N° 0 Settembre 2013 - Le orme dei dinosauri

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Le Orme dei Dinosauri Le Orme dei Dinosauri è un Magazine digitale online - Numero Speciale - Settembre 2013 Direttore Responsabile Antonio Conte - Email: [email protected] - www.leormedeidinosauri.it Settembre 2013 E, ... state a Opi ! nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise Celebrazioni/ I 400 anni di Gesualdo da Venosa

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Magazine mensile "Le orme dei dinosauri"

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Le Orme dei DinosauriLe Orme dei Dinosauri è un Magazine digitale online - Numero Speciale - Settembre 2013

Direttore Responsabile Antonio Conte - Email: [email protected] - www.leormedeidinosauri.it

Settembre 2013

E, ... state a Opi ! nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise

Celebrazioni/ I 400 anni di Gesualdo da Venosa

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Le Orme dei Dinosauri

3 L’Editoriale

4 Opi/ Una vacanza nel verde del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise7 Se una sera d’estate a Pescasseroli ... di Antonio Conte

8 Castellana Grotte/ L’Italia e le sue trascurate risorseAmbientali e Culturali di Cristina Valletti

12 Otranto/ Giornalisti del Mediterraneo, vince Laura Silvia Battaglia del TG3 RAI di Tommaso Forte/ Comunicato Stampa

18 Dossier/ Il “Dreaming of Horses” e la Regina dei sogni - Il Cavallo come inno alla gioia in terra di Puglia dominio di Federico II - Dreaming, una ricetta vincente! Tutti i protagonisti in breve. Antonio Conte

28 Venosa/ Intervista all’Avvocato Donato Bellasalma I400dellamortediGesualdo.Schedabiografica di Antonio Conte34 Cultura & Società/ OrazioFlaccoelasuaereditàeffimera di Antonio Conte36 Istruzione/ Scuola e Aggiornamento: Le dimensioni della Formazione docenti di Sonia Mollica38 Formazione/ L’importanza della lingua inglese di Simona Marzella41 Formazione/ Informatica: “la diversità non esiste” di Filippo Favia

42 Gastronomia, Rubrica “A Cena da Eli”. Venosa/ Pasta all’Oraziana di Elisabetta Ciccolella44 Raduno dei Lucani a Bari

48 Diritto & Web/ Cassazione: il giornale telematico non è equiparabile a stampa dell’Avv. Giulia Giapponesi, dello Studio Legale

Sommario

Ti diamo spazio! E’ per te, per le tue notizie e per la tua PubblicitàCONTATTACI

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Le Orme dei Dinosauri

Speciale Settembre 2013www.leormedeidinosauri.it

Direttore Responsabile & RedazioneAntonio Conte

Ideatore e Art Director, Writer - http://conteedizioni.wordpress.com

RedattoriTommaso Forte, Valeria Fornarelli, Filippo Favia, Alessandro Simoncini, Simona Marzella, Studio

Legale Finocchiaro, Elisabetta Ciccolella, Sonia Mollica

PUBBLICITA’Sede Redazione e Contatti Commerciali - Via Titolo, 20/M 70127 Bari, Santo Spirito

Tel. 080-5304195 - Cel. 392-9154315Email: [email protected] - P. IVA 07377420729

Note/ Le foto sono di Antonio Conte, salvo diversamente indicato. Le foto del Dreaming sono fornite dall’Asso-ciazione Cavalieri Terra della Murgia, Annalisa Parisi e Giovanna Ranaldo. Si ringrazia la Famiglia Cavallo per aver messo a disponibilità il suo balcone, nel fare la foto, e per i bellissimi fiori in copertina.

Le Orme dei Dinosauri

L’Editoriale“Le orme dei dinosauri” è un blog-magazine digitale online che vorrebbe contribuire, siamo solo al numero iniziale, in maniera moderna al rilancio economico, culturale e turistico del territorio attraverso conoscenze che siano reali o nate in rete, e con le quali vorremmo concretizzare anche incontri sociali. Dateci spazio e fiducia, i nostri reportage restituiranno lustro ai luoghi interessanti da voi segnalati promuovendo territorio, atti-vità e qualità della vita. Siamo convinti che promuovere il nostro quotidiano attraverso le storie degli uomini e delle donne che abbiano dato lustro alle nostre città, possa dare un nuovo impulso economico: una spinta in più, postiva e necessaria. Questo è anche un magazine di analisi che narra eventi importanti e altri meno noti - li comunichiamo per questo - delle nostre città, quelli che la stampa nazionale spesse volte trascura nella sintesi e con le sue brevi notizie flash.Siamo sicuri di incontrare il tuo interesse, sarà la nostra più au-tentica soddisfazione, ma più di tutto si spera di incontrarti di persona.

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Le Orme dei Dinosauri

Opi, è ubicato nella privincia di Aquila, è un comune di 450 abitanti tra residenti e turisti proprietari di casa, a 5 chilometri da Pescaresi, la nota località turistica e sciistica del Parco Nazionale di Abruz-

zo, Lazio e Molise. Il borgo, tra i più belli d’Italia, si trova a quota 1250 metri sul livello del mare: è quanto di meglio si possa sperare per trascorrere il Ferragosto nel verde e fresco ambiente montano del centro Italia.Una bella stagione estiva è curata con molti eventi dall’Ammi-nistrazione Comunale che grazie alle Associazioni sa garantire svago, saperi e suoni delle tradizioni locali. La vista è appagata da superbi panorami che si allungano a vista d’occhio. Loggioni con belvedere e aree attrezzate per la sosta

Antonio Conte

In foto: Ospitalità garan-tina dall’Hotel Fresilia.

Per informazioni: www.comune.opi.aq.itv

Opi/ Una vacanza nel verde del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise

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serale si affacciano direttamente sulla Valle del Sangro. Dalle po-ste dei turisti si scruta l’orizzon-te: immancabile il binocolo con il quale si può giocare a guardare tra le pieghe dell’ampio dispie-gamento di monti e valli per in-dividuare gli animali al pascolo, i selvatici e i camosci. Magari anche un orso, a cui il proprio monte più altro da il nome: il Marsicano. Ci vuole del tempo per percorre-re con lo sguardo ogni dettaglio, perdetevela comoda quindi, date-vi quel tanto desiderato e neces-sario relax. Osservate con calma, lo sguardo ora scende verso la valle, proprio sotto la rupe, dove nascono nuove case moderne e calde. La località “Casette”, è una piccola frazione nata in se-guito allo scampato pericolo del recente terremoto, ma ad Opi an-cora si ricorda quello disastroso del 31 luglio 1901. A Casette si trova, accanto alle vecchie case sismiche, un nuovo complesse

residenziale con ogni confort e rifiniture eccellenti. Di certo un buon investimento. Dalla rupe, lo sguardo può percorrere le stra-de accompagnando le auto che si muovono, come miniature, nelle dolci curve verso Pescasseroli, mentre sui suoi fianchi, nei prati i cavalli brucano l’erba. Alzando poi lo sguardo, di fronte maesto-so si erge il Monte Marsicano, e verso destra il monte “Tranquil-lo” e quello “Amaro”, che insie-me si innalzano fieri. Il profumo di verde appena ta-gliato, di legna appena spaccata e ben accatastata, le punte di odore pungente di formaggio pecorino sapido e piccanti che solletica il naso già dalla mattina presto, mentre il fresco costringe le ra-gazze, ma non solo, ad indossare una maglietta leggera per copri-re ciò che ha lasciato fuori una estiva canotta. La ripida strada è anche l’unica strada di accesso al centro. Il Centro storico in re-altà sono poco più di due file di

In foto la Valle di Sangro con la località Casette,

ai piedi della rupe su cui sorge

Opi.

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case settecentiste o anche più antiche che si innalzano per alcuni piani tra la via centrale e i due precipizi. Alla sommità della strada lastricata la chiesa madre di Santa Maria Assunta difesa dalla sua maestosa torre fortificata al centro del sagrato. Sempre nel via centrale, via Giovanni Battista, la Cappella gentilizia omonima. La discesa della mattina è dunque forie-ra di odori: di fiori presenti su tutti i balconi; di caffè appena fatto, dal locale Hotel Fresilia, proprio accanto al Palazzo co-munale; di frutta e verdure del piccolo e fantasioso negozietto e ancora di buon vino locale, e formaggi tra le più morbide ri-cotte, i più saporiti pecorini e i più piccanti stagionati. Un vero trionfo di odori.Ma Opi si sente anche, si per-cepisce al tatto, è come passare

una mano sul tronco di un albe-ro, come camminare su lastricati di pietra antica, come sentire il gelido morso freddo dei torren-ti in una sosta. Si sente salendo, verso sera raggiungendo l’Hotel in alto a 1250 metri di altitudi-ne. E’ il cuore, che batte per lo sforzo della salita e sa che qui la vita non mente, è schietta come il fuoco nel camino, anche nelle sere estive, magari solo per una grigliata. Non mente qui la vita fatta di semplicità, di cose buo-ne e genuine, di cose autentiche come una stretta di mano e l’invi-to a tornare. Non mentono gli abi-tanti quando ti invitano alla sta-gione estiva del prossimo anno. La loro cordialità è vera come la necessità di vivere. Non credo ci sia ipocrisia quando ti informano che la loro occasione più preziosa è il passaparola: non dite male di noi. Ma come si potrebbe?

In foto: a sinistra i lo-cali di un punto vendita, sullo sfondo al centro il monte con la città di Opi in cima.

Per informazioni: www.comune.opi.aq.itv

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Le Orme dei Dinosauri

Più importante di Opi è certamente Pescasseroli con le sue rinomate

strutture ricettive sia esti-ve, ma specialmente inver-nali con le sue lunghissime piste sciistiche e impianti di risalita. E’ la città più

importante del Parco Na-zionale d’Abruzzo, Lazio e Molise ed è sede della sua Amministrazione. Perma-nere in città è piacevole, il tempo passa veloce tra i negozi sono sempre aperti e un brulicare di persone tra le vie del centro, nei bar

con molti tavolini o nella scelta di tantissime occa-sioni regalo. Si sosta vo-lentieri la sera dopo cena con le numerose attvità or-ganizzate dall’Ente Loca-le. Per informazioni: http://www.comune.pescassero-li.aq.it/

Se una sera d’estate a Pescasseroli ...

