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San Ferdinando, deriva dal nome dell'omonima chiesa che fu basilica reale, ma Il nome originario della

zona fu addirittura Falero - l'antico porto greco fra Santa Lucia e l'odierno Molosiglio -. In questa zona nacque il primo nucleo urbano nel VIII secolo a.C.,

chiamato Partenope, che era compreso tra l'isolotto di Megaride (Castel dell’Ovo) e la soprastante

collina, Monte di Dio o Pizzofalcone (così chiamata dal nome dato nella metà del duecento dal re di Napoli Carlo I d'Angiò dove praticava la caccia al falcone). In seguito al suo declino nel sottostante

pianoro venne fondata un nuova zona urbana chiamata Neapolis, città nuova e Palepolis, città

vecchia, la zona antica.

Piazza del Plebiscito

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L'Arenella, deve il suo nome, secondo alcune fonti, al fatto che l’antico nucleo della zona si presentava come una piccola arena, in cui si svolgevano i mercati e le manifestazioni civili

e religiose. Il popolo invece attribuiva tale denominazione ai detriti arenosi trasportati dall'acqua piovana provenienti dalla Collina

dei Camaldoli che sovrastava il “Largo” (Piazzetta Arenella) o "arena", da cui Arenella

e Arenaccia.

veduta dei colli Aminei e Arenella

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Chiaia, deriva dal termine castigliano playa (spiaggia), trasformato dialettalmente in Chiaja. L’odierna conformazione nacque nel XVI secolo

come borgo al di fuori delle mura e fra il mare e la collina del Vomero era ornata da giardini, alberi e

fontane voluti dal viceré duca di Medina. Nella seconda metà dell'Ottocento la riviera di Chiaia fu

avanzata con una colmata a mare creando Via Caracciolo, e in seguito furono realizzati il Rione

Amedeo, Via dei Mille e la villa Comunale (ex Villa Reale).

Riviera di Chiaia

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Bagnoli deriva probabilmente da balneolis perché prima che fosse realizzato, agli inizi del ‘900, uno dei più importanti insediamenti industriali

del mezzogiorno (le acciaierie dell'Ilva), vi erano oltre la spiaggia di Coroglio diversi luoghi

termali. Note sin dai tempi dei romani le Terme di Agnano sfruttano l'acqua calda e sulfurea

dovute alla natura vulcanica dei Campi Flegrei. L‘attuazione del polo industriale ha modificato

radicalmente l'area che si trova nel golfo di Pozzuoli, alle pendici della collina di Posillipo e oggi dopo aver dismesso l’ex area Italsider si è riqualificata la zona con la Città della Scienza, primo museo scientifico interattivo d'Italia e il Museo del Mare; altro sito di Bagnoli di sicuro

interesse il noto Ippodromo di Agnano, il più grande d'Italia.

Spiaggia di Coroglio

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San Giuseppe è il quartiere del centro storico di Napoli il cui punto nevralgico è piazza Dante, caratterizzata dal Foro Carolino, progettato da Luigi Vanvitelli per Carlo III

di Borbone, con alla sua sinistra Port’Alba. Diversi edifici storici si affacciano sulla piazza: Palazzo Ruffo di

Bagnara, la chiesa e il convento di Santa Maria di Caravaggio e San Domenico Soriano. Nella Pignasecca

(noto mercato alimentare della città) il cui nome è dovuto a una pineta che vi sorgeva, si trova l'antico ospedale dei "Pellegrini". Nella parte meridionale del

quartiere negli anni trenta furono realizzate importanti opere di pregio: il palazzo delle Poste, e l’edificio

dell’INA mentre In piazza Carità sorgono la Caserma Pastrengo e la chiesa di Sant’Anna dei Lombardi.

In piazza Monteoliveto, collegata con piazza del Gesù dalla Calata Trinità Maggiore, insistono pregevoli edifici

fra cui palazzo Gravina (Facoltà di Architettura).

