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Spi Anche su internet: www.marche.cgil.it/spi Spi rito di gruppo febbraio 2017 Suppl. a LiberEtà n. 2/2017 mensile del Sindacato pensionati italiani della Cgil direttore responsabile Giorgio Nardinocchi / a cura dello Spi Cgil regionale Marche Tariffa R.O.C. - Poste Italiane S.p.A. - Sped. in abb. postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1, DCB Roma LiberEtà Marche Marche Sisma Marche: l’impegno dello Spi Cgil pagina 2-3 Non autosufficienza: la Regione Marche non risponde pagina 9 Vaccini: un obbligo sociale pagina 10-11

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SpiAnche su internet: www.marche.cgil.it/spi

Spirito di gruppofebbraio 2017

Suppl. a LiberEtà n. 2/2017 mensile del Sindacato pensionati italiani della Cgil direttore responsabile Giorgio Nardinocchi / a cura dello Spi Cgil regionale Marche Tariffa R.O.C. - Poste Italiane S.p.A. - Sped. in abb. postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1, DCB Roma

LiberEtàMarcheMarche

Sisma Marche:l’impegno dello Spi Cgil

pagina 2-3

Non autosufficienza:la Regione Marchenon risponde

pagina 9

Vaccini:un obbligosociale

pagina 10-11

Gli eventi sismici cominciatilo scorso 24 agosto hanno pur-troppo cambiato la vita di cen-tinaia di migliaia di persone edi intere comunità e territori.Le difficoltà sono enormi e tan-ti sono i problemi da affronta-re.Con le scosse non sono crollate solole case ma anche i servizi, le struttu-re sanitarie e di assistenza, le scuole,i negozi, i supermercati e le chiese.Insieme alle città, ai paesi e alle in-frastrutture c’è quindi anche un tes-suto sociale che dovrà essere rico-struito.

Tutti stanno pagando un prezzo ele-vatissimo ma per gli anziani forse que-sta situazione è ancora più complica-ta. Penso a tutti quelli che hanno sem-pre vissuto nello stesso posto e cheora si ritrovano senza casa, senza pun-ti di riferimento e senza luoghi di ag-gregazione con la paura e l’angosciadi non poter più tornare alla vita diprima. È per questo che il sindacato dei pen-sionati della Cgil ha deciso di esserein campo e di rimboccarsi le maniche.Fin dalle ore successive alla primascossa, ci siamo resi conto che ci sa-rebbe stato tanto lavoro da fare. Ab-biamo compreso che il nostro impe-gno non si sarebbe dovuto limitare al-l’emergenza ma che sarebbe dovutodurare nel tempo. Per questo abbia-mo lavorato in più direzioni.Insieme a Fnp Cisl e Uilp Uil, abbia-mo subito lanciato una sottoscrizionein tutta Italia chiedendo ai pensiona-ti di dare il proprio contributo. Que-sta sottoscrizione sta continuando. Ve-dremo quanto siamo riusciti a racco-gliere e a quale progetto destineremoqueste risorse.Allo stesso tempo però abbiamo pen-sato anche a come aiutare nell’imme-diato le popolazioni colpite dai diversieventi sismici che si sono succedutiin questi mesi e che purtroppo conti-nuano a succedersi.In molte delle località del cosiddettocratere le nostre sedi sono crollate,non sono agibili o non sono utilizza-bili perché si trovano all’interno del-le zone rosse. Abbiamo però deciso di

Marche

Marche

EDITORIALE

2 FEBBRAIO 2017

DI IVANPEDRETTISegretariogeneraleSpi Cgil

Sisma, l’impegno dello Spi

Ivan Pedretti

rimanere in questi territori, di non ab-bandonarli e di continuare a fare il no-stro mestiere, nonostante tutto.Lo Spi Cgil nazionale si è adoperatoper fornire a tutte le realtà colpite dalterremoto delle unità mobili con cuisvolgere l’attività sindacale. Questeunità mobili sono oggi in funzione eservono a portare aiuti concreti e as-sistenza a tutte le persone che ne han-no bisogno. Magari ci siamo spostatiqualche metro più in la rispetto a do-ve eravamo prima, magari ora siamoin un parcheggio o fuori da un centrocommerciale. Ma abbiamo deciso co-munque di continuare ad essere pre-senti.Da tutta Italia ci è arrivata inoltre ladisponibilità delle nostre strutture sin-dacali, che si sono impegnate a dareuna mano e che in alcuni casi hannogià inviato camper e unità mobili inloro possesso. Dovremo radicare inoltre di più la no-stra presenza anche nelle aree della co-sta dove tutte le persone sfollate stan-

