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v a d e m e c u m Quanta strada nei miei sandali... COME SCALARE LA “VETTA” DEI FONDI EUROPEI DIPARTIMENTO FONDI EUROPEI E MEZZOGIORNO

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v a d e m e c u m

Quanta strada nei miei sandali...COME SCALARE LA “VETTA” DEI FONDI EUROPEI

DIPARTIMENTO FONDI EUROPEI E MEZZOGIORNO

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Quanta strada nei miei sandali... vademecum sui Fondi europei

Prefazione

con questo testo vogliamo facilitare l’approccio al com-

plesso metodo per l’utilizzo dei Fondi comunitari.

Le risorse messe a disposizione del nostro Paese, dirette o

cofinanziate dovranno essere utilizzate in modo più efficace

rispetto alla passata programmazione.

Infatti esse mirano a creare per tutti occasione di una mi-

gliore qualità della vita, opportunità di lavoro e innovazione

per le imprese ma soprattutto tendono a destabilizzare le”

trappole del non sviluppo”.

Cosi come spingono a eliminare ogni tentativo di conserva-

zione, tenuto conto che i “costi del non fare” (stimati in 60

mld l’anno) non sono più sostenibili. Ecco perché oltre pro-

gettare e spendere, diventa rilevante anche il saper proget-

tare e saper spendere.

Buon lavoro.

On. Stefania CovelloMembro di Segreteria Responsabile Dipartimento Fondi Europei e Mezzogiorno

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PremessaLa politica di coesione 2014-2020 introduce importanti cambiamenti quali un coordinamento rafforzato della pro-grammazione dei quattro fondi comunitari collegati al Quadro Strategico Comune.L’arco temporale che prende in considerazione la nuova programmazione è 2014/2020. Questo vademecum serve a focalizzare l’attenzione su alcune novità che L’Unione europea introduce rispetto alle pro-grammazioni passate.Una di queste è tutta una serie di indicatori da seguire e di obiettivi (risultati attesi) a cui i diversi programmi devonotendere.L’Unione europea prima di tutto ci offre dei dati statistici da cui partire, degli indicatori da seguire per il miglior impiegodei fondi e dei risultati a cui arrivare: l’esperienza del passato consente di tracciare un percorso per il miglior impiego deifondi comunitari: programmando, valutando e modificando, se del caso, per cambiare le cose che non funzionano.

I FONDILe disposizioni comuni sui Fondi strutturali sono contenute all’art. 9 del Regolamento UE n. 1303/2013 recante di-sposizioni comuni sui Fondi strutturali e di investimento europei.I Fondi Strutturali sono classificati in

FSE :Fondo Sociale Europeo (10,4 miliardi)

FESR:Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (20,6 miliardi)

FEASR: Fondo Europeo Agricolo di Sviluppo Rurale (10,4 miliardi)

FEAMP: Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la pesca (0,537Miliardi)

FSC: Fondo sviluppo e Coesione Sociale (ex Fondo per le aree sottoutilizzate-FAS-, che attua l’obiettivo costituzionaledi “rimuovere gli squilibri economici e sociali, per favorire l’effettivo esercizio dei diritti alla persona” art.119 Costitu-zione)

A questi sono da aggiungere 1,1 miliardi per la cooperazione territoriale europea e 567 milioni del Fondo GaranziaGiovani (YEI)

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L’Italia deve co-finanziare con il 50% del finanziamento europeo che ammonta a 44 miliardi di euro (di cui 22,2 sono de-stinati al Sud) e quindi deve affiancare i fondi europei con circa 22 miliardi di Euro: 70% quota nazionale; 30% quote re-gionali.

Il FESR mira al rafforzamento della coesione economica sociale e territoriale, eliminando le principali disparità regionalinell’Unione tramite lo sviluppo sostenibile compresa la riconversione delle regioni industriali in declino o quelle sottosvi-luppate.

Le priorità di investimento vanno dalla ricerca allo sviluppo tecnologico; ai trasporti alla tutela dell’ambiente all’adattamentoal cambiamento climatico alle reti di trasporto all’occupazione sostenibile ecc..

IL FSE si occupa principalmente di promuovere un’occupazione sostenibile e sostenere la mobilità dei lavoratori; pro-muovere l’inclusione sociale e rimuovere ogni discriminazione; investire nell’istruzione nella formazione e nella formazionee apprendimento permanente;

Il FEASR contribuisce alla strategia dell’Europa 2020 promuovendo lo sviluppo rurale in via complementare aglistrumenti della politica agricola comune (PAC), della politica di coesione e della pesca. Il fondo interviene negli statimembri attraverso il Piano di Sviluppo Rurale PSR che viene definito a livello regionale.

Il FSC: Fondo per lo Sviluppo e la Coesione attua l’obiettivo costituzionale (art.119) volto a rimuovere gli squilibrieconomici e sociali per favorire l’effettivo esercizio dei diritti alla persona.

Nella programmazione dei Fondi strutturali 2014-2020 l’Unione europea ha elaborato, nei rispettivi regolamenti, 11obiettivi tematici, siglati OT, che dovranno declinarsi su 4 aree prioritarie di sviluppo, consentendo così di costruireprogetti partendo da fabbisogni del territorio.