Mercato della Pignasecca

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Montecalvario è un altro quartiere del centro storico di Napoli il cui piano di espansione fu voluto da Don Pedro de Toledo (da cui l’omonima via ex Via Roma) che ampliò il perimetro delle mura realizzando una nuova arteria, che si sviluppava dal monastero di Santo Spirito al convento di Monteoliveto, e proseguiva fino alla Porta Reale. Sul lato opposto spiccano la funicolare centrale che collega il Vomero a via Toledo e nella piazzetta il Teatro Augusteo sostituto di uno preesistente realizzato dal Vanvitelli in quello che una volta era il palazzo Berio. Inoltre questa è la zona dove si trova la maggior parte dei Quartieri spagnoli; un dedalo di vicoli e viuzze sorto nel XVI secolo per la sistemazione delle guarnigioni militari spagnole destinate alla repressione delle rivolte della popolazione.

Salita alle due Porte

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L'Avvocata dal participio passato (advocatus) del verbo latino advocare. Advocata (chiamare al cospetto),

attributo reso sostantivo femminile dato alla Vergine Maria, perchè difendeva gli uomini e mediava per i

peccatori. Il quartiere è attraversato dal maggior asse viario: la via Salvator Rosa sulla quale insistono grandi palazzi ornati di fregi monumentali e caratterizzati da

cortili interni con grandi arcate e scaloni. Il ponte romano ritrovato dimostra che la zona era abitata fin dall'antichità ma il quartiere ha una peculiare estetica

che si rifà alle architetture tipiche napoletane del XVIII e XIX secolo.

Panorama

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Il quartiere Stella prende il nome dal Santuario della Stella, dovuto ad un'icona mariana raffigurante la

Madonna con una stella sul capo. Il quartiere è uno dei più antichi della città con i famosi rioni: Sanità,

Materdei e il borgo dei Vergini. Per secoli non vi sono stati insediamenti umani, ma si sa che già nel III

millennio a.C. questa zona era luogo di sepoltura, come testimoniano recenti ritrovamenti di cavità

sepolcrali scavate nel tufo nella parte bassa del rione Materdei (così come nell'età greco-romana nel vallone

della Sanità) ma soprattutto con l'avvento del cristianesimo, tra il II e il V secolo d.C. nascono

moltissime catacombe come quella di San Gennaro e San Gaudioso.

Fontana dell’Immacolatella

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San Carlo all'Arena dopo Fuorigrotta è il secondo quartiere più popoloso. L’arteria stradale più importante è via Forìa da dove si raggiunge l’Orto Botanico di Napoli collegato con la chiesa di Santa Maria degli Angeli alle Croci percorrendo via Michele Tenore. In piazza Carlo III, alla fine di via Forìa, si trova l’imponente Real Albergo dei Poveri (enorme costruzione il cui fronte misura circa 354 mt.) voluto da Carlo di Borbone. Da ricordare anche piazza Santa Maria della Fede dove sorge la chiesa omonima, in cui si trova l'ex Cimitero degli Inglesi.

Via Foría

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La Vicaria, è il quartiere di Napoli noto come “il Vasto” a ridosso del centro antico. Nato dopo il “Risanamento”,

con la previsione di un'espansione verso la zona orientale, possiede un numeroso dedalo di vicoli disposti in maniera ortogonale. Oltre Corso Novara, la sua arteria principale, che si collega direttamente con via Arenaccia, sono da ricordare Corso Meridionale, via Nazionale con le

uniche piazze del quartiere (Piazza Nazionale e Piazza Poderico), e Corso Malta che rappresenta l'unico svincolo della tangenziale di Napoli. Di notevole interesse sono la nota Porta Capuana, le numerose chiese erette agli inizi del Novecento,, il Distretto Militare, la vicina Stazione di Napoli Centrale, il Palazzo della Nuova Borsa Merci, la

fabbrica della CEAT oggi autosalone (Corso Novara), un superstore (Via Arenaccia), il Palazzo dei vigili del fuoco di Vicaria e lo Stadio Militare dell'Arenaccia, primo stadio

della SSC Napoli.

Porta Capuana

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San Lorenzo è il cuore del centro storico di Napoli; gli antichi lo consideravano certamente tale perchè sin dai tempi della fondazione greca, qui sorgeva il centro delle attività sociali ed economiche: l’Agorà che oggi si trova nei pressi della basilica di San Lorenzo Maggiore dove sono concentrati tutti gli elementi tipici della tradizione napoletana e gli aspetti caratteristici che hanno reso celebre nel mondo la città. In questo quartiere sorgono importanti opere come l’Accademia di Belle Arti nella piazza Bellini dove si trovano i resti delle antiche mura della Neapolis greca e il famoso conservatorio San Pietro a Majella, il Castel Capuano il secondo più antico della città di origine normanna in primis residenza reale e in seguito palazzo di giustizia e La Cappella Sansevero dove è conservato il capolavoro del Cristo velato, conosciuto in tutto il mondo per il suo velo marmoreo adagiato sul Cristo morto.

