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Periodico di idee, informazione e cultura del Collegio IPASVI di Roma N°1 EDITORIALE Fare... non solo dire Comparazione delle complicanze/effetti avversi tra introduzio- ne oro-tracheale vs rino-tracheale: revisione della letteratura Leadership e motivazione: due facce della stessa medaglia nel management infermieristico Relazione Assemblea iscritti 2008 Troppi imboscati: gli infermieri si ribellano Anno XVIII - N. 1 - gennaio/marzo 2008 - Tariffa Associazioni Senza Fini di Lucro. Poste italiane SpA - Spedizione in abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. in. L. 27/02/2004 n°46) art.1. comma2. DCB Roma

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Periodico di idee, informazione e cultura del Collegio IPASVI di Roma 60 Il Collegio IPASVI di Roma ottiene la certificazione ISO 9001 Promossi in qualità 10 QALYs: aspettativa di vita, in anni, di una persona aggiustati per la qualità di vita. 22 Utilizzazione delle diagnosi secondo la classificazione Nanda ed il Modello NIC/NOC, nell’ospedale S. Giovanni Calibita, Fatebenefratelli 16 Leadership e motivazione: due facce della stessa medaglia nel management infermieristico

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Periodico di idee, informazione e cultura del Collegio IPASVI di Roma

N°1

EDITORIALEFare...non solo dire

Comparazione dellecomplicanze/effettiavversi tra introduzio-ne oro-tracheale vsrino-tracheale:revisione dellaletteratura

Leadership emotivazione: duefacce della stessamedaglia nelmanagementinfermieristico

RelazioneAssemblea iscritti2008

Troppi imboscati:gli infermierisi ribellano

Anno XVIII - N. 1 - gennaio/marzo 2008 - Tariffa Associazioni Senza Fini di Lucro. Poste italiane SpA - Spedizione in abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. in. L. 27/02/2004 n°46) art.1. comma2. DCB Roma

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Organo Ufficiale di Stampa del Collegio IPASVI di Roma

Direzione - Redazione - AmministrazioneViale Giulio Cesare, 78 - 00192 ROMATel. 06.37511597 - Fax 06.45437034

Direttore responsabileGennaro Rocco

Segreteria di redazioneNicola Barbato, Stefano Casciato, Mario Esposito, Matilde Napolano, Carlo Turci

Comitato di redazioneBertilla Cipolloni, Rodolfo Cotichini, Maurizio Fiorda, Maria Vittoria Pepe, Francesca Premoselli, Maria Grazia Proietti, Ausilia M.L. Pulimeno, Emanuela Tiozzo, Marco Tosini.

Rivista trimestraleTariffa Associazioni Senza Fini di Lucro: Poste Italiane S.p.A.Spedizione in abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. in. L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB RomaAutorizzazione del Tribunale di Roma n. 90 del 09/02/1990Anno XVIII - N. 1 - GENNAIO-MARZO 2008

FOTO: MARIO ESPOSITO

STAMPA: GEMMAGRAF EDITORE00171 Roma - Via Tor de’ Schiavi, 227Tel. 06 24416888 - Fax 06 24408006e-mail: [email protected]

Finito di stampare: giugno 2008

Tiratura: 28.000 copie

“Infermiere Oggi” pubblica articoli inediti di interesse infermieristico, previa ap-provazione del Comitato di Redazione. L’articolo è sotto la responsabilità dell’Autoreo degli Autori, che devono dichiarare: nome, cognome, qualifica professionale,ente di appartenenza, recapito postale e telefonico. Il contenuto non riflette ne-cessariamente le opinioni del Comitato di Redazione e dei Consigli Direttivi.Quando il contenuto esprime o può coinvolgere la responsabilità di un Ente, oquando gli Autori parlano a suo nome, dovrà essere fornita anche l’autorizzazio-ne dei rispettivi responsabili.Il testo deve essere il più conciso possibile, compatibilmente con la chiarezza diesposizione. Le bozze verranno corrette in redazione. I lavori non richiesti e nonpubblicati non verranno restituiti.Le citazioni bibliografiche devono essere strettamente pertinenti e riferirsi a tut-ti gli Autori citati nel testo.Le citazioni da periodici devono comprendere: il cognome e l’iniziale del nomedell’Autore o dei primi due Autori, nel caso di più di due Autori, verrà indicato ilnome del primo, seguito da “et al”; il titolo originale dell’articolo, il titolo del pe-riodico; l’anno di pubblicazione, il numero del volume, il numero della pagina ini-ziale.Le citazioni di libri comprendono: il cognome e l’iniziale del nome degli Autori, iltitolo del libro (eventualmente il numero del volume e della pagina, se la citazio-ne si riferisce ad un passo particolare), l’editore, il luogo e l’anno di pubblicazio-ne. Gli Autori che desiderano la riserva di un certo numero di copie del numerocontenente il loro articolo, devono farne richiesta esplicita al momento dell’inviodel testo.Tutto il materiale deve essere spedito o recapitato al Collegio IPASVI di Roma,Viale Giulio Cesare, 78 - 00192 Roma.

S O M M A R I O

EDITORIALE1 Fare... non solo dire

di Gennaro Rocco

3 Comparazione delle complicanze/effetti avversi tra introduzioneoro-tracheale vs rino-tracheale: revisione della letteraturadi Massimo Giordani

10 QALYs: aspettativa di vita, in anni, di una persona aggiustatiper la qualità di vita.di U. Tulli, E. Valeri

16 Leadership e motivazione: due facce della stessa medaglianel management infermieristicodi Rosita Perin e Leda De Santis

20 La comunità terapeuticadi Paolo Tarantino

22 Utilizzazione delle diagnosi secondo la classificazione Nandaed il Modello NIC/NOC, nell’ospedale S. Giovanni Calibita,Fatebenefratellidi Elisabetta Forti, Alessia Manteo

26 La cartella infermieristica e informatizzata proposta di unprogetto nei servizi ambulatoriali di medicina internadi Laura Sabatino

32 La dignità e il rispetto per la dignità due valori fondamentalinella pratica infermieristicadi Alessandro Stievano

FOCUS ASSEMBLEA ANNUALE DEGLI ISCRITTI 2008 “RELAZIONE DEL PRESIDENTE”

40 Relazione Assemblea iscritti 2008

58 Toppi imboscati: gli infermieri si ribellano

L’ANGOLO DEI MEDIA59 Non che ci meravigli più di tanto

60 Il Collegio IPASVI di Roma ottiene la certificazione ISO 9001Promossi in qualità

L’AVVOCATO DICE 64 Commento all’ordinanza del Tribunale di Moltepulciano

di Alessandro Cuggiani

65 SAPERE INFERMIERISTICOIII Conferenza Internazionale del Sapere Infermieristico

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Con sé il nuovo Parlamento porta un fardello pesante di coseda fare. Fare, appunto, non solo dire. Agli infermieri nonbastano più gli impegni o le solite promesse. E’ una richiestaforte, perentoria. E ha dalla sua l’interesse generale, lasicurezza dei cittadini, il diritto stesso a un’assistenza diqualità.Con la precedente Legislatura sono cadute molte importantiistanze avanzate inutilmente dagli infermieri e da altreprofessioni sanitarie. Ci siamo battuti con determinazione supiù fronti. Se alcuni (da ultimo la nuova disciplina che regolal’accesso alla Dirigenza) ci hanno fruttato qualchesoddisfazione, altri (come la riforma degli Ordini professionali)sono rimasti aperti, appesantiti peraltro da sentimenti dicocente delusione.Restano irrisolte questioni di importanza capitale. Gliinfermieri e tutte le figure sanitarie che operanoquotidianamente per l’interesse dei cittadini chiedono allenuove Camere e al nuovo Governo di affrontarle con celerità edecisione.La realtà che la sanità nazionale vive ogni giorno impone atutti uno scatto in avanti. Un passo che gli infermieri hanno giàcompiuto, continuando a sobbarcarsi condizioni di lavoro che inmolte realtà non sono più accettabili. La “questioneinfermieristica” deve essere inquadrata come tale e vaaffrontata con determinazione e con scelte coraggiose.Tutti gli studi del mondo hanno dimostrato che non solo laqualità dei servizi sanitari ma la stessa sicurezza dei pazientimigliorano sensibilmente quando c’è un adeguato numero diinfermieri.Da noi la carenza di infermieri ha ormai superato ogni livello diguardia e peggiora di anno in anno. Solo nel Lazio mancanoalmeno 4 mila infermieri. In Italia abbiamo 5,4 infermieri ognimille abitanti, l’Irlanda ne ha 14, la Gran Bretagna 12 el’Unione Europea fissa il rapporto minimo a 9 infermieri permille abitanti. La corda è già tesissima, se non si correrà subitoai ripari presto si spezzerà. Bisogna agire con la massima

urgenza per scongiurare la chiusura dei molti servizi e repartiridotti sull’orlo del collasso. Per arginare questo disastro laFederazione IPASVI chiede di attivare ogni anno circa 23.000nuovi posti nei corsi di Laurea in Infermieristica: ne vengonomessi a bando invece non più di 14.000. Si capisce subito checon questo trend non si va verso una soluzione del problemama verso un peggioramento. Ma c’è un altro paradosso: ilblocco delle assunzioni penalizza anche i pochi infermieri chesi laureano costringendoli al precariato o comunque a ritardinel reclutamento che appaiono inconcepibili.Il Parlamento, il nuovo governo, le Regioni al di là delleposizioni politiche, sono chiamati a compiere scelte chiare,efficaci e risolutive e devono finanziarle adeguatamente.L’imperativo è rinforzare gli organici ma anche rendere laprofessione infermieristica più attrattiva per i giovani,garantendole l’indispensabile ricambio generazionale.Lo sblocco immediato delle assunzioni ha la priorità assolutama serve anche un deciso cambio di rotta sulla questionesalariale e sulle carriere con l’adozione di percorsi in grado digenerare ricadute positive su chi lavora già e che avvicinino igiovani alla professione. Al riconoscimento legislativo diprofessione intellettuale non corrispondono ancora condizionicontrattuali ed economiche adeguate. Con la loro crescita gliinfermieri si sono sobbarcati nuovi oneri e grandiresponsabilità. E’ doveroso riconoscere questo anche nellaretribuzione.La riforma degli Ordini professionali è un’altra esigenzastringente per tutti noi. Non è solo una questione di dignitàprofessionale. E’ per noi essenziale sentirci considerati a tuttigli effetti per ciò che siamo: protagonisti assolutidell’assistenza, artefici di una professione moderna, incostante evoluzione. Nella precedente Legislatura il Governonon ha mantenuto fede agli impegni che ripetutamente avevapreso con gli infermieri. Ha lasciato che la delega assegnataglidal Parlamento per trasformare i Collegi in Ordini e istituire inuovi Ordini professionali per le figure sanitarie che ancora ne

Fare...non solo dire

di Gennaro Rocco

E D I T O R I A L E

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sono prive scadesse inutilmente. Si è così perso oltre un annoper l’effettiva applicazione di una legge approvata peraltro inmodo bipartisan da entrambe le Camere. Al nuovo Esecutivochiediamo di riprendere l’iter da dove si interrotto e, senzaulteriori indugi, dare applicazione alla legge.Alle forze politiche chiediamo di concepire una Leggefinanziaria di svolta per il 2009. Con il contributo di tutti si puòvoltare pagina, investire davvero sui servizi per renderlicapillari ed efficaci sul territorio. L’incremento repentino dellapopolazione anziana che pone l’Italia fra i Paesi più “vecchi” almondo impone questa come una scelta obbligata. Investiresull’assistenza domiciliare e territoriale vuol dire ristrutturarealla base una spesa sanitaria oggi troppo sbilanciata suiricoveri, oberata da prestazioni improprie e assurdediseconomie.E’ perciò necessario incrementare la rete dei servizi diassistenza, oggi ancora scarsa e mal distribuita sul territorio,affidandone la guida agli infermieri. Così del resto avviene damolti anni (e con ottimi risultati) nei Paesi a sanità avanzata.Ruolo e competenze che gli infermieri debbono poteresercitare anche nei campi, altrettanto strategici per la salute,della prevenzione e dell’educazione sanitaria. Inoltre vannoattivati concretamente in tutte le strutture i Dipartimentiinfermieristici come chiave di volta per archiviare modelliorganizzativi obsoleti e penalizzanti.Vanno rivisti i modelli organizzativi dei nostri ospedali. La loroorganizzazione per intensità di cura o per complessitàassistenziale risponde certamente meglio alle nuove esigenzedel sistema sanitario. La continuità delle cure e lo sviluppo di

una rete di servizi integrati alternativi ai ricoveri devonodiventare realtà e non più “solo progetti”. Ci si aspetta inoltreuna moralizzazione della sanità con la valorizzazione ed ilriconoscimento delle competenze e delle capacitàprofessionali. Va applicata finalmente la legge 43/06 cheprevede oltre alla carriera manageriale anche la carrieraclinica legata al possesso di specifici master e va riconosciutoanche agli infermieri l’esercizio della libera professione intramoenia.Altra nota dolente è la ancora troppo esigua presenzadegli infermieri negli organici dell’Università: deve aumentaresensibilmente il numero dei docenti-infermieri nei corsi dilaurea, ampliando i posti destinati a ricercatori, professoriordinari e associati. C’è infine il capitolo dell’Ecm. Il nuovo programma appenaavviato deve realmente rispondere ai bisogni di aggiornamentoprofessionale e le ore che i professionisti gli dedicano vannoriconosciute come ore effettive di lavoro.Questo succinto memorandum che sottoponiamo alla politicaed al nuovo governo in particolare, ripropone istanze che datempo gli infermieri rilanciano, il più delle volte inascoltati. Mail tempo degli impegni è scaduto. Ora ci aspettiamoconcretezza. Ci auguriamo che in questa nuova Legislatura ildialogo con le istituzioni sia costante e che, a tutti i livelli incui si articola la complicata macchina sanitaria italiana, gliorgani rappresentativi della professione siano coinvolti eascoltati, come troppo spesso non è stato. Restiamo vigili. Enon faremo sconti.

E D I T O R I A L E

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Comparazione delle complicanze/effettiavversi tra introduzione oro-tracheale vsrino-tracheale: revisione della letteraturadi Massimo Giordani

LINTRODUZIONE

L’intubazione endotracheale8 costituisceun elemento fondamentale della praticaclinica in ambitoanestesiologico/rianimatorio enell’emergenza/urgenza, ed ha comescopo l’inserimento di un tubo perrealizzare una diretta connessione tra levie aeree e l’aria ambiente. L’estremitàprossimale del tubo resterà al di fuoridelle vie respiratorie e sarà accessibilea livello orale o nasale, da qui duetecniche di intubazione: oro-tracheale(dalla bocca) e rino-tracheale (dal naso).Scopi dell’intubazione sono:1) Pervietà delle vie aeree;2) Isolare le via respiratoria da quella

digestiva (prevenendo l’inalazione);3) Consentire la ventilazione sia

spontanea che artificiale;4) Toilette delle secrezioni tracheo-

bronchiali.L’intubazione tracheale è realizzata incondizioni elettive (routine operatoria) esoprattutto in ambito rianimatorio, aseguito di emergenza o di urgenza, persuperare un grave deficit delle funzionivitali. Gli inconvenienti da essaderivate, pur in mani esperte, possonoessere numerosissime e legate allametodica di esecuzione delle duetecniche e di nursing. L’introduzione deltubo crea inoltre nuove condizionifisiologiche a livello delle vie aeree,alterando il riscaldamento el’umidificazione dei gas inspirati e didrenaggio delle secrezioni tracheo-bronchiali, quindi, la sorveglianza delpaziente intubato deve essereconstante e attenta per rilevare

qualsiasi segno di complicazione. Da qui nasce lo spunto per questarevisione della letteratura, che hamesso in rassegna qualsiasi tipo distudio attualmente disponibile: studiinfermieristici, studi descrittivi,revisioni sistematiche, inchieste,sperimentazioni cliniche, RCT, ecc,riguardanti l’intubazione oro-trachealee rino-tracheale, cercando di mettere inrassegna una lista dicomplicanze/effetti avversiconseguenza di queste pratiche clinichericavandole dalla letteratura consultata.Nell’intubazione, l’infermiere puòintubare solo in casi di emergenza e sesussistono le competenze del singolooperatore (corso d’addestramento e

presenza di protocolli operativi), e il piùdelle volte egli non ricopre un ruoloprimario nell’introduzione del tubo,perchè assiste il medico nella praticaclinica, tuttavia dopo l’intubazione ilruolo infermieristico è maggiore, inquanto la sorveglianza del malato e lamanutenzione del tubo è di suapertinenza, pertanto solo un infermiereattento, può rilevare precocemente lecomplicanze tipiche e atipicheconseguenza dell’intubazione. Scopo diquesta ricerca è quindi la stesura e ilconfronto tra le complicanze/effettiavversi di queste due tecniche diintubazione, per estrapolare infineconsigli pratici per la professioneinfermieristica.

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MATERIALE E METODI

La ricerca del materiale bibliografico èstata effettuata nel mese di marzo 2007presso tre principali banche datiattualmente disponibili, quali:PUBMED, CINAHL e COCHRANE, iltutto integrato con articoli pubblicati suinternet e libri in commercio, inqualsiasi lingua. Per limitare la ricerca e per avere laletteratura più aggiornata possibile,sono stati utilizzati dei limiti temporaliper la ricerca bibliografica, ovvero dal2002 al 2007 (ultimi 5 anni circa), daricercare su tutta la letteratura medico-infermieristica che riguardassel’argomento trattato. Per mirare la ricerca nelle banche dati,sono state utilizzate delle parole chiavi,combinate tra loro attraverso glioperatori booleani “and” e “or”,risultando così due stringhe di ricercainserite poi in tutti i database pereffettuare la revisione della letteratura. Riassumendo, le parole chiavi utilizzatesono state: “intubation”,“intratracheal”, “adverse effects”,”complication”, “mouth” e “nose”.Queste ultime due parole chiavi si sonorivelate l’unico modo per distinguere laletteratura dell’intubazione rino-tracheale (nose) da quella oro-tracheale(mouth), anche se spesso alcuni articolierono presenti in entrambe le ricerche,quindi solo attraverso un’attenta letturadegli studi si è potuto effettuare unadivisione più accurata. Stringhe di ricerca utilizzate perPUBMED:1) (“Intubation, Intratracheal/adverse

effects”[MeSH] OR “Intubation,Intratracheal/complication” [MeSH])AND “Mouth” [MeSH] Limits :Publication Date from 2002 to 2007.

Articoli trovati: 46. Articoli pertinenti: 3(inerenti però l’oro e la rino-intubazione).

2) (“Intubation, Intratracheal/adverseeffects”[MeSH] OR “Intubation,Intratracheal/complication” [MeSH])AND “Nose” [MeSH] Limits :Publication Date from 2002 to 2007.

Articoli trovati: 30. Articoli pertinenti: 7(inerenti solo la rino-intubazione).Per il CINAHL le stringhe di ricercaerano simili tuttavia sono adattate alla

piattaforma di ricerca EBSCO, stessacosa per COCHRANE, dove però si èutilizzato OVID.Articoli trovati in CINAHL tramiteEBSCO: 9. Pertinenti l’intubazione oro-tracheale: 1, mentre per l’intubazionerino-tracheale: 2. Articoli trovati in COCHRANE tramiteOVID: 43. Pertinenti l’intubazione oro-tracheale: 2, inerenti l’intubazione rino-tracheale: 1, infine un articolo cheriguardava entrambe le intubazioni.In internet sono stati trovati tre articoli,più un ultimo su un libro infermieristico(del 1993, usato come spunto per laricerca), che trattavano entrambe letecniche di intubazione prese in esame.Bibliografia totale composta da 21articoli, di cui inerente l’intubazioneoro-tracheale: 3, inerente l’intubazionerino-tracheale: 10, ed infine riguardantientrambe le tecniche di intubazione: 8.Ho riscontrato varie difficoltà nelreperire la bibliografia in quanto:Esiste molta letteratura inerentel’intubazione, ma per quanto riguardanole complicanze/effetti avversi, non cisono ricerche che confrontano le duetecniche mettendone a confronto soloquesto aspetto, tuttavia esiste solo unaricerca9 che rapporta i due tipi diintubazione, ma solo in modo generico,quindi alla fine è stato necessariorevisionare gli articoli per trovare solol’aspetto delle complicanze/effettiavversi per me interessanti;Spesso più abstract corrispondevanoallo stesso articolo;La letteratura inerente le complicanzedell’intubazione oro-tracheale rispettola tecnica rino-tracheale non è statafacile da estrapolare dagli studi;Molti articoli sono di pertinenza medicainerenti l’anestesiologia, piuttosto cheinfermieristici e sono sempre scritti inlingua straniera (soprattutto inspagnolo e in inglese) ed hannonecessitato di una traduzione.

ANALISI DELLA RICERCA

Gli articoli presi in considerazione, peressere inclusi della revisione dellaletteratura dovevano rispondere a varicriteri affinché avessero pertinenza conla ricerca, qui sotto elencati:

1) Articoli riguardanti l’intubazione oro-tracheale, complicanze/effettiavversi;

2) Articoli riguardanti l’intubazionerino-tracheale, complicanze/effettiavversi;

3) Articoli riguardanti lecomplicanze/effetti avversidell’intubazione oro-trachealerispetto l’intubazione rino-tracheale.

Una volta selezionati i tre gruppi diarticoli, venivano scartati ulteriormentetutti quelli che avevano come oggettodi studio l’intubazione difficoltoseeffettuate con il fibroscopio, o chetrattavano studi in età pediatrica.Questi due ultimi limiti sono statiintrodotti successivamente in quanto laricerca con pochi limiti aveva riportatoun numero di articoli troppo elevato edispersivo. Da segnalare che i primi duecriteri di selezione sono stati introdottisuccessivamente, in quanto in un primotentativo di reperire letteratura che già

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avesse effettuato il confronto dellecomplicanze tra le due tecniche diintubazione (oro e rino-tracheale) nonaveva rilevato ricerche, ad eccezione diuno studio9, che metteva a confronto ledue tecniche ma in modo generico.Conseguenza di ciò si è introdotti iprimi due criteri e si sono estrapolati lecomplicanze da articoli di ricerca cherispettassero i criteri sopra indicati, perpoi effettuare un elenco dei risultatidella revisione della letteratura delledue tecniche di intubazione. Lo scopo della ricerca era infatti quellodi effettuare una ricerca bibliograficaelencando e confrontando un elenco dicomplicanze/effetti avversi traintubazione oro-tracheale rispetto larino-tracheale, si è quindi cercato diincludere il più alto numero di studipossibili mirate ai criteri sopra citati.Per la scelta degli articoli inclusi nellabibliografia finale non si è fattadistinzione tra studi RCT, o revisioni

sistematiche, ecc, in quanto laletteratura attualmente disponibile èscarsa di studi che hanno comeobiettivo il solo confronto tra lecomplicanze dei due tipi di intubazione,quindi sono stati inclusi qualsiasi tipodi studio che rispettasse i criteri diinclusione definiti. La letteratura attualmente disponibile,anche se tantissima sull’argomento, èperò scarsa per quanto il paragonedegli effetti avversi, quindi vaspecificato che le complicanzeestrapolate presenti in questa revisionedella letteratura si sono verificate insvariati studi di intubazione, in cui lecomplicanze non erano l’obiettivo distudio principale, ma si sono verificatein modo occasionale. Riassumendo: l’obiettivo di estrapolarele complicanze tra i due diversi tipi diintubazione attraverso la revisione distudi effettuate con la stesse metodica,non è stato possibile in quanto le

letteratura disponibile non èsufficiente, pertanto le complicanzerilevate sono state estrapolate dai studipiù svariati in cui gli effetti avversi chesi sono verificati sono emersi in modonon aspettato.

RISULTATI DELLA RICERCA

La revisione dei 21 testi di letteraturatrovati ha permesso di stilare leseguenti complicanze/effetti avversidelle due tecniche di intubazione, diseguito elencati.Da sottolineare che le complicanzesono state suddivise per una maggiorchiarezza in: immediate, post-intubazione e a lungo termine.Intubazione oro-trachealeSono state riscontrate 30 complicanzeed effetti avversi totali, di cui 15immediate e 15 nel post-intubazione onel lungo termine.

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Complicanze/effetti avversiimmediate1) Lesioni oculari2;2) Lesioni alle labbra (compressione,

lacerazione) e lingua1,15;3) Avvulsioni o fratture dentali o delle

protesi12 (possibili frammenti dellevie aeree);

4) Emesi2 (con eventuale inalazione dimateriale gastro-enterico nelle vierespiratorie);

5) Ingestione di denti, protesi, dellalampadina del laringoscopio2;

6) Conati di vomito2;7) Traumi faringei e laringei12 (con

perforazione della parete posterioredella laringe in esofago, conformazione di fistole ed esiti dimediastiniti);

8) Lesioni della mucosa orale7;9) Malposizionamento del tubo2

(intubazione esofagea condistensione dello stomaco ointubazione bronchiale, soprattuttoil destro);

10) Falsa strada del tubo tracheale8

(creare una soluzione di continuodella mucosa scorrendo sotto diessa, minor rischio rispetto IRT);

11) Riflessi vagali8 (turbe del ritmocardiaco: aritmie, bradicardia,tachicardie, arresto cardiaco,ipotensione arteriosa;laringospasmo, broncospasmo);

12) Broncospasmo da disinfettanti edetergenti usati per i laringoscopi etubi2 (formaldeide, basi di ammonioquaternario, fenolo);

13) Sanguinamenti e traumatismilocali8;

14) Dolore9 (lieve, dolenzia, minorerispetto IRT );

15) Complicanze dovute ai farmaciusati per l’intubazione2.

Complicanze/effetti avversi post-intubazione (P.i.) e a lungo termine (L.t.)1) Lesioni da decubito della mucosa

laringo-tracheale8 (P.i.);2) Estubazione accidentale9 (P.i.);

3) Scarsa tenuta del tubo8 (mancatapressione della cuffia, tubotracheale troppo piccolo rispetto alcalibro tracheale, P.i.);

4) Ostruzione del tubo8 (erniazionedella cuffia, tappo di muco, sangue,frammenti di tubo, inginocchiamentodel tubo, compressione sulla parete,kinking, P.i.);

5) Edema della glottide2 (P.i.);6) Disfonia2 (P.i.);7) Disfagia2 (P.i.);8) Faringiti o laringiti8 (P.i.);9) Ulcerazioni, ischemia e paralisi

prolungata delle corde vocali2,15

(P.ie a L.t.);

10) Stenosi tracheali15 (P.i. e a L.t.);11) Fistole tracheo-esofagee

15 (rare, P.i.

e a L.t.);12) Lesioni della mucosa tracheale12

(P.i. e a L.t.);13) Infezioni vie aeree10 (P.i. e a L.t.);14) Otiti9 (minor rischio rispetto IRT, P.i.

e a L.t.);15) Lesioni da decubito al cavo orale7

(P.i. e a L.t.).

Intubazione rino-trachealeSono state riscontrate 36 complicanzeed effetti avversi totali, di cui 19immediate e 17 nel post-intubazione onel lungo termine.

Complicanze/effetti avversiimmediate1) Epistassi16,17,20;2) Lesioni oculari2;3) Lesioni nasali e fosse nasali11,12;4) Lesioni rinofaringei6;5) Lesione o rottura dei turbinati, in

particolare il turbinato inferiore9;6) Conati di vomito2 (minor rischio

rispetto IOT);7) Dolore9 (lieve, dolenzia);8) Occlusione del tubo nel decorso

naso-faringeo (kinking) dacompressione o distorsione8 (tubimolto morbidi, come silicone e peruso di tubi di diametro internoinferiore, max 7.5 mm);

9) Sanguinamenti e traumatismilocali11 (nasofaringe);

10) Emesi2 (con eventuale inalazione dimateriale gastro-enterico nelle vierespiratorie);

11) Traumi faringei e laringei12 (con

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perforazione della parete posterioredella laringe in esofago, conformazione di fistole ed esiti dimediastiniti);

12) Broncospasmo da disinfettanti edetergenti usati per i laringoscopi etubi2 (formaldeide, basi di ammonioquaternario, fenolo);

13) Malposizionamento del tubo2

(intubazione esofagea condistensione dello stomaco ointubazione bronchiale, soprattuttoil destro);

14) Falsa strada del tubo tracheale8

(creare una soluzione di continuodella mucosa scorrendo sotto diessa);

15) Riflessi vagali8 (turbe del ritmocardiaco:aritmie, bradicardia,tachicardia, arresto cardiaco,ipotensione arteriosa;laringospasmo, broncospasmo);

16) Danni laringei8;17) Ostruzione bronchiale acuta18 (rara,

un caso rilevato);18) Complicanze dovute ai farmaci

usati per l’intubazione2;19) Lesioni della mucosa del palato14

(infrequente).

Complicanze/effetti avversi post-intubazione (P.i.) e a lungo termine(L.t.)1) Sinusiti9 (P.i.);2) Estubazione accidentale9 (minor

rischio rispetto IOT, P.i.);3) Scarsa tenuta del tubo8 (mancata

pressione della cuffia, tubotracheale troppo piccolo rispetto alcalibro tracheale, P.i.);

4) Ostruzione del tubo8 (erniazionedella cuffia, tappo di muco, sangue,frammenti di tubo,inginocchiamento del tubo,compressione sulla parete, kinking,P.i.);

5) Edema della glottide2 (P.i.);6) Disfonia2 (P.i.);7) Disfagia2 (P.i.);8) Faringiti o laringiti8 (P.i.);9) Lesioni da decubito della mucosa

laringo-tracheale12 (P.i.);10) Lesioni da decubito alle fosse

nasali11,12(P.i. e a L.t.);11) Sinusiti purulente paranasali8

(intubazione di lunga durata) ->

sepsi generalizzate (P.i. e a L.t.);12) Ulcerazioni, ischemia e paralisi

prolungata delle corde vocali2,15 (P.ie a L.t.);

13) Stenosi tracheali15 (P.i. e a L.t.);14) Fistole tracheo-esofagee15 (rare, P.i

e a L.t.);15) Lesioni della mucosa tracheale12

(P.i. e a L.t.);16) Infezioni vie aeree2 (P.i. e a L.t.);17) Otiti9 (P.i. e a L.t.).

Per completezza, di seguito sonoriportate un elenco8 di alterazionicongenite o acquisite a carico del volto,del collo, della faringe o della laringe,che prevedono un’intubazionedifficoltosa oro-tracheale (IOT) o rino-tracheale (IRT) in cui si può usare ilbroncoscopio a fibre ottiche(fibroscopio):1) Laringe anteriorizzata in soggetto

dal collo corto (IOT e IRT);2) Epiglottide di grandi dimensioni o

immobile (IOT e IRT);3) Neoplasie faringee o laringee (IOT

e IRT);4) Traumi facciali o cervicali (IOT e

IRT);5) Spasmo laringeo (IOT e IRT);6) Deviazione tracheale (IOT e IRT);7) Sanguinamento naso-faringeo

(IRT);8) Rigidità o deviazioni della colonna

vertebrale cervicale (IRT);9) Lingua voluminosa (IOT);10) Denti procedenti o isolati (IOT);11) Rima buccale particolarmente

stretta (IOT);12) Trisma (IOT);13) Prognatismo del mascellare

superiore (IOT).

