Universo Dinamo L'isola dei canestri varca i confini · 2018. 5. 10. · varca i confini Grazie al...

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DENTRO AI CLUB La Dinamo va oltre Sassari Il club che abbraccia un'isola Universo Dinamo L'isola dei canestri varca i confini Grazie al presidente Sardara, una realtà che ha conquistato la Sardegna, ora nota anche in Qatar Massimo Oriani C hiudere gli occhi e sogna- re, sulle note di «Urlando sopra il cielo» di Ligabue. Il PalaSerradimigni che abbrac- cia i suoi eroi. Supercoppa, Coppa Italia, tricolore. E' Sas- sari, è la Dinamo, è Stefano Sar- dara, Meo e Brian Sacchetti, Jerome Dyson, Capitan Devec- chi. E' la Sardegna dei canestri. E' un miracolo, anzi no. E' il frutto, colto al momento giu- sto, di un progetto fatto di lun- gimiranza, l'apoteosi di un'ope- razione non affidata esclusiva- mente all'entusiasmo, alla vo- glia di vincere e magari poi sparire perché fai il passo più lungo della gamba. Sono passa- ti 3 anni da quel magico 2015. Ma ancora oggi il basket nel- l'isola dei sogni è la Dinamo. Che non vuol dire solo Sassari, ma anche Cagliari. Mai ristret- ta entro i confini geografici, ma capace di espandersi a macchia d'olio, di oltrepassare mari e monti per raggiungere angoli di mondo dove il marchio Dina- mo è ormai una realtà. CULLA «La Dinamo nasce nella culla dei nuovi tempi - attacca ^ IL PROGETTO Dinamo vuol dire anche Cagliari, con la prima squadra satellite in A-2 Sardara: «Nasciamo nella culla dei nuovi tempi pensando alle generazioni future» il presidente Sardara, l'uomo attorno a cui l'universo Dinamo ruota - per le esigenze di una nuova generazione. Non esisto- no più i presidenti-proprietari, i magnati, ma un sistema a tutto tondo. Da società sportiva ad azienda, quindi. In Sardegna non abbiamo un Abramovich. Certo, la strada è più lunga e fa- ticosa, ma stabi- le. Diciamo che dei tre porcellini noi siamo quello che ha fatto la ca- sa in calcestruz- zo». Il vento spi- ra, ma le fonda- menta della Di- namo sono solide. «Poco a poco, senza sbal- zi, con un budget che non varia da SERIE A

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DENTRO AI CLUB

La Dinamo va oltre Sassari Il club che abbraccia un'isola

Universo Dinamo L'isola dei canestri

varca i confini • Grazie al presidente Sardara, una realtà che ha conquistato la Sardegna, ora nota anche in Qatar Massimo Oriani

Chiudere gli occhi e sogna­re, sulle note di «Urlando sopra il cielo» di Ligabue.

Il PalaSerradimigni che abbrac­cia i suoi eroi. Supercoppa, Coppa Italia, tricolore. E' Sas­sari, è la Dinamo, è Stefano Sar­dara, Meo e Brian Sacchetti, Jerome Dyson, Capitan Devec­chi. E' la Sardegna dei canestri. E' un miracolo, anzi no. E' il frutto, colto al momento giu­sto, di un progetto fatto di lun­gimiranza, l'apoteosi di un'ope­razione non affidata esclusiva­mente all'entusiasmo, alla vo­glia di vincere e magari poi sparire perché fai il passo più lungo della gamba. Sono passa­ti 3 anni da quel magico 2015. Ma ancora oggi il basket nel­l'isola dei sogni è la Dinamo.

