UpsideTown Turchia Anno 1 N°0 Novembre 2009

8
Era partita da Milano in autostop l’8 marzo 2008 Pippa Bacca. Partita per un viaggio ed un messaggio di pace da portare no a Gerusalemme at- traverso i Balcani, la Bulgaria, la Turchia e la Siria. In abiti da matrimonio, la “Spo- sa di Pace” ha trovato tragicamente la morte a pochi chilometri da Istanbul, assassinata da un camionista che sconta oggi la pena dell’ergastolo. La documentarista turca Bingöl Elmas, ha deciso di riprende- re il viaggio di Pippa Bacca là dove si era interrotto, di dargli continuità lungo il tra- gitto da lei program- mato tra Istanbul e la Siria. Lo ha fato però, in omaggio a Pippa, vestendo un abito nero da sposa e sve- lando una Turchia af- fascinante e profonda. Il cortometraggio “La mia lettera a Pippa” è il prodotto di questo viaggio, frutto della volontà di sollevare la difcile questione della condizione fem- minile in Turchia. Il cortometraggio, dimostrazione della vivacità del circuito cinematograco indi- pendente turco e della capacità di guardare criticamente alle con- traddizioni del Pae- se, sarà trasmesso il prossimo 8 marzo, giorno della festa del- la donna, nel contesto del festival di cinema indipendente “!f Istan- bul”. Carlo Frappi • Davutoglu rilancia la mediazione sul nuclea- re iraniano > pag. 2 • Erdogan rilancia l’iniziativa curda > pag. 3 Sale il tasso di inflazione prevista > pag. 4 • La crescita dei rap- porti turco-sauditi > pag. 5 “La Favorita”: il film > pag. 5 • Konya: dove Islam e sufismo si fondono > pag. 6 • Il Festival Inter- nazionale del Film Indipendente > pag. 8 POLITICA ECONOMIA CULTURA APPUNTAMENTI UPSIDETOWN PER RICHIESTE O SEGNALAZIONI: Via Vigevano, 39 20144 Milano - Italy [email protected] Tel: +39 028360642 Fax: +39 0258109661 La rivitalizzazione di una via privilegiata di scambi Est-Ovest è uno dei pro- getti più ambiziosi cui sta lavorando Ankara insie- me alle realtà economiche a oriente, prima tra tutte la Cina. Le relazioni turco-isra- eliane hanno vissuto, lo scorso gennaio, l’ennesi- mo momento di tensione dopo la crisi dei rapporti successiva alle operazioni militari israeliane a Gaza Tra mille difficoltà,prosegue l’epopea del gasdotto Nabucco, sostenuto dall’Ue per ridurre la dipendenza dalle forniture russe. I recenti successi cinesi e russi in Asia centrale vedono sfumare la possibilità di coinvolgere il Turkmenistan. Il consorzio promotore guarda dunque a sud-est, identificando in Iraq e Iran due partner difficili ma necessari. La Turchia assume così ancora maggior rilevanza. Da schiava a madre del Sul- tano ottomano: la leggen- daria vita della ricca eredi- tiera francese che divenne la Valide Sultan innovando l’Impero. Il 9 gennaio scorso il quotidiano ha ospitato un artico- lo scritto del leader del Pkk dalla prigione di Imrali, dove sconta l’ergastolo per reati di terrorismo. La scelta, provo- catoria e contraria alla legge turca, ha evidenziato una volta di più la distanza che separa la Turchia e i suoi alleati euro- pei nella percezione della minaccia terroristica. Figure bianche, evanescen- ti che indossano ampie tu- niche candide le cui gonne, nell’estasi mistica, si aprono come corolle del fiori. Si è aperta lunedì 16 febbra- io e terminerà il 18 aprile la mostra dal titolo “Picasso- Suite Vollard”. Nei locali del Museo di Pera, 100 incisioni del celebre artista spagnolo. dello scorso anno. La visi- ta del Ministro della Dife- sa israeliano Ehud Barak ad Ankara, alla presenza del Ministro degli esteri Davutoglu, sembra tutta- via indicare che l’alleanza strategico-militare tra i due partner – tradizionale colonna portante dell’inte- sa bilaterale – non dovreb- be essere in discussione. > PAG.2 > PAG.4 > PAG.8 > PAG.5 > PAG.6 > PAG.3 > PAG.7 CULTURA POLITICA APPUNTAMENTI CULTURA Turchia-Israele: l’industria della difesa motore del disgelo? I rapporti sino-turchi sulla via della seta Il nuovo Nabucco“mediorientale” La leggenda di Aimée du Buc de Rivéry Ocalan sulle pagine de“Il Manifesto” I dervisci rotanti Picasso di nuovo in visita ad Istanbul SOMMARIO ECONOMIA ECONOMIA POLITICA Omaggio a Pippa Bacca L’editoriale

description

A new magazine about turkey politics, culture, economy, lifestyle.

Transcript of UpsideTown Turchia Anno 1 N°0 Novembre 2009

Page 1: UpsideTown Turchia Anno 1 N°0 Novembre 2009

Era partita da Milano in autostop l’8 marzo 2008 Pippa Bacca. Partita per un viaggio ed un messaggio di pace da portare fi no a Gerusalemme at-traverso i Balcani, la Bulgaria, la Turchia e la Siria. In abiti da matrimonio, la “Spo-sa di Pace” ha trovato tragicamente la morte a pochi chilometri da Istanbul, assassinata da un camionista che sconta oggi la pena dell’ergastolo.La documentarista turca Bingöl Elmas, ha deciso di riprende-re il viaggio di Pippa Bacca là dove si era interrotto, di dargli continuità lungo il tra-gitto da lei program-mato tra Istanbul e la Siria. Lo ha fato però, in omaggio a Pippa, vestendo un abito nero da sposa e sve-lando una Turchia af-fascinante e profonda. Il cortometraggio “La mia lettera a Pippa” è il prodotto di questo viaggio, frutto della volontà di sollevare la diffi cile questione della condizione fem-minile in Turchia.Il cortometraggio, dimostrazione della vivacità del circuito cinematografi co indi-pendente turco e della capacità di guardare criticamente alle con-traddizioni del Pae-se, sarà trasmesso il prossimo 8 marzo, giorno della festa del-la donna, nel contesto del festival di cinema indipendente “!f Istan-bul”. Carlo Frappi