DISCUSSIONE E CONCLUSIONI

La revisione delle letteratura dei 21testi, ha permesso la stesura di un altonumero di complicanze conseguenti alledue tecniche di intubazione, per untotale di 30 effetti avversi perl’intubazione oro-tracheale, di cui 15immediate e altrettante a lungotermine, contro le 36 complicanze dellatecnica rino-tracheale, di cui 19immediate e 17 a lungo termine, a

dimostranza del fatto che l’intubazionedal naso sia più difficile e traumatica diquella tramite bocca, la quale però nonè utilizzabile in condizioni d’urgenza,ma è utilizzata soprattutto in ambitorianimatorio, per consentire ventilazionimeccaniche di lunga durata. La tecnicarino-tracheale tuttavia è la manovraconsigliata in caso di mandibola serrata(trisma), e quando non è possibileiperestendere in capo a causa dieventuali fratture cervicali. Comparatacon la metodica oro-tracheale, presentaalcuni vantaggi8, qui sotto sintetizzati: 1) migliore igiene del cavo oro-

faringeo;2) migliore tollerabilità del tubo da

parte del paziente;3) possibilità di conservare la

deglutizione (consentendol’assunzione di liquidi per os);

4) maggiore stabilità del tubo (la suafissazione è più semplice e sonoinferiori i rischi di estubazioneaccidentale).

L’intubazione oro-trachele invece,anche se è risultata dalla letteraturala tecnica più sicura, veloce, menodolorosa e semplice da eseguire9,essa tuttavia non è priva dicomplicanze, le quali in certi versipossono essere sovrapponibili allatecnica nasale soprattutto per quantoriguarda gli effetti avversi post-intubazione e a lungo termine, dovel’introduzione del tubo nelle vie aereene altera la sua fisiologia, creandopossibili complicanze comuni perentrambe le tecniche di intubazione. Se si notano invece gli effetti avversiimmediati di entrambe le tecniche diintubazione, c’è da segnalare unavarietà di complicanze locali legatesoprattutto alla diversa via utilizzataper l’intubazione oro o rino-tracheale.Concludendo, sulla miglior scelta trale due tecniche di intubazione prese inesame, bisogna valutare caso percaso la situazione e il paziente daintubare, in quanto ogni tecnica ha lesue indicazioni d’uso che escludel’altra, e anche se dalla letteraturaattuale, risulta una maggioretraumaticità dell’intubazione rino-tracheale, in un certo sensoauspicabile (in quanto la tecnica

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tramite naso, prevede un percorsoanatomico di inserimento del tubomaggiore rispetto l’altra), bisognasottolineare che entrambi i due tipi diintubazione sono valide e affidabili.

RACCOMANDAZIONI PER LAPRATICA E PER LA RICERCAFUTURA

Sarebbe auspicabile eseguire in futurerevisioni della letteratura riguardantiquesto argomento, una raccoltabibliografica maggiore, magarirevisionando letteratura pubblicata da10 a 15 anni fà fino ai nostri giorni,nella speranza di reperire un maggiornumero di articoli pertinenti questedue tecniche di intubazione, anche senon molto aggiornate. La scarsità di materiale infermieristicoinerente l’intubazione, deve essereconsiderato uno stimolo alla ricercafutura, incentivando gli organicompetenti all’istituzione e alladiffusione di corsi per infermieri miratiall’addestramento praticonell’intubazione. Inoltre questa revisione dellaletteratura deve essere uno stimoloagli infermieri a fare più ricercainerente questo argomento, un campoche a quanto sembra dalla letteratura

sembra essere poco esplorato allaprofessione infermieristica.Alla luce delle complicanze riscontratedopo l’intubazione, si consiglia a tuttoil personale infermieristico che operanella post-intubazione, di eseguiresempre un’attenta e scrupolosasorveglianza sanitaria del paziente edel tubo e di non sottovalutare nessunsegno clinico che possa presagire aduna complicanza conseguenteall’intubazione, più in particolare,mantenendo le vie respiratorieumidificate e libere mediateaspirazione regolare, sterile eprogrammata. Da non dimenticareinfine di mantenere sempre unacorretta posizione del capo, aspirandoregolarmente anche il naso e la boccadel paziente.Spero che la stesura dellecomplicanze dell’intubazione oro erino-tracheale presenti in questoarticolo possano essere un validosupporto a tutti gli infermieri chelavorano nell’ambito dell’intubazionee per tutti coloro che un giorno perqualsiasi ragione, dovessero ritrovarsinelle condizioni di urgenza a doverintubare un paziente.

AUTORE:Infermiere Massimo Giordani, U.O. Riabilitazione Neuromotoria, IRCCSSan Raffaele (Pisana), Roma

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BIBLIOGRAFIA

IN PILLOLE

Obesità, spuntaun nuovo gene

Da un gruppo di ricercatori dell’Istitutodi Neurogenetica e Neurofarmacologiadel Consiglio Nazionale delle Ricerchedi Cagliari arriva la scoperta, pubblicatasulla rivista Plos Genetics, dellacorrelazione esistente tra l’obesità edun gene, denominato FTO (Fat Mass-And Obesity-Associated). I dati sonostati ottenuti mediante l’utilizzo di unatecnica all’avanguardia, chiamata“Genome-wide association scan”, checonsente di analizzare il genoma inmaniera globale. L’analisi, che hapermesso di identificare alcune variantigeniche associate all’obesità, è statacondotta su un campione di oltre 4.000individui sardi, di età compresa tra i14 e i 102 anni. In particolare, una diqueste varianti, cioè una sequenzaspecifica all’interno del gene FTO,risulta presente con una frequenzamolto elevata, pari al 46%, e correlatain maniera altamente significativaall’aumento di tre caratteri tipicidell’obesità, l’indice di massa corporea,la circonferenza dei fianchi ed il pesocorporeo.

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QALYs: aspettativa divita, in anni, di unapersona aggiustati per laqualità di vita.CUA: Analisi costo-utilità del trattamentoemodialiticodi U. Tulli, E. Valeri

IINTRODUZIONE

Il numero delle persone sottoposte aterapia dialitica è aumentato in tutto ilmondo con pazienti sempre più anzianie clinicamente complessi; di pari passoè aumentata la disponibilità ditrattamenti sempre più diversificati etecnologicamente affidabili (trattamentidialitici extracorporei ad alto flusso edelevata biocompatibilità) e farmaci piùattivi sia per la dialisi (eritropoietina evitamina D) che per il trapianto(ciclosporina e nuovi farmaciantirigetto).Negli ultimi 15-20 anni, superato ilproblema della sopravvivenza, è statoposto però il problema dell’impatto deivari tipi di dialisi e del trapianto nonsolo sulla sopravvivenza, ma anchesulla qualità di vita dei pazienti,considerato anche il notevole costoeconomico e sociale di tali trattamenti.L’uremia provoca problemi a livello divari sistemi, cardiovascolare, muscolo-scheletrico, gastrointestinale, nervosocentrale e periferico, e quindi il suo

impatto sulla qualità e stile di vita èmolto importante, così come l’impattodei trattamenti dialitici e farmacologicistessi, con la loro sequela d’effetticollaterali e limitazioni di vario tipo(dietetiche, tempo, mobilità, lavoro).L’interesse dei ricercatori si è perciòconcentrato su come definire emisurare la qualità di vita dei pazientiuremici e, più in particolare, la qualitàdi vita correlata alla salute (QdV-S),l’Health Related Quality of Life (HR-QoL) degli autori anglosassoni.La qualità di vita correlata alla salute siriferisce a quegli aspetti qualitatividella vita di un individuo che sonocorrelabili con la salute e la malattia equindi modificabili dalla medicina.Questa definizione supera l’idea disalute come la semplice assenza opresenza di una malattia, per arrivaread un concetto di capacità di funzionarenella vita di tutti i giorni, dal punto divista fisico, psicologico e sociale. A ciòsi accompagna la centralità delpaziente come fonte d’informazione evalutazione per poter quantificare gli

aspetti qualitativi della sua salute edella sua vita. Il paziente quindi diventanon solo colui che deve decidere inmodo consapevole sulle scelte relativealla sua salute ma anche una fonteinsostituibile d’informazioni.La valutazione dello stato di salute delpaziente, com’è da lui percepitosoggettivamente, ha assunto un ruoloimportante nella ricerca clinica edassistenziale.L’Organizzazione Mondiale della Sanità(OMS) ha prodotto una definizione edassegna alla salute il ruolo di unimportante modificatore dellapercezione di QdV: “Qualità della vita èdefinita come la percezione soggettivache un individuo ha della propriaposizione nella vita, nel contesto di unacultura e di un insieme di valori neiquali egli vive, anche in relazione aipropri obiettivi, aspettative epreoccupazioni. Riguarda quindi unconcetto ad ampio spettro, che èmodificabile in maniera complessadalla propria salute fisica e psicologico-emotiva, dal livello d’indipendenza,

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dalle relazioni sociali e dall’interazionecon il proprio specifico contestoambientale”.Lo scopo di questa ricerca èvalutare la qualità di vita percepitadalle persone sottoposte a terapiadialitica in rapporto al costo-utilità; l’analisi del costo-utilità siutilizza nel momento in cui lascelta di un determinatotrattamento deve essere fatta nonsolo in funzione dell’obiettivoquantitativo raggiunto ma anchedell’obiettivo qualitativo. La ACU(analisi costo-utilità) misura ibenefici in termini di anni di vitarisparmiati ponderati per la loroqualità, confrontando cosìl’efficacia di programmi alternativi.Il QALYs tiene conto sia dellaquantità di vita (riduzione dellamortalità) sia della qualità(riduzione della morbosità). IQALYs uniscono pertanto duedimensioni, una quantitativa (annidi vita guadagnati) ed unaqualitativa (miglioramento atteso

della qualità della vita).MATERIALI E METODI

Lo studio è stato condotto presso laStruttura Operativa Complessa diNefrologia e Dialisi dell’Ospedale CivileS.Giovanni Evangelista di Tivoli (Roma) epresso la UDD (Unità DialiticaDecentrata) c/o Italian Hospital GroupSpA di Guidonia, ed è stato effettuato nelperiodo novembre 2006-gennaio 2007.Le unità sono composte,rispettivamente, da 9 medici e 10infermieri, la prima e da 5 medici e 7infermieri la seconda. Il Direttore, iMedici ed il CoordinatoreInfermieristico sono comuni alle duestrutture. I pazienti oggetto dello studio a Tivolisono stati n°36 mentre a Guidonia sonostati n°31.Gli strumenti utilizzati sono stati:• Questionario SF-36 (strumento multi-

dimensionale che consta di n°8dimensioni)

• Test dello Scambio temporale (TimeTrade-Off)

• Lotteria (Standard Gamble)Scopo del questionario:• Valutare la qualità di vita percepita

dalle persone sottoposte a terapiadialitica

Il questionario è stato distribuito all’interapopolazione dell’unità operativa, 67 persone,durante il trattamento dialitico. Ne sonostati riconsegnati 54 (80%). Questionari consegnati Tivoli: 36restituiti: 29Questionari consegnati Guidonia: 31restituiti: 25

RISULTATI

ANALISI DEI DATI GUIDONIA• Nella dimensione che valuta la

percezione dello stato di salute il 36%risponde scadente e decisamentepeggiore rispetto ad un anno fa.

• Nella dimensione che valuta lafunzionalità fisica il 63% rispondeche il proprio stato di salute limitamolto lo svolgimento di attività adelevato impegno fisico mentre inattività con moderato impegno fisico

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viene limitato il 10%.• Nella dimensione che valuta le

restrizioni delle attività fisiche il 60%risponde che a causa del propriostato di salute fisico trova difficoltànello svolgimento delle attivitàlavorative quotidiane.

• Nella dimensione che valuta lelimitazioni dovute a problemipsicologici il 56% risponde che acausa del proprio stato di saluteemotivo trova difficoltà nellosvolgimento delle attività lavorativequotidiane.

• Nella dimensione che valuta la vitalitàil 47% non è mai vivace e brillante; il29% si sente sempre molto agitato; il33% si sente sempre giù di morale; il16% si sente quasi mai calmo esereno ; il 37% non è mai pieno dienergia ; il 37% è sempre scoraggiatoe triste; il 49% si sente sempresfinito; il 33% non è mai felice ed il41% si sente sempre stanco.

• Nella dimensione che valuta iproblemi emotivi al 28% sembra diammalarsi più facilmente degli altri;al 64% sembra che la propria salutenon sia affatto come quella deglialtri; il 53% si aspetta che la propriasalute andrà peggiorando mentrel’87% ritiene certamente falso chegoda di ottima salute.

• Nella dimensione che valuta leinterazioni sociali il 54% afferma cheil proprio stato di salute fisico edemotivo non interagisce con lenormali attività sociali.

• Nella dimensione che valuta il dolorefisico il 48% afferma che il dolorepercepito è molto lieve e che noninterferisce nello svolgimento dellenormali attività quotidiane.

• Domanda n 37 “scambio temporale”il 40% risponde 12 mesi; il 35%risponde 0 mesi; il restante 25%risponde da 3 a 11 mesi.

• Domanda n 38 “lotteria” il 60%risponde per nulla; il 24%moltissimo; il 12% un po’ ed il 4%molto.

ANALISI DEI DATI DI TIVOLI• Nella dimensione che valuta la

percezione dello stato di salute il25% risponde scadente edecisamente peggiore adesso

rispetto ad un anno fa.• Nella dimensione che valuta la

funzionalità fisica il 70% rispondeche il proprio stato di salute limitamolto lo svolgimento di attività adelevato impegno fisico mentre inattività con moderato impegno fisicoviene limitato il 24%.

• Nella dimensione che valuta lerestrizioni delle attività fisiche l’80%risponde che a causa del propriostato di salute fisico trova difficoltànello svolgimento delle attivitàlavorative quotidiane.

• Nella dimensione che valuta lelimitazioni dovute a problemipsicologici il 75% risponde che acausa del proprio stato di saluteemotivo trova difficoltà nellosvolgimento delle attività lavorativequotidiane.

• Nella dimensione che valuta lavitalità il 47% non è mai vivace ebrillante;il 52% è sempre agitato; il29% si sente molto giù di morale;il44% non è mai calmo e sereno;il59% non si sente mai pieno di

energia;il 37% è sempre scoraggiatoe triste;il 46% si sente sempresfinito;il 24% non è mai felice;il 75%è sempre stanco.

• Nella dimensione che valuta iproblemi emotivi al 28% gli sembradi ammalarsi più facilmente deglialtri;il 64% percepisce la propriasalute come quella degli altri;il 53%si aspetta che la propria salute andrà

peggiorando; mentre l’86% ritienecertamente falso che goda di ottimasalute.

• Nella dimensione che valuta le interazionisociali il 40 % risponde che il propriostato di salute fisico ed emotivo noninteragisce con le normali attività sociali.

• Nella dimensione che valuta il dolorefisico il 35% afferma che il dolorepercepito è forte tanto da ostacolarele normali attività lavorative.

• Domanda n 37 “scambio temporale”il42% risponde 12 mesi, il 12% risponde6 mesi, il 33% risponde 0 mesi il restante13% risponde da 1 a 11.

• Domanda n 38 “lotteria” il 50% rispondeper nulla, il 10% moltissimo, il 19% unpo’ed il 21% molto.

Il totale dei pazienti esaminati a Guidoniasono stati 31 di questi, l’81% hariconsegnato. L’età media dei pazientiesaminati è di 66anni; il 45% è di sessomaschile ed il 55% è di sesso femminile.

Test Scambio TemporaleIl totale dei pazienti esaminati a Tivolisono stati 36, di questi l’80% ha

riconsegnato il questionario. L’età mediadei pazienti esaminati è di 71 anni e gliappartenenti al sesso maschile e femminilesono equamente distribuiti.

Test della Lotteria

ACU :analisi costo/utilitàTecnica che massimizza il rapportoutilità/costo (o minimizza il rapporto

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costo/utilità) due alternative (interventitecnici) in cui l’utilità è espressa intermini fisici e,in particolare, in terminidi QALYs (quality adjusted life years)cioè anni di vita guadagnati, grazie

all’intervento, ponderati per la qualitàdella vita In base alla ricercabibliografica abbiamo scelto di

utilizzare l’ACU (analisi costo/utilità)per due diverse tecniche dialitiche:emodialisi standard HD con un costodi € 171,60 a seduta ;emodiafiltrazione HDF con un costo

di € 206,96 a seduta.Lo studio è stato condotto su duegruppi di pazienti, omogenei per età

anagrafica ed età dialitica,appartenenti al centro Dialisi di Tivoli ;lo stesso non è stato possibile con ipazienti appartenenti al centro Dialisi diGuidonia poiché i due gruppi non eranoomogenei per età anagrafica ed etàdialitica. Inoltre abbiamo preso inconsiderazione due dati oggettivi : ilKT/V (efficienza dialitica) e l'Hb(emoglobina).Osservando i dati emersi dallo studio cisiamo resi conto che i due gruppipercepiscono la qualità della loro vita inmaniera del tutto simile, nonostante iparametri dialitici ed ematologici ,oggetto di studio, sianosignificativamente migliori nel gruppoin trattamento dialitico con la metodicadi Emodiafiltrazione.Entrambi i gruppi riferiscono che acausa del proprio stato di salutetrovano difficoltà nello svolgimentodelle normali attività lavorativequotidiane (80%) ; si sentono sempreagitati (52%), stanchi (75%) e il 53% siaspetta che la propria vita andràpeggiorando.

CONCLUSIONI

L’emodializzato, per la complessità deltrattamento a cui si sottopone, richiedeun approccio psicologico specifico chedovrà riguardare più aspetti; èimportante capire come egli viva la suamalattia, come questa esperienza locoinvolga, sul piano fisico, personale,familiare, sociale e lavorativo.Il trattamento emodialitico ha degliaspetti delicati, come la ripetitività ed illegame con il centro dialisi, conconseguente dipendenza dallamacchina e dagli operatori.Per le malattie croniche le possibilitàterapeutiche inducono un effettocongiunto sia sull’incremento di vitaattesa, sia sul miglioramento dellaqualità della vita.Occorre un indicatore in grado dicogliere entrambi gli aspetti (guadagnoin quantità ed in qualità). I beneficiconseguiti sono espressi in termini diaspettativa di vita modificata(ponderata) in funzione della qualitàdella vita: QALYs (Quality Adjusted LifeYears).Il valore attribuito alla qualità della vita

Tabella ACU

Paziente Età Metodica Kt/V HbA. M. 73 HD 0.75 10.0C. F. 62 HD 0.81 12.0C. R. 57 HD 0.92 10.0R. S. 70 HD 0.80 11.0C. A. 59 HD 0.96 12.0S. G. 73 HD 0.94 11.0V. L. 61 HD 0.75 11.3D. G. 70 HD 0.47 8.2P. A. 74 HD 0.88 12.0Z. M. 71 HD 0.92 12.0S. E. 62 HD 0.90 10.9MEDIA 66.5 —- 0.82 10.9B. B. 46 HDF 1.14 14.0C. F. 65 HDF 1.10 13.9C. B. 75 HDF 0.98 13.5C. M. 75 HDF 0.99 13.0D. P. 66 HDF 1.02 13.4D. P. 62 HDF 0.96 11.0M. A. 61 HDF 0.99 12.0S. V. 59 HDF 1.05 13.8T. A. 65 HDF 1.04 13.9Z. G. 62 HDF 0.94 11.4P. M. 74 HDF 0.89 11.1MEDIA 64.5 — 1.01 12.8

Trattamento Costo per Qalys prodotto(sterline)

Emodialisi ospedaliera 19000By-pass coronario, angina moderata 16400Trattamento farmacologico per colesterolo 13500Trapianto di cuore 6700Trapianto di rene 4000By-pass coronario, angina grave 1090Protesi d'anca 1030Dieta ipocolesterolemizzante 176Modificata da Ovretveit, 1998

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in un dato stato di salute va da “0” (morte)ad “1” (perfetta salute). In fondo allatabella si notano dei valori inferiori allozero: la preferenza espressa per tali statidi salute è inferiore alla morte.Quality Adjusted Life Years sono statiintrodotti alla fine degli anni ’60. Il primoesempio di QALYs è uno studio diKlarman et al. del 1968 sulle malattierenali croniche. Si attribuirono un pesodiverso agli anni vissuti dopo untrapianto rispetto a quelli vissuti indialisi, sulla base di una migliore qualitàdi vita garantita dall’interventochirurgico rispetto a quella dei pazientisottoposti a continue sedute di dialisi.Tale differenza qualitativa venivaespressa in termini quantitativiaumentando di ? gli anni di vita. Ciòsignifica che un anno di vita trascorsodopo il trapianto garantisce la stessa“utilità” di un anno e 3 mesi sotto dialisi.Indipendentemente dagli elementi checompongono la qualità della vitaoccorre sottolineare che “l’utilità”,intesa come anni di vita ponderati perla qualità, è l’espressione di preferenzenon dei Medici o altri specialisti(sebbene abbiano una conoscenza deiproblemi più informata) ma dei pazienti,perché comunque sono i migliori giudicidel proprio stato di salute.Migliorare l’assistenza fornita aipazienti è parte integrante delle attivitàdi assistenza; la ricerca è un mezzoefficace per migliorare tale assistenza,essa è un processo scientifico chevalida ed affina la conoscenza esistentee genera nuova conoscenza chedirettamente ed indirettamenteinfluenza la pratica infermieristica.Il miglioramento è un processocontinuo: se la qualità dell’assistenza èal di sotto dei livelli accettabili, ènecessaria un’azione finalizzataall’innalzamento della qualità, fino alraggiungimento degli standard; se leprestazioni sono al livello o al di sopradelle aspettative, modificare glistandard per migliorare il livello delservizio.Il paziente deve essere messo nellacondizione di sapere, essereconsapevole della situazione in cui sitrova (tipo di malattia, tipo ditrattamento, stadio della malattia), inmodo da potersi esprimere rispetto alla

propria salute. Nel nostro paese alcunistudi hanno evidenziato un panoramaparticolare: informazioni sulla diagnosie sulla prognosi non sono fornite o sonorecepite male dal paziente in più del50% dei casi. Numerose ricerche hannodimostrato che il superamento deldisagio provocato dalla malattia, puòaver luogo solo se i pazienti possonoesprimersi liberamente ed apertamentesui loro problemi. E’ necessario,dunque, parlare con le persone, inmaniera obiettiva, dei loro bisogni; inquesti casi non servono spiegazionialtamente scientifiche, ma competenza,umanità ed esperienza.Indipendentemente dal tipo diapproccio utilizzato (questionario,intervista, etc.), l’obiettivo è semprequello di raggruppare in modoomogeneo le risposte fornite dai

pazienti alle singole domande, perquantificare le aree che descrivano iconcetti d’interesse.Il questionario per auto-somministrazione è il metodo piùcomune poiché permette una raccoltadati standardizzata e liberadell’influenza del somministratore chesi limita solo alla consegna; è anche ilpiù economico e vantaggioso dal puntodi vista organizzativo e gestionale.I limiti sono dati da: pazienti troppoanziani, scolarità bassa, cittadinistranieri che possono portare ad unoscarso livello di partecipazione con unconseguente numero di dati mancanti onon risposte.Per quanto riguarda la scala dei valori(SF-36) questa comporta degli errori dimisurazione: è stato riscontrato che isoggetti esaminati tendono ad evitare

Stato di salute Utilità

Buona salute 1,00Effetti collaterali trattamento ipertensione 0,95-0,99Angina lieve 0,90Trapianto di rene 0,84

Angina moderata 0,70Alcune limitazioni fisiche e di ruolo sociale con dolore occasionale 0,67Dialisi ospedaliera 0,59

Angina grave 0,50Ansia, depressione e solitudine per la maggior parte del tempo 0,45Cieco o sordo o muto 0,39Costretto in un letto di ospedale 0,33Morto 0,00Paraplegico, cieco e depresso <0,00Costretto a letto con forte dolore <0,00Modificata da Torrance, 1987

Therapy Qalys per 1000 sterline

Stop-smoking campain 5.88Implantation of pacemaker 1.43Hip replacement 1.33Bypass operation in the case of severe angina pectoris 0.96Control of serum cholesterol 0.59Kidney transplant 0.33Breast cancer mass screening program 0.29Heart transplant 0.20Bypass operation in case of light angina pectoris 0.079Hospital dialysis 0.068

Williams 1985

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l’utilizzo dei punti estremi della scala.Il questionario ha dimostrato di essereaccettato dai pazienti che lo hannocompilato e restituito per l’80% deltotale; inoltre non sono state segnalateparticolari difficoltà di compilazione daparte degli utenti.

AUTORE:Dr. Umberto TulliInfermiere CoordinatoreSOC Nefrologia e Dialisi Ospedale diTivoli (Roma) Elena ValeriInfermiera specializzataNefrologia e dialisiSoc. Nefrologia e dialisi

Apolone G., Mingardi G., Mosconi P. Misurare la salute in nefrologia e dialisi. PensieroScientifico. Roma: 2000.Claxton, K., Lacey, L. & Walker, S. (2000), ‘Selecting treatments: a decision theoreticapproach’, Journal of the Royal Statistical Society A 163, 211–225.Drummond, M., O’Brien, B., Stoddar, G. & Torrance, G. (1997), Methods for the EconomicEvaluation of Health Care Programmes, Oxford University Press, London, UK.Gold, M., Siegel, J., Russel, L. & Weinstein, M. (1996), Cost effectiveness in health and med-icine, Oxford University Press, New York, NY. 28-1Drummond M. Evidence-based medicine and cost-effectiveness: uneasy bedfellows [EBMNote]. Evidence-Based Medicine 1998; 3: 133.Elixhauser A, Halpern M, Schmier J, Luce BR. Health care CBA and CEA from 1991 to 1996:an updated bibliography. Med Care 1998; 36 (Suppl 5): MS1-9.Covinsky KE, King JT Jr, Quinn LM, et al. Do acute care for elders units increase hospitalcosts? A cost analysis using the hospital perspective. J Am Geriatr Soc 1997; 45: 729-34.Golaszewski T, Snow D, Lynch W, et al. A benefit-to-cost analysis of a work-sitehealth promotion program. J Occup Med 1992; 34: 1164-72.Lo Biondo – Wood G., Haber J,. Metodologia della ricerca infermieristica. Mc Graw Hill;Milano; 1997.Zarnke KB, Levine MA, O’Brien BJ. Cost-benefit analyses in the health care literature: don’tjudge a study by its label. J Clin Epidemiol 1997; 50: 813-22.

BIBLIOGRAFIA

IN PILLOLEDistrofia, la speranza “Jazz”La progettazione e la costruzione in laboratorio di un gene regolatore-sintetico in grado dicontrollare su richiesta l’espressione di un altro gene implicato in una patologia, promettenuove applicazioni nel campo delle strategie terapeutiche per malattie genetiche e cancro.In particolare, con un gene regolatore-sintetico è possibile controllare l’espressione di genidetti “bersaglio”, coinvolti in diverse patologie, attivandone, attenuandone o spegnendonel’azione. A questo scopo è stato costruito un gene regolatore-sintetico, denominato “Jazz”,capace di controllare il gene dell’utrofina che può svolgere un ruolo fondamentale nelladistrofia muscolare di Duchenne, una patologia che porta alla degenerazione del tessutomuscolare in tessuto fibroso e adiposo, provocando la progressiva perdita di forza muscolaree delle abilità motorie. La ricerca, pubblicata sulla rivista Plos One, stata condotta da ungruppo di lavoro, costituito da ricercatori dell’Istituto di Biologia e Patologia Molecolare edell’Istituto di Neurobiologia e Medicina Molecolare del CNR di Roma, dell’Istituto TumoriRegina Elena di Roma e del Medical Research Council Functional Genetics Unit dell’Universitàbritannica di Oxford.

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Leadership e motivazione: due faccedella stessa medaglia nel managementinfermieristicodi Rosita Perin e Leda De Santis

LINTRODUZIONE

Lo studio tratta il tema dellamotivazione al lavoro nella professioneinfermieristica e come l’agire di unaleadership efficace produca effettipositivi sulla motivazione stessa deipropri collaboratori presso il presidioospedaliero di Tivoli ASL RMG.

MATERIALI E METODI

Il disegno dello studio è di tipodescrittivo.Il campione che è stato sottoposto adindagine è rappresentato dallapopolazione di infermieri cheattualmente svolge funzioni dicoordinamento e di gestione di risorseumane nella struttura sanitaria sopraindicata.Per eseguire tale studio è statoconsegnato un questionario anonimocostituito da sette domande a rispostachiusa, che riguardano dati a caratteregenerale e professionale e daventicinque domande più specifiche lecui risposte sono riportate poi neigrafici.La distribuzione del questionario è stataautorizzata dalla Direzione Sanitariaallo scopo di avere il nulla osta a poterdivulgare notizie riguardanti l’Aziendain questione, seppure a scopo didattico.I valori medi ottenuti sono stati riportatisotto forma di rappresentazione graficacosì come richiesto. L’indagine è stata condotta nel periodo

compreso tra Aprile e Giugno 2007.Sono stati distribuiti 12 questionari esono stati restituiti tutti.Il campione oggetto di indagine èrisultato essere composto da 5 uomini e7 donne in un’età media di 50 anni. Èrisultato che la maggior parte deicoordinatori svolgono le funzioni dicoordinamento in un periodo compresotra 1 e 5 anni, solo uno da meno di unanno e 4, in un periodo superiore a 5anni. È risultato inoltre che 5 di questinon sono in possesso di alcun titoloabilitante, 7 sono in possesso di titoloabilitante le funzioni direttive enessuno è in possesso di Masteruniversitario di 1° livello per le funzionidi coordinamento.Seguiranno ora una serie di domandeinerenti all’abilità di guida e disostegno dei collaboratori e dallerisposte ottenute si evince che i trattie i comportamenti riconducibili aquesta capacità comprendono ilguidare i collaboratori rappresentandol’esempio da seguire, ilcoinvolgimento di collaboratori nelledecisioni, l’essere autorevoli piuttostoche autoritari, il sostegno el’incoraggiamento a perseguireobiettivi e performance di qualità, laproduzione dell’autonomiaprofessionale, l’esercizio di azioni dicoaching, il concedere agli altri lapossibilità di sbagliare (grafico n. 8).8. Nella Sua esperienza, organizzare illavoro per compiti e attività ènecessario?

Coinvolgimento dei collaboratori nei processidecisionali.Esiste in questo campo un forte “gap”tra rappresentazioni e percezioni.Nonostante sia comune a tuttil’importanza di coinvolgere icollaboratori nelle scelte, i coordinatoripercepiscono che le loro decisionivengono comunque accettate daicollaboratori. Si presume pertanto cheesista ancora un buon margine dicoinvolgimento dei collaboratori nellapresa di decisioni, non del tuttorealizzato nell’attuale realtà operativa(grafici nn. 9 – 10 – 11 – 13) 9. Sullabase della Sua esperienza, motivare aicollaboratori le decisioni prese inmerito agli aspetti organizzativi delreparto/servizio è utile?

10. I problemi personali non devonoinfluenzare le prestazioni lavorative. Ècompletamente d’accordo con questaaffermazione?