Castel Capuano

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Poggioreale per secoli è stata considerata una zona periferica e marginale, ma con l'ampliamento della città,

nel periodo fascista, e con il forte sviluppo infrastrutturale l'area ha acquistato un peso rilevante

nel capoluogo campano. Nel quartiere convivono situazioni difficili come la camorra con altre che hanno notevoli potenzialità di sviluppo dovute ad importanti

strutture cittadine. Il quartiere è famoso soprattutto per Il carcere di Poggioreale, costruito nel 1914, celebrato

nella tradizione napoletana della smorfia. Qui sorgeva il più grande mercato ortofrutticolo d’Italia chiuso nel 2008, e nella zona orientale il più grande cimitero di

Napoli nel cui interno c’è la Chiesa madre con un monumentale chiostro. Nella zona sud è sorta la Zona

Industriale mentre a lato della stazione centrale svettano i tipici grattacieli del futurista Centro

Direzionale dove sono ospitati importanti servizi: il palazzo della Regione Campania e il Palazzo di Giustizia.

Casetel dell’Ovo

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Il nome San Giovanni a Teduccio deriva dal ritrovamento, nel IV secolo, di un busto marmoreo di

San Giovanni Battista conservato nella cattedrale insieme ad una colonnina con l'iscrizione di essere

appartenuto a Teodosia. La zona è stata sede di importanti industrie; dalla conserviera (Cirio), alla

ferroviaria (la tratta Napoli-Portici, con l’imponente opificio di Pietrarsa, l’officina ferroviaria, oggi museo)

e alla portuale (porto di Vigliena). Oggi si tenta di riqualificare il quartiere con la costruzione

dell’Università Federico II e la rivalutazione del famoso Forte di Vigliena ultimo baluardo della rivoluzione

partenopea del 1799.

Golfo di Napoli

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Il quartiere Mercato è soprannominato dai napoletani Case Nuove, perché qui furono realizzate

intorno al 1890, nell'area compresa tra il Borgo Loreto, corso Garibaldi e via Stella Polare (l’attuale

corso Arnaldo Lucci) delle palazzine popolari. La zona è fra il centro storico e la Zona industriale ed è

circondata da grosse strutture storiche che paradossalmente non ne fanno parte, come piazza del Mercato, la Basilica di Santa Maria del Carmine Maggiore e a sud il borgo Loreto, con il moderno

ospedale Santa Maria di Loreto Nuovo che ricorda la cinquecentesca chiesa di Santa Maria di Loreto. Oggi

dopo essere stato distrutto dalle bombe alleate, sull'area del borgo sorgerà il parco della Marinella. Gli unici monumenti storici sono la Caserma di Cavalleria Borbonica e i ruderi della stazione Bayard, capolinea

della Napoli Portici la prima ferrovia d’talia.

Piazza Mercato

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Il quartiere Pendino ha origini antiche. Lo testimoniano i resti di mura greche ritrovate a

Forcella, mentre del periodo romano c’è la scoperta, dopo i bombardamenti del 1943 che distrussero una

preesistente chiesa, di un complesso termale. In questa zona si hanno altre vicissitudini storiche: nel medioevo si ebbe la decapitazione di Corradino di

Svevia, in piazza del Mercato, dove ebbe anche inizio la rivolta di Masaniello, nonché il martirio degli eroi del 1899, infine nel XX secolo fu danneggiato dai

bombardamenti alleati, quindi ricostruito. Il quartiere Pendino è ricco di architettura d’epoca dove spiccano

due basiliche e diverse chiese. Punto nevralgico è Piazza Garibaldi dove isi trova la stazione ferroviaria

di Napoli Centrale.