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Le Orme dei Dinosauri

D iscutevo con delle amiche sulla incapacità da parte del-lo Stato Italiano del disporre lavori atti a valorizzare il patrimonio ambientale artistico e culturale del nostro territorio: o si fa tanto e in maniera del tutto illogica

arrecando notevoli disagi anche di fruizione degli spazi, o si fa nul-la lasciando al completo degrado situazioni territoriali e artistiche che, pur avendo caratteristiche di fascino e di valore, son destinate a perdersi per la mancanza di cure da parte dell’uomo, o, infine, si recuperano e restano chiuse alla fruizione al pubblico.Un esempio, valga per tutti in questo articolo:Da tempo, ormai vivo a Castellana Grotte, un paese in provincia di Bari in Puglia, famosa nel mondo per le sue Grotte appunto. Quel che non ho mai compreso è perché le grotte di Castellana debbano costituire l’unica risorsa, tra l’altro stagionale di economia turisti-ca di questo, paese che se opportunamente valorizzato, non solo con feste popolari ed eventi motivati dalle più improbabili origini, a mio parere godrebbe di una fruibilità turistica durante tutto l’arco dell’anno.Gli interventi ai quali mi riferisco, non sono solo da applicare a livello di organizzazione urbana, la cui discussione demando a chi sicuramente ha più competenze di me per affrontarla, ma anche alla valorizzazione delle testimonianze tutt’oggi poco conosciute agli stessi abitanti, di personaggi, in questo caso mi riferisco in partico-lare ad un pittore, locali.Quel che mi ha colpito, quando venni ad abitare in questo paese, fu la presenza di numerose chiese. Di queste ben poche sono aperte al pubblico durante tutto l’arco dell’anno. Quindi ho cominciato a

Cristina Valletti

Castellana Grotte/

L’Italia e le sue trascurate risorse Ambientali e Culturali

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Le Orme dei Dinosaurichiedere come fare per ve-derle, con la scusa di dover fare una ricerca per il cor-so di Beni Culturali tenuto dal prof.re Musardo presso l’Accademia di Belle Arti di Bari nel 2007, ove ho studiato.La ricerca, sia ben chiaro, era reale. Dovevo dar un esame! Ma la curiosità e forse soprattutto lo sconten-to per tale situazione lo era-no ancora di più e cresceva-no con l’avanzare della mia ricerca.Avevo deciso che la tesina che dovevo preparare do-vesse riguardare un artista importante di Castellana Grotte e parlando col parro-co della chiesa del Salvato-re, mi suggerì, tra i tanti un nome: Vincenzo Fato.Mi risvegliò una vaga remi-nescenza questo nome e ora capirete il perché. Un po’ di storia dell’arte non fa male a nessuno:Vincenzo Fato nasce nel 1705 dal castellanese Giam-pietro Fato e da Francesca Alfarano, probabilmente in un’altra provincia barese, in quanto non si conosce l’atto di battesimo.L’anno della sua nascita è a noi noto poiché l’au-tore usava inserire la sua età, insieme con la firma e l’anno di esecuzione, nel-le sue opere (Madonna del Carmine e Anime purganti, nella chiesa del Purgatorio

di Castellana; l’Arrivo del-la Madia, alla cattedrale di Monopoli).La sua prima formazione artistica la ricevette, tra il 1713 e il 1719 da Paolo De Matteis, che fu discepolo di Luca Giordano. Ecco, fi-nalmente la scintilla! Luca Giordano…..lo avevo in-contrato nei miei studi ar-tistici. Avevo letto di lui. I docenti di storia dell’arte mi avevano già inculcato l’im-portanza che questo maestro dell’arte ha avuto nell’evo-luzione stilistica dell’arte. Probabilmente qualcuno di questi docenti ha citato an-che il delicato stile del Fato dalla vita tormentata dal di-sagio economico (altra tri-ste realtà castellanese!).Questo è bastato ad in-coraggiar la mia curio-sità nel voler vedere dal vivo le opere di Vincenzo Fato che, in seguito ad un lungo periodo trascorso a Napoli, ove si sposò, de-cise di rientrar nel paese d’origine nel 1752 per la feroce concorrenza venu-tasi a creare nel mondo artistico napoletano. Qui si afferma come pittore indipendente ricevendo numerose commissio-ni da parte della nobil-tà locale e dal clero, in particolare dagli ordini mendicanti, ma i suoi

committenti non furono altrettanto generosi come nella capitale, da cui la sua miseria.Ciò però non nega la mi-rabile fattura della sue opere, ove istanze clas-sicistiche e richiami al li-bero pittoricismo di Luca Giordano si distinguono chiaramente nella com-posta impaginazione del-le scene, nella luminosità del colore che si depura dalla sua sfrangiata at-mosfera barocca per con-cretizzarsi in una nuova e più solida stesura.Per non perdere il filo conduttore di questo ar-ticolo mi fermo qui con la descrizione delle opere e questa immersione nel-la storia di questo artista gentiluomo e torno ai giorni nostri.In occasione del terzo centenario della sua na-scita, a Castellana Grotte venne organizzata una mostra di tutte le opere del Fato presenti nel-le chiese nel paese, per quell’occasione aperte, e stampato un testo a lui dedicato: “ Vincenzo Fato – Nella pittura del Settecento in Puglia” a cura di Giacomo Lanzil-lotta, dal quale ho tratto

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Le Orme dei Dinosaurii brevi cenni biografici presenti in questo testo.Da questo testo voglio trascrivervi anche la pre-sentazione scritta dall’al-lora sindaco della cittadi-na Simone Pinto:“E’ per me un particolare motivo di soddisfazione e di orgoglio presenta-re, in qualità di Sindaco della città di Castellana Grotte, il catalogo del-la mostra retrospettiva dell’illustre concittadino settecentesco Vincenzo Fato, pittore di cui ricorre quest’anno il terzo cente-nario della nascita.Un evento che il Comune ha voluto celebrare con un’esposizione delle sue opere recentemente re-staurate e con la presenza di alcuni dipinti ignoti al grande pubblico….Con lo spirito di chi vuo-le sottrarre tali beni al de-grado, all’incuria e all’i-gnoranza, con la volontà di restituirne il valore, di far conoscere e divulga-re il patrimonio artistico e culturale della nostra comunità, Castellana ce-lebra il suo Artista, e con lui, la pittura del Sette-cento pugliese.Questo volume è una re-stituzione, un debito di

riconoscenza di tutti i ca-stellanesi nei confronti di Vincenzo Fato.”Intanto, quelle opere così tanto ben elogiate di un Artista così meritevo-le dal giorno del terzo centenario della nascita sono quasi tutte celate e sconosciute ai castel-lanesi e ai suoi ospiti. Soldi sprecati in restauri di cui nessuno godrà, se le chiese nelle quali sono custodite le opere restano chiuse. Musei già pronti alla fruizione per i quali basterebbe coinvolge-re la stessa popolazione (disoccupata) per orga-nizzar turni di apertura giornaliera istituendo un biglietto d’ingresso simbolico per le spese di gestione ed eventuali successivi restauri delle stesse opere.So bene che la paura è quella del furto delle opere come già avvenne in passato, ma un furto si può compiere molto più facilmente se le “case non sono occupate” e il coinvolgimento della po-polazione alla custodia e alla presa di conoscenza di tali tesori, secondo me non può che ridurre al minimo questa spiacevo-

le evenienza.Se solo ci impegnassimo, ciascuno nel proprio pa-ese di appartenenza con l’ingenuità tipica degli studiosi ad applicar pic-coli accorgimenti simili a quello che suggerisco per questo caso, già messo in atto in alcune zone della nostra Nazione, probabil-mente tutti ne trarremmo vantaggio in una maggio-re consapevolezza civica, insieme ad un maggior benessere del nostro ter-ritorio.Una proposta la mia che nel particolare conside-ra l’attuazione a partir dal paese nel quale vivo, Castellana Grotte, perché è la realtà che conosco meglio e quindi sento in misura maggiore l’inte-resse a voler risolvere il problema della stagio-nalità del turismo, della scissione del paese dalla zona delle grotte, in parte risolta con l’organizza-zione dei numerosi even-ti di cui faccio cenno nel-la parte iniziale di questo testo che però restano solo l’occasione di pochi giorni, e della carenza occupazionale che ri-guarda in prima persona anche me.

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Bitetto, 1 Maggio 2012. Corteo Storico - Foto di Antonio Conte

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Le Orme dei Dinosauri

OTRANTO (Le) - È Laura Silvia Battaglia, del settimanale di ap-profondimento del TG3 Rai “Agenda del Mondo”, la vincitrice del 5° Concorso Internazionale “Giornalisti del Mediterraneo”. L’evento è promosso dall’associazione “Terra del Mediterraneo” in partnership con il Comune di Otranto ed Europuglia, portale di promozione delle attività e dei progetti del Servizio Mediterraneo della Regione Puglia.La premiazione si svolgerà sabato 7 settembre, alle ore 19.00, in Largo Porta Alfonsina, borgo medievale di Otranto, in quel Sa-lento candidato al Premio Nobel per la Pace nel 1999 da La Gaz-zetta del Mezzogiorno. Info su www.giornalistidelmediterraneo.it o al 346.8262198.I vincitori delle due sezioni, invece, sono: Vincenzo Mattei de Il Venerdì di Repubblica, sezione “Primavera Araba” e Aldo Mea del periodico UP!, sezione “Premio Città di Otranto”.La Medaglia di Bronzo del Presidente della Repubblica per il Pre-mio Giuria è andata, invece, a Giuliana Sgrena de Il Manifesto. La Medaglia di Bronzo del Presidente del Senato è stata attribuita a Giuseppe Acconcia di The Indipendent Magazine; mentre la Me-daglia di Bronzo del Presidente della Camera è andata a Stefano Liberti di Radio Rai Tre. Il premio per la fotografia è stato asse-gnato ad Alfredo Macchi, inviato di guerra delle reti Mediaset,

Tommaso Forte/ Comunicato Stampa

In foto: un momento delle passate edizioni.

Per informazioni: www.giornalistidelmedi-terraneo.it

Le due sezioni vinte da vincenzo Mattei deL venerdì di repubbLica e aLdo Mea di up!

Otranto/ Giornalisti del Mediterraneo, vince Laura Silvia Battaglia del TG3 RAIIl Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha concesso la Medaglia di Bronzo

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Le Orme dei Dinosauriil quale durante la serata presenterà il suo libro la “Rivoluzioni Spa”.Menzione Talenti Emer-genti a Giulia Ardizzone e Kami Fares (Repubblica.it), Emanuele Valenti (RSI Radiotelevisione Svizzera), Luca Gambardella (Limes), Andrea Lucchetta (La Gaz-zetta dello Sport) e Selene Verri (Euronews). Men-zione Speciale invece per Vincenzo Legrottaglie (La Gazzetta del Mezzogiorno). Durante la cerimonia sarà conferito il Premio “Ca-ravella del Mediterraneo” ad Aldo Maria Valli (Va-ticanista Rai), Marcello Favale (Rai TGR Puglia), Francesco Giorgino (Rai TG1), Antonio Della Rocca (Corriere del Mezzogior-no), Alessandro Barbano (Il Mattino), Gaspare Borsel-lino (Italpress), Alba Mall-tezi (Free and Fair media Group - Albania), Silvana

Gaudio (Ansa), Pino Pisic-chio (Il Tempo), Claudio Pompei (Camera di Com-mercio di Roma) e Daniele Vicari regista de “La nave dolce”.“Giunti alla 5° edizione, abbiamo visto crescere l’e-vento internazionale - spie-ga Tommaso Forte, giorna-lista e ideatore dell’evento - capace di coinvolgere i talenti del giornalismo che hanno raccontato magi-stralmente gli avvenimenti del Mediterraneo, scenario privilegiato dei continui flussi culturali e cambia-menti politico-economici”.“Il premio è un appunta-mento di prestigio per la nostra Città - aggiunge Luciano Cariddi, sindaco di Otranto - perché volto a promuovere i temi sociali e, soprattutto, per la valo-rizzazione del nostro mare, quel mare che ha raccontato tristi vicende umane e inde-

lebili storie di fratellanza”.“Gli articoli e i video in gara - commenta Lino Patruno, presidente della giuria - dimostrano che nel Medi-terraneo si sta costruendo un futuro che cambierà gli attuali equilibri del mondo. Ancora una volta rilevante la presenza femminile nella ricca e qualificata parteci-pazione al concorso”.“Lo scenario della città di Otranto - rimarca Silvia Godelli, Assessore al Me-diterraneo, Cultura e Turi-smo della Regione Puglia - cornice della V edizione del Premio Giornalisti del Mediterraneo, richiama alla nostra memoria i millenari rapporti tra la nostra terra, la Sponda Sud, il Vicino Oriente, in una fase storica in cui le vicende dei popoli che si affacciano sul nostro Mare conoscono un fortis-simo livello di contraddi-zioni”.

