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CITTA’ DI PALERMO Assessorato al Turismo

Servizio Turismo e Promozione Turistica Servizi territoriali per il turista

Loggia-Castellammare, Tribunali-Kalsa, Palazzo Reale -

Albergheria e Monte di Pietà-Capo. Questi quattro mandamenti

nascono dalla intersezione delle due principali arterie storiche

della città: il Cassaro (corso Vittorio Emanuele), arteria principale

di origine araba che collega il mare alle colline; e la seicentesca

via Maqueda, che diede alla topografia della città arabo-fenicia il

suo tipico aspetto cruciforme. Nel centro storico sono censiti 343

palazzi, 156 chiese ed oratori, 66 tra conventi e monasteri e 63

edifici specialistici civili.

La guida descrive otto itinerari turistici che, muovendosi lungo gli

assi principali, collegano episodi monumentali di rilevante

interesse storico-culturale:

1) Itinerario Kalsa

2) Itinerario Teatro Massimo

3) Itinerario Vucciria-Castellammare

4) Itinerario Quattro Canti

5) Itinerario Ballarò

6) Itinerario Palazzo Reale

7) Itinerario Capo-Cattedrale

8) Itinerario Fiera Vecchia

La descrizione di ogni itinerario è suddivisa in quattro sezioni

informative: una scheda sintetica, contenente informazioni relative

al percorso, al livello della fruibilità (in particolare per le persone

diversamente abili), ed al tempo di percorrenza dell’itinerario; un

sistema di icone, che è stato utilizzato per evidenziare

l'accessibilità o la presenza di servizi; un dettaglio cartografico; ed

informazioni storico-artistico-culturali, che seguono il percorso.

ITINERARIO KALSA

PALERMOPALERMOPALERMO ACCESSIBILEACCESSIBILEACCESSIBILE

Palermo, una città in cui ogni via, ogni vicolo o cortile è una

scoperta, in cui ogni momento è una sorpresa, uno stupore.

Sfortunatamente si presenta ai nostri occhi piena di tanti

piccoli ostacoli che la rendono difficilmente accessibile. Per

questa ragione l’Assessorato al Turismo ha redatto la Guida

“Palermo Accessibile” come strumento prezioso per lasciarsi

accompagnare alla scoperta della città. La guida rientra in un

ampio progetto incentrato sull'accoglienza della città di

Palermo, e si propone l'intento specifico di rimuovere gli

ostacoli fisici e culturali che si oppongono alla fruizione delle

opere d’arte, incontrando le esigenze di clienti fruitori

caratterizzati spesso da una particolare sensibilità e capacità

di attenzione.

PRINCIPI GUIDA:

Di seguito riportiamo i criteri principali utilizzati, secondo un

filo conduttore, in ogni itinerario turistico:

ciascun percorso presenta le migliori condizioni

possibili di accessibilità, comunicazione e sicurezza d’uso

che ne rendono facilitato il collegamento con i monumenti

presenti nell’itinerario;

tutti i percorsi toccano almeno uno degli assi storici

che dividono in mandamenti il centro storico, corso Vittorio

Emanuele e via Maqueda.

Il centro storico di Palermo si estende per circa 240 ettari, è

diviso in quattro mandamenti denominati:

ITINERARIOITINERARIOITINERARIO KALSAKALSAKALSA Scheda sinteticaScheda sinteticaScheda sintetica

percorso: porta felice mura delle Cattive

via Butera corso Vittorio Emanuele

piazza Marina via del Quattro Aprile via

Alloro via Castrofilippo piazza Magione

via dello Spasimo via Torremuzza via

Alloro

Giudizio relativo al livello di fruibilitàGiudizio relativo al livello di fruibilitàGiudizio relativo al livello di fruibilità

zona urbana: Aperta al traffico e pedonale

distanza da percorrere: 3,00 km

tempo di percorrenza: 250 minuti

visita museo Abatellis: 100 minuti

museo delle marionette 60 minuti

Percorribile senza assistenza da persone non vedenti

Accompagnatore consigliato per disabili su ruote

Attenzione! Monumento non accessibile

Non accessibile

Possibilità di parcheggiare

Si consiglia la visita a piedi

Si consiglia la visita in bicicletta

Accessibile

Farmacia

Posteggio Taxi

ASL

Polizia - Carabinieri

CIT Centro di informazione turistica

Fermata Bus turistico

Sosta carrozze

Lavori di restauro

Proprietà privata

ITINERARIO KALSA

ITINERARIO KALSA

KalsaKalsaKalsa

articolato percorso interessa, oltre il Cassaro

e piazza Magione anche l’antico quartiere

della kalsa, da cui prende il nome. Dal nome “ Al-Halisah”, l’eletta, la Kalsa era il

rione arabo formatosi nel X secolo quando i

musulmani ebbero la necessità di trasferire e

riorganizzare il loro centro direzionale nella zona

portuale della Cala. Inizialmente era un sito extra moenia, al di

fuori del tracciato urbano, che poi si configurò come una

cittadella vera e propria, con le sue mura e porte. Nel XVI secolo

il quartiere fu incorporato nel tessuto urbano, che intanto si era

esteso, con la costruzione della nuova cinta muraria.

