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UNIVERSITA DEGLI STUDI DI NAPOLI Facoltà di Architettura GUIDA DELLO STUDENTE PARTE SECONDA ANNO ACCADEMICO 1982.83 ORDINAMENTO DEGLI STUDI

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UNIVERSITA DEGLI STUDI DI NAPOLI

Facoltà di Architettura

GUIDA DELLO STUDENTE PARTE SECONDA ANNO ACCADEMICO 1982.83

ORDINAMENTO DEGLI STUDI

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GUIDA DELLO STUDENTE

PARTE SECONDA

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FACOLTA' ARCHITETTURA DI NAPOLI

Via Monteoliveto, 3 . Napoli 80134

Preside: Prof. Arch. Uberto Siola

1. Ufficio di Presidenza· Te!. 310009·321626 . Sede

2. Istituto di An"lisi Architettonica: Dirett. prof. M. Angrisruli . Te!. 323964·313535 . Sede

3. Istituto di Costruzioni: Dirett. prof. E. Russo Ennolli . Te!. 323553· 321587 . Sede

4. Istituto di Matematica: Dirett. prof. A. Fadini • Te!. 313347 . Sede

5. Istituto di Metodologia· Architettonica: Dirett. prof. S. Bisogni Te!. 310590 . Sede

6. Istituto di Progettazione Architettonica: Oirett. prof. M. Capobian. co . Te!. 322312·310753 . Sede

7. Istituto di Storia de1l'Architettura: Dirett. prof. G. Alisio· Te!. 321963 Sede

8. Istituto di Tecnologia dell'Architettura: Dirett. prof. R. Mango • Te!. 321027·324415 " Sede

9. Istituto di Urbanistica: Dirett. prof. R. O'Ambrosio . Te!. 321011 • Via G. Samelice, 8 . Napoli

lO. Seminario di Urbanistica: Dirett. prof. M. Vittorini . Te!. 310002 . Via, G. Sanfelice, 8 . Napoli

11. Scuola di Restauro dei monumenti: Dirett. prof. R. Oi Stefano . Te!. 299101 . Vico Oonnaregina, 25 . Napoli

12. Segreteria studenti Capo Ufficio sig.ra C. Corona . Te!. 7819269 . Sede

13. Biblioteca Facoltà: Dirett. dotto C. Macchiarola . Te!. 314443 . Sede

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COMPOSIZIONE DEL CONSIGLIO DI FACOLTÀ

Anno Accademico 1982-83

PROFESSORI DI RUOLO E FUORI RUOLO

l. SIOLA Uberto

2. FADINI Angelo 3. ALISIO Giancarlo 4. ALISON Filippo S. ANGRI SANI Marcello

6. BARATTA Alessandro

7. BELLI Paolo

8. BISOGNI Salvatore

9. CANTONE Gaetana

lO. CAPOBIANCO Michele

Il. CARDARELLI Urbano 12. CARPUTI Ugo

13. CASIELLO Stella

14. CASTELLANO Giovanni

15. CATERINA Gabriella

16. DALAI EMILIANI M. Luisa

17. D'AMBROSIO Raffaele 18. D'ANGELO Guido 19. DE FUSCO Renato 20. DELLA SALA Francesco.

21. DE SETA Cesare 22. DI STEFANO Roberto

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Prof. ord. di Composizione architet-tonica - Preside

Prof. f.r. di CompÌ. di Matematica Prot. ord. di Storia dell'Architettura Pr;of. ord. di Arredamento Prof. ord. di çomposizione architet­

tonica Prof. straord. di Scienza delle Co­

struzioni Prof. straord. "di Scienza delle Co­

struzioni Praf. ord. di Composizione architet­

tonica Prof. straord. di Storia dell'Architet­

tura Prof. ord. di Composizione architet­

tonica Praf. ord. di Urbanistica Prof. ord. di Tecnica delle Costru­

zioni Prof. straord. di Restauro dei MontA­

menti Prof. ord. di Scienza delle Costru­

zioni Prof. straord. di Illuminazione ed

Acustica neU'Edilizia Prof. straord. di Letteratura Arti-

stica Prof. ord. di Urbanistica Prof. ord. di Materie giuridiche Prof. ord. di Storia dell'Architettura Prof. ord. di Composizione architet-

tonica Prof. ord. di Storia dell'Architettura ProE. ord. di Restauro dei monu·

menti

.23. FABBROCINO Vincenzo

24. FIENGO Giuseppe 25. FUSCO GIRARD Luigi

26. GANG EMI Virginia

27. GIUSTI BACULO Adriana 28. JOSSA Paolo

29. MANGO Roberto

30. MUROLO Claudio

31. NUNZIATA Massimo

32. PAGLIARA Nicola

33. RIGILLO Arturo 34. ROSSI LORIS Aldo

35. RUSSO ERMOLLI Ennio 36. SAMONA' Alberto

37. SGROSSO FRANCESE Anna 38. VENDITTI Arnaldo 39. VITTORINI Marcello

Prof. ord. di Tecnica delle Costru­zioni

Pror. straol'd. di Caratteri stilistici ProC ord. di E.-;timu ed esel'ciziu

professionale Prof. ord, di TI..'cnologia dell'Archi­

tettura ProL stmord, di Disegno e rilievo PI'Vf. stmunl. di Tecnica delle Co­

struzioni Prof. ord, di Progettazione artistiL'~'

pCI' l'industria Pruf. ord. di Unificazione e prcfab­

bricazione edilizia Pro!'. ord. di Cumposizionl..' archill'l­

tonica Prof. ord. di Composizione an:hitet.

tonica Pruf. urd. di Urbanistica ProL uni. di Composizione architet-

tunica -Pro/'. onl. di Materiali speciali Pro!'. Ol'd, di Cumpusizione architet-

tU!liLa Pru!'. slraurd. di Disegno e rilievo Pro!'. urd. di Storia dcll'Architetturu Pro!'. ul'd. di U,'banistÌl..'a

PROFESSORI INCARICATI STABILIZZATI

40. AMBROSIO Rosanna

41. BELLI Attilio 42. BOCCIA Serafino 43. BONEI;LI Maria Luisa 44. BORREI;LI Gaetano 45. CELLA Carmela

46. CENNAMO Michele 47. COCCHIA Fabrizio 48. COLETTA Mario 49. DALISI Riccardo SO. D'ARISTOTILE Anna Maria

5(. DE ANGELIS Almerico 52. DE FELICE Ezio 53. DEFEZ Alberto

54. DE FRANCISCIS Giovanni 55. DE ROSA Luciana

di Analisi matematica e geometr·ia analitica

di Urbanistica di Geometria descrittiva di Statica di Composizione archi tettoni-ca di Analisi matematica e geometria

analitica di Tecnologia di Arredamento di Storia dell'Urbanistica di Composizione architettonica di Analisi matematica e geometria

analitica di Scenografia di Allestimento e museogra.fia di Consolidamento, e adattamento

degli edifici di Composizione architettonica di Composizione architettonica

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56. DI SIMONE Giorgio 57. DIVICCARO M. Luigia

58. FORTE Francesco 59. GAMBARDELLA Alfonso 60. GUBITOSI Camillo 61. IZZO Alberto 62. LANINI Romano

63,. MAlSANO Stefania 64. MARTINI Giulia

65. MAZZOLENI Donatella 66. MORRICA Lucio 67. NOTO Antonio 68. ORLACCHIO Domenico 69. PACIELLO Stefano 70. PALERMO Calogero 71. PICA CIAMARRA Massimo 72. PIEMONTESE Luigi

73. RAGUSA LIGUORI Fortunata

74. RENNA Agostino 75. RIGILLO TRONCONE Maria 76. ROSI Massimo 77. SANTORO Lucio 78. SBRIZIOLO Alfredo 79. SCARANO Rolando 80. SPIRITO Fabrizio 81. STARACE Francesco Saverio 82. TUCCI Francesco

83. VENTRE Aldo 84. VITALE Augusto

di Arte dei giardini di Analisi matematica e geometria

analitica di Urbanistica di Storia dell'Architettura di Disegno e Rilievo eli Composizione architettonica di Pianificazione territoriale urba­

nistica di Statica di Analisi matematica e geometria

analitica di Composizione, architettonica di Decorazione di Ponti e ,groodi strutture di Tecnologia dell'architettura di Composizione architettonica di Geometria descrittiva di Composizione architettonica di Pianificazione territoriale urba­

nistica di Analisi matematica e geometria

analitica di Analisi dei sistemi urbani di Igiene edilizia di Disegno e rilievo di Storia dèll'architettura di Composizione architettonica di Composizione architettonica di Composizione architettonica di Storia dell'architettura di Analisi matematica e geometria

analitica di Geometria descrittiva di Tecnologia dell'Architettura

RAPPRESENTANTI nEI PROFESSORI INCARICATI NON STABILIZZATI E DEGLI ASSISTENTI DI RUOLO

85. DAL PIAZ Alessandro

86 ..

87 ..

88 ..

8

Ass. di ruolo di Urbanistica

RAPPRESBNTANTI DEGLI STUDENTI

BERTONE Massimo

CARILLO Saverio

CASTELLI Franco Matteo

MUSELLA Saverio

VIDETTA Andrea

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[ Il

l

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PRF.MF.SSA

Gli studenti hanno l'obbligo di conoscere le disposizioni legislative e regolamentari che disciplinano la carriera sco­

lastica universitaria.

Tali disposizioni sono contenute nel Testo Unico delle leggi sull'istruzione superiore, approvato con R.D. 31-8-1933, n. 1592, e successive modificazioni e nel Regolamento degli

Studenti approvato con R.D. 4-6-1938, n. 1269.

L'Università di Napoli, allo scopo di portare a conoscen­za degli studenti le più importanti di tali disposizioni, predi­spone annualmente la stampa della «Guida dello studente ».

Tutti gli studenti, in corso e fuori corso, in regola con la iscrizione e con il pagamento delle tasse prescritte per l'anno accademico 1981-82 hanno diritto a ritirare gratuitamente dalla Segreteria di Facoltà la Guida dello studente dietro esi­bizione del libretto universitario sul quale, a cura della Se­greteria stessa, verrà posta apposita stampigliatura per atte-

stare l'avvenuta consegna.

Eventuali nuove disposizioni di legge e di regolamento, modificatrici delle norme in vigore, nonché gli avvisi e le co­

. municazioni varie, vengono pubblicate di volta in volta uni­camente nell 'albo della Segreteria di Facoltà.

Tanto la Guida dello studente che le notizie affisse negli albi della Segreteria hanno tenore di notificazioni ufficiali

agli interessati. Lo studente è il solo responsabile della validità degli atti

di carriera scolastica da lui compiuti. Pertanto, gli esami in­debitamente sostenuti e gli atti di carriera scolastica invali­

damente posti in essere saranno annullati.

lO

. L'Ufficio di Segreteria no.n è obbligato a dar corso a tlche per corrispondenza. pra·

. Pcr quanto attiene alla possibilità cla parte clello stu I, , di ottenere l'a'" d' cl' I . (enle sscgnu I stu IO, {) studente interessato ;,

t r . I ' c p re-g-.,3 o (. l, riVO gersi agli uHici dell'Opera Universitaria (V' D' C,asperl n. 45). la L

TITOLI DI AMMISSIONE AL CORSO DI LAUREA DELLA FACOLTÀ

DI ARCHITETTURA

In base alle vigL'l1ti disposizioni di legge, possono iscri­\'~rlsi (Legge 11-12·1969 n. 910, pubblicata sulla Gazzell'l Ulli-Cla e del 13·12·1969): '

." da) i diplomati degli Istituti di istruzione secondaria ,ii sccon () grado ÙI durata quinquennale ivi compl'eo'l l' l' , l' ,'" ", lcel mgwstici nconosciuti per legge e coloro 'h' < bb' .. t' . . '- ' C lo: <1 lallO supe-

Id U l corsI Integrativi previsti dalla legge;

_', ' h) .ind,ipendentcmenk dal titolo di istruzione seconda· II,t super,IOIl' posseduto, chiunque sia munito di altra I ' " (ad ccc 'z d 'cl' I ' aUI c,l e .lOne Clip omati dell'ISEF " \" 'I ' . e 111 19l anza scolastIca).

I laureati presso 'tltr' F It' , b .., <. C aco a, In ase agli studi com-piuti per Ii conseguimento dell'altra laurea delib ' ' I I C 'l' "', possono, con

CI ~ (. e onslg lO di Facoltil, essere ammessi ad un anno succeSSIVO al primo, con eventual" d' ..... lspcnsa dal supararc esami di materie comuni od aAlni.

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MECCANIZZAZIONE DEI SERVIZI AMMINISTRATIVI

d r t denti della Facoltà di Ar-Si porta a conoscenza eg ~a s ~eccanizzazione dei servizi

chitettura che è stata attuata d Ila Facoltà a mezzo del amministrativi della Segretena. e , Centro Elettronico AmministratiVo.

immatricolati à decorrere . ' d gli studenti Tale innovazIOne rlguar ~ . dall'anno accademico 196&-69 m pOl.

o • • ef ciascun atto di carriera sco-Pertanto gli studepu mtere.s~atl,o~ li ef uso del servizio mecc~'

lastica, devono rie~plre apl?osltl ;'esfo !ti sportelli della Segre~ena nizzato. TaH moduli, da n~lfar\, on esattezza e chiarezza, nell mte­di Facoltà, devono essere riempi t c resse stesso dello ·'studente.

. del modulo o di inesatta com-Nei casi di mancata p:es~ntazlOne zate dallo studente rimarranno

pilazione dello. stessO, le riChIeste avan inevase o sospese.

.. d' mecca-.. ' l iena riuscita del ':iCrVlzlu. I . Pertanto, per aSSIcurare a p , l t collaborazione deglI studcnll:

nizzazione, si raccomanda la comp e a , .' . vo sistema, si ricorda che l.c tasse

Per le stesse -esIgenze del nuo t' uendo esclusivamente del bollet-. d ssere pagate usu r . . 'taria che scolastiche evono e . . d H'AmministrazlOne unI,VerSI ,

tini di clc post~le predispOSti, ~ Segreteria di Facolta. si ritirano gratUItamente presso a

MODULI MECCANOGRAFICI

Mod. Smll - per l'immatricolazione Mod. Sm/2 _ per la richiesta disp~~sa, tasse Mod. Srri/3 - per la richiesta c:rllhcatt _, Mod. Sm/5 - per la richiesta di passag~1O Mod. Sm/6 -- per la richiesta di ,trasfe,nmento

/ 7 _ er trasferimento' ID arnvo . Mod. Sm p., ione anni successivi al pnmo Mod Sm/9 - per lScnz . '

• O _ er l'immatricolazione dCI laurea.tl . Mod. Sm/l p l resentazionc del piano Ùl studiO Mod. L/ l - per a p. .

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ELENCO DEGLI INSEGNAMENTI ATTIVATI NELL'ANNO ACCADEMICO 1982,83

]Iuegnamenti fondamentali:

Analisi matematica e geometria analitica 1<> (A) Canfora A. Incaricato

Analisi matematica e geometria analitica 1<> (B) Martini G. Stabilizzato

Analisi 'matematica e geometria analitica l° (C) Ragusa Ligllori F. Stabilizzato

Analisi matematica e geometria analitica l" (D) Tucci F. Stabilizzato

Analisi matematica e geometria analitica 1<> (E) . D'A puzzo L. Incaricato

Analisi matematica e geometria analitica 2° (A) Diviccaro M. L. Stabilizzato

Analisi matematica e geometria analitica 2" (B) Cella C. Stabilizzato

Analisi matematica e geometria analitica 2" (C) D'Aristotile A. M. Stabilizzato

Analisi matematica e geometria analitica 2a (D) Ambrosio R. Stabilizzato

Arredamento (A) Alìson F. Ordinario Arredamento (B) Cocchia F. Stabilizzato Composiz. architettonica la (A) Angrisani M. Ordinario Composiz. architettonica la (B) Mazzoleni D. Stabilizzato Composiz. architettonica l" (C) Nunziata M. Ordinario Composiz~ architettonica la (D) De Rosa L. Stabilizzato CompO'siz. architettonica la (E) Scarano R. Stabilizzato Composiz. architettonica 2a (A) De Franciscis G. Stabilizzato Composiz. architettonica 2a (B) Borrelli G. Stabilizzato Composiz. architettonica 2a (C) Padello S, Stabilizzato Composiz. architettonica 2" (D) Izzo A. Stabilizzato Composiz. architettonica 3"_ (A) Bisogni S. Ordinario Composiz, architettonica 3" (B) Dalisi R Stabilizzato Composiz. architettonica 3" (C) Siola U. Ordinario Composiz. architettonica 3" (D) Spirito F. Stabilizzato Composiz. architettonica 4" (A) Rossi A.L. Ordinario Composi.z. architettonica 4" (B) Samonà A. Ordinario Composiz. architettonica 4" (C) Sbriziolo A. Stabilizzato Composiz. architettonica 4" (D) Cuomo A, Incaricato Composiz. architettonica 5" (A) Capobianco M. Ordinario Composiz. architettonica 5" (B) Pagliara N. Ordinario Composiz. architettonica 5" (C) Pica Ciamarra M, Stabilizzato Composiz. architettonica 5" (D) Della Sala F. Ordinario Disegno e Rilievo (A) Sgrosso A. Straordinario Disegno e Rilievo (B)

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Disegno e Rilievo (C) Disegno e Rilievo (D) Disegno e Rilievo (E)

Rosi M. Giusti Baculo A. Gubitosi C.

Estimo ed Esercizio Prof. (A) Estimo ed Esercizio Prof. (B) Fisica (A) Fisica (B)

Fu'sco Girard L.

Colantuoni G.

FisiCa tecnica ed impianti Geometria Descrittiva (A) Geometria Descrittiva (B) Geometria Descrittiva (C) Geometria Descrittiva (D) Igiene Edilizia (A) Igiene Edilizia (B) Restauro dei Monumenti (A) Restauro dei Monumenti (B) Scienza delle Costruzioni (A) Scienza delle Costruzioni (B) Scienza delle Costruzioni "(C) Statica (A) Statico (B) Statica (C) Statica (D) Storia dell' Architettura l° (A) Storia dell'Architettura l° (B)

. Storia dell'Architettura l° (C) Storia dell'Architettura l° (D) Storia dell'Architettura l° (E) Storia dell' Architettura 2° (A) Storia dell'Architettura 2° (B) Storia dell' Architettura 2° (C) Storia dell'Architettura 2° (D) Tecnica delle Costruzioni (A) Tecnica delle Costruzioni (B) Tecnologia dell'Architettura l° (A) Tecnologia dell'Architettura l° (B) Tecnologia dell' Architettura l· (C) Tecnologia del1' Architettura 2° (A) Tecnologia del1' Architettura 2° (B) Tecnologia dell' Architettura 2° (C) Urbanistica l° (A) Urbanistica l° (B) Urbani.tica l° (C) Urbanistica 2° (A) Urbanistica 2° (B) Urbanistica 2° (C)

It1segnamenti complementari:

Boccia S. Palermo C. Ulisse Penta R. Ventre A. Rigillo Troncone M. Ferraro 1. Di Stefano R. Casiello S. Castellano G. Baratta A. Belli P. BoneUi M. E. Maìsano S. De Rosa E. Fino L. Gambardella A. Starace F. Santoro L. Cantone G. Pane G. De F~sco R.

Alisia G. Venditti A. Carputi U. Fabbrocino V.

. Orlacchio D. Caterina G. Vitale A. Gangemi V. Cennamo M. Capasso A. Rigillo A. .Forte F. ·Belli A. D'Ambrosio R. Cardarelli U. Vittorini M.

De Felice E. 'Renna A. Di Simone G.

Allestimento e Museografia Analisi dei Sistemi urbani Arte dei Giardini Caratteri stilistici e costruttivi

dei Monumenti Fiengo G.

Complementi di matematica Consolidamento e adattamento

degli edifici Decorazione

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Di Nola A.

Defez A. Morrica L.

Stabilizzato Straordinario Stabilizzato

Ordinario

Incaricato

Stabilizzato Stabilizzato Incaricato Stabilizzato Stabilizzato Incaricato Ordinario Straordinario Ordinario Straordinario Straordinario Stabilizzato Stabilizzato Incaricato Incaricato Stabilizzato Stabilizzato Stabilizzato Straordinario Incaricato ·Ordinario

Ordinario Ordinario Ordinario Ordinario Stabilizzato Straordinario Stabilizzato Ordinario Stabilizzato Incaricato Ordinario Stabilizzato Stabilizzato Ordinario Ordinario Ordinario

Stabilizzato Stabilizzato Stabilizzato

Straordinario Incaricato

Stabilizzato Stabilizzato

I11u~j!l~zione ed Acustica nell' Edlhz1a

Indirizzi dell' Architettura derna mo-

Letteratura artistica Lingua inglese MMater~ali ,da, c?struzione speciali

alene gIUridiche Pìa':li~cazione Territoriale Urba­

nistica (A) Pianificazione Territoriale Urba-

nistica (B) Plastica Ponti e G:andi Strutture Progetta. zlOne artistica per l',

dustna n-Scenografia S!oria ~ell'Urbanjslica Tlpologla Strutturale Unifi~azione edilizia e Prefabb ,'.

ca ZIO ne 11

Ccnnamo M.

De Fusco R Dalai Emili~ni M L De Vivo F. P. .. Russo Ermolli E D'Angelo G. .

Lanìni R.

Piemontese L.

Noto A.

Mango R. De Angelis A Coletta M. . Murolo C.

Murolo C.

Incaricato

Incaricalo Straordinario Incaricato Ordinario Ordinario

Stabilizzato

Stabilizzato

Stabilizzato

Ordinario Stabilizzato Stabilizzato Incaricato

Ordinario

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CODIFICAZIONE DEGLI INSEGNAMENTI DELLA FACOLTA

Analisi matematica e geometria analitica I Analisi matematica e geometria analitica II ComposÌzione architettonica I Composizione architettonica Il Composizione architettonica III Composizione architettonica IV Composizione architettonka V Disegno e rilievo Geometria descrittiva Restauro dei monumenti Scienza delle costruzioni Statica Storia dell'Architettura I Storia dell'Architettura II Tecnica delle costruzioni Tecnologia dell'Architettura I Tecnologia dell'Architettura II Urbanistica I Urbanistica II Allestimento e Museografia Analisi dei sistemi urbani Arredamento Arte dei giardini Caratteri stilistici e costruttivi dei monumenti Complementi di matematica Consolidamento e adattamento degli edifici Decorazione Estimo ed eser<..:Ìzio professionale Fisica Fisica tecnica ed impianti Igiene edilizia Illuminazione e acustica nell'edilizia Indirizzi dell'Arc,hitettùra moùerna Letteratura artistica Lingua Inglese Materie giuridiche Materiali da costruzion'e speciali Pianificazione territoriale urbanistica Plastica Ponti e grandi strutture Progettazione artistica per l'industria Scenografia Storia dell'urbanistica Tipologia strutturale Unificazione edilizia c prcfabbdcazione

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(25(04) (25(10) (25(28) (25(34) (25(67) (25(71) (25(72) (25(61) (25(60) (25(32) (25(25) (25(63) (25(62) (25(65) (25(69) (25(64) (25(66) (25(29) (25(35) (25/73) (25(74) (25(70) (25(50) (25(22) (25(75) (25(52) (25(53) (25(37) (25(13) (25(68) (25(26) (25(76) (25/77) (25(78) (25(41) (25(55) (25(79) (25(56) (25(43) (25(80) (25(57) (25(58) (25(81) (25(82) (25(84)

LEZIONI E FREQUENZA

A proposito della frequenza alle lezioni, si ricorda che il R.D. 4·6·1938, n. 12(\9, sempre in vigore, dice testualmente:

« I professori ufficiali e i liberi docenti si accertano della frequenza e del profitto nel modo che credono più oppor. tuno ».

. Attual~ente; per deliberazione del Consiglio di Facoltà, glI studenti sono esonerati dal presentare in Segreteria la firma di frequenza.

di Si ~a prese~t~ c~e data la particolare natura degli studi ~rc~~tettura. e mdlspensabile che gli studenti seguano con

assldUita le leZIOni.

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PIANI DI STUDI DELLA FACOLTÀ

Gli studenti possono conseguire la laurea seguendo l'or­dinamento didattico consigliato dalla Facoltà secondo il nuo­vo ordinamento (Decr. Preso n. 995 del 31-10-1969) oppure scegliendo un piano di studio individuale.

Il piano di studio ufficiale è composto da un numerò rigido di determinati insegnamenti (detti fondamentali e ugua­li per tutti gli stessi corsi di laurea delle Università italiane) e da un numero minore di insegnamenti (detti complemen­tari), che vengono scelti in un vasto gruppo per lasciare maggiore libertà allo studente.

Il piano di studio ufficiale viene automaticamente scelto e seguito da quegli studenti che non presentano alcuna do­manda per variarlo.

Anche per !'iscrizione ai corsi, lo studente viene iscritto d'ufficio a tutti gli insegnamenti fondamentali e a tutti quelli complementari contenuti nell'elenco del corso di laurea.

Inoltre gli studenti, anziché seguire il piano di studio pre­disposto dal Consiglio di Facoltà, secondo il nuovo ordina­mento didattico (piano di studio ufficiale), possono compilare un piano di studio diverso da esso (piano di studio indivi­duale); in questo secondo caso il piano di studio dev'essere approvato dalla Facoltà.

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CONCETTI GENERALI SUI PIANI DI STUDIO INDIVIDUALI

La legge 11-12-1969, n. 910, art. 2 (G.U. del 31-12-1969, n. 314, p. 7621) dice testualmente:

«Per l'anno accademico 1969-70, lo studente può predi­sporre un piano di studi diverso da quello previsto dall'or­dinamento didattico in vigore, purché nell'ambito delle disci­pline effettivamente insegnate e nel numero degli insegnamen_ ti stabiliti.

, «II pia.no è sottoposto, non oltre il mese di gennaio, alI approvazIOne del Consiglio di Facoltà, che decide, tenuto conto delle esigenze di formazione culturale e di prepara­zione professionale dello studente ».

La legge 30-11-1969, n. 924, art. 4 (G.U. del 9-12·1970, n. 310, p. 8142) dice testualmente: .

«II termine di presentazione da parte degli studenti di piani di studio individuali, è fissato al 31 dicembre di ciascun anno accademico. Quello per le decisioni dei Consigli di Fa­coltà è fissato al 31 gennaio di ciascun anno accademico»

Il concetto informatore della legge è di lasciare la possi­bilità agli studenti di predisporre piani di studio razionali l~g!~a~e~te stru.ttu~ati che tengano conto sia delle loro pos~ SIbIlI mclmazlODI, SIa della necessità di mantenere e possibil­mente migliorare il livello della loro preparazione culturale e professionale.

Lo studente ha la possibilità di formulare un piano di studi complementare a sua scelta. E' chiaro che la Facoltà va­luterà questi piani con particolare attenzione, essendo suo dovere tener conto «delle esigenze di formazione culturak

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e di preparazione professionale dello studente ». Il Consiglio di Facoltà potpà anche spostare gli insegnamenti da un anno

all'altro.

Dopo l'approvazione da parte della Facoltà, tutti gli esa­mi degli insegnamenti indicati nel piano di studio presentato diventano obbligatori e quindi non possono essere né sosti­tuiti né anticipati di anno. Potranno, invece, essere posticipati anche se ciò chiaramente influirà sull'eventuale diritto all'as­segno di studio. E' chiaro che il piano di studio presentato ha valore dall'anno accademico per cui esso viene presentato (ad esempio, il piano presentato per l'anno accademico 1982-83 inizia ad avere validità dalla sessione estiva 1983, cioè dal maggio 1983); esso non può avere in nessuno caso valore retro­attivo, per cui fino alla sessione invernale (appello straordi­nario di febbraio) immediatamente successiva a quella della presentazione (nel caso dell' esempio per gli esami rla soste­nere fino a marzo 1983) avrà valore <il piano di studio appro­vato per l'anno precedente (anno accademico 1981-82).

Ove mai gli studenti sostenessero e superassero esami non inclusi nei piani di studio presentati ed approvati dalla Facoltà,detti esami saranno annullati e non risulteranno in­dicati in nessun tipo di certificato. Infatti la presentazione ·di

un piano di studio da parte dello studente, ave approvato dalla Facoltà costituisce un'effettiva sostituzione dell'ordina­mento didattico tradizionale che lo studente è tenuto a rispèt­tare. Nel casO che esso venga approvato con modifiche si convocherà lo studente affinché ne prenda visione. Se lo siu­dente non si presenta alla convocazione indicata, egli sarà tenuto a seguire il piano tradizionale o quello approvato l'an­

no precedente.

E' opportuno sottolineare che per ogni anno accademico lo studente ha la facoltà di presentare un nuova piano di studio, che comunque inizia ad avere validità - ave appro­vato _ dall'anno accademico della sua presentazione. E' da sottolineare, però, come ciò sia assolutamente sconsiglia bile in quanto la scelta del piano dovrebhe essere fatta dopo pro­

fonda meditazi<me.

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Il piano di studio deve essere formulato in maniera com­p~eta, cioè per tutti gli anni accademici di durata del corso dI lau~ea. Per quanto attiene gli esami relativi agli anni' pre­cedenti a quello. della presentazione del piano di studi lo stu­dente deve riportare nel modulo, senza alcuna modifica 1"­d' . dl,!Il . Icazl?ne eg i esami superati includendoli negli anni di corso In CUl ha frequentalo (senza riguardo a quando l'esame è stato effettivamente superato).

Pertanto, si ripete ancora che per l'anno accademico pre­ce~ente a ~uello per cui è stato presentato il piano di studio, gli studentI sono tenuti a rispettare il piano di studio appro­vato per detto anno.

. Si fa in?ltre presente che un anno accademico può essere rztenuto valtdo solo quando sia comprensivo del numero mi­nimo di insegnamenti, che non può essere inferiore a 3 per ciascun anno.

Per quanto riguarda gli studenti che si trasferiscono da altra Università, non potrà tenersi conto di piani di studio approvati in altre sedi. Pertanto, lo studente è invitato a presentare un piano di studio secondo le norme indicate in questo opuscolo, a partire dall'anno acc~demico in cui egli risulterà trasferito a questa sede, sempreché il foglio di conge­do pervenga entro il 31 dicembre. Lo studente comunque non potrà conseguire la laurea presso questa sede senza ch~ questa Facoltà abbia espresso il suo parere di validità sul piano di studio complessivo seguito dallo studente.

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PIANO DI STUDIO CONSIGLIATO DALLA FACOLTÀ

I kmo

Analisi matematica e geo.metria analitica (l'anno del

co.rso). Geo.metria descrittiva. Disegno. e rilievo. Co.mpo.sizio.ne architetto.nica (l'anno. del co.rso.). Sto.ria dell'architettura (l'anno. del corso.). Due insegnamenti complementari a scelta.

II Anno

Analisi matematica e geo.metria analitica (2' anno del

co.rso). Statica. Tecnologia dell'architettura O' anno del co.rso). Composizio.ne architetto.nica (2' anno. del co.rso). Storia . dell'architettura (2' anno del corso). Un insegnamento complementàre a scelta.

III Anno

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Fisica. Scienza delle costruzioni. Tecno.lo.gia dell'architettura (2' anno. del co.rso.). Composizione architetto.nica (3' anno. del co.rso). Urbanistica (l'anno. del corso). Un insegnamento complementare a scelta.

IV Anno

Fisica tecnica ed impianti. Tecnica delle costruzioni. Arredamento. Igiene edilizia. Composizione àrchitettonica (4' anno del corso). Urbanistica (2' anno del corso). . Un insegnamento complementare a scelta.

V Anno

Estimo. ed esercizio pro.fessio.nale. Restauro dei monumenti: Composizione architetto.nica (S'anno del co.rso.). Un insegnamento complementare a scelta.

Insegnamenti complementari vrà sceglierne sei, distribuendo.li: anno successivo:

tra i quali lo studente do-2 al l'anno ed 1 per o.gni

Allestimento e museografia (annuale). Analisi dei sistemi urbani (annuale). Arte dei giardini (Architettura del paesaggio) (annuale). Caratteri stilistici e co.struttivi dei monumenti (annuale).

..:\. Complementi di matematica. ---I-" Co.nsolidamento. ed adattamento degli edifici.

Decorazione (annuale). Illuminazio.ne ed acustica nell'edilizia (annuale). Indirizzi dell'architettura moderna (annuale). Letteratura artistica (annuale). . Lingua inglese (annuale). Materiali da costruzio.ne speciali (annuale). Materie giuridiche (annuale).

,\.Pianificazione territo.riale urbanistica (annuale). Plastica ornamentale (annuale). Ponti e grandi strutture (annuale). . Progettazio.ne artistica per !'industria (annuale). Sceno.grafia (annuale). Sto.ria dell'urbanistica (annuale).

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Tipologia strutturale (Morfologia strutturale) (annùale). Unificazione edilizia e prefabbricazione (annuale).

Gli insegnamenti a corso biennale e pluriennale compor­tano l'esame alla fine di ogni anno di corso.

Gli esami di profitto e quelli di laurea si danno, per cia­scun anno accademico, in due sessioni ordinarie (estiva e autunnale) e nell'appello straordinario di febbraio (discipli­nato quest'ultimo, dalle norme contenute nelle leggi 5-11-1955,

n. 8 e 1-2-1956, n. 34).

Nell'appello straordinario di febbraio, però, gli studenti in corso possono sostenere al massimo 2 esami.

In particolare si ricorda che nell'appello di febbraio non possono essere ripetuti esami già sostenuti con esito negativo per due volte consecutive nelle sessioni ordinarie dell'anno accademico (estiva ed autunnale).

DELIMITAZI()NI DELLE SESSIONI DI ESAMI

Il senato' Accademico nell'adunanza del 3-4-1973 ha deli· berato la ripartizione di sessiorii degli appelli di esame come

segue:

_ sessione estiva: maggio; giugno; luglio; ot'tobre;

_ sessione autunnale: novembre; dicembre; gennaio;,

_ sessione invernale: febbraio; marzo.

Le date degli appelli, verranno fissate dai Professori uf­

ficiali dei corsi.

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PRECEDENZA DI ESAMI

Come da deli!bera -del Consiglio di Facoltà del 5·1·1972 lo studente:

Non può essere ammes­so a sostenere l'esame di:

Statica e Fisica tecnica e im· pianti

Scienza -delle costruzioni Composiz. architettonica Analisi matematica e geo~e. tria analitica, Storia dell' ar· chitettura, Tecnologia della architettura, Urbanistica

Composizione arohitettoni. ca V

Restauro

Tecnica -delle costruzioni

Se non ha superato l'esa· me di:

AnaHsi matematica e geome. tria analitica II

Statica Nella serie degli esami sta. biliti dalla Facoltà per queste materie non può essere so· stenuto un esame senza che sia stato superato il prece. dente.

Scienza delle costruzioni

Storia dell'architettura II.

Scienza delle costruzioni.

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NORME GENERALI E PER L'ESAME DI LAUREA

Gli insegnamenti sono svolti sotto forma di lezioni teori­che e di esercitazioni pratiche e possono essere integrati da visite a monumenti, edifici e cantieri che presentino parti­colare interesse ai fini dell'insegnamento. Gli insegnamenti comportano l'esame alla fine di ogni anno o semestre di corso.

Per essere ammesso all'esame di laurea, lo studente deve aver superato gli esami di tutti gli insegnamenti fondamen­tali e dei sei complementari da lui scelti fra quelli indicati dalla Facoltà.

E' altresì ammesso all'esame di laurea lo studente che abbia superato gli esami di tutti gli insegnamenti del piano di studio da lui predisposto ai sensi dell'art. 2 della legge 11-12-1969, n. 910, prorogata cori legge 30-11-1970, n. 924.

Lo studente, almeno sei mesi prima della sessione di lau­rea, dovrà concordare con il professore relatore l'assegna­zione della tesi che, dovrà svolgere.

Per essere ammesso all'esam~ di laurea, lo studente deve aver superato, almeno venti giorni prima della seduta di lau­rea, gli esami di tutti gli insegnamenti fondamentali e com­plementari, previsti dal piano degli studi (sia esso quello ufficiale ovvero individuale cioè prescelto dallo studente ed approvato dal Consiglio cli Facoltà).

Nel termine prescritto, lo studente che intende laurearsi deve presentare alla Segreteria della Facoltà apposita doman­da di ammissione, corredata dalla quietanza attestante il pa­gamento della sopra tassa esame di laurea e dal nulla osta, rilasciato dal Relatore.

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L'esame di laurea consiste:

a) nella redazione di un progetto di architettura o di urbanistica o nell'elaborazione di una monografia di storia dell'architettura o dell'urbanistica. Il progetto deve essere completo nei riguardi dell'arte e della tecnica, in modo da poter esser considerato esecutivo in ogni sua parte, e svolto dallo studente durante l'ultimo anno di corso;

b) in una discussione sullo svolgimento del progetto o della monografia.

Si ricorda, infine, che l'esame di laurea non dovrà identi­ficarsi in alcun modo con il corso e l'esame di Composizione Architettonica V, come del resto già da tempo stabilito dal Consiglio di Facoltà.

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BIBLIOTECA

La Biblioteca della Facoltà è aperta al pubblico dalle ore 9 alle ore 19 dei giorni feriali, escluso il sabato, in cui è aperta dalle ore 9 alle ore 13.

Sono ammessi alla consultazione gli studenti, i docenti universitari, nonché i laureati e gli studiosi, relativamente ad opere non reperibili presso altre biblioteche, previa autorIz­zazione del Direttore.

La consultazione dei periodici termina alle ore 14.

Il prestito è concesso ai professori di ruolo ed ai pn,lfes­sori incaricati della Facoltà, nonché agli assistenti, co..- mal­leveria dei Direttori d'Istituto.

Le opere rare, quelle di frequente consultazione, i codici, le enciclopedie; i dizionari, i re'pertori bibliografici, gli atlantI: le raccolte di tavole ed i periodici sono tassativamente esclUSI dal prestito.

Funziona un servizio di riproduzione fotomeccanica.

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SCUOLA DI PERFEZIONAMENTO IN RESTAURO DEI MONUMENTI

E' istituita, presso la Facoltà di Architettura, la Scuola di Perfezionamento in Restauro dei monumenti, con lo scopo di incrementare la preparazione storico-artistica e tecnica dei professionisti, impegnati nella attività di restauro e di tutela dei monumenti, e nella pianificazione urbanistica dei centri urbani.

In particolare, la scuola si propone anche di preparare gli architetti alle funzioni tecniche e scientifiche che vengono svolte presso le Sopraintendenze ai monumenti.

La scuola svolge un corso di insegnamento della durata di due anni e rilascia un diploma 'di Perf~zionamento in Re­stauro dei monumenti.

Sono ammessi alla scuola i laureati in Architettura ed Ingegneria civile (sezione edile). Il numero massimo degli

, iscritti è di 50 per ogni anno di corso.

Della accettazione delle domande giudica, anno per anno, il Consiglio Direttivo della scuola, su proposta del Direttore_

Gli insegnamenti -della scuola sono i seguenti:

al Fondamentali:

1) Teoria e storia del restauro dei monumenti; 2) Urbanistica dei centri antichi; 3) Consolidamento ed adattamento degli edifici; 4) Restauro dei dipinti, affreschi e mosaici; 5) Nozioni giuridiche ed am­ministrative.

h) Complementari:

1) Storia cieli 'architettura; 2) Storia dell'arte; 3) Can­tieristica; 4) Estimo e contabilità dei lavori.

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Le lezioni relative agli insegnamenti suddetti saranno in­tegrate da conferenze svolte da specialisti dei vari settori.

Il Consiglio potrà anche istituire altri corsi non compresi nel suddetto elenco.

Ciascun insegnamento fondamentale comporta un unico esame alla fine del biennio; a tali esami sono ammessi gli allie­vi che abbiano frequentato almeno due terzi delle lezioni di ciascun corso. La frequenza viene attestata da ciascun docente.

Le commissioni giudicatrici sono composte 'da tre insegnanti della scuola e sono' presiedute ciascuna dal docente Q.ella materia di esame.

Gli esami hanno luogo in due sessioni, estiva ed a-Utunnale. L'iscritto che ha superato tutti gli esami degli insegnamenti fonda·

mentali e di a,Imeno due complementari è ammesso aU'esame di diploma. L'allievo che non abbia sostenuto le prove di' eSame nel termine pre­

scritto, potrà ottenere l'iscrizione fuori corso soltanto per un anno. L'esame di diploma si sostiene,' diminzi al Consiglio direttivo riunito

in commissiqne, che in nessun 'caso: dovrà essere costituita da meno di cinque professori.