OBIETTIVI TEMATICI1. Rafforzare la ricerca, lo sviluppo tecnologico e l’innovazione, ( 3,7mld)2. Migliorare l’accesso alle tecnologie dell’informazione, (2,1 mld)3. Promuovere la competitività delle piccole e medie imprese, il settore agricolo e il settore della pesca e dell’acquacoltura,(7,8 mld)

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4. Sostenere la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio, (3,9 mld)5. Promuovere l’adattamento al cambiamento climatico, prevenzione e la gestione dei rischi, ( 2,3 mld)6. Tutelare l’ambiente e l’uso efficiente delle risorse, (4,4 mld)7. Promuovere sistemi di trasporto sostenibili e eliminare le strozzature delle principali infrastrutture di rete, (2,4 mld)8. Promuovere l’occupazione e sostenere la mobilità dei lavoratori, (4,3 mld)9. Promuovere l’inclusione sociale e combattere la povertà, (4 mld)10. Investire nelle competenze, nell’istruzione e nell’apprendimento permanente, (4,1 mld)11. Rafforzare la capacità istituzionale e promuovere un’amministrazione pubblica efficiente, (1 mld)

In relazione ai 2 principali programmi su cui sono suddivisi i Fondi strutturali, il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale -FESR e il Fondo Sociale Europeo – FSE è opportuno evidenziare che:

Il fondo FESR mira a consolidare la coesione economica e sociale dell’Unione europea correggendo gli squilibri fra leregioni. Il FESR concentra gli investimenti su quattro diverse aree prioritarie chiave. Tale approccio assume il nome di «concen-trazione tematica»:

innovazione e ricerca; agenda digitale; sostegno alle piccole e medie imprese (PMI); economia a basse emissioni di carbonio.

Le risorse FESR stanziate a favore di tali priorità dipendono dalla categoria di regione: nelle regioni più sviluppate almeno l’86,6 % dei fondi deve concentrarsi su almeno 4 priorità(OT1-4); nelle regioni in transizione la concentrazione dei fondi è pari al 76,6% anche qui OT 1-4nelle regioni in ritardo di sviluppo la concentrazione deve essere pari al 53,3 % dei fondi OT 1-4.

Alcune risorse FESR, inoltre, devono essere specificamente destinate a progetti attinenti all’economia a basse emissionidi carbonio:

regioni più sviluppate: 20 %; regioni in transizione: 15 %; regioni in ritardo di sviluppo: 12 %.

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Il fondo FSE investe sulle persone, riservando speciale attenzione al miglioramento delle opportunità di formazione eoccupazione in tutta l’Unione europea. Suo ulteriore obiettivo è avvantaggiare le persone in condizioni di maggiore vul-nerabilità e a rischio di povertà.

Gli investimenti del FSE interessano tutte le regioni dell’Unione europea. Fra il 2014 e il 2020 sono previsti investimentiin capitale umano negli Stati membri per oltre 80 miliardi di euro, con almeno 3,2 miliardi di euro in più per l’Iniziativa afavore dell’occupazione giovanile.

Nello stesso periodo il FSE si concentrerà su quattro obiettivi tematici della politica di coesione: la promozione dell’occupazione e il sostegno alla mobilità dei lavoratori; la promozione dell’inclusione sociale e la lotta contro la povertà; l’investimento in istruzione, competenze e apprendimento permanente; il miglioramento della capacità istituzionale e l’efficienza dell’amministrazione pubblica.

Il 20 % degli investimenti del FSE, inoltre, sarà destinato ad attività dirette a migliorare l’inclusione sociale e a contrastarela povertà. Tale approccio assume il nome di concentrazione tematica.

Per il 2014-2020 la quota comunitaria deve essere raddoppiata da contropartita nazionale e il Governo Italiano difatto contribuisce con il 70%; il 30% viene assicurato dalle Regioni.

Mentre per il FESR, i Paesi dell’Unione contribuivano già nelle percentuali di cui sopra, per il FSE, le Regioni sarannochiamate a trovare le risorse necessarie a coprire la propria quota o a richiedere una partecipazione agli enti localichiamati a realizzare i progetti. Questa nuova situazione potrà creare problemi di utilizzo dei fondi FSE da parte deglienti locali, in un momento in cui i loro bilanci sono in grande difficoltà per la c.d. spending review.

Gli enti locali insieme all’ANCI e ad altre associazioni del territorio devono incominciare ad essere parte attiva nella pro-gettazione, insieme agli altri attori come le Camere di Commercio e le associazioni di categoria (confindustria, confarti-gianato, ecc.) che rappresentano le istanze e aspettative delle imprese che operano nella realtà sociale.

Nell’ambito del FEASR che promuove lo sviluppo rurale in via complementare agli strumenti della politica agricolacomune, la nuova programmazione del Piano di Sviluppo Rurale – PSR, è incentrata sul tema della crescita intelligente,

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sostenibile ed inclusiva. Gli obiettivi generali non sono cambiati rispetto al 2007-2013 e riguardano competitività, am-biente e zone rurali, mentre sei sono le priorità definite dal regolamento generale:1. innovazione nel settore agro-forestale;2. competitività;3. organizzazione delle filiere e gestione dei rischi;4. conservazione degli ecosistemi agro-forestali (biodiversità, acqua, suolo);5. uso efficiente delle risorse e riduzione dei cambiamenti climatici;6. sviluppo economico delle zone rurali e inclusione sociale.

Nella costruzione del programma ampio spazio verrà lasciato al partenariato prevedendo un significativo contributo nelmondo produttivo degli enti locali e del terzo settore.

Il PSR è un programma complesso rispetto agli altri ed è quasi interamente scritto dagli uffici regionali. E’ il programmache meglio corrisponde alle esigenze e agli obblighi comunitari: servant performance, e risponde alle attese delle zonerurali che interessano gran parte del territorio regionale.

