UpsideTown Japan Anno 1 N°0 Settembre 2009

8
J APAN Inserto del periodico N° 0 15 Settembre 2009 SUMMARY POLITICS CosìlapensailProf.Yama- guchi, docente di Storia Politica all’Università dell’Hokkaido, commen- tado il responso delle urne. > PAG 03 Il Giappone volta pagina: il Partito Democratico al comando “LPD punito dagli elettori” •Una valanga di voti per il Partito Democratico > PAG 02 •Intervista a Jiro Yamaguchi > PAG 03 •Giappone: presto terza economia mondiale? > PAG 04 •JAL: vino in bottiglie di plastica per perdere peso > PAG 05 •Un buco nell’acqua (italiana) > PAG 06 •Permesso fumare > PAG 07 •Un caffè a Tokyo > PAG 08 Per richieste o segnalazioni: Via Vigevano, 39 20144 Milano - Italy Email: [email protected] Tel: +39 028360642 Fax: +39 0258109661 BUSINESS Nel mercato dell’acqua giapponese, le imprese italiane faticano a stare al passo col diretto concor- rente, la Francia. Compli- ci la scarsa professionalità italiana nonché lo scaden- te supporto governativo > PAG 06 > PAG 02 > PAG 05 > PAG 04 “Unbuconell’acqua (italiana)” BUSINESS UPSIDE TOWN UPSIDETOWN POLITICS POLITICS “Giappone: presto terza economia mondiale?” > PAG 04 NIPPOMICS BY KENJI Dall’aprile di quest’anno i fumatori di Tokyo hanno il loro santuario. Il “Cafe Tobacco” è un bar per soli fumatori; una vera rarità in un Paese dove è vietato fumare anche per strada. Niente senso di colpa o disagio nei confronti degli altri clienti e posti fuma- tori sempre disponibili: queste le ragioni del suc- cesso. > PAG 07 Permesso fumare Perché il Giappone di Pietro Ginefra* Una nuova risposta Il“brand Italia” in Giappone UPSIDE TOWN BUSINESS POLITICS Il Giappone volta decisa- mente pagina. Dopo più di mezzo secolo, il Parti- to Liberal Democratico (LPD) perde lo scettro del potere con un batosta elettorale durissima: I de- mocratici guadagnano 308 seggi su 480 alla ca- Nel presentare il numero zero di Upsidetown la pri- ma domanda che ci si pone è perché sia opportuno av- viare questa iniziativa edi- toriale parlando di Giappo- ne. La risposta spontanea dopo sei anni passati a Tokyo è che il Giappone è un laboratorio dove si sta progettando un sistema economico postindustriale secondo logiche capitalisti- che non tradizionali. Abbiamo incontrato Umberto Donati, diret- tore dell’Istituto Italiano di Cultura a Tokyo dal 2006, direttore della Fondazione Italia Giap- pone, braccio destro di Umberto Agnelli nell’Italy Japan Business Group. Ci ha raccontato gli ultimi venti anni di processi di collaborazione tra Italia e Giappone. UPSIDETOWN vuole essere una risposta nuova a chi chiede punti di vista e indipendenti chiavi di lettura in grado di spiega- re paesi e culture di tutto il mondo. Presenteremo, attraverso questo periodico, temi e personaggi rappresen- tativi della politica, del business, e del life-style di specifiche aree interna- zionali, per offrire espe- rienze dirette in grado di far rivivere e comprende- re la quotidianità, figlia della storia e madre del futuro, dei paesi di cui vi parleremo. Lo faremo ogni mese on line, ma sempre con at- tenzione e passione per un lettore curioso, esplorato- re ed esigente. Un lettore sempre a caccia di novità e disposto a concedersi piccole follie: un lettore che non pone barriere di nessun tipo. Chi sceglie UPSIDETOWN, se è fuori per business non è in viaggio di lavoro, è prima di tutto “in viaggio”; ama il bello…lo cerca e lo pre- tende sempre. Sa cogliere l’atmosfera. Sa scegliere. Ama imparare. Sfata i luoghi comuni. Trasfor- ma i problemi in oppor- tunità. Ha un approccio positivo alla vita. Ama le sfide. Trova il tempo per le cose importanti e colti- va le sue passioni. UPSIDETOWN Na- sce dalla sintesi dell’ esperienza ventennale diretta sui mercati in- ternazionali di Brid- geThatGap e l’autorevo- lezza di EQUILIBRI.NET, think tank di geopoliti- ca, che collabora ormai da anni con istituzioni, imprese e con il mondo accademico. mera bassa. Tra le pro- messe elettorali fatte dal primo ministro in pectore Yukio Hatoyama vi sono la riscrittura della legge nanziaria; l’ampliamen- to delle misure di stimolo scale anti-crisi; un ridi- mensionamento del ruolo dei burocrati ed un appa- rato pubblico più traspa- rente. In politica estera Hatoyama punta ad una maggiore integrazione con i Paesi vicini. > PAG 02

description

A new monthly magazine about nippon politcs, economy, culture.

Transcript of UpsideTown Japan Anno 1 N°0 Settembre 2009

Page 1: UpsideTown Japan Anno 1 N°0 Settembre 2009

J A P A NInserto del periodicoN° 0 15 Settembre 2009

SUMMARY

POLITICS

Così la pensa il Prof. Yama-guchi, docente di Storia Politica all’Università dell’Hokkaido, commen-tado il responso delle urne.

> PAG 03

Il Giappone volta pagina:il Partito Democratico al comando

“LPD punitodagli elettori”

•Una valangadi voti per il Partito Democratico > PAG 02

•Intervista a JiroYamaguchi > PAG 03

•Giappone: presto terza economia mondiale?> PAG 04

•JAL: vino in bottiglie di plastica per perdere peso > PAG 05

•Un buco nell’acqua (italiana) > PAG 06

•Permesso fumare> PAG 07

•Un caffè a Tokyo> PAG 08

Per richiesteo segnalazioni:

Via Vigevano, 3920144 Milano - Italy

Email: [email protected]: +39 028360642Fax: +39 0258109661

BUSINESS

Nel mercato dell’acqua giapponese, le imprese italiane faticano a stare al passo col diretto concor-rente, la Francia. Compli-ci la scarsa professionalità italiana nonché lo scaden-te supporto governativo

> PAG 06

> PAG 02 > PAG 05

> PAG 04

“Un buco nell’acqua(italiana)”

BUSINESS

UPSIDE TOWN

UPSIDETOWN

POLITICS

POLITICS

“Giappone: presto terza economia mondiale?”> PAG 04

NIPPOMICS BY KENJI

Dall’aprile di quest’anno i fumatori di Tokyo hanno il loro santuario. Il “Cafe Tobacco” è un bar per soli fumatori; una vera rarità in un Paese dove è vietato fumare anche per strada.

