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Università degli Studi di Roma “La Sapienza” Dottorato di Ricerca in Chirurgia
XVIII Ciclo
Coordinatore Prof. Vincenzo Stipa
Tesi di Dottorato di Ricerca
Valutazione dell’immunità antitumorale attraverso lo studio dell’infiltrato linfoplasmacellulare con anticorpi monoclonali e definizione di nuovi fattori prognostici nei pazienti affetti da
cancro gastrico.
Relatore Dottorando Chiar.mo Prof. Dott. Apostolos BARBAROSOS Antonio BOLOGNESE
Dipartimento di Chirurgia “Pietro Valdoni”
INDICE Introduzione ..................................................................... pag. 3
Materiali e metodi............................................................. pag. 9
Immunoistochimica.................................................. pag. 10
Analisi statistica....................................................... pag. 12
Risultati .......................................................................... pag. 14
Caratteristiche dei pazienti ...................................... pag. 14
Infiltrato linfoplasmacellulare e sottopopolazioni...... pag. 15
Le cellule CD8+ (linfociti citotossici) ........................ pag. 16
Le cellule CD57+ (natural killer)............................... pag. 17
Le cellule CD68+ (macrofagi) .................................. pag. 18
Discussione.................................................................... pag. 19
Tabelle e Figure ............................................................. pag. 24
Bibliografia ..................................................................... pag. 36
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Introduzione
Il carcinoma dello stomaco è una patologia di grande peso
mondiale, sociale ed economico, considerando che è la seconda
causa di morte per neoplasia dopo quella polmonare, la quarta per
incidenza e ne vengono diagnosticati circa un milione di nuovi casi
l’anno1.
La sopravvivenza dei pazienti sottoposti ad intervento chirurgico
dipende principalmente dallo stadio tumorale (infiltrazione del
tumore primitivo, stato dei linfonodi regionali, metastasi a distanza,
residuo tumorale), mentre per l’impatto prognostico di alcune
modificazioni genetiche sono in corso alcune ricerche 2, 3.
I primi studi di immunoistochimica, effettuati prevalentemente su
tumori del colon retto, hanno quantificato le cellule immunitarie su
sezioni tessutali colorate con ematossilina-eosina sottostimando il
vero numero di leucociti presenti nel tessuto tumorale. Con tale
metodica, inoltre, non è possibile caratterizzare morfologicamente le
singole sottopopolazioni dell’infiltrato linfoplasmacellulare ed in
particolare i T-helper, i T-citotossici, i Natural Killer ed i macrofagi
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considerando il ruolo importante che esse giocano nell’immunità
dell’ospite contro il tumore 4, 5.
Vari studi hanno ormai messo in chiaro le modalità delle interazioni
tra le cellule linfoplasmacellulari e l’importanza che esse hanno
nella sorveglianza anti-tumorale e nei processi di invasione e
diffusione del cancro. Tale caratteristica anti-tumorale dipende
molto dall’immunogenicità del tumore che a sua volta è subordinata
dalla quantità di mutazioni presenti nel tumore. Tumori come quelli
del colon retto sembrano avere numerose mutazioni
prevalentemente correlate all’instabilità microsatellitare, mentre i
tumori dello stomaco ne sarebbero poveri e pertanto capaci di
sfuggire alla sorveglianza immunitaria “dell’ospite” 6-9.
Considerando singolarmente il ruolo delle diverse sottopopolazioni
linfocitarie nella sorveglianza antitumorale, i macrofagi (TAM, tumor-
associated macrophage), riconosciuti per la presenza dell’antigene
CD68 sulla superficie, sono responsabili direttamente o
indirettamente dell’effetto soppressore nei confronti delle cellule T
attivate contro le cellule tumorali. La valutazione quantitativa dei
macrofagi nel contesto del tumore ha dimostrato che una bassa
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rappresentanza è correlata ad una migliore sopravvivenza dei
pazienti 10. Questo è dovuto alla creazione di un microambiente che
favorisce la neovascolarizzazione e la reazione fibrotica mediante
produzione di fattori angiogenici quali il VEGF (vascular endothelial
growth factor), il bFGF (basic fibroblast growth factor) e il TNF-�
(tumor necrosis factor – �). In vitro, invece, i macrofagi hanno
un’attività prevalentemente anti-tumorale attraverso un contatto
cellula-cellula e non mediato da una attività immunologica. In vivo
l’infiltrazione dei macrofagi è correlata positivamente con la
profondità di infiltrazione, lo stato linfonodale e lo stadio clinico con
una sopravvivenza a 5 anni peggiore nel gruppo di pazienti con un
infiltrato maggiore. I macrofagi, inoltre, secernono citochine
immunosoppressive ed influiscono indirettamente sui linfociti
infiltranti il tumore. In un recente studio, suddividendo la
popolazione dei macrofagi in due sottogruppi, uno periferico ed uno
nel contesto del tumore, è stato dimostrato che nel gruppo con un
numero di macrofaci intratumorali superiore la sopravvivenza è
risultata essere migliore11.
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Il numero di cellule dendritiche (DC) CD83+ presenti nel contesto
della neoplasia è inversamente correlato con la profondità di
invasione e le metastasi linfonodali. Un ridotto numero di DC è
correlato con una prognosi peggiore 12.