Il candidato deve presentare, una dissertazione scritta, accompa­gnata da eventuali altri elaborati, su di un tema scelto dall'allievo, d'accordo con il docente della materia, e deve discuterla davanti alla commissione, nell'ambito di un colloquio che dimostri la sua adeguata preparazione nella specializzazione.

I candidati non riconosciuti idonei potranno presentarsi all'esame di diploma dopo un altro anno di frequenza alla- scuola. Nel caso che essi anche al secondo esame di diploma non siano riconosciuti idonei, saranno senz/altro esclusi da ogni ulteriore prova.

La scuola è retta da un Consiglio direttivo, composto dai professori che insegnano nella scuola stessa, i quali eleggono tra loro il Direttore che lo presiedè per un triennio ed è rieleggibile. Il Consiglio stabilisce l'ordinamento e l'indirizzo degli studi nonché il numero delle lezioni per ogni singolo insegnamento.

Gli incarichi di insegnamento sono conferiti su proposta del Consi­glio della Facoltà di Architettura, approvata dal Senato accademico e dal Consiglio di Amministrazione dell'Università di Napoli. Gli insegnanti possono essere scelti tra i professori di ruolo e fuori ruolo, tra i liberi docenti e anche tra specialisti o stranieri di chiara e riconosciuta competenza.

Gli iscritti alla scuola di perfezionamento sono tenuti a pagare le tasse, le sopra tasse, la tassa di diploma, nonché tutti gli altri contri­buti stabiliti per gli studenti iscritti alla Facoltà di Architettura del­l'Università di Napoli.

Essi sono tenuti, altresì, a pagare un contributo speciale nella mi­sura che sarà determinata annualmente dal Consiglio di amministra­zione, su proposta del Consiglio direttivo della scuola.

La tassa di diploma è fissata nella misura di L. 60.000, ai sensi della legge 26 gennaio 1982, n. 11.

La presentazior~ delle domande di iscrizione scade improrogabìl­mente il 5 novembre di ogni anno.

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PROGRAMMI

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I .• INSEGNAMENTI FONDAMENTALI

ANALISI MATEMATICA E GEOMETRIA ANALITICA I

(A) (B) (e) (D) (E) Prof. Albino Canfora Prof. Giulia Martini

Prof. Fortunata Liguori Prof. Francesco Tucci . Prof. Livia D'Apuzzo

Premessa comune ai cinque corsi

Quale breve premessa teorica e metodo logica al program· ma didattico di Analisi Matematica e Geometria Analitica I· che qui di seguito andiamo ad esporre per gli studenti del primo anno di corso, possiamo dire che è nostro intendimento fondamentale partire dal recupero delle conoscenze matemati­che che i giovani hanno già acquisito nella Scuola secondaria superiore, cercando di colmare i dislivelli di preparazione cau· sati dai diversi programmi svolti nelle diverse scuole di prove· nienza. In secondo luogo, avendo presente che per i primi corsi di Matematica ed in particolare per l'Analisi Matematica e Geometria Analitica I, generalmente considerata la materia più ostica, è necessario un bagaglio di nozioni molto modesto, passiamo ad introdurre i concetti di base cercando, per quan­to possibile, di sviluppare le capacità critiche degli allievi, l'attenzione a ciò che è fondamentale, l'elaborazione autono­ma e l'equilibrio fra la fantasia e la sistematicità.

Nel nostro insegnamento poi già da tempo facciamo il possibile per abbandonare le metodologie tradizionali delle lezioni ex-çathedra a studenti destinatari passivi di nozioni

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e teorie già accuratamente confezionate, cercando invece di dare ai giovani con l'insegnamento matematico iI mezzo ne­cessario per sviluppare l'astrazione e ciò non per significare distacco dal concreto bensì perché essa costituisca lo strumen­to più appropriato per dominarlo.

Cosicché in un corretto apprendimento della matematica il giovane studente trovi il mezzo necessario per trattare i problemi concreti.

Per quanto riguarda il contenuto del corso, a differenza di quanto avviene per altre discipline in cui sono possibili delle diversificazioni, per l'Analisi Matematica e Geometria Analitica I tutti i docenti sono generalmente soliti distribuire il programma nel modo che qui appresso viene indicato:

Programma

Simboli logici di uso corrente e nozioni fondamentali su­gli insiemi. Insiemi numerici. Spazi euclidei ad n dimensioni. Concetto di funzione. Funzioni numeriche di una o più varia­bili. Elementi di algebra lineare. La nozione di limite di fun­zioni reali di una variabile reale e teoremi fondamen tali per la ricerca del limite. La nozione di continuità e proprietà notevoli delle funzioni continue. Le funzioni numeriche elemen­tari nel campo reale (funzione potenza, funzioni esponenziali e logaritmiche, funzioni circolari e' loro inverse, polinomi nel campo reale). Infinitesimi ed infiniti. Derivate e differen­ziali delle funzioni reali di una variabile reale. Regole di deri­vazione. Derivazione delle funzioni elementari. Applicazione del calcolo differenziale delle funzioni di una variabile reale. Elementi di geometria analitica del piano.

Testo consigliato

Fiorenza - Greco, Lezioni di analisi matematica, VoI. I.

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ANALISI MATEMATICA E GEOMETRIA ANALITICA II

(A) (B) (C) (D) Prof. M. Luigia Diviccaro

Prof. Carmela Cella Prof. Annamaria D'Aristotile

Prof. Rosanna Ambrosio

Gli argomenti del corso di Analisi Matematica e Geometria Analitica II costituiscono il presupposto per la comprensione delle que~fioni di carattere tecnico che si presentano nello studio delle strutture architettoniche e. dei procedimenti pro­gettuali.

1. Applicazione del calcolo differenziale in una variabile.

2. Integrazione delle funzioni di una variabile.

3. Lo spazio euclideo reale a R - dimensioni - Elementi di

calcolo vettori aIe.

4. Funzioni reali di più variabili reali - Funzioni vettoriali _ Limiti e continuità.

5. Calcolo differenziale delle funzioni di più variabili.

6. Elementi di geometria differenziale delle curve.

7. Integrali curvilinei.

8. Integrazione delle funzioni reali di due variabili.

Testo consigliato

Fiorenza - Greco, Lezioni di analisi matematica, VolI. I e II.

ARREDAMÈNTO (A)

Prof. Filippo Alison

Articolazione del corso

In un solo anno accademico è possibile coprire, sia pure in forma conoscitiva, l'ampia problematica della disciplina.

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L'attuale ordinamento didattico non cencede occasioni propedeutiche atte ad informare gli studenti sul ruolo e sul significato specifico dell'arredamento. L'arco di tempo di· sponibile, sempre più limitato, riduce le osservazioni analiti-· che e pone limiti anche all'operazione progettuale ritenuta prevalente, sia per la sua collocazione nel corso di studi sia per la sua istanza promotrice di responsabilità.

In forma problematica, col tentativo di coprire le lacune più emergenti il corso affronta i temi delle attrezzature di arredo per l'alloggio, per l'ambiente urbano e per i servizi sociali a carat.tere collettivo.

I comportamenti sociali, la condizione economica attuale, in connessione con la disciplina, pongono problemi quali: l'ade­guamento, la rivalutazione e la trasformazione delle attrezza­ture di arredo in rapporto con l'evolversi della produzione industriale e artigianale e con l'uso di esse ·nelle attività pro­duttive, nella casa e nelle organizzazioni comunitarie.

Nel quadro di assestamento e di riconversione delle atti­vità agricole, artigianali e produttive in genere, e nell'ambito delle istanze di rivitalizzazione e di recupero sia funzionale che produttivo di ambienti urbani degradati, usando Un me­todo di mediazione tra pragmatismo e materialismo dialetti­co, la nostra ricerca, sia critica che progettuale, estrapola dalle condizioni reali ambienti-campione ove emergono i pro­blemi deI" settore direttamente correlati alla funzione alloggio.

Tema A - L'ambiente domestico privato o collettivo

Tema B - Servizi per la didattica e sociali con strutture aggre­gative in un insediamento urbano

Tema C - Strutture ambientali. per attività collettive urbane

Tema di progetto

Prendendo spunto da un tema di estrema attualità, lo inizio dei lavori per la metropolitana della linea 1 della M.N., il programma prevede innanzi tutto di analizzare i problemi

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di mediazione con l'esterno della stazioni; poi l'allestimento e le attrezzature degli spazi destinati al pubblico; gli accessi e gli spazi circostanti; !'innesto nel tessuto urbano preesisten. te; infine lo studio del materiale rotabile.

La stazione della Metropolitana di Piazza Dante.

Il corridoio mobile tra Piazza Dante e le stazioni di Mon­tesanto (Cumana, F",nicolare, F.S.).

Studio de! materiale rotabile: allestimento delle vetture.

Ricerca storica

In una sincronia. con lo svolgimento dei temi esposti, si affidano a gruppi di studenti, argomenti di ricerca tesi alla storicizzazione dell~ disciplina.

Tale ricerca, intesa come strumento metodologico si arti­cola programmatièamente tra strulturismo e storicismo e si esplica con operazioni di analisi strutturali mediante la let­tura sincronica e diacronica di un'opera prescelta _ a volte COn la ricostruzione - per un recupero alla storia attraverso la storicità del segno.

Gli obiettivi di questo lavoro possono così sintetizzarsi:

a) decifrazione delle regole costitutive dell'opera in esame e rinvenimento della grammatica operativa.

b) risalire all'istanza progettuale di base, dal suo pre­supposto poetico alla sua estrinsecazione tecnico-co­struhiva.

c) analisi dello statuto simbolico - ip. rapporto sin­cronico e ovviamente dilatabile - degli oggetti in esame.

Attraverso la verifica sui modelli al vero (oggetti ricostrui­ti) o in scala (ambienti), l'analisi assume valore concreto di sperimentazjone, laddove attraverso la ri-storicizzazione del progetto si intende rinviare ad una ri-progettazione della storia.·

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ARREDAMENTO (B)

Prof. Fabrizio Cocchia

Il tema riguarderà l'arredo urbano.

Le lezioni che il cprso effettuerà ten'deranno ad indivi­duare e connotare culturalmente e tecnicamente gli elementi costituenti l'arredo urbano, nel rapporto funzionale ed am­bientale che questi definiscono, reciprocamente e per il con­fronto dialettico che si instaura tra tali elementi e il complesso delle preesistenze urbane. Dette comunicazioni di Corso agli ' studenti prenderanno in esame gli aspetti più vari ed interes­santi di espressioni di arredo urbano, in un escursus che in­teresserà civiltà anche geograficamente, e storicamente lon­tane dalla nostra, sempre 'mettendo in relazione il prodotto ana1lzzato con la matrice culturale che l'ha generato, al fine di meglio comprendere meccanismi e modalità metodologiche di quella dinamica progettuale.

L'esercitazione di progetto si riferirà ad una parte della città di Napoli che dovrà essere investigata ed assunta dagli studenti anche attraverso una accurata indagine sulla cortina degli edifici e delle preesistenze ambientali.

. La proposta conclusiva di arredo dovrà tenere nel debito conto connotati, articolazioni, caratteristiche costruttive de­gli elementi che lo costituiscono, tenendo presente i margini di interesse disciplinare del progetto che, se da un lato non dovranno sconfinare nel campo proprio del disegno indu­striale, dall'altro dovranno sempre valutare il rapporto che l'articolazione e la configurazione degli elementi d'arredo contrae con l'ambiente preesistente, e quindi con le regole di vita e le modalità di fruizione degli utenti:

COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA I (A)

Prof. Marcello Angrisani

Argomento centrale del Corso (che è biennale, estendosi all' A.A. 1982-83) è 1'« architettura del litorale», inteso que-

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st'ultimo come luogo di riferimento della accezione morrisiana della disciplina.

S'intende individuare in tal modo in un luogo fisico - il litorale urbano di Napoli - un luogo anche concettuale, nel quale cioè l'ampiezza e la complessità del fenomeno Architet­tura si concretizza nello' insieme delle mod,ifiche e alterazioni operate dall'uomo sulla superficie terrestre, in vista delle pro­prie necessità ... " in un ambito nel quale questi fronteggia e affronta la molteplicità degli elementi ~ la terra, il mare, il luogo urbano - e li risolve con gli strumenti che la disci­plina stessa occorre gli fornisca.

La peculiarità del luogo fisico, propria della nostra città, costituendone immagine e sostanza da sempre esistita, conti­nuamente trasformantesi ma pure nella sua evoluzione contri­buendo in gran parte a conferirle la sua impronta di 'città mondiale " ne riflette la storia urbana architettonica e ne pro· pone la condizione attuale, ora critica ma pure fornita di viro tualità e potenzialità ancora presenti, da coltivare dopo l'even­to sismico.

Il retroterra urbano, con tutti i suoi problemi ma con tutte le risorse umane' che devono confrontarsi con le risorse pure derivanti dai processi di trasformazione economica e so­ciale, converge su questa linea che non è di demarcazione invalicabile, ma un tramite su cui possono ancora giocarsi le parti che le competono delle sue possibilità future.

, Si tratterà, allora tra l'altro di mettere a confronto le ~peculazioni concettuali sui significati dei contenuti architet­tonici con le speriméntazioni 'sul campo' del contesto urbano.

I problemi del movimento - meccanizzato e non - traf­fici paralleli e ortogonali alla linea di costa, con tutto quanto essi hanno a che'fllre!conI'èsistenza -non sopravvivenza -dell'uomo, si affiancano eosiéSvolgono, a lambire e ad attra­versare, non solo.gli spazhe,'gli ostacoli naturali, l'acqua, il sottosuolo, ma anche quelli (problemi) della costruzione, più tradizionalmente coinddeiltÌ',rìeU'atchit.ettura' degli edifici (in questi si riproducono 'innuce '-gli,stessi fenomeni, funzio-nali e formali). .

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Obbiettivo del Corso sarà quello di esaminare e analiZzare le situazioni presenti (come risultanti di un processo evolu­tivo pluri-millenario) (I parte) per confrontarlo e relazionarlo ai problemi e alle esigenze della attualità (II parte) studian­done e considerandone la globalità e contestualità dell'insieme, ma anche addentrandosi nelle sue parti e nei suoi episodi architettonic più significativi, contraddistinti da differenti a­spetti e distinazioni d'uso (legati alle esigenze delle funzioni residenziali, commerciali, del traffico, dell'ospitalità, del tem­po libero, militari, ecc_l.

N.B. - La bibliografia necessaria verrà dettata durante lo svol­gimento del Corso.

COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA I (B)

Prof. Donatella Mazzoleni

Il programma del corso è a disposizione degli allievi presso l'Istituto di Composizione Architettonica.

COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA I (C)

Prof. Massimo Nunziata

Programma didatlico

Dal punto di vista teorico e metodologico si riterrebbe opportuno affrontare i cinque corsi di Composizione archi­tettonica dal l" al 5" anno partendo da una analisi del proble­ma della progettazione nella sua globalità, da effettuarsi al l" e al 2" anno, per giungere gradualmente, a13" 4" e 5" anno, con un approfondimento sempre maggiore, che va dal gene­rale al particolare, alla progettazione esecutiva, di un edificio.

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I I Ciò significa, in termini operativi, iniziare con indagini

e rilevazioni della realtà e proseguire con proposte di recu. pero e di ristrutturazione dell'ambiente esistente fino alla pro­gettazione di nuove realtà architettoniche, con un metodo che intende recuperare il. valore della professionalità, intesa cOn;Je risultato di una preparazione etica e culturale.

« Analisi e proposte di ristrutturazione del centro monu­mentale della città di Napoli» è il tema di studio concordato dal nostro gruppo e collegato, per il primo anno, con il COrso di Disegno e rilievo tenuto dal Prof. arch. Massimo Rosi.

Il corso, biennale, si propone di effettuare un'esperienza che può così sintetizzarsi:

I - analisi del centro monumentalc della città di Napoli, intendendo per esso, 1'0 spazio compreso tra le piazze del Ple­biscito, Trieste e Trento e del Municipio con il Palazzo Reale, la chiesa di S. Francesco di Paola, il teatro S. Carlo, la chiesa di S. Ferdinardo, la galleria Umberto I, il maschio Angioino, il palazzo S. GiacOmo, il teatro Mercadante e gli altri edifici della piazza fino al molo.

2 - progettazione di massima della migliore utilizzazione di tale spazio e dell'eventuale ristrutturazione funzionale degli edifici in esso compresi.

Il primo punto costituirà il lavoro da effettuare al primo anno del corso, si servirà prevalentemente di rilievi già effet­tuati che saranno integrati da osservazioni dirette, compren­derà una indagine storica, premessa indispensabile ad una seria conosèellza della situazione attuale, ed una analisi del­l'ambiente dal puntO di vista dèi contenuti sociali e dal punto di vista della forma,.

Il secondO. pUIliòdjsfftuiràillavoro da effettuare al se­condo anno del corso partendO dai risultati conseguiti con la precedente analisi.

Si tratterà di riorganizzare funzionalmente questo ambien­te rappresentativo ed essenziale 'alla .. vi'ta della città, preve­dendo, nelle sue linee generali"la4;progettazione del nuovo am­bintee che dovrà consentire tale .. viorgai'lizzazione.

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Sul piano operativo, si effettueranno, al primo anno del corso, analisi socio-economiche e storiche, rilevamenti grafiCI e fotografici, e si raccoglierà e si ordinerà il materiale in un numero di tavole sufficienti a evidenziarne i risultati.

Al secondo anno si dovrà giungere a proposte concrete di riutilizzazione o di migliore utilizzazione dell'ambiente og' getto dello studio. I gruppi di studenti, guidati dagli assisten· ti, procederanno alfa progettazione vera e propria che potr~ giungere a fasi diverse di maturazione e, comunque, dovra essere rappresentata in grafici sufficienti ad illustrarne le inten­zioni, grafici che rispetteranno formati e modi ,indicati, anche per consentirne una facile utilizzazione ai fini di una documen· tazione di archivio dei beni culturali.

Sarà fornita, all'inizio del corso, una cartografia essenziale ed una altrettanto essenziale bibliografia, riferite entrambe all'ambito del quale ci si occuperà.

Come introduzione allo studio e stimolo ad un approfon. dimento culturale saranno svolte una trentina di lezioni, che si alterneranno alle' esercitazioni, lezioni tenute dai docenti sulle origini dell'architettura e dell'urbanistica moderna, sulla rappresentazione grafica dello spazio architettonico e, in detta· glia, sul tema oggetto dello studio. Queste lezioni saranno in· tegrate, nel momento opportuno; da interventi di altri docenti, esterni al corso, per fornire elementi di maggiore specializza· zione sugli argomenti essenziali.

Agli esami, che si svòlgerannoin diverse sessioni, saranno presentati gli elaborati grafici. di cui si è già detto, corredati da relazioni illustrative, e su di essi si svolgerà un colloquio.

Sarà altresì richiesta una buona conoscenza dei testi sug­geriti nella bibliografia e si farà particolare riferimento agli argomenti oggetto delle lezioni.

Bibliografia essenziale:

Renato De Fusco, Storia dell'architettura contemporanea, edi­tore Laterza, 1974;

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Lewis Mumford, La città nella storia, editore Comunità, 1963;

Gordon Cullen, Il paesaggio urbano, morfologia e progettazio. ne, editore Calderini,. 1976;

Massimo Nunziata, Introduzione ad una analisi del territorio, editore Guida, 1972;

.ed,· in particolare, per il tema oggetto di studio:

Cesare De Seta, Storia. della città di Napoli dalle origini al Setiecento, editore Laterza, 1973;

Riccardo Filangieri, Castel Nuovo, editore Arte Tipografica, 1964;

Roberto Pane, Architettura dell'età barocca in Napoli, editore E.P.S.A., 1939;

Arnaldo Venditti, Architettura neoclassica a Napoli, editore E.S.L, 1961.

COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA II (D)

Prof. Luciana De Rosa

I tempi per la sperimentazione progettuale faranno rife­rimento ad ambiti urbani e terranno conto delle esperienze di riilevo ed analisi di opere dell'architettura contemporanea napoletana condotte dagli studenti nel corso del primo anno.

La formulazione degli obiettivi del progetto farà riferi. mento a:

l.1. il concetto di continuità ed il rapporto con le preesi. stenze;

l.2. il concetto di spazio (dimensione, struttura, aggrega­zione, identità) come organizzazione per un uso (fun. zioni, attività, partecipazione);

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1.3. il ruolo dei percorsi nella organizzazione dello spa· zio: continuità e strutturà gerarchica;

1.4. il ruolo della tecnologia nella definizione della «fi· gura» architettonica;

1.5. il ruolo della « informazione energetica ».

La messa a punto degli strumenti della progettazione farà riferimento a:

2.1. il rapport() fra le diverse fasi progettuali e la rapo presentazione grafica e tridimensionale: il disegno canonico e l'uso degli organigrammi;

2.2. il rapporto fra l'analisi ed il progetto: l'analisi fio nalizzata e le diverse fasi di approfondimento; il lavoro interdisciplinare;

2.3. il rapporto con la tecnologia: l'introduzione e la definizione degli aspetti tecnologici e strutturali co­me momento inscindibile da quello della definizio· ne degli aspetti architettonici;

2.4. il rapporto con !'impiantistica: !'introduzione e la definizione degli aspetti impiantistici come momen­to inscindibile da quello della definizione degli aspet­ti architettonici.

Il programma dettagliato del co~so, con l'indicazione dei tempi specifici, dei tempi e delle modalità di attuazione, con !'indicazione delle lezioni tenute dai docenti, con la bi­bliografia, sarà fornito agli studenti all'inizio dell'anno ac­cademico.

COMPOSIZIONE ARCHITETTONiCA I (E)

Prof. Rolando Scarano

Brevi cenni rnetodologici

La linea di pensiero, che più correttamente interpreta la situazione attuale della progettazione, evidenzia una condizio-

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ne di crisi dell'oggetto dell'architettura. Condizione che, ori­ginatasi in un nuovo e necessario rapporto con il sociale, si esplica come perdita di valore del prodotto e del processo di progettazione rispetto a nuovi parametri. Conseguentemente si assiste alla richiesta di una rifondazione della disciplina ar­chitettonica, non per elaborare una teoria dell'architettura astratta dal suo impegno sociale, ma per la definizione di nuovi strumenti teorici di progettazione.

Si individuano cosÌ due momenti di riflessione sull'ogget­to di questa c~isi:

a) esigenza di controllo dei significati dell'azione progettuale per la modificazione dell'ambiente;

b) esigenza di un controllo del processo attraverso un metodo logico, analitico, scientifico, in al ternativa a schemi intui­tivi ed incontrollabili.

Tali istanze si riducono in effetti ad una sola: acquisizio­ne e controllo dell'oggetto. teorico che definisce il processo di progettazione come e'ntità reale e differenziata rispetto alle altre pratiche umane.

Quindi l'unico modo per recuperare la progettazione nel. la sua unità teorica' ed operativa (scientifica) consiste nell'in­dividuare in essa un processo co'ncreto -di conoscenza e tra­sformazione del reale.

La progettazione si precisa in tal modo come pra tica scientifica all'interno della più vasta pratica sociale. Sono gli obiettivi di questa a definire l'ambito entro cui si sviluppa la pratica scientifica dell'architettura, e le diverse pratiche tec­niche che volta per v'alta si immettono a definire l'articolazio­ne del processo.

Gli attributi pecùliari di questo processo diventano la lo­gica e la controllabilità, al fine non solo di avere un quadro di riferimento rigoroso, ma soprattutto per poter attuare conti­nuamente sul processo progettuale una verifica da parte della comunità. Si configura cosÌ un'organizzazione concettuale lo­gica e controllabile, il metodo, che individua le fasi teoriche ed operative della pratica scientifica di progettazione.

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Sinteticamente la metodologia di I?rogettazione si articola in tre fasi operative:

l. analisi dei bisogni umani al fine di precisare un modello di comportamento spaziale da riferirsi alle particolari atti­vità che debbono esplicarsi in un determinato contesto;

2. definizione teorica e concettuale delle procedure tramite cui manipolare le informazioni per la determinazione di una organizzazione spaziale ottimale che risponda alle ri­chieste della utenza; inoltre precisazione dei processi simu­lati vi .(modelli e sistemi) per poter, nell'evolversi del pro­cesso progettuale, controllare i. prodotti parziali della pro­gettazione per verificarne la congruenza con il sistema de­gli obiettivi sociali e politici;

3. individuazione del sistema tecnologico per' trasformare le rappresentazioni organizzative metaprogettuali in rappre­sentazioni tridimensionali che possono determinare la tra­sformazione della realtà fisica.

Contenuto ed orgarzizzaziçme del corso

L'oggetto specifico di conoscenza e di didattica del corso si articola in due filoni relazionabili fra loro:

- il primo si riferisce al riuso di preesistenze urbane; sia . per abitazione sia per strutture di servizio; si cercherà di

individuare specifiche tipologie abitative definendo possi­bili' organizzazioni ottimali all'interno dei vincoli fisici ed ipotlzzando servizi non soltanto direttamente legati alla résidenza, ma relazionati all'intera struttura urbana;

il secondo affronta l'area problematica dell'insediamento universitario a Napoli, come progettazione di nuove strut­ture e come riorganizzazione spaziale e funzionale degli edifici indicati dal Senato Accademico quali sede di facol­tà e di servizi generali.

L'articolazione di questi due filoni progettuali si avvarrà di una base metodologica comune, distribuita negli anni se-

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condo i gradi di complessità delle tecniche e del prodotto pro­gettuale finale.

Si ipotizza una scansione biennale (1°-2°; 3°-4°; S·,laurea) con approfondimenti successivi.

Eventuali coordinamenti

Per un possibile coordinamento con altri corsi si indivi­duano 4 aree culturali:

-- l'ambito sociologico, con particolare riferimento all'anali­si dei comportamenti, alla psicologia sociale ed alle ,tecni­che statistiche di elaborazione;

- l'ambito storoico come conoscenza delle trasformazioni spa­ziali operante sul tessuto urbano in diverse sezioni sto­riche;

l'ambito matematico per quanto riguarda le teorie di rap­presentazione (grafi, matrici, ecc.), dhezionate alla cono­scenza successiva del calcolatore elettronico e delle tecni­che di program·mazione;

l'ambito tecnologico come progettazione dei sistemi di componenti e come indivrduazione dei processi di assem­blaggio.

La bibliografia sarà fornita durante lo svolgimento del corso.

L ANNO

COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA II (A)

Prof. Arch. Giovanni De Franoi,cis Dott. Arch. G. Decimo Dott. Arch. G. Ricci

L'Analisi dell'Architettura

L'insegnamento della compOSIZIOne architettonica, al li­vello del primo anno di Corso, si propone di fornire:

a) gli strumenti critici, tecnici, e metodologici necessari alla comprensione dei processi formativi dello spazio archi­tettonico.

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Questo, quale manifestazione della esistenza umana nel suo concreto svolgimento, pur presentando una sua propria specificità ed autonomia, partecipa di molteplici e complessi fenomeni - che sono peraltro mutevoli nel tempo e nei di­versi ambienti culturali - e richiede appropriate tecniche e metodi di approccio.

Come in altri compi di ricerca, si vuole affrontare l'ar­gomento in termini analitici, mediante la scomposizione del fenomeno complesso nelle sue parti elementari - dal gene­rale al particolare, dall'ideologia sottesa ad una progettazione alle '" regole compositive» dell'oggetto architettonico - per ricomporre poi, in sintesi, l'immagine globale e per venire ad una sua valutazione critica.

Lo studio svolto con tecniche di tipo analitico è teso a trarre dalla conoscenza di una architettura già realizzata, e quindi fruibile e sperimentabile in concreto, la coscienza cri­tica intorno ai process,i di formazione dello spazio architet­tonico attraverso la lettura dei sistemi principali (funzionale, tecnologico, morrologico) che ne definiscono la qualità spa­ziale.

Questa è da ritenersi preliminare a qualsiasi discorso sulla progettazione architettonica che verrà successivamente affrontato durante gli altri anni di corso.

Infatti, orientare lo studio dell'architettura a partire del­l'analisi di quei fenomeni che contribuiscono a definirne la immagine, vuole dire anche riconoscere il sostanziale paral­lelismo tra l'analisi come metodologia progettuale e l'analisi come metodologia di immagine cI'itica. In altri termini, essa può essere considerata un modo specifico per allfrontare i problemi dell' architettura sia a livello "conoscitivo», quando gli elementi da considerare fanno già parte dell'architettura ed occorre riconoscerli e riconoscere le relazioni per mettere in evFdenza la struttura logica Idell'architettura stessa, sia al livello" progettuale », quando gli elementi da considerare sono esterni all'architettura, che ancora non è stata definita ed occorre sceglierli, organizzarli, configurarli nella nuova architettura che si va a definire a mezzo del progetto.

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, Questo parallelismo che può riconoscersi fra il processo

conoscitivo e quello oreativo, legittima la vaHdità di un me· todo di studio che vuoI pervenire alla consapevolezza dell'atto progettuale, attraverso il raggiungimento 'di una coscienza cri­tica, maturata dalla conoscenza del reale.

b) un'insieme di informazioni e conoscenze Tecniche di supporto alla fase della progettazione che sarà svolta nel se­condo anno di corso.

Per questo potranno essere parallelamente svolti lavori in collaborazione con altre discipline.

Bibliografia

G. ·de Franciscis, L'analisi dell'architettura.

C. Norberg Sohulz, Genius loci.

B. Zevi, Saper vedere l'architettura.

Altre precisazioni saranno fornite durante lo svolgimento delle lezioni.

COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA II (B)

Prof. Gaetano Borrelli

Il programma del corso è a disposizione degli allievi presso !'Istituto ,di Analisi Arohitettonica.

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COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA II (C)

Prof. Stefano- Paciello

1.1. Questo corso biennale si propone d'introdurre lo studio della progettazione archi/et tonica quale disciplina ten. dente ad ordinare in forme significatiye i luoghi in cui viviamo, e di attuarne una prima metodica ~sperienza.

1.2. Rientra nei riostri specifici interessi e compiti cono. see:e lo spazio che abitiamo, tanto ai fini della ~ua rappresen. tazIOne che del suo controllo formale. Forma dell'ambiente e organizzazione del progetto per comunicare immagini archi. tettoniche saranno quindi i tempi dello studio teorico e speri. mentale da svolgere nei due anni del nostro corso.

2.1. Quale campo operativo di tali linee di ricerca sarà ~reso in esame l'ambito di Posillipo, studiandone dapprima 11 processo formativo, gli aspetti e i significati della sua confi. gurazione. L'indagine consisterà nell'individuare 'e ordinare le entità rappresentative del contesto, interpretandone sinteti. camente caratteri, relazioni, modi di organizzazione e muta. mento. La selezione critica dei dati acquisiti e la riduzione in immagini delle situazioni esaminate come delle operazioni di analisi misureranno l'efficacia della ìettura, finalizzata ad una nuova costruzione dell'immagine ambientale.

. 2.2 .. Successivamente gli studenti sviluperanno progetti dI massIma per la definizione architettonica di specifiche par. ti dell'ambito considerato. Tuttavia, per quanto premesso, in nessun momento di questa esperienza biennale analisi e pro. getto potranno separarsi in operazioni autonome, essendo di

fatto compresenti in ogni processo conoscitivo. E ciascun momento dello studio potrà ritenersi concluso solo quando un comunicabile grado di conoscenza della situazione consi. derata avrà nel progetto preso forma esauriente.

Le indicazioni bibliografiche saranno fornite durante il corso. La cartografia aggiornata sarà integrata dal rilevamen. to .aereo della collina effettuato nell'agosto 1977.

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COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA I (D)

Prof. Alberto Izzo

Premessa teorica e metodologìca

n Corso biennale è finalizzato alla formazione degli stu­denti alla progettazione architettonica.

l.e analisi -del primo anno, svolte nell'ambito di una zona del centro antico di Napoli, prendono le mosse dal rapporto, storIcamente stratificato, tra morfologia e tipologia urbana, fornendo le condizioni di contesto che più direttamente in· fluiscono sulla progettazione, come valido presupposto e piat. taforma necessaria ad ogni ipotesi d'intervento.

Il tema di progetto del -secondo anno è inerente alla riu· ti/izzazione e ristrutturazione -dell' esistente e fa diretto rife· rimento al lavoro svolto nell'anno precedente sulla proble. matica 'dei centro storici.

Come introduzione al tema saranno tenute lezioni sui criteri di intervento nei centri storici in Italia ed all'estero.

Contenuto del Corso

Le analisi del primo anno, aventi come oggetto lo studio dei fenomeni urbani, sono riferite ad un -centro urbano camo pione, che, per comodità didattica, si identifica con la citta di Napoli.

La progettazione -del secondo anno prende le mosse dallo studio dell'architettura italiana degli ultimi venti anni, con particolare riferimento al rapporto tra nuovi edifici e tessuti edilizi esistenti.

Il Corso prevede due ipotesi d'intervento, ,le cui defini· zioni e soluzioni, ricollegate ad una nuova struttura capace di realizzare una continuità con le espepienze acquisite nel primo anno di Corso, sono affidate, la prima, come opera·

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,I

zione di recupero e conservazione tipologica e funzionale nel­l'ambito ,della zona prescelta; la seconda, ad un'ipotesi d'in­tervento sostitutivo di particolari brani del tessuto urbano particolarmente degradati e privi di valore storico ed archi­tettonico.

Articolazione ed organizzazione del Corso

Il Corso si articolerà nelle seguenti fasi:

1) ricerche teoriche e speJ1imentali degli studenti, suddi. visi in gruppi di studio guidati dagli assistenti, sul contributo del Movimento Moderno in architettura, con particolare rife­J1imento alla problematica dei centri storici;

2) individuazione dell'intervento nell'ambito della zona presa in esame al primo anno;

3) ipotesi d'intervento come recupero ,di relazioni capaci di ,realizzare una continuità tra ,i vari complessi architettonici disomogenei o come intervento sostitutivo di un brano del tessuto urbano preso in esame;

4) conoscenza ed approfondimento della problematica della barriere architettoniche. Particolare attenzione viene d. volta al problema della piena accessibilità degli edifici che, oltre a favorire i poteri di handicap, va a vantagg,io di tutte le fasce più deboli della popolazione, gli anziani, i bambini, ecc.

La sttldio della legislazione vigente in mateda (legge 118, 30-3-71 e D.P.R. 383, 27 aprile 1978) ed una approfondita ca­noscenza dei problemi sono la guida alla progettazione da svolgere nel secondo anno.

Indicazioni bibliografiche

Mario Napoli, Napoli greco·romana, Napoli, 1959.

Cesare De Seta, Storia della città di Napoli dalle origini al Settecento, Bari, 1973.

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Arnaldo Venditti, Il neoclassicismo a Napoli, Napoli, 1961.

Aldo Rossi, L'aI'chitettura della città, Padova, 1969.

Manfredo Tafuri, Teoria e storia dell'architettura, Bari, 1968.

Christian Norberg-Schulz, Intenzioni in architettura, Roma, 1977.

Christian Norberg-Schulz, Genius Loci, Milano, 1979.

Renato De Fusco, Storia dell'architettura contemporanea, Ba­ri, 1974.

Nicola Mezzasalma, Progetto architettura, ricerca e didattica nella progettazione architettonica, Napoli, 1982.

COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA III (A)

Prof. Salvatore Bisogni

Il programma del corso è a disposizione !'Istituto di Metodologia architettonica. presso

degli allievi

COMPOSIZIONE ARCHITETTOmCA III (B)

Praf. Riccardo Dalisi

Tema e premessa teorica

Tema: la «scuola di quartiere» riimpostazione del pro­bl<m1a,:J:<r0ric:o e metodologico sperimentato dal '69 in poi nel

III B, tutto basato suIl'archittettura di attiva» di concentrare quest'anno la di-

sulla «scuola vista strettamente legata nMo all'obbligo). Essa può essere '« modo partecipativo» di un quar-

partecipativo nella città.

alla possrbilità di coinvolgere cadute, la vitalità teorico e spe-

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rimentale dell'urgenza partecipativa rimane in piedi, ha dato luogo ad una serie di ipotesi secondarie per « microsperimen­tazioni di settore» di grande attualità: (creatività personale e di gruppo, dimensione Iudica e terapeutica della progetta­zione, ampliamento della dimensione logica, funzione forma­tiva . dell'immaginazione, dinamica formativa dell'immagina­zione, dinamica formativa dei gruppi.

Articolazione e organizzazione

Il corso esclude lezioni e correzioni per studenti del IV e Vanno. Infatti l'offerta didattica si orienta prevalentemente verso i primi 3 anni. Il corso si articola in tre momenti: a carattere seminariale, (prevalentemente per gli studenti dei primi due anni) ma coll'obiettivo di stabilire un contatto partecipativo .di tutto il corso; 2) una seconda parte investe direttamente i problemi progettuali tecnico pratici· e meto­dologici; 3) una parte sperimentale semiesterna (con incontri di quartiere).

Le attività didattiche comprendono:

a) conduzione di tipo seminariale con uso sia pure par­ziale della dinamica di gruppo (escursione storica ed uso di discipline affini);

b) compilazione di. « schede didattiche» ad uso interno del corso (esercitazioni);

c) compilazione schede pèr uso interdisciplinare (sto­ria, arte, tecnica, ecc.) eventualmente rivolti anche all'esterno (altre facoltà, comitati di quartiere ecc.).

COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA III (C)

Prof. Uberto Siola

Premessa

Il più recente dibattito sull'architettura, sul suo inse­gnamento e quindi sugli obiettivi e sull'articolazione organiz-

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zativa della facoltà, sembra aver rafforzato la coscienza della necessità di sviluppare l'insegnamento degli aspetti teorici e tecnici della disciplina.

Sembra esserci una domanda sempre più diffusa di ancorare !'insegnamento agli aspetti più concreti e certi del· l'architettura, sviluppando, in termini più complessivi, l'ipo­tesi di un'architettura intesa come una chiave di lettura spe­cifica della realtà urbana e territoriale, nonché come una vera e propria ({ tecnica di intervento» su di essa.

Questo significa sottointendere due considerazioni:

l) Svincolare il problema di un insegnamento «tecni­co» dell'architettura da un rapporto univoco di dipendenza della questione drammatica degli sbocchi professionali, per cui la mancanza di sbocchi potrebbe giustificare una vani­ficazione dei contenuti della didattica; sviluppare invece, la ipotesi di un insegnamento non fondato sulla creatività quan­to sull'uso razionale degli elementi della conoscenza (regole, principi, materiali) significa andare al di là dell'obiettivo di minima di fornire una professionalità di base allo studente, per investire il campo di una prèparazione politic~ e cultu­rale che consenta di partecipare attivamente e COSClentemen· te ai processi dialettici che investoho nella realtà le questio­ni della città e del territorio.

2) Dall'altra, respingere il catastrofismo emergente di chi sostiene l'impossibilità di mantenere in vita l'istituzione universitaria. Pur nei limiti di una situazione caratterizzata da una grande drammaticità,. va riaffermato l'impegno a mantenere al piil alto. livello possibile l'insegnamento uni· versitario.

Contenuto del corso

Questa breve premessa dovrebbe rendere più chiare le finalità del corso, impostato appunto sull'obiettivo di pro­porre allo studente una esperienza didattica sul tema della residenza a Napoli.

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Sembra inutile sottolineare la drammaticità che assu. me oggi il tema della casa, a Napoli in particolare.

Anche partendo da questa realtà, il corso vuole offrire:

- elementi per una conoscenza della produzione di progetti e proposte inerenti il tema dell'alloggio e della residenza in questi ultimi 50 anni: conoscenza condotta sul filo pre. valente dei caratteri tipologici piuttosto che' stilistici;

elementi per una conoscenza del ruolo svolto dai carat. teri tipologici prevalenti dela residenza nella storia di Napoli come città sulla definizione dei suoi caratteri mor. fologici;

- elementi per una conoscenza' delle principali posizioni teoriche oggi ricorrenti nella produzione e nella ricerca architettonica, anche per fornire un quadro di riferimen. to teorico alla linea di lavoro teorico che si propone;

- elementi per una specificazione dei principali punti di ri. ferimento dell'indirizzo'teorico seguito dal corso, in pri. mo luogo caratterizzato dall'approfondimento dei temi del rapporto fra caratteri dell' architettura e struttura morfologica della città;

- una esercitazione progettuale sul tema della casa a Na. poli.

Articolazione del corso

Il corso è articolato in:

lezioni teoriche - dibattiti di corso - dibattiti e riunio. ni con contributi esterni - esercitazioni di progetto.

