Vademecum del Brenta BIS - PIONIERI "OROBICA · compreso tra la Bocca degli Armi (m. 2.749) e la...

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VADEMECUM per i partecipanti all'escursione sulle Dolomiti di Brenta dal 29 agosto al 3 settembre 2009 (e oltre) In questo fascicolo Il programma pag. 2 Un quadro d'insieme pag. 3 I Magnifici Sette pag. 4 - 5 Il 1° giorno (29.8) pag. 6 - 7 Il 2° giorno (30.8) pag. 8 - 9 Il 3° giorno (31.8) pag. 10 - 11 Il 4° giorno (1.9) pag. 12 - 13 Il 5° giorno (2.9) pag. 14 - 16 Il 6° giorno (3.9) pag. 16 Il "Grona" (4.9) pag. 17 - 19 Informazioni utili pag. 20

Transcript of Vademecum del Brenta BIS - PIONIERI "OROBICA · compreso tra la Bocca degli Armi (m. 2.749) e la...

VADEMECUM per i partecipanti all'escursione sulle Dolomiti di Brenta dal 29 agosto al 3 settembre 2009 (e oltre)

In questo fascicolo

Il programma pag. 2

Un quadro d'insieme pag. 3

I Magnifici Sette pag. 4 - 5

Il 1° giorno (29.8) pag. 6 - 7

Il 2° giorno (30.8) pag. 8 - 9

Il 3° giorno (31.8) pag. 10 - 11

Il 4° giorno (1.9) pag. 12 - 13

Il 5° giorno (2.9) pag. 14 - 16

Il 6° giorno (3.9) pag. 16

Il "Grona" (4.9) pag. 17 - 19

Informazioni utili pag. 20

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Cercheremo di osservare fedel- mente questo programma ma, in montagna, non si può mai essere categorici e garantire che le condizioni meteorologiche ci lascino fare tutto nei tempi previsti, per cui lo potremo adattare se e come dovesse rendersi necessario, ovviamente avvertendo i rifugi che, al momento, ci aspettano come da

programma. Nella cartina a destra, tracciati con la precisione consentita dalla scala, gli itinerari dei vari giorni, che spesso si incrociano ma che sono stati studiati in modo da poter vedere quanto più possibile del Brenta e per percorrere il maggior numero di sentieri/ferrate. Vi aiuteranno i colori delle frecce.

Giorno Partenza Arrivo Itinerario Dislivello Tempo 29/8 Proprie Rifugio M.Campiglio + 759 m. Auto+

sedi Tuckett Vallesinella 3 h (m. 2272) Rif. Casinei

30/8 Rifugio Rifugio Bocca di Tuc- + 900 m. 6 h. Tuckett Alimonta kett-Via delle - 420 m. (m. 2272) (m. 2600) Bocchette al- te-Sentiero

(*) Mamma Oliva 31/8 Rifugio Rifugio Bocca degli + 700 m. 6 h.

Alimonta Agostini Armi-Via delle - 900 m. (m. 2600) (m. 2410) Bocchette-Rif. Pedrotti-Sent. Brentari

1/9 Rifugio Rifugio Ferrata Casti- + 830 m. 7 h. Agostini Brentei glioni-Rif. XII - 980 m. (m. 2410) (m. 2182) Apostoli-Sent. Ideale-Bocca dei camosci- Vedretta dei

(*) camosci. 2/9 Rifugio Rifugio Sent.Sosat- + 1000 m. 8h

Brentei Pedrotti Bocca di Tuc- - 600 m. (m. 2182) (m. 2491) kett-Sent.Orsi

3/9 Rifugio Vallesinella Bocca Brenta- + 100 m. 4h Pedrotti + auto Rif. Brentei - 1100 m. (m. 2491) a casa Rif. Casinei

I L P R O G R A M M A

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Val

Ferruccio. Un "intramontabile" sempre pronto a cogliere al volo le belle opportunità, come questa, di rivivere qualche giorno in mezzo ad amici vecchi e nuovi ma, in ogni caso, come lui amanti della montagna, della vita all'aria aperta e dello stare in compagnia. E' un punto di forza ed un riferimento sicuro (basta non farlo arrabbiare).

