettarela costruzione di un nuovo edificio

sacro. Esitazioni emersero in meritoall’esatta ubicazione di costruzione,poiché dapprima si ipotizzò di erige-re il nuovo edificio di culto sulle fon-damenta di quello precedente prov-vedendo a conservarne la torre cam-panaria.La storia. L’attuale chiesa di Cadinefu progettata dall’ingegnere IgnazioLiberi di Trento, all’epoca attivo pro-fessionista nell’ambito dell’architet-tura trentina. La prima pietra vennebenedetta dal principe vescovo di

Trento Giovanni Nepomuceno deTschiderer; venne consacrata il 15 lu-glio 1860 dall’allora vescovo di Vero-na mons. Benedetto de Riccabona efu eretta a parrocchia nel 1942.La chiesa. La massiccia struttura im-pronta post neoclassica è caratteriz-zata da una pianta a navata unica de-limitata longitudinalmente da tremaestosi doppi pilastri e settore ab-sidale semicircolare. L’altare maggio-re venne costruito avvalendosi diquello presente nella chiesa di San-t’Elena realizzato con marmi policro-mi. L’altare laterale di destra, condue colonne reggenti un timpanocurvilineo accoglie la statua ottocen-tesca della Madonna Addolorata inorigine protetta da un’anta in legnoora relegata sulla cantoria ornatacon una tela raffigurante l’Addolora-ta ai piedi della Croce, con le settespade infisse nel petto.

La patrona. Come da tradizione, laterza domenica di settembre si cele-bra la solennità della Beata VergineMaria Addolorata, santa patrona diCadine assieme alla quale, dal 1860,si festeggia anche la sagra paesana.In passato ricorreva invece nel mesedi agosto in onore di Santa Elena,precedente patrona. Quest’anno i fe-steggiamenti sono stati ancora piùsignificativi dato che si commemora il150° anniversario di consacrazionedella chiesa parrocchiale che, a dettadi don Ruggero Fattor, va di pari pas-so con quella personale e collettivaallo Spirito Santo, certamente benpiù edificante per una comunità dicredenti. La statua della Madonnatrafitta al cuore dalle sette spade, co-me da tradizione, è stata accompa-gnata in processione lungo le vie delpaese.

Patrick Zeni

CADINE LA CHIESA FU CONSACRATA NEL 1860

Sant’Elena, festa doppia

TRENTO I CONIUGI ECCEL

Cinquant’anni insiemeMATTARELLO RESTAURATI TRE QUADRI E CINQUE GONFALONCINI

Rinascono le opere d’arte: la chiesa ringraziaT re quadri e cinque gonfaloncini di

vecchia data arricchiscono il corredoartistico della chiesa parrocchiale di Mat-tarello. A richiedere il restauro – copertoda contributo provinciale – era stato, nel2005, il parroco don Antonio Brugnara.I tre quadri appesi alle pareti in fondo al-la chiesa sono “Mater Admirabilis”, “Lapredicazione dell’apostolo Paolo nel-l’Areopago di Atene” e “L’adorazione deiMagi”. Durante i giorni della recente sa-gra dei santi Angeli, sono stati esposti,ancorati ai banchi della navata centrale,

anche cinque gonfaloncini, anch’essi re-staurati, raffiguranti alcuni episodi degliangeli nella Bibbia: il sacrifico di Isacco;il sogno di Giacobbe (nella foto), Tobia el’Arcangelo Raffaele, l’Annunciazione aMaria con l’Arcangelo Gabriele e la figuradell’Arcangelo Michele che incatena il de-monio.Queste opere, dopo il prezioso lavoro direcupero svolto da Carla Caimi e Katia Bri-da, contribuiscono senz’altro ad ampliareil corredo artistico della chiesa.

Gino Micheli

D allo studentato le ultime“palafitte” nemmeno sivedono. È il destino di unquartiere da sempre

diviso, frammentato. Le anime di SanBartolomeo continuano ad esseredue: quella nuova, rappresentatadalla moderna struttura dell’OperaUniversitaria nata nel 2007 sullacollinetta sopra viale Verona e quellavecchia dal sapore di cemento eperiferia, dei casoni Itea, primoesempio cittadino di edilizia popolaredel dopoguerra.I mille abitanti di san Bartolomeosono abituati a confrontarsi con unarealtà in continua evoluzione: dallospopolamento degli anni Ottanta al-la trasformazione in quartiere dor-mitorio, abitato prevalentemente daanziani. Poco meno di cinque annifa, l’abbattimento di otto delle tredi-ci palafitte di viale dei Tigli: è l’iniziodella nuova trasformazione urbani-stica prevista dall’Amministrazionecomunale. Disabitate e silenziose or-mai da qualche anno, eccezion fattaper i sei negozi ancora in attività(macelleria, tabaccaio, panificio,parrucchiera, mercerie e bar), leanonime ultime cinque palazzine,martedì sera sono tornate a vivere.Merito dei suoni dei The Tubbs, vec-chia formazione riunitasi per l’occa-sione, nata negli anni Sessanta nellecantine del rione e dei Gio_veNaLe,gruppo nato nel 2008 e legato nellasua storia recente alle atmosfere delquartiere. Un’applaudita esibizione“on the road”, primo degli eventi in-