no vivendo temporaneamente in atte-sa della costruzione delle casette di le-gno promesse dal governo. Ho visita-to personalmente alcune di queste lo-calità, parlando con tanti anziani e pen-sionati iscritti al nostro Sindacato. Quel-lo che mi è apparso evidente è che que-ste persone oggi vivono una condi-zione di profonda solitudine e di in-quietudine. È una condizione che pur-troppo accomuna tutte le persone an-ziane, siano esse nelle Marche, in Um-bria, nel Lazio o in Abruzzo. È per que-sto che in tutte le zone colpite stiamocercando di far attivare dei centri diascolto e di aiuto psicologico ma stia-mo anche cercando di portare qui even-ti, spettacoli teatrali, concerti e altreimportanti occasioni di socialità. Il nostro impegno è quindi a tutto ton-do. Siamo pienamente coscienti chenon servono interventi “spot” ma unlavoro vero, concreto, quotidiano eche duri nel tempo. Questo è il nostroimpegno e lo porteremo avanti fino aquando ce ne sarà bisogno.

Spiri

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grup

po IEDITORIALE

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Anche in questo numero tor-niamo a parlare di terremo-to. La terra trema ancora enon permette di superarel’emergenza e, di conseguenza,non si riesce a pianificare eprogrammare il futuro.Da tutte le regioni, lo Spi e la Cgilhanno immediatamente posto mol-ta attenzione ai problemi delle po-polazioni colpite chiedendoci qualisono le esigenze, come possono in-tervenire, quale aiuto possiamo da-re. Con molta generosità, hanno mes-so a disposizione di tutto: dai mez-zi mobili per stare vicini alle perso-ne nei territori, ai contributi, agli in-trattenimenti (spettacoli di vario ge-nere) per far passare alcune ore spen-sierate, la speranza è di riuscire nel-l’intento.

Lo Spi nazionale ha predisposto unfondo di 200.000 euro per gli inter-venti necessari.A livello nazionale la Cgil e lo Spihanno lanciato un progetto che han-no chiamato “Adotta una Cameradel lavoro, adotta una Lega”. L’obiet-tivo è di programmare gli interven-ti necessari partendo dai bisogni,ascoltando la gente terremotata conil coordinamento un’unica “cabinadi regia” per evitare disfunzioni esperpero di risorse.Come sindacato dei pensionati del-la Cgil, ci stiamo impegnando perfar ritrovare a tutte le persone coin-volte un poco di “benessere”. In tutti i luoghi dove è concentratoil maggior numero di persone (sul-la costa adriatica), stiamo costante-mente garantendo la nostra presen-za con l’utilizzo delle strutture mo-bili a disposizione con cui svolgia-mo l’attività sindacale e l’assisten-za necessaria anche per la compi-lazione di moduli e la documenta-zione per accedere alle varie formedi intervento.Ma non basta; contemporaneamen-te stiamo riaprendo le nostre sedi,spesso rimaste lesionate e non agi-bili, nelle zone maggiormente col-pite dal sima per mandare un segnaleforte di voler ripartire proprio inquelle località, evitando lo spopo-lamento e il non ritorno dei vari nu-clei familiari.

DI ELIOCERRI

ORGANIZZAZIONE

4 FEBBRAIO 2017

Marche

Marche

Tutte le iniziativeper le zone colpite dal sisma

Il sindacato dei pensionati in campo

L’ufficio mobile messo a disposizionedallo Spi della Basilicata

Il bilancio della crisi sismicadi agosto – ottobre 2016 ha in-cluso i comuni della provinciadi Rieti, di Teramo, Perugia,Ascoli Piceno, Fermo, Mace-rata, Ancona. Cerchiamo di ca-pirne le cause. L’attuale crisi si-smica che interessa l’Appennino cen-trale è legata al costante sollevamen-to ed alle deformazioni di tipo esten-sionale (direzione NNO-SSE) dell’areadella catena umbro-marchigiana in at-to dal Pleistocene inferiore e medio(Quaternario), che hanno tagliato leprecedenti strutture compressive de-terminando la formazione di bacinifluvio-lacustri intermontani (conchedi Norcia, Monteleone di Spoleto, Ca-scia e Castelluccio di Norcia, Grabendella Valcasana) con rigetti massimi(spostamenti verticali) di 900-1200metri, come nel evidente caso dellaPiana di Castelluccio. La tettonicaestensionale è ancora in atto e ad es-sa è riferibile l’intensa e diffusa si-smicità della zona colpita, in epocastorica, da numerosi terremoti di ma-gnitudo moderata (compresa tra 5.5 e6.5). L’attuale crisi sismica che inte-ressa l’Appennino centrale, in coe-