Iniziamo la passeggiata da PORTA FELICE, ingresso alla

città murata dal fronte mare in asse con la Porta Nuova

più a monte: da qui con lo sguardo si abbraccia l’asse di Corso

Vittorio Emanuele, in fondo Porta Nuova e la quinta naturale di

monte Cuccio. Porta Felice, il cui nome deriva dalla moglie del

vicerè Marcantonio Colonna, donna Felice Orsini, fu costruita a

più fasi: nel 1582 e poi dal 1602 al 1637, sotto la direzione

dell’architetto Mariano Smiriglio. E’ caratterizzata da due

imponenti piloni indipendenti, sormontati da una cornice

aggettante. I due fronti hanno caratteristiche diverse: quello

esterno, più maestoso, verso il mare, rivestito interamente da

marmo grigio, con elementi decorativi quali volute, fastigi e

stemmi e, ai piedi dell’ edificio due fontane; il fronte interno,

L’L’

Porta Felice

invece, interamente in arenaria, rivela nella sua partitura

architettonica un gusto espressamente rinascimentale. Nella bella

piazzetta semicircolare, piazza S. Spirito, si ammira la fontana del

“CAVALLUCCIO MARINO”, opera del Marabitti risalente al 1700.

Descrizione StoricoDescrizione StoricoDescrizione Storico---artisticaartisticaartistica

ITINERARIO KALSA

Fontana del Cavalluccio Marino

Proseguendo sulla via Butera ecco

settecenteschi palazzi: PALAZZO

LAMPEDUSA, il cui prospetto è

arricchito da decorazioni in stucco, l’ex

ALBERGO TRINACRIA, diviso in

appartamenti nel 1911 e

recentemente restaurato ed infine

PALAZZO BUTERA, il più

fastoso e rappresentativo.

Palazzo Butera, residenza di origini

settecentesche dei Branciforte principi di

Butera, nel corso del XVIII secolo fu

ampliato sino a raggiungere uno

spettacolare fronte unico di circa 120 m,

decorato da pittori come Sassi e

Montarone fu ulteriormente arricchito

dopo l’incendio del 1759.

Oltrepassato un lungo cortile di ingresso,

un elegante scalone in marmo rosso

conduce al piano nobile, dove una vasta

sala di introduzione ai saloni sorprende per

il suo omogeneo rivestimento in legno

decorato da dipinti, che rappresentano i

feudi della famiglia. Da qui inizia una lunga

sfilata di festosi saloni decorati da stucchi,

tappezzerie, statue e affreschi. I saloni si

affacciano sulle splendide terrazze vista

mare e vi si organizzano eventi e

matrimoni. E’ visitabile, a gruppi, su

prenotazione.

Subito dopo si scorge il PALCHETTO DELLA

MUSICA, un piccolo edificio a

padiglione con colonne ioniche e fregio

sul cornicione rivestito in marmo e

sopraelevato rispetto la quota stradale. Il

palchetto veniva utilizzato per concerti

all’aperto.

Tra il XVII e il XVIII secolo il FORO

ITALICO, in principio

chiamato Strada Colonna dal nome del

suo fondatore e poi Foro Borbonico, era

un’elegante passeggiata sul mare

adornata da statue e da una balaustra

continua dove vi erano stabilimenti

balneari e locali, luogo di feste e di

spettacoli.

Oggi ospita un grande giardino a prato e

passeggiata lungo mare, meta di svago e

relax cittadino. Sulle antiche mura

vennero costruiti sontuosi palazzi con

ingresso da via Butera, che con ampie

terrazze si affacciano sul mare.

Scendendo le scale ci si

immette in VIA BUTERA,

di impianto risalente al XV secolo, strada

di collegamento tra il Cassaro ed il

quartiere arabo della Kalsa; fu abbellita tra

il XVII e il XVIII secolo da palazzi nobiliari,

in collegamento con la vicina via Alloro.

Palazzo Butera ITINERARIO KALSA

Foro Italico, passeggiata a mare

Veduta del Foro Italico, lungomare

Trovandoci sempre in via Butera una piccola digressione ci porta

a piazzetta Niscemi, ora PIAZZETTA A. PASQUALINO, dove si trova il

MUSEO INTERNAZIONALE DELLE MARIONETTE.

Una spettacolare collezione di pupi, marionette, burattini per

ombre cinesi, scenari e pannelli provenienti da diverse parti del

mondo.

Alla fine della via Butera ci ritroviamo in piazzetta S. Spirito ed

imbocchiamo CORSO VITTORIO EMANUELE dove, dopo pochi passi, si

incontra a destra la scalinata della CHIESA DI S. MARIA DELLA

CATENA. La chiesa si affaccia su PIAZZETTA DELLA DOGANA, che

fino al XIX secolo era chiusa verso il mare dalla porta della

dogana, una delle porte cittadine, oggi non più esistente.

