INTERAZIONI FARMACO-RECETTORE E RISPOSTA QUANTITATIVA AI FARMACI.
UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI PADOVA -...
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UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI PADOVA
Dipartimento di Scienze Biomediche Sperimentali
SCUOLA DI DOTTORATO DI RICERCA IN BIOSCIENZE
INDIRIZZO BIOLOGIA CELLULARE
CICLO XXI
Il recettore olfattivo e la formazione dei circuiti nel
sistema olfattivo: meccanismi molecolari associati al
recettore sul cono di crescita.
Direttore della Scuola : Ch.mo Prof. Tullio Pozzan
Supervisore : Dr.ssa Claudia Lodovichi
Dottoranda : Micol Maritan
2
3
Indice
SUMMARY pag. 7 SOMMARIO pag. 9 1. INTRODUZIONE
1.1 Lolfatto. pag. 11
1.2 Il sistema olfattivo principale. pag. 11
1.3 Lepitelio olfattivo. pag. 12
1.4 I recettori olfattivi. pag. 14
1.5 Via di trasduzione del segnale odoroso. pag. 16
1.6 Componenti molecolari della via di trasduzione del segnale pag. 17
odoroso.
1.6.1 Le adenilato ciclasi. pag. 17
1.6.2 Le fosfodiesterasi. pag. 19
1.6.3 I canali associati a nucleotidi ciclici. pag. 20
1.7 Il codice combinatoriale. pag. 21
1.8 Il bulbo olfattivo. pag. 22
1.9 Organizzazione dellepitelio olfattivo e del bulbo olfattivo. pag. 26
1.9.1 Organizzazione dellepitelio olfattivo. pag. 27
1.9.2 Organizzazione del bulbo olfattivo. pag. 27
1.9.3 Formazione dei glomeruli. pag. 30
1.9.4 Colonna olfattiva. pag. 31
1.9.5 Ruolo del RO nella convergenza assonale e nella pag. 32
formazione dei circuiti intra- ed inter-bulbari.
4
1.10 Axon guidance. pag. 34
1.11 Formazione della mappa sensoriale nel sistema olfattivo. pag. 38
1.12 Il progetto di ricerca. pag. 47
1.13 Sensori per il cAMP. pag. 48
1.14 Espressione di Gs e Golf. pag. 51
2. MATERIALI E METODI
2.1 Colture primarie di neuroni sensoriali olfattivi. pag. 53
2.2 Trasfezione di neuroni sensoriali olfattivi. pag. 54
2.3 Imaging di cAMP in neuroni sensoriali olfattivi isolati. pag. 54
2.4 Traslocazione nucleare della subunit catalitica di PKA. pag. 56
2.5 Ca2+ imaging in neuroni sensoriali olfattivi isolati. pag. 56
2.6 Ca2+ imaging ex vivo. pag. 57
2.7 Immunocitochimica per OMP. pag. 58
2.8 Immunoistochimica per Gs. pag. 58
2.9 Stimoli su neuroni sensoriali olfattivi isolati. pag. 59
2.10 Stimoli su preparati di emiteste. pag. 60
2.11 Terreni e soluzioni utilizzate pag.60
5
3. RISULTATI
3.1 Progetto di ricerca pag. 63
3.2 Colture primarie di neuroni sensoriali olfattivi pag. 63
3.3 Trasfezione di neuroni sensoriali olfattivi in coltura pag. 64
3.4 Dinamiche spazio-temporali di cAMP in neuroni pag. 65
sensoriali olfattivi isolati.
3.4.1 Effetto dello ione Cl- sullemissione di fluorescenza pag. 65
di CFP e YFP.
3.4.2 Dinamiche spazio-temporali di cAMP in neuroni pag. 67
sensoriali olfattivi trattati con stimoli farmacologici.
3.4.3 Dinamiche spazio-temporali di cAMP in neuroni pag. 69
sensoriali olfattivi in seguito a stimolazione odorosa.
3.5 Dinamiche spazio-temporali di Ca2+ in neuroni sensoriali pag. 73
olfattivi isolati.
3.6 Traslocazione nucleare della subunit catalitica di PKA pag. 76
3.7 Dinamiche spazio-temporali di Ca2+ ex vivo. pag. 79
3.8 Espressione di Gs pag. 83
4. DISCUSSIONE pag. 87
BIBLIOGRAFIA pag. 93
RINGRAZIAMENTI pag.103
6
7
Summary
A unique feature in the topographic organization of the olfactory system is the
dual role of the odorant receptor (OR). The OR is involved in the transduction
of chemical signals (odors), but it plays also an instructive role in the glomerular
convergence of the olfactory sensory neuron (OSN) axons. The OR is indeed
expressed on the cilia and on the axon termini-growth cone of OSN. The OR is a
G-protein coupled receptor that upon binding of the odorant ligand at the cilia
activates an adenylyl cyclase to synthesize cAMP. The molecular mechanism
underpinning the role of the OR at the axon termini-growth cone remains to be
established. If the OR acts through the generation of cAMP at the growth cone is
not known.
To elucidate the functional properties and intracellular signalling coupled to the
OR on the OSN axon termini, we have investigated the dynamics and the
intracellular distribution of the second messenger cAMP in living OSN of rat in
culture transfected with a genetically encoded, FRET based sensor for cAMP.
Upon treatment with pharmacological agents such as forskolin (a generic activator
of adenylyl cyclases) or IBMX (a non specific inhibitor of phosphodiesterases),
cAMP rises throughout OSN including the axon termini-growth cone. By
analyzing the spatial distribution and the temporal dynamics of cAMP, we found
that the cAMP increase is faster at the neurites than at the soma level.
To assess whether the OR at the axon termini-growth cone is a functional receptor
we challenged the OSN with odor mixture. Odors puff applied to the axon
termini-growth cone produces a rise in cAMP limited exclusively to the growth
cone.
Exposure of OSN to odors stimulates the influx of Ca2+ through cAMP gated
channels (CNG) in the cilia. To assess whether this signalling cascade takes place
at the axon termini-growth cone, we measured Ca2+ signals at the axon termini-
growth cone in OSN loaded with Ca2+ indicator (FURA-2-AM). Odors puff
applied at the growth cone gives rise to a rapid Ca2+ increase limited exclusively
to the axon termini-growth cone.
8
Taken together the present data demonstrate that the OR on the axon termini-
growth cone is a functional receptor, whose activation generates a local rise in
cAMP and Ca2+.
To assess whether the phenomena observed in primary culture of OSN in vitro
take place with analogous dynamics in vivo, we performed Ca2+ imaging
experiments on hemi head explants preparation. In this preparation the mouse
head is cut sagitally and the connections between the olfactory epithelium, the
bulb and the brain are maintained along the medial axis.
OSN were loaded with the Ca2+ indicator Calcium Green dextran and the cells
resulted entirely labeled, from the cilia to the axon termini.
We stimulated labeled glomeruli with pharmacological (forskolin) and with
physiological stimuli (odor mix). In both cases we found a significant increase in
fluorescence, indicating a rise in Ca2+ concentration in the presynaptic terminals at
the glomeruli level.
The influx of Ca2+ is due to cAMP-induced CNG chanell opening, since it is
abolished in the presence of the adenylyl cyclase blocker SQ22536.
We demonstrated that in isolated neurons as in the intact olfactory bulb the
olfactory receptor at the axon termini-growth cone is functional and coupled to
localized cAMP and Ca2+ increases.
9
Sommario
Lelemento caratterizzante lorganizzazione topografica del sistema olfattivo il
duplice ruolo del recettore olfattivo (RO). Esso coinvolto nella trasduzione del
segnale odoroso, ma svolge anche un ruolo istruttivo nella convergenza degli
assoni dei neuroni sensoriali olfattivi (NSO) al corretto glomerulo target a livello
del bulbo olfattivo. Questa duplice funzione corroborata dalla duplice
localizzazione di tale recettore: esso infatti presente sia sulle cilia dei NSO sia
sullassone terminale-cono di crescita.
Il RO un recettore accoppiato a proteine G, il quale, in seguito al legame
dellodore alle cilia, induce lattivazione di unadenilato ciclasi, che porta alla
sintesi di cAMP.
I meccanismi molecolari che sottendono al ruolo del recettore olfattivo sul cono di
crescita rimangono tuttora sconosciuti. Non noto se il RO in questa posizione sia
attivo e se agisca tramite la sintesi di cAMP.
Per studiare le propriet funzionali ed il signalling intracellulare associato al
recettore olfattivo sul cono di crescita abbiamo analizzato le dinamiche temporali
e la distribuzione intracellulare del secondo messaggero cAMP in neuroni
sensoriali olfattivi di ratto in coltura, trasfettati con una sonda geneticamente
codificata per il cAMP, basata su FRET.
In seguito al trattamento con stimoli farmacologici (forscolina, un generico
attivatore delle adenilato ciclasi, ed IBMX, un inibitore aspecifico delle
fosfodiesterasi), si registra un incremento di cAMP nellintero neurone sensoriale
olfattivo, compreso lassone terminale-cono di crescita. Analizzando la
distribuzione spaziale e le dinamiche temporali del segnale cAMP, abbiamo
osservato che lincremento di cAMP si verifica pi velocemente nei neuriti
rispetto al soma.
Per stabilire se il RO a livello del terminale assonico-cono di crescita un
recettore funzionale, abbiamo stimolato i NSO con una miscela di odori.
Lapplicazione diretta di un puff odoroso allassone terminale-cono di crescita
induce un aumento di cAMP localizzato esclusivamente al cono di crescita.
10
Lesposizione dei NSO agli odori porta ad un influsso di Ca2+ attraverso i canali
CNG nelle cilia.
Per stabilire se la stessa cascata di signalling si verifichi allassone terminale-cono
di crescita, abbiamo misurato il segnale Ca2+ a livello del terminale assonico in
NSO caricati con un indicatore del Ca2+ (FURA-2-AM). Un puff di odori
applicato allassone terminale-cono di crescita induce un rapido aumento di Ca2+
circoscritto esclusivamente al terminale assonico.
I dati ottenuti dimostrano che il recettore olfattivo allassone terminale-cono di
crescita un recettore funzionale, la cui attivazione genera incrementi locali di
cAMP e di Ca2+.
Per valutare se i risultati ottenuti in vitro non fossero dovuti alle condizioni di
coltura ed allisolamento dei neuroni, ma fossero presenti nel bulbo olfattivo
intatto, abbiamo effettuato esperimenti di imaging del Ca2+ sul sistema olfattivo
integro, utilizzando particolari preparati, definiti espianti di emiteste. In questi
preparati la testa di un topo tagliata sagittalmente e le connessioni tra lepitelio
olfattivo, il bulbo ed il cervello sono mantenute lungo lasse mediale. I neuroni
sensoriali olfattivi sono caricati con un indicatore del Ca2+ (Calcium Green
dextran) e le cellule risultano marcate completamente, dalle cilia fino al terminale
assonico.