renza con i terremoti del 1997 (Um-bria Marche) e 2009 (L’Aquila) ma an-che Norcia (1979) ha riattivato tutte lefaglie presenti e già attive in passato. Come si sa, non è possibile prevede-re i terremoti. Possiamo fare una sta-tistica ricorrenza sulla base delle no-tizie storiche ma non potrebbe co-munque essere utile considerata l’im-precisione del dato. Possiamo, inve-ce, calcolare l’intensità massima delterremoto, informazioni che sono giàmappate nelle carte di pericolosità si-smica nazionale, comprese le nostrezone, e adeguare la progettazione de-gli edifici per resistere al collasso. Pergli edifici anche quelli storici esisto-no tecniche di consolidamento chemantengono le strutture originarie epreservano lo stile architettonico. Oc-corre ricordare che, prima di ogni pro-getto di adeguamento strutturale, ser-ve una relazione geologica adeguataal sito con analisi di sismicità passi-va ed attiva per la valutazione delleeventuali amplificazioni dell’onda si-smica a livello locale, in pratica si de-ve realizzare una microzonazione si-smica sia a livello comunale che a li-vello di singolo edificio.

Il geologo/«Il terremoto hariattivato faglie antiche»

DI ANDREADIGNANI

Foto

di Andrea Dignani

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Spiri

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po IL’OPINIONE

STORIE DAL “CRATERE”March

e

Marche

La testimonianza chesegue è di una si-gnora che, per con-to della Asl di uncentro colpito dalterremoto, fa assi-stenza domiciliare

ai non-autosufficien-ti. Ha preteso l’anonimatoper non apparire “eroe” (ce

ne sono stati veramente tanti che nelsilenzio hanno lavorato con il cuorein mano) e per non ledere il diritto al-la privacy dei propri assistiti che, fa-cilmente, avrebbero potuto essere in-dividuati sapendo nome e cognomedella propria assistente.Questo il suo racconto: <Già dopoqualche ora dal terremoto ho iniziatola ricerca, difficilissima, dei miei as-sistiti. Non uno di loro era ancora nel-la propria abitazione ma io questo an-cora non potevo saperlo. Io stessa so-no divenuta una “sfollata”, perché an-che la mia abitazione era divenuta ina-bitabile, senza aver avuto la possibi-lità di prendere neppure la biancheriaintima… Telefonando a destra e sini-stra, sono riuscita a fare la “mappa”dei miei assistiti. Quando arrivavo da

loro, li guardavo negli occhi e, dopoqualche secondo, venivano giù lacri-me. Per il dramma dell’insicurezza,per la gioia di essere ancora in vita,per la disperazione di non avere piùquel minimo di cure necessarie allaloro non-autosufficienza. Li accom-pagnavo con le mie lacrime: io ero incondizioni peggiori di loro, perché,pur da terremotata (anch’io avrei vo-luto essere assistita e ne avevo biso-gno reale, quantomeno sotto il profi-lo psicologico), cercavo di assicurarealmeno un sorriso ed un conforto. Peralcuni di loro, sono più importante enecessaria di un familiare, perché al-cuni non hanno più nessuno, mentrealtri sono stati lasciati soli…Due solitudini, la mia e la loro, matanta voglia da entrambe le parti dinon darsi per vinti. Ora sembra tor-nata la calma e le micro-scosse sonodivenute compagne di vita quotidia-na. Qualche volta riusciamo anche asorriderci sopra. Un sorriso carico diangoscia per il futuro, ma anche disperanza. Credo che il senso della so-lidarietà sia ancora vivo e questo è ilfondamento per rinascere>.