Niente senso di colpa o disagio nei confronti degli altri clienti e posti fuma-tori sempre disponibili: queste le ragioni del suc-cesso.

> PAG 07

Permesso fumarePerché il Giapponedi Pietro Ginefra*

Una nuova risposta

Il “brand Italia”in Giappone

UPSIDE TOWNBUSINESS

POLITICS

Il Giappone volta decisa-mente pagina. Dopo più di mezzo secolo, il Parti-to Liberal Democratico (LPD) perde lo scettro del potere con un batosta elettorale durissima: I de-mocratici guadagnano308 seggi su 480 alla ca-

Nel presentare il numero zero di Upsidetown la pri-ma domanda che ci si pone è perché sia opportuno av-viare questa iniziativa edi-toriale parlando di Giappo-ne. La risposta spontanea dopo sei anni passati a Tokyo è che il Giappone è un laboratorio dove si sta progettando un sistema economico postindustriale secondo logiche capitalisti-che non tradizionali.

Abbiamo incontrato Umberto Donati, diret-tore dell’Istituto Italiano di Cultura a Tokyo dal 2006, direttore della Fondazione Italia Giap-pone, braccio destro di Umberto Agnelli nell’Italy Japan Business Group. Ci ha raccontato gli ultimi venti anni di processi di collaborazione tra Italia e Giappone.

UPSIDETOWN vuole essere una risposta nuova a chi chiede punti di vista e indipendenti chiavi di lettura in grado di spiega-re paesi e culture di tutto il mondo.

Presenteremo, attraverso questo periodico, temi e personaggi rappresen-tativi della politica, del business, e del life-style di specifi che aree interna-zionali, per offrire espe-rienze dirette in grado di far rivivere e comprende-re la quotidianità, fi glia della storia e madre del futuro, dei paesi di cui vi parleremo.

Lo faremo ogni mese on line, ma sempre con at-tenzione e passione per un lettore curioso, esplorato-re ed esigente. Un lettore sempre a caccia di novità e disposto a concedersi piccole follie: un lettore che non pone barriere di nessun tipo. Chi sceglie UPSIDETOWN, se è fuori per business non è in viaggio di lavoro, è prima di tutto “in viaggio”; ama il bello…lo cerca e lo pre-tende sempre. Sa cogliere l’atmosfera. Sa scegliere. Ama imparare. Sfata i luoghi comuni. Trasfor-ma i problemi in oppor-tunità. Ha un approccio positivo alla vita. Ama le sfi de. Trova il tempo per le cose importanti e colti-va le sue passioni.

UPSIDETOWN Na-sce dalla sintesi dell’ esperienza ventennale diretta sui mercati in-ternazionali di Brid-geThatGap e l’autorevo-lezza di EQUILIBRI.NET, think tank di geopoliti-ca, che collabora ormai da anni con istituzioni, imprese e con il mondo accademico.

mera bassa. Tra le pro-messe elettorali fatte dal primo ministro in pectore Yukio Hatoyama vi sono la riscrittura della legge fi nanziaria; l’ampliamen-to delle misure di stimolo fi scale anti-crisi; un ridi-mensionamento del ruolo

dei burocrati ed un appa-rato pubblico più traspa-rente. In politica estera Hatoyama punta ad una maggiore integrazione con i Paesi vicini.

> PAG 02

Page 2: UpsideTown Japan Anno 1 N°0 Settembre 2009

2 UPSIDETOWN 15 settembre 2009 POLITICS

Secondo un sondaggio condotto dal quotidiano Yomiuri Shimbun e dall’Università Waseda, la percen-tuale di persone che ripongono grandi speranze verso il Partito Democratico ha raggiunto il 72% a iniziosettembre.

Grandi attese per il nuovo governoPOLITICS

Il tasso di disoccupazio-ne giapponese destagio-nalizzato ha raggiunto a luglio il livello record mai registrato del 5,7%, in aumento rispetto al 5,4% del mese precedente.

Giappone, tasso di disoccupa-zione al 5,7% a luglio: è record

Una valanga di votiper il Partito Democratico30 agosto 2009: svolta storica per il Giappone, unico paese democratico a non aver ancora avuto una vera alternanza di governo. Dopo 54 anni di potere (quasi) ininterrot-to, il Partito Liberal De-mocratico lascia il posto a quello Democratico. L’ele-zione, segnata dal vetusto divieto a usare internet, è stata quasi un plebiscito, tanto che il numero di seggi conquistati dal DPJ (308) supera quello dei candidati: due verranno quindi assegnati all’oppo-sizione. Circa 14 milioni di persone avevano già vota-to nei giorni precedenti alle votazioni, adducen-do impegni di vario tipo (in Giappone si può - il nuovo premier Yukio Hatoyama ha espresso la propria preferenza il mercoledì precedente alla data del voto). Il Partito Liberal Democratico, che esce pesantemente sconfi tto dalla tornata elettorale, è semplice-mente “fuori uso”: que-sta la defi nizione del professor Jiro Yamagu-chi (vedi box intervista).

Il Partito Liberal Demo-cratico lascia in eredità un paese in crisi, la peg-giore dalla fi ne del secon-do confl itto mondiale: record negativo per il tasso di disoccupazione (5,7%), incertezza nel fu-turo, voglia di lasciarsi alle spalle una recessione che ha colpito soprattut-to l’export giapponese.Fin dal giorno successivo l’eclatante vittoria politi-ca, il Partito Democrati-co ha cominciato a fare i primi passi allo scopo di costruire una coalizione di governo e progettare una completa revisione delle linee principali della

fi nanziaria 2010. Mentre alla Camera Bassa il DPJ controlla, come detto, 308 seggi, non ha una maggioranza alla Camera Alta, cosa che induce alla necessità di un’alleanza con altri partiti quali il Social Democratico e il Nuovo Partito del Popolo.