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Ha 34 anni, è simpatica, solare e preparatissima, ma quando lavora con quelli che lei definisce “gli amici animali” è la professionalità fatta persona! E’ Brunella Ranaldo, il tecnico specialista con il compito

di valutare la fattibilità dei numeri presentati al Dreaming e occuparsi che tutto, dalle giornate di prova alle due serate della manifestazione, funzioni a dovere e si svolga nel pieno rispetto di ogni singolo animale.Consulente della direzione artistica diretta da Cosimo Battistini, al-tra “mente” del Dreaming of Horses, supervisiona ogni passo e fa fronte alle varie situazioni con piglio deciso. Quando si parla di un tecnico specialista a supervisore di una grande manifestazione come questa ci si aspetterebbe un uomo

Antonio Conte

In foto: Brunella Ranaldo Horse Tutor del Drea-ming of Horses

Santeramo/ Il “Dreaming of Horses” e la Regina dei sogniE’ la consulente tecnica del Dreaming, colei che garantisce il rispetto e la massima tutela degli animali impiegati nella Kermesse.

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muscoloso e ben piazzato, ritro-varsi davanti una donna ci sor-prende piacevolmente. Come na-sce la tua professionalità?La professionalità nasce e si ali-menta sicuramente dalla passio-ne per il magnifico animale che è il cavallo. Passione che in me si espressa con il mio primo vagito! Ho coltivato pur tenendo latente il mio amore per i cavalli fino al di-ploma, successivamente al quale sono stata uno dei nove fortunati a superare a Piacenza la selezione per il corso europeo di formazio-ne professionale di Artiere Ippico. Così ho preso l’autobus e mi sono trasferita per quasi un anno nelle campagne piacentine, tra lezioni teoriche e pratiche di ippologia, equitazione, veterinaria, mascal-cia ecc. con alcuni dei migliori do-centi ai quali si potesse aspirare, e viaggiando per le province Emilia-ne per una serie di stage. A questo primo intenso e duro corso ne sono

seguiti moltissimi altri riconosciu-ti al livello europeo (Tecnico di scuderia e allevamento, Accom-pagnatore di equi e cicloturismo, Specializzazione in doma e adde-stramento) oltre agli svariati corsi come istruttore e quadro tecnico della Federazione Italiana Sport Equestri e diversi Enti di promo-zione sportiva, per alcuni dei quali sono stata anche referente provin-ciale. A completamento, il corso da Dirigente sportivo e infine la nomi-na con delibera della Federazione Italiana Sport Equestri ad Horse Tutor per “riconosciute abilità”. Ce ne sono sette in tutta Italia, io sono l’unico al Sud.Ci risultano anche esperienze all’estero, una preparazione a tutto tondo?Si, ho svolto dei periodi di studio in Francia, dove in particolare l’e-quitazione ai fini “artistici” la fa da padrona! La passione in effet-ti ha sempre alimentato la sete di

In foto la confe-renza stampa

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sapere, di confrontarmi, di crescere, così nel mio per-corso formativo ho avuto la fortuna di poter affiancare un grande veterinario che mi ha insegnato ha com-prendere al volo i segnali di sofferenza degli animali, sia fisica che psicologica, spe-cie nei soggetti sottoposti a svariati tipi di stress, quale l’addestramento piuttosto che la prova agonistica o la performance artistica in pubblico. Inoltre affascina-ta dal mondo dello spetta-colo dal vivo, amo il teatro, (è anche autrice di alcune commedie premiate in con-corsi nazionali n.d.r.), mi sono avvicinata agli spet-tacoli equestri, riuscendo ad ottenere la grandiosa possibilità di coadiuvare al-cuni dei più importanti arti-sti italiani. Nel 2007, dopo aver gestito per svariati anni un maneggio privato ed essere stata la responsa-bile del maneggio WWF di

Policoro, sono approdata per uno “strano caso del destino” al circo Oscar To-gni, nell’ambito del quale ho coadiuvato e partecipato attivamene agli spettacoli dedicati ai cavalli. Inoltre, contemporaneamente, mi occupavo di equitazione per diversamente abili in altre strutture, attività nella qua-le credo fortemente.Dunque ti occupi anche di pet-therapy?Si, oltre a titoli ed esperien-ze molto intense nell’ambito dell’equitazione per diver-samente abili, mi sono spe-cializzata in Pet Therapy e nella conduzione del cane in programmi di terapia ed educazione assistita. Ripon-go profonda fiducia nel po-tere che gli animali hanno su ciascuno di noi, specie su coloro i quali vivono situa-zioni “particolari”. Essi in-fluiscono sul nostro corpo e la nostra anima già in modo “involontario” e inconscio,

ma attraverso program-mi strutturati e applicati da persone specializzate e competenti, con animali selezionati e preparati per questo, possono avveni-re miracoli! Purtroppo al Sud non vi è ancora molta apertura mentale a favore di queste attività, gli anima-li vengono concepiti ancora come “esseri da masseria”, ma nel centro-nord Italia per fortuna sono migliaia le persone ospiti di centri di riabilitazione, ospedali e altri svariati tipi di strutture pubbliche e private a go-dere dei fantastici benefici della Pet Therapy applicata professionalmente. Anche L’Associazione Cavalieri Terra della Murgia crede fortemente in questo, ed è per tale motivo che durante l’anno organizza manifesta-zioni che come scopo hanno anche la sensibilizzazione dell’opinione pubblica su questa tematica.

In foto da sn Ca-podiferro, Inama,

Battistini e Ranaldo alla Fieracavalli di

Verona

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Parlaci del Dreaming. Or-mai è una realtà ben con-solidata nel panorama in-ternazionale?Sabato 24 agosto, prima dell’inizio dello spettaco-lo ero alla mia postazione dietro le quinte e riflettevo sul fatto che cinque anni fa, quando tutto è cominciato, non c’erano nemmeno “le quinte”! Ora Dreaming of Horses è una delle ma-nifestazioni equestri più rinomate a livello nazio-nale, definito dagli addetti

ai lavori più autorevoli e competenti “un vero e pro-prio Galà d’eccezione!”. Lo scorso anno abbiamo goduto del patrocinio della Fieracavalli di Verona, isti-tuzione internazionale, che ci ha omaggiati di un vero e proprio “bollino di qua-lità”, dal momento che non usa legare il proprio nome ad eventi se non di ottimo livello qualitativo! Inol-tre, sempre nel 2012 siamo stati onorati della presenza e dell’apprezzamento del

regista Antonio Giarola, direttore artistico dei più importanti eventi e Galà equestri europei. Quest’an-no invece sono arrivati l’ap-prezzamento e l’incoraggia-mento di Marco Lepre, altro straordinario e autorevole direttore artistico di livello internazionale. E’ meravi-glioso come una passione, un sogno vero e proprio, sia cresciuto fino a questi livelli! E in effetti questo è anche uno dei messaggi di Dreaming of Horses: sia

In foto il Duo ZaMagA

In foto Fieracavalli di Verona, Brunella prima dell’esibizio-ne con i TPR

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Le Orme dei Dinosauriguardando gli artisti esi-birsi con i loro cavalli in incredibili performance, sia guardando lo stesso Dre-aming quello che si vuole comunicare alla gente, so-prattutto ai giovani, è che se si crede in qualcosa e ci si impegna con serietà e sacrificio, presto o tardi i ri-sultati arrivano! Gli artisti in fondo sono umani come tutti e l’Organizzazione del Dreaming è fatta da giova-nissimi con tanta volontà ed entusiasmo. I sacrifici paga-no, bisogna avere voglia di farli e la forza di esercitare il coraggio che è in ognuno di noi! Trovo che questo sia un grande messaggio. Non è un caso che il nostro evento sia stato battezzato cinque anni fa “Dreaming of Hor-ses”.Ci sono stati momenti di difficoltà?Si, come in tutte le grandi manifestazioni. Ma questo che voglio raccontarvi è qualcosa di più… Durante le prove pomeridiane Fanfara, la cavalla di razza tolfetana dell’artista reatino Roberto Concezzi, deve aver rotto un nido di vespe che non avevamo notato, nonostante avessimo bonificato l’area. Quando Roberto si è accor-to che la sua cavalla era in preda a un attacco di vespe, si è precipitato a slegarla per portarla via da quella zona. Ovviamente Fanfara

era inavvicinabile poiché calciava e si dimenava nel tentativo di difendersi. Ro-berto si più volte avvicinato e allontanato rapidamente a causa degli insetti che han-no attaccato anche lui, ma è tornato, nonostante le pun-ture, più e più volte finché non è riuscito a portare in salvo la sua compagna. Gli ho visti correre entrambi come fulmini nel backsta-ge… Fanfara calciava come una mitragliatrice, Roberto

scuoteva il capo e agitava le mani cercando di staccarsi di dosso le vespe, urlando di essere allergico! Ci siamo fiondati su di loro, Giorgio Piacenti, il suo validissi-mo collaboratore e amico gli ha preso dalle mani la longia a cui era attaccata la cavalla e Roberto è sta-to prelevato e condotto con urgenza in ospedale (questo grande personaggio, è al-

In foto Gianluca Coppetta nelle vesti del Sovrano

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lergico al veleno di questi insetti e quindi nel vivo di una crisi). Intanto Giorgio (punto anche lui), con pron-tezza di spirito ha lasciato che la cavalla si rotolasse nella sabbia mentre gli si spruzzava addosso il re-pellente. Nel frattempo ho richiesto l’intervento del veterinario per visitare la cavalla e assicurarci che stesse bene, mentre Rober-

to, sotto flebo in ospedale, continuava a telefonare per sapere della sua compagna. Giorgio, nonostante le dolo-rose punture di insetto che aveva, non si è mai staccato da Fanfara e ha continuato ad occuparsi delle esigenze dell’animale rassicurando ad intervalli regolari Ro-berto! Ovviamente ora ne parlo serenamente perché, fortunatamente sia Roberto che Fanfara si sono ripresi subito e senza alcuna con-

seguenza, ma lo spaven-to è stato grande perché emotivamente si è molto coinvolti, non si è semplici professionisti, prima di tutto si è amici, e non parlo solo degli esseri umani! Ciò che tuttavia colpisce di più, è il senso di questo episodio che vi ho raccontato. Ci serve a capire quanto forte è l’a-more che lega i nostri cava-lieri ai loro cavalli, quanto grande è il valore di queste persone, solidali e corag-giose. Grandi Uomini pri-ma che grandi professioni-sti! Questo è quello che noi desideriamo emerga dallo spettacolo. Non solo mere dimostrazioni di tecnica e bravura, ma anche l’amore e il rispetto che lega uomini e cavalli, che insieme così realizzano grandi cose!Dunque Uomini e artisti di grande spessore professio-nale. Che ci dici di loro?Si, “vantiamo” artisti di livello internazionale, pro-fessionisti che si sono esibiti nelle più prestigiose arene europee. Noi stessi abbiamo sognato vedendoli all’ope-ra, talvolta con gli stessi nu-meri presentati a Santeramo in Colle, al Galà di Verona, piuttosto che ad Avignon per “Cheval Passion”, o nella suggestiva Piazza del Popolo a Roma per il Car-nevale Romano. Ma come dicevo, sono prima di tutto grandi Uomini, dai quali

In foto Ranaldo Brunella e Andrea Andreuzzi.