Il nome della chiesa deriva dalla presenza in epoca antica di una

grossa catena posta all’imboccatura del PORTO DELLA CALA, la cui

estremità veniva chiusa sulle mura della chiesa.

Costruita su una preesistenza a partire dal 1502, su un progetto

catalano di Matteo Carnilivari, rivela uno stile gotico

ispaneggiante, con elementi ripresi dalla tradizione costruttiva

locale. All’inizio del Seicento la Confraternita della Madonna della

Catena cede la Chiesa ai padri Teatini che costruirono nell’attuale

Archivio di stato la loro casa. Il loggiato d’ingresso ha tre archi

policentrici con profonde cornici ed è sovrastata da una cimasa a

traforo. Il volume esteso è omogeneo con conci squadrati da

dove sporgono le absidi poligonali e le archeggiature cieche. I tre

portali della chiesa sono attribuiti a Vincenzo Gagini, mentre un

altro portale si apre sul lato meridionale. La chiesa è illuminata da

monofore, poste lungo tutto il volume e nel transetto.

Il volume esteso è omogeneo con un paramento lineare a conci

squadrati, ritmato dal leggero aggetto dei piastrini, presenta un

corpo compatto da dove sporgono le absidi poligonali e le

archeggiature cieche. L’interno di sobria eleganza è a tre navate

con doppio transetto ed absidi. La volta stellare del tiburio e le

volte costolonate dell’alta navata centrale creano particolari

effetti di luce chiaroscurali. Pregevoli sono i capitelli intagliati del

Gagini; vi sono inoltre dipinti del XVI secolo, un bel trittico

cinquecentesco e tele della scuola di Pietro Novelli.Sul lato destro

vi sono quattro cappelle con altari barocchi con affreschi di Olivio

Sozzi. Importante è la cappella della Madonna della catena dove

sotto un affresco più tardo è stata portata alla luce un affresco

del XIV secolo che rappresenta la Madonna, oggi tra le statue di

Santa Barbara, Sant’Oliva, Santa Ninfa e Santa Margherita.

Nella prima cappella a sinistra vi è un fonte battesimale del 1654.

Chiesa di S. Maria della Catena

ITINERARIO KALSA

Tra il 1884 1891 furono realizzati i lavori di ripristino

dall’architetto Patricolo, soprattutto della parte della Chiesa

liberata dalle preesistenze barocche.

Poco lontano dalla Catena ecco la chiesa di S. GIOVANNI

DEI NAPOLETANI. Con ingresso dal portico trapezoidale sul

Cassaro, fu costruita a più fasi nella seconda metà del

Cinquecento. L’interno, un ambiente classico ed arioso, è diviso in

tre navate da slanciate archeggiature e mostra una raffinata

decorazione settecentesca in stucco con parti dorate e statue di

Procopio Serpotta.

La navata principale è coperta da un’ampia volta a botte con vele

in corrispondenza delle finestre; su un tiburio ottagonale la cupola

è sorretta da una trabeazione caratterizzata da mensoloni

sporgenti. All’ esterno la cupola è ricoperta da mattonelle azzurre

smaltate.

Continuando il percorso su Corso Vittorio Emanuele, incontriamo

subito un’altra chiesa: S. MARIA DI PORTO SALVO, presso

l’omonima via. La chiesa eretta in principio su un’area adibita a

magazzino del porto, fu poi riedificata nel 1513 su progetto di

Antonello Gagini, con impostazione architettonica rinascimentale.

Il prospetto obliquo su via Porto Salvo è scandito dalla

successione di tre paraste a doppio ordine che incorniciano

finestre rettangolari ed è sormontato da una cornice classica.

Nel prospetto meridionale, è stato demolito parte dell’abside per

permettere l’allungamento del Cassaro. Nel 1560 è stato costruito

il secondo portale d’ingresso, nel quale era stato inserito il

campanile e la loggetta.

ITINERARIO KALSA

Chiesa di S. Giovanni dei Napolitani

Chiesa di S. Maria di Porto Salvo

Di fronte l’ingresso di S. Giovanni dei Napolitani il tessuto urbano

si apre su PIAZZA MARINA, dove emerge la deliziosa FONTANA DEL

GARRAFFO. Realizzata da Paolo Amato nel XVII secolo, si trovava

prima nel quartiere della Loggia, nella piazzetta chiamata,

appunto, “del Garraffo”. Fu trasferita nell’Ottocento in seguito alla

nuova sistemazione di piazza Marina. Costituita da tre livelli di

conche e conchiglie, con le sue decorazioni scultoree che

rappresentano il gusto di decoro barocco dell’epoca, coerente con

il tipo di addobbi che venivano realizzati in occasioni delle

frequenti feste e processioni.

Piazza MarinaPiazza MarinaPiazza Marina

Piazza Marina nell’ottocento era un vero e proprio salotto

all’aperto. E’ una delle zone più affascinanti di questo

mandamento. Al centro della piazza si trova VILLA

GARIBALDI, sistemata nel 1861-64 da Giovan Battista

Filippo Basile con una bella cancellata in ghisa. Ospita uno

splendido esemplare di “Ficus Magnolioides” fra i più grandi

d’Italia. La piazza, individuabile sin dal X secolo, era il cuore della

Palermo medievale ed oggi è ritornata ad essere il centro della

vita mondana palermitana. Inoltre tutti i fine settimana è

animata da un caratteristico mercatino di antichità e

modernariato di vario genere.