La presenza di cellule T regolatrici CD4+/CD25+ hanno un effetto
inibente nei confronti della risposta immunitaria mediata dalle cellule
CD4+/CD25- e CD8+ in quanto non producono INFγ e secernono in
grandi quantità IL-10, un fattore responsabile dell’effetto
immunosoppressore 13.
Le cellule NK sono cellule del sistema immunitario che agiscono in
modo non specifico nei confronti del tumore. È stato descritto che le
cellule NK (CD57+), negli early gastric cancer, sono meno
numerose nel contesto del tumore e maggiormente rappresentate
intorno alla neoplasia rispetto ai tumori di grandi dimensioni ed
infiltrativi nei quali sono poco numerose anche in periferia 12.
È stato dimostrato inoltre, che pazienti con alto numero di NK
infiltrati sono affetti da un maggior numero di early gastric cancer,
meno metastasi linfonodali e ridotta infiltrazione linfatica rispetto ai
pazienti con ridotto infiltrato di NK. L’infiltrazione di cellule NK è
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inversamente correlata con la profondità di invasione tumorale, lo
stadio clinico ed l’invasione venosa. Anche la sopravvivenza è
sembrata significativamente migliore nei pazienti in cui l’infiltrazione
di cellule NK era più numerosa 10, 14-16.
Considerando separatamente il tipo diffuso da quello intestinale si è
visto che le cellule citotossiche (CD8+) sono maggiormente
rappresentate nei tumori di tipo intestinale dando importanza
all’effetto immunosoppressore dei tumori di tipo diffuso e al ruolo
che giocano le cellule CD8+ nel limitare la diffusione tumorale 13.
È stato riportato, d’altro canto, che non esiste una differenza
significativa di prognosi considerando solamente l’entità globale
dell’infiltrato linfoplasmacellulare.
Una caratteristica molto importante, evidenziata da studi recenti, è
quella della localizzazione delle cellule immunitarie rispetto al
tessuto tumorale, diversificate in intratumorali, intraepiteliali,
peritumorali o dello stroma. Naito et al. hanno dimostrato che le
cellule CD8+ localizzate nello stroma tumorale o lungo il margine
tumorale non hanno nessun effetto sulla prognosi, mentre invece un
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effetto prognostico positivo lo hanno solo le cellule CD8+ localizzate
nell’epitelio tumorale 17.
L’obiettivo di questo studio è stato quello di quantificare le diverse
sottopopolazioni linfocitarie in pazienti affetti da cancro gastrico e
correlarle con le singole caratteristiche isto-patologiche del tumore
valutando l’effetto prognostico.
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Materiali e metodi
È stato analizzato retrospettivamente l’archivio del Dipartimento di
Chirurgia “Pietro Valdoni” considerando i pazienti sottoposti ad
intervento chirurgico a scopo curativo per cancro gastrico. I criteri di
inclusione sono stati la presenza di carcinoma gastrico (sia di tipo
intestinale che di tipo diffuso), allo stadio iniziale (T1 e T2), in
assenza di metastasi linfonodali (N0) o in meno di 8 linfonodi (N1) e
assenza di metastasi a distanza (M0), stadio I e II. In base a questi
criteri sono stati individuati 73 pazienti. Per la valutazione corretta
della sopravvivenza sono stati presi in considerazione gli interventi
chirurgici eseguiti a scopo curativo con asportazione di almeno 15
linfonodi. Di questi pazienti sono stati cercati i blocchetti del tumore
primitivo incluso in paraffina, sezionati in fette con uno spessore di 4
�m e sono stati sottoposti, in collaborazione con il servizio di
Istopatologia del Dipartimento di Chirurgia “Pietro Valdoni” diretto
dal Prof. Pietro Mingazzini, a rilevazione immunoistochimica con
anticorpi monoclonali per l’identificazione delle sottopopolazioni
linfocitarie CD20+ (linfociti B), CD4+ (linfociti T helper), CD8+
(linfociti T citotosici), CD68+ (macrofagi) e CD57+ (natural killer) per
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lo studio delle sottopopolazioni dell’infiltrato linfoplasmacellulare.
Per la colorazione dei vetrini è stata utilizzata la diaminobenzidina.
È stato contato il numero delle cellule marcate con un
ingrandimento 400x in 15 diversi campi e sono stati suddivisi i
pazienti in due sottopopolazioni in base ad un basso o alto numero
di cellule. L’infiltrato linfoplasmacellulare è stato suddiviso in
perilesionale ed intralesionale/intraepiteliale. Attraverso una raccolta
dati è stato possibile valutare il follow up di 20 pazienti (intervento
chirurgico, stadio, chemioterapia pre- e post-operatoria, recidiva,
causa di morte, curve di sopravvivenza).
Immunoistochimica
Per l’analisi immunoistochimica sono stati utilizzati i seguenti
anticorpi: anti CD4 (monoclonale, clone 4B12, diluizione 1:20,
Novocastra), anti CD8 (monoclonale, clone 1A5, diluizione 1:20,
Novocastra), anti CD20 (monoclonale, clone L26, diluizione 1:400,
Novocastra), anti CD57 (monoclonale, clone NK-1, diluizione 1:50,
Novocastra) ed anti CD 68 (monoclonale, clone KP1, diluizione
1:400, Novocastra).