• Davutoglu rilancia la mediazione sul nuclea-re iraniano > pag. 2

• Erdogan rilancia l’iniziativa curda

> pag. 3

• Sale il tasso di inflazione prevista> pag. 4

• La crescita dei rap-porti turco-sauditi > pag. 5

• “La Favorita”: il film> pag. 5

• Konya: dove Islam e sufismo si fondono > pag. 6

• Il Festival Inter-nazionale del Film Indipendente > pag. 8

POLITICA

ECONOMIA

CULTURA

APPUNTAMENTI

UPSIDETOWNPER RICHIESTE O SEGNALAZIONI:

Via Vigevano, 3920144 Milano - [email protected] Tel: +39 028360642Fax: +39 0258109661

La rivitalizzazione di una via privilegiata di scambi Est-Ovest è uno dei pro-getti più ambiziosi cui sta lavorando Ankara insie-me alle realtà economiche a oriente, prima tra tutte la Cina.

Le relazioni turco-isra-eliane hanno vissuto, lo scorso gennaio, l’ennesi-mo momento di tensione dopo la crisi dei rapporti successiva alle operazioni militari israeliane a Gaza

Tra mille difficoltà,prosegue l’epopea del gasdotto Nabucco, sostenuto dall’Ue per ridurre la dipendenza dalle forniture russe. I recenti successi cinesi e russi in Asia centrale vedono sfumare la possibilità di coinvolgere il Turkmenistan. Il consorzio promotore guarda dunque a sud-est, identificando in Iraq e Iran due partner difficili ma necessari. La Turchia assume così ancora maggior rilevanza.

Da schiava a madre del Sul-tano ottomano: la leggen-daria vita della ricca eredi-tiera francese che divenne la Valide Sultan innovando l’Impero.

Il 9 gennaio scorso il quotidiano ha ospitato un artico-lo scritto del leader del Pkk dalla prigione di Imrali, dove sconta l’ergastolo per reati di terrorismo. La scelta, provo-catoria e contraria alla legge turca, ha evidenziato una volta di più la distanza che separa la Turchia e i suoi alleati euro-pei nella percezione della minaccia terroristica.

Figure bianche, evanescen-ti che indossano ampie tu-niche candide le cui gonne, nell’estasi mistica, si aprono come corolle del fiori.

Si è aperta lunedì 16 febbra-io e terminerà il 18 aprile la mostra dal titolo “Picasso-Suite Vollard”. Nei locali del Museo di Pera, 100 incisioni del celebre artista spagnolo.

dello scorso anno. La visi-ta del Ministro della Dife-sa israeliano Ehud Barak ad Ankara, alla presenza del Ministro degli esteri Davutoglu, sembra tutta-via indicare che l’alleanza

strategico-militare tra i due partner – tradizionale colonna portante dell’inte-sa bilaterale – non dovreb-be essere in discussione.

> PAG.2

> PAG.4

> PAG.8

> PAG.5

> PAG.6

> PAG.3 > PAG.7

CULTURA

POLITICA APPUNTAMENTI

CULTURA

Turchia-Israele: l’industria della difesa motore del disgelo?

I rapporti sino-turchi sulla

via della seta

Il nuovo Nabucco “mediorientale”La leggenda di Aimée du Buc de

Rivéry

Ocalan sulle pagine de “Il Manifesto”

I dervisci rotanti

Picasso di nuovo in visita ad Istanbul

SOMMARIO

ECONOMIA

ECONOMIA

POLITICAOmaggio a

Pippa Bacca

L’editoriale

Page 2: UpsideTown Turchia Anno 1 N°0 Novembre 2009

UPSIDETOWN

ne negativa degli Israeliani. In tale conferenza stampa, inoltre, contravvenendo alle regole della diplomazia, Ayalon ha tolto dal tavolo la bandiera turca, lascian-do solo quella israeliana e avrebbe fatto sedere di proposito l’ambasciatore turco su una sedia più bas-sa. Sebbene le dure reazioni di Ankara non siano tarda-te ad arrivare, la polemica sembra essere momenta-neamente rientrata dopo la lettera di scuse inviata dallo stesso Ayalon a Oguz Celi-kkol. Permangono tuttavia incomprensioni di fondo in un rapporto che, dopo anni di ottime relazioni tra i due

Paesi, sembra oggi essere in difficoltà.

Appare chiaro come l’ul-timo scontro diplomatico – già ribattezzato “la crisi della sedia” – non sia che l’ennesimo sintomo della freddezza che caratterizza i rapporti bilaterali a segui-to del cosiddetto “strappo di Davos” del gennaio del 2009. Il riferimento va al duro scontro verbale tra il Primo Ministro turco Re-cep Tayyip Erdogan e il Pre-sidente israeliano Shimon Peres durante un incontro nell’ambito del World Eco-nomic Forum, nel corso del quale il Premier turco ha aspramente criticato Israe-

Le relazioni tra la Turchia e Israele hanno registrato nel mese di gennaio un altro momento di tensione, do-vuto ad un nuovo incidente diplomatico, che ha fatto paventare al governo di An-kara addirittura il ritiro del proprio ambasciatore a Tel Aviv, Oguz Celikkol. In una conferenza stampa con-giunta, tenutasi a Tel Aviv lo scorso 11 gennaio, il Vice-ministro degli Affari Esteri israeliano Danny Ayalon, si è rifiutato di stringere la mano all’ambasciatore Ce-likkol, in segno di protesta contro una fiction trasmes-sa dalla tv turca, che avreb-be presentato un’immagi-

Il secondo vertice italo-turco, saltato lo scorso dicembre a causa dell’attentato subito da Berlusconi a Milano, potrebbe essere fi ssato, a Roma, tra aprile e maggio prossimi.