Santa Lucia

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Nel quartiere Porto, che fà parte del centro storico, nell’area portuale si trovano importanti

edifici come l’imponente Castel Nuovo o Maschio Angioino, la chiesa di Santa Maria di

Portosalvo e l’edificio barocco dell’Immacolatella (oggi capitaneria di porto),

mentre sull’asse viario principale (corso Umberto o Rettifilo) il Palazzo della Borsa

(Piazza Bovio), i quattro Palazzi (piazza Nicola Amore, l’innovatore sindaco) e l’Università Centrale degli Studi di Napoli Federico II, il principale ateneo partenopeo, la più antica università laica e statale del mondo , che è

insieme al molo Beverello (il porto di Napoli), sono le istituzioni più importanti d’Italia e d'Europa,

Maschio Angioino

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Il Vomero è uno dei quartieri collinari della città e il più densamente popolato. In epoca romana, la collina era chiamata Paturcium (da Patulcius, riferentesi al dio Giano bifronte), Il toponimo attuale trae origine da un passatempo contadino; vinceva chi, con il vomere dell'aratro, tracciava il solco più dritto. Dall’antica vocazione agricola e per la gran messe di verdure coltivate il luogo, per secoli, fu chiamato Collina dei broccoli. La tradizione popolare indica che qui nell’odierno rione di Antignano sia avvenuto per la prima volta il miracolo di San Gennaro. In seguito dopo le dominazioni Normanna, Sveva, Angioina (sotto la quale Napoli divenne capitale) le pendici del Vomero cominciarono a popolarsi prima sotto gli Aragonesi, poi gli spagnoli. Nel corso dei secoli la collina si urbanizzò soprattutto ad opera della nobiltà tanto da assurgere a rango di residenza regale con la famosa villa di Ferdinando I di Borbone, “la Floridiana”, affascinante parco formato dal connubio tra giardino all’italiana e giardino all’inglese.

Castel Sant’Elmo

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I primi ad insediarsi sul promontorio, che era solo rocce e alberi, furono gli antichi greci che chiamarono il luogo Pausilypon che significa "tregua dal pericolo" o "che fà cessare il dolore", dato l’affascinante panorama che si godeva. A Posillipo che era un borgo residenziale collinare sono presenti anche rovine Romane sia sul punto più alto della collina che vicino alla riva; inoltre sono stati reperiti resti di un anfiteatro. Solo in seguito divenne quartiere attraversato da interessanti arterie quali via Petrarca o Panoramica e via Orazio dove si trova il simbolo della città, il famoso “pino di Napoli”. Qui vi sono altre località di interesse storico-artistico: il Parco Virgiliano (già Parco della Rimembranza), importanti ville sul mare come Villa Rosebery, residenza estiva del Presidente della Repubblica italiana e antiche costruzioni romane che attraverso una galleria (Grotta di Seiano), si raggiungevano i porti di Pozzuoli e Capo Miseno.

il pino di Napoli

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Fuorigrotta dal latino foris cryptam "al di fuori della grotta" perchè dall'epoca romana è collegata da più grotte al rione Mergellina. La Crypta Neapolitana, la

prima realizzata e ancora visitabile ma non percorribile che collegava Fuorigrotta con Piedigrotta, vicino la

presunta tomba di Virgilio, era l’asse viario che collegava Napoli a Pozzuoli e l'area dei Campi Flegrei. Da quartiere

agricolo, in epoca fascista si effettuarono notevoli interventi urbanistici creando "Viale Augusto" e la

"Mostra d'Oltremare“ e la toponomastica delle strade assunse nomi di personaggi dell'antica Roma (via Giulio Cesare, via Caio Duilio) e dell'epoca delle lotte contro l'Impero ottomano (via Andrea Doria, via Veniero, via

Morosini e via Lepanto).

Campi Flegrei

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Miano è un quartiere periferico a nord di Napoli e condivide col resto della periferia nord (Scampia e

Secondigliano) una situazione di malessere sociale ed economico che è basato sul terziario. Dieci anni fa nel

quartiere era attivo un grande stabilimento di una nota birra nazionale, ma venduta l'azienda, lo stabilimento è

stato chiuso e ora si spera di realizzare, nella stessa area, la creazione di un polo commerciale-ricreativo. Analoga situazione presenta la clinica Villa Russo dovuta alla crisi regionale nel settore della sanità. Unica nota positiva; si prevede di realizzare una cittadella dell'artigianato con

impianti sportivi, locali commerciali ed abitazioni nell'area delle caserme "Caretto" e "Boscariello", dismesse dal

ministero della Difesa.