Che non vuol dire solo Sassari, ma anche Cagliari. Mai ristret­ta entro i confini geografici, ma capace di espandersi a macchia d'olio, di oltrepassare mari e monti per raggiungere angoli di mondo dove il marchio Dina­mo è ormai una realtà. CULLA «La Dinamo nasce nella culla dei nuovi tempi - attacca

^ IL PROGETTO Dinamo vuol dire anche Cagliari, con la prima squadra satellite in A-2

Sardara: «Nasciamo nella culla dei nuovi tempi pensando alle generazioni future»

il presidente Sardara, l'uomo attorno a cui l'universo Dinamo ruota - per le esigenze di una nuova generazione. Non esisto­no più i presidenti-proprietari, i magnati, ma un sistema a tutto tondo. Da società sportiva ad azienda, quindi. In Sardegna non abbiamo un Abramovich. Certo, la strada è più lunga e fa­ticosa, ma stabi­le. Diciamo che dei tre porcellini noi siamo quello che ha fatto la ca­sa in calcestruz­zo». Il vento spi­ra, ma le fonda­menta della Di­namo sono solide. «Poco a poco, senza sbal­zi, con un budget che non varia da

SERIE A

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un anno all'altro del 20%, in più o in meno, ma sale stabilmente del 6-7%» ag­giunge Sardara. La cui bravura è stata pure quella di coinvolge­re la Sardegna a tutti i livelli. «Dalle istituzioni agli sponsor e alle aziende - spiega - e soprat­tutto ai tifosi, attorno a cui il progetto cresce. Gente che in­veste per passione ma che vuo­le che i conti tornino, serve an­che un ritorno economico, o poi si presentano al consiglio d'amministrazione e gli viene detto d'investire altrove».

TERRITORIO II rapporto Dina­mo-territorio è costante e diret­to. I giocatori fanno apparizio­ni su apparizioni per promuo­vere il brand. «Incontriamo gli

sponsor due vol­te l'anno - prose­gue Sardara - e valutiamo il li­vello di popolari­tà del loro mar­chio tramite son­daggi esternaliz-zati. I risultati sono ottimi. La Regione Sarde­gna (che dà un contributo tangi­bile, ndr.) ci mi­sura costante­

mente come si fa con gli iperte­si, ma è logico che sia così». La bellezza di 104 sponsor, di tutte le misure. Ma l'universo Dina­mo non si ferma alla prima squadra. «Controlliamo circa 1200 giovani - dice Sardara -Due anni fa con Cagliari abbia­mo vinto lo scudetto Under 18 con una squadra fatta esclusi­vamente di giocatori sardi, cosa

che ci ha reso molto orgogliosi. Il progetto della squadra satelli­te a Cagliari ci ha visto precur­sori di un progetto che ora ver­rà adottato da tutta la Serie A. Un modello per crescere ragaz­zi che hanno modo di giocare 30' a partita e fare esperienza. L'esempio lampante è quello di Lorenzo Bucarelli, che, chiusa la stagione con Cagliari, ha de­buttato in A ad Avellino. E poi il merchandising, gli store, le clu-bhouse. Rappresentano il suc­cesso della nostra testardaggi­

ne». All'aeroporto di Alghero una delle prime cose che noti è proprio il negozio della Dina­mo. Idem in città a Cagliari e Sassari. «Per noi sono impor­tanti non solo per i ricavi - ag­giunge Sardara - Le clubhouse sono un punto di ritrovo, di ag­gregazione, che cementano il senso d'appartenenza». Un oc­chio va anche al sociale. Ci sono la squadra di basket in carrozzi­na e la Fondazione Dinamo. «Ca semus prus de unu giogu, ovvero siamo più di un gioco -dice Stefano -, è il nostro mot­to. La Fondazione si nota poco, non fa pubblicità, ma è vicina a realtà particolari, dove c'è sof­ferenza, con progetti mirati».

A IL NUMERO

104 Gli sponsor della Dinamo: dal main, Banco di Sardegna, a moltissimi altri di ogni genere

DOMANI II futuro dove porta? «Il prossimo passo è continuare il cammino con la rimodulazio­ne del progetto sino al 2020 -conclude Sardara - L'interna­zionalizzazione del brand è uno dei focus. In questo senso si deve leggere la trasferta in Qa­tar in febbraio. E poi il consolida­mento in una Se­rie A sempre più competitiva, con gerarchie che si stanno assestan­do e realtà che anni fa non c'era­no. Puntiamo a un fatturato con più margine ma il risultato spor­tivo resta il primo obiettivo, an­che se non l'unico».