I glomeruli marcati sono stati stimolati con stimoli farmacologici (forscolina) e
fisiologici (mix di odori). In entrambi i casi si osservato un significativo
aumento nella fluorescenza, indicante un incremento della concentrazione di Ca2+
nei terminali pre-sinaptici a livello dei glomeruli. Linflusso di Ca2+ dovuto
allapertura dei canali CNG indotta dal cAMP, poich il segnale Ca2+ abolito in
presenza dellinibitore delle adenilato ciclasi SQ22536.
Abbiamo quindi dimostrato che sia in neuroni sensoriali olfattivi isolati sia nel
bulbo olfattivo integro il recettore olfattivo al terminale assonico-cono di crescita
un recettore funzionale ed accoppiato ad aumenti locali di cAMP e Ca2+.
11
1. Introduzione
1.1 Lolfatto.
I mammiferi sono in grado di riconoscere e distinguere migliaia di odori diversi
presenti nellambiente anche a bassissime concentrazioni, che influenzano il loro
comportamento e forniscono informazioni essenziali per la loro sopravvivenza. Il
sistema olfattivo coinvolto infatti in molteplici meccanismi fisiologici, quali
risposte emozionali (ansia, paura, piacere), funzioni riproduttive (comportamenti
sessuali e materni) e relazioni sociali (riconoscimento di individui della stessa
specie o famiglia, delle prede e dei predatori). Per svolgere queste funzioni cos
diverse i mammiferi possiedono due organi olfattivi anatomicamente e
funzionalmente distinti. Il sistema olfattivo principale, costituito dallepitelio
olfattivo, dal bulbo olfattivo principale e dalle aree corticali e non, correlate,
permette il riconoscimento di molecole odorose volatili. Il sistema olfattivo
accessorio, costituito dallorgano vomeronasale, dal bulbo olfattivo accessorio e
dalle aree corticali e non, correlate, invece specializzato nel rilevamento dei
feromoni, sostanze secrete da un organismo, che regolano risposte fisiologiche e
comportamentali degli individui della stessa specie.
In questa sede ci limiteremo a trattare il sistema olfattivo principale.
1.2 Il sistema olfattivo principale.
La percezione olfattiva ha inizio nei neuroni sensoriali olfattivi (NSO) presenti
nellepitelio nasale. Questi neuroni trasmettono poi il segnale al bulbo olfattivo
principale e da qui passa alla corteccia cerebrale. Iniziamo quindi a trattare pi
dettagliatamente i diversi componenti del sistema olfattivo principale.
12
1.3 Lepitelio olfattivo.
L epitelio olfattivo un epitelio colonnare pseudostratificato, che riveste strutture
cartilaginee convolute dette turbinati, poste nella parte posteriore delle cavit
nasali. Lepitelio olfattivo costituito da tre tipi cellulari principali: i neuroni
sensoriali olfattivi, le cellule sustentacolari di sostegno e le cellule staminali basali
(1,2). I neuroni sensoriali olfattivi rappresentano il 70-80% della popolazione
cellulare totale dellepitelio olfattivo e rigenerano costantemente durante la vita
dellorganismo con unemivita di circa 60-90 giorni. Essi hanno una tipica
morfologia bipolare, con un unico dendrite non arborizzato, che si porta verso la
superficie dellepitelio, a contatto con le cavit nasali, e lassone amielinico che
proietta al bulbo olfattivo nel cervello (fig.1). Il dendrite termina con
unespansione globosa, detta knob, da cui si dipartono numerose cilia, estensioni
filiformi che protrudono nella cavit nasale e su cui si trovano i recettori olfattivi
(RO).
Fig.1: rappresentazione di un neurone sensoriale olfattivo. E possibile osservare la tipica morfologia bipolare: un unico dendrite non arborizzato che termina con unespansione globosa (knob), da cui dipartono numerose cilia, ed un unico assone. (3)
Le cilia sono immerse nel muco secreto dalle cellule sustentacolari dellepitelio
olfattivo e dalle ghiandole di Bowman (fig.2). Si ritiene che le specifiche
caratteristiche biochimiche del muco siano rivolte a creare lambiente ideale per la
percezione degli odori. Il muco contiene proteine leganti gli odori (olfactory
binding protein, OBP), che sono secrete dalla ghiandola nasale laterale; esse
hanno la funzione di legare gli odoranti idrofobici, permettendo il loro passaggio
13
alla soluzione acquosa che costituisce il muco. Sono presenti pi forme di OBP
nellepitelio nasale, nel ratto ne sono state identificate quattro (1).
Gli odori si dissolvono nel muco dellepitelio olfattivo per raggiungere e legarsi ai
recettori olfattivi presenti sulle cilia ed innescare una catena di segnali
intracellulari, che culmina con la generazione del potenziale dazione e la
trasmissione del segnale al bulbo olfattivo nel cervello.
Le cellule sustentacolari di sostegno svolgono diverse funzioni: isolano
elettricamente i neuroni sensoriali olfattivi, secernono le componenti del muco
che riveste la superficie dellepitelio olfattivo e fattori di crescita importanti per lo
sviluppo dei neuroni sensoriali olfattivi e contengono enzimi detossificanti che
inattivano gli odori.
Le cellule basali di tipo globoso, che costituiscono la lamina basale al di sotto
dellepitelio olfattivo, rappresentano i precursori dei neuroni sensoriali olfattivi.
Fig.2: rappresentazione dellepitelio olfattivo. Si distinguono i tre tipi cellulari: i neuroni sensoriali olfattivi, le cui cilia sono esposte verso il lume della cavit nasale e sono immerse nel muco, le cellule di supporto sustentacolari, e le cellule staminali basali. Sulle cilia dei NSO sono espressi i recettori olfattivi che legano le molecole odorose e originano la cascata di trasduzione del segnale odoroso. (4)
14
1.4 I recettori olfattivi
Gli odori sono piccole molecole organiche, che si differenziano tra loro per
numerosi parametri, tra cui la struttura stereochimica della catena idrocarbonica, il
tipo e la posizione dei gruppi funzionali laterali, le dimensioni e la carica. La
percezione di un dato odore dipende dalla struttura della molecola odorosa, ma
influenzata anche da altri parametri, quali la concentrazione della sostanza
odorosa e la variabilit soggettiva. Per esempio la molecola di indolo viene
percepita come un odore putrido ad alte concentrazioni, mentre a basse
concentrazioni come un odore floreale. Landrostenedione, invece, a basse
concentrazioni percepito come odore di urina da alcuni individui, come odore
mediamente piacevole da altri e non percepito per niente da altri ancora (5).
Le molecole odorose vengono riconosciute e legate a livello delle cilia dei NSO
dai recettori olfattivi (RO). Lesistenza di tali recettori stata dimostrata nel 1991
da R.Axel e L.Buck (6) , valendo loro il premio Nobel per la Medicina nel 2004.
Questi recettori appartengono ad una grande famiglia multigenica che nei
mammiferi comprende pi di 1000 membri, arrivando ad occupare fino al 2% del
genoma nel topo (6,7). I geni codificanti per i RO sono raggruppati in cluster
presenti nella maggior parte dei cromosomi (7,8). Da un punto di vista evolutivo,
il numero degli pseudogeni nellambito della famiglia dei RO andato
aumentando. Essi sono infatti solo il 20% nei roditori, che contano quindi un
repertoire molto pi vasto rispetto ai mammiferi superiori, specie luomo, in cui
circa il 60% dei geni codificanti per i RO sono pseudogeni (7-10). Lespressione
di questi geni ristretta ai neuroni sensoriali olfattivi maturi ed inizia durante la
vita embrionale, prima che lassone raggiunga il bulbo olfattivo (4) .Per
distinguere i NSO maturi da quelli immaturi viene utilizzata lolfactory marker
protein (OMP). Questa una proteina citoplasmatica, di funzione non nota,
espressa tipicamente ed esclusivamente dai neuroni sensoriali olfattivi maturi.
Essa inizia ad essere espressa intorno al giorno embrionale 13-14 (E13-E14) nel
topo e al giorno 18 (E18) nel ratto e viene considerata un marker caratteristico dei
NSO maturi (11,12). Ogni neurone olfattivo esprime un solo tipo di RO, cosicch
ciascun neurone sensoriale olfattivo distinto funzionalmente ed identificato
15
molecolarmente dal tipo di recettore espresso, dando luogo alla regola: un
recettore-un neurone (13-15).
I RO sono espressi in modo monoallelico: in ciascun NSO lespressione del
recettore olfattivo deriva esclusivamente da un allele (15). Questo meccanismo
sembra assicurare che un solo tipo di recettore sia presente in ogni neurone
sensoriale.
Da un punto di vista strutturale, la regione codificante dei RO lunga circa 1kb ed
priva di introni. I RO appartengono alla famiglia dei recettori associati a
proteine G e ne condividono le caratteristiche principali, quali la presenza di sette
domini transmembrana legati da loop intracellulari ed extracellulari di varia
lunghezza e numerose sequenze brevi altamente conservate. Tuttavia presentano
anche tratti peculiari dei recettori olfattivi, quali un secondo loop extracellulare
insolitamente lungo con residui di cisteina altamente conservati. Il grado di
omologia nella sequenza dei RO varia tra il 40 ed il 96%. Da notare la presenza di
regioni ipervariabili, in cui la sequenza fortemente diversa tra un recettore e
laltro, nella terza, quarta e quinta regione transmembrana. Nei modelli
tridimensionali di recettori associati a proteine G, questi tre tratti formano una
tasca che molto probabilmente costituisce il sito di legame per le molecole
odorose (fig.3) (4). Nei neuroni sensoriali olfattivi sono espressi molteplici tipi di
proteine G. In particolare sono presenti due tipi di proteine G stimolatorie, Gs e
Golf (G olfactory protein), ciascuna capace di attivare ladenilato ciclasi (16). Nei
NSO maturi, Golf maggiormente espressa ed associata al RO posto sulle cilia nel
processo di trasduzione del segnale odoroso. Topi knock out per Golf presentano
infatti una drammatica riduzione delle risposte agli odori. Gs, invece, espressa
soprattutto nel corso dello sviluppo embrionale e nelle fasi precoci di sviluppo
post-natale (17).
16
Fig.3: struttura di un recettore olfattivo. I residui aminoacidici pi conservati sono rappresentati nelle tonalit del blu, mentre quelli caratterizzati da una maggiore variabilit sono rappresentati nelle tonalit del rosso (4).
1.5 Via di trasduzione del segnale odoroso.
La cascata di trasduzione del segnale attivata dal legame delle molecole odorose
ai recettori olfattivi presenti sulle cilia dei NSO ben nota e coinvolge come
principali secondi messaggeri il cAMP ed il Ca2+ (18-20).