Germano. Da sempre un appassionato, peggio, un fanatico di qualsiasi cosa abbia odore "alpino", adesso che è in pensione è ancora più libero di dedicarsi agli amici ed ai monti (oltre che al "Genio" ed alle "radio" di cui come ex RT ha tanta nostalgia) Non manca mai agli appuntamenti importanti siano essi raduni o, meglio, ravanate sui monti. L'anno scorso mi ha fatto annusare la ferrata del Grona ma quest'anno, dopo l'allenamento in Brenta, non ci scapperà.

Dina. Franco Zaro (che si morderà le dita) l'ha ribattezzata "il camoscio" tanta è la leggerezza e la facilità con cui sale su tutte le pareti senza servirsi delle assicurazioni se non, appunto, come sicurezza. Se Germano (suo marito) è sempre in movimento, lei lo è almeno il doppio o forse il triplo tanto è vero che lo vorrebbe sempre sui monti, ogni giorno in una nuova avventura. Speriamo che si ricordi di portare il "Carmol" (non si sa mai).

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Daniele. E' lui che ha voluto questa escursione sul Brenta dove era stato alla tenera età di 5 anni. Nonostante il suo pensiero sia costantemente orientato ai software del lavoro ed il suo cuore sia diventato ormai un "corazon", riesce a trovare la voglia ed il tempo per rivivere i vecchi piaceri della montagna.

Roberto. E' difficile parlare di se stessi per cui mi limiterò a dire che da mesI desidero "evadere" un po’. Per aumentare il piacere di questa escursione, prima scrivo tutto ciò che può essere utile, poi userò foto e filmati per fare un DVD, così mi gusto il Brenta prima, durante e dopo.

Virginio. Ex Sergente alla CPO negli anni 1965-1966, ha partecipato al-la prima epica salita per portare i materiali per il bivacco sulla Presanella. Vive e lavora nell'hinterland Milanese ma il suo cuore è sempre con gli Alpini tanto è vero che è anche Capo Gruppo ANA DI Busto Garolfo. Ha partecipato al Presanella-Day nel 2002 ed ora è di nuovo con noi.

Domenico. Ex della CPO nel 1965-1966 è anche lui un "Vecio" della Presanella ed un frequentatore abituale dei nostri raduni, specie quando si fa sul serio e non ci si trova soltanto davanti ad una tavola imbandita. Nel 2008 ci siamo fatti alcune camminate insieme in Valtellina con gli amici locali. E' una roccia e dà sicurezza.

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1° giorno – Da casa propria a Vallesinella, al Rif. Casinei ed al Rif. Tuckett Fino a Madonna di Campiglio fate vo i , comunque sugge r i sco Autostrada fino a Trento Centro, poi prendere la strada per Riva del Garda fino a Le Sarche, qui prendere a destra per Tione, poi di nuovo a destra per Pinzolo e Madonna di Campiglio. Con questo itinerario si fanno 72 Km da Trento a Madonna di Campiglio mentre uscendo a Mezzolombardo per fare la Val di Sole, Passo Campo Carlo Magno, Madonna di Campiglio se ne fanno 81. Da Madonna di Campiglio (m. 1.513) si segue la strada sterrata pianeggiante di 5 km. che segue il versante sud del Monte Spinale e porta al Rif. Vallesinella (m. 1.513). All’inizio della strada c’è una sbarra con pedaggio da pagare e poi, al Rif. Vallesinella, ci sono molte piazzole di sosta, anch’esse a pagamento. Non so quanto si debba pagare né per il pedaggio né per la sosta ma è certo che se si trovasse da parcheggiare in altro modo, o si fanno poi a piedi i 5 Km. (1 ora) o si prende il bus navetta. Tuttavia, pochi metri prima della sbarra, c’è sulla destra una stradina percorribile con auto, che scende leggermente sotto la strada principale, che dopo circa 500 m. (mi sembra di ricordare così) si allarga in spiazzi dove si dovrebbe poter parcheggiare gratuitamente (se ci sono posti