6 FEBBRAIO 2017

La testimonianzadi un’assistente

domiciliare

Terra e cuore ballerini. Sempre

DIROMOLOSARDELLINI

I segni dell’animaDel terremoto avevo un lonta-no e negativo ricordo della miainfanzia, quando più di una vol-ta venni preso, cacciato dal let-to, portato in fretta e furia damia madre sotto il telo del cas-sone del camion di mio padre,e lì, con dei pagliericci e dellecoperte di fortuna passavamola notte per sfuggire alla sua fu-ria. In seguito, si è riaffacciato nella miavita nel 1997 quando ci fu il sisma inValnerina e, più tardi, nel 2009 conquello terribile de L’Aquila. Il 24 ago-sto scorso si è ripresentato prepoten-temente lasciando segni, seppure nongravi sulla mia abitazione, indelebilinel mio animo a causa del pesante bi-lancio delle vittime.La scossa del 26 ottobre ha aggrava-to tutto mentre l’ultima, quella del 30ottobre, ha reso definitivamente ina-gibile la mia abitazione di Acquasan-ta Terme. Ma quello che più conta èche il sisma ha iniziato a minarmi psi-cologicamente poiché non avevo piùcertezze, ero disorientato sul da farsi. Da quando tutto è cominciato, conti-nua uno stato di agitazione che ha coin-volto l’intera mia famiglia (si scattaper un nonnulla) e nel contempo di pro-strazione, quasi uno stordimento con-tinuo, da cui si esce temporaneamen-te per le normali attività quotidiane,per lo squillo di un telefono, il richia-mo di un amico o lo slancio di un ni-pote che quasi ti travolge e ti riportaalla realtà, strappandoti un sorriso.

Anche nelle peggiori avversità, dopoun primo smarrimento, c’è semprel’istinto di ricominciare e rialzarsi, co-sa più facile per un giovane, più dif-ficile per un pensionato di settanta an-ni come me.Dal 7 novembre, ho trovato alloggiopresso l’Hotel Domus Mater Gratiaedi Porto d’Ascoli, insieme a mia mo-glie, mia figlia e due nipotini, distan-te dalla mia residenza e dai compae-sani che non hanno dovuto abbando-nare le loro case, ma anche lontanodai mobili che ballavano e dai letti chetremavano ad ogni scossa.Mi auguro che questa “malattia” cheha colpito nel più profondo il nostroanimo, possa guarire con il naturalepassare del tempo e soprattutto con ilritorno, nel più breve tempo possibi-le alla nostra casa di Pozza.

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DI ORESTEPATULLI

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po ISTORIE DAL “CRATERE”

DI GIUSEPPEFILLICH

STORIE DAL “CRATERE”

8 FEBBRAIO 2017

Marche

Marche

Terremotati in fugaNatale e Capodanno: per mol-ti sono stati tempi di festa e diconsumi , ha dominato, incon-trollabile, la frenesia per ce-noni e veglioni. Per tanti, al con-trario, sono stati, e sono tutt’ora, tem-pi di sopravvivenza. Agli immigrati,terremotati in perenne fuga, prima dailoro paesi di origine poi nei paesi ospi-ti, si sono aggiunti, da qualche mese,i nuovi terremotati, provenienti dallemontane aree del sisma, il “maledet-to cratere”, alla ricerca di un luogo si-curo, per lo più in zone della costa, incui “poter sopravvivere”. Tutti sven-turati e spaventati fuggitivi, un’espres-sione che ben rappresenta lo stato d’ani-mo di chi vive un disagio insopporta-bile: la perdita della casa e dei propribeni. Parlare di altro non ha senso. Ilcalamitoso evento, inoltre, ha distrutto

non solo le case ma ha reso precari an-che i vincoli di appartenenza, di co-munità. I fuggitivi ora sono, sempli-cemente, più soli. Francesca e Dino,amici di sempre, provenienti dall’ Ac-quasantano, sono tra questi. Anch’es-si in fuga e alloggiati presso una strut-tura recettiva della costa adriatica. Conloro, ho trascorso un pomeriggio, traricordi e vicende di vita universitaria,cercando di attenuare il loro precariopresente. Ma pochi e stentati sorrisiperché il pensiero alla casa inagibileè tornato continuamente, come purequello alle abitudini quotidiane: la cu-ra dell’orto e degli animali domesti-ci, la raccolta dei funghi e della legnaper l’inverno nel bosco. Poi, la seco-lare lavorazione della carne di maia-le nel periodo invernale. Abitudiniche, ormai sconvolte, non torneranno

presto nella quoti-dianità. AggiungeFrancesca:” Qui, inriviera, le occupa-zioni sono scanditesolo dai pranzi, dal-la cene e dalle pas-seggiate mattutine epomeridiane. Qual-che spettacolo di in-trattenimento ognitanto rompe la mo-notonia. Anche il tem-po è sconvolto: nonpassa mai!”. Com-mozione e qualchelacrima, a stento trat-tenute, fanno istinti-vamente irruzione sulloro volto.