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Lo studio immunoistochimico è stato effettuato su sezioni di 4 µm di
spessore di tessuto fissato in formalina ed incluso in paraffina.
Le sezioni sono state raccolte su vetrini portaoggetti a carica
positiva e poste in stufa per 5 minuti a 50 °C e quindi sono state
sparaffinate in xilolo e reidratate utilizzando alcool a scalare fino a
giungere all’acqua corrente.
E’ stato quindi effettuato il blocco delle perossidasi endogene con
un bagno di 5 minuti in acqua ossigenata al 3%, mentre per
l’anticorpo anti CD4 il blocco delle perossidasi endogene è stato
eseguito con un bagno di 5 minuti in acqua ossigenata/metanolo
allo 0.5%.
I siti antigenici sono stati messi in evidenza mediante trattamento al
calore utilizzando il forno a microonde a 750 W, per 3 cicli da 5
minuti ciascuno, in una soluzione di tampone citrato, a ph 6 per tutti
gli anticorpi, seguito poi da un periodo di raffreddamento di 20
minuti a temperatura ambiente.
Dopo risciacquo con acqua distillata le sezioni sono state ricoperte
con siero normale diluito (R.T.U. Normal Horse Serum, Vector), per
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10 minuti e poi incubate con 100 µl di anticorpo primario per 60
minuti a temperatura ambiente.
Ogni vetrino, dopo risciacquo con PBS (Phosphate buffered saline,
Tampone Fosfato in soluzione salina), per 2 volte da 5 minuti
ciascuna, é stato messo ad incubare per 30 minuti con due/tre
gocce di anticorpo secondario biotilinato (R.T.U. Biotinylated
Universal Antibody, Vector) e dopo risciacquo con PBS é stato
messo ad incubare per 30 minuti con due/tre gocce di siero
contenente il complesso Avidina/Biotina (R.T.U. VECTASTAIN®
Elite ABC Reagent, Vector)
Le sezioni nuovamente risciacquate con PBS, per 2 volte da 5
minuti ciascuna, sono state incubate per 5-10 minuti con soluzione
di substrato cromogeno, diaminobenzidina (DAB) ed infine le
sezioni sono state controcolorate in ematossilina di Meyer
(MERCK), per 7 secondi, deidratate in serie alcolica crescente,
chiarificate in xilolo e montate in resina sintetica.
Analisi statistica
Come già detto in precedenza le sottopopolazioni linfocitarie
intratumorali e lungo il margine di infiltrazione sono state suddivise
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in 2 gruppi di alta o bassa densità cellulare scegliendo come valore
di riferimento la mediana di ciascun gruppo. Infine, con l’utilizzo di
test statistici computerizzati è stata eseguita una valutazione
univariata con l’ausilio del χ2-test e del test t di Student. È stato
valutato l’impatto prognostico delle varie sottopopolazioni linfocitarie
attraverso il metodo di Kaplan-Meier e del log-rank test. La
significatività statistica è stata considerata nei casi di p < 0.05.
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Risultati
Caratteristiche dei pazienti
Dal 1998 al 2002 sono stati ricoverati ed operati per neoplasia
gastrica presso il Dipartimento di Chirurgia “Pietro Valdoni” 164
pazienti. In base ai criteri di selezione sono stati individuati 73
pazienti, e sono stati recuperati e tagliati i blocchetti dei pezzi
operatori di 27 pazienti, 15 maschi e 12 femmine, di un’età
compresa tra i 42 e gli 88 anni (maschi 50 – 75 anni, età media
64.73 anni, femmine 42 –88 anni, età media 63.55 anni). Le
caratteristiche istopatologiche dei pazienti sono riassunte nella
tabella 1.
In base ai dati rilevati dalle cartelle cliniche è stato possibile
effettuare il follow up di 20 pazienti, 11 maschi (59 – 76 anni, età
media 67.36 anni) e 9 femmine (42 – 88 anni, età media 66.77
anni). Sono deceduti 7 pazienti (3 maschi e 4 femmine, 35%), 3
(15%) per recidiva della neoplasia e/o per la comparsa di metastasi
e 4 (20%) per cause non correlate alla neoplasia (sopravvivenza
media 9.85 mesi, 1-24 mesi, età media maschi 65 anni, femmine
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75.75 anni, totale 71.14 anni). Tredici pazienti (65%) sono vivi al
momento del follow-up e nessuno presenta segni o sintomi di
ripresa della malattia (8 maschi e 5 femmine età media 64.92 anni,
maschi 68.65 anni, femmine 59.6 anni). Tre paziente sono stati
sottoposti a chemioterapia post-operatoria, 1 deceduto dopo 24
mesi dalla data dell’intervento, mentre gli altri 2 sono vivi dopo 85 e
88 mesi di follow-up. Il follow-up medio è stato di 57.53 mesi (min
38 mesi, max 88 mesi).
Infiltrato linfoplasmacellulare e sottopopolazioni
L’infiltrato linfoplasmacellulare è stato caratterizzato in base agli
anticorpi utilizzati in CD4+, CD8+, CD20+, CD57+ e CD68+ e
suddiviso in intratumorale/intraepiteliale e peritumorale (Figure 1-5).