2

le per l’operazione militare “Piombo Fuso” condotta nella Striscia di Gaza . I rapporti tra Ankara e Tel Aviv hanno visto da allora un cambiamento di rotta, nella misura in cui, anche nel più allargato conesto mediorientale, la Turchia ha assunto agli occhi dei Palestinesi e degli altri Stati arabi il ruolo di guida nell’opposizione alle politi-che israeliane nella Striscia di Gaza, in Cisgiordania e a Gerusalemme Est. Inoltre, le divergenze di vedute tra i due paesi e la presa di posi-zione della Turchia avevano in parte contribuito a con-gelare la serie di colloqui indiretti portati avanti tra la Siria e Israele, proprio con

la mediazione di Ankara.Su questo sfondo, l’annul-lamento della esercitazione aerea congiunta Anatolian Eagle – prevista lo scorso ottobre in territorio turco – per il rifuto di Ankara alla partecipazione dell’avia-zione israeliana, sembra-va aver incrinato anche l’intesa strategica tra i due paesi, tradizionale colonna portante della relazione bilaterale. Tuttavia, la visi-ta dello scorso 18 gennaio del Ministro della Difesa israeliano Ehud Barak ad

Ankara sembra poter in-dicare che l’alleanza di tipo strategico-militare non dovrebbe essere in discus-sione. Nell’ incontro tra Ba-rak e la controparte turca Vecdi Gonul, infatti, i due Ministri hanno discusso della cooperazione nell’in-dustria della difesa e si è specificato che entro l’anno si concluderà il piano per la vendita di 10 droni Heron da parte di Israele alle forze aeree turche, per un totale di 180 milioni di dollari. E’ importante notare come all’incontro abbia preso parte anche il Ministro degli Esteri turco Ahmet Davu-toglu, ispiratore del nuovo corso della politica estera turca in Medio Oriente e fautore del mantenimento dei buoni rapporti con tut-ti i vicini, arabi e non, della Turchia. E’ questa l’essenza più profonda della cd. po-litica di “azzeramento dei problemi” che, attuata con costanza nei confronti di Armenia, Iraq, Iran e Siria, rischia di avere ripercussio-ni negative sulla relazione

turco-israeliana.

Stefano Torelli

Dopo gli intensi contatti con le autorità iraniane delle ultime settimane, il Ministro degli Esteri Davutoglu ripropone la Turchia come mediatrice nella vertenza sul nucleare tra Iran, Stati Uniti ed Unione europea. “C’è ampio spazio per iniziative diplomatiche” ha sottolineato Davutoglu, che nei prossimi giorni presenterà una serie di proposte ai propri interlocutori occidentali, tradizionalmente favorevoli all’impegno turco. Sul tavolo, in par-ticolare, la possibilità che la Turchia possa ospitare l’arricchimento dell’uranio destinato

all’Iran, in linea con un bozza di accordo sponsorizzato dalle Nazioni Unite.

Valerio Scafi

Turchia-Israele: l’industria della difesa motore del disgelo?

POLITICA

In primavera il vertice intergovernativo italo-turco

Davutoglu rilanciala mediazione sul nucleare iraniano

Page 3: UpsideTown Turchia Anno 1 N°0 Novembre 2009

UPSIDETOWN

A più di un mese dalla sentenza che ha decretato la chiusura del Partito della Società Democratica rimettendo in discussione il tentativo riformista del governo turco, il Primo Ministro Erdogan ha ribadito la ferma volontà dell’esecutivo di rilanciare la strada della “apertura democratica” alla minoranza curda.Replicando indirettamente alla critiche di chi accusa il governo di non aver saputo dare concretezza alla “apertura democratica”, Erdogan ha sottolineato che l’esecutivo è pronto a compiere “passi storici” verso la risoluzione della questione curda. Senza concedere nulla alla repressione del terrorismo – è di inizio febbraio la notizia di un’ampia operazione di sicurezza che ha portato all’arresto di oltre 80

mosse dal governo e delle vicende legate al tentativo di soluzione pacifica del con-flitto tra lo stato turco ed il Pkk. L’articolo ha suscitato sin da subito le perplessità di molti osservatori, facen-do presagire quella che da lì a poco sarebbe stata la po-sizione assunta dal governo turco sulla vicenda. Infatti, a distanza di due giorni, il Mi-nistero della Giustizia turco ha rilasciato un comunicato con cui ha voluto ribadire l’impossibilità per Ocalan di scrivere per un giornale, in base alla legge sull’esecu-zione delle misure di Pena e di Sicurezza, in quanto il detenuto in questione è

all’ergastolo nel carcere di tipo F per reati legati al ter-rorismo. Nonostante ciò, lo scorso 12 febbraio “Il Mani-festo” ha ospitato un nuovo articolo di Ocalan.La questione curda con-tinua a rappresentare uno dei maggiori nodi da sciogliere sulla strada del processo di democratiz-zazione turco. La recente messa al bando del Partito della Società Democratica – tradizionale punto di ri-ferimento della minoranza etnica curda, nonché parte della grande coalizione di governo – per legami con i terroristi del Pkk, ha innal-zato la tensione nel paese

Il 9 gennaio scorso è stato pubblicato dalle pagine de “Il Manifesto” un articolo scritto da Abdullah Ocalan, leader del Partito dei Lavo-ratori del Kurdistan (Pkk), formazione la cui natura terroristica è stata ricono-sciuta tanto dagli Stati Uniti quanto dal Parlamento eu-ropeo. Ocalan, in carcere dal 1999 nella prigione di massima sicurezza sull’iso-la di Imrali, intendeva così avviare una collaborazione con il quotidiano italiano, per poter raccontare in pri-ma persona la situazione della minoranza curda in Turchia, alla luce delle nuo-ve iniziative di riforma pro-

Con funzioni consultive ed alle dipendenze del Ministero dell’Interno, il nuovo organismo faciliterà il coordinamento governativo delle diverse istituzioni incaricate di contrastare il terrorismo.