Una volta entrati nella cavit nasale, gli odori si disciolgono nel muco che ricopre
la superficie dellepitelio olfattivo e si legano ai recettori olfattivi sulle cilia dei
neuroni sensoriali olfattivi. In seguito a tale legame si ha lattivazione della
proteina G stimolatoria Golf (21), che a sua volta attiva ladenilato ciclasi di tipo 3
(AC3) (22), portando ad un incremento della concentrazione di cAMP allinterno
della cellula. Il cAMP si lega alla porzione intracellulare dei canali CNG,
causandone lapertura (20). Questi canali permettono lingresso sia di Ca2+ che di
Na+. Laumento della concentrazione di Ca2+ nelle cilia in seguito allapertura dei
canali CNG regola sia lattivazione sia la desensitizzazione dei neuroni sensoriali
olfattivi. Infatti laumentata concentrazione di Ca2+ induce una corrente uscente di
Cl- e quindi unulteriore depolarizzazione, che porta allinsorgenza di un
potenziale dazione (23,24). Il Ca2+ ha anche un effetto di feedback negativo a
vari livelli della catena di trasduzione del segnale. Il Ca2+, legando la calmodulina,
forma un complesso Ca2+-calmodulina (Ca2+-CaM) che si associa direttamente ai
canali CNG, riducendone laffinit per il cAMP e quindi la probabilit di apertura
17
dei canali stessi (fig.4) (25). Il Ca2+ ha inoltre unazione inibitoria sulladenilato
ciclasi, bloccando la sintesi di cAMP, ed unazione attivatoria sulle fosfodiesterasi
di tipo 1C2, aumentando la degradazione di cAMP.
Fig.4: trasduzione del segnale odoroso nelle cilia dei neuroni sensoriali olfattivi (26). In seguito al
legame con la molecola odorosa, il recettore olfattivo attiva la proteina Golf che a sua volta attiva
ladenilato ciclasi di tipo 3. Lincremento di cAMP che ne segue porta allapertura dei canali
CNG, con conseguente influsso di Ca2+ e Na+. Laumento di Ca2+ permette lapertura dei canali
per il Cl- ,che porta alla fuoriuscita di Cl- dalla cellula ed ulteriore depolarizzazione.
1.6 Componenti molecolari della via di trasduzione del segnale
odoroso.
Diversi studi hanno permesso di identificare i componenti molecolari della via di
signalling attivata dal recettore olfattivo sulle cilia dei NSO, quali: le adenilato
ciclasi (AC), le fosfodiesterasi (PDE) e i canali associati ai nucleotidi ciclici
(CNG). Analizziamo ora pi dettagliatamente i vari elementi della via di
trasduzione del segnale odoroso.
1.6.1 Le adenilato ciclasi.
Le adenilato ciclasi sono delle ATP-pirofosfato liasi che convertono lATP in
adenosina monofosfato ciclico (cAMP) e pirofosfato. Al momento sono note 10
18
isoforme differenti di AC, di cui nove associate alla membrana (AC1-9), mentre la
decima una proteina solubile (27). Tutte le isoforme associate alla membrana
sono attivate dal legame con la proteina Gs, mentre ladenilato ciclasi solubile
attivata da HCO3- (28) e da Ca2+ (29). La tabella 1.1 riporta alcune propriet delle
AC di membrana.
Tabella 1.1: propriet regolatorie delle adenilato ciclasi associate alla membrana (27). Le AC di
membrana sono regolate da molteplici effettori, tra i quali i principali sono: le proteine G (Gs,
G, Gi, z, o) la proteine chinasi A e C (PKA e PKC rispettivamente), la calmodulina (CaM) e le
chinasi dipendenti da questa (CaMK). Vi sono poi altri regolatori secondari, come: RGS2
(regolatore del signalling delle proteine G); PAM (proteina associata a Myc); Ric8a (fattore
scambiatore di nucleotidi guaninici per le proteine G); Snapin: (membro del complesso
SNAP25/Snare nei neuroni ippocampali); PP2a (proteina fosfatasi 2a).
Le adenilato ciclasi associate alla membrana possono essere classificate in quattro
gruppi principali, definiti in base alle loro propriet regolatorie. Il gruppo I
formato dalle AC stimolate dal Ca2+, il gruppo II comprende le AC stimolate dalle
subunit delle proteine G; il gruppo III consiste delle AC inibite da Gi/Ca2+,
mentre lultimo gruppo rappresentato dalla AC9, che insensibile alla
forscolina, un attivatore generico delle altre AC.
Nei NSO stata dimostrata la presenza delle adenilato ciclasi 2, 3 e 4 (30,31). Le
isoforme 2 e 4 sono espresse a livello delle cilia; dati recenti mostrano che l AC3
espressa anche a livello dellassone terminale ed in piccole concentrazioni,
appena rilevabili con saggi di immunoistochimica, nel soma (32). E stato
dimostrato che ladenilato ciclasi 3 accoppiata ai recettori olfattivi sulle cilia ed
quindi fondamentale per la trasduzione del segnale olfattivo. Infatti, topi knock
19
out per lAC3 non mostrano risposte elettrofisiologiche ad unampia gamma di
odori. Inoltre si osservato che in queste linee di animali transgenici la mappa
sensoriale fortemente alterata (vedi 1.11) questi risultati indicano che lAC3
necessaria per la trasduzione del segnale odoroso a livello delle cilia ed inoltre
svolge un ruolo nella formazione della mappa sensoriale a livello dellassone
terminale.
1.6.2 Le fosfodiesterasi.
Le fosfodiesterasi sono fosfoidrolasi che catalizzano lidrolisi dei nucleotidi
ciclici cAMP e cGMP. Controllando la velocit di degradazione di questi
importanti secondi messaggeri, le PDE giocano un ruolo critico nel signalling
intracellulare. Esistono 11 famiglie differenti di PDE, ciascuna comprendente a
sua volta varie isoforme (33-35).
Tabella 1.2: classificazione delle 11 famiglie di fosfodiesterasi (34). Le PDE 4, 7 e 8 sono
specifiche per il cAMP, mentre le PDE 5, 6 e 9 idrolizzano il cGMP. Le PDE 1, 2, 3, 10 e 11
presentano infine una doppia specificit per entrambi i nucleotidi ciclici. Alcune famiglie sono
regolate dal cGMP, altre dal complesso Ca2+-calmodulina, altre ancora da PKA o PKG. IBMX
un inibitore farmacologico generico delle PDE, il Rolipram un inibitore specifico per le PDE4.
Le transducine sono proteine G specifiche della retina.
20
Come si pu osservare in tabella 1.2, le famiglie di fosfodiesterasi presentano
specificit di substrato (cAMP e cGMP) diverse e differenti propriet regolatorie.
Si possono distinguere tre gruppi principali, costituiti dalle famiglie di enzimi che
idrolizzano specificamente il cAMP, il cGMP o che presentano una doppia
specificit. Inoltre le PDE si differenziano per le loro propriet regolatorie; tra i
principali modulatori della loro attivit troviamo il cGMP stesso (che pu fungere
sia da attivatore che da inibitore), il complesso Ca2+-calmodulina e le proteine
chinasi PKA e PKG.
Nei NSO sono stati identificati tre tipi di fosfodiesterasi:1, 2 e 4. Le PDE1
presentano alti livelli di espressione nelle cilia, mentre le PDE2 sono espresse
nelle cilia, nel soma e negli assoni; le PDE4, infine, localizzano nel knob
dendritico, nel soma e negli assoni (1,36).
Le fosfodiesterasi di tipo 1 sono regolate dal Ca2+ via calmodulina ed idrolizzano
sia il cAMP che il cGMP, anche se la specificit varia a seconda delle isoforme.
Nei NSO la forma predominante la PDE1C2, che presenta affinit simili per
entrambi i nucleotidi ciclici (37).
Le PDE2 sono anchessi enzimi a doppia specificit, che risultano stimolati
allostericamente dal legame del cGMP.
Le PDE4, infine, sono specifiche esclusivamente per il cAMP. E stato dimostrato
che la fosforilazione da parte di PKA aumenta lattivit delle PDE4 (38).
1.6.3 I canali associati a nucleotidi ciclici.
I canali associati a nucleotidi ciclici (CNG) sono stati identificati inizialmente nei
bastoncelli e nei coni della retina (39).
I CNG presenti nelle cilia dei NSO sono canali cationici permeabili sia al Ca2+ che
al Na+. Essi presentano un elevato grado di omologia con i CNG della retina (pi
del 80% di identit di sequenza aminoacidica) e sono strutturalmente omologhi. I
CNG olfattivi sono tetrameri costituiti da tre diverse subunit: 2 A2, 1 A4 e 1
B1b. Le ultime due subunit svolgono un ruolo modulatorio: aumentano la
sensibilit al cAMP e permettono la regolazione via Ca2+-calmodulina (fig.5). La
struttura di ciascuna subunit simile a quella dei canali cationici dipendenti dal
potenziale: esse presentano sei domini transmembrana, con un loop tra il quinto
21
ed il sesto dominio che forma il poro centrale del canale, e le regioni N- e C-
terminali intracellulari (40,41).
Fig.5: rappresentazione dei canali CNG olfattivi e delle tre subunit che li formano. In blu sono indicati i siti di legame per il cAMP, mentre in giallo ed in nero i siti di legame per la calmodulina (40).
I CNG del sistema olfattivo presentano unaffinit maggiore per il cGMP rispetto
al cAMP come mostrano i valori di kM (concentrazione richiesta per raggiungere
met dellattivazione massima): 3 M per il cAMP e 1.6 M per il cGMP (42).
Laffinit per i ligandi modulata dal legame Ca2+-CaM, da fosforilazione e da
cationi bivalenti (43,44).
1.7 Il codice combinatoriale
Abbiamo precedentemente detto che ogni NSO esprime un solo tipo di RO. Il
recettore espresso definisce il molecular receptive range del neurone, cio
determina il range di odori che quel singolo NSO in grado di legare e
riconoscere (5). Ogni recettore olfattivo riconosce una specifica caratteristica
strutturale della molecola odorosa (odotopo). Le due principali classi di odotopi
che differenziano i diversi odori sono: la struttura stereochimica della catena
idrocarbonica, il tipo e la posizione dei gruppi funzionali laterali. Poich ogni
molecola odorosa pu presentare al suo interno pi odotopi, ciascun odore potr
essere riconosciuto da diversi recettori olfattivi che riconoscono i diversi epitopi
di cui costituito. Ogni singolo RO per in grado di riconoscere molecole
odorose diverse che presentano lo stesso odotopo. In questo modo ciascun odore
sar codificato dallattivazione di una particolare combinazione di recettori
olfattivi, ma ogni singolo recettore pu essere una delle componenti del codice di
22
diversi odori. Questo viene definito codice combinatoriale e permette al sistema
olfattivo di riconoscere un numero enorme di odori (fig.6).
Fig.6: modello di codice combinatoriale. A sinistra sono rappresentate varie molecole odorose con i vari odotopi raffigurati in colori diversi. A destra sono rappresentati nei corrispondenti colori i RO attivati da tali epitopi. Lidentit dei diversi odori codificata perci da diverse combinazioni di recettori. Tuttavia ciascun recettore pu fungere da componente del codice combinatoriale per odori diversi. Dato il numero immenso di possibili combinazioni di RO, questo schema permette di discriminare un numero enorme di diversi odori (5).