Scorcio di paesaggio

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Anche Piscinola è un quartiere della periferia nord di Napoli e il suo nome deriva molto probabilmente dal termine

“piscinula”, cioè "piscina" o "vasca", riferentesi ad un'antica struttura idraulica. Ma più verosimilmente il nome deriva dal

latino piscina-piscinae: ovvero abbeveratoio o serbatoio d’acqua. Questa zona, molto fertile, fu abitata da Opici, Osci

e Sanniti. Dai numerosi reperti archeologici dovuti al ritrovamento di vasi, anfore, armi e numerosi oggetti di vita quotidiana, dimostrano la preesistenza di ville patrizie. Nei

secoli seguenti, dopo Angioini, Aragonesi, Spagnoli, Austriaci, Francesi

e Borboni, Piscinola continuò a dichiararsi Casale Demaniale Regio, invece di feudale, per non sottostare ai dispotici

baroni che imponevano ingenti tasse. Così i "Casali Demaniali Regi" dipendevano direttamente dal Re ricevendo

gli stessi privilegi.

Marosi nel golfo

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Si ha menzione del casale di Barra già in epoca angioina. Tuttavia nonostante fosse un luogo umido, e

colpito dai miasmi delle vicine paludi, vi erano insediate, alcune ville nobiliari appartenenti al Miglio d'Oro zona storica e paesaggistica con splendide ville vesuviane

costruite sin dal ‘700, Carlo di Borbone, incantato dalla bellezza del paesaggio e dal clima mite della riviera Vesuviana, commissionò la costruzione della Reggia di Portici. Il panorama del Golfo con vista su Capri, Ischia, e Procida e la presenza della

dimora reale, invogliarono molti nobili a trasferirsi lungo il Miglio d‘Oro facendosi costruire ville e giardini rococò

e neoclassici dai maggiori architetti del tempo. Il quartiere è situato nella zona orientale della città.

Le isole del golfo

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Ponticelli ex comune fino al 1926 è situato nella periferia orientale di Napoli. Antichi documenti

rinvenuti testimoniano insediamenti romani e influenze fenicie. Nel medioevo

fu costruita la più antica basilica-santuario vesuviana: la Chiesa di Santa Maria della Neve, con notevoli opere

d'arte. Il quartiere durante la rivoluzione napoletana ebbe un ruolo importante: condannò a morte tredici uomini fedeli a Ferdinando IV. Nella seconda guerra mondiale, fu il primo in Europa a sollevarsi contro il nazifascismo per cui durante l'occupazione nazista i

soldati tedeschi per rappresaglia trucidarono 34 innocenti. Nel dopoguerra, la speculazione edilizia segna il declino del quartiere che oggi presenta un

elevato tasso di disagio sociale. Comunque si tenta un grande piano di riqualificazione urbanistica ed

economica.

Panorama

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San Pietro a Patierno è un quartiere periferico a nord- est di Napoli che in epoca angioina era un

casale demaniale divenuto comune dopo l'abolizione del sistema feudale ad opera di

Gioacchino Murat, fino a quando nel periodo fascista fu fuso con il comune di Napoli.

Nonostante sia uno dei più estesi della città, ha una bassa densità abitativa dovuta al fatto che sul

suo territorio insistono l'Aeroporto di Capodichino, l'aeroporto militare Ugo Niutta e la NATO.

Scampagnata

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Pianura, quartiere periferico occidentale posto a sud della collina dei Camaldoli, deriva Il suo

toponimo per il territorio pianeggiante circondato da colline. Dato che si trovava sulla via per Cuma, numerosi sono i siti archeologici

presenti. Di rilievo quello rinvenuto sotto la "masseria Monteoliveto" dove sono state

scoperte fondazioni stratificate, l'ultima forse di origine sannita mentre l'attuale è di epoca

medievale posta su fondazioni di origine greca, su cui si trovano mura romane in opus. Altri

rinvenimenti: resti di antiche terme artificiali, alimentate con il fuoco, con le tipiche tre camere

di epoca imperiale, calidarium, frigidarium e tepidarium, tutte rivestite in alabastro. Un altro

sito di rilievo storico è la cava di piperno, con cui è costruito anche il “mausoleo di Posillipo”, che attraversa la collina dei Camaldoli, sbucando a

Soccavo (da cui prende il nome: sub Cavae).