Dopo valutazione del numero delle cellule marcate con un
ingrandimento 400x in 15 diversi campi, sono stati suddivisi i
pazienti in due gruppi in base ad un basso o alto numero di cellule
rispetto alla mediana (n) di ciascuna sottopopolazione (Gruppo A <
n, Gruppo B � n) (tabella 2). La conta delle cellule CD4+ è stata
resa impossibile a causa della cross reazione con i macrofagi,
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invece la conta delle cellule CD20+ si è rivelata molto bassa e
quando presenti erano associate ai tessuti MALT (mucosal
associated lymphoid tissue) e non in prossimità del tumore.
Pertanto lo studio è stato focalizzato sulle cellule CD8+, CD57+ e
CD68+. In alcuni casi di tumore di tipo diffuso è stato reso difficile
valutare le cellule a distribuzione intratumorale e non sono stati
presi in considerazione nella valutazione di alcuni parametri.
La distribuzione delle cellule CD8+, CD57+ e CD68+ in intra e
peritumorali è stata confrontata in base all’età dei pazienti, il tumore
primitivo, la presenza di metastasi linfonodali, il grado di
differenziazione, la classificazione di Lauren, la presenza di cellule
ad anello con castone (tabella 3) ed in base ai 2 gruppi di valori
(tabella 4). Le stesse distribuzioni sono state poi confrontate in
base ai dati di sopravvivenza (tabella 5). È stata costruita la curva
di sopravvivenza dei pazienti in base al metodo di Kaplan – Meier
(figura 6) e sono state confrontate le curve di sopravvivenza dei
gruppi A e B delle singole sottopopolazioni linfocitarie intra e
peritumorali con il Log-Rank test (figura 7).
Le cellule CD8+ (linfociti citotossici)
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La maggior parte delle cellule CD8+ sono distribuite lungo il
margine di invasione tumorale, invece sono poche quelle presenti
nel contesto tumorale (media: 214.65 cellule per 15 campi vs
18.26). L’analisi statistica ha rivelato una distribuzione
significativamente maggiore delle cellule CD8+ peritumorali nei
pazienti con tumore pT1 (p = 0.022) e al limite della significatività
nei tumori scarsamente differenziati (G3) (p = 0.053). Nessuna
significatività statistica, invece, è stata evidenziata nei confronti
degli altri fattori presi in considerazione sia per le cellule distribuite
lungo il margine tumorale sia per quelle intratumorali.
Le cellule CD57+ (natural killer)
Anche per le cellule CD57+ la distribuzione è stata maggiore lungo
il margine di infiltrazione (66.6 cellule per 15 campi vs 6.47). Il
numero delle cellule CD57+ intraepiteliali è risultato maggiore nel
sesso femminile (p = 0.039) e nei casi con tumori caratterizzati dalla
presenza di cellule ad anello con castone (p = 0.022).
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Le cellule CD68+ (macrofagi)
Nonostante lo schema di distribuzione delle cellule CD68+ segua
quello delle CD8+ e CD57+, non è stata dimostrata una preferenza
per una delle caratteristiche prese in esame.
Prendendo come valore cut-off la mediana di ciascuna
sottopopolazione linfocitaria non è stata trovata nessuna differenza
significativa confrontando i sottogruppi A e B. Comparando, invece,
le curve di sopravvivenza dei singoli sottogruppi, nonostante
l’assenza di significatività statistica, è stato evidenziato un migliore
outcome nei pazienti con bassa rappresentanza di cellule CD68+
peritumorali rispetto il gruppo B (figura 6 – diagramma VI).
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Discussione
Da questo studio, come evidenziato anche da altri recenti studi, le
cellule immunitarie non sono distribuite solo lungo il margine di
infiltrazione del tumore ma anche nel suo contesto. Comunque, il
numero assoluto delle singole sottopopolazioni dell’infiltrato
linfoplasmacellulare è nettamente inferiore nel contesto tumorale
rispetto al margine. Esiste una correlazione tra grandezza del
tumore e grado di infiltrazione con la presenza di cellule CD8+
citotossiche lungo il margine di infiltrazione che potrebbe indicare
un valore importante di queste cellule nel limitare l’invasione
tumorale. La scarsa differenziazione tumorale, inoltre, metterebbe in
evidenza antigeni tumorali capaci di stimolare la risposta cellulo-
mediata.
L’effetto delle cellule citotossiche è correlato alla presenza dei
macrofagi. I macrofagi hanno la funzione di presentazione
dell’antigene alle cellule citotossiche con induzione della risposta da
parte di queste ultime. Come evidenziato da questo studio, e come
dimostrato anche da Ohno et al., il grado di infiltrazione delle cellule
CD8+ intratumorali è direttamente correlato con il numero dei
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macrofagi intratumorali in pazienti affetti da cancro gastrico 11.