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11. Lei ritiene che chiedere il parereagli infermieri prima di prendere unadecisione sa fondamentale?

13. Nella Sua esperienza, il passaggiodi informazioni orali al cambio turno trainfermieri è efficace?

Lavorare per obiettiviI coordinatori ritengono rilevante porsiobiettivi da raggiungere nell’eserciziodelle proprie funzioni in accordo con lavisione aziendale che negli ultimi anniha sviluppato sempre per tale modalitàoperativa (grafici nn. 12 – 25).

12. Lei ritiene che, ai fini assistenziali,lavorare per obiettivi sia rilevante?25. Nella Sua esperienza, gli obiettivi

annuali definiti a livello di UnitaOperativa ritiene siano, per il pazienteutili?

Guida attraverso l’esempioI valori rilevati si orientano tutti verso lostandard di letteratura, anche se lerappresentazioni in misura lievementemaggiore rispetto alla percezione(grafici nn. 15 – 16).15. Secondo Lei il coordinatore incidesulla qualità delle prestazioni erogatedal personale infermieristico?

16. Lei pensa che fornire l’esempio aicollaboratori sia rilevante?

Autorevoli piuttosto che autoritariI valori rilevati tendono a propendereper una figura di coordinatore che vedenell’autoritarismo ancora unatteggiamento efficace nell’esercitareal meglio le proprie funzioni. Fissareregole è importante come pure èimportante rispettarle. Questo fenomeno potrebbe esserespiegato dalla presenza, ancora in partediffusa, di una concezione di ruolo cherisente di peculiari retaggi del passato,che ponevano un marcato accento ditipo gerarchico nei rapporti esistenti tracoordinatore e personale coordinato(grafici nn. 17 – 18 – 22 – 30)

17. Lei pensa sia utile controllare inprima persona che gli infermieriabbiano portato a termine le attivitàassistenziali previste nel piano dilavoro?

18. Nella Sua esperienza, spronare gliinfermieri a lavorare meglio èfondamentale?

22 Nella Sua esperienza, organizzarel’assistenza per compiti e attività èopportuno?:

30. Nella Sua esperienza, non rispettareuna disposizione impartita rappresentaun problema grave?

Esercizio del coaching In riferimento a questa caratteristica, ènecessario premettere che gli itemscostruiti possono non rappresentareappieno l’azione di coaching, processoche necessita di maggiori dati per poteressere debitamente analizzato.Pur con tali limiti si evince che icoordinatori sono ben orientati nelsostenere i collaboratori nei percorsi dimiglioramento professionale (grafico n. 20).

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20. Nella Sua esperienza, i corsi diformazione realizzati dagli infermieri sisono rivelati essere utili?

Generalmente i coordinatori,soprattutto quelli esperti, riconosconoche è importante orientarsi allasoluzione del conflitto piuttosto che allaricerca delle cause che lo hannoscatenato e reputano utile il propriointervento in qualità di mediatore(grafico n. 23). 23. Nella Sua esperienza, intervenire incaso di conflitto tra il personale è utile?

Promozione dell’autonomia professionaleLa rilevanza dell’autonomiadell’infermiere, ottenuta conl’abolizione del mansionario, è benconsolidata nel pensiero della maggiorparte dei coordinatori (grafici nn. 25 –26).25. Nella Sua esperienza, gli obiettiviannuali definiti a livello di UnitaOperativa ritiene siano, per il pazienteutili?

26. Nella Sua esperienza, in rapportoalla soluzione dei problemi di salutedell’utente, l’autonomia dell’infermiereè importante?In questo settore si nota un’ampiadifferenza tra rappresentazioni epercezioni rilevate. Mentre la maggiorparte dei coordinatori reputaestremamente positivo il cambiamento,

si rileva, contemporaneamente, unanotevole difficoltà a modificarel’organizzazione dell’assistenza.Si può ipotizzare che questa difficoltàpossa derivare dal fatto di ritenerevincolanti alcuni fattori legatiall’organizzazione come ad es. lacarenza di risorse a disposizione chepotrebbe spiegare (o giustificare)l’orientamento dei coordinatori ancoralegato a favorire un modello diorganizzazione di assistenza di tipofunzionale (grafici nn. 28 – 19).28. Nella Sua esperienza, migliorare laqualità dell’assistenza è semplice?

19. Nella Sua esperienza, modificarel’organizzazione dell’assistenza ècomplicato?

I tratti e i comportamenti di queste duedomande riguardano la disponibilitàalla relazione, la capacità di interventonella soluzione dei conflitti, l’interesseverso i collaboratori, l’attivazione dimeccanismi di feed-back, latrasmissione efficace delleinformazioni, il possesso di informazioniaggiornate e il favorire lacomunicazione tra gli operatori.Ma come si evince dalle risposte si

può vedere che generalmente icoordinatori riconoscono che èimportante l’ascolto nei processirelazionali, ma sono scettici poi per

quanto riguarda un feed-back positivoper l’andamento del lavoro, ciòpotrebbe dipendere dall’attitudine aprogrammare con ridotta frequenza gliincontri individuali con i collaboratorima sarebbe necessario disporre diulteriori dati per confermare la validitàdi questa affermazione (grafici nn. 31 –32).31. Lei ritiene che effettuare colloquicon il personale infermieristico perfornire un ritorno positivo in merito alleperformance sia utile?

32. Nella Sua esperienza, i colloquiindividuali con il personaleinfermieristico pianificati con lo scopodi fornire un feedback sono frequenti?

DISCUSSIONE

La popolazione sottoposta ad indagineè risultata in prevalenza di sessofemminile. Il campione è composto inlarga misura da coordinatori esperti.Ciò può essere spiegato dal fatto chec’è stata una lacuna temporale occorsanel periodo formativo del coordinatore,in cui c’è stata una disattivazione deicorsi che rilasciano il titolo diabilitazione alle funzioni direttive(F.A.D.), fino al 2002, primo anno diattivazione del Master universitario diprimo livello per le funzioni dicoordinamento. Durante questo periodosi sono comunque istituiti nuovi ruoli dicoordinamento, grazie alla possibilitàofferta dalla normativa contrattuale checonsentiva una progressione verticaledi carriera anche ad operatori non inpossesso del titolo abilitante. In assenza di specifici corsi diformazione rilascianti il titolo, icoordinatori “promossi sul campo”avevano comunque la possibilità diaccedere all’offerta formativadispensata da corsi di formazionecontinua e/o aggiornamentoprofessionale che sviluppavano letematiche d’interesse congruenti con il

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profilo ricoperto.Dalle altre domande a cui sono statisottoposti i coordinatori della ASL RMGdi Tivoli si è rilevato che ci sono moltibuoni propositi nel migliorare la qualitàdelle prestazioni erogate allo scopo disoddisfare appieno le esigenzedell’utente. Si pensi al fatto che tuttiunanimi sono stati d’accordonell’importanza a dare il loro esempioanche se poi in realtà alla domanda “senegli ultimi tre anni avesseropartecipato a corsi di formazione” lerisposte non sono state congruenti alproposito.Dalle domande è emerso inoltre che c’èancora una presenza molto forte diautoritarismo che potrebbe esserespiegato dalla presenza di unaconcezione di ruolo che risente dipeculiari retaggi del passato, chebasavano le loro fondamenta su unagerarchia più o meno marcata, anche secomunque si evince che gli stessicoordinatori sono ben orientati nelsostenere i collaboratori nei percorsi dimiglioramento professionale,nell’importanza dell’autonomiadell’infermiere nello svolgere la propriaprofessione. Quindi la maggior partedei coordinatori con titolo o meno sonoben predisposti e favorevoli al

cambiamento pure se si tratta diprofessionisti con tanti anni dianzianità.

CONCLUSIONE

Per il futuro, è auspicabile che laricerca su questo tema sia sostenuta edincrementata a tutti i livelli e su tutto ilterritorio nazionale, in modo da poterdisporre di dati utili per poter orientarele azioni delle istituzioni e delle

organizzazioni verso la creazione di unavera e propria “cultura dellaleadership” e verso lo sviluppo diprofessionisti preparati.

AUTORI:Dr.ssa Leda De Santis SOS ProfessioniSanitarie e Tecniche ASL RM/GRosita PerinInfermiera Master in Management eCoordinamento ASL RM/G

Alberoni F., L’arte del comando, Franco Angeli, Milano, 2002.Avallone P., Paplomatas A., Salute organizzativa, Raffaello Cortina, Milano, 2005Calamandrei C., La leadership infermieristica, Management Infermieristico, 2004, 2: 41e Management Infermieristico, 2004, 3: 33.Calamandrei C., Orlandi C., La dirigenza infermieristica, McGraw-Hill, Milano, 1998. Ciancio B., Trasformare la frustrazione del personale in soddisfazione: il potere dellamotivazione, Management Infermieristico, 2001, 1: 40-44.Lavalle T., Dirigere le risorse umane, Carocci Faber, Roma, 2003.Likert R., Nuovi modelli di direzione aziendale, Franco Angeli, Milano, 1973.Maslow A.H., Il management, Armando, Roma, 2004.Ostinelli G., Motivazione e comportamento, Erikson, Trento, 2005.Peters T., Leadership, Sperling & Kupfer, Milano, 2005.Rheinberg F., Psicologia della motivazione, Il Mulino, Bologna, 2004.Santullo A., L’infermiere e le innovazioni in sanità, McGraw-Hill, Milano, 2004.Zigarmi D., Blanchard K., O’Connor M., Edeburn C., Essere leader, Sperling & Kupfer,Milano, 2006.

BIBLIOGRAFIA

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La comunità terapeuticadi Paolo Tarantino

UCOMUNITÀ TERAPEUTICA EFORMAZIONE OPERATORI

Uno dei principi cardini su cui si fondala prassi di ogni Comunità terapeutica,a prescindere dai diversi orientamentiteorici, è la condivisione della vitaquotidiana fra pazienti e operatori e ilcoinvolgimento di entrambi nellepratiche indispensabili alla vita stessadella comunità: pulire, cucinare,mangiare, trascorrere il tempo libero,svolgere incombenze di comuneinteresse o necessità.Queste attività a volte vengonopercepite come attività semplicementeoccupazionali o genericamenteergoterapiche invece consentono agliutenti di misurarsi con la realtàsecondo le proprie possibilità efavoriscono lo sviluppo di relazioni,intorno ai compiti di lavoro che mettonoin evidenza i comportamenti e idifferenti bisogni dei residenti.Tutto ciò costituisce un materialeutilissimo per la riflessione continua sulmodo di essere di ognuno così comesulla natura delle interazioni e delledinamiche che si sviluppano, offrendoopportunità per un possibilecambiamento.Viste secondo quest’ottica, le attivitàquotidiane, specie quelle legate aesigenze materiali e concrete,assumono il significato di funzionivitali, sia perchè rappresentano realiesigenze sia perché stimolano losviluppo di una attività di pensiero.Non si tratta quindi di attivismo sterilee afinalistico, ma di un fare e di unpensare strettamente interdipendenti,da cui si possono svilupparecambiamenti e apprendimento.Questo modo di considerare il farequotidiano trova applicazione nel

contesto reale di molte struttureresidenziali e semiresidenziali. Ipazienti delle nostre comunità infattisono spesso portatori di gravi patologiee disabilità e hanno capacità limitateper quanto riguarda l’assunzione diresponsabilità per se stessi e per glialtri. In altre parole essi vivono incondizioni di dipendenza e avrebberobisogno di divenire più autonomi,ciascuno secondo le proprie possibilità.Dal canto suo la comunità richiede aisuoi residenti di partecipare, per quantoè loro possibile, alla gestione della vitaquotidiana. Per molti di loro ilcoinvolgimento nelle decisioniriguardanti la vita comunitariarappresenta un utile apprendimentonell’assunzione di responsabilità versogli altri così come verso se stessi,attraverso le relazioni che sisviluppano.Le relazioni di lavoro, infatti, implicanopotenti aspetti emotivi che occorretenere in considerazione e su cui ènecessario riflettere. Quando leinterazioni con gli altri vengonoignorate, la vita emotiva si impoveriscee l’istituzione aggrava le condizioni dimolti dei pazienti che vi risiedono.Occorre invece che la comunità offra aisuoi membri l’opportunità di lavorareinsieme, con tutte le situazioni emotiveche si sviluppano nella vita quotidianae che entrano in risonanza con leesperienze passate di ciascuno. Inquesto modo il setting comunitariofornisce un forum per riflettere edesplorare queste esperienze in unambiente protetto. Lavorare con gli altri costituisce infattiun terreno idoneo alla comprensione didifficoltà del passato in scala ridotta ein un gruppo gestito e supportato.Gli operatori di comunità hanno le

necessità di comprendere processicomunicativi che non sono astratti osimbolici; in altre parole hanno bisognodi comprendere il linguaggio dell’azioneattraverso l’azione e tutto ciò che inessa si sviluppa, consciamente einconsciamente.Un modello di formazione che rispondea questo scopo è quello dei cosiddettiworkshop esperienziali residenziali.Essi sono stati concepiti per fornirestrumenti di apprendimentoeffettivamente utilizzabili nella praticadi lavoro di chi opera in contestipsichiatrici residenziali, con particolareattenzione a coloro che non hannosvolto sofisticati percorsi di training ehanno scarsa o nessuna conoscenzapsicodinamica. L’iniziativa si basa sualcune evidenze:1) Il fatto che i pazienti usano le loro

capacità cognitive e disimbolizzazione in modo anomalo;particolarmente i pazienti psicoticiutilizzano le azioni per esprimere deisignificati e le loro parole comeoggetti, senza distinzione fra simbolie oggetti simbolizzanti;

2) La relazione stretta e prolungata coipazienti;

3) La condivisione della quotidianità;4) La dimensione grippale delle

comunità;I workshop esperienziali sidifferenziano nettamente da unconvegno o un seminario con letturemagistrali e presentazioni di relazionipreordinate: offrono infatti aipartecipanti un’opportunità diapprendimento diretto attraverso unbreve periodo di convivenza in stilecomunitario, articolato in attivitàindispensabili all’esistenza dellacomunità che si vienetemporaneamente a costituire e in una

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serie di sessioni in grandi e piccoligruppi finalizzate sostanzialmente allariflessione e all’apprendimento di tuttociò che accade durante il lorosvolgimento. Essi si ispirano al concettodell’apprendere dell’esperienzariproducendo le caratteristiche, icompiti e l’atmosfera del contesto incui gli operatori svolgono la loroquotidiana attività, puntandoall’acquisizione di una maggioredisponibilità al rapporto col paziente emaggior dimestichezza col lavoro inequipé.Ogni workshop dedica molto del suo

tempo nello svolgimento di attività alloscopo di aiutare i partecipanti acomprendere che tipo di comunicazionepuò essere presente nelle loro azionisvolgendo attività come cucinare, farpulizie, organizzare il tempo libero, etc.L’intento non è quello di offrire inputterapeutici ai partecipanti, ma piuttostodi costituirsi come uno spazio peresplorare in prima persona come leattività potrebbero essere usateterapeuticamente con pazienti gravi: sitratta di un’opportunità diapprendimento, non di terapia per ipartecipanti.In altre parole la finalità di questi

eventi consiste nel fare, pensare eimparare qualcosa che possa poi essereutilizzato nelle rispettive esperienze dilavoro. In un certo senso il workshop èesso stesso una comunità finalizzataall’apprendimento, concepito perconsentire ai suoi partecipanti diesplorare i processi che si sviluppanointorno al fare quotidiano. Essipotranno formarsi nuove idee su comele loro comunità possano incentivareesperienze di vita che aiutino i residentiad assumere responsabilità e amodificare, almeno in parte, i lorovissuti e modi di essere. In definitiva ilworkshop è un’opportunità peresplorare:1. L’influenza che la partecipazione alle

diverse attività può esercitare suicomportamenti dei componenti lacomunità;

2. come e quando i compiti di lavoro ela ricerca di soluzione ai problemiconnessi possano mettere in motoemozioni e sentimenti connessi conla storia personale di ciascuno;

3. l’importanza delle interazioni frapersone e delle dinamiche di gruppoai fini di un possibile cambiamento;

4. quando agire e quando riflettere;5. quanto tutto ciò possa generare un

processo di apprendimento.

AUTORE:Dott. Paolo TarantinoResponsabile Infermieristicodell’Area DipartimentaleDSM-DIP del servizio infermieristicoASL RM/A

De Martis D. , Petrella F. , AmbrosianiP. , Fare e Pensare in Psichiatria, Ed.Cortina, Milano 1997;Marchi R. , La Comunicazione tera-peutica – Interazione infermiere-paziente , Ed. Sorbona, Milano 1993;Burti L., Siciliani O., RiabilitazionePsicosociale, Ed. Franco Angeli,Milano 1991

BIBLIOGRAFIA

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L’utilizzazione delle diagnosisecondo la classificazioneNanda ed il modello NIC/NOC,nell’ospedale S. GiovanniCalibita, Fatebenefratellidi Elisabetta Forti e Alessia Manteo

LRiassunto

Lo studio è di tipo descrittivo ed è statosvolto nell’Ospedale deiFatebenefratelli, San Giovanni Calibita,Isola Tiberina, nei quattro reparti adegenza media più alta (Medicina,Oncologia, Ortopedia, TerapiaIntensiva).Abbiamo deciso di realizzare questostudio sulle diagnosi infermieristichescritte in cartella, in quanto riteniamoche esse, rappresentando una fase delProcesso di Nursing, siano unimportante mezzo per garantireun’assistenza infermieristica valida ebasata su metodi scientifici.Considerando la scarsa diffusionedell’uso delle diagnosi infermieristiche,dedotta da ciò che gli infermieri italianihanno pubblicato in questi ultimi anni,ci aspettiamo di rilevare diagnosiinfermieristiche con una frequenza parial 5% delle schede osservate.Materiali e metodi. Ci siamo rivolti aduno statistico per calcolare lanumerosità del campione di cartelle daesaminare e per la randomizzazione.Successivamente abbiamo procedutoall’analisi diretta di queste.Risultati. I risultati evidenziano unamaggiore percentuale di diagnosiregistrate, rispetto a quella prevista

dall’ipotesi iniziale, seppure nonsempre in forma corretta e completa.Parole chiave Diagnosi infermieristica,Modelli, Cartelle infermieristiche, Drg,Età del paziente, Degenza media.

INTRODUZIONE

Di diagnosi infermieristica si ècominciato a parlare nel 1955, quandoVirginia Fry utilizzò per la prima voltaquesto termine (Progetto Sanità, 2006).In realtà gli infermieri hanno semprediagnosticato i problemi assistenzialidei loro assistiti, ma il termine“diagnosi infermieristica” inseritoappieno nella pratica quotidiana è daritenersi un avvenimento piuttostorecente.La diagnosi infermieristica appartieneal Processo di Nursing, il quale è daconsiderare come una serie di tappeche conducono all’obiettivo finale,quello di garantire ai nostri pazientiun’assistenza qualificata e basata suibisogni effettivamente rilevati.Anche qui, il concetto di Processo diNursing nasce alla fine degli anni ’50,ma solo di recente viene insegnato aglistudenti infermieri e ritenuto un metodoche ogni infermiere dovrebbe metterein pratica nella propria attivitàquotidiana. (Wilkinson, 2003)

Il nostro studio rappresenta la volontàdi valutare quanto oggi, nel 2007, siachiaro e utilizzato il concetto diProcesso di Nursing, e piùspecificamente, di diagnosiinfermieristica.

ObiettiviGli obiettivi del nostro studio sono1. Valutare quanto si scrive in termini

di diagnosi infermieristica, comequeste vengono redatte, quali sono i“modelli” e le “diagnosi” piùfrequenti;

2. Valutare se variabili come il repartodi degenza, il Drg, l’età del paziente,ed i tempi di degenza, influenzano omeno la completezza e correttezzadell’identificazione dei problemi intermini diagnostici.

Campo di indagine e CampionamentoIl nostro campo d’indagine sono i

reparti di Medicina, Oncologia,Ortopedia e Terapia Intensiva, scelti trale Unità Operative dell’OspedaleFatebenefratelli, San Giovanni Calibita,Isola Tiberina, perché sono risultatiquelli con una degenza media piùlunga, e quindi con una maggioredocumentazione; l’universo diriferimento sono le schedeinfermieristiche accluse alle cartelle

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cliniche dei pazienti ricoverati neisuddetti reparti nell’anno solare 2006.Da qui abbiamo tratto il nostrocampione: 378 cartelle, pari al 15% deltotale, ottenute in modalità random,stratificato per numero di ricoveril’anno, composto da 132 cartelle dimedicina, 132 di ortopedia, 86 dioncologia e 28 di Terapia Intensiva.Le cartelle sono state visionatedirettamente, utilizzando una griglia dianalisi per inserire i dati rilevati. (vediTabella N.°1)

Criteri di inclusione e di esclusionecriteri di inclusione adottati sono statidi scegliere tutte le cartelle cliniche

contenenti la scheda infermieristica;quelli di esclusione invece sono stati dinon considerare i reparti dove mancavala figura dell’infermiere (reparto diostetricia), e dove non era presente,nelle cartelle cliniche, ladocumentazione infermieristica (repartodel nido, sala operatoria ed ambulatori).Della documentazione clinica archiviataabbiamo considerato solo le schedeinfermieristiche, in quantorappresentano l’unico documento in cuipossono essere riportate annotazioniriconducibili alle diagnosiinfermieristiche.Strumenti Abbiamo disposto dellaconsulenza del Centro ElaborazioneDati (CED) per ottenere i dati relativialla degenza media nei repartiesaminati.Per quanto riguarda invece larandomizzazione delle schede daanalizzare ci siamo serviti dellaconsulenza dello statistico. Per ottenerei dati abbiamo poi eseguito un’analisidiretta delle cartelle, in archiviocartaceo o informatico.Risultati I risultati che abbiamoottenuto non sono incoraggianti: il61.4% delle cartelle analizzate risultaprivo di diagnosi infermieristiche. Ilrestante 38.6% perciò, riporta una o piùdiagnosi infermieristiche; di queste solotre sono compilate in modalitàcompletamente corretta ovvero recanti

un “titolo, fattori correlati,caratteristiche definenti, NIC (NursingIntervention Classification = interventi)e NOC (Nursing OutcomesClassification = esiti).”Le altre (143 diagnosi.) sono formulate nellamaggior parte dei casi solo con il “titolo”(39%), oppure dal “titolo e NIC” (32%).La tabella n° 2 rappresenta le modalitàdi formulazione delle 146 diagnosirilevate.

Per quanto riguarda i risultati ottenutidall’analisi dei “modelli” maggiormenteelaborati, “scambi” risulta il piùfrequente, mentre “relazioni”, “valori” e“conoscenze” non sono mai statiriscontrati. La diagnosi infermieristica

Tabella N° 1. - Griglia di analisi

N° cartellaRepartoDRGData diricovero

Data didimissioneGiorni didegenzaEtàPresenza didiagnosiinf.caTipo di diagnosiinf.ca

Tabella N° 2.Modalità di elaborazione dellediagnosi infermieristicheriscontrate.

TITOLO (TIT) 57TIT. + Caratteristiche.Definenti (CD) 2TIT. + Fattori Correlati (FC) 2NIC 21TITOLO+ NIC 48TIT + CD + NIC 1TIT. + NIC + NOC 12TIT + CD + FC + NIC + NOC 3TOTALE 146

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contata più volte è quella relativa a“dolore”, presente almeno una voltanel 15.1% delle cartelle analizzate(Tab.N°3)

Nella seconda parte del nostro studioabbiamo ottenuto dei risultati che ciconfermano di aver raggiunto ilsecondo obiettivo già espresso. Infatti,considerando la variabile “reparto didegenza”, è emerso che la C.R.T.I èquello dove si redigonopercentualmente più diagnosi (78.6%),mentre quello di Ortopedia il minore(10%); considerato il DRG (Tabella N° 4)osserviamo come i pazienti con lapatologia “tumori” presentano unmaggior numero di diagnosiinfermieristiche (38.9%).

Prendendo in esame la fascia d’età,troviamo che quella in cui si scrivonopiù diagnosi è quella superiore ai 75anni (46.4%); considerando il tempo didegenza media osserviamo che il 57%delle diagnosi infermieristiche sonoformulate quando il tempo di degenzamedia è maggiore ai 12 giorni.

Sulla base dei valori che abbiamoraccolto ed elaborato possiamoaffermare che la probabilità di trovareuna diagnosi infermieristica all’internodella documentazione infermieristicaaumenta in maniera direttamenteproporzionale all’età del paziente e altempo di degenza: a parità di tempo didegenza raddoppia tra i 60 anni e i 75anni, mentre, a parità di età, triplica trai 5 giorni e i 12 giorni di degenza. (Vedigrafico N°1)

Grafico N°1. Possibilità di trovare unadiagnosi infermieristica in base a età e degenza media.

CONCLUSIONIIl nostro studio ci ha condotto versorisultati di doppio significato; abbiamoinfatti raggiunto gli obiettivi che cieravamo prefissati, ma i risultatiottenuti non sono esattamente quellisperati Vediamo infatti, come ancoraoggi il concetto di “diagnosiinfermieristica” non è ben fermo nellamente dei professionisti, quali siamonoi infermieri.Riteniamo che nel 2007 non si puòparlare di responsabilità e di autonomiase gli infermieri non sono consapevoliper primi di quale sia la modalitàcorretta di documentare, raccoglieredati e sulla base di questi elaborare un

piano di assistenza ben studiato e“personalizzato”.Gli utenti sono sempre più coscienti epartecipano attivamente alla loromalattia,diversamente da quantoavveniva tempo fa, e solo facendoricerca e utilizzando metodi scientificipossiamo far valere la nostra categoriae le nostre qualità.Riteniamo pertanto che la conoscenzache i nostri infermieri hanno sullediagnosi infermieristiche non è adeguata

per garantire un percorso assistenzialemirato per ogni singolo paziente, e cheabbia come scopo quello di identificarequali siano i suoi bisogni, i punti di forza,gli obiettivi ed i risultati da ottenere equelli ottenuti.Sarebbe opportuno proporre quindi deicorsi di formazione, anche in vista di unapossibile futura Normativa Europea cheintrodurrà l’abitudine per gli infermieridi redigere diagnosi, al pari dei medici.Il nostro studio è stato condotto in unpiccolo ospedale ma, vista l’importanzadell’argomento, crediamo possa essereutile verificare l’utilizzo delle diagnosianche in altre realtà italiane.

AUTORE:Alessia ManteoD.ssa Elisabetta FortiOspedale S. Giovanni CalabitaFatebenefratelli - Roma

Tabella N° 3.Modelli rilevati dall’analisi delladocumentazione infermieristica.

SCAMBI 104COMUNICAZIONE 3RELAZIONI 0VALORI 0SCELTE 18MOVIMENTO 46PERCEZIONE 34CONOSCENZA 0EMOZIONI 62

Tabella N° 4 - DRG

DRG N°

Disturbi psichici 32Malattie infettive eparassitarie 75Tumori 147Malattie endocrinenutrizionali,metaboliche 27

Malattie del sistema nervoso 10Malattie sistema circolatorio 51Malattie apparato respiratorio 36TOTALE 378

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Benci L., Aspetti giuridici della professione infermieristica, elementi di legislazione sanitaria. La documentazione sanitaria, Mc Graw-Hill,Milano, 2002, pp. 293.305;Buoncompagni M. , TUSCANY NURSING 2006, QUESTIONI ASSISTENZIALI IN AREA CRITICA. Documentazione assistenziale in terapia inten-siva: il sistema NANDA, Firenze, 22 Settembre 2006, pp. 2-3;Calamandrei C. , NANDA Diagnosi infermieristiche, definizioni e classificazioni. Classificazione delle diagnosi infermieristiche, Sorbona,Milano, 1994, pp. 1-4;Carpenito L. J., Moyet, Manuale tascabile delle diagnosi infermieristiche. Introduzione, Ambrosiana, Milano, 2004, pp. XXXIII-XXXV;Collegio IPASVI di Roma, La nuova regolamentazione per l’esercizio della professione infermieristica: Profilo professionale- Codice deonto-logico- Ordinamento didattico- Percorsi formativi- Leggi e decreti di interesse infermieristico. Cap 1, 5, pp.10- 45;AA.VV.”Guida alla formulazione della diagnosi infermieristica”. Progetto Sanità ,2006; 4 (13): 3-12Greco M., Rocco G., Guida all’esercizio della professione di infermiere. La professione infermieristica, Ed.MedicoScientifiche, Torino, 2006,pp. 11-19.Kim M.J. , McFarland G.K. , McLane A.M. , Diagnosi infermieristica e piani di assistenza. Introduzione all’edizione italiana e Prefazione,Sorbona, Milano, 1991, pp. X-XIV;Kim M.J. , McFarland G.K. , McLane A.M. , Diagnosi infermieristica e piani di assistenza. Prefazione, Sorbona, Milano, 1991, p. XIV;Pelagalli V. , Raimondi R. , Il processo di assistenza infermieristica e la pianificazione assistenziale. Direzione servizio infermieristico e tec-nico, p.31;Shoemaker J. K., Essential features of a nursing diagnosis. Atti della quinta Conferenza Nazionale di St. Louis, Mosby Co, 1984, p. 109;Wilkinson J. M. , Processo infermieristico e pensiero critico. Cap 1, 2, Ambrosiana, Milano, 2003, pp. 9-19.

BIBLIOGRAFIA

IN PILLOLEIpertensione, nuove evidenze contro il saleMeno sale (a tavola), meno sale (la pressione). La validità di questo slogan, propostorecentemente dalla Società Italiana dell’Ipertensione Arteriosa per sensibilizzare la popolazionead un uso più moderato del sale da cucina, ha ricevuto un ulteriore sostegno scientifico daidati di una ricerca condotta dall’Isa-Cnr e dall’Università Federico II di Napoli, pubblicati sullaprestigiosa rivista internazionale Journal of Hypertension. Lo studio ha evidenziato che losviluppo di ipertensione arteriosa è significativamente più frequente nei pazienti con maggioresensibilità agli effetti pressori del sale assunto con la dieta, rispetto a coloro in cui talesensibilità è di minor grado. In particolare, a distanza di 15 anni dalla originaria valutazionedella sensibilità al sale nei soggetti partecipanti allo studio, l’ipertensione arteriosa si èsviluppata nell’88% dei casi più sensibili e nel 50% di quelli restanti.La ricerca è stata realizzata nell’ambito dell’Olivetti Heart Study, uno studio longitudinale suifattori di rischio per le malattie cardiovascolari che ha coinvolto i dipendenti degli stabilimentidell’Olivetti di Pozzuoli e Marcianise in Campania.

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La cartella infermieristica einformatizzata: proposta di un progettonei servizi ambulatoriali di medicinainternadi Laura Sabatino

LL’implementazione di una cartellainfermieristica, informatizzata edintegrata con quella medica, nascedall’esigenza di proporre e perseguireuna serie di obiettivi:1. contribuire al miglioramento della

qualità del servizio sanitario offertodal personale infermieristicoall’utente, in armonia con quanto iltop management sanitario aziendaledovrebbe auspicare;

2. applicare i contenuti delladeontologia e della normativainfermieristica1 che sottolineanocome la pianificazionedell’assistenza e l’utilizzo delladocumentazione infermieristica,siano elementi di forza specificidella professione, atti a favorirel’espressione delle competenzeintellettuali, elemento essenzialedella professionalità acquisita;

3. rendere nota, non solo la naturatecnica della professione, ma anchequella relazionale ed educativa cheil personale esprime nei confrontidell’assistito;

4. rendere maggiormente visibile ilruolo e le funzioni del personaleinfermieristico all’internodell’azienda, impegnato in svariateprestazioni che spesso non vengonosistematicamente registrate, tantoda essere misconosciute.