Il nuovo governo a mag-gioranza democratica ha intenzione in primo luogo di riscrivere la legge fi nanziaria già messa in cantiere dal governo uscente di Taro Aso (che ha dato le dimissioni la sera stessa dei risultati del voto): “è nelle pieghe del bilancio che dobbiamo trovare i soldi per mantenere le nostre promesse, senza aumentare la spesa ed il defi cit pubblico” - ha affer-mato Hatoyama. Si pre-annuncia già uno scontro tra la classe dei burocrati, che ha sempre avuto no-tevole importanza negli affari di stato giappone-si, e la classe politica dei nuovi eletti, decisi a oc-cupare le posizioni chia-ve dell’amministrazione pubblica e a fare sentire il peso delle loro decisioni.Politica interna dunque

in primo piano, come sembra confermare una delle novità annunciate dal nuovo premier: la più interessante e (almeno in teoria) foriera di cambia-menti è quella che prevede l’istituzione del cosiddetto “Consiglio Strategico Na-zionale”, composto da un numero ristretto di mini-stri, che dovrebbe curare i rapporti con la pubblica amministrazione e verifi -carne l’adempimento del-le direttive del governo. Tra i suoi primi compiti, l’impegno nella modi-fi ca della consistente manovra di incenti-vi economici prevista per l’anno fi scale 2009 dall’amministrazione Aso. Puntando il dito (an-che in campagna elettora-le) sullo spreco di denaro pubblico perpetrato dal governo LDP a danno dei contribuenti, i democra-tici hanno assicurato che troveranno i fondi neces-sari, compresi quelli per una seconda manovra supplementare per l’anno fi scale (che in Giappone termina a marzo) in corso.

Per quanto riguarda le promesse fatte durante la campagna elettorale, il

DPJ è intenzionato a dare priorità a due punti, quali i 26.000 yen (quasi 200 euro) mensili di “assegno familiare” per l’infanzia e l’eliminazione dei pedag-gi autostradali, punti che rientreranno nel budget del prossimo anno fi scale - che comincerà ad aprile 2010 e che verrà stilato entro la fi ne di quest’anno.Per la politica estera, Ha-toyama sarà negli Stati Uniti alla fi ne di settem-bre per partecipare all’As-semblea Generale delle Nazioni Unite ed al sum-mit fi nanziario del Grup-po dei 20, e discuterà del-le attività legate agli eventi con le sue controparti, come il presidente ame-ricano Barack Obama. Cambierà qualcosa nelle relazioni internazionali? “Sono convinto che non ci saranno grandi cam-biamenti nei rapporti con gli Stati Uniti” - è l’analisi del professor Yamaguchi - “ma spero che le rela-zioni con le nazioni asia-tiche miglioreranno, visto che il Partito Democrati-co non ha al suo interno frange nazionalistiche”.

Paolo Soldano

UPSIDETOWN oggi prende vita, dagli uffi ci di Milano e Tokyo, e raccon-ta ogni mese le storie, le personalità e le forze che hanno modellato e che modelleranno il mondo del business, approfondi-sce la politica interna e dà un focus sulle tendenze sociali. Uno strumento per vivere il Giappone e scoprirne caratteristiche e opportunità. Racconta-to da analisti economici, politici, ma anche da per-sonaggi “chiave”, profon-di conoscitori del paese di riferimento.

Nasceranno, nei pros-simi mesi, oltre ad UPSIDETOWN JAPAN, altri UPSIDETOWN de-dicati alle zone “calde” del nostro complicato mondo.

Colgo l’occasione per ringraziare tutto il team di BTG e di Equilibri. In modo particolare ringra-zio il Dott. Pietro Ginefra ed il Dott. Umberto Do-nati, per aver voluto ar-ricchire con i loro preziosi contributi questo nostro primo numero.

Andrea RascaAmministratore

Delegato - BTG Group

Page 3: UpsideTown Japan Anno 1 N°0 Settembre 2009

3 UPSIDETOWN 15 settembre 2009 POLITICS

Il principale negoziatore giapponese sul dossier Corea del Nord ritiene le recenti aperture del governo di Pyongyang riguardo il suo sviluppo di armi nucleari “non degne di fi ducia”.

Tokyo non crede a PyongyangPOLITICS

Si aspettava una vitto-ria così ampia?Non sono sorpreso dei risultati delle urne. Il con-senso del Partito Liberal Democratico è calato co-stantemente dagli anni ’90 in poi: Koizumi ha rappresentato solo una eccezione. Dopo le sue dimissioni, l’LPD è stato incapace di gestire il go-verno.

Cosa cambierà in Giappone ora?Il nuovo governo non può cambiare l’intero sistema di fare politica. A mio av-viso, è meglio che si con-centri su alcune impor-tanti questioni che hanno bisogno di essere affron-tare subito e con una cer-ta strategia: educazione, occupazione e assistenza sociale, in primo luogo.

Molti esponenti dell’ex partito di mag-gioranza durante la campagna elettorale hanno aspramen-te criticato il Partito Democratico. Sui siti dei politici dell’LDP

si potevano leggere domande retoriche rivolte direttamen-te agli elettori, come “sei cosciente che le opinioni dei membri del DPJ differiscono notevolmente?” o “va davvero tutto bene nel Partito Democra-tico?”. Il DPJ è pronto a gestire il paese?Secondo la mia opinione, il DPJ è pronto a prende-re le redini del governo e amministrare la nazione. Bisogna anche tener con-to che molti esponenti di spicco del Partito Demo-cratico hanno una lunga esperienza politica, anche all’interno del Partito Li-beral Democratico. E co-munque, non può andar peggio di com’era prima.