1.8 Il bulbo olfattivo
Il bulbo olfattivo costituisce la prima stazione di ritrasmissione dellinformazione
olfattiva. Come altre aree cerebrali presenta tre tipi di neuroni: i neuroni afferenti,
i neuroni efferenti e gli interneuroni.
I neuroni sensoriali olfattivi costituiscono le afferenze sensoriali del bulbo
olfattivo. Lassone dei NSO un processo sottile (0.2 m di diametro),
amielinico, non ramificato, che dopo aver attraversato losso cribriforme
raggiunge il bulbo olfattivo (fig.7).
23
Fig.7: rappresentazione di una sezione sagittale di naso di topo (4). La freccia indica il punto di ingresso dellaria e delle molecole odorose. Lepitelio olfattivo (OE) riveste le strutture dei turbinati ed suddiviso in quattro zone, rappresentate nei diversi colori. Gli assoni dei neuroni sensoriali olfattivi proiettano al bulbo olfattivo (MOB, main olfactory bulb), dove formano i glomeruli.
Il bulbo olfattivo fa parte del prosencefalo ed costituito da due strutture ovoidali
simmetriche che si trovano immediatamente sopra le cavit nasali. Esso ha una
caratteristica struttura laminare, suddivisa in: strato del nervo olfattivo (ONL),
strato glomerulare (GL), strato plessiforme esterno (EPL), strato delle cellule
mitrali (MCL), strato plessiforme interno (IPL) e strato delle cellule dei granuli
(GCL) (fig.8). Ognuno di tali strati contiene tipi cellulari diversi.
Fig.8 : immagine di sezione di bulbo olfattivo in seguito a colorazione di Nissl. E possibile
osservare i diversi strati che caratterizzano il bulbo olfattivo: lo strato dei glomeruli (GL); lo strato
plessiforme esterno (EPL), che contiene i corpi cellulari delle cellule tufted; lo strato delle cellule
mitrali (MCL); lo strato plessiforme interno (IPL) e lo strato delle cellule dei granuli (GCL).
24
Lo strato del nervo olfattivo formato dagli assoni dei neuroni sensoriali olfattivi,
che attraversano la lamina basale dellepitelio olfattivo e losso cribriforme per
raggiungere infine il bulbo olfattivo.
Nello strato glomerulare gli assoni dei NSO stabiliscono sinapsi eccitatorie,
glutamatergiche, con i dendriti delle cellule post-sinaptiche del bulbo olfattivo
(cellule mitrali, tufted e periglomerulari), dando origine ai glomeruli. I glomeruli
sono strutture sferiche di neuropilo, di dimensioni variabili tra gli 80 ed i 160 m
di diametro (nel topo da 30 a 50 m, nel coniglio e nel gatto da 100 a 200 m),
disposte su tutta la superficie esterna dei bulbi. Sono costituiti dalla ramificazione
terminale degli assoni dei NSO, che contraggono sinapsi con i dendriti delle
cellule post-sinaptiche del bulbo, nonch con le cellule periglomerulari, poste
tutto intorno ai singoli glomeruli. I glomeruli sono inoltre circondati dalle cellule
gliali (45,46).
I neuroni post-sinaptici del bulbo sono rappresentati dalle cellule mitrali e dalle
cellule tufted. Queste cellule costituiscono la via efferente del bulbo olfattivo e
formano il tratto olfattivo laterale. Le cellule mitrali sono neuroni glutamatergici
che presentano i corpi cellulari disposti a formare un unico strato, lo strato delle
cellule mitrali. I corpi cellulari delle cellule tufted si trovano invece a diversi
livelli nello strato plessiforme esterno ed in base a tale posizione vengono distinte
in esterne, medie ed interne. Sia le cellule mitrali che le cellule tufted presentano
un unico dendrite primario, che penetra in un unico glomerulo nel quale forma
unestesa arborizzazione. Presentano inoltre dendriti secondari che decorrono
orizzontalmente nellEPL e contraggono sinapsi dendro-dendritiche con le cellule
dei granuli. Gli assoni delle cellule mitrali e delle cellule tufted si portano fuori
dal bulbo olfattivo, formando il tratto laterale olfattorio, che trasmette
linformazione olfattiva ad altre stazioni cerebrali. Le cellule tufted esterne
rientrano negli interneuroni. Anche da un punto di vista biochimico, le cellule
tufted si presentano come una popolazione eterogenea, che si avvale di diversi
neurotrasmettitori quali la colecitochinina (CCK), il GABA, il fattore rilasciante
la corticotropina (CRF), il polipeptide intestinale vasoattivo (VIP) (45,46).
Al di sotto dello strato delle cellule mitrali si trova lo strato plessiforme interno,
molto sottile, costituito da pochi corpi cellulari, prevalentemente appartenenti a
cellule ad assone corto e cellule dei granuli. Gli interneuroni del bulbo sono
25
rappresentati dalle cellule periglomerulari e dalle cellule dei granuli. Le cellule
periglomerulari (PG) includono diversi tipi di cellule, quali le cellule
periglomerulari, le cellule ad assone corto e le cellule tufted esterne. Le cellule PG
contraggono sinapsi con i dendriti delle cellule mitrali e delle cellule tufted, oltre
che con i terminali assonali dei NSO. Le cellule PG sono una popolazione
eterogenea non solo morfologicamente, ma anche biochimicamente. Esse infatti
esprimono diversi neurotrasmettitori quali: il GABA, lossido nitrico, il NADPH,
le dopamine ed il neuropeptide Y. Pertanto, le sinapsi che le cellule PG formano
con le cellule pre- e post-sinaptiche del bulbo non hanno solamente funzione
inibitoria, ma in senso pi ampio modulatoria.
Le cellule dei granuli sono neuroni gabaergici, il cui corpo cellulare si trova nello
strato dei granuli, che immediatamente al di sotto dello strato plessiforme
interno, ed occupa la parte centrale del bulbo olfattivo. Esse formano sinapsi
inibitorie dendro-dendritiche con i dendriti secondari delle cellule mitrali e delle
cellule tufted. Mancano di assone (fig.9).
Le cellule PG e le cellule dei granuli rigenerano costantemente durante tutta la
vita dellindividuo. Esse originano dalla zona sub ventricolare (SVZ) intorno ai
ventricoli laterali e da qui si portano attraverso uno specifico processo di
migrazione lungo la rostral migratory stream (RMS). Una volta giunte al bulbo
olfattivo, migrano radicalmente e si differenziano in interneuroni bulbari (45,46).
26
Fig.9: diagramma dei circuiti base che riassume lorganizzazione sinaptica del bulbo olfattivo. Due moduli (rosa e blu) rappresentano due diversi tipi di RO. Le cellule mitrali (M) e tufted (T) sono i neuroni efferenti del bulbo, le cellule dei granuli (Gr) e le cellule periglomerulari (PG) sono interneuroni locali (47).
1.9 Organizzazione dellepitelio olfattivo e del bulbo olfattivo.
La specificit delle connessioni tra i neuroni pre- e post-sinaptici essenziale per
il normale funzionamento del sistema nervoso centrale. Lo sviluppo ed il
mantenimento dei circuiti neuronali regolato da molecole espresse in tempi e
sedi specifici nel corso dello sviluppo e da meccanismi dipendenti dallattivit
neuronale.
Nei sistemi sensoriali, i neuroni sensoriali presenti nelle strutture anatomiche pi
periferiche sono ordinati in maniera tale che i neuroni che decodificano
caratteristiche simili dello stimolo sono disposti secondo un preciso ordine
spaziale. I neuroni sensoriali a loro volta indirizzano il loro assone in specifici
target del sistema nervoso centrale, mantenendo i rapporti spaziali presenti nelle
strutture periferiche, dando luogo a mappe topografiche. Le mappe topografiche
permettono di tradurre il mondo esterno in una rappresentazione interna, in
termini di rappresentazione neuronale.
27
Il sistema olfattivo si differenzia per varie ragioni da altri sistemi sensoriali.
Innanzitutto privo di unorganizzazione spaziale periferica. Inoltre i neuroni
sensoriali rigenerano costantemente nel corso della vita dellindividuo, per cui i
circuiti neuronali si riformano continuamente.
1.9.1 Organizzazione dellepitelio olfattivo.
Nellepitelio olfattivo i neuroni sensoriali non sono disposti secondo un preciso
ordine spaziale, ma sono distribuiti in modo pressocch casuale. Analisi della
distribuzione spaziale dei neuroni esprimenti recettori olfattivi diversi, tramite
ibridazione in situ, hanno rivelato che i NSO che esprimono un dato recettore
sono ristretti ad una delle quattro zone (in direzione dorso-ventrale) in cui viene
suddiviso lepitelio olfattivo. Tuttavia, allinterno di ciascuna zona, i neuroni
esprimenti recettori diversi sono frammisti fra loro in modo casuale (14,48).
1.9.2 Organizzazione del bulbo olfattivo.
La situazione completamente diversa a livello del bulbo olfattivo, dove
presente una mappa topografica ben precisa ed altamente conservata. Le
proiezioni assonali di neuroni esprimenti lo stesso recettore convergono con
squisita precisione a formare glomeruli in specifiche posizioni sul lato mediale e
sul lato laterale di ciascun bulbo olfattivo.
Questo stato dimostrato con metodiche di ibridazione in situ da Ressler (49) e da
Vassar (50). La disposizione dei glomeruli riceventi fibre esprimenti lo stesso RO
risulta simmetrica nei due bulbi ed costante in animali diversi della stessa
specie. Fu avanzata quindi lipotesi che gli odori possano essere codificati da un
pattern specifico di glomeruli attivati. Questo dato sar poi confermato da
esperimenti di imaging in vivo condotti in studi successivi (51,52).
Nel 1996 Mombaerts e coll. furono in grado di visualizzare i singoli neuroni
sensoriali olfattivi, e quindi la convergenza dei singoli assoni, grazie
allelaborazione di una nuova strategia genetica (53).
Questa metodica molecolare prevede la modifica del locus del gene codificante
per i recettori olfattivi, in modo che tale locus codifichi per un RNA messaggero
bicistronico, per cui il RO co-espresso con uno specifico marker (tau-LacZ). La
sostituizione del gene endogeno con il costrutto si ottiene mediante
28
ricombinazione omologa, per cui alla fine si ottengono linee di topi geneticamente
modificate, in cui uno specifico recettore co-espresso con il marker. Un esempio
dato dal recettore P2. Nei topi geneticamente modificati (P2-IRES-tau-LacZ) il
recettore P2 co-espresso con tau-LacZ; pertanto, in seguito a colorazione con X-
gal, i neuroni esprimenti P2 risultano marcati nella loro interezza, dalle cilia sino
alle ramificazioni dellarborizzazione terminale assonica (fig.10). In questo modo
tali neuroni possono essere facilmente identificati nellepitelio e nel bulbo. Inoltre
possibile seguire il destino di ogni singola fibra esprimente un dato recettore
olfattivo e quindi visualizzare la mappa sensoriale del bulbo olfattivo. Questi
esperimenti hanno inoltre confermato quanto osservato precedentemente da
Ressler e Vassar tramite le ibridazioni in situ. I neuroni esprimenti il recettore P2
proiettano a due glomeruli posti uno sul lato mediale ed uno sul lato laterale di
ciascun bulbo olfattivo. I glomeruli P2 presentano una struttura omogenea,
risultando composti esclusivamente da fibre esprimenti solo il recettore P2.