La cartella infermieristica proposta,consente di documentare la presa incarico dell’assistito, grazie alla

formulazione della diagnosiinfermieristica, degli obiettivi daperseguire, degli interventi da attuare edei criteri per comprendere se gliobiettivi sono stati effettivamenteraggiunti. Il modello concettuale sulquale si struttura la cartella è quello diHildegard Peplau2, scelto per la suachiarezza e la sua possibileapplicazione anche ai contestiambulatoriali; in questi servizi, ilcontatto con l’utente, pur sviluppandosiin uno spazio temporale breve, puòripetersi più volte, sempre con lo stessoassistito, grazie al proseguimento dellecure, consentendo all’infermiere diesprimere le proprie competenzetecniche, relazionali ed educative eall’utente di essere seguito in manierapiù completa, continuativa,personalizzata e umanizzata.La compilazione accurata di unacartella infermieristica, necessita ditempo, nonché, di personale formatoche si dedichi a tale attività; benché lacartella ambulatoriale si presenti menocorposa di quella utilizzata nelle unitàoperative dove vige il ricovero ordinario(si pensi alla quantità di dati che ènecessario raccogliere per assistere lepersone, la cui degenza si protrae persvariati giorni e la complessità delquadro clinico che non permetteprestazioni effettuabili in tempi brevi),l’attività ambulatoriale può risultare,anch’essa, con ritmi lavorativi serrati,pertanto, affinché il progetto di

implementazione si avvii con successo,sarà importante prevedere,inizialmente, la sperimentazione delmodello scelto solo su un gruppoomogeneo di assistiti. Inoltre, perrecuperare tempo e risorse umanepreziose, sarà importante siastrutturare un elenco di funzioni e diattività proprie e improprie che vengonoattuate dal personale infermieristiconel servizio, sia effettuare un’analisi delcontesto lavorativo per individuare ipunti di forza e di debolezza, cioè lecriticità che possono favorire odostacolare l’utilizzazione della cartellainfermieristica, così da riorganizzare imodelli di lavoro in maniera piùefficace ed efficiente3. Nelle sedi ove si prevede l’inserimentodi una cartella infermieristica, saràopportuno costituire un gruppo di lavororistretto che si preoccuperà diraggiungere i seguenti obiettivi:1. raccogliere informazioni sulla presenza

di cartelle infermieristiche già esistentiall’interno dell’azienda, per utilizzareiniziative dimostratesi utili e iniziare alavorare su nuove idee;

2. raccogliere dati inerenti la cartellainfermieristica anche sul territorioregionale o nazionale, effettuando larevisione delle riviste di interessespecifico, sia con metodo manuale,sia on-line, sempre per prendereatto di quanto già esiste ed è statosperimentato con successo in altrerealtà, ma anche per comprendere

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che cosa è ritenuto indice di buonaqualità, dalle fonti autorevoli dellaprofessione, nella redazione di unacartella infermieristica.

Tutti gli infermieri che utilizzeranno lacartella, comunque, dovrebbero esserecoinvolti nella strutturazione dellastessa, pertanto, si potranno prevederetempi e modi per acquisire tutte leproposte utili, sia inerenti modelliconcettuali alternativi a quellopresentato con questo lavoro, siaschede di medicazioni diverse e cosìvia, pensando anche alla possibilità difarne derivare un corsod’aggiornamento specifico, utile ai finidell’ECM.La cartella in oggetto, si prevede siainformatizzata, pertanto, si ipotizza lapresenza di un programma checonsenta all’infermiere di scegliereall’interno della “categoria”: - diagnosi,obiettivi, interventi e criteri - quelli piùidonei al caso assistenziale che si trovadi fronte; si aprirà, quindi, una finestraper ogni “categoria”, nella quale sipotrà “cliccare” l’elemento scelto cheverrà automaticamente inserito negliappositi spazi della cartella;l’infermiere avrà sempre a disposizionefrasi già formulate all’interno della“categoria”, dovrà solo sceglierle,anche se si prevede che egli abbia lapossibilità di inserire o modificarenuovi elementi.La teoria delle relazioni interpersonalidella Peplau, presenta quattro fasi delrapporto infermiere-paziente –Orientamento – Identificazione –Utilizzazione o Sfruttamento –Risoluzione - e sei ruoli che l’infermiereassume durante la relazione – Ruolodell’estraneo – Ruolo della persona disostegno o su cui fare affidamento –Ruolo di insegnante – Ruolo dileadership o di guida – Ruolo disostituto – Ruolo di consulente oconsigliere.La Peplau sostiene che durante larelazione, le fasi si possonosovrapporre; nell’elaborazione dellacartella infermieristica proposta, sipossono sovrapporre sia le fasi sia iruoli, distribuiti nel rispettodell’articolazione del pianod’assistenza come di seguito illustrato:

1. Accertamento e identificazionedell’assistito:è questo il momento dell’incontro conl’assistito e della sua accoglienza,durante il quale l’infermiere effettua laraccolta di quei dati, oggettivi esoggettivi, che gli serviranno per capirequali sono i bisogni insoddisfatti e iproblemi che ostacolano il lorosoddisfacimento.È questa la I Fase cioèdell’Orientamento, sia l’utente sial’infermiere non si conoscono, quindisi osservano e cercano di capirsireciprocamente; la comunicazioneavviene sui due piani, verbale e nonverbale e l’infermiere, che assume ilRuolo di estraneo, mette in attotutte quelle strategie che possonostimolare la fiducia dell’assistito.

2. Individuazione dei bisogniinsoddisfatti e problemi, conformulazione della diagnosiinfermieristica:siamo nella II Fase, quelladell’Identificazione, se l’assistito sisentirà incondizionatamente accettato,sarà portato ad aprirsi in manieraautentica ed a confidarsi conl’infermiere, con il quale si identifica,chiedendogli aiuto; l’infermiere ha oraacquisito il Ruolo di persona disostegno, infatti, risponde alledomande dell’assistito, illustrandoglianche il percorso da effettuareall’interno del servizio, ma, soprattutto,è questo il momento in cui l’infermiereformula le diagnosi infermieristiche. Siriportano alcuni esempi di diagnosiformulate appositamente4

a) Affaticamento correlato ainadeguata ossigenazione tessutalesecondaria a BPCO (operaio nellecave di marmo), la quale cura ègestita in maniera inefficace, che simanifesta con diminuita energiapsico-fisica per mantenere leabituali attività di vita quotidiana.

b) Ansia moderata, conseguente adinfortunio sul lavoro che hadeterminato grave danno biologico(perdita dell’integrità corporea peramputazione del braccio dx),manifestata con senso di impotenzacorrelata a scarsa fiducia in sé,

paura di influenze negative sulsistema di relazioni famigliare e dinon poter riacquistare l’autonomia el’efficienza nel lavoro.

c) Gestione inefficace del regimeterapeutico prescritto, inerente iltrattamento della malattiaprofessionale (es.: alterazionemuscolo-scheletrica e nervosaperiferica da sovraccaricobiomeccanico agli arti superiori),correlata alle conoscenze insufficientirispetto al progetto terapeutico, chesi manifesta con scarsa gestionedegli effetti della malattia e dellaprevenzione delle complicanze.

3. Definizione degli obiettivi daperseguire e scelta degli interventi:è la III Fase, quella dell’Utilizzazione, incui il paziente sfrutta le conoscenze, lecompetenze e le attitudinidell’infermiere, il quale assume oradiversi Ruoli contemporaneamente,quello di Guida, di Educatore e diSostituto. L’infermiere, dunque, aiutal’assistito a comprendere i propri puntidi forza e gli insegna come raggiungeregli obiettivi, stimolandolo allapartecipazione. Si crea un rapportoparticolare tra i due, l’utente puòvedere nell’infermiere una personavicina emotivamente, tanto da evocarglifigure significative del proprio vissuto;sarà la competenza dell’infermiere afargli comprendere le differenze tra ilruolo e le funzioni dell’infermiere equelle della persona evocata. Per chiarire questo passaggio si riportanogli obiettivi e gli interventi elaborati perle tre diagnosi descritte sopra:

Obiettivi da perseguire per ladiagnosi 1: (affaticamento – BPCO)1) Aiutare la persona ad adattarsi allo

stato di affaticamento, valorizzandole potenzialità residue.

Scelta dell’intervento:a. Spiegare le cause

dell’affaticamento; b. Aiutare la persona ad esprimere le

proprie sensazioni e sentimenti circa glieffetti dell’affaticamento sulla sua vita;

c. Accertare quali attività la personaconsidera importanti per conservarel’autostima;

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d. Aiutare ad identificare le proprierisorse, abilità, interessi (mettere inrisalto le cose positive che ha fattonel passato e che ancora può fare,ecc.) per programmare lievi attività;

e. Consigliare la dieta appropriata perevitare affanno post-prandiale;

f. Consigliare il riposo prima e dopoattività, anche dopo i pasti, perrisparmiare le forze;

g. Istruire l’assistito sulla necessità dimantenere adeguata l’umiditàdell’aria inspirata, evitando sostanzeirritanti per le vie aeree (fumo e odoriforti) che possono aggravare i sintomi;

h. Istruire sulle modalità appropriateper effettuare una tosse controllata;

i. Informare sulla possibilità diabbattimento di barrierearchitettoniche (pedane o supportiper salire le scale) ove necessario.

Obiettivi da perseguire per ladiagnosi 2: (Ansia – amputazione)2) Aiutare la persona a ridurre e gestire

il proprio attuale livello d’ansia,stimolando alle attività possibili eall’adattamento efficace (coping)verso la nuova condizione fisica.

Scelta dell’intervento:a. Essere presenti senza incalzare con

le domande o forzare a prenderedecisioni;

b. Parlare in modo lento e tranquilloma, soprattutto, ascoltareattivamente;

c. Trasmettere un senso dicomprensione empatica (es.:consentire di piangere e parlare,ecc.);

d. Non contrastare e discutere le suedifese e razionalizzazioni, nonnegare che ci saranno deicambiamenti nella sua vita;

e. Permettergli di parlare apertamentesull’influenza della malattia nellerelazioni famigliari;

f. Insegnare strategie in grado diridurre l’ansia (controllare il respiro,rilassare le spalle, rallentare ipensieri, modificare la voce, ecc.);

g. Discutere con il medicosull’opportunità di un trattamentoterapeutico psicologico;

h. Rassicurare sulla continuità delle

cure presso il servizio e sullapossibilità di reinserimentolavorativo;

i. Illustrare le possibilità offerte daipresidi protesici;

j. Ove necessario metterlo in contattocon l’assistente sociale.

Obiettivi da perseguire per ladiagnosi 3: (alterazionemuscolo-scheletrica e nervosaperiferica, regime terapeuticoalterato per conoscenzeinsufficienti)3) Partecipazione attiva dell’assistito

che applicherà correttamente ilregime terapeutico farmacologico,curativo, preventivo e riabilitativo.

Scelta dell’intervento:a. Aiutare la persona ad esprimere e

valutare le proprie aspettative sianei confronti delle proprie capacitàdi fronteggiare la malattia (coping)sia nei confronti del rispetto dellaterapia;

b. Chiarire all’assistito le indicazionicurative dei farmaci ove noncomprese;

c. Creare un sistema di identificazionedei farmaci da assumere, perrispettare orari e dosaggi;

d. Aiutare la persona ad esprimere evalutare le proprie capacità dimodificare le attuali abitudini divita;

e. Suggerire le modificazioni allo stiledi vita, che possono impedirel’insorgenza di complicanze anchecon l’ausilio di opuscoli informativi(evitare l’esposizione a vibrazioni, lecompressioni localizzate, le bassetemperature, posture scorrette,movimenti e sforzi ripetuti,rispettare il riposo e le attivitàricreative, ecc.);

f. Spiegare il percorso clinico in casodi necessario intervento chirurgico;

g. Chiedere al medico se è utile laprescrizione di fisioterapia, in casoaffermativo, contattare ilfisioterapista dell’azienda oppurefornire il n. tel. del centrofisioterapico più vicino al domiciliodell’assistito, al fine di accelerare ilpercorso riabilitativo.

4. Verifica dei risultati:La IV e ultima Fase è quella dellaRisoluzione e l’ultimo Ruolo cheassume l’infermiere è quello diConsulente.L’assistito si libera dell’identificazionecon l’infermiere, è consapevole dellesue potenzialità e più autonomo nelformulare nuovi obiettivi; l’infermiereassume nel rapporto un ruolo piùperiferico, di collaboratore. In questa fase, l’elaborazione del pianod’assistenza, inserito nella cartellainfermieristica, prevede il momentodella verifica dei risultati ottenuti; ciò èpossibile, grazie alla preventivaelaborazione di criteri, cioè didescrittori di azioni, ai quali verrannoconfrontati i comportamentidell’assistito.Anche in questo caso, come esempio, siriportano i criteri elaborati per ogniobiettivo delle tre diagnosi:Criteri: descrivere cosa farà l’assistito– azione – in che modo – lacondizione (parlando, scrivendo,effettuando un esercizio fisico, ecc.); il– criterio – in genere è espresso in“tempo”.

Valutazione del perseguimentodegli obiettivi nella diagnosi n. 1(affaticamento- BPCO)a. Discute delle cause di

affaticamento, comunica le propriesensazioni sugli effettidell’affaticamento sulla sua vita;stabilisce un elenco delle prioritàper le attività; elenca le attività cheintraprenderà per stimolare l’ambitofisico, cognitivo, emotivo e sociale.

b. La persona riferisce di sentirsiaiutata dai consigli dell’infermiere;condivide la proposta dell’infermieredi essere contattato, entro 15 giorni,per verificare le sue condizionirispetto all’affaticamento; entro ledue settimane inizierà una nuovaattività, condivisa con l’infermiere,che lo aiuterà a convivere conl’affaticamento

c. L’assistito, in accordo con l’équipe,programma una vacanza curativa incollina, presso un centro termale, acarico dell’azienda (asl), oveeffettuerà una terapia specifica.

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Valutazione del perseguimentodegli obiettivi nella diagnosi n. 2(ansia - amputazione)a. L’assistito esprime i propri timori

rispetto all’infortunio che stavivendo;

b. Specifica le sensazioni da artofantasma, sotto quale forma sipossono presentare (disagio, dolore,formicolio, prurito, calore, ecc.) e gliinterventi volti a ridurli;

c. Stabilisce di partecipare attivamentenella cura di sé e del moncone,descrivendo il comportamento daattuare nei confronti della feritachirurgica, durante le cure igieniche;

d. Concentra l’attenzione sulprogramma riabilitativo elencandogli step che lo compongono;

e. Conosce i tempi da rispettare perl’applicazione della protesi definitivaall’arto e gli eventuali aggiustamentia cui la protesi può esseresottoposta nel corso del tempo;

f. Elenca i suoi punti di forza e i suoiprogetti futuri;

g. Accetta il colloquio con ilfisioterapista.

Valutazione del perseguimentodegli obiettivi nella diagnosi n. 3(alterazione muscolo-scheletrica enervosa periferica, regimeterapeutico – conoscenzeinsufficienti)a. L’assistito riferisce l’intenzione di

attuare i comportamenti necessariper la gestione della malattia e laprevenzione di complicanze;

b. Descrive l’azione, la posologia e lavia di somministrazione dei farmaciprescritti;

c. Elenca le attività che possono acuirela malattia e quelle che neimpediscono il peggioramento;

d. Riferisce lo scopo e le modalitàd’attuazione delle indagini

strumentali prescritte;e. Accetta la possibilità di

un’assistenza domiciliare, fornita daiservizi territoriali della asl, ove nonci fosse la presenza di caregivers;

f. Accetta il colloquio con l’assistentesociale per gli aiuti del caso;

g. Riferisce di accettare il programmafisioterapico postoperatorionell’eventualità di un interventochirurgico.

La cartella infermieristica saràcorredata anche dalla scheda dimedicazione ove necessario e dalladocumentazione che il gruppo di lavororiterrà opportuna.

1 Si ricordano: il Patto Infermiere Cittadinoe il Codice Deontologico (rispettivamenteFederazione Nazionale dei Collegi IPASVI 12Maggio 1996 e 1999), il ProfiloProfessionale (D.M. 14 Settembre 1994, n.739), il Decreto del MURST 2 Aprile 2001che istituisce la Laurea Infermieristica, laLegge 26 Febbraio 1999, n. 42 Disposizioni

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in materia di Professioni Sanitarie –abrogazione del mansionario, equipollenzadei titoli, riconoscimento formale dellaprofessione infermieristica grazieall’abolizione della denominazione“ausiliaria”, la Legge 10 Agosto 2000, n.251 Disciplina delle professioni sanitarieinfermieristiche, tecniche, dellariabilitazione, della prevenzione, nonchédella professione ostetrica, che riconoscel’autonomia professionale, la metodologiadella pianificazione dell’assistenza,l’organizzazione di modelli d’assistenzapersonalizzata e consente l’attivazione deicorsi di Laurea Specialistica, nonchél’istituzione della Dirigenza Infermieristica.2 H. E. Peplau (1952) Interpersonal relationsin nursing, New York, G.P. Putnam’s Sons.3 Tra gli strumenti utili per analizzare ilcontesto di lavoro è il Diagramma diIshikawa, per un approfondimento dellametodologia; tra i vari testi disponibili, siconsiglia: Lo Iudice M., La gestione delcambiamento in sanità, Centro ScientificoEditore, Torino, 1998. 4 Tra i testi da consultare si consiglia: L. J.Carpenito, Piani di assistenzaInfermieristica e documentazione, diagnosiinfermieristiche e problemi collaborativi,Ambrosiana, Milano, 2000.

AUTORE:Laura SabatinoInfermiera INAILCentro Diagnostico Polispecialistico

Si propone a completamento della cartella, la scheda riassuntiva alladimissione/conclusione del piano d’assistenza:

Problemi assistenziali reali e potenziali rilevati nel corso della relazione d’aiuto:…………………………………………………………………….……

…………………………………………………………………………

Obiettivi concordati e perseguiti:…………………………………………………………………………………………………………………………………………………………

Obiettivi concordati da perseguire:…………………………………………………………………………………………………………………………………………………………

Contatti presi con altri operatori sanitari e sociali:…………………………………………………………………………………………………………………………………………………………

Varie ed eventuali:…………………………………………………………………………………………………………………………………………………………

Prossimo appuntamento: Giorno …………. Mese …………………….. Ora ………

Telefono a cui rivolgersi in caso di necessità ………………………………………..

Infermiere/i: Nome e Cognome

IN PILLOLE

Anziani: 3 milioni a rischio demenzaSono circa tre milioni in Italia gli ultrasessantacinquenni affetti da deficit cognitivo di gradolieve: in pratica un anziano su quattro. Non tutte queste persone sono destinate ad unaprogressione del deficit verso la demenza, ma il rischio di patologia conclamata nei quattroanni successivi risulta triplicato rispetto ai soggetti anziani ma con funzioni cognitive normali.E’ quanto emerge da una osservazione condotta, nell’ambito del progetto “Italian LongitudinalStudy on Aging”, da alcuni ricercatori dell’Istituto di Neuroscienze del CNR di Firenze incollaborazione con un gruppo di ricerca dell’Università fiorentina e con l’Istituto Superiore diSanità. Lo studio Ilsa, ha già fornito in passato stime sulla frequenza della demenza nellapopolazione italiana, valutata in circa 700.000 casi, quantificando in circa 150.000 le personeche (sofferenti o meno di deficit cognitivo lieve) si ammalano di tale patologia ogni anno. Laricerca è stata pubblicata sulla rivista Neurology, organo ufficiale dell’American Academyof Neurology.

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Di solito, per dignità nelle professionisanitarie ci si riferisce a due concettivaloriali fondamentali. Da un lato unvalore che deve essere esperito versogli altri e, dall’altro, un valore che deveessere riferito a se stessi; concettomolto meno esplorato nella letteraturainfermieristica. La prima parte delconcetto “dignità”, cioè, il rispetto perla dignità del paziente è un concettofondamentale per l’assistenzainfermieristica, dovrebbe essereanalizzato soggettivamente su ogniindividuo prendendo in conto differenzespecifiche tra ogni persona. La secondaparte dello stesso concetto dovrebbe,altresì, essere analizzataoggettivamente come valore base deidiritti umani

Il significato di dignità: unarevisione della letteraturaLa dignità appare come un dovere ecome un diritto in molti codicideontologici sanitari europei e in moltecarte internazionali sui diritti umani. Adesempio nel codice deontologicoinfermieristico italiano la dignità èesplorata, tra gli altri, dalla Premessadove al comma 3 si dichiara:” Laresponsabilità dell’infermiere consistenel curare e prendersi cura dellapersona, nel rispetto della vita, dellasalute, della libertà e della dignitàdell’individuo”. In questo modo ildocumento vuole sottolineare un mixinestricabile tra quattro valori, cioè, travita e salute, tra vita e dignità, tra

salute e libertà dell’individuo e così via.Inoltre, il basilare articolo 2, “Principietici della professione” esplicita, alcomma 3, che: “L’infermiere riconosceche tutte le persone hanno diritto aduguale considerazione e le assisteindipendentemente dall’età, dallacondizione sociale ed economica, dallecause di malattia” e al comma 4 rendenoto che: “L’infermiere agisce tenendoconto dei valori religiosi, ideologici edetici, nonché della cultura, etnia esesso dell’individuo”.Ma la dignità nel codice deontologicoinfermieristico italiano redatto dalgruppo di lavoro della FederazioneNazionale Ipasvi nel 1999 parla anchedi dignità professionale. All’articolo 5.2 si dichiara: “L’infermieretutela la dignità propria e dei colleghi,attraverso comportamenti ispirati alrispetto e alla solidarietà. Si adoperaaffinché la diversità di opinione nonostacoli il progetto di cura.” Questoaspetto, legato alla dignitàprofessionale, è una dellecaratteristiche che rende il documentodel 1999 uno dei più completi codicideontologici infermieristici del mondo.Anche il Nursing and MidwiferyCouncil nel codice etico-deontologicodel 2002 rivisto nell’ agosto 2004 “TheNMC code of professional conduct:standards for conduct, performanceand ethics” afferma che:”l’infermiere ol’ostetrica, il codice è congiunto, hannoil dovere morale di assicurare epromuovere gli interessi e la dignità

dei pazienti”.L’articolo 1 della DichiarazioneUniversale dei Diritti Umani del 1948afferma che “Tutti gli esseri umanisono nati liberi ed uguali nella dignità enei diritti e devono ispirare il lorocomportamento in uno spirito difratellanza”.Malgrado queste affermazioni Mann1

indica che molti codici etico-deontologici non esplorano a fondo ilconcetto di dignità nella praticaprofessionale rimanendo troppo spessosolamente su posizioni teoriche. AncheSpiegelberg2 distingue vari significatidel concetto:- Una dignità intrinseca o estrinseca(una valutazione della propria dignitàversus una valutazione da parte deglialtri soggetti della dignità espressa).– Una dignità relazionale e una dignità

assoluta (comparata con la dignità dialtri individui e senza comparazione).

– Una dignità umana e una dignità dimerito (la seconda appare correlataall’autovalutazione personale,mentre la prima si riferisce ad unadignità in assoluto).

– Una dignità umana in se stessa e lebasi per tale dignità (una distinzionetra la vera essenza della dignità e lebasi su cui costruirla).

Per Spiegelberg la dignità può esserevista come un valore oggettivo che noncambia e come un valore soggettivo oauto valutato che cambia rispettoall’ambiente di riferimento. Nel 1994 enel 1996 due autori anglosassoni

La dignità e il rispetto per ladignità due valori fondamentalinella pratica infermieristicadi Alessandro Stievano

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Mairis e Haddock3,4 hanno chiaritomeglio il significato di dignità.Mairis3 afferma che:”La dignità esistequando un individuo è capace diesercitarla attraverso i suoicomportamenti, e dalla maniera in cui ètrattato dagli altri. Il soggetto dovrebbeessere in grado di capire leinformazioni e di prendere decisioni inproposito. Inoltre, si dovrebbe sentire asuo agio sia fisicamente che psico-socialmente nell’ambiente di vita”.Haddock4, d’altra parte, dichiarache:”La dignità è la capacità di sentirsiimportante di fronte agli altri,comunicare questo sentimento allealtre persone, anche in ambienti nonfavorevoli. La dignità è un concettodinamico soggettivo ma ha anchealcune basi condivise in tutti gli esseriumani”.Di nuovo emergono la dimensionesoggettiva ed oggettiva della dignità.Castledine5sottolineò la naturasoggettiva della dignità in relazione apersone anziane: “Il rispetto e ladignità possono essere misuratisolamente sapendo cosa questi terminisignifichino per il paziente. Questofatto richiede agli infermieriun’attenzione maggiore alla valutazionedei bisogni e alla comunicazione con ilpaziente anziano”.De Raeve6, invece, focalizzò la suaattenzione sulla dignità in relazione allafine della vita. De Raeve citando ancheSzawarski7 afferma: “La dignitàdell’essere umano è basata sul rispettoe il mantenimento dell’identità moraledell’individuo...il mio senso di autorispetto è seriamente a rischio quandoqualcuno o qualcosa mi obbliga adagire contro i miei ideali facendomi, intal modo, perdere il mio auto rispetto”.Chiaramente la dignità è legata a comepensiamo o valutiamo noi stessi.Shotton e Seedhouse8 partono da undifferente punto di vista riflettendosulle loro esperienze e concludonoche:”non abbiamo dignità quando citroviamo in circostanze imbarazzanti,quando siamo in situazioni dove cisentiamo ridicoli, stupidi, incompetenti,inadeguati e vulnerabili”.In questa visione, la dignità coinvolgecircostanze e competenze. Noi abbiamo

dignità quando le circostanze cimettono a nostro agio e quandoabbiamo le competenze per sentirci anostro agio in quelle circostanze. Inqueste prospettive emerge chiaramentela natura soggettiva della dignità che ècorrelata ai sentimenti, al controllo deicomportamenti o delle circostanze.Queste definizioni suggeriscono che gliindividui abbiano un ragionevole gradodi autonomia. e tali considerazioni sonoimportanti per la pratica professionalequotidiana.Pullman9 sviluppa un punto di vista piùoggettivo ed inclusivo della dignità, unavisione che racchiude tutte le personecon autonomia diminuita, che non èbasato sull’esperienza soggettiva, che èin linea con molti codici etico-deontologici professionali e documentisui diritti umani e supporta il concettogià richiamato di Spiegelberg di dignitàumana. Pullman sviluppa un’etica delladignità e la distingue da un’eticadell’autonomia: “Il pericolo implicito inquesta tendenza comune di sovrapporrela dignità con l’autonomia, è assumereche le persone che mancano dellacapacità di esercitare scelte autonomemancano della dignità umana.....taleriflessione è contraria ad ogni discorsomorale, ma è ancor più problematica

nell’assistenza di lungodegenza”. Noiinsistiamo che anche le persone condemenza, ad esempio, debbano esseretrattate con dignità e rispetto, la basedella dignità scompare sesovrapponiamo la dignità con lacapacità della scelta autonoma.Dobbiamo separare la dignitàdall’autonomia.Pullman9 distingue ulteriormente tradignità di base e dignità personale. Ladignità personale è un concettocostruito socialmente e variabile dovele persone esprimono loro stesse inmaniera differente e dove il loro sensodel valore dignità può essere legato alsenso di autonomia. La dignità di base,di converso, è un concetto più stabile“una persona non fa niente perottenerla e nessuno può portarglielavia, persino nella mancanza diautonomia, come è spesso il caso dipersone anziane con demenza ”.Le persone hanno questa dignità umanadisgiunta dal loro livello di competenza,coscienza o autonomia, abilitàrelazionale. Questa dignità si hasemplicemente perché si è umani.Nordenfelt10 ha disquisito di questavisione della dignità come “dignitàdegli uomini” e si riferisce ad unadignità che hanno tutti gli esseri umani

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o si assume che posseggano proprioper la loro umanità. Essa sottende ilfatto che tutti abbiamo gli stessi dirittiumani o almeno i seguenti diritti umaniminimi:– La sufficienza dei mezzi necessari

per l’esistenza,– La libertà,– Un minimo di auto rispetto.Il terzo punto richiede un minimo grado

di autonomia. L’espressione tedesca“Menschenwürde” sintetizza inmaniera ottimale la dignità di baseinestricabilmente legata ai diritti umanifondamentali e al diritto della salute. E’una dignità legata al diritto di accessoai servizi per la salute, comericonosciuto dall’International Bill ofHuman Rights,11,12, 13 e da altridocumenti internazionali, che ogniessere umano dovrebbe essere in gradodi esprimere e che dovrebbe esseregarantita senza influenze od ostacoli, e,questa dignità, dovrebbe essereassicurata a tutti i cittadini . Non èancora quel concetto dinamicoidentificato da Haddock4 ma è unabuona base per lo sviluppo dell’eticadella dignità.

Il concetto di dignità e la praticainfermieristicaLa dignità come abbiamo vistodobbiamo considerarla come un valoresentito individualmente e un valore dibase appartenente a tutti gli uomini.Dobbiamo riflettere sul concetto siaoggettivamente come base per i dirittiumani che soggettivamente indicando,quindi, una sua variabilità con lasingola persona.Nel considerare lo stesso concetto nelnursing bisogna riflettere su due valoriprofessionali fondamentali: rispettarela dignità dell’altro e rispettare ladignità di noi stessi in quantoprofessionisti. Il concetto rispettoassociato a dignità è stato spessooggetto di dibattito. Ad esempio,spesso si afferma che gli infermieridebbano avere rispetto del paziente,dei suoi bisogni, delle sue aspettativeetc...., ma il concetto rimane vago,ampio e deve essere specificato più inprofondità.Il rispetto per la propria dignità, oautorispetto richiede una valutazione eun riconoscimento del proprio valorecome essere umano e comeprofessionista. I due aspetti sono

chiaramente correlati. Il rispetto versol’altro è famigliare nella praticainfermieristica e compare in numerosidocumenti e articoli professionali,mentre, al rispetto verso la dignità dinoi stessi viene data molta menoattenzione e non è identificato, troppevolte, come un valore professionalechiave. Tale concetto compare,comunque, nel Codice DeontologicoStatunitense emanato dall’AmericanNurses Association: “Il rispetto moraleva di pari passo al valore morale e alladignità di tutti gli uomini senzadistinzioni personali e qualunque sia laloro situazione di vita. Tale rispetto siestende a noi stessi; gli stessi doveriche noi dobbiamo agli altri noi lidobbiamo avere per noi stessi. I doveridi dignità verso noi stessi comprendonouna serie di doveri che includono lacrescita personale, il mantenimentodella competenza, il mantenimentodell’integrità relazionale..”.Un’infermiera in uno studio diSeedhouse e Gallagher14 disse ”sediamo ai pazienti che assistiamodignità noi anche ne vogliamo”. E’molto plausibile che quando è tangibileil mancato rispetto per la dignità degliinfermieri, possa essere compromessoanche il loro senso della dignità versogli altri. Maggiori ricercheinfermieristiche sull’argomento sonoconsigliabili.