3

persone in tutto il Paese – il Primo Ministro ha dichiarato che il governo saprà trovare quella sottile linea di bilanciamento tra democrazia e sicurezza. D’altro canto, ignorare le esigenze di maggior democraticità – ha proseguito Erdogan – ha fi nito per avere ripercussioni negative sulle istituzioni, sulle relazioni internazionali e sulla stessa economia turca: “la Turchia non ha altro nemico che sé stessa su questa strada. Conseguiremo il nostro obiettivo”.

Valerio Scafi

mettendo in seria discus-sione le iniziative riformiste del governo. Nel suo primo articolo Ocalan aveva trac-ciato una breve descrizione della situazione politica nel paese, con particolare riferi-mento al rispetto dei princi-pi democratici, attaccando proprio il governo Erdogan per non essere riuscito a concretizzare “l’iniziativa democratica” annunciata l’estate scorsa. Nella sua critica ha sostenuto che “la manovra diversiva più sub-dola la sta facendo l’attuale governo dell’Akp, che vuole far credere agli stati europei di operare per la democra-tizzazione e la soluzione

della questione curda. Ma è lo stesso governo – con-tinua Ocalan – che ha fatto leggi grazie alle quali le pri-gioni turche sono piene di bambini curdi”. Il “caso Ocalan” non ha avuto ripercussioni diplo-matiche tra i due governi. La vicenda evidenzia tut-tavia, la pericolosa diffe-renza di percezioni tra la Turchia ed i paesi europei circa i contorni della lotta al terrorismo e come, a oltre dieci anni dal suo arresto, il leader del Pkk sia riuscito a mantenere salda la guida del movimento curdo nel paese.

Luca Bellusci

Erdogan rilancia l’iniziativa curda

Ocalan sulle pagine de “Il Manifesto”POLITICA

Alto: Creato il Sottosegretariato per l’Ordine Pubblico e la Sicurezza

Page 4: UpsideTown Turchia Anno 1 N°0 Novembre 2009

UPSIDETOWN

Tra mille difficoltà, con-tinua ad andare avanti l’epopea del gasdotto Na-bucco, progetto sostenuto dall’Unione europea per ridurre la dipendenza dal-le forniture di gas russo. Firmato in luglio l’accordo intergovernativo tra i cin-que paesi interessati dal passaggio del gasdotto, la sfida decisiva è ora rappre-sentata dai delicati accordi da siglare con i paesi pro-duttori. I recenti successi cinesi e russi in Asia centrale hanno visto verosimilmente sfu-mare la possibilità di coin-volgere il Turkmenistan nel progetto e di conseguenza il consorzio promotore guar-da a sud-est, identificando in Iraq e Iran due partner difficili ma capaci di garan-tire i necessari approvvigio-namenti. In questa nuova versione mediorientale del Nabucco, la Turchia assu-me rilevanza ancora mag-giore. Infatti, la sua parte-cipazione al progetto non è più indispensabile soltanto per ragioni geografiche, ma diventa decisiva anche

Erdogan ha sempre mante-nuto rapporti cordiali, per-sino rischiando di alienare i suoi alleati occidentali con posizioni scomode su san-zioni e elezione di Ahma-dinejad. La Turchia è però riuscita in questo modo ad assicurarsi lo sfruttamento dei giacimenti gassiferi di South Pars e, date le con-tinue difficoltà degli Usa e dell’Ue nel gestire i rapporti con Teheran, si trova ad es-sere l’unico credibile inter-locutore occidentale della Repubblica Islamica. La diplomazia turca è anche indispensabile nel mante-nimento di buoni rapporti con Azerbaigian ed Egit-to, gli altri due potenziali fornitori del Nabucco. Il successo del summit bila-terale del 25 dicembre ha dimostrato quanto Ankara sia decisiva per evitare che Baku abbandoni il Nabuc-co in seguito alla normaliz-zazione dei rapporti tra la stessa Turchia e l’Armenia, in guerra con l’Azerbaigian dal 1988. Nel caso del gas egiziano, il nodo riguarda soprattutto la Siria, paese di

da un punto di vista poli-tico. Ankara gode infatti di solide relazioni con i due paesi e di un soft-power su Baghdad e Tehran che né la Commissione europea né alcuno stato membro di-spongono. Ciò non è dovu-to, come molti suppongono, ad una deriva filo-islamica del governo dell’AKP, ma è piuttosto il risultato di una consapevole politica estera multivettoriale. In Iraq, Ankara si è mos-sa molto bene, cogliendo immediatamente le op-portunità che il cambio di regime e la ricostruzione stanno dando alla diplo-mazia e all’economia tur-ca. A Baghdad si discute di esportazioni gassifere verso la Turchia dal 2007 e i pro-getti sono sostenuti sia da accordi politici che da inve-stimenti di imprese turche in settori strategici. Ankara è anche uno dei governi che ha maggiori relazioni con il Governo Regionale Curdo nel nord del paese, dove si troverebbe la maggior par-te dei giacimenti iracheni. Nel caso dell’Iran, il governo

Il Tesoro turco ha venduto bonds a dieci anni – il più lungo arco temporale della storia della Repubblica – per un valore di poco inferiore al miliardo di lire turche.