Riuscirà il Giappone a uscire dalla crisi?Il nuovo governo avrà il diffi cile compito di tra-ghettare il paese fuori dalla crisi economica, ma sarà diffi cile cambiare l’orientamento dei mer-cati esteri. L’economia del Giappone è legata soprat-

tutto all’export, probabil-mente ci vorranno anni prima di un vero cambia-mento.

Qual è stato il peggior errore commesso dall’LPD?Il Partito Liberal Demo-cratico è semplicemente “fuori uso”: avrebbe dovu-to lasciare il potere molto tempo fa. Ha dimostrato di non saper governare e di avere troppe fazioni al suo interno.

Gli elettori hanno ve-ramente scelto di cam-biare votando il Par-tito Democratico, o semplicemente erano stanchi di supportare i liberal-democratici?Considerato che, stando ai sondaggi, le nuove pro-poste fatte dal Partito De-mocratico non sono state molto apprezzate dalla maggioranza dei giap-ponesi, la mia opinione è che gli elettori abbiano voluto in primo luogo pu-nire l’LDP.

P.S.

Intervista a Jiro Yamaguchi,professore di Storia Politica dell’Università dell’Hokkaido, specializzato in storia politica moderna.

Il Ministro dell’Economia, del Commercio e dell’Industria ha deciso di creare un fondo gov-ernativo per le infrastrut-ture del valore comples-sivo di 100 miliardi di yen riservato allo sviluppo delle infrastrutture e dei servizi principali nelle al-tre nazioni asiatiche.

Al via il fondogovernativo da 100 miliardi di yen per l’Asia

Operare all’estero com-porta rischi economici, fi nanziari e per la si-curezza. In un mondo integrato come quello odierno, disporre delle necessarie informazioni determina la capacità di decidere la strategia vincente.

Equilibri offre servizi di consulenza persona-lizzati, multi-settoriali e integrati che costitu-iscono uno strumento indispensabile al Ma-nagement per sfruttare al meglio le opportu-nità, ridurre al minimo i rischi, prevedere gli scenari ed affrontare le sfi de della realtà inter-nazionale.

Equilibri può contare, in Italia ed all’estero, su un’équipe di ricercatori ed analisti provenienti da diversi ambiti (ac-cademico, imprendito-riale, giornalistico) con anni di esperienza in-ternazionale nel campo della consulenza a pri-vati ed istituzioni.

Equilibri fornisce alle Aziende una visione completa ed esaustiva del panorama nel qua-le esercitano il proprio “core business”, attra-verso l’acquisizione di informazioni particola-reggiate e controllate sulle realtà locali, sulle opportunità di investi-mento e sui rischi per la sicurezza.

Equilibri organizza una serie di corsi, stage e tirocini volti a fornire gli strumenti sia con-cettuali che pratici per svolgere attività di ana-lisi, studio e ricerca in ambito internazionale.

Photo by Chizuko YoshidaPhoto by Chizuko Yoshida

Il Giapponedovrebbe lavora-re per una mone-ta asiatica: così Hatoyama per il New York Times

Il Giappone dovrebbe la-vorare insieme agli altri paesi asiatici per creare un’unica valuta regionale: così il leader del Partito Democratico Yukio Ha-toyama, prima di diven-tare Primo Ministro, in un articolo scritto per il New York Times. L’Asia dovrebbe “aspirare all’in-tegrazione valutaria re-gionale”.

Page 4: UpsideTown Japan Anno 1 N°0 Settembre 2009

4 UPSIDETOWN 15 settembre 2009 BUSINESS

L’Istituto di ricerca economica e sociale del Cabinet Offi ce giapponese ha comunicato che il Prodotto In-terno Lordo ha registrato un calo del 4% rispetto al trimestre precedente, a fronte di attese del - 4,1%.

Crolla il Pil giapponesenel 1° trimestre del 2009

BUSINESS

Giappone: presto terza economia mondiale?È da tempo aperto il di-battito, sia a livello inter-nazionale che interno, sul fatto che sarebbe imminente il sorpasso della Cina sul Giappone nel novero delle mag-giori economie mondiali.Il Nikkei, il maggiore quo-tidiano economico fi nan-ziario giapponese, in un articolo di fondo dal titolo “non serve lamentarsi se il Giappone è scivolato al terzo posto”, analizza la situazione e si chiede se la perdita di posiz-ione a favore della Cina, nuovo motore economico dell’Asia, dovrebbe rap-presentare un momento critico per i giapponesi. La risposta è no, e per una serie di ragioni. Sec-ondo il Nikkei, “non c’è bisogno di fare tante storie sui valori del PIL”, fortemente infl uenzati da numerosi fattori eco-nomici sia in patria che all’estero. Quando è stato raggiunto un certo livello di prodotto interno lordo pro capite, la posizione di una nazione nella classi-fi ca in base al suo PIL non conta più molto. Il Giap-pone, anzi, dovrebbe dare il benvenuto all’ascesa della Cina, dal momento che lo sviluppo del cugino

d’oltremare dovrebbe appianare il sentimento di ostilità radicato dal passato e rendere più semplice la creazione di relazioni più mature ed eque. Insomma, il Giap-pone dovrebbe semplice-mente essere lieto del fat-to che uno dei suoi vicini stia diventando più ricco e stia raggiungendo una posizione di parità. Anche per quanto riguarda la posizione che il Giappone dovrebbe assumente a liv-ello geopolitico nello scac-chiere asiatico e non solo, l’opinione del Nikkei è precisa e per molti aspetti innovativa. Premesso che il Giappone, proprio a causa della sua debolezza geopolitica, una volta è stato defi nito un “fragile fi ore” da parte di un ex

... L’interesse di un anali-sta economico e politico per questo paese è dato soprattutto dal fatto che le logiche comportamen-tali dei giapponesi sono poco comprensibili per un occidentale.

Il Giappone è il paese dell’effi cienza, ma solo nell’industria interessata all’esportazione; è il pa-ese dei servizi, che forse alcuni consumatori non utilizzerebbero, ma che sono resi obbligatori da normative più o meno esplicite, ma con un tasso di disoccupazione supe-riore al 4 per cento;è il pa-ese con la posizione credi-toria netta sull’estero più grande al mondo, ma con un debito pubblico pari al 200 per cento del PIL;è il paese che per primo ha registrato un decremento assoluto della popolazio-ne, ma che continua ad attuare politiche volte a limitare l’immigrazione di lavoratori dai paesi li-mitrofi .