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Negli ultimi 10 anni, gli anzia-ni non-autosufficienti sono au-mentati quasi del 30%. Il siste-ma pubblico e quello del privato ac-creditato non riescono a far fronte albisogno mentre si comprimono e si ri-ducono le reti parentali che hanno ga-rantito, in questi anni, una dignitosa“presa in carico”. Il recente terremoto ha ulteriormenteaggravato la situazione, oltre 18 strut-ture sono distrutte o rese parzialmen-te inagibili, facendo mancare circa 500posti letto. Cresce, in maniera generalizzata, lacompartecipazione ai costi dei servi-zi residenziali, semiresidenziali ed as-sistenziali erogati dal sistema pubbli-co mentre non decolla il “fondo di so-lidarietà”, sancito da un accordo sin-dacale sin dal 2014, previsto e conce-pito a sostegno delle famiglie. Solocon l’ultimo assestamento di bilancioregionale, questo strumento è stato at-tivato ma fortemente ridimensionatonell’importo preventivato. Il 5 luglio scorso, unitariamente conFnp Cisl e Uilp Uil Marche, abbiamoinviato alla Regione un documentounitario dal titolo “Proposte per unanuova politica regionale sulla non au-tosufficienza”. Nel documento abbiamo chiesto allaRegione Marche di costituire uno spe-cifico fondo per la non autosufficien-za, alimentato anche da risorse regio-nali ulteriori a quelle nazionali ed eu-ropee, per un piano straordinario di in-terventi e servizi domiciliari, residen-

ziali e diurni a sostegno degli anzianinon autosufficienti e delle loro fami-glie.Ad oggi, però, la Regione Marche nonha ancora risposto.Questo intervento è quanto mai ur-gente visto che le Marche sono unadelle regioni italiane con il più alto in-dice di invecchiamento della popola-zione: il 23,7 per cento dei residentiha più di 64 anni. Ricordiamo i contenuti della propo-sta: inversione di tendenza alla ridu-zione delle cure domiciliari e la con-creta realizzazione dell’integrazionesocio sanitaria; costruzione di serviziresidenziali e semiresidenziali con uncriterio di riequilibrio territoriale e ildefinitivo decollo degli Ospedali dicomunità e Case della Salute a parti-re da quelle di tipo A.

Non autosufficenza:la Regione non risponde

DI EMIDIOCELANI

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po ILA VERTENZA

Nonno Nello di Marco Pizzuti

Marche

Marche

10 FEBBRAIO 2017

CONSIGLI DELLO SPECIALISTA

DI MARCELLOBAIOCCO

“Sei favorevole alle vaccina-zioni ?”: questa domanda, mol-to in voga negli ultimi tempi,riflette il progressivo allonta-namento degli italiani non so-lo dalle vaccinazioni cosiddet-te obbligatorie, ma anche daquelle facoltative, compresaquella contro l’influenza.La do-manda sembrerebbe superflua e la ri-sposta scontata, considerati gli enor-mi vantaggi apportati all’umanità dal-le vaccinazioni. Basta infatti pensareall’eradicazione globale del vaiolo edalla quasi scomparsa, almeno nei Pae-si in cui si praticano le vaccinazionisu vasta scala, di diverse malattie gra-vissime ad alto tasso di mortalità o di

invalidità permanente, come difterite,tetano, poliomielite, epatite B, ecc. Igenitori di oggi non hanno la perce-zione della gravità delle malattie so-pra citate perché, a differenza di noi,non hanno avuto amici, parenti o sem-plici conoscenti, che sono morti o ri-masti invalidi a causa del tetano o del-la poliomielite, e pertanto guardanosoltanto ai possibili rischi dei vaccini,invece che ai benefici che essi noncomprendono. I rischi, pur essendo li-mitati, sono tuttavia molto enfatizza-ti (ed alcuni addirittura inventati di sa-na pianta) dai detrattori delle vacci-nazioni. Obiettivamente bisogna an-che dire che esistono dei rischi reali:però a parte quelli di minima rilevan-

Vaccini: un obbligo sociale

za (dolore sul punto d’inoculazione,febbre, astenia) e comunque rari, quel-li veramente gravi sono in genere dimille volte inferiori ai possibili danniprovocati dalla malattia contro cui cisi vaccina. Per esempio, l’encefaliteda vaccino antimorbillo colpisce unbambino ogni milione di bambini vac-cinati, mentre il morbillo stesso cau-sa encefalite ogni mille bambini am-malati. Molte mamme poi pensano chele malattie infettive gravi, cioè quelleche noi anziani abbiamo conosciutodal “vivo”, ormai non esistano più, gra-zie ad una società dove l’igiene è dif-fusa e dove sono presenti opere d’igie-ne collettiva, come le fogne, gli ac-quedotti, il bagno in camera (e non al-l’aperto come avveniva fino a70-80anni fa), ecc. Questo è indubbiamen-te vero per alcune malattie come il ti-fo, la poliomielite ed il colera (che sitrasmettono attraverso le feci), ma nonper quelle malattie che si trasmettonoinvece con le goccioline di saliva (tos-se e starnuti), come la tubercolosi, lameningite, la difterite, o con il sangue,come l’epatite B , o attraverso la pel-le ferita, come il tetano. In secondoluogo queste malattie sono scompar-se proprio grazie alle vaccinazioni, che