Le lezioni teoriche riguarderanno i seguenti gruppi di argomenti:

L Le questioni connesse al ruolo ed al lavoro degli architetti

2. I termini del dibattito attuale e la linea di lavoro 3. I caratteri degli edifici per la residenza 4. Napoli come cit. tà: tipologia e caratteii morfologici 5. I punti teorici della

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nostra linea di lavoro: - L'architettura come tecnica di intervento - Il progetto architettonico come momento di una tecnica. Gli strumenti del progetto: - il rapporto con la storia - l'analisi urbana - la rappresentazione grafica - tecnica e tecnologia.

Ogni lezione sarà seguita da un dibattito. Ciascun grup· po di argomenti vedrà un momento di confronto con docen· ti della facoltà o di altre facoltà.

Per l'esercitazione di progetto gli studenti potranno sce· gliere fra gruppi che faranno capo ciascuno ad uno degli assistenti del corso che presenteranno delle loro autonome proposte di lavoro: tali gruppi di esercitazione si baseranno sulla discussione e sul confronto collegiale, mentre gli elabo· ratori grafici di progetto saranno individuali.

Il corso è aperto a studenti di tutti gli anni. Eventuali cordinamenti, che restano un obiettivo centrale di quest~ offerta didattica, verranno stabiliti e concordati con altrI corsi dopo il dibattito generale sui programmi.

COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA Hl (D)

Prof. Fabrizio Spirito

Il programma è a disposizione degli allievi presso l 'Isti· tuto di Metodologia architettonica.

COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA IV (A)

Prof. Aldo Loris Rossi

Premessa

L'adozione delle tecniche di industrializzazione nel setto· re edilizio è attualmente fondata, nella generalità dei casi,

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su alcuni assiomi a catene logiche giudicate incontroverti­bili.

L'obiettivo primario della progettazione e produzione seriale, presupponendo un'immagine urbana determinata da un reticolo geometrico cubizzante si precisa in sostanza come individuazione di:

L moduli geometrici organizzatori dello spazio;

2_ elementi strutturali quali unità mi. cime staticamente de­terminate: generalmente di natura lineare o bidimensio­nale come pilastri, travi, lastre-pareti, piastre-solai, ecc.;

3. «componenting» più elaborati: quali infissi, pareti attrez­zate, biocchi impiantistici, ecc.

La combinazione tridimensionale di tali elementi dà luogo:

4. all'insieme scatolare della cellula abitativa intesa quale mi­nimum tipologico-funzionale;

5. la moltiplicazione e giustapposizione di tali unità scatolari genera l'edificio singolo;

6. quest'ultimo connesso a sua volta con altre unità determi­na finalmente !'insediamento urbano ipotizzato.

Ogni elemento sottende gli altri e viceversa.

In tale circuito la qualifica funzionale, tecnologica e for­male del prodotto « città» è iperdeterminata sia negli aspetti positivi che negativi del metodo e dal processo adottati. Se da un lato vengono abbassati i costi di produzione, dall'altro il prodotto non sfugge alle accuse, generalmente rivolte ad esso, di uniformità,monotonia, assenza di qualità spaziali, alienazione meccanicistica.

In realtà lo standard non è ingrado di tradursi in poli­valenza formale, pluralismo linguistico, «varietas» spaziale, e, anche se imposte da ragioni strettamente economiche, sarà sempre scarsamente accettato nel settore edilizio. Evidente­mente è da rivedere criticamente l'intero meccanismo conse­geunziale che -lega l) la ricerca dei moduli geometrici alla

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individuazione degli elementi strutturali, 2) lo studio dei « èomponentings » alle cellule abitative, 3) i metodi di aggre­gazione seriale di queste in un singolo edificio all' articolazione di edifici in un insieme quale frammento di città_

Il quesito al quale bisogna trovare una urgente risposta è il seguente: è possibile, utilizzando le tecnologie dello stan­dard, rispettare determinate qualità architettoniche con una riduzione dei costi, ovvero, incrementare la qualità a parità di costo?

Contenuto del corso

L'obiettivo che si propone il corso è lo studio di «Pro­totipi di unità urbana a sviluppo verticale autosufficienti dal punto di vista dei servizi e dell'energia ».

Tali unità urbane possono essere fondate su alcuni prin­cipI quali:

I) !'integrazione delle funzioni nel piano' verticale;

2) la possibilità di una crescita controllata dell'organismo­città per segmenti verticali.

In altri termini invece di produrre cellule standard da giustapporre per formare l'edificio e il quartiere nel piano orizzontale, si progettano edifici-città quali insiemi di «gran­dezza conforme» alle esigenze, ma flessibili ed ampliabili nel tempo.

Lo studio è incentrato dunque sulla progettazione di gri­glie strutturali in cemento e in acciaio o in materiali plastici.

Le caratteristiche spazio-strutturali del continuum pos­sono essere definite mediante l'uso di un reticolato «cristal­lografico» in cui, dal punto di vista geometrico sia possibile riconoscere l'interferènza di figure semplici come il cubo, il tetraedro, l'ottaedro.

Dal punto di vista tecnologico è lecito parlare di «con­tinuum» pur adattando in. realtà una struttura discreta se

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si introduce nel calcolo il concetto di « materiale ideale» se­condo !'ipotesi di Le Ricolais.

Dal punto di vista urbanistico il reticolo tridimensionale studiato sarà dunque una vera e propria materia prima per le funzioni del vivere e dell'abitare.

Esso in funzione delle caratteristiche tecnologiche preci­sate, permette una grande flessibilità di utilizzazioni-configu­razioni. Poiché mediante operazioni semplicissime di montag­gio e smontaggio possono facilmente aggiungersi o togliersi gli elementi modulari, tale reticolo spaziale può essere « sca- ~

vato» (basta ripristinare le condizioni al contorno) là dove vi siano nuove necessità formali-funzionali, compatibili ovvia­mente con le sue leggi strutturali.

Possono individuarsi inoltre almeno due sistemi infra­strutturali che interferiscono organicamente con la ,suddetta struttura portante.

L'insieme della struttura primaria e delle infrastrutture secondarie determina dei veri e propri spazi attrezzati, dispo­nibili per i diversi usi tipologici e funzionali.

Particolare importanza assumerà lo studio del sistema di automontaggio. Se si tiene conto che oggi una portaerei è in grado di alloggiare anche 5.000 abitanti, una vera e propria città galleggiante prodotta in serie, i prototipi di unità urba­na che si intende studiare, in quanto organiche città-strutture, possono essere dimensionati per LODO, 2.000, 3.000, 5.000, 10.000 ... abitanti; ed insieme contenere delle potenzialità di sviluppo controllato, nella misura in cui tale crescita avviene per sezioni verticali integrate.

In conclusione, dal punto di vista teorico, si tratta di superare limiti tradizionali del taylorismo applicato all'ur­banistica.

Significa cioè conciliare l'uniformità isostorica del cam­po con la variabilità delle immagini spaziali, il rigore della maglia ordinatrice ed il pluralismo linguistico, la certezza della regola (standard) e la imprevedibilità individuale del caso (unicum).

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Spezzando in tal modo il «continuum» di funzione-for­ma-struttura, considerato -da sempre uno dei tabù dell'orto­dossia del M.M. e postulando 'lo scheletro strutturale come « campo », aperto ad uso pluralistico, sia sintattico che fun­zionale si apre una prospettiva di ricerca sicuramente sti­molante.

Solo se articolate all'interno di tale quadro teorico, anti­cipato esplicitamente da quelle ricerche di Le Corbusier che vanno dal progetto dello «chassis Domino» (1914) al Piano «Obus» per Algeri (1931), si può dare un senso pregnante, legittimo, alle istanze avanzate dalle correnti «Post-Moder­niste n,

Articolazione e organizZazione

Il corso si articola in lezioni teoriche, ,seminari, esercita­zioni progettuali, visite ai cantieri e ad impianti speciali.

Ciascun gruppo di studenti svolge una ricerca di carattere teorico ed un progetto che tende a precisarsi come esecutivo.

Alla fine di ogni anno accademico tutti i risultati relativi alle ricerche ed ai progetti vengono raccolti in volumi, unita­mente ai testi teorici ed alle comunicazioni ciclostilate elabo­rate durante il corso e distribuite agli stessi studenti.

Il corso è aperto all'iscrizione degli studenti del III, IV e Vanno.

Eventuàli raccordi con altri corsi

Si ritengono di più stretta pertinenza al corso le seguenti

discipline: a) Settore storico critico: 1. Storia dell'architettur;l; 2. Storia

dell'urbanistica; 3. Indirizzo dell'architettura moderna;

b) Settore strutturale-costruttivo: 4. Scienza delle costruzio­ni; 5. Tecnica .delle costruzioni; 6. Materiali da costruzioni speciali; 7. Tipologia strutturale;

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c) Settore scienze ambientali e normativa-gestionali: 8. Ana­Hsi dei sistemi urbani; 9. Pianificazione ter'l"itoriale urbani­stica; lO. Materie giuridiche.

Il corso poliennale è coordinato verticalmente con Com­posizione Architettonica I e II b.

Bibliografie ragionate sono distribuite durante il corso.

COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA IV (B)

Prm. A. Samonà

Il Corso di Composizione Architettonica diretto dal Pro­fessore Alberto Samonà con la collaborazione di Manuela Canestrari, Giovanna Maraventano, Marina Montuori e Anna M. Puleo, si basa sulla progettazione architettonica intesa come esercizio didattico con l'obiettivo ,di trasmettere le mo­dalità d'uso di alcuni strumenti specifici dell'architettonico e ,dell'urbanistico.

L'esercizio progettuale è articolato in due fasi, tra loro assolutamente distinte, secondi due temi.

Il primo, la cui conclusione è fissata al mese di marzo 1983, è relaHvo alla progettazione di una" casa per una fa­miglia su base 10xl0" (si richiedono ,le scale 1:50 per pianta, prospetti, sezioni e 1:10 per i dettagli) ipotizzando un inter­vento della «mano pubblica» (quindi non si tratta di una

vHla!).

Gli studenti che hanno già frequentato il Corso nell'a.a. 1981-'82 sostituiscono il primo tema con la progettazione di una casa in, linea che avrà le medesime caratteristiche della casa costruita da Mies van der Rohe al Weissenhor di Stoc-

carda.

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Il secondo il c . . '.' 'f con conclusion~ al ~~:~~I.O.~ Issa~o al mese di aprile 1983 mazione architettonica del;a gI~gno 83,. è .relativo alla" Siste­cittadina» (si richiedon l PIaalzza pnncipale di una piccola

, o e sc e l' 200 e l' 50)' . un intervento che preved l . . . IpotIzzando a a costruZIOne del P I C naie e la indicazione dell . a azzo omu­di definire 1',intorno. a normatIva architettonica in grado

Fa parte integrante, e principale del C l' .. mento critico di una serie dI' n . .' . orso apprendi-OZIOm Ipotesi tesi . d" . culturali legati Il' h' ',' e m 'irIZZl , a are Itettura e ali urbanistica . condo lezioni, seminari, pubblicazioni e altro dai ~!~: s:­anche con contributi esterni alla Facoltà e al Corso. entI,

Libro base ,di te t . L h'( ,s o e:" a casa nella esperienza dell'ar-e t ettura contemporanea» a cura di A S 'M strar' A S' h d' . amona, . Cane-

l, . IC enze; e . Officina, Roma, 1979 IL

La .co?oscenza acquisita attraverso questa parte del Cor-so costItUisce materia d'esame assiem . d .. gettuali. e al ue eserCIzI pro-

COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA IV (C)

Prof. Alfredo Sbriziolo

. Ogge~to ,del corso è la graduale sperimentazione di ro cedImentI for~ativi inerenti al disegno "esecutivo» !ell­struttura archItettonica in una applicazione specifica. a

Il tema ,della ricerca - la resildenza vu l l' o o - o e porre' atten-ZIOne su un problema che, quale che sia la sua 'definizione e

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delimitazione, rispecchia in positivo - o in negativo - le situazioni emergenti dalla società e gli orientamenti della cul­tura architettonica del tempo_

AI progressivo logoramento delle tipologie abitative deri­vate. _ nel secondo dopoguerra - dai modelli storici del Mo­vimento Moderno di architettura, fa riscontro - a partire dagli anni cinquanta - un ripensamento complessivo sul tema dell'abitazione. La messa in questione dei modelli convenzio­nali e la ricognizione di un filone di ipotesi alternative e inno­vatrici, costituiscono il punto di avvio di una ricerca sulla praticabilità di metodologie basate sulla assunzione di nuovi parametri e su più ampie possibilità di articolazione, flessi­bilità e variabilità dello spazio abitabile.

In questo quadro !'indagine si estende alle strutture di ag­gregazione e mura all'individuazione di unità urbane compIes­se, come passaggio . di grado dalla funzione residenza alla funzione integrata-associativa.

L'ottica nella quale si intende svolgere la ricerca proget­. tuale muove dal presupposto che èssa:

_ debba svilupparsi in posizione analitica nei confronti dei caratteri specifici dell'area a cui si riferisce, è 'cioè con un aggancio esplicito alla realtà e alle preesistenze di un dato ambiente;

_ debba porsi criticamente nei confronti di schematiz­zazioni tipologiche bloccate e ripetitive, ed orientarsi verso « sistemi» abitativi fondati su programmi di relazione e reci­proca dipendenza di elementi strutturali e di spazi compo­nibili, determinati analiticamente, moltiplicabili in tessuti ag­gregativi articolati e varianti;

_ debba proporsi di introdurre, nella tematica della progettazione dell'alloggio, lo studiQ dei modi abitativi come situazione dinamica, ed il problema del ruolo e del coinvol­gimento dell'utente nella configurazione del proprio spazio abitabile, in funzione di valori dipendenti dall'individualità

dell'uomo.

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. .11 pasa~gio ~alla unità minima (alloggio ad una unità inse­dIatJva « pnmana ", comprendente alloggi e attrezzature com­p~e~entar~ collettive, il passaggio cioè ad una aggregazione dI dlmenslOni ottimali - controllabili architettonicamente _ dete:mina~te un ambito omogeneo di strutture e spazi « inte­gr~t~ » - mtesa come tessera di un contesto più ampio di C~I e p.arte organica, è considerato parte integrante dell'ipote­SI dI ncerca.

L'.elabor~zione, guidata dai docenti e condotta per piccoli gru~PI, partJr.à da sintetici modelli di approccio e si svilup­pera .progr~ssivamente attraverso la'nalisi sistematica dei pro­blen.'1 posll dal. temafi e la precisazione delle . técniche proget­tuah congruenll con le soluzioni specifiche.

La dqcumentazione conclusiva sarà costituita da:

- planimetria dei luoghi e di progetto (1/500) - profili di insieme (1/500) - modello volumetrico (1/500) - scheda tu re di studio, riferimenti bibliografici, note espli-

cative - schem~ pl~~i~etrici delle infrastrutture (1/500 _ 1/200) - schemI edIhzl della residenza (1/200) - progetto dell'alloggio: piante, prospetti, sezioni (1/50) - schemi tecnici (impianti - strutture) - particolari, vedute prospettiche.

Bibliografia di base

A. Aalto, Opera completa.

Le Corbusier, Opera completa.

Diotallevi e Marescotti, Ordine e destino della casa popolare.

Griffini, Costruzione razionale della casa, voli. I, IL

Chenut, Ipotesi per un habitat contemporaneo,

L. Benevolo e altri, I modelli di progettazione della città moderna.

INA-CASA, I quattordici anni del piano I N A-CASA.

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Testi çonsigliati

M. Cacciari, Oikos, da Loos a Wittgenstein, Roma, 1978;

M. Heidegger, Essere a tempo, Torino, 1976;

M. Tafuri, La sfera e il labirinto, Torino, 1980;

M. Capobianco, Il metodo del disegno urbano, Padova, 1970;

A. Rossi, L'Architerttlra del/a città, Padova, 1969.

COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA V (A)

Prof. Michele Capobianco

Premessa di metodo

Finalità del corso è quella di definire le condizioni strut­turali ed organizzative di un sistema di habitat, specifican­done le quali tà urbane attraverso le soluzioni architettoni­che, spaziali, formali e tecnologiche.

Il corso tende a svolgersi secondo termini di scien tifi­cità che, in un processo di metodo progettuale, operanti at­traverso le scelte di parametri e categorie proprie dello spe­cifico disciplinare, così come si è evoluto storicam~nte (tipi,

. forme, strutture, ecc.), pongono !'ipotesi di intervento archi­tettonico. Tali ipotesi, assumendo valori di mediazione e/o alternativi, nella non realtà del territorio, risultano idonee a verificare il ruolo degli organismi progettati in un possibile disegno di città, accertando la funzionalità del metodo stesso.

Si tratta quindi di intervenire attraverso ipotesi di sistemi che ponendosi criticamente· nei confronti della frammentarietà e della indifferenziazione della città, pervengano alla definizione di spazi ur­bani, tali da registrare con maggiore pienezza la dialettica di sociale e collettivo propria delle aree metropolitane. .

Il corso intende, pertanto, recuperare la natura critica dei processi di progettazione, dove l'operazione critica è condotta attraverso gli

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COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA IV (D)

Prof. Alberto Cuomo

Sfuggendo l'ipotesi, falsamente scientifica, di una cate­gorizzazione logica deJl'architettura, in cui ritrovare un imo probabile - ideologico - tramite fra definizioni costruttive e « reale », e rifiutando altresì le aspirazioni ad una « fine» de­finitiva deJl'architettura che tenti una altrettanto improba: bile" partecipazione» all'edificare, il corso allraverserà, me­diante lezioni teoriche ed esercitazioni, le diverse visioni deJl'architettura moderna così come si sono manifestate nel­la concretezza deJla pietra e del progetto, per riscoprire nello studio e nell'esercizio del progettare e del costruire, i mate· riali, i luoghi in cui essere ancora architetti.

Probabilmente è proprio nel ripercorrère la distanza rin­venibile, nel corso deJla storia contemporanea, tra le diverse identità offerte 'all'architettura ed il " reale », Che è possibile offrire un senso alla nuova distanza - se si preferisce la dif­ferenza - che separa il nostro agire attuale, la stessa ricerca di una identità deJl'architettura attraverso il suo riesame analitico, dalle cose. E' evidente che tale "ritorno» non va inteso né nei termini di uno storicismo - V. le ambiguità di C. Jencks e P. Portoghesi circa il concetto di Post-modern -che auspichi, a partire dallo studio del passato, nuovi" fini », nè in quelli di uno scienticismo che ritrovi tra le diverse esperienze una Legge, così come esso non tenterà di abbre­viare la distanza tra il nostro essere necessariamente - per storica coazione - nell'architettura e ciò che le è fuori, con lo sterile gesto dei cosiddetti" radicals », che si illude di an­nullare la "differenza» del costruire con l'esorcismo della negazione di ogni definizione dell'architettura.

Sarà invece proprio nel ripercorrere (non nel ricorda­re) con parole "differenti» i modi del costruire e dell'abi­tare trascorsi che sarà resa la nostra attuale "differenza », il nostro essere, (voler essere) come docenti o discenti, co­

struttori, architetti.

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Articolazione dell'attività didattica

Il corso si articola in tre livelli di generalizzazione:

a) Metodologia: attraverso trattazioni teoriche si defi. nisce una linea di metodo operativo circa i problemi relativi alla progettazione di un sistema globale di spazi, fondato sul principio della integrazione funzionale sulla seorta di esempi di interventi sul corpo della città, in cui sia individuabile una tale problematica.

b) Informazioni: il discorso è volto a tracciare un quadro di posizioni relative ai problemi dell'architettura cosÌ come sono emersi nella st.oria più receTJte, attraverso la trat. tazione di argomenti monografici sui momenti e sulle perso. nalità 'del dibattito architettonico di questi ultimi anni. Que. sto tipo di lettura è orientato a collegare il discorso sulla specificità della disciplina con quello sull'individuazione dei referenti sociali, che si manifestano nella pratica proget. tuale.

cl Sperimentazione: le esercitazioni attraverso lavori di gruppo ed elaborazioni individuali, verificano progressi. vamente gli assunti teorici attraverso la definizione di ipote. si spaziali nelle varie definizioni funzionali, formali, tecnolo. giche, ecc.

L'elaborazione progettuale delle ipotesi fa riferimento a:

al significati e obiettivi:

- esposti in relazioni scritte ed in elaborati grafici;

b l organizzazione generale:

che illustri .le diverse componenti emergenti nella struttura dell'intervento, e cioè:

percorsi

localizzazione di attività specifiche e definizione ti. pologica delle aree che le accolgono

campi funzionali;

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strumenti nello specifico architettonico, nella individuazione del nucleo critico proprio dell'architettura relativo alle relazioni che istituisce con le dimensioni della realtà da cui parte ed in cui può indurre modi­IicazionÌ.

Contenuti del corso

La ricerca è orientata alla organizzazione dei sistemi di habitat:

l. nelle zone all'interno della città;

2. nelle zone di interdipendenza e che appartengono al continuum urbanizzato;

3. nelle zone marginali o del territorio.

La ricerca progettuale si propone lo studio di quell~

forme di intervento che, inerendo ai più generali problemi del {( rinnovo urbano », ne rilevano la capacità di recuperare l'originario significato di appropriazione. del~a citta:. in que· sto senso l'esigenza di porre una tematIca lnnovatnce (con­seguenza della risposta architettonica alla domanda social~l trova il suo spazio di verifica all'interno di un terreno stono camente dato, dove l'assunzione di partenza è che l'architet· tura sia una disciplina storicamente determinata attraverso la evoluzione del proprio corpus storico.

di

Per gli interventi nuovi habitat sono

legati al 3" punto le formulati in rapporto

ipotesi di sistemi con la realtà del

territorio, valutando anche le indicazioni programmatiche espresse ai vari livelli della pianificazione.

Nei differenti casi il tema operativo si pone come scelta possibile di fronte ad una realtà di segno negativo: la c~ndi­zione di degrado urbano che investe, sia pure rIconducibile a ragioni ed a connotazioni diverse, tanto la banlieu quanto le aree interne, dove l'obsolescenza delle strutture fa nemer­gere il volto della non città in immediata prossimità o allo

interno della stessa città,

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COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA V (B)

Prof. Nicola Pagliara

Le ragioni

I frammenti della scienza della progettazione, cocci mul­ticolori sparsi fra le teorie più apprezzate dell'attuale firma­mento culturale, tendono per loro natura, come un'implosio­ne cosmica, a riconnettere le parti di un sistema un tempo unito e regolato da leggi ferree. Il «big-bang» di, intuizione einsteiniana si è prodotto per la nostra scienza in tempi re­centi dando luogo ad un'autentica galassia di « qualità» nella quale ogni intuizione personale sembra avere risvolti proba­bili e segni esclusivi. Da qui al vuoto cosmico dei contenuti, il passo è breve: l'interazione svuota, si sa, le parti dei loro significati, ne elabora una rappresentazione asettica, la giu­stifica sul piano s?ciò.economico, insomma svincola e riduce se stessa dalle regole della disciplina. Il risultato è che non un eccletismo, ma più teorie giustificano la libertà di inter­pretazione dell'attuale briccolage progettuale. Il « non sense »

che ne deriva è il nostro panor,!ma urbano, pattumiera im­probabile delle più acute sperimentazioni.

Le ragioni di questa condizione sarà più facile a~alizzarle alla distanza, quando il tempo trascorso consentirà di leggere divise le parti componenti del gioco delle parti, e forse solo allora troveranno giustificazione le. tendenze collettive al massacro della disciplina. Noi per ara siamo qui solo a considerare, e tenteremo una ~apida conver­sione (con i suoi rischi), per riprendere non «la direzione», ma per raccattare i cocci dispersi. Già molti ricercatori sono al lavoro, anche in territori del sapere lontani dai nostri, ma tutto ciò ci indica un metodo a noi quasi sconosciuto. l racconti dei modi di pensare fino ai Maestri sono come fascinose storie di alambicchi, simili alle magie di Nostradamus, lontane dalla lucida scienza di Newton. Tuttavia è sempre a quel modo che torna la nostra speranza di conoscere i più intimi segreti del progettare, dissolti intorno agli anni '20, quasi che le esplosioni della grande Berta si fossero portati via, con le farfalle del fronte occidentale anche i draghi del misterioso bosco della Maginot.

Che sia solo questo il compito della nostra generazione, mi pare ben pagato alla via concessa, solo che il tempo stringe. e già nuovi

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c) elementi che compongono il modello di habitat:

definizione delle modalità di associazione di tali ele­menti in una formalizzazione architettonica.

Le ipotesi progettuali possono essere dirette sia allo studio di un sistema complessivo che a quello di uno o più elementi particolari del sistema complessivo che a quello di uno o più elementi particolari del sistema stesso (unità resi­denziale e/o attrezzature, ecc.) e alla valutazione del loro ruolo nel sistema complessivo cui appartengono.

Raccordi e coordinamento con altri corsi

L'elaborazione dei progetti, sia di quelli svolti durante il corso sia di quelli oggetto di tesi di laurea, dovendo rappre­sentare la sintesi degli studi degli allievi, nell'arco dei cinque anni previsti dalla Facoltà, non può non tener conto delle esperienze svolte negli anni precedenti o in altri Istituti. In particolare il progetto può anche costituire elemento di· veri­fica spaziale per eventuali altre ipotesi e ricerche (urbani~ti­che, storiche, strumentali, tecnologiche) sulle quali l'allievo più specificamente intende applicarsi.

In altri termini le opportune forme, di coordinamento con le altre discipline risultàno strettamente legate al tema di studio prescelto: i tempi e i modi di tale coo;dinamento verranno perciò valutati ìn~ sieme con gli studenti. in fase di programmazione della ricerca pro· gettuale.

Risultano nella impostazione generale del corso privilegiati i coor· dinamenti con le discipline:

- ,Urbanistica e pianificazione territoriale

- Storia e Indirizzi dell'architettura e Storia dell'urbanistica

- Tecnica delle costruzioni e Materiali speciali

- Tecnologia dell'architettura.

La bibliografia essenziale è a disposizione degli studenti presso l'Istituto di Pr~gettazione.

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sistematicamente attraverso cinque punti: prima in modo par­ziale (funzione, tecnologia), poi con un'ottica più ampia (tet­tonica, simmetria), ed infine il progetto darà spiegazioni at­traverso l'espressione dei suoi significati (iconologia). L'elabo­rato al termine dovrà comprendere i cinque elementi in una assoluta contemporaneità di lettura, avendo sfiorato cosÌ il complesso meccanismo della sintesi dei momenti formativi !'immagine. L'esercitazione sarà singola e si svolgerà in classe attraverso correzioni e pubbliche discussioni; l'elaborazione potrà essere sviluppata all'esterno (la mancanza di spazi pri­vati lo impone) ma le verifiche saranno sistematiche e setti­manali, un giorno in più rispetto all'orario ufficiale e prodotte dai contrattisti con l'ausilio della presenza del docente.

Le considerazioni

Brevi possono essere le considerazioni, se così sperimen­tale si presenta il quadro della riserva del corso, ed il rischio (controllato) in cui si spinge. E' un nostro dovere crediamo ridare scientificità ad una malintesa interpretazione della « Composizione ». Proprio oggi in cui per tutti tutto è com­posizione sentiamo con urgenza la necessità di restituire i ruoli. Accadde anche tanto tempo fa e ci fu alla soglia di un lungo rinascimento, quando fu chiaro che fra i mastri mura­tori e gli scienziati dell'architettura il passo dè! piede fioren­tino si era smisurati'mente allungato. Non è un male tutto' ciò se isolando la competenza tecnica, gli architetti ricercano un nuovo modo umanistico, diventando a mio avviso allora sì indispensabili nello sviluppo del sociale non come mezzo, ma come motore e produttore delle immagini del proprio tempo. Noi vagliamo da anni un ruolo, fin qui resi quasi inu­tili ed affiancati al divertito e compiacente modo degli inge­gneri. Perso il bandolo, si sa, anche Teseo avrebbe avuto grosse difficoltà nella scoperta di se stesso e noi tentiamo di riammagliare la grande tela della meraviglia.

Arida ci sembra fin qui l'imml\gine di quanto ci circonda, e se pure logici marxisti ci consigliano di stemperare le nostre fantasie nel mare profondo della socialità, noi chiediamò un

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slogan appaiono nel firmamento della post-cultura: non si fa in tempo a riflettere, che il secondo canale TV, istituzionalizza con un flash d'agenzia la crisalide tenera della nostra mutazione. E allora, per re­stare nel vago, diremo soltanto che cerchiamo il (( mistero l), come ci insegna Einstein, cioè il sentimento fondamentale che ci consenti di porci domande, di vivere accanto alla scienza e soprattutto di sentire in ogni scoperta dell'armonia universale, un' riflesso della nostra sor. da, infinita meraviglia.

I mezzi

In questi anni ho cercato di mettere a punto uno schema dei pochi elementi fissi dell'architettura, e negli studi che ho sviluppato mi sembra si possano estrapolare tre punti indi­spensabili e ricorrenti, le cui caratteristiche se pure ancora poco controllabili, sono però certamente presenti in tutti i fenomeni architettonici. Q'uesti elementi sono nell'ordine: la tettonica, l'inconologia, la simmetria. Di questi tre elementi il secondo ed il terzo sono quasi completamente scomparsi subito dopo le analisi sulle simmetrie neoplastiche di Mon­drian e le iconologie metafisiche di Magritte.

Si sono ancora individuati due parametri variabili: la fun­zione e la tecnologia. La prima esaltata dagli anni '20 in poi, ha raggiunto ogni carattere di esclusiva speculazione econo­mica, moneta di scambio o di ricatto per la fattibilità di un progetto, perdendo la sua caratteristica storica di ragione es­senziale del pluriuso dello spazio; la seconda, finita nei labo­ratori Montedison o nelle rapide soluzioni di montaggio, as­socia industria e patronato sperando che con l'ausilio del de­signer possa divenire appetibile ed essenziale, una scatola di montaggio: troppi passaggi a nostro avviso per costruire il mini-cottage, pluriuso, accessoriato, con caratteristiche da fer­rodastiro, da potersi adagiare indifferentemente (o da gonfiar­si) su spiagge a piacere o boschi o laghi o città ...

Questi cinque punti saranno gli argomenti delle nostre lezioni, cercando di analizzare quali furono nel tempo le loro caratteristiche, i significati e soprattutto quale fu la loro quan­tità d'uso all'interno dei diversi tipi di progetto. Ancora sarà sviluppato un piccolo tema durante l'intero corso, verificato

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il rapporto con le preesistenze: l'intervento architettonico come frammento e come elemento di legame.

Gli argomenti trattati hanno come riferimento le eserci­tazioni d'anno, a carattere monografico.

La bibliografia di base è disponibile presso !'Istituto di Progettazione Archi tettonica.

COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA V. (D)

Prof. Francesco Della Sala

Tema: "Progetto di residenza integrata da serVIZI com­plementari e sociali, potenziato da tecniche informatiche, nella prospettiva dell'industrializzazione ».

Il tema parte dalla considerazione dell'alloggio come un particolare servizio con caratteristiche di privacy, non auto­nomo e chiuso ma concorrente all'integrazione degli altri ser­vizi offerti dana città.

In tal senso, la necessaria contrazione dell'alloggio è in funzione dei servizi collettivi che, oltre ad esserne indispensa­bile complemento, promuovono l'incontro e la partecipazione alla vita associata urbana.

I! Corso intende orientarsi al nuovo, come richiedono la crisi energetica, la trasformazione della società, l'industrializ­zazione, ecc.

Ci si propone di continuare la sperimentazione di logiche diverse dell'iter progettuale, capaci di tener conto delle com­plessità del processo e di evidenziarle. A tal scopo verranno illustrate due esperienze progettuali condotte con l'aiuto del calcolatore.

Il presente programma sarà integrato da allegati su spe­cifici aspetti, come le leggi e norme vigenti per l'edilizia resi­denziale di cui il progetto del V, nel suo legame con la realtà, deve tenere conto.

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ruolo di produttori, come il teatro e la TV, di tutto quell'in­dispensabile inutile che forma, rallegra, arricchisce ma so­prattutto tiene sveglie le buone come le cattive coscienze.

COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA V (C)

Prof. Massimo Pica Ciamarra

Il corso si articola su tre livelli che riguardano gli obiet­tivi, il metodo e gli strumenti della progettazione architetto­nica; e ne riscopre le relazioni all'interno di esercitazioni pro­gettuali: la ricerca si incentra sul rapporto fra architettura e dimensione urbana», ed esamina il problema della riorga­nizzazione dello spazio urbano e della sua riconquista ai fini collettivi.

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I principali argomenti sono:

progettazione architettonica e progettazione integrale; in­tersezioni e contrapposizioni nella realtà dei p 'ocessi pro­gettuali;

l'organizzazione. funzionale: dall'idea di funzione a quella di attività; lo spazio come sistema di luoghi; criteri tipolo­gici e caratteri topologici; le barriere architettoniche;

architettura e logica delle tecnologie: la riunificazi .ne della ingegneria strutturale con l'architettura; evoluzione della idea di progetto nell'edilizia industrializzata per componen­ti; il controllo del micreclima nei sistemi edilizi; l'informa­zione energetica; gli impianti tecnologici nell'arcl,itettura;

l'uso delle geometrie nella definizione dello spaziv: reticoli ordina tori e struttura organizzativa e formale; la progetta­zione architettonica fra topologia e geometria;

il «principio insediativo », ovvero «l'armatura della for­ma »: la storia come metodologia del fare architettonico; ruolo degli utenti nel processo progettuale;

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La costruzione dell'immagine rappresentativa, come la formazione sulla rètina dell'immagine visiva, viene mediata da procedimenti geometrico-proiettivi atti a tradurre su una su­perficie bidimensionale la realtà oggettiva tridimensionale. Ma, come il processo percettivo-visivo non si limita alla pura registrazione dell'immagine retinica, così l'operazione grafica non può ridursi alla fredda e neutrale riproduzione della real­tà: al segno-immagine compete infatti il ruolo di esprimere con immediatezza e pregnanza i contenuti e i significati del­.J'opera.

Ancora una funzione del disegno, che potremmo definire autonoma rispetto al progetto, ma non estranea, precisamen­te ,la funzione di documento dell'esistente, è quella che spetta al disegno di Rilievo. Ma anche il termine «rilievo» ha un significato polivalente, come quello di osservazione, risalto, e, in architettura", determinazione degli elementi necessari a rappresentare graficamente un'opera già costruita» (De­voto-Oli, Dizionario della lingua italiana, voce Rilievo). As­sumendo dunque il termine in un'accezione globale è neces­sario cogliere per suo tramite tutte le componenti dell'archi­tettura: Ida quelle metriche e dimensionali a quelle relazio­nali, da quelle figurative a quelle geometrico-struttural'i, per finire con le proprietà topologiche, dello spazio vissuto.

Programma operativo

Sulla base di esperienze recenti - in cui oggetto di stu­dio erano i piccoJ.i insediamenti rivieraschi della Costiera amalfitana - e per l'attualità delle problematiche relative alla salvaguardia idei valori ambientali, nonché al recupero delle tradizioni costruttive locali (esigenze che ci hanno condotto per una serie di confronti dalle falde del Vesuvio - Terzi­gno -- a uno dei comuni terremotati dell'alta Irpina --: Ge­suardo), ci proponiamo ora di estendere la ncerea all altro versante della penisola Sorrentina, prendendo ancora una volta in esame il tessuto edilizio dei piccoli borghi mapinari e il loro rapporto con la natura dei luoghi.

In conformità alla specifica metodologia d'indagine che proponiamo, le lezioni e le esercitazioni, che comprendono

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DISEGNO E RILIEVO (A)

Prof. Anna Sgrosso

Premesse metodologiche

Il Corso di Disegno e Rilievo (A) si propone, mediante un 'consapevole uso del mezzo grafico-espressivo, il consegui­mento della conoscenza fenomenologica dell'architettura .

Il Disegno inteso come mezzo espressivo, o più propria­mente - secondo una terminologia tratta dalla linguistica -come « veicolo segnico)}, è un linguaggio visivo, e dunque come tutti i linguaggi ,deve esprimere dei contenuti, stabilen­do con essi un rapporto reciproco di "significante» e "si­gnificato ». Se tuttavia attribuiamo un ruolo preminiente al divenire del progetto piuttosto che alla forma conclusa, il mezzo gmfico assume un preciso s,ignificato di ordine non formale ma ideologico. Al disegno allora viene attrVbuito un ruolo altrettanto complesso ma assai più pregnante, precisa­mente quello di "pianificare il procedere», stabilire o pro­porre in anticipo regole e comportamenti futuri, in una parola {( progettare ».

Noi assumiamo il termine in entrambe le accezioni, es~

sendo evidente come il dIsegno architettonico rivesta la du­plice funzione di strumento per la ricerca espressiva e di mezzo tecnico per la realizzazione dell'opera, stabilendosi inoltre un legame concettuale tra il segno-architettura e il segno-immagine, in quanto ad entrambi spetta H ruolo di esprimere simbolicamente la funzione e di suggerire determi­nate ipotesi .interpretative.

Il socldisfacimento di tali esigenze richiede la conoscenza della problematica relativa alla percezione e alla comunica­zione visiva: poiché infatti l'ambito operativo è lo spazio fi­sico tridimensionale, all'interno del quale si instaura un rap­porto di fruizione tra lo spazio costruito e l'elemento umano, ne consegue !'intimo legame di natura geometrica e di natura psicologica tra la struttura oggettiva e l'immagine percepita, vale a dire tra spazio fisico e spazio percettivo.

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M. De Simone, Rappresentazione, impegno e metafora, Paler­mo.

E. Ranofsky, La prospettiva come forma simbolica, Feltri­neIli, Milano.

A. Sgrosso, Lo spazio rappresentativo della architettura, Mas­simo, Napoli.

A. Sgrosso, Note di fotogrammetria applicata all'architettura, Napoli.

DISEGNO E RILIEVO CB)

Prof. Antonio Scivittaro

Significato del cm'so

Il crescente interesse che lega la Didattica alla Ricerca ci pone l'obietti.vo di caratterizzare operazioni diverse. Queste, partendo dalla lettura ed elaborazione stimolano 'altri interessi che fecondano la ca­pacità di rappresentarli. Il momento 'della rappresentazione dei feno­meni plastico-spaziali dell'Architettura parte 'cosÌ dal recupero di signi­ficati e valori della città come del territorio aprendoci nuove prospet­tive metodologìche relative alle possibilità linguistiche e strutturali tra la città antica e la città moderna.

Naturalmente, è proprio in questa -Disciplina, fondamentale alla formazione dell'architetto, che l'area di riserva estendendosi oltre le scienze e le tecniche legate alla percezione sensoriale, tocca m.otiva· zioni più profonde, ideali e formali al tempo stesso. Fondamenti e strumenti relativi alla rappresentazione virtuale dello spazio-tempo. Le modalità della rapprcsc!1tazione (dal bozzetto al progetto e :dal Rilievo al Modello altro no nè se non la matedalizzarione Ìn Ponna visiva e fruibile :della immagine contestuale.

-Immagine e configurazione del rapporto mutevole ,tra città e terri­torio. Pertanto, le divisioni ideologiche tra architettura e Arte sono puramente riduttive e strumentali ma non sostanziali. Natura e artefat­to -(dttà~territorio) diventano inseparabili come ]a -Cultura del Lavoro.

Specificità della disciplina

Il passaggio dall'informazione sensoriale alla riflessione logica e semantica sul contesto sottende una serie di opera­zioni che vanno dall'analisi alla sintesi dell'immagine rap'pre­sentata C operazioni linguistiche-strutturali).

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anche visite e sopraluoghi, procederanno in due direzioni di­stinte, henché intimamente correlate, l'una di tipo analitico­-conoscitivo, l'altra più specificamente rappresentativa e in­ventiva.

Analisi morfologica dello spazio-ambiente

I temi delle lezioni saranno:

- l'evoluzione del concetto di spazio con particolare riferi­mento alle nuove teorie geometriche;

i processi geometrici della rappresentazione grafica e del­la restituzione prospettica.

Le esercitazioni saranno volte:

alla 'conoscenza metodologica e strutturale del processo conformativo dello spazio-ambiente mediante schizzi, ri­prese fotografiche, e rilievo, sia tradizionale che fotogram­metJ.1ico;

all'individuazione e rappresentazione assonometrica della matrice strutturale degli spazi in esame.

Sintesi rappresentativa e inventiva

Le lezioni:

il problema della rappreesntazione: sintesi storica e me­todi moderni;

la teoria delle ombre come mezzo di ricerca figurativa e come studio del soleggiamento.