4

Secondo le previsioni della Banca Centrale turca, il tasso di infl azione nel 2010 dovrebbe innalzarsi dal 5,4% al 6,9%. A determinare tale rialzo contribuirebbero principalmente l’innalzamento della pressione fi scale e l’incremento nei prezzi di prodotti energetici e alimentari.Il Governatore della Banca Centrale, Durmug Yılmaz, ha tuttavia sottolineato come tale rialzo dovrebbe essere temporaneo e che il tasso d’infl azione dovrebbe riprendere a calare già nel 2011. Yılmaz ha inoltre dichiarato che ci potrebbero essere “limitati” ritocchi verso l’alto dei tassi d’interesse di riferimento.Il Governatore ha infi ne dichiarato che la ripresa dell’economia resta “moderata” in ragione di una domanda che rimane bassa e che non sono attesi miglioramenti del tasso di disoccupazione.

Valerio Scafi

connessione tra la Arab Gas Pipeline e il Nabucco. Anche in questo caso, al di fuori del cosiddetto “asse del male”, nessu-no ha rapporti migliori con Damasco della Turchia. Come dimostra lo scambio di visite tra Assad e Sarkozy, l’Ue sta corteggiando la Siria, ma Ankara dispone di un vantaggio di anni di intense relazioni bilaterali. La politica estera a 360 gradi della Turchia, dunque, paga ancora. L’Ue si trova in una posizione più debole rispetto a qualche anno fa e deve sempre più considerare il ruolo decisivo che Ankara può ricoprire nel garantire la sicurezza energetica europea.

Andrea Bonzanni

Il nuovo Nabucco “mediorientale”

ECONOMIA

Bonds decennali all’11,4%

In rialzo il tasso d’infl azione

Page 5: UpsideTown Turchia Anno 1 N°0 Novembre 2009

UPSIDETOWN

indicatori economici, che mostrano come il volume degli scambi commerciali nell’ultimo decennio sia più che quadruplicato. Le schermaglie dello scorso luglio tra i rispettivi capi di Stato sulla questione degli Uighuri nella regione cinese dello Xinjang sembrano dunque alle porte, complice un reciproco interesse in

tipo economico-finanziario. Nell’incontro con il re sau-dita Abdullah bin Abdulaziz al-Saud, il Primo Ministro turco ha auspicato un mag-giore flusso di investimenti sauditi verso la Turchia e ha proposto la cancellazio-ne dei visti necessari per entrare in Turchia dall’Ara-bia Saudita e viceversa. Tale misura, ha dichiarato Erdo-gan, sarebbe un ulteriore incentivo per l’apertura agli investimenti stranieri ver-so il mercato turco, dopo i provvedimenti già presi in tal senso nei confronti di al-tri paesi vicini come la Gior-dania, la Siria e il Libano.

Riyadh sarebbe interessata, in particolar modo, ad in-vestire nel settore dell’agri-coltura in Turchia. Durante gli incontri con il Presidente della Camera di Commer-cio saudita Abdul Rahman al-Juneisi, è emersa una volontà di arrivare a mag-giori rapporti commerciali tra i due Paesi, fino a un va-lore di 20 miliardi di dollari nei prossimi anni, a fronte di un volume di scambi pari attualmente ia circa 3,5 miliardi di dollari.

Stefano Torelli

Cina e Turchia stanno lentamente stringendo accordi in campo economico sempre più rilevanti. A dimostrarlo sono non soltanto gli incontri tra gli alti rappresentanti in cui abbondano le dichiarazioni circa una maggiore cooperazione e comunicazione tra i due Paesi, ma anche gli

Dopo il viaggio nel Golfo in occasione del terzo sum-mit mondiale sull’energia, il Primo Ministro turco Recep Tayyip Erdogan si è recato in visita in Arabia Saudita gli scorsi 20 e 21 gennaio. A dimostrazione dei crescenti contatti di-plomatici tra i due Paesi, il viaggio del Primo Ministro era stato preceduto da quel-lo compiuto a Riyadh dal Ministro degli Affari Esteri turco Ahmet Davutoglu, lo scorso 4 gennaio.La visita di Erdogan si è concentrata sui rapporti bi-laterali tra Turchia e Arabia Saudita e sulle relazioni di

Attiva nel Paese sin dal 2007, l’industria italiana rivela un piano di investimenti di 3,5 milioni di euro per rafforzare la propria presenza in Turchia attraverso la rete del franchising.

5

campo economico.Nell’ultimo anno la Cina ha sorpassato l’Italia come esportatrice di beni in Turchia, attestandosi al terzo posto come fornitrice del paese dietro Russia e Germania, con un valore totale delle esportazioni di circa 12,6 miliardi di dollari. Il volume del commercio totale tra i due Paesi tocca quasi i 14,3 miliardi di dollari se si aggiunge a questa cifra quella delle esportazioni turche in Cina. I rapporti economici bilaterali sono stati discussi nella visita del Ministro per il Commercio cinese Chen Deming, ricevuto ad Ankara dalla controparte turca Zafler Caglayan lo scorso 7 gennaio. L’incontro ha costituito l’occasione per il confronto tra rappresentanti del mondo imprenditoriale dei settori privato e pubblico dei due Paesi. La volontà di investimenti cinesi in Turchia è stata testimoniata proprio dai più di 100 imprenditori