Verso un’etica dell’aspirazioneQuindi, siamo vulnerabili come esseriumani e come professionisti in tutti imomenti della vita.Come ci ricorda Warnock15 “Le personespesso non sono razionali, sia nellagestione delle proprie questioni chenella gestione delle stesse in relazioneagli altri. Sono vulnerabili verso gli altrie dipendenti dagli altri e tuttaviaspesso in competizione con gli altrinella società postindustriale avanzataad elevato dinamismo di merci ecapitali. Spesso gli individui nonriescono né a ricevere né a dare l’aiutonecessario, non cooperano e siintegrano per fini comuni e sono spessofrustrati da questi comportamentisociali”.L’autore suggerisce di superare questo

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stato di fatto attraverso comportamentietici. Egli auspica organizzazionicooperative e maggiormente etiche.L’eticità è necessaria per ilmiglioramento della condizione umana,infatti, ci sono infinite possibilità diumiliare, de-valorizzare e degradare unessere umano. Tutto ciò non si riferiscesolamente agli altri ma anche a noistessi come esseri umani. Permigliorare la condizione umanaabbiamo bisogno di Carr 199116

“un’etica dell’aspirazione”. Quest’eticaè utilizzata in relazione all’etica degliantichi filosofi greci, opposta, quindi,ad un’etica dell’obbligo molto attualenella nostra società post-modernaspesso persa nelle reti di significatimorali che si disconnettono einterconnettono senza soluzione dicontinuità.

L’etica dell’aspirazione16:– Riconosce la vulnerabilità, la

fallibilità e le violazioni della dignitàumana.

– Aspira a creare le condizioni peressere migliori nella ricerca dellasalute e verso una praticaprofessionale etica.

– E’ molta attenta alle sfumature della

pratica quotidiana e dimostra unapositiva attitudineall’apprendimento. Le strategie dilifelong learning sono necessarie permigliorare la coesione sociale, laqualità della vita e per avere ugualiopportunità di salute per tutti gliesseri umani.

Per il superamento dellatassonomia delle violazioni delladignità

Una tassonomia delle violazioni delladignità è utile secondo Mann1 perclassificare la natura delle violazionistesse.– Non essere visti, essere

irriconoscibili: Mann1 ci dice che questa situazioneavviene quando una persona non sisente riconosciuta o sufficientementeapprezzata. Sono le situazioni dove lepersone sono ignorate, con le quali sievita di parlare o di avere contattianche visivi– Essere visti, ma solamente come

membri appartenenti ad un gruppo:Il riconoscimento in un gruppo potrebbeessere di orgoglio es: essere uninfermiere, un medico, un avvocato, ma

se la dignità viene riconosciutasolamente in questa accezione lasoggettività del singolo e della suaspecifica dignità è negata inscrittasolamente nel gruppo di identificazione. – L’umiliazione.Con questo tipo di violazione delladignità si intende essere escluso dalgruppo ed avere la propria singolaritàenfatizzata in negativo.Per ovviare a queste violazionidobbiamo incoraggiare l’acquisizione dicompetenze etiche da parte deiprofessionisti infermieri. Taleacquisizione è difficile perché èqualcosa di più del solo sapere e farebene professionalmente. Gli infermierie tutti gli altri operatori sanitari devonoavere una visione allargata checomprenda:– Il vedere: I professionisti sanitari devono sforzarsidi vedere e percepire in maniera giustaed equa. Murdoch17 utilizza la parolaattenzione per esprimere questacapacità e la definisce ad esempio,come uno sguardo amoroso e giustoverso la realtà peculiare diquell’individuo. Questa, aggiunge, deveessere una delle caratteristiche di uninfermiere agente morale.

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– Il riflettere: Gli infermieri devono guardare alle altrepersone attraverso un’analisi profondadei loro vissuti, per un miglioramentodell’anamnesi dei bisogni degli altri.– Il conoscere: I professionisti sanitari devono avere

conoscenza del concetto teorico didignità, ad esempio, in relazione aidiritti umani. Gli infermieri devonosapere ed intraprendere ricerche sulconcetto di dignità nella salute.– Il fare e l’essere: questo è il punto che più fermamente si

connette ad un’etica dell’aspirazionedove i professionisti dimostrano unimpegno ad agire e ad essere migliori.

Autore:Dott. Alessandro Stievano

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BIBLIOGRAFIA

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La deroga prevista dalla Legge n° 244/07 (Finanziaria 2008) allanorma sul riposo giornaliero degli infermieri afferma due prin-cipi: 1) il personale del ruolo sanitario non ha gli stessi dirittidegli altri lavoratori; 2) si possono spremere gli infermieri finooltre il limite di sopportazione umana. E’ una norma inaccettabile e incostituzionale, che scarica sullaspalle del perso-nale sanitario leinefficienze delSSN con l’obiet-tivo, inconfessa-to ma chiaro, dirimediare allag r a v i s s i m acarenza di infer-mieri nelle strut-ture sanitariep u b b l i c h e .Come? Non certoa s s u m e n d onuovi professio-nisti, ma facendolavorare senzasosta quei pochiche già sopporta-no sacrifici enor-mi per garantireprestazioni e ser-vizi all’utenza.Il legislatore hainfatti stabilito(art. 3, comma 85della LeggeFinanziaria 2008)che i dipendentinel ruolo delSSN non hannopiù diritto ad 11 ore di riposo continuativo e che quindi il ripo-so stesso può essere frazionato nell’arco delle 24 ore.Il principio sancito è aberrante per diversi aspetti:

crea una grave discriminazione fra i dipendenti del SSN e quel-li delle strutture sanitarie private che continueranno a vedersigarantito il diritto al riposo continuativo di 11 ore;

parifica di fatto il personale infermieristico impiegatizio ai diri-genti sanitari per i quali non sono previsti vincoli di orario;

incide pesante-mente sulla salu-te e sulla capaci-tà di lavoro degliinfermieri delSSN, mettendo arischio anche leprestazioni assi-stenziali verso icittadini;

contrasta palese-mente con l’arti-colo 32 dellaCostituzione chegarantisce e tute-la la salute comediritto fondamen-tale dell’indivi-duo.

Ecco come ci trat-tano: non aumen-ti salariali chericonoscano illavoro e leresponsab i l i tàdella categoria,neanche assun-zioni per sgravare

gli infermieri da carichi di lavoro eccessivi e mansioni impro-prie; piuttosto il nuovo status di “schiavi” della sanità pubblica,senza riposo e senza diritti.

Con l’introduzione del riposo frazionato nelle 24 ore

Ci vogliono ridotti a schiavi

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Un traguardo importante. E che farà bene alla salute dei cit-tadini. Gli infermieri, insieme a tutti gli altri protagonisti

dell’assistenza sanitaria, salutano l’entrata in vigore dellanuova disciplina che regola l’accesso alla Dirigenza delleProfessioni Sanitarie.Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del 26 febbraio

2008, il DPCM che istituisce la qualifica unica di “Dirigentedelle Professioni Sanitarie, Infermieristiche, Tecniche, dellaRiabilitazione, della Prevenzione e della Professione Ostetrica”ha valore di legge. Il Governo ha così recepito i contenutiespressi nell’Accordo Stato-Regioni (del 15/11/2007) in tema diaccesso alla Dirigenza sulla base di regole definite, rigorose,uguali per tutti.E’ il compimento di una lotta che i Collegi e la Federazione IPA-SVI con tutti i Professionisti Sanitari conducono ormai da moltianni, rivendicando il ruolo e l’autonomia che la sanità di oggi

affida loro. E’ anche l’approdo di un lunghissimo iter legislativoche realizza finalmente gli indirizzi fissati dalla Legge 251 del2000 con l’istituzione della Dirigenza e dall’introduzione dellelauree Specialistica e Magistrale nelle discipline specifiche.Avverte però il presidente del Collegio IPASVI di Roma, GennaroRocco: <Ora le Regioni e le Aziende non hanno più scuse:dispongono dello strumento legislativo per valorizzare il ruolo ele funzioni di tutte le Professioni Sanitarie, che potranno mette-re a frutto nuove consistenti opportunità di carriera. Ma occorrepassare rapidamente dalla teoria alla pratica, dalla norma aifatti concreti. Troppo spesso ci siamo imbattuti nelle maglie per-verse di un sistema che nella realtà quotidiana ci nega ciò chela legge ci riconosce. Abbiamo oggi inchiostro sufficiente perscrivere una nuova pagina del grande capitolo dell’assistenza,per rapportarci con pari dignità ai sistemi sanitari più avanzati –conclude il presidente – Non tollereremo che vada disperso>.

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VIA LIBERA ALLA QUALIFICA UNICA DI DIRIGENTE

LA REGOLA C’E’, ORA L’AZIONE

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Attività formative ECM del Collegio IPASVI di Roma

Collegio Provinciale IPASVI di Roma

focusAssemblea annuale degli iscritti 2008

“Relazione del Presidente”

Collegio Provinciale IPASVI di Roma

focus

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rRelazione Assemblea iscritti 2008

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Il 2007 è stato un anno importante per ilCollegio, tra conferme, soddisfazioni, cri-ticità, successi e qualche sconfitta sulfronte di lotta. Un anno denso di impegni,proseguito a ritmo incalzante anche inquesto primo scorcio del 2008, che havisto la nostra organizzazione ampliaresignificativamente l’offerta dei servizi agliiscritti, rendere ancor più moderni ed effi-cienti gli uffici, gestire una quantità cre-scente di dati, adempimenti e iniziative. Insomma, un anno che conferma ilCollegio di Roma come punto di riferimen-to nazionale e internazione della profes-sione infermieristica, attivo e propositivoin ogni settore, anche i più impegnativicome l’integrazione transnazionale e laricerca. Un Collegio che continua a coin-volgere attivamente gli iscritti e che pro-prio da questo trae la sua forza principale. In linea con quanto programmato, il fron-te europeo ci ha consacrato fra i protago-nisti assoluti della Federazione Europeadelle Professioni Infermieristiche, con laguida della difficile fase di start-up affi-data un Executive Board tutto italiano econ l’oneroso riconoscimento al Collegio

di Roma della gestione della SegreteriaGenerale. Abbiamo lavorato in questoanno perché gli infermieri italiani abbia-no un maggior peso sul piano internazio-nale, cogliendo il pieno riconoscimentodella crescita straordinaria messa asegno dalla professione in Italia negliultimi anni da parte dei colleghi europei.Lo scenario europeo resta tuttavia com-plesso. E si stringe sempre più con quel-lo nazionale. L’ulteriore ampliamentodell’Unione Europea e la conseguentelibera circolazione dei professionistilascia aperte questioni organizzative enormative molto difficili: dal problemadella lingua al riconoscimento dei titoli. Eapre nuovi motivi di contrasto sul fronteinterno: dalle retribuzioni all’abusivismoprofessionale. Le soluzioni restano incerte anche per lariforma delle professioni liberali, che gliinfermieri guardano con gli occhi impa-zienti di una professione senza frontiere,naturalmente rivolta al futuro, che noncapisce certe anacronistiche resistenze. Anche in questo campo il Collegio hafatto la sua parte. Ad ogni possibile livel-

lo istituzionale si è battuto per ribadire ilrango e la dignità della professione. Si èdato da fare sulle questioni più stringen-ti assumendo comportamenti propositivie di pressing sui tanti problemi ancoraaperti a livello nazionale e regionale.Intensa è stata pure l’attività di vigilanzasulla legislazione professionale e contro iripetuti attacchi che minacciano le con-quiste poste faticosamente nel panieredagli infermieri.Molto c’è da fare ancora. Il punto di par-tenza non può essere che un diverso trat-tamento economico. Non possiamoveleggiare sul piano delle conoscenze edella professionalità ed essere ripagaticon retribuzioni indegne di un Paese civi-le. E’ una condizione che sbeffeggia gliinfermieri: li pone continuamente di fron-te a nuove responsabilità, li obbliga afarsi carico di conoscenze e aggiorna-mento, riconosce loro un più elevatolivello di competenze e al tempo stesso liconfina al mondo del sottosalario. Da quimuove la prima sostanziale causa diinsoddisfazione degli infermieri, un senti-mento che si diffonde e che rappresenta

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focusun importante rischio per il ServizioSanitario Nazionale e la sua tenuta.Continuare ad ignorarlo sarebbe fatale.Come pure la perdurante emergenzainfermieristica nelle corsie degli ospeda-li, nelle cliniche e negli ambulatori, oltrea sottrarre risorse umane fondamentaliper gli ambiti della prevenzione e del-l’educazione sanitaria, ha toccato ormailivelli insopportabili. Molti servizi vengo-no ormai garantiti solo dall’abnegazionedei colleghi che si sobbarcano turni ripe-tuti e massacranti. Le pochissime assun-zioni realmente effettuate non rappre-sentano neanche la classica goccia neldeserto. In particolare nel Lazio la situa-zione è allarmante e neanche il turn overdel personale infermieristico riesce adessere garantito.Gli elementi critici sono ancora molti, maesistono anche incoraggianti segnali nelladirezione che la categoria persegue da undecennio a questa parte, quella della cre-scita costante e del riconoscimento pub-blico dello status che le appartiene e chela colloca, ormai per legge dello Stato, frale professione intellettuali.

La relazione che segue riferisce in brevesintesi delle attività svolte dal Collegioattraverso gli Uffici e le Commissioni, lostato delle attività in corso e il prospettodegli obiettivi fissati per il prosieguo delmandato. Rinviando gli aspetti specificialle relazioni di sintesi delle singoleCommissioni, si può trarre un quadrod’insieme della situazione della profes-sione infermieristica a Roma e nel Lazio,focalizzarne le criticità, individuare inecessari interventi.

L’ESERCIZIO PROFESSIONALELa carenza di personale infermieristiconelle strutture sanitarie del Lazio e dellacapitale resta gravissima. Nonostante ireiterati impegni assunti dalla RegioneLazio, la tendenza non ha subito alcunainversione e anzi si è fatta ancor piùnetta, fino a superare abbondantementei livelli di guardia, con la conseguentechiusura di reparti e servizi. Ne deriva unsostanziale impoverimento dell’offertasanitaria proprio in coincidenza con una

domanda di salute e di assistenza sem-pre maggiore, complicata ulteriormenteda una crescente popolazione anzianaportatrice di multipatologie. Siamo perciò a dover sottolineare quantonon si è fatto e quanto tempo si è perso.La carenza di personale continua adessere alimentata dal blocco delle assun-zioni, dalla precarietà di molte posizioni edal sostanziale blocco della mobilità.Nella maggior parte dei casi rimane difatto inapplicata la legge 43/2000 specieper la praticabilità effettiva dei diversipercorsi di carriera. La situazione è resaancor più pesante per i ritardi nella for-mazione e nell’impiego delle figure disupporto all’attività infermieristica.Già dall’avvio del mandato il ConsiglioDirettivo aveva indicato le strategia percorreggere utilmente la rotta. La linea varibadita con i caratteri della massimaurgenza: sostenere ad ogni livello lapeculiarità della “questione infermieristi-ca” e reclamare lo sblocco delle assun-zioni coinvolgendo i sindacati; affrontareil nodo della precarietà contrattuale conconcorsi e assunzioni dirette a tempoindeterminato; sbloccare la mobilità nelrispetto del diritto del professionista atrasferirsi in strutture più vicine a casasua; applicare immediatamente la Legge43 per l’assegnazione delle posizioni dicoordinamento e sperimentare percorsidi carriera per gli infermieri specialisti;spingere sulla Regione affinché istituiscasubito i Dipartimenti e i ServiziInfermieristici in tutte le AziendeSanitarie in attesa che la normativa con-corsuale prevista dalla Legge 251/00venga emanata; dare avvio immediato aicorsi di OSS previsti dalle direttive regio-nali e non ancora attivati e prevedere illoro corretto impiego nelle strutture sani-tarie, socio sanitarie, residenziali e sulterritorio.

LA FORMAZIONE DI BASE Le principali difficoltà continuano a pro-venire dall’accesso alla formazione dibase. I posti attivati nelle sedi centrali econvenzionate permangono nettamenteinsufficienti. Gli impegni assunti ai varilivelli dalla politica sul fronte primario

dei finanziamenti non sono stati rispetta-ti. Di fatto non viene riconosciuto allescuole il fondamentale ruolo sociale chepure svolgono. Molte di queste continuano a non perce-pire alcun finanziamento, mentre le tassepagate dagli studenti si riversano total-mente all’Università. Alcune sedi nonpossiedono requisiti adeguati di strutturae di qualità, i sussidi didattici sono insuf-ficienti, il numero dei tutor resta molto aldi sotto dello standard previsto, i serviziagli studenti (biblioteche, sale lettura,aule di informatica e Internet, mensa,ecc.) vengono necessariamente ridotti.L’azione del Collegio deve perciò prose-guire sulle linee tracciate: sollecitarel’aumento dei posti da mettere a bandoper compensare almeno il turn over egarantire una progressiva copertura dellegravissime carenze esistenti; reclamarecon forza l’assegnazione e il trasferimen-to di fondi alle sedi decentrate per favo-rire investimenti strutturali e sul persona-le docente; premere sulle Università peril bando di nuovi posti di associati e ricer-catori; ricercare nuove alleanze (politi-che, sindacali, associazioni professionali,associazioni dei cittadini, ecc.) per otte-nere una rapida approvazione del nuovoprotocollo d’intesa; lavorare in sinergiacon la Federazione alla modifica degliordinamenti didattici da proporre alle sin-gole Università con trattative serrate edeterminate.

LA FORMAZIONE SPECIALISTICAE L’ECMIn questo campo l’infermieristica romanasi propone ormai come un esempio dieccellenza. La rete di formazione specia-listica è cresciuta a ritmi serrati quantoinsperati solo pochi anni fa. La Laurea specialistica è oggi una realtàacquisita delle Università La Sapienza(1^ e 2^ Facoltà), Tor Vergata e Cattolicae i Master di primo livello sono numerosiin tutti gli Atenei, con una vasta offertaformativa (Mana ge ment, Area Critica,Infermieri stica Forense, Sanità Pubbli ca,Ricerca, Geriatria, Infermie ri stica diFamiglia, Pediatria, Psichiatria, Cure pal-liative, Trapianti ed Emodialisi,

focusAttività formative ECM del Collegio IPASVI di Roma

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Endoscopia Digestiva, ecc.). Si sonoaggiunti anche quattro posti per ilDottorato di ricerca in ScienzeInfermieristiche all’Università di TorVergata.L’indirizzo del Collegio è quello di inco-raggiare con ogni possibile azione la ten-denza positiva manifestatasi in questiultimi anni, stimolando la nascita dinuove opportunità formative e il consoli-damento di quelle attivate. Restano inva-riate le esigenze legate alle Lauree spe-cialistiche e ai Master di primo livello:per le prime occorre migliorare i contenu-ti, la qualità e le docenze; per i Masterserve uno sviluppo maggiore di quelli adindirizzo clinico.Il quadro riferito all’ECM resta negativo.Gli eventi sono ancora nettamente insuf-ficienti come i piani formativi aziendali.Nonostante gli impegni assunti a varilivelli istituzionali, è ancora irrisolto ilgrosso problema dei congedi e quellocostituito dai costi a carico del professio-nista. Si aggiungono poi le incertezzeriferite al Piano Regionale dellaFormazione Continua e al ruolo dellaRegione nell’ECM.

L’ORDINISTICACon gli altri Collegi italiani e con laFederazione IPASVI abbiamo dovutoincassare un’altra grande delusione dal

mancato esercizio della delega da partedel Governo per la trasformazione deiCollegi in Ordini e per l’istituzione di nuoviOrdini per le professioni sanitarie ancorasprovviste. Si è trattato di una battaglialunga e senza esclusioni di colpi. E chenon ci ha risparmiato amarezze. Ad un soffio dal traguardo di una vera epropria maratona parlamentare, alcuniministri hanno decretato lo stop definiti-vo all’applicazione della legge 43/06,approvata peraltro in modo bipartisan dalParlamento, rispondendo picche allerivendicazioni di autonomia e di autodi-sciplina avanzate dalla professione infer-mieristica, con il Collego di Roma inprima linea. Così, se il 2006 era statol’anno degli infermieri in piazza (con lagrande manifestazione di Roma del 12ottobre), un anno dopo abbiamo dovutoraccogliere dalla politica l’ennesimadelusione. Per contro, l’entrata in vigore della nuovadisciplina che regola l’accesso allaDirigenza delle Professioni Sanitariesegna un significativo successo per laprofessione e per il Collegio di Roma chemolto si è speso su questo specificocampo.E’ certamente un traguardo importantedestinato migliorare il servizio reso ai cit-tadini attraverso una più adeguata ecompetente organizzazione dell’assisten-

za. E’ l’approdo di un lungo iter legislati-vo che muove dagli indirizzi fissati dallaLegge 251 del 2000, il traguardo di unarivendicazione che i Collegi e laFederazione IPASVI con tutti iProfessionisti Sanitari hanno condottoper anni, con forza e determinazione. La qualifica unica di “Dirigente delleProfessioni Sanitarie, Infermieristiche,Tecniche, della Riabilitazione, dellaPrevenzione e della ProfessioneOstetrica” ha ormai valore di legge efissa di regole definite, rigorose, ugualiper tutti per l’accesso alla Dirigenza. AlleAziende sanitarie, ospedaliere e alleRegioni è stato finalmente consegnato lostrumento legislativo per valorizzare ilruolo e le funzioni di tutte le ProfessioniSanitarie. Sta a loro perciò attivarsiimmediatamente per rendere operativele disposizioni di legge. Il Collegio nontollererà altri ritardi, pronto a denunciarlicon forza anche per le vie legali.Quanto alle strette pertinenze d’ufficio,permangono le criticità legate all’eserci-zio del potere deontologico e alle facoltàdel Collegio in tema di ECM, pur se inquadro complessivo di normalizzazione.Continui sono gli interventi sulla verificadelle iscrizioni e la gestione delle morosi-tà. Costante anche il contributo per larevisione e l’ammodernamento deiCollegi e del loro ruolo pubblico.

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I RAPPORTI ISTITUZIONALISono stati sviluppati i contatti con gli entie le autorità che operano ai vari livelliistituzionali in Italia e all’estero.Particolarmente fitta è oggi la rete direlazione intessuta dal Collegio in ambitoeuropeo, sul filo di una costante collabo-razione con gli organismi di rappresen-tanza degli infermieri dei vari Paesi, aiquali offre spesso collaborazione e con-sulenza. Particolare, come detto nellepremesse, il rilievo che il Collegio diRoma si è vista affidare nella gestionedella FEPI assumendo la guida dellaSegreteria Generale.Sul piano interno i rapporti con laRegione Lazio, in particolare con gliAssessorati alla Sanità e allaFormazione, con il Comune diRoma, il Tribunale penale ecivile, le Aziende sanitarie,Ospedaliere, le altre strutturesocio-sanitarie pubbliche eprivate, le Università del terri-torio si confermano i più strin-genti e assidui. A questi siaggiunge la correlazione con-tinua con le Associazioni pro-fessionali, le Società scientifi-che infermieristiche e non, glialtri Ordini e Collegi, il CUP,l’ENPAPI, le Associazioni civi-che attive in campo umanita-rio e nella tutela dei diritti deicittadini. Impegnativa è anchela relazione costante con lastampa scritta specialistica egeneralista, con i media radio-televisivi e con le reti didiscussione che operano sulweb.Il Collegio prosegue inoltresulla linea dello scambio diesperienze con i colleghi ditutto il mondo, con un occhio particolar-mente attento allo studio delle realtàestere. Ha perciò implementato i rappor-ti internazionali, sviluppato la collabora-zione con le altre professioni liberalieuropee rappresentate nel CEPLIS e con-tinuato con l’esperienza, ormai ampia-mente consolidata dal successo, deiviaggi di studio.

LE ATTIVITÀ ORDINARIEAnche nel corso del 2007 l’attività degliuffici è risultata in aumento e ha dovutofar fronte a una richiesta crescente diservizi. Il Collegio di Roma conferma ilbuon livello qualitativo dei servizi di spor-tello, di consulenza e di gestionedell’Albo che ne fanno un punto di riferi-mento importante per molti Collegi italia-ni ed europei. Da ultimo, l’ottenimento della certifica-zione ISO 9001 ha posto il Collegio diRoma all’avanguardia della qualità e delcontrollo di gestione. E’ il “bollino blu” sucui avevamo scommesso e che, con dueanni di assiduo lavoro e una buona dosedi impegno, abbiamo ottenuto. Il Collegiodispone ora di uno strumento operativo

che garantisce chiarezza, efficienza erisultati operativi, rispondendo allarichiesta di servizi sempre più rapidi epuntuali da parte degli iscritti.L’interesse primario resta quello del rap-porto con gli iscritti. La pianta organicadel Collegio è ormai completata e la revi-sione organizzativa degli uffici avviatagià in fase sperimentale per la certifica-zione di qualità ha segnato effetti positi-vi in termini di prestazioni e grado di sod-disfazione dell’utenza. La ben rodata retedi consulenze professionali specifiche(legale, amministrativa contabile, infor-matica, ufficio stampa, biblioteconomia)continuano ad assicurare risposte prontealle diverse necessità operative.

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focusAttività formative ECM del Collegio IPASVI di Roma

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Nel 2007 l’Ufficio legale ha effettuato .appuntamenti 238telefonate 300lettere e interventi legali 241cancellati per procedimento disciplinare 2convocazioni art. 39 16

LE COMMISSIONI

La gran mole di lavoro avviata negli ulti-mi anni dalle Commissioni sta producen-do risultati molto apprezzabili per quanti-tà e qualità. Ormai, possiamo dirlo conorgoglio, l’attività che il Collegio di Romasvolge nello studio e nella gestione delletematiche professionali costituisce unpunto di riferimento per tutti i CollegiIPASVI italiani, con i quali continua a svi-lupparsi un’ampia quanto utile collabora-zione. Continuo è anche il contatto e ilconfronto collaborativo con le principaliorganizzazioni professionali europee e,attraverso la FEPI, con le istituzioni sani-tarie comunitarie.Nel corso del 2007 sono stati sviluppatitutti i progetti attivati precedentemente,con un sostanziale rispetto dei tempi edelle tabelle di marcia prefissate.L’attività svolta in sede di Commissionedai colleghi è stata particolarmente riccadi spunti e di risultati, tanto che moltiprogetti sono stati ultimati positivamentee altri stanno per concretizzarsi in questesettimane. Il complesso campo della relazione congli iscritti impegna sempre una parte pre-ponderante del lavoro, gravato da unadomanda di servizi e di comunicazionecrescente e ancor più esigente. Così losforzo compiuto dal Collegio è statonecessariamente intenso, con una quan-tità di iniziative di formazione, orienta-mento, aggiornamento e con un’attenzio-ne costante all’ambito della libera pro-fessione e alla sua continua evoluzione.Come pure è stato grande l’impegno sulfronte dei servizi agli iscritti e dellacomunicazione interna ed esterna. Sia nei rapporti internazionali sia nellaricerca l’anno appena trascorso hasegnato novità importanti. La necessitàstringente di rispondere alla domanda diservizi di un numero sempre più elevatodi colleghi europei ed extracomunitari ha

trovato risposta nelnuovo sportello informa-tivo dedicato, mentre nelcampo della ricercasiamo impegnati, conottimi risultati, in proget-ti attivati in partenariatocon importanti istituzionisanitarie e università ita-liane ed estere.In questi anni il Collegioha scommesso fortemen-te sulle conoscenze e lecompetenze professiona-li. Il rilevante successoche il servizio di docu-mentazione sta ottenen-do fra gli iscritti testimo-nia la bontà della strategia seguita. Inparticolare la biblioteca, con un ventaglioassai ampio di servizi per consultazione,studio e ricerca, banche dati, ha moltipli-cato le offerte e gli utenti e costituisceoggi un esempio a cui molti altri Collegisi ispirano con frequenti richieste di con-sulenza e indirizzo.Va sottolineato inoltre che nel consegui-mento dei risultati fin qui accennati hagiocato un ruolo fondamentale la nuovasede, la sua maggiore funzionalità e laconseguente possibilità per il Collegio disviluppare adeguatamente la sua dota-zione informatica e multimediale, coneffetti estremamente positivi sulla quali-tà e la rapidità dei servizi agli iscritti. Hagiovato poi la costante collaborazione frale varie Commissioni e lo spirito di teamche ha animato il lavoro dei colleghi.Rinviando un resoconto più dettagliatoalle relazioni che seguono, il lavoro delleCommissioni si conferma incessante eforiero di buoni frutti. Per tracciarne icontorni è forse utile segnalarne schema-ticamente alcuni esempi.

COMMISSIONE RELAZIONICON GLI ISCRITTI,RELAZIONI PUBBLICHE EORIENTAMENTOPROFESSIONALE

- Davvero molto intensa l’attività dellaCommissione, impegnata in numerosi

progetti di lavoro con evidenti successi dipartecipazione, continuità e qualità rag-giunta. Vale la pena di accennare ai prin-cipali programmi in corso: Progetto porta-le web, Progetto rivista, ProgettoTelevideo, Progetto gruppo referenti,Progetto corsi itineranti, Progetto RPM,Progetto sperimentale formazione,Progetto collana Arcobaleno, Progettocarta dei servizi, Progetto incontro,Progetto sviluppo.Il referente della Commissione è MarioEsposito, gli altri componenti sonoMatilde Napolano e RodolfoCotichini. La commissione si avvale dellacollaborazione stabile di un gruppo di col-leghi che a vario titolo partecipano fattiva-mente per lo sviluppo dei progetti esisten-ti e per la messa in opera di nuove attivitàinerenti la commissione dopo l’approva-zione del Consiglio Direttivo.I progetti della Commissione sono:Progetto portale WebProgetto rivista Progetto televideoProgetto gruppo referentiProgetto corsi itinerantiProgetto RPM (Rete Persone Motivate)Progetto sperimentale formazioneProgetto collana arcobalenoProgetto carta dei serviziProgetto incontroProgetto sviluppo

Il progetto portale web è ormai piena-mente realizzato, gli ulteriori sviluppi

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sono legati a miglioramenti continui chesi intende apportare per migliorare il sitoe le opportunità di interazione con ilCollegio. A tal proposito è in fase direalizzazione la costituzione di unamailing list per fornire direttamente atutti coloro che si sono registrati nelsito una newsletter con le informazio-ni specifiche riguardanti la realtàsanitaria e professionale di Roma eLazio.

Per quanto riguarda il progettoRivista è ormai approvato e delibera-to il restyling della rivista che avràuna nuova veste grafica già dai pros-simi numeri. Il progetto innovativotende a realizzare una grafica chepermetta di rendere più piacevole lalettura.

Il progetto televideo è ormai unarealtà da molti anni e permette diricevere informazioni in tempo realesu iniziative che le altre fonti non rie-scono a comunicare in modo tempestivo.Tale progetto sarà integrato e personaliz-zato dalla mailing list del sito per chiintenda avere questa ulteriore opportuni-tà.