hanno limitato progressivamente la“circolazione” dei virus all’interno del-la collettività. Se diminuisce la popo-lazione vaccinata, aumenteranno i sog-getti suscettibili (cioè indifesi di fron-te alla malattia), ed i virus riprende-ranno quindi a moltiplicarsi in un am-biente a loro favorevole. I primi a pa-garne le conseguenze saranno i più de-boli, cioè i soggetti gravemente am-malati, oppure quelli che non posso-no vaccinarsi perché affetti da parti-colari malattie, o quelli scarsamentenutriti e quindi sprovvisti di anticorpiper combattere naturalmente i virus.È anche per questo motivo che gli iscrit-ti alla Cgil dovrebbero vaccinarsi, per-ché le vaccinazioni, come tutti gli in-terventi di prevenzione collettiva, so-no una forma di solidarietà sociale, eservono proprio a tutelare gli indivi-dui più deboli, non certo i cocchi dimamma cresciuti nelle comodità e pro-tetti dal loro ceto sociale anche dai ri-schi infettivi.Chi desidera conoscere argomenti piùspecifici sulle vaccinazioni, mi scri-va a [email protected] op-pure presso la redazione di Spirito digruppo.

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Spiri

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po ICO

NSIGLI DELLO SPECIALISTA

LiberEtàLa rivista dove le generazioni si incontrano

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Concrete. Questa la parola d’or-dine dell’assemblea naziona-le delle Donne pensionate del-lo Spi Cgil, svoltasi a Veronadal 21 al 23 novembre.E, in effetti, in questi anni le donnepensionate dello Spi hanno dato pro-va di grande concretezza affrontandotemi che sono quelli generali dell’or-ganizzazione, discussi ed elaborati nelCoordinamento nazionale ed in quel-li regionali e territoriali, facendo pe-rò emergere il punto di vista delle don-ne. In questi anni, il tema della previ-denza è stato molto discusso dal Co-ordinamento e dal gruppo di lavoroche su di esso ha lavorato. Parlare diprevidenza, elaborare proposte speci-fiche non poteva prescindere dalla va-lutazione della condizione reale del-la maggior parte delle donne pensio-nate, che è una condizione di disagioe di povertà che risente di condizioni

di lavoro pregresso discontinuo e sot-topagato e che determina livelli pen-sionistici molto al di sotto di quellipercepiti dagli uomini.Questa elaborazione è stata preziosanel corso degli anni e ha contribuitoall’assunzione di posizioni dell’inte-ro Spi Cgil per ostacolare tentativi diulteriore manomissione dell’attualesistema previdenziale; ha impedito,per esempio, la riduzione se non lacancellazione, delle pensioni di re-versibilità di cui beneficiano soprat-tutto le donne. È di pochi mesi fa ilgoffo tentativo del Governo di tra-sformare le pensioni di reversibilitàda previdenziali ad assistenziali col-legandole alla situazione di redditodelle pensionate vedove che si sareb-bero così viste saltare una fonte di red-dito fondamentale.Anche nella definizione dei contenu-ti raggiunti tra Governo e sindacato

ATTIVITÀMarch

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Marche

12 FEBBRAIO 2017

DI AURORAFERRARO

Donne e previdenza:un filo comune per tutte

Da Verona, l’assemblea nazionale

FEBBRAIO 2017 13

Spiri

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po IATTIVITÀ

in materia di previdenza, è stato im-portante l’apporto dell’elaborazionedel Coordinamento donne Spi per ac-quisire l’estensione della quattordi-cesima mensilità e dell’allargamentodella no tax area.In questi anni al centro dell’attenzio-ne delle donne sono state soprattuttole questioni legate alla salute, alla cu-ra, alla prevenzione, declinate in un’ot-tica nuova che è quella della salute digenere. Dopo la importante e fonda-mentale iniziativa del febbraio 2015,tante sono state le iniziative ripropo-ste nei territori e tante le interlocu-zioni avviate dai coordinamenti neiterritori che stanno accendendo i ri-flettori su un rivoluzionario modo diapprocciare la sanità basata sul prin-cipio elementare che la diversa fisio-logia degli uomini e delle donne de-ve determinare anche una diversa mo-dalità di cura. Nelle tre giornate dai tanti interventidelle delegate, si è avuta la rappre-sentazione plastica delle centinaia diiniziative, progetti, vertenze territo-riali che le donne dello Spi hanno pro-dotto con grande generosità ed effi-