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noi stessi abbiamo da ap-prendere. Con il direttore artistico Cosimo Battistini e il presidente Tonia Ca-podiferro siamo estrema-mente orgogliosi di poter offrire al pubblico le per-formance di questi grandi, che rendono lo spettacolo unico nel suo genere al Sud Italia. L’unico rammarico

è che talvolta, qualcuno non si renda conto del va-lore di tutto questo! Organizzare una manife-stazione così imponente non è semplice, qual è il segreto della vostra squa-dra per il Dreaming?Sicuramente l’amicizia! Cosimo, Tonia e io siamo coesi e abbiamo tutti la

stessa voglia di sognare e alimentare questo sogno, anche se a volte appare come un’impresa titanica! Condividiamo la passione per i cavalli, per lo spet-tacolo equestre di qualità e quello che rappresenta più profondamente, i suoi valori più profondi, di cui parlavo prima. Abbiamo trovato delle tue foto di quando ti oc-cupavi di addestramento, sono impressionanti, da-vanti a quei cavalli sem-bri una formica. Quanto coraggio occorre per ge-stire un animale di 500 kg come può essere un caval-lo murgese o un Frisone?Incoscienza! No, scherzo ovviamente! Sicuramente il coraggio è una componen-te fondamentale in questo lavoro poiché, non è un mistero che con i cavalli, specie se giovani, ci si pos-sa far male… esattamente lo stesso rischio che si as-sume prendendo una moto o uscendo in bicicletta per intenderci. L’importante è esserne coscienti e fare le cose sempre in sicurezza e con attenzione. Ciò che appare irrinunciabile è l’amore per questi animali e tanta, tanta sensibilità.

In foto: Coppetta e la Compa-gnia di danza Siyanda

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Le Orme dei DinosauriBisogna conoscere le pecu-liarità dell’animale con cui si ha a che fare e rispettare i suoi tempi. Esistono di-versi tipi di doma e adde-stramento, dai più ai meno coercitivi. Un buon risulta-to lo si ottiene tuttavia solo usando il cuore! Rispet-tando il cavallo e quanto ci comunica, lasciando il tempo di capire quanto gli si chiede senza imposizioni brusche e incomprensibili alla sua mente di predato. Già, perché in tutto ciò è necessario diventare an-che un po’ cavallo, essere empatici e rispettare la sua natura. Questo è il metodo dei nostri artisti, e i risulta-ti si vedono! Esercizi con il fuoco, volteggi in totale li-bertà, sarebbero impossibi-li da eseguire se l’animale non fosse sicuro che nulla di male può accadergli, la risposta a un addestra-mento ben fatto non è solo nella quantità di esercizi che vengono effettuati, ma anche nel modo in cui sono fatti e nella serenità che l’animale dimostra nell’e-seguirli. Guadagnarsi la fiducia di un predato non è cosa facile. Ma se questo avviene è garanzia di suc-cesso!Quali sono gli errori più comuni che compie la gente rispetto ai cavalli e cosa ti sentiresti di sugge-rire?

L’errore più comune è con-siderarli “cose”! Cose per spostarsi, per divertirsi, per fare sport, per “appa-rire”. L’intento dell’Asso-ciazione Cavalieri Terra della Murgia e il mio è infatti quello di cercare di accrescere la cultura del cavallo in quanto essere vivente, grandiosa risorsa per l’uomo fin dall’anti-chità e per il futuro! Ri-spettare la sua essenza per rispettare la vita e l’uomo stesso! Ci occupiamo di al-tre manifestazioni durante l’anno dirette proprio ai più piccoli. Organizziamo un concorso di disegno a tema equestre nelle scuole primarie, e anche a Dre-aming of Horses, grazie al supporto del Gal Terre di Murge abbiamo offerto nelle mattine di sabato 24 e domenica 25 due momen-ti ludici diretti ai bimbi: è stato possibile avvicinarsi e montare sul dorso degli asini di Martina Franca ed effettuare il cosiddet-to “battesimo della sella” con dei pony preparati e condotti da personale qua-lificato. Il mio suggerimen-to? Empatia! Certo l’uomo non è cavallo e il cavallo non è uomo, l’antropomor-fizzazione non è sana viste le esigenze specifiche pro-fondamente differenti, ma il cavallo, è simile all’uomo in una cosa: la necessità di

rispetto, secondo le sue pe-culiarità ed esigenze!Chiudiamo su qualcosa di più …personale! Fonti bene informate ci hanno spiegato che condividi la tua vita con qualcuno…Sì… La mia quotidiani-tà è allietata da una peste bionda di circa 30kg! La mia golden retrevier di 15 mesi. Anche lei ha impa-rato ad andare d’amore d’accordo con i cavalli ed è la fan più sfegatata del mio gruppo! Infatti da più di un anno con altri tre amici, abbiamo dato vita al gruppo equestre “Tra-dizione e Passione by Re-sta”. Zellina (questo il suo nome) è la mia imponente cavalcatura… trattandosi di cavalli Agricoli Italiani da Tiro Pesante Rapido di circa 800kg! Con questi “giganti buoni”, realizzia-mo un simpatico carosello con l’intento di promuo-vere questa razza italiana, molto apprezzato a Fiera-cavalli di Verona come nel-le manifestazioni specifiche di razza ad Onna (Aq) e Gioia del Colle (Ba). Ma nella mia vita e nel mio cuore alberga da circa 13 anni l’antitesi grigia del cavallo brachimorfo qual è Zellina: Zarina, la mia pu-rosangue araba dal cuore e dal cervello grandi, com-pagna di tante avventure e mille soddisfazioni!

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Si è concluso lo spettacolo di arte equestre internazionale “Dreaming of Horses” con uno straordinario successo di pubblico e stampa.

Si spengono le luci, silenzio, parlano le emo-zioni! Così i circa tremila spettatori hanno iniziato il loro personalissimo viaggio inte-riore accompagnati dai quattro elementi, aria, terra, fuoco e acqua, attraverso “Stupor Mun-di… il sogno del sovrano”.Due le serate, 24 e 25 agosto che hanno visto protagonisti i cavalli e i loro amici artisti, in una kermesse di straordinario successo in-

ternazionale che si sviluppa sulla terra di un signore incontrastato come… il cavallo mur-gese. Ad accogliere quella che è stata definita una delle più affascinanti manifestazioni di arte equestre, la città di Santeramo in Colle, che in questi giorni ha ospitato circa trenta ca-valli e cavalieri giunti da varie parti d’Italia.Lo stuntman romano Andrea Andreuzzi, il duo di acrobati e danzatori intenazionale Za-MagA, Gianluca Coppetta con la compagnia di danza Syanda reduci tra gli altri eventi dal Salon du Cheval di Avignon, e poi ancora, Gregory Ancelotti, guinnes word record nel

Antonio Conte

Santeramo/ Il “Dreaming of Horses”: Il Cavallo come inno alla gioia in terra di Puglia dominio di Federico II In foto: Gregori Ancelotti e Yago

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Le Orme dei DinosauriIn foto un

momento del Dreaming

DREAMING, UNA RICETTA VINCENTE! TUTTI I PROTAGONISTI IN BREVE

Il successo del Dreaming of Horses è legato a doppia mandata alla grandezza degli artisti che lo inter-pretano! Prendendo spunto da una regola dell’arte culinaria potremmo affermare che “per offrire una pietanza di qualità è necessario utilizzare materie prime di qualità!”. Ed è proprio ciò che gli organiz-zatori di questo straordinario Galà ogni anno cercano di fare, scegliendo accuratamente gli interpreti e valutando e costruendo con dovizia ogni numero che sarà presentato. I criteri sono svariati ma “condicio sine qua non” è senza ombra di dubbio la capacità di lasciar trasparire nelle loro performances emo-zioni che vanno oltre quello che il solo occhio può percepire, poiché citando il grande Antoine de Saint Exupéry “l’essenziale è invisibile agli occhi”.Protagonisti di Dreaming of Horses “Stupor Mudi…il sogno del Sovrano” sono stati:Gianluca Coppetta con la compagnia di danza Syanda composta da Sabina Domanico, Angelo Venneri, Daniela Montalto, Monica Mengoni; Roberta Inama e Sara Tomatis con la giovane ballerina Chiara Pescara; Roberto Concezzi; Gregory Ancelotti e Margarita Perevozchikova con la compa-gnia di danza “Aisha sguardo ad oriente”; l’incredibile duo di danzatori e acrobati ZaMagA; Andrea Andreuzzi, che oltre ai suoi raffinati numeri, ha guidato nel suo debutto nel volteggio cosacco il giovane Patrizio Fiori. Proprio questo numero è stato dedicato da Patrizio, Andrea e Roberto Concezzi all’amazzone e volteggiatrice Serena Buonincontro che, contrariamente al programma, non ha potuto essere presente nell’arena del Dreaming, a causa di un brutto infortunio che l’ha costretta a letto ad una settimana dallo spettacolo.Ad accompagnare questi artisti, groom e collaboratori di grande professionalità, che con umiltà e dedizione si sono dedicati alla preparazione dei cavalli e delle attrezzature necessarie allo spettacolo, in modo da permette ai protagonisti di concentrarsi esclusivamente sulle loro esibizioni. Gli organizzatori sottolineano un doveroso “grazie” anche a loro: Sara Albani, Giorgio Piacenti, Andrea Barbagallo, Enny Capone, Agostino Zeppilli e Massimo di Marco.

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2009 e il suo team, Roberto Concezzi, star dell’ultimo Carnevale Romano, le amaz-zoni genovesi Sara Tomatis e Roberta Inama, pluripremia-ta in competizione di livello mondiale di monta da lavoro.E’ questo il “Dreaming of Horses”, uno spettacolo di arte equestre che ha ormai consolidato la V e presto la VI edizione, grazie a uno staff di tecnici, professionisti e appassionati che mettono in campo le proprie risorse per incantare il pubblico. Patrocinato dal Corpo Fo-restale dello Stato, dall’As-sociazione Regionale Alle-vatori e dalla Federazione Italiana Turismo Equestre, in collaborazione con il GAL Terre di Murgia, con il Co-mune di Santeramo in Colle e con la neonata Compagnia delle Murge, il Dreaming na-

sce nel 2009 dall’iniziativa dell’Associazione Cavalieri Terra della Murgia, un grup-po di giovanissimi pugliesi innamorati del proprio terri-torio e dei suoi tesori. Unico nel suo genere nel Sud Italia, Dreaming of Horses incarna il “sogno” che prende vita come un messaggio di spe-ranza in tempi difficili.A cominciare dalla prima edizione, cinque anni fa, sono stati condotti a calcare le arene pugliesi alcuni tra i più grandi artisti equestri italiani. «Fin da quella pri-ma esperienza – ha spiegato un gruppo di spettatori ormai fedelissimi - il “Dreaming of Horses” ha raggiunto il cuore della gente spingen-do i giovani organizzatori a continuare in un progetto di queste proporzioni che, ov-viamente, richiede un incre-

dibile dispendio di energie e una grande determinazione. Il risultato però è quello che seguiamo ormai da anni, che ci rallegra ogni estate e ci spinge a organizzare le nostre vacanze in Puglia».Così edizione dopo edizio-ne, l’Associazione Cavalie-ri Terra della Murgia con il suo presidente Tonia Capo-diferro, del vicepresidente e direttore artistico Cosimo Battistini, insieme al consu-lente tecnico e Horse Toutor Brunella Ranaldo e al proprio team di specialisti, ha portato “Dreaming of Horses” a cre-scere, raggiungendo notorie-tà a livello nazionale (oggi la manifestazione è annoverata tra i più importati eventi ita-liani di questo genere). Non a caso, nel 2012 ha rice-vuto tra gli altri, il patrocino della Fieracavalli di Verona,