Le contraddizioni del Giappone sono le conse-guenze delle soluzioni di politica economica scelte dalle autorità giapponesi ai problemi che i sistemi socio-economici occiden-tali non hanno ancora deciso di risolvere: quali politiche a favore della piena occupazione, quali politiche dell’immigrazio-ne e quali politiche di sta-bilizzazione delle fi nanze pubbliche.In merito alla politiche di piena occupazione, il si-stema giapponese ha rite-nuto prioritario disporre di un settore manifattu-riero particolarmente effi -ciente, in grado di garan-tire un fl usso in entrata di valuta estera suffi ciente per l’approvvigionamen-

to di materie prime, di cui il Paese scarseggia. Ne è risultata l’espulsione di manodopera dal settore manifatturiero, in modo da garantire a quest’ulti-mo i guadagni di produt-tività e di competitività internazionali necessari per mantenere o aumen-tare le quote dei mercati internazionali in cui le multinazionali giappo-nesi operano e ottenere, in tal modo, un congruo avanzo delle partite cor-renti.

Purtroppo la manodo-pera espulsa nel settore terziario ha fatto abbas-sare i livelli di produttivi-tà dei servizi, considerati poco effi cienti secondo gli standard americani. La bassa produttività del ter-ziario è, tuttavia, la rispo-sta di politica economica al problema della piena occupazione. Il sistema giapponese preferisce disporre di un eccesso di manodopera nel settore dei servizi, pur di non do-ver fi nanziarie attraverso le imposte i sussidi di di-soccupazione.

Nel medio periodo, tut-tavia, il sistema giap-ponese si scontra con il problema della penuria di manodopera a seguito del processo di invecchia-mento della popolazio-ne. La scarsità di giovani avrà effetti negativi sulla capacità produttiva del sistema e sulla sostenibi-lità della spesa pubblica per anziani in termini sia di spesa previdenziale che sanitaria.

Ai problemi relativi alla spesa sanitaria e, in par-ticolare, al problema dell’accudimento degli anziani, la risposta giap-ponese è data dalla ro-botica e dalla domotica, approcci tecnologici volti a sostituire macchine

sempre più intelligenti, la presenza umana cheh po-trebbe essere offerta solo da badanti provenienti dal sud-est asiatico.Resta, infi ne, il problema della stabilizzazione del-le fi nanze pubbliche. In merito, le Autorità giap-ponesi hanno una serie di vantaggi accumulati nel tempo: tassi di interesse bassi, possibilità di pre-stare capitali all’estero a tassi più elevati di quelli praticati sul mercato do-mestico, uno stock di cre-

diti nei confronti del resto del mondo, che nel tempo potranno essere utilizzati per far fronte alle neces-sità.

Questi sono solo alcuni degli aspetti della realtà socioeconomica giappo-nese che possono affasci-nare gli osservatori occi-dentali che non riescono ancora ad immaginare una realtà di squilibri. Purtroppo neppure i giapponesi hanno ancora trovato risposte economi-

camente compatibili con i vincoli posti dai problemi che devono affrontare. D’altronde, i problemi sono così complessi che i giapponesi hanno deciso di non avere fi gli e di non lasciare loro questa pe-sante eredità.

*Pietro Ginefra

Delegato della Ban-ca d’Italia per Giap-pone, Corea, Hong Kong e Singapore.

Consigliere della Sicurez-za Nazionale statunitense, quello che dovrebbe fare ora per garantirsi un pos-to rispettabile nell’ordine mondiale sarebbe quello di rinunciare alla sua smodata ambizione di essere esso stesso una su-perpotenza economica. “Il Giappone dovrebbe con-centrarsi nello sviluppo e nella messa in pratica di una strategia nazionale sostenibile” che sia la tra-duzione moderna della visione non-militarista di un “piccolo Giappone” proposta prima della Seconda Guerra Mon-diale. “È chiaramente ora” – conclude il Nik-kei – “di instaurare un dibattito a mente fredda sul futuro della nazione”.

Perché il Giappone

Page 5: UpsideTown Japan Anno 1 N°0 Settembre 2009

5 UPSIDETOWN 15 settembre 2009 BUSINESS

La Mitsubishi Corporation ha annunciato di aver rag-giunto un accordo con il ministero del petrolio irache-no e con il gigante petrolifero mondiale Royal Dutch Shell, per la creazione di una joint venture.

Mitsubishi entra nel mercato del gas naturale in Iraq

BUSINESS

JAL: vino in bottiglie di plasticaper perdere pesoPrima i due miliardi di dollari in prestiti agevola-ti messi a disposizione dal governo, poi il taglio di 1.200 lavoratori (5.000 entro marzo 2012), infi ne la reintroduzione della tassa sul carburante: la Japan Airlines (la mag-giore compagnia aerea giapponese in termini di fatturato e la più impor-tante in Asia) ha deciso di proseguire la sua po-litica al risparmio con una nuova “dieta”. Per cercare di ridurre i consumi, an-che se solo di poco, la JAL ha infatti da poco intro-dotto, su alcuni sui voli internazionali, bottiglie di plastica da vino dal peso di 22 grammi, che vanno a sostituire quelle in vetro (che pesano in-vece 145 grammi). È stato calcolato che un volo

che di solito trasporta circa 300 bottiglie di vino possa essere in questo modo 37 chilogrammi più “leggero”. Tradotto in termini di consumi, ci sarebbe una riduzione di circa 20 litri di car-burante per ogni volo e 52 chili di diossido di car-bonio prodotti in meno.Circa 3.000 membri dell’equipaggio della JAL (tra l’altro, la prima com-pagnia aerea al mondo a sperimentare un volo a carburante ecologico composto principalmente

da una fonte di energia vegetale non alimentare chiamata “camelina”) hanno volontariamente cominciato a portare meno oggetti personali a bordo dei voli inter-nazionali in partenza da Narita, l’aeroporto prin-cipale di Tokyo. Meno vestiti extra e meno acqua potabile: una ri-duzione di peso di circa 2 chili e mezzo a testa.La All Nippon Airways (ANA - la seconda mag-giore compagnia aerea giapponese) dal canto suo

non sta certo a guardare il diretto concorrente: entro l’autunno, equipaggerà 13 aerei, usati sulle tratte internazionali a lunga percorrenza, di pneu-matici “più leggeri”. La riduzione di peso sarà di 80 chilogrammi per aero-mobile. Tale misura segue quelle già messe in atto lo scorso anno, tra cui la di-minuzione delle pagine sulla rivista di bordo, per una riduzione comples-siva di 9 grammi di peso.