Le esercitazioni:

rappresentazione prospettica della struttura individuata in rapporto a nuove destinazioni d'uso;

- 'rielaborazione della struttura e determinazione delle om­bre proprie e portate.

Bibliografia

AA.VV., Architettura: disegno e geometria, Massimo, Napoli.

R. Arnheim, Arte e percezione visiva, Feitrinelli, Milano.

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Il segno architettonico (l'opera-messaggio) diventa così oggetto di scomposizione e reinvenzione linguistica, ponendo in evidenza i caratteri legati al continuum spazio-tempo.

Particolare attenzione sarà posta al Processo di COSTI­TUZIONE DELL'IMMAGINE circostanziata all'ambiente sto­rico, naturale e ai mutamenti che coinvolgono struttura e for­ma contestuali (es. Castelnuovo di Napoli).

L'obiettivo specifico consiste, a livello della Didattica, nel continuo sforzo di liberare consapevolmente il potenziale fan­tastico-inventivo negli allievi, affinché le analisi condotte non precludano, riduttivamente impoverendole, possibili aperture metodologiche (Analisi storico-critica delle esperienze visive e sui modelli spaziali).

Programma del corso

Analisi del segno architettonico nel contesto urbano:

a) La scala umana e i rapporti proporzionali.

b) Relazione tra oggetto architettonico e ambiente sto­rico e socio-economico (Analisi storica e critica della forma).

c) La forma come effetto fruibile del processo di confi­gurazione dell'immagine (della Gestaltheoria alle attuali ricer­che storiografiche e critiche dell'Architettura).

d) Implicazioni geometriché, psicologiche, fisiche e sto­riche nell'Analisi della rappresentazione di Rilievo.

e) Processo interno esplicativo della rappresentazione bidimensionale e tridimensionale )Rilievo a vista e geometri­co in scala come sintesi della forma).

f) Forma e contesto - con particolare riferimento allo studio dei mutamenti delle forze operanti nel contesto (scala umana e scala tecnologica).

g) Metodologia della forma e tecniche di rappresenta­zione (Elaborati di sintesi - il contesto esaminato e rappre­sentato nelle sue singolarità, anomalie ed emergenze).

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h) Poetiche dell'Architettura antica e moderna. Muta­mento delle indicazioni e del segno. Esemplificazioni segniche tratte da tests antichi e contemporanei.

i) Nelle prove individuali come nelle esperienze di grup­po (elaborazioni di gruppo) la metodologia seguita dovrà porre in evidenza i contenuti delle lezioni teoriche e delle esercita­zioni alla lavagna (indicazioni storiografiche, critiche e geo­metriche dello spazio architettonico).

l) Lezioni circostanziate alla verifica del modello didat­tico individuato .. Esercitazioni in aula intervallate da sopral­luoghi nel centro storico di Napoli pilotate dai rispettivi Assi­stenti alle esercitazioni e coordinate con il corso di Composi­z;one Architettonica I B diretto dal Prof. Gaetano Borrelli.

Opere consigliate

B. Zevi, Architettura in nuce, Venezia.

B. Zevi, Il linguaggio Moderno dell'Architettura, Torino.

R. De Fusco, Lidea di Architettura, Napoli.

A. Scivittaro - F. Tintoretto - P. De Masi, Struttura ciel segno architettonico, C.N.R., Napoli.

A. Scivittaro - F. Tintoretto - C. Di Crosta, Il Centro storico, C.N.R., Napoli.

A. Scivittaro - F. Tintoretto - M. R. Imbrioscia - P. Virgilio _ M. Monti, Struttura e forma dell'Architettura, C.N.R., Na­poli.

F. Tintoretto, Contributo alla linguistica architettonica _ Parla­re e fare architettura, Riv. L'Architettura, n. 236, Roma.

G. De Carlo, Urbino - Storia - Evoluzione e ristrutturazione urbanistica, Padova.

F. Tintoretto, La Crisi e l'Arte, Riv. Trivella, 16-17, Avellino.

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3. Analitico, scala 1/25, 1/10 particolari decorativi, strutturali, costruttivi.

c) Spaccati assometrici come mezzo individuale di lettura e comprensione dello spazio architettonico, della complessa fenomenologia della percezione architettonica e (;ome mez·· zo di indagine strutturale.

Testo indicato

M. Rosi, Il Disegno dell'Architettura, ed. della Libreria, 1977.

DISEGNO E RILIEVO (D)

Prof. Adriana Giusti Baculo

Il corso si propone l'analisi ed il rilevamento del patri­monio edilizio esistente in relazione coi problemi di recupero oggi in discussione, spesso post,i in termini antitetici e con­nessi a due modi di analisi e ·di intervento: l'uno fondato su letture « blobali ", volte ad evidenziare parametri « tematici » collocabili entro una maglia Idi classificazioni ed organizza­bili in un sistema progettuale/produttivo; l'altro fondato su una lettura della città volta a valutare i caratteri singoli delle preesistente (elemento e/o tessuto) ed a proporre in senso liberamente progettuale la trasformabilità del « pezzo» come " unicum ", tuttavia capace di riflettere le sue valenze sul tutto.

Il binomio vecchio/nuovo, in ogni caso, viene riproposto in formulazioni analitico-progettuali unitarie, sebbene diver­samente articolate.

Queste, infatti, da una parte sembrano segnate dalla ossessione del ripetitivo, del modulare, dello standardizzato ed affidate a soluzioni tipologico"funzionali e tecnologico-pro­duttive, dettate anche dalla volontà di una «chiarezza» e

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DISEGNO E RILIEVO (C)

Prof. Massimo Rosi

Nelle lezioni teoriche saranno trattati, dal punto di vista storico e da quello metodologico, i seguenti argomenti:

1. La rappresentazione grafica dell'architettura. Connes­sione con la realtà, rappresentazione bFdimensionale di una realtà tddimensionale sia rea.le che di fantasia. Rappresenta­zione antica e relaz;ione con scoperte (Prospettiva). Evoluzione della rappresentazione. Il disegno dell'architettura nell'opera dei Maestri.

2. Teoria e storia del rilievo. Analisi delle rilevazioni effettuate da grandi architetti e studiosi d'architettura sulle grandi emergenze dell'antichità. Approccio metodologico e operativo.

3. Sintesi storico-scientifica dell'evoluzione nei metodi di rappresentazione geometrica. Proiezioni ortogonali per la identificazione delle caratteris tiche metriche dell' oggetto da rappresentare. Il rilievo con l'ausilio della moderna tecno­logia. Gli strumenti, la fotogrammetria, la fotografia aerea.

Attività sperimentale

a) IUcerca storica, 'come collocazione dell'architettura studia­ta e come Idocumentazione delle vicende della stratificazio­ne storica. Bibliografia, regesto, confronto di planirnetrie.

b) Rilievo:

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Elaborati fondamentali: piante, prospetti, sezioni partico­lari: Disegno e sue caratteristiche in funzione della scala adottata:

L Sintetico, scala 1/200, 1/100 rapporti generali, quote.

2. Descrittivo, scala 1/50 definizione architettonica, quote.

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legibilità formale. Da un' altra parte si co:Uo.caìio entÌ'c' il. Iibe. rismo «creativo» di quegli architetti che gtIaJ'UIIIJ,l,,:

costruita come al panorama linguistico «ereditato sato più o meno recente.

Entrambi gli atteggiamenti si inseriscono nel vivo della problematica attuale e promuovono gli interrogativi presenti nella tematica del Corso.

Questo, infatti, si propone di evidenziare i caratteri della edif.icazione presenti area per area, comparto per comparto, edificio per edificio leggibili attraverso il confronto e riferi· bili a matrici culturali e costruttive ,del passato ed ins.ieme alle trasformazioni che nel tempo hanno mutato il rapporto tra struttura economico-sociale e città, tra manufatto edilizio e figura dell'utente, tra repertorio linguistico e «senso» as­sunto entro il contesto urbano ed entro il panorama cultu­rale di r'ferimento.

A questa problematica che è il filo conduttore 'del Corso si affianca l'obiettivo rella sperimentazione degli strumenti della rappresentazione: sia se essi assumono un ruolo di « ser­vizio», (rilievi e cartografia di base), sia se essi assumono un valore « autonomo» (lettura delle « architetture»).

Il Corso infatti è finalizzato al suo compito prioritario che è quello di assolvere al suo specifico disciplinare appro­fondendo la conoscenza dimensionale e qualitativa della real­tà costruita.

In particolare a questo riguardo il Corso analizza:

i sistemi di rilievo da realizzarsi senza l'ausilio di stru­menti ad alto livello tecnologico - fondati cioè sul diretto rilevamento metrico - particolarmente utili per una co­noscenza puntuale, immediata, ravvicinata della realtà co­struita;

le attuali tecniche di rilevamento basate sulle fotografie aeree, sui metodi di prospezione elettrica e magnetica, sulla fotogrammetria anche connessa all'uso del calcola­tore elettronico.

Nel panorama didattico del Corso saranno illustrati, di volta 1fl volta i criteri di elaborazione grafica più diffusi:

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- sia quelli contenuti entro programmi cartografici a larga scala cioè colti 'a documentare aspetti della realtà urbana e territoriale in una cartografia connessa alla .produzione industriale (IGM, FF.SS., Tou­f1ing, ecc.);

- sia quelli contenuti nella documentazione grafka del territorio na­zionale, regionale, comunale, rinvenibile comunemente alla scala 1:10.000, 1:5.000, 1:2.000, 1:1.000;

- sia quelli contenuti entro la cartografia catastale più antica e più recente nonché in tutta la cartografia « storica »;

- sia quelli sanciti dalla consuetudine grafica adottata da urbanisti ed architetti, e solo in piccola parte convenzionata e generalizzata nei diversi manuali (!Manuale dell'Architetto, Neufert etc.).

Il Corso, inoltre, sottolinea - attraverso lezioni teoriche ed applicazioni grafiche - il ruolo fondamentale che assume la geometria - particolarmente la geometria descrittiva -come strumento scientifico sia di lettura e di rilievo dello spazio sia della sua rappresentazione.

Saranno quindi sperimentati con gli allievi - nelle eser­citazioni e nei frequenti sovralluoghi - .gli strumenti della rappresentazione geometrica, utilizzando peraltro n disegno convenzionale integrato dalla simbologia grafica di volta in volta sperimentata, coerente alle varie scale di riduzione del disegno e finalizzata ai diversi scopi di lettura di queste.

In conformità agli obiettivi innanzi esposti, l'articola­zione dMattica del Corso è costituita da

1) Lezioni:

- sull'uso della geometria descrittiva; proiezioni orto­gonali, assonometriche e prospettiche;

sul disegno convenzionato e sui risultati grafici;

sui sistemi di rilievo e di analisi del territor,io, delle strutture urbane ed edilizie;

sul significato attuale di centro storico e sul dibattito centrato sull'analisi del patrimonio edilizio esistente nelle diverse città italiane.

2) Esercitazioni: nelle quali saranno stati compiuti e gl'a­ficizzati rilievi alla scala territoriale, urbana ed edilizia.

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in dettaglio saranno approfonditi i seguenti aspetti delle aree urbane o extrauI'bane prese in esame a differenti li­velli di approfondimento.

A - Primo livello

Al - Analisi delle trasformazioni: lettura della cartogra­fia storica e dei programmi di intervento in atto;

AZ - Analisi della pmprietà e del! evariazioni catastali;

A3 - Analisi della consistenza edilizia, del sistema viario, della rete di ,distribuzione dei servizi e della localiz~ zazione delle attrezzature.

B Secon:do livello

Bl - Rilievo planimetrico ed altimetrico di un compar­to urbano o extraurbano;

B2 - Analisi dei moduli strutturali e degli elementi costi­tuenti l'architettura.

c - Terzo livello

Cl - Riliev o di un manufatto edilizio: piante a tutti i livelli, sezioni, prospetti;

C2 - Rilievo ,delle reti di distribuzione dei servizi, analisi della condizione igienico-sanitaria e della qualità residenziale.

C3 - Analisi delle unità abitative: superfici, distribuzione delle funzioni, dotazione di servizi, caratteri tipolo­gici.

L'area di lavoro sarà prescelta e ùiscussa nel Corso: su di essa verrà .fornita tutta la cartografia ed i dati ùisponibili ed utilizzabili.

Indicazioni bibliografiche

Adriana Baculo (a cura di), Centri storici e progettazione, Napoli, 1975;

Adriana Baculo, Quattro lezioni di Disegno e Rilievo, Napoli, 1980;

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hdriana Baculo, La casa contadina, la casa nobile, la casa ar­tigiana e mercantile - Analisi e recupero del patrimonio edilizio in Campania, Napoli, 1980.

Dai sopraindicati testi è derivabile una bibliografia spe­cifica relativa ai diversi temi trattati nel Corso.

Sono inoltre disponibili per la consultazione: Quaderno ,del Corso di Disegno e Rilievo - prof. hdriana Ba­

culo. n. 1 - Napoli: Quartieri Porto, Pendino, Mercato;

n. 2 - La Regione Campania: La Valle Caudina, L'Agro Noce­rino, La fascia dei Comuni Vesuviani.

DISEGNO E RILIEVO (E)

Prof. Camillo Gubitosi

Contenuti ed obiettivi

Il programma si propone di impostare una ricerca meto­dologica riguardante l'analisi, la lettura e 'rappresentazione bi/tridimensionale dello spazio urbano ed architettonico.

Tale ricerca potrà anche essere coordinata con un Corso di Composizione al fine di identificare una stessa area urbana di sperimentazione. n tema d'anno, infatt-i, cinsidera una zo­na urbana - H centro antico - capace di offrire caratteri urbanistici ed architettonici di elevato interesse ambientale

e formale.

Organizzazione del programma

_ Lavoro in gruppi di due, tre allievi.

_ Identificazione di limitate aree -di studio nell'ambito del

centro antico. _ Analisi dell'ambiente urbano attraverso disegni d'insieme,

fotografie, elaborazioni grafiche di planimetrie.

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- Analisi grafica di un complesso architettonico. Piante, spac. cati, assonometrie, sezioni, prospetti e prospettive.

- Il Corso darà alcune fondamentali nozioni sulla prospet. tiva e r assonometria.

Il metodo di rappresentazione grafica, di cui è parte inte. grante il rilievo, inteso come strumento d'indagine conosci· tiva, dovrà definire la possibilità di visualizzare le connota. zioni spaziali, le emergenze visive, ecc.

All'analisi della realtà urbana e degli organismi architet· tonici in essa contenuta, si affianca nel' co:rso un'analisi cri. tica e storica dello sviluppo della realtà' urbana attraverso il tempo, al fine di capire l'evoluzione urbanistica della città.

L'obiettivo di fondo è quello di rendere il mezzo grafico familiare agli allievi, fornendo loro il fondamentale strumento espressivo di lavoro dell'allievo·architetto.

ESTIMO ED ESERCIZIO PROFESSIONALE (A)

Prof.

ESTIMO ED ESERCIZIO PROFESSIONALE (B)

Prof. Luigi Fusco Girard

Il Corso intende illustrare gli aspetti economici della pro·

gettazione architettonica, urbanistica e della conservazione attiva dei beni culturali.

Gli argomenti sono i seguenti:

A) Elementi di micro economia

La scienza economica, bisogni, utilità, beni economici; la produzione, il mercato e le sue forme; l'investimento privato; l'investimento pubblico; la programmazione.

B) Teoria e metodologia estimativa: l'evoluzione della" mo· derna» disciplina estimativa da Arrigo Serpieri a Carlo Forte

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L'evoluzione della teoria del valore e della logica estima· tiva; i principi dell'estimo; il metodo ed i procedimenti esti· mativi.

C) Estimo Urbano e Territoriale

La produzione edilizia; caratteristiche del mercato abita· tivo; la L. 392/78; la stima del valore di mercato del prodotto edilizio; il saggio di rendimento dell'investimento immobi· liare urbano; la stima del valore di mercato dei faltori della produzione edilizia; la rendita ed il recupero alla collettività delle plusvalenze fondiarie con la L. 10/1977.

Il costo della nuova produzione edilizia: la stima dei costi di costruzione; l'analisi e la stima dei costi di costruzione per elementi funzionali; i costi di manutenzione e gestione; il metodo A.R.C.; l'analisi di valore.

Il costo del recupero e della conservazione attiva dei beni culturali: il costo per l'eliminazione dell'obsolescenza tecnolo· gica, funzionale, posizionale, ambientale ed economica; pro· cedimenti di stima del costo del recupero; aspetti economici della conservazione attiva dei beni culturali ed ambientali.

La stima dei costi insediativi: i costi delle opere di urba· nizzazione primarie e secondarie; il costo degli standard urba· nistici; il costo di produzione di alcuni servizi pubblici urbani.

Il valore di surrogazione

Il valore complementare e di trasformazionè

D) Le diverse tecniche di valutazione nella pianificazione e conservazione· dell'ambiente

Le analisi finanziarie; le analisi multicriterio; la matrice degli obiettivi; il. bilancio sociale di pianificazione; l'analisi costi benefici; le analisi di impatto.

E) Estimo Generale ed esercizio professionale

L'indennità di espropriazione nella normativa vigente; il Nuovo Catasto Edilizio Urbano; la direzione dei lavori.

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;ì~~i'I';~i~;;~!;~:::;:~~: alla bibliografia disponibile presso l',Istituto ciel Architettonica ed a quella che sarà fornita

FISICA (A)

Prof.

FISICA (B)

Prof. Gelsomina Colantuoni

Programma

I principi variazionali della meccanica - spazio dene con­figurazioni e sua rappresentazione geometrica - geometria di Riemann - energia cinetica.funzione lavora - sistema sderano­mi e reonomi - calcolo delle variazioni speciali " le equazioni differenziali di Eulero-Lagrance per n grandi di libertà - il principio dei lavori virtuali - principio di D'Alembert - legge di conservazione dell'energia - il principio di Hamilton - le equazioni del modo di Lagrance e la ,loro invarianza rispetto alle trasformazioni di punto - teorema dell'enepgia - variabili ignorabili e principio di J acobi - piocole vibrazioni - stabilità dell'equilibrio elastico.

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FISICA TECNICA E IMPIANTI

Prof. Gaetano Alfano

Programma

Parte I

Sistemi di unità di misura: Sistema Internazionale; Si­stema Tecnico; fattori di conversione.

Principi di Termodinamica Applicata: Bilancio di mate­ria; primo principio della Termodinamica; calcolo della den­sità, dell'energia interna, dell'entalpia per un gas, un vapore, un liquido, un solido; aria umida.

Principi di Trasmissione del Calore: Condizione monod,i­mensionale in regime permanente; irraggiamento termico; convenzione.

Principi di Meccanica dei Fluidi: Teorema di Bernoulli; perdite di carico distri>buite e concentrate.

Parte II

Condizioni di benessere: Parametri che influenzano la sensazione di benessere; condizioni termoigrometriche adotta­te nella pratica; purezza dell'aria e ventilazione.

Carico termico invernale di un ambiente: Temperatura esterna ed interna; trasmittanza di una parete; correzione per l'esposizione; carico per la ventilaz'one.

Isolamento termico: Gradi giorno; coefficienti volumici; legge 373/76.

Ponti termici: Tipi; coefficiente ,di eterogeneità della tem­peratura superficiale interna; coefficienti Iineici di trasmis­sione globale.

Progettazione igrometrica di una parete: Permeabilità,

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permeanza, resistenza al vapore; condensazione superficiale e condensazione an'interno di una parete; barriera al vapore.

Energia solare: Energia solare disponibile; collettori so­lari piani; accumulatori; stagni solari; sistemi solari passivi.

Parte III

Impianti di riscaldamento: Classificazione degli impianti; componenti di un imp'ianto e loro principali caratteristiche; calcolo delle superficie dei corpi scaldanti.

Impianti idrico sanitari: Impianti di distribuzione idrica negli edifici, impianti a contatore; impianti a contatore; im­pianti a lente idrometrica; impianti con alimentazione da poz­zi e serbatoi; autoclavi; ·impianti ,di smaltimento delle acque luride; impianti di smaltimento delle acque bianche.

N.B. - Il programma 'dettagliato è distribuito presso la biblio­teca deU'Istituto di Tecnologia dell'Architettura.

Testi

G. Alfano, V. Betta, Fisica Tecnica, Liguori, Napoli, 1980;

F. Kreith, Elementi di Trasmissione del calore, Liguori edi­tore, 1976;

C. Bianchi, U. BieUi, E. Pedrocchi, L'isolamento termico degli edifici, CLUP, Milano, 1980;

AA.VV., Appunti dalle lezioni di Impianti Tecnici, VoI. I e II, CUEN, Napoli, 1981.

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l 111

f 1\

~

GEOMETRIA DESCRITTIVA (A)

Prof. Serafino Boccia

Analitica

La geometria analitica del piano e dello spazio: Equa­zione della retta - Coseni direttori - Fascio di rette - Paralle­lismo e perpendicolarità tra rette - Equazione del piano - Fa­scio di piani - Distanze ed angoli - Parallelismo e perpendico­larità tra piani; tra una retta ed un piano - Piani appartenenti ad una stella - Equazione del cerchio. Coniche - Ellisse - Iper­bole - Parabola - Proprietà metriche relative - Polarità piana -Polarità e coniche degeneri - Diametri, assi, centro di una conica - Fuochi - Asintoti dell'iperbole - Polarità determinata da una quadrica - Sfera - Classificazione delle quadriche -Equazioni canoniche delle quadriche - Coni. Cilindri - Equa­zioni dei sistemi di rette esistenti su di una quadrica.

Proielliva

Concetti fondamentali: elementi impropri, proiezione e sezione; forme fondamentali; legge di dualità nel piano e nello spazio - Rapporti semplici - Birapporti - Gruppi armo­nici - Proiettività - Prospettività - Omografia - Omologia - Tra­sformazioni omologiche.

Descrilliva

Metodo delle proiezioni centrali e di Monge. Rappresen­tazione degli enti fondamentali della geometria - Condizioni di appartenenza - Problemi grafici: intersezioni. Parallelismo, complanarietà e perpendicolarità - Problemi grafici fondamen­tali relativi - Ribaltamento di un piano proiettante - Distanza

due punti; di due piani paralleli, di un punto da un piano -distanza di due rette sghembe - Ribaltamento di un

- Angolo di due rette, di due piani, di una

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di Architettura, di "oggetti» propri e delle scienze urbane e di pianificazione, e delle scienze compositive e delle scienze storiche.

Nell'ambito delle" descrizioni geometriche» oggi in uso, facendo, come è naturale, riferimento all'ambito del patrimo­nio scientifico e di ricerca della disciplina « geometria », tro­viamo oggi una" molteplicità» di metodi di « rappresentazio­ne geometrica di descrizione ». Questa «molteplicità» è ri­conducibile, tanto sul piano della metodologia e, della" fonda­zione» matematica, quanto sul piano del modo applicativo di intendere (e "vedere ») l',, oggetto» da rappresentare, a una specifica unità: così il corso tenderà, innanzitutto, ad una visione unitaria delle tecniche-teorie poi esposte.

I! corso ha come suo obiettivo primario ,quello di con­durre gli studenti alla acquisizione non solo della capacità di uso concreto, esecutivo, di tipi di "rappresentazione delle geometrie» degli "oggetti» di pertinenza professionale, ma anche ad una capacità di « impostare » comunque letture de­scrittive: così" lo studente sarà messo in grado anche nel fu­turo di cogliere e comprendere le nuove tecniche di « rappre­sentazione » che del resto si vanno già oggi prefigurando (si pensi a tutte le probabili prossime applicazioni in campo di rappresentazione di procedure automatiche mediante calco­latore elettronico).

Punto tematico centrale del corso diventa allora, in rife­rimento ai modi di lettura stessi propri anche delle procedure " professionali » della'rchitettojurbanistajpianificatorejstori­co, oltre che in riferimento alle più moderne impostazioni della scienza matematica, è costituito dal concetto di « siste­ma» (cioè di oggetto, di qualsiasi natura, letto come "orga­nizzato» al suo interno da legami e leggi). Il concetto centra­le di sistema, esposto nel corso con i suoi concreti riferimenti alle aplicazioni in altri corsi disciplinari, finisce col condur­re poi al tema «modelli matematici, loro applicazioni, loro metodi di rappresentazione geometrica come lettura della sua forma globale ». 95

retta con un piano - Rappresentazione di un poligono regolare e del cerchio.

Argomenti oggello di tavole

Trasformazioni omologiche del cerchio in ellisse, iper­bole, parabole - Retta per un punto e incidente due rette sghembe - Piano per una retta e parallelo ad un'altra retta _ Retta per un punto e perpendicolare a un piano - Piano per una retta e perpendicolare il un piano - Distanza di due rette sghembe - Rappresentazione di un poligono regolare, del cer­chio e del quadrato.

N.B. - Tutti gli esercizi si intendono svolti nei due metodi: Monge e proiezione centrale.

Bibliografia

M. Miglio, Geometria analitica.

M. Miglio, G.eometria descrittiva.

A. Sgrosso, A. Ventre, Elementi di Geometria proiettiva e di Geometria descrittiva, ed. Massimo, Napoli.

GEOMETRIA DESCRITTIVA (B)

Prof. Calogero Palermo

Premessa

Per «geometria descrittiva» va oggi inteso tutto quel complesso di strumenti metodologico-culturali, scientifici, te­cnici, applicativi atti alla impostazione-esecuzione della «de­scrizione » della « geometria» di un « oggetto»: in particolare, nel caso di un corso di « geometria descrittiva» per la Facoltà

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confronti del pensiero architettonico, attraverso una metodo­,logia che, ev;denziando il complesso ed articolato ambito in cui il pensiero geometrico si muove, consenta di verificare l'esistenza di una partecipazione attiva della Geometria alla promozione di sintesi spaziali (architettoniche o non e d'altra parte rend .. consapevoli di poter cogliere da essa Geometria non le deteI'minazioni specifiche, piuttosto il metodo di in· dagine e di definizione della qualità intrinseche dello spazio configurato.

Recepita essa partecipazione come stimolo alla creatività, la Geometria assume, in relazione al suo valore formativo, oltre al ruolo di contributo alla rappresentazione grafica at· traverso l'uso dei metodi specifici (Metodo delle Proiezioni centrali, metodo di Monge, nonché di argomenti di Geometria Proiettiva), anche quello di forza preminente nella chiarezza dei concetti speziali e nella consapevolezza di quelle ,relazioni che un processo di configurazione spaziale sottende.

I! corso, quindi, si propone il duplice scopo di agire sia a livello formativo, stimolando sintesi che quaHficano una strut· tura di pensiero, sia a livello operativo promuovendo un pro­cesso critico nella scelta di essenzialità geometriche che defi­niscono una struttura spaziale (architettonica o non) nel sen· so più ampio del termine.

Nell' analisi specifica da condurre su spazi o strutture reali saranno evidenziati caratteri geometrico-proiettivi, de­scrittivi nonché geometrico--analitici di figure o forme fonda· mentali che qualificano la struttura in esame (con particolare riferimento alle coniche ed alle quadri che ).

GEOMETRIA DESCRITTIVA (D)

Prof. Aldo F. Saverio Ventre

1. Geometria Analitica del piano e dello spazio: rette, piani, coniche, coni, cilindri, sfera.

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Argomenti

Tenuto conto di tutto ciò e sulla base di un'esposIzIOne da un lato unitaria e dall'altro proposta sempre in riferimento ad espressioni applicative, gli argomenti (dunque le specifiche «tecniche di rappresentazione») possono pensarsi divisi in due gruppi fondamentali:

a) rappresentazioni nel continuo

i. «geometria delle proiezioni»: prospettivi tà e proietti. vità; assonometria ed omologia; metodi di Monge e della ({ proiezione centrale »; invarianti;

2. «geometria delle superfici »: concetti di «curvatu. ra ... »; trasformazioni « continue »: topoIogia ed omeo~ morfismi;

b) rappresentazioni nel «discreto »: 1. « teoria dei grafi »: « geo~etrie finite».

Organizzazione didattica

I! corso, articolato in lezioni ed esercitazioni, cercherà, nei limiti del praticabile, di arricchirsi di attività seminariali. applicative a base interdisciplinare (conoscenza delle procedu. re automatiche, mostre di «modelli» elaborati della scienza architettonico-urbanistica ... ).

E' prevista la possibilità (per gli studenti) di impostare il corso in termini di «ricerca ». Eventualmente, se possibile, anche come momento di collegamento disciplinare e fiscale con altri corsi i cui docenti si dichiarino a ciò disponibili.

GEOMETRIA DESCRITTIVA (C)

Prof. Rosa Dlisse Penta

Il corso C di Geometria Descrittiva si propone lo scopo di significare il ruolo ed il contributo della Geometria nei

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l'ambiente stesso. In questo contesto si inquadra lo studio della gestione delle risorse rinnovabili e non rinnovabili C de­positi di carbone o ,di ferro, di rame, di petrolio). Lo studio considera da una parte i problemi delle risorse idriche, sia sotto il :profilo deH'approvvigionamento, ohe dalla processi­stica delle tecnologie di potabilizzazione e di 'depurazione delle acque usate, nonché 'del recupero e riutilizzo di queste stesse, e, dall'altra parte, i problemi relativi ai fenomeni di inquina­mento del suolo, deH'acqua, dell'aria, e le corrispondenti tec­nologie di disinquinamento.

Organizzazione del corso

L'organizzazione didattica è articolata "in lezioni che spe­cificano gli argomenti teorici costituenti il supporto della di­sciplina, in esercitazioni svolte mediante illustrazioni e di­scuss-ione di interventi di risanamento ambientale, in visite tecniche agli impianti e strutture di rilievo, ed in seminari sugli aspetti specifici della disciplina. Il prodotto del corso consiste in un intervento progettuale di risanamento ambien­tale che prende ,[' avvio da indagini ed analisi dell' ambiente considerandone le componenti territoriali o la loro dinamica trasformativa, seguite da proposte progettuali di riequilibrio e di risanamento complessivo.

Tema del corso 'per l'a.a. 1982/83. Il recupero ed il riuti­Iizzo ,dei sottoprodotti industriali.

Per la bibliografia, si rimanda al programma completo distribuito presso !'Istituto di Metodologia Architettonica.

IGIENE EDILIZIA CB)

Prof. Italo Ferraro

Il Corso si propone di affrontare lo studio della città e dell'architettura superando la distinzione tra un momento esclusivamente -conoscitivo ed uno esclusivamente progettuale

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2. Elementi dì Geometria Proiettiva: prospettività, omografie, omologia. U metodo delle proiezioni centrali. Il metodo delle proiezioni ortogonali o di Monge.

Bibliografia

A. Sgrosso, A. Ventre, Geometria Descrittiva, ed. Massimo, Napoli, 1981.

3. Teoria dei grafi con applicazioni alla progettazione.

Bibliografia

Appunti.

IGIENE EDILIZIA CA)

Praf. Maria Rigillo Troncone

Contenuto del corso

La struttura del corso è basata essenzialmente su quei criteri ai quali va improntata l'azione di prevenzione e di controllo 'dell'ambiente. Le nozioni fondamentali di ecologia dalle quali il corso prende l'avvio, consentono di stabilire una identità di linguaggio ed una base di conoscenze comuni con l'ecologo che, da specialista, studia le diverse matrici dell'am­biente nella loro dinamica e neHe alterazioni degli ecosistemi. Una volta dall'ecologo quantizzato il degnrdo ambientale, ed indicate le misure necessarie ad eliminare, o quanto meno ridurre, tali alterazioni, l'architetto deve essere posto in grado di suggerire soluzioni progettuali in equilibrio funzionale con

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tento di assicurarne l'integrità in quanto testimonianze irrinunciabili, risorse collet,tive e patrimonio della comunità.

Per realizzare il suo fine, il «Restauro dei monumenti» si avvale di appropriate teèniche di conservazione, che fanno capo, tra l'altro, agli apporti di varie discipline, da quelle storico-critiche, innanzi tutto, alle altre discipline dei campi fisico~matematici, costruttivi e speri~ mentali, nonché alla conoscenza dei procedimenti tecnici, antichi e moderni. Inoltre, esso, inteso in senso ambientale e rivolto alla con~ servazione integrata, affronta - collaborando ,con ulteriori campi di­sciplinari (ecologia, pianificazione, urbanistica, ecc.) - i problemi ine­renti l'incontro tra antico e nuovo nei centri storici.

Pertanto, il corso si articola in due parti. Una prima che illustra i criteri generali della moderna tutela e, quindi, dopo· 'un breve esame storico del comportamento delle varie società rispetto ai monumenti del passato, passa allo studio -delle teorie del Restauro fino ad affron­tare la trattazione delle attuali problematiche. -La seconda parte, poi, è dedicata all'esame dei problemi tecnici nei diversi settori, architet­tonico, archeologico ed ~rbanistico, per ciascuno dei quali si indica la metodologia operativa. Vengono '"s-tudiati, quindi, i criteri per la dia­gnosi dei dissesti statici ed i conseguènti intervepti di consolidamento.

Tenendo presente l'esigenza di pervenire alla preparazione ncces~ saria e sufficiente per tutti gli architetti,. stante il limitato tempo di­sponibile, si svolgono i temi ed i problemi disciplinari, in modo spe~ cifico, ma non specialistico. L'ulteriore possibilità di approfondire e verificare operativamente i contenuti del corso è fornita dalla scuola di Perfezionamento in Restauro dei Monumenti.

Comunque, il corso è programmato presupponendo com.e già ac­quisite dagli allievi le indispensabili conoscenze impartite _ oltre che in Scienza e Te.cnìca delle costruzioni, Composizione e Urbanistica _ in Storia dell'architettura, Letteratura artistica e Storia deU'urbani~ stica. Inoltre, il programma è strettamente coordinato con quelli di Caratteri stilistici e costruttivi dei monumenti e di Consolidamento e adattamento degli edifici.

Programma delle lezioni

Introduzione al «Restauro dei monumenti» come « con­servazione dei beni architettonici ed ambientali ». Esigenze culturali e realtà operative. I beni culturali e la loro tutela nel contesto della vita associata. Tutela attiva e conservazione integrata. Evoluzione del concetto di conservazione.

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pur riconoscendo e praticando, sul piano del metodo, la par­ticolarità tecnica dei due momenti. Il rapporto analisi pro­getto viene così inteso come fondamento contraddittorio di' ogni conoscenza ed esperienza nel campo dell'architettura. La città viene intesa in modo estensivo; sinteticamente: il territorio come città. Questa definizione è riconoscibile analo­gamente alla città storica.

In questo senso vengono studiate le modificazioni del concetto di forma urbana nel passaggio dalla città storica alla città contemporanea. A partire dalla critica alla degradazione progressiva, fin dall'inizio dell'BOO, dell'aspetto architettonico della normativa, sostituito da una regolamentazione di tipo igienico-sanitario, il corso si propone di chiarire, nel senso dell'esperienza della città costruita e all'interno delle contrad­dizioni della città contemporanea in cosa possa consistere il tentativo di costruzione di un sistema normativo che si ponga come fondamento collettivo: assumendo le contraddizioni del­la città contemporanea, non eludendole.

Ci si propone programmaticamente di uscire dai limiti an­gusti della ricerca del movimento moderno-zoning, existenz­minimum, nuovo linguaggio, .. }: questo almeno per le posi­zioni prevalenti nel M.M.

Il Corso affronterà la questione del significato dei fatti urbani e della nozione di luogo. Anche di questa verranno studiati i fondamenti contraddittori: esperienza 'ed immagi· nazione, artificio e natura, individualità e universalità .:_

RESTAURO DEI MONUMENTI (A)

Prof. Roberto Di Stefano

Premessa

Il (( Restauro dei monumenti» è la disciplina che individua la legit­timazione e le modalità dell'intervento di conservazione sui beni cul­turali architettonici ed ambientali, criticamente riconosciuti, neU'in-

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Ottocento. - Problematica italiana del restauro: C. Boi· to, L. Beltrami, Annoni, Giovannoni.

4. Problematica attuale della conservazione e del restauro:

-Sviluppo del concetto di conservazione dei beni cultu­rali: definizioni dei termini; evoluzione dei caratteri della conservazione; legittimità della conservazione. - Istanza storica e istanza estetica. - La valutazione critica come guida e determinazione del restauro. - Restauro come recupero dei valori. Individuazione dei beni culturali. Problemi di inventario di protezione e di catalogazione. - Il rinnovamento dei siti urbani: la ricostruzione ur­bana; la ristrutturazione urbanistica. Tendenze attuali del rinnovamento. - Criteri di intervento nei centri antichi: centro storico e nucleo antico; restauro urbanistico e restauro monumentale. Funzioni per il centro antico. Rap­porto tra restauro e urbanistica. Incontro tra antico e nuovo.

Parte seconda

5. Progettazione del restauro: - Metodologia della proget­tazione ciel restauro architettonico. Problemi tecnici. -Metodologia della progettazione del restauro' archeologi­co. Rapporto tn; restauro archeologico e pianificazione urbanistica. L'intervento tecnico; problemi di consolida­mento dei reperti immobili; l'anastilosi; il restauro degli edifiCi allo stato di rudere. - Metodologia della proget­tazione del restauro urbanistico: analisi, schema proget­tua le, verifiche e progetto.

6. Tecnica del restauro: - Gli. schemi statici. Confronto fra le strutture della .Cupola di S. Maria del Fiore e di S. Pietro in Vaticano. - I dissesti statici: studio delle le­sioni; la diagnosi dei dissesti (traslazioni e rotazioni); l'analisi tensionale. - Cedimenti delle fondazioni e dei terreni di fondazione. - Cedimenti delle strutture fuori terra. - Opere provvisionali (puntellature, barbacani, ecc.) e tecnica del cantiere. - Consolidamento: dei terreni, del-

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Parte prima

1. La tutela dei beni culturali: 1.1. La cooperazione interna­zionale per la tutela del patrimonio culturale. Le linee direttrici della tutela: la Carta di Atene (1931), la Carta di Venezia (1964). Convenzione sulla protezione del patrimo­nio culturale e naturale mondiale (1972). Principi della conservazione integrata: la Carta europea del patrimonio architettonico, la Dichiarazione di Amsterdam (1975). 1.2. La tutela dei beni culturali nei vari Paesi del mondo: considerazioni generali in rapporto ai sistemi socio-poli­tici, alle aree geografico-culturali, ecc,; notizie relative al­l'organizzazione esistente in alcune nazioni dell'Europa occidentale, dei Paesi socialisti, dell'America del nord e del sud, dell'Asia etc. 1.3. La tutela dei beni culturali nelle leggi vigenti.

2. Breve storia del restauro: 2.1. il restauro nell'antichità: Pompei ed Ercolano. - Adattamenti e distribuzioni in età paleocristiana e medievale. - Il rinascimento e i mo­numenti dell'antichità. La lettera di Raffaello a Leone X. - Modificazioni del tessuto urbano e trasformazioni degli edifici religiosi in conseguenza della Controriforma (S. Marcellino, S. Gregorio Armeno in Napoli). - Restauri e trasformazione nell'età barocca (lnterventi di architetti romani. Trasformazioni in S. Chiara e S. Restituta in Napoli).

2.2. Le origini del restauro moderno. I pareri per il restauro della cupola di S. Pietro in Vaticano e l'opera di Giovan­ni Polen; e di Luigi Vanvitelli. Gli interventi di Stern e di Valadier per l'Arco di Tito e per il Colosseo: - Le origini del concetto di tutela. Avvenimenti durante la Ri­voluzione francese; Quatremère de Quincy, Merimèe, Vitet e la nascita del Servizio per i monumenti storici in Fran­cia. - Il sorgere della società industriale in Inghilterra, durante l'età vittoriana.

3. Teorie del restauro: - Il pensiero e l'opera di Eugene E.

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Viollet le Due. - Il pensiero e l'opera di John Ruskin, _ William Morris e la S.P.A.B. - Il restauro italiano nello

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Bibliografia

Indicazioni bibliografiche utili per facili tare lo studio ge­nerale e l'approfondimento degli argomenti trattati saranno fornite, durante lo svolgimento del corso, ad integrazione e chiarimento del seguente elenco di testi:

Parte prima

l. La tutela dei beni culturali: 1.1. La >coopem,ione culiu­rale internazionale e la partecipavone ilaliana, cii R. Di Stefano, in «Restauro", n. 3, 1972; Norme ed oriel1la­menli per la tutel" dei beni culturali in Italia, I, di R. Di Stefano - G. Fiengo, in «Restauro", n. 40, 1978; 1.2. R. Di Stefano - G. Fiengo, La moderna tutela dci monu­menti ne/mondo, Napoli 1972; 1.3. Norme ed orientamen­ti per la Iì"ela dei beni culturali in Italia l-II, d.i R. Di Stefano - G. Fiengo, in «Restauro o>, n. 40/1978, n. 41/ 1979; R. Di' Stefano, Il recL/pero dei valori, Napoli 1979.