Fig.10: immagine dei turbinati e del lato mediale del bulbo di un topo ingegnerizzato P2-IRES-tau-LacZ, dopo colorazione con X-gal. Tutti i neuroni sensoriali olfattivi esprimenti il recettore olfattivo P2 esprimono anche LacZ ed in seguito a colorazione con X-gal risultano cos marcati. Si osserva come tutti questi neuroni convergano in un unico glomerulo mediale nel bulbo (53).
In studi successivi il marcatore LacZ stato spesso sostituito con GFP, che offre il
vantaggio di essere immediatamente visualizzabile anche in animali in vivo
(54,55). Questa nuova tecnica ha permesso di analizzare nel dettaglio la
formazione dei glomeruli relativi a NSO che esprimono un dato recettore.
Nel bulbo olfattivo si possono distinguere due livelli di organizzazione
topografica: gli assoni di tutti i neuroni sensoriali olfattivi esprimenti lo stesso RO
29
convergono a formare lo stesso glomerulo ed i glomeruli occupano posizioni
specifiche simmetriche tra i due bulbi ed identiche tra animali diversi della stessa
specie.
Le quattro zone in cui stato suddiviso lepitelio olfattivo corrispondono
allincirca a quattro zone nel bulbo olfattivo, in senso dorso-ventrale (47,50).
Pertanto gli assoni dei neuroni sensoriali localizzati in una data zona dellepitelio
proiettano alla zona corrispondente nel bulbo olfattivo (fig.11). Per esempio i
neuroni che si trovano nella zona pi dorsale dellepitelio formano glomeruli nella
zona pi dorsale del bulbo, mentre i neuroni localizzati pi ventralmente
proiettano a formare glomeruli nella zona pi ventrale del bulbo.
Fig.11: schema che illustra il pattern di convergenza assonale tra lepitelio olfattivo ed il bulbo. Nel topo lepitelio olfattivo diviso in quattro zone, definite dal pattern di espressione di determinati RO. I NSO di una data zona proiettano a glomeruli localizzati nella zona corrispondente del bulbo olfattivo. Assoni di NSO esprimenti lo stesso recettore (blu e rosso) convergono in pochi glomeruli definiti (47).
Nonostante i NSO rigenerino costantemente nel corso della vita di un individuo,
la specificit della convergenza assonale, e quindi la mappa glomerulare,
perfettamente conservata (56).
In base alla modalit di convergenza degli assoni dei NSO, il concetto di codice
combinatoriale pu essere esteso anche al bulbo olfattivo. Infatti, poich ciascun
odore viene codificato dallattivazione di una particolare combinazione di
recettori olfattivi, a livello del bulbo questo si riflette nellattivazione dei
corrispondenti glomeruli. Pertanto un odore rappresentato da una specifica
combinazione spaziale di glomeruli attivati (mappa funzionale), che presenta una
simmetria bilaterale nei due bulbi dello stesso animale e rimane invariata in
30
animali diversi. Ciascun glomerulo pu invece far parte di mappe diverse,
corrispondenti ad odori differenti (51).
1.9.3 Formazione dei glomeruli.
Innanzitutto opportuno sottolineare che i glomeruli non rappresentano una
popolazione omogenea che si sviluppa in modo sincrono ed influenzata nel
corso della sua formazione e del suo mantenimento dalle stesse molecole e nella
stessa misura dallattivit neuronale evocata o spontanea. Questi elementi
controllano la formazione dei glomeruli in modo diverso a seconda del recettore
espresso dai neuroni convergenti a formare quel dato glomerulo (57).
Si possono tuttavia rintracciare tappe comuni che portano alla formazione dei
glomeruli, sebbene siano appunto percorse in tempi diversi dai glomeruli
esprimenti recettori olfattivi differenti e influenzate da molteplici fattori.
Gli assoni dei NSO, una volta passato losso cribriforme, raggiungono il bulbo
olfattivo (intorno a E13), attraversano lo strato del nervo olfattivo e giungono
infine allo strato glomerulare (58,59). In un primo tempo i neuroni che esprimono
lo stesso recettore proiettano ad unarea del bulbo olfattivo. Progressivamente gli
assoni si riuniscono in unarea sempre pi stretta e definita, in modo da formare
glomeruli veri e propri. Inizialmente per ogni lato, mediale e laterale, di ciascun
bulbo olfattivo si formano molteplici glomeruli connessi tra loro da fasci di
assoni. Con il procedere dello sviluppo le connessioni tra glomeruli omogenei
(formati da fibre esprimenti lo stesso recettore) vengono eliminate, come pure si
riduce il numero dei glomeruli soprannumerari, per arrivare al termine dello
sviluppo ad uno o due glomeruli per ciascun lato di ogni bulbo (60). In una prima
fase di sviluppo i glomeruli non sono omogenei, vale a dire innervati da neuroni
esprimenti solo lo stesso tipo di recettore, ma possono presentare innervazione da
parte di fibre esprimenti recettori diversi (eterogenei). Questi glomeruli misti
scompaiono con il progredire dello sviluppo per riarrangiamento ed eliminazione
delle scorrette proiezioni assonali (61).
Riportiamo due esempi relativi allo sviluppo di glomeruli formati da NSO
esprimenti recettori diversi.
Gli assoni dei neuroni sensoriali esprimenti il recettore P2 proiettano allo strato
del nervo olfattivo al giorno embrionale 14.5 (E14.5) e a E15.5 questi assoni
31
terminano nello strato glomerulare presuntivo. Nei cinque giorni successivi si
organizzano in strutture discrete simili ai glomeruli olfattivi. In molti casi si
osservano due glomeruli appaiati collegati inizialmente da fasci di assoni P2.
Questa connessione viene persa entro il giorno post-natale (PD) 7.5. Durante il
primo periodo post-natale si osservano assoni aberranti di NSO P2 entrare in
glomeruli non appropriati o continuare la crescita oltre lo strato glomerulare.
Questi neuroni non sono pi visibili nellanimale adulto (58).
Gli assoni esprimenti M72 iniziano a formare proto-glomeruli in una fase molto
pi tardiva, nei primi giorni di sviluppo post-natale, PD2-PD3. Fino a PD10
molteplici glomeruli sono presenti su ogni lato di ciascun bulbo. Tra PD10 e
PD40 si assiste ad un processo di progressiva eliminazione dei glomeruli
sopranumerari, cosicch nella maggior parte dei casi da PD40 in poi solo singoli
glomeruli sono osservabili sul lato mediale e laterale di ciascun bulbo. E
importante sottolineare che i glomeruli M72 inizialmente possono essere innervati
anche da fibre M71. La sequenza di questi due recettori, infatti, presenta un alto
grado di omologia (96%). Tuttavia, con il corso dello sviluppo i glomeruli misti
vengono eliminati (60). Per valutare leffetto dellattivit neuronale evocata sulla
formazione dei glomeruli, lo sviluppo di glomeruli M71 e M72 stato osservato
in animali in cui stata attuata occlusione nasale al momento della nascita. In
questi animali, a differenza dei controlli, persiste la presenza di glomeruli multipli
su ogni lato del bulbo olfattivo. Ciascun bulbo presenta dunque un numero
maggiore di glomeruli rispetto ai controlli. Analizzando la struttura dei glomeruli
sopranumerari, si visto che questi sono eterogenei. Sembra quindi che lassenza
di attivit evocata impedisca il processo di rifinitura delle proiezioni assonali ed in
particolare leliminazione di glomeruli eterogenei. La convergenza assonale non
sembra invece significativamente influenzata dallassenza di attivit evocata
(60,62).
1.9.4 Colonna olfattiva.
In ciascun glomerulo convergono gli assoni di NSO esprimenti un unico tipo di
recettore, che formano sinapsi con uno specifico gruppo di cellule mitrali e tufted.
Ogni glomerulo viene a definire ununit funzionale detta colonna olfattiva, in
analogia alle colonne presenti nella corteccia visiva primaria. Ciascuna colonna
32
olfattiva costituita da un gruppo specifico di cellule mitrali, tufted,
periglomerulari, che ricevono input da uno specifico gruppo di neuroni sensoriali,
e dalle cellule dei granuli che sono ad esse connesse. Le colonne olfattive
associate allo stesso recettore olfattivo sono dette isofunzionali o omologhe (45).
1.9.5 Ruolo del RO nella convergenza assonale e nella formazione dei
circuiti intra- ed inter-bulbari.
Come precedentemente detto, gli assoni dei neuroni sensoriali olfattivi esprimenti
lo stesso tipo di recettore proiettano, per ciascun bulbo olfattivo, a due glomeruli
distinti, uno in posizione mediale ed uno in posizione laterale. Il bulbo olfattivo
presenta pertanto due mappe speculari e simmetriche di glomeruli isofunzionali.
E stato dimostrato che queste due mappe di glomeruli omologhi presenti in ogni
bulbo non sono indipendenti, ma reciprocamente connesse in modo estremamente
preciso da un link inibitorio dovuto alle cellule tufted esterne (63). Gli assoni delle
cellule tufted esterne connesse ad un dato glomerulo formano sinapsi eccitatorie
con i dendriti delle cellule dei granuli nella parte opposta del bulbo. Queste
ultime, a loro volta, formano sinapsi inibitorie con le cellule tufted esterne del
glomerulo omologo (fig 12).
Queste connessioni sono reciproche. In tal modo le colonne odorose isofunzionali
vengono integrate in ununica mappa funzionale.
33
Fig.12: rappresentazione schematica del circuito inibitorio che connette le colonne odorose
isofunzionali nelle due met di ciascun bulbo. Gli assoni delle cellule tufted esterne (ETC),
connessi con un dato glomerulo, formano sinapsi eccitatorie (+) con i dendriti delle cellule dei
granuli (GC) in unarea ristretta dello strato plessiforme interno sul lato opposto del bulbo
olfattivo. Queste cellule dei granuli, a loro volta, formano sinapsi inibitorie (-) con le cellule tufted
esterne connesse al glomerulo omologo. Queste connessioni sono reciproche. OSN: neuroni
sensoriali olfattivi. GL: strato glomerulare. EPL: strato plessiforme esterno. GCL: strato delle
cellule dei granuli.