ITINERARIO KALSA

Fontana del Garraffo Piazza Marina, Villa Garibaldi

I palazzi e le chiese che circondano la

piazza sono ricchi di storia e tra questi

emerge la CHIESA DELLA MADONNA DEI

MIRACOLI, una piccola e

graziosa chiesa rinascimentale a pianta

centrica. Il prospetto di impronta

rinascimentale, è ornato da paraste che

scandiscono lo spazio interno.

All’interno l’impianto planimetrico a

croce greca iscritta in un quadrato,

prende slancio grazie a leggere colonne

che sorreggono archi centrici ed è

illuminata con luce radente da un alto

tiburio.

Della bottega dei Gagini sono le

particolari decorazioni scultoree interne,

visibili nei capitelli e nelle basi delle

colonne, che rimandano al mito pagano.

E’ visitabile su prenotazione.

Vicino la piazza, tra la via Lungarni e la

via Merlo, troviamo PALAZZO MIRTO,

lussuosa dimora seicentesca dei principi

Lanza Filangeri, ristrutturato nel XVIII

secolo e poi nel XIX secolo. E’ uno dei

pochi palazzi nobiliari rimasti pressoché

integri nella struttura e negli arredi.

Oggi, sede di un frequentatissimo

museo regionale, ospita al suo interno

prestigiosi SALONI ornati da specchi,

stucchi dorati, fini porcellane e broccati

fiammanti. In un piccolo cortile pensile

troviamo una splendida fontana barocca

in stile “roccaille”.

Particolarmente suggestiva la

cavallerizza posta al primo piano, nella

quale è visibile la mostra permanente di

carrozze antiche. La mostra è

accessibile al pubblico portatore di

handicap.

A seguire su Piazza Marina incontriamo

PALAZZO ROSTAGNO, restaurato

nel 2002, sede del settore Affari Legali

del comune di Palermo.Il palazzo di

origine tardo-medievale, con elementi

tardo-gotici, fu rimaneggiato tra il

Settecento e l’Ottocento e fu quasi

interamente distrutto nel 1943.

A seguire incontriamo PALAZZO

GALLETTI, storico immobile

prospiciente su piazza Marina con la sua

caratteristica facciata a torre merlata,

appartenuto ai principi Galletti e La

Grua. Costruito nel XVI secolo, fu

rimaneggiato in stile neogotico nella

seconda metà dell’Ottocento

dall’architetto Tommaso Di Chiara.

Rappresenta un “collage” di tre unità

edilizie, accorpate dalla famiglia Galletti

a fine Ottocento, in cui è possibile

riconoscere i segni delle diverse

epoche. Segni, oggi finalmente Palazzo Galletti

ITINERARIO KALSA

Palazzo Mirto

apprezzabili, grazie al restauro portato a termine

dall’Amministrazione comunale dopo quasi quattro anni di lavori.

Sul lato nord-ovest di piazza Marina primeggia l’OSTERIO MAGNO

DEI CHIARAMONTE, noto come LO STERI, oggi sede del

Rettorato dell'Università, appare oggi come una dimora

fortificata di forma squadrata e pulita, ma un dimora di re e di

vicerè. Rappresenta l’esempio più significativo di architettura

del XIV secolo. Fatta costruire nel 1306 da Giovanni

Chiaramonte, ammiraglio e gran giustiziere, facente parte di

una delle più facoltose e potenti famiglie del periodo aragonese.

Nel XV secolo sotto i vicerè aragonesi subì diverse

trasformazioni, quali la demolizione delle fortificazioni e

l’apertura di nuove finestre Le trasformazioni avvennero fino

alla decapitazione di Andrea che causò la confisca di tutti i beni

alla famiglia.

Nel 1601 diviene sede del Tribunale dell'Inquisizione spagnola

fino al 1782, data in cui tale istituzione fu abolita in Sicilia. Dal

1800 al 1958 fu riadattato dall’architetto Antinelli a sede del

Palazzo di Giustizia, creando un nuovo accesso con scala

coperta costruita al di là della cinquecentesca scala lapidea,

riscoperta in seguito agli ultimi restauri effettuati da Calandra e

da Scarpa.

L’edificio é a pianta quadrata e si articola attorno ad un cortile,

con portici a piano terra e logge al piano nobile. Particolari sono

le bifore su esili colonne e le trifore con motivi decorativi

geometrici; agli angoli dei prospetti spiccano colonne

inalveolate.

All’interno si segnalano due grandi aule: la “Sala Magna”,

arricchita da un raffinato soffitto ligneo dipinto nel 1377 con

scene cavalleresche da Simone da Corleone, Danarenu di

Palermo e Cecco di Naro e la “Sala delle Capriate”, utilizzata

oggi per conferenze ed eventi. La Sala, che presenta un

interpiano di 10 metri, è decorata appunto da capriate coronate

da merli. E’ collocata al terzo piano dell’edifico, sopraelevato

durante il governo aragonese ma non portato a compimento.