2. Breve storia del restauro: 2.1. A. Maiuri, L'ultima fase edilizia di Pompei, Napoli 1942; Tutti gli scrilli di Raf­faello (Ediz. B.U.R.); S. Valtieri, Sanzio Sovrintendente, in "Architettura", n. 193, nov. 1971; R. Di Stefano, La cattedrale di Napoli, ivi 1975; R, Di Stefano, La cupola di S. Pietro, Napoli 1969; S. Casiello - G. Fiengo, La tute­la dei monumenti nella prima metà dell'SOO, in." Restau­ro ", n. 5, 1972; M. Di Macco, Il Colosseo, Roma 1971, pp. 98-102 (Restauri e proposte nell'Ottocento).

3. Teorie ciel Restauro: R. Di Stefano, J. Ruskin, Napoli, 1969; J. Ruskin e W. Morris, di G. Racchi e F. La Regina, in " Restauro ", nn. 13/14, 1974; C. Perogalli, Monumenti e metodi di valorizzazione, Milano 1954; C. Ceschi, Teoria e storia del restauro, Roma 1970;C. Brandi, Teoria del restauro, PBE, Torino 1977; R. Pane, Attualità dell'am-

. biente antico, FiI'e~ze 1967; R. Di Stefano, Il recupero dei valori, Napoli 1979.

Parte seconda

5. Progettazione ciel restauro: R. Di Stefano, Il recupero dei

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le strutture murarie verticali (entro e fuori terra), delle coperture (solai, volte, cupole, tetti). Tecniche operative: il metodo dei cantieri alternati; le iniezioni di cemento; ancoraggi e cuciture; impiego dell'acciaio, dei calcestruz­zi, ecc., la gunite, processi elettroIÙici.

Esercitazioni

I temi trattati nelle lezioni verranno approfonditi - oltre che at­traverso le visite tecniche sopra dette - con la lettura ed il commento dei documenti di particolare rilievo (le leggi di tutela, la Carta di Ve­nezia, la Dichiarazione di Amsterdam, ecc.), nonché attraverso l'esame di specifici esempi di interventi realizzati, illustrati con diapositive, Tra gli altri verranno studiati i seguenti casi:

A) Restauri del secondo' dopoguerra:

Il palazzo dei Trecento a Treviso; la chiesa di S. St.dano a Vieo­na; la chiesa di S. 'Anna a Varsavia; il chiostro dei SS. Apostoli a Roma' la chiesa trecentesca pi Donna regina in Napoli; il Ponte Vecchio' a Firenze; il campanile della chiesa di S. Martino a Bu­rana; il portale maggiore della cittadella monastica di S. Chiara a Napoli; -"la Cattedrale di Napoli; l'ex convento' di S. Pietro Mar­tire in Napoli.

B) Rìlievo di zone arFheologiche: il caso di Pompei; restauro di edi­fici allo stato di rudere,

C) Esperienze di restau~o urbanistiço in Gran Bretagna e in Germania:

- Esperienze di restauro urbanistico in .F'rancia; i settori di sal­vaguardia del Marais (Parigi), Chartres, Sartat, Senlis,

- Esperienze di restauro urbanistico nei paesi dell'Est europeo: il caso di Budapest,

- Metodologia della progettazione del restauro. urbanistico: il ca­so del centro antiço di Napoli.

- Esperienze di restauro urbani'stico compiute in Italia: il caso di Bologna.

Inoltre, prima di dare, inizio allo studio della tecnica del restauro, verranno richiamate le conoscenze - già note agli allievi - relative alle strutture murarie verticali (entro e fuori terra), agli archi, volte, cupole, solai, coperture a tetto.

Infine, per fornire chiàrimenti e sviluppare la discussione sugli argomenti in programma, gli assistenti ed i collaboratori al corso, incontreranno gli allievi in, orari prestabiliti, in aggiunta a quelli delle lezioni.

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Se si considera, poi, che il concetto di tutela si è esteso dai singoli monumenti ai valori di ambiente, e che l'impegno del restauratore deve essere rivolto alla prospettiva molto più complessa del restauro inteso in senso urbanistico, pren­dendo in considerazione gli interessi della vita associata come prioritari ai fini delle scelte, diventa indispensabile la conoscenza non solo delle leggi vigenti, ma anche dei docu­menti che, a livello nazionale ed internazionale, sono stati redatti negli ultimi anni.

Argomenti

- Problematica del restauro. Il restauro inteso come conser­vazione dei Beni Culturali. Definizione di Bene Culturale. Evoluzione del concetto di conservazione; Il giudizio critico come premessa indispensabile per le scelte d'intervento. Istanza storica e istanza estetica. La cooperazione interna­zionale per la tutela del patrimonio culturale (organismi governativi e non).

Interventi sui monumenti e atteggiamenti degli architetti del passato nei confronti delle testimonianze di storia e di arte a partire dall'età romana fino al Settecento.

Le origini del restauro moderno. Aspetti della tutela dei beni culturali nella prima metà dell'Ottocento in Italia. Il restauro dell'Arco di Tito. I restàuri del Colosseo.

- Dai vandalismi rivoluzionari all'opera di inventario e tu­tela dei monumenti nell'ultimo sGoreio del '700 in Francia. Quatremère de Quincy, Alexandre Lenoir e la problematica della conservazione e del restauro tra illuminismo e roman­ticismo. La conservazione ed il restauro dei monumenti nel pensiero e nell'opera di ·Ludovic Vite!. Mérimée e la Commissione dei monumenti storici. Il pensiero e l'opera di Eugene E. Viollet-le-Duc .. La fortuna critica, di Viollet-Ie-Due in Italia. .

- Il sorgere della società industriale in Inghilterra durante l'età vittoriana. Il pensiero e l'opera di John Ruskin. Wil­Ham ,Morris e la S.P AB ..

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valori, Napoli 1979; AA.VV., Il centro antico di Napoli, ivi 1971; Tutela e conservazione di edifici allo stato di rudere, di L. Santoro - S. Casiello, in « Restauro ", n. 12, 1974.

6. Tecnica del restauro (ed esempi di intervento): Diagnosi dei dissesti e consolidamento degli edifici, a cura di G. Fiengo, Napoli 1978; Esperienze di restauro urbanistico in Gran Bretagna, di R. Worskett, in «Restauro", n. 9, 1973; I settori di salvaguardia in Francia: restauro-urba­nistico e piani di intervento, di R. Di Stefano - G. Fiengo - S. Casiello, in «Restauro", n. Il, 1974; Aspetti metodo­logici del restauro urbanistico: i casi di Bologna e di Na­poli, di A. Aveta, in «Restauro", n. 30, 1977; Vari altri contributi nella rivista « Restauro »,

RESTAURO DEI MONUMENTI (B)

Prof. Stella Casiello

Premessa

Premesso che l'obiettivo del « restauro" è quello di ope­rare una sutura tra il passato e il presente e che con il ter­mine «restauro» definiamo ({ il complesso degli interventi tecnico-scientifici intesi a garantire, nell'ambito di una meto­dologia critico-estetica la continuità temporale di un'opera d'arte", la finalità del corso sarà rivolta all'acquisizione dei criteri, - seguiti in passato e attuati ai nostri giorni - delle metodologie e delle tecniche atte a perseguire tale fine.

Inoltre i contributi che diversi tipi di discipline (da quelle storico-critiche fino a quelle giuridiche o economiche, fisico­matematiche, ecc.) possono fornire al restauro rappresentano elementi fondamentali di conoscenza che sono premesse indi­spensabili per il corso e che si presuppone siano già acquisite dagli allievi nell'ambito di altri corsi.

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Funzioni per il centro antico. Rapporto tra restauro e ur­banistica. Incontro tra antico e nuovo.

Metodologia della progettazione del restauro architettonico. Metodologia della progettazione del restauro archeologico. Il restauro degli edifici allo stato di rudere. Alcune espe­rienze di restauro in Iran.

Tecnica del reslauro: i dissesti statici: studio delle lesioni; la diagnosi dei dissesti. Cedimenti delle fondazioni e dei terreni di fondazione. Cedimenti delle strutture fuori terra. Opere provvisionali. Consolidamento: dei terreni, delle strutture murarie verticali (entro e fuori terra), delle coper­ture (solai, volte, cupole). Tecniche operativez il metodo dei cantieri alternati; le iniezioni di cemento.; ancoraggi e cuciture; impiego dell'acciaio, dei calcestruzzi, ecc.; la gu­nite.

Alcuni esempi di interventi di restauro realizzati in Italia e fuori: il palazzo dei Trecento a Treviso; la chiesa di S. Anna a Varsavia; il chiostro dei SS. Apostoli a Roma; la chiesa di S. Chiara a Napoli e lo spostamento del portale maggiore della cittadella monastica; il Ponte Vecchio a Fi­renze; il campanile della ciesa di S. Martino a Burano; la cattedrale di Napoli; l'ex convento di S. Pietro Martire in Napoli.

Bibliografia essenziale

C. Perogalli, Monumenti e metodi di va/orizzazione, Milano 1954.

R. Pane, Attualità dell'ambiente antico, Firenze 1967.

R. Di Stefano, J. Ruskin, Napoli 1969.

C. Ceschi, Teoria e storia del restauro, Roma 1970.

AA.VV., Il centro antico di Napoli, ivi 1971.

M. Di Macco, Il Colosseo, Roma 1971, pp. 98-102 (Restauri e proposte nell'Ottocento).

109 108

Il restauro italiano nell'Ottocento. L'attività di Travaglini a Napoli e di Rubbiani a Bologna. Problematica italiana del restauro: C. Boito, L. Beltrami, Giovannoni.

Restauri del primo Novecento a Napoli. Interventi di Chie­rici e di Filangieri: il restauro della chiesa trecentesca di Donnaregina e gli interventi su Castelnuovo dall'BOO ad oggi.

Criteri generali della moderna tutela dei Beni Culturali. Il primo documento redatto da Boito nel 1883; la carta di Atene (1931); la Carta di Venezia (1964).

Sviluppo del concetto di conservazione: conservazione pas­siva, conservazione attiva, conservazione integrata. La Car~ ta Europea del patrimonio architettonico (1975). La Dichia­razione di Amsterdam (1975). La Raccomandazione 880 del Consiglio d'Europa (1979) relativa alla conservazione del patrimonio architettonico europeo.

La conservazione del patrimonio architettonico come uno degli obiettivi principali della pianificazione territoriale. Valore e significato del patrimonio architettonico (dal sin­golo monumento al sito urbano, al centro antico, all'"rea di tutela).

La tutela del patrimonio architettonico: esperienze italia­ne e straniere (Francia, Inghilterra, Germania, Paesi so­cialisti).

Individuazione delle aree di tutela nella conservazione in­tegrata. Inventario e catalogazione dei beni culturali.

La partecipazione dei cittadini e degli enti locali ai pro­blemi della conservazione integrata. Il costo sociale nella operazione di riqualificazione ambientale.

La tutela dei beni culturali nelle leggi vigenti.

Rinnovamento dei siti urbani: ricostruzio~e. ristrutturazio~ ne e restauro: differenze tra gli obiettivi e i metodi di intervento. Problemi di restauro e di riqualificazione di ambienti antichi. Metodologia della progettazione del re­stauro urbanistico. Il caso del centro antico di Napoli.

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Ulteriori indicazioni bibliografiche verranno fornite agli allievi durante lo svolgimento del corso.

SCIENZA DELLE COSTRUZIONI (A)

Prof. Giovanni Castellano

. La prima parte del corso ha come oggetto la trattazione della Meccanica dei solidi con particolare riferimento al mo· to ed all'equilibrio di un corpo deformabile.

Utilizzando il calcolo differenziale assoluto (calcolo ten­soriale) si svih.1ppano le analisi degli stati di deformazione e di tensione relativi ad un "continuo" tridimensionale; defi· niti i legami tensione-deformazione nell'ipotesi di materiale " stabile », si discute il problema analitico dell'equilibrio ela· stico. In particolare si analizza la soluzione del problema nel caso del solido di De Saint-Venant.

Nella seconda parte del corso si svolge la trattazione del· la Meccanica delle Strutture: teoria tecnica della trave, teoria dei sistemi formati da travi (telai); l'analisi dei telai viene condotta utilizzando il calcolo matriciale, particolarmente

. adatto a predisporre algoritmi orientati alla elaborazione au-tomatica dei dati.

Il corso si conclude con la trattazione dei problemi ri­guardanti i criteri di resistenza e la stabilità dell'equilibrio elastico.

Bibliollrllfia

Appunti sul corso.

R. Baldacci, Scienza delle costruzioni.

A. E. H. Love, A treatise on t he mathematical theory 01 eia­sticity.

Y. C. Fung, Fundations of solid mechanics.

111

La cooperazione culturale internazionale e la partecipazione italiana, di R. Di Stefano, in « Restauro ", n. 3, 1972.

Aspetti della tutela dei beni culturali nell'Ottocento e il restau­ro di Valadier per l'arco di Tito, di S. Casiello, in « Re­stauro », n. S, 1973.

Esperienze di restauro urbanistico in Gran Bretagna, di R. Worskett, in « Restauro ", n. 9, 1973.

J. Ruskin e W. Morris, di G. Rocchi e F. La Regina, in " Re­stauro », nn. 13/14, 1974.

Tutela e conservazione di edifici al/o stato di rudere, di L. San­toro - S. Casiello, in « Restauro }), n. 12 1 1974.

I settori di salvaguardia in Francia: restauro-urbanistico e pia­ni di intervento, di R. Di Stefano - G. Fiengo - $. Casiello, in "Restauro », n. Il, 1974.

R. Di Stefano, La calledrale di Napoli, ivi 1975.

C. Brandi, Teoria del restauro, PBE, Torino 1977.

La tutela dei beni culturali in Iran. Storia e cronache, di R. Paone, in" Restauro »,11..29,1977.

Norme ed orientamenti per la tutela dei beni culturali in Ita­lia, I, di R. Di Stefano e G. Fiengo, in "Restauro », nn. 40, 1978 - 41, 1979.

R. Di Stefano, li recupero dei valori, Napoli 1979.

O. Mazzei, Alfonso Rubhiani, la maschera e il volto della città, Bologna 1879-1913, Bologna 1979.

Viollet-Ie-Duc e il restauro dei monumenti: C. Lora, La vita e gli scritti (pp. 5-22); S_ Casiello, La fortuna critica in Ita­lia (pp. 30-58); G. Fiengo, Il recupero dell'architettura me­dioevale nei pensatori francesi del primo Ottocento (pp. 79-133); R. Di Stefano, La pratica del restauro (pp. 264-291); in Restauro» nn. 47-48-49, 1980. Vari altri contributi nella Rivista « Restauro ».

La Carta di Venezia (1964) e la Raccomandazione 880 del Consiglio d'Europa (1979) sono distribuite in ciclostile.

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i'.· . l

I I I

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I !I

A.3. Principio dei Lavori Virtuali (1, 3, 6).

B. Teoria della elasticità

B.!. Leggi costitutive dei materiali elastici isotopi (1,3, 6).

Premesse - Comportamento dei materiali sotto carico La prova monoassiale di tradizione - Il materiale elastico - Il materiale isotropo - Il materiale isitropo ad elasticità lineare -Relazioni dirette ed inverse di Navier - Il potenziale elastico per il materiale isotropo ad elasticità lineare - Potenziale di vari azione di forma e di volume - Limitazioni del ,coefficiente di Poisson - Solidi omogenei e non omogenei - Il lavoro di deformazione nei corpi elastici Uneari - Teorema di Clapeyron - Applicazioni.

B.2. Il problema dell'equilibrio elastico (1, 6).

Posizione del problema - Metodi risolutivi - Equa"ioni dell'equilibrio elastico - Principio della Minima Energia Po­tenziale Totale - Principio di sovrapposizione degli effetti e Principio di Kirchofif - Teorema di Betti - Sistemi di forze ortogonali in energia - Applicazioni.

B.3. Resistenza dei materiali (1, 3, 6).

Premessa - La prova monoassiale di trazione - Materiali duttiU e materiali fragili - Le verifiche di sicurezza in regime monoassiale - Considera"ioni generali sulle verifiohe di resi­stenza - Criteri 'di resistenza - Materiali duttili - Criterio di Hencky - Materiali non duttili - Criterio di Grashof.

C. Il problema del De 'Saint-Venant

C.l. Formulazione del problema (1, 3).

Formulazione del problema: definizione del solido del De St. Venanti e postulato del De St. Venan!. I casi ,di sollecita­zione semplice nelle travi.

113

SCIENZE DELLE COSTRUZIONI (B)

Prof. Alessandro Baratta

A. II problema del continuo

A.1. Analisi della deformazione di un corpo continuo (1, 3, 6).

Generalità· - Componenti dello spostamento - Condizioni di congruenza interna delle componenti dello spostamento -Deformazione di un volume elementare - L'ipotesi di piccoli spostamenti - Spostamenti - Spostamenti rigidi - Moto rigido e deformazione pura - Tensore di deformazione - Le compo­nenti della' deformazione nelle ipotesi di piccoli spostamenti -Espressione delle componenti di deformazione lungo direzio­ni arbitrarie (senza dimostrazione) - Direzioni principali di deformazione e dilatazioni principali - Qualità nvarianti della deformazione - Significato fisico dell'invariante lineare; coef­ficiente di .dilatazione cubica - Stati piani di deformazione -Decomposizione del tensore di deformazione nelle componen- . ti sferica e deviatoria - Con!dizioni di congruenza interna delle componenti della deformazione - Condizioni di congruenza esterna - Applicazioni.

A.2. Analisi dello stato tensionale (1, 3, 6).

Generalità e definizioni: Forze esterne; forze interne e tensioni - Componenti cartesiane della tensione su un elemen­to piano comunque orientato - Tensore degli sforzi - Proprietà di simmetria del vettore censione - Direzioni principali di tensione e tensioni principali - Invarianti di tensione - Stati piani di tensione - Cerchio di Mohr per gli stati piani (senza dimostrazione) - Altri stati tensionali particolari - Decompo­sizione del tensore degli sforzi - Condizioni di equilibrio in­terno del corpo continuo - Equazioni ai limiti - Le linee iso­statiche _ Applica"ioni.

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I coloTanti di Mohr - La trave ausiliaria - Composizione cine­tica degli spostamenti.

D.3_ Applicazioni (2, 4, 5).

Staticadelle travi - Ricerca delle reazioni vincolari iso­statiche attraverso le equazioni della statica e attraverso il principio dei lavori virtuali per i corpi rigidi (catene cinema­tiche) - Diagrammi delle caratteristiche della sollecitazione _ Ricerca della Hnea elastica - Calcolo di componenti dello spo­stamento - Il metodo di Mohr - Variazioni termiche uniformi e a farfalla - Travi di una campata - Travi Gerbeli e travi con­tinue di più campate - Equazioni di congruenza - Linee di in­fluenza (cenni) - Verifiche di resistenza.

DA. Strutture composte da travi (2,4,5,6).

Ricerca delle reazioni vincolari isostatiche attraverso suc­cessive scomposizioni grafiche - Ricerca delle reazioni vinco­lari isostatiche attraverso le equazioni della statica e attra­verso il P. L. V. (catene cinematiche) - Diagrammi delle ca­ratteristiche dena sollecitazione - Ricerca delle reazioni iper­statiche tramite le equazioni di congruenza - Ricerca delle reazioni iperstatiche tramite l'applicazione del Principio dei Lavori Virtuali per i corpi deformabili - Calcolo di componenti ·dello spostamento tramite il P. L. V. per i corpi deformabili -Metodo 'di Ritter per le travature reticolari - Calcolo degli spo­stamenti attraverso il metodo di composizione - Sistemi sim­metrici ed emisimmetrici - Verifiche di resistenza.

E. Stabilità dell'equilibrio (1, 3, 4).

Premess: definizione di equilibrio stabile e di equilibrio instabile - Problema dell'instabilità dell'equilibrio nelle travi soggette a sforzo normale: il caso dell'asta appoggiata - Altre condizioni di vincolo: trave con incastro e appoggio, trave doppiamente incastrata, trave e mensola, trave con incastro ed incastro sco:rrevole, trave con cerniera ed incastro scorre­vole - Snellezza - Snellezza limite - Iperbole di Eulero - Limiti

116

C.2. Sforzo normale centrato (1, 3).

Soluzione del problema - Considerazioni sulla deforma­zione della trave - Il lavoro di deformazione - Le verifiche di sicurezza - Applicazioni.

C.3. La flessione retta (1, 3).

Soluzione del problema - Considerazioni sulle tensioni e deformazioni della trave - Lavoro di deformazione - Verifiche di sicurezza - Applicazioni.

CA. La flessione deviata (1, 3).

Premesse - Analisi dello stato di tensione - Analisi della deformazione - Lavoro di deformazione - Verifiche di sicurez­za - Applicazioni.

C.5. Sforzo normale eccentrico (1, 3, 4).

Premesse - Analisi dello stato di tensione - AnaHsi della deformazione - Lavoro di deformazione - Verifiche di sicurez­za - Il caso del materiale non reagente a trazione: sezione ret­tangolare - sezione 'dotata di un asse di simmetria - sezione qualsiasi - Applicazioni.

C.6. Torsione (1, 3, 4).

Introduzione: le travi di sezione circolare - La soluzione generale -del problema per le travi di sezione generica attra­verso la funzione di inglobbamento. Sezione e!litica - Centro di torsione - Analogia idrodinamica - Sezione rettangolare -Il fattore di torsione - Travi tubolaricon pareti sottili e I e II formula di Bredt - Sezioni composte di Tettangoli allungati e ferri profilati - Sezioni pluriconnesse - Il lavoro di deforma­zione - Verifiche di sicurezza - Applicazioni.

C.7. Flessione e taglio (1, 3).

Formulazione del problema: il centro di taglio (senza <li­mostrazione) - Il calcolo della tensione tangenziale media su di una corda generica - Flessione e taglio nelle travi di sezione

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compatta simmetrica sollecitate paTallelamente all'asse di sim­metria: espressione della 't,y, della 't,y massima e ,della ,,~ -Analisi della deformazione: scorrimento medio (senzadimo­strazione) e :fattore di taglio - Sezione rettangolare - Sezione circolare - Sezione a I, [L, T - Sezioni sottili aperte in genera­le - Sezioni sottili - Verifiche di sicurezza - Diagrammi delle tensioni tangenziali - Applicazioni.

C.B.II caso generale di sollecitazione composta (1, 3).

Il calcolo delle tensioni e le verifiche di sicurezza - Le componenti di deformazione pura per le travi - L'energia di deformazioni - Applicazioni.

C.9. Estensione dei risultati del De St. Venant O, 3).

D. ILe travi lnBesse

D.l. Geometria delle masse (1,2,4).

Baricentro di un sistema di masse - Il momento statico -Proprietà del baricentà del baricentro - Cool'dinate del bari­centro . I sistemi continui - Baricentri di alcune linee - Bari­centri di alcune superfici - Il momento di inerzia assiale - Il momento centrifugo - I sistemi continui - I teoremi di trospo­sizione - Determinazione grafica - Il centro relativo ari un as­se - La corrispondenza fra gli assi x e i centri X - L'ellisse cen­trale d'inerzia - Rette coniugate e 'Punti coniugati - Proprietà delle rette coniugate - Proprietà dell'ellisse centrale d'inerzia -Caso dei sistemi continui - Il nocciolo centrale d'inerzia - Il cerchio di Mahr - Direzioni principali d'inerzia e momenti principali d'inerzia - Il modulo Idi resistenza - Rettangolo -Cerchio - Applicazioni.

D.2. Teoria tecnica delle travi inflesse (1,2,4).

Relazione fra q, T. M - Conseguenze - I diagrammi delle sollecitazioni T e M - Caso dei carichi concentrati - Osserva­zioni - L'equazione differenziale della linea elastica - Integra­zione dell'equazione della linea elastica - Il teorema di Mohr -

115

C.2. Sforzo normale centrato (1, 3).

Solmione del problema - Considerazioni sulla deforma­zione della trave - Il lavoro di deformazione - Le verifiche di sicurezza - Applicazioni.

C.3. La flessione retta O, 3).

Soluzione del problema - Considerazioni sulle tensioni e deformazioni della trave - Lavoro di deformazione - Verifiche di sicurezza - Applicazioni.

CA. La flessione deviata (l, 3).

Premesse - Analisi dello stato di tensione - Analisi della deformazione - Lavoro di deformazione - Verifiche di sicurez­za - Applicazioni.

C.s. Sforzo normale eccentrico (1, 3, 4).

Premesse - Analisi dello stato di tensione - Analisi della deformazione - Lavoro di deformazione - Verifiche di sicurez­za - Il caso del materiale non reagente a trazione: sezione ret­tangolare - sezione 'dotata di un asse di simmetria - sezione qualsiasi - Applicazioni.

C.6. Torsione (l, 3, 4).

Introduzione: le travi di sezione circolare - La soluzione generale del problema per le travi di sezione generica attra­verso la funzione di inglobbamento. Sezione ellitica - Centro di torsione - Analogia idrodinamica - Sezione rettangolare -Il fattore di torsione· Travi tubolaricon pareti sottili e l e II formula di Bredt - Sezioni composte di 'fettangoli allungati e ferri profilati - Sezioni pluriconnesse - Il lavoro di deforma­zione - Verifiche di sicurezza - Applicazioni.

C.7. Flessione e taglio (1,3).

Formulazione del problema: il centro di taglio (senza <li­mostrazione) - Il calcolo della tensione tangenziale media su di una corda generica - Flessione e taglio nelle travi di sezione

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I coloranti di Mohr - La trave ausiliaria - Composizione cine­tica degli spostamentL

D.3_ Applicazioni (2, 4, 5)_

Staticadelle travi - Ricerca delle reazioni vincolari iso­statiche attraverso le equazioni della statica e attraverso il principio dei lavori virtuali per i corpi rigidi (catene cinema­tiche) - Diagrammi delle caratteristiche della sollecitazione _ Ricerca della Enea elastica - Calcolo di componenti dello spo­stamento - Il metodo di Mohr - Variazioni termiche uniformi e a farfalla - Travi di una campata - Travi Gerber e travi con­tinue di più campate - Equazioni ,di congruenza - Linee di ;n­fluenza (cenni) - Verifiche di resistenza.

DA. Strutture composte da travi (2,4, 5,6).

Ricerca delle reazioni vincolari isostatiche attraverso suc­cessive scomposizioni grafiche - Ricerca delle reazioni vinco­lari isostatiche attraverso le equazioni della statica e attra­verso il P. L. V. (catene cinematiche) - Diagrammi delle ca­ratteristiche della sollecitazione - Ricerca delle reazioni iper­statiche tramite le equazioni di congruenza - Ricerca delle reazioni iperstatiche tramite l'applicazione del Principio dei Lavori Virtuali per i cOJ:'pi deformabili - Calcolo di componenti ,dello spostamento tramite il P. L. V. per i corpi deformabili _ Metodo 'di Ritter per le travature reticolari - Calcolo degli spo­stamenti attraverso il metodo di composizione - Sistemi sim­metrici ed emisimmetrici - Verifiche di, resistenza. '

E. Stabilità dell'equilibrio (1, 3, 4).

Premess: definizione di equilibrio stabile e di equilibrio instabile - Problema dell'instabilità dell'equilrbrio nelle travi soggette a sforzo normale: il caso dell'asta appoggiata - Altre condizioni di vincolo: trave con incastro e appoggio, trave doppiamente incastrata, trave e mensola, trave COn incastro ed incastro scoprevole, trave con cerniera ed incastro scorre­vole - Snellezza - Snellezza limite - Iperbole di Eulero - Limiti

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di validità della formula di Eulero e verifiche di sicurezza Metodo.

Testi consigliati

V. Franciosi , Scienza delle Costruzioni, ed. Liguori, Napoli, voI. I, II, III.

V. Franciosi, Problemi di Scienza delle Costruzioni, ed. Liguo­ri.

M. Capurso, Lezioni di Scienza delle Costruzioni, ed. Pitago­ra, Bologna.

O. Belluzzi, Scienza delle Costruzioni, voI. I, ed. Zanichelli, Bologna.

E. Giangreco, Esercizi di Scienza delle Costruzioni, ed. Liguo­Ti, Napoli.

Appunti delle -lezioni.

SCIENZE DELLE COSTRUZIONI (C)

Prof. Paolo Belli

Testo ufficiale del Corso è:

« Fondamenti di Scienza delle Costruzioni" VolI. I-Il-III del del 'Prof. Ing. Vincenzo Franciosi, (Ediz. Liguori).

Si riportano i capitoli ed i paragrafi contenenti gli argo­menti trattati nelle lezioni:

117

I coloranti di Mohr . La trave ausiliaria - Composizione cine­tica degli spostamenti.

D.3. Applicazioni (2, 4, 5).

S tatica 'delle travi - Ricerca delle reazioni vincolari iso­statiche attraverso le equazioni della statica e attraverso il principio dei lavori virtuali per i corpi rigidi (catene cinema­tiche) - Diagrammi delle caratteristiche della sollecitazione -Ricerca della ,linea elastica - Calcolo di componenti dello spo­stamento - Il metodo di Mohr - Variazioni termiche uniformi e a farfalla - Travi di una campata - Travi Gerber e travi con­tinue di più campate - Equazioni di congruenza - Linee di in­fluenza (cenni) - Verifiche di resistenza.

D.4. Strutture composte da travi (2, 4, 5, 6).

Ricerca delle reazioni vincolari isostatiche attraverso suc­cessive scomposizioni grafiche - Ricerca delle reazioni vinco­lari isostatiche attraverso le equazioni della statica e attra­verso il P. L. V. (catene cinematiche) - Diagrammi delle ca­ratteristiche della sollecitazione - Ricerca delle reazioni iper­statiche tramite le equazioni di congruenza - Ricerca delle reazioni iperstatiche tramite l'applicazione del Principio dei Lavori Virtuali per i cOl;'pi deformabili - Calcolo di componenti dello spostamento tramite il P. L. V. per i corpi deformabili -Metodo 'di Ritter per le travature reticolari - Calcolo degli spo­stamenti attraverso il metodo di composizione - Sistemi sim­metrici ed emisimmetrici - Verifiche di resistenza. .

E. Stabilità dell'equilibrio (1, 3, 4).

Premess: definizione di equilibrio stabile e di equilibrio instabile - Problema dell'instabilità dell'equiHbrio nelle travi soggette a sforzo normale: il caso dell'asta appoggiata - Altre condizioni di vincolo: trave con incastro e appoggio, trave doppiamente incastrata, trave e mensola, trave con incastro ed incastro scoI'revole, trave con cerniera ed incastro scorre­vole - Snellezza - Snellezza limite - Ipel'bole di Eulero - Limiti

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2: Statica: Principi fondamentali della meccanica - Equi­librio di un punto materiale libero o vincolato - Equilibrio dì un corpo rigido libero o vincolato - Equilibrio di un siste­ma meccanico - Principio di sovrapposizione degli effetti per le forze - Caratteristiche di sollecitazione interna.

3. Cinematica: Traiettorie di un punto materiale e di un corpo rigido liberi o vincolati - Sistemi meccanici - Spazio delle configurazioni - Spostamenti finiti ed infinitesimi - Prin­cipio di sovrapposizione degli effetti per gli spostamenti in­fini tesimi ~ Catene cinernatiche - Distorsioni.

4. Principio dei lavori virtuali: Lavoro - Spostamenti vir­tuali . Principio dei lavori virtuali - Applicazioni del principio dei lavori virtuali a sistemi meccanici labili, isostatici e iper­statici . Linee di influenza.

5. Stabilità dell'equilibrio: Analisi della qualità dell'equi­librio tramite il principio dei lavori virtuali o la funzione energia potenziale.

Bibliografia essenziale

Bonelli, Fino, Maisano, Statica. Bonelli, Maisano, Il calcolo matriciale applicalo all'analisi dei

sistemi rigidi. AA.VV., Esercizi di statica. AA.VV., Sul/a stabilità del/'equilibrio nei sistemi rigidi.

STATICA (C)

Prof. Ennio De Rosa

Il programma del corso è a disposizione degli allievi pres­so !'Istituto di Scienza delle Costruzioni.

STATI CA (D)

Prof. Lucio Fino

Il programma del corso è a disposizione degli allievi pres­so l'Istituto di Scienza delle Costruzioni.

119

Volume I

Cap. I, La deformazione - (paragrafi: 1, 2, 3, 4, 5, 7, 8, 9, 11, 12) - Cap. II, Le tensioni - Cap. III, Relazioni elastiche _ Cap. IV, L'Equilibrio elastico - Cap. VII, L'Energia di defor­mazione (paragrafi: da 1 a lO) - Cap. VIII, Criteri di resi­stenza (paragrafi: 1,2,3,4, 5,6, 12, 13, 14).

Volume II

, Cap. I, Geometria delle masse - Cap. II, Il problema del De S. Venant - Cap. III, Trazione e compressione - Cap. IV, Le travature reticolari - Cap. V, Flessione retta - Cap. VI, Fles­sione deviata - Cap. VII, Flessione composta - Cap. VIII, Tor­sione (paragrafi: 7, 8, 9, 11, 12) - Cap. IX, Taglio (paragrafi: 6, 7, 8) - Cap. X, Le travi con sezione retta sottile (paragrafi: 1, 2, 4, 6, 7) - Cap. XI, Utilizzazione dei risultati del D.S.V. e realtiva approssimazione - Cap. XII, La verifica alla crisi puntuale.

Volume III

Cap. I, La statica delle travi - Cap. II, Le travi ad asse rettilineo isostatiche - Cap. III, Le strutture iperstatiche: Il metodo delle forze - Cap. V, Il principio dei lavori virtuali nel metodo delle forze (paragrafi: da 1 a 6) - Cap. VII, La trave rettilinea caricata assialmente.

La preparazione degli allievi deve essere completata dalle applicazioni svolte durante le esercitazioni; ulteriori esercizi possono essere dedotti da: «Problemi di Scienza delle Co­struzioni », volI. I e II del Prof. Ing. V. Franciosi, (Edizione Liguori).

STATICA (A) (B)

Prof. Maria Elisa Bonelli Prof. Stefania Maisano

1. Calcolo vettoriale: Definizione di vettore - Operazioni sui vettori· Sistemi di vettori equivalenti.

118

Q

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STORIA DELL'ARCHITETTURA I (B)

Prof. Lucio San toro

Lo studio storico-critico dell'architettura premette l'ana­lisi dei problemi metodologici: concetto di storia, definizione di architettura, rapporlo tra monumento e ambiente, proble­mi di estitica, tipologia. La metodologia è fondata sull'analisi spazi aie intesa quale elemento determinante per la compren­sione del valore formale degli organismi architettonici, consi­derati non come singoli monumenti a sé stanti, bensì in stret­ta relazione con l'ambiente. L'analisi viene integrata, per una visione globale del giudizio critico, dallo studio dei fattori sociali, politico-economici, filosofici e tecnici che hanno con­dizionato lo sviluppo dell'architettura e dell'urbanistica.

L'impostazione metodologica viene verificata attraverso l'analisi di tre nuclei urbani antichi: Napoli, Pompei, Spalato. Per l'analisi del centro antico di Napoli viene analizzata l'area culturale ellena sviluppatasi del Mediterraneo, considerando gli aspetti emblematici della cultura greca nel campo dell'ur­banistica (polis) e dell'architettura (templi, teatri), ed il mu­tamento della struttura socio-politica di quella civiltà nella cultura ellenistica che affermò una diversa concezione di vita associata condizionante un nuovo spazio urbanistico. Per Pom­pei, invece, si analizzano le attrezzature urbane romane: foro, terme, teatri e anfiteatri, al fine di comprenderne il significa­to in rapporto alla struttura urbana. L'analisi di tali attrezza­ture evidenzia la tecnica e l'evoluzione spaziale dell'architettu­ra romana che raggiunge la fase conclusiva nel palazzo di Dio­cleziano a Spalato, esaminato questo nei suoi aspetti pecu­liari e nell'impostazione urbanistica romana.

Il corso prevede una serie di visite per permettere la frui' zione diretta degli spazi analizzati facilitando cosÌ la verifica dell'analisi teorica.

Bibliografia essenziale

Per la metodologia:

B. Zevi, Architettura in nuce, Venezia, Roma, 1960.

121

STORIA DELL'ARCHITETTURA I (Al

Prof. Alfonso Gambardella

Il corso si articola in due momenti: il primo di carattere istituzionale, il secondo seminariale.

Nel corso istituzionale vengono analizzate alcune fonda­mentali tematiche di storia dell'architettura facendo costante riferimento al rapporto classicismo-anticlassicismo.

In particolare vengono trattati i seguenti temi:

al vita culturale e realtà socio-economica dell'Italia del '400 e '500 (con particolare riferimento a Brunelleschi, Alberti, Bramante, Michelangelo);

b) l'ambiente culturale romano e l'architettura barocca;

c) l'architettura a Roma tra Seicento e Settecento.

Tema del corso seminariale: Il centro storico di Napoli.

BibJiografiaessen~iale

R. Wittkover, Principi architettonici nell'età dell'umanesimo, Torino, 1964;

M. Tafuri, L'architettura dell'Umanesimo, Bari, 1972.

P. Portoghesi, Roma Barocca, Bari, 1975.

A. Gambardella, Architettura e committenza nello Stato Pon­tificio tra barocco e rococò, Napoli, 1979.

Note di Architettura ed ambiente nel centro storico di Napoli, Napoli, 1979, a cura di A. Gambardella con contributi di G. Amirante, E. Di Domenico, F. Divenuto, M.R. Doria, A. Litta.

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« Ciascuna delle sette meraviglie è nota di fama a tutti, ma pochi le vedono con i propri occhi. Infatti bisogna com­piere un viaggio tra i Persiani, attraversare l'Euf.rate, recarsi in Egitto, stabilirsi tra gli E1ei della Grecia, andare ad Alicar­nasso della Caria, navigare verso Rodi e visita,re Bfeso della Ionia: e dopo essere andato in giro per il mondo ed essere sfinito per la stanchezza Idei viaggi, soddisfare il proprio de­siderio quando con il trascorre're degli anni è passata anche la vita. Perciò l'erudizione è qualcosa di splendido e di am­mirevole, perché, liberato l'uomo dai viaggi, gli mostra a casa le cose belle dando occhi alla sua mente.

Ed è una cosa straordinaria: infatti uno che si sia recato in quei posti, li ha visti una sola volta e, ritornato a casa, se ne ,dimentica; del resto la perfezione delle opere sfugge alla osserva2lione e sfuggono anche in parte i ricoI'di di esse. Invece colui che ha conosciuto con lo studio ciò che è oggetto di ammirazione e l'esecuzione dell' opera e 'che ha contempla­to attentamente tutta l'opera d'arte, conserva in sé i linea­menti di ciascuna delle immagini: infatti ha visto con la men­te cose insolite.

Ciò che -dico apparirà -degno di fede se il mio discorso, dopo aver esaminato chiaramente ciascuna delle sette mera­viglie, convinca il lettore a riconoscere di aver avuto l'impres­sione di vedere. Ed infatti solo queste vengono designate uni­versalmente con appellativi encomiatici, osservate allo stesso modo [di tutte le altre cose], ma non allo stesso modo am­mirate. Infatti la loro bellezza, alla pari del sole, non per­mette di osservare le altre cose quando esso risplenda, »

Bibliografia

J. Summerson, Il linguaggio classico dell' architettura, Torino 1970.

F. Starace, Le arti liberali nella storia delle idee: le teorie sull'architettura di Wolfflin, Panofsky, von Simson, in: AA.VV" Studi di teoria e critica dell'architettura, Napoli 1982, pp. 9-56.

123

E. H. Carr, Sei lezioni sulla storia, Torino 1966.

Voci Est.etica e Storiografia in Dizionario enciclopedico di architettura e di urbanistica, Roma, 1968, volI. II e VI.

Per Napoli, Pompei e Spalato

M. Berve . G. Gruben - M. Hirmer, I templi greci, Firenze 1962,

L Mumford, La cottà nella storia, Vicenza 1964.

A. Giuliano, Urbanistica delle città greche, Milano 1966.

A. J. Toynbee, Il mondo ellenico, Torino 1967.

S. BeHini, Lo spazio architettonico da Roma a Bisanzio Bari 1978. '

P. Grimal, La civiltà romana, Firenze 1961.

Voce Ro~ana architettura ed urbanistica, in Dizionario ... so­pra Clt., voI. V.