liberi). Ci sentiremo con i cellulari e sceglieremo la soluzione che ci soddisferà di più. Da Vallesinella si può imboccare il sentiero n. 317 che va su dritto nel bosco fino ai 1.825 m. del Rif. Casinei, oppure si può prendere il sentiero n. 381 fino a Malga Vallesinella di Sopra (m. 1681) e poi si gira a destra per il sentiero n. 376 fino al Casinei. Trattandosi della prima camminata in salita, con zaino, dopo il viaggio in macchina, sugger i re i ques ta seconda soluzione, un po’ più lunga ma meno ripida. Ce ne sarebbe anche una terza, da considerare come variante della seconda che consiste nel prendere subito il sentiero n. 375 detto “delle Cascate Alte” e arrivare a Malga Vallesinella di Sopra godendosi lo spettacolo delle cascate che scorrrono proprio vicino ai piedi. Sceglieremo. Dal Rif. Casinei (m. 1.825) al Rif. Tuckett (m. 2.272) c’è poco da scegliere: si imbocca il sentiero n. 317 e si va su, come i camosci. In ogni caso, da Vallesinella al Tuckett, o per le cascate o su dritti, fermandoci a fare foto o riprese video, occorrono al massimo 3 ore quindi bisogna essere a Vallesinella al massimo per le 15.00 in modo da avere i l tempo di arr ivare sicuramente con il chiaro, prenderci il posto letto, guardarci attorno e cenare con calma.

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Nella foto qui sopra, presa da Google Earth, da Rif. Vallesinella è indicata a sinistra in giallo la dolce salita a Malga Vallesinella di Sopra, con la freccia nera la variante che passa per

il sentiero delle Cascate Alte ed in rosso la direttissima per il Rifugio Casinei. Da quest'ultimo al Tuckett c'è solo il sentiero indicato sommariamente in giallo.

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2° giorno - Via delle Bocchette Alte e variante “Mamma Oliva”

Si lascia il Tuckett (m. 2.272) e dopo circa un’ora si arriva alla Bocca di Tuckett (m. 2.648). Il primo tratto della ferrata è intitolato “Sentiero Enrico Pedrotti” e segue la via normale per Cima Brenta fino alla Cengia Garbari, salendo gradini di pietra con assicurazioni di funi metalliche. Sotto Cima Brenta (m. 3.150), a cavallo dei 3.000 metri, il sentiero cambia nome, diventa “Fratelli Garbari” e ci porta attraverso strette cenge fino ad una discesa con scale in un canalone nevoso. Questa attraversata richiede grande attenzione ed eventual- mente assicurazioni ag- giuntive. La terrazza della spalla sud di Cima Brenta segna, con i suoi 3.020 metri il punto più alto della via. Una succes-sione senza fine di gradini ci porta alla Bocchetta Alta dei Massodi (m. 2.950) da dove la Scala degli Amici, con i suoi oltre 60 pioli, ci porta allo Spallone dei Massodi (m. 2.998) da dove la ferrata precipita lungo la parete sud dello Spallo-ne fino alla stretta e ghiacciata Bocchetta Bassa dei Massodi (m.

2.790). A questo punto, con il nome di “Sentiero Umberto Quintavalle”, la via proseguirebbe con scale oltre Cima Molveno verso la Bocca degli Armi, ma il nostro programma prevede di prendere a destra per la variante “Mamma Oliva” che si getta dentro la Piccola Vedretta dei Brentei e offre all’escursionista la “Scala degli Dei”, forse la più temeraria serie di scale mai costruita. Basta poi aggirare in senso antiorario un piccolo torrione per arrivare al Rif. Alimonta (m. 2.600). TEMPI: 1 ora fino alla Bocca di Tuckett + 4 ore fino alla variante

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Mamma Oliva + 1 ora fino al Rif. Alimonta (Tot. 6 ore). Nella foto qui sopra è stato sommariamente tracciato il percorso della giornata. Evidentemente la foto risente di una certa inclinazione per mettere in risalto le quote perché dal Rif. Tucket alla Bocchetta di Tucket (freccia nera) dicono che ci voglia 1 ora, tanto quanto dalla Bocchetta Bassa dei Massodi (freccia Rossa) al Rif. Alimonta per la variante "Mamma Oliva" mentre di ore ce ne vogliono ben 4 per il tratto delle Bocchette Alte (tra le due frecce) che evidentemente risente di una infinità di tortuosità e di

continui saliscendi oltre che delle difficoltà tipiche di una ferrata classificata "Molto difficile). Attenzione che spesso questi giudizi sono dettati dalla esposizione e dalla presenza di scale. Personalmente non condivido questo criterio di attribuire tanta importanza a detti elementi. Praticamente, con una imbragatura, cordino e moschettone si potrebbe salire serenamente su una scala verticale applicata ad un grattacielo di 300 metri senza alcun rischio; quando uno è stanco si riposa gravando sull'assicurazione e poi riprende la salita.

