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Università degli Studi di Pavia Comunicazione interculturale e multimediale FILE SHARING E MERCATO DISCOGRAFICO Relatore: Prof. Giampaolo Azzoni Correlatore: Ing. Marco Porta Tesi di laurea di Lorenzo Panattoni

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Università degli Studi di Pavia

Comunicazione interculturale e multimediale

FILE SHARING E MERCATO DISCOGRAFICO

Relatore: Prof. Giampaolo AzzoniCorrelatore: Ing. Marco Porta

Tesi di laurea di Lorenzo Panattoni

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FILE SHARING (o PEER TO PEER)

• Scambio di contenuti da un computer all’altro all’interno di una rete informatica.

• Le reti peer to peer sono il principale canale per lo scambio di file musicali, software e video in rete. La maggior parte di questi contenuti sono protetti dal diritto d’autore e quindi circolano illegalmente.

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• Gli utenti della rete condividono i contenuti: scaricano file dai computer degli altri, e permettono loro di scaricare quelli presenti sul proprio hard disk.

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TIPOLOGIE DI RETI PEER TO PEER1) Centralizzate2) Decentrate3) Anonime

I SOFTWARE PEER TO PEER

Per utilizzare una rete peer to peer è necessario un programma apposito che ci permette di cercare i file che ci servono sui computer degli altri utenti, e gestisce il traffico di file in entrata e in uscita.

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Napster, il precursore(rete centralizzata).

Morpheus, Grokster, Gnutella, KaZaa, i “figli” di Napster

(reti decentrate).

eMule, bitTorrent, i più utilizzati oggi

(reti decentrate, software open source).

Freenet, il più sicuro(reti anonime, software

open source).

SOFTWARE PEER TO PEER

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COMPRESSIONE AUDIO

LossyEliminano le informazioni sonore non percepite

(o percepite meno intensamente) dall’orecchio umano. File di dimensioni ridotte, perdità di qualità.

LosslessEliminano solo le informazioni audio ridondanti (es. parte di un brano ripetuta più volte). File di dimensioni maggiori

ma nessuna perdita di qualità.

Per circolare agevolmente in rete, i file audio devono essere di dimensioni ridotte. La compressione audio riduce le

dimensioni su disco ma peggiora la qualità dei brani (es. Mp3).

TIPI DI COMPRESSIONE

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GUERRA AL FILE SHARING!

Le major del disco temono che la libera circolazione di musica in rete porti alla fine del mercato discografico.

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Le major denunciano i produttori di sofware peer to peer per violazione del diritto d’autore (visto che sulle loro reti circolano brani i cui diritti non vengono pagati). Le cause legali portano alla chiusura di Napster e altri servizi simili. Ma sistemi come eMule e bitTorrent continuano a funzionare appoggiandosi a reti decentrate sempre più difficili da neutralizzare, e il file sharing si diffonde sempre di più.

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Le major del disco attaccano poi i provider di connessioni a internet che però vengono giudicati non responsabili del comportamento degli utenti, e denunciano oltre 17mila “pirati” colpevoli di aver scambiato illegalmente file mp3 su reti peer to peer.

Molti degli utenti denunciati acquistavano comunque dischi.

Le case discografiche denunciano i loro stessi clienti!

Pubblico inferocito contro le major.

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La “peer to peer war” è ancora in corso, e i discografici stanno facendo pressioni sugli organi legislativi per far dichiarare illegale qualsiasi pratica di file sharing.

Allo stesso tempo, le reti sempre più decentrate e sicure permettono agli appassionati di file sharing di continuare a scambiare file.

Per ora la guerra al peer to peer non ha portato a risultati di rilievo, se non la chiusura di alcuni sistemi di scambio file che sono stati subito rimpiazzati da nuovi software. Ma ha contribuito a peggiorare l’immagine delle case discografiche presso il grande pubblico.

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CHI HA VINTO LA GUERRA?

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Ma i cd anticopia

1. ledono i diritti dei consumatori2. sono facili da “scassinare”

3. creano problemi ai computer

In seguito a denunce e lamentele dei consumatori, le case discografiche rinunciano per il momento ad

utilizzarli (salvo rari casi).

In seguito agli scarsi risultati ottenuti con la guerra al peer to peer i discografici escogitano un altro sistema per evitare la copia dei brani contenuti sui cd e quindi la loro trasformazione in file mp3.

CD ANTICOPIA

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Intanto, le major del disco finalmente realizzano che internet può essere un buon canale di distribuzione.

iTunes Music Store, Napster 2.0 e altri sistemi simili: vendita di brani online a prezzi più convenienti rispetto ai cd.

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Una piccola tassa pagata da tutti gli utenti di sistemi peer to peer per rendere legali gli scambi di contenuti

in rete e allo stesso tempo risarcire artisti ed etichette. Le major del disco non accettano la proposta.

Non sarebbe la soluzione più semplice?

I produttori di software peer to peer propongono un compromesso ai discografici:

FILE SHARING A PAGAMENTO

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COSA NE PENSANO I MUSICISTI?

2 fazioni

favorevoli al file sharing“è un mezzo di promozione”

contrari al file sharing“è un furto del nostro lavoro”

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I Metallica fecero causa a Napster e costrinsero il sistema ad espellere oltre 300mila utenti che avevano scambiato illegalmente le loro canzoni in rete usando Napster.