cacia in questi anni. Il filo rosso checollega questo grande lavoro non puòche essere e, in parte già lo è, la pra-tica della contrattazione sociale e ter-ritoriale, nella quale le donne devonosvolgere un ruolo da protagoniste.Nella discussione non potevano nonirrompere due temi legati alla dram-matica cronaca dell’ultimo periodo, ilprimo è stato il tema della violenza:le donne pensionate hanno ribadito lavolontà di sostenere le attività delleassociazioni che si occupano di que-sta terribile e, pare, incurabile piaga.Il secondo, introdotto anche dagli in-terventi delle donne dello Spi prove-nienti da quei luoghi, è stato il temadel terribile sisma che ha colpito l’Ita-lia Centrale, causando morti e distru-zione e anche la devastazione dellarete sociale che era la caratteristica diquell’ampio territorio, provocandosmarrimento e destabilizzazione so-prattutto nelle persone anziane.Il neo-eletto Coordinamento nazio-nale ha affidato il ruolo di responsa-bile nazionale, votandola all’unani-mità, a Lucia Rossi, della segreterianazionale.

L’assembleadi Verona

“Adele Bei: il coraggio e la for-za di lottare”: è questo il titolodell’iniziativa che si è svolta il16 dicembre 2016 a Macerata,organizzata dall’Università e dal-la Cgil di Macerata, dalla Com-missione per le Pari Opportu-nità della Regione Marche e dal-la Fondazione “Nilde Jotti”.Nata a Cantiano (Pu) nel 1904 da unafamiglia contadina e antifascista, a cau-sa della persecuzione politica del fa-scismo, è costretta all’esilio in Francia.In uno dei tanti viaggi clandestini in Ita-lia per svolgere attività di collegamen-

to tra i militanti del Partito Comunista,viene arrestata nel 1933 e poi condan-nata a 18 anni di reclusione. Sconta set-te anni e mezzo di carcere e poi due an-ni e mezzo al confino a Ventotene do-ve incontra e frequenta Di Vittorio, Ter-racini, Secchia e altri confinati e per-seguitati politici. Partecipa alla lotta diLiberazione a Roma, come partigianacombattente e organizzando i Gruppidi difesa della donna. Dopo la Liberazione nel 1945, unicadonna designata dalla Cgil, entra a farparte della Consulta nazionale e, il 2giugno 1946, eletta nella lista del Par-tito Comunista, è una delle 21 donnenell’Assemblea Costituente all’internodella quale si distingue per un atteg-giamento rigoroso a favore delle di-sposizioni a garanzia della parità fra uo-mo e donna. In seguito, è diventata senatrice (unicadonna nominata di diritto per meriti an-tifascisti) e poi deputata. Eletta nelleMarche, ha sempre avuto un legamemolto forte con la sua terra d’origine.Appassionata e combattiva, svolge an-che un’intensa attività sindacale co-me presidente dell’Associazione don-ne della campagna, come responsabi-le della commissione femminile del-la Cgil e soprattutto nel sindacato na-zionale delle Tabacchine di cui diventasegretaria nel 1951. Adele Bei si è sem-pre battuta con passione e determina-zione per la giustizia, la libertà, la con-quista di migliori condizioni di vita edi lavoro, con una particolare attenzio-ne all’affermazione dell’uguaglianzatra uomini e donne, lavoratori e lavo-ratrici, a partire dalla parità retributiva.

PERSONAGGIMarch

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Marche

14 FEBBRAIO 2017

DI DANIELA BARARESI

Adele Bei: la forza di lottare

Anna Del Bo Boffino nasce l’8marzo 1925 e muore sempre aMilano il 5 dello stesso mese1997. Un destino segnato, legato al-la ricorrenza della giornata interna-zionale della donna, tanto da diven-tare un punto di riferimento nel di-battito sulla condizione femminile.Attraverso i suoi articoli e i suoi scrit-ti, infatti, si afferma come protagoni-sta dell’evoluzione femminile: dai te-mi del dibattito degli anni ‘70 - la li-bertà sessuale, la contraccezione, ildivorzio, l’aborto, la parità nel lavo-ro, la condivisione dei ruoli in fami-glia – emerge una nuova consapevo-lezza dell’essere donna. In sostanzauna vita, quella di Anna, vissuta in pri-ma linea nella battaglia per l’emanci-pazione, sempre dalla parte delle fa-sce femminili meno elitarie. Da Pa-rigi, ove vive nei primi anni cin-quanta, invia corrispondenze per lapagina riservata alle questioni fem-minili dell’Unità. In seguito, neglianni sessanta, tornata in Italia, lasua rubrica “Da donna a donna”,su Amica, diventa lo spazio di in-contro di molte donne di ogni etàe condizione sociale. Con granderigore logico affronta temi che lacultura di allora considerava nonmeritevoli di attenzione: prota-gonista diventa la quotidianitàdella centralità femminile conrelative emozioni e sentimenti.Senza eccessi ideologici e maiurlata, per una innata dignitàche è forma e sostanza del suostile di vita. La passione per la