Le aziende svizzere stan-no pensando a quali benefi ci trarre dal Free Trade Agreement (FTA), salutato come il più im-portante accordo econo-mico siglato dalla Svizze-ra dopo quello del ‘72 con la Comunità Europea. È il primo accordo di questo tipo che il Giappone fi r-ma con una nazione non asiatica.

... Le attività di interscam-bio culturale tra Italia e Giappone hanno visto un incremento notevole a partire dal 2001, racconta Donati, anno in cui il Mi-nistero degli Affari Esteri e la Fondazione Italia Giappone (costituita ad hoc per l’evento e allora presieduta da Umberto Agnelli) ha organizzato la più grande iniziativa di promozione dell’Italia mai realizzata all’estero: “Italia in Giappone 2001-2002”. Un evento che ha toccato in poco più di un anno oltre 100 città giap-ponesi consolidando la presenza dell’Italia in tut-to il Giappone.Non si è trattato di uno sforzo isolato, infatti a tale iniziativa ne sono seguite altre negli anni a venire riscontrando un successo di pubblico decisamente importan-

te: “all’Expo Universale 2005 di Aichi, presso Na-goya, il Padiglione Italia è stato il più visitato con oltre 3.500.000 visitatori, a testimonianza dell’inte-resse che il nostro Paese suscita costantemente nel pubblico giapponese”.“Soprattutto sotto il pro-fi lo dell’arte, della moda e del design, l’Italia parte con un vantaggio asso-luto” continua Donati “il pubblico giapponese segue con interesse le at-tività culturali, in molti casi fi nanziate dalle stesse aziende giapponesi”.Le prime iniziative con-crete per attivare gli investimenti reciproci risalgono a venti anni fa quando è nato l’Italy Ja-pan Business Group, un organismo che ha saputo sviluppare un tessuto co-mune su cui creare negli anni una maggiore coo-perazione industriale tra i due Paesi.

Il Direttore Donati ne ha seguito da vicino le attivi-tà in qualità di assistente di Umberto Agnelli, che ha presieduto l’IJBG per quattordici anni. Donati racconta che le strade in-traprese per la creazione di questo tessuto comune sono passate sia attraver-so lo sviluppo di attività congiunte sia attraverso la conoscenza bilaterale. A tale scopo sono state sviluppate attività in Paesi terzi e missioni congiunte in paesi come la Tunisia o i Balcani. Per lo stesso motivo (creare un tessu-to comune) le Assemblee Plenarie in Italia hanno toccato non solo le grandi città ma anche la “provin-cia italiana” ancora poco conosciuta in Giappone (Bergamo 2002, Torino 2004, Catania 2006, Ve-nezia/Treviso 2008).Il susseguirsi ogni anno di tali appuntamenti (che hanno affrontato temi

come ambiente, inve-stimenti, biotecnologie, turismo, proprietà intel-lettuale) ha suscitato un interesse notevole.Alla vigilia della XXI Assemblea Plenaria dell’Italy Japan Business Group (presieduto oggi da Giorgio Zappa, Fin-meccanica e da Yoshiha-ru Fukuhara, Shiseido - Tokyo, 16-17 settem-bre), che inaugurerà le molte iniziative denomi-nate “Italia in Giappone 2009”, Donati afferma che i risultati di tale inter-scambio di opinioni e di esperienze vissute da im-prenditori italiani e giap-ponesi, sono diffi cilmente quantifi cabili. Il punto è che indubbiamente si può affermare una cresci-ta di interesse reciproco che, nel breve periodo, si traduce in un aumento del turismo e, nel lungo periodo, conduce all’af-fermazione dell’Italian

Soft Power che spinge a scegliere Italiano e che aggiunge credibilità alle indiscusse eccellenze che già riconoscono il “van-taggio assoluto” al nostro Paese.

Letizia De Antoniis

In vigorel’Accordo di Libero Scambio Svizzera/ Giappone

Rex Holding azienda ma-dre di am/pm Japan Co., la settima più grande cat-ena di convenient store del paese, ha scelto Itochu Corp come il candidato più all’acquisto.

Itochu cominciale trattativeper comprare am/pm

Attività di promozione dell’Italia in Giappone

Italia in Giappone 2001-2002

Tokyo Dome 2005

Expo 2005 di Aichi

Primavera Italiana 2007

Italia in Giappone 2009

Il “brand Italia”in Giappone

Page 6: UpsideTown Japan Anno 1 N°0 Settembre 2009

6 UPSIDETOWN 15 settembre 2009 BUSINESS

McDonald’s Holdings Co (Japan) ha rivelato mercole-dì che le vendite nei suoi ristoranti in Giappone sono aumentate del 4,1% nel periodo compreso tra gennaio e giugno rispetto all’anno precedente, raggiungendo la quota record di 260,62 miliardi di yen.