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3° giorno – Via delle Bocchette e Sentiero Brentari, dall'Alimonta all'Agostini passando per il Pedrotti.

Via delle Bocchette. Questo sentiero è nato negli anni '30 con l'intento di aprire una via verso il Rifugio XII Apostoli. Adesso è diventato molto più lungo ed assume varie denominazioni: il tratto centrale, compreso tra la Bocca degli Armi (m. 2.749) e la Bocca di Brenta (m. 2.552) è diventata nota a tutti come "Via delle Bocchette". Le varie guide classificano questa ferrata come "poco difficile" e dopo aver fatto la Via delle Bocchette Alte questa dovrebbe essere una vera passeggiata da godere in pieno con i suoi panorami. Dalla bancata rocciosa su cui sorge il Rifugio Alimonta si sale lungo la Vedretta degli Sfulmini, all'ombra dello Spallone dei Massodi e di Cima Molveno, in poco più di una ventina di minuti alla Bocca degli Armi (m. 2.749) e si prosegue in direzione Nord-Sud. Dalla Bocca degli Armi il percorso conduce verso est sotto la Torre di Brenta, taglia le fiamme rocciose degli Sfulmini fino al Campanile Alto e si dirige infine verso il succesivo p ro tagon i s ta pano ramico , i l Campanile Basso. La Via delle Bocchette conduce per

naturali balze di roccia sulle pareti dolomitiche del Brenta secondo un percorso reso ancora più stimolante dalla luce del mattino orientata favorevolmente tra le quinte rocciose che pendono verticali sopra gli alpinisti. Vale la pena fare frequenti fermate per scattare foto e fare riprese video, considerato anche che il percorso fino al Rifugio Pedrotti non né particolarmente lungo (2 ore e 3/4) né difficile, ma la guardia non deve mai essere abbassata.

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Scendendo verso la Bocchetta del Campanile Basso (m. 2.600) si passa proprio accanto all'attacco della via normale. Qui inizia il tratto chiamato "Via Otto Gottstein" che si spinge prima sulla parete ovest della Brenta Alta e poi, con una discesa diretta su scale, alla Bocca di Brenta. Una quindicina di minuti di discesa verso est saranno sufficienti per arrivare al Rifugio Pedrotti dove ci potremo concedere una breve sosta. Sentiero Brentari. A sud-ovest della linea Rif. Brentei-Bocca di Brenta-Rif. Pedrotti il paesaggio diventa più duro e severo. Qui c'è la cima più alta del Brenta, la Cima Tosa (m. 3.173) ed il colossale Crozzon di Brenta (m. 3.135) oltre ad alcuni ghiaccia che, una volta, erano molto compatti. Lasciato il Pedrotti, con segnavia 304 si procede in salita tenendosi

sotto le rupi della Cima Brenta Bassa (m. 2.803). Man mano che si procede nella risalita, dietro la cresta che collega Cima Margherita (m. 2.838) a Cima Brenta Bassa, spuntano le meravigliose costruzioni di roccia della catena degli Sfulmini: il Campanile Alto, il Campanile Basso e Cima Brenta Alta. Si arriva così alla Sella della Tosa (m. 2.800) e lungo cenge detritiche a tratti assicurate si giunge alla Bocca della Tosa (m. 2.845). Adesso il segnavia diventa 358. La discesa alla Vedretta d'Ambiez avviene su rocce scalinate e assicurate. A seconda dell ' innevamento inverna le , la p rosecuz ione dell'itinerario verso il vicino Rif. Agostini (m. 2.410) avviene su neve, ghiaccio o frantumi di roccia. Dalla partenza dal Pedrotti saranno trascorse 2 ore e 3/4 circa. Sotto. In giallo, il 2° itinerario di oggi e in rosso quello di domani.

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4° giorno – Ferrata Castiglioni, sentiero dell'Ideale e Vedretta dei camosci; dall'Agostini al Brentei passando perf il XII Apostoli.