. Una. bibliografia più dettagliata (sia per la parte metodo­logIca Sia per le parti applicative riferite alle tre città sud­dette) è a disposizione degli allievi presso l'Istituto.

STORIA DELL'ARCHITETTURA I (C)

Prof. Francesco Starace

Il programma del corso propone di studiare la storia dell'architettura in funzione della storia delle idee ed ' ~articolare d~lle arti liberali, fondamento della pedag~gia a: tIca e canom ,del sapere enciclopedico, Entro quest'ambito si. collocan~ sia i Fondamenti teorici - ricercati nelle opere d,l DDmocrIto, Platone, Aristotele, Vitruvio, Filone di Bisan­ZIO, Bramante, Panofsky e Summerson - sia Le sette mera­viglie dell'architettura, connesse con la retorica la memoria ~d in gen~re con il sapere enciclopedico. Basti ~ui riportare l IntrodUZIOne del trattato di FHone di Bisanzio che le de­scrive.

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Q

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8) Filarete, Bramante e Leonardo a Milano.

M. Tafuri, op. cit., pp. 67-80;

P. Murray, op. cit., pp. 56-65.

9) Le opere di Bramante e la vicenda di San Pietro.

P. Murray, op. cit., pp. 66-80; estratti in ciclostilato.

lO) I Sangallo.

G. Cantone, voci dell'Enciclopedia Europea Garzanti (ci­clostilato) ;

P. Murray, op. cit., pp.46-53 e pp. 86-87.

11) Leonardo De Vinci ed il risanamento delle grandi città.

G. Cantone, op. cit., pp. 65-85 (cfr. immagini e didasca­lie).

12) Raffaello: la lettera a Leone X e le opere.

G. Cantone, op. cit., pp. 86-99;

P. Murray, op. cit., pp. 79-86.

13) Michelangelo architetto.

P. Murray, op. cit., pp. 92-112; estratti in ciclostilato.

14) Le opere arohitettoniche di B. Peruzzi.

P. Murray, op. cit., p. 86.

15) S. Sedia: il trattato e le opere.

G. Cantone, op. cit., pp. 100-118 (cfr. immagini e didasca­lie);

P. Murray, op. cit., p. 132 e sgg.

16) A. Paladio: il trattato e le opere.

P. Murray, op. cit., pp. 42-154; estratti in ciclostilato.

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STORIA DELL'ARCHITETTURA I (D)

Prof.ssa Gaetana Cantone

Architettura del Rinascimento Italiano

1) Il concetto di Rinascimento.

(estratti in ciclostilato).

2) L'Influenza di Vitruvio nella Letteratura Architettonica.

(estratti in ciclostilato).

3) La Trasformazione delle Città: Pienza e Urbino.

G. Cantone, La città di marmo, Roma 1978, pp. 12-19;

P. Murray, Architettura del Rinascimento, Milano 1978, pp. 33-46;

M. Tafuri, L'architettura dell'Umanesimo, Roma-Bari 1976, pp. 52-66.

4) F. Brunelleschi e L. B. Alberti.

M. Tafuri, op. cit., pp. 15-37.

5) Le opere di F. Brunelleschi.

P. Murray, op. cit., pp. 5-25; estratti in ciclostilato.

6) L. B. Alberti: il trattato e le opere.

G. Cantone, op. cit., pp. 20-45 (cfr. immagini e didascalie);

P. Murray, op. cit., pp. 26-33.

7) Filarete: il trattato e le opere.

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G. Cantone, op. cit., pp. 46-64 (cfr. immagini e didascalie);

P. Murray, op. cit., 'Pp. 54-56.

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Storia e storia dell'arcbitettura. Problemi e metodi della storiografia generale, della storiografia artistica, della storia­grafia architettonica.

La storiografia architettonica: le sue fonti e le sue pro­blematiche. Il rapporto committente-architetta-costruttore nel­la storia dell'architettura. Pregiudizi tipologici, stilistici, tec­nologici.

La storiografia architettonica nella sua influenza operativa. L'attività architettonica come oggetto e come soggetto storico­critico. Contenuti critici dell'opera architettonica. La critica come atto espressivo. Il restauro come «laboratorio» della storiografia architettonica.

La conoscenza dell'ambiente architettonico ed urbanistico

Architettura ed ambiente antico. Cenni sulla cultura ar­chitettonica preromana: Egitto e Grecia; principali testimo· nianze architettoniche ed ambientali.

La casa a Pampei ed Ercolano, il suo sviluppo architetto· nico, dall'atrio italico al peristilio ellenistico, negli esempi più significativi.

Arcbitettura ed urbanistica in età romana. I grandi im· pianti pubblici e l'investimento del territorio geografico. Si· sterni costruttivi: dal sistema trilitico alle volte concrezionali.

Napoli greco-romana; cenni sulla antica struttura urbana e sua stratificazione morfologica. Centro antico e centro sto· rico,

Rinascenza e Rinascimento; storia dei termini e concetti generali. Il risveglio dell'antichità e Firenze. L'architettura na· poletana tra tardogotico e Rinascimento.

Cenni sullo sviluppo urbanistico di Napoli dalle origini all'età contemporanea.

Nota. - Le indicazioni bibliografiche verranno fornite agli stu­denti, insieme ad un programma più dettagliato, durante lo svolgimento del corso stesso.

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17) Giulio Romano, Galeazzo Alessi, J, Barozzi da Vignola,

J, Sansovino, M. Sanmioheli, V, Scamozzi.

P, Murray, op. cit., capp. sesto, settimo ed ottavo; estrat­ti in ciclostilato.

18) Gli Utopisti.

G, Cantone, op, cit., pp. 119-137.

STORIA DELL'ARCHITETTURA I (E)

Prof. Giulio Pane

L'orientamento del corso ,risponde ad alcune premesse considerate fondamentali: che lo studio e la conoscenza deHa architettura non possono essere a~frontati che secondo il me­todo storico-critico; che l'architettura va consrderata sempre in relazione al suo ambiente; che la stratificazione è fenomeno specifico dell'architettura, ancorché non esclusivo; che il giu­dizio storico-critico deve orientare l'attività delI'architetto.

Tali concetti vengono illustrati ed esemplificati nella loro interrelazione nel corso delle lezioni, sia come definizione di principio, sia attraverso lo studio di monumenti ed ambienti urbani, con particolare riferimento al patrimonio culturale campano,

La problematica storico-critica

Architettura: significato e storia del termine. Definizione dell'architettura secondo i suoi fini, le sue tecniche, le sue poetiche. Architettura, edilizia, ambiente. Architettura tld ur­banistica.

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STORIA DELL'ARCHITETTURA II (B)

Pro!. Cesare de Seta

Il corso si compone di due parti: una a carattere pm propriamente istituzionale. In essa si dà conto della nasdta e dell'affermazione del movimento moderno con particolare riguardo all'azione promossa in Europa da Walter Gropius e Le Corbusier. La seconda pal1te è dedicata ad indagare più analiticamente gli efifetti di questo programma ip. Italia: vale a dire dagli anni dell'immediato dopoguerra fino alla caduta del regime fascista. La condizione particolare dell'Italia ver­rà messa a confronto con la politica condotta negli stessi an­ni in Germania. I regimi totalitari si servono dell'architettura come strumento <li «consenso »: si cercherà di spiegare le ragioni Idi questo e gli effetti di questa politica.

Volumi consigliati

L. Benevolo, Storia dell'architettura moderna, Bari 1978.

C. De Seta, Architettura del Novecento, Utet, Torino 1981.

C. De Seta, La cultura architettonica in Italia tra le due guer-re, Roma-Bari, Laterza, 19772

G. Pagano, Architettura e città durante il fascismo, a cura di C. de Seta, Roma-Bari, Laterza, 1977.

Una più dettagliata bibliografia verrà indicata nel corso dell'anno.

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STORIA DELL'ARCHITETTURA II (A)

Prof. Renato De Fusco

Il corso si basa su quattro premesse. La prima considera l'architettura come linguaggio. La seconda privilegia il mo­mento metodologico, semiotico-strutturale, rispetto a quello operativo e puramente storicistico. La terza muove dall'assun­to che si vuole più insegnare un metodo per la conoscenza della storia dell'architettura che non la storia come evoluzione di monumenti. La quarta, tenendo conto dei limiti di tempo e del numero scarso di lezioni, riduce la parte applicativa del corso all'analisi di poche e paradigmatiche opere, tentando di riportare ad esse la più ampia storicità del tempo loro.

In particolare, ii' corso, basato su due testi, si compone di due parti. La prima illustra il metodo semiotico-strutturale reI azionato alla storiografia architettonica e analizza le se­guenti opere paradigmatiche: il tempio greco, la basilica ro­mana, la chiesa S. Michele a Pavia, la cattedrale di Chartres, la cappella Pazzi, la villa Capra, il tempietto di S. Pietro in Montorio, S. I vo alla Sapienza, la Maison du Peuple, l'Unità di abitazione di Marsiglia. La seconda parte applica le meto­diche suddette alle vicende dell'architettura contemporanea e analizza le opere paradigmatiche appartenenti ai seguenti codici-stili: l'eclettismo storico, l'Art Nouveau, il protorazio­nalismo, il razionalismo, il movimento organico, il « codice virtuale »(dizione usata per comprendere i fenomeni più at­tuali e le ricerche in atto più vicine ai temi della progetta­zione architettonica).

Bibliografia

R. De Fusco, Segni, storia e progetto dell'architettura, Laterza, Bari, 1973.

R. De Fusco, Storia dell'architettura contemporanea, Laterza, Bari, 1974.

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G. C. Alisio, Urbanistiéa napoletana del Settecento, Bari, 1979.

G. C. Alisio, Napoli e il Risanamento. Recupero di una strut­tura urbana, Napoli, 1980.

STORIA DELL'ARCHITETTURA II (D)

Prof. Arnaldo Venditti

Programma Urbanistica e architettura a Napoli dal Medioevo al Settecento

Premessa

Sul· fondamento della contemporaneità della storia, il cor­so affronta sinteticamente l'esame dei principali nodi critici della storiografia architettonica, attraverso una 'rassegna del­l'architettura napoletana dal medioevo all'età moderna, al fi­ne di cogliere la processualità dello svolgimento storico e di verificare le tesi critiche mediante la lettura diretta delle fab­briche nel loro ambiente urbano, riferendo costantemente i fenomeni al quadro italiano ed europeo.

Argomenti

Storia dell'architettura. Storia e storiografia. Problemi della storiografia architettonica. Storia urbanistica di Napoli. Le fonti storiche e iconografiche. La struttura della città at­traverso i secoli. La cartografia di Napoli. Le superstiti strut­ture medioevali napoletane. Il gotico francese e la cultura ar­chitettonica napoletana hl età angioina e durazzesca. Il con­cetto di Rinascimento e le sue fasi storiche. Incontro tra m~e­stri catalani e toscani a Napoli. Il Cinquecento napoletano tra classicismo e manierismo: da Malvito e Mormando' a Dosio e Valeriano. L'opera napoletana di Domenico Fontana. Il concetto di barocco. La produzione del Seicento napoletano

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STORIA DELL'ARCHITETTURA II (C)

Prof. Giancarlo Alisio

Napoli e la cultura europea dell'illuminismo al /iberty

Il corso, volto principalmente allo studio di Napoli e del territorio campano, intende fornire il fondamentale supporto storico necessario agli altri corsi della Facoltà aventi per og­getto la stessa area. Pur con gli indispensabili riferimenti ad epoche antecedenti il tema affrontato è specificamente quello dell'ul'banistica e dell'architettura dal Settecento agli inizi del Novecento, secoli nei quali si vennero a determinare alcuni degli aspetti importanti per la definizione della struttura cittadina e territoriale, dando luogo nel contempo, a nodi cri­tici e problemi tuttora irrisolti.

Ponendo Napoli al centro delle lezioni - si analizzano tuttavia anche i principali temi della cultura europea - si intende fornire agli studenti un metodo critico per lo studio della storia dell'architettura, al fine di consentire un contatto diretto con opere, ambienti e soprattutto una realtà sociale di cui ciascuno dovrà tenere conto nel corso della futura at­tività professionale. E' questo principalmente lo scopo dei numerosi sopralluoghi che, a completamento delle lezioni, si effettueranno a Napoli e dintorni nel corso dell'anno acca­demico.

Bibliografia

Selezione critica di testi mediante ciclostilati forniti dal corso.

G. C. Alisio, Lamont Young. Utopia e realtà nell'urbanistica napoletana dell'Ottocento, Roma, 1978.

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zione delle opere architettoniche, in particolare lo studio del­l'organismo strutturale, che è anch'esso opera architettonica.

Intendiamo in questo corso studiare sistematicamente le forme strutturali dal punto di vista del loro concetto statico, al fine di favorire la formazione di quella « sensibilità stati­ca" - se così si può dire - segnalata ed auspicata anche dal riordinamento delle Facoltà di Architettura, sensibilità statica che deve essere rivolta a stimolare, ad ideare forme architettoniche di valida e chiara possibilità costruttiva.

Approfondiremo la conoscenza di due materiali da co­struzione, maggiori protagonisti del fatto costruttivo, cioè dell'acciaio e del calcestruzzo armato, e della loro tecnologia, sulla base delle nozioni di elasticità già acquisite nel corso di Scienza delle Costruzioni.

Ci proponiamo infine di dare una visione ampia ed ag­giornata' dei particolari procedimenti costruttivi e delle nuove forme, strutturali, mostrandone le attuali tendenze verso ul­teriori sviluppi e verso nuove possibilità costruttive.

I materiali strutturali - Proprietà essenziali dei materiali strutturali - Costanti fisiche e coefficienti di sicurezza dei materiali.

I carichi delle strutture - Carichi permanenti - Carichi accidentali.

Strutture a molte iperstatiche - I telai· piani e metodi di calcolo (Gehler - Cross). Analisi matriciale.

Piastre: Le ipotesi fondamentali - L'equazione differen­ziale della superficie elastica - L'integrazione dell'equa­zione - Il calcolo mediante le differenze finite - Metodi approssimati.

Nuovi orientamenti nel calcolo delle strutture in relazio­ne agli stati limite.

Testi consigliati

A. Arcangeli, La struttura nell'architettura moderna, Sansoni.

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in rapporto al barocco romano. La figura di Cosimo Fanzago ed i temi architettonici della Napoli barocca. Il rococò napo­letano è l'opera di Sanfelice e Vaccaro. L'edilizia civile ed il nuovo volto della metropoli settecentesca. Prospettive della cultura illuministica nell'ambiente della Capitale.

Bibliografia

R. Pane, Napoli imprevista, 1949;

Id., Il Rinascimento nell'Italia meridionale, 1975;

Id., Architettura deltetà barocca a Napoli, 1939;

G. RUsso, Napoli come città, 1966;

A. Venditti, Architettura de'n'alto medioevo e Urbanistica e architettura angioina, in « Storia di Napoli ", voli. II-III;

Id., Presenze e influenze catalane, in « Nap. nob.", 1973;

Id., Fra' Nuvolo e l'architettura napoletana fra il '500 e il '600, in « Atti Congr. Barocco », 1969.

Nota - Il corso sarà articolato secondo lezioni in aula, visite guidate a monumenti ed ambienti urbani (lezioni-sopralluo­go) ed incontri seminariali.

La bibliografia verrà integrata durante lo svolgimento

del corso.

TECNICA DELLE COSTRUZIONi (A)

Prof. Ugo Carputi

Premessa

Nel corso di Tecnica delle Costruzioni ci proponiamo di portare alla conoscenza dei giovani lo studio della progetta-

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Norme tecniche (D.M. 30-5-1972).

Cenni di statica delle fondazioni - Comportamento dei terreni e classifica di essi - Elementi della- meccanica dei terreni - Tecnica delle fondazioni - Fondazioni dirette _ Plinti e travi rovesce - Fondazioni indirette - Pali di fon­dazione.

Testi consigliati

A. Arcangeli, La struttura nell'architettura moderna, Sansoni.

O. Belluzzi, Scienza delle Costruzioni, I, II, III, Zanichelli.

L. Santarella, Il Cemento Armato, I, II, Hoepli, Milano.

Nello svolgimento del corso saranno proiettati, della CISIA e dell'AlTEC, film documentari.

TECNICA DELLE COSTRUZIONI (B)

Prof. Vincenzo Fabbrocino

a cura

l. l materiali strutturali e loro caratteristiche meccaniche - Forze esterne e relativa regolamentazione - I coefficienti di sicurezza, -

2_ Calcestruzzo armato e precompresso. (Teoria Statica - Regolamenti)

3. Teoria dei telai piani e metodi di calcolo. (Gehler, Cross, Grinter, Pozzati)

4_ Piastre (Trattazione generale - Il calcolo mediante le dif­ferenze finite - Metodi approssimativi).

5_ Strutture in acciaio (Tipologie strutturali e criteri gene­rali di progettazione - Generalità sul calcolo e sull'ese­cuzione dei collegamenti).

6. Teoria degli archi.

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O. Belluzzi, Scienza delle Costntzioni, I, II, III, Zanichelli.

Costruzioni metalliche - Proprietà generali e tecnologiche degli acciai - Prove regolamentari sui materiali metallici _ Comportamento dei materiali metallici da costruzione -Elementi strutturali in acciaio - Collegamenti - Travature reticolari - Capriate - Travi a parete piena - Solai - Coper­ture in genere - Intelaiature semplici e multiple - Archi.

Testi consigliati

A. Arcangeli, La struttura nell'architettura moderna, Sansoni.

O. Belluzzi, Scienza delle Costruzioni, I, II, III, Zanichelli.

L. F. Donato, Lezioni di Costruzioni, II, Costruzioni Metalli­che, Colombo, Cursi.

U. Carputi - M. Locatelli, Collegamenti chiodati e bulloni.

Pubblicazioni della Società Italsider.

Norme tecniche (D.M. 30-5-1972).

Costruzioni in cemento armato - Proprietà generali e tec­nologiche del calcestruzzo cementizio - Elementi costi­tuenti e loro influenza - Comportamenti meccanico dei calcestruzzi - Prove regolamentari - Teoria statica del cal­cestruzzo armato e precompresso - Elementi strutturali in c.a. - Solai - Piastre - Solai a Fungo , Cassettonati travi Vierendeel - Strutture ad arco - Volte travi.

Testi consigliati

O. Belluzzi, Scienza delle Costruzioni, I, II, III, Zanichelli.

E. Giangreco, Teoria e Tecnica delle Costruzioni, Ed. Liguori.

L. Santarella, Il Cemento Armato, I, II, Hoepli.

M. Pagano, Progetti di strutture in cemento armato, Liguori, Napoli.

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delle risposte). Un secondo livello, rivolto prevalentemente all' analisi del modeHo.

Si cercherà infine di allargare la conoscenza nel settore attraverso l'illustrazione 'di soluzioni progettuali di partico­lare interesse.

Argomenti del Corso

Proprietà del materiale (acciaio-calcestruzzo) _ Legami relativi a prove monoassiali. Schernatizzazione elastica. Com­portamento elasto-plastico. Duttilità. Snervamento e rottura (criteri di resistenza). Fenomeni viscosi. Fatica.

L'estensione dei risultati allo studio delIa sezione (cemen­to armato e cemento armato precompresso).

Le azioni sui sistemi strutturali. Elementi di sismica. L'oscillazione elementare.

Analisi matriciale degli scherni a telaio. Elementi di For­tran. Applicazioni all' elaboratore. Procedimenti iterativi. Il metodo di Cross ..

Le ·piastre. Cenni sul metodo degli elementi finiti.

Lo studio deI!' organism ostrutturale. Aspetti tipologici.

La 'ripartizione delle forze orizzontali.

Le strutture di fondazione.

L'acciaio - strutture in acciaio.

Testi consigliati

Appunti delle lezioni.

V. Perrone, Risoluzione matriciale dei telai piani.

E. Giangreco, Teoria e Tecnica delle Costruzioni, vol. 1.

Norme tecniche per l'esecuzione delle opere in c.a. e C.a.p. e per le strutture metalliche.

C. Cestelli Guidi, Meccanica del terreno e stabilità delle fon­dazioni.

Volumi della Collana tecnico-scientifica, ITALSIDER.

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7. Nozioni sulle volte-travi.

8. Ponti (Tecnica delle fondazioni e metodi di calcolo).

9. Fondazioni (Tecnica delle fondazioni e metodi di calcolo).

19. Fondamenti della teoria della plasticità _ Applicazioni al­le strutture: calcolo a rottura.

11. Tensostrutture e sistemi reticolari speziali (classifica­zione e caratteristiche strutturali).

Testi consigliati

O. Belluzzi, Scienza delle Costruzioni.

C. Cestelli Guidi, Meccanica dei terreni e stabilità delle fonda-zioni.

E. Giangreco, Teoria e Tecnica delle Costruzioni, I, II.

Volumi della Collana tecnico scientifica Italsider.

Appunti di Costruzioni in acciano a cura dell'ing. Alberto Bal­samo.

TECNICA DELLE ,COSTRUZIONI (C)

Prof. Paolo Jossa

Nel corso si vuole contribuire alla conoscenza deH' or­ganismo strutturale coordinando, finché possibile, i molti aspetti applicatici entro ipotesi di generalizzazione concettua­le e sviluppando correlazioni fra temi apparentemente diversi fra loro.

In particolare si cercherà di evidenziare inter.relazioni fra la scelta progettuale, 1a costruzione del modello e l'analisi dello stesso.

Saranno comunque proposti inizialmente ed in parallelo due ,distinti. licelIi d'indagine. Un primo livello prevalente­mente alla conoscenza del dato e del fenomeno osservabile {proprietà del materiale - e ·delle azioni - caratteristiche

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L'Urbanistica si configura oggi con campi di ricerca ed attività appli· cative sostanzialmente autonomi e con un proprio specifico oggetto culturale e scientifico ben individuato. Non più, quindi, come poteva intendersi negli anni cinquanta o sessanta, un'attività applicativa al­quanto estemporanea facente capo ad una sommatoria di conoscenze e di tecniche, ma moderna scienza proprio con il valore epistemolo­gico che oggi diamo a tale termine ed autonoma dalle altre disci­pline, nei limiti in cui una singola scienza può es~erlo nel nostro mon­do che deve ricercare sempre più l'equilibrio fra trasformazione e conservazione dei valori ed i mezzi per difendere e diffondere la qua­lità della vita al più vasto ambito della comunità. Essa è la scienza che studia i fenomeni urbani e territoriali che si verificano in connes­si"one con una reale struttura economica e sociale, in un determinato ambito territoriale ed urbano e che ha come obiettivi la promozione, a mezzo di piani, della migliore organizzazione dello spazio insediativo e produttivo ed il concorso allo sviluppo equilibrato -delle strutture economiche e sociali.

Argomenti

Il corso si propone di forni're gli elementi indispensabili alla comprensione, valutazione ed interpretazione della con­dizione presente della cultura urbanistica, dell'attuale assetto territoriale e delle possibilità di razionalizzarlo o' di trasfor­marlo.

Gli argomenti sono raggrup'pabili nei seguenti punti: l. La cultura urbanistica nel momento attuale. I I)uovi obiet­

tivi dell'Urbanistica. La ,socializzazione della disciplina, La città della comunità.

2. L'Urbanistica come disciplina autonoma ed il suo oggetto interdisciplinare., Caratteri dell'attività urbanistica_

3. Il rapporto tra l'Urbanistica e l'Architettura. I rapporti con altre discipline. Definizione a grande scala di para­metri di civiltà.

4. Urbanistica razionalizzatrice e Urbanistica trasformatrice. Caratteri dell'organizzazione sociale; presupposti e neces­sità dell'evoluzione comunitaria. Una filosofia per la co­struzione o la trasformazione dell'ambiente di vita del­l'uomo nello spazio urbano e territoriale. Rapporto tra comunità, città c territorio.

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TECNOLOGIA DElL'ARCHITETTURA I e II

(Corsi A, B e C)

I singoli programmi saranno ·distribuiti durante i rispet­tivi corsi ed illustrati da seminari introduttivi all'inizio del­l'anno accademico.

I programmi saranno comunque definiti in relazione alla possibile entrata in vigore fin dal corrente anno, dei piani di studio orientati e saranno messi a fuoco su problematiche, affini alle differenti aree tematiche (progettuale, urbanistica, storico-conservativa, specificamente tecnologica), in modo da poter essere 'collocati agevolmente nei differenti piani di stu­dio.

I corsi di Tecnologia dell'Arc:hitettura sono articolati se-condo la seguente struttura:

Corsi I/B e II/A (proff. Caterina e Gangemi): coordinati rispettivamente come primo e secondo anno di corso;

altri corsi A e B e corso ,C: biennali.

E trattano le seguenti tematiche generali:

- corso prof. Caterina (r anno del corso) e corso prof. Gan­gemi (2" anno): Tecnologie appropriate - strategie d'inter­vento per il recupèro edilizio. corso prof. Capasso (l/C) e corso prof. Vitale (II/C):

Le tecnologie leggere ed i processi di produzione. corso prof. Cennamo (l" anno di corso): Tecnologie inno­vative e/o adottive. corso prof. Orlacchio (2" anno di corso): Sistemi costrut­tivi industrializzati.

URBANISTICA I (A)

Prof. Arturo RigiIlo Programma del corso biennale

"Premessa teorica e metodologica

Il corso è fondato su di un'idea di Urbanistica maturata in una sostanziale evoluzione, compiutasi in "Circa un secolo, nella 'quale si è depurata dalle improprie vesti di arte urbana o dalla ancor più dan­nosa identificazione con la normativa edilizia e l'ingegneria stradale.

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L'accumulazione dei processi produttivi nella città. Lo sviluppo dell'attività terziaria e delle sue specializzazioni. Le attività quaternarie.

Articolazione del corso

A conclusione dello studio analitico ciascun gruppo di la­voro perviene all'individuazione di un quadro di disponibilità e riproducibilità delle risorse, distribuite in tre settori:

l. L'ambiente naturale, nel quale vanno comprese, oltre lo spazio coltivabile, le risorse di energia, di materie prime, il quadro del patrimonio idrico e delle nuove fonti di energia e soprattutto i sottili limiti dell'equilibrio ecolo­gico intaccato dalla crescita indifferenziata.

2. Il patrimonio dei manufatti, residenze, infrastrutture, fab­briche, reti di comunicazione, servizi a rete, servizi sociali esistenti o realizzabili a breve termine.

3. Le tecnologie disponibili ed i loro prevedibili sviluppi in relazione a caratteristiche ambientali precipue. I punti l e 2 dell'analisi costituiscono il quadro dei vincoli posti alla comunità loèale della necessità di tutelare le risorse esistenti.

Al compimento di tali analisi viene graficizzata una sintesi dei vincoli posti dalla geografia umana e sociale déll'area al raggiungimento degli obiettivi dedotti dalla domanda sociale.

I risultati dell'analisi al punto 3 evidenziano il quadro so ciale ed il modello di produzione, consumo, lavoro e di riparo tizione del reddito complessivo, il modello di uso del territo­rio, nonché di risposte sociali.

L'organizzazione del corso oltre ad una serie di ·lezioni ex-cathedra comporta numerose esercitazioni nonché lo svol­gimento di seminari. Questi ultimi si distinguono in seminari sulle letture fondamentali consigliate (per il primo anno di corso), in seminari dibattito su specifici temi di studio ed in­fine in seminari generali didattici sugli studi in corso.

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5. Le origini dell'urbanistica moderna. L'approccio illumini­stico ai problemi urbani. Il pensiero urbanistico dell'Ot­tocento come reazione alle conseguenze dell'abnorme pro­cesso di concentrazione.

6. Storia recente della Pianificazione urbanistica. Il. rappor­to tra Urbanistica ed Economia. Istituti politici e istituti amministrativi in rapporto alla pianificazione.

7. L'idea di piano e la sua evoluzione. La volontà e le esi­genze della comunità come presupposti fondamentali del piano. Valenze democratiche dell'urbanistica. Teoria dei piani. Dimensioni spaziali, comunitarie ed economiche dei piani urbanistici.

8. Gli ap.porti interdisciplinari coordinabili in una conce­zione sociale delle scienze applicate. L'interdisciplinarietà come carattere della cultura moderna. Necessità di ri­strutturazione degli organismi consultivi e gestionali. Il riordino delle autonomie locali.

9. La città e il territorio. I sistemi urbani gerarchici. Gli studi sull'armatura urbana. Il rapporto storico tra città e campagna e sua invqluzione. Implosione, esplosione, diffusione urbana. Il territorio pianificato. Il territorio impedito.

lO. Il rapporto tra le dimensioni del piano c le dimensioni operative e gestionali.-Piani globali e piani di settore. In­terventi legislativi generali. Interventi operativi di settore.

l!. Nascita ed immanenza dell'idea di comprensorio. Le uni­tà territoriali intermedie. Omogeneità, integrazione, dipen­denza da un centro funzionale. Esempi recenti nella legi­slazione delle regioni italiane.

12. L'analisi strutturale di un'area comprensoriale: la strut­tura geofisica-geogr2fica, la struttura insediativa, la strut­tura demo-sociale, la struttura economica, la struttura istituzionale-amministrativa.

13. La realtà urbana. Significato e limiti della coesione ur­bana. Valori della città in rapporto al mondo esterno.

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e dei manufatti sul territorio, elaborata sulla base di principi di valore concernenti la organizzazione sociale. Ne consegue che il corso biennale è volto all'approfondimento di concetti, quali progetto e razionalità; dei principi cui è possibile rapo portare la distribuzione e relazione delle attività sul territorio con rilevanza attribuita alle teorie urbane, alle tecniche di de· codificazione delle potenzialità, ai modelli di struttura insedia­tiva proposti nella storia della disciplina; infine agli aspetti normativi che sovrintendono la organizzazione spaziale.

L'approfondimento suddetto si attua attraverso elabora­zioni di carattere metodologico ed elaborazioni progettuali, ri­ferite alla pianificazione regionale, ed alla progettazione urba­nistica comprensoriale e locale; le elaborazioni progettuali configurano quindi due sezioni operative attraverso le quali il corso si struttura.

Nella prima sezione, concernente la programmazione. e la pianificazione regionale, l'ambito di riferimento è costituito da regioni del Mezzogiorno' continentale. Si procederà secon­do le seguenti ipotesi: a) lettura dei documenti di piano e di programma, in rapporto alle politiche nazionali (straordina­rie e ordinarie); b) lettura delle tendenze nello sviluppo socio· economico avvalendosi di indic!l!ori demografici ed occupazio­nali; c) lettura delle risorse fisiche (suolo, capitale fisso so­ciale); d) lettura dei livelli e settori di governo; e) fonnulazio­ne di modelli funzionali.

Si procederà quindi (II anno) all'approfondimento di ipo­tesi progettuali operando o per regioni o per ambiti territoria­li significativi. Sarà possibile nell'ambito della sezione svol­gere lavori monografici su aspetti significativi della politica regionale attuata per il Mezzogiorno nel trentennio trascorso.

Tesi base da leggere prima della configurazione operativa della sezione: F. Forte, Stato e regioni nella politica regionale per l'ItaUa Meridionale, v.b.; P. Caputi, F. Forte (a cura), La Pianificazione territoriale nelle regioni del Mezzogiorno, v.b.; F. Forte (a cura), Dalla regione al comprensorio, introduzione, capp. I e II.

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Raccordi e coordinamenti con altri corsi

Per tale punto si rimanda alle pagg. da 23 a 31 del fasci­colo a stampa contenente il programma dettagliato del corso. Sono lì riportati i documenti scaturiti dalle riunioni di ,lavoro per il coordinamento svolti con i professori Mario Coletta per la Storia dell'Urbanistica, Guido D'Angelo per 11 Diritto UI'ba­nistico, Luigi Fusco GiraI'd per Estimo ed eserci:<io professio­nale, Romano Lanini per la Pianificazione territoriale urbani­stica e Maria Rigillo Troncone per !'Igiene edili:llÌa.

Bibliografia essenziale

F. Choay, La città, utopie e realtà, Torino, 1973.

A. RigilIo, L'idea di urbanistica, ed. Cedam, Padova, 1981.

Il già citato fascicolo a ·stampa contiene una bibliografia particolareggiata oltre a bibliografie specifiche da utilizzarsi per i seminari previsti nello svolgimento del corso.

URBANISTICA I (B)

Prof. Francesco Forte

Programma del corso biennale

La disciplina urbanistica esprime una intenzionalità pro­gettuale, avente quale oggetti la organizzazione delle attività

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Bibliografia

F. Forte, Una ipotesi di definizione dell'urbanistica, in F. For­te (a cura), Metodologia urbanistica, ricerca operativa, modellistica urbana, Guida, Napoli.

P. Caputi, F.··Forte (a cura), La pianificazione territoriale nelle regioni del Mezzogiorno, Angeli, Milano 1977.

C. Forte, Analisi storica della rendita urbana, ESI, Napoli, 1970.

W. Cristaller, Il sistema delle località centrali, in G. Martinotti (a cura), Città e analisi sociologica, Marsilio, Padova, 1968.

F. Forte, Sviluppo urbano: leorie ed esperienze, Marsilio, Pa­dova, 1969.

F. Forte (a cura), Progettazione urbanistica e territoriale attra­verso l'analisi della soglia, Angeli, 1976-78.

F. Forte, Stato e regioni nella politica regionale per l'I talia meridionale, Guida, 1979.

F. Forte (a cura), Dalla regione al comprensorio, Angeli, 1978.

URBANISTICA I (C)

Prof. Attilio Belli

Il corso assume come riferimenti per l'organizzazione della propria esperienza due processi: uno, di ordine stretta­mente disciplinare, riguarda il dibattito in corso nelle Facoltà di Architettura sull'insegnamento dell'urbanistica e sulle pro­spettive di riforma e di sperimentazione didattica; un secon­do, di ordine metadisciplinare, ma direttamente connesso al primo, concerne la modificazione di orientamento nello studio della disciplina che deriva dall'assumere la conoscenza, il sapere come pratica di potere.

Un orizzonte di questo genere porta a studiare l'urbani­stica come formazione discorsiva che definisce nel tempo i

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Nella seconda sezione, concernente la pianificazione ur­banistica comprensoriale e locale, l'a·mbito di riferimento è costituito prioritariamente dall'area napoletana. Si procederà anche in tale elaborazione: a) alla lettura delle risorse fisiche e dei loro usi (lettura dei fattori statici); b) alla lettura dei processi secondo indici dinamici; c) alla lettura dei documenti di piano; d) alla costruzione di modelli di struttura.

Particolare rilevanza verrà data alla metodologia di soglia e alla relativa cartografia tematica. Nell'ambito della sezione sarà possibile approfondire le problematiche poste dall'attua­zione di strumenti urbanistici (p.r.g. e programmi poliennali, piani particolareggiati, piani di zona, piani per settori produt­tivi, piani di recupero, ecc.).

Testi base da leggere prima della configurazione operati­va della sezione: F. Forte (a cura), Progettazione urbanistica e territoriale allraverso l'analisi del/a soglia, v.b.; F. Forte, Il contributo· del/a metodologia di soglia al perseguimento di obiettivi generali e di settore, v.b.

Ciascun anno di corso di articola in fasi di svolgimento. Nell'ambito del primo corso, la prima fase si articola in le­zioni sull'insegnamento dell'urbanistica nell'attuale condizio­ne storica, e seminari sul ruolo del territorio nelle politiche di sviluppo; la seconda fase in lezioni concernenti le teorie per il piano (rapporto spazio-attività), e seminari concernenti il dibattito sulle scelte territoriali nel Mezzogiorno e nella re­gione Campania; la terza fase si articola in lezioni sulla teoria del piano e sulla metodologia di progettazione.

Nell'ambito del secondo corso la elaborazione metodolo­gica attuale nella prima fase ha per oggetto i soggetti e gli strumenti per la progettazione e gestione urbanistica; quella attuata nella seconda fase le politiche regionali, con particola­re ma non esclusivo riferimento all'Italia meridionale.

L'ulteriore approfondimento delle elaborazioni progettua­li attuate nel primo corso costituisce verifica di quanto acqui­sito con la elaborazione metodologica.

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URBANISTICA II (A)

Prof. Raffaele D'Ambrosio

Programma

Il corso lfllZIa con una disamina degli attuali problemi concernenti la disciplina urbanistica, presentando la necessi­tà di introdurre metodologie più aderenti alla natura poliva­lente della materia.

Si parte dalla costatazione che la complessità dei feno­meni inerenti i processi di formazione degli aspetti tefrito­riali, le situazioni di squilibrio territoriale e di sviluppo (in uno con situazioni di congestione nelle regioni più fortemente urbanizzate dovute soprattutto alla concentrazione spaziale delle attività produttive e di servizio), nonché la divisione geo­grafica del lavoro e un non controllato gioco di mercato, han­no generato una insoddisfazione per gli insufficienti effetti de­gli strumenti urbanistici tradizionali se non una vera e propria crisi di credibilità da un lato, circa la possibilità di pianifi­care lo sviluppo del territorio, e da un altro lato, circa la possibilità di recupero o adattamento dello spazio urbano.

Riscontrati, dunque, i limiti e le insufficienze di un ap­proccio di tipo tradizionale alla pianificazione urbanistica, si pone l'esigenza di superare questa posizione in favore di un approccio più razionale, quale può essere quello della scienza territoriale, nel caso del territorio, o di una .politica socio­economica partecipativa per l'assett0 urbapo restando ambe­due gli aspetti, considerati mediante la teoria dei sistemi.

Questo approccio consisterà in analisi di tipo interdisci­plinare, all'interno delle scienze sociali che ·vi collaborano (geografia, economia, sociologia, ecc.) e tecniche proprie della progettazione urbanistica.

Esso, pertanto, trae profitto dalle teorie e dai risultati di queste materie e tecniche ed ha per oggetto di studio i feno­meni che portano alla distribuzione spaziale degli insedia-

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diversi oggetti di cui parlare, le )1lodalità da adottare per par­larne, nonché i concetti stessi mediante cui procedere nella

sua strutturazione. Ciò avendo come punto di fuga la ricerca delle forme di potere che hanno costituito la formazione di­scorsiva, mediante l'introduzione di un'adeguata funzione

critica.

In questa direzione ci si propone di rintracciare nell'espe­rienza italiana i paradigmi che caratterizzano . nel tempo i di­

versi modi di riproduzione del controllo sulla e/o nella città.

A tal fine il corso discuterà introduttivamente, rispetto alla formulazione dell'insieme di ipotesi di partenza, l'oriz­zonte temporale cui riferire l'attività didattica di esercita­zione per gli studenti.

Parallelamente il corso si avvarrà di due momenti semi­nariali: il primo, su questioni di morfologia dello spazio so­

ciale e il secondo, sulla elaborazione di diverse strategie spa­ziali, rispettivamente con il contributo di V. Andriello e di B. Cillo.

Il primo seminario affronta la discussione critica del fa)'

porto tra esperienza individuale dello spazio sociale e strut­ture collettive di produzione e circolazione dei valori nello spazio. I temi principali saranno: rappresentazione dello spa­zio e identificazione individuale (la pratica, la critica, la me­

moria); spazio del bisogno, spazio del desiderio, spazio del conflitto.

Il secondo seminario. affronta lo studio delle pratiche di controllo e di dominazione sul territorio e l'elaborazione di strategie spaziali.

Il proposito è di approfondire l'analisi del rapporto fra lo sviluppo di concetti spaziali legati alla strategia militare e la messa in atto di strategie spaziali.

Belli, F. Angeli, Milano, 1979.

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e compiti istituzionali di pianificazione, legislazione urbani· stica e formazione dei piani· 3. Evoluzione negli ultimi dieci anni e prospettive future· 4. Comparazione con gli orienta· menti legislativi europei . 5. Competenze delle Regioni, dei Comuni, degli Enti Comprensoriali (comunità montane), li· velli operativi - 6. Istituti regionali - uffici di piano.

Gli aspetti operativi del corso

Nel primo anno, l'esame consisterà in una prova orale sugli argomenti svolti durante il corso e richiedeTà la presen· tazione di un programma di ricerca da svolgersi individual­mente o in gruppo per il secondo anno del corso biennale.

Nel secondo anno, organizzato seminarialmente, .verran· no attuate le ricerche e presentate nel primo corso mediante proposte di intervento nelle aree prescelte.

Libri e letture consigliati

Quaderni e comunicazioni di Istituto

1. B. McLoghlin, La pianificazione regionale, Padova, 1973.

B. Secchi, Analisi delle strutture territoriali, Milano, 1965.

R. D'Ambrosio . A. Piemontese - L. Piemontese .' R. Scarano, Sistemi e mode/l.i nell'analisi territoriale, Bologna, 1974.