arrivati ad Ankara a seguito del Ministro Deming. La Cina è interessata al settore delle infrastrutture: in particolare la Turchia vorrebbe coinvolgere la Cina nell’ambito del progetto di costruzione di una centrale nucleare e, inoltre, imprese cinesi sarebbero interessate al progetto di un terzo ponte sul Bosforo a Istanbul e alla realizzazione di una linea ferroviaria ad alta velocità tra Ankara e Smirne. Inoltre, i due Paesi stanno discutendo dell’eventualità di usare le monete correnti, piuttosto che il dollaro, nelle loro transazioni.La Cina ha molto da guadagnare dal miglioramento e dal rafforzamento delle relazioni con la Turchia e, in effetti, sembra aver compreso che in un’ottica di lungo termine Ankara sarà probabilmente un partner commerciale e strategico molto importante. D’altra parte la Turchia continua la sua politica “della porta

aperta”, per parafrasare la nota “open door policy” con cui la Cina di Deng Xiao Ping aprì le porte al mondo a partire dagli anni ’80 del secolo scorso, che le permette di stringere accordi commerciali con un numero sempre maggiore di Paesi. Ankara ha deciso di non aspettare senza alternative quella che per ora è una via d’accesso bloccata da parte dell’Europa, preparandosi piuttosto a rivitalizzare quella Via della Seta che nell’antichità collegava l’Occidente all’Oriente. E’ questo, quello della restaurazione di una via privilegiata Est-Ovest per gli scambi economici e commerciali, uno dei progetti più ambiziosi cui sta lavorando Ankara insieme alle realtà economiche a oriente, di cui la Cina rappresenta una pedina imprescindibile, anche e soprattutto in ottica futura.

Anna Longhini

Il rilancio dei rapporti sino-turchi sulla via della seta

La crescita dei rapporti turco-sauditi

ECONOMIA

La Lavazza aumenta gli investimenti in Tuchia

Page 6: UpsideTown Turchia Anno 1 N°0 Novembre 2009

UPSIDETOWN

Turchi e greci in costume hanno festeggiato il Carnevale di origine greca danzando e cantando per le vie di Kurtulu�, la greca Tatavla, il multiculturale quartiere di �i�li

che ospita turchi, greci, armeni ed ebrei.

È il 20 luglio del 1785, quando a Costantinopoli, capitale di un impero sconfi nato e multiculturale, nell’harem del palazzo Topkapi, Nakshidil Haseki partorisce il futuro Sultano dell’Impero Ottomano, Mahmut II. Simbolo del legame franco-ottomano, una diffusa leggenda lega la vita della ricca ereditiera francese Aimée du Buc

de Rivéry a quella della Valide Sultan, fi no a sovrapporre le due fi gure storiche in un unico personaggio.Figlia di un proprietario terriero francese e cugina dell’imperatrice Giuseppina Bonaparte, Aimée du Buc de Rivéry nacque nel 1776 nell’isola di Martinica. Si narra che, nel 1788, durante il viaggio di ritorno dalla Francia, dove la bambina

era stata mandata a studiare in un convento, la nave in cui si trovava venne attaccata dai pirati. Aimée, allora undicenne, venne rapita per essere rivenduta come schiava in nord Africa. Dopo un periodo di servitù presso il Bey di Algeria, la giovane venne ceduta in dono al Sultano ottomano Abdul Hamid I. Inviata a Costantinopoli, Aimée du Buc de Rivéry entrò nell’harem imperiale e, con la sua bellezza e la sua forte personalità, riuscì a conquistare l’amore del Sultano. La giovane francese diventò così la moglie di Abdul Hamid I prendendo il nome di Nakshidil Haseki. All’interno del palazzo sultanale, la sposa aprì il palazzo ed il governo sultanale alle infl uenze ed alle idee francesi. Lei stessa insegnò la sua madrelingua al Sultano, fece inviare un ambasciatore permanente da Istanbul a Parigi, riorganizzò l’harem concedendo più libertà alle concubine e rimodernò il palazzo in stile rococò, allora molto in voga in Francia. Secondo la leggenda, la

liberalità di queste sue iniziative e l’infl uenza che esercitava nelle decisioni politiche, spinsero gli ulama ed i Giannizzeri a tentare di uccidere suo fi glio. Nakshidil riuscì però a salvare Mahmut nascondendolo in un luogo sicuro. La leggenda narra infi ne che Mahmut II, avvicinandosi la fi ne dei giorni di Nakshidil, acconsentì a far entrare a palazzo un prete che concedesse l’estrema unzione alla vecchia madre che, nonostante avesse formalmente abbracciato l’Islam, era rimasta in cuor suo cattolica. La storia documenta in realtà avvenimenti diversi: gli eventi storici che caratterizzano le vite di Aimée du Buc de Rivéry e Nakshidil Haseki seguono due percorsi differenti che mai si incrociano ma piuttosto si disperdono. La leggenda tuttavia appare come una rielaborazione della realtà storica; Nakshidil era in effetti molto infl uenzata dalle idee francesi, e diverse riforme signifi cative avviate dal Sultano

Tra lotte di potere ed intrighi di corte, la fi gura di Aimée du Buc de Rivéry è la protagonista del fi lm “La Favorita”. Uscito nel 1989, racconta la storia della damigella francese che, rapita durante un viaggio nel Mediterraneo viene venduta al Sultano Abdul Hamid I. Giunta nell’harem, gestito dalla prima moglie del Sultano, francese anch’ella, Aimée rimane presto incinta. Tuttavia la rivale compatriota, gelosa del ruolo della nuova venuta, strangola suo fi glio. È così che la protagonista decide di considerare come fi glio Mahmut, orfano di un’altra moglie del Sultano, covando il sogno che un giorno egli erediti il potere in luogo di Mustafa, fi glio della sua nemica. La sua volontà, dopo una serie di scontri ed omicidi di cui una vittima è lo stesso Mustafa, si avvera e Mahmut sale al trono. La madre adottiva domina così l’harem e regna di fatto sull’intero Impero Ottomano. Fino al 1816, anno della sua morte, la favorita porta un’ondata di innovazione nel paese, combattendo le barbarie e concludendo accordi con la sua madrepatria per riformare e modernizzare l’Impero.