In foto: Marco Zanotti del Duo ZaMagA durante le

prove dello spettacolo

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Le Orme dei Dinosauria garanzia dell’ottimo livel-lo qualitativo raggiunto, ma il Dreaming of Horses non è solo equitazione e nel 2010 prende avvio la sua contami-nazione: accanto ai classici numeri equestri si affiancano coreografie di danza clas-sica, contemporanea e dal 2012 raffinate performances di danza aerea eseguite da atleti di livello internaziona-le. Cavalli, musica, danza e acrobatica si mescolano e si armonizzano regalando agli spettatori emozioni che esu-lano da qualsiasi aspettativa. Attraverso la vista e l’udito si arriva alla pelle, complici le magiche serate della terra di Puglia, ed è un successo an-nunciato.Ma la fama degli artisti eque-stri protagonisti del Drea-

ming segue soltanto alla loro professionalità e all’attenzio-ne che mettono nella gestione e nella preparazione dei pro-pri compagni e amici di lavo-ro: i cavalli. «Dietro le quinte è in ogni edizione tangibile il pathos e il senso di unione e confiance che si crea tra uo-mini e cavalli – racconta uno dei Groom (addetto al benes-sere e alla pulizia del cavallo) - segno evidente di quanta complicità e fiducia esiste tra loro, fiducia conquistata basando il rapporto esclusi-vamente sul rispetto. Numeri di particolare dif-ficoltà quali la “libertà”, performances con il fuoco, “volteggi” non sarebbero rea-lizzabili se ciò non esistesse». Il messaggio a cui gli orga-nizzatori fanno riferimento è

chiaro: ogni numero non vuol essere una mera dimostrazio-ne di tecnica e bravura, bensì un segnale forte: rispettando l’”alterità”, qualunque essa sia, è possibile arricchire se stessi e il prossimo. Attra-verso la massima attenzione per la salute e il benessere dei cavalli quindi, si dira-ma il messaggio di carattere sociale che l’Associazione Cavalieri Terra della Murgia vuol lanciare: il rispetto del “diverso”, sia esso animale o umano, può portare a grandi esperienze e inimmaginabi-li ricchezze interiori.Con la V edizione intitola-ta “Stupor Mundi...Il sogno del Sovrano” l’Associa-zione ha voluto omaggiare Federico II di Svevia. Per-sonaggio carismatico, im-

In foto:Maria Agatiello del Duo ZaMagA

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Le Orme dei Dinosauri

Roberta Inama e Sara Tomatis in sella a due cavalli murgesi.

peratore dall’animo inquieto e dallo sguardo lungimirante, fu una figura determinante per lo sviluppo storico-cul-turale della Puglia. Appassio-nato cavaliere e falconiere, Federico amò la Puglia come nessun’altra terra, tanto da guadagnarsi il soprannome di “Puer Apuliae” ossia “Fan-ciullo di Puglia”. Per primo Federico notò e apprezzo le caratteristiche dei morelli cavalli che cre-scevano bradi nei brulli terri-tori della Murgia, stimandone le qualità di coraggio e resi-stenza. Amò questi cavalli forgiati dalle dure condizioni pedoclimatiche e dalla natu-ra mediante i suoi elementi, cominciando a valorizzarli e a selezionarli. Ecco dunque prendere forma il sogno di Federico, un cavallo bello e coraggioso, forte e leale che racchiudeva in se la forza degli elementi che lo aveva-no plasmato... il cavallo del Sovrano!Si è offerto così, ai suoi spettatori, rappresentato

da grandi interpreti, un Galà di eccezionale livello tecni-co e scenico, che ha rapito e affascinato il pubblico etero-geneo assiepato in entrambe le serate sulle tribune del campo L. Mele, trasformato in una location d’eccezione dal minuzioso lavoro dei tec-nici. Sempre operosi dietro le quinte, per tutta la durata della manifestazione, lo spe-cialista Horse Tutor e il suo team di consulenti tra cui il

veterinario. Un quid questo, irrinunciabile, che sottoli-nea la lungimiranza e l’at-tenzione che l’Associazio-ne Cavalieri pone in essere nell’attuazione del progetto, consolidato negli anni e che fa del Dreaming un evento all’avanguardia e al passo con i tempi. Intanto tra le scuderie si rincorrono voci sulla pros-sima edizione 2014, ma gli organizzatori mantengono il massimo riserbo sul tema e sui nomi degli artisti. «Quel che è certo - dicono gli spet-tatori a conclusione della manifestazione - è che sarà un ulteriore magia… atten-diamo già la prevendita dei biglietti!».

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Le Orme dei DinosauriSaint Vincent, Valle d’Aosta, 6 Agosto 2011Località Clapeon, nello sfondo la Valle principale delle Regione. B&B Clapeon, di Piero PersonettazFoto di Antonio Conte

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Le Orme dei Dinosauri

Alla mia richiesta l’Avvocato Donato Bellasalma, già Amministratore e Sindaco di Venosa, non nasconde una certa sorpresa, eppure è stato proprio lui ad attirare di recente la mia attenzione su uno dei maggiori social net-

work. Da settimane infatti stava postato diverse fotografie personali che lo ritraevano accanto ai maggiori punti di interesse turistico di Venosa. La congiuntura con lui è stata determinata dal lancio di questo Ma-gazine online “Le Orme dei Dinosauri” che si sta imponendo sem-pre più alla mia necessità professionale di raccogliere in queste sue colonne alcune recenti ed importanti interviste che caratterizzano questi mesi.La richiesta di affidare inizialmente i suoi pensieri ad una chat lo in-teressa subito, me ne accorgo dall’urgenza con cui risponde alle mie

Antonio Conte

In foto l’Avv. Donato Bellsama.

Venosa/ Intervista all’Avvocato Donato Bellasalma

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Le Orme dei Dinosauri

Non c’è invenzione né forzatura nella complessa ma intensa esistenza di Carlo Gesualdo, Principe di Venosa, che condivi-de i natali con Orazio, il poeta latino del “carpe diem”. A testimoniare che il madrigalista tardo rina-scimentale nasce (marzo 1566) in uno dei “Borghi più belli d’Italia” tra quelli lucani - insieme ad Ace-renza, Castelmezzano, Guardia Perticara e Pie-trapertosa - sono alcune lettere custodite presso la Biblioteca Ambrosiana di Milano. Altre epistole conservate e consultabili sempre nel capoluogo lombardo rivelano che il compositore lucano è

figlio di Fabrizio II e Gero-nima Borromeo, sorella di San Carlo Borromeo. Carlo Gesualdo ha solo 19 anni quando compone il suo primo mottetto: “Ne reminiscaris, Domine, de-licta nostra”, quasi a voler annunciare il suo futuro ed eccezionale successo. La fama dell’artista rina-scimentale si fonda sulla sua raffinatissima musica fatta di madrigali e com-ponimenti di ispirazione sacra, la cui espressione consiste in cromatismi, modulazione e armoniz-zazioni ardite, che confe-riscono alle tonalità squi-libri armonici e originali dalle altezze estreme. La produzione di Carlo Ge-sualdo può essere sud-divisa in Musica Sacra, in cui rientrano i Responsori e le Sacrae Cantiones, e in Musica Laica, che comprende i sei libri di Madrigali. Ma non c’è solo la musi-ca dietro la notorietà del compositore, il cui nome è legato anche all’assas-sinio compiuto a danno della prima moglie, Maria

d'Avalos, madre del figlio Emanuele, e dell’amante Fabrizio Carafa. Un even-to, questo, che contribui-sce a tessere la persona-lità tragica e controversa di Gesualdo, una costan-te nei suoi componimenti. Nel duplice omicidio risie-de la ragione della sua fuga a Napoli da cui suc-cessivamente raggiunge Gesualdo, in provincia di Avellino, dove rimane per circa tre anni finché non si trasferisce a Ferrara. Qui, per riscattarsi dagli errori e dalle angosce del passato, sposa Eleonora d'Este, cugina del duca Alfonso II, la quale lo ren-de padre di Alfonsino. Il principe musicista de-cide, poi, di fare ritorno a Gesualdo, nel suo ca-stello, trasformato in uno dei più importanti centri musicali del tempo e fre-quentato da appassionati e letterati. E proprio a Ge-sualdo muore l'8 settem-bre 1613 a soli 47 anni, lasciando la sua eredità musicale al mondo intero.

prime domande, e mi confermano che non ho sbagliato a proporglie-ne e dopo un poco arriva anche un collegamento telefonico.La vicinanza che offre oggi la rete è formidabile, nel 2000 lui era il Sindaco e lo intervistavo spesso per i tipi de “La Gazzetta del Mez-zogiorno”. Che formidabili stru-menti disponiamo oggi, quasi mi viene da pensare che se all’epoca ci fosse stato l’iPad e l’edizione di-gitale della “Gazzetta” così come

accade oggi, probabilmente con l’Avv. Donato Bellasalma avrem-mo potuto continuare - senza sosta - queste nostre interviste.Nelle prime l’Avv. Bellasalma conferma il suo impegno politico nel Partito Democratico di Venosa, e ricorda che ha un’esperienza da amministratore comunale nell’in-carico di Sindaco tra il 1995 ed il 1999e come consigliere comunale dal 2004 al 2007 ed poi V. Sindaco (delega all’urbanistica) dal 2007 al

In foto in alto a sinistra Gesualdo da Venosa in una

pittura.

Cenni biograficil’Avv. Donato

Bellasama è rimasto in carica

come Sindaco della Città di

Venosa da Aprile 1995 al Giugno

1999 (il primo eletto direttamen-

te dal popolo), poi segretario

cittadino dei DS dal 2000 al

2004; consigliere comunale (anche

nella Comunità montana del Vul-ture dal 2004 al 2009) dal 2007 al 2009 è stato

Vice Sindaco con delega all’Urba-

nistica.

Venosa/ I 400 della morte di Gesualdo. Scheda biografica

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2009 nella Giunta Castelgrande.Ma ecco il primo affondo: “Av-vocato ma cosa sta succeden-do a Venosa?” ed incollo un post dell’Agenzia giornalistica ANSA per spiegare meglio il mio stato d’animo ed inquadra-re la sua risposta. E’ un momento di grande confu-sione politica a Venosa. Il falli-mento della lista civica ‘Progetto Città’ ha dimostrato che i parti-ti hanno un ruolo insostituibile nella comunità, sia di controllo che di proposta. Venosa in que-sti ultimi quattro anni ha subito un arretramento politico, sociale culturale. La Giunta Tambur-riello non è stata in grado per le evidenti diatribe interne di in-terpretare i bisogni e le istanze della comunità. Quasi dieci mesi di commissariamento saranno difficili. Chiederemo alla Dotto-ressa Rosa Correale di eliminare gli sprechi, di togliere la zavorra burocratica che ha frenato l’azio-ne amministrativa e di avere un

occhio particolare per il sociale, vista l’emergenza che anche a Ve-nosa c’è in questo settore. Il PD darà pieno appoggio a queste te-matiche.Avv. Bellasalma lei dice che Ve-nosa è arretrata in questi 4 anni, non le pare che stia parlando da un punto di vista altero all’Am-

LA NOTA ANSA

“A Venosa arriva il Commis-sario Prefettizio. La decisione dopo le dimissioni del sinda-co, finora non revocate” del

30 Luglio scorso.

(ANSA) - POTENZA, 30 LUG - Il prefetto di Potenza, Antonio Nunziante, ha nominato il vice-prefetto aggiunto Rosa Corre-ale commissario del comune di Venosa, dopo le dimissioni del sindaco, non revocate entro i 20 giorni previsti dalla legge. La decisione del prefetto prelude al decreto di scioglimento del con-siglio comunale, che sara’ ema-nato dal Presidente della Repub-blica.

Vai al video dei parcheggi di Via Luigi Lavista a Venosa su Youtube

In foto in alto l’Avv. Bellasama in tuor in montanin bike tra le vie di accesso alla Città di Venosa.