L. Piemontese, Pianificazione territoriale . Sistemi e modelli, Ed. Liguori, Napoli, 1979.

R. Lanini, Note tra analisi e Pianificazione territoriale, Ed. Li· breria, Napoli, 1979.

S. Luongo, SSl, un simula/ore di Sistema economico, Ed. Col· lana Ricerche e Studi FORMEZ . n. 21.

Boleslaw Malisz, Economia dello sviluppo urbano, Ed. Mar­silio.

Coli n Lee, l modelli nella pianificazione, Ed. Marsilio.

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menti produttivi e residenziali ed alla formazione degli assetti territoriali.

Verranno, quindi, identificati ed analizzati i seguenti prin­cipali sistemi: a) sistema economico; b) sistema sociale; c) si­stema istituzionale e normativo; d) sistema fisico e, successi­vamente, verranno indicati i principali momenti attraverso cui si esplica il processo di formazione dei piani: a) momento conoscitivo; b) momento della formulazione degli obiettivi; c) momento della simulazione mediante modello previsionale; d) momento delle scelte fra ipotesi alternative; e) momento del controllo dell'attuazione e della verifica delle ipotesi. Quadro sintetico degli argomenti successivi: a) Teoria della pianificazione

1. Concetto di fenomeno e di campo fenomenico· 2. Pro. blema della misurazione nelle scienze sociali - 3. Concetti di relazioni, struttura, modello, sistema, teoria generale dei si­stemi ed analisi dei sistemi - Teoria dei modelli - 4. Indivi­duazione, analisi e descrizione di un sistema urbano o terri­toriale . Individuazione degli elementi fondamentali per la descrizione del sistema· Individuazione dei rapporti fra il si­stema e gli ambienti in cui è incluso - Omogeneizzazione degli elementi individuati, misurazione, ricerche delle relazioni (ana­lisi input-autput) . Ricorso alla costruzione di modelli· 5. Me­todi di analisi urbana e regionale.

b) Teoria della simulazione

1. Il sistema reale e l'individuazione delle sue variabili . 2. Variabili endogene ed esogene· 3. Variabili controllabili . 4. Situazione edi modelli di simulazione statici e dinamici . 5. Operazione di programmazione - 6. Scelta degli obiettivi e valutazione delle alternative come supporto alle decisioni po­litiche . 7. Il piano come politica di sviluppo - 8. Relazione tra politica, economia, urbanistica.

c) Legislazione

1. L'azione palitica e il quadro normativo - 2. Poteri de. centrati: Regioni, Comprensori (comunità montane),Comuni

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come sede delle collettività insediate, della loro storia, della loro cap~cità associativa e partecipativa, delle loro tensioni sociali. Governo del territorio e governo dell'economia non costituiscono. pertanto, campi d'iniziativa diversi, bensì due distinti aspetti di un'unica azione politico-amministrativa tesa alla corretta gestione pubblica delle risorse disponibili, la cui coerenza è, quindi, più che mai urgente garantire per ridurre ed eliminare gli sprechi ed i privilegi che hanno caratterizzato il distorto sviluppo capitalistico dell'ultimo trentennio.

Gli strumenti di pianificazione urbanistica, considerati tanto nei loro aspetti analitici che in quelli progettuali, non possono perciò considerarsi come fine a se stessi o come astratta manifestazione di elucubrazione intellettuale; essi van­no compiutamente considerati come mezzi tecnico-politici di efficace gestione della città e del territorio da parte degli or­ganismi elettivi delle autonomie locali.

L'insegnamento dell'Urbanistica, quindi, dovrà necessaria­mente basarsi su un approccio pluridisciplinare, che consideri in particolare il quadro istituzionale, il quadro legislativo, gli strumenti di governo dell'economia ed i loro limiti con rife­rimento alle esperienze degli ultimi anni.

L'ipotesi di lavoro

Sono ormai noti i limiti della struttura amministrativa italiana, soprattutto in relazione all'esistenza di miriadi di comuni piccoli e piccolissimi, assolutamente non in grado di gestire efficacemente il territorio e di garantire ai cittadini la soddisfazione della domanda sociale di base.

Lo stesso dibattito sull'ente territoriale intermedio, tut­tora aperto, testimonia le difficoltà del problema, che non può tuttavia comportare la paralisi e la rassegnata rinuncia ad esercitare le competenze comunali e regionali in materia di pia'nificazione e gestione d~l territorio, in particolare per quanto concerne la formazione e l'attuazione di piani terri­toriali e piani regola tori generali. Ciò significa, in primo luogo, promuovere l'~ggregazione dei Comuni minori in forme asso­ciative relative ad «aree sovracomunali. di gestione", di di-

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URBANISTICA II (B)

Prof. Urbano Cardarelli

Analisi, progetto e gestione dello spazio urbano, nelle sue componenti storica, morfologica, semiologica, antroposociolo­gica, economica, tecnologica, ecologica. Progettazione inte~di­sciplinare e ruolo dell'Architetto.

Elementi di teoria generale dei sistemi. Il territorio come sistema .. Dimensionamento e disegno del piano urbanistico. La gestione finanziaria, amministrativa, politica e culturale del piano.

Esperienze applicative su campioni di territorio scelti nel contesto del Mezzogiorno d'Italia. .

Testi consigliati

Programma del Corso biennale (1981).

U. Cardarelli, Urbanistica Tra Storia e Teoria, Napoli, 1973 (in corso di .ristampa); U. Cardarelli (a cura di), Studi di Ur­banistica, voll. I, 2, 3, 4, Edizioni Dedalo, Bari, 1978-80; U. Cardarelli, Lezioni di Urbanistica, voI. l, Eliografia d'A­lessandro, Napoli, 1981.

Più ampia bibliografia su problemi specifici e locali viene fornita durante lo svolgimento del corso.

URBANISTICA II (C)

Prof. Marcello Vittorini

Premessa

Gli effetti della crisi economica in atto si manifestano e.ssenzialmente sul territorio, inteso non come fatto fisico ma

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cali dei Servizi (U.L.S.) scelte nella Campania in rapporto alla accentuata dinamica delle trasforinazioni territoriali in atto.

Tali Unità sono:

n. 17 e 18: Area Capuana, arch. Livio Talamona. _ n. 22: Area Flegrea, arch. Fabrizio Mangani di S. Stefano. - n. 23: Area del Giuglianese, arch. Fabrizia Cusani. . n. 27 e 28: Area Pomiglianese e Nolana, arch. Franco Lista. - n. SO, SI e 52: Area Sarnese-Nocerina, arch. Alessandro Dal Piaz.

Bibliografia essenziale

AA.VV., Dallo spreco edilizio alla politica di recupero dell'esi­stente, Guida, Napoli, 1979.

M. Vittorini, Il Mezw!;iorno ancora all'opposizione, Guida, Na­poli, 1979.

V. Erba, L'attuazione dei piani urbanistici, Edizioni delle au­tonomie, 1978.

P. Ramundo, Edilizia e Mezzogiorno, Giuffrè Editore, 1979.

G. Campos Venutti e F. Oliva (a cura), Urbanistica alternativa, Padova, Marsilio Editori, 1978.

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mensione adeguata alla realizzazione di tutti i servizi sociali, nelle quali siano ricondotte ad unità le delimitazioni già defi­nite o in corso di definizione (distretti scolastici, unità socio­sanitarie locali, comprensori per lo smaltimento dei rifiuti, comprensori per l'edilizia sovvenzionata etc.). La legge 833 del 1978 ha pienamente recepito tale esigenza fissando i termini entro i quali le Regioni devono delimitate tali aree sovraco­munali. Si tratta, in sostanza, di giungere alla formazione di Unità Locali dei Servizi nelle quali si articoli il territorio re­gionale: una prima proposta, che verrà assunta come ipotesi di lavoro del corso, è rappresentata dalla delimitazione delle unità socio-sanitarie locali nel quadro del Piano socio-sanita. rio regionale all'esame del Consiglio Regionale della Campania.

Articolazione del corso

Il corso si articolerà in lezioni teoriche e ricerche speci­fiche, sviluppandosi sull'arco di un biennio.

Le lezioni saranno svolte per gruppi di argomenti, alcuni dei quali potranno trovare un approfondimento di tipo semi­nariale. I temi trattati (tutti con particolare specificazione in riferimento al Mezzogiorno e alla Campania) possono sinteti­camente elencarsi nel modo seguente (per il secondo anno di corso):

- Riferimenti sintetici al programma del l'anno: legislazione nazionale e regionale. - Pianificazione urbanistica e politica di bilancio degli Enti locali. - Il Piano Territoriale e la fi­nanza regionale. - Il Piano Regolatore Generale e la finanza comunale; il programma pluriennale di attuazione. - Con­tenuti del P.R.G. -Efficacia del P.R.G. - Operatività del P.R.G. - Piano Regolatore e forma e qualità urbana. - I piani esecutivi. - Il recupero del patrimonio edilizio esisten­te. - Pianificazione urbanistica e politica della casa. - Meto­dologie e tecniche di progettazione urbanistica.

Le ricerche specifiche, condotte da gruppi di studenti, sa­ranno finalizzate all'adeguata definizionè operativa dei piani territoriali ed urbanistici relativamente ad alcune Unità Lo-

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n. - INSEGNAIVIENTI COMPLEMENTARI

ALLESTIMENTO E MUSEOGRAFIA (MUSEOLOGIA)

Prof. Ezio Bruno De Felice

Premessa

Il corso propone di studiare una nuova VISIOne progetti­stica delle strutture museali in una organizzazione strettamen­te correlata al contesto sociale ed urbano del territorio; po­stula pertanto un coordinamento interdisciplinare allo scopo di ovviare ai pericoli tipici della specializzazione che potrebbe limitare l'evolversi delle stesse attività tecnico-artistiche.

Contenuti del corso

Partendo dall'analisi delle manifestazioni del passato, nel corso si perverrà allo studio della più moderna evoluzione del concetto museale: museo~contenitor.e, museo-attività artistica, ·museo-ambiente, museo-città, museo-natura, ove lo stesso ter­m{ne museo» perde il suo aspetto espositivo tradizionale fine a se stesso per assumere un nuovo significato che possa coin­volgere nuovi strati sociali in un rapporto più spontaneo e genuino.

Verrà svolta, in questa ottica, una storia dell'organizza­zione tnuseale e dell'architettura relativa quali espressioni della cultura rinascimentale, barocca, ottocentesca in tutta la loro involuzione fino alle manifestazioni borghesi attuali.

Verrà proposta una analisi delle architetture tecniche mu­seali non adatte a modificare in meglio il vivere attuale" de­rivanti da concezioni superate che ancora considerano il mu­seo quale "Tempio dell'Arte» in un'organizzazione che, per

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richiede già una buona conoscenza di base di alcune discipline insegnate in Facoltà, quali Composizione, Storia dell'architet­tura, Storia dell'arte, Restauro, Arredamento, Tecnica delle co­struzioni, Illuminotecnica, e quindi propone frequenti raccor­di e coordinamenti con esse,

ANALISI DEI SISTEMI URBANI

Prof. Agostino Renna

Le complesse trasformazioni che investono le realtà ur­bane e territoriali nella società moderna sono l'oggetto del

corso.

Ad ognuno è presente, sia pure in modo intuitivo, quanti aspetti e ripercussioni, diversi e contraddittori, devono essere affrontati per giungere ad una conoscenza, non completa ma neppure superficiale, dei fenomeni urbani. In questo il corso di Analisi dei Sistemi Urbani è un avvicinamento, quanto più possibile ricco e problematico. ad aspetti fondamentali di tali questioni. L'oggetto del nostro studio è indagare e chiarire i motivi e i modi per cui la realtà fisica della città, le case, le strade ecc. vengono edificate e trasformate, considerando la città come condizionata dalle più generali trasformazioni strut­turali, e tuttavia con una sua definita specificità e contrad­

dittorietà.

Oltre a ciò il corso approfondisce il rapporto dialettico che esiste tra tali trasformazioni, che interessano la società civile nel suo complesso, e i temi e le battaglie che la cultura architettonica, a partire dagli inizi del secolo, ha affrontato in riferimento, spesso in contraddizione, a tali mutamenti.

Trasformazioni fisiche della città e cultura architettoni­ca: in questa dialettica sono anche i temi dell'impegno poli­tico che caratterizza, come una lunga battaglia, a volte mi­stificata, più spesso autentica, un aspetto secondario ma im­portante della necessità più generale di una società rinnovata.

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sua natura, emargina ampi strati sociali dai fatti di cultura ed arte.

Verrà parallelamente svolta una critica dei concetti espo­sitivi legati al binomio quadro-parete, sala-scultura, sala-ve­trina, ecc. dal passato fino alle realizzazioni contemporanee in cui il ruolo dominante è assunto dail'allestimento che spesso, relega le stesse opere d'arte esposte in una funzion~ secondaria di contorno decorativo.

Verrà anche studiato il fenomeno del mercato dell' Arte in relazione al presente diffuso consumismo ed al consumo linguistico sia in architettura che in arte in genere.

Saranno oggetto di analisi le cause che nella progettazio­ne espositiva in edifici preesistenti o nuovi (gallerie d'arte contemporanea, Gallerie d'arte sperimentale, ecc.), portano ad ignorare quelle esigenze di ambienti, di spazi, di luce, confor­mabili flessibilmente alla espressione degli operatori d'arte contemporanea.

Si approfondirà la problematica dell'ordinamento e del­l'allestimento dal passato ad oggi, derivanti dal rapporto didat­tico esistente tra Il critico d'arte, quale allestitore, con l'ana­lisi dei relativi convincimenti disciplinari, oggi in crisi.

Articolazione e coordinamento con altri corsi

Il corso si articolerà in lezioni in aula, ed in frequenti sopralluoghi a musei o ambienti museali campani e, se pos-sibile, anche nazionali. .

Le lezioni saranno aperte al contributo degli studenti che riterranno di voler approfondire argomenti di loro interesse, in modo tale da poterle trasformare in seminari di studio.

I sopralluoghi sono importantissimi per i fini che il corso intende raggiungere e saranno eseguiti, oltre che nei musei, anche nei cantieri.:.museali, in modo da ampliare le conoscenze degli studenti con continue verifiche di carattere tecnico.

Il corso di allestimento e museografia deve essere inteso come un corso di perfezionamento specialistico, pertanto esso

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a) La formazione della città moderna: C. Aymonino, Origini e sviluppo della città moderna, Padova - G. Piccinato, La costruzione dell'urbanistica, Roma.

b) Il problema della città nel Movimen,to Moderno: G. Gras­si, Das neue Frankfurt, 1926-31, Bari - A. Kopp, Città c rivoluzione, Milano - AA.VV., La costruzione della città so­vietica 1929-31, Padova.

c) L'utopia della metropoli: L. Hilberseimer, Un'idea di Pia­no, Padova - Le Corbusier, Maniera di pensare l'urbani­stica, Bari.

d) L'ideologia nella cultura architettonica: M. Fabbri, Le ideologie degli urbanisti dal dopoguerra ad oggi, Bari _ M. Tafuri, Progetto ed utopia, Bari.

el L'analisi della città come architettura: A. Rossi, L'archi­tettura della città, Padova - AA.VV., La città di Padova, Roma.

f) L'analisi politica delle trasformazioni urbane: AA.VV., La città fabbrica, Milano - M. Castells, Lotte urballe, Padova - M. Folin, La città del capitale, Bari.

ARTE DEI GIARDINI

(Architettura del paesaggio)

Prof.' Giorgio Di Simone

Problematica dell'architettura del paesaggio

Come tutti gli impegni di ricerca che hanno anche un pre­valente carattere didattico, e quindi specifiche esigenze me­todologiche, quelli riferiti all'Architettura del Paesaggio de­vono prima di tutto rifarsi alla precisa problematica dell'og­getto in discussione, con accenni ai vari tagli visuali, propri della cultura contemporanea che lo riguarda.

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Il corso vuole essere dunque un momento di approfondi­mento dei temi più vivi e attuali della complessa problema­tica relativa alla città moderna: ai processi reali di trasforma­zione, agli interessi e alle lotte che la investono, alle ricerche culturali che la studiario e ne discutono.

Il corso vuole essere anche un'occasione per una discus­sione approfondita sui libri e contributi più significativi che su queste questioni sono stati dati in particolare negli anni più recenti, invitando a partecipare, dove possibile, gli stessi autori di tali studi e ricerche; l'obiettivo è di costruire, a mano a mano che il corso si sviluppa, lo schema ragionato di una bibliografia essenziale sull'argomento, che ne sia parte e non appendice, in genere disattenta.

Le lezioni e le comunicazioni svilupperanno tre tematiche tra loro interrelate che saranno sviluppate in modo alternato.

I. La città moderna - i modi di formazione e sviluppo -i temi del Movimento Moderno.

2. Il rapporto. architettura-città - normativa architettonica e regolamenti edilizi.

3. I temi del dibattito attuale sui problemi urbani:. la critica ideologica, l'analisi urbana, i movimenti e le lotte per la trasformazione delle strutture civili.

II corso consiste nella sua gran parte in comunicazioni e dibattiti su questi temi. Il. riferimento per ogni comunicazione è u~ testo d~ particolare rilievo; teorico e analitico,_ ~ale da permett~re a~h ~tudentl un riferimento verificabile nello svolgimento delle .dISCUSSlOOl collet· tive. Sono esCluse pertanto in linea generale esercitazioni analitiche perché, condotte molto spesso al, di fuori di un interesse metodico consolidato, si logorano in risultati modesti e disordinati. Non si esclu­de tuttavia, per quegli studenti o ~ruppi che più manifesta?o un in­teresse analitico rispetto ai temi del corso, che pos'sano essere Impostate alcune semplici ricerche su realtà urbane determinate, sia italiane che europee.

Il corso si èonc1uderà con un Seminario della durata di alcuni giorni sui rapporti tra analisi e progetto e architettura e città.

La bibliografia di riferimento viene costruita a mano a mano che il corso si sviluppa, tuttavia si ritiene utile indicare quei testi che si considerano indispensabili per intendere e partecipare alle tematiche che il corso intende discutere.

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tica, id,eologica, fruitiva), riteniamo di poter fare nostra - come taglio di fondo del Corso - l'ultima interpretazione data, ritenendola la più coerente agli interessi culturali ed operativi dell'architetto (e dell'uomo in genere), e giusta'mente inquadrabile nell'ambito di una disciplina dell'architettura che comprenda tutto ciò che ricade in una organizza­zione dello spazio finalizzata all'uomo, nella sua accezione più dina­mica, soprattutto in senso sociale, collettivo, oltre che fruitivo-funzio­nale a livello del singolo individuo_

Ed è proprio perché l'asse dell'architettura si è nettamente spo­stato in avanti, avocando alla propria strutturazione ideale anche le componenti spazio-funzionali riferibili alla problematica socio-politica e socio-economica, che riteniamo in un certo modo coerente e com­pleta la scelta fatta (includendo naturalmente in essa anch~ quella de1~ lo studio degli aspetti minori, ma non superflui, dell'intera problema~ tica ambientale).

Si è detto che riconoscere l'autonomia dell'architettura del pae­saggio rispetto a discipline come la statistica, la sociologia, la psicolo-' gia, ecc., è un tentativo di rifondare il corpo disciplinare specifico del­la stessa architettura del paesaggio. Perché pensiamo si debba parlare solo di. una disciplina, cioè l'architettura, e quindi caricare di nuovi « contenuti Il il termine «paesaggio Il, ed allargarlo in senso lato, sino ad abbracciare le diverse «scale» di lettura della città, e di proget­tazione di essa o di parti di essa. Siamo sostanzialmente d'accordo su queste riflessioni, purché tale « autonomia» funzionale non rinunci al coordinamento culturale ed operativo con le discipline anzidette e con tutte quelle che siano in grado di completare il quadro conosci­tivo ed operativo dell'architettura del paesaggio stesso.

Il criterio di oggettività

Malgrado l'estrema difficoltà del compito di tentare di giungere - nella ristrutturazione o progettazione del paesag­gio - a formulare leggi generali che siano in grado di defini­re in modo sufficientemente oggettivo la «lettura» dell'am biente e lo stesso criterio di progettazione o di ristrutturazio ne, la ricerca afferente al corso di Architettura del Paesaggio, tende proprio verso tale finalità. Di qui la necessità di stru­mentalizzare rispetto ad essa altre discipline quali la Psicolo­gia Umana e le sue specializzazioni: la psicologia della per­cezione (come approccio ad una psicologia dell'arte) e le ulti­me derivazioni della psicologia della forma (Gesta!), come pri­ma sistematizzazione di una ricerca delle leggi suddette, ap-

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Ora, per quanto concerne il nostro tema, esso è stato qua­si «dimenticato» dalla cultura del nostro paese, ed anche non volendo operare astratte linee di demarcazione tra cul­tura e cultura, bisogna riconoscere che in alcuni altri paesi non vi è tale lacuna, ma vi è invece un costante interesse culturale e quindi operativo per questo fondamentale aspetto della nostra realtà umana e sociale.

Attualmente dobbiamo dire che finalmente qualcosa si muove anche in Italia, nei confronti di una presa di coscienza critica del grosso problema d~1 paesaggio e della sua più o meno articolata integrazione nell'opera dell'uomo e del grup­po sociale,. nel raggio delle loro più elevate fruizioni.

Ma i punti di vista, in tal senso, sono molteplici e rispec­chiano almeno in parte, ovviamente, gli interessi culturali (o addirittura professionali, in senso lato) degli studiosi, archi­tetti e non.

Esistono quindi varie ottiche, tramite le quali si tenta di inqua­drare il problema: da quella dferibile ad una visione allargata, ma unilaterale, del paesaggio come pianifìcazione delle risorse naturali (e, più generalmente, «ambienti li), fruibili in termini che non rien· trano nella normale pianificazione territoriale, a quella che, prescin­dendo da alcuni importanti fattori, si rifà ad .un concetlo puramenle estetico-filosofico del paesaggio stesso.

Una diversa interpretazione è quella che considera di maggior peso (quasi esclusivamente) il valore socio-politico dell'ambiente, ri­mandandone ad un futuro più o meno lontano l'approfondimento for­male e psico-percettivo. Per converso, alcuni studiosi (soprattutto stra­nieri) preferiscono fermarsi soltanto a tale componente psico-senso­riale, lasciando ad altri il compito di aJlargare la definizione del tema, ad altre sfere di interesse.

Un ultimo tipo di approccio (ultimo in senso generale) è quello che fa perno su di esso tema, interpretandolo come estensione logica e culturalmente valida della disciplina architettonica, assunta come un insieme strutturale che sia in grado di applicare i suoi parametri ano, che alla strutlurazione o ristrutturazione dell'ambiente (naturale ed antropizzato, cioè ({ totale »), quando esso rischia di non reggere in modo equilibrato in rapporto all'uomo ed al gruppo sociale (nella estraniazione progressiva, nell'inquinamento, etc.),

Oltre le esigenze didattiche che ci impegnanO" in uno studio pa­rallelo delle suddette componenti dell'indagine generale sul paesaggio come elemento da correlare costantemente all'attività umana (pragma-

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2" Fase di approccio progettuale: che si articola in gruppi di lavoro formati da studenti che operano su temi-pilota pro­posti dal 'corso e che sviluppano prevalentemente una proble­matica progettuale centrata sull'ambiente della periferia ur­bana, con particolare dferimento al recupero della "qualità ambientale» esaminata ad ogni livello (incluso quindi quello socio-economico, oltre che formale).

3" Fase di coordinamento: fase che può essere intermedia e che può prendere in considerazione (a livello di dibattito se­minariale) varie ipotesi di coordinamento e di integrazione con tutte quelle discipline (sia dell'Istituto, che dell'intera Fa­coltà) che abbiano per tema 'centrale quello riferito ad uno dei diversi aspetti problematici dell'architettura-città, consi­derata come un tutto articolato e funzionante, anche e soprat­tutto a livello di valori ambientali e socio-figurativi. In tale sede, l'a'rchitettura del paesaggio è cosÌ in grado di dimostra­re ~ materialmente» !'importanza dei suoi studi e del suo contributo per una più completa definizione dello "spazio antropizzato », oggetto proprio dell'architettura, vista però se­condo un' accezione restrittiva e riduttiva rispetto alla globa­lità dei valori in gioco di cui l'" ambiente » è comunque e sem­pre il luogo di manifestazione e di sollecitazione dinamica.

Per ulteriori notizie e chiarimenti sugli aspetti teorico­operativi del Corso, si rimanda al Programma del Corso com­pleto, incluse le citazioni da vari autori e la bibliografia spe­cifica.

CARATTERI STILISTICI E COSTRUTTIVI DEI MONUMENTI

Prof. Giuseppe Fiengo

Premessa

Il corso sottolinea l'importanza dell'esperienza storica e critica come premessa al pratico operare; in particolare, col-

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plicate genericamente all'idea di "forma ambientale »; appli­cate cioè in prima approssimazione, ovviamente incompleta, al paesaggio visto soltanto come fatto da percepire e fruire in senso visuale e psichico.

Per quanto riguarda questo aspetto teorico del problema, si sono assu'?-ti come, base (anche se provvisoria e in attesa di più avanzate e sicure definizioni della prassi da seguire) gli studi di Rudolph Arn· heim e di altri studiosi della psicologia della forma, oltre ai «pragma· Usti» deU:ambiente (Lynch).

L'importanza di giungere ad una qualche definizione di una chiave che sia in grado di interpretare con una accettabile percentuale di oggettività, il codice che probabilmente sottende i valori strumentali, formali e percettivi costituenti il paesaggio (e l'ambiente in genere, nella sua più ampia accezione), tale importanza - dicevamo - non risiede soltanto nel fatto di poter rendere certamente più agevole l'ambito operativo -(nel senso di ~~ lettura» - prima - e quindi di strutturazione adeguata di un ambiente naturale a grande scala, o di ristrutturazione di ambienti 'urbani degradati: centri storici, peri­ferie, etc.; o di correlazioni tra l'uno e gli altri), ma soprattutto nella possibilità che si avrebbe di dare a tali interventi suU'ambiente quel carattere -oggettivo indispensabile per costringere i poteri decisionali a tenerne conto, uscendo dal vago e dal relativo, attuali comodi alibi per ogni inerzia législativa ed operativa a grande scala. E ciò senza parlare della decisiva importanza che tali chiarimenti avrebbero sul piano della cultura pura.

Articolazione del corso

Il corso di Architettura del Paesaggio si svolge secondo due fasi fondamentali che possono essere indicate come segue:

l' Fase di studio teorico:

a) introduzione globale, con indicazione dei fini da per­seguire secondo una certa metodologia; .

b) rapida illustrazione critica dell'idea di paesaggio pres­so i principali sistemi culturali (e socio-politici), secondo le successive tappe storiche, e nell'attualità;

c) alcune lezioni teoriche sull'approccio percettivo (Arn­heim);

d) analisi critica di esempi di progettazioni dell'ambien­te. (incluse quelle di corso degli anni precedenti).

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3. Monumenti e ambienti napoletani del settecento: peculia­rità morfologiche e tecniche costruttive.

Dal viceregno spagnolo a quello austriaco. L'anticlerica­lismo ed i rapporti tra Stato e Ohiesa. Lo shlocco dell'edilizia civile (1718). Le maioliche, i giavdini, le scale aperte e l'edi­lizia civile uvbana e suburbana del primo Settecento. L'opera di Sanfelice e Vaccaro. L'inizio del regno di Cado di Borbone. Il blocco dell'edilizia ecdesiastica. Le opere pubbliche e la trasformazione del vecchio patrimonio edilizio. L'attività di G. A. Medrano. Le scoperte archeologiche di Ercolano e Pom­pei e l'interesse per l'architettura antica. Le ville patrizie lun­go la costa vesuviana. La Napoli di Antonio Genovesi. La nuo­va dimensione della cittàneHa pianta topografica del duca di Noja e i problemi dell'« abbellimento» urbano nel saggio di V. Ruffo. L'àssolutismo illuminato e gli sviluppi dell'urbani­stica nei paesi europei. L'attività napoletana di Vanvitelli, Fuga e Gioff .. edo. L'amministrazione civica e le opere pubbli­che. L'editto di ferdinando IV (1781). L'industria edilizia: i regi ingegneri, le corporazioni e le norme per l'esercizio pro­fessionale. La disputa Gioffredo-Vanvitelli su «1' officio» del­l'architetto. Caratteri dell'edilizia. Materiali da costruzione, cave e trasporti. Tecniche costruttive e tipologie edilizie. Me­todi di organizzazione del lavoro.

Bibliografia

1. Passi scelti dagli scritti di S. Casiello, R. Di Stefano, G. Fiengo, F. La Regina, G. Racchi, L. Santoro in « Restauro », nn. 13-14 e 15/1974, 40/1978, 43/1979 e 4748-49/1980, e di R. Pane in Attualità dell'ambiente, Napoli, 1%7 e in « Il centro antico di Napoli" di AA.VV., voli. I e II, Napoli, 1971.

2. R. Di Stefano, Lineamenti di storia urbanistica, in «Il centro antico di Napoli» di AA.VV., voI. I, Napoli, 1971,

. p. 145 e sgg. C. De Seta, Napoli, Bari, 1981. Passi scelti da scritti di: R. Pane, M. Napoli, F. Strazzullo, A. Venditti.

3. R. Mormone, Architettura a Napoli 1650-1734, in «Storia

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locandosi nell'area di interessi relativi alla conservazione del patrimonio architettonico ed ambientale, propone, innanzi tutto, un'ampia riflessione sullo sviluppo,· negli ultimi due secoli, del concetto di bene culturale e della problematica della salvaguardia. Poi, mediante un' esemplificazione riguar­dante la città di Napoli, mira ad accrescere la capacità degli studenti alla lettura diretta sia dei beni culturali immobiliari di interesse storico-artistico, nel contesto del loro ambiente urbanistico, sia dell'ambiente stesso, indipendentemente dalla presenza in esso di episodi di eccezione.

Numerose visite guidate a monumenti ed ambienti urbani integrano le lezioni.

Contenuti del corso

1. Sviluppo del concetto di bene culturale e problematica della conservazione.

Il recupero dell'architettura medioevale nei pensa tori francesi del primo Ottocento. Viollet-le-Duc e la pratica del restauro. Ruskin, Morris e le origini della moderna teoria della conservazione. Problematicaitaliana da Boito a Giovan­ni. Passaggio dall'idea del monumento isolato a quella dell'in­sieme ambientale. Principi della conservazione integrata.

2. Napoli: Storia urbanistica ed analisi ambientale come pre­messa al progetto di restauro.

La città greco-romana: problemi di topografia e archeo­logia. Le vicende urbanistiche dall' età tardo-romana a quella durazzesca. Fabbriche religiose angioine e superstiti strutture medioevali. Gli ampliamenti di età aragonese. Incont .. o tra maestri catalani e toscani. Edilizia e urbanistica dal '500 al '700: d. Pedro di Toledo vicerè urbanista; prammatiche san­zioni e loro influenza sull'assetto della città; trasformazione degli edifici religiosi in conformità dei dettami del Concilio di Trento. Vedute e rilievi urbani. Lo sviluppo urbanistico negli ultimi due secoli.

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COMI1LEMENTI DI MATEMATICA

Prof. Antonio Di Nola

Algebra lineare

Spazi lineari - Trasformazioni lineari e matrici _ Deter­minan~i - Au~ovalori e Autovettori - Autovalori di operatori che agiscono m spazi euclidei.

Strutture discrete

Grafi - Strutture aLgebriche - Reticoli - Algebre di Boole _ Algoritmi e macchine di Turing.

Testi consigliati

T. Apostol, Calcolo, voI. 2 Geometria, Boringhieri.

F. Preparata e R. Yeh, Introduzione alle strutture discrete, Boringhieri.

CONSOLIDAMENTO E ADATTAMENTO DEGLI EDIFICI

Prof. Alberto Defez

- Aspetti del consolidamento: le implicazioni di carattere sociale, morale e giuddico - la diagnosi - la filosofia della sicurezza - i criteri d'indagine.

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Idi Napoli), voi .VI (1970), tomo II. R. DeD Fusco, L'ar­chitettura della seconda metà del Settecento, in « Storia 'di Napoli », voI. VIII (1971). G. Fiengo, Gioffredo e Van­vitelli nei palazzi dei Casacalenda, Napoli, 1976. G. Alisio, Urbanistica napoletana del Settecento, Bari, 1979. G. Fien­go, L'architetto Ignazio Cuomo e la villa di Giuseppe Maria di Lecce a Portici, in « Storia 'dell'Arte », n. 35 (1979. G. Fiengo, Organizzazione e produzione edilizia a Napoli al­['avvento di Carlo di Borbone, Napoli, in c. di s. Passi scelti da scritti di R. Pane, F. Venturi, A. Venditti, P. Sica, etc.

A. Venditti, Architettura neoclassica a Napoli, ivi 1961.

E. Kaufmann, L'architettura dell'Illuminismo, Torino, 1966.

G. C. Alisio, Urbanistica napoletana del Settecento, Napoli, 1979.

R. Di Stefano, Luigi Vanvitelli ingegnere e restauratore, in « Luigi VanviterIi» di AA.VV., Napoli, 1973.

A. Venditti, L'opera napoletana di Luigi Vanvitelli, in '« Luigi Vanvitelli) di AA.VV., Napoli, 1973.

A. Rigillo, N uova società e nuove capitali del 700, Napoli, 1974.

P. Srca, Storia dell'urbanistica: il Settecento, Bari, 1976.

G. C. Alisio, Siti reali dei Borboni, Roma, 1976.

R. Di Stefano, Organizzazione e tradizione dell'edilizia napole-, tana, in « Storia dopo un secolo» di AA.VV., Napoli, 1967.

R. Di Stefano, Distribuzione delle cavità rispetto al territorio urbano, in « Il sottosuolo di Napoli» di AA.VV., Napoli, 1967.

P. Nicotera - P. Lucini, La costituzione geologica, in « Il sotto­suolo di Napoli» di AA.VV., Napoli, 1967.

P. Strazzullo, Edilizia e urbanistica a Napoli dal '500 al 700, Napoli, 1968.

G. Fiengo, Gioffredo e Vanvitelli nei palazzi dei Casacalenda, Napoli, 1976.

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L'analisi dei dissesti: le manifestazioni esterne e le relative cause . i generi di dissesti . i moti rigidi delle murature . le deformazioni delle murature . le lesiohi di trazione . le lesioni di schiacciamento . considerazioni sulle lesioni . i dissesti apparenti . il controllo delle lesioni . il quadro fessurativo.

Le opere di consolidamento: i criteri generali di consoli· damento . i consolidamenti sostitutivi . i consolidamenti passivi . i consolidamenti attivi ' i consolidamenti resti· tutivi . la ristrutturazione.

I consolidamenti fondazionali: criteri generali. le sottofon· dazioni . l'allargamento fondaiionale . i. pali di fondazione nel consolidamento fondazionale . il consolidamento dei terreni.

La riparazione di strutture in c.a.: tipologie dei dissesti· i criteri d'intervento· le tecniche di consolidamento· gli elementi di calcolo.

N.E. . Si ritiene indispensabile una buona conoscenza della « Scienza delle costruzioni »,

DECORAZIONE

(Elementi qualitativi dell'esecutivo architettonico)

Prof. Lucio Morrica

Premessa

Durante lo sviluppo del pensiero critico sull'architettura, il significato ed il ruolo della decorazione hanno assunto va· rie e disparate identificazioni, in quanto si sono venuti adot· tando a temi ed esigenze diverse derivanti dal tipo di cultura che rappresentavano.

Unica costante, la decorazione non è mai stata considerata, in particolare nel Movimento Moderno, distinta dall'esperienza

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Il comportamento dei materiali: le prove di laboratorio . i criteri di resistenza· il prelievo dei campioni· le intero pretazioni delle prove di laboratorio . i materiali oggetto d'indagine.

- I carichi agenti: caratteristiche dei carichi . la neve . le azioni del vento· le vibrazioni· le azioni sismiche· il me· todo semiprobabilistico degli stati limite.

Le murature: caratteristiche generali delle murature con particolare riferimento a quello fisico·meccaniche . il rego· lamento inglese· la verifica delle murature . la sezione di mura tura con centro di pressione esterno al nocciolo . la verifica di un elemento murario non omogeneo - le verifi­che agli stati limite.

Le strutture murarie: gli archi· la verifica di stabilità di un arco o di una volta a botte . la verifica grafica col me· todo di Mery . la verifica dei piedritti . l'arco a sesto acuto . gli arco travi . le volte a crociera· le volte a padiglione. le volte a vela· cupole.

- Le fondazioni: caratteristiche delle fondazioni . il carico limite dei terreni.

I muri di sostegno.

- Il legno: generalità . le caratteristiche fisico·meccaniche . le forme e le dimensioni del legname. il calcolo delle travi in legno· le giunzioni in legno. le opere provvisionali . i solai in legno . le coperture a tetto . la verifica di una copertura a tetto· le travi composte in legno.

- Gli edifici in murat'ura: i criteri di verifica del complesso murario . l'edificio sotto le azioni sismiche· la verifica con il metodo degli elementi finiti.

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La metodologia di indagine per il consolidamento: genera. lità . il rilevamento morfologico . la progettazione del pun. tellamento provvisionale . \'individuazione del modello strutturale· \'indagine ponderale . le caratteristiche mecca· niche dei materiali· lo stato di conservazione· la storia statica . i calcoli di verifica· la progettazione degli intero venti consolidativi.

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All'interno di questa logica, le relazioni che stanno alla base del processo formativo qualificante degli spazi, e che cioè individ1jlano la sfera decorativa, sono quelle tra funzione, struttura e formà. Esse costituiscono le strutture essenziali che configurano visivamente le molteplici scelte, di ordine socio-culturale, psicologico, ecc. che si com­pongono in aspetti figurativi.

L'immagine, così, diviene il prodotto delle sue nature interiori, della sua ragion d'essere, 'della sua significazione culturale, carica di significati spirituali e comportamentistici.

Comunque, un'operazione di definizione tecnica della espressione decorativa dell'architettura, non ha senso se non si tien conto di un altr~ fattore importante, quello che si potrebbe definire «·scala am­bientale ): e cioè il rapporto col tipo di ambiente o. di ambito fisico, a cui si riferisce il « fatto)) architettonico.

In altri termini, un oggetto si pone come « decorativo »), non di per sè, ma rispe~to aù un ambiente, o ad un ambito· fisico, con cui interagisce.

Programma

Da tali premesse scaturiscono alcuni temi di ricerca quali per esempio:

l'uso della luce (naturale o artificiale) come mezzo di espres­sione e rappresentazione spaziale;

analisi dei" ritmi ", ovvero la ripetizione, la moltiplicazio­ne o estensione di singoli « elementi ));

la qualità plastica e chiarosCurale degli "oggetti" archi­tettonici (vede ad es. la ricerca espressionista di Mendel­sohnn);

l'agitazione a scala ravvicinata di rapporti spaziali tridimen­sionali (vedi le esperienze di F. L. Wright);

la spiegazione e definizione del" grado di materialità " del­lo spazio costruito (vedi ricerca dell'Art Nouveau, e in par­ticolare Van der Vèlde, Horta);

il metodo conoscitivo e costruttivo dello spazio secondo le esperienze della corrente neo-plastica. Theo van Doesburg e G. Rietveld;

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spaziale, nel senso che il suo intervento e le sue specifiche indicazioni figurative sono parte intrinseca del linguaggio ar­chitettonico.

Ciò che è cambiato, nell'architettura moderna è, il diverso atteggiamento verso l'oggetto architettonico: l'elemento deco­rativo, anziché sovrapporsi, spesso si identifica con l'architet­tura stessa, con l'oggetto funzionale nella sua interezza. Molte volte, anzi, è la stessa tipiziazione strutturale a costruire un fattor decorativo, come nell'architettura di Mies, ove l'elemen­to qualificante dell'immagine è lo stesso carattere geometrico é tecnologico derivante dalla scansione strutturale degli ele­menti di acciaio e vetro.

Né d'altra parte, è possibile discernere, nell'architettura, un tempo preciso d'intervento della D.: infatti non sempre è possibile distin~

guere un momento «decorativ6» e «conformativo» degli spazì, da uno più prettamente « costruttivo» e «tecnologico », laddove il con­corso sinergico di tutti gli elementi architettonici determina, spesso, la caratterizzazione decorativa.

Una 'forma estremamente funzionale perde qualità per il solo fat­tore di rappresentare se stessa. Allora le viene sovrapposta;un'immagine spuria, non pertinente, che ne modifica, ne altera ed a volte ne com­plica forma e funzionamento.

Assai spesso col termine (( çlecorazione» vi si intende riferire, ad una disciplina autonoma rispetto al processo architettonico.