STRATEGIEUna delle novità di questa programmazione è la nuova geografia in cui viene disegnata l’Italia. 3 sono le macro aree in cui è divisa l’Italia ai fini del finanziamento comunitario:

Il Mezzogiorno: cui vanno l’80% delle risorse (5 regioni meno sviluppate oltre il 70%; 3 regioni in transizione quasi il10%) caratterizzato per un deficit di cittadinanza e un deficit di attività produttiva privata.

Città metropolitane: sono in numero di quattordici. L’Anci ha chiesto che queste città avessero un PON e nonfossero inserite dentro il programma regionale.

Aree interne: le aree interne sono quelle che si trovano distanti dalle grandi aree urbanizzate, sono assenti i servizi es-senziali alle persone e sono caratterizzate da un calo demografico. Ogni regione definisce le proprie aree interne.

Relativamente alle Citta metropolitana si deve perseguire una strategia generale che dovrà soddisfare alcuni requisiti:città funzionali;distinzione tra città grandi e aree metropolitane;

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cooperazione tra i diversi livelli di governo;ridisegno e modernizzazione dei servizi urbani per i residenti;sviluppo di pratiche per l’inclusione sociale per i segmenti di popolazione più fragili e disagiati;rafforzare le capacità di potenziare segmenti pregiati di filiere produttive locali.

In relazione alle Aree interne, di cui il territorio italiano è composto per il 61%, si tratta di territori definiti interni o ruraliche rappresentano perciò una fetta importante del nostro territorio: è un’Italia dei piccoli Comuni in contrapposizionealle grandi aree urbanizzate.L’Accordo di Partenariato prevede due classi di azioni:

la prima riguarda il miglioramento della qualità e quantità dei servizi per l’istruzione, per la salute e per la mobilità e ilmonitoraggio della rete dei servizi essenziali alla persona;

la seconda riguarda progetti di sviluppo locale che vanno dalla tutela del territorio alla valorizzazione delle risorsenaturali, dalla filiera agroalimentare alle energie rinnovabili e al “saper fare” artigianato.

PROGRAMMI EUROPEIAccanto ai Fondi strutturali necessari a ridurre le disparità all’interno della società europea sono previste forme di cofi-nanziamento per progetti riguardanti specifici settori. Se ne elencano di seguito alcuni:

ORIZZONTE 2020La Commissione europea ha presentato la proposta per il programma di ricerca e innovazione 2014-20 che prende ilnome di Orizzonte 2020. Il nuovo Programma raggruppa tutti i finanziamenti dell’UE per la ricerca e l’innovazione inun unico quadro di riferimento per facilitare la trasformazione delle nuove conoscenze scientifiche in prodotti e serviziinnovativi.I finanziamenti sono stati organizzati su 3 obiettivi strategici:1. “Excellent science”, destinato a garantire il primato dell’Europa nel settore scientifico a livello mondiale;2. “Industrial Leadership”, rivolto a sostenere la ricerca e l’innovazione dell’industria europea, con una forte attenzioneverso le tecnologie abilitanti e gli investimenti a favore delle piccole imprese;3. “Societal challenges”, risorse destinate ad affrontare le grandi sfide globali nei settori:

della Salute e del cambiamento demografico e benessere;della sicurezza dell’alimentazione, agricoltura sostenibile, bio-economia;dell’Energia sicura, pulita ed efficiente;

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dei Trasporti intelligenti, “verdi” e integrati delle azioni climatiche ed efficienza delle risorse ( incluse materie prime);per una Società inclusiva, innovativa e sicura;

I programmi sono gestiti direttamente dalla UE ma un Comune o un’unione dei Comuni, insieme a un polo tecnologicopotrebbe costruire un progetto, il polo tecnologico presenta il progetto e, all’interno, il Comune o l’unione dei comunipuò inserirsi presentando un progetto pilota. Sono quasi tutti programmi di cooperazione per cui è necessario un par-ternariato europeo.

Altri programmi sono:PROGRAMMA TRANSFRONTALIEROLIFEEaSIEUROPA CREATIVACOSME

LA COOPERAZIONE TERRITORIALE EUROPEA (CTE)È uno dei due obiettivi della programmazione dei fondi Strutturali e di Investimento europei (SIE) 2014-2020.Il pacchetto legislativo coesione 2014-2020 sviluppa e rafforza il ruolo legislativo assegnato alla CooperazioneTerritoriale Europea (CTE) nel periodo di programmazione 2007-2013, confermandone la natura di obiettivo generaledella programmazione dei Fondi e mantenendo la dimensione finanziaria delle risorse ad esso destinate, anche in unquadro di riduzione delle risorse assegnate alla politica di coesione. Alla CTE è stato rivolto un regolamento specifico,sottolineandone quindi le peculiarità di intervento.Il Regolamento UE n. 1299/2013 del 17 dicembre 2013 stabilisce disposizioni specifiche relativamente all’obiettivo“Cooperazione territoriale europea” per quanto concerne l’ambito di applicazione, la copertura geografica, le risorse fi-nanziarie, la concentrazione tematica e le priorità di investimento, la programmazione, la sorveglianza e la valutazione,l’assistenza tecnica, l’ammissibilità, la gestione, il controllo e la designazione, la partecipazione di paesi terzi nonché lagestione finanziaria.La CTE incoraggia i territori di diversi Stati membri a cooperare mediante la realizzazione di progetti congiunti, loscambio di esperienze e la costruzione di reti.