Anche il Progetto gruppo referenti staraccogliendo discreti risultati, con ungruppo di persone che all’interno dellapropria realtà operativa rappresentanouna ulteriore possibilità di portare novità

direttamente nella propria sede di lavoro.Ormai i referenti sono più di novanta e sistanno incontrando con una certa conti-nuità presso la sede del Collegio. I refe-renti che autorizzeranno la pubblicazionedei loro dati sulla rivista verranno inseri-ti in un elenco e pubblicati sulla rivistaper facilitare la comunicazione internaalla sede di appartenenza.

Il Progetto corsi itineranti è stato rea-lizzato in collaborazione con laCommissione formazione per portaredirettamente nelle sedi di lavoro un corsoche aiuti a focalizzare le responsabilitàdel gruppo professionale mettendo adisposizione dei partecipanti strumenti emetodologie innovative e di facile appli-cazione nelle varie unità operative. Eranostate deliberate circa 25 edizioni, ma laforte richiesta ha portato le edizioni ad

oltre 60 che in parte verranno realizzatenei prossimi mesi.Il Progetto gruppo RPM (RetePersone Motivate) coinvolge più ditrenta persone provenienti da realtà sani-tarie diverse di Roma e provincia. Questoè un progetto che si realizza con la pienae motivata partecipazione dei suoi com-ponenti, impegnati nei vari gruppi dilavoro che il progetto prevede. Il fascinoe l’esperienza che tale attività determina

è caratterizzato dai gruppi che attual-mente sono presenti nel progetto e dallaloro capacità e disponibilità nel portareavanti gli obiettivi che ogni gruppo si èprefissato. Molto spesso gli elementi cheinteragiscono sono influenzati dallecaratteristiche individuali dei partecipan-ti e dal clima che riescono a creare neigruppi.

Progetto sperimentale formazione:dai laboratori sperimentali del gruppoRPM sono stati individuati nuovi stru-menti e metodologie di didattica da spe-rimentare ed implementare nel campoinfermieristico. Il primo progetto cheverrà realizzato nei prossimi mesi è quel-lo relativo al Team building in barca avela. Il corso si articolerà su tre giorninon consecutivi: nella prima giornata teo-rico – pratica verranno presi in conside-

razione argomenti come: competenze,clima di lavoro, procedure – standard –processi, regole, chiarezza del progetto,ecc. Tali argomenti analizzati dal punto divista professionale nel pomeriggio ver-ranno contestualizzati nell’ambito dellabarca a vela, sovrapponendo ruoli, com-petenze, attività e regole di comporta-mento. La seconda giornata vedrà l’appli-cazione di quanto appreso nella primagiornata diventando un equipaggio di una

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focusAttività formative ECM del Collegio IPASVI di Roma

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barca a vela che uscirà in mare apertocon uno skipper. La terza giornata che siarticolerà sul pomeriggio con un debri-fing su quanto appreso e sperimentatonelle due giornate precedenti si conclu-derà poi con una cena che permetterà inmodo non formale di condividere le ulti-me impressioni sul percorso seguito. Agiugno verranno messi in cantiere ulte-riori strumenti e metodologie da inserirein vari corsi anche questi sperimentali alfine di introdurre tecniche mutuate daaltre discipline come teatro, musica, edaltre tecniche di gruppo che permettanodi creare percorsi sperimentali utili allarealizzazione di sinergie, dinamiche,clima e relazioni in un team che vedenella coesione dei suoi membri una fortespinta al raggiungimento degli obiettivi.

Progetto carta dei servizi: nell’ambitodel progetto certificazione ISO 9000 delleattività del Collegio IPASVI di Roma ed incollaborazione con la commissioneStandard professionali ed accreditamen-to dei professionisti è stato creato ungruppo di lavoro che sta rivedendo lacarta dei servizi del Collegio di Roma.

Progetto sviluppo: la commissione èdisponibile per la raccolta di ulteriori pro-poste, iniziative, progetti che anche incollaborazione con altre commissioni pos-sano essere realizzate coinvolgendo ulte-riormente colleghi che hanno capacità ecompetenze da poter esprimere nel pro-prio Collegio di appartenenza. Ogni pro-getto presentato da singoli iscritti o grup-pi di iscritti verrà esaminato e si cercheràdi realizzarlo appena possibile. Esistonogià collaborazioni con oltre 800 colleghi emolte associazioni professionali che inquesti anni hanno contribuito ad incre-mentare le molteplici iniziative che ilCollegio di Roma ha messo in opera.

Progetto incontro: ogni lunedì e giove-dì pomeriggio due o più Consiglieri incon-trano gli iscritti che hanno la voglia diinteragire con il proprio Collegio diappartenenza e implementare progetti eproposte che ogni anno vengono realizza-ti a favore degli iscritti.

Questa Commissione realizzando il man-dato del Consiglio Direttivo vuole coin-volgere un numero sempre maggiore di

colleghi che abbiano voglia di partecipa-re fattivamente alla vita del Collegio svi-luppando quel senso di appartenenza chenasce spontaneo dopo aver partecipato evissuto in prima persona esperienzedirette a contatto con le persone e le ini-ziative nella sede del Collegio. Molti col-leghi partecipando alla vita professionaledel Collegio hanno rivisto quei pregiudizimolto spesso creati da non aver parteci-pato e conosciuto direttamente l’espe-rienza attiva in prima persona, delCollegio IPASVI di Roma.

COMMISSIONEAGGIORNAMENTOPROFESSIONALE

- L’ambito in cui opera la Commissioneè particolarmente impegnativo, ancheper gli oneri organizzativi e per via diun’offerta sempre più ampia e capillareche l’attualità professionale richiede. Icorsi itineranti sui luoghi di lavorohanno raggiunto oltre mille colleghi,aggiungendosi ai numerosi corsi effet-tuati in sede, alla preparazione di

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focusAttività formative ECM del Collegio IPASVI di Roma

importanti eventi professionali, alle col-laborazioni con Università, Aziendesanitarie, Aziende Ospedaliere, IRCCS,strutture private convenzionate e non,Associazioni e Società scientificheinfermieristiche, oltre a un intenso pro-gramma di corsi ECM per l’anno incorso.Formata da Ausilia M.L. Pulimeno (refe-rente), Mario Esposito, Suor BertillaCipolloni, Marco Tosini.Il 2007 è stato un anno molto ricco dieventi formativi organizzati dal CollegioIPASVI di Roma. Tramite i corsi itineranti“La gestione di un team: strumenti emetodologie” è stato possibile raggiun-gere più di mille colleghi sul proprioposto di lavoro con 18 edizioni a partiredal mese di giugno 2007. Dello stessoevento, di cui abbiamo apprezzato unainteressante partecipazione, sono previ-ste almeno altre 40 edizioni nei diversiOspedali di Roma e provincia.Altra scelta fortemente voluta dallaCommissione e ratificata dal ConsiglioDirettivo è stata quella di proporre deglieventi formativi all’interno della nostrasede, in Viale Giulio Cesare. In particola-re hanno riscosso molto successo le 2edizioni di “Per-corsi in corsia” e il corso“Introduzione alle banche dati”.Continua è stata la collaborazione con leassociazioni professionali infermieristi-che (Aniarti, Anipio, Aico, ecc.) oltre checon altre Istituzioni pubbliche (es. INPS)con le quali abbiamo condiviso delle ini-ziative.L’ormai consueto evento Sanit del 2007ha visto la partecipazione di oltre 250colleghi ed una valutazione, da partedegli stessi, molto soddisfacente.Il programma di formazione per l’anno2008 verrà svolto tenendo presente i sug-gerimenti dei colleghi, raccolti nell’annoappena trascorso:

• Programmazione di numerose edizio-ni del corso itinerante, nelle variestrutture sanitarie di Roma eProvincia (almeno altre 40 edizioni )con al massimo 50 partecipanti adevento;

• Presso la nostra sede programmazio-

ne delle riedizioni di “per-corsi in cor-sia”, “introduzione alle banche dati”e due corsi di inglese base effettuatida docenti madrelingua.

Ma l’appuntamento importante è quellodella III Conferenza Internazionale che siterrà il 17 e 18 aprile 2008 “L’impegno del-l’infermiere per la sicurezza del malato:un’alleanza terapeutica” che vedrà nume-

rosi colleghi coinvolti a portare il loro con-tributo esperto, sia italiani che in rappre-sentanza di altre realtà importanti a livel-lo internazionale. Obiettivo centrale diquesto evento è costruire un percorso con-diviso per la sicurezza del cittadino a livel-lo nazionale ed internazionale; tale obiet-tivo può essere raggiunto soltanto attra-verso uno scambio dialogico partecipativotra le varie parti in gioco in uno sforzocomune che vede gli infermieri in primalinea nel garantire la sicurezza del malato.Il mese di giugno 2008 ci vedrà partecipial consueto evento SANIT, con tre eventiformativi:

• “La responsabilità infermieristica traetica e bioetica”;

• “Integrazione e nursing transculturale”;• “Assistenza infermieristica e asso-

ciazionismo professionale: un esem-pio di integrazione per la ricerca” ;

• e la possibilità di ospitare circa 800infermieri per evento presso il

Palazzo dei Congressi di Roma. La Commissione si prefigge, inoltre, dicontinuare i rapporti con le varie SocietàScientifiche, le Associazioni professiona-li infermieristiche e non, le Università,per condividere e/o organizzare, patroci-nare eventi formativi in cui il coinvolgi-mento infermieristico è opportunamentevalido e necessario.

COMMISSIONE STANDARDPROFESSIONALI EACCREDITAMENTO DEIPROFESSIONISTI

- L’obiettivo centrato della certificazionedi qualità ISO 9001 segna un risultatostorico per il Collegio e ne costituisceuna motivata ragione di vanto nel con-fronto con le altre professioni intellettua-li. Gli effetti si misurano nel sostanzialemiglioramento gestionale delle attività,dei servizi, della comunicazione e dellestesse Commissioni. A ottobre 2006 ha preso il via il proget-to Qualità certificata, a dicembre 2007abbiamo sostenuto l’audit certificativo,da parte di un organismo terzo accredita-to, che ha certificato che la nostra strut-tura organizzativa e le attività istituzion-ali svolte nel nostro Collegio sono confor-mi a quanto previsto dallo standard qual-itativo ISO 9001.

RISULTANZE SCHEDE DI GRADIMENTO

Rilevanza:

non rilevante poco rilevante abbastanza rilevante rilevante molto rilevante0 7 125 497 412

Qualità:

Scarsa mediocre soddisfacente buona eccellente0 5 111 546 379

Efficacia:

Inefficaceparzialm. Efficace abbast. Efficace efficace molto efficace0 9 106 545 381

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IL PERCORSO ADOTTATOCon la società di Consulenza Pragma sasdi Roma abbiamo ritenuto di suddividerele nostre attività in 5 macro dove si trovaregolamentato il nostro catalogoGestione AlboComunicazione interna ed esternaFunzionalità della sedeAttività di governo- gestione delle com-missioniServizi agli iscrittiOltre a queste abbiamo previsto tre attiv-ità “a commessa” sulle quali abbiamoimpostato la gestione di opportuni “Pianidella Qualità” e queste sono:RicercaFormazioneEditoriaQuesti “criteri” di gestione delle attivitàsono stati completati dalle procedure diSistema che la norma prevede comestrutturali al Sistema Qualità stesso.

CHI HA PARTECIPATOQuando annunciammo il Progetto esor-dimmo dicendo che “Per fare qualità èindispensabile il contributo di tutti” usan-do una frase ricorrente nei nostri corsi diformazione, e su questa linea abbiamocercato il coinvolgimento più ampio ditutti i soggetti interessati, sia come attiv-ità formativa che informativa.Fattivamente il Consiglio ha individuatoun gruppo di lavoro che si è ripartito trale attività (macro e a commessa”) individ-uate, costruendo con la consulenza ester-na le procedure e curandone la effettivaapplicazione.Sempre nel corso del 2007 il CollegioIPASVI di Roma ha intrapreso, tra gli altri,il progetto mirato alla certificazioneall’eccellenza del percorso profes-sionale dell’infermiere.Durante gli incontri del Gruppo di Lavoro(GdL) sono emerse le criticità, di massi-ma attese, relative alla difficoltà di inte-grare l’assunzione di un impegnocostante nei confronti dei portatori diinteresse (stakeholders) e la rappresen-tanza degli interessi interni.Le problematiche emerse sono staterisolte in ambito di GdL addivenendo aqueste conclusioni:

1. Il Disciplinare è articolato in capitoliche coincidono con i quattro macro argo-menti identificati (organizzazione e ges-tione, clinica, ricerca e formazione, qual-ità e sicurezza).Ogni capitolo è strutturato in:Standard valore di riferimento al quale ilprofessionista eccellente dovrebbe ten-dere;Rationale spiegazione dello standardfacendo riferimento alle sei dimensionidel governo clinico;Criteri enunciazioni per misurare lo stan-dard di riferimento;Questionario insieme dei criteri sottoforma di domanda necessari per verifi-care i requisiti all’eccellenza del profes-sionista.2. Il Questionario generale, dato dallasomma dei questionari annessi a ciascuncapitolo, rappresenta la check list che ilCollegio utilizzerà, attraverso la costi-tuzione di un Gruppo di Auditor, per rilas-ciare la “certificazione all’eccellenza”;3. Un capitolo del Disciplinare saràinteramente dedicato alla metodologia“ideata”. Il Disciplinare sarà articolatocomplessivamente in cinque capitoli;4. Tutti i professionisti che intraprendonoil percorso all’eccellenza devono super-

are anche i requisiti previsti per la clinicanella tre aree (medica, chirurgica e criti-ca), indipendentemente dalla loro occu-pazione (territorio, ambulatorio, servizi,ecc.);5. I casi clinici previsti per la valutazionesaranno trasversali ai quattro macroargomenti e proposti con un form: – Approccio di problem solving;– Diagramma di Ishikawa per individ-

uare le criticità;– Proposta di azioni correttive/solu -

zione del caso.Le soluzioni trovate e condivise hannopermesso il raggiungimento dell’obietti-vo 2007: “Redazione del Disciplinare”La complessità degli argomenti trattati e,soprattutto, i potenziali sviluppi delin-eatisi sono stati considerati elementi iningresso per la pianificazione delle attiv-ità 2008 definendo una seconda fase diprogetto.Di seguito la specifica delle attività eviden-zia quelle già chiuse (fase 1 – 2) nel 2007 ela nuova progettualità per l’anno 2008:1. Definizione del disciplinare 2. Formazione del gruppo di verifica 3. Certificazione 4. Istituzione degli organi di garanzia econtrollo

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focusAttività formative ECM del Collegio IPASVI di Roma

5. Divulgazione dell’iniziativa 6. Percorsi formativi 7. Verifiche 8. Rilascio degli attestati di eccellenzaNello specifico le attività da intrapren-dere nell’anno 2008 prevedono:1. Attività di miglioramento2. Conformità alla normativa

1. ATTIVITA’ DI MIGLIORAMENTOLe attività di miglioramento saranno real-izzate con specifico riferimento a quantorichiesto dallanorma e, relativamente alle esigenzeaziendali soprattutto in termini didefinizione e monitoraggiodegli obiettivi, riguarderanno:1.1. Definizione di politica e obiettivi perla qualità1.2. Monitoraggio degli obiettivi1.3. Verifiche Interne1.4. Risoluzione delle Non Conformità eproposta di Azioni Correttive1.5. Riesame da parte della Direzione

2. CONFORMITÀ ALLA NORMATIVAAssicurazione della conformità allo stan-

dard ISO 9001:20002.1. Aggiornamento della documen-tazione prevista dai sistemi (Manuale,Procedure Processo,Procedure Sistema)2.2. Aggiornamento delle registrazionirichiamate nelle procedure2.3. Aggiornamento delle risorse dedi-cate ai singoli Progetti attraverso percor-si formativi mirati.2.4. Rapporti con l’Ente di Certificazione

COMMISSIONE RICERCA

- Conclusa la ricerca su near misses incollaborazione con alcuni ospedali diRoma e con l’Università di Toronto, si èpassati alla fase della divulgazione deirisultati, promuovendo importanti occa-sioni di incontro e aggiornamento comenel caso della III Conferenza Inter -nazionale del Sapere Infermieristico2008 specificatamente dedicata all’og-getto della ricerca. Ulltimata anche laprima fase dello studio su “Iter diagnosti-co-terapeutico-assistenziale per pazienti

ultra sessantacinquenni con frattura difemore”, condotto in collaborazione conASP e Regione Lazio, mentre è in corso laricerca su “Il Progetto di continuità assi-stenziale in pazienti fragili”.La Commissione Ricerca Infermieristica,composta da Maria Grazia Proietti,Alessandro Stievano e Marco Tosini(referente) per il 2007 ha ottenuto risul-tati molto importanti.La conclusione della prima parte dellacollaborazione tra il Collegio IPASVI diRoma e l’ASP (Agenzia di Sanità Pubblica)per una ricerca e sperimentazione in variospedali romani e della regione Lazio sull’“iter diagnostico – terapeutico –assistenziale” nei pazienti ultrases-santacinquenni affetti da frattura difemore” e “il progetto di continuitàassistenziale in pazienti fragili”, havisto il Collegio coinvolto in prima per-sona anche nella formazione dei rilevatorie ha permesso al Collegio di essere inprima linea anche per la sperimentazionevera e propria sul campo, come secondafase, previo corso di formazione per glioperatori sanitari effettuato a fine gen-

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naio 2008. Il risultato di questa secondafase andrà, si spera, a modificare le crit-icità che si hanno ora. Le linee guidasaranno estese a tutti gli altri ospedali.La terza edizione del Concorso a 6borse di studio per lavori di ricercainfermieristica, di cui 3 riservate a stu-denti infermieri ha avuto il suo epilogonella valutazione dei lavori presentati ela presentazione con relativa premi-azione si avrà nel corso della ConferenzaInternazionale di aprile 2008. Non da trascurare la collaborazione con laCommissione Documentazione, bibliotecae ricerca bibliografica e con laCommissione Aggiornamento e formazioneche è stata sempre costante punto di rifer-imento del nostro lavoro e certamente saràsempre più sarà intensificato.

COMMISSIONE RAPPORTIINTERNA ZIONALI

- L’incremento considerevole del numerodi infermieri stranieri che operano sulterritorio di pertinenza ha indotto ilCollegio ad intensificare gli sforzi orga-nizzativi e logistici su questo impegnativosettore, operando in contatto continuocon il Ministero della Salute. Lo sportelloinformativo per gli infermieri stranieri harappresentato una prima significativarisposta alla crescente richiesta di infor-mazioni e consulenze, così anche sulfronte critico del riconoscimento dei tito-li professionali di colleghi provenienti daaltri Paesi. La realtà lavorativa attualedegli infermieri stranieri è stata inoltremonitorata efficacemente con un apposi-to censimento.Ausilia Pulimeno, AlessandroStievano, Emanuela Tiozzo.

ISTITUZIONE SPORTELLOINFORMATIVO PER GLI INFERMIERISTRANIERI

Nel corso dell’anno 2007 è stato istituitocon successo lo sportello informativo pergli infermieri stranieri iscritti al CollegioIpasvi di Roma. Tale momento d’incontroè dedicato agli infermieri provenienti dapaesi europei ed extraeuropei che già

svolgono la loro attività a Roma eProvincia o agli infermieri che voglionointraprendere un percorso lavorativo e dicarriera nel nostro paese. http://www. -ipasvi.roma.it/ita/index.php?topic=Collegi L’esigenza che si è sentita nel 2007,legata al cambiamento della società ital-iana, in un’ottica multiculturale, e diquella infermieristica in particolare, hatrovato un’immediata conferma nellenumerose consulenze effettuate e nelleinnumerevoli mail di informazione a cui siè dato risposta. La volontà di aprire losportello informativo per gli infer-mieri stranieri nel Collegio Ipasvi diRoma, presso la sua sede istituzionale inViale Giulio Cesare 78 -00192 –Roma, il 2° e il 4° lunedì di ognimese, dalle ore 16,30 alle ore 18,00, acominciare da lunedì 12/02/2007, è stataapprezzata dalle numerose richieste diconsulenza effettuate ed ha permesso dimeglio orientare e far conoscere il nos-tro infermieristico, delle dinamicheinscritte nel contesto sanitario pubblico eprivato, e una migliore conoscenza deicolleghi stranieri presenti nella realtàlavorativa di Roma e Provincia. Con tale iniziativa si è altresì mirato adindividuare criticità e tematiche emer-genti oggi per l’assistenza infermieristi-ca, che nascono dall’inserimento di unitàinfermieristiche con formazione e pro-grammi di base di altri paesi europei edinternazionali e mantenere, nel contem-po, rapporti stabili con il Ministero dellaSalute per il riconoscimento dei titoli pro-fessionali di infermieri provenienti daaltri Paesi.A tal proposito, si è analizzata approfon-ditamente la realtà lavorativa degli infer-mieri stranieri e si è effettuato un censi-mento degli infermieri provenienti daaltre nazionalità iscritti al CollegioProvinciale IPASVI di Roma. La Commissione Relazioni Internazionaliha cercato, inoltre, di sviluppare rapportidi collaborazione con le associazioni pro-fessionali del settore per implementarela conoscenza sull’ infermieristica tran-sculturale e per promuovere la culturadell’assistenza individualizzata rispettoalle specificità culturali dell’individuo.

Inoltre, si sono sviluppati proficui rappor-ti con le associazioni che si occupano diassistenza agli immigrati (S.I.M.M.) e conle istituzioni infermieristiche delle altreprovincie (Collegio di Firenze, etc.) e leassociazioni a livello europeo (FEPI) emondiale (ICN) che si occupano, tra lealtre, di mobilità infermieristica.In ragione di ciò, appare di notevoleinteresse l’iniziativa di patrocinare lanascita dell’Associazione InfermieristicaTransculturale Italiana che dovrebbeessere presentata nell’ambito delle gior-nate Sanit (25-27/06/2008).Per tali obiettivi, la Commissione si èavvalsa dell’aiuto di infermieri proveni-enti dalle culture maggiormente rappre-sentate nell’area di Roma e Provincia.Inoltre, l’evoluzione a cui si è assistito inambito europeo e mondiale, per ciò checoncerne la mobilità professionale infer-mieristica, ci esorta a mantenere unarete di rapporti sempre più ampia creatadal Collegio Ipasvi di Roma con la FEPI(Federazione Europea ProfessioneInfermieristica). La commissione ha,infatti, partecipato ai lavori della 3aConferenza Europea della FEPI tenutasi aDubrovnik (Croazia) lo scorso Settembrecercando di intraprendere rapporti di rec-iproca conoscenza e scambio culturale edinformativo con i colleghi europei parte-cipanti ai lavori.Inoltre, è stata pianificata un’iniziativa diformazione nell’ambito delle giornatesanitarie Sanit dal titolo “Integrazione enursing transculturale” che si svolgerà il26/06/2008 e vedrà la partecipazione dicirca 800 infermieri. Nell’ambito delmomento formativo, colleghi delle comu-nità infermieristiche più rappresentate inambito locale, esporranno le loro ideesulla società multiculturale e sull’infer-mieristica transculturale, in particolareportando visioni assistenziali altre chesicuramente faranno comprenderemeglio il quadro della complessità assis-tenziale verso il cittadino e tra i colleghisanitari sempre più spesso provenientida aree geografiche differenti.

Per informazioni: Lunedì-Giovedì dalle16,00 alle 18,00 Ausilia Pulimeno –

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Matilde Napolano – AlessandroStievano – Emanuela Tiozzo Tel:06/37511597 - Fax: 06/45437034 -email dedicata:[email protected]

COMMISSIONEDOCUMENTAZIONE,BIBLIOTECA E RICERCABIBLIOGRAFICA

- Se il 2006 era stato l’anno della fatidica“quota mille”, il 2007 ha segnato il decol-lo definitivo del servizio biblioteca che haregistrato un ulteriore consistenteaumento degli utenti e del livello di sod-disfazione espresso da questi. Il patrimo-nio bibliografico è cresciuto ancora e leinterrogazioni alla banca dati CINAHLhanno fatto registrare in netto incremen-to. Inoltre l’uso autonomo delle postazio-ni informatiche per la navigazioneInternet si è rivelata una felice soluzionealle esigenze ravvisate sin dall’attivazio-ne del servizio. La Commissione ha avvia-to con successo il Progetto ILISI e ha pro-grammato nuovi interessanti progetti per

quest’anno.1. UTENZANell’anno 2007 la biblioteca è stata fre-quentata da n.1217 utenti per la consul-tazione esercitata il lunedì e il giovedì, siè così registrato un incremento del16,35% rispetto allo scorso anno (utentidel 2006: 1046).L’interrogazione della banca dati Cinahleffettuata prevalentemente il martedìmattina con l’assistenza del personale,talvolta autonomamente nel corso deipomeriggi di consultazione, ha raggiunto-per ciò che riguarda strettamente gliutenti della biblioteca- il numero di 122utenti rispetto ai 101 dello scorso anno,si rileva così un incremento del 20,79%rispetto all’anno precedente. Nuoveinformazioni saranno specificate nelparagrafo dedicato.I dati annuali confermano la tendenzagenerale estremamente positiva degliultimi anni. La biblioteca è sentita ed uti-lizzata dall’utenza come valido centro diaccesso alla documentazione scientificainfermieristica.La maggioranza degli utenti è costituitadagli studenti dei diversi Corsi di Laurea

in Scienze Infermieristiche che accedononelle diverse fasi della loro formazione,assieme ai numerosi iscritti ai Master.Importante la frequentazione degli infer-mieri professionisti e/o docenti per l’ag-giornamento personale e per la ricercainfermieristica, si rileva con piacere cheparte di questi sono i professionististranieri che, integrati nel sistema sani-tario, coltivano la propria formazionepresso la biblioteca. Si nota e si facilita,come possibile, la frequentazione daparte di studenti afferenti da Corsi dialtre provincie o regioni. Il diverso grado di formazione dell’utenzaassieme ad una scarsa diffusione dellalingua inglese determina approcci dif-ferenziati alla ricerca documentaria: lefonti documentarie italiane sono princi-palmente richieste per la compilazione ditesine o a complemento di una ricercascientifica, per la tesi di fine corso o perla ricerca infermieristica si utilizzano piùdiffusamente le fonti primarie e special-istiche della letteratura internazionale.In questo caso l’utente richiede, o gli siraccomanda, la consultazione del Cinahlper ottimizzare i tempi di ricerca bibli-

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ografica. E’ dovuto un riconoscimento ai docentidei Corsi di laurea e dei Master per glispecifici insegnamenti dati agli studentisulla ricerca bibliografica e i suoi stru-menti, impegno che spesso concludonoconducendo intere classi alla consul-tazione in biblioteca. La familiarizzazionecon gli strumenti di ricerca e una medita-ta disponibilità del personale della bib-lioteca producono un’utilizzazione ‘disin-volta’ da parte degli studenti e continuitànel frequentare la struttura.Si riscontra, nella media, una maggiorecapacità nell’usare gli strumenti di con-sultazione e il posseduto cartaceo dellabiblioteca; più diversificata è la capacitàdi utilizzo delle fonti informatiche, inquesto caso si va da punte di eccellenzaa utenti che devono essere assistiti total-mente. Si registra comunque una soprav-valutazione dei documenti digitali, nonper capacità di utilizzo ma per l’opportu-nità di tradurli automaticamente conspecifici programmi.

L’orientamento dato all’utenza per laricerca bibliografica risulta in generalemeno gravoso, è particolarmente dedica-to ai primi accessi per dare cognizione diciò che è disponibile nella struttura efuori di essa, più autonomi nella ricercasono i frequentatori abituali checonoscono il posseduto della biblioteca.Questa diversificazione di richieste per-mette in generale di seguire tutta l’uten-za nelle diverse fasi di accesso alla doc-umentazione cartacea, si registrano delleeccezioni quando è necessario introdurree/o assistere uno o più utenti alle risorseelettroniche, tema che merita successivaattenzione.La disponibilità dei cataloghi cartacei insede e sulla pagina dedicata alla bib-lioteca, sul sito del Collegio, permettecomunque un accesso autonomo, con-sapevole e critico alle fonti, semprenumerosi però sono quelli che perreperire le fonti si ‘affidano’ alleconoscenze e alle indicazioni del bibliote-cario.

La percezione è di una generale soddis-fazione dell’utenza per il patrimonio bib-liografico disponibile, per l’ampliamentodella consultazione e la possibilità disoddisfare articolati bisogni di documen-tazione/informazione.

1.1 POSTAZIONI INFORMATICHEL’utilizzo autonomo delle postazioni infor-matiche per la navigazione su internet èmonitorato per motivi legali e statistici.Si richiede la compilazione di un modulocon i dati anagrafici, estremi di un docu-mento di identità, indicazione dellapostazione utilizzata, orario di navigazio-ne ed elenco dei siti visitati.L’accesso è stato di 99 utenti, rispetto ai106 dell’anno precedente si registra cosìun decremento del 7, 07% . Il numero noncomprende la consultazione degli opacconsiderati parte della consultazione. Gli utenti dichiarano l’uso dei principalimotori di ricerca per reperire documenti(google, yahoo, virgilio), la consultazionedi siti istituzionali (www.ipasvi.it,

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focusAttività formative ECM del Collegio IPASVI di Roma

www.ministerodellasalute.it,www.regionelazio.it ed altreregioni, www.gazzettauffi-ciale.it, www.concorsi.com,www.concorsipubblici.com),di siti universitari (www.uni-catt.it, www.uniroma2.it,www.idi.it) nonché di siti perla ricerca, di associazioni edaltro (www.infermieri.com,w w w . n u r s e s a r e a . i t ,w w w . a n i a r t i . i t ,w w w . p u b m e d . g o v ,www.infermieridellatuscia.it,w w w . g u i d e l i n e . g o v ,www.trapianto.org ecc.), sitidi riviste (www.profinf.net,www.air-online.it, www.lau-riedizione.com), moltodichiarato gmail.com.Circa il 50% degli utenti viaccede per completare unaricerca svolta sul cartaceo, ilrimanente vi accede senza uti-lizzare altri servizi della bib-lioteca.Come riferito c’è una discreta forbi-ce nelle competenze informatichedell’utenza, accanto a persone cheutilizzano il mezzo in autonomia per-sistono persone che hanno bisognodi essere assistite nell’uso dellostrumento.

2. PATRIMONIO BIBLIOGRAFICO

2.1. RIVISTE IN CARTACEOCon gli abbonamenti del 2007 la bibliote-ca ha incrementato ulteriormente la col-lezione di riviste straniere che caratteriz-za la biblioteca del Collegio conferendoleuna ricchezza esclusiva nella rete italianadi gestione della conoscenza infermieri-stica. Questo patrimonio culturale rap-presenta, considerando l’esigua produ-zione nazionale, lo strumento elettivoper il reperimento di informazioni scienti-fiche. Un’at tenta revisione (dismissioni esostituzioni) della lista degli abbonamen-ti ha permesso l’inserimento di cinquenuove testate straniere (Advances inneonatal care, Journal of family nursing,Advances in skin and wound care,

Journal of orthopaedic nursing, Journalfor nurses staff development, Journal ofwound, ostomy and continence nursing),e una italiana (Rassegna amministrativadella sanità). Al 31.12 .2007 erano presenti in bibliote-ca 168 testate di riviste così suddivise:72 titoli di riviste straniere in abbona-mento (inglesi - francesi - americane -canadesi);26 titoli di riviste italiane in abbonamen-to;70 titoli di riviste italiane che in parte siricevono in regime di scambio, in partesono possedute fino ad una certa data.