Giulia Di Bernardini

6

vengono attribuite proprio all’infl uenza della madre. Il regno di Mahmut II segna infatti un periodo di vicinanza con le idee europee ed è caratterizzato dalla volontà di attuare varie riforme sia in campo legale che militare. Tra queste ultime, ad esempio, lo scioglimento dell’ordine dei Giannizzeri a favore di una guardia imperiale su modello europeo. Saranno inoltre le riforme di Mahmut II ad aprire la strada alla successiva era delle Tanzimat, ossia delle riforme costituzionali, portata avanti dai suoi successori dopo la sua morte. La leggenda che sovrappone Nakshidil Haseki e Aimée du Buc de Rivéry rappresenta dunque la rielaborazione simbolica di un incontro e di uno scambio tra i due paesi: uno scambio talmente profondo che giunge ad immaginare un legame di sangue tra le due famiglie regnanti.Giulia Di Bernardini

Il carnevale greco sfi la per le strade di Istanbul

“La Favorita”: il fi lm

La leggenda di Aimée du Buc de Rivéry: da schiava a madre del Sultano ottomano

CULTURA

Page 7: UpsideTown Turchia Anno 1 N°0 Novembre 2009

UPSIDETOWN

Figure bianche, evanescenti che indossano ampie tuniche candide le cui gonne si aprono come corolle del fi ori. Volteggiano a r m o n i c a m e n t e roteando sempre su uno stesso piede, cullate dalla nenia di un fl auto di canna e di piatti di rame. E nel loro ritmico danzare levano le braccia e, con esse, innalzano la loro preghiera a Dio e cercano la loro unione con l’Altissimo. Questo è il sema, la preghiera dei dervisci roteanti di Konya. Sorti dalle radici del sufi smo, ossia il misticismo islamico, i dervisci – letteralmente “mendicanti” – muovono le loro origini dall’insegnamento di Celaleddin Rumi, poeta e fi losofo del XIII secolo, poi defi nito Mevlana, ossia “la nostra guida”. Una fede intima, sincera che non necessita né libri né maestri ma solo una religiosità naturale che spinge l’uomo alla ricerca dell’armonia ed alla fusione con Dio.

Costruito da un discendente diretto di Rumi intorno al 1492, questo edifi cio, nel cuore di Istanbul, sembra sia il più antico monastero di epoca ottomana nella città. La costruzione attuale, risalente al 1796, è stata restaurata in diverse occasioni. Tra stanze e giardini, il tekke ospita tuttora una confraternita di der-visci ed è ancora possibile osservare l’ambiente dove hanno luogo le cerimonie di danza mistica. Il monastero è inoltre sede di un piccolo museo dedicato alle opere di alcuni dei più grandi mistici di epoca ottomana.

G.D.B.

Città dal passato ricco di storia, capitale dell’antico Impero dei Selgiuchidi, Konya è una delle città più religiose della Turchia dove gli insegnamenti degli antichi sufi sembrano ancora permeare le strade cittadine. Qui sorge infatti il Mevlana Tekkesi, il monastero di Mevlana, che oggi

necessitavano anni di esercizio e di un lungo addestramento. La preparazione a cui gli asceti si sottopongono prevedeva infatti una serie di tecniche di meditazione e di autocontrollo di cui la danza roteante è solo una delle rappresentazioni esteriori più complete e suggestive. Durante le cerimonie di sema, che si svolgono ancora oggi nei tekke, i luoghi di raduno delle confraternite, i dervisci indossano un copricapo conico ed un saio bianco a simboleggiare la loro nuda anima e il rifi uto dei beni mondani a favore della purezza dello spirito. Il capo dei dervisci, il semazen, autorizza uno ad uno i suoi discepoli a danzare. Con movimento turbinante, da destra a sinistra, i dervisci aprono il loro cuore all’Altissimo, raggiungendo l’estasi mistica dell’unione e dell’annullamento in Dio. Alzano la mano destra verso il Divino e

Questa era la dottrina insegnata e diffusa da Mevlana. Una dottrina che ancora oggi sopravvive in Turchia, all’interno delle confraternite dei dervisci. La tradizione narra che Rumi, passeggiando nel quartiere degli orafi di Konya, sia rimasto ispirato dal tintinnio dei martelli che lavoravano l’oro e, levando le braccia al cielo, abbia iniziato a danzare roteando su se stesso. Sullo sfondo di una visione dell’Islam aperto e tollerante, Mevlana cominciò ad accogliere presso di sé i discepoli, i dervisci, introducendo nelle cerimonie la danza e la musica e predicando una religiosità intima, grazie alla quale i credenti raggiungevano la verità non attraverso e per mezzo di elementi esterni, ma aprendo la propria anima sinceramente a Dio. Il percorso meditativo che intraprendono i dervisci e le danze sacre che questi compiono

Uscirà nelle sale italiane il prossimo 8 gennaio l’ultimo fi lm del regista turco-tedesco Fatih Akin, “Soul kitchen”, insignito del Premio Speciale della Giuria al Festival del Cinema di Venezia.

7

abbassano la sinistra verso la terra. Le loro braccia ed il loro movimento incessante formano così un ponte tra cielo e terra: tramite la danza il fl usso divino scende dal cielo fi no al mondo dei mortali. Portatrici di un Islam interiore e profondo, dalla città di Konya, le confraternite mevlevi e la loro danza sacra si diffusero, già da XIII secolo, in tutto l’Impero ottomano. Nonostante l’ordine dei dervisci fosse bandito nel 1925, oggi in Turchia le confraternite sono di nuovo aperte. A Konya, in particolare, nel monastero in cui sorge la tomba di Mevlana, ogni anno a dicembre “la guida” viene commemorata dalle spettacolari danze mistiche dei dervisci.