COSTOLA Cagliari è la costola di Sassari. Storicamente nemi­ci, rivale da secoli, più precisa­mente dal 1195, quando Torres subì un attacco dai calaritani.

Ma ciò che il passato ha diviso, il basket ha riunito. Oggi sono parecchi i cagliaritani che tifa­no Dinamo. Grazie anche alla affiliazione con la Cagliari Di­namo Academy, il suddetto progetto di sinergia col Banco di Sardegna. Negli ultimi anni la fame di basket è cresciuta in maniera esponenziale in tutta l'isola, anche grazie alle impre­se della Dinamo, con un note­vole aumento di aspiranti cesti­sti. Da lì l'idea di riportare il ca­poluogo sardo ai vertici del basket nazionale. Un logo che riprende una palla da basket con i caratteristici colori rosso­blu, ornata da due rami di allo­ro, simbolo dell'Academy. Al centro, sopra il nome della so­cietà, campeggia come simbolo distintivo l'immagine stilizzata di un fenicottero rosa, «sa genti arrubia», il popolo rosso, ani­male che è possibile ammirare alle porte della città, nello sta­gno del Molentargius.

REALTÀ «Il basket in Sardegna è una realtà nuova - spiega Luca Rossini, team manager di Ca­gliari - che si inserisce su due società di grande tradizione, l'Esperia e l'Olimpia ma con

una struttura che di fatto parte da zero. Abbiamo cercato di ripe­scare gli appas­sionati storici, quelli che segui­vano le imprese del Brill, allar­gando il bacino ai bambini, alle scuole. Resta il buco dell'età di mezzo, quella cresciuta senza il

basket in città ad alto livello. Una città che resta calciofila». Un'isola che ha sete di basket, un bacino a cui attingere. «Per ora è abbastanza duopolistico -dice Rossini - Ci sono Sassari e Cagliari, nel mezzo solo qual­che nicchia, il resto è poco. Ma in città si vede gente giocare nei campetti del Poetto, Esperia, al palazzo. E' stata brava la Dina­mo a diventare la squadra della regione». Dinamo che è nata nel Campetto della storica scuo­la di San Giuseppe, nel cuore

SERIE A

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della città, dalla passione di un O AQC/VRT gruppo di studenti del Liceo w n w w l l i u Azuni, istituto cittadino. E che ora porta nel mondo il suo mar­chio e quello di un'intera isola. L'isola dei canestri.

NATA NEL 1960 IMPIANTO PALASERRADIMIGNI % ABBONATI 85% DELLA CAPIENZA PROMOZIONE IN A 2011

LA STORIA

DINAMO

La Dinamo Sassari nasce dalla fortunata idea avuta da dieci giovani ragazzi sassaresi, progetto poi decollato grazie all'avvocato Dino Milia, l'uomo che trasformò la Dinamo in

società professionistica e regalò a Sassari la A-2, e a Luciano Mele, il presidente della promozione in A. Dal 2011 è Stefano Sardara il deus ex machina.

TITOLI Due Coppa Italia (2014,2015), uno scudetto (2015), una Supercoppa italiana (2014).

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1 La festa scudetto 2015 in piazza Italia 2 La clubhouse davanti al PalaSerradimigni 3 II «terzo tempo» con Venezia al termine della partita alla Clubhouse 4 II Dinamo Store di Cagliari ultimo arrivato dopo i due di Sassari e dell'aeroporto di Alghero 5 II presidente Stefano Sardara e Federico Pasquini con i vertici del club Al Wakrah, che ha ospitato il Banco a Doha (Qatar) in febbraio 6 Sardara con Devecchi che firma il rinnovo sino al 2023

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