2.2. DOCUMENT DELIVERYNel corso dell’anno la biblioteca ha forni-to sperimentalmente il servizio diDocument Delivery: richiesta di articolipresso altre biblioteche, fornitura di arti-coli ad altre biblioteche. Si è cercato diincrementare a favore degli utenti quan-to veniva fatto occasionalmente per lebiblioteche. Il servizio è sperimentale inquanto non regolamentato ed evaso soloin proporzione agli oneri di lavoro del per-sonale. La biblioteca Ipasvi, al di fuori deicircuiti istituzionali, richiede alle bib-

lioteche, individuate tramite ACNP(Archivio Collettivo Nazionale Periodici),in regime di scambio gratuito articoli peruso strettamente personale, di ricerca edi studio in conformità alla legge n. 633del 22/041941 e successive modifi-cazioni ed integrazioni, dando contes-tualmente il link del proprio catalogoperiodici. Si ritiene di non procedere aun’iscrizione ufficiale al circuito, temen-do un incremento delle richieste e l’im-possibilità di rispondervi adeguatamente.Richieste evase per utenti della biblioteca: 10Richieste evase per altre biblioteche: 11

2.3 MONOGRAFIEPer quanto riguarda le monografie, labiblioteca ha acquisito nel corso dell’an-no 18 libri di nursing. È in programmaper il nuovo anno un cospicuo incremen-to di testi con le novità editoriali diScienze infermieristiche.

2.4 BANCHE DATILa biblioteca sottoscrive annualmentel’abbonamento alla banca dati CINAHL- Cumulative Index to Nursing andAllied Health Literature, da due annil’accesso è su EbscoHost. Il Cinahl

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considerato ora uno standard per la ricer-ca bibliografica infermieristica, permettedi vagliare in modo completo la piùampia letteratura internazionale per unospecifico soggetto. E’ particolarmenteutile per argomenti di interesse clinico oteorico-scientifico. Gli utenti che hannoconsultato la banca dati presso la bib-lioteca quest’anno sono stati 122, il20,79 % in più rispetto allo scorso anno(101 utenti), di questi, 12 lo hanno fattoautonomamente, rappresentando quindiil 9, 84% degli utenti. Dal report Ebscohost sono disponibilialtri dati per l’anno 2007: 196 accessi (122 utenti della biblioteca,72 uso interno della biblioteca e con-siglieri-ricercatori autorizzati per accessoresidenziale; 69 minuti la durata mediadelle sessioni; 3.103 interrogazioni(query); 133 full text scaricati; 8.679abstract salvati. Con questi nuovi dati l’incremento gen-erale di utilizzo del Cinahl è del 94,06%. Se i numeri sono positivi, fa comunqueriflettere quanto siano pochi gli utenti delCinahl rispetto all’utenza generale dellabiblioteca: quelli che vi accedono dallabiblioteca sono solo il 10,02% dell’uten-za generale, volendo comprendere anchegli accessi remoti si raggiunge il 16,11%. Questi dati testimoniano la notareticenza generale a utilizzare fonti in lin-gua inglese e ambiente informatico. Per contrastare questa tendenza epigrizia, oltre a promuovere l’utilizzodella banca dati nei luoghi deputati (bib-lioteca, università e corsi di aggiorna-mento), si è ritenuto di invogliare l’uten-za con la sottoscrizione, per il 2008, dellaprestigiosa versione “Cinahl with FullText” (580 testate disponibili in FullText) che assieme al cartaceo disponi-bile offre un esaustivo accesso direttoalla letteratura internazionale. Si è porta-to a 4 il numero degli utenti simultanei,ciò significa che la banca dati è ampia-mente disponibile per l’utenza che vogliaconsultarla autonomamente nei pomerig-gi di apertura della biblioteca (se neces-sario viene data una breve introduzioneall’uso dell’interfaccia). La consultazionecon l’assistenza del personale bibliote-

cario si svolge invece il martedì mattina,per appuntamento, in questo caso si sol-lecita la partecipazione dell’utentechiedendo di preparare le espressioni ininglese (parole chiave) necessarie.

2.5 ON LINE: LA BIBLIOTECA, LACOLLANA ARCOBALENO, LA RIVI-STA INFERMIERE OGGILa pagina della biblioteca attualmentefornisce solo gli orari di consultazione ei cataloghi dei libri e delle riviste, per laconsultazione di questi è possibile laricerca per parola, altrimenti, lasciandovuota la casella di ricerca e dando invio siapre la finestra con tutto il catalogo inordine alfabetico. Si comunica che è in preparazione lanuova pagina, organizzata per dare infor-mazioni più dettagliate sul patrimoniobibliografico e immediata disponibilità dicomodi strumenti di ricerca per l’utenteche vi accede, permettendogli di antici-pare parte dello spoglio che lo condurràpoi in biblioteca a reperire i documenti.Saranno infatti evidenziati link alle rivisteinfermieristiche disponibili on line e aiprincipali opac, indispensabili per la loca-lizzazione di libri e riviste. Molto frequentate ed apprezzate sono lepagine dedicate alle pubblicazioni delCollegio: i volumi della collanaArcobaleno e i fascicoli della rivista“Infermiere Oggi” sono scaricabili gratui-tamente in full text.

3. PROSPETTIVE I dati di gestione sono estremamentepositivi, con l’accennata acquisizione delCinahl with Full text, 580 testate full texte altre 168 in cartaceo, si ritiene che labiblioteca infermieristica dell’IPASVI diRoma si attesti “per patrimonio docu-mentario disponibile” su uno standard dialto livello, quasi definitivo, modificabilesolo per ottimizzazione, qualità e presti-gio. La ricchezza della nuova risorsa, conun’adeguata comunicazione sulla suadisponibilità, dovrebbe incrementare erendere consueto l’uso del Cinahl agliutenti abituali e, si spera, condurnenuovi. Costante è l’attenzione posta alle neces-

sità del Progetto ILISI (Indice dellaLetteratura Italiana di ScienzeInfermieristiche) che si conferma come ilmassimo obiettivo che il Collegio diRoma si sia prefisso per la valorizzazionedella conoscenza infermieristica italianae della biblioteca IPASVI. La banca datibibliografica darà rapido accesso alla let-teratura italiana infermieristica e sarà adisposizione della comunità infermieristi-ca sul web nel prossimo aprile 2008come si specifica a seguire.

3.1 ATTIVITA’ DELLA COMMISSIONEBIBLIOTECA, DOCUMENTAZIONE,RICERCANel 2007 la commissione ha continuato isuoi lavori con le diverse professionalitàacquisite, particolarmente dedicate allagestione della conoscenza infermieristicain ambito multimediale, sono stati ricon-fermati tutti i membri: Carlo Turci eMatilde Napolano consiglieri, FabrizioTallarita, Alessandro Montevecchi,Giovanna Finocchi, Patrizia Nappini,Eleonora Bruno, Alessandra Bonfigli,Edvige Fanfera. La commissione ha promosso la dif-fusione della conoscenza infermieri-stica attraverso l’ottimizzazione deiservizi bibliotecari, la preparazionedi eventi formativi inerenti la ricercainfermieristica, la creazione di stru-menti bibliografici che facilitino laricerca stessa e la banca dati biblio-grafica ILISI è il più importante diquesti strumenti.Per l’attività formativa ha tenuto ed ha inprogrammazione i seguenti corsi:Seconda edizione (8-9-10/2/07) delCorso “L’INDICIZZAZIONE DELLA LET-TERATURA SCIENTIFICA NELLE SCIEN-ZE INFERMIERISTICHE Corso propedeu-tico per la realizzazione di una bancadati bibliografica”, funzionale al Pro -getto ILISI.Prima edizione (12/12/07) del Corso“Introduzione alle banche dati infer-mieristiche”, con due nuove edizioniaccreditate per il 7/3/07 e il 7/5/08.L’attività è stata totalmente assorbitadal complesso Progetto ILISI, nel pros-simo paragrafo si specificano i lavori

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focusAttività formative ECM del Collegio IPASVI di Roma

svolti.3.2 PROGETTO ILISI Noto il Progetto di costituire la bancadati bibliografica ILISI per contribuire allavalorizzazione della letteratura infer-mieristica italiana se ne ricordano orga-nizzazione e macro-obiettivi, costituitivinel primo anno di attività (2007), ordinarinegli anni a seguire, con relativo statodei lavori.

3.3 ORGANIZZAZIONE DELPROGETTO ILISI – GRUPPO DILAVORO ESTESONel progetto sono coinvolti tutti i mem-bri della commissione biblioteca,appositamente costituita per competen-ze infermieristiche e biblioteconomiche,collaborano poi proficuamenteAlessandro Stievano, membro dellacommissione ricerca, e tutti gli indicizza-tori formati tra il 2006 e il 2007.

Gerarchicamente il gruppo esteso è cosìsuddiviso: 1° Referenti di Collegio: C. Turci, M.

Napolano2° Gruppo di progetto: E. Bruno, A.

Bonfigli, E. Fanfera, G. Finocchi, P.Nappini, A. Montevecchi, A.Stievano, F. Tallarita, C. Turci.

3° Gruppo indicizzatori:. MaurizioBrunelli, Teresa Compagnone,Fabrizio Di Gregorio, Cinzia DiMarcantonio, Concetta Di Mercione,Tania Diottasi, Giuliano Falcone,Nadia Guardiani, GiuseppinaLeggieri, Marina Manna, ErosManoni, Marco Orsini, AlessandroPizzalla, Alessandro Raponi, AndreaRizzo, Laura Sabatino, Laura RitaSantoro, Laura Soldà, Daniela Trinca,per l’attività di indicizzazione siaggiungono dal gruppo di proget-to: Eleonora Bruno, Edvige Fanfera,Giovanna Finocchi, AlessandroMontevecchi, Fabrizio Tallarita

I referenti di Collegio trasmettono e rap-presentano l’indirizzo e le decisioni delCollegio relativamente al progetto stes-so. Il gruppo di progetto assume le deci-sioni relative ai contenuti delle disciplineinfermieristiche e biblioteconomiche,

dopo un attento ascolto degli apporti edelle istanze portati dal gruppo indicizza-tori (per propria competenza e perché adiretto contatto con i documenti da indi-cizzare), produce la documentazionenecessaria alla funzionalità del progetto,svolge attività di revisione della bancadati e supporto agli indicizzatori. Gli indi-cizzatori, parte creativa del processostesso, dall’esperienza di indicizzazioneriportano al gruppo di progetto prezioseinformazioni per le revisioni del thesau-rus sullo stato della letteratura. Si ricor-da la loro adesione volontaria, fortemen-te motivata da un desiderio di crescitaculturale e professionale, per sè e perdisciplina infermieristica. Consapevoli diessere parte integrante e necessaria allasostenibilità del Progetto hanno tutti sot-toscritto un Contratto/Patto Collegio–Indicizzatore per testimoniare il proprioimpegno. Il collegio si impegna nei loroconfronti dando adeguato rilievo alla loroattività, offrendo la rivista da indicizzarein abbonamento gratuito e concependoun rimborso spese per record immessodato l’uso di PC e connessioni personali.

3.4 Macro obiettivi necessari allafunzionalità del progetto

Si riportano sinteticamente :1. Redazione di un Thesaurus italiano di

Scienze Infermieristiche (ThiSi)soggetto a revisione periodica.

2 Formazione di personale volontarioche sviluppi la capacità di indicizzaregli articoli infermieristici, attraversoil Corso dedicato “L’INDICIZZAZIONEDELLA LETTERATURE SCIENTIFICANELLE SCIENZE INFERMIERISTICHE:Corso propedeutico per la realiz-zazione di una banca dati bibliografi-ca” e successiva fase di Training consessioni di indicizzazione presso lasede IPASVI.

3 Disposizione di un software che sup-porti la collezione dei dati e la ricer-ca online, con interfaccia in linguaitaliana.

4 Indicizzazione residenziale di articolirelativi a riviste di annata corrente edannate pregresse (sperimentale sinoalla pubblicazione del database sulweb con un congruo numero dirisorse).

5 Revisioni costanti del database pervalutare l’adeguata applicazione delcriterio stilistico-redazionale e diindicizzazione.

6 Fruizione pubblica del database, indi-cizzazione progressiva delle annatecorrenti

Per l’obiettivo Thesaurus italiano diScienze Infermieristiche il Gruppo diProgetto ha rinnovato significativamente

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nel corso del 2007 la versione del28.12.06 sostituendola con la revisionedel 13.11.07.Per l’obiettivo Formazione degli indicizza-tori, tenute le due edizioni del Corso diindicizzazione ed individuate personecapaci e motivate, il Gruppo di progettoha vagliato la capacità dei selezionati diindicizzare autonomamente attraverso unsuccessivo training costituito da 4 eserci-tazioni da svolgere su un calendariodisponibile di 8 date. La formazione èstata completata nel maggio 2007.Per l’obiettivo Disposizione del softwarenel corso dell’anno si è ottimizzata la fun-zionalità del software open source sceltonel 2006 (wikindx 3.3.1), F. Tallarita hacompletato la traduzione italiana dell’in-terfaccia e ha testato le nuove versionidell’applicativo aggiornando attualmentela banca dati alla versione wikindx 3.7.Per ottenere dagli indicizzatori uniformitàdei testi e un omogeneo utilizzo deglistrumenti di indicizzazione è stataprodotta una documentazione-guidaall’uso del software e al processo di indi-cizzazione (Procedura guidata online diimmissione risorse, Sintesi del mandatoper gli indicizzatori, Norme redazionali 1,Norme redazionali2, Scheda revisioneterminologica thesauro), a cura di A.Bonfigli, E. Fanfera, G. Finocchi e F.Tallarita.Per l’obiettivo Indicizzazione sperimen-tale, l’attività in modalità residenziale èiniziata nel maggio 2007, al termine dellaformazione e successivamente all’atti-vazione dei necessari abbonamenti per-sonali. Le riviste selezionate per l’immis-sione nella banca dati sono le seguenti:AICO;Assistenza infermieristica e ricerca; Bioetica;Difesa sociale;Emergency oggi;Giornale italiano delle infezioniospedaliere;Giornale italiano di Scienze infermieris-tiche;Infermiere oggi; International nursing perspectives; L’arco di Giano; La rivista italiana di cure palliative;

Management infermieristico;Mecosan;Medicina e morale;Mondo sanitario;Nursing oggi;Organizzazione sanitaria; Professioni infermieristiche; Rischio sanità; Rivista di diritto delle professioni sani-tarie;Scenario;Tecnica Ospedaliera

Tutti gli indicizzatori hanno lavorato profi-cuamente ritagliando la loro disponibilitàda giornate lavorative già intense.Attualmente gli articoli indicizzati sono776, corrispondenti all’annata correntedel 2007 e a un pregresso inserito (noncompletamente) fino al 2005 (da portaresuccessivamente fino al 2003). Si fa pre-sente che nel 2007 le pubblicazioni italia-ne hanno registrato un diffuso forte ritar-do, in un caso addirittura la sospensionedell’uscita della rivista, questo significache alcuni fascicoli del 2007 devonoessere ancora pubblicati e distribuiti, siconta di completare l’annata entro aprile2008, termine previsto per la presenta-zione della banca dati al pubblico.Per l’obiettivo Revisioni del database, siè operato un monitoraggio continuo delleimmissioni. A. Bonfigli ha controllatol’applicazione del criterio stilistico-reda-zionale per l’uniformità dei testi; E.Bruno, G. Finocchi, P. Nappini, A.Montevecchi, A. Stievano, F. Tallarita e C.Turci hanno monitorato le immissioni perrilevare omogeneità nel criterio di indiciz-zazione utilizzato dai singoli indicizzatorie congruità dell’informazione recuperata.Tra revisori ed indicizzatori sono intercor-si scambi email per correzioni, chiarimen-ti e suggerimenti.Per l’obiettivo Fruizione pubblica deldatabase, indicizzazione progressivadelle annate correnti si intende l’esordiopubblico del database e l’attività ‘ordina-ria’ di indicizzazione delle prossime anna-te correnti, che come si è visto è com-plessa e si articola su più livelli, coinvol-gendo diversi gruppi di lavoro. La data dipubblicazione deve essere ufficialmente

concordata con il Consiglio Direttivo delCollegio anche se la scadenza prefissatadal gruppo di lavoro è, come anticipato, ilprossimo aprile 2008. A conclusione si riferisce che l’estesogruppo di lavoro, ha lavorato proficua-mente con forte motivazione ed impe-gno. La banca dati bibliografica ILISI èperfettamente operativa e il risultato è diestrema soddisfazione

COMMISSIONE LIBERAPROFESSIONE

- L’attività di vigilanza sull’esercizio libe-ro-professionale è stata attenta e costan-te, così pure i rapporti con la cassa previ-denziale ENPAPI, sempre caratterizzatida collaborazione e assistenza reciproca.Notevole anche il lavoro svolto nei campidella pubblicità sanitaria e della consu-lenza normativa e disciplinare fornita astudi professionali associati, cooperativeinfermieristiche, agenzie di lavoro tem-poraneo e altri enti pubblici e privati.Commissione Libera ProfessioneLa Commissione è composta da NicolaBarbato, Francesca Premoselli,Gianfranco Del Ferraro, MaurizioFiorda (Referente), Laura Sabatino. LaCommissione si avvale della consulenzadel legale del Collegio per individuaregli ambiti operativi rispetto alla liberaprofessione.La Commissione supporta il ConsiglioDirettivo nell’attività di vigilanza sui pro-fessionisti iscritti:a) iscrizione all’albo dei professionisti,

sia per coloro che svolgono attivitàindividuale che per coloro che svol-gono attività in forma associata;

b) iscrizione alla Cassa di Previdenzac) pubblicità sanitariad) esercizio esclusivo della professionee) rispetto delle norme etiche e deon-

tologicheInoltre la Commissione fornisce con-

sulenza agli iscritti sua) significato della libera professioneb) strumenti della libera professione –

regolamento/tariffarioc) aspetti tecnico-professionaliGli obiettivi per l’anno 2008 prevedono:

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focusAttività formative ECM del Collegio IPASVI di Roma

- elaborazione di un questionariosemistrutturato costituito da circa 10items, per instaurare un primo“aggancio” con i professionistiiscritti presso l’ENPAPI ed individ-uare le esigenze culturali e profes-sionali degli stessi;

- acquisizione delle conoscenzerispetto al processo di accredita-mento degli infermieri che eserci-tano la libera professione, dellecooperative, delle associazioni;

- Osservatorio sulla “libera profes-sione” attraverso l’Anagrafe degliiscritti che esercitano la libera pro-fessione, sia di coloro che svolgonoattività in forma individuale che dicoloro che esercitano in forma asso-ciata, aggiornata ogni sei mesi.

LE NUOVE SFIDE

La straordinaria crescita che la professio-ne ha messo a segno negli ultimi anniimpone al Collegio un ruolo e una capaci-tà operativa sempre crescente. Il lavoro èduro ma la sfida è esaltante. La forza percondurla arriva dalla collaborazione ditutti e dall’entusiasmo che caratterizzagli infermieri, da sempre orientato almiglioramento, al positivo, allo sviluppodi un’assistenza più vicina alle esigenzedei cittadini.Restano aperti molti fronti di criticità,come quelli già citati a più riprese. Conquesti, però, anche nuove opportunità di

crescita. Si tratta quindi di operare perpoter condizionare in positivo il futurocon il contributo dell’intera professione edel Collegio che la rappresenta. Su que-sta linea il Collegio si è mosso in que-st’ultimo anno ed è determinato a prose-guire. Perciò l’impegno per il 2008 si concentraparticolarmente nei campi operativi del-l’innovazione, della competenza scientifi-ca, dell’aggiornamento, della ricerca,della comunicazione, delle consulenze,della gestione dell’Albo, garantendo agliiscritti adeguate competenze interdisci-plinari e servizi efficienti. In questa chia-ve si è dimostrato utile lo sviluppo delsistema di controllo statistico degliaccessi che, fornendo un quadro precisoe costantemente aggiornato delle richie-ste, ha consentito di affinare sensibil-mente l’offerta e la gestione dei servizi.L’investimento di energie e competenzesui sistemi informatici e multimediali èun percorso obbligato per il Collegio diRoma, chiamato a confermare la sua lea-dership sullo scenario nazionale ed euro-peo della professione. Secondo quantofissato dal programma, nuovi servizi siaggiungeranno presto ad un’offerta giàmolto variegata in questo campo comepure nelle attività di front-office.Un’ultima considerazione va spesa per irapporti con le istituzioni, sempre moltoproblematici. Allo spirito di collaborazio-ne con cui il Collegio si misura quotidia-namente nelle diverse attività di relazio-

ne con gli enti territoriali, segnatamentela Regione Lazio e le varie articolazionidel Sistema Sanitario Regionale, non hacorrisposto il rispetto della gran partedegli impegni assunti dagli interlocutoriistituzionali. Da qui la reazione, manife-stata ad ogni livello possibile, che haindotto il Collegio di Roma ad assumereuna posizione fortemente critica nei con-fronti degli enti sui temi di più strettaattualità: dall’emergenza di personale aiconcorsi, dai percorsi di carriera al gran-de tema dell’autonomia professionale. Sul fronte politico la frontiera è rappre-sentata oggi dal cambio di Legislatura. Ilnuovo Parlamento è chiamato a dimo-strare nei fatti quell’attenzione fin quimanifestata in astratto ma ben poco pra-ticata. Le questioni aperte sono ancoramolte. Alcune, come la riforma degliOrdini professionali, dovranno avventu-rarsi in un nuovo iter parlamentare dopoessere state affossate in dirittura d’arri-vo. Non resta che confidare in un diversoapproccio ai temi delle professioni e del-l’assistenza, più orientato sulle necessi-tà che uniscono i professionisti e i citta-dini. Il Collegio di Roma è impegnato for-temente al fianco degli altri Collegi edella Federazione IPASVI nel rappresen-tare ad ogni livello le istanze della pro-fessione.Le relazioni che seguono descrivono insintesi il quadro delle principali attivitàsvolte dalle Commissioni nel 2007 e il

lavoro programmato per l’anno in corso.

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RENDICONTO FINANZIARIO - ENTRATEDESCRIZIONE eznereffiDETATRECCA EMMOSINOISIVERP

INIZIALI VARIAZIONI DEFINITIVE RISCOSSE DA RISCUOTERE TOTALE sulle previsioniTITOLO I - ENTRATE CORRENTIENTRATE CONTRIBUTIVE A CARICO DEGLI ISCRITTIQuote iscrizioni 1.500.120,00 00,021.005.1 41,300.772.1 68,650.022 00,060.794.1 00,060.3 - Quote nuovi iscritti 60.000,00 00,000.06 00,000.57 00,06 75.060,00 00,060.51 Tasse iscrizioni 80.000,00 00,000.08 00,000.001 00,08 100.080,00 00,080.02

Totale 1.640.120,00 1.640.120,00 1.452.003,14 220.196,86 1.672.200,00 32.080,00 ENTRATE PER INIZIATIVE CULTURALI ED AGGIORNAMENTI PROFESSIONALICorsi di aggiornamento 10.000,00 00,000.01 00,099.4 00,003.4 00,092.9 00,017 -

Totale 10.000,00 10.000,00 4.990,00 4.300,00 9.290,00 710,00- QUOTE DI PARTECIPAZIONE ISCRITTI ONERE PARTICOLARI GESTIONIRilascio tessere 100,00 00,001 00,513 - 315,00 00,512 Certificati e trasferimenti 6.000,00 00,000.6 00,244.5 - 5.442,00 00,855 -

Totale 6.100,00 6.100,00 5.757,00 - 5.757,00 343,00- TRASFERIMENTI CORRENTI

TotaleENTRATE DA VENDITA BENI E PRESTAZIONI SERVIZIVendita pubblicazioni 1.000,00 00,000.1 05,641.1 - 1.146,50 05,641

Totale 1.000,00 1.000,00 1.146,50 - 1.146,50 146,50 REDDITI E PROVENTI PATRIMONIALIInteressi attivi 4.000,00 00,000.4 47,122.5 75,041.4 13,263.9 13,263.5

Totale 4.000,00 4.000,00 5.221,74 4.140,57 9.362,31 5.362,31 POSTE CORRETTIVE E COMPENSATIVE USCITE CORRENTIRecuperi e rimborsi 2.000,00 00,000.2 00,128.7 - 7.821,00 00,128.5

Totale 2.000,00 2.000,00 7.821,00 - 7.821,00 5.821,00 ENTRATE NON CLASSIFICABILI IN ALTRE VOCIEntrate varie 1.000,00 00,000.1 45,872.2 - 2.278,54 45,872.1

Totale 1.000,00 1.000,00 2.278,54 - 2.278,54 1.278,54

TOTALE ENTRATE 022.466.1ITNERROC ,00 - 1.664.220,00 1.479.217,92 228.637,43 1.707.855,35 43.635,35

TITOLO II - ENTRATE CONTO CAPITALEALIENAZIONE DI IMMOBILI E DIRITTI REALIAlienazione immobili - - - - - -

Totale - - - - - - ALIENAZIONE DI IMMOB.NI TECNICHE

RENDICONTO FINANZIARIO - ENTRATEDESCRIZIONE eznereffiDETATRECCA EMMOSINOISIVERP

INIZIALI VARIAZIONI DEFINITIVE RISCOSSE DA RISCUOTERE TOTALE sulle previsioniVendita mobili ed arredi - - - - - -

- - - - - - RISCOSSIONE DI CREDITI

TRASFERIMENTI IN CONTO CAPITALE

ASSUNZIONE DI MUTUI

ASSUNZIONE DI ALTRI DEBITI FINANZIARI

TOTALE ENTRATE IN CONTO CAPITALE - - - - - -

TITOLO III - PARTITE DI DI GIROENTRATE AVENTI NATURA DI PARTITE DI GIRORitenute fiscali e previdenziali 140.000,00 00,000.041 68,709.421 - 124.907,86 41,290.51 - Altre partite di giro 275.000,00 00,000.572 73,920.581 - 185.029,37 36,079.98 -

TOTALE ENTRATE PER PARTITE DI 000.514ORIG ,00 - 415.000,00 309.937,23 - 309.937,23 105.062,77-

TOTALE ENTRATE 022.970.2EVISSELPMOC ,00 - 2.079.220,00 1.789.155,15 228.637,43 2.017.792,58 61.427,42-

UTILIZZO AVANZO DI AMMINISTRAZIONE 278.478,66 278.478,66

TOTALE GENERALE 2.357.698,66 2.357.698,66 2.017.792,58

RENDICONTO FINANZIARIO - USCITEDESCRIZIONE eznereffiDETANGEPMI EMMOSINOISIVERP

INIZIALI VARIAZIONI DEFINITIVE PAGATE DA PAGARE TOTALE sulle previsioniTITOLO I - USCITE CORRENTIUSCITE PER GLI ORGANI DELL'ENTEGettoni riunioni Consiglio Direttivo e Colleg 00,000.03itnoc ied irosiveR oi 00,000.03 00,023.61 00,065 16.880,00 00,021.31 - Gettoni partecipazione Consiglio Nazionale e seminari 25.000,00 00,000.52 05,808.71 - 17.808,50 05,191.7 - Rimborsi spese 20.000,00 00,000.02 38,564.91 00,004 19.865,83 71,431 - Gettoni e indennita' attività Organi Direttivi 60.000,00 00,000.06 00,008.85 00,088 59.680,00 00,023 - Assicurazioni organi statutari 4.000,00 00,000.4 88,850.3 - 3.058,88 21,149 - Spese elezioni Organi Direttivi

Totale 139.000,00 - 139.000,00 115.453,21 1.840,00 117.293,21 21.706,79- ONERI PER IL PERSONALE IN SERVIZIOStipendi e oneri riflessi 160.000,00 00,000.061 89,264.631 09,499.9 146.457,88 21,245.31 - Assicurazioni personale 5.000,00 00,000.5 40,779.3 86,764 27,444.4 82,555 - Fondo incentivazione 32.000,00 25,488 32.884,52 25,488.23 - 32.884,52 - Corsi di formazione 1.600,00 00,006.1 00,132 - 231,00 00,963.1 -

Totale 198.600,00 884,52 199.484,52 173.555,54 10.462,58 184.018,12 15.466,40- USCITE PER L'ACQUISTO DI BENI E SERVIZIAbbonamenti RAI e riviste 6.000,00 00,000.6 99,260.5 - 5.062,99 10,739 - Compenso per la riscossione 35.000,00 00,000.53 07,072.92 - 29.270,70 03,927.5 - Consulenze legali 45.000,00 00,000.54 00,620.73 - 37.026,00 00,479.7 - Consulenza amministrativa 40.000,00 00,000.04 06,322.43 - 34.223,60 04,677.5 - Consulenza professionale occasionale 40.000,00 00,000.04 27,529.62 05,244.3 22,863.03 87,136.9 - Consulenza informatica 24.000,00 00,000.42 05,286.02 - 20.682,50 05,713.3 - Manutenzioni e riparazioni 40.000,00 00,000.04 67,136.81 00,293.4 67,320.32 42,679.61 - Acquisto tessere distintivi bolli 18.000,00 00,000.81 00,004 - 400,00 17.600,00-

Totale 248.000,00 - 248.000,00 172.223,27 7.834,50 180.057,77 67.942,23- USCITE PER FUNZIONAMENTO UFFICIAffitto luce e riscaldamento 120.000,00 00,000.021 58,437.111 97,696 112.431,64 63,865.7 - Cancelleria e stampati 20.000,00 00,000.02 69,602.11 - 11.206,96 40,397.8 - Spese postali e telefoniche 35.000,00 00,000.53 36,221.02 60,067 20.882,69 13,711.41 - Spese di pulizia 18.000,00 00,000.81 00,880.11 00,429 12.012,00 00,889.5 - Spese bancarie e di c/c postali 2.000,00 00,000.2 97,440.1 32,94 1.094,02 89,509 - Spese varie 5.000,00 00,000.5 31,617.1 00,001 31,618.1 78,381.3 -

Totale 200.000,00 - 200.000,00 156.913,36 2.530,08 159.443,44 40.556,56- USCITE PER PRESTAZIONI ISTITUZIONALIAggiornamenti professionali 250.000,00 00,000.052 82,854.121 00,007.1 123.158,28 27,148.621 - Rivista "Infermiere oggi" 160.000,00 00,000.061 17,036.431 - 134.630,71 92,963.52 - Biblioteca 65.000,00 00,000.56 45,478.25 00,051.4 45,420.75 64,579.7 - Promozione immagine (pubblicità) 2.000,00 00,000.2 - - - 2.000,00- Commissioni di studio 50.000,00 00,000.05 00,027.83 00,080.2 00,008.04 00,002.9 - Spese di rappresentanza 20.000,00 00,000.02 46,528.71 - 17.825,64 63,471.2 - Quote spettanti Federazione 242.598,66 68,752.2 244.856,52 66,862.332 68,785.11 25,658.442 - Progetto qualità Collegio ISO 9000 40.000,00 00,000.04 00,000.21 86,393.01 86,393.22 23,606.71 - Rassegna stampa 20.000,00 00,000.02 00,061.41 00,065.4 00,027.81 00,082.1 - Iniziative di solidarietà 10.000,00 00,000.01 00,000.01 - 10.000,00 -