Ferrata Castiglioni. Cento metri sopra la bella terrazza del Rif. Agostini la scritta "Via Ferrata Castiglioni - Rifugio XII Apostoli - Ore 1,30" ci annuncia l'inizio della ferrata. La scaletta di accesso si trova 50 metri più in alto, sulla base sud orientale della Cima d'Agola (m. 2.959). Prima della costruzione delle "Bocchette Alte" le file di scale, a volte verticali, della Via Castiglioni era quanto di più "estremo" il Brenta potesse offrire agli appassionati di ferrate. Salendo alla Bocchetta dei Due Denti, che solo ad una quota di 2.859 m. consente l'uscita, vengono superate in verticale e con grande arditezza pareti levigate e convesse, interrotte soltanto da piccoli terrazzini. Si giunge alla forcella quasi all'improvviso e l'avventura della "Castiglioni" si risolve quindi con una facile discesa su neve e ghiaioni verso il Rif. XII Apostoli (m. 2.489). Il rifugio centenario (nato nel 1908) prende il nome da dodici formazioni rocciose (vds. Foto) che si trovano nei pressi dell'omonimo Passo. Ma nei pressi del rifugio c'è una cappella che merita una visita. In memoria di tre giovani morti in un

crepaccio vicino al rifugio nel 1950, due anni dopo, su idea di Don Bruno Nicolini, e grazie al contributo popolare (ma lo stesso Pio XI e Alcide De Gasperi offrirono per la chiesetta 100 mila lire), venne scavata ai piedi della Cima XII Apostoli la “cattedrale nella roccia”, una grotta artificiale alta nove metri e larga otto con l’abside a croce aperta che strapiomba sulla valle.

Fatta la sosta, visitata la chiesetta, scattate le foto di rito, è il momento di iniziare la seconda parte della giornata.

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Sentiero dell'Ideale- Bocca dei Camosci - Rifugio Brentei. Si lascia il Rifugio XII Apostoli (m. 2.489) e, mantenendosi sul lato nord della Vedretta d'Agola, si raggiunge con un'ora circa di cammino la Bocca dei Camosci (m. 2.770). Si lascia a questo punto il segnavia 321 che ci avrebbe portati alla parte più entusiasmante del sentiero dell'Ideale (il tratto tra la Bocca d'Ambiez e la Bocca di Tosa) e si volta a sinistra con segnavia 327 imboccando in discesa la Vedretta dei Camosci e percorrendo il Sentiero Martinazzi.

Passando alla base dell'imponente Crozzon di Brenta e aggirandone poi la sua propaggine più settentrionale, si arriva nel punto più basso dell'itinerario (circa m. 2.100), si attraversa la conca della Val Brenta Alta e si risale leggermente fino ad arrivare al Rifugio dei Brentei (m. 2.182). Qui sotto, una foto d'epoca (luglio 1985) con la cappelletta vicino al Brentei, Andrea a 12 anni e Daniele a 5 oltre a Silvana che si è fatta il Sosat e le Bocchette ed il sottoscritto che dirigeva il tutto.

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5° giorno – Sentiero Sosat e sentiero Orsi - Dal Rif. Brentei al Pedrotti passando dal Tuckett

Dopo aver fatto le vie più belle ed emozionanti del Brenta, ci voleva proprio una giornata destinata a cose meno impegnative che consentano una magg io re contemplazione delle bellezze naturali che ci circonderanno. Così lasceremo il Rif. Brentei per percorrere il facile sentiero SOSAT (facile ma molto bello) che ci riporterà immediatamente a monte del Rif. Tuckett. Lasciato il Rifugio Brentei si sale in una gola bene attrezzata fino ad una mirabile terrazza rocciosa da

cui si iniziano a godere gli ampi panorami sulla valle di Campiglio e verso i l Gruppo Adamello-Presanella a sinistra, pur restando su importanti cengie sotto il profilo della catena principale dallo spigolo del Crozzon di Brenta all'imponente figura rocciosa della Brenta Alta per finire alle eleganti punte degli Sfulmini ed alla Torre di Brenta. Poi un canale roccioso che ci ricorda l'austero ambiente montano in cui ci troviamo ad operare ci porta sui gradoni rocciosi alla base di Cima Mandron e quindi in vista del Rifugio Tuckett. Chi aveva cominciato a sperare in una bella birra fresca può levarsela

subito dalla testa perché il Tuckett lo p o t r e m o s o l o fotografare dal le pendici di Punta Masari, dall'altra parte della Vedretta di Brenta. Anziché scendere al rifugio, ripercorreremo la Vedretta fino alla Bocca di Tuckett (m. 2.648), da dove s c e n d e r e m o ripidamente per circa 100 metri fino ad i m m e t t e r c i s u l