All’interno dello Steri si può ammirare il quadro “La Vucciria” di

ITINERARIO KALSA

Palazzo Chiaramente, Steri

Ritornando verso via Quattro Aprile, a pochi metri da piazza

Marina troviamo PALAZZO PALAGONIA ALLA GANCIA,

ingrandito nel XVIII secolo. Con i lavori di recupero finiti nel

novembre 2002 si è ripristinata la configurazione originaria

dell’immobile; con la demolizione di alcune sovrastrutture sono

state riportate alla luce le residue decorazioni cinquecentesche.

L’edificio ospita uffici comunali ed è sede della Direzione

Generale del Comune.

Via AlloroVia AlloroVia Alloro

Continuando per via Quattro Aprile incrociamo via Alloro, la

strada delle antiche dimore nobiliari, che prende il nome da un

antico giardino con immense piante di essenze tipiche

mediterranee. Nel tratto orientale, si trova la bella CHIESA DI S.

MARIA DEGLI ANGELI DETTA LA GANCIA ED IL CONVENTO

FRANCESCANO.

Nell’attuale luogo della chiesa esisteva, in epoca normanna,

un’altra chiesa dedicata al San Girolamo. Nel 1439 fu acquistata

dai Frati Minori Osservanti che la destinarono a “gancia”, cioè ad

ospizio dentro le mura. I lavori in pietra squadrata, emerge il

portale d’ingresso con arco a tutto sesto, peducci e strombo di

derivazione gotico – catalana. E ‘ visibile inoltre un altro arco più

ribassato in cui è inserita la formella che riproduce la Madonna e

il Bambino. Il portale laterale policentrico ed uno centrale ad arco

a pieno centro. L’interno, rimaneggiato a più riprese, ha un’unica

grande navata con profonde cappelle laterali coperta da un

soffitto ligneo cassettonato cinquecentesco restaurato nel

seicento dal Guercio e nel settecento dal Marvuglia. La navata è

ornata da stucchi del Serpotta e da pitture di Filippo Tancredi e di

Archivio di Stato, ex Convento francescano della Gancia

ITINERARIO KALSA

Atrio di Palazzo Palagonia

Antonio Grano, soprattutto nei dodici quadroni a fresco polilobati

che rappresentato figure di santi.

Tra le cappelle più rilevanti ricordiamo: la cappella di

Sant’Elisabetta d’Ungheria che presenta una Natività con i

donatori attribuita a Vincenzo da Pavia, sull’altare la tela

tenebrosa di Pietro Novelli con San Pietro d’Alcantara, l’altare in

marmi mischi, il quadrone a fresco di Guglielmo Borremans che

rappresenta l’Adorazione del serpente di Bronzo, l’altorilievo con il

Cristo al limbo di Antonello Gagini, l’altorilievo con il Cristo al

Limbo di Antonello Gagini. La Cappella dell’Annunciazione rivestita

di marmi mischi, presenta opere del Tancredi e del Marabitti.

Sull’altare troviamo lo Sposalizio della Vergine di Vincenzo da

Pavia e la Visione della Sibilla Cumana da parte dell’imperatore

Augusto, gruppo in stucco del Serpotta. La cappella della

Madonna del Guadalupe, concessa nel 1508 alla nazione

spagnola, presenta una decorazione in stucco è opera di

Giacomo e Procopio Serpotta e un pulpito marmoreo con la figura

del Redentore e del Cristo al Limbo attribuito ad Antonello Gagini

ed aiuti. Nel prospetto su via Alloro si nota la “Buca della

Salvezza”, un'apertura praticata da due patrioti che si erano

nascosti nella cripta della chiesa durante la rivolta antiborbonica e

che, dopo aver scavato questa buca, furono tratti in salvo da

alcuni popolani. Il convento francescano si articola attorno ad un

cortile porticato su un solo alto. Una parte del convento

è sede dell’ ARCHIVIO DI STATO e si sviluppa attorno a due

cortili, il primo dei quali è decorato con affreschi della vita dei

frati Francescani.

All’interno troviamo un oratorio decorato da stucchi e pitture del

XVII secolo e un vasto dormitorio, oggi occupato da enormi

scaffalature a più piani.

A seguire sulla destra troviamo PALAZZO LA ROSA,

recuperato dal Comune di Palermo nel 2004. L’intervento ha

riguardato le opere di finitura delle parti interne dell’edificio

mentre la prima tranche di restauro era stata portata a termine

tre anni prima. I lavori hanno reso nuovamente fruibile

l’immobile, che era rimasto a lungo inutilizzato.

Archivio di Stato

ITINERARIO KALSA

Continuando incontriamo Piazza Magione.

Piazza MagionePiazza MagionePiazza Magione

La La grande piazza, così chiamata per la presenza

dell’omonima chiesa, è una spianata di forma rettangolare.