Profi tti record per McDonald’s Japan

BUSINESS

In un paese come il Giap-pone, dove per tradizione l’acqua è quella del rubi-netto, è spesso imbevibile a causa delle enormi dosi di disinfettante ed è ver-sata gratis con ghiaccio in qualsiasi ristorante, l’Italia è entrata da poco (circa 10 anni) nel merca-to dell’acqua minerale, in estremo ritardo rispetto alla Francia, suo diretto concorrente. Basta dare un’occhiata ai numeri per rendersi conto della diffe-renza tra i due paesi: nel 2008, circa 25 miliardi di yen (184 milioni di euro) per la Francia, meno del-la metà per l’Italia (cir-ca 947 milioni di yen, cioè 7 milioni di euro).E’ suffi ciente entrare in uno degli onnipresenti “combini” per capirne le conseguenze: al bancone delle acque, oltre a quel-le giapponesi, si trova-no quasi sempre Evian, Volvic tra le “naturali” e Perrier per quelle frizzan-ti. Di acqua italiana, na-turale o frizzante che sia, neanche l’ombra: bisogna andare nei supermercati “specializzati”, come Ki-nokunya o Eataly, per tro-varla. Unica nota positiva, confrontando con atten-zione i dati 2007/2008 riguardanti i primi cinque esportatori, è che l’Italia è il paese che ha perso di meno rispetto agli altri (tranne,curiosamente, la Germania, che ha visto una crescita del 23%). Eppure qualche anno fa l’acqua minerale italiana aveva cominciato ad af-fermarsi, ed era presente (Uliveto, San Benedetto, San Pellegrino) anche nei piccoli supermarket e per-fi no in qualche “combini”.Poi è sparita. Cosa è suc-cesso? “La realtà è che spesso” - racconta Andrea

Rasca, presidente della società BTG Group e fon-datore dell’Aqua Concept di Nishiazabu, a Tokyo - “le aziende italiane non fanno pianifi cazione a breve, ma vogliono solo massimizzare le vendite dal primo container. Ci sono imprenditori che si aspettano il ritorno dall’investimento dal pri-mo giorno. Inoltre la su-perfi cialità della prepara-zione dei manager e degli imprenditori stessi porta ad azioni confuse, mal or-ganizzate e, agli occhi dei giapponesi, totalmente inadeguate”. Degli esem-pi? “Partite di bottiglie con etichette mal attaccate o totale mancanza di infor-mazione sulle caratteri-stiche delle acque stesse”.

Per Susumu Maeda, pre-sidente della Mae Inter-national Travel, azienda importatrice di prodotti italiani (tra cui l’Acqua Paradiso) attiva da più di 30 anni, i termini del-la questione affondano le radici in vari fattori.Perché l’acqua italia-na è diffi cile da tro-vare, a cominciare dai convenient store?Quando una catena come il Seven Eleven, con 20.000 punti ven-dita aperti 24 ore su 24 sparsi su tutto il territo-rio giapponese, ordina un prodotto, i volumi dell’ordinazione sono enormi. Acqua Paradiso non avrebbe nemmeno un magazzino suffi cien-temente grande per sod-disfare una domanda del genere. Lo stesso vale per le altre aziende italiane.Un mercato ri-schioso dunque...Certo, anche perché se il cliente non compra la merce, questa torna

indietro: ciò signifi ca non solo ritrovarsi con grandi quantità di in-venduto, ma anche so-stenerne il costo di ritiro.Nella patria dei distribu-tori automatici, possibi-le che nessuna azienda italiana riesca a inserirsi in questo giro d’affari?Stesso discorso dei “com-bini”, più un paio di pro-blemi tecnici: il tappo e l’etichetta. Se diamo un’occhiata ai tappi delle bottiglie di plastica dei distributori automatici, ci accorgeremo che sono molto più “alti” rispetto a quelli delle acque italiane: questo per evitare che il tappo non scappi duran-te il trasporto. L’umidità è l’altro fattore determi-nante: è da anni che dico all’azienda madre, in Italia, di cambiare l’eti-chetta, farla plasticata. L’unica cosa che ho otte-nuto è l’etichetta argentataCosa dovrebbero fare le aziende italia-ne per migliorare le vendite in Giappone?Bisognerebbe fare grup-po, fare sistema, unirsi per affrontare la concor-renza degli altri paesi. C’è troppa frammenta-zione in Italia, troppo individualismo: è una cosa che non ci si può più

permettere, vista la con-correnza di paesi “nuovi” come la Turchia o l’Egitto.Fare “nome” basterebbe a far diminuire i prezzi e rendere i prodotti italiani ancora più competitivi?No, perché l’Italia è in ritardo soprattutto per quanto riguarda la tec-nologia del trasporto. Basti pensare che è l’uni-co paese che usa ancora i bancali di legno, che costano 10 euro l’uno e sono inutilizzabili dalle aziende giapponesi. Ven-tiquattro bancali per ogni container, più le spese di smaltimento come mate-riale riciclabile: si capisce subito che i costi sono fi n da subito più elevati.Insomma, tutt’al-tro che cristallino, il mercato dell’acqua...“La scarsa lungimiranza e la scarsa professionali-tà di molti imprenditori e manager italiani” - è l’amara rifl essione di An-drea Rasca - “si coniuga perfettamente con la scar-sa capacità di sostenere, in forma pragmatica e programmatica, le azien-de italiane da parte delle istituzioni presenti sul territorio”. E i giapponesi, come si rapportano ai no-stri prodotti? “Le bollicine piacciono moltissimo ai

giapponesi, e questo vale sia per l’acqua che per i nostri prosecchi. Il mer-cato è invece ancora nelle mani di gruppetti di bu-yer totalmente imprepa-rati, superfi ciali e , soprat-tutto, composti al 98% da soli uomini. E tutti sanno che in Giappone sono le donne che determina-no i gusti e le tendenze”.

Un buco nell’acqua(italiana)

La catena di convience store Lawson ha comin-ciato a installare apparec-chi per ricaricare i veicoli elettrici in alcuni dei suoi punti vendita, a dispo-sizione sia per le proprie auto elettriche sia per quelle dei clienti.

Lawson:ricaricabatterie per auto elet-triche nei suoi punti vendita

Page 7: UpsideTown Japan Anno 1 N°0 Settembre 2009

7 UPSIDETOWN 15 settembre 2009 UPSIDE TOWN

In arrivo nelle vetrine dei negozi giapponesi il primo manichino intelligente,un robot in grado di cambiare postura a seconda della situazione.