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sentiero Orsi, con il segnavia n. 303. Con una lunga traversata si passano le lingue detritiche ai piedi della parete est di Cima Brenta e se ci volteremo un attimo potremo vedere alle nostre spalle Cima Roma (m. 2.827) e a sinistra il Croz dell'Altissimo (m. 2.339) che, nonostante la modesta elevazione assoluta, è una delle più belle aree di arrampicata del Brenta; i 1.000 metri della sua parete sud, infatti, sono solcati da una infinità di vie di difficoltà estrema. Il sentiero sale poi brevemente fino a raggiungere la Sega Alta, una ceng ia roc iosa ampia ed orizzontale. Sotto grossi roccioni aggettanti si procede poi fino al Naso dei Massodi (m. 2.527). Da questo punto panoramico, che vale una sosta, la vista si apre per la prima volta sul circo superiore dei Massodi, circondato da alte pareti di roccia. Da questo punto è ben visibile la prosecuzione del sentiero Orsi che, attraversata la conca detritica, circoscrive lo sperone sud-est di Cima degli Armi (m. 2.951) e raggiunge quindi il circo inferiore dei Massodi, accolto da uno scenario completamente nuovo ed ancora più spettacolare. A catturare lo sguardo ci pensa la figura incredibilmente esile del

Campanile Basso (m. 2.877).

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Affiancato dalla possente figura di Cima Brenta Alta (m. 2.962) e dal Campanile Alto (m. 2.938) il Campan i l e Basso sembra emergere dai detriti del circo glaciale in una tipica immagine dell'architettura dolomitica. Da nessun altro punto, nemmeno dalle Bocchette Centrali, si gode di una vista sul Campanile Basso

come questa. Ancora una breve discesa e poi si risale verso i rifugi Tosa (m. 2.439) e Pedrotti (m. 2.491) dove ci fermeremo. Dalla Bocca di Tuckett dovrebbero essere passate circa 3 ore e, complessivamente, dalla partenza dal Brentei, circa 7.

6° giorno – Si rientra. Dal Rif. Pedrotti a Vallesinella passando per il Brentei ed il Casinei.

Dal Rifugio Pedrotti (m. 2.491) non ci rimane che salire alla Bocca di Brenta (m.2.552) per scendere poi nella Val Brenta e passando dai Rifugi Brentei (m. 2.182) e Casinei (m. 1.825) arrivare al parcheggio di Vallesinella (m. 1.514) - Segnavie 318 e 317. Che cosa è già successo al nostro gruppo dei "Magnifici Sette" o che cosa sta per succedere. Ferruccio avrà già rinunciato al primo giorno di un raduno ad Aosta con dei suoi colleghi e dovrà quindi partire in tutta fretta verso il capoluogo valdostano. Germano, Dina, Daniele ed io abbiamo invece in programma un finale nella zona del Lago di Como, su altri monti. L'anno scorso, dopo alcune belle

camminate in Valtellina con Marino Amonini ed alcuni veci "peones" della CPO, avevamo in programma la ferrata del Grona ma le condizioni meteorologiche ci hanno fatto desistere. Eravamo già arrivati fino al punto di attacco ma le nuvole erano così basse che non si riusciva nemmeno a vedere dove si doveva andare. Quest'anno speriamo di non mancare all'appuntamento per cui lasceremo la Val Rendena in 4 diretti al Lago di Como e il resto lo trovate a pag. 17. Dovremo far fronte anche alle insistenze di Gino Mariolini che ci vuole assolutamente incontrare a Boario Terme nel pomeriggio del giorno 3. Dice di avere una grossa sorpresa per noi e, a parte questo, mi interesserebbe controllare come procedono i preparativi per i lavori di ristrutturazione al Museo degli Alpini di Boario.

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LA FERRATA DEL GRONA Da Breglia (frazione di Plesio-Como) si raggiunge su strada forestale asfaltata la località monti di Breglia (m. 990) dove si parcheggia l'auto.