Non solo i due glomeruli omologhi appartenenti allo stesso bulbo sono
interconnessi, ma anche i glomeruli isofunzionali presenti nei due bulbi sono
collegati tra loro (64). E stato mostrato che le cellule mitrali e tufted associate ad
uno specifico glomerulo proiettano topograficamente ad una regione esterna dei
nuclei olfattivi anteriori (NOApE), dove i neuroni a loro volta proiettano alle
cellule dei granuli alla base dei glomeruli isofunzionali omologhi sullaltro bulbo.
Il bulbo olfattivo appare quindi come una struttura dotata di almeno tre livelli di
organizzazione topografica: i) NSO esprimenti lo stesso recettore olfattivo
convergono con i loro assoni a formare glomeruli simmetrici allinterno di ciascun
bulbo; ii) i due glomeruli omologhi appartenenti allo stesso BO sono collegati da
un circuito intrabulbare inibitorio; iii) i glomeruli isofunzionali presenti nei due
bulbi olfattivi sono collegati da un circuito interbulbare. Da quanto detto emerge
che lelemento attorno a cui ruota lorganizzazione topografica del BO il
recettore olfattivo.
34
Rimangono ancora da chiarire i meccanismi che sottendono alla formazione di tali
circuiti.
1.10 Axon guidance.
Il sistema nervoso formato da circuiti neuronali molto complessi, per la
formazione dei quali essenziale che i diversi neuroni proiettino i loro assoni
verso i corretti target. Il cono di crescita una struttura localizzata allestremit
terminale degli assoni, dotata di grande motilit, che permette di rilevare e
rispondere ai segnali dellambiente circostante che guidano gli assoni verso il
target appropriato. Il cono di crescita costituito da lamellipodia, formati da un
network di filamenti di actina, e da filipodia, strutture tensili composte da fasci di
F-actina, che sondano lambiente extracellulare. Questo network di filamenti di
actina associato a sua volta a microtubuli nella parte distale dellassone.
Lavanzamento e la ritrazione del cono di crescita dipendono dalla
polimerizzazione e depolimerizzazione dellactina nei filipodia e nei lamellipodia
e dalla velocit di flusso retrogrado della F-actina allinterno di queste strutture
(65). Le proteine Rho della famiglia delle GTPasi sono degli importanti regolatori
di tali processi di modificazione del citoscheletro (fig.13).
Il cono di crescita in grado di rilevare molecole extracellulari, dette segnali
guida, che dirigono la crescita degli assoni. Tali segnali guida possono avere un
effetto attrattivo o repellente e ciascun tipo pu agire a corto o lungo raggio (65). I
segnali guida a corto raggio sono molecole non diffusibili, che si trovano sulla
superficie delle cellule o nella matrice extracellulare, ed agiscono con meccanismi
mediati da contatto cellula-cellula. I segnali guida a lungo raggio sono invece
rappresentati da molecole secrete. Inoltre alcune molecole possono avere sia un
effetto repulsivo che attrattivo. Questa bifunzionalit dipende da diversi fattori, tra
cui lo stato intracellulare del cono di crescita, lespressione differenziale di
complessi di recettori e linterazione tra diverse cascate di signalling
intracellulare.
35
Fig.13: rappresentazione grafica del cono di crescita. I lamellipodia contengono un denso reticolo di actina, i filipodia si estendono e si ritraggono attraverso la regolazione dei processi di polimerizzazione e depolimerizzazione dei filamenti di F-actina (65).
Sono stati individuati diversi tipi di molecole guida a corto o lungo raggio.
Le molecole di adesione cellulare (CAM), i recettori tirosina chinasi (RPTK), le
efrine, i recettori tirosina fosfatasi (RPTP), le molecole della matrice
extracellulare (ECM) ed i loro recettori, rappresentano tutti segnali guida a corto
raggio.
Le netrine e le neurotrofine, invece, agiscono a lungo raggio. Le semaforine sono
una classe a parte, poich comprendono sia molecole secrete che di superficie.
Le molecole di adesione cellulare si dividono in tre classi: la superfamiglia delle
immunoglobuline (Ig), delle caderine e delle integrine. Diversi membri delle
prime due famiglie possono mediare adesioni omofiliche, agendo quindi sia come
ligando che come recettore. Alcune proteine CAM, invece, formano legami
eterofilici, fungendo da ligandi o recettori per altre molecole di adesione o per
molecole della matrice extracellulare. Le Ig CAM meglio caratterizzate nel
sistema nervoso sono le CAM neurali (NCAM). Le caderine sono recettori di
adesione dipendenti dal Ca2+ e nel sistema nervoso si distinguono le N-caderine.
Alcune di queste molecole sono collegate allactina citoscheletrica tramite la
proteina catenina. Infine le integrine sono recettori eterodimerici, che fungono da
legame tra le molecole della matrice extracellulare ed il citoscheletro.
36
I recettori tirosina chinasi comprendono la famiglia dei recettori Eph per le efrine
e dei recettori Trk per le neurotrofine.
I recettori Eph si dividono in due classi: i recettori EphA che legano le efrine-A,
ancorate alla membrana plasmatica cellulare attraverso il glicosilfosfatidil
inositolo (GPI), ed i recettori EphB che sono specifici per le efrine-B
transmembrana. Le interazioni tra le efrine ed i loro recettori richiedono quindi un
contatto cellula-cellula. I complessi Eph/efrina trasducono il segnale
bidirezionalmente, sia nella cellula esprimente il recettore sia nella cellula
esprimente il ligando. Questo tipo di signalling gioca un ruolo critico durante lo
sviluppo del sistema nervoso.
I recettori Trk riconoscono e legano le diverse neurotrofine, quali NGF, BDNF,
NT-3 e NT-4. Questi fattori, oltre al loro ruolo chiave nella sopravvivenza e nel
differenziamento neuronale, svolgono anche una funzione di molecole guida per
la crescita degli assoni. Leffetto repulsivo o attrattivo delle neurotrofine
influenzato dal livello di nucleotidi ciclici nel cono di crescita (66-68). Ad
esempio stato dimostrato che il NGF ha un effetto attrattivo a basse
concentrazioni di cAMP, mentre il BDNF nelle stesse condizioni ha un effetto
repulsivo. Inoltre, le neurotrofine sono anche in grado di modulare la risposta del
cono di crescita assonale ad altre molecole guida, come le semaforine.
I recettori tirosina fosfatasi ed i loro ligandi sono i meno conosciuti. Si pensa che
alcuni tipi di RPTP leghino molecole CAM.
Le molecole della matrice extracellulare sono numerose: laminina, tenascina,
collagene, fibronectina, vibronectina e diversi proteoglicani. I recettori per le
ECM sono in genere integrine, membri della famiglia di recettori Ig e altri
proteoglicani.
Le netrine appartengono ad una piccola famiglia di proteine secrete ed hanno sia
una funzione attrattiva che repulsiva sulla crescita assonale. Questo duplice effetto
dipende sia dai recettori attivati sia da diverse cascate di signalling intracellulare
che regolano in modo differente i livelli citosolici di cAMP. E stato dimostrato
infatti che il recettore DCC/UNC-40 media la risposta attrattiva degli assoni alle
netrine, mentre il recettore UNC-5 determina leffetto repulsivo (65). Inoltre
lazione della Netrina-1 dipende dalla presenza di altri segnali che modulano i
livelli citosolici sia di cAMP che di Ca2+ (67,69). Il cAMP pu dunque agire come
37
interruttore molecolare, andando ad attivare diversi target intracellulari e
determinando cos diverse risposte del cono di crescita alle molecole guida.
La famiglia delle semaforine comprende sia proteine secrete che proteine
associate alla membrana cellulare e queste possono avere sia un effetto repulsivo
che attrattivo nellaxon guidance (65,70). Sono stati identificati almeno cinque
classi di semaforine. Tutti i membri di tale famiglia possiedono un dominio Sema
conservato nella regione extracellulare N-terminale. I recettori per le semaforine
sono in realt dei complessi formati da pi molecole. Le plexine sono proteine
transmembrana che si associano alla Neuropilina-1 o Neuroplina-2 (Npn-1 e Npn-
2), un altro tipo di proteine transmembrana che fungono da co-recettori, dal
momento che le loro corte code citoplasmatiche non hanno alcuna funzione
catalitica. Il complesso plexina-neuropilina pu in tal modo legare le semaforine
della classe 3 (Sema-3). La risposta specifica dei neuroni ai diversi membri della
classe Sema-3 dipende dal pattern di espressione delle neuropiline, dal tipo di
neuropilina espressa (Npn-1 o Npn-2) ed anche dal pattern neuronale di
espressione delle plexine durante lo sviluppo del sistema nervoso. Inoltre, come
gi detto precedentemente, la risposta dei neuroni alle semaforine modulata
anche dalle neurotrofine. E stato provato che alte concentrazioni di NGF nel
terreno di crescita dei neuroni dei gangli della radice dorsale riducono leffetto
inibitorio sulla crescita assonale della Sema-3A (71).
Come gi accennato nel caso delle netrine e delle neurotrofine, varie prove
sperimentali hanno dimostrato limportanza del cAMP e del Ca2+ nellaxon
guidance (67,72). Ad esempio, alcune molecole guida determinano nel cono di
crescita segnali Ca2+ che regolano lattivit di altre proteine, coinvolte
nellorganizzazione del citoscheletro e nei movimenti dei filamenti di actina. Il
Ca2+ pu mediare sia una risposta di tipo attrattivo che repulsivo. Si pensa che la
polarit della risposta dipenda pi dalla grandezza del gradiente Ca2+ che dalla sua
direzione. Ad esempio, un piccolo gradiente di Ca2+ induce repulsione nel cono di
crescita neuronale, mentre un gradiente maggiore induce un effetto attrattivo. E
stato dimostrato che le vie di segnalazione del cAMP e del Ca2+ interagiscono
nella regolazione dellaxon guidance. Linibizione della PKA determina un
cambiamento dellazione attrattiva indotta dal Ca2+ in repulsione e viceversa.
38
Tuttavia i meccanismi alla base di queste interazioni cAMP-Ca2+ sono ancora
sconosciuti (67,72).
1.11 Formazione della mappa sensoriale nel sistema olfattivo.
Come possibile passare da una mancanza di organizzazione spaziale dei diversi
neuroni olfattivi a livello dellepitelio olfattivo ad una mappa topografica
estremamente precisa nel bulbo olfattivo? Non solo gli assoni dei neuroni
sensoriali olfattivi che esprimono il medesimo recettore convergono a formare gli
stessi glomeruli, ma anche la localizzazione di questi glomeruli conservata in
individui della stessa specie.
E stato dimostrato che il recettore olfattivo gioca un ruolo istruttivo nella
convergenza dei neuroni sensoriali verso il corretto glomerulo target. Questo dato
emerso da una serie di esperimenti genetici che hanno dimostrato come
modificazioni della sequenza codificante per i recettori olfattivi porti ad
unalterazione della mappa sensoriale.