Ishigami et al. hanno dimostrato una alta aggressività clinica di un
tumore gastrico in pazienti con un elevato numero di macrofagi
associati al tumore (TAM) senza però distinguere le cellule
intratumorali da quelle peritumorali 10. Nel nostro studio un peggior
outcome dei pazienti è stato evidenziato nei casi con elevato
numero di TAM lungo il margine di infiltrazione del tumore. Questo
risultato è in accordo con altri studi dove un alto numero di TAM è
associato ad un’alta probabilità di coinvolgimento linfonodale, ad
una infiltrazione tumorale più profonda ed uno stadio clinico più
avanzato in vari tipi di cancro. Leek et al. hanno dimostrato una
correlazione tra TAM e angiogenesi in pazienti affetti da cancro
della mammella con riduzione della sopravvivenza libera da malattia
e quella globale indicando i CD68+ come fattore prognostico
indipendente18. Il comportamento aggressivo del cancro gastrico
potrebbe, pertanto, essere riportato all’effetto angiogenico dei TAM
come si può vedere attraverso un aumento dei microvasi e
l’espressione della timidina fosforilasi da parte delle cellule tumorali.
Un aumento della secrezione di citochine immunosoppressive,
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inoltre, da parte dei TAM può influenzare indirettamente l’azione
delle cellule citotossiche con deterioramento del segnale di
trasduzione della risposta immunologia antitumorale da parte delle
cellule T 10, 19-24. Questi risultati stabiliscono pertanto che le cellule
TAM, lungo il margine di invasione tumorale e vicino ad aree di
necrosi, contribuiscono alla neoangiogenesi e sono correlate ad una
cattiva prognosi 25, 26. Dati discrepanti arrivano, invece, da Ohno et
al. che, prendendo in considerazione solamente i TAM intratumorali,
hanno dimostrato una stretta correlazione tra il numero di questi e la
frequenza di apoptosi delle cellule tumorali, nonché una maggior
sopravvivenza libera da malattia. Tale correlazione non è stata
confermata anche per i TAM distribuiti lungo il margine tumorale 11.
I dati dei vari studi non sono confrontabili in quanto la conta delle
cellule non segue delle regole ben precise (ingrandimento
microscopico, numero campi visionati, distinzione tra cellule
peritumorali, intratumorali ed intraepiteliali) e molti di questi studi
non ha preso in considerazione le cellule intratumorali/intraepiteliali.
Come dimostrato da vari studi, l’immunità cellulo-mediata dell’ospite
contro il tumore è soppressa da vari fattori come la scarsa
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presentazione degli antigeni, a causa di una sotto-regolazione dei
recettori MHC-I, la riduzione o perdita completa degli epitopi delle
cellule T sulle cellule tumorali, la secrezione di fattori
immunosoppressivi da parte delle cellule tumorali e la disfunzione
delle cellule T nei pazienti affetti da neoplasie da riportare ad una
riduzione delle molecole-segnale per le cellule T o ad una induzione
dell’apoptosi delle cellule T 13. Nonostante ciò non sono chiari i
meccanismi di questa regolazione delle cellule linfocitarie nel
contesto dell’immunosorveglianza tumorale. In questo contesto un
ruolo importante potrebbe giocare il background ormonale del
paziente, come da noi è stato evidenziato con un maggior numero
di natural killer nel tessuto tumorale in pazienti di sesso femminile.
Lo studio dell’immunogenicità del tumore ha un fondamentale ruolo
nei processi di comprensione dei meccanismi antitumorali. Come
già detto il cancro gastrico ha una scarsa immunogenicità,
probabilmente dovuta al basso contenuto di mutazioni, che in altri
tumori come quelli del colon retto danno alla luce antigeni non
riconoscibili dall’ospite e pertanto ad alto potere immunogenico
antitumorale. Dal nostro studio un aspetto importante è quello
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evidenziato dall’alta rappresentanza di cellule CD57+ (natural killer)
nel contesto di tumori contenenti cellule con aspetto ad anello con
castone. La presenza di mucina o di qualche fattore legato a questa
potrebbe essere lo stimolo di una risposta immunitaria cellulo-
mediata aspecifica come quella mediata dai natural killer.
Il contatto tra i macrofagi, i granulociti, i linfociti e le plasmacellule
costituisce un ricorrente quadro ultrastrutturale che suggerisce una
intensa interazione intercellulare. Attraverso questa interazione i
leucociti ricevono o inviano messaggi regolatori polarizzando in tal
modo la secrezione delle citochine ed di altri fattori regolatori.
Questa interazione potrebbe rivelarsi importante nella risposta
dell’ospite nei confronti del cancro gastrico, specie in uno stadio
iniziale. Sono necessari però ulteriori studi per esaminare fino in
fondo questa interazione, base essenziale per costruire una
immunoterapia con fattori stimolanti la risposta immunitaria
antitumorale.