La festa di martedì serasotto i casonidi San Bartolomeo

foto Panato

TRENTODalle palafitteallo studentato.La storiadi un quartierein cercadella sua identità

TRADIZIONE E SENSODEL PRESENTEVezzano. “Ma perché rin-noviamo oggi il voto?”. Arivolgere la domanda, nelcorso della Messa solen-ne per la festa del Voto asan Valentino, è il parrocodon Roberto Lucchi. Dopotanti anni da quel lonta-no febbraio del 1944 in-somma, che senso ha og-gi rinnovare un Voto for-mulato mentre il sinistrobrontolio dei bombarda-menti e dell’artiglieria siavvicinava al paese?“Non perché ricorranoancora le circostanze sto-riche che spinsero i Vez-zanesi ad appellarsi al lo-ro patrono, ma per dareanche oggi testimonian-za della stessa fede nellapresenza del Signore nel-le vicende dell’umanità,liete o dolorose che sia-no”. Forte di questa con-vinzione, la comunità diVezzano ha sciolto ancorauna volta il voto al suopatrono. La statua delSanto ha attraversato ilpaese fino a raggiungereil santuario di san Valen-tino in agro. A portarla,come da tradizione, gliAlpini di Vezzano e di Pa-dergnone accompagnatidalla Banda del Borgo diVezzano, dai sacerdoti,dalla rappresentanza del-le autorità civili del Co-mune e dalla popolazio-ne.Lo stato d’animo dellapopolazione nel corsodegli anni è certamentecambiato, anche perché itestimoni diretti del Votosono rimasti in pochi, mala solennità non è venutameno. Ne è prova il fioriredi iniziative – ecclesiali enon - nate negli anni periniziativa della comunitàparrocchiale ma anche, insenso più ampio, dell’in-tera comunità civile.L’Amministrazione comu-nale ad esempio, da annivalorizza la ricorrenza delVoto con una serie di ma-nifestazioni aventi comefilo conduttore il temadella pace. “Tutti i coloridella pace” si arricchiscedi anno in anno, artico-landosi in mostre, con-certi, conferenze, dibatti-ti, tutto all’insegna dellamondialità e dell’incon-tro tra i popoli: i miglioriantidoti alla logica dellaguerra.È così che la festa del Vo-to, lungi dall’essere unaricorrenza anacronisticao tutt’al più folcloristica,riesce ancora oggi a direqualcosa di attuale e si-gnificativo, testimonian-do la stessa fede dei pa-dri ma senza sentirsi a di-sagio nel Terzo millen-nio.

seriti nel progetto ideato da ASUT (Asso-ciazione studenti universitari Trento) ePortobeseno festival, con l’obiettivoprincipale di ricostruire la memoria so-ciale e urbanistica del quartiere. Già nel2007, per documentare i primi giorni diapertura dello studentato di San Barto-lameo, su iniziativa dell’Opera Universi-taria era nato un archivio multimedialeospitato sul web. Nel 2009 si arricchivadi alcune interviste e documenti foto-

grafici storici relativi al quartiere SanBartolomeo. Nei prossimi mesi conti-nueranno le operazioni di raccolta dellememorie, ampliando l’archivio pubblicoospitato sul portale web Jurka.net al-l’interno del progetto “LiveMemories”.“Il nostro obiettivo, attraverso la condi-visione degli archivi su internet, è quellodi creare un ponte tra lo studentato edgli abitanti del quartiere. Molti di loro –spiega Davide Ondertoller di Portobese-no – vivono a San Bartolomeo da una vi-ta e si confrontano oggi con la nuovacomunità universitaria, in una realtàcompletamente diversa rispetto a quelladi cinquant’anni fa”.

m.m.

23 novembrePresentazione installazionivideo e audio presso lostudentato ed il quartiere.

30 novembrePresentazione del filmatodocumentario “In distruzione”di Luigi Pepe e Eugenio MariaRusso e dell'archiviomultimediale. Concertomusicale di Proteus Quartet.

gli eventi

D omenica scorsaFernando Eccel e

Anna MariaPasqualini hannofesteggiato a Gardoloil loro cinquantesimoanniversario dimatrimonio. Agliauguri di figli e nipotisi aggiungono anchequelli dellaredazione di VitaTrentina.

IL VOTO

La facciata della chiesa ripresa dal sagratoaddobbato a festa