Nei neuroni sensoriali olfattivi esprimenti il recettore P2, leliminazione del gene
codificante tale recettore (knock down) impedisce la convergenza degli assoni di
tali neuroni a livello del bulbo olfattivo. In questa circostanza gli assoni si
dirigono in maniera casuale a vari glomeruli (73). Studi successivi hanno
dimostrato che leliminazione genetica di un dato recettore olfattivo porta
allattivazione casuale di un gene codificante per un altro RO (74). Poich la
scelta del recettore espresso casuale per ciascun neurone, gli assoni convergono
in differenti glomeruli. Se invece si sostituisce il gene codificante per il recettore
olfattivo normalmente espresso con un diverso RO (swap genico), gli assoni di
tali neuroni convergono a formare glomeruli in una posizione diversa rispetto a
quella occupata dai glomeruli target dei neuroni esprimenti il RO sostituito e di
quelli esprimenti il RO sostitutivo. Lentit della distanza dipende da vari fattori:
dal grado di omologia di sequenza tra i geni codificanti i recettori considerati, dal
cluster di appartenenza dei due geni, dalla zona epiteliale in cui i recettori sono
espressi, dal livello di espressione del recettore. Anche nelle condizioni di
39
massima analogia dei vari parametri analizzati, e.g. stesso cluster sullo stesso
cromosoma, stessa zona epiteliale ed alto grado di omologia di sequenza, persiste
una certa distanza tra il glomerulo nuovo (risultato dello swap genetico) e quelli
originali. Per esempio, i recettori olfattivi P2 e P3 presentano il 75% di identit di
sequenza aminoacidica, i geni che li codificano risiedono sullo stesso cromosoma
e vengono espressi da NSO presenti nella stessa zona dellepitelio olfattivo. In
esperimenti di swap genetico tra questi due RO (P3P2) i nuovi glomeruli sono
adiacenti ai glomeruli wild type P3 ed anteriori rispetto ai glomeruli wild type P2
(73). Questi dati indicano che il recettore olfattivo gioca un ruolo istruttivo nella
convergenza assonale, ma non lunico determinante. I dati ottenuti da questi
esprimenti di swap genetico suggeriscono inoltre che il recettore olfattivo
determini la posizione del glomerulo lungo lasse antero-posteriore del bulbo
olfattivo, mentre la zona dellepitelio in cui si trovano i neuroni esprimenti quel
dato RO determini la posizione del glomerulo lungo lasse dorso-ventrale del BO
(53,73,75).
Studi successivi hanno messo in evidenza il coinvolgimento di varie molecole
guida nella formazione della mappa sensoriale nel bulbo olfattivo, tra cui le efrine,
le semaforine e le neuropiline (68,76,77). E stato dimostrato, ad esempio, che
neuroni esprimenti recettori olfattivi diversi esprimono diversi livelli di efrina-A3
ed efrina-A5 sui loro assoni, mentre le cellule post-sinaptiche corrispondenti
esprimono i recettori EphA (68). Alterazioni dei livelli di espressione di queste
molecole alterano la mappa glomerulare, in particolare modificano la posizione
dei glomeruli in senso antero-posteriore nel BO. Topi geneticamente modificati,
che non esprimono n efrina-A3 n efrina-A5, sono stati incrociati con topi P2-
IRES-tau-LacZ e con topi SR1-IRES-tau-LacZ, per poter visualizzare i NSO
esprimenti il recettore P2 o SR1 e valutare come la convergenza assonale di tali
neuroni a livello del bulbo sia influenzata dallalterato livello di espressione delle
efrine. In topi mutanti, privi sia di efrina-A3 che di efrina-A5, neuroni che
esprimono il recettore olfattivo P2 o il recettore olfattivo SR1 mostrano una
posteriorizzazione nella formazione dei corrispondenti glomeruli. Invece,
laumento del livello di efrina-A5 risulta in un anteriorizzazione della posizione
dei glomeruli dei neuroni analizzati (P2-IRES-efrinaA5-IRES-tau-lacZ). I dati
ottenuti sembrano indicare che le efrine cooperano con il RO nella formazione
40
della mappa glomerulare ed in particolare regolano la posizione dei glomeruli
lungo lasse antero-posteriore del bulbo olfattivo.
Serizawa e coll. hanno osservato che nei NSO esprimenti recettori diversi
vengono espresse molteplici molecole, non solo le efrine-A5, ma anche le EphA5
e le molecole di adesione omofilica Kirrel-2 e Kirrel-3 (76). Lespressione di tali
molecole si verifica in modo complementare: neuroni esprimenti un dato recettore
presentano alti livelli di Kirrel-2 e bassi livelli di Kirrel-3, mentre per neuroni
esprimenti recettori diversi il pattern di espressione invertito, bassi livelli di
Kirrel-2 ed alti livelli di Kirrel-3. Lo stesso fenomeno avviene per efrina-A5 e
EphA5. Questa complementariet presente a livello dei neuroni sensoriali
dellepitelio e nei corrispettivi glomeruli a livello del bulbo olfattivo. Estato
dimostrato inoltre che la trascrizione di questi geni attivit- dipendente. Nei topi
knock out per la subunit A2 dei canali CNG, in cui linflusso di Ca2+ attraverso
tali canali abolito, lespressione di Kirrel-2 ed EphA5 risulta ridotta, mentre
lespressione di Kirrel-3 ed efrina-A5 aumentata. Lespressione attivit-
dipendente di questi geni stata dimostrata anche in seguito ad occlusione nasale:
nei NSO esprimenti MOR28 lespressione di efrina-A5 e Kirrel-3 risulta
incrementata in seguito ad occlusione nasale, mentre lespressione di EphA5 e
Kirrel-2 ridotta. In questo studio stato dimostrato che i geni Kirrel-2, Kirrel-3,
efrina-A5, EphA5, i cui livelli di espressione sono correlati con il RO espresso,
sono trascritti in modo complementare ed attivit-dipendente (76).
Tra le altre molecole coinvolte nella formazione di una corretta mappa
glomerulare ricordiamo anche la Semaforina-3A, che viene espressa nel bulbo
olfattivo. Un sottogruppo di NSO esprimono la Neuropilina-1, che rappresenta il
ligando della Semaforina-3A e la loro interazione di tipo repulsivo. Gli assoni
dei neuroni sensoriali che esprimono la Neuropilina-1 formano glomeruli nella
regione mediale e laterale del BO, evitando selettivamente la regione di
espressione della Semaforina-3A. In topi knock out per questa molecola, gli
assoni di NSO esprimenti Neuropilina-1 proiettano anche nelle regioni del bulbo
che negli animali wild type presentano unespressione della Semaforina-3A. (77).
Linsieme di questi esperimenti suggerisce che i neuroni esprimenti recettori
diversi co-esprimono molecole segnale diverse, che cooperano con il recettore
nella formazione della mappa glomerulare. Ancora oggi, tuttavia, rimangono da
41
chiarire i meccanismi molecolari che collegano lidentit di un dato RO con i
diversi tipi e/o livelli di espressione di molecole guida.
A rinforzare il ruolo del RO nel processo di convergenza assonale esperimenti di
immunoistochimica condotti da Barnea e coll. (78) e da Strotmann e coll. (57)
hanno dimostrato la presenza del recettore olfattivo sulla porzione pi distale
dellassone e sul cono di crescita. Il recettore olfattivo risulta quindi espresso non
solo sulle cilia ma anche sullassone terminale-cono di crescita. Tuttavia i
meccanismi molecolari che sottendono al ruolo del recettore olfattivo sul cono di
crescita rimangono ancora da chiarire.
Ci si chiesti quindi in quale modo elementi molecolari della via di signalling
intracellulare accoppiata al RO influenzino la trasduzione del segnale odoroso e la
formazione della mappa sensoriale. Per rispondere a questa domanda sono state
create una serie di linee di topi transgenici, in cui elementi del signalling
intracellulare associato al RO sono stati geneticamente modificati. I canali CNG
sono una componente centrale dellapparato di trasduzione del segnale odoroso.
Topi knock out per tali canali sono anosmici, cio non esibiscono risposte
elettrofisiologiche evocate dagli odori in risposta ad un ampio range di stimoli
diversi. Lincrocio di queste linee con topi P2-IRES-tau-LacZ e la successiva
analisi dei bulbi di questi animali hanno permesso di esaminare la posizione
relativa di glomeruli P2 e M50 (questi ultimi visualizzati con metodiche di
ibridazione in situ). Il relativo spaziamento e lordine dei glomeruli sono
mantenuti anche in topi knock out per CNG. Sembra perci che lattivit evocata
non sia necessaria per la formazione di una corretta mappa glomerulare (79).
Questo dato sostenuto anche dai risultati ottenuti in topi geneticamente
modificati mancanti di Golf (17). Questa proteina associata al RO e permette la
trasduzione del segnale odoroso attivando ladenilato ciclasi 3. Bench Golf sia
molto pi abbondante di Gs nellepitelio olfattivo di topi adulti, entrambe le
molecole potrebbero contribuire alla trasduzione del segnale evocato dallodore.
Topi knock out per Golf sono anosmici, mostrano una forte riduzione delle risposte
elettrofisiologiche associate alla somministrazione di un gran numero di odori.
Incrociando queste linee con topi P2-IRES-tau-LacZ stato possibile osservare se
la convergenza dei NSO esprimenti P2 fosse alterata. Gli assoni di tali neuroni
sensoriali olfattivi convergono correttamente a formare un unico glomerulo P2
42
mediale e laterale. La posizione di entrambi i glomeruli costante in tutti gli
animali analizzati. Questi studi sembrano quindi avvalorare lipotesi che lattivit
odore-evocata non sia necessaria per la formazione di una corretta mappa
topografica. Tali esperimenti sono stati condotti in condizioni in cui lattivit
odore-dipendente inibita in tutta la popolazione di neuroni sensoriali olfattivi e
perci non escludono un ruolo dellattivit evocata in un ambiente competitivo.
Zhao e Reed (80) hanno sfruttato la localizzazione del gene della subunit
OCNC1 dei canali CNG sul cromosoma X per creare un modello di studio del
ruolo dellattivit nello sviluppo del sistema olfattivo in un contesto competitivo.
Hanno generato due linee di topi in cui un allele OCNC1 stato sostituito con il
reporter tau-LacZ o tau-EGFP, rendendo possibile la marcatura dei neuroni che
non esprimono quel gene. Nelle femmine eterozigoti, sfruttando il fenomeno
dellinattivazione casuale del cromosoma X, si crea una situazione unica in cui
due diverse popolazioni cellulari coesistono. In queste linee di animali
geneticamente modificati, si assiste inizialmente ad una normale formazione dei
glomeruli e successivamente, nel corso della vita dellanimale, la popolazione di
neuroni OCNC1- viene eliminata dallepitelio olfattivo. Questa eliminazione dei
neuroni inattivi dipende dallesposizione agli odori. Infatti, in seguito ad
occlusione nasale, si osserva una drastica riduzione della perdita dei neuroni
sensoriali olfattivi OCNC1- sia a livello dellepitelio olfattivo che a livello del
bulbo. Questi risultati indicano che la deplezione dei NSO OCNC1- dipende
dallattivit evocata dallodore. Viene perci suggerito che lattivit evocata
contribuisca alla sopravvivenza dei neuroni sensoriali olfattivi in un ambiente
competitivo. Nei bulbi olfattivi di questi animali, tuttavia, si osserva un pattern
inusuale di innervazione dei glomeruli da parte degli assoni OCNC1- e OCNC1+.