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Tabelle e Figure
Tabella 1
Caratteristiche istopatologiche dei pazienti (totale 27)
Caratteristiche Pazienti n (%) Sesso Maschi Femmine
15 (55.6) 12 (44.4)
Tumore T1 T2 T3
7 (25.9) 19 (70.4) 1 (3.7)
Linfonodi N- N+
14 (51.9) 13 (48.1)
Differenziazione G1 G2 G3
1 (3.7) 12 (44.4) 14 (51.9)
Infiltrato linfoplasmacellulare Scarso Moderato Marcato
8 (29.6) 9 (33.3) 10 (37.1)
Classificazione sec Lauren Intestinale Diffuso Misto
21 (77.8) 4 (14.8) 2 (7.4)
Cellule ad anello con castone Si No
9 (33.3) 18 (66.7)
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Tabella 2
Immunoistochimica: suddivisione in gruppi in base alla
localizzazione delle cellule marcate in intratumorale e peritumorale
e i singoli valori (somma di 15 campi del conteggio delle cellule per
campo a 400x di ingrandimento)
min max mediana media Derivazione standard (DS)
CD8 peritumorale 31 486 224 214.65 122.1 intratumorale 1 114 10 18.26 27.97
CD57 peritumorale 1 143 63 66.6 42.23 intratumorale 1 31 5 6.47 6.99
CD68 peritumorale 5 435 273 269.27 117.53 intratumorale 1 28 8.5 10.42 8.04
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Tabella 3
Distribuzione delle cellule CD8+, CD57+ e CD68+ e caratteristiche
clinico-patologiche dei pazienti (media ± deviazione standard
(mediana), * test t di Student) CD8+
Intra Peri Variabili (n) p* p*
Età (anni) < 65 27.57 ± 40.9 (10) 207.2 ± 130.69 (213.5) � 65 9.86 ± 9.44 (8)
0.286 261.09 ± 114.89 (244)
0.327
Sesso Maschi 21.27 ± 35.18 (10) 216.71 ± 122.6 (221.5) Femmine 14.13 ± 14.51 (10.5)
0.597 212.25 ± 126.92 (224)
0.928
Tumore pT1 24.25 ± 12.23 (22) 314.17 ± 108.27 (273) pT2 16.67 ± 31 (2) 183.89 ± 114.64 (152) pT3
0.644 202
0.022
Differenziazione G1 220 G2 16.23 ± 21.28 (8) 160.55 ± 102.43 (110) G3 20 ± 33.99 (11)
0.784 256.79 ± 127.32 (252)
0.053
Linfonodi Negativi 26 ± 38.11 (12.5) 251.92 ± 96.88 (249) Positivi 12.64 ± 17.59 (8)
0.318 177.38 ± 136.62 (146)
0.122
Classificazione di Lauren Intestinale 21.47 ± 30.78 (10) 194.45 ± 126.02 (200.5) Diffuso 11 ± 1.41 (11) 285.25 ± 105.65 (307) Misto 1.5 ± 0.71 (1.5)
0.386 275.5 ± 44.55 (275.5)
0.193
Infiltrato Linfoplasmacellulare Scarso 34 ± 41.61 (10) 193.63 ± 113.49 (190) Moderato 7 ± 9.34 (2) 198.78 ± 107.74 (199) Marcato 11.17 ± 9.62 (10.5)
0.150 249.22 ± 147.12 (244)
0.401
Cellule ad anello con castone Si 17.8 ± 15.17 (12) 238 ± 138.68 (249) No 18.43 ± 31.82 (5)
0.967 202.29 ± 114.93 (202)
0.489
CD57+ CD68+ Intra Peri Intra Peri Variabili (n)
p* p* p* p* Età (anni) < 65 9.86 ± 10.4 (5) 78.4 ± 40.53 (80.5) 15 ± 11.27 (9) 254 ± 152.92 (268) � 65 5.38 ± 3.2 (5)
0.266 68.6 ± 48.01 (65.5)
0.628 8.89 ± 6.83 (5)
0.274 262.67 ± 99.91 (273)
0.899
Sesso Maschi 4 ± 2.52 (4.5) 55.29 ± 37.06 (44) 14.67 ± 838 (13.5) 248.57 ± 145.59 (300) Femmine 10.71 ± 10.08 (8)
0.039 81 ± 45.68 (89)
0.134 6.17 ± 4.62 (4.5)
0.063 270.57 ± 86.37 (268)
0.737
Tumore pT1 10.17 ± 11.46 (5) 87 ± 52.6 (96) 10.33 ± 7.09 (9) 246 ± 67.73 (268) pT2 4.77 ± 2.92 (5) 60.16 ± 37.77 (47) 10 ± 9.23 (6.5) 269.36 ± 133.36 (273) pT3
0.120
0.180 14
0.957 338
0.779
Differenziazione G1 5 138 4 170 G2 7.13 ± 10.01 (4) 66.7 ± 44.09 (56) 6.6 ± 5.03 (5) 260.8 ± 54.4 (268) G3 6.1 ± 4.36 (5)
0.772 61.43 ± 39.06 (55)
0.760 14.67 ± 8.8 (13.5)
0.104 285 ± 145.39 (315)
0.730