Le componenti della CTE sono tre:la cooperazione transfrontaliera fra regioni limitrofe mira a promuovere lo sviluppo regionale integrato fra regioni

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confinanti aventi frontiere marittime e terrestri in due o più Stati membri o fra regioni confinanti in almeno uno Statomembro e un paese terzo sui confini esterni dell’Unione diversi da quelli interessati dai programmi nell’ambito deglistrumenti di finanziamento esterno dell’Unione;

la cooperazione transnazionale su territori transnazionali più estesi, che coinvolge partner nazionali, regionalie locali;

la cooperazione interregionale che coinvolge tutti i 28 Stati membri dell’Unione Europea e mira a rafforzarel’efficacia della politica di coesione, promuovendo lo scambio di esperienze, l’individuazione e la diffusione di buoneprassi.

Le risorse sono a disposizione per la partecipazione a quindici programmi di cooperazione transfrontaliera e transnazionale,di cui:

otto di cooperazione transfrontaliera: Italia-Francia marittimo, Italia-Francia Alcotra, Italia-Svizzera, Italia-Austria,Italia-Slovenia, Italia-Croazia, Grecia-Italia, Italia-Malta;

tre programmi di cooperazione transfrontaliera esterna co-finanziati da FESR e IPA (Italia-Albania-Montenegro)e da FESR e ENI (Italia-Tunisia e Mediterranean Sea Basin);

quattro di cooperazione transnazionale: Central Europe, Med, Eusalp (strategia macroregionale alpina), Adriatic-Ionian; L’Italia parteciperà anche a quattro programmi di cooperazione interregionale che coinvolgono tutti i 28 Stati membridell’UE: Urbact III, Interreg Europe, Interact, Espon.

I regolamenti che disciplinano la programmazione 2014-2020 dei Fondi SIE prevedono che i programmi CTE nonfacciano parte dell’Accordo di partenariato; tuttavia i regolamenti richiedono che l’Accordo di partenariato espliciti lacoerenza e la complementarietà con i programmi CTE, sottolineandone il valore aggiunto europeo e individui sia iprincipali settori prioritari per le attività di cooperazione territoriale, tenendo anche conto delle strategie macroregionalie di bacino marittimo rilevanti, sia i meccanismi di coordinamento previsti per assicurare coerenza e integrazione tra iprogrammi CTE e i programmi inclusi nell’Accordo di partenariato. I progetti di Cooperazione Territoriale Europea,almeno per l’Italia, sono gli unici finanziati al 100% della spesa.

LIFECon il Regolamento UE n. 1293/2013 dell’11 dicembre 2013 è stato istituito il Programma per l’ambiente e l’azioneper il clima (LIFE) per il periodo dal 1° gennaio 2014 al 31 dicembre 2020.

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Il Sottoprogramma Ambiente prevede tre settori di azione prioritari:Ambiente ed uso efficiente delle risorse;Natura e Biodiversità;Governance ambientale e informazione in materia ambientale.

Il Sottoprogramma Azione per il clima prevede tre settori prioritari:Mitigazione dei cambiamenti climaticiAdattamento ai cambiamenti climaticiGovernance in materia climatica e informazione in materia di climatica.

Obiettivi generali del programma:Contribuire al passaggio a un’economia efficiente in termini di risorse, con minori emissioni di carbonio e resiliente ai

cambiamenti climatici, contribuire alla protezione e al miglioramento dell’ambiente e all’interruzione e all’inversione delprocesso di perdita di biodiversità, compresi il sostegno alla rete Natura 2000 e il contrasto al degrado degli ecosi-stemi;

migliorare lo sviluppo, l’attuazione e l’applicazione della politica e della legislazione ambientale e climatica dell’Unione,catalizzare e promuovere l’integrazione e la diffusione degli obiettivi ambientali e climatici nelle altre politiche e nellapratica nel settore pubblico e privato, anche attraverso l’aumento della loro capacità;

sostenere maggiormente la governance ambientale e in materia di clima a tutti i livelli;sostenere l’attuazione del Settimo programma d’azione per l’ambiente (Decisione n. 1386/2013/UE del

20/11/2013) “Vivere bene entro i limiti del nostro pianeta”.

Tassi di cofinanziamento per i progettiIn linea di principio il contributo massimo per i progetti sarà del 60% dei costi ammissibili di progetto per il periodo2014/2017 e del 55% dei costi ammissibili per il triennio 2018/2020, ad eccezione dei progetti di buone pratiche.Eccezioni

Progetti integrati, progetti di assistenza tecnica e progetti preparatori: il contributo è fissato al 60% dei costiammissibili per tutta la durata del programma;

Progetti ambiente-natura e biodiversità: il contributo è fissato al 60% dei costi ammissibili per tutta la durata delprogramma (nel caso di habitat o specie prioritarie il contributo può arrivare al 75%)

Progetti di rafforsamento delle capacità: il contributo copre fino al 100% dei costi ammissibili

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Misure di attuazioneIl Programma di lavoro pluriennale (Multi annual work programme) adottato dal Comitato LIFE ha una durata di

quattro anni definisce le allocazioni dei fondi tra i settori prioritari e tra le diverse tipologie di finanziamento, i temi deiprogetti che attuano le priorità tematiche, i risultati, gli indicatori e gli obiettivi qualitativi e quantitativi per ciascunsettore prioritario e ciascuna tipologia di progetti, la metodologia tecnica della procedura di selezione dei progetti ed icriteri di selezione e i calendari indicativi per gli inviti.