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ministrazione Comunale? Da che mondo è mondo comunque ogni opposizione direbbe che l’Amministrazione comunale è arretrata, non potrebbe mica darle ragione nel ruolo di op-positore: è nel gioco delle parti, non crede? Può dunque esporre almeno un caso, un evento che secondo lei è stato, mal gestito? Oppure vi è un progetto non realizzato o non completato e che invece avrebbe dovuto e che rappresenta un particolare va-lore turistico o di servizio per i cittadini di Venosa?L’arretramento sta nel fatto che la Giunta uscente non è riuscita a portare a termine i lavori pubbli-ci programmati dalla precedente Amministrazione: per esempio possiamo citare i lavori di costru-zione del parcheggio di Via Luigi Vista, alle spalle del Castello di

“Pirro del Balzo”. Non è stato inaugurato pur essendo terminati i lavori. Il motivo sta nel fatto che l’impresa è in credito di due sta-ti di avanzamento. Ma possiamo citare anche lo stato in cui versa la pubblica illuminazione che è notevolmente peggiorata. Non solo, ma Piazza Castello è quasi al buio pur pagando con il nuovo appalto circa 33 mila euro al mese e Piazza Orazio è diventata ‘una gruviera’ per la quantità di buche nel pavimento stradale. Anche per il settore sociale non è stato fatto molto, tuttavia la Giunta Comuna-le precedente ha voluto conserva-re otto assessori e ben nove aree con i relativi costi per la cassa comunale, e parliamo di notevoli somme di denaro pubblico, somem che avrebebro potuto essere river-sate nel sociale.Alcuni giorni un turista che dice

In foto l’Incom-piuta e Chiesa della Trinità Venosa, il resti del romani del Parco Arche-ologico, la Chiesetta di San Rocco. Sulla destra porzione dell’Anfiteatro Romano. In bas-so il Cimitero Comunale. La via, dopo alcuni chilometri, collega Venosa a Spinazzola (ex statale Santa Lucia) ed alla Foggia-Matera.

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di conoscere Venosa sostene-va con post sulla mia bacheca Facebook, che l’accoglienza turistica non era sofficementeorganizzata e che i monumen-ti non erano resi fruibili total-mente, indiche che non vi fos-serosufficientipolitichelocalienazionali a sostegno di una tale risorsa di cui Venosa potrebbe ben farne vanto. Pertanto le chiedo che cosa si è fatto di importante per il set-tore del Turismo almeno negli ultimi 4 anni. Mi risulta anche che quest’anno ricada la ricor-renza del 400 anni di Gesualdo da Venosa. Come ha affrontato Venosa questa importante occa-sione? Quali le programmazioni in corso per valorizzare la Città ed inserirla nei circuiti naziona-li ed internazionali? Infine conla recente inaugurazione della

tratta di ferrovia tra la Stazione Centrale di Bari e l’Aeroporto di Palese si è pensato di creare un collegamento tra Venosa e Bari che sia più veloce sia stradale che con trasporto pubblico su gomma?Il turismo culturale è una delle risorse della nostra città. Dopo il boom degli anni ’80-’90, nei quali la ricerca, la valorizzazio-ne dei nostri giacimenti culturali è andata in crescendo, vi è stata una fase stagnante che ha por-tato ad un calo di visitatori ed a qualche problema di fruizione. Venosa rimane comunque un mu-seo all’aperto, offre l’occasione di conoscere una Città d’Arte. Vi è un problema di manutenzione e frui-zione del patrimonio storico-cul-turale-monumentale, ma vi sono anche altre istituzioni preposte che devono fare la loro parte. Quello

In foto l’ingresso della Chiesa della S.S. Trinità e all’In-compiuta di Venosa.

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Le Orme dei Dinosauridei collegamenti infrastrutturali è un problema atavico che ci por-tiamo dietro da tempo. Occorrono sinergie ed investimenti, purtroppo la congiuntura attuale non lascia ben sperare ed il nostro rimarrà ancora un turismo di nicchia. Per quanto riguarda le Celebrazioni del quarto centenario di Gesualdo vi è un comitato per le celebrazioni di emanazione regionale che sta pro-grammando proprio in questi giorni le iniziative. Vi è infatti un comitato composto da rappresentanti della Regione, del Comune ed Enti vari

ed un comitato scientifico, che il primo agosto, si è riunito nella sala consiliare di Venosa con l’impegno di determinare le iniziative gesual-diane, mi risulta fossero presenti il Consigliere Regionale Franco Mol-lica ed altri esponenti regionali. Si è vista, infine la partecipazione di tutte le associazioni locali: Corale “Gesualdo da Venosa, Avis, Prolo-co, ecc. Ma è evidente che occorre una dotazione economica consi-stente. La Regione ha già iscritto una posta nel bilancio regionale di circa 250 mila euro.

In foto l’Avv. Donato Bella-

sama presso il Tiepidarium adiacente alla

cosidetta “Casa di Orazio”.

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Le Orme dei Dinosauri

Ho spesso pensato a cosa fare per valorizzare – io che dicono abbia le competenze per farlo (a basso costo, se non proprio a zero costi

si intende) – al meglio la figura di Quinto Ora-zio Flacco, figura che, tanta vocazione letteraria produce ormai da due millenni in quello sperdu-to paese lucano, che è rimasto: Venosa, è infatti cambiata molto, dopo che la Via Appia, in qual-che modo, cessò la sua influenza sulla economia della città, e direi delle città che si trovavano sul suo percorso.Con uno scatto in avanti anni fa, era il 1997 credo, presi a scrivere di cronaca e subito dopo, molto acerbamente, di ‘Cultura e Tradizio-ni’, nella pagina “Vulture & Melfese”, come corrispondente da Venosa per la Gazzetta del Mezzogiorno, ma oggi credo che pochi lo ricor-deranno. Forse solo il Sindaco e la di lui Ammi-nistrazione Comunale, ma non per il pregio dei miei scritti o per la qualità dei miei ragionamen-ti, quanto forse per il fastidio che procuravo nel-lo scrivere di loro stessi, forse. Agivo nel nome del cittadino, quello qualunque, forse come un embrione ante litteram dei grillini di oggi: se-gno forse che questi ultimi non avrebbero tutti i torti, e che qualche cosa da poter dire vi era anche all’ora. A distanza di circa 15 anni, spero non me ne vogliano, ma agivo in preda al sacro fuoco di rivalsa cittadina, agito dal desiderio di riscatto sociale e professionale e magari spinto da certe solidarietà inedite nell’affermazione, dal basso, di un sentimento del riscatto dell’o-

nore del cittadino.Fin dalla mia infanzia più remota, almeno una volta al giorno ho sentito, pronunciato, letto o scritto il nome di Orazio. Le altre volte ho visto la sua statua, ho parcheggiato nella omonima piazza, ho seguito le indicazioni che portano a Venosa ‘Città di Orazio’, che l’Amministra-

Cultura & Società/OrazioFlaccoelasuaereditàeffimera

Antonio Conte

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Le Orme dei Dinosaurizione Comunale, in occasione del Bimillenario della Morte del Sommo Poeta del 1992, volle per orientare il turista. Altre volte ancora ho compra-to i taralli o i dolci tipici ora-ziani, mangiato le orecchiette all’oraziana, assaggiato i noti e saporiti salumi oraziani. A pranzo, specie in compagna di graditi ospiti, ho stappato una bottiglia di “Terre d’Ora-zio”, una linea di ottimo vino docg prodotto dalla Cantina di Venosa. In estate, tra i vicoli, una bella rievocazione storica romano-latina del tempo di Orazio ne ricorda gli abiti, la musica e la mescita del vino, mentre in qualche piazzetta qualche improvvisato oratore ne decanta le odi, le epistole o qualche aforisma.Quando viaggio e incontro per-sone nuove, alla domanda di dove sei, o come adesso, che vivo a Bari, mi chiedono ma di dove sei originario, rispon-do iconicamente “di Venosa”. Immancabile il contrappunto “La Città di Orazio”, segno questo, che l’Amministrazione del 1992 avrebbe ben agito nel mettere quella quantità esagera-ta di indicazioni stradali. A Ve-nosa vi è anche uno splendido Hotel Orazio con sito omonimo e, con annesso Centro Con-gressi ricavato in un bellissimo palazzo templare, sede del Balì,

appunto in piazza Baliaggio.Ma a Venosa si fa anche olio di Orazio e forse, a cercare bene, vi sarà anche una pizzeria (ma, in ogni città vi è un pub, risto-rante o altro con nome “Carpe Diem” [Da Wikipedia – Nor-malmente tradotta in “Cogli l’attimo” anche se la traduzione più appropriata sarebbe “Vivi il presente” (non pensando al futuro) è una locuzione tratta dalle Odi del poeta latino Ora-zio (Odi 1, 11, 8)]), non manca, tuttavia la Casa cosiddetta di Orazio, a due passi del Muni-cipio cittadino. Ed ancora, un Centro di Alti Studi Oraziani si è dato incarico di mantene-re viva la memoria del Poeta e della sua produzione letteraria: davvero notevole. E, non vi è carnevale che almeno un veno-sino non vesta alla romana con tunica e sandali e con frasca in una mano e fiasco nell’altra. immancabile una corona di alloro sul capo, meglio se par-zialmente spoglio. Ogni anno si celebra anche il Certamen Oraziano, si tratta di una gara di latinismo internazionale tra stu-denti liceali. Quest’anno, (arti-colo del 21 Giugno 2012) pare abbia vinto proprio un venosi-no. Non saprei dire quanto si è aspettato per un simile evento, ma è certo, che se fa notizia, non onoriamo adeguatamente il Poeta cittadino studiando la

sua lingua: il latino appunto. Ovviamente a Venosa, ma di-rei piuttosto meno male, che si ha anche un Liceo Classico, di Orazio Flacco naturalmente: è molto rinomato e prestigioso, e giustamente ai miei tempi, gli studenti erano quasi tutti degli ‘originali’ puro sangue. Ma, ora non saprei proprio. Qua e la, nel web trovo molti pezzet-ti, frasi, cenni di o su Orazio Flacco, ma credo manchi un approccio organico al monu-mento virtuale che si merite-rebbe l’illustre concittadino. In attesa che ciò avvenga, cioè che finalmente l’Amministrazione Comunale o altre si diano da fare in merito, provo a racco-gliere su questo modesto blog il grosso del materiale che trovo, non senza speranza di attirare a me, esperti che si prendano cura delle mie imperfezioni e di quelle dei testi, che nel frat-tempo magari, andrei a pubbli-care o che ne orientino infine, il mio collezionare. Lungi da me, l’idea di sostituirmi o di emulare quei professori o cul-turi esperti o qualcuno di quegli anziani “originali”, che in realtà stimo molto, io mi reputo solo un ‘rigattiere’ appassionato, un bambino con suo giocattolo, o un rude e anziano contadino lu-cano, che al pari di mio nonno, gioca con il suo nuovo e scono-sciuto iPad.

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Le Orme dei Dinosauri

La “Formazione”, lungi dall’essere un evento margi-nale o accessorio del docente, è diventata una delle dimensioni coessenziali dello status professionale degli insegnanti. L’esigenza di un’offerta formati-

va di qualità, avvertita all’inizio dell’anno scolastico con l’a-nalisi dei bisogni formativi, offre la possibilità ai docenti di muoversi verso una razionalizzazione dell’intervento forma-tivo che abbraccia tre dimensioni: dimensione individuale, cioè dei bisogni formativi riferiti alle aree costitutive della professionalità docente, quali pedagogica, didattica, gestio-ne dei processi, relazionalità, progettazione, etc; dimensione scolastica, vale a dire dei bisogni formativi dell’organizza-zione della Scuola, quali: scelta del curricolo, POF, program-mazione condivisa, BES; dimensione di sistema, cioè dei

Istruzione/ Scuola e Aggiornamento: Le dimensioni della Formazione docenti

Sonia Mollica

Nella foto in alto e a centro pagina:

Alessandro Simoncini.