Per l'architettura, il principio basilare con cui la questione va af­frontata, è quello della «scala» di intervento progettuale. Natural­mente, al di là della scala del design, in cui si determinano le dimen­sioni, la disposizione del prodotto di un definito contesto fisico e la struttura generale degH spazi, esiste un campo della ricerca, cioè una scala, ancora architettonica, ma comunque «figurativa» e quindi decorativa (vedi Diz. Arch. Urb.).

Gli ambiti di ricerca, quindi, vanno dalla esplorazione sulla «gra­na» dei materiali usati, ai loro valori cromatici, alle loro intrinseche possibilità tecnologiche e insieme espressive.

Per quanto riguarda il rapporto esistente tra il portato tecnolo­gico e la tettonica deIrimmagine, da una parte si può dire che il pri­mo fa da supporto tecnico strumentale per l'attuazione della seconda; dove quest'ultima è individuata dal concorso di alcuni elemertti puri, quali il moto, lo spazio, il colore, i piani: vere e proprie categorie, che, mediante la loro conflittualità, determinano qualitativamente e quantitativamente il .prodotto ultimo dell'immagine, la percezione sen­sibile del fruitore.

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ILLUMINAZIONE ED ACUSTICA DELL'EDILIZIA

Prof. Gabriella Caterina

Programma del Corso

Premesse

Le motivazioni generali aHa base del programma didatti­co possono essere sinteticamente cosÌ indicate:

1. Necessità di fornire chiare indicazioni {ii metodo per il controllo illumino-tecnico e acustico degli spazi architet­tonici.

2. Indiv'duazione dei parametri di verifica e di progetto in relazione ai problemi dell'illuminazione e dell'acustica nell' edilizia.

3. Definizione di metodologie di analisi e di progetto per la formulazione di un corretto uso in architetture delle stru­mentazioni tecniche oggi disponibili.

Articolazione del programma

Il programma prevede una serie di lezioni teoriche volte alla esplicitazione dei principi fondamentali di illuminazione tecnica e di Acustica e dei p,-incipali metodi per la verifica e il progetto deU'illuminazione naturale e artificiale e dell'acu­stica nella costruzione.

Parallelamente gli allievi svolgeranno esercitazioni prati­ohe su un tessuto edilizio preesistente al fine di valutare e formulare, nell'ambito della ricerea applicata al problema dell'adeguamento tecnologico del patrimonio residenziale esi­stente, innovazioni specifiche nel settore della illuminazione e dell'acustica.

Testi consigliati

Gino Lo Giudice, Principi di illumino-tecnica, PEG.

Marchesi Cappai, L'acustica nell'edilizia, UTET.

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il valore comunicativo ed ideologico nel portato tecnolo­gico, esaminando in particolare l'influenza del materiale sulla forma ed il potenziale espressivo dato dalle possibi. lità di lavorazione;

la « tettonica» della ricerca dei costruttivisti sovietici Ta­tlin, El Lisitskij ecc.;

la compromissione della struttura spazi aie con strutture figurative desunte da ambiti figurativi diversi;

la Decorazione urbana nella sua ampia problematica (ma­teriali monumenti, arredo urbano, la grafica, la pubblici. tà, la decorazione spontanea ecc.);

il degrado urbano. Il corso sarà articolato in due parti:

la prima dedicata all'analisi storica avrà come riferimento di fondo il rapporto tra architettura e decorazione. I n tale ottica il corso tenderà ad analizzare sistematicamente al· cune opere di architettura moderna;

la seconda fase, operativa, tenderà a verificare, a livello progettuale, le esperienze desunte dalla prima parte di coro so attraverso esercitazioni a scala ravvicinata ove verrà particolarmente approfondito il rapporto tra qualità del· l'esecutivo architettonico e risultato spaziale. L'approccio progettuale, in questo caso, farà riferimento al solo spazio architettonico ed al suo immediato intorno, utilizzando scale di progettazione o meglio di percezione ravvicinate comunque piccole.

Bibliografia

Alla disciplina corrisponde un'ampia bibliografia; in par­ticolare si ritiene indispensabile considerare autori come: Le Corbusier, Loos, De Micheli, Brandi, Cocchia, Maldonado, Gre­gotti, Tintori, De Carlo, Munari, Pye, Sica, Quaroni, Schild, Itten, ecc.

La bibliografia dettagliata sarà fornita all'inizio del corso stesso.

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Il programma d'esame, che presuppone la conoscenza sto­rica del periodo, è articolato in due settori: lo studio dei testi del settore A verrà richiesto a tutti gli studenti, i quali opteranno inoltre per un testo a scelta tra quelli indicati nel settore B.

Settore A

l. Indirizzi della storiografia artistica e architettonica

Testo: F. Bologna, « I metodi di studio dell'arte italiana e il problema metodologico oggi ", in Storia dell'arte italiana, EinaudI, Torino 1979, val. I, pp. 165-282.

2. Problematica starica della tùtela: il dibattito teorico e le scelte politiche in epoca napoleonica

Testo: «Stori" dell'arte e politica della tutela ", numero monografico della rivista Ricerche di Storia dell'Ar­te, La Nuova Italia Scientifica, Roma, 1978-79, n. 8, pp. 4-75 (in particolare i contributi di G. Gualandi, O. Rossi Pinelli, A. Pinelli, P. Marconi).

3. Il dibattito culturale e parlamentare sui beni culturali e ambientali. 1859-1977

Testo: Verso una gestione dei beni culturali come servizio pubblico (dallo stato unitario alle regioni), a cura di A. Rossari e R. Togni. Garzanti ed. per la Regione Lombardia, Milano 1978.

N.B. - Il testo verrà fornito gratuitamente a richiesta.

Settore B

l. R. Bianchi Bandinelli, AA., BB.AA. e B.C. L'Italia storica e artistica allo sbaraglio, De Donato, Bari 1.974.

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INDIRIZZI DELL'ARCHITETTURA MODERNA

Prof. Renato Dc Fusco

Il corso, oltre a fornire una illustrazione critica della sto­ria dell'architettura degli ultimi cento anni, mira soprattutto ad essere una storia delle idee, delle teorie, delle poetiche che hanno accompagnato il processo architettonico corrispondente al suddetto periodo.

In particolare, esso tratterà i seguenti temi: Viollet-le-Duc e Ruskin, la cultura dell'Einfiihlung e la critica architettonica, !'idea di architettura nella pura visibilità, le poetiche figura­tive e l'architettura, la critica soèiologica, la critica dell'archi­tettura in Italia.

Bibliografia

R. De Fusco, L'idea di archilellura, storia della critica da Vio/­let-Ie-Duc li Persico, Etas Kompass, Milano, 1968.

R. De Fusco, Storia dell'archilellllra contemporanea, Laterza, Bari, 1974.

LETTERATURA ARTISTICA

Prof. M.Luisa Dalai Emiliani

Argomento del corso: Lelleratllra artistica, StoriiJgrafia archi­tettonica e tematizzazionedella 11IIeia nell'Italia moderna. 1780-1980.

Gli orientamenti d,ella CrItIca d'arte italiana e la fonda­zione e sviluppo della disciplina storica dell'architettura ver­ranno indagati in stretta relazione con la storia delle istitu­zioni artistiche e di tutela - dalle Accademie all'Università, dalle Commissioni di Belle Arti alle Soprintendenze, dagli lsti­tuti centrali agli organismi decentrati, ai musei - e in rappor­to agli strumenti di socializzazione della cultura artistica (la pubblicistica, le riviste, i mezzi di riproduzione tecnica del­!'immagine, il turismo, la didattica dei béni culturali, ecc.).

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Testi consigliati e programma del corso

1) E. Chinol, Grammatica dell'Inglese moderno, Liguori, Na­poli .( "Patterns» o frasi-chiave ed esercizi strutturali dal­!'inglese dal l° al 40° capitolo).

2) F. P. De Vivo, Technical Terms of Classical and Contem­poray Architecture, dispensa (conversazione, Jessico ar­chitettonico e traduzione).

3) A. Petrella, New Trends in American Architecture, Liguori, Napoli. (Tradu:done dell'inglese dei seguenti saggi:

Jan McCallum, " Background », pp. 9-37;

Philip Johnson, « The Seven Crutches of Modern Archi­tecture », pp. 38-50;

Paul Rudolph, " The Six Determinants of Architectural Form », pp. 53-67;

- Charles Moore, " You have to Pay for the Public Life », pp. 128-153).

MATERIALI DA COSTRUZIONE SPECIALI

Prof. Ennio Russo Ermolli

Obiettivo primapio del corso è la trattazione dei proble­mi relativi all'impiego di nuovi materiali destinati sia a soddi­sfare esigenze specifiche, sia a sostituirsi, nell'ambito del co­struire, ai materiali tradizionali. Le richieste legate ai bisogni della società e delle sue tecnologie, e per i settori tradizionali d'impiego, e per quelli d'avanguardia, hanno spinto sempre più gli studiosi a creare nuovi materiali competitivi; è indi-

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2. A. Emiliani, Una politica dei Beni Culturali, Einaudi P.B.E., Torino 1974.

3. M. Dalai Emiliani e altri, Le pietre dello scandalo, La po­litica dei beni culturali nel Friuli del terremoto, Einaudi, Torino 1980.

LINGUA INGLESE

Prof. Francesco Paolo De Vivo

Il corso di lingua inglese con indirizzo architettonico si propone di dare agli studenti una preparazione specificamen­te orientata al possesso delle seguenti abilità linguistiche:

A) comprensione di testi inglesi di architettura;

B) conversazione su argomenti tecnico-professionali nel cam­po architettonico.

In altre parole, conoscenza della lingua come necessario strumento operativo di ricerca 'culturale e come valido mezzo d'inserimento nel mondo del lavoro all'estero.

Ciò premesso, i contenuti del corso sono i seguenti:

a) strutture grammaticali e lessicali, scelte tra quelle che presentano maggiore frequenza e funzionalità;

b) lessico «fondamentale» di architettura, classica e contemporanea;

c) traduzione di testi tecnici e critici nel campo deIla architettura;

d) conversazione su basilari argomenti tecnico-profes­sionali della Facoltà;

e) note di letteratura inglese in rapporto all'architet-tura.

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I livelli della pianificazione urbanistica.

Piani territoriali di cooroinamento. • Piani delle aree di sviluppo industriale. - Progetti speciali ed interventi pubblici (ordinari e straordinari) sul territorio. - Il problema del com­prensorio. - Piano intercomunale. - Comunità montane. - Stan­dards urbanistici ed edilizi. - Parcheggi e distanze dalle strade. - Piano regolatore generale. _ Programma di fabbricazione. -Piano regolatore particolareggiato. - P.iani degli insediamenti prdduttivi. - Piani di zona « 167 ». - Lottizzazione e comparti. - Legge 457/78: zone e piani di recupero.

Programmi pluriennali di attuazione.

Nuove norme urbanistiche per la ricostruzione delle zone terremotate.

La concessione a costruire: natura e vicende. - Le misure di salvaguardia. - Edilizia convenzionata. - Repressione degli abusi edilizi. - Tutela del 'paesaggio e dei centri antichi. -Distanze tra le costruzioni. - Luci e vedute.

Si consiglia di frequentare il corso in parallelo con Ur­banistica I

Segnalazioni bibliografiche

G. D'Angelo, Legislazione urbanistica (appunti dalle lezioni del corso), ed. Libreria Fausto Fiorentino, Napoli, III edizione, 1981.

F. Salvia - Teresi, Lineamenti di diritto urbanistico, Cedam, Padova, 1980.

PIANIFICAZIONE TERRITORIALE URBANISTICA (A) Prof. Romano Lanini

Premessa teorica e metodologica

Il corso ~(A)} di Pianifiicazione Territoriale Urbani'stica identifica le sue basi teoriche nelle più recenti ipotesi forma1e in merito ad alterna.tive concettuali alle metooologie della pianificazione urbani~

stica. Il mutare qualitat·ivo e quantitativo del rapporto città~territorio,

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spensabile pertanto che gli utilizzatori pervengano ad un'ap, profondita con,oscenza di tali nuovi materiali al fine di con· trollarne criticamente l'impiego e di indirizzarne l'utilizzazione in modo scientificamente corretto.

La materia del corso d'insegnamento, legato a un settore in progressiva evoluzione, richiede un continuo aggiornamento dei contenuti per adeguarli ai continui progressi della tecno­logia dei nuovi materiali. Per l'anno accademico 1981/82, il programma di studio è rivolto principalmente alle applicazioni nel settore edilizio e tratta quei materiali che, allo stato attua­le, sono in fase di continua evoluzione ed offrono interessanti prospettive nella ipotesi di una sempre crescente industrializ­zazione. Di· tali materiali i più importanti sono i calcestruzzi leggeri e le materie plastiche: Il loro studio si articolerà sui seguenti argomenti:

caratteristiche chimico-fisiche;

comportamento di elementi strutturali;

sperimentazione;

tecnologie specifiche;

problemi connessi all'isolamento term!l-acustico.

Il contenuto del corso offre la possibilità di coordina­menti con i corsi di Tecnica della Costruzione, di Tecnologia dell'Architettura, di Progettazione artistica dell'Industria.

MATERIE GIURIDICHE

Prof. Guido D'Angelo

Programma

La, costituzione della Repubblica italiana: princIpI In ma­teria di rapporti economici. - I vincoli urbanistici e le sentenze della Corte costituzionale - Legge IO del 1977.

L'evoluzione della legislazione urbanistica dal 1865 al 1942.

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PIANIFICAZIONE TERRITORIALE URBANISTICA (B)

Prof. Luigi Piemontese

Premessa

Il corso tende ad inserire lo studente nell'ampia problematica con. cernente la pianificazione del territorio ed i suoi rapporti con la pro­grammazione economica e, in particolare, a fornirgli una serie di strumentazioni tecniche di base, strettamente occorrenti a chi volesse operare in questo campo.

Partendo dalla constatazione che, in assenza di un preciso rapporto interdisciplinare fra le scienze sociale, non è possibile una corretta impostazione dei problemi del territorio nè la 'Sua pianificazione. si tende, a ricercare, nell'analisi dei sistemi e nella modellistica urbana e regionale, una base metodologica comune, aH'interno della quale pos­sono confluire i singoli contributi disciplinari per l'analisi dei proble­mi territoriali e per la ricerca dei modi e dei mezzi atti a risolverli.

Più in generale quello che si ricerca è la definizione di un approc­cio interdisciplinare che sia in grado di affrontare i problemi della programmazione economica e della pianificazione territoriale, laddove è ividente che, come non è più possibile, nella elaborazione di un pro­gramma di sviluppo economico, ignorare la componente spazi aIe nei fenomeni che si intendono orientare al raggiungimento di determinati obiettivi, cosÌ non è più possibile supporre, come soluzione dei pro­blemi del territorio, la formulazione di un piano territoriale urbani­stico astratto dalla componente processuale e dinamica e determinato «a priori» in un disegno rigido e a~emporale.

Si procederà, pertanto, ad una ridefinizione in chiave sistemica della pianificazione territoriale urbanistica, intesa come sistema aperto che interagisce con l'oggetto del suo lavoro, ovvero il sistema terri­toriale, al fine di orientarne i fenomeni verso il raggiungimento di un determinato quadro obiettivo: il piano.

In particolare, il corso .si articolerà lungo tre direttrici:

a) l'analisi sistematica e la modellistica,

b) le teorie, e i modelJi previsionali e di pianificazione,

c) le tecniche matematiche e di programmazione,

senza disgiungere i contenuti, al fine di utilizzare un metodo globale di insegnamento, per l'acquisizione dei concetti e delle tecniche che si intendono fornire.

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la crescita dimensionale - non solo in termini geografici e/o demici _ di alcuni 'centri ed il conseguente realizzarsi di nuove gerarchie spaziali commisurate da ruoli non più definihili con i parametri di un tempo, rendono necessario operare tla un lato frammentazioni -spaziali e/o amministrative delle grandi concentrazioni demiche, dall'-alt,ro, invece, ricomporre struttuTe -stanziaH troppo piccole per 1"ispondere così alle necessi.tà di una organizzazione spaziale anche 'Solo -funzionale.

In questo quadro vanno esaminate le problematiche connesse al1a istituzione 'dei comprensori, delle Comunità Montane, purché le si in~ tenda non come travestimento linguistico della pianificazione urbani. stiea a scal-a intercomunale, ma far si che figurino, invece. qualcosa ohe di per sè cambia, dal di dentro, sostanza e forma.

Perché questo possa avvenire, è opportuno - tanto nella fase analitica quanto in quella 'Sintetico~progettuale, che è la parte fon~ damentale del Corso - passare da una metodologia urbanistica di tipo deduttivo (dal generale al particolare) ad una metodologia -induttiva con la quale, partendo dal pa,rticolare, si risalga via via, con connes­sioni a -catena, alle trasformazioni più generali della ,realtà urbana e/o territoriale non dimenticando - è una premessa essenziale! _ che plurispazia}.ità è in realtà una entità categoriale spazio-tempora-le.

Articolazione del corso

E' articolato essenzialmente in due fasi: la prima è costi­tuita dalle lezioni del docente che hanno quali temi l'illustra­zione dell'origine e dello sviluppo - nei suoi aspetti cultura­li e scientifici - della pianificazione territoriale urbanistica, e i concetti e le caratteristiche dei metodi analitici e proget­tuali connessi alla pianificazione territoriale urbanistica.

La seconda fase è costituita dalla esperienza progettuale che ha come oggetto la definizione delle opzioni di intervento (il Piano) alla scala di una entità territoriale intermedia.

La prova d'esame consiste nella illustrazione e discus­sione dell'esperienza progettuale e in una prova orale, indivi­duale, che ha per oggetto gli argomenti trattati nelle lezioni.

Bibliografia

R. Lanini, Un ritorno a domani. Nota su pianificazione e ana­lisi territoriale, ed. della Libreria, Napoli, 1979.

R. Lanini, Note sull'analisi delle strutture (o dei sistemi?) della stanzialità umana, ed. della Libreria, Napoli, 1980.

C. Doglio, P. Venturi (a cura di), La pianificazione organica come piano della vita, CEDAM, Padova, 1979.

L. Urbani, La città è sola, ed. STUDIUM, Roma, 1979.

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L'uso dei modelli per la sperimentazione degli effetti di poli­tiche alternative nella formazione e trasformazione degli as­setti territoriali - l'uso dei modelli nella razionalizzazione e nella ottimizzazione di particolari funzioni territoriali. - b.7.4. La definizione del piano come quadro obiettivo ed insieme delle politiche atte a conseguirlo - la Pianificazione come processo continuo.

C.1. Tecniche matematiche di programmazione. - c.l.1. Cen­ni all'algebra degli schemi e blocchi di sistemi. - c.1.2. Cenni di statistica descrittiva - Analisi di regressione e correlazione lineare, parabolica, logaritmica, multipla. - c.1.3. La program­mazione lineare: Problemi di rasporto, metodo del comples­so. - c.1.4. Cenni sull'elaborazione elettronica.

Bibliografia

L. Piemontese, Pianificazione Territoriale - Sistemi e modelli, Napoli, 1977.

L. Piemontese, Un Modello del Sistema Territoriale Napoleta­no, Napoli, 1979.

R. d'Ambrosio - L. Piemontese, l Modelli nella Scienza Regio­nale - Un'applicazione al sistema regionale campano, Na­poli, 1971.

R. d'Ambrosio - A. Piemontese - L. Piemontese - R. Scarano, Sistemi e modelli nell'analisi territoriale, Bologna, 1974.

L. Piemontese, Prospettive d'impiego della ricerca operativa nella Pianificazione territoriale inquadrate nell'ambito del­la divisione del lavoroil1/elle/tuale, Napoli, 1972.

P. H. Derycke, Economia urbana, Bologna, 1972.

H. W. Richardson, Economia regionale, Bologna, 1971.

I. S. Lowry, Modello di lIna metropoli, Napoli, 1972.

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Contenuto del corso

Più in dettaglio gli argomenti trattati nel corso sarapno i seguenti:

a.1. Limiti dell'attuale pianificazione, ricerca di un corret­to rapporto interdisciplinare fra le scienze sociali che vi con­corrono e di una loro metodologia comune. - a.1.1. Possibilità di impiego del linguaggio matematico nelle scienze sociali. '

a.2. Il concetto di sistema e la teoria dei sistemi. - a.2.1. L'uso dell'analisi dei sistemi per lo studio dei sistemi territo­riali e l'organizzazione sistemica della realtà sociale. - a.2.2. Ipotesi di pianificazione sistemica e strutturazione del pian­ning sistemico.

a.3. Il concetto di modello. - a.3.1. Modelli aperti e chiusi, statici e dinamici, descrittivi, previsionali e di pianificazione. - a.3.2. I modelli urbani e regionali.

b.1. Il reddito regionale. - b.l.1. La teoria della base di esportazioni e modello di reddito regionale. - b.1.2. Modello statico e dinamico di reddito interregionale.

b.l. Modelli previsti ,dalla crescita urbana e 'regionale. -b.2.1. Modello statico occupazionale desunto dalla teoria della base economica. - b.2.2. Modello Czamanski statico e dinami­co per l'analisi e la previsione dello sviluppo economico e del­la crescita urbana.

b.3. Le relazioni interindustriali e intersettoriali. - b.3.!. Gli schemi marxiani e l'input-output analysis.

b.4. La localizzazione delle attività economiche. - b.4.1. Mo­delli per la localizzazione ottimale delle attività economiche industriali e di servizio e delle residenze.

b.5. I modelli gravitazionali.

b.6. Il modello Lowry. - b.6.1. Contributi teorici al model­lo Lowry e i lavori empirici.

b.7. La regione come unità di pianificazione. - b.7.1. La definizione delle funzioni obiettivo. - b.7.2. Le politiche. - b.7.3.

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La Progettazione per !'Industria trova i fondamenti delle sue connotazioni qualificative sul piano culturale e metodo­logico proprio in rapporto ai vincoli relativi ai procedimenti produttivi che impongono, in prima luogo, la cura di ricercare nella dinamica progettuale il massimo grado di integrazione e coerenza tra il momento strategico della « costruibilità» (o della inventio) quello prevalentemente tattico-operativo della « costruttività» (o del farsi). Ciò vale ad introdurre nel pro­cesso progettuale un elevato interesse alla sperimentazione e alla speculazione circa l'uso più « economico» ed appropria­to dei materiali e deI1e tecniche di produzione.

In senso più generale tutto ciò significa operare proget­tualmente neHa consapevolezza di un impiego utile delle !l'i­sorse all'interno di un rapporto creativo tecnologia/linguag­gio da arricchire con l'avanzamento della ricerca scientifica ed applicata e da animare in rapporto ai fenomeni culturali più autentici.

Le considerazioni svolte in premessa non consentono di privilegiare un indirizzo tematico rispetto ad altri.

Ciò non toglie tuttavia 'che [n termini di « offerta didatti­ca» e ,ai fini di una praticabile accessibilità si possono indi­viduare delle « aree-problema » caratterizzate da specifici con­tenuti di ricerca e di applicazione didattica. Queste «aree­problema» sono:

1. Cultura materiale e produzione: - I fondamenti cul­turali del Design. - L'Archeologia industriale e lineamenti di una filosofia del Design.

2. Tecnologie e linguaggi dell'habitat: - L'« Architectural design » e 1'oggetto edilizia - L'Architettura industrializzata.

3. L« intorno ambientale »/Spazi di vita, di lavoro e sistemi di attrezzature: - L',« intorno» privato - L'« intorno }) pubblico e comunitario.

4. Euristica del Design: - Modelli teorici e procedure me­todologiche sperimentali.

Le indicazioni bibliografiche saranno fornite durante lo svolgimento del corso.

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PONTI E GRANDI STRUTTURE

Prof. Antonio Noto

La diffusione degli elaboratori elettronici, e la conseguen­te possibilità di un sistematico ricorso all'algebra lineare, for­niscono a tutt'oggi la più semplice ed efficace risposta alle intrinseche difficoltà dell'analisi. I processi di discretizzazione, difatti, si sono in tempi recenti largamente affermati, ed at­tualmente rappresentato, soprattutto nella fascia delle con­crete applicazioni, un utilissimo strumento nello studio di svariati organismi strutturali.

Collocarrdosi in naturale posizione di complementarità nell'iter disciplinare dell'Istituto di Costruzione, laddove sono acquisiti i fondamentali allo studio del comportamento statico delle strutture e si è completata, o è in atto, la familiarizza­zione con più comuni modelli analitici di elementi strutturali, il corso propone per quanto detto il completamento dell'her mediante un programma di applicazioni, ai modelli mono- e brdimensionali, delle tecniche di analisi automatica che si fon­dano sull'algebra matriciale e sul metodo ,degli elementi finiti.

AI corso si affiancano esercitazioni pratiche sull' elabora­tore, e lo studio dettagliato di qualche organismo strutturale eventualmente collegato con l'esperienza progettuale degli al. lievi, ed al quale siano applicabili i modelli teorici analizzati.

PROGETTAZIONE PER L'INDUSTRIA

(Design)

Prof. Roberto Mango

Nella accezione più generale la Progettazione per l'Indu­stria/Design si pone come attività progettante connessa ad una particolare modalità di produzione, quella industriale ap­punto, di cui è chiamata a regolare i processi di trasformazio­ne della materia e di produzione di artefatti che in maniera sempre più determinante concorrono all'artefazione dell'am­biente, alla conformazione dell'habitat.

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SCENOGRAFIA

(Progettazione dell'Ambiente)

Prof. Almerico de Angelis

I. Premessa

Il corso, che ha un carattere dichiaratamente sperimen­tale, si pone come obiettivo quello di individuare una meto­dologia nella progettazione dell'Ambiente.

Il punto di partenza non può essere che l'analisi dei pro­cessi formativi (fisici e mentali) dell'immagine ambientale nel­le sue dimensioni culturali, storiche, operative.

Si analizza l'esistente per arrivare attraverso un confron­to con la domanda d'ambiente allI! ipotesi alternative possibili.

L'urgenza d'ambiente,. come altre volte viene chiamata, nasce da una duplice motivazione. La prima: la consapevolez­za dell'influenza - ,sempre più pressante - che l'ambiente artefatto determina nella vita associata; la seconda, l'accre­sciuto e progressivo degrado dell'ambiente stesso a causa del­la pressione demografica (il grande numero), della crescita in­'dustriale, del bisogno energetico.

Di qui l'urgenza di invertire il processo in atto di pro­gressiva perdita di valori, intervenendo con una. ipotesi di ridisegno.

Le teorie legate alla progettazione dell'ambiente più che fondare una nuova disciplina, rappresentano un modo nuovo con cui affrontare il primo problema che l'uomo si è posto dal giorno della sua presenza sulla Terra: quello dell' organiz­zazione e della significazione dello spazio fisico da lui occu­pato. Preoccupandosi non tanto di elaborare nuove forme, nuovi stili, nuovi simboli, quanto una metodologia di proget­tazione che tenesse conto dei bisogni, dei modelli percettivi e di quelli d'uso; ma più di ogni altra cosa, tenesse conto che l'uomo non si aspetta affatto di ricavare dal suo intorno co-

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R. De Fusco, Architettura come Mass-Medium, Bari, Dedalo, 1967.

T. Maldon~do, La speranza progettuale, Torino, Einaudi, 1970.

A. Masullo, L'Immagine abitabile, in «Che» n. 7, Napori, 1980.

M. Merleau-Ponty, Fenomenologia della percezione, Milano, Il Saggiatore, 1965.

A. Monroy, P. Nicolin, Microambiente, Milano, Longanesi, 1972.

C. Norberg-Schulz, Genius Loci, Milano, Electa, 1979.

R. Venturi, Complessità e contraddizioni nell'Architettura, Bari, Dedalo, 1981.

STORIA DELL'URBANISTICA

Porto Mario Coletta

A) Premessa

La storia dell'Urbanistica accoglie, nel suo specifico con­testo disciplinare, sia la storia degli insediamenti umani sul territorio che quelIa dell'uso delle risorse di cui il territorio dispone.

Essa pertanto analizza 'da un lato le logiche delle localiz­zazioni insediaitve ed i processi di crescita che accompagnano, caratterizzandola, l'evolversi delle civiltà urbane, stabilendo paralleli tra la dinamica sociale e le scelte politiche, econo­miche ed istituzionali che la determinano; dall'altra studia il territorio su cui tali evoluzioni si sviluppano, ne legge in chiave storica la struttura fisico-morfologico-ambientale e la rapporta ai criteri di uso deJle risorse.

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struito le regole per il proprio comportamento, ma al con­trario richiede un ambiente che sia disponibile al suo biso­gno del momento, su cui egli possa proiettare i suoi stati d'animo, le sue emozioni, i suoi desideri.

2. Articolazione del corso

I Il corso si articola in tre momenti: uno teorico in cui ver-

ranno trattati gli argomenti indispensabili per un'introduzione alla progettazione ambientale. In questa fase verranno defi­niti i concetti di luogo, quello di segno; si illustreranno le ri­cerche compiute sulla percezione e sul comportamento.

A questa fase del corso che serve da presupposto teorico per fornire tutti quegli elementi necessari per il passaggio alle fasi successive - e al cui svolgimento pertanto la fre­quenza è obbligatoria - seguiranno le altre due fasi: una ana­Iitico-progettuale, l'altra di natura decisamente sperimentale.

Campo d'interesse operativo: l'Ambiente urbano.

L'ultima fase, a cui prenderà parte !'intero corso, in modo collegiale, e posta a verifica delle ricerche effettuate, e prevede la progettazione e la realizzazione di una struttura da inserire nell'« esistente urbano».

Bibliografia essenziale

AA.VV. Strutture ambientali, Rimini, 1969.

S. Bagnara, R. Misiti, (a cura di) Psicologia Ambientale, Bo­logna, Il Mulino, 1978.

R. Banham, Ambiente e tecnica nell'architettura moderna, Ba­ri, Laterza, 1978.

R. Dalisi, Architettura d'animazione, Roma, Carucci, 1975.

A. De Angelis, Scenografia - Il disegno dell'Ambiente, Napoli, Fratelli Fiorentino, 1981.

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rattere sperimentale, condotta a livello seminariale dal do­cente e ·dai collaboratori sulla base delle singole ricerche.

Bibliografia essenziale

M. Coletta, «Campania, territorio e politica di piano ", Na­poli, 1979.

M. Coletta, «Il comprensorio storico-urbanistico, metodolo­gia ed esemplificazione di lettura ", .Padova, 1981.

A. Rigillo, «Contributo alla metodologia della storia dell'ur­banistica ", Napoli, 1971.

F. Brunetti, «Profilo storico dell'urbanistica" (2 volL) , Pa. dova, 1978.

Una bibliografia 'particolareggiata relativa alle singole fasi storiche sarà fornita all'inizio del corso.

TIPOLOGIA STRUTTURALE

Prof. Claudio Libero Murolo

La Tipologia Strutturale affronta lo studio delle forme spaziali in architettura in rapporto ai relativi comportamenti statici e trova, pertanto, il suo campo di ricerca nell'analisi intuitiva del legame che esiste tra le varie forme spaziali ed i regimi tensionali che in esse si generano quando soggette alle sollecitazioni d'esercizio.

L'analisi non va condotta con !'impiego dei metodi della scienza e della tecnica delle costituzioni ma a livello intuitivo e va rivolta alla definizione di una tipologia essenziale delle «forme semplici» generatrici Idi «sistemi complessi» e alla attenta considerazione dell'impiego dei materiali disponibili in relazione alle caratteristiche intrinseche di resistenza di

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B) Le lezioni

Il corso si articola in tre cicli di lezioni:

1) Il primo, a carattere metodologico, stabilisce relazioni, prospettive e limiti con i campi di studio simih~ri; indivi­dua un proprio spazio operativo e passa in rassegna sto­rico-critica i contributi metodologici che hanno maggior­mente influito sulla definizione della cultura urbanistica.

2) Il secondo ciclo analizza ·la processualità insediativa nelle soglie storiche culturalmente più caratterizzate; dall'età romana al periodo unitario, operando raffronti tra i fat­tori evolutivi delle diverse circostanze territoriali ed in­dagando sulle cause che hanno determinato il loro diver­sificarsi.

Analisi dei fattori di crescita insediativa. L'ambiente, il paesaggio, il territorio nella storia urbanistica dell'Europa.

3) Il terzo dclo verte sull'analisi delle attuali circostanze insediative, sulle problematiche emergenti dai contesti ur­bani e territoriali, e sui tentativi operati per risolverIi, sino ad individuare una metodologia di intervento da pre­disporre per quelle branche disciplinari (pian1ficazione e restauro ambientale) più specificamente operative.

C) Le esercitazioni

n corso è integrato da esercitazioni volte alla sperimen­tazione, su un campo territoriale concreto, (i centri storici della Campania) della metodologia di lettura storico-urbani­stica individuata nel primo ciclo delle lezioni.

Le esercitazioni sono articolate in due fasi: la prima, a carattere informativo, consistente in comunicazioni metodo­logiche del docente, integrate da interventi dei collaboratori e di esperti interni ed esterni alla facoltà; la seconda, a ca-

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ritariamente all'analisi dei problemi a questa connessi, cen­trando il valore sull'analisi dei due termini del rapporto vin­coli-libertà espressiva e cioè ponendo da una parte i compo­nenti con le loro caratteristiche strutturali, e dall'altra la li­bertà compositiva, condizionata dalle possibilità combinato­rie atte a determinare una serie di situazioni funzionali.

Saranno pure esaminati tutti quegli strumenti logici e strategie (normazione e coordinazione modulare, unificazione, industrializzazione del cantiere) che costituiscono elementi fondamentali ed indispensabili del processo costruttivo indu­strializzato.

Coscienti altresì, che il momento attuale vede il manife­starsi, proprio in seno a quei paesi che furono all'avanguar­dia della industrializzazione edilizia, di ripensamenti e per­plessità nei confronti di quelle" tecniche più efficaci ed avan­zate", tali da far riflettere qualche illustre esponente della cultura architettonica su un auspicabile ritorno a tecniche ar­tigianali, che suona quasi un esasperato invito alla "retro­guardia" tecnologica; e convinti che, in effetti, sia comunque da rifiutare l'eccessivo fervore dei" mistici della industrializ­zazione »; nel corso sarà privilegiata l'analisi di quei procedi­menti costruttivi industrializzati che si collocano, quantitati­vamente e qualitativamente, in posizione mediana tra i due estremismi.

Argomenti del corso

1) Attività didattica

" Il processo del costruire e l'evoluzione tecnologica nella opera di Angelo Mangiarotti ".

- Analisi dell'opera sul piano metodologico e dei contenuti.

La progettazione "per componenti" e la "progettazione del componente" nella scala dell'architettura. .

Il confronto tra le opere « irripetibili » e quelle " aperte ».

(L'edificio a pianta « aperta »).

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questi ed al regime tensionale proprio di quelle forme e si­stemi.

Costituiranno argomenti specifici del corso:

La tipologia delle fondazioni

L'analisi dei carichi

La morfologia degli elementi strutturali nell'antichità

L'evoluzione della struttura portante dalla rivoluzione in­dustriale.

Bibliografia

James E. Gordon, Strutture, Est Mondadori, Milano, 1979.

Giancarlo Cataldi, Sistemi statici i/1 Architettura, Cedam, Pa­dova, 1979.

Mario Salvatori - Robert Heller, Le strutture in Architettura, Etas Compass; Milano, 1974.

Claudio L. Murolo, Fondazioni, Glaux, Napoli, 1976.

G. Pizzetti - A. M. Zorgno, Principi stalici e lorm~ strutturali, U.T.E.T., 1980.

UNIFICAZIONE EDILIZIA E PREFABBRICAZIONE

Prof. Claudio Libero Murolo

Produzione architettonica per componenti

Limitatamente alla sola vasta tematica della prefabbrica­zione a ciclo aperto, il corso orienterà la propria attività prio-

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INDICE

Composizione del Consiglio di Facoltà

Premessa

Titoli di ammissione Meccanizzazione dei Servizi amministrativi Moduli meccanografici Elenco degli insegnamenti attivati nell'anno accademico

1982-1983 Codificazione degH insegnamenti Lezioni e frequenza Piani di Studi della Facoltà Concetti generali sui piani di studio individuali P,iano di Studio consigliato dalla Facoltà Delimitazioni delle sessioni di esami Norme generali e per l'esame di Laurea Biblioteca Scuola di perfezionamento in Restauro dei Monumenti

PROGRAMMI

INSEGNAMENTI FONDAMENTALI

Analisi matematica e Geometr:ia .analitica I (A, B, C, D, E) Analisi matematica e Geometria analitica 11- (A, B, C, D) Arredamento (A) Arredamento (B) Composizione architettonica I (A) Composizione architettonica I (B) Composizione architettonica I (C) Composizione architettonica I (D) Composizione architettonica I (E) Composizione archi1ettonica II (A) Composiz-ione architettonica II (B)

Pago 6

" lO

» 11 » 12 » 12

» 13 » 16 » 17 » 18 » 19 » 22 » 24 » 26 » 28 » 29

» 33 » 35 » 35 » 38 » 38 » 40 » 40 » 43 » 44 » 47 » 49

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2) Attività di ricerca

Si propone l'argomento: «il nodo nelle strutture prefab­bricate tridimensionali ,,_

Le indicazioni bibliografiche saranno fornite agli allievi durante lo svolgimento del corSQ_

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Tecnica delle costruzioni (B) Tecnica delle costruzioni (C) Tecnologia dell'Architettura I-II (A) (B) (C) Urbanistica I (A) Urbanistica I (B) Urbanistica I (C) Urbanistica II (A) Urbanistica II (B) Urbanistica II (C)

INSEGNAMENTI COMPLEMENTARI

Allestimento e Museografia Analisi dei sistemi urbani Arte dei giardini Caratteri stilistici e costruttivi dei Monumenti Complementi di Matematica Consolidamento e adattamento degli edifici Decorazione Illuminazione ed Acustica nell'Edilizia Indirizzi dell'Architettura moderna Letteratura artistica Lingua inglese Materiali da costruzione speciali Materie giuridiche Pianificazione territoriale urbanistica (A) Pianificazione territoriale urbanistica (B) Ponti e grandi strutture Progettazione per l'industria Scenografia Storia dell'Urbanistica Tipologia strutturale Unificazione e prefabblicazione

Pago 135 » 136 » 138 » 138 » 142 » 145 » 147 )} 150 » 150

» 155 » 157 » 159 }) 163 » 167 }} 167 » 169 » 173 » 174 » 174 » 176 » 177 » 178 }} 179 » 181 » 184 » 184 » 187 » 189 » 191 » 192

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Composizione architettonica II (C) Composizione architettonica II (D) Composizione archltettonica III (A) Composizione architettonica III (B) Composizione architettonica III (C) Composizione architettonica III (D) Composizione architettonica IV (A) Composizione architettonica IV (B) Composizione architettonica IV (C) Composizione architettonica IV (D) Composiz.ione architettonica V ·(A) Composizione architettonica V (B) Composizione architettonica V (C) Composizione architettonica V (D) Disegno e Rilievo (A) Disegno e Rilievo (B) Disegno e Rilievo (C) Disegno e Rilievo (D) Disegno e Rilievo -(E) Estimo ed esercizio professionale {A) Estimo ed esercizio professionale (B) Fisica (A) Fisica (B) Fisica tecnica ed impianti Geometria descrittiva (A) Geometria descrittiva (B) Geometria descrittiva (C) Geometria descrittiva (D) Igiene edilizia (A) Igiene edilizia (B) Restauro dei monumenti (A) Restauro dei monumenti (B) Scienze delle costruzioni (A) Scienza delle costruzione (B) Scienza delle costruzioni (C) Statica (A) (B) Statica (C) Statica (D) Storia dell'Architettura I (A) Storia dell'Architettura I (B) Storia dell'Architettura I (C) Storia dell'Architettura I (D) Storia dell'Architettura I (E) Storia dell'Architettura II (A) Storia dell'Architettura II (B) Storia dell'Architettura II (C) Storia dell'Architettura II (D) Tecnica delle costruzioni (A)

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Pago 50 » 51 » 53 » 53 » 54 )} 57 )} 57 » 62 )} 63 }) 66 )} 67 )} 71 » 74 » 75 » 76 » 79 » 82 » 83 » 87 » 88 }) 88 » 90 » 90 )} 91 }) 93 » 94 » 96 » 97 }} 98 » 99 » 100 }) 106 }) 111 » 112 » 117 » 118 » 119 » 119 » 120 » 121 » 122 }} 124 » 126 » 128 }) 129 » 130 }) 131 » 132

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STAGRAME·CASAVATORE (NA)