scrittura l’ha portata a scrivere moltisaggi, tra cui “Ricordo di Anna”. Sitratta di una raccolta di articoli per Li-berEtà, scritti tra il 1989 e il 96, in cuiaffronta il ruolo della sua generazio-ne che ha fatto da cerniera a due mon-di, quelli di sua madre novantenne edi suo figlio trentenne, che si fron-teggiano da distanze siderali. La ge-nerazione di Anna è quella cheha fatto da interprete. “Una genera-zione che si è dovuta inventare tutto:a fare i figli, i genitori, i cittadini, dagiovani e da vecchi”. Una generazio-ne che si è portata dietro il dilemmadel dentro o fuori, tra pubblico e pri-vato, che Anna nella sua vita ha sa-puto ben armonizzare e conciliare. Èda rimpiangere.

“Ricordo di Anna”DIELISABETTAGABRIELLI

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FEBBRAIO 2017 15

Nel 2011 il governo Monti “inconsiderazione della contin-gente situazione finanziaria”con la legge Fornero (dl 201/11)ha sacrificato i diritti previ-denziali e assistenziali dei pen-sionati, anche con il blocco to-tale della perequazione per il2012 e 2013 per tutte le pensio-ni superiori a 3 volte il minimo(€1400 al mese), che in 4 anniha tolto ai pensionati 9 miliar-di e 700 milioni complessiva-mente.Diversi pensionati sostenuti anche daipatronati, ritenendo illegittima la nor-ma, hanno proposto ricorsi e azionigiudiziarie, fino alla sentenza n. 70/2015che ha dichiarato l’incostituzionalitàdella norma per violazione dei “limi-ti di ragionevolezza e proporzionali-tà, con conseguente pregiudizio per ilpotere di acquisto del trattamento stes-so”.L’incostituzionalità significava l’an-nullamento del blocco della perequa-zione ma il governo Renzi è interve-nuto (DL 65/15) con un rimborso par-ziale a scaglioni sulle pensioni da trea 5 volte il minimo e escludendo quel-le superiori a 6. I giudici di merito han-no di fatto riconosciuto altri simili ele-menti di incostituzionalità nel prov-vedimento DL 65/15, rinviando la nor-ma introdotta al vaglio della Corte Co-stituzionale.Molti dei pensionati interessati, perevitare l’effetto della prescrizione han-

no già inviato una raccomandata conricevuta di ritorno alla direzione pro-vinciale dell’Inps territorialmente com-petente, per le pensioni con decorren-za 2012 si deve provvedere subito neitermini dei 5 anni.Per chi non ha provveduto consi-gliamo di recarsi presso le sedi dellaCgil e rivolgersi allo Spi e al Patro-nato Inca per ricevere le informazio-ni e l’assistenza necessaria al casoindividuale, sia sulla prescrizione chesulla decadenza per l’azione giudi-ziaria.

Marche

Marche

16 FEBBRAIO 2017

Pensioni tagliate,una norma anticostituzionale

DIVENANZACICCARELLI

Segreteria regionale Spi Cgil Marche:

Emidio Celani, Elio Cerri, Aurora Ferraro

Comitato di redazione:Maria Federica Buroni, Donatella Cesarini,

Marina Druda, Giuseppe Fillich, Elisabetta Gabrielli, Gherardo Giglioni,Carlo Mestichelli, Romolo Sardellini,

Francesco Vagnoni

Grafica: Media Graphics

Collaborazione fotografica: Maurizio Petrini

Stampa: Spadamedia srl

Sede: Via Primo Maggio, 142/a - Ancona Tel. 071/285741 Fax 071/2857400e-mail: [email protected]

Unafascia dipensionatiha persoconsistentisomme didenaro conil bloccodellaperequazio-ne dellapensioneper la leggeFornero. Ora siattende lapronuncia della CorteCostituzio-nale.