Le Priorità tematiche del Sottoprogramma Ambiente sono indicate dal Regolamento.

EaSIIl programma per l’occupazione e l’innovazione sociale è uno strumento di finanziamento attivo a livello europeo, gestitodirettamente dalla Commissione europea che ha l’obiettivo di sostenere l’occupazione, la politica sociale e la mobilità dellavoro in tutta l’UE. I finanziamenti del programma EaSI vengono utilizzati per mettere alla prova, sul campo, le idee perle riforme, al fine di valutarle per poi sottoporre le migliori agli Stati membri.Al centro del programma EaSI si trova il concetto di innovazione sociale, orientato in particolare ai giovani.

EaSI riunisce tre programmi comunitari gestiti separatamente tra il 2007 e il 2013: Progress (programma per l’occupazione e la solidarietà sociale), che ha sostenuto lo sviluppo e il coordinamento dellapolitica dell’UE per quanto riguarda l’occupazione, l’inclusione sociale, la protezione sociale, le condizioni di lavoro, la lottacontro la discriminazione e l’uguaglianza di genere; EURES (servizi europei per l’impiego), una rete di cooperazione tra la Commissione europea e i servizi pubblici perl’impiego degli Stati membri, che incoraggia la mobilità dei lavoratori; Progress Microfinance (strumento europeo Progress di microfinanza), che ha lo scopo di aumentare la disponibilità dimicrocredito per chi desidera creare o sviluppare una piccola impresa. Con la nuova programmazione questi programmi formeranno i tre assi del programma EaSI. Riunendo questi programmiin un programma ombrello, la Commissione si prefigge l’obiettivo di valorizzare i risultati ottenuti in passato e raggiungereobiettivi comuni per le politiche sociali e occupazionali dell’UE. Da questa operazione ci si aspetta anche un miglior coor-dinamento tra i programmi, una maggiore coerenza delle politiche e una maggiore efficienza nell’erogazione e nella ge-stione. EaSI non è un programma isolato: insieme al Fondo sociale europeo (FSE) e al Fondo europeo per la globalizzazione(FEG) forma un gruppo coerente di programmi UE orientati a promuovere l’occupazione, la protezione sociale, l’inclusionee le condizioni di lavoro per il periodo 2014-2020.

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Obiettivi di EaSI sono:Rafforzare la titolarità degli obiettivi dell’UE e il coordinamento delle azioni a livello UE e nazionale in materia di occu-

pazione, affari sociali e inclusione. Sostenere lo sviluppo di adeguati sistemi di protezione sociale e di opportune politiche per il mercato del lavoro, pro-

muovendo la buona amministrazione, l’apprendimento reciproco e l’innovazione sociale. Modernizzare la legislazione dell’UE e garantirne l’applicazione efficace. Promuovere la mobilità geografica e incrementare le opportunità di occupazione attraverso lo sviluppo di un mercato

del lavoro aperto. Aumentare la disponibilità e l’accessibilità della microfinanza per i gruppi vulnerabili e per le microimprese, oltre ad

agevolare l’accesso ai finanziamenti per le imprese sociali.

EUROPA CREATIVAÈ un programma quadro dedicato al settore culturale e creativo per il 2014-2020, composto da due sottoprogrammi(Sottoprogramma Cultura e Sottoprogramma MEDIA) e da una sezione transettoriale (fondo di garanzia per il settoreculturale e creativo + data support + piloting).

Obiettivi generali del programma sono:1. promuovere e salvaguardare la diversità lingusitica e culturale europea;2. rafforzare la competività del settore culturale e creativo per promuovere una crescita economica intelligente,sostenibile e inclusiva.

Obiettivi specifici del programma sono:1. supportare la capacità del settore culturale e creativo europeo di operare a livello transnazionale;2. promuovere la circolazione transnazionale delle opere culturali e creative e degli operatori culturali;3. rafforzare la capacità finanziaria dei settori culturali e creativi, in particolare delle SME;4. supportare la cooperazione politica transnazionale al fine di favorire innovazione, policy development, audiencebuilding e nuovi modelli di business.

I settori culturali e creativi rappresentano il patrimonio immensamente ricco e diversificato dell’Europa e contribuisconoall’evoluzione delle nostre società. Svolgono un ruolo enorme nell’economia europea e contribuiscono a generare crescita

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e occupazione. Europa creativa mette a disposizione € 1,46 miliardi nell’arco di sette anni, con l’intento di rafforzare isettori culturali e creativi in Europa.

Europa Creativa:Protegge e promuove la diversità culturale e linguistica europea e incoraggia la ricchezza culturale d’Europa.Rafforza la competività del settore culturale e creativo per promuovere una crescita economica intelligente, sostenibilee inclusiva.Aiuta i settori culturali e creativi nella fase di adattamento all’era digitale e alla globalizzazioneApre nuove opportunità, mercati e pubblici internazionali.Si basa sul successo dei Programmi MEDIA, MEDIA Mundus e Cultura.