Lungo il lato Ovest primeggia la mole della CHIESA

DELLA SS. TRINITÀ MAGIONE, preceduta da un

portale barocco e da un piacevole vialetto fiancheggiato da

palme. Fu eretta, insieme al monastero ed al chiostro,

intorno al 1191 da Matteo Ajello, gran cancelliere di

Guglielmo I e concessa nel 1194 all’Ordine dei Teutonici,

che la chiamarono “Magione” da mansio (dimora). Nel

1492 dopo l’espulsione dei Teutonici, passò nelle mani

degli abati Commendatari che aggiunsero delle cappelle.

Alla fine del XVIII secolo i re borbonici aggiunsero il

porticato neoclassico distrutto dai restauri del Patricolo e

del Valenti. Coeva del duomo di Monreale, molte sono le

affinità tra la chiesa e il duomo sia nell’impianto che nella

soluzione architettonica del chiostro, mentre profonde sono

le differenze nelle decorazioni interne.

I restauri del Novecento hanno riportato alla luce l’impianto

normanno.

La pianta è di tipo basilicale a tre navate divise da

colonne, sul transetto si elevano arconi ogivali.

All’esterno la navata centrale emerge in altezza sulle

laterali, il prospetto e le tre absidi semicircolari sono

sottolineate da una serie di modanature ed archeggiature

cieche.

ITINERARIO KALSA

Chiesa della Magione

Uscendo da piazza Magione, a sinistra, percorriamo via dello

Spasimo sino ad arrivare all’ingresso della CHIESA E DEL

CONVENTO DI S. MARIA DELLO SPASIMO uno dei complessi

più suggestivi della città.

I lavori iniziarono nel 1509 ad opera dei monaci dell’ordine di S.

Maria di Monte Oliveto ed andarono avanti per parecchi anni; il

complesso però non venne mai completato in quanto, nel 1536,

l'aggravata minaccia della armata turca e la volontà di

affermazione della politica estera della grande potenza spagnola

indussero il vicerè di Sicilia Don Ferrante Gonzaga ad affidare

all'ingegnere militare Antonio Ferramolino il potenziamento della

difesa militare di Palermo, modificando l'antico sistema difensivo

normanno della città, cosicché a ridosso della chiesa e del

convento venne edificato un baluardo di difesa. Il BASTIONE DELLO

SPASIMO fu il primo ad essere realizzato. Nel 1520 l’edificio si era

arricchito di un capolavoro di inestimabile valore: lo “SPASIMO DI

SICILIA” dipinto da RAFFAELLO SANZIO, ora esposto al Museo del

Prado di Madrid. Nel 1582 la chiesa venne adibita a spettacoli

pubblici, una specie di primo esempio di "teatro stabile" in Italia,

ma nel secolo successivo un'epidemia di peste ne rese necessario

l'utilizzo come lazzaretto. Terminata l'epidemia, gli ambienti

furono adibiti a granaio e a magazzino. A metà del Settecento

crollò la volta della navata centrale della chiesa, che non verrà

mai più ricostruita. Viene proposto alla visita anche il lato del

chiostro cinquecentesco recentemente messo in luce,

probabilmente mai completato nella sua interezza. Nel 1985,

grazie alla volontà dei cittadini e della Pubblica Amministrazione,

furono iniziati i lavori di recupero delle strutture fatiscenti. Oggi lo

Spasimo ospita eventi culturali, rappresentazioni teatrali e

musicali.

ITINERARIO KALSA

Chiesa di S. Maria allo Spasimo Raffaello Sanzio - Spasimo di Sicilia - Museo del Prado di Madrid

Continuando per via dello Spasimo in PIAZZA VITTORIA ALLO SPASIMO

incontriamo L’ORATORIO DELLA COMPAGNIA DEI BIANCHI,

edificato nel XVI secolo. Nel 1686 fu restaurato in seguito ad

un incendio e vi fu costruito un portico a grandi archi bugnati con

mascheroni in rilievo nella chiave. Il prospetto è segnato da

paraste al piano superiore. La Compagnia dei Bianchi si occupava

di affidare un adepto ad ogni condannato a morte, restando con

lui per i tre giorni precedenti l’esecuzione, così da prepararlo

spiritualmente alleviando la dolorosa attesa al patibolo. L’edificio comprende al primo piano la CHIESA DELLA VITTORIA

di origini normanne, ricostruita alla fine del Quattrocento e di

cui oggi rimane solo uno spazio disadorno rettangolare con archi

ribassati. L’oratorio fu dotato nel 1744 di uno scalone in marmo

bianco di Carrara, di una pavimentazione in mattonelle maiolicate

e di varie decorazioni pittoriche. All’interno è possibile ammirare

una porta lignea “Bab el Fotik” della cittadella araba, dalla quale

nel 1072 entrò in Piazza Kalsa, Roberto il Guiscardo. Il complesso

è stato acquistato e restaurato nel 1987 dall’Assessorato dei Beni

Culturali e Ambientali.