Giulia Di Bernardini

è divenuto museo. Accanto ad esso, il tetto conico a punta del maestoso mausoleo del mistico si staglia verso il cielo: l’edifi cio risplende del bagliore emanato dalle piastrelle verdi che lo rivestono interamente e che rendono il monumento visibile da ogni angolo della città.

G.D.B

I dervisci rotanti di Konya

Il monastero di Galata MevlevihanesiKonya: dove Islam e sufi smo si fondono

A Istanbul il convegno annuale di “Europa Nostra”

CULTURA

Page 8: UpsideTown Turchia Anno 1 N°0 Novembre 2009

UPSIDETOWN

Realizzata con i contri-buiti dell’Agenzia per Istanbul Capitale Eu-ropea della Cultura del 2010, si terrà dall’11 al 21 febbraio ad Istanbul e poi dal 25 al 28 feb-braio ad Ankara la IX edizione del Festival Internazionale del Film Indipendente, più co-munemente noto con il nome di “!f Istanbul”. Fondato nel 2001, l’!f Istanbul è il primo ed unico festival in Turchia dedicato al cinema indi-pendente. Ogni febbraio l’iniziativa ospita circa 70.000 appassionati di cinema e registi famosi provenienti da tutto il mondo. Proponendo il cinema nella sua dimen-sione più globale, nelle sue più diverse sfaccet-tature e nelle sue più svariate realizzazioni, il festival si basa su sezio-

Si è aperta lunedì 16 febbraio e terminerà il 18 aprile la mostra dal titolo “Picasso-Suite Vollard”. Accolta nel Museo Pera ed organizzata dalla Fondazione Suna e gnan Kıraç del Museo Pera in collaborazione con la Fondazione MAPFRE e l’Istituto Cervantes, l ’ i n a u g u r a z i o n e della mostra è stata presenziata dalla Principessa Elena, la fi glia primogenita del Re di Spagna Juan Carlos. L’esposizione comprende un totale di 100 incisioni del celebre artista spagnolo, considerate la serie più

importante dalla prima metà del XX secolo. Le opere esposte furono commissionate dal mercante d’arte ed amico di Picasso, Ambroise Vollard, passando quindi alla storia con il nome di “Suite Vollard”. Il famoso cubista spagnolo visita dunque la Capitale Europea della Cultura, dopo 5 anni dalla prima mostra a lui dedicata allestita nel Museo Sabancı nel 2005, dal titolo “Picasso ad Istanbul”, che aveva attirato visitatori non solo da tutta la Turchia ma anche dai paesi vicini.

G.D.B

8

ni tematiche che cam-biano ogni anno. Grazie al progetto !f²: Istan-bul’dan canlı, “in diret-ta da Istanbul”, creato in collaborazione con il sito americano di ci-nema “The Auteurs”, le pellicole più affascinan-ti e suggestive saranno proiettate in 15 diverse località anatoliche ed in 4 paesi vicini. Il proget-to permetterà infatti la visione dei fi lm anche in luoghi sprovvisti di cinema e teatri grazie alla collaborazione di centri culturali ed as-sociazioni. Espressione di uno sforzo che mira a costruire una rete cul-turale allo stesso tempo locale e transnaziona-le di cultura, che vuole raggiungere un pubblico sempre più vasto e che intende istaurare nuove forme di dialogo, l’am-

Sede: Museo Pera. Megrutiyet Caddesi, 65 - Beyoglu - gstanbul Periodo: 16 Febbraio – 18 Aprile 2010Apertura: dal martedì al sabato dalle ore 10.00 alle 19.00, domenica dalle ore 12.00 alle 18.00. Chiuso il lunedì. Info: http://en.peramuzesi.org.tr/

L’Italian Center for Turkish Studies è centro di ricerca esplicitamente rivolto all’approfondimento della realtà della Turchia contemporanea. Finaliz-zato a sostenere la ricerca e la cooperazione scien-tifi ca italo-turca, l’ICTS può fare affi damento su un’estesa rete di studiosi, analisti e diplomatici con una comprovata esperienza di attività riguardanti la Turchia. Le attività dell’ICTS sono indirizzate ad accademici, giornalisti, imprenditori e decisori che vogliano capire i complessi aspetti sociali, politici ed economici del paese.

bizioso progetto farà sì che il week-end del 20 e 21 febbraio il pubblico da ogni luogo della Tur-chia possa assistere alla visione dei 5 più attesi fi lm del festival contem-poraneamente a spetta-tori di Yerevan, Tblisi, Ramallah e Tangeri.

G.D.B

Maggiori informazioni su http://2010.ifi stanbul.com/en

Equilibri S.r.l. - Sede legale: Via Vigevano 39, 20144 Milano

Tel. +39 028360642 Fax. +39 0258109661 Email [email protected]

UPSIDETOWN Anno 2, numero 1.

Inserto online del quotidiano Equilibri.net

Registrazione presso il Tribunale di Firenze del 19 Gennaio 2004 numero 5320

SERVER LOCATION:

C/O Telnet S.r.l., Via Buozzi, 5 27100 Pavia

Equilibri S.r.l. è una società del gruppo Bridge That Gap.

Bridge That Gap Group: Via Vigevano 39, 20144 Milano

Tel. +39 028360642 Fax. +39 0258109661

COORDINATORE SCIENTIFICO Carlo Frappi

GRAPHIC DESIGN Claudia Albano

Hanno collaborato alla realizzazione di questo numero:

Luca bellusci, Andrea Bonzanni, Giulia di Bernardini,

Anna Longhini, Valerio Scafi , Stefano Torel

Al via la IX edizione del Festival Internazionale del Film

Indipendente in Turchia

Picasso di nuovo in visita ad Istanbul

“L’impresario delle Smirne” di Goldoni al Teatro ArgentinaAPPUNTAMENTI