Europa Creativa sostiene:Progetti di cooperazione transnazionale tra organizzazioni culturali e creative all’interno e al di fuori dell’UE.Le Reti che aiutano i settori culturali e creativi a operare a livello transnazionale e a rafforzare la loro competitività.La traduzione e la promozione di opere letterarie attraverso i mercati dell’UE.Le Piattaforme di operatori culturali che promuovono gli artisti emergenti e che stimolano una programmazione es-

senzialmente europea di opere culturali e artistiche.Lo sviluppo di competenze e la formazione professionale per i professionisti del settore audiovisivo.Lo sviluppo di opere di finzione, di animazione, di documentari creativi e di videogiochi per il cinema, i mercati televisivi

e ad altre piattaforme all’interno e al di fuori dell’Europa.Festival cinematografici che promuovono film europei.Fondi per la co-produzione internazionale di film.La crescita di un pubblico per promuovere la film literacy e suscitare interesse verso i film europei attraverso

un’ampia varietà di eventi.

Europa Creativa sostiene anche…Le capitali europee della cultura e il marchio del patrimonio europeo.I Premi europei per la letteratura, l’architettura, la tutela del patrimonio, il cinema e la musica rock e pop.Dal 2016 Europa Creativa includerà anche uno strumento finanziario di garanzia per agevolare l’accesso ai finan-

ziamenti da parte dei settori culturali e creativi.

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COSMEIl programma COSME - Programma per la competitività delle Imprese e delle PMI sostituisce la "Linea accesso ai fi-nanziamenti del Programma Quadro per la Competitività e l’Innovazione - CIP" attiva tra il 2007-2013.Il programma COSME mira a incrementane la competitività e la sostenibilità delle imprese delll'UE sui mercati, a inco-raggiare una cultura imprenditoriale e di promuovere la creazione e la crescita delle PMI.

Gli obiettivi chiave del programma sono:migliorare l'accesso ai finanziamenti destinati alle PMI sotto forma di capitale proprio e di debitoagevolare l'accesso ai mercati sia all'interno dell' Unione europea che a livello mondialemigliorare le condizioni quadro per la competitività e la sostenibilità delle imprese dell'Unione, specie le PMI, incluse

quelle nel settore del turismo;promuovere l'imprenditorialità e la cultura di impresa, sviluppando abilità e attitudini, in particolare tra i nuovi im-

prenditori, i giovani e le donne.L'assegnazione dei fondi nell'abito del programma COSME è gestita da intermediari finanziari, come banche, garanziecomuni e fondi di capitale di rischio.

Beneficiariimprenditori, soprattutto PMI, che beneficiano di un accesso agevolato ai finanziamenti per le proprie impresecittadini che desiderano mettersi in proprio e devono far fronte alle difficoltà legate alla creazione o allo sviluppo

della propria impresaautorità degli Stati membri che ricevono una migliore assistenza nella loro attività di elaborazione e attuazione di

riforme politiche efficaci.

LA GESTIONE DEI FONDII Programmi Operativi Regionali: FESR e FSE e i FSC sono approvati dalla Giunta Regionale e pubblicati sui siti e suibollettini delle regioni.I progetti del PSR sono approvati dagli uffici regionali e dalla giunta. Il comitato di sorveglianza ratifica le valutazioni.I programmi di Cooperazione Territoriale sono approvati dai Comitati. Le domande vengono presentate ai Segretariati(di cooperazione).I PON sono gestiti ciascuno dal ministero cui compete la materia. I bandi per i fondi diretti della Commissione sono normalmente valutati da soggetti esterni e sono pubblicati sul sito

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della EU. I progetti sono approvati dalla Direzione generale competente che è anche quella atta a stipularne i contratti.

IndicatoriIn applicazione di quanto previsto dal QSN ciascun programma, finanziato dai Fondi strutturali comunitari, è dotato dipropri indicatori di realizzazione, risultato e impatto, che hanno la finalità di misurare fenomeni collegati agli interventiprevisti dal programma stesso. Il loro calcolo è responsabilità delle singole Autorità di gestione o programmazione.

In particolare, ove le finalità della misurazione siano le stesse, è utile che: gli indicatori di realizzazione collegati agli obiettivi o assi dei programmi, coincidano con quelli richiesti, a livello di

progetto, dal sistema di monitoraggio unificato e, ove significativi, con i Core Indicators richiesti dalla CommissioneEuropea alle Autorità di Gestione del FESR;

gli indicatori di risultato ed impatto previsti dai programmi, includano gli indicatori con traguardi comuni stabiliti alivello di QSN (indicatori con target per Mezzogiorno e Obiettivo Convergenza e con target per Centro-Nord e ObiettivoCompetitività e indicatori degli Obiettivi di Servizio), il cui aggiornamento nel tempo, con dati regionali, è a cura del DPS.

La coincidenza degli indicatori previsti ai diversi livelli rappresenta una buona pratica perché testimonia l’effettivo gradodi condivisione degli obiettivi fissati (risultato delle interlocuzioni avvenute tra i diversi livelli di governo nella fase di pro-grammazione) e fa i conti con la limitatezza delle risorse da dedicare all’attività di misurazione (la cui scarsità suggeriscedi concentrare gli sforzi su un numero ragionevole di fenomeni). Ciò nonostante, nel caso in cui alcuni programmiprevedano finalità e linee di azione peculiari e distintive rispetto alla generalità degli altri, è da incoraggiare l‘aggiunta, al-l’interno dei programmi stessi, di ulteriori indicatori specificamente designati per cogliere i cambiamenti auspicati.

ControlliGià dalla passata programmazione la Commissione Europea ha voluto dare ancora maggior importanza al sistema dicontrolli, stabilendo con il regolamento generale dei Fondi Strutturali (Reg. CE n. 1083/06) e con il relativo regolamentoattuativo (Reg. CE n. 1828/06) un articolato insieme di controlli che lo Stato membro ha il compito di effettuaredurante tutto il ciclo di vita del Programma Operativo.