Piazza KalsaPiazza KalsaPiazza Kalsa

La piazza è il fulcro del quartiere della Kalsa. Oggi è un quartiere

popolare, molto pittoresco, in cui si respira ancora l’antica cultura

araba-siciliana e spesso, i forti profumi dei cibi cotti nei chioschi

lungo la strada.

Sulla piazza primeggia la barocca CHIESA DI SANTA TERESA,

costruita tra la fine del Seicento e l'inizio del Settecento da

Giacomo Amato.

ITINERARIO KALSA

Chiesa di della Madonna della Vittoria e Oratorio della compagnia dei Bianchi

Chiesa di S. Teresa

ITINERARIO KALSA

La solenne facciata è tripartita da semicolonne che si alternano a

nicchie con statue; il partito centrale presenta sopra il primo

ordine un timpano semicircolare e in alto un frontone triangolare.

L'interno, composto da un’unica navata con cappelle laterali, è

decorato da stucchi con parti dorate di Giuseppe e Procopio

Serpotta. Alle pareti troviamo quadri di Antonio Grano e dentro le

nicchie vi sono le statue di S. Anna e S. Teresa realizzate da

Giacomo Serpotta.

Sul lato opposto della piazza primeggia la cinquecentesca PORTA

DEI GRECI, eretta nel cosiddetto bastione del Tuono. Il

suo prospetto verso il mare è decorato da un'architettura

manieristica a bugne piene ed incavate, i pilastri incorporati nella

parete e lievemente sporgenti riproducono le forme tipiche degli

ordini classici dorico, ionico e corinzio e terminano con capitelli

decorati da mascheroni. L'architrave superiore è decorato con

festoni di fiori e frutta.

La porta è sovrastata da PALAZZO FORCELLA DE SETA,

edificato nel XVIII secolo in stile neoclassico e mai ultimato. Nel

1815 Vincenzo Di Martino riprogettò il magnifico giardino che si

estendeva fino all'odierno Jolly Hotel, con splendide piante

esotiche. Oggi il giardino, parte del palazzo in stile neogotico, ed i

vecchi granai ospitano un frequentato ristorante-bar-libreria. Il

palazzo, utilizzato come Casina a mare dai Principi Bonanno,

restò incompleto per una lunga lite con le monache del convento

di Santa Teresa le quali temevano di perdere la vista del mare.

Fu acquistato dai marchesi De Seta ed infine dai principi di

Saudita che aggiunsero al palazzo collezioni di oggetti antichi. Ora

è di proprietà della Confindustria ed è in attesa di restauro.

Porta dei Greci

Palazzo Forcella De Seta

Lasciando piazza Kalsa proseguiamo su VIA TORREMUZZA ed

incontriamo l’EX NOVIZIATO DEI PADRI CROCIFERI, con

l’attigua CHIESA DI S. MATTIA, edificati nel 1686 su

progetto di Giacomo Amato. Il prospetto su via Umberto I è

scandito da paraste e lesene. All’interno una deliziosa scala a

chiocciola porta ai vari piani.

La chiesa presenta una pianta ottagonale coperta a cupola. Nel

novembre 2002, dopo tre anni e mezzo di lavori, è stato ultimato

il recupero della chiesa e dell’ex convento, destinati

rispettivamente a sala convegni ed uffici. Gli interventi hanno

riguardato il consolidamento strutturale, il rifacimento di alcune

ITINERARIO KALSA

parti tra cui pavimentazioni, solai, pareti. Attualmente è sede dell’

Ufficio comunale del Centro Storico.

Di fronte, recentemente restaurato, sorge sull’omonima

strada il PALAZZO LANCILLOTTO CASTELLO DI TORREMUZZA,

costruito nel 1775 e totalmente riconfigurato nel XIX secolo.

All’interno troviamo eleganti saloni abbelliti da pitture

mitologiche.

Noviziato dei Crociferi e Chiesa di S. Mattia

Proseguendo ancora sulla sinistra incrociamo la CHIESA DI S.

MARIA DELLA PIETÀ, edificata a partire

dal 1678 e portata a termine nel 1684, per volere delle

suore domenicane, su progetto di Giacomo Amato. La facciata è

disegnata su due ordini con colonne sporgenti alternate a nicchie

con statue e rosoni. L’interno, ad unica navata con cappelle

laterali ed un bel coro all’ingresso, è decorato con stucchi di

Giacomo e Procopio Serpotta. La chiesa conserva illustri pitture

settecentesche di Guglielmo Borremans, Antonio Grano e

Francesco Manno. Tra le opere presenti ricordiamo anche una

tavola cinquecentesca della “pietà della Madonna che contempla

Gesù”. Nel coro è presente una ricca grata in legno dorato, che

simboleggia il sole che nasce e la fede delle monache.

Qualche metro più avanti incrociamo nuovamente la parte bassa

di via Alloro, la percorriamo fino ad arrivare all’ingresso di

PALAZZO ABATELLIS.