Mausoleo di Posillipo

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Secondigliano, quartiere periferico a nord della città, già casale di Napoli, è stato comune

autonomo compreso Scampia fino al 1926. Il toponimo si deve alla contrazione di “secondo miglio”, ovvero perché distante due miglia dal

centro, come impresso sulla seconda pietra miliare della via Capuana o Atellana. Alcuni storici fanno derivare il nome dalla famiglia romana dei Secondili, o dalla posizione geografica, essendo a

ridosso dei colli Secondili. Il quartiere con struttura urbana molto moderna, realizzata tra gli

anni 1970 e ’80, presenta forti segni di disagio sociale ed economico come tutta la periferia nord.

Veranda sul Golfo

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Scampia, costruito nella seconda metà del Novecento, è il quartiere posto all'estrema periferia nord ed uno dei più popolosi della città dove il disagio socio-economico

raggiunge livelli estremi per l’alto tasso di disoccupazione. Il freno allo sviluppo del quartiere è la presenza della criminalità organizzata; unica nota lieta

è la celebrazione annuale del Premio Secondigliano (adiacente a Scampia), che premia tutti coloro, nativi e

non, che si distinguono in campo artistico.

Pescivendolo

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Dalle abitudine degli antichi Romani di denominare i primi insediamenti oppidum o castrum e anteponendo il

nome del fondatore, è nato Chiaiano, probabilmente derivato da Caius e dalla contrazione di castrum e

oppidum in anum. Come Marano da Marius e anum e Giuliano (poi Giugliano) da Iulius e anum. Il territorio, ricoperto da una fitta boscaglia nota come "Sévera"

(selva), in cui sono state trovate tracce d’insediamenti osci (VIII secolo a.C.), fu dominato dai Cumani, dai

Sanniti, e nel 326 a.C. dai Romani, divenendo più tardi un casale di Napoli quindi con la dominazione francese

di Bonaparte e Murat fu autonoma fino al 1926 e frazione fino al 1980 quando divenne quartiere ricco di

caverne e pozzi artesiani per captare le sorgenti di acqua.

Paesaggio

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Soccavo fà parte della vasta zona vulcanica della parte occidentale di Napoli. Reperti archeologici che risalgono ai tempi della colonizzazione greca

dell'Italia meridionale dimostrano che la zona, decentrata rispetto alle colonie greche fondate nei Campi Flegrei, era intermedia tra le poleis di

Dicearchia (Pozzuoli) e il territorio rurale di Neapolis (Napoli) che si estendeva fino alla

adiacente conca di Agnano. Il suo nome deriva dal latino "sub cava" ("sotto la cava")

documentato dalle numerose cave di tufo e piperno costruite dai Romani che intuendo le potenzialità del porto di Neapolis sottrasse la

città all'influenza greca, cumana e sannita nel IV secolo a.C. Oggi con la realizzazione del Rione

Traiano, della Loggetta, del Complesso Soccavo-Canzanella e la Ferrovia Circumflegrea, che permette il collegamento diretto al centro

cittadino, il quartiere ha avuto una notevole espansione.

Palazzo donn’Anna

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La Zona industriale, conosciuta come Gianturco perché attraversato dalla sua arteria principale (via Emanuele

Gianturco) versa in condizioni socio-economiche in declino. Tuttavia nella zona sono ancora presenti importanti fabbriche nel settore chimico e petrolchimico con diverse raffinerie. Qui

sono stati costruiti i “bipiani”, prefabbricati che oggi sono diventati degli alloggi di fortuna per i terremotati dopo il sisma

del 1980 e per la numerosa popolazione immigrata senza tetto. Per loro,intanto, è stato istituito il centro “Oltre i confini”, una

struttura per le attività ludico-didattiche e di quanto altro possa servire alla riqualificazione del quartiere.

San Domenico San Gregorio Arrmeno

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© Tutti i diritti riservati ai vari autori – info: dal Web – musica: Mandolini napoletani

Idea - format – sincro dei brani: ITALBIT by Vittorio addì 1° novembre 2013