I progetti cofinanziati dall’Unione Europea possono essere soggetti ad attività di verifica non solo da parte delle struttureregionali preposte, ma anche da parte di altri organismi comunitari e nazionali, quali l’Ufficio Europeo per la LottaAntifrode (OLAF), l’Ispettorato Generale dei Servizi e la Corte di Conti Europea, la Guardia di Finanza, la Corte dei conti

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nazionale, ed altri. Regione Lombardia ha deciso di puntare fortemente sulle attività di controllo, al fine di tutelare la re-golarità ma anche la qualità della spesa cofinanziata dai Fondi Europei, impostando quindi il proprio Sistema di Gestionee Controllo in modo da recepire le disposizioni comunitarie ed allo stesso tempo incrementarne l’efficacia.Sono stati infatti predisposti strumenti e procedure specifici (linee guida, manuali operativi, check list, etc.) capaci di ga-rantire un’adeguata azione di verifica delle operazioni e l’efficacia delle azioni intraprese in seguito agli esiti dei controlli.Viene altresì garantita un’ampia diffusione di tali strumenti, messi a disposizione di tutti i beneficiari con l’intenzione distimolare un’attività di autocontrollo e di dare precise indicazioni sulla corretta modalità di realizzazione di tutte le ope-razioni, declinando le linee guida di rendicontazione e le modalità di verifica per ciascuna tipologia di progetto e per tuttele fasi di realizzazione. L’attività di controllo deve essere vista, quindi, non solo come momento di attività ispettiva maanche come momento per migliorare le capacità dei differenti destinatari e per elevare la qualità progettuale del POR.Il sistema di controlli è articolato su due livelli.

I controlli di primo livello, effettuati dall’Autorità di Gestione, prevedono controlli documentali da effettuare sui docu-menti amministrativo-contabili, sia controlli in loco da svolgere presso i beneficiari degli interventi.I controlli documentali riguardano la documentazione amministrativa e contabile prodotta dai beneficiari a giustificazionedi ciascuna domanda di rimborso. Sono mirati a verificare il rispetto degli adempimenti giuridico-amministrativi previstidalla normativa CE, nazionale e regionale, la completezza, correttezza e conformità della documentazione presentataalle disposizioni dei bandi di gara e dei contratti, il rispetto degli adempimenti legati alle comunicazioni periodiche di mo-nitoraggio finanziario, fisico e procedurale.I controlli in loco sono svolti da un apposito Gruppo di Verificatori sulla base di un campionamento periodico effettuatoin modo tale da sottoporre a verifica approfondita un numero consistente di operazioni, in tutte le fasi di realizzazionedelle stesse, e facendo in modo da coprire tutte le tipologie di progetto previste dal Programma Operativo. Questicontrolli vertono sulla verifica dell’esistenza e l’operatività del beneficiario, sull’effettiva e corretta realizzazione delprogetto e della corrispondenza con quanto dichiarato in sede di rendicontazione; sul rispetto degli obblighi di informazionee pubblicità.I controlli di secondo livello sono effettuati dall’Autorità di Audit in modo indipendente dai controlli di primo livello. Talicontrolli integrano e rafforzano dunque l’azione svolta con i controlli di primo livello, garantendone l’efficacia nel rilevarele irregolarità e nell’intraprendere le azioni conseguenti. Essi sono svolti su due livelli e prevedono audit di sistema eaudit delle operazioni.L’audit di sistema mira a sottoporre a verifica l’efficacia del sistema di Gestione e Controllo nel garantire la correttaverifica e certificazione delle spese.

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L’audit delle operazioni, svolto secondo un piano annuale di verifiche, mediante attività desk e verifiche in loco. Aseguito delle attività di controllo, i soggetti preposti prendono una rapida decisione a seconda degli esiti delle verifiche,e in base alla natura e alla gravità delle irregolarità eventualmente riscontrate vengono presi provvedimenti che possonoandare da semplici richiami fino alla rideterminazione o alla revoca parziale o totale del finanziamento, anche attraversoil recupero delle somme già erogate con relativi interessi, ed essere accompagnati da comunicazioni alla CommissioneEuropea o all’OLAF e dall’avvio di procedimenti giudiziari

BUDGETLa predisposizione del budget per i Progetti Europei è un momento fondamentale nella fase di richiesta di finanziamento.Il budget consiste nell’accurata definizione dei costi, suddivisi per fasi, attività e partner. La corretta allocazione dellerisorse rispetto alle attività dichiarate nella richiesta di finanziamento è fondamentale in quanto degli errori in questafase potrebbero comportare una valutazione negativa della proposta.E’ necessario costruire un prospetto dettagliato dal quale poi si estraggono i prospetti aggregati utilizzabili per larichiesta di finanziamento. In alcuni casi programmi di finanziamento prevedono la compilazioni di budget predefiniti,con la specificazione delle voci di costo, ecc., mentre in altri è necessario costruire il budget partendo dalle linee guidadella call e allegarli nella sezione dedicata alle risorse finanziarie. Talvolta i budget possono avere delle strutture anchemolto complesse e la loro corretta compilazione costituisce di per se un segnale importante circa le capacità delrichiedente.

Voci di costo ammissibile: Per redigere un budget dettagliato è necessario partire dall’action plan, ossia il piano checontiene il dettaglio delle azioni e delle attività, che saranno realizzate per raggiungere gli obiettivi. Il costo delle attivitàda riportare deve essere la somma di tutte le voci di costo ammissibili. Tali voci di costo sono riportate nel programmadi finanziamento.