Il Palazzo risale al 1490, anno in cui Francesco Patella e Abatellis

incarica l’architetto Matteo Carnalivari, di realizzargli il palazzo,

che è uno degli esempi più significativi dell’architettura gotico-

catalana della Sicilia Occidentale. Francesco Patella o Abatellis,

morto senza eredi, lasciò il palazzo alle benedettine, indi alle

domenicane subentrate a queste ultime. Adibito a monastero, con

la soppressione degli ordini religiosi (1866), passò alla Regione.

L’edificio si compone di quattro blocchi intorno al chiostro

centrale, in cui su un lato si eleva il loggiato a due ordini con

archi a tutto centro su slanciate colonne e una scala che collega il

primo piano al piano nobile.

Il prospetto principale presenta le due torri merlate e il portone

ITINERARIO KALSA

centrale composto da quattro ordini concentrici, con l’ultimo, che

collega le losanghe con le insegne della famiglia Patella. Nel

secondo ordine si susseguono le trifore e nel coronamento finale

sbucano i doccioni che rappresentano animali.

Dopo il restauro alla fine degli anni ’40, venne destinato a sede

della GALLERIA REGIONALE DI PITTURA, aperta per la prima volta

al pubblico il 23 giugno del 1954.

Chiesa di S. Maria della Pietà

ITINERARIO KALSA

La solenne facciata è tripartita da semicolonne che si alternano a

nicchie con statue; il partito centrale presenta sopra il primo

ordine un timpano semicircolare e in alto un frontone triangolare.

L'interno, composto da un’unica navata con cappelle laterali, è

decorato da stucchi con parti dorate di Giuseppe e Procopio

Serpotta. Alle pareti troviamo quadri di Antonio Grano e dentro le

nicchie vi sono le statue di S. Anna e S. Teresa realizzate da

Giacomo Serpotta.

Sul lato opposto della piazza primeggia la cinquecentesca PORTA

DEI GRECI, eretta nel cosiddetto bastione del Tuono. Il

suo prospetto verso il mare è decorato da un'architettura

manieristica a bugne piene ed incavate, i pilastri incorporati nella

parete e lievemente sporgenti riproducono le forme tipiche degli

ordini classici dorico, ionico e corinzio e terminano con capitelli

decorati da mascheroni. L'architrave superiore è decorato con

festoni di fiori e frutta.

La porta è sovrastata da PALAZZO FORCELLA DE SETA,

edificato nel XVIII secolo in stile neoclassico e mai ultimato. Nel

1815 Vincenzo Di Martino riprogettò il magnifico giardino che si

estendeva fino all'odierno Jolly Hotel, con splendide piante

esotiche. Oggi il giardino, parte del palazzo in stile neogotico, ed i

vecchi granai ospitano un frequentato ristorante-bar-libreria. Il

palazzo, utilizzato come Casina a mare dai Principi Bonanno,

restò incompleto per una lunga lite con le monache del convento

di Santa Teresa le quali temevano di perdere la vista del mare.

Fu acquistato dai marchesi De Seta ed infine dai principi di

Saudita che aggiunsero al palazzo collezioni di oggetti antichi. Ora

è di proprietà della Confindustria ed è in attesa di restauro.

Porta dei Greci

Palazzo Forcella De Seta

Il restauro e l’allestimento museografico furono curati da Carlo

Scarpa che riportò l’edificio alle sue forme originarie. Ospita un

importante Gabinetto di Stampe e disegni, conserva opere degli

artisti siciliani medievali, del Cinquecento e del Seicento e

maioliche dipinte a lustro metallico dei secoli XIV e XVII.

Tra le opere più famose ricordiamo l’ignoto affresco del “Trionfo

della morte”, posto al piano terra e visibile anche da un soppalco

al primo piano. Esso rappresenta la morte su un cavallo, ormai

ridotto a scheletro, che irrompe in un giardino, fioccando frecce

mortali su giovani coppie, prelati, ma risparmiando gli indigenti.

L’artista, di cui non si conosce l’identità ma solo delle ipotesi,

doveva conoscere bene il gotico fiorito internazionale, come si

evidenzia dall’uso dei toni ora cupo ora più cortese,e dal tema

sacro e profano e che coinvolge tutta l’opera.

ITINERARIO KALSA

Tra le opere più importanti custodite all’interno della galleria

ricordiamo inoltre: il delicato busto di Eleonora d’Aragona di

Francesco Laurana ed una testa muliebre di Antonello Gagini.

Al primo piano risplende la sala dedicata ad Antonello da Messina

con la famosa tavola dell’”Annunciata” del 1473.

Nelle sale della Galleria Regionale si possono ammirare anche

diverse opere realizzate da artisti stranieri, come il bellissimo

“Trittico Malvargna” di Jan Gossaert e la “Deposizione” di Jan

Provost.

Attualmente sono in restauro le parti interne che danno su un

secondo cortile.

Palazzo Abatellis, Galleria Regionale di Pittura Trionfo della Morte - particolare -

Testi ed elaborazioni grafiche: C. F. Greco, C. Taormina Contributo ricerche: J. Boscarino, C. Fucarino, A. Poerio Fotografie: Ufficio Stampa Comune di Palermo, C. Adragna, A. Pitarresi, A. Scafidi