Totale 859.598,66 2.257,86 861.856,52 634.937,83 34.471,54 669.409,37 192.447,15-

Conto Consuntivo 2007

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RENDICONTO FINANZIARIO - USCITEDESCRIZIONE eznereffiDETANGEPMI EMMOSINOISIVERP

INIZIALI VARIAZIONI DEFINITIVE PAGATE DA PAGARE TOTALE sulle previsioniTRASFERIMENTI PASSIVI

ONERI FINANZIARIInteressi passivi - - - - - -

Totale - - - - - - ONERI TRIBUTARIInps Irap e altri tributi 50.000,00 63,432.3 63,432.35 45,936.83 28,495.41 63,432.35 - Nettezza urbana 2.500,00 35,251 35,256.2 35,445.2 00,801 35,256.2 -

Totale 52.500,00 3.386,89 55.886,89 41.184,07 14.702,82 55.886,89 - POSTE CORRETTIVE E COMPENSATIVE DI ENTRATE CORRENTIRimborsi vari 2.000,00 00,000.2 00,081 00,081 00,028.1 -

Totale 2.000,00 - 2.000,00 180,00 - 180,00 1.820,00- USCITE NON CLASSIFICABILI IN ALTRE VOCIFondo spese impreviste 48.000,00 72,925.6 - 37,074.14 41.470,73-

Totale 48.000,00 6.529,27- 41.470,73 41.470,73- TRATTAMENTO FINE RAPPORTOTrattamento di fine rapporto 15.000,00 00,000.51 - 11.533,54 45,335.11 64,664.3 -

Totale 15.000,00 - 15.000,00 - 11.533,54 11.533,54 3.466,46- ACCANTONAMENTO FONDO RISCHI E ONERIRimborso quote esattoria 10.000,00 00,000.01 - 10.000,00-

Totale 10.000,00 - 10.000,00 - - - 10.000,00-

TOTALE USCITE 896.277.1ITNERROC ,66 - 1.772.698,66 1.294.447,28 83.375,06 1.377.822,34 394.876,32-

TITOLO II - USCITE IN CONTO CAPITALEACQUISIZIONE DI BENI USO DUREVOLE ED IMMOBILIRistrutturazione sede 60.000,00 00,000.06 30,290.7 90,619.32 21,800.13 88,199.82 -

Totale 60.000,00 60.000,00 7.092,03 23.916,09 31.008,12 28.991,88- ACQUISIZIONI DI IMMOBILIZZAZIONI TECNICHEAcquisto mobili e arredi 30.000,00 00,000.03 00,003.1 - 1.300,00 00,007.82 - Programmi e attrezzature 30.000,00 00,000.03 94,242.71 00,423 17.566,49 15,334.21 -

Totale 60.000,00 - 60.000,00 18.542,49 324,00 18.866,49 41.133,51- CONCESSIONI DICREDITI ED ANTICIPAZIONI

RIMBORSI DI MUTUI

RIMBORSI DI ANTICIPAZIONI PASSIVE

ESTINZIONE DEBITI DIVERSI

ACCANTONAMENTI PER SPESE FUTUREFondo spese elezioni 50.000,00 00,000.05 - 25.000,00 00,000.52 00,000.52 -

50.000,00 - 50.000,00 - 25.000,00 25.000,00 25.000,00- ACCANTONAMENTO PER RIPRISTINO INVESTIMENTI

TOTALE USCITE IN CONTO 000.071ELATIPAC ,00 - 170.000,00 25.634,52 49.240,09 74.874,61 95.125,39-

RENDICONTO FINANZIARIO - USCITEDESCRIZIONE eznereffiDETANGEPMI EMMOSINOISIVERP

INIZIALI VARIAZIONI DEFINITIVE PAGATE DA PAGARE TOTALE sulle previsioniTITOLO III - PARTITE DI GIROUSCITE AVENTI NATURA DI PARTITE DI GIRORitenute fiscali e previdenziali 140.000,00 00,000.041 51,387.88 17,421.63 68,709.421 41,290.51 - Altre partite di giro 275.000,00 00,000.572 69,208.081 14,622.4 185.029,37 36,079.98 -

000.514ORIG ID ETITRAP REP ETICSU ELATOT ,00 - 415.000,00 685.962 ,11 153.04 ,12 739.903 ,23 260.501 ,77-

896.753.2EVISSELPMOC ETICSU ELATOT ,66 896.753.2 ,66 766.985.1 ,91 669.271 ,27 436.267.1 ,18 460.595 ,48-

AVANZO DI AMMINISTRAZIONE DELL'ESERCIZIO 255.158,40

TOTALE GENERALE 2.357.698,66 896.753.2 ,66 2.017.792,58

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Riprende quota e riecheggia con le campagne mediatichedi certa stampa l’eco di uno sport che non tramonta mai:trovare un capro espiatorio per giustificare carenze e

disservizi nella sanità. Il refrain è quello di sempre: troppiinfermieri “imboscati”, troppi esentati dalle mansioni piùpesanti. Come dire: poca voglia di lavorare. Evidentemente la realtà quotidiana di Asl, ospedali e ambula-tori non insegna nulla a chi lancia questi messaggi. Oppuretutto è fatto ad arte per distogliere l’attenzione sulle respon-sabilità di chi dirige e amministra la sanità.Le verità è diversa, sta neifatti. Sia chiaro: nessunavolontà di coprire o edul-corare comportamentiscorretti; non intendiamoproteggere chi non rispet-ta le regole o tiene com-portamenti censurabili.Ma la storia degli infer-mieri “esonerati” da certiservizi va chiarita unavolta per tutte. Va detto, ad esempio, chela figura infermieristica èquella di gran lunga piùesposta al rischio profes-sionale di tipo biologico etraumatico, come confer-mano tutti i dati infortuni-stici e le statistiche ela-borate nel mondo incampo sanitario. Ciò non dipende soltantodalle peculiarità del lavo-ro, dal contatto direttocon le patologie, dalla necessità di mobilizzare il paziente,dalla manipolazione di farmaci e sostanze pericolose. A tuttoquesto si aggiungono infatti le incredibili condizioni in cui oggigli infermieri si trovano a dover operare.In Italia la dotazione organica reale degli infermieri è la metàdi quella dei Paesi europei a sanità avanzata. Le gravissimecarenze degli organici costringono gli operatori a non applica-re tutte le tecniche ergonomiche che ridurrebbero i fattori dirischio; la vetustà delle strutture e la mancanza dei presidi(sollevatori, barelle articolate, letti mobili, ecc.) non permetto-

no di ridurre gli sforzi fisici per la mobilizzazione dei pazienti; iturni di lavoro, ripetuti, massacranti e senza i necessari riposi,incidono fortemente sul numero degli infortuni, sulle invaliditàe sugli esoneri dalle attività più gravose. Esoneri che, peraltro,sono decisi da commissioni mediche o da medici specialisti inmedicina legale che, notoriamente, sono particolarmente rigidinella concessione dei benefici. Perciò appare quanto meno strumentale prendersela con gliinfermieri.«Colpevolizzare e addirittura criminalizzare la professione

infermieristica non giovaa nessuno, specialmenteai cittadini - reagisce ilpresidente del CollegioIpasvi di Roma e dellaProvincia, Gennaro Rocco- Più corretto e lungimi-rante è cercare di capireil perché di certi fenome-ni e prevenirli. Ma forse aqualcuno queste prese diposizione servono peraltri fini: per nascondere iveri problemi o l’incapaci-tà di dirigere e governarele Aziende sanitarie. Cipiacerebbe poterci con-frontare serenamente suquesti temi con le istitu-zioni locali e regionali.Noi conosciamo la realtàdelle cose perché la vivia-mo ogni giorno sullanostra pelle, sul campo(vista la situazione della

sanità è meglio dire in trincea), non dietro una scrivania. Chise la prende con gli infermieri non dice che da anni persiste ilblocco delle assunzioni, che ogni anno sono molti di più gliinfermieri che lasciano il lavoro rispetto ai neolaureati cheprendono servizio, che in parecchie Aziende il precariato degliinfermieri dura incredibilmente da molti anni. Stupirsi per ilnumero degli infortuni, delle invalidità e degli esoneri cheriguardano la categoria - conclude il dottor Rocco - vuol direfare… il pesce in barile».

Troppi imboscati:gli infermieri si ribellano

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Non che ci meravigli più di tanto. Siamo purtroppo abitua-ti ad avere a che fare con un’informazione troppo spes-so ingiusta con gli infermieri. Tuttavia a volte si esage-

ra scivolando sul piano della disinformazione. E del cattivogusto.Ciò che stupisce, allora, è che a rilanciare nel rumoroso circomediatico certe fandonie siano organi di stampa che, per storiae diffusione, dovrebbero fare scuola, rappresentare punti diriferimento attendibili, informati, competenti. E invece…Nelle ultime settimane ne abbiamo viste di tutti i colori. Al soli-to, la stampa si è accanita sulla malasanità trascinando dentrole gravi disfunzioni del sistema gli operatori incolpevoli.Niente di nuovo, appunto.Tre casi hanno però fatto discuterepiù degli altri. A cominciare dallacampagna di stampa sugli infermieri“imboscati” lanciata da Il Messaggerosulla Cronaca di Roma. La “caccia all’in-fermiere scomparso” produce pagine epagine di cronache e commenti, spessosprezzanti. Per enfatizzare il tutto, sul nume-ro del 9/3/2008, il quotidiano riferisce di Aslromane al contrattacco sul fronte degli imbo-scati e che una di queste addirittura “provvede-rà a sottoporre i neoassunti a visita medica perevitare di prendersi in carico inidonei”. Siamo alfalso storico: è così da sempre, qualunque infermie-re neoassunto è sottoposto a visita medica, ovunqueegli prenda servizio, per legge. Non una parola, inve-ce, su chi fa i salti mortali per arginare le falle di orga-nici scandalosi, chi si sobbarca turni consecutivi pergarantire il servizio ai cittadini, chi rinuncia alle ferie percarenza di personale.Ma la palma del “granchio” più grosso stavolta va di diritto a LaRepubblica. Ciò che il quotidiano ha scritto e sostenuto sull’edi-zione del 12/3/3008 (pag. 6 - inserto Roma) riferendo di un’in-dagine realizzata dall’Unione degli industriali e delle imprese diRoma sui lavori più richiesti dal mercato, ha dell’incredibile. Ilservizio, dal titolo “Il boom del lavoro senza laurea - Estetiste,infermieri, autisti: i mestieri dei nuovi posti fissi”, inserisce apieno titolo e senza alcun dubbio gli infermieri tra i lavoratorinon laureati, cancellando in un colpo anni di storia della profes-sione e il lungo percorso che l’ha condotta nel novero delle pro-fessioni intellettuali. La risposta del Collegio non poteva cheessere dura e il quotidiano è stato diffidato alla rettifica imme-

diata. Curiosamente, lo stesso giorno, riferendo della stessaricerca, proprio Il Messaggero (pag. 40 - Ed. Roma - Tit.“Commessi e lavori di pulizia: quando il posto è garantito”) scri-ve: “La laurea è ovviamente fondamentale per professioni qualiinfermiere e bancario”.Diverso, ma solo in apparenza, il caso di un colosso della comu-nicazione tv come Sky. Il retroscena infatti è il medesimo: scar-sa considerazione e pessima conoscenza della professioneinfermieristica. L’effetto è quello di unaindegna

cadutadi stile. Nella

rivista mensiledistribuita agli abbo-

nati, famiglie e bambinicompresi, Sky pubblicizza il

canale “Hot Series” a lucirosse utilizzando l’ormai stucchevole figura dell’infermiera tuttasexy, abbigliata nel solito modo improbabile, con le scontatissi-me giarrettiere in bella vista sotto il mini-camice. Si legge anco-ra: “Segretarie, infermiere, superdotati, baby sitter: i protagoni-sti delle più classiche fantasie e erotiche sono qui. Benvenutisul al canale …”. Speravamo che certi reperti archeomediaticiavessero fatto il loro tempo.

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L’ANGOLO MEDIAdei

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Lo chiamano “Bollino Blu”.Significa servizi di standard europeo,

tempi rapidi, professionalità e trasparenza. Storia di una piccola-grande rivoluzione.

E’ il “bollino blu” della qualità sulla nostra professio-ne. Garantisce chiarezza, efficienza e risultati operativi. Nonsolo. Risponde alla mission professionale del Collegio, alladomanda di servizi adeguati in tempi definiti da parte degliiscritti.

L’ottenimento della Certificazione ISO 9001 segna unevento speciale per tutti noi e fa del Collegio IPASVI di Roma unriferimento importante sul piano nazionale ed europeo. E’ l’ap-prodo di un lungo lavoro e al tempo stesso il trampolino di lan-cio per nuovi traguardi avanzati nel campo della qualità.

Il progetto Qualità Certificata ha preso il via nell’otto-bre 2006, coinvolgendo l’intera struttura organizzativa e gestio-nale. Da subito gli uffici hanno collaborato in modo fattivo, rap-presentando il fattore decisivo per centrare l’obiettivo della cer-tificazione.

Nel dicembre 2007 il Collegio ha sostenuto con suc-cesso l’audit certificativo di un organismo terzo accreditato e haottenuto la certificazione che la struttura organizzativa e le atti-vità istituzionali svolte sono conformi a quanto previsto dallostandard qualitativo ISO 9001.

E’ davvero un bel successo per la nostra professione,un “bollino blu” di cui andare orgogliosi. E che tuttavia non siesaurisce nella soddisfazione, ma significa impegno costante amigliorare, ad agire con la responsabilità del professionista e ilcuore di chi crede nella sua professionalità e cresce insieme alei.

Un ringraziamento particolare va a quanti si sonomisurati personalmente con l’onerosa attività di sviluppo delprogetto e che, mettendo anche in luce ottime doti di creativi-tà, hanno permesso di adeguare al meglio i protocolli metodo-logici prescritti con le reali esigenze degli iscritti.

La certificazione di qualità è un percorso, una direzio-ne virtuosa che ha segnato una prima tappa molto significativa.Il che ci incoraggia ad andare avanti e a raccogliere la sfida connuovi ambiziosi progetti di certificazione, come quello all’eccel-lenza del percorso professionale dell’infermiere.

LA NOSTRA QUALITÀ

PERCHE’ LA CERTIFICAZIONEIl Consiglio Direttivo ha ritenuto doverosa questa scelta consi-derandola una forma di rispetto nei confronti dei propri associa-ti, che trovano così sanciti nelle prescrizioni elaborate le regoledei rapporti con il Collegio. Ha ritenuto inoltre che il recupero diefficienza generato dall’adozione di un Sistema di Qualità siaun vantaggio innegabile e consistente sia per chi usufruisce deiservizi sia per chi ha professionalmente il compito di erogarli.La Certificazione ISO 9001 fa parte integrante degli obiettivistrategici che il Consiglio ha indicato nel suo PianoProgrammatico.

CHE COSA COMPORTACome per tutte le strutture che erogano servizi, adottare unSistema di Qualità comporta un complessivo “riesame” dell’at-tività quotidiana nella direzione di un unico modo di operaresecondo schemi definiti. Meglio si favoriscono gli opportunicambiamenti quanto più si evitano eccessivi sconvolgimentiche potrebbero creare disservizi all’utenza. La prima fase siconcentra sull’analisi dell’attività e dei risultati, all’insegna delprincipio secondo cui solo ciò che si conosce si può migliorare.La fase di miglioramento è il successivo passo. Consiste nelmigliorare le prestazioni, ascoltare la voce del “cliente” internoed esterno, intervenire tempestivamente per i possibili disgui-di, progettare con maggiore incisività nuovi servizi, fissarenuovi target operativi e di controllo della qualità.

GLI ATTORI DEL PROGETTOPer fare qualità è indispensabile il contributo di tutti. Il proget-to si è avvalso del più ampio coinvolgimento possibile fra tutti isoggetti interessati, sia nell’attività formativa sia in quellainformativa. Il Consiglio ha individuato un gruppo di lavorocome interfaccia con la consulenza esterna nella redazionedelle procedure da individuare. Attraverso riunioni periodichesono state elaborate le situazioni emerse durante il monitorag-gio ed è stata compiuta una ricognizione su quelle pregresse. Ilprogetto si è avvalso di un Comitato Scientifico Indipendentecomposto da docenti universitari come garante della validitàscientifica dei contenuti della qualifica, di un Gruppo di Verificaper l’attività di adiutor di verifica del personale sulla multidisci-plinarietà del percorso, di un qualificato Corpo Docente e di unFront Office per la gestione delle richieste di informazione edelle iscrizioni.

Il Collegio IPASVI di Roma ottiene la certificazioneISO 9001

Promossi in qualità

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IL PERCORSO ADOTTATOCon la qualificata consulenza della società Pragma SAS diRoma si è stabilito di suddividere le attività del Collegio in cin-que macro aree di analisi e intervento su cui regolare le diver-se modalità di azione: Gestione Albo, Comunicazione interna edesterna, Funzionalità della sede, Attività di governo-gestionedelle commissioni, Servizi agli iscritti. Inoltre è stata avviata lagestione di Piani della Qualità specifici su tre attività “a com-messa”: Ricerca, Formazione, Editoria. Secondo i criteri fissatisono state applicate le procedure che la norma prevede comestrutturali del Sistema Qualità stesso. Il gruppo di lavoro inse-diato dal Consiglio ha ripartito al suo interno le attività daseguire in ordine ai campi “macro” e “a commessa” e le relati-ve verifiche.

IL PROSSIMO PASSOLa certificazione ISO 9001 è un grande risultato ma anche l’ini-zio di un’ulteriore “avventura professionale”. Il Collegio è giàimpegnato a procedere oltre, utilizzando la piattaforma organiz-zativa prevista dalla norma ISO 9001 per la certificazione deipercorsi professionali. Si tratta certamente di un obiettivoancora più ambizioso e impegnativo, per questo molto stimo-lante.:

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IN PILLOLE

Difetti cellulari a prova di medusaLa medusa, croce di tutti i bagnanti e nota per le fastidio-se lesioni provocate dal suo liquido urticante, contieneuna particolare proteina che emette luce e che può esse-re usata come “marcatore visivo” per trovare difetti all’in-terno delle cellule. E’ il risultato di uno studio presentatonel luglio scorso a Roma da un gruppo di ricercadell’Istituto Nazionale per la Fisica della Materia e delNational Enterprise for Nanoscience and Nanotechnologydella Scuola Normale Superiore di Pisa. La proteina inquestione è la Proteina Fluorescente Verde (GFP) presentenella Aequorea victoria, medusa che abita nelle acqueprofonde del Pacifico. La GFP offre diversi vantaggi: èfluorescente ad una determinata lunghezza d’onda, quindifacilmente visibile, e per questo può essere utilizzatacome marcatore specifico; inoltre è una molecola presen-te in natura e quindi risponde ai principi di biocompatibi-lità, dunque non risulta tossica ed è facilmente smaltibileper tutti gli organismi; al contrario della maggior partedelle proteine, infine, è capace di funzionare anche in altriorganismi, senza l’ausilio di molecole presenti solo nel-l’animale d’origine.

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L’AVVOCATOdice

L’evoluzione della professione infermieristica e la suaaffermazione nel mondo del lavoro è sempre più evidente e

consolidata anche se a tutt’oggi alcuni ambienti sono ancorarestii a percepirne e comprenderne appieno la reale portata.L’ordinanza del Tribunale di Montepulciano è censurabile sottodiversi aspetti.Secondo il Tribunale, l’attività di raccolta e inserimento dimateriale biologico dei pazienti nel sistema informatico POCT(che consente la valutazione a distanza o in via informatica deidati inseriti), non può essere di competenza degli infermieri masolo dei tecnici di laboratorio.Non intendo portare critiche alle conclusioni cui è giunto ilTribunale. Intendo, però, focalizzare l’attenzione sulragionamento sotteso a quelle conclusioni.La ricostruzione normativa è corretta.Il Tribunale dà atto dell’evoluzione normativa dal Testo Unicodelle Leggi Sanitarie (R.D. 27 luglio 1934, n. 1265) fino (perquanto interessa) alla Legge 26 febbraio 1999, n. 42 di riformadelle Professioni Sanitarie, ricordando come l’evoluzionelegislativa ha portato la professione infermieristica nell’alveodelle “professioni intellettuali” (quelle, per intenderci, dimedici, notai, avvocati, ingegneri, architetti, etc.).Muovendo dalla legge 42 del 1999, il Tribunale focalizzal’attenzione sui profili professionali.A questo punto riteniamo di dover individuare la prima criticaall’ordinanza, in quanto l’art. 1 della legge 42 individua treparametri (e non uno solo come fa il giudice) per delineare leresponsabilità.Si tratta, come è sicuramente noto a tutti, non solo del “profiloprofessionale” (DM 739/94) ma anche del codice deontologicoe della formazione post base.Solo per questo, a prescindere dall’esattezza o meno delleconclusioni cui è pervenuto il giudice, il provvedimento simostra lacunoso.L’aspetto, tuttavia più serio, quello che mi ha indotto apubblicare il provvedimento, è il seguente, ripetuto in piùpassaggi della motivazione.Sostiene il Tribunale: “Quanto alla lettera d) [del profiloprofessionale, DM 739 del 1994 – n.d.r.] viene previsto chel’infermiere garantisce la corretta applicazione delleprescrizioni diagnostico-terapeutiche”.Orbene, secondo il Tribunale, “…l’attività infermieristica …non può che limitarsi ad attività meramente esecutive, comeanche sottolineato dal lemma <applicazione> contenuto nelladisposizione”.Insomma, sempre secondo il Tribunale, l’utilizzo del sistemaPOCT non sarebbe di competenza infermieristica in quanto nonconfigurerebbe una “mera attività esecutiva della prescrizionedel medico”. Pertanto, secondo il Tribunale di Montepulcianola competenza degli infermieri sarebbe strettamente esecutiva.Come ho detto in apertura, non intendo prendere una posizione

sulle conclusioni del magistrato (perché il processo è “aperto”in quanto l’Azienda potrebbe aver proposto reclamo e,comunque è pressoché certo che sarà riassunto il processo acognizione piena). Tuttavia è evidente a tutti come ilragionamento del giudice strida rispetto al complesso di normeche regolano la professione.Una certa lacunosità nel ragionamento è riscontrabile dallasemplice lettura proprio del profilo professionale che, alla lett.D) citata dal giudice, afferma che l’infermiere “garantisce lacorretta applicazione delle prescrizioni diagnostiche eterapeutiche”.Il “garantire l’applicazione” non significa svolgere unamansione esecutiva, anzi implica volendo un obbligo divigilanza e coordinamento qualora l’atto dovesse essere inqualche modo delegato (ad es. al paziente stesso, ad unparente, etc.), comunque potendosi avvalere dell’operato del“personale di supporto” (lett. F).A ciò si aggiunga che l’atto oggetto dell’ordinanza è un attodiagnostico prescritto dal medico.Peraltro, lo stesso profilo professionale detta una definizionemolto ampia dell’infermiere che, senza entrare nel dettaglio,svolge attività “preventiva, curativa, palliativa e riabilitativa”.La valutazione, come dicevamo sopra, avrebbe dovutoriguardare anche la formazione e, quindi, con riferimento alla“formazione di base”, il DM 2 aprile 2001 (“Determinazionedelle classi delle lauree universitarie delle professionisanitarie”) sia con riferimento alla formazione teorica, sia conriferimento alla formazione pratica (tirocinio).La formazione post-base, inoltre, è considera sia nella legge 42del 1999, sia nel codice deontologico che espressamenteobbliga gli infermieri all’aggiornamento delle propriecompetenze (art. 3.1) e questo aggiornamento rappresenta il“livello di competenza raggiunto” che segna il limite dellecompetenze infermieristiche. L’autonomia infermieristica è poi stata ribadita dalla legge 10agosto 2001, n. 251 (“Disciplina delle professioni sanitarieinfermieristiche, tecniche,…”), che espressamente prevede,per le “Professioni infermieristiche”, che gli operatori di taleprofessione “svolgono con autonomia professionale attivitàdirette alla prevenzione, alla cura e salvaguardia della saluteindividuale e collettiva…”.Per concludere, ripetendo che ancora una volta che non siintende valutare la correttezza del giudizio finale cui èpervenuto il Tribunale (ossia che il sistema PCOT può essereutilizzato solo dai tecnici di laboratorio) trovo non consonol’iter logico, la motivazione per cui gli infermieri sono esclusida questa procedura solo perché sono dei meri esecutori.Roma, 09.05.2008

Avv. Alessandro Cuggiani

Commento all’ordinanza delTribunale di Montepulciano

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Un successo certamente atteso, ma che è andato oltre le più rosee aspettative, sia in termini di partecipazione sia per l’elevato gradimentoespresso dai partecipanti. È il bilancio lusinghiero dei lavori della III Conferenza Internazionale del Sapere Infermieristico che si è tenuta aRoma il 17 e il 18 aprile scorsi, dedicata quest’anno al tema dei near misses (danni evitati). Vi hanno preso parte centinaia di infermieri provenienti da tutta Italia e delegazioni estere giunte appositamente da Usa, Regno Unito,Spagna e Canada, alla presenza dei presidenti dei principali Ordini degli infermieri del mondo, con la Federazione IPASVI italiana e quellaeuropea (FEPI) rappresentate ai massimi livelli.Dai due giorni di serrato confronto professionale sono emersi con chiarezza almeno due punti fermi: che molti errori in sanità possonoessere evitati, assicurando una maggiore sicurezza al paziente e agli stessi operatori e che gli infermieri italiani ne sono consapevoli e sisono attivati per ridurre sensibilmente il rischio di errori nella pratica clinica.La conferenza, articolata in cinque sessioni plenarie e quattro parallele, ha scandagliato questioni di grande interesse infermieristico,presentando lavori di elevato livello scientifico nei campi della ricerca, della pratica clinica, dell’innovazione assistenziale e dell’educazionesanitaria. Grande interesse hanno destato inoltre la sessione dedicata ai poster e il dibattito con cui gli infermieri si sono confrontati coni rappresentanti politici e istituzionali del Parlamento e della Regione Lazio.Il Collegio IPASVI di Roma, promotore dell’evento, ha presentato la ricerca internazionale sui near misses condotta in collaborazione conl’Università di Toronto e nove Aziende ospedaliere dell’area romana. Lo studio, dal titolo “Il contributo infermieristico alla sicurezza delpaziente in ospedale: uno studio qualitativo multicentrico sui near misses (danni evitati)”, ha impegnato per tre anni e mezzo 230 trainfermieri e coordinatori. Le principali cause di errore rilevate sono riferibili a: stanchezza, doppi turni di lavoro, diminuzione del personale,aumento dei carichi di lavoro, turn over del personale, comunicazioni errate od omesse, interferenze ambientali, deficit strumentali eorganizzativi. Le strategie individuate per ridurre al minimo il rischio di errore in ambito ospedaliero sono: passare da un sistema punitivonei confronti dei presunti responsabili a un sistema non repressivo che favorisca la segnalazione spontanea di errori; diffondere la culturaprevenzione e previsione dei possibili errori; adottare una gestione integrata del rischio con la partecipazione di tutti gli attori coinvolti perintrodurre cambiamenti nella pratica clinica; realizzare un sistema di individuazione e correzione sistematica delle situazioni a rischio dierrore e di danno.Dalla ricerca, realizzata attraverso la tecnica dei focus group con la partecipazione di operatori, pazienti e familiari, emergono alcuni puntifermi: un atteggiamento positivo e fattivo da parte degli infermieri che non si limitano alla denuncia ma si attrezzano per combattere ilrischio di errori; la necessità di non intervenire sull’errore compiuto ma di prevenirlo operando opportunamente sull’area degli errori mancati;garantire più adeguate condizioni di lavoro agli operatori per aumentarne il grado di soddisfazione e gratificazione.In effetti, la frequenza con cui si verificano gli errori appare direttamente collegata alla carenza di personale infermieristico, che nel Lazio(dove mancano almeno 4 mila infermieri negli organici di Aziende sanitarie e ospedaliere) è particolarmente drammatica. Di conseguenza,i doppi e tripli turni a cui il personale in servizio è costretto a sottoporsi per sopperire ai vuoti di organico accresce la stanchezza e aumentail rischio di errore.Dai lavori della Conferenza emerge con forza anche la necessità che i percorsi di alta specializzazione del personale infermieristico sianoriconosciuti sul piano contrattuale e retributivo oltre che legislativo, come nel caso dei master clinici e della figura dell’esperto clinico. Adoggi, infatti, al grande impegno mostrato dalla categoria sul fronte formativo non ha corrisposto un adeguato riscontro contrattuale edeconomico.La due-giorni di studio si è chiusa con una tavola rotonda a cui hanno partecipato i senatori Cesare Cursi e Paola Binetti, l’onorevoleDomenico Di Virgilio, il consulente del Ministero della Salute Saverio Proia, il rappresentante di “Cittadinanza Attiva” Antonio Ferraro,l’assessore alla Sanità della Regione Lazio Augusto Battaglia e il presidente del Collegio IPASVI di Roma Gennaro Rocco. Ne è emerso unimpegno unanime ad operare affinché il sistema di prevenzione degli errori in sanità sia adottato in ogni struttura di cura, mentre la RegioneLazio ha assicurato interventi rapidi per arginare la grave carenza di infermieri. Da questi ultimi si è levato inoltre un pressante invito alnuovo Parlamento affinché sia calendarizzata e approvata al più presto la riforma degli Ordini professionali, con la trasformazione dei CollegiIPASVI in Ordini degli Infermieri e con l’istituzione di nuovi Ordini per le figure sanitarie che ancora ne sono sprovviste. Un invito che iparlamentari presenti hanno raccolto, assicurando il loro diretto interessamento.«La Conferenza di Roma ha offerto un vasto scenario della competenza specifica sviluppata dagli infermieri in chiave attuale e futura –commenta il presidente del Collegio IPASVI di Roma, Gennaro Rocco - Ha fornito una preziosa occasione di confronto con i colleghi deiPaesi a sanità più avanzata, comparando modelli assistenziali diversi e misurando su scala mondiale la crescita professionale degli infermieriitaliani. Questi rappresentano oggi le principali “sentinelle anti-errore”, conoscono in profondità il problema e si sono attrezzati percombatterlo. Ciò che chiedono è di essere messi nelle condizioni di poter operare al meglio, nell’interesse primario della collettività».Il prossimo numero di “Infermiere Oggi” dedicherà un inserto speciale alla III Conferenza Internazionale del Sapere Infermieristico proponendoun ampio resoconto dei lavori.

Sul prossimo numero di “Infermiere Ipasvi”Focus sulla Conferenza

III Conferenza Internazionale del Sapere Infermieristico “L’impegno dell’infermiere per la sicurezza del malato: un’alleanza terapeutica”

Errori in sanità: gli infermieri tracciano la rotta

SAPERE INFERMIERISTICO

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COLLEGIO PROVINCIALE IPASVI DI ROMA

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