Linfonodi Negativi 8.56 ± 9.57 (5) 79.42 ± 42.89 (80.5) 7.2 ± 4.97 (8) 257.25 ± 136.67 (265) Positivi 4.6 ± 2.84 (5)
0.227 54.77 ± 39.55 (41)
0.148 12.71 ± 9.34 (9)
0.260 283 ± 100.13 (300)
0.688
Classificazione di Lauren Intestinale 7.13 ± 7.58 (5) 69.26 ± 42.08 (63) 9.22 ± 6.69 (8) 247.6 ± 113.36 (265) Diffuso 3 ± 2.83 (3) 64 ± 43.99 (56.5) 28 380 ± 56.79 (405) Misto 5 ± 5.66 (5)
0.467 46.5 ± 64.35 (46.5)
0.490 7 ± 2.83 (7)
0.667 211.5 ± 152.03 (211.5)
0.083
Infiltrato Linfoplasmacellulare Scarso 9.67 ± 10.78 (6) 73.50 ± 43.45 (68) 13.5 ± 9.68 (9) 270.8 ± 109.4 (268) Moderato 5 ± 5.13 (4) 65.22 ± 42.67 (47) 8.33 ± 10.21 (4) 200 ± 177.25 (180) Marcato 5 ± 3.16 (5)
0.333 61.25 ± 45.34 (54.5)
0.590 9.2 ± 6.38 (5)
0.524 314.17 ± 63.17 (309.5)
0.177
Cellule ad anello con castone Si 12.4 ± 11.78 (9) 84.44 ± 42.49 (89) 12.67 ± 6.35 (9) 326.4 ± 141.07 (405) No 4.36 ± 2.56 (5)
0.022 56.56 ± 39.89 (40)
0.115 9.67 ± 8.73 (5)
0.600 240.7 ± 99.6 (267.5)
0.193
- 27 -
Tabella 4
Suddivisione in gruppi della distribuzione delle cellule CD8+, CD57+ e CD68+ e caratteristiche clinico-patologiche dei pazienti. (*Chi quadro test)
CD8 Peritumorale Intraepiteliale Variabili
A B Tot p* A B Tot p* Età (anni) < 65 5 5 10 3 4 7 � 65 4 7 11 4 3 7 Totale 9 12 21
0.850 7 7 14
1.000
Sesso Maschi 7 7 14 5 6 11 Femmine 6 6 12 4 4 8 Totale 13 13 26
0.694 9 10 19
0.788
Tumore pT1 1 5 6 0 4 4 pT2 11 8 19 9 6 15 pT3 1 0 1 0 0 0 Totale 13 13 26
0.126
9 10 19
0.116
Differenziazione G1 1 0 1 0 0 0 G2 7 4 11 5 4 9 G3 5 9 14 4 6 10 Totale 13 13 26
0.228
9 10 19
0.827
Linfonodi Negativi 5 8 13 3 5 8 Positivi 8 5 13 6 5 11 Totale 13 13 26
0.433 9 10 19
0.788
Classificazione di Lauren Intestinale 12 8 20 7 8 15 Diffuso 1 3 4 0 2 2 Misto 0 2 2 2 0 2 Totale 13 13 26
0.150
9 10 19
0.134
Infiltrato Linfoplasmacellulare Scarso 4 4 8 2 5 7 Moderato 6 3 9 4 2 6 Marcato 3 6 9 3 3 6 Totale 13 13 26
0.368
9 10 19
0.386
Cellule ad anello con Castone Si 3 6 9 1 4 5 No 10 7 17 8 6 14 Totale 13 13 26
0.410 9 10 19
0.365
CD57 CD68
Peritumorale Intraepiteliale Peritumorale Intraepiteliale Variabili
A B Tot p* A B Tot p* A B Tot p* A B Tot p* Età (anni) < 65 3 7 10 2 5 7 3 2 5 2 1 3 � 65 5 5 10 2 6 8 4 6 10 5 4 9 Totale 8 12 20
0.082 4 11 15
0.668 7 8 15
0.855 7 5 12
0.735
Sesso Maschi 8 6 14 6 6 12 3 5 8 2 4 6 Femmine 4 7 11 1 6 7 4 3 7 4 2 6 Totale 12 13 25
0.529 7 12 19
0.287 7 8 15
0.809 6 6 12
0.564
Tumore pT1 2 4 6 2 4 6 2 1 3 1 2 3 pT2 10 9 19 5 8 13 5 6 11 5 3 8 pT3 0 1 1 0 1 1 Totale 12 13 25
0.722
7 12 19
0.767
7 8 15
0.506
6 6 12
0.400
Differenziazione G1 0 1 1 0 1 1 1 0 1 1 0 1 G2 5 5 10 4 4 8 3 2 5 3 2 5 G3 7 7 14 3 7 10 3 6 9 2 4 6 Totale 12 13 25
0.618
7 12 19
0.502
7 8 15
0.343
6 6 12
0.393
Linfonodi Negativi 4 8 12 3 6 9 5 3 8 3 2 5 Positivi 8 5 13 4 6 10 2 5 7 3 4 7 Totale 12 13 25
0.313 7 12 19
0.861 7 8 15
0.422 6 6 12
1.000
Classificazione di Lauren Intestinale 9 10 19 5 10 15 6 4 10 5 4 9 Diffuso 2 2 4 1 1 2 0 3 3 0 1 1 Misto 1 1 2 1 1 2 1 1 2 1 1 2 Totale 12 13 25
0.994
7 12 19
0.828
7 8 15
0.187
6 6 12
0.574
Infiltrato Linfoplasmacellulare Scarso 3 5 8 1 5 6 3 2 5 1 3 4 Moderato 5 4 9 4 3 7 3 1 4 2 1 3 Marcato 4 4 8 2 4 6 1 5 6 3 2 5 Totale 12 13 25
0.751
7 12 19
0.313
7 8 15
0.148
6 6 12
0.465
Cellule ad anello con Castone Si 2 7 9 1 4 5 2 3 5 0 3 3 No 10 6 16 6 8 14 5 5 10 6 3 9 Totale 12 13 25