Il manichinointelligenteUPSIDE

TOWNPermesso fumareNel paese dove il fumo è bandito nella maggior parte dei luoghi pub-blici (strade comprese), i fumatori giapponesi stanno trovando rifugio nel “Cafe Tobacco”, lo-cale “smokers-only” in pieno centro a Tokyo.Niente senso di colpa o disagio nei confronti degli altri clienti e posti fumatori sempre dispo-nibili: queste le ragioni del successo del locale che a breve diventerà pro-babilmente realtà anche in altre zone di Tokyo.Aperto ad aprile di quest’anno vicino alla fermata della stazione JR Shimbashi (zona ad altissima densità di sala-ryman, gli impiegati giap-ponesi), il locale serve caf-fè dal gusto forte in modo che l’odore delle sigarette non infl uisca più di tanto sul sapore della bevanda.Secondo il gestore del bar, alcuni clienti visita-no il locale anche quattro o cinque volte al gior-

no, perché nella zona è l’unico posto dove si può fumare senza problemi.Niente giovanissimi all’in-terno del locale, però: a mi-nori di anni venti è il fumo è infatti bandito per legge.Secondo la Japan Tobac-co, azienda ex-monopolio di stato che raccoglie più di cento marchi di bionde, la percentuale di fumatori giapponesi è in diminu-zione rispetto al passato, ma è comunque una delle più elevate rispetto alle altre nazioni industrializ-zate: fumano circa il 40% degli uomini e il 13% del-le donne, anche perché il costo di un pacchetto di sigarette si aggira in-torno ai 2 euro e trenta.Le vendite sono diminu-ite del 5% in Giappone nell’ultimo anno fi sca-le (terminato a marzo 2009), ma raggiungono ancora un valore pari a 3.730 miliardi di yen (cir-ca 38 miliardi di dollari).Sebbene siano in aumen-to il numero di prodotti e

servizi che aiutano a far smettere di fumare, la popolarità del “paradiso dei fumatori” fa pensare che non tutti gli amanti dei tabacco abbando-

neranno così facilmen-te le proprie abitudini.Se da una parte cresce la disaffezione dell’opinione pubblica verso il fumo prodotto dalle sigarette, i

fumatori incalliti possono fi nalmente trovare rifu-gio in un locale esclusi-vamente dedicato a loro.

BY KENJI

Page 8: UpsideTown Japan Anno 1 N°0 Settembre 2009

8 UPSIDETOWN 15 settembre 2009 UPSIDE TOWN

Il popolarissimo supereroe giapponese Ultramandiventerà una bibita frizzante, prodotta dallaDyDo Drinco Corp.

Ultramanfrizzante!UPSIDE

TOWNUn caffé a TokyoChi è stato a Tokyo al-meno una volta sa che i suoi caffé sono dei luo-ghi di incontro, in cui spendere ore e ore per meeting di lavoro, mo-menti di solitudine, ap-puntamenti tra amiche, per lavorare con il pro-prio computer, leggere e ascoltare musica. Di contorno a queste atti-vità un caffé, una torta, un chai-latte, un curry rice o un lunch set da 1,000 yen. Non è tanto importante cosa si con-sumi ma l’atmosfera che il caffé riesce a tra-smettere ai suoi clienti.Nelle strade princi-pali si susseguono gli Starbucks, i Tully’s, i Doutor (una moderna interpretazione delle kissaten – caffette-rie- giapponesi). Nelle stradine secondarie, si nascondono invece i caffé non-conven-zionali, dall’atmosfera calda, vintage, ricer-cati in ogni dettaglio: luci, musica, oggetti, spesso delle vere colle-zioni di pezzi di design.Scelti per voi:

Ringrazio tutti i collaboratori che hanno reso possibile questo numero zero del nostro progetto. In particolare:

Alessandro Cervieri, Letizia De Antoniis, Giacomo Goldkorn, Francesco Maggi, Aldo Pigoli, Emanuele Schibotto, Paolo Soldano, Miciyo Yamada.

Andrea RascaA.D. BTG Group

UPSIDETOWNInserto online del periodico Equilibri.net

REDAZIONEEquilibri.netVia Vigevano 3920144 Milano

DIRETTORE RESPONSABILERiccardo FerrettiRegistrazione presso il Tribunale di Firenzedel 19 Gennaio 2004 numero 5320

Zarigani CafeÈ a Shibuya, da cerca-re addentrandosi nelle stradine secondarie in direzione della sede te-levisiva della NHK, non lontano dall’incrocio più affollato del mon-do. Si arriva allo Zari-gani Cafe passando per negozi di vecchi dischi in vinile. Dalle 5pm le luci si abbassano, ad ogni angolo si accen-dono le candele e inizia un sottofondo di mu-sica classica. Godibile nei giorni di pioggia.Tokyo, Shibuya-ku, Udagawa 6-11 1CTel. 03-5459-0655Open 11:45-22:00

ReissueAmbiente accogliente, raccolto, caldo e lu-minoso. Reissue è al secondo piano di un palazzo non lontano da Takeshita Street. Sembrerebbe il salot-to di una casa privata, un posto ideale per un pranzo veloce e tran-quillo o per un caffé sprofondati in un vec-chio divano Chester.Tokyo, Shibuya-ku, Gingu-mae 3-35-7Tel. 03-5785-3144Open Mon.-Sat. 12:00-24:00 (Lunch 12:00-16:00)Sun. 12:00-18:00

246 Cafe BookIl palazzo che ospita il 246 è stato costruito nel ’65, inizialmente era un garage, trasfor-mato qualche anno fa in un caffé accogliente e vintage nell’arreda-mento e nell’atmosfera. Annesso al cafè c’è un book shop pensato per chi ama viaggiare e rac-contare dei suoi viaggi.Tokyo, Minato-ku, Minami Aoyama 1-2-6, Lattice AoyamaTel. 03-5771-6886Open Mon.-Sat. 11:30-02:00Sun. 11:30-23:30

Fireking CafeAtmosfera rilassante, ambiente quasi londi-nese, arredamento anni 60, poltroncine Le Cor-busier e una notevole collezione di Fireking China che decora l’an-golo bar. Ospita mostre prevalentemente foto-grafi che. È a due passi dalla stazione Yoyogi Uehara (Chiyoda Line).Tokyo, Shibuya-ku, Uehara 1-30-8Tel. 03 3469 7911Open 11:30-02:00

Letizia De Antoniis

simply a new perspective on global affairs

www.