Modelli di imputazione costi: L’imputazione dei costi segue, di norma, tre modelli:1. Full cost (a costo pieno) dove il costo del progetto è pari alla somma dei costi diretti e dei costi generali; questomodello presuppone una visione analitica e preventiva di quanto peseranno i costi generali sul totale del progetto, vasottolineato che in questo caso i costi generali non devono appesantire troppo il totale del progetto, i finanziamenti co-munitari non possono servire a coprire delle inefficienze, pena l’annullamento della richiesta di finanziamento.2. Full cost flat rate (a costo pieno e spese generali a forfait) dove vengono esplicitati i soli costi diretti mentre le spesegenerali sono calcolate secondo una quota definita dal programma (variabile tra il 5% e il 20%) sul totale dei costi diretti;

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questo è il modello più diffuso e premia le strutture che hanno costi generali bassi3. Additional cost (a costi addizionali) dove il costo del progetto consiste nella somma di tutti i costi strettamente adesso correlati e che, senza di esso, non si sarebbero sostenuti; in questo caso, per esempio, risultano eleggibili i costi delpersonale che lavorano a tempo pieno sul progetto con i quali è stato siglato un contratto ad hoc; talvolta, anche perquesto modello è prevista la copertura dei generali a forfait. Questo modello è ottimo per quegli enti, principalmentecentri di ricerca o organizzazioni del terzo settore, che hanno molto personale assunto a progetto, è, invece, più proble-matico per le strutture che devono coprire i costi del personale assunto.Circa i modelli di imputazione dei costi, mentre alcuni programmi danno la possibilità di scegliere quello più adatto all’or-ganizzazione proponente, in base alla sua struttura e amministrazione, altri programmi impongono un determinatomodello.Infine, non solo i costi dettagliati nei budget devono riferirsi alle voci ammissibili, ma devono anche soddisfare le seguentirichieste:

devono essere congrui e coerenti con il budget di progetto,non devono essere finanziati da altri programmi comunitari o nazionali o da risorse pubbliche,devono essere funzionali al raggiungimento degli obiettivi dichiarati nella proposta di progetto,devono avere un importo ragionevole.

Regole GeneraliPer una corretta predisposizione del budget per i progetti europei è fondamentale attenersi con cura a quanto stabilitonei singoli programmi di finanziamento, in via generale le regole da tenere presenti sono:1. La stima dei costi deve avvenire a valori correnti di mercato. Per esempio per quanto riguarda il costo del personaleva fatta una stima sul costo medio lordo riferendosi ad un team composto da un senior, un middle e un junior. Inoltre ènecessario includere l’IVA se questa rappresenta un costo non recuperabile per l’organizzazione, come, ad esempio, lepubbliche amministrazioni, e gli oneri sociali e previdenziali nel caso di personale interno.2. Spesso il costo complessivo del progetto deve essere incluso tra un range definito dal programma di finanziamento.E’ vitale ai fini dell’approvazione della richiesta di finanziamento NON superare il limite massimo imposto, anche se nellarealtà i costi possono essere superiori. La definizione di un range o di un tetto da parte della CE è funzionale ai suoiobiettivi di programma, in quanto consente alle autorità di gestione di definire a priori il numero di progetti finanziabili,da cui dipendono anche le attività di controllo e di pagamento.3. Molto raramente i programmi europei finanziano il 100% dei progetti, i partner devono quindi assumersi l’onere delco-finanziamento che è calcolato in percentuale SOLO sui costi ammissibili. I richiedenti possono corrispondere il co-fi-

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nanziamento in denaro (co-finanziamento finanziario) oppure grazie alla valorizzazione dei fattori produttivi (co-fi-nanziamento economico), ovvero quegli elementi che i richiedenti hanno, che normalmente costituiscono i costi fissi eche non dipendono direttamente dai progetti e dalle attività in essere. Le principali fonti di co-finanziamento economicosono il personale dipendente, le spese generali quali riscaldamento, telefono, internet, stampa, cancelleria, utenze variee l’uso di spazi per riunioni, conferenze, meeting relative al progetto.4. Se il progetto genera entrate queste riducono il costo totale imputabile al progetto e devono essere detratte dallespese ammissibili integralmente o pro-rata a seconda che siano generate integralmente o parzialmente dal progettoper il quale si richiede il finanziamento.

POSSONO ESSERE CONSIDERATI PUNTI DI FORZAPER L’APPROVAZIONE DI UN PROGETTO

che il documento non sia prolisso, ne eccessivamente sintetico. In entrambi i casi l’impressione che ne deriva è quelladi una scarsa chiarezza degli obiettivi e delle azioni previste per conseguirle

un’intestazione con un titolo che metta in evidenza il tipo di progettoun indice, meglio se suddiviso per capitolila descrizione della localizzazioneuna sintetica, ma incisiva, delineazione della idea propostaun’indicazione degli obiettivi in termini quantitativi, descrivendo le metodologie di calcolo adottatela descrizione degli interventiun quadro delle tempistiche di realizzazione.

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APPENDICE

Distribuzione delle risorse FESR e FSE

FESR FSE

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n. b. Le cifre riportate in tabella si riferiscono alla sola quota comunitaria. A questa va aggiunto il 50% di cofinanziamentonazionale

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A cura di Antonella Rossi Dipartimento Fondi Europei

Tel: 06/[email protected]