Da qui si prosegue su strada sterrata fino ad incontrare il sentiero per il rifugio Menaggio (m. 1.383) che si raggiunge in 1 ora circa attraversando ginestre ed un rado bosco di betulle con una magnifica vista sulla parte centrale del Lago di Como. Dal rifugio si prosegue lungo un sentiero che corre poco più in basso della direttissima e si aggira lo spigolo Sud-orientale del Grona sino a giungere all'attacco della ferrata (20'- m. 1.380).

La Ferrata del Grona (700 mt di sviluppo) è una ferrata che fa storcere il naso ai ferratisti "puri", :attrezzata col solo cavo metallico

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(poco agevole per la progressione) e completamente priva di gradini artificiali o fittoni, obbliga ad una vera e propria arrampicata su roccia, a tratti esposta e sempre abbastanza sostenuta. Tuttavia il cavo d'acciaio a rinvii ravvicinati infonde una certa sicurezza. La via si sviluppa lungo tre torrioni (Denti), seguendone per lo più il filo di cresta. L'inizio è subito ostico, verticale e faticoso. Seguono altri tratti più tranquilli, con qualche passaggio di forza ed alcuni tratti sul filo di cresta. Usciti dal primo torrione, una breve discesa attrezzata conduce alla base del secondo tratto della via.

Dopo pochi metri di arrampicata una variante <<particolarmente difficile>> (parete strapiombante), ma breve, è in alternativa ad un canalino pur sempre stretto e faticoso, cui seguono placche in aderenza e tratti di salita divertente

e panoramica. Ancora una brevissima discesa attrezzata e si è dinnanzi all'attacco del terzo torrione, il più lungo ed esposto (la fatica inoltre comincia a farsi sentire). Il primo tratto è di media difficoltà ma sempre continuo(c'è anche un piccolo camino); il secondo presenta passaggi tecnici molto duri ed estremamente esposti (strapiombanti), con spaccata finale a picco sul baratro; seguono infine una serie di placche in aderenza

oltre le quali si esce proprio in vetta al monte Grona. La discesa può essere fatta con il sentiero "direttissima" (che si incrocia tra l'altro anche nel raccordo fra il II° e il III° torrione e può costituire una via di fuga in

caso di maltempo o eccessiva stanchezza), oppure per il sentiero della Forcoletta.

- - - - - - E ci vogliamo perdere questa "chicca" ? Giammai. Germano e Dina, fatevi aiutare da Erika e da Giulia, ma fate tutti gli scongiuri necessari affinché il tempo sia buono e non ci costringa a rimandare un'altra volta la ferrata che slitterebbe al 2010. Roberto

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VESTIARIO ED EQUIPAGGIAMENTO • Vestiario adatto a tutte le temperature (potremmo avere un caldo boia

ma rischiare di finire sotto zero se cambia il tempo. Scarponi e scarpette da interno rifugio (+asciugamani).

• Vietati i poncho (meglio un K-way) • "In montagna, chi porta magna" - sappiatevi regolare ma non eccedete • Zaino, imbragatura, cordino, doppio moschettone, ramponi, piccozza,

ghette da neve, casco, occhiali da sole, guanti da ferrata e imbottiti, creme protettive, carta igienica, borraccia.

• Telefono cellulare, macchine fotografiche e video, alimentatori, spine triple di varia misura, torcia elettrica, altimetro.

• Io mi porto il mio sacco a pelo leggero (non si sa mai se lungo l'itinerario uno non si sente bene ed ha bisogno di mettersi al caldo)

• Ricordatevi però che ogni sera cambiamo rifugio quindi lo zaino, tutto intero, ce lo dobbiamo portare dietro "sempre" - discese e "salite".

NUMERI DI TELEFONO Ferruccio 347.0663055 Germano 334.3014861 Dina 334.3366217 Daniele 347.6226494 Virginio 335.5462928 Domenico 328.6382961 Roberto 348.7924800 Rif. Vallesinella 0465.442883 Rif. Tuckett 0465.441226 Rif. Alimonta 0465.440366 Rif. Brentei 0465.441244 Rif. Pedrotti 0461.948115 Rif. Agostini 0465.734138 Rif. XII Apostoli 0465.501309 Rif. Casinei 0465.442708 Socc.Alp. Tione 0465.321054 Socc.Alp.Campiglio 0465.442634 Carabinieri Pinzolo 0465.443366

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E non andate a dire in giro che me ne frego di voi e che non vi penso proprio !

Roberto