Nella maggior parte dei glomeruli la competizione molto efficiente e nei
glomeruli vengono rinvenute solo le fibre attive. Tuttavia alcuni glomeruli
presentano una forte innervazione sia da parte delle cellule inattive sia da parte di
cellule attive. Inoltre la posizione di questi glomeruli rimane invariata tra
individui della stessa specie. Questi risultati indicano che lattivit evocata
conferisce un grosso vantaggio alle fibre attive nel processo di convergenza e di
mantenimento delle proiezioni assonali nella maggior parte, ma non in tutti, i
glomeruli. Questa ipotesi avvalorata anche dai risultati ottenuti da Zheng e coll.
43
(81). Tramite mutagenesi specifica del gene OCNC1 hanno generato unaltra linea
di topi mancante dei canali CNG e pertanto priva di risposte evocate dagli odori.
Queste linee sono state incrociate con topi in cui neuroni che esprimono un dato
recettore esprimono anche LacZ o GFP. I neuroni marcati da LacZ o GFP sono
facilmente individuabili nel bulbo ed possibile seguire la convergenza di questi
assoni. Gli assoni di NSO esprimenti M72 non convergono correttamente nel
bulbo olfattivo: gi dopo la prima settimana post-natale si osserva la formazione
di glomeruli sopranumerari, disposti pi ventralmente rispetto agli originari e
variabili per numero e grandezza. Gli assoni dei neuroni sensoriali esprimenti il
recettore P2, invece, convergono normalmente. Inoltre in questo studio hanno
utilizzato un triplo mutante (M72-IRES-tau-GFP-IRES-ONCN1 eterozigote,
M72-IRES-tau-LacZ eterozigote, OCNC1- eterozigote) che, sfruttando
lespressione monoallelica del recettore olfattivo e linattivazione casuale del
cromosoma X, presenta tre popolazioni di NSO che esprimono il recettore
olfattivo M72: GFP/OCNC1+, LacZ/OCNC1+, LacZ/OCNC1-. E stato osservato
che NSO esprimenti M72 proiettano i loro assoni in glomeruli separati, a seconda
che siano OCNC1+ o OCNC1-. Questi risultati suggeriscono che la formazione
della mappa glomerulare influenzata in parte da meccanismi che si basano
sullattivit neuronale evocata. Come si pu vedere dallinsieme dei dati raccolti,
finora la situazione molto complessa ed il ruolo dellattivit evocata nella
formazione dei glomeruli continua ad essere oggetto di dibattito. Unaltra
molecola base nella cascata di trasduzione del segnale odoroso ladenilato
ciclasi 3 (AC3). Tramite saggi di immunoistochimica stata osservata la sua
presenza non solo a livello delle cilia, ma anche lungo gli assoni dei NSO (32).
Topi knock out per questa proteina sono anosmici e presentano una mappa
glomerulare fortemente alterata. Le proiezioni assonali in questi animali sono
fortemente disorganizzate e spesso i glomeruli risultano innervati da assoni
esprimenti recettori diversi. Nella porzione dorso-caudale del bulbo si assiste alla
completa mancanza di glomeruli. Inoltre la formazione dei glomeruli alterata in
modo variabile a seconda dei diversi recettori analizzati. Nel caso di P2, non si
osservano i glomeruli corrispondenti negli animali mutati. Il fenomeno si associa
ad una drastica riduzione dei neuroni esprimenti P2 nellepitelio. Per quanto
concerne i NSO esprimenti M72, ai normali glomeruli si associano glomeruli
44
sopranumerari non presenti negli animali wild type di controllo. Si osserva inoltre
uno spostamento della normale posizione dei glomeruli lungo lasse antero-
posteriore del bulbo. Infine, la deplezione della ciclasi comporta la mancata
espressione di Neuropilina-1, una molecola segnale nei processi di allungamento
assonale (32,82). Per quanto concerne il ruolo dellattivit spontanea nella
formazione dei glomeruli, si visto che essa svolge un ruolo chiave. In animali
sovraesprimenti i canali Kir 2.1 nei neuroni sensoriali, che risultano cos
iperpolarizzati e privi di attivit spontanea (ed evocata), la mappa glomerulare
fortemente alterata. Si ha un forte ritardo dellinnervazione del bulbo ed i
glomeruli, anche quando si formano, sono abnormi per dimensioni e struttura.
Ancora una volta neuroni esprimenti recettori diversi sono affetti in maniera
diversa (83) ma tutti risultano comunque influenzare negativamente la formazione
della mappa glomerulare.
Come detto in precedenza, manipolazioni genetiche che aboliscono la sintesi di
cAMP hanno effetti drammatici sullorganizzazione topografica del bulbo
olfattivo, mentre manipolazioni che mantengono la sintesi di cAMP, quali
alterazioni dei canali CNG e di Golf, permettono la formazione di una normale
mappa glomerulare. Questi risultati hanno portato ad ipotizzare che il segnale
cAMP svolga un ruolo chiave nella formazione della mappa sensoriale.
Gli esperimenti di Imai e coll. (84) hanno dimostrato che il segnale cAMP
collegato al RO svolge un ruolo critico nella formazione dei glomeruli. E stato
creato il mutante I7-RDY, in cui il RO I7 mutato nel sito di legame con le
proteina G (la tripletta DRY modificata in RDY). A seguito di questa mutazione
il recettore non in grado di associarsi con le proteine G, con conseguente
abolizione della sintesi di cAMP. Nei topi I7(RDY), che esprimono il recettore
mutato, gli assoni sensoriali non solo non convergono nella formazione di alcun
glomerulo, ma non riescono nemmeno a penetrare nello strato glomerulare del
bulbo. Il fenotipo viene completamente recuperato dallespressione della proteina
Gs costitutivamente attiva nei neuroni I7-RDY(I7(RDY)-IRES-caGs). Il fenotipo
difettivo viene inoltre recuperato anche tramite lespressione di PKA
costitutivamente attiva. Se per il costrutto I7(RDY) viene co-espresso con CREB
costitutivamente attivo (cAMP response element-binding protein), che un fattore
di trascrizione attivato da PKA, gli assoni formano strutture glomerulari, ma non
45
si osserva una convergenza completa. E stato inoltre analizzato leffetto
dellespressione di Gs costitutivamente attiva in NSO esprimenti il recettore I7
wild type. In questo caso i neuroni presentano un eccesso di produzione di cAMP:
i glomeruli si formano in posizione posteriore rispetto ai wild type. Lespressione
di una PKA dominante negativa, invece, anteriorizza la posizione dei glomeruli
corrispondenti. Questi risultati dimostrano che il segnale cAMP collegato al RO
necessario per la convergenza glomerulare ed inoltre laumento o la diminuzione
dei livelli di cAMP modifica la posizione dei glomeruli target dei NSO lungo
lasse antero-posteriore del bulbo olfattivo. Infine, tramite analisi di microarray e
di RT-PCR sono stati determinati i geni i cui livelli di espressione sono correlati al
segnale cAMP. Uno dei geni cos identificati codifica per la Neuropilina-1. Tale
proteina risulta essere espressa dai NSO che esprimono Gs costitutivamente attiva
e dunque presentano alti livelli di cAMP, mentre non espressa nei neuroni
I7(RDY), dove il segnale cAMP bloccato. Si osservato precedentemente (32)
che lespressione di questa molecola abolita nei mutanti di AC3. Questi dati
suggeriscono che lo stesso segnale cAMP mediato da Gs regoli la trascrizione di
geni codificanti per proteine coinvolte nellaxon guidance, che a loro volta
partecipano al processo di formazione della mappa glomerulare. Questi risultati
sono convalidati anche dai dati ottenuti da Chesler e coll. (85). Questi autori
hanno utilizzato un approccio di gain-of-function basato su iniezioni di vettori
retrovirali nellepitelio olfattivo embrionale. Hanno dimostrato che lespressione
di un recettore funzionale necessaria e sufficiente a indurre la formazione di
glomeruli. Lespressione ectopica del recettore OR17 (OR17-IRES-EGFP) si
rivelata infatti sufficiente per la convergenza glomerulare, mentre lespressione
dello stesso recettore mutato (MycOR17-IRES-EGFP) non funzionante non
permette la coalescenza degli assoni, che entrano in glomeruli diversi. Inoltre
hanno osservato che lespressione ectopica di Golf costitutivamente attiva
sufficiente perch gli assoni dei NSO che la esprimono convergano. I risultati
ottenuti hanno portato ad ipotizzare un modello in cui lattivazione da parte del
RO di una proteina G stimolatoria induce la convergenza degli assoni. Questa
ipotesi convalidata dai dati ottenuti da Feinstein e coll. (86). Sostituendo il
recettore olfattivo M71 con il recettore adrenergico 2 (2AR-IRES-tau-LacZ),
che si accoppia a proteine Gs, hanno osservato la formazione di glomeruli
46
funzionali sia mediali che laterali. Se invece si sostituisce il RO con il recettore
vomeronasale V1rb2, che non si accoppia a proteine Gs, non si osserva la
formazione di glomeruli. Poich topi knock out per la proteina Golf non mostrano
alterazioni della mappa glomerulare, Chesler e coll. (85) hanno ipotizzato che la
proteina G coinvolta nella formazione della corretta mappa sensoriale olfattiva sia
Gs. A sostegno di questa ipotesi c il diverso pattern di espressione delle due
proteine G. Gs viene espressa a livello embrionale dalle cellule progenitrici, dai
neuroni olfattivi immaturi e da quelli maturi. A PD5, quando molti glomeruli si
sono gi formati, Gs ancora fortemente espressa dalle cellule progenitrici, ma
solo debolmente da alcuni neuroni immaturi e non rilevabile nei neuroni maturi.
Golf invece presenta un diverso pattern temporale di espressione: sembra infatti
essere espressa solo dai neuroni maturi, perci a E15 viene espresso dai pochi
neuroni maturi presenti e dunque la sua espressione totale a livello dellepitelio
molto bassa, mentre a PD5 la sua espressione molto pi consistente in quanto
gran parte dei neuroni sono maturi. Gs sembra pertanto essere espressa durante lo
sviluppo embrionale e dai neuroni che stanno rigenerando, mentre Golf viene
espressa soltanto dai neuroni maturi (esprimenti OMP) (16,17). Linsieme di
questi risultati suggerisce che Golf sia associata al recettore olfattivo nella
trasduzione del segnale odoroso, mentre Gs