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Le Orme dei Dinosauribisogni legati ai nuovi saperi, alle nuove tecnologie ed ai si-stemi valoriali.Insomma, il caso della forma-zione dei docenti è un nodo centrale nella vita della Scuo-la. Per consuetudine, essa è il luogo in cui il sapere codifi-cato viene consegnato ai gio-vani. Con il moltiplicarsi dei luoghi virtuali di conoscenza (web, chat, blog) è aumentata anche la competizione tra gli insegnanti che si trovano a confrontarsi non più solamen-te con i libri di testo ma con la vivacità, con il fascino, con la multimedialità e con l’interat-tività dei nuovi strumenti di comunicazione.Il quesito che ogni docente deve porsi è: contrastare le turbolenze innovative man-tenendo lo status del sistema tradizionale di insegnamento-apprendimento oppure ade-guarsi alle nuove tendenze culturali e tecnologiche con-servando la dignitosa missio-ne di sviluppo della riflessio-ne critica per non cadere nel disorientamento e nel crollo della consapevolezza?Questi brevi rimandi argo-mentati potrebbero sollecita-re gli insegnanti a meditare anche sulle relazioni docen-te-docenti e docente-alunni sempre più orientata verso la partecipazione empatica che

implica una costante ridefi-nizione e reinterpretazione tra i dialoganti sulla base delle sfumature dei loro vis-suti esistenziali e professio-nali.Tante sono le sfere entro cui attivare momenti formati-vi per docenti, dal versante progettuale rafforzando il settore normativo, alla di-mensione espressivo-artisti-ca, agevolando le capacità creative, alla sfera informa-tico-tecnologica privilegian-do le capacità analitiche.All’interno dell’attuale cul-tura pletorica, pertanto, si ri-schia di indebolire la comu-nicazione tra le persone che può diventare più produt-tiva, ma meno colorita; più razionale, ma meno emozio-nale. Ecco i motivi per cui è indispensabile che i docenti si preoccupino di organizza-re e pianificare un’adeguata formazione affinché siano in grado di affrontare la realtà scolastica in tutte le sue di-mensioni. Ciò comporta, da parte dei docenti, di riesaminare il proprio modo di pensare, di rielaborare il sapere e di progettare percorsi alternati-vi ed innovativi che spazino in ogni area conoscitiva in modo trasversale.

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Le Orme dei Dinosauri

«Excuse me, sir! Do you know where the station is?» Se let-ta così, chiunque riuscirebbe a tradurre questa domanda e a prepararsi per tempo una risposta appropriata, del gene-re «Of course sir. Turn left at the traffic lights and then go

straight ahead for 300 m. You’ll find it in front of you». Ma purtrop-po la realtà è un’altra quando ci si trova di fronte ad uno straniero. In questi casi quello che si capisce è tutt’altro. Il nostro orecchio percepisce qualcosa più simile a «Skiusmi s, dju no w d stesc’ns?» e quella tanto attesa domanda per cui ci eravamo già preparati una risposta che ripaga i tanti anni di studio si risolve in un silenzio stampa o per i più coraggiosi in un «Sorry, I no speak English!»Si fa un’estrema fatica a comprendere un nativo inglese. Si ha bi-sogno del proprio tempo per elaborare, tradurre e prepararsi una risposta priva di errori grammaticali. Ci vorrebbe tranquillità e concentrazione, tutte cose che vanno bene se si sta rispondendo ad un e-mail, ma che non si possono avere in un contesto giornaliero dove per esempio bisogna parlare al telefono con un cliente stranie-ro o semplicemente con i nonni che vivono in Canada.La domanda che si fanno un po’ tutti è: “perché si ha tutta questa

Formazione/ L’importanza della lingua ingleseSimona Marzella

Nella foto in alto: la Dott.ssa Simona Mar-zella, e la sua famiglia.

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Le Orme dei Dinosauridifficoltà nel capire?” Ci sono diverse cause, tutte ricollegate al nostro essere “italiani”. In-nanzitutto la TV mostra solo programmi fedelmente tradotti in lingua italiana. Per fortuna con l’avvento del digitale qual-cosa sta cambiando in meglio e si ha la possibilità di scegliere di vedere un programma in lingua originale. In secondo luogo, il metodo di insegnamento dell’in-glese nella scuola è puramente teorico, laddove invece servi-rebbe più pratica. Infine, l’in-glese si inizia a studiare troppo tardi. Ed è proprio questo punto che porta ad un’ulteriore analisi.L’esperienza insegna che quan-do si conoscono le regole gram-maticali di una lingua si fa più fatica a parlare perché si ha pau-ra di fare errori gravi, mentre non conoscendo la grammatica ci si butta, si fanno errori ma si impara dagli errori stessi e si impara più velocemente. E’ quello che succede ai bambini. L’abilità che distingue gli esseri umani dagli altri esseri viventi è proprio il linguaggio, un com-plesso sistema di codici e sim-boli che il nostro cervello è in grado di elaborare già dal dodi-cesimo giorno di vita. Per cui mi chiedo: non sarebbe meglio in-segnare l’inglese, lingua fonda-mentale per il futuro dei nostri piccoli, già sin da subito? Non a scuola, ma parlando a casa

come se stessimo insegnando loro l’italiano? I bambini fino ai 2 anni non riescono a distingue-re una lingua diversa dall’altra. Loro imparano semplicemente le parole che vengono loro inse-gnate e attribuiscono ad esse il significato che noi insegniamo loro. Per loro non ci sarebbe dif-ferenza se dicessimo “cat” inve-ce di “gatto” e se dicessimo loro “Stand up” loro si alzerebbero così come lo farebbero se dices-simo “Alzati”. Nella loro visio-ne del mondo è solo un duplice modo di dire la stessa cosa.E’ un po’ come il dialetto. I nonni per natura e tradizione tendono ad usare il dialetto preferendolo all’italiano. Capita spesso, e cre-do che molti converranno con me, di ascoltare i nonni parlare in dialetto ai loro nipotini di poco più di un anno e vedere come sor-prendemente loro capiscono tutto e rispondendo di conseguenza. Alla luce di tutto ciò si può afferma-re che l’insegnamento della lingua inglese in tenera età è fondamentale per poter ottenere un livello da adul-ti pari ad un madrelingua. Per chi invece adulto lo è già e ha studiato l’inglese così come un po’ tutti con conseguenti difficoltà di apprendi-mento, c’è bisogno di esercizio e tanta, tanta pratica. Come diceva Albert Einstein «La teoria è quando si sa tutto e niente funziona. La pratica è quando tutto funziona e nessuno sa il perché…»

Breve Curriculum

Simona Marzella, nata a Bari il 15/11/1982.

Interprete e traduttrice in lingua inglese, iscritta dal 2011

all’albo dei Periti ed Esperti, Camera di

Commercio di Bari. Laurea in Lingue e

Letterature straniere (inglese, tedesco, fran-

cese) conseguita nel 2006 presso l’Universi-

tà degli Studi di Bari. Master in Intercultural Communication conse-

guito nel 2008 presso la Stellenbosch Univer-sity, Stellenbosch, Città

del Capo, Sudafrica. Un anno di studio

presso la Eberhard Karls Universität di

Tübingen, Germania (vincitrice borsa

di studio Erasmus) (2004-2005). Dopo

aver lavorato in diversi ambiti (commerciale,

import-export, turismo, alberghiero, inse-

gnamento), dal 2011 dirige la scuola di

lingue Learn & Speak, di cui è titolare ed

insegnante di Italiano per stranieri, Inglese e Tedesco e si avvale della collaborazione di altri professionisti

per impartire lezioni di Spagnolo, Francese,

Russo, Polacco, Cinese e corsi di informatica.

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Le Orme dei Dinosauri

Venosa (PZ) 24 Agosto 2013 - Fontana Angioina. Dettaglio: il leone domina sulla testa d’Ariete. La scultura è di epoca romana. Foto di Antonio Conte

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Le Orme dei Dinosauri

“A me queste cose non interessano e non mi va di capirle!”È molto difficile continuare una le-zione di alfabetizzazione informatica, sentendosi dire, “nei denti”, queste affermazioni.Eppure ce l’ho fatta, sebbene la psico-loga, sempre presente alle mie lezio-ni, pensava che io dovessi “sbottare” da un momento all’altro, quando mi veniva detto, quasi come una sfida, “Professò, ma io non ho capito nien-te!”Sono arrivato a spiegare quattro, cin-que, sei volte, gli stessi argomenti, senza alcun cenno di “cedimento” o di nervosismo, ma, alla fine, con som-ma soddisfazione e tanta incredulità da parte di tutti, sono riuscito a far amare il pacchetto Office, in special modo il “creativo PowerPoint” a quella classe di “diversamente abi-li”, ai quali ho insegnato per circa un anno!È vero, percorrevo ogni giorno, circa duecento km tra andata e ritorno, per raggiungere la sede di insegnamento, ma avevo ben presto cominciato, gra-dualmente ma sempre più, ad essere attratto da quei ragazzi.La loro disarmante semplicità, le loro testimonianze di affetto incondizio-

nato, mi hanno fatto in qualche modo crescere; anzi, posso asserire in tutta franchezza, che mi hanno trasmesso quel “qualcosa” che mi mancava, quel “tocco di umanità” che fa vibra-re le corde del cuore e che, ironia della sorte, pur essendo io, come dicono gli altri, “normodotato”, mi hanno fat-to sentire l’unico vero “disabile” in quell’aula!Ritengo che, “erigere dei muri” tra normodotati e diversamente abili, sia un’emerita stupidaggine!!Ma chi definisce questi limiti? Come si fa ad asserire che una persona possa essere o meno “normodotato” ?Per esempio… io non so andare in bici...A questo punto, a differenza della quasi totalità della gente, dovrei essere considerato un “diversamente abile”?La “vera verità” è che, la diversità è “partorita” esclusivamente da barrie-re imposte dall’ignoranza umana!Anche se qui non stiamo disquisendo in merito a “Tabelle Pivot” o “Stam-pa Unione”, mi sento comunque in dovere di dire grazie a “quei ragaz-zi”, per avermi insegnato tante cose che ignoravo!Ciao Amici miei, con affetto, il Vostro affezionato “allievo”.

Formazione/ InformaticaLa diversità non esiste

Filippo Favia

In foto: Filippo Favia

FILIPPO FAVIA (Bari S.Spirito

1961), comincia ad appassionarsi ben

presto di elettronica hardware

in pratica - ci spiega - dalle Scuole Elementari, e poi, in

seguito, si specializza in Telecomunicazioni.

Il mercato del lavoro, però, lo porta ad

addentrarsi, sempre più, nel mondo informatico

e dopoaver conseguito

delle Certificazioni Informatiche, vive l’esperienza come docente in corsi di

informatica, destinati anche a diversamente

abili.Si interessa anche di

fotografia, grafica, multimedialità e post-

produzione video.

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Le Orme dei Dinosauri

Questo piatto fa parte dell’antica tradizione gastronomica del-la Basilicata, infatti l’ingrediente principale di questo piatto, “la salsiccia lucana”, ha origini antichissime e viene citata per la sua prelibatezza già negli antichi scritti del poeta latino Quinto Orazio Flacco, nativo di Venosa, comune in provincia di Potenza.La classica salsiccia è preparata lavorando carne di maiale, tritata con la tecnica detta “a punta di coltello” e, condita con sale, semi di finocchio, pepe e polvere di peperoncino piccante o la variante dolce con polvere di peperone e poi insaccata in un budello naturale di maiale.Questo piatto è diventato il mio “preferito” da quando un giorno di pasquetta di diversi anni fa, ho avuto modo di ap-prezzarne il gusto e a tutt’oggi è il mio “cavallo di battaglia”

Gastronomia: “A cena da Eli”Venosa/ Pasta all’Oraziana

Elisabetta Ciccolella

Nella foto in alto Elisabetta Ciccolella cura il blog gastrono-mico “A Cena da Eli”http://acenadaeli.blogspot.it

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Le Orme dei DinosauriIn foto l’Abbazio

dell’Incompiuta di Venosa.