Reazione indignata dei fan, attaccati dalla stessa band che hanno reso milionaria acquistando cd e gadget, andando ai concerti, ecc. L’immagine dei Metallica presso il pubblico ne risente pesantemente. La “crociata” dei Metallica contro Napster non ottenne alcun risultato , se non quello di attirare l’odio del pubblico verso la band.

Numerosi altri musicisti, famosi e non, si schierarono dalla parte dei Metallica, opponendosi fermamente al principio del file sharing illegale ed equiparandolo al furto.

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RAGE AGAINST THE MACHINE

Napster escluse dal servizio alcuni utenti che avevano scambiato i loro brani, la band chiese scusa perché era stato tolto ai fan “il diritto di ascoltare liberamente la nostra musica”.

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“Voglio solo che la gente ascolti la mia musica, questa è sempre stata la mia priorità. Non si tratta di soldi, a me interessa che la gente ascolti la mia musica e mi dica che la apprezza. Quindi se Napster fa circolare la mia musica in modo che la gente possa scaricarla e farne quello che vuole, lasciamoglielo fare.”

“Credo che (il file sharing, NDR) sia una buona idea, perché è gente che scambia musica. Non ha niente a che vedere con l’industria o la finanza, è solo gente che vuole musica e non c’è niente di male. È come accendere la radio, e registrare su cassetta un programma. Non credo che sia un crimine, si fa da anni.”

Billy Joe Armstrong dei Green Day

Dave Grohl dei Foo Fighters

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Sondaggio IPSOS 2005

La maggior parte dei musicisti:

• non vede il mercato discografico particolarmente minacciato dal file sharing.

• sostiene che il file sharing abbia anche un effetto promozionale.

• crede che le azioni legali contro il file sharing abbiano portato più danni che vantaggi.

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FILE SHARING E MERCATO DISCOGRAFICO

Il mercato è veramente danneggiato dalle pratiche di sharing?

La disponibilità di musica gratuita in rete

incide sulle vendite?

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LA CRISI DEL MERCATO DISCOGRAFICO

Da alcuni anni a questa parte levendite di dischi sono diminuite.

Le case discografiche sostengono che sia colpa della pirateria, in particolare del file sharing illegale.

Numerose ricerche hanno cercato di determinare se veramente esista un rapporto di causa-effetto tra

il calo delle vendite e la diffusione delle pratiche di sharing.

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LA PIRATERIA MUSICALE

Vendita di cd contraffattiin Italia il 25 per cento dei cd è falsi,

in Paesi come la Cina addiritturail 90 per cento.

File sharing10 milioni di utenti in tutto il mondo

nel 2005, in costante crescita.

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• Il file sharing non incide sulle vendite, se non in modo molto marginale.

• In alcuni casi il file sharing aumenta le vendite, è un ottimo canale promozionale.

• I motivi della crisi sono altri: prezzi dei dischi troppo alti, scarsa qualità delle proposte musicali, concorrenza di altre forme di intrattenimento.

OBERHOLZER E STRUMPF (2004)

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RICERCA CRIA 2006

• Il 75 per cento di chi ha scaricato musica dal web ha poi acquistato i dischi nei negozi.

• Solo il 10 per cento degli intervistati compra meno musica a causa del file sharing.

• Il pubblico compra meno musica a causa dei prezzi alti e della mancanza di proposte musicali interessanti.

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GREEN DAY e RADIOHEAD

Nel 2000 i loro nuovi album circolarono su Napster prima dell’uscita nei negozi – le vendite avrebbero dovuto

risentirne, invece vendettero milioni di dischi e andarono subito in testa alle classifiche.

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I CONSUMATORI E LA CRISI DISCOGRAFICA

Sondaggio IPSOS 2006

• Il prezzo dei dischi è troppo alto.

• La qualità delle proposte musicali è bassa.

• La pirateria incide solo in parte sulla crisi.

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RICERCA OECD 2005

• Esclude un rapporto causa - effetto tra file sharing e crisi discografica.

• Il file sharing non induce tutti i consumatori a sostituire l’acquisto con il download illegale.

• La pirateria a fini di lucro (cd falsi) incide molto sulla crisi, a differenza del file sharing.

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IL MERCATO DELLA MUSICA DIGITALE

• La vendita di file mp3 riscuote successo, il mercato è in crescita – sarà il futuro della musica?

• La disponibilità di mp3 in vendita ha distolto molti consumatori dal download illegale.

• Il prezzo più conveniente rispetto ai cd ha invogliato i consumatori all’acquisto di musica in rete.

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L’ODIO DEI CONSUMATORI PER LE MAJOR DEL DISCO

• Le battaglie legali contro il file sharing e i comportamenti irrispettosi nei confronti dei consumatori (es. i prezzi dei cd decisi a tavolino, i cd anticopia) hanno causato il risentimento del pubblico verso le case discografiche.

• È difficile quantificare quanto questo incida sulla crisi discografica, ma sicuramente avere denunciato addirittura i propri clienti non ha certo aiutato le major a vendere dischi!

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CONCLUSIONI

Invece di attaccare il file sharing, che probabilmente non riusciranno mai a sconfiggere, i discografici devono

cercare di capire perché i consumatori acquistano meno musica, e studiare nuove strategie di mercato, rivedendo

la propria politica di prezzi e prodotto.

Il fenomeno del file sharing incide solo in parte sulle vendite discografiche, e le vere cause della crisi sono

altre.

L’INDUSTRIA DISCOGRAFICA HA SBAGLIATO STRATEGIA!