0.129 7 12 19
0.712 7 8 15
0.855 6 6 12
0.182
CD57 CD68
Peritumorale Intraepiteliale Peritumorale Intraepiteliale Variabili
A B Tot p* A B Tot p* A B Tot p* A B Tot p* Età (anni) < 65 3 7 10 2 5 7 3 2 5 2 1 3 � 65 5 5 10 2 6 8 4 6 10 5 4 9 Totale 8 12 20
0.082 4 11 15
0.668 7 8 15
0.855 7 5 12
0.735
Sesso Maschi 8 6 14 6 6 12 3 5 8 2 4 6 Femmine 4 7 11 1 6 7 4 3 7 4 2 6 Totale 12 13 25
0.529 7 12 19
0.287 7 8 15
0.809 6 6 12
0.564
Tumore pT1 2 4 6 2 4 6 2 1 3 1 2 3 pT2 10 9 19 5 8 13 5 6 11 5 3 8 pT3 0 1 1 0 1 1 Totale 12 13 25
0.722
7 12 19
0.767
7 8 15
0.506
6 6 12
0.400
Differenziazione G1 0 1 1 0 1 1 1 0 1 1 0 1 G2 5 5 10 4 4 8 3 2 5 3 2 5 G3 7 7 14 3 7 10 3 6 9 2 4 6 Totale 12 13 25
0.618
7 12 19
0.502
7 8 15
0.343
6 6 12
0.393
Linfonodi Negativi 4 8 12 3 6 9 5 3 8 3 2 5 Positivi 8 5 13 4 6 10 2 5 7 3 4 7 Totale 12 13 25
0.313 7 12 19
0.861 7 8 15
0.422 6 6 12
1.000
Classificazione di Lauren Intestinale 9 10 19 5 10 15 6 4 10 5 4 9 Diffuso 2 2 4 1 1 2 0 3 3 0 1 1 Misto 1 1 2 1 1 2 1 1 2 1 1 2 Totale 12 13 25
0.994
7 12 19
0.828
7 8 15
0.187
6 6 12
0.574
Infiltrato Linfoplasmacellulare Scarso 3 5 8 1 5 6 3 2 5 1 3 4 Moderato 5 4 9 4 3 7 3 1 4 2 1 3 Marcato 4 4 8 2 4 6 1 5 6 3 2 5 Totale 12 13 25
0.751
7 12 19
0.313
7 8 15
0.148
6 6 12
0.465
Cellule ad anello con Castone Si 2 7 9 1 4 5 2 3 5 0 3 3 No 10 6 16 6 8 14 5 5 10 6 3 9 Totale 12 13 25
0.129 7 12 19
0.712 7 8 15
0.855 6 6 12
0.182
- 28 -
Tabella 5
Distribuzione delle cellule CD8+, CD57+ e CD68+ e sopravvivenza
(Log-Rank test)
CD8 CD57 CD68 Peri Intra Peri Intra Peri Intra
A B A B A B A B A B A B media di
sopravvivenza in mesi
(n° pazienti)
42.43 (7)
34.3 (10)
37.18 (11)
38.5 (6)
29.71 (7)
43.2 (10)
29.71 (7)
43.2 (10)
45.64 (11)
23 (6)
40.45 (11)
32.5 (6)
p 0.491 0.713 0.228 0.141 0.077 0.302
- 29 -
Figura 1
Schematizzazione di un adenocarcinoma e della distribuzione
dell’infiltrato linfoplasmacellulare. Le cellule intratumorali (per il tipo
diffuso) e/o intraepiteliali (per il tipo intestinale sono indicate come
“Nest”; le cellule peritumorali e/o marginali sono indicate come
“Margin”. Molte cellule sono distribuite lungo il margine del tumore e
in zone con segni di necrosi (“Hot spot”), invece sono poche quelle
presenti nel contesto del tumore.
- 30 -
Figura 2
Immunoistochimica di adenocarcinoma gastrico con anticorpi anti
CD8 (ingrandimento 400x), cellula intraepiteliale (freccia).
- 31 -
Figura 3
Immunoistochimica di adenocarcinoma gastrico con anticorpi anti
CD8 (ingrandimento 200x), Linfociti CD8+ intratumorali.
- 32 -
Figura 4
Immunoistochimica di adenocarcinoma gastrico con anticorpi anti
CD57 (ingrandimento 400x), Linfocita CD57+ (freccia)
- 33 -
Figura 5
Immunoistochimica di adenocarcinoma gastrico con anticorpi anti
CD68 (ingrandimento 400x), Linfocita CD68+ (freccia)
- 34 -
Figura 6
Curva di sopravvivenza calcolata secondo
il metodo di Kaplan – Meier.
- 35 -
Figura 7
Confronto tra curve di sopravvivenza dei gruppi A (numero cellule < mediana) e B (numero cellule � mediana) delle sottopopolazioni linfocitarie CD8 intratumorali (diagramma I), CD8 peritumorali (II), CD57 intratumorali (III), CD57 peritumorali (IV), CD68 intratumorali (V) e CD68 peritumorali (VI). (p calcolato con Log Rank test)
- 36 -
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