In basso la foto della statua del poeta

latino Orazio Flacco (a.C. 65-8 a.C.) nato

in Venosa

e, proposto ai miei ospiti, ri-scontra sempre pareri favore-voli.

Ingredienti per 4 persone• Cavatelli, orecchiette e

strascinati • 350 gr. di salsiccia lucana

a “punta di coltello”• conserva di pomodoro

meglio se fatta in casa• fiordilatte• vino• cipolla • olio• pecorino lucano• peperoncino piccante

In una pentola preferibilmen-te di terracotta, far soffriggere la cipolla tritata con due cuc-chiai di olio.Sbudellare la salsiccia, divi-derla in pezzi e farla rosolare nel trito di cipolla, poi aggiun-gere mezzo bicchiere di vino e lasciare cuocere a fuoco dol-ce. A metà cottura aggiungere la conserva di pomodoro e ulti-mare la cottura.Nella ricetta ho volutamente omesso il sale, poichè la sal-

siccia è abbastanza saporita, se si usa anche la conserva fatta in casa, il sale può anche non essere aggiunto. Tutto di-pende dal gusto personale ed in ogni caso conviene sempre assaggiare prima di aggiunge-re il sale. Nel frattempo lessiamo la pa-sta fresca, che la tradizione vuole sia di tre formati diffe-renti quali i cavatelli, le orec-chiette e gli strascinati.In una pirofila da portata ta-gliamo grossolanamente la mozzarella versiamo su un paio di mestoli di sugo alla salsiccia. Dopo aver scolato e versato la pasta nella piro-fila, condirla con abbondante sugo e formaggio e mantecare il tutto. Impiattare e se si desidera al-tro sugo, pecorino e una pun-ta di peperoncino piccante.Ovviamente, questo piatto dovrà essere accompagnato da un buon vino rosso e cor-poso che per rimanere in tema di tradizione lucana altri non può essere che l’ottimo Aglia-nico del Vulture.

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Le Orme dei Dinosauri

RADUNO LUCANI DI BARI

Sei LUCANO?Organizziamo una cena? Contattaci, passa da Gianni e lascia un tuo recapitoI RADUNO ENO-GASTRONOMICO dei LUCANI in BARI

Basilicata/ I Laghi di Monticchio, del Monte Vulture

ContattiAntonio Conte

Cell. [email protected]

facebook.com/antonio.conteTwitter: @antonioconte67

Gianni GiansantiPresso la sua Autofficina

Bari, Via Glomerelli, 11/ETel. 080-574.20.88 - FAX 080-527.69.13

Cell. 333.3915937

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Le Orme dei DinosauriRocco Giansanti, prima di tutto rionerese. Vero puro sangue, non dimentica, tenace e convinto lucano cerca il lato migliore negli amici con battute fulminanti. La sua radice è nelle terre del Vulcano, il Monte Vulture, che sembra non si sia MAI SPENTO per lui. Artigiano delle auto. Con il fratello Gianni, ha una magnifica officina a Bari in via Glomererlli, 11/E. Hobby - autoscontro con la figlia. Vanno bene anche le giostre, ma solo quelle alla “Looney Tunes”.

Gianni Giansanti, arnaurese DOCG e basta. Infatti, si dice in giro che beva solo Aglianico del Vulture. Abbia-mo provato a spiegargli che ora vive a Bari, ma non c’è nulla da fare. Pensa che la regione Basilicata si sia allar-gata e Bari sia in realtà una provincia lucana. E’ il terzo della combriccola che sta cercando di aggregare un folto numero di lucani per conquistare la Puglia. Artigiano delle auto, con una splendida officina a Bari non di-prezza la bicicletta con la quale attraversa tutta l’Italia. Lo trovare in orario officina in Via Glomerelli 11/E per la vostra disposizione per informazioni sull’iscrizione al prossimo raduno lucano. Il telefono? Lo trovate da qual-che parte in queste pagine.

Donato Di Battista - Irriducibile e appassionato culture delle radici vulcaniche. Dei quattro è quello che ha con-servato meglio il vocabolario in vernacolo. Rionero in Vulture è infatti il suo pallino. La cultura dell’accoglien-za lucana il suo tema portante. Pronunzia il nome della sua città ogni 10 parole e ogni 50 la dice in rigoroso dia-letto: la doppia “erre” in Rionero lo aiuta molto. La esi-bisce soprattutto nel dialetto: la rotola orgogliosamente. Inutile dire che è uno tra i più appassionati del “panino con la frittata”, e tormenta i fratelli lucani da tempo per un raduno culinario. E’ terzo dei rioneresi della nascente comunità, ma primo per simpatia. Vive a Bari da una vita, ma ha percorso più chilometri a Rionero che a Bari. Hobby - La chitarra la dice lunga sulla sua voglia di di-verstirsi con i canti popolari ovviamente in rigoro ver-nacolo.

Contattaci, ci divertiremo insieme!

Cerca anche la pagine FacebookLucani nel Mondo

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Le Orme dei Dinosauri

PROGETTI DI COMUNICAZIONE - SITI WEB - UFFICIO STAMPA AZIEDALI - CAMPAGNE DI COMUNICAZIONE

Bari, 30 Agosto 2013

Oggetto: La comunicazione web Aziendale ,Professionale ,Politica o Associativa.

Gentile Lettore,le recenti mode, i nuovi costumi tecnologici, nonchè le ultime normative impongono agli attori del mondo Economico, Politicio e Associativo di dotarsi un sito web adatto alla pub-blicazione di contenuti istituzionali e infomativi.Le mie competenze nell’uso delle tecnologie e alle tecniche della comunicazione mi pro-muovono come consulente ideale per implementeare un tuo moderno sistema di comuni-cazione di massa, ovvero del tipo “uno a uno” e “uno a molti“ anche collegato ai Social Network.Opzionalmente si può aggiungere un’adeguata formazione percerchie di utenti nei casi di comunicazioni interena-esterna, con una lezione mensile per tutto l’anno di riferimento.

Al seguente link troverete altre informazioni utili ad inquadrare meglio la serie di concetti le-gati al dover fare comunicazione nel web: in caso in specie ci riferiamo al settore Istruzione.Non esistate a contattarmi per maggiori informazioni.

Antonio Conte,@antonioconte67

Allegato:• Link di approfondimento

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Le Orme dei Dinosauri

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Le Orme dei Dinosauri

I blog e i magazine online non sono soggetti all’ob-bligo di registrazione

delle testate e pertanto non può essere loro contestato il reato di stampa clandestina. Questa la motivazione alla base della decisione della Cassazione che conclude l’i-ter giudiziario di Carlo Ruta, giornalista e storico siciliano fondatore del blog “Accade in Sicilia”.La vicenda giudiziaria di Ruta è iniziata nel 2008 quando il giornalista è stato condannato dal Tribunale di Modica per aver intrapre-so la pubblicazione del suo blog senza aver richiesto l’autorizzazione del tribu-nale competente, come pre-scritto dall’art.5 della legge 8 febbraio 1948, n.47 (legge stampa), un’omissione che gli è valsa la condanna per il reato di stampa clandestina (art.16).La pronuncia del Tribunale di Modica è stata poi con-fermata nel 2011 dalla Corte d’appello di Catania.

Durante i due procedimen-ti la difesa aveva sostenuto invano che il blog non fos-se equiparabile a una testata giornalistica, in quanto da ri-tenersi un semplice strumen-to di documentazione, sulla base anche del fatto che non è aggiornato regolarmente.L’esito del ricorso in Cas-sazione, intrapreso da Ruta nonostante l’ormai prossi-ma prescrizione del reato, è stato atteso con apprensione dai difensori dei diritti dei cittadini in rete. La confer-ma delle precedenti sentenze avrebbe rappresentato l’in-troduzione di un anacronisti-co obbligo di legge per tutti i blog italiani, un appesanti-mento burocratico che reali-sticamente avrebbe portato molti siti alla chiusura.Con sentenza n.23230, la Terza sezione penale del-la Corte di Cassazione ha ribaltato le precedenti pro-nunce sostenendo che la definizione giuridica di un prodotto stampa prevede due condizioni non soddisfatte

Diritto & Web/ Cassazione: il giornale telematico non è equiparabile a stampa

Studio Legale Finocchiaro

Abbiamo preferito non scrivere noi un

articolo su questo delicato tema, tutta-

via ci sembra appro-priato. Si ringrazia

lo Studio Legale Finocchiaro per la

gentile concessione

www.blogstudiole-galefinocchiaro.it

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Le Orme dei Dinosauridal giornale telematico: un’attività di riproduzio-ne tipografica e la desti-nazione alla pubblica-zione del risultato di tale attività.Secondo il giudice, nem-meno le più moderne di-sposizioni sulla registra-zione delle testate online sono applicabili al blog di Ruta. La legge 7 marzo 2001, n. 62 (inerente alla disciplina sull’Editoria e sui prodotti editoriali, con modifiche alla l. 5 agosto 1981, n. 416) che ha introdotto la registra-zione dei giornali online, specifica che l’obbligo va espletato soltanto per ragioni amministrative ed esclusivamente ai fini della possibilità di usu-fruire delle provvidenze economiche previste per l’editoria.Questa limitazione è sta-ta inoltre ribadita dalla successiva normativa di cui al d.lgs. 9 aprile 2003, n. 70, che espli-citamente ha prescritto che la registrazione della testata editoriale telema-tica è obbligatoria esclu-sivamente per le attività per le quali i prestatori di servizio intendono av-valersi delle opportunità

di accesso a contributi pubblici.Com’è evidente, si tratta di una decisione di am-pia portata perché sanci-sce che non solo i blog, ma nemmeno le testate giornalistiche online sono soggette all’obbli-go di registrazione se non hanno intenzione di accedere a contributi pubblici.È però necessario spe-cificare che dopo questa sentenza della Cassazio-ne, è entrata in vigore una nuova norma che pone una limitazione alla facoltà di non regi-strare le testate presso i tribunali di competenza.Si tratta della legge 16 luglio 2012, n. 103 “Conversione, con mo-dificazioni, del decreto-legge 18 maggio 2012, n. 63, recante disposizioni urgenti in materia di ri-ordino dei contributi alle imprese editrici, nonché di vendita della stampa quotidiana e periodica e di pubblicità, istituzio-nale” che prevede che “Le testate periodiche realizzate unicamente su supporto informatico e diffuse unicamente per via telematica ovvero on

line, i cui editori non ab-biano fatto domanda di provvidenze, contributi o agevolazioni pubbli-che e che conseguano ricavi annui da attività editoriale non superio-ri a 100.000 euro, non sono soggette agli obbli-ghi stabiliti dall’articolo 5 della legge 8 febbraio 1948, n. 47, dall’artico-lo 1 della legge 5 ago-sto 1981, n. 416, e suc-cessive modificazioni, e dall’articolo 16 della legge 7 marzo 2001, n. 62, e ad esse non si ap-plicano le disposizio-ni di cui alla delibera dell’Autorità per le ga-ranzie nelle comunica-zioni n. 666/08/CONS del 26 novembre 2008, e successive modifica-zioni”.Stando a quento prescrit-to dalla nuova legge, quindi, rimane legittimo l’esonero dall’obbligo di registrazione per tut-ti i blog e i giornali che non intendano accedere a finanziamenti pubblici a condizione che il rica-vo derivante dall’attività della testata online non superi